Francesco Milizia: Principii di architettura civile

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!J PRINCIPJ DI ARCHITETTURA CIVILE DI FRANCESCO MILIZIA o ILLllSTUT4 DAL PllOPESSORE ARCHITETTO o G:tOV.Ait'lf:t .Ait''l'Ot:tlt':t IL QtJALE 001'1 PIÙ IIATURE RIFLESSIOl't HA RIFORMATE LE l'lOTI GIA 1 EDITE, ED AGGIIJ\'ITB QUARANTATJit OSSERVAZIOl'll TUTTE l'lllOVE; ED lll'l •nono GEO.ETBICO-PRATJCO PER COSTRlliRE LE VÒLTE. •] :••oouorA •u cvu DIL DOTTOII Con 36 TaPole in rame. ftlilano PBR •ER&FINO COntrada de' Prorumlerl J. ... t. '

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Principj di architettura civile - Edizione 1847o G:tOV.Ait'lf:t .Ait''l'Ot:tlt':t
IL QtJALE 001'1 PIÙ IIATURE RIFLESSIOl't HA RIFORMATE LE l'lOTI GIA1 EDITE,
ED AGGIIJ\'ITB QUARANTATJit OSSERVAZIOl'll TUTTE l'lllOVE;
ED lll'l •nono GEO.ETBICO-PRATJCO PER COSTRlliRE LE VÒLTE.
L[~ •] :••oouorA •u cvu DIL DOTTOII
~ u:tAGl)aDa~a
ftlilano PBR •ER&FINO B&~OCCHI
COntrada de' Prorumlerl
trasformane il sapere portandolo ai giorni nostri.
E quando ti capiterà di applicarlo,
ricordati di chi lo tramanda.
+ Antiche Fbrnaci Giorgi COTTO FATTO A MANO- DAL 1735 A FERENTINO
Quei numeri che nelle Ta~ole r,anJto un ·punto (.) 1opra indicano Palmi arcflltettonici romani : gli altri aenza punto, ooce e frazioni.
Il palmo ri .dll•lde in parti dodici, clllamote ooee, l'oncio in altre clnq11e parti dette minuti.
La linea "", Ta11. I, della Parte Prima, e1prime un mezzo palmo, o 1ia once sei.
Quei numeri che hanno 1opra NN lima oriuoratale (-) indicano lllodull: gli altri parti di Modulo.
oOM
" La mia patria, così lasciò scritto il Milizia (t), è Oria, " piccola città di Terra d'Otranto nel regno di Napoli; " nacqui nel ! 725. Sono statò unico della ph\ nobile " e ricca famiglia di quella bicocca, ed in età di nove " anni fui portato a Padova, dove era balzato un mio " zio paterno per alcuni suoi giovinili errori, e vi faceva " il medico. lvi studiai assai male le belle lettere, e dopo " sette anni fuggii da Padova per alcune riprensioni " di mio zio, e ramingo capitai a Bobbio presso a Pia­ " cenza. Di là feci dare nuove di me ai miei parenti; e " dopo d'essere stato a Pavia ed a Milano:~ venni a Ro­ " ma, dove era venuto mio padre, il quale mi condusse a " Napoli, e mi lasciò a studiare in quella capitale. Stu­ " diai un poco di logica e metafisica sotto il celebre abbate " Genovesi, e la geometria sotto il padre Orlandi, mo­ " naco celestino. Fuggii anche di Napoli per voglia di ve­ " der mondo, e particolarmente la Francia; ma giunto a " Livorno mi convenne di tornare indietro per mancanza " di denaro. Ripatriai in Oria, dove dopo una lunga Yila
' (t) Vita di Francesco Milizia scrilta da lui medesimo.
,., PREF.t.Ztnu
" neghittosa mi ritirai in una casa di campagna a. stu­ " diare le scienze. Finalmente, in età di venticinque anni, " mi maritai in Gallipoli con una nobil donna (D. Teresa " Muzio) di buona indole; e qui vi fissai il mio soggiorno " con qualche applicazione ai libri, ma più all' allegria.
" Strappato da mio padre un più comodo assegnamento " venni a Roma con mia moglie, e dopo il soggiorno di " un anno e mezzo in questa metropoli, ritornai a Ga~ " lipoli, di dove, dopo un anno, ritornai insieme con mia " moglie a Roma nel ! 764. Qui ho seguitato a studiare, " e presi un poco di piacere per l'architettura, senza sa­ " pere neppur disegnare. Innamorato di .quest'arte, che " reputo tuttavia la più bella e la più utile, scrissi le Vite " deyli Architetti più celebri, le quali piacquero mo1to al " pubblico, quantunque la mia critica fosse severa, e 'l " mio stile poco colto. . " Dopo questo libro tradussi l'Articolo del Salasso del­
" l'Enciclopedia, e detti una tartassata ai medici ed alla " medicina. Compilai poi gli Elementi di Matematiche pure " secondo l' abbate de la Caille per mio esercizio in ·questi " studi, e furono stampati in Roma ad istanza di alcuni " amici. Altre opere poi ~crissi, e andrò scrivendo finché " vivo. Un Trattato del Teatro che fu molto contraddetto " in Roma. Quando mi parve d'essere un poco più avanzato " negli studi architettonici scrissi con una certa bravura " gli Elementi di Arcltitettura civile, che furono ristam­ " patì più volte. La mia Arte di vedere nelle Belle Arti " è un picciolo libro che feoe qualche romore, e dispiacque " specialmente agli stupidi adoratori del Buonarroti. Per " secondare poi le premure di un amico di alto rango, il " cav. Zulian, ambasciatore veneto presso la S. Sede, " intrapresi a scrivere un' opera atta a far conoscere le " bellezze e le deformità di Roma antica e moderna, e " ne pubblicai la prima parte col titolo: Roma nelle Belle '' Arti del Diseyno; ma pubblicata questa bisognò sospen­ " dere la seconda e la terza per sottrarsi dalle persecu­ " zioni de' professori ignoranti. Dopo quest'opera mi a t­ " taccai allo studio de11a storia naturale, e molto scrissi " sulle piante e sugli animali senza stampare cosa alcuna,
PlliFAZIOI'IB VR
~ eccettuata l' Introduzione alla Storia Naturale e alla " Geografia fisica. di Spagna di Guglielmo Botvles, della " coi traduzione io mi occupai, e fu poi pubblicata in ~ Parma. Mi pervenne nelle mani la Storia Astro-nomica " antica e moderna del Bailly, e ne feci un Compendio " in un volume in 8.0 L'Enciclopedia metodica mi som-· "' ministrò i mezzi di fare un Dizionario portatile delle "' Belle Arti del Di&egno pubblicato in due volumi. L' Ar­ " · ticolo tkll' Incisione, in esso Dizionario inserito, fu i m­ " presso anche separatamente con delle ampliazioni. Per " aderire alle premure del mio illustre amico e mecenate " delle Belle Arti, S. E. Cav. D. Nicola de Azara, mi era " adoperato molto anche nella compilazione delle opere " del Cavaliere Mengs. Ora ho compito un Dizionario di " Medicina domestica sulle traccie di Guglielmo Buchatc " medico 1cozzese, e se si darà in luce, riuscirà di due " vol. in 8.0
, e sarà adattato all' inte11igenza di ognuno. " Si sta stampando un altro mio opuscolo sulla Economia · " pubblica, al quale argomento mi sono dedicato, benchè " i tempi presenti siano per ciò poco opportuni (t).
" Nel mio carattere morale e fisico non vi è nulla di • singolare e di straordinario; voglio delinearlo, e noi so " fare. Quanto mi fanno ridere quei caratteri che si fanno " degli altri con tanta eleganza! Io per quanto studio a " conoscermi non mi conosco, e pretenderò conoscere gli " altri per alcuni loro tratti superficiali, e ·spesso contrari " al loro interno? lo sono caldo, collerico, superbo e nel " tempo stesso modesto, benigno, sofferente. Sono corag­ " gioso, di grandi idee, libero da pregiodizii, flessibile " alle altrui ragioni, amante della novità, e di buon cri­ " terio, di mediocre penetrazione, poco rifle&sivo, poco " attento, avido d'imparare, laborioso, compassionevole, " buon amico, galantuomo. Sempre lontano ,dalla millan­ " teria, sono umile senza abbiezione, son generoso, severo,. " tranquillo, ho iil odio ogni specie di vendetta, e sono " anzi benefico, studioso, ed applicato a varie cose che
(t) In Roma morl poi nel marzo del 1798 , sorpreso da un reuma ebe presto si cangiò in polmonia.
VIli Pll!F AZJOn
" stimo le più utili. Le mie opere, n· mio discorso mi " han procacciato la riputazione di dotto, ma io conosco ,, di non esserlo; sono un ammasso di eterogeneo ".
Nei suoi dettati sull' architettura civile alla semplice natu~lezza con coi il Milizia si accinse a trattare la ma~ria, aggiunse spontaneamente quella forza che suoi essere mai sempre compagna allo spirito, il quale, per­ suaso della verità importante che difende, ama di diffon­ derla e d' insinuarla efficacemente negli altri. Non è perciò meraviglia se talvolta le cose sono dette un po' aspramente, e, come direbbesi, alla cinica. E come po­ ~va diversamente operare nell'assunto impegno di elimi­ nare sino dai fondamenti la corruzione che, sostenuta dalla autorità di coloro che sedevano a scranna , aveva fatte porre in non cale il vero ed il bello? Si dee quindi alla verità da lui vivamente sentita , al coraggio con cui seppe proporla, all' energia con cui derise le strane forme sostituite alla vera eleganza, se la gioventù soprattutto si applicò con ardore allo studio de' suoi principj , conobbe la luce della verità, e provò il senso del piacere nel con­ templarla. In questa guisa la gioventù cessò di essere ligia alla voce di coloro che eransi arrogato il primato.
Nel raccomandare la lettura delle opere del nostro autore ai giovani che soglion correre facilmente agli estremi, cioè ad una troppo cieca imitazione, o ad un abborrimento dei precetti che avvisano in maggior parte dettati da pe;. danteria, vuolsi notare come talvolta troppo ligio ammi­ ratore delle norme greche in fatto d'architettura , tenti ristringere di soverchio l'ingegno dello studioso ai eonsueti tipi del dorico, jonico e corinlio che non sempre rispon­ dono ai nostri bisogni , e come talvolta affidandosi alla sua troppo vivace imaginativa proponga certe innova­ zioni che nessun s'attenterebbe mandare ad effetto. Colla scorta di dati ch' ei ritiene infallibili deduce corollarii logici per eccellenza; ma i corollarii cessano talvolta d'esser tali appunto perchè i dati sono tutt'altro che veri. Ciò dicasi segnatamente nella parte ornamentale. Dato , a cagion d'esempio, che la cariatide sia una donna, gli è certo un delirio porta a sostegno d'un cornicione: ma, dato che la
eariatide sia ooa statua, perchè non· potrebbesi a tale ufficio adoperare?
" Se di tanto, dice l'Antolini, siamo debitori a ·questo benemerito scrittore che seppe eccitare negli animi anche di personaggi illustri per nascita e per altre distinte qua­ lità il vero senso dell' annonia, dell'eleganza e della mae­ stà, diremo forse che egli fosse immune dal pagare un tributo alla umana debolezza 1 Ebbe dalla natura una · fe­ lice disposizione per sentire e distinguere tutte le attrat­ tive del bello, coltivò indefessamente i doni della natura, ma non ottenne il privilegio di elevarsi sopra la condi .. zione de' mortali. Diremo adunque che fu un ingegno su­ blime, ma non lasciò di esser uomo. La qualità d'ingegno sublime versato nelle dottrine dell' arte fu quella che mi obbligò a meditare sull'opera sua, e a farne l'esame più scrupoloso, appunto perchè , dirò con altri, sui gran mo.: delli va fatta la critica urbana ed imparziale. Anche i piccioli difetti dei grand'uomini sono contagiosi, per la favorevole prevenzione che i gran nomi trovano in noi. Le produzioni mediocri nè abbagliano, nè sorprendono l'attenzione. La qualità di uomo non ha potuto esimerlo dall'essere tradito dall' insidioso sonno da cui mal si di­ fende .la nostra non sempre vigile ~atura.
"Osserverò inoltre che lo stile vibrato di questo scrittore~ e l'ardita maniera eon cui combatte le opinioni di chi im­ ponevà colla voce e col fatto, piacciono soprammodo alla gioventù, disposta a provare energicamente simili impres­ sioni, e s' ingenera facilmente in essa quella prevenzione che toglie alla mente la tranquilla indifferenza di usare il discernimento. Al contrario, . chi per l' età e pel lungo esercizio dell'arte e per ragionato metodo d' insegnarla si· è abituato a ponderare le cose come sono in sè stesse, non viene sorpreso dal modo col quale sono esposte; sa far attenzione a tutte, sa apprezzare l'ottimo e il buono, e sa discernere con rincrescimento nelle opere più accre­ ditate· il cattivo ed il mediocre. Nelle mie meditazioni fatte sull' opera della quale presento l'esame, mi risultò di os­ servare che se i giovani dallo studio di essa possono, ri­ trarne grandissimi vantaggi, debbono talvolta essere av-
x PIU!P .uto.n
vertiti intorno ad alcune opinioni che. non possono senza pericolo essere ciecamente adottate. Non poche idee con­ tenute in quest' opera richiedono più ampie dilucidazioni, per non travedere nel seguirle. Molte cose potrebbero senza le opportune avvertenze dar luogo ad abbagli gravissimi. In fine mi è sembrato di "Conoscere chiaramente il bisogno di supplire a que' voti che lasciò l'autore, il quale, per così dire , distrusse talvolta senza darsi la premura di riedificare <•> ".
Da questi motivi fu il P. Antolini determinato a scrivere le sue Osservazioni sui Principj d'architettura civile. Nel pubblicarle, ingenuamente dichiarò di non aver avuto di mira altro scopo che di concorrere " colla tenuità delle sue forze " all' incremento dell'arte, e di preservare eolie sue avverten·ze la gioventù dal pericolo e dal tralignamento. Senza diminuire in punto alcuno la stima ben dovuta ad un autore, il quale per tanti titoli merita la riconoscenza di chi coltiva l'architettura, si è trovato talvolta nella necessità di dover pensare in alcuni particolari diversa-. mente da lui.
Come però in nessun luogo l' autore si diparte dalle norme del raziocinio ch' ei prende sempre a guida d' ogni sua parola, copiosissi~a è la messe dei vantaggi che dalla lettura della sua opera ognuno può ricavare. Ei vuole · si rifletta su tutto, si dia conto di tutto; vuole al pari di Vitruvio che l'ingegno dell'architetto sia universale perchè tanto corredo di sapere faccia servire alla propria arte, e, fermo nel santo adagio che le autorità non sono ragioni, somministra egli stesso un regolo a cui misurare i suoi precetti medesimi.
Questi Principj d'architettura ch'egli trasse dallo studio dei classici, dalle più reputate opere straniere, e in gran parte dal proprio ingegno , valsero più d' ogn' alt1'o suo scritto gran fama al Milizia; e noi nel ristamparli di nuovo curammo emendarli di molte mende in tutte le antece­ denti edizioni fedelmente ricopiate. Molte formole ripetute sempre alla peggio riducemmo ad esattezza , chè avremmo
(t) G. AntoJini, Pre(a:done al Mili:ia.
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fereDti seconde Je diversità cle'suei GiJIJetti. Si chiama A&CIIJI'It'tnl~
UWLI .) 68 il sao oggette si ratiJira intorao alla CO$truzione delle fab­ briche destina\e al CGJlloclo , ed ai ·vari usi detli uoaini raecolti in a'i.le soeiet._ :Se lo 8COpo W! di fabbricat'e aell' acqua , e di readerne per meuo di maeelfte raw pià facile, dieeei aUor.a ucarranuu •otuu. uu.. Quando il suct egptte è la co&&rasioae di vasceUi ~ di altre ~~~~eebiae pll.giaa; si cbia•a uCIIIft'l'nlu l'l.t.VALL Fiaahaeoté viea detta AllcmTI!:ftUa.t. •urAU, ee s'iapiep· a fortileare i laoghi, per di­ feaderli eoo seli4e eoslruieai dql'-wuli dei nelllici e d.agli sfwzi dqli stremenli maniali.
È bea · evidente elle l' aretu'ldtara presa iD tlllta qllesta sua esten­ tiote ~ l'arte pila ioteressaate per la consena&ioae, per la OIDOdità , ~ le !Miizie e per la ·P'aaooaa del genere :umano.
I · priacipali vantaggi della setcietà iocoQliaeiaoo dalle c.-.. Dove Jli aOiaiai vivono nei bescbi eatre caverne , selle cepanae ., o sotto leode , esposti perciò ali ogai iDtemperie , ecl a qualunque dàsa~Jio , 80DO indélenti, stupidi, abbieltl, ·e t~lte le loro mire &089 limitate ai loro lhsopi piil &elllplid. Ma dove aieae provvisti dì quelle coaode tbùaiolli, elle si ebiaolanct c.ua, nelle quali ponoao respirare u 'aria temperata JM!81i ardori dell' eatate, e nelle rigideaze deU'iaverno, dor­ llir eon quiete e eon sieareua , studiare 6801& molestia ' e wooere le dolceae d' opi soctale sradimeoto, i'fi gli uOIIMnl diveageno altivi ' .invneon, iotrapreadeati. Fioriace qWD.dl fra W... I'a1rioeltura ia eotn· papia deUe arti , e regaa l'lbbondaDa eli tutte le eose oeeessarie e eGD'Vellienti alla vita. ·
L' inenzioae facilita il la'fOI'o , e qoello ebt dif&cibaea&e sl aate­
pisee colla mera fora, ei ottiene facilmente e 'in copia colle loveo­ liolli iagepose. Cosl so'ddisfaosi eostaa&eaaeote à clolllestici blsopi , •
~~u.aa ... PrincipJ d' .ircAittttura. l
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2 IDEA G!!ttt\,\Lg
si somministra i1 supm-R11o agli eSteri. Allora ·J•a·rchifetfora apre e pre­ para la strada al commercio, fabbrica navi coo porti e con moli , per ricovrarle con sicurezza; forma str11de e argini nei marassi, e nPi siti piil dis'astrosi, spiana, 'frafora montagne, colma valloni, getta JM>nli su i pro(ondi e rapidi fiumi, faglia canali, devia forrenfi, cosfn1isce rite­ gni, disecca paludi e laghi: sormonta in somma ogni ostacolo opposto dalla natura al progresso del traffico, facilitando con questi mezzi il frasporto delle merci, e il passaggio de'Tlandanti da un paese all'altro.
Il commercio porta ricchezze, e le ricchezze producono lusso. Ecco il fonte donde sgorga quell'orgoglioso piacere , da cui derivano tanfi raffinamcnti, i quali in gran parte non possono effettuarsi senza l'aiuto dell'architettura. I tempii, i palazzi, i mausolei, gli archi trionfali, ~~~
piazze, i teatri, le fontane, i giardini e fanti altri consimili strumenti di piacere sotto i pit't stabili monumenti che riehiamano l'uniTersale atten­ zione e trasportano alla più remota posterità la grandezza, la petenz:r, la dlgnita, le Tirt\Ì, i pregi di ehi gli ha eretti.
L' arehftcttura mantiene gl' indigooti col eonTertire i ph\ vili mate-­ riali nelle pii• durevoli produzioni della industria umana, at.bellendo la fa~cla de· paeM e moltiptW.ando gli agi della Yila. Do.Ye eli• 6orisee, Yi concorrono indispensabilmente do' forestieri; e da questo toncorso provengono numerose manifatture, e motti. rami lncrativi di eomniel"­ do, in cui si OCC'Uptno e si atilneatano milioni di pel'80ne. Le ruine di Roma antica sono ancora il sostegno più bello di Roma moderaa.
Qu:tnt& "efficace è l' nrebitettura per arricchire e per adornat'e i paesi, 11ftrétftnto è ingegnosa a difenderli· dalle irruzioni dei molesti vlr..iDi e dalla licenza de' rnaltJivenfi. Le Dotte, le batterie, le forfifJCazieni, i castelli tengono a freno i perturbatori delra quiete domestica, e .ren­ dono,- se non sempte vani, aiJDeJtO lenti gH attentati dell' Ulbizi•ne ·sfrenata.
·'Con 8r&D ragione dunque si è dato all'arte di fabbricare H pomposo n01ne di AriH'.IIll'I'I'I'L,.A, cbe. seeondo l' etimolo8ia della. su '-.ce s~uiiea Opem prim:ipalt, Sdmra direllrlce di .tutte le allr1, o .4rle ltJo fJiv ec­ uUeJafe di tutte. Ella è 1. Come ·la base e la regolatrioe di tolte Je aUre Hti. J 2. Ella forma il· legame della secietà civile. 3. Produce· et1
·aumenta il. commercio. 4. Impiega le pubbliche e le prt.ate riedlez.&e in henefieio e in deCIDJ'e dello Sbto ,- de' proprietari e cte• p~i. 5. Difende la vita., i b~al, la libertà de' cittadini.
Un'arte si strumentale della felicità umana, e al coadoceatt alla po­ tenza e atJa eelebrità delle anioni, esige uafuralmente la proteti~e e l'Incoraggiamento· de' 8Clvi principi. In fatti io tulti gli.Stati. 'COlti e -bela
·regolati, l' arebite«ura è Itala se1Dp1'e coltivata e pto1D081& coHa -a-
DUL' .\aa~n t'ti eu 3 p HSidoilà. Il progresso delle altre arti dipende dal progtesso di lfUe&la. QuaadG l'arcbUel&ura è -ben ineoraggiata, la pittura, la seui· tura, l' ineiliione, il giardinaggio e toue le altre arti decorative. che senza di essa non possono sussistere, fierisoono a volo ; e queste poi illfluiseooo moltissimo nelfe manifétCUI'e e nelle pi\Ì minute produtiont meceaniebe, perebè il disegno è di un vantaggio univCI'sale, che dà valore alle oose più frivole e fino ai nienti della moda.
Ad ognuno è noto, eh e t atte le arti e le seienze si eoocatenano e s'intrecciano fra loro, c eoDCQ!rono tutte al bene della umanità. Da nirm' altra cosa un regno ricna tanto lustro, quanto dalle scienze e dalle arti che vi ioriseono. Il secolo di Pericle è pii1 famoso pei grandi genj viventi allora in Atene, che per le battaglie cbe allora 11iedero gli Ateniesi. Quello di Augusto è meglio noto pei Ciceroni, pei Virgili, pet" gli Orazi, pei Vitru,·i e per i monumenti di Agrippa, clle per le proscrizioni di quel crudele imperadore. Il secolo de' Medici riceve il suo più nobile spleudore dai Bramanti, dai Michelangeli, dai B.alfaelli. E ~nello di Luigi XIV, donde ritrae la sua vera gloria, ~ non se dagli artisti e dai letterati che con tante loro opere lo banno deeoratol Opere, che sono i monumenti più. significanti della pubblica felicità. '
L'A.rchitettura, come sinora si è considerata in generale, è troppo • estesa in ciascuna delle sue parti, per potersi tutte abbracl'iare in un lralfato. Qui si tratta soltanto dell'uanrnruu ci.-ILE, e di quanto ha con lei la…