foto di Nuccio Malangone - Compositore e Didatta · PDF fileJazz Sonata Dusan Bogdanovic,...

in copertinaLe case di Gannano di Maria Padula,anni ‘40, olio su compensato, cm 60 x 72 - Collezione Leoneper gentile concessione della famiglia Leone

foto di Nuccio Malangone

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XIX Concorso Internazionale di Interpretazionedi Musica per Chitarra del Secolo XX

Lagonegro 20 - 22 agosto 2003

Prove:

Eliminatoria: mercoledì 20 agosto 2003 ore 9.30

Qualificazione: giovedì 21 agosto 2003 ore 9.30

Finale: venerdì 22 agosto 2003 ore 19.30

Le prove si svolgeranno presso il Teatro Iris - Lagonegro.La prova eliminatoria si svolge a porte chiuse, quelle di quali-ficazione e finale alla presenza del pubblico.

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edizione del ventennale

Corsi e Seminari Internazionali di Perfezionamento Musicale


Corso di Composizione per Chitarra“La Teoria e l’Idioma”

docente Angelo Gilardino

Corso di Interpretazione per Chitarristidocente Luigi Biscaldi

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Mostra di Liuteria e di Editoria Chitarristica


“New Gothic Graffiti” di Enrico Collinarielaborazione pittorica di partiture

con supporto di carillon

Lagonegro 26 - 27 agosto 2003Teatro Iris ore 18.00 - 21.00

AldaMicioMusic Piccoli brani di varia difficoltà e intenzionalità

Mauro Castellano, pianofortePietro Di Bianco, pianoforte

Lagonegro 27 agosto 2003Teatro Iris ore 21.15

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Mercoledì 20 agosto 2003 Lagonegro - Teatro Iris Le 2 Chitarre di Luigi Attademo & Lorenzo Micheli

Giovedì 21 agosto 2003 Lauria - Sala Atomium Dorina Frati (mandolino)

Piera Dadomo (chitarra)

Sabato 23 agosto 2003 Lagonegro - Teatro IrisDusan Bogdanovic (chitarra)

Lunedì 25 agosto 2003 Lagonegro - S. Maria degli Angeli Cristiano Porqueddu (chitarra)

Martedì 26 agosto 2003 Lauria - Sala Atomium Laura Croce (voce recitante)

Luigi Attademo (chitarra)

Giovedì 28 agosto 2003 Lagonegro - S. Maria degli Angeli Suzanne Rangstedt (voce recitante)

Bengt Magnusson (chitarra)

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rraMercoledì 20 agosto 2003 Lagonegro - Teatro Iris - ore 21.15

Le 2 Chitarre di Luigi AttAdemo & Lorenzo micheLi

Manuel M. Ponce Thème varié et finale(1882-1948)

Dusan Bogdanovic Sonata pour guitare (1978)(1955)

Luigi Attademo, chitarra

Enrique Granados Valses poeticos(1867-1916)

Luigi Attademo e Lorenzo Micheli, chitarre

Mario Castelnuovo-Tedesco Passacaglia op.180(1895-1968)

Angelo Gilardino Sonatine des fleurs et des (1941) oiseaux (2002) prima esecuzione assoluta

Lorenzo Micheli, chitarra

Mario Castelnuovo-Tedesco Les guitares bien temperées(1895-1968) Preludio e fuga in sol maggiore Preludio e fuga in si maggiore

Luigi Attademo e Lorenzo Micheli, chitarre

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edizione del ventennaleGiovedì 21 agosto 2003 Lauria - Sala Atomium - ore 21.15

dorinA FrAti (mandolino) - PierA dAdomo (chitarra) Giuseppe G. Boni Sonata IX(1650-1732) Johann Sebastian Bach Sette Piccoli Preludi(1675-1750) BWV 926, 927, 934, 935, 937, 938, 942 AntonioVivaldi Concerto in Re maggiore(1678-1741) Johann Sebastian Bach Concerto Italiano BWV 971 Antonio Giacometti Riletture (1958) (spazi e tempi della memoria) *

Mauro Montalbetti Asamashi *(1969) Bela Bartok Danze Rumene(1881-1945) Manuel de Falla Tre Canzoni popolari Spagnole(1876-1946) El pano moruno Asturiana Seguidilla murciana Miroslav Miletic Sonata (1925) (1925)

*prima esecuzione

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rraSabato 23 agosto 2003 Lagonegro - Teatro Iris - ore 21.15

dusAn BogdAnovic (chitarra)

Dusan Bogdanovic Five Romance(1955) composto in occasione del ventennale del Festival Internazionale della Chitarra di Lagonegro

Francesco Gesualdi, fisarmonica Luigi Attademo, chitarra

Improvisation

Levantine Suite

Mysterious Habitats

Four Polymetric Studies

Seven Little Secrets

Ex Ovo Improvisations

Raguette no.2

Two Canticles (dedicated to Angelo Gilardino)

From The Book of Unknown Standards

Esmeralda’s Waltz

Of Odds and Ends

12 - note Samba

Jazz Sonata

Dusan Bogdanovic, chitarra

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edizione del ventennaleLunedì 25 agosto 2003 Lagonegro - S. Maria degli Angeli - ore 21.15

cristiAno Porqueddu (chitarra)

Antonio Jimenez Manjòn Leyenda(1866 – 1919) Aire Vasco

Agustin Barrios Mangorè Preludio op.5 n.1(1885 – 1944) Confesiòn Choro de Saudade

Angelo Gilardino Da “Studi di virtuosità (1941) e trascendenza”: - Embarquement pour Cithere - Capriccio sulla lontananza - Ophèlie

John Duarte English Suite(1919)

Antonio José Sonata para guitarra(1902 - 1936)

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rraMartedì 26 agosto 2003 Lauria - Sala Atomium - ore 21.15

LAurA croce (voce recitante) - Luigi AttAdemo (chitarra)

POESIA ITALIANA DEL NOVECENTO

Dino CampanaTesti dai Canti Orfici e l’Epistolario

Musica di Luigi Attademo

A Sandro PennaMusica di Giovanni Guanti

Salvatore QuasimodoPoesie scelte da Ed è subito sera

Cesare PavesePoesie da Verrà la morte e avrà i tuoi occhi e Terra e morte

Musiche di Angelo Gilardino

Eugenio MontaleLiriche da Ossi di seppia e Le occasioni

Musiche di Franco Margola, Mario Barbieri

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edizione del ventennaleGiovedì 28 agosto 2003 Lagonegro - S. Maria degli Angeli - ore 21.15

suzAnne rAngstedt (voce recitante)

Bengt mAgnusson (chitarra)

Tomas Tranströmer (1931) Archate romanicheJohn Dowland (1563-1626) Lachrimae

Tomas Tranströmer Cartoline nere Lo sguardo dellínvernoAnonimo Canto popolare svedese

Heitor Villa Lobos (1887-1959) Estudio no 1

Artur Lundkvist (1906-1991) Vita come erbaHeitor Villa Lobos Estudio no 11

Giacomo Leopardi (1798-1837) LínfinitoAugustin Barrios (1885-1944) La Catedral

Salvatore Quasimodo (1901-1969) Ride la gazza, nera sugli aranciHeitor Villa Lobos Mazurka-Choro

Heitor Villa Lobos Valsa-Choro

Leonardo Sinisgalli ( 908-1981) A bel vedere sulláiaHeitor Villa Lobos Gavotta-Choro

Italo Calvino (1923-1985) un brano di Marcovaldo musica di Bengt Magnusson

Traduzioni di Enrico Tiozzo e Giacomo Oreglia

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Ministero per i Beni e le Attività culturaliUFFICIO STAMPA

Messaggio del Ministro per i Beni e le Attività CulturaliGiuliano Urbani

Festival Internazionale della Chitarra di Lagonegro

Si apre la ventesima edizione del Festival Internazionale della Chitarra di La-gonegro, un evento culturale ricco di manifestazioni concertistiche di grande rilievo. Il Festival Internazionale della Chitarra di Lagonegro si propone ancora una volta, con iniziative originali, la promozione del repertorio colto del novecento musicale internazionale con pro-tagonista indiscussa la chitarra.La presenza di un pubblico sempre più attento è testimonianza di quanto tale manifestazione abbia contribuito ad accrescere nel corso degli anni l’interesse per questo antico strumento sempre in grado di rinnovarsi con coraggiosi e innovativi sperimentalismi.L’impegno dell’Associazione “Amici della Musica del Lagonegre-se” ha permesso che in breve tempo , musicisti, concertisti, compo-sitori, critici musicali, pubblico si siano incontrati e confrontati per dare vita a quel naturale connubio fra musica e poesia.Il Festival Internazionale della Chitarra di Lagonegro, un importan-te appuntamento di formazione culturale e musicale per il nostro Paese, rappresenta pertanto un palcoscenico di pregio per giovani interpreti della musica per chitarra, potenziali e preziosi talenti del nostro futuro artistico.

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Il Festival Internazionale della chitarra di L Lagonegro, che è giunto que-st’anno alla sua ventesima edizione, si è venuto sempre più articolando ed arricchendo negli armi divenendo così uno dei più interessanti e qua-

lificati momenti di incontro per musicisti ed appassionati melomanianche grazie alle varie attività collaterali che, pur sempre dedicate alla chitarra, hanno fatto risaltare di volta in volta aspetti particolari sia della costruzione degli strumenti sia della ricca produzione letteraria dedicata allo strumento ed alle mu-siche per essa composte.Ma in tutti questi anni si è sempre più evidenziato lo specifico interesse da parte degli organizzatori del festival nel far conoscere al grande pubblìco, che sempre più numeroso accorre alle manifestaziani, il ricco repertorio spesso

inedito che i grandi musicìsti del novecento hanno scritta per la chi-tarra e grazie a questa specificità il festival è divenuto negli anni un pulito di riferimento per il mondo della cultura musicale italiana ed internazionale,Non mi resta, quindi che augurare anche a questa ventesima edizione il successo che merita e ringraziare ì promotori e gli organizzatori per l’impegno profuso.

Alfredo GiacomazziDirettore Generale Spettacolo dal VivoMinistero per i Beni e le Attività Culturali

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Il festival internazionale della chitarra di Lagonegro, giunto quest’anno alla ventesima edizione, si conferma come uno degli eventi culturali più significativi dell’estate lucana. La tenacia con la quale, nel corso degli

anni, questo progetto è stato ideato e realizzato, arricchendosi via via di nuo-vi e significativi momenti di riflessione e di spettacolo ed affermandosi come una manifestazione profondamente innovativa e forse unica nel suo genere, rende merito all’associazione “Amici della musica del Lagonegrese”, che ha profuso il massimo impegno per il successo del festival.Unire la rassegna di concerti, i corsi di interpretazione e di perfezionamen-to, le mostre ed i convegni sulla musica per chitarra del ventesimo secolo è stata una scelta felice, come pure appare significativa l’idea di prevedere lo svolgimento delle varie manifestazioni in luoghi storici, tanto da po-ter valorizzare gli eventi musicali in rapporto al patrimonio storico – artistico.La Regione Basilicata conferma quindi il proprio convinto sostegno alla manifestazione, ed augura agli organizzatori ed a tutti i parteci-panti il pieno successo della ventesima edizione del festival.

Filippo BubbicoPresidente della Regione Basilicata

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Quando una manifestazione giunge alla sua ventesima edizione è doveroso riconoscere l’intuizione, la professionalità, l’impegno a quanti pensarono di dar vita ad una rassegna di concerti, originale

nel suo genere e certamente significativa per l’interesse che essa suscita an-che a livello internazionale.Aver saputo coinvolgere un pubblico sempre più vasto e motivato, essere sta-ti capaci di coinvolgere chitarristi italiani e stranieri, aver saputo ampliare il progetto originale attraverso corsi di perfezionamento ed interpretazione mu-sicale, obbliga le istituzioni ed in particolare il Consiglio Regionale di Basi-licata, ad esprimere nei confronti dell’Associazione “Amici della musica del Lagonegrese “ il più sentito ringraziamento per aver contribuito fortemente a

rafforzare in Italia e nel mondo l’immagine della nostra Regione.II mio augurio personale ed il sostegno del Consiglio Regionale per la buona riuscita della manifestazione il cui successo è certamente garantito.

Aldo Michele RadicePresidente del Consiglio Regionale della Basilicata

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Gli “Amici della Musica del Lagonegrese” è una associazione culturale nata per diffondere la cultura musicale.Costituita a Lagonegro nel 1976 ha sistematicamente allargata la

sua azione nell’intera area del Lagonegrese promuovendo la letteratura e la cultura musicale in genere.Nel corso degli anni, con il crescere dell’interesse del pubblico, l’Associazio-ne è stata sollecitata non solo a livello locale ma anche sul piano nazionale, in coincidenza con il proliferare delle Scuole di musica e il radicamento nel territorio delle iniziative culturali in genere.Gli Amici della Musica del Lagonegrese nel 1984 hanno impresso una svolta significativa al loro lavoro e alla loro proposta progettando ed organizzando la prima edizione del Festival Internazionale della Chitarra, il primo Festival in Italia interamente dedicato alla musica del “novecento chitarristico”, con la rassegna di concerti, il concorso di interpreta-zione di musica per chitarra del XX secolo, la mostra di liuteria, la mostra di editoria. Ogni azione che dava vita al Festival mirava a va-lorizzare un aspetto importante della cultura musicale: la rassegna di concerti per dare spazio ad esecutori di alto profilo artistico e spesso a prime esecuzioni, il corso di perfezionamento per offrire a giova-ni, sopratutto meridionali, l’opportunità di confrontarsi e crescere con l’ausilio del Maestro Angelo Gilardino, il concorso per laureare giovani chitarristi, la mostra di liuteria per offrire uno spaccato sulla pregevole produzione italiana di chitarre.Gli Amici della Musica hanno saputo interpretare la richieste del pubblico ed hanno puntato su una formula che è stata successiva-mente presa a modello, hanno mantenuto un alto profilo della ma-nifestazione, sapendo valorizzare l’elemento che ha fatto la fortuna del festival: i giovani.

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rraLa vivacità progettuale degli Amici della Musica non si è esaurita con la pro-posta del solo repertorio classico, ma ha inteso educare il pubblico interes-sandolo alla musica contemporanea. In occasione del decennale hanno avuto l’ardire di avviare le loro manifestazioni a Venezia; la stampa specialistica ha guardato sempre con interesse il festival, e per anni la redazione Rai Tre di Basilicata ha registrata l’intera manifestazione con una evidente ricaduta sulla valorizzazione turistica della Città di Lagonegro.Il Dipartimento Formazione, Lavoro e Cultura della Regione Basilicata ha da sempre guardato il Festival Internazionale della Chitarra con molta at-tenzione ed interesse, considerandolo uno degli eventi più significativi nel panorama culturale della Basilicata. Certo le risorse messe a disposizione nel

corso degli anni non sono state cospicue ed adeguate rispetto all’impe-gno finanziario dell’associazione.Nei prossimi anni il settore della musica, in attesa del riordino della ma-teria a livello nazionale, sarà assistito da maggiori risorse finanziarie per cui la Regione potrà erogare maggiori finanziamenti ai soggetti interes-sati. E’ indubbio che il Festival Internazionale della Chitarra costituisce per la Regione Basilicata uno strumento di particolare interesse ed effi-cacia, suscettibile di veicolare nel mondo l’immagine della Basilicata. É doveroso, pertanto, porgere un sentito ringraziamento ai componenti l’Associazione Amici della Musica del Lagonegrese che, da anni, hanno saputo, attraverso la musica e la valorizzazione della strumento della chitarra, promuovere occasioni di multiculturalismo, multilinguismo tra i giovani appartenenti a culture, aree geografiche e storie differenti .

Cataldo CollazzoAssessore Formazione e Cultura Regione Basilicata

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Girovagare in una chiesa di rilevante valore architettonico, in un chiostro, in un giardino per “pensare”, mettersi in discussione, finalmente senza autocelebrazioni, è sempre cosa esaltante; e

quando ciò accade avvolti dal lieve suono di una chitarra intrigante, perché affascinante, allora la qualità ti prende, ti dice “sono qui, coglimi, utilizzami per valutare il mondo”.Chi ha avuto la fortuna di vivere questi momenti, per venti anni, una volta l’anno, in giro per il Festival internazionale della chitarra di Lagonegro, è sicuramente più ricco di umanità e, quindi, di cultura.Un grazie sincero all’Associazione “Amici della musica” di Lagonegro; gra-zie per il lavoro non facile ma esaltante che da anni porta avanti per il bene di tutti noi.La cultura, quella strana realtà che produce emozioni e sensazioni, ci rende comprensibile il mondo, perché ci fa emozionare al cospet-to dei problemi che lo rendono incomprensibile.Viviamo nel pieno di enormi contraddizioni: sono globalizzati i problemi ed i loro effetti negativi, ma gli Stati non riescono a globa-lizzare interventi coordinati per evitarli, il che porta inevitabilmente a fenomeni sociali ed economici incontrollabili.Sono sempre più chiari i rischi di una globalizzazione incontrollata: aumento delle disuguaglianze, instabilità politica e sociale, perdita delle peculiarità culturali, distruzione dell’equilibrio tra risorse am-bientali e capacità tecnologiche.Soprattutto ad essere diverso è il clima complessivo delle società ed anche di quella italiana, attraversate oggi da insicurezze e da solle-citazioni individualistiche, da posizioni e messaggi che dividono e, quindi, una comunità meno unita, meno solidale e fiduciosa.Viviamo in un mondo separato in due tra chi ha e chi non ha.

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rraViviamo in un tempo dominato più dalle paure che dalle speranze.E questo sicuramente ha sulla nostra vita quotidiana, concreta influenza.Ecco perché la cultura è la nostra ricchezza, la nostra identità, il nostro pas-sato, il nostro futuro. Tenere aperto un museo, un teatro, un luogo di cultura, vuol dire offrire un elemento di eguaglianza inestimabile: mettere tutti in condizione di migliorare se stessi perché si aumentano le proprie conoscenze. Tutti devono essere messi nelle condizioni di godere di quel patrimonio, per-ché vi si possano riconoscere. Eppure, mi si perdoni la provocazione, se c’è una grande assente, nel dibattito e nelle riflessioni politiche in questa regione, quella è la cultura.Un tema che dovrebbe riguardarci di più, se è vero che il cuore del conflitto

moderno consiste essenzialmente nel contrasto tra la potenza del-l’economia e di chi controlla le reti dell’informazione e del sapere e il potere della politica, cioè della “polis”, dei diritti del lavoro e della democrazia, delle libertà dei singoli di essere cittadini e non ridursi a consumatori, di pensare con la propria testa e di scegliere il proprio futuro.Serve un “nuovo pensiero” capace di leggere, interpretare e rappre-sentare le tante domande di libertà, di diritti, di cambiamento che vengono dalla società.C’è in Basilicata una realtà dinamica in questo campo, che tenta di produrre espressività, idee, ma che troppo spesso si scontra con problemi di mercato, di esasperati localismi e talvolta con difese corporative.Alla fine sono le Istituzioni che si assumono questo compito.Le Regioni, la Provincia, i Comuni - con altrettanti livelli ammini-strativi- si ripartiscono il ruolo pubblico nel campo della cultura, spesso non comunicando tra loro e dando luogo a vere e proprie

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edizione del ventennalesovrapposizioni o, al contrario, a vistose lacune nell’intervento.Vi è, in generale, una buona capacità istituzionale in Basilicata di misurarsi sul terreno culturale. Ma proprio per questo abbiamo anche la possibilità di pensare la cultura non più in termini settoriali e secondo uno schema fram-mentato, ma come sistema complesso, in cui diverse tipologie di prodotto e diverse modalità di consumo concorrono in un’azione di promozione re-ciproca. É perciò importante ripensare e riqualificare l’intervento pubblico, mettendo ordine e facendo chiarezza nel complesso sistema istituzionale che si occupa delle politiche per la cultura.Dobbiamo, in definitiva, saper fare della cultura una vera risorsa, promuover-ne la diffusione presso nuove fasce di utenti, soprattutto giovani, per restitui-re al patrimonio culturale quella finalità educativa che gli è propria ed essenziale.Da questo punto di vista il “Polo della cultura” che la Provincia di Potenza ha realizzato costituisce sicuramente un tassello importante. Ora bisogna saper guardare oltre per costruire un punto di governo dell’intervento culturale, da parte delle Istituzioni, che non si schie-ri, ma produca opportunità e, quindi, regole che possano permettere a chiunque voglia misurarsi di poterlo fare, con la certezza di una trasparente e qualificata selezione.Poi sarà lo “spettatore” a decidere, a scegliere.In questo quadro, la rassegna di Lagonegro può diventare qualcosa di più di quello straordinario evento che rappresenta. Può diventare punto di riferimento di eccellenza, luogo permanente di specializza-zione e formazione, di indirizzo culturale e di spettacolo di qualità.Pensiamoci davvero.Carlo PetroneVice presidente Provincia di Potenza

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Per il XXesimo anniversario del Festival della Chitarra, plaudo all’As-sociazione Amici della Musica di Lagonegro, che da circa 30 anni da vita a manifestazioni musicali di altissimo spessore culturale.

Il Festival rappresenta per l’intero territorio un momento di incontro ideale che vede sotto il segno della Musica l’unione “quasi mistica” tra pubblico raffinato e artisti che contribuisce a portare questo territorio su scenari nazio-nali ed internazionali. Ho apprezzato negli anni il lavoro dell’Associazione Amici della Musica, che si è prodigata non solo nell’organizzazione del Festival, ma ha animato e continua a farlo molti momenti della nostra vita con concerti di musica colta che ci rapiscono il cuore e la mente.

Alcune delle nostre belle Chiese sono state palcoscenico per artisti di fama mondiale; tra le sacre navate ha echeggiato musica raffinata di compositori di tutte le epoche. Ma l’opera dell’Associazione Amici della Musica ha lasciato, il se-gno anche nel campo dell’educazione musicale. Sono stati tanti i ragazzi di questo territorio che affascinati hanno deciso di frequentare i corsi tenuti dal maestro Pino Racioppi. Il suo sapere e le sue capacità didattiche messe a disposizione dei nostri giovani sono state determinanti: molti di loro hanno scelto di fare i musicisti di professione. Potrei continuare ancora ad elencare i tanti benefici di cui ha giovato il nostro territorio grazie all’attività dell’ Associazione, ma mi sof-fermo sull’evento Festival, che ogni anno rende possibile l’incontro con giovani artisti dalle qualità sorprendenti.Il Festival della Chitarra è una risorsa per il territorio, grazie a que-sta manifestazione si registrano numerose presenze di ospiti attratti dalla straordinarietà dell’evento.

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edizione del ventennaleBen venga tutto ciò che arricchisce ed è positivo per il nostro territorio.

Domenico CarlomagnoPresidente Comunità Montana del Lagonegrese

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Il Festival Internazionale della Chitarra compie vent’anni: taglia, così, un traguardo importante che si è sostanziato di crescenti successi.L’Associazione “Amici della Musica del Lagonegrese” animata dal prof.

Pino Racioppi e dall’arch. Tonio Brigante, ispirata dalla figura prestigiosa del Maestro Angelo Gilardino, illustre cittadino onorario, con il contributo di tanti concertisti, provenienti da ogni parte d’Italia, ha avuto il coraggio e quindi il merito di aver puntato con decisione verso obiettivi di qualità, che oggi vengono conseguiti anche attraverso una partecipazione ed un concorso di pubblico sempre più attento, sempre più numeroso. L’area del Lagone-grese e la Città di Lagonegro devono essere grati all’Associazione e ai suoi dirigenti perché vengono poste al centro di un circuito culturale di ampiezza

nazionale ed internazionale di alto valore artistico, attraverso il qua-le si sviluppano relazioni importanti, legate ad affinità ed esperienze concertistiche, a sensibilità educate alla musica ed alla tecnica musi-cale.L’Amministrazione Comunale che ha sostenuto con continuità la scommessa degli “Amici della Musica”, pur con tutti i limiti delle sue risorse, si impegna a garantire una maggiore risorsa economica dal momento che considera tale impegno un investimento produttivo verso molteplici settori, verso il settore educativo e formativo, verso il settore alberghiero e del turismo culturale , verso il settore delle comunicazioni e dell’immagine di tutta l’area del Lagonegrese. Agli organizzatori, dunque, un forte incoraggiamento a proseguire.Un augurio vivissimo e sentito dell’Amministrazione Comunale, degli Assessori allo Spettacolo e Cultura , perché la Comunità di La-gonegro, nel suo insieme, per merito dei suoi cittadini possa essere capace di conseguire obiettivi di grande valore come quello di oggi.Francesco Costanza Sindaco di Lagonegro

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I giovani, le musiche, i luoghi, la chitarra, sono quello che ci offre Lago-negro con la sua associazione “Amici della Musica”, con il Festival In-ternazionale della Chitarra, un appuntamento che da venti anni, dal 20 al

30 agosto, arricchisce il nostro patrimonio culturale, contribuisce a scoprire nuovi talenti, a conoscere la musica contemporanea, a visitare luoghi con le loro caratteristiche, a farci amare la chitarra.Giovani sono i concertisti che il festival ospita, offrendo loro l’opportunita’ di avviare una prestigiosa carriera, perchè prestigioso è il palcoscenico, co-struito in questi anni, dal Festival; giovani con le loro mani che sembrano gracili, che hanno un rapporto di simbiosi con la chitarra tale da farli sembra-re un unico oggetto, teso, silenzioso, forse insicuro, finchè non vibra nell’aria la prima nota, il primo messaggio e poi piano piano, mentre il brano scorre scopri la forza di questi giovani, la loro determinatezza, la loro sicurezza, la nostra musica.Musica è quello che si ascolta nel Festival, la musica del XX seco-lo, la musica degli autori contemporanei, la musica di Gilardino, di Bogdanovic, Giacometti, Duarte, una scelta di campo che ha contri-buito a far crescere culturalmente il pubblico del Festival, ha dato stimoli ai compositori, ai giovani concertisti, ha dato musiche alle poesie di Quasimodo, Montale, Pavese, Campana, Sinisgalli.L’Oasi di Spiritualità Madonna degli Angeli di Lagonegro, un an-tico convento, restituito ai fedeli, alla comunità con gli interventi per l’anno giubilare, è il luogo preferito dal Festival per ospitare i concerti, il silenzioso, mesto ed accogliente convento vibra al suono delle corde della chitarra, ogni angolo rivive, accoglie, racconta la sua storia, la sua solitudine, si riempie di musica, di giovani, di sen-sazioni, di ricordi, pensieri che rincorrono il suono di una chitarra.La chitarra, magico avvolgente strumento, sei corde, il legno, la for-

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rrama, i suoni, le immagini, il fondersi con il chitarrista, sola o con un mando-lino, una voce recitante, un violino, un’orchestra; e sì quest’anno il Festival non la lascia sola la chitarra, e gli Amici della Musica le hanno dedicato un intera stagione.Un impossibile progetto di venti anni fa, oggi è un obbiettivo raggiunto; na-scono e si sviluppano così le tradizioni, le storie, gli eventi, che hanno mutato la nostra regione, regione contadina, regione di cultura, regione per i giovani, regione del Festival Internazionale della Chitarra, con gli Amici della Musica di Lagonegro che tenacemente hanno saputo raggiungere con grande maestria l’obiettivo del ventennale, con i giovani, le musiche, i luoghi, la chitarra.

Mario TrufelliAmministratore APT Basilicata

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Con piacere colgo l’occasione importante del ventennale del Festi-val, che Lagonegro dedica alla Chitarra, per porgere queste con-siderazioni che intendono testimoniare come l’associazionismo

musicale in Italia sia riuscito in meno di mezzo secolo, più che in altri paesi, a radicare la cultura musicale non solo nelle grandi città ma anche in località più piccole che non avrebbero mai avuto questa opportunità senza il lavoro generoso e intelligente degli organismi liberamente associati.In effetti ciò é servito non solo ad assicurare una presenza della musica qua-lificata ma a tendere una connessione verso l’esterno e ad operare quali ba-luardi culturali che diffondono valori importanti sia rispetto alla trasmissione del patrimonio e della tradizione musicale che alle nuove prospettive offerte dalla creatività degli artisti.Si sono prodotti quindi veri e propri tesori culturali in ogni cittadina e Lagonegro ne é esempio con le tre iniziative che rigorosamente ha incentrato su un tema, su uno strumento tanto amato quanto poco conosciuto, in definitiva: la chitarra appunto, divenendo un punto di riferimento a livello nazionale e contribuendo a evidenziarne i re-pertori e il ruolo che da secoli essa ricopre nel panorama europeo. Una coerenza di programmi e di intenti che sono oggi distintivi e qualificanti di un territorio. In una società sempre più incline ad osannare il rumore in quanto tale, le manifestazioni urlate, la massificazione dello spettacolo ben venga il contrapporre soggetti di riflessione e di concentrazione. Il pensiero della musica, del com-positore che l’ha creata, non ha bisogno di implementazioni per essere compresa. Il suono esile di una chitarra sa portare il proprio messaggio in modo perfetto. Basta saper ascoltare. Questa é la lezione che esce dai tanti anni di attività degli Amici del-la Musica di Lagonegro a cui porgo i più fervidi auguri per rinnovati

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rrasuccessi. Agli enti locali e territoriali e ai cittadini lagonegresi il compito di difendere questa loro ricchezza culturale consolidando con convinzione la sua vitalità come bene comune.

Gisella BelgeriPresidente Italia Festival

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Euro - Mediterraneo Culture dei Mari è un’associazione di Enti Pubblici e Istituzioni di Italia, Spagna, Francia, Croazia, Albania, Grecia, Ci-pro, Turchia, Egitto, Istaele e Libano, nata nel 1996, che si pone come

lo strumento per avviare un processo di rivisitazione e approfondimento del patrimonio e delle tradizioni della cultura mediterranea, attraverso un percorso costellato di iniziative multidisciplinari incentrato su diverse tematiche legate alla storia, ai fenomeni culturali e agli strumenti creativi delle città aderenti.Interessante e determinante per il raggiungimento di questo obiettivo è fattiva la collaborazione con le Istituzioni che da anni agiscono nel medesimo settore per promuovere un arricchimento culturale attraverso esperienze già acquisite e nel rispetto delle singole peculiarità e autonomie.Mi riferisco, in particolare, a Lagonegro e all’Associaziane Amici della Musica del Lagonegrese con cui Culture dei Mari ha condiviso fin dal principio la volontà di ricerca e di salvaguardia del patrimonio, soprattutto musicale, italiano e regionale.É per me grande soddisfazione proporci ancora una volta al terri-torio della provincia di Potenza in una logica di rete che coinvolge ancora nuovamente queste Istituzioni che nel condividere l’impian-to artistico ed organizzativo di un progetto comune mantengono ed esaltano la propria autonomia nelle scelte.Sono lieto di condividere con l’Associazione Amici della Musica del Lagonegrese lo sforzo di contribuire a creare le condizioni per-ché la cultura, lo scambio continuo di idee ed esperienze tra popoli e tradizioni diverse si diffondano nella vita quotidiana e di condivi-dere il convincimento che la musica, così come l’arte e o il teatro non sono un bene privato di pochi cittadini ma il bene comune di un paese, come l’Italia, che sulla cultura ha fondato, in passato, e vuole tornare a costruire la propria grandezza.

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rraRivolgo un sentito ringraziamento alle Istituzioni, agli Enti Locali, che con entusiasmo hanno aderito alla rassegna, agli artisti che con noi percorrono questo itinerario culturale, a tutti coloro che hanno contribuito alla realizza-zione dell’ iniziativa.L’auspicio è che questa fortunata rassegna possa contribuire, per l’intera regio-ne, al rinvigorirsi di un fervore culturale considerato fra i parametri primari dello sviluppo civile.

Italo GómezSovrintendente Euro - Mediterraneo Culture dei Mari

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L’Associazione Amici della Musica del Lagonegrese è senz’altro una delle più antiche e prestigiose organizzazioni culturali dell’intera regione.

Nata ben prima degli anni ottanta ha saputo, grazie al lavoro tenace ed intel-ligente dei suoi dirigenti, divenire un punto di riferimento obbligato per gli amanti della musica.Quest’anno corre la ventesima edizione del Festival Internazionale della Chitarra, la manifestazione che nell’ambito dell’Associazione, più ha contri-buito a caratterizzarla e farla conoscere, un’appuntamento ormai classico ed irrinunciabile per tanti cultori ed amanti della grande musica.Ancora una volta va sottolineata la generosità con la quale i responsabili, primi fra tutti il M° Pino Racioppi e l’arch. Antonio Brigante, hanno provveduto a diversificare la sede dei concerti.Lauria, in questa ottica è diventata sede privilegiata per l’ospitalità delle manifestazioni concertistiche; grazie al contributo di straordi-narie iniziative musicali, a Lauria su impulso della civica ammini-strazione si è costituito un forum delle associazioni con l’obiettivo di coordinare ed elaborare una ipotesi di politica culturale che dal la-gonegrese, area economicamente e socialmente negletta della nostra regione, possa confrontarsi ad alto livello con le correnti più moder-ne, nell’elaborazione di un progetto culturale articolato e pluralista.Grazie, dunque e auguri all’Associazione Amici della Musica del Lagonegrese per ciò che ci ha dato, per ciò che insieme ad altri saprà ancora fare.

Nicola CalcagnoPortavoce “Forum delle Associazioni” Lauria

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È impossibile per me scrivere o parlare di Lagonegro senza che il discorso assuma un tono autobiografico: le vicende artistiche e or-ganizzative del festival di chitarra, le persone che lo hanno creato

e coloro che vi sono transitati, i luoghi in cui gli eventi si sono svolti, fanno parte della mia storia personale, e non tento nemmeno, nello scrivere queste note, di collocarmi in una posizione neutrale. Raccontare quello che ho visto e vissuto con il distacco del cronista sarebbe una falsificazione.Andai per la prima volta a Lagonegro nel 1980, in agosto. Mi ci aveva invi-tato Otello Calbi, compositore napoletano, che vi organizzava uno dei tanti corsi estivi di musica. Calbi si appoggiava a una piccola società di Lagonegro denominata “Amici della Musica”. A dire il vero, accettai senza convinzio-

ne: non avevo mai insegnato al sud, e supponevo che il mio modo di vedere la musica, la tecnica, il repertorio, avrebbe destato perplessità e forse sconcerto negli allievi dei conservatori della Lucania, della Campania, della Calabria. Ma – forse proprio perché mosso dalla cu-riosità di vedere quale sarebbe stato l’esito dell’esperimento – volli provare. Non mi ci volle molto (bastarono gli incontri dei primissimi giorni) per cogliere le peculiarità della situazione: gli organizzatori locali erano potenzialmente dei personaggi molto superiori al ruolo gregario che il buon Calbi aveva riservato loro, e infatti mordevano il freno, manifestando qualche insofferenza nei confronti delle scelte che il compositore imponeva, sia in campo didattico che nel cartello-ne dei concerti. A trascinare la squadra locale erano due lagonegresi tra loro diversissimi: il chitarrista Pino Racioppi e l’architetto Anto-nio Brigante. Racioppi era un chitarrista che, dalla pratica dei complessi di musi-ca leggera in cui aveva lungamente militato, svolgendo un’attività professionale che l’aveva condotto anche assai lontano dal luogo

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edizione del ventennaled’origine, si era evoluto verso la musica colta e verso la chitarra classica per pura forza d’ingegno, senza alcun stimolo ambientale. La sua aspirazione scaturiva da un’esigenza interiore fortissima, che faceva di lui un lettore in-saziabile di musiche e di testi storici e didattici. In quelle letture, Racioppi non cercava soltanto il sapere, ma anche una sua strada artistica, che poi ha saputo imboccare e percorrere con autorità, sia come interprete che come didatta. Brigante era invece una personalità già definita: in lui converge-vano le qualità del tecnico, dell’organizzatore, del politico, dell’uomo del Sud colto e intraprendente, che si impegnava per migliorare la situazione culturale e sociale dei suoi conterranei. I due personaggi davano luogo a un curioso e divertente contrasto: mentre Racioppi celava sotto il tratto gentile una natura vulcanica, in continua trasformazione ed ebollizione, esposta qualchevolta al rischio di debordare nel caos, Brigante si mostrava flemmaticamente capace di raccogliere le idee dell’amico e di convogliarle, imprimendo loro un marchio realistico. Sembra-vano fatti per compensarsi a vicenda. Ruotavano attorno a loro altri personaggi, dei quali si coglieva immediatamente la comprimarietà. Constatai in seguito come questi venissero rimpiazzati quasi ad ogni stagione: evidentemente, i ritmi del duo Racioppi-Brigante produce-vano nelle file del volontariato un burning out elevatissimo. I due pi-loti avrebbero ricevuto sostegno soltando più tardi, quando Racioppi avrebbe formato ottimi allievi, e alcuni di questi sarebbero diventati anche coadiutori nelle attività del festival: ricordo l’ingegno musi-cale vivacissimo di Pietro Cantisani, che non volle spendersi in una carriera concertistica per amor del quieto vivere, la serietà rigorosa di Francesco Langone, divenuto insegnante validissimo, il talento esuberante di Luigi Attademo, versato in una brillante carriera con-certistica: sono soltanto tre nomi, nel lungo elenco degli ex-allievi

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rradella scuola di Racioppi, ai quali molti altri potrebbero essere aggiunti (per brevità non li elenco, ma li ricordo tutti).Mi trovai quindi, fin dal primo viaggio a Lagonegro, non soltanto chiamato a dare il meglio di me, ma anche catturato dallo slancio contagioso di Ra-cioppi, che – già nel 1981 – ebbe l’intuizione di estrarre il corso di chitarra dal contesto programmatico troppo vasto e generico nel quale l’aveva collo-cato Calbi, e di farne un evento specifico e ben caratterizzato. Il processo di emancipazione durò due o tre anni e finalmente, nel 1984, nasceva il Festival Internazionale della Chitarra, con le sue articolazioni: al programma didatti-co, venivano aggiunti il concorso internazionale di esecuzione dedicato alla musica del Novecento e i concerti. Racioppi fu categorico: non voleva che il

suo festival assomigliasse, nemmeno da lontano, alle tante rassegne già esistenti, tutte uguali, nelle quale transitavano gli artisti ascoltati una settimana prima in Francia e ascoltabili una settimana dopo in Germania. Voleva invece che il festival di Lagonegro desse risalto al repertorio più valido della chitarra, quello del Novecento, e a questo obiettivo subordinava quello di dare rilievo personale agli interpreti. Non era certo in me che avrebbe trovato ostacolo alla realizzazione di un progetto così forte e austero: non chiedevo di meglio. Collabo-rai quindi, da allora, convinto di poter alimentare con il mio apporto una manifestazione seria, autentica e originale. La regolarità della mia presenza al Festival lagonegrese ha avuto, negli anni, ben poche eccezioni: nel 1993, nel 1997 e nel 2002, solo tre assenze in venti-quattro anni, e sempre a causa di forza maggiore. Per raccontare fatti, incontri e ricordi di Lagonegro dovrei scrivere un romanzo. Non è escluso ci provi, un giorno. Qui, voglio invece sottolineare come nella mia mente si sia radicata la percezione di un qualcosa di indefinibile, che lega il suono della chitarra e la terra

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edizione del ventennalelagonegrese e come, di conseguenza, la mia musica ne abbia assorbito l’in-flusso. Almeno una decina delle mie composizioni hanno trovato il loro ab-brivio, o sono state scritte – interamente o in parte – a Lagonegro. Non credo di poter descrivere questa suggestione, ma so che ha qualcosa a che vedere con la luce, quella luce particolarissima che non si vede in nessun altro luogo. Non è un mio gioco di autosuggestione, perché l’ho vista non soltanto nella realtà del paesaggio lagonegrese, ma anche nelle tele di Mauro Masi, la cui casa-studio a Rivello ho visitato per anni. Impossibile discorrerne con lui: la sua conversazione procede divagando come il volo delle farfalle. Ma i suoi quadri effondono quella luce come se si sprigionasse dalla terra, e come se il cielo ne fosse invaso. Il mistero è diventato ancora più fitto – sacrale, quasi – da quando, nel 2001, ebbi, da una visita quasi fortuita a una mostra allestita dalla regione in quel di Latronico, la rivelazione toccante della pittura di Maria Padula, artista capace di cogliere la vibrazione più sottile di quella stessa luce e di espanderla nei suoi quadri con una limpidezza, un calore e una spiritualità quali soltanto i grandi ar-tisti – quelli le cui opere ammiriamo nei musei e nelle collezioni più ricche e prestigiose – sanno esprimere. Ho raccomandato agli amici Brigante e Racioppi di riprodurre un quadro di Maria Padula nella copertina della pubblicazione con cui verrà celebrato il ventennale del festival: credo che non esista immagine più fortemente emble-matica di un mondo che, dopo essersi manifestato nella pittura della grande artista lucana, ha anche assunto forme musicali, nel suono dello strumento che a Lagonegro è ormai di casa.

Angelo Gilardino

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Il 3 marzo 1976 si costituiva, dopo un anno di attività, con atto del notaio De Monte a Lagonegro (Pz), l’Associazione “Amici della Musica di Lagonegro”.

La finalità era quella di diffondere, in aree escluse dai circuiti nazionali di attività concertistiche di rilievo, la cultura musicale attraverso l’organizza-zione e la realizzazione di concerti di musica antica, classica, romantica e contemporanea.Il rispetto dell’assunto iniziale è oggi testimoniato dai cinquecento Concerti, dai cento Corsi internazionali di perfezionamento, dalle diciassette edizioni del “Concorso internazionale di interpretazione di musica per chitarra del secolo xx” realizzate con l’impiego di artisti famosi in tutto il mondo e di

giovani concertisti vincitori di prestigiosi concorsi internazionali di interpretazione musicale.L’attività ha superato i confini della città di Lagonegro per diffon-dersi a livello zonale ed interregionale tanto da porre l’Associazione come interlocutrice privilegiata per amministrazioni comunali, pro loco e teatri che realizzano manifestazioni musicali.L’Associazione Amici della Musica del Lagonegrese ha potuto realizzare l’attività dal 1975 grazie alle sovvenzioni del Ministero Turismo e Spettacolo oggi Ministero per i Beni e le Attività Cultu-rali, ai contributi della Regione Basilicata (dal 1988 l’Associazione è fra quelle consolidate), della Provincia di Potenza, della Comunità Montana del Lagonegrese, del Comune di Lagonegro, di Ammini-strazioni Comunali, di Pro Loco, Enti ed Associazioni, alla parte-cipazione dei cittadini alle manifestazioni e all’impegno dei soci dell’Associazione.L’Associazione Amici della Musica del Lagonegrese è stata fra i fondatori del comitato che ha dato vita al progetto “Culture dei

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edizione del ventennaleMari” e vi ha aderito nel 1996, in coincidenza con il semestre di Presidenza italiana dell’Unione Europea, con il “Festival Internazionale della Chitarra” e con la rassegna di concerti “Gli Strumenti ed i Timbri nel Linguaggio del Jazz”. Nell’anno 1984, nell’ambito dell’attività concertistica dell’Associazione “Amici della Musica di Lagonegro”, si dava inizio ad un progetto unitario, ideato dai maestri: Angelo Gilardino (docente del Corso di interpretazione di musica per chitarra, presenza insostituibile e fondamentale nel Festival) e Pino Racioppi, sostenuto dal presidente dell’Associazione arch. Antonio Brigante, finalizzato alla diffusione di un repertorio colto del novecento musicale internazionale rivolto alla chitarra. Il progetto si articolava in tre momenti: Rassegna di Concerti, Corsi Internazionali di Perfezio-namento, Concorso Internazionale di Interpretazione di Musica per Chitarra del Secolo XX, attività collaterali: Mostre di Editoria, Liu-teria e Conferenze dedicate alla chitarra, l’attività si svolgeva dal 20 al 30 agosto con il nome di “Festival Internazionale della Chitarra” di Lagonegro. Il “Festival” giunto alla ventesima edizione, in una realtà musicale mutata nel Sud Italia, probabilmente grazie all’esperienza innovati-va del festival di Lagonegro, con iniziative importanti che vedono la chitarra protagonista in manifestazioni concertistiche di grande rilievo, rappresenta il momento più qualificante dell’attività del-l’Associazione “Amici della Musica del Lagonegrese”. L’impegno che il M° Angelo Gilardino ha assicurato ai concertisti che si sono formati nel “suo Corso di Lagonegro” è la testimonianza di come sia insostituibile questo qualificato momento extraistituzionale di for-mazione culturale e musicale fulcro di tutta l’attività del festival.Il Concorso di Interpretazione, parte integrante del festival ancora

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rraoggi unico al mondo per la scelta del programma nel ricchissimo panorama dei concorsi internazionali di interpretazione di musiche per chitarra, indica una precisa scelta a favore dei grandi compositori del novecento che hanno dedicato pagine di grande musica alla chitarra.L’esistenza e l’attività dell’Associazione trovano ancora oggi ragione nelle seguenti possibilità: continuare ad offrire ad una popolazione, occupante un’aria territoriale esclusa da significative iniziative di carattere culturale, attività concertistiche che dessero grande rilievo alla musica colta del nostro secolo e di promuovere la crescita di sensibilità dell’ambiente in particolare verso l’arte musicale proponendo alle giovani generazioni, attraverso una non episodica presenza per mezzo di concerti nelle scuole, programmi musi-

cali di alto livello. In modo distaccato ho cercato di presentare sinteticamente l’attività svolta, in maniera più coinvolgente devo dire che l’impegno per i miei allievi, per il Festival e per l’Associazione motiva le ragioni della mia permanenza a Lagonegro.

Pino Racioppi

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Venti anni.A “ venti anni “ puoi aggiungerci tutti gli aggettivi che ritieni, il si-gnificato cambierà di poco, il valore è tutto nel trascorso dei venti

anni, di venti edizioni del Festival Internazionale della Chitarra, è nel valore che assume il ventesimo compleanno, un compleanno scandito dagli stessi anni di mia figlia Maria Libera.Gli anni sono trascorsi ed ognuno ha significato una tappa, la prima con l’entusiasmo che inevitabilmente comporta la prima edizione, con gli amici liutai, con il primo vincitore del concorso, il primo concerto dei giovani ta-lenti, la prima lezione del corso di interpretazione, il primo impatto con l’As-sessorato alla Cultura della Regione Basilicata, con i suoi giovani funzionari: Ferdinando Giordano, Mimmo Zirpoli, Rocco Brindisi ( per citare quelli più frequentati), che hanno creduto da subito nella validità del progetto sostenendolo, il primo progetto inoltrato al Ministero del Turismo elaborato interamente dalla compagine lagonegrese del-l’Associazione, senza l’ausilio del M° Otello Calbi, e poi di seguito tutti gli altri anni, anche quello di una immancabile crisi, una crisi per fare meglio per fare di più.È stato fatto, meglio e di più.Il Festival ha ospitato tanti giovani chitarristi; la grande intuizione, quella di dare spazio ai giovani, ha segnato e segna la fortuna del Festival, difficilmente abbiamo invitato per anni consecutivi lo stes-so concertista, un turn over, segnato da ricerca, da specifici temi, da prime esecuzioni, che ha permesso a tanti chitarristi di esibirsi di fronte ad un pubblico sempre più numeroso, sempre più qualificato, un meccanismo questo che ha indirizzato anche l’utilizzo dei fondi pubblici di cui siamo stati destinatari in una maniera che può de-finirsi più “produttiva”; non grandi cachet per star e pochi concerti

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rrama tanti concerti, tutti di grande qualità, con l’impegno di giovani concertisti, che in questi venti anni hanno caratterizzato lo scenario complessivo del con-certismo chitarristico, che abbiamo avviato alla carriera, con il nostro piccolo sostegno e che oggi ci ricambiano inserendo nel loro curriculum la tappa del Festival di Lagonegro.Venti anni.Abbiamo dedicato l’intera stagione concertistica 2003 alla Chitarra, invitan-do ad esibirsi e a stare con noi quanti hanno maggiormente caratterizzato e significato le precedenti edizioni; dal 20 al 30 agosto 2003 sarà la festa, e non da meno i concerti che hanno preceduto e seguiranno il Festival.L’appuntamento del ventennale è stato preceduto, significativamente, dal

decennale, voglio ricordarlo, per la vetrina di presentazione organiz-zata a Venezia, e, innanzitutto, per aver avuto la fortuna di incontra-re la profonda sensibilità culturale ed umana dell’Avvocato Rosario Picardi, Sindaco di Lagonegro, che recependo l’invito dell’Asso-ciazione, volle conferire, insieme all’intero Consiglio Comunale di Lagonegro, la cittadinanza onoraria al Maestro Angelo Gilardino. Alla domanda “ Perché la Chitarra a Lagonegro ? “ rispondo facen-do riferimento alla passione, alla dedizione, alla profonda conoscen-za che il M° chitarrista Pino Racioppi, direttore artistico del Festival, rappresenta per la musica e la chitarra non solo a Lagonegro, alla sua attività didattica che ci permette di avere un ricco vivaio di giovanis-simi chitarristi, che ha saputo anche tenere insieme in un orchestra di chitarre di circa 30 elementi.Concludo questo mio contributo tentando di dare una risposta ad un interrogativo che da tempo mi pongo.Ho scritto utilizzando la prima persona, ho fatto riferimento ad elementi che caratterizzano anche la mia vita personale, ho citato

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edizione del ventennalepersone e cose, ho parlato del Festival e dei suoi primi venti anni, ho parla-to di quanti hanno fatto la storia del Festival; l’interrogativo è “ Il Festival Internazionale della Chitarra è legato solo alle varie e singole persone che lo hanno ideato, organizzato e portato fin qui? è trasferibile, ereditabile, può essere patrimonio per le prossime generazioni?La mia risposta. Il Festival Internazionale della Chitarra, in quanto evento culturale, capace di creare sensazioni più o meno profonde, più o meno capaci di aprire e modifi-care prospettive e visuali della nostra società, in quanto risorsa del nostro pa-trimonio, che è nato quando la Chitarra non era ancora strumento ufficiale di studio presso i Conservatori d’Italia, necessita di essere soggetto autonomo, capace di sostenere il mondo culturale, musicale e chitarristico, può essere volano per attività di studio e di ricerca, di confronto e di so-stegno del linguaggio musicale e chitarristico in genere, è patrimo-nio trasferibile ed ereditabile, per fare ciò è necessario trasformare, e ciò prima che finisca la festa del ventennale, il Festival Internazio-nale della Chitarra da progetto a soggetto, ciò sarà possibile se gli Enti che hanno fin qui sostenuto l’Associazione Amici della Musica del Lagonegrese, organizzatrice del Festival, sapranno far nascere la “Fondazione Festival Internazionale della Chitarra”.A venti anni ci siamo arrivati, insieme possiamo farcela, grazie.

Antonio Brigante

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Ascrivere l’esperienza del Festival della Chitarra esclusivamente alla sfera della mia formazione è per me impossibile.Io sono nato qui, come persona e musicista. Il mio apprendistato è

andato al di là delle importanti esperienze accumulate. Tra esse non posso di-menticare l’incontro con Angelo Gilardino, che avvenne proprio nella prima edizione del Festival. Incontro preparato dalla perseveranza di Pino Raciop-pi, che ci parlava di quel didatta, di quel compositore, di quell’uomo assurto a simbolo di una ricerca che era il nostro inconsapevole fine. Sapevamo però che nelle nostre aspirazioni c’era qualcosa di titanico. Noi, di Lagonegro e dei paesi vicini, non potevamo, quasi per fato, essere incamminati al medesi-mo destino. Eppure, grazie al Festival, molti giovani chitarristi del Sud sono

ora degli artisti e dei professionisti importanti del mondo musicale italiano. Grazie a quella volontà, che ha spinto Racioppi, Brigante e gli altri a rendere possibile questa manifestazione, ora anch’io posso scrivere del Festival da questa posizione. Una posizione difficile perché ha significato in un certo senso passa-re una linea di confine. Come ha scritto Pino Racioppi in un piccolo contributo dedicato all’amico Gilardino, qui a Lagonegro si viveva tutto l’anno per quei giorni in cui ci sarebbe stato il Festival, in cui avremmo potuto appagare la nostra voglia di crescita culturale e mu-sicale, rianimando le nostre aspirazioni e i nostri progetti. Aspettare il Festival significava tutto questo.A un certo punto della mia vita scelsi di non aspettare. Andai a Ver-celli, da Gilardino, dedicando così gli anni della mia formazione alla strada che mi era stata indicata da Pino. Mi trovai come in mare, di notte, quando l’approdo e il luogo di partenza non sono visibili; né da quelli io ero visibile. Ho dovuto imparare a prendere le distanze dalla mia storia e dal mio vissuto per poi riappropriamene.

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edizione del ventennaleEcco come ho capito che questa esperienza non è stata solo un’esperienza musicale; essa è stata soprattutto un’esperienza umana di grande valore, che rivivo sempre ritrovando qui i volti dei miei amici, che resteranno un riferi-mento insopprimibile. Auspico che questo Festival viva almeno altri vent’anni, mantenendo le peculiarità che lo hanno reso unico. Qui, infatti, per la prima volta al Sud, si sono tenuti corsi di perfezionamento degni di questo nome, nel tempo in cui i corsi di perfezionamento erano proporzionati al numero di Maestri (tre o quattro) che in Italia erano in grado di tenerli. Qui, per la prima volta, fu istituito un concorso esclusivamente dedicato alla musica del Novecento.La valorizzazione del repertorio del ‘900, che è poi quello che ha segnato la rinascita della chitarra, ha animato con la stessa volontà di rinnova-mento la programmazione concertistica, puntando su forze nuove, su giovani chitarristi, e ignorando le mode che ancor oggi imper-versano nei miseri club della chitarra. Con la forza dei pionieri, il gruppo di Lagonegro ha portato avanti questa formula che ora chie-de di essere riproposta all’attenzione del mondo musicale, non solo chitarristico, per le indubbie qualità che ha mantenuto negli anni. Auspico i futuri Festival come luoghi del rinnovamento della chitar-ra, luoghi dove giovani concertisti possano trovare lo spazio altrove negato, dove convergano le migliori realtà del mondo della chitarra, dove la nuova musica possa essere proposta e suonata, dove le risor-se legate al territorio possano essere sempre più valorizzate.Grazie alle possibilità che vent’anni fa non avevamo, abbiamo con-tribuito talvolta a mettere in relazione il Festival di Lagonegro con vari artisti, abbiamo per così dire amichevolmente “dato una mano”, nello spirito di collaborazione spontanea che sempre ha caratterizza-to questa manifestazione.

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rraOra spero che questo possa avvenire sempre di più perché l’esistenza di que-sto Festival è qualcosa che appartiene alla mia vita artistica quanto alla sfera dei miei sentimenti più profondi.

Luigi Attademo

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Andai a Lagonegro per la prima volta nel 1981, per seguire un cor-so di perfezionamento per chitarristi, tenuto dal maestro Angelo Gilardino. L’ambiente che vi trovai, fu per me, allora studente,

estremamente stimolante, sia dal punto di vista musicale che umano. Vi ritor-nai ogni anno ed ebbi l’onore di poter partecipare a quasi tutte le edizioni del Festival Chitarristico di Lagonegro, sia in veste di esecutore che di assistente nei corsi del maestro Gilardino.I creatori del Festival sono l’architetto Antonio Brigante, dalla capacità e lungimiranza degne dei più grandi ideatori di manifestazioni internazionali, e il maestro Pino Racioppi, musicista colto, dall’intuito artistico infallibile, fondatore di quella che può essere definita la scuola chitarristica lagonegrese, in cui si sono formati validissimi chitarristi.Grazie ai loro sforzi e alle loro scelte coraggiose, il Festival di La-gonegro è arrivato alla ventesima edizione e, nel corso degli anni, si è guadagnata la fama di evento musicale unico, seguito dai chitarri-sti di tutto il mondo. Molti sono i musicisti che si sono esibiti nelle varie edizioni di questo Festival: dai chitarristi classici, a quelli di flamenco, a quelli che non sono classificabili in un genere definito, con programmi che hanno spaziato dal repertorio tradizionale a quello classico-popolare, fino alla musica contemporanea più ardua all’ascolto. In un periodo in cui la proposta di programmi accatti-vanti e di concertisti attira-pubblico regna sovrana, il Festival di Lagonegro va decisamente controcorrente, e non cerca di riempire a tutti costi le sale; al contrario, bada principalmente alla qualità dei programmi e degli interpreti. Ma il Festival non comprende solo concerti: vi è un corso di perfezionamento e di composizione chi-tarristica tenuto dal maestro Gilardino, dove si sono formati ottimi interpreti, e il Concorso internazionale d’interpretazione di musica

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rradel secolo XX, impegnativo banco di prova per i giovani chitarristi che vo-gliono intraprendere l’attività concertistica.Durante i dieci giorni in cui si svolge il Festival chitarristico il paese di Lago-negro non è più soltanto il luogo geografico che tutti conoscono e apprezzano, ma diventa anche un luogo di studio, di riflessione, un luogo in cui culture musicali diverse s’incontrano, e da tutto questi musicisti traggono ispirazio-ne, componendo talvolta, proprio durante il soggiorno lagonegrese, opere che verranno poi eseguite dai chitarristi di tutto il mondo (come è avvenuto per alcune composizioni di Angelo Gilardino e di Dusan Bogdanovic).I musicisti che arrivano a Lagonegro vengono accolti in modo ospitale: la generosità e la disponibilità di Pino e Antonio (e dei suoi collaboratori: Fran-

cesco, Pietro e Angela) rendono piacevolissimo il soggiorno, ed è una gioia potervi ritornare l’anno successivo. Auguro ai cari amici Pino e Antonio, di poter continuare a realizzare questa manifestazione con l’energia e l’entusiasmo che li contrad-distingue, e li ringrazio per avermi dato la possibilità di prendervi parte regolarmente.

Luigi Biscaldi

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Parlare del Festival Internazionale della Chitarra di Lagonegro equi-vale a raccontare un pezzo della mia vita. Sono ormai trascorsi venti anni e più da quando conobbi Pino Racioppi, mio maestro di chitarra

presso la scuola media ad indirizzo musicale di Latronico, il quale mi invitò a partecipare, come allievo effettivo, a un corso di perfezionamento estivo di chitarra tenuto da Angelo Gilardino, organizzato a Lagonegro dall’allora giovane “Associazione Amici della Musica” (essenzialmente rappresentata da Pino Racioppi e Antonio Brigante).Ero appena un ragazzino e il ricordo delle prime lezioni è ancora vivissimo: Angelo colpì immediatamente la mia attenzione dapprima come insegnante, alludo alla facilità con la quale riuscì a trasmettermi gli elementi fonda-mentali per decodificare le partiture di chitarra, poi come persona capace di far nascere in me curiosità e interesse verso i più svariati aspetti della cultura musicale e non. Quegli “appuntamenti” dal 20 al 30 agosto costituivano, per me, linfa vitale per lavorare un intero anno. I corsi di perfezionamento di Gilardino diventarono poi parte inte-grante del Festival, insieme al Concorso dedicato alla musica per chitarra del secolo XX e, soprattutto, ai concerti. A partire dal 1984 il Festival Internazionale della Chitarra di Lagonegro cominciò a crescere e a rappresentare un punto di riferimento per i giovani chitarristi arrivati in Lucania da svariati Paesi. Di anno in anno, pertanto, conobbi un numero considerevole di chitarristi diventa-ti veri e propri “nomi” del concertismo internazionale: per citarne solo alcuni, Luigi Biscaldi - ricordo un bellissimo concerto tenuto a Latronico nel 1982, che raffinatezza! -, Marco De Santi - le sue esecuzioni della sonata di Ginastera erano di rara intensità -, Bengt Magnusson - il suo primo concerto di musica “sperimentale” suscitò

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rrain noi ragazzi, abituati all’ascolto di ben altra musica, non poche perplessità! -, Dusan Bogdanovic – con il quale mi cimentai in trio, insieme all’amico Luigi Attademo, nella prima esecuzione di un suo brano.E l’elenco potrebbe continuare… La frequentazione dell’ambiente del Festival e la partecipazione ai concerti hanno contribuito fortemente ad ampliare le mie conoscenze musicali, a for-mare il mio repertorio e, perché no, a far nascere nuove amicizie che negli anni si sono consolidate: Luigi Attademo, Piera Dadomo, Andrea Lanza, An-tonello Dieni, Luigi Biscaldi e, in particolare, Francesco Langone.Con quest’ultimo oggi ci ritroviamo a coadiuvare l’azione instancabile di Pino e Antonio per mezzo dei quali il Festival, dopo venti anni, è ancora vivo

e legato sempre ai medesimi princìpi che lo hanno ispirato: promuo-vere i giovani chitarristi, talvolta sconosciuti al grande pubblico e divulgare la musica per chitarra del XX secolo. Agli stessi va un sincero grazie.

Pietro Cantisani

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Ci sono luoghi in cui il tempo pare dilatarsi, ed in cui i parametri su cui normalmente ci basiamo lasciano posto ad un diverso tipo di percezione: uno degli effetti di questo fenomeno è che ci si sorpren-

de a ricucire il tempo, a distanza di anni, partendo esattamente dall’ultima volta che si è stati lì. Per quanto mi riguarda, Lagonegro è uno di questi luoghi magici, legato a vivi e preziosi ricordi, ed a diversi momenti della mia vita: un luogo in cui il tempo è scandito dagli avvenimenti musicali, e dall’incontro con persone spesso straordinarie, quel genere di persone che sanno lasciare in noi un segno profondo.Il generoso senso di ospitalità che contraddistingue il Festival di Lagonegro, come anche, in generale, l’animo della gente del Sud, ha il merito di realizza-re un sogno, dando la splendida opportunità a musicisti di vari Paesi di vivere per alcuni giorni a stretto contatto, e quindi di conoscersi, confrontarsi ed arricchirsi dal punto di vista umano ed artistico. Cre-do però che, ancor più di questo, ciò che maggiormente alimenta la grande energia e passione, con cui gli Amici della Musica promuo-vono l’iniziativa, sia la volontà di diffondere e divulgare la musica nel loro territorio, tra la loro gente: una volontà incessante che non si accontenta dei risultati già raggiunti, ma che sperimenta ogni anno nuove possibilità, nuovi luoghi, proponendo con coraggio anche ascolti decisamente impegnativi e non propriamente populistici.E’ perciò con vero piacere che ho osservato in questi anni il graduale incremento del pubblico e della sensibilizzazione generale: pare pro-prio una conferma del fatto che, quando qualcuno crede fortemente in qualcosa, inevitabilmente lo trasmette e lo fa crescere.Provo sincera gratitudine verso i cari amici di Lagonegro, sia per aver saputo creare un ambiente raro, in cui si ama e si valorizza la Musica al di là delle mode o di interessi commerciali, sia per la

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rragrande umanità e familiarità, unite a profondo rispetto, con cui ogni anno accolgono amici vecchi e nuovi. Auguro dunque di cuore buon compleanno al Festival, nella speranza di vederlo crescere ed ampliarsi, se possibile, con sempre maggiore valore e successo.

Piera Dadomo

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Il mio prossimo compleanno, che da almeno una bella dozzina di ricor-renze si presenta con numeri sempre meno simpatici, avrà il cattivo gusto di ricordarmi che sono in giro a combinare guai da ben 45 inverni

e stagioni successive.E’ inevitabile che ogni tanto qualcuno mi telefoni, colto da un eccesso di bontà, per chiedermi di scrivere due righe per una qualche celebrazione; tutte le volte rimango sorpreso e sgomento al pensiero che siano già passati tutti quegli anni.Insomma per tagliarla corta è incredibile ma sono già 20 anni che alcuni amici insieme al mio maestro Angelo, hanno deciso che non si poteva lasciar trascorrere l’estate tranquilla agli abitanti di quel meraviglioso spicchio di Basilicata che va a bagnarsi i piedi nelle limpide acque del Tirreno.E andò così che nel giro di pochi anni Lagonegro si trasformò in un importante punto d’incontro fra una notevole serie di maniaci dediti alla Chitarra provenienti da ogni dove.Fin da allora, dai primi attimi di vita di quel bellissimo progetto ho avuto l’opportunità di partecipare e condividere molti dei passi che ne hanno costruito il cammino e che hanno fatto del Festival Inter-nazionale di Lagonegro una delle imprese culturali più interessanti fra quelle dedicate alla Chitarra nel panorama nazionale e interna-zionale. Per molti anni salutare la fine dell’estate a Lagonegro è stata una bellissima “regola” .Ma lascio a voci più autorevoli della mia raccontare la qualità del Festival, dei suoi concerti, dei suoi docenti e di tutte le sue merite-voli iniziative.Per me il valore del Festival è fondamentalmente quello dell’amici-zia interpretata da un gruppo di amici, Pino Racioppi e Antonio Bri-

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rragante in primis, che mi hanno sempre fatto sentire in modo forte e presente la loro stima, la loro solidarietà, il loro affetto.Mille ricordi mi legano ai mille momenti trascorsi a Lagonegro. Giornate passate a combattere con la preparazione di qualche concorso o di qualche evento, la trepidazione e l’ansia prima di affrontare l’esecuzione di brani di particolare difficoltà, la grande gioia dopo alcuni concerti o l’insod-disfazione dopo altri non altrettanto riusciti… ma anche la bellezza del mare di Maratea l’aspro ed affascinante paesaggio dell’entroterra….ogni momento vissuto e condiviso con questi amici.É il suono più bello, il dono più grande che insieme ad un bellissima e pre-ziosa esperienza professionale ho ricevuto dal Festival di Lagonegro e che mi

ispira la più intensa gratitudine ed il più profondo affetto.Un abbraccio ed il più caro augurio per i prossimi 20 anni

Marco de Santi

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Era il 1985 quando giunsi per la prima volta a Lagonegro.Ero di fatto ansioso di conoscere Angelo Gilardino, visto l’atteg-giamento sornione con cui di lui mi parlava Pino Racioppi. mi

chiedevo tra l’altro come il germe chitarristico fosse attecchito in questo paesino “incastonato tra mare e monti”.Non immaginavo certo lo scossone che questo incontro avrebbe dato alle mie convinzioni: Angelo è persona di vasto sapere, ma rivela di essere so-prattutto uomo di grande bontà: ciò colgo da alcun episodi in cui lo vedo prendersi cura degli altri. Inutile quindi soffermarmi sull’effetto che le sue lezioni di arte impressero su di me: sono ormai patrimonio universale.Mentre mi interrogavo sulla sorte che sarebbe toccata ad un Concorso In-ternazionale interamente basato sul repertorio del Novecento, in un mondo fortemente condizionato dall’estetica segoviana, venni folgorato da una frase di Ezra Pound “...se un uomo abbandona le proprie idee significa che esse non valevano nulla oppure che egli stesso è di nessun valore”.L’idea che lo studio della musica non è solo ripetizione giornaliera di meccanismi, ma tentativo di comprensione dei suoi significati più reconditi e, quindi, della vita stessa è la ragione per cui legioni di chitarristi si riversano ogni anno a Lagonegro.Ho ragione di credere che il successo arriderà ancora per diversi anni a questa manifestazione.Un successo non illuminato dai comuni riflettori, bensì dal sole ab-bagliante e dalla misteriosa luce lunare che dominano questo “pae-sino tra mare e monti”.

Antonello Dieni

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I luoghi, le persone, le loro idee: nel parlare del Festival della Chitarra di Lagonegro mi viene naturale mettere in risalto questi tre elementi e una sorta di magica alchimia che intercorre fra loro e li unisce.

I luoghi sono quelli della Lucania, non per una questione meramente geo-grafica ma soprattutto culturale, le persone sono Antonio Brigante, Pino Racioppi e Angelo Gilardino, le loro idee hanno permesso la creazione di un appuntamento unico, una manifestazione che fosse un’occasione di confron-to, di crescita, specialmente per i chitarristi del Sud Italia che all’epoca della nascita del Festival erano certamente più isolati di oggi.Quando il conteggio dell’età dell’uomo o degli eventi si avvicina ai numeri che marcano le decine è sempre occasione di bilanci e di progetti per il futu-

ro. Sono sicuro che nelle pagine di questa pubblicazione ci sarà chi, meglio di me, sarà in grado di fare il punto della situazione dopo venti anni di vita del Festival; io posso dire di averlo vissuto da di-versi punti di vista: da spettatore, da studente, da organizzatore, e che ha significato molto per la mia crescita di uomo e di musicista.Era il 1986 quando partecipai per la prima volta, in veste di sempli-ce spettatore, al Festival della Chitarra. Giovane studente giunsi in treno a Lagonegro e salendo le scale del centro storico che portano dalla stazione ferroviaria al centro, non avrei mai potuto immaginare di ritrovarmi dopo tanti anni collaboratore nell’organizzazione di questa manifestazione e a scrivere in occasione della celebrazione del suo ventennale. Ricordo che qualcosa di particolare del paesag-gio mi colpì, solo molto tempo dopo avrei imparato a guardare con occhi diversi i luoghi che mi circondavano.La valorizzazione del territorio, programma costante di tutta l’attivi-tà dell’Associazione Amici della Musica, va al di là di una pur valida serie di iniziative; negli incontri fatti durante le varie edizioni del

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edizione del ventennaleFestival, attraverso le impressioni raccolte dai tanti amici che qui sono giunti da diverse parti del mondo, ho imparato a cogliere aspetti della mia terra mai considerati prima, a trovare nuovi stimoli per continuare la mia attività nei luoghi dove sono nato senza dovermi per forza sentire menomato rispetto a chi ha scelto di tentare la fortuna altrove.Delle persone mi riesce difficile parlare dati i rapporti di sincera stima e amicizia che mi legano a loro, il rischio di cadere in retorici sentimentalismi è troppo alto. Di sicuro quello che ho imparato da Pino Racioppi e Angelo Gilardino è impagabile e per me una colorita espressione di Pino o un tacito e sornione assenso del Maestro per i risultati raggiunti dai miei allievi valgono più di mille riconoscimenti.Nelle loro idee mi sono ritrovato, ho condiviso il rigore morale e culturale che permea tutta l’attività dell’Associazione Amici della Musica, la semplicità e il clima amichevole, a volte goliardico, che caratterizza ogni nostro incontro senza che questo impedisca di per-seguire con professionalità i nostri obiettivi.Io non so per quanto tempo ancora il Festival durerà, forse subirà delle trasformazioni e sicuramente si adeguerà ai tempi, da parte mia posso soltanto assicurare il mio impegno affinchè ci siano tanti altri magici dieci giorni di agosto in cui giovani chitarristi possano realizzare il loro sogno.

Francesco Langone

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Parlare, dire, raccontare… con poche parole, dell’attività svolta dai “cugini” del Festival Internazionale della Chitarra di Lagonegro non è facile, ma tenterò in poche righe di descrivere le sensazioni vissute

nei quattro anni in cui ho avuto l’onore di essere ospite del Festival.La prima sensazione è stata quella di trovarmi a casa mia o meglio al mio Festival… dal punto di vista dell’ospitalità, particolare spesso trascurato da altri enti, dell’organizzazione e della qualità delle attività… insomma in fa-miglia.Non posso sottrarmi dal menzionare gli artefici di questa realtà che non bada a lustrini e paillettes, ma alla sostanza. Mi riferisco al direttore artistico Pino Racioppi, che con la sua riconosciuta tranquillità riesce a far centro sempre.

All’infaticabile Presidente Antonio Brigante diviso tra le novità pro-venienti dal mondo cinematografico e le sei corde. A volte mi chie-do: cosa ci sarà in comune? Mi prometto di chiederglielo personal-mente nella prossima edizione del Festival. Angelo Gilardino, figura fondamentale del mondo chitarristico per tutto quello che ha fatto… e che farà per noi chitarristi. Luigi Biscaldi, ottima compagnia nei momenti di relax del Festival oltre che notevole personalità musica-le. Infine non posso non citare gli amici Pietro Cantisani e Francesco Langone che rappresentano il presente e il futuro del Festival.Alcuni degli autori delle più importanti pagine del repertorio chitar-ristico contemporaneo sono stati ospiti del Festival di Lagonegro. E’ sicuramente questo il merito degli Amici della Musica che vent’anni fa diedero vita a questa originale manifestazione. Lo stesso dicasi per il concorso che ha laureato nell’ultimo venten-nio fior di chitarristi, che hanno rappresentato la storia del concerti-smo del secolo scorso.Michele Libraro

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Il vento gelido fa volare la neve leggera sopra le tegole delle case di legno basse e lunghe, tipiche di questa regione della Svezia. Anche se è presto nel pomeriggio, fa già buio. Con cappotti di lana, pellicce, sciar-

pe, berretti, nasi rossi, facce dure e passi pesanti, la gente va per strada. Ma si vedono due persone, un uomo e una donna, col modo di camminare più leggero, col viso allegro, lo sguardo gioioso e la testa scoperta.Hanno forse un segreto? Dentro di loro sono ancora vive le sensazioni di Lagonegro. Ricordano i fiori, gli alberi, l’aria pura, i piatti deliziosi. Ricordano i volti amichevoli, la bellezza della natura, la luce della Lucania, la frutta e la verdura fresca del mercato. Ricordano la musica dei meravigliosi concerti di chitarra, i dialoghi tra colleghi, il vino versato nei bicchieri. E – più importante di tutto - ricordano l´amicizia, la generositá, la gioia diffuse tra il pubblico, gli artisti e gli organizzatori del Festival Internazionale della Chitarra di Lagonegro. È questo, il segreto che fa loro sopportare meglio il freddo e il buio del Nord!

Bengt Magnusson & Suzanne Rangstedt

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rraper il ventennale del Festival della Chitarra di Lagonegro

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Magnus Andersson

Luigi Attademo

Alice Artz

Gianluca Barbero

Luigi Biscaldi

Dusan Bogdanovic

Piero Bonaguri

Giuseppe Carrer

Maurizio Colonna

Pietro Condorelli

Piera Dadomo

Irio De Paula

Marco De Santi

Andrea Dieci

Lucio Dosso

Gabriel Estarellas

Fabio Federico

Friedrich Fisher

Andrea Lanza

Jonathan Leathwood

David Leisner

Lorenzo Natalini

Bengt Magnusson

Lorenzo Micheli

Roberto Moron

Tomas Müller Pering

Leopoldo Saracino

Giovanni Viola

Giulio Tampalini

David Tanenbaum

Stanley Yates

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chita

rraDuo di chitarre Alberto Bocchino - Antonello Ghidoni

Duo di chitarre Mario Fragnito - Lucio Matarazzo

Duo Maurizio Colonna (chitarra) Luciana Colonna (pianoforte)

Duo Ugo Orlandi (mandolino) Luigi Biscaldi (chitarrra)

Duo Luitgard Mayer (violino) Friedrich Fisher (chitarra)

Duo Åse Enhamre (soprano) Magnus Andersson (chitarra)

Duo Cristiano Rossi (violino) Luigi Biscaldi (chitarra)

Duo Philippe Bernold (flauto) Marco De Santi (chitarra)

Duo Anna Loro (arpa) Marco De Santi (chitarra)

Duo Enrico Speroni (baritono) Vincenzo Torricella (chitarra)

Duo di chitarre Peter Maklar - Christian Gruber

Duo Kim Wonyung (voce) Marco De Santi (chitarra)

Duo Dorina Frati (mandolino) - Piera Dadomo (chitarra)

Duo di chitarre Michael Braken - Danielle Cumming

Duo Luigi Attademo (chitarra) Laura Croce (voce recitante)

Duo Denitsa Kazakova (violino) Jean-Christophe Ducret (chitarra)

Duo Suzanne Rangstedt (voce recitante) Bengt Magnusson (chitarra)

Duo Pino Racioppi (voce, chitarra) Biagio Labanca (chitarra)

Duo Sthefan Hladek (chitarra) Rudy Weinacker (chitarra)

Duo Anders Ekborg (voce) Bengt Magnusson (chitarra)

Duo Birgit Schwab (chitarra) Daniel Ahlert (mandolino)

Duo Gianluca Sabbadin (chitarra) Steno Boesso (fagotto)

Duo di chitarre Piera Dadomo - Vincenzo Torricella

Duo Salvatore Lombardi (flauto) Piero Viti (chitarra)

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edizione del ventennaleTrio AlbatrosMichele Mo (flauto), Daniele Pagella (viola), Mauro Scagliotti (chitarra)

Trio Citharoediachitarre: Alberto Delle Piane, Davide Vicentini, Giorgio Vogliolo

Trio di chitarre “Concentus”Vincenzo Di Benedetto, Stefano Palamidessi, Francesco Storti

Trio Ricercarechitarre: Marco Piccinini, Davide D’ambrosi, Leonardo Cremonini

Quartetto di Astichitarre: Marco Silletti, Gianni Nuti, Maria Grazia Reggio, Gian Paolo Bovio

Quartetto Viotti con chitarraLuigi Biscaldi (chitarra), Paolo Giolo, Marco Lamberti (violini), Alberto Giolo (viola), Ermanno Franco (violoncello)

Concentus Antique MusicaeMaurizia Barazzoni (soprano), Sergio Basilico (tiorba),Gabriele Peccianti (viola da gamba), Sandro Volta (chitarra barocca)

Orchestra di Chitarre “B. Terzi”direttore: Pietro Luigi Capellisolista: Luigi Attademo

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rraAssieme Chitarristico Italianochitarre: Dario Bertano, Fulvio Cioce, Ugo Fea, Giulio Gallarate, Claudio Passarotti, Edoardo Perosino, Giorgio Signorile, Maurizio Vegliopercussioni: Roberto Macagno, Fabrizio Mirrasoprano: Barbara Lazottidirettore: Paolo Manzo

Luigi Attademo (chitarra)

Francesco Gesualdi (fisarmonica)

ed elementi del ContemporArtEnsamble

Orchestra da Camera di Cesenadirettore: Aldo Sisillosolista: Piero Bonaguri

Società Corale Euridicesolisti: Francesca Angelini, Luigi Biscaldi direttore: Pier Paolo Scattolin

Orchestra della Moldaviadirettore: Enrico Volpesolisti: Luigi Biscaldi (chitarra) Salvatore Lombardi (flauto)

Orchestra della Moldaviadirettore: Enrico Volpesolista: Andrea Lanza

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edizione del ventennaleApostrofo 900 Musica

Coro “Harmonia” dell’Università di BariQuartetto d’archi “Felix”voce recitante: Rocco Capri Chiumarulochitarra e direzione: Sante Tursi

Orchestra “Santa Pelagia”solisti: Dorina Frati (mandolino) Piera Dadomo (chitarra)

Paco Serrano (chitarra), Luisa Serrano (balladora), Chaparro Rijo (2° chitarra), Agustin Navarro (cantaor), Juan Fra (percusiòn)

Flamenco Librechitarra: Juan Lorenzo, Ramon Ruizcanto: Carmen Gonzales Amor baile: Maria Jose Soto, Maria Luisa Gomez, Elena Presti, Anita La Maltesa, Sergio Javier

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Concorso di Interpretazione di Musica per Chitarra del XX Secolo

Luigi Attademo

Gianluca Barbero

Giuseppe Carrer

Piera Dadomo

Massimo De Lorenzi

Andrea Dieci

Fabio Federico

Paolo Ferrarese

Paolo Lambiase

Andrea Lanza

Roberto Milani

Pietro Morelli

Roberto Moron

Natsumi Nagaoka

Stefano Palamidessi

Cristiano Porqueddu

Giovanni Puddu

Eros Rosselli

Leopoldo Saracino

Karin Schaupp

Giulio Tampalini

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edizione del ventennaleConcorso Internazionale di Esecuzione

di Musica d’Insieme con Chitarra

Trio di chitarre Citharoedia: Alberto Delle Piane, Davide Vicentini, Giorgio Vogliolo

Duo Nova: Denitsa Kazakova (violino) Jean Christophe Ducret (chitarra)

Duo di chitarre Caputo - Pompilio

Concorso Internazionale di Composizione di Musica per Chitarra

Massimo CeccarelliArturo Fuentes

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Daniel AhlertMagnus AnderssonLuigi AttademoAlice ArtzLuigi BiscaldiDusan BogdanovicAntonio BriganteHenry BrownPietro CantisaniMauro CasasayasMauro CastellanoMario CesaRoland ChadwickRuggero ChiesaClaudio CiampaCarmelo ColumbroGerd-Michael DausendAntonio De RodeMarco de SantiNicola Di LascioAntonello DieniTina Di NataleJohn W. Duarte

Anders EkborgFederico ErmirioGabriel EstarellasFriedrich FischerMario FragnitoDorina FratiGiorgio GiacomelliAngelo GilardinoBrian JefferyFrancesco LangoneJonhathan LeatwoodDavid LeisnerMichele LibraroFabio LuzBengt MagnussonLucio MatarazzoTomas Müller PeringGriselda Ponce de LeonSergio ProdigoPino RacioppiDavid TanenbaumBirgit SchwabStanley Yeates

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Luis Arban

Pasquale Casillo

Francesco Cotta

Vincenzo De Bonis

Guido Di Lernia

Giovanni Esposito

Gioacchino Giussani

Mario Grimaldi

Paolo Lovadina

Luciano Lovadina

Carlo Raspagni

Mario Rosazza Ferraris

Antonino Scandurra

Berben s.r.l. Edizioni Musicali, Ancona

Edizioni Musicali Sinfonica, Brugherio

Tecla Editions, Londra

Arnaldo Forni Editore, Bologna

Edizioni Brigante, Lagonegro

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Delibera della convocazione straordinaria del consiglio comunale di Lagonegro del 13 settembre 1989 con cui si conferisce la citta-dinanza onoraria ad Angelo Gilardino.

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Decreto n. 115 del 16 luglio 2003 con cui si assegna il Patrocinio gratuito della Regione Basilicata al Festival Internazionale della Chitarra di Lagonegro.

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Regione Basilicatail patrocinio del Presidente della Giunta RegionaleFilippo Bubbico

La presente pubblicazione e la Mostra “New Gothic Music Graf-fiti” sono state realizzate con il contributo della Presidenza del Consiglio Regionale di Basilicata

L’allestimento della Mostra “New Gothic Music Graffiti” e il Concerto AldaMicioMusic piccoli brani di varia difficoltà e in-tenzionalità sono stati realizzati con il contributo del Comitato Promotore Culture dei Mari

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Associazione Amici della Musica del LagonegreseC.da Pietre Bianche - 85042 Lagonegro (PZ)

web site: www.lagonegromusica.it

Consiglio d’amministrazione: Antonio Brigante, presidente

Pietro Cantisani, vicepresidente

Angela Falabella, segretario

Francesco Langone, consigliere

Pino Perciante, consigliere

Direzione artistica: Pino Racioppi

Stampato in proprio dall’associazioneAmici della Musica del Lagonegrese

Progetto graficoFrancesco Langone

Finito di stampare nel mese di agosto 2003

foto di Nuccio Malangone - Compositore e Didatta · PDF fileJazz Sonata Dusan Bogdanovic,...

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Transcript of foto di Nuccio Malangone - Compositore e Didatta · PDF fileJazz Sonata Dusan Bogdanovic,...