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Le camere della nuova struttura dedicate ai presidenti succeduti negli ultimi 47 anni di attività del sodalizio, ad alcuni sindaci di Poggioreale ed associazioni italiane INAUGURATA LA NUOVA ALA DEL VILLAGGIO S.ANTONIO DA PADOVA DI RYDE Domenica 29 Gennaio si è tenuta la festa annuale or- ganizzata dalla Associazio- ne S. Antonio da Padova – protettore di Poggioreale, in onore del Santo protettore. I festeggiamenti sono iniziati in mattinata a Ryde, quando il Presidente della Associazione Peter Maniscalco ha inaugurato una nuova ala della S. Antonio da Padova Nur- sing Home destinata ad accogliere ulteriori 62 ospiti in camere singole e doppie. Alla inaugurazione erano presenti numerose autorità italiane ed austra- liane, tra le quali il console Generale d’Italia a Sydney Arturo Arcano, che ha evi- denziato quanto sia pre- zioso il supporto prestato ai membri della comunità lo-cale da parte del perso- nale della Nursing Home, il Presidente Joe Calabre- se e numerosi membri del Com.It.Es. di Sydney, il consigliere del comune di Ryde Roy Maggio. Tra le autorità era presente una delegazione venuta dalla Sicilia, che comprendeva il Sindaco di Poggioreale Lorenzo Pagliaroli, e il Parroco della ridente cittadina tra- panese, don Giancarlo Tumbarello. Entrambi, durante il loro intervento, hanno ringraziato l’Associazione S. Antonio da Padova per il lavoro svolto per la tute- la delle tradizioni e per l’assistenza agli anziani di origine siciliana. Una stanza della rinnovata ed ampliata struttura è stata dedicata dalla Associazione S. An- tonio da Padova al Coor- dinamento delle Associa- zioni Siciliane, a testimo- nianza dei legami di amici- SEGUE A PAGINA 3 "Come può un prete, al servi- zio di Cristo e della sua Chiesa, arrivare a causare tanto male? Come può aver consacrato la sua vita per condurre i bambini a Dio e finire invece per divo- rarli in un sacrificio diabolico che distrugge sia la vittima sia la vita della Chiesa?". Papa Francesco chiede scu- sa, e non è la prima volta, per la pedofilia nell'ambito del Clero; lo fa con parole molto dure, nella prefazione del libro "La perdono padre" in cui Da- niel Pittet racconta gli abusi subiti da un sacerdote. "Alcune vittime sono arrivate fino al suicidio, e sono morti che pesano sul mio cuore, sulla mia coscienza e su quel- la di tutta la Chiesa. Alle loro famiglie chiedo perdono", con- tinua il Santo Padre. Bergoglio ringrazia Pittet e chi, come lui, denuncia gli abusi: "Per chi è stato vittima di un pedofilo è difficile raccontare quello che ha subito, descrivere i traumi che persistono a distan- za di anni". Poi annuncia "severità estrema" con i pedofili e le gerarchie che li proteggono, "come è successo in passato". E usa le parole di Gesù contro chi fa del male ai bambini: "Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credo- no in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare". Papa Francesco chiede perdono per i preti pedofili: "Come possiamo causare tanto male? NEWSLETTER ISSN 1833 0029 BOLLETTINO INFORMATIVO CULTURALE DEI SICILIANI D’AUSTRALIA A CURA DEL COORDINAMENTO ASSOCIAZIONI SICILIANE Volume 19 Issue 2 March — April 2017 Un aspetto della sala de “Le Montage” di Lilyfield Alcuni anziani ospiti già residenti del villaggio. Nella prefazione del libro di Daniel Pittet che racconta gli abusi di un sa -cerdote, il Sommo Pontefice si pone una domanda: "Come può un prete, al servizio di Cristo e della sua Chiesa, arrivare a causare tanto male?" Inside this issue: SOMMARIO Frasi- aforismi-Poesie 2 Calendar of events 3 Sanremo 2017 4 La mia Pantelleria 5 Antichi sapori di frutti dimenticati 6 Il culto di S. Sebastiano in Sicilia 7 La circumetnea di Cata- nia 8 Fr ee Gr at uit o

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Le camere della nuova struttura dedicate ai presidenti succeduti negli ultimi 47 anni di attività del sodalizio, ad alcuni sindaci di Poggioreale ed associazioni italiane

INAUGURATA LA NUOVA ALA DEL VILLAGGIO S.ANTONIO DA PADOVA DI RYDE

Domenica 29 Gennaio si è tenuta la festa annuale or-ganizzata dalla Associazio-ne S. Antonio da Padova –protettore di Poggioreale, in onore del Santo protettore.

I festeggiamenti sono iniziati in mattinata a Ryde, quando il Presidente della Associazione Peter

Maniscalco ha inaugurato una nuova ala della S. Antonio da Padova Nur-sing Home destinata ad accogliere ulteriori 62 ospiti in camere singole e doppie.

Alla inaugurazione erano presenti numerose autorità italiane ed austra-liane, tra le quali il console Generale d’Italia a Sydney Arturo Arcano, che ha evi-denziato quanto sia pre-zioso il supporto prestato ai membri della comunità lo-cale da parte del perso-nale della Nursing Home, il Presidente Joe Calabre-se e numerosi membri del Com.It.Es. di Sydney, il consigliere del comune di Ryde Roy Maggio.

Tra le autorità era presente una delegazione

venuta dalla Sicilia, che comprendeva il Sindaco di Poggioreale Lorenzo Pagliaroli, e il Parroco della ridente cittadina tra-panese, don Giancarlo Tumbarello.

Entrambi, durante il loro intervento, hanno ringraziato l’Associazione S. Antonio da Padova per il lavoro svolto per la tute-la delle tradizioni e per l’assistenza agli anziani di origine siciliana.

Una stanza della rinnovata ed ampliata struttura è stata dedicata dalla Associazione S. An-tonio da Padova al Coor-dinamento delle Associa-zioni Siciliane, a testimo-nianza dei legami di amici-

SEGUE A PAGINA 3

"Come può un prete, al servi-zio di Cristo e della sua Chiesa, arrivare a causare tanto male? Come può aver consacrato la sua vita per condurre i bambini

a Dio e finire invece per divo-rarli in un sacrificio diabolico che distrugge sia la vittima sia la vita della Chiesa?". Papa Francesco chiede scu-sa, e non è la prima volta, per la pedofilia nell'ambito del Clero; lo fa con parole molto dure, nella prefazione del libro "La perdono padre" in cui Da-niel Pittet racconta gli abusi subiti da un sacerdote. "Alcune vittime sono arrivate fino al suicidio, e sono morti che pesano sul mio cuore, sulla mia coscienza e su quel-la di tutta la Chiesa. Alle loro famiglie chiedo perdono", con-tinua il Santo Padre.

Bergoglio ringrazia Pittet e chi, come lui, denuncia gli abusi: "Per chi è stato vittima di un pedofilo è difficile raccontare quello che ha subito, descrivere i traumi che persistono a distan-za di anni". Poi annuncia "severità estrema" con i pedofili e le gerarchie che li proteggono, "come è successo in passato". E usa le parole di Gesù contro chi fa del male ai bambini: "Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credo-no in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare".

Papa Francesco chiede perdono per i preti pedofili:

"Come possiamo causare tanto male?

NEWSLETTER

ISSN 1833 0029

BOLLETTINO INFORMATIVO CULTURALE DEI SICILIANI D’AUSTRALIA

A CURA DEL COORDINAMENTO ASSOCIAZIONI SICILIANE

Volume 19 Issue 2 March — April 2017

Un aspetto della sala de “Le Montage” di Lilyfield

Alcuni anziani ospiti già residenti

del villaggio.

Nella prefazione del libro di Daniel

Pittet che racconta gli abusi di un sa-cerdote, il Sommo Pontefice si pone una domanda: "Come può un

prete, al servizio di Cristo e della sua Chiesa, arrivare a causare tanto male?"

Inside this issue:

SOMMARIO

Frasi- aforismi-Poesie 2

Calendar of events 3

Sanremo 2017 4

La mia Pantelleria 5

Antichi sapori di frutti

dimenticati6

Il culto di S. Sebastiano

in Sicilia7

La circumetnea di Cata-

nia8

Free

Gratuito

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2 Il Ficodindia M a r c h - A p r i l 2 0 1 7

Coordinamento

Associazioni

Siciliane

ABN 79 312 810 122

Incorporated on the 11th October 2001

P.O. Box 160 Ermington NSW 1700

Coordinator

Sergio Gualtieri

Vice-Coordinator:

Sam Mugavero

ASSOCIATIONS MEMBERS OF CAS:

Agira Cultural Association Pres. A. Manno

Ass. Culturale Eoliana Pres. G. Ficarra

Ass. Isole Eolie Pres. F. Biviano .

Bottega d’Arte Teatrale Pres. S. Crisafulli

Circolo Siciliano Pres L. Stivala

Ass. Palazzolo Acreide Pres. G.Ferla

Ass. Palermitani Pres. D. Cantali

Ass. S. Antonio da Padova Pres.P. Maniscalco

Ass. S. Sebastiano Pres. T. Noiosi

Secretary: Sylvia Granturco

Treasurer: Adelina Manno

Public Relations: Teresa Todaro Restifa

Ex Officio: Len Destro; Francesco Giacobbe;

Charlie Pollicina;

Il Ficodindia B.N 97951797

P.O. Box 160 Ermington - Australia 1700

Telephone/Fax : +61 2 9801 0116

E-mail: [email protected]

Internet: www.ilficodindiasydney.com

Editorial Committee:

Sam Mugavero-Sergio Gualtieri

Contributors:

Santo Crisafulli- Enza Corrente Sutera

Webmaster:

Daniele Stasuzzo

Via V. Emanuele, 470 - 94011 Agira (En) Italy

E-mail: [email protected]

Founded in 1999

by Salvatore (Sam) Mugavero

Published by C.A.S

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ity for the accuracy of any of the opinions or information contained in submitted articles.

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SYDNEY: Consolato Generale d’Italia-- Istituto Italiano di Cultura;

Earlwood: Dott. Ignazio Alberti-315 Homer Street;

Five Dock: Canada Bay Club, 4 William St— Dott. Felice Merlino, 126 Great North Road;

Gladesville: Platimum Coffee House, Shop 1, 225-227 Victoria Road;

Haberfield: Pasticceria Papa;

Leichhardt: Casa D’Italia, 67 Norton Street;.

Ryde: Golden Banana Fruit Market, Ryde Shopping Centre-

Quarry Rd Pharmacy, 128a Quarry Road;

Wollongong: IT-SO-WEL—21 Stewart Street

MELBOURNE: A.L.I.A.S.- 29 Ridley Ave. Avondale Heights

ITALIA: Acireale (Ct)-- Al Ficodindia Ristorante;

Agira (En)— BAR Scardilli, Circolo degli Operai, Salone Santo Trovato;

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FRASI--AFORISMI--POESIE

All’inizio della mia carriera l’essere siciliana e il forte accento del di-aletto, mi rendeva molto insicura; pensavo che al di là dello Stretto di Messina tutto fosse più interessante e coinvolgente. Crescendo e acquisendo più fiducia in me stessa e nella mia sicilianità, invece, mi sono resa conto che non solo non abbiamo nulla in meno, ma che bisogna con ogni strumento difendere il nome della Sicilia.

(Maria Grazia Cucinotta)

Per l’8 marzo

Tanto gentile e tanto onesta pare

« Tanto gentile e tanto onesta pare la donna mia, quand'ella altrui saluta,ch'ogne lingua devèn, tremando, muta,e li occhi no l'ardiscon di guardare.

Ella si va, sentendosi laudare,benignamente d'umiltà vestuta,e par che sia una cosa venutada cielo in terra a miracol mostrare.

Mostrasi sì piacente a chi la mirache dà per li occhi una dolcezza al core,che 'ntender no la può chi no la prova;

e par che de la sua labbia si movaun spirito soave pien d'amore,che va dicendo a l'anima: Sospira.»

Dante Alighieri

Cu si vanta cca so vucca o è sceccu o è cucca

Traduzione: Chi si vanta con la propria bocca

o è asino oppure Gufo

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Il Ficodindia 3

Segue dalla prima paginazia, di collaborazione e di condi-visione degli scopi sociali che da anni legano il CAS alla Associazione S. Antonio da Padova. Questo ricon-oscimento è motivo di orgoglio per l’attuale Coordinatore e per i prece-denti, per il Comitato e per le Associ-azioni aderenti al CAS.

La Giuseppe Verdi Band ha accompagnato la cerimonia con l’inno nazionale Australiano, quello Italiano e con meravigliosi brani del-la tradizione musicale che hanno allietato gli ospiti della struttura e i partecipanti alla inaugurazione.

I festeggiamenti sono prose-guiti con la tradizionale Santa Messa tenutasi a Five Dock nel primo pomeriggio e con la Processione della statua del Santo, mentre in serata è stata organizzata una son-tuosa cena presso i locali de Le Montage di Lilyfield. Come per la inaugurazione tenutasi in mattinata, anche per la serata il Maestro di cerimonia è stato Roberto Scarsel-letta. Ospite graditissimo il cantante Giancarlo Nobile che ha intrattenuto gli ospiti con numerose canzoni trat-te dal suo repertorio.

Tra le numerose autorità erano presenti il Ministro delle Fi-nanze del NSW Victor Dominello, che durante il suo intervento ha evi-denziato la cura e l’attenzione pres-tata dal personale della S. Antonio da Padova Nursing Home ai propri ospiti, e il Segretario Parlamentare del NSW John Sidoti, che ha ri-cordato l’importante ruolo svolto dal-la Associazione S. Antonio da Pado-va per la tutela delle tradizioni e per l’assistenza prestata agli ospiti della struttura sia di origine Italiana che Australiana.

La serata si è conclusa con una ricca lotteria e con la consegna da parte del Presidente Peter Manis-calco di alcuni Certificati di riconosci-mento a Enti, personalità ed amici della Associazione S. Antonio da Padova, tra i quali il CAS.

Il discorso di Peter Maniscalco

SICILIAN ASSOCIATIONS’ CALENDAR OF EVENTS FOR 2017

MARCH 12th- AGIRA Assn.- International Women Day Cruise

12th - Ass. Isole Eolie - Bus Trip

May 13th -Ass. Isole Eolie - Mother’s Day Dinner Dance May 14th- Ass. AGIRA - Festa di S. Filippo-Messa/Luncheon July 15th - Ass. Isole Eolie - Family Pizza/Prawn Night August 20th- Ass. Isole Eolie- S, Bartolomeo Mass and Luncheon

Dichiarazioni dei redditi e contabilità Persone fisiche-*Aziende*-Società

Consulenza Fiscale per i Pensionati Italiani

FG Fintax Pty. Ltd. Agenti Fiscali Autorizzati

Davide Giacobbe

T 02 9864 2533 48A Norton St. LEICHHARDT

M a r c h - A p r i l 2 0 1 7

Messa in italiano a Gladesville (O.L.Q.o.P.) alle ore 10.45,

ogni seconda domenica del mese officiata da Padre Alberico Jacovone.

* Dichiarazione dei Redditi

* Contabilità e Consulenza per:

* Persone Fisiche, Aziende, Società, Trusts

* Superannuation Funds

Gli ospiti venuti dall’Italia con un gruppo di soci dell’Associazione S. Antonio da Padova

Peter Maniscalco, Roy Maggio, Don Giancarlo Tum-

barello, il sindaco Lorenzo Pagliaroli, il console Arturo

Arcano e Filippo Navarra

Pubblico presente alla cerimonia

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MERAVIGLIOSO CONTI

Il presentatore Carlo Conti ha battuto un

record. Durante la trasmissione ha pro-

nunciato ben 276 volte la parola

“meraviglioso”. Ha dichiarato alla fine che

se abolissero questo vocabolo sarebbe

costretto a chiudere la carriera. Merita

come premio un dizionario dei sinonimi: Io

amichevolmente gliene suggerisco alcuni:

ammirabile, splendido, stupendo, eccezio-

nale, incantevole, eccellente,…Ho saputo

(ma mi rifiuto di crederlo) che per la sua

prestazione ha intascato l’astronomica

somma di 650 mila euro, (in lire, un miliar-

do e trecento milioni). Se fosse vero, im-

maginate la gioia dei terremotati del cen-

tro Italia.

IL FLOP DI MARIA

Non intendo affatto togliere neanche un

grammo alla bravura di Maria De Filippi;

voglio soltanto sottolineare la sua presen-

za-assenza sul palcoscenico dell’Ariston:

In altre parole, lei non mi sembra (e lo ha

dimostrato) “tagliata” per questo tipo di

spettacolo, perché la sua monotonia, la

sua visibile mancanza di emozioni, la ac-

costano di più a una statua che non ha

nulla da spartire con la briosa vivacità, i

guizzi di spiritosa intelligenza, la profusio-

ne di cordiale simpatia: corredo richiesto

al personaggio scelto per condurre mani-

festazioni di grosso calibro come il Festi-

val di Sanremo, o l’elezione di Miss e così

via.

UN LUNGO MINUTO DI COMMOZIONE

l’unico momento di commozione il Festival

me l’ha offerto, quando alla ribalta è spun-

tata Rita Pavone: Mi scuso con Conti se

gli rubo il suo aggettivo: “Meravigliosa

Rita!”. Ha 72 anni, ma conserva la grinta

di una ragazza e, soprattutto, miracolo-

samente, la sua personalissima voce

non mostra neanche l’ombra di una ruga.

E’ riuscita facilmente a dare da vera

maestra, da vera “chanteuse” una magi-

strale lezione di come si canta una can-

zone. Conti, mi scusi ancora: “Che mera-

viglia!” Mi ha commosso, anche perché

mi ha fatto ricordare di un lontano giorno

in cui, mandato dal Giornale di Sicilia, la

incontrai, lei sedicenne; al teatro Biondo

per intervistarla. Era con il suo pigmalio-

ne, Teddy Reno, in seguito diventato suo

marito. La sera, Rita doveva esibirsi,

senonché decise insieme a Reno di an-

nullare lo spettacolo, nel rispetto di un

luttuoso evento avvenuto lo stesso gior-

no e che aveva scosso il mondo: intero:

l’assassinio di John Kennedy.

IL GENEROSO TOTTI

Simpaticissima la performance di Fran-

cesco Totti, che alla fine ha devoluto il

suo pesante gettone di presenza ai terre-

motati del centro Italia. Un gesto che ha

confermato ancora una volta la sua nota

generosità (magari lo imitassero tutti gli

altri strapagati calciatori!), facendo au-

mentare la stima nei suoi riguardi. A que-

sto punto, non capisco una cosa: Maria

de Filippi, ha offerto gratis la sua presta-

zione. Ma non sarebbe stato molto me-

glio se il suo cospicuo compenso, anzi-

ché lasciarlo alla miliardaria organizza-

zione, l’ avesse destinato pure lei ai ter-

remotati?

GLI OSPITI

Quante buste imbottite di banconote

sono finite, che peccato, in mano agli

ospiti, parecchi dei quali avrebbero fatto

meglio a rifiutare l’invito (ma c’è qualcu-

no disposto e rinunciare ai soldi che gli

piovono dal cielo?). Oltre agli ospiti,

Conti, per essere quanto più è possibile,

originale ha mostrato una immensa cu-

pola di capelli. Sotto di essa c’era una

modella di colore, diciannovenne, che ha

raccontato la sua movimentata esisten-

za, come se di anni ne avesse vissuti

ottanta. Che c’entrava col Festival? Fe-

stival che non è piaciuto, (dirlo M’annoia)

alla Mannoia perché hanno osato nega-

re alla sua ingarbugliata canzone, la

vittoria.

4 I l F i c o d i n d i a M a r c h - A p r i l 2 0 1 7

Cosa ne pensiamo sul Festival di Sanremo? Ci affidiamo agli Appunti cattivissimi di Nino Martinez

La modella nissena Tina Kunakey De Vita

Il vincitore del festival Francesco Gabbani

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La mia Pantelleria Sesta puntata

Davvero quest'isola è unica e affascinante. In modo così estremo che si finisce per restarne storditi e desiderare di scappar via subito; o si rimane così affascinati da non riuscire più a pensare una vacanza altrove.

Ho sempre invidiato la mia amica Beatrice Cornado per l’eccezionale dote poetica che la distingue e che le fa racchiu-dere in pochi brevi versi la descrizione di un paesaggio, una luce, un colore, persino un odore, pennellandolo quasi con

magìa; e quando il suo sguardo si posa su Pantelleria la sua poesia diventa lirica. Come quando ne dipinge l’insularità: “Il cielo abbraccia la terra. Ovunque.”

Davvero questa isola è unica e affascinante. In modo così estremo che si finisce per restarne stor-diti e desiderare di scappar via subito; o si rimane così affascinati da non riuscire più a pensare una vacanza altrove. E ci si compra un dammuso, lo si abbellisce, lo si cura, lo si rende davvero unico; perché solo in questa isola questo è possibile. I sassi, il vento, i muretti, l’aria che profuma di mosto e cannella, i colori splendenti e caldi. Perfino il cimitero della piccola Scauri, di cui solo chi l’ha visto conosce il fascino del mistero sprofondante nell’abisso del blu davanti al tramonto infuocato dell’orizzonte africano. E poi le case, uniche per l’amalgama di sassi mimetizzati nella roccia, oasi fresche di pietra nell’afa che brucia o nel vento che scardina.

Tempo eterno e immobile ma vivo e palpitante nello splendore colorato dei fiori come scolpiti dalla natura. Qui sole e luce fanno da padroni; ma anche cieli notturni punteggiati da stelle mozzafiato. Qui il biancore accecante delle cupole dei tetti punteggia la ragnatela dei muretti che s’intrecciano tra capperi, viti e ulivi. Unici, perché chini e contorti a succhiare l’humus della terra vulcanica e a proteggersi dal soffio potente del vento africano. E ogni cuddia (piccola collina), ogni vicolo, ogni strapiombo, ogni angolo è scenario scolpito dalla natura. E crepe e sassi lunari; e oasi lacustri; e villaggi ridenti; e fiorenti cantine che ubriacano l’aria, e dammusi operosi e distese di vigne; e misteriosi giardini pietrosi ad abbracciare il limone o l’arancio, tra boschi odorosi e irte scogliere.

Qui certo il Creatore ha osato tanto. Acque e vapori sulfurei, zibibbo dolce e capperi amari; esplosioni di ibiscus e bouganvillee estive e di margherite e violaciocche a primavera. Dammusi resi spettacolari da magistrali ristrutturazioni, in contrasto con minu-scole poetiche stalle, gli uni e le altre tutt’uno con la magia di questa isola nera di sassi e verde di coltivazioni. Qui il turista non incontra nulla di finto. Per questo se ci arrivi e la capisci, t’incanti perché se è vero che il sole e il mare ci sono dappertutto, qui la terra col suo abitarci e viverci, è tutta un’altra cosa. ` Si va a Pantelleria perché le agenzie turistiche e la cartina geografica, ma soprattutto google map te la indicano come posta in un luogo fantastico, proprio in mezzo al Canale di Sicilia, più verso l’Africa che verso l’Italia; e poi si scopre di essere in un mondo dai confini diversi, lontanissimi da quelli che di solito vediamo. Un fenomeno a sé, non più Europa, non ancora Africa, Pantelleria affascina non solo per le incredibili trasparenze del mare di cristallo che la circonda, ma soprattutto per quella che è: 83 chilometri quadrati di terra così varia da sembrare diversa in ogni angolo; e si passa dal mondo vulcanico e aspro di rocce scoscese verso il mare a verdissimi vigneti delimitati dalla ragnatela dei muretti a secco; ma poi, dopo una curva, mimetizzati insediamenti turistici e misteriosi villaggi preistorici. La natura vulcanica dell’isola emerge violenta di continuo con spigoli aguzzi spesso insormontabili ,ma anche con vallate dolci come quelle che racchiudono il lago Specchio di Venere, i soffioni terrestri di aria e vapore caldo e le pozze marine bollenti. Da “Bent el ria” (figlia del vento), nome appropriatissimo, alle abitazioni (dammusi), dal dialetto alla toponomastica, al terrazzamento dei vigneti, alla prelibata cucina, tutto in questa terra è di impronta araba. Ma i panteschi sono ricchi di un proprio folklore, di una propria autonomia etnica, di un proprio linguaggio, di un profondo senso di ospitalità. Hanno visto col succedersi delle generazioni troppi pericoli (invasioni fenicie, cartaginesi, romane, vandale, bizantine, arabe, normanne) giungere dal mare e si sono chiusi come un guscio sfruttando la terra e strappando alle rocce anche solo una zolla di terra per la vite, l’ulivo o il cappero; per questo non è terra di pescatori ma di preziosità agricole: sul suo vino liquoroso, sui suoi capperi ...si sono versati fiumi d’inchiostro e sono ormai leggenda.

Questa isola non concede nulla, se non sfumature indescrivibili al tramonto e all’aurora in un cielo che si dipana in striature esotiche e quasi irreali, di dolce e romantico, perché tutto sa di aspro, forte, frastagliato, contorto. Ogni angolo cambia aspetto e sorprende il passaggio da zone lunari quasi da inferno dantesco (Punta Fram, Cimillìa) in insiemi verdeggianti e rigogliosi, come oasi di pace in valli insospettabili fuori dalle visioni marine e poste in altre dimensioni (Mueggen, Mona-stero, Specchio di Venere). Le coste sono varie, profumate di salmastro ma anche di rosmarino e mirto, colorate di eriche, leggermente digradanti o violentemente scoscese e inaccessibili come lo strapiombo da brivido di Salto la Vecchia; il terrazzamento dei vigneti può arrivare fin sull’acqua come quello che arricchisce la rada di Scauri o la baia tra il faraglione e l’Arco dell’Elefante. E sulla cima della Montagna Grande, oltre la vista della regolare tela di ragno dei muretti che delimitano i vigneti, lo

sterminato orizzonte nel quale, se il cielo è limpido, si mostrano Europa e Africa insieme.

Tratto da Scusi, scende a Motya? – per gentile concessione della casa editrice Meccanica delle Idee –Brescia, Italia”.

I l F i c o d i n d i a 5M a r c h - A p r i l 2 0 1 7

CULTURA

“SCUSI, SCENDE A MOTYA?” Un viaggio tra le isole più belle del nostro Paese di Enza Corrente Sutera

SCUSI, SCENDE A MOTYA?

Un viaggio tra le isole più belle

del nostro Paese

Di Enza Corrente

Sutera

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In cosmesi rivitalizza le pelli sciupate grazie alla provitamina A.Coltivato in frutteti familiari e giardini in esemplari isolati, in filari o innestato in siepi di biancospino.

Coltivato in frutteti familiari e giardini in esemplari isolati, in filari o innestato in siepi di biancospino. Pianta ornamentale.Originario dell' Asia Minore si è diffuso da tempo remoto in tutta la fascia mediterra-nea. Si incontra sia spontaneo che colti-vato (foto della scheda) per la ricca fiori-tura e la colorazione rosso intenso dei pomi.------------------------------------------------------

CORBEZZOLO (Arbustus unedo L.) Famiglia: Ericaceae

Questo alberello è un tipico componente della macchia mediterranea dove si di-mostra ottimo colonizzatore di terreni poveri di base. E' spesso il primo arbusto colonizzatore di terreni devastati dal fuo-co. I frutti, dotati di proprietà astringenti, possono essere consumati freschi o in confettura-------------------------------------------------------

CUTUGNU, (Melo cotogno:Cydonia oblonga (Mill.) Famiglia delle Rosacee

Pianta originaria dell' Asia e utilizzata da noi anche come portainnesto per il pero. I frutti, maturi a metà ottobre, molto pro-fumati , sono immangiabili da crudi. Di-ventano gradevoli e molto gustosi sotto forma di confetture e gelatine.

Storia, curiosità e particolarità

Dai Greci era conosciuto con il nome di Malon Cydonian sin dal VII secolo a.C. ed offerto agli dei durante alcuni riti reli-giosi.Rappresentava anche un delicato pegno d’amore.Nel VI secolo a.C. Solone, saggio legi-slatore ateniese, in un decreto prescrive-va che le spose prima di varcare la so-glia della camera nuziale, dovessero mangiare una mela Cotogna.I romani conobbero il cotogno nel 69 a.C. quando conquistarono Cidonia, sulla costa settentrionale dell’isola di creta. Da cui il nome scientifico Cydonia Oblonga Mill.

Uso gastronomico

Particolarmente gustose consumate cot-te con lo zucchero o la sapa, sono anche alla base di tradizionali confetture o mar-

mellate.

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PUMU, ( Melo) Malus domestica Borkh Famiglia delle Rosaceae

Il melo è pianta di grande interesse

agrario, molto diffuso per il frutto per il quale sono state selezionate svariate varietà. Esistono anche varietà ornamen-tali (vd. melo da fiore) e il "malus sylve-stris" più rustico del congenere coltivato , da cui differisce per i rami spinosi e i

frutti piccoli e verdastri.

SEGUE NEL PROSSIMO NUMERO

'NZINZULA , (Giugolo); Zizyphus sativa Gaert - Famiglia Ramnaceae

E' spesso coltivato a scopo ornamentale. Caratteristica di questa pianta sono i frutti (giuggiole o zizzole) che hanno polpa farinosa, dolciastra simile a quella dei datteri-------------------------------------------------------

ZALORA, (Azzeruolo); (Crataegus azarolus L). famiglia delle RosaceeL'Azzeruolo (Crataegus azarolus L.) ap-

partiene alla Famiglia delle Rosaceae.E' detto anche "Lazzeruolo".Gran parte dei botanici ritiene che questa specie sia originaria dell'Asia Minore o dell'isola di Creta, da cui si sarebbe diffu-sa come coltivazione in tutto il resto del Mediterraneo e dell'Europa. Le azzeruole (molto gustose, che ricorda-no il sapore delle nespole) consumate fresche sono dissetanti, rinfrescanti, diu-retiche e ipotensive; la polpa ha proprietà antianemiche ed oftalminiche.In confetture, marmellate e gelatine, insa-late e macedonie di frutta; si utilizzano in pasticceria, si conservano sotto spirito e grappa.

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Antichi sapori dei frutti dimenticatiChi ricorda, ormai, gli antichi prodotti della civiltà contadina mediterranea? Quanti ricordano i sapori della pera cotogna, della sor-ba o della 'nzinzula? Nell'ultimo secolo sembra che siano spariti migliaia di varietà vegetali, vittime dell'agricoltura intensiva, che privilegia la stagionalità dei prodotti, del più bello e perfetto contro il più buono. Con questo tipo di agricoltura diminuiscono le va-rietà biologiche e si incrementano quantità e perfezione estetica. Fortunatamente, tanti frutti dimenticati negli ultimi decenni, pic-coli arbusti legati tenacemente alla terra, resistono contro ogni dimenticanza voluta o casuale dell'uomo.Quante volte, per un complimento o un successo, siamo andati in "BRODO DI GIUGGIOLE"?

Sapete cosa sono le giuggiole e cosa c'entrano col brodo? O perché le sorbe e le nespole maturano con la paglia?

Le giuggiole altro non sono che li 'Nzinzuli, quegli acini rossi dalla polpa farinosa e dolciastra simile ai datteri: con le giuggiole, l'uva e le mele cotogne cotte insieme alla scorza di limone, veniva preparata una bevanda, dolce, languida e sciropposa, da offri-re agli ospiti; era il bicchiere della festa, come l'attuale spumante o champagne!

Ecco di seguito un elenco dei nostri frutti, alcuni rari da trovare, ed offerti come primizie "carissime" sulle bancarelle delle nostre città.

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naio, e non in tutti i luoghi nella stes-sa data, è considerato il terzo patro-no di Roma, dopo i due apostoli Pie-tro e Paolo. Le sue reliquie, sistema-te in una cripta sotto la Basilica, furo-no divise durante il pontificato di pa-pa Eugenio II (824-827) il quale ne mandò una parte alla chiesa di S. Medardo di Soissons il 13 ottobre 826; mentre il suo successore Gre-gorio IV (827-844) fece traslare il resto del corpo nell'oratorio di San Gregorio sul colle Vaticano, inseren-do il capo in un prezioso reliquiario, che papa Leone IV (847-855) trasferì poi nella Basilica dei Santi Quattro Coronati, dove tuttora è venerato.

Nel 1061, in Sicilia, assistia-mo alla conquista dei Normanni. Co-sì riuscirono ad occupare stabilmen-te la parte orientale dell’isola, che maggiormente era rimasta legata alla cristianità. Al periodo di Ruggero I risale l’attuazione di una politica di ripopolazione di ampie zone dell’isola con un copioso afflusso di genti pro-venienti dalla Lombardia. Essendo san Sebastiano un santo di origine e di sangue narbonese e milanese per parte della madre (e anche, forse per nascita), si deduce che quel gruppo di lombardi scesi con Ruggero I, pre-sa dimora, dopo il 1063, in Val De-mone, avrebbe diffuso la devozione in questa parte della Sicilia.

Moltissimi comuni di quest’isola ono-rano S. Sebastiano, per lo più dopo il 1575, anno della pestilenza in Sicilia, in cui si fece a gara per festeggiarlo e proclamarlo santo protettore. A Palermo si festeggiava con una pro-cessione, alla quale intervenivano gli ordini religiosi che si chiudeva con la

statua del Santo legato col dorso a un tronco d’albero, in atto di essere frecciato. Il santo viene festeggiato con grande devozione, in oltre 40 luoghi della Sicilia e in molti di que-sti, è “Patrono” Inoltre, ad Acireale, Santa Venerina, Giarre, nella provin-cia di Catania, la miriadi di devoti scalzi con fascia a tracolla e un faz-zoletto multicolore in testa aspettano l’uscita della “Vara” che poi portano in giro per tutta la città. a Capizzi e Mistretta, nella provincia di Messina a Palazzolo Acreide e a Melilli, nella provincia di Siracusa, il culto del san-to è sentito e diffuso con grande fede mentre ad Agira, viene festeggiato soltanto in chiesa, nella vicina Cera-mi la Festa del patrono San Seba-stiano Martire, si festeggia con la Tradizionale processione con ca-valcata di figuranti in costume ro-mano.

La mattina del giorno 27, vigilia della festa, si svolge la "‘A'ntrata u lauru” (entrata dell'allo-ro), storico corteo per la tradizionale offerta dell'alloro al Santo protetto-re, con le tipiche "bannere" portate dai devoti sulla testa, al seguito delle quali stanno i cavalieri al dorso dei loro cavalli che, partiti da Piazza San Sebastiano, si recano a osse-quiare Sant'Oliva, cugina presunta del Santo protettore. Qui viene de-gustato pane e formaggio, il tutto accompagnato con un buon vino. La cavalcata termina non appena si ritorna alla Chiesa di partenza.

Biagio Fichera

(studioso di tradizioni popolari)

Le poche notizie che si possiedono di Sebastiano si possono rintraccia-re nel calendario e nel luogo della sepoltura.

L'anno del martirio, presumi-bilmente potrebbe essere collocato fra il 303 e il 305, anni in cui Diocle-ziano, prima di ritirarsi a vita privata, promulgò quattro successivi editti contro i cristiani. Non è del tutto escluso, a que-sto proposito, che, come si apprende dalla più antica delle agiografie, Sebastiano facesse veramente parte della guardia impe-riale.

Sebastiano fu condannato e fu colpito seminudo da tante frecce; creduto morto dai soldati fu lasciato lì in pasto agli animali selvatici. Ma la nobile Irene, vedova di S. Castulo, andò a recuperarne il corpo, ma si accorse che il tribuno non era morto e, trasportatolo nella sua casa sul Palatino, prese a curarlo dalle nume-rose lesioni. Miracolosamente Seba-stiano riuscì a guarire e poi, nono-stante il consiglio degli amici di fuggi-re da Roma, egli che cercava il mar-tirio, decise di proclamare la sua fe-de davanti a Diocleziano. Superata la sorpresa, dopo aver ascoltato i rimproveri di Sebastiano, Dioclezia-no ordinò che questa volta fosse flagellato a morte; Il corpo fu gettato nella Cloaca Massima, affinché i cri-stiani non potessero recuperarlo.

La tradizione dice che il martire apparve in sogno alla matrona Luci-na, indicandole il luogo dov'era ap-prodato il cadavere e ordinandole di seppellirlo nel cimitero "ad Catacum-

bas" della Via Appia a Roma.Il santo, venerato il 20 gen-

Alcune immagini di

S. Sebastiano

portato in giro per le

vie di Acireale in

occasione della sua

festa

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San Sebastiano Martire (Il Culto in Sicilia(

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mente seduti, con una capacità mas-sima di 190 passeggeri.

La Circumetnea è la ferrovia che consente il collegamento dei 7 centri principali che sorgono ai piedi dell’Et-na.

Con punto di partenza a Ca-tania ed arrivo a Riposto, questa fer-rovia collega inoltre Paternò, Adrano, Bronte, Randazzo e Giarre.

L’idea di costruire un collega-mento su rotaia intorno all’Etna prese piede nel 1870 ma solo nel 1889, con Giovanni Giolitti ministro del Te-soro, furono definite le concessioni per dare il via al progetto.

Il primo tratto Catania –Adernò, oggi Adrano entrò in funzio-ne nel Febbraio del 1895. Con l’en-trata in funzione dell’intero tratto da

http://catania.mobilita.org/author/

amedeopaladino/

26 gen 2017 Dopo alcuni mesi di collaudo e pre esercizio, l’ultimo tre-no del lotto composto da quattro nuovi convogli denominati “Vulcano” prodotti dall’azienda polacca Newag, è finalmente entrato in servizio per i passeggeri della Ferrovia Circumet-nea.

Il treno DMU 004, come se-gnalatoci dal nostro utente Vincenzo La Rosa, è già in servizio, andando a migliorare ulteriormente il servizio della Circumetnea, aggiungendosi agli altri 3 messi in esercizio pro-gressivamente dal mese di maggio dell’anno scorso. Agli utenti saranno garantiti viaggi più brevi e con mag-gior confort; ciascun treno può ospi-tare più di 100 passeggeri comoda-

Catania a Riposto molti centri toccati dalla ferrovia riuscirono ad uscire da un isolamento che durava da molti anni. Sino al 1937 la ferrovia con-sentì a molti siciliani di spostarsi con una notevole crescita economica della zona.

Con l’arrivo della guerra la ferrovia subì molti danneggiamenti e solo nel 1954 la gestione commissa-riale riuscì ad organizzare i primi lavori di ricostruzione.

Negli anni ’60 la crescente richiesta di viaggiatori por-tò all’acquisto di nuovi convogli, poi rinnovati tra gli anni ’70 e gli anni ’80.

Dagli anni 90 il tratto ferro-viario nei dintorni di Catania è stato interrotto per i lavori di trasformazio-ni in metropolitana e nel 1999 è sta-to inaugurato il tratto di Porto Borgo che è il primo tratto metropolitano della Sicilia. La metropolitana di Ca-tania, infatti, percorre per circa 4 Km il tratto originario della vecchia Cir-cumetnea.

A partire dal 2005 sono stati previsti altri lavori di ammoderna-mento, la gestione della Circumet-nea è stata affidata al Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti che ha siglato diversi accordi per l’acquisto di convogli e lavori nelle stazioni che si sono susseguiti a rilento per la particolare condizione di crisi econo-mica degli ultimi anni.

In totale la Ferrovia Circum-etnea conta 30 stazioni con 24 mez-zi che percorrono i circa 110 km dell’intera linea in poco più di 3 ore.

Ferrovia Circumetnea, in servizio anche l’ultimo dei quattro nuovi

treni “Vulcano”

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