Francesca Studi PIM] · Dal2015siècostituitoil“Patto dei Sindaci per il Clima e...

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Quadro di riferimento programmatico: Direttive UE, Strategie nazionali e regionali Ing. Francesca Boeri [Centro Studi PIM]

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Quadro di riferimento programmatico:  Direttive UE, Strategie nazionali e regionaliIng. Francesca Boeri [Centro Studi PIM]

CORSI E SEMINARI DI FORMAZIONE Piani di adattamento ai cambiamenti climaticiIng. Francesca Boeri

PremessaPremessa La scienza del clima ha attribuito alle attività umane, in particolare

all’uso di combustibili fossili, le responsabilità principali delriscaldamento in atto.

Le attività umane, infatti, emettono ingenti quantità di CO2 dallacombustione di carbone petrolio e gas che si accumulanocombustione di carbone, petrolio e gas, che si accumulanonell’atmosfera, alterando il bilancio energetico del pianeta e generandoun aumento della temperatura media.

L’aumento delle temperature medie globali già registrato nell’ultimosecolo, circa 1°C, è il più consistente registrato negli ultimi due millenni.

Se nei prossimi decenni non ci saranno consistenti riduzione delle Se nei prossimi decenni non ci saranno consistenti riduzione delleemissioni di gas serra, le temperature aumenteranno di altri 3‐4°C,generando estesi cambiamenti climatici e conseguenti eventicalamitosi.

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E’ ormai consolidata la rilevanza delle ricadute dei mutamenti climaticisui territori e la consapevolezza che gli effetti dei fenomeni connessi aimutamenti climatici (innalzamento delle temperature, ondate di calore,aumento dei periodi siccitosi eventi metereologici estremi riduzioneaumento dei periodi siccitosi, eventi metereologici estremi, riduzionedelle precipitazioni annuali medie e dei flussi fluviali annui) sonomaggiormente significativi nelle regioni interessate da intensi fenomeniurbanizzativi (alti tassi demografici, elevate densità insediative).

Il territorio di Città Metropolitana di Milano, dove l’urbanizzazione e laprogressiva espansione edilizia hanno generato ingente consumo diprogressiva espansione edilizia hanno generato ingente consumo disuolo e impermeabilizzazione delle superfici drenanti, è esposto, consempre maggiore gravità e frequenza, a periodi di crisi non piùsopportabili dalle comunità.

Sono, pertanto, necessarie politiche, azioni e misure di adattamento aicambiamenti climatici per gestire gli impatti inevitabili e azioni dicambiamenti climatici, per gestire gli impatti inevitabili, e azioni dimitigazione tramite la riduzione delle emissioni dei gas serra e ilpotenziamento degli assorbimenti di boschi e foreste.

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Quali sono le strategie già messe in campo per fronteggiare i cambiamenti climatici?

Il Piano di Azione per l’Energia Sostenibile (PAES), rappresenta il primo tentativo, subase volontaria, di definire un documento programmatico che individui le azionistrategiche da intraprendere a livello comunale per ridurre le emissioni di CO2prodotte sul proprio territorio.I principali ambiti di intervento individuati dai PAES sono:• la promozione della mobilità sostenibile,• l’efficientamento energetico del patrimonio comunale e dell’edilizia civile,• un maggiore ricorso all’utilizzo delle energie prodotte da fonti rinnovabili,un maggiore ricorso all utilizzo delle energie prodotte da fonti rinnovabili,• la sensibilizzazione dei cittadini, dei consumatori e delle imprese sulla necessità eopportunità di adottare comportamenti energetici intelligenti.

L’elaborazione del PAES costituisce il primo “tassello” di un percorso che inizia conLelaborazione del PAES costituisce il primo tassello di un percorso che, inizia conl’adesione volontaria al “Patto dei Sindaci”(Covenant of Mayor ‐ 2008), programma diiniziativa europea che stimola e impegna gli enti locali aderenti nella promozione di

li i h di id i di l il 20% d ll i i i di CO2 l’ 2020politiche di riduzione di almeno il 20% delle emissioni di CO2 entro l’anno 2020.Oltre che programmare le azioni, risulta fondamentale definire strategie e politiched‘azione integrate ed intersettoriali.

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In questo senso è importante che tutti gli strumenti di pianificazione settorialerisultino coerenti con le indicazioni contenute nel PAES.Piani per il traffico, Piani per la Mobilità, Strumenti Urbanistici, Regolamenti edilizip , p , , gdevono definire strategie e scelte coerenti con i principi declinati in questodocumento e devono monitorare la qualità delle scelte messe in atto anche in basealla qualità ambientale e in termini di consumi energetici delle stessealla qualità ambientale e in termini di consumi energetici delle stesse.Purtroppo, troppo spesso il coordinamento fra PAES e strumenti urbanistici èmancato.I lt di i l i di i i t t i PAESInoltre, per mancanza di risorse, le indicazioni contenute nei PAES non sempre sonostate attuate.

Dal 2015 si è costituito il “Patto dei Sindaci per il Clima e l’Energia” (Covenant ofMayors for Climate & Energy), che riunisce le autorità locali e regionali impegnate subase volontaria a raggiungere gli obiettivi comunitari in materia di clima ed energiagg g g gsul proprio territorio.I firmatari si impegnano a:ridurre le emissioni di CO2 di almeno il 40% entro il 2030ridurre le emissioni di CO2 di almeno il 40% entro il 2030,aumentare la resilienza dei propri territori attraverso l’adattamento agli impatti delcambiamento climatico,elaborare Piani di azione localeelaborare Piani di azione locale.

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Nelle linee di indirizzo per i Piani d’Azione locale per l’energia sostenibile e il clima, ild h d d l b d d fCoordinamento ha individuato gli ambiti di intervento prioritari per definire azioni,

progetti e misure per preparare i territori a realizzare città resilienti ai cambiamenticlimatici.In sintesi gli ambiti sono: pianificazione territoriale: uso del suolo e governo del territorio, prevenzione, riduzione e gestione della vulnerabilità del territorio: assettop , g

idrogeologico, pianificazione urbanistica, sistemi insediativi, qualità architettonica, efficienza

energetica comfort climatico della città pubblicaenergetica, comfort climatico della città pubblica, ciclo idrico in ambito urbano, conservazione della risorsa e sua qualità, verde urbano in tutte le sue multifunzioni: ombreggiamento, raffrescamento,

bi t CO2 bi tassorbimento CO2, assorbimento acque.

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Ad tt t i bi ti li ti i l t t i i d ll’E

Nel 2013 l’Unione Europea adotta la propria Strategia per l’adattamento al

Adattamento ai cambiamenti climatici: le strategie in campo dall’Europa alla Lombardia

Nel 2013 l Unione Europea adotta la propria Strategia per l adattamento alcambiamento climatico. La strategia, che fa seguito al Libro bianco sull'adattamentopubblicato nel 2009, è mirata al rafforzamento del livello di preparazione e dellacapacità di reazione agli impatti del cambiamento climatico a livello locale regionalecapacità di reazione agli impatti del cambiamento climatico a livello locale, regionale,nazionale e dell’Unione e si pone tre obiettivi generali: promuovere e supportare l’azione degli stati membri nello sviluppo di una propria

t t istrategia; diffondere le informazioni e aumentare la conoscenza su queste tematiche; promuovere l’adattamento nei settori particolarmente vulnerabili, quali

agricoltura, pesca e politiche di coesione, aumentando la resilienza strutturale delterritorio e coinvolgendo anche il settore privato a supporto dell’azione comune.

Viene delineata una serie di azioni per lo sviluppo della Strategia europea:p pp g p stanziamento di fondi da destinare ad indirizzi specifici, promozione di strumenti di natura volontaristica per le principali aree urbane, aumento dei fondi per la ricerca e l’innovazione aumento dei fondi per la ricerca e l innovazione, elaborazione di indirizzi per la realizzazione di infrastrutture resilienti e

infrastrutture verdi, promozione di strumenti finanziari a tutela della popolazioni che hanno subito

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promozione di strumenti finanziari a tutela della popolazioni che hanno subitoeventi estremi.

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La Strategia Europea si conclude con Lineeguida(https://ec.europa.eu/clima/sites/clima/fil(https://ec.europa.eu/clima/sites/clima/files/adaptation/what/docs/swd_2013_134_en.pdf) che invitano gli Stati membri arivedere le soglie di rischio e le capacità dirivedere le soglie di rischio e le capacità diresilienza del proprio territorio, dandopriorità alle misure di prevenzione, per poielaborare misure di mitigazione e dielaborare misure di mitigazione e dicompensazione (http://climate‐adapt.eea.europa.eu/metadata/adaptation‐options/adaptation‐of‐urban‐planning‐n‐options/adaptation‐of‐urban‐planning‐water‐and‐energy).

La Strategia Europea per l’adattamento ai cambiamenti climatici prevede un ruolo giuda deiGoverni, ma chiede un forte impegno dei territori, in quanto gli impatti attesi saranno fortementelocali.La Strategia Europea rappresenta un Quadro di indirizzo programmatico per la definizione dig p pp p g pstrategie e piani per la resilienza territoriale a livello nazionale, regionale e locale.Gli impatti del cambiamento climatico saranno infatti diversi in ogni contesto urbano e, quindinuovi approcci locali di pianificazione urbanistica dovrebbero includere questi fattori in modo

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pp p qappropriato.

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10http://climate‐adapt.eea.europa.eu/

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L’Italia, a sua volta, ha elaborato la propria Strategia nazionale di adattamento aicambiamenti climatici nel 2015 sulla base delle indicazioni fornite a livello europeo ecambiamenti climatici nel 2015, sulla base delle indicazioni fornite a livello europeo econ l’obiettivo principale di fornire un quadro di riferimento per l’adattamento alleconseguenze dei cambiamenti climatici e porre le basi per: l l l b l l migliorare le attuali conoscenze sui cambiamenti climatici e sui loro impatti, descrivere la vulnerabilità del territorio, le opzioni di adattamento per tutti i sistemi

naturali ed i settori socio‐economici rilevanti, e le opportunità eventualmenteassociate;

promuovere la partecipazione ed aumentare la consapevolezza dei portatori diinteresse nella definizione di strategie e piani di adattamento settoriali attraversog pun ampio processo di comunicazione e dialogo, anche al fine di integrarel’adattamento all’interno delle politiche di settore in maniera più efficace;

supportare la sensibilizzazione e l’informazione sull’adattamento attraverso una supportare la sensibilizzazione e l informazione sull adattamento attraverso unacapillare attività di comunicazione sui possibili pericoli, i rischi e le opportunitàderivanti dai cambiamenti climatici;

ifi li t ti d tili id tifi l i li i i i l i i specificare gli strumenti da utilizzare per identificare le migliori opzioni per le azionidi adattamento, evidenziando anche i co‐benefici.

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Il set di azioni ed indirizzi individuato fa riferimento ai settori di rilevanza socio‐economicae ambientale più vulnerabili ai cambiamenti climatici.

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Il set di azioni individuato fariferimento a tre differenti approcci:ppInterventi di conoscenza,comunicazione e informazione,Progettazione e adeguamentoinfrastrutturale,Implementazione delle reti verdie blu.

Gli indirizzi progettuali vengonoGli indirizzi progettuali vengonodemandati ai singoli contestiterritoriali per essere declinatitenendo conto delle diversetenendo conto delle diversecaratteristiche (morfologia, indice diurbanizzazione, infrastrutturazione,livello di permeabilità).livello di permeabilità).

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Regione Lombardia ha recepito gli indirizzi europei, approvando nel 2014 la “Strategiaregionale per l’adattamento al cambiamento climatico”, che intende agire su due differentifronti:• mitigazione del cambiamento climatico, inteso come qualsiasi intervento che riduca lefonti di rilascio, o rafforzi le fonti di assorbimento dei gas serra (Risparmio energetico,Maggiore efficienza energetica, Passaggio a combustibili con minori emissioni di CO2,gg g ggProduzione energia non fossile, Stoccaggio CO2 fossile, Potenziamento assorbimentinaturali di CO2),

• adattamento, per aumentare la resilienza (capacità di adattamento) al clima attuale o, p ( p )atteso e ai suoi effetti. Si prevede la realizzazione di misure alla scala locale che devonoessere contestualizzate a seconda delle caratteristiche idrogeologiche, sociali edeconomiche dei diversi ambiti.Nei sistemi umani, l’adattamento cerca di limitare i danni e di sfruttare le opportunitàfavorevoli (Predisposizione di sistemi di monitoraggio e allarme, Protezione civile, diversapianificazione del territorio, modifica delle tecniche costruttive, assicurazioni). Nei sistemipianificazione del territorio, modifica delle tecniche costruttive, assicurazioni). Nei sisteminaturali, l’intervento umano può agevolare l’adattamento al clima atteso e ai suoi effetti.

Le misure di mitigazione delle emissioni climalteranti da sole non sono, infatti, piùsufficientisufficienti.Integrazione fra mitigazione ed adattamento, sfruttando tutte le sinergie possibili,rappresenta un nodo fondamentale delle politiche di protezione integrata del clima peraumentare la resilienza dei territori e per ridurre per quanto possibile gli impatti negativi

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aumentare la resilienza dei territori e per ridurre, per quanto possibile, gli impatti negativiche già stanno emergendo.

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La Strategia regionale per l’adattamento al cambiamento climatico analizza otto macro‐settori: risorse idriche, ecosistemi – biodiversità – foreste ‐aree protette, qualitàsettori: risorse idriche, ecosistemi biodiversità foreste aree protette, qualitàdell’aria, ambiente costruito ‐ difesa del suolo – trasporti ‐ pianificazione territoriale,energia, turismo, agricoltura e zootecnica, salute umana, individuando trend evolutivi,impatti e linee di azioneimpatti e linee di azione.La Strategia regionale ha: approfondito e aggiornato le basi climatiche (cambiamenti climatici passati e in

V i bili à li i bi i li i i f i ) li ll i latto; Variabilità climatica e cambiamenti climatici futuri ) a livello regionale, condotto una valutazioni quantitativa sugli impatti settoriali e l’analisi delle

vulnerabilità al cambiamento climatico negli otto settori chiave considerati, stabilito per ciascuno dei settori interessati dagli effetti del cambiamento climatico

la relazione funzionale tra impatti, obiettivi generali di adattamento e specifichemisure, tenendo in considerazione il quadro complessivo delle politiche e degli, q p p ginterventi settoriali e intersettoriali già in atto o in programma da partedell’amministrazione regionale.

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Strategia regionale per l’adattamento al cambiamento climatico

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Nel corso del 2016 Regione Lombardia ha sviluppato il “Documento d’Azione Regionale perl’adattamento al cambiamento climatico”, che sebbene non sia dotato di cogenza rispetto ai piani eprogrammi regionali, definisce linee di indirizzo per integrare le logiche dell’adattamento climatico

ll li i h i li i d ll i i l i i l i ifi inelle politiche correnti e negli strumenti della governance territoriale e ri‐orientare la pianificazionee programmazione settoriale verso obiettivi comuni e condivisi di adattamento.Il Documento d’Azione inquadra e riclassifica le azioni già progettate da Regione Lombardia neidi i tt i i t ti h di f tt bi tti i tili ll’ d tt t l bi tdiversi settori interessati, che perseguono di fatto obiettivi utili all’adattamento al cambiamentoclimatico. In questo senso, PEAR, PRIA, PRMT, PSR, PTUA, PAI, PTR e PPR perseguono azionidestinate, direttamente o indirettamente, al raggiungimento di obiettivi di adattamento alcambiamento climaticocambiamento climatico.Il Documento d’Azione è un naturale e necessario completamento al processo iniziato con laStrategia e si pone come obiettivo primario quello di produrre una sintesi e una riorganizzazionedelle conoscenze sviluppate nella Strategia di aggiornarle nei loro ultimi sviluppi e infine didelle conoscenze sviluppate nella Strategia, di aggiornarle nei loro ultimi sviluppi e infine didefinire le azioni reali di adattamento implementabili sul territorio.Il Documento di azione rappresenta un importante strumento di governance che da un latoriconosce e definisce gli ambiti prioritari rispetto agli effetti prodotti dal clima sul nostroriconosce e definisce gli ambiti prioritari rispetto agli effetti prodotti dal clima sul nostroterritorio, e dall'altro individua gli interventi per ridurre al minimo i rischi e gli impatti sullapopolazione, sui materiali e le risorse naturali e per aumentare la resilienza della società,dell'economia e dell'ambiente.Nel Documento di Azione si individuano le azioni prioritarie da rendere operative nel breve emedio periodo: 30 misure per gli ambiti prioritari individuati della Salute umana e qualitàdell'aria, difesa del suolo e risorse idriche, agricoltura e biodiversità, turismo e sport.

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Gli Enti pubblici di scala comunale e di area vasta dovranno dotarsi di piani perl’adattamento ai cambiamenti climatici integrandoli con gli strumenti della pianificazionel adattamento ai cambiamenti climatici integrandoli con gli strumenti della pianificazioneurbanistica e territoriale ordinaria.Le scale di azione vanno dal locale all’area vasta, con diversi livelli di azione connessi allascala di riferimento e al diverso livello di governoscala di riferimento e al diverso livello di governo.Affrontare strategie di mitigazione e adattamento a livello urbano non significa risolvere icambiamenti climatici globali, pur tuttavia la pianificazione può porsi alcuni obiettivispecifici:specifici:1) contribuire a migliorare la qualità ambientale dei luoghi e garantire il benessere fisio‐

psicologico delle persone che li abitano.2) agire in ambito urbano vuol dire intervenire laddove risiede oramai la maggioranza) g gg

della popolazione mondiale; significa cioè influire sugli stili di vita e incidere sulcomportamento socio‐culturale delle persone.

A partire dalle peculiarità climatiche locali, occorre definire gli obiettivi da raggiungere nelbreve, medio e lungo periodo, e stabilire le strategie ed azioni necessarie per perseguiretali obiettivi.Vanno definiti anche degli indicatori in grado di misurare l’effetto delle azioni in termini diefficacia, persistenza, costi‐benefici nel tempo.

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Il nuovo quadro normativo e pianificatorio sovra‐ordinato di riferimento riorienta le differentiprogrammazioni territoriali a partire dalla nuova consapevolezza degli effetti territoriali edambientali provocati dai fenomeni di urbanizzazione e impermeabilizzazione del territorio e dellaambientali provocati dai fenomeni di urbanizzazione e impermeabilizzazione del territorio e dellacrescente vulnerabilità dei territori stessi.Nel contesto regionale lombardo la LR 31/2014 “Disposizioni per la riduzione del consumo disuolo e la riqualificazione del suolo degradato” e la LR 4/2016 “Revisione della normativasuolo e la riqualificazione del suolo degradato e la LR 4/2016 Revisione della normativaregionale in materia di difesa del suolo, di prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico e digestione dei corsi d’acqua” contribuiscono a definire un nuovo quadro di riferimento,introducendo indicazioni per la riduzione del consumo di suolo (obiettivo al 2050: consumo zero)introducendo indicazioni per la riduzione del consumo di suolo (obiettivo al 2050: consumo zero)e i principi di invarianza idraulica e di drenaggio urbano sostenibile, da inserire nei nuovi strumentiurbanistici.La nuova stagione dell’urbanistica e della pianificazione territoriale dovrà avere tra i suoi elementig pessenziali azioni per limitare il consumo di suolo e implementare la rigenerazione territoriale,aumentare le aree permeabili all’interno dei tessuti edificati, riqualificare dal punto di vistaenergetico il patrimonio edilizio esistente, progettare nuove infrastrutture verdi e nuovi sistemi didrenaggio urbano sostenibile.

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