Fruizione di contenuti e processo creativo

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Oltre la fruizione dei contenuti: ritornare ai processi creativi Negli ultimi anni il mercato consumer è stato letteralmente sommerso da dispositivi tascabili la cui capacità computazionale una decade prima era propria delle workstation di fascia medio-alta e la cui dotazione hardware consente un'interazione a molti livelli con l'ambiente circostante: oggi parliamo di smartphone e tablet, fra qualche mese magari parleremo di occhiali - pardon - di glasses. Sessione di esame: “Hanno portato tutti una prescrizione per l’uso di lentiNonostante i tempi di crisi tale mercato non è ancora saturo e l'evoluzione indotta sta abbattendo di riflesso i costi dei componenti utilizzati in ambito industriale. Senza dimenticare il fermento legato ai sistemi operativi per devices mobili, che ha riportato l’attenzione degli sviluppatori su performances ed usabilità delle applicazioni. Tutto questo ritorno tecnologico è altamente positivo, ma nello stesso tempo la tendenza ad ipersemplificare le modalità di input ha aperto la strada ad un approccio allo strumento che sta spingendo buona parte degli utenti a limitarsi a fruire del software disponibile senza interrogarsi sulle potenzialità del dispositivo in sé. Vengono condivisi con estrema semplicità dati con un elevato contenuto informativo (audio, video, immagini) ma raramente si procede con una sintesi, limitandocisi a grattare quella che è la superficie del processo creativo. Sotto questo punto di vista nei nuovi devices è molto più semplice ricevere informazioni (fino ad esserne saturati) che inserirne: se dovessimo pensare di prendere appunti ad una conferenza con un palmare di qualche anno fa o con uno smartphone, quest'ultimo (nell'impossibilità di attivare il riconoscimento vocale - se non perché lo impone l’etichetta, almeno per mantenere la propria riservatezza) non reggerebbe il confronto. Beninteso, con un’applicazione opportuna è possibile scrivere a velocità più che discrete, ma è necessario un lungo periodo di training (ed ultimamente iniziano timidamente a ricomparire pennini e stili). Comunque di fronte ai tanti gadget ci si assuefà persino alla poca precisione di display in cui non è

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Un articolo preparato nel 2013 per il notiziario dell'Ordine di Brescia e mai pubblicato.

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Oltre la fruizione dei contenuti: ritornare ai processi creativi

Negli ultimi anni il mercato consumer è stato letteralmente sommerso da dispositivi tascabili la cui

capacità computazionale una decade prima era propria delle workstation di fascia medio-alta e la

cui dotazione hardware consente un'interazione a molti livelli con l'ambiente circostante: oggi

parliamo di smartphone e tablet, fra qualche mese magari parleremo di occhiali - pardon - di

glasses.

Sessione di esame: “Hanno portato tutti una prescrizione per l’uso di lenti”

Nonostante i tempi di crisi tale mercato non è ancora saturo e l'evoluzione indotta sta abbattendo

di riflesso i costi dei componenti utilizzati in ambito industriale. Senza dimenticare il fermento

legato ai sistemi operativi per devices mobili, che ha riportato l’attenzione degli sviluppatori su

performances ed usabilità delle applicazioni.

Tutto questo ritorno tecnologico è altamente positivo, ma nello stesso tempo la tendenza ad

ipersemplificare le modalità di input ha aperto la strada ad un approccio allo strumento che sta

spingendo buona parte degli utenti a limitarsi a fruire del software disponibile senza interrogarsi

sulle potenzialità del dispositivo in sé.

Vengono condivisi con estrema semplicità dati con un elevato contenuto informativo (audio,

video, immagini) ma raramente si procede con una sintesi, limitandocisi a grattare quella che è la

superficie del processo creativo. Sotto questo punto di vista nei nuovi devices è molto più

semplice ricevere informazioni (fino ad esserne saturati) che inserirne: se dovessimo pensare di

prendere appunti ad una conferenza con un palmare di qualche anno fa o con uno smartphone,

quest'ultimo (nell'impossibilità di attivare il riconoscimento vocale - se non perché lo impone

l’etichetta, almeno per mantenere la propria riservatezza) non reggerebbe il confronto. Beninteso,

con un’applicazione opportuna è possibile scrivere a velocità più che discrete, ma è necessario un

lungo periodo di training (ed ultimamente iniziano timidamente a ricomparire pennini e stili).

Comunque di fronte ai tanti gadget ci si assuefà persino alla poca precisione di display in cui non è

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più possibile selezionare il singolo pixel. Non a caso buona parte degli sviluppatori abbandona a

malincuore la tastiera, adattandosi dove sia il caso a collegarla senza fili al piccolo dispositivo.

- Ti sto spedendo lo streaming della riunione di oggi, quando mi mandi una delle tue belle sintesi?

- Devi avere un po’ di pazienza, sto ancora elaborando i dati del convegno del mese scorso…

Le nuove tecnologie stanno trasformando gli strumenti di produttività mobili, che vengono

proposti non tanto per gestire delle informazioni sintetiche quanto per raccogliere velocemente le

ispirazioni del momento; raccolta positiva ma che rischia di divenire così voluminosa da rendere

difficile trovare il tempo per sfruttarla appieno. A questo punto si fanno strada automatismi per

catalogare, indicizzare, estrapolare dati di sintesi. Con il rischio di uniformare e nello stesso tempo

appiattire le intuizioni, rendendo difficile svilupparle e portarle a termine.

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Volendo essere provocatori, ci sono le premesse per un nuovo tipo di digital divide fra una

minoranza di users ed una pletora di consumers sempre più passivi: avere in mano una black box

con cui mandare i propri streaming in diretta su di un social network non aumenta certamente la

consapevolezza del digitale. Neppure se si riprende in Full HD.

Andato sulla Luna…

…5 fotografie

Andata ai servizi pubblici…

… 37 fotografie

[Fonte: Internet]

Quale dovrebbe essere il punto di vista di un Ingegnere?

Parlando di dispositivi, uno strumento che permette solo determinate azioni sembra in apparenza

pratico da utilizzare, ma potrebbe non essere all’altezza di adattarsi alle nostre peculiarità

(volendo stiracchiare l’analogia è come servirsi di una tabellina anziché di un regolo).

Parlando di persone, un consumer aggiornato è del tutto a nostro vantaggio, porta idee innovative

ed è un potenziale cliente per soluzioni personalizzate. Un consumer dominato dal mercato non è

altrettanto stimolante.