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Formazione Trasversale Apprendisti in Azienda PRIMO MODULO Comunicazione Materiale didattico a cura di Daniele Giulietti

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Formazione Trasversale

Apprendisti in Azienda PRIMO MODULO

Comunicazione

Materiale didattico a cura di Daniele Giulietti

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Il teatro è luogo e opportunità di comunicazione profonda, di trasformazione dell’anima.

L’attore, partendo dalla consapevolezza e dall’accettazione della propria realtà interna, si rivela attraverso il gesto scenico in un autentico e appassionato contatto con se stesso e con lo spettatore.

Fare teatro vuole dire mostrarsi con generosità, fidandosi del proprio impulso interno inconsapevole, illogico, irresistibile.

«Per vivere una vita creativa dobbiamo perdere la nostra

paura di sbagliare»

— J.C. Pearce —

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COSA VUOL DIRE COMUNICARE

E’ il fondamento dell'identità personale

possiede, a differenza dell'informazione, una

valenza relazionale.

Dal latino:

cum = con

munire = legare,

costruire

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TEATRO DA THEASTAI = VEDERE

Omero e i racconti epici narrativi

Il teatro ovvero azione scenica: esperienza organica oltre che cerebrale

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Alcuni assiomi della comunicazione

1. Non si può non comunicare (la comunicazione è un bisogno fondamentale degli esseri umani in quanto “animali sociali”)

2. In ogni comunicazione c’è un aspetto di contenuto e un aspetto di relazione

3. Il significato di una sequenza di informazioni è dato dalla punteggiatura

4. La comunicazione può essere verbale e non verbale(Numerica e analogica)

5. Esistono relazioni simmetriche e relazioni complementari

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Comunicazione GLI ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE

(WATZLAWICH)

1º ASSIOMA

NON SI PUO’

NON COMUNICARE

Qualsiasi tipo di comportamento

osservabile è comunicazione

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Ogni comunicazione ha due livelli:

Contenuto

Relazione

In modo tale che il secondo classifica il

primo

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COMUNICAZIONE (2°assioma)

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La punteggiatura della sequenza di eventi (3°assioma)

Un'altro principio della comunicazione riguarda l'interazione tra i

comunicanti, quella che è stata definita la "punteggiatura della sequenza di eventi". Si tratta di modelli di scambio (su cui le persone coinvolte in una sequenza comunicativa possono concordare o meno), secondo i quali ad ognuno dei partecipanti sembrerà che l'uno o l'altro abbia l'iniziativa, ascendente, che si trovi in posizione di dipendenza e così via.

Non è importante stabilire se la punteggiatura della sequenza di comunicazione sia buona o cattiva, ma sapere che essa organizza gli eventi comportamentali ed è quindi vitale per le interazioni in corso.

Per es.: Il figlio: “È inutile che parlo con la mamma perché tanto urla sempre e non mi lascia esprimere i miei pensieri e le mie motivazioni, quindi sto in silenzio, non faccio niente, non dico niente e ho risolto”. La mamma: “È così silenzioso e passivo che mi fa arrabbiare, non mi racconta mai nulla, non si sforza di avere idee sue e, spesso, devo gridare per fargli fare le cose!”

E’ difficile capire se è nato prima l’uovo o la gallina, se è il comportamento della madre che avvia quello del figlio o viceversa, però è proprio quello che accade.

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- Paraverbale/Verbale

- Non verbale

I livelli della comunicazione (4° assioma) Numerica ed analogica

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Quanto sono importanti?

•7% Verbale

•38% Paraverbale

•55% Non verbale

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Atteggiamento e

postura

Mimica e

Sguardo

Gestualità

immagine

Distanza

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Canali della comunicazione non verbale

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“ Il linguaggio del corpo

è la chiave per arrivare all’anima”

(K.S. Stanislavskij)

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GROUNDING

Da ground = suolo, terreno.

L’ essere radicati (grounded), stare bene nelle proprie gambe, imparare bene a stare con i piedi per terra. Comporta essere in contatto, fisicamente ed emotivamente, con la realtà: cioè con le sensazioni del corpo e con l'ambiente con cui entriamo in relazione, sentire la connessione energetica con la terra, che è la nostra madre biologica.

" La propria casa è il proprio corpo. Non essere connessi in modo sensibile con il proprio corpo vuol dire essere uno spirito

disconnesso che fluttua attraverso la vita senza alcun senso di appartenenza”

(Alexander Lowen)

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ATTEGGIAMENTO

- Equilibrio del corpo

- Centri motorii

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GESTUALITA’

Il gesto naturale precede la parola

Il linguaggio del corpo esprime atteggiamento e

sentimenti personali

Prima di iniziare a parlare penso ai miei OBIETTIVI e

MESSAGGI

Durante il mio intervento penso alle argomentazioni

prima di pronunciarle.

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GESTUALITA’ E MANI

Le mani consentono di descrivere, veicolare, ispirare,

visualizzare e rafforzare i messaggi quando la gestualità è:

1)Sincrona: ciò che si dice con le parole è in linea con la

gestualità usata

2)Coerente: la portata del gesto deve essere adatta alla

numerosità del pubblico

3)Convergente: rispetto ai codici culturali.

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MIMICA e GESTO

Forza, emotività e credibilità di un gesto

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Prossemica: le distanze

La distanza che le persone assumono è indice dei

loro rapporti sociali e dei loro sentimenti reciproci.

Può essere (E. Hall)

intima personale

sociale pubblica

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La distanza

Pubblica (oltre i 240)

Sociale (120-240)

Personale

(45-120)

Intima (0-45 )cm

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Prossemica: il comportamento nello spazio

Le persone comunicano con il modo di gestire lo spazio. Elementi da considerare: la distanza tra gli interlocutori

l’orientazione (la posizione reciproca delle persone)

il modo di muoversi nell’ambiente

l’organizzazione dello spazio e degli oggetti.

E.Goffman (1971) introduce concetti come riserve territoriali, contrassegni spaziali, violazioni territoriali,

trasgressioni spaziali.

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Cronemica: la dimensione temporale

La cronemica è il modo in cui gli individui percepiscono ed usano il tempo per organizzare le proprie attività e per scandire la propria esperienza.

Esiste una differenza tra le culture (culture veloci e culture lente).

Ogni individuo è portatore di uno specifico ritmo personale.

La comunicazione tra soggetti che hanno ritmi biologici, culturali e psicologici differenti può provocare distonie, sfasamenti, disagio.

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Anche la comunicazione non verbale si apprende: differenze culturali

Alcuni esempi: Espressioni del viso: i giapponesi le controllano, ad esempio

usano la risata per nascondere rabbia o dolore. I popoli mediterranei manifestano più liberamente le emozioni.

Distanza: i popoli nordici parlano a distanza maggiore rispetto agli altri.

Sguardo: due arabi che conversano si guardano di più rispetto a due inglesi o due americani.

Contatto: gli arabi ( e in parte gli italiani e altri popoli mediterranei) si toccano mentre discutono.

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PARAVERBALE - COME LO DICI

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LA VOCE

Cosa rivela questo canale espressivo, incorporeo e

immateriale, ma che proviene dal

corpo, è corpo e possiede quindi una sua matericità?

Lo strumento voce nelle sue diverse possibilità:

Pause Ritmo

Cambi di tono Velocità

Timbro Colore

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È un movimento dinamico, dal silenzio alla

luce, dalle profondità alla superficie, un atto

volitivo, di emersione, un espiro incorporeo

che diventa corpo e vive.

Senza respiro, senza l'aria non potrebbe

esistere la voce, solo aprendo i nostri

polmoni, dilatandoli e immettendovi un

soffio di vita possiamo poi lasciare che

questo si trasformi in flusso sonoro,

corrispondente nel ritmo e nella qualità alla

persona che lo produce

Quel che sappiamo è che la vibrazione

sonora, sia musicale, sia del parlato lascia

delle tracce in noi, muove emozioni e

pensieri ed è sicuramente un canale di

conoscenza e di percezione di sé,

dell'altro e del mondo.

Voce e respiro

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CLASSIFICAZIONI DELLA VOCE PER:

ESTENSIONE, INTENSITÀ, ALTEZZA e TIMBRO

Di testa

Di gola

Forzata

Artificiosa

Di petto

Cupa

Tenera

Aspra

Dura

Flessibile

Piena

Chiara

Oscura

Articolata

Metallica

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LO STRUMENTO VOCE

Tono: dà alla vocalità un movimento verticale,dal

grado più grave a quello più’ acuto

Il volume: quanta aria utilizzo

Intensità: carica emotiva, forza interiore

Ritmo: il succedersi degli accenti nella frase

Timbro: la particolarità della mia voce, come il

suono nasce dentro di me

Velocità: numero di parole nell’unità di tempo

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I RISUONATORI

- L’ addome

- Il petto

- La gola

- La testa

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LETTURE TEATRALI DRAMMATIZZATE

Cronaca di una partita

Ultimatum

Predica

Fiaba

Marcia militare

Telegiornale

Traduttore

Lista della spesa

Ubriaco

Linea erotica

Mussolini

Fantozzi

Telenovelas

Risata

Balbuziente

Diavolo

Confessionale

Gasmann

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RESPIRAZIONE

Respirare può espandere il busto, irrobustire e

tonificare molti fasci muscolari, stimolare e

massaggiare molti organi interni e fornire l’ossigeno

necessario al funzionamento del corpo.

Quando si abbinano respirazioni e movimenti specifici il

tutto si ripercuote sul funzionamento del sistema

nervoso, l’apparato cardio-vascolare, il cervello, la

pelle e il sistema muscolare.

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RESPIRAZIONE

Inspirare ed espirare ritmicamente e profondamente

stabilizza il battito cardiaco rendendolo fluido e

regolare, riportando così l’armonia nel corpo

- Ritmo preciso ( con intervalli regolari)

- Modo uniforme (flusso costante di aria)

- Concentrandosi sull’area del cuore

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COME RESPIRARE?

Inspirazione – 1 tempo

Trattengo il respiro- 4”

Espirazione - 2 Tempi

Se inspiro in 1”, trattengo per 4” ed espiro in 2”

Trattengo per 4 tempi l’inspirazione per attivare il sistema linfatico e ossigenare completamente il sangue

Espiro in 2 tempi per eliminare le tossine attraverso i leucociti presenti nella linfa

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Il verbale

Le parole e la loro costruzione per formare una proposizione: la

sintassi

La semantica, i registri , le figure retoriche

La punteggiatura nella sua forma scritta: la grammatica

(morfologia, fonologia)

Significato convenzionale delle parole

L’ ascolto attivo e le sue tecniche

E’ importante che tutti i soggetti coinvolti nell’interazione usino il

medesimo codice comunicativo verbale.

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DIZIONE E SCIOGLILINGUA

Quante sono le vocali fonetiche?

Regola Base:

In una parola devo capire in quale sillaba cade l’accento tonico: se in quella sillaba c’è una E o una O allora possono essere aperte o chiuse .Se l’accento cade su sillabe senza E - O, quest’ultime sono sempre chiuse.

Es.: tavolo l’accento cade su “ta” quindi la O e’chiusa

Abitano- diamoglielo

Es.: Cavaliere l’accento cade su “lie” ,c’è una E che puo’ essere aperta o chiusa , in questo caso è aperta : cavalière

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ACCENTI Le parole, a seconda della sillaba sulla quale cade l’accento tonico,

possono essere suddivise in:

TRONCHE: ultima sillaba

Es: Mercè- lacchè- città

PIANE: penultima sillaba

Es: delfino – palàto - vapore

SDRUCCIOLE: terzultima sillaba

Es: Sàbato – scàpola - ventrìcolo

BISDRUCCIOLE: quartultima sillaba

Es: elàborano - pràticano – stìmolano

TRISDRUCCIOLE: quintultima sillaba

Es: elàboramelo – pràticamelo - stìmolamelo

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PUNTEGGIATURA E FIATI

Punto: ha la funzione di chiudere il periodo; tutto ciò che viene dopo il punto fa parte di un nuovo concetto, di un nuovo pensiero;

Virgola: indica la pausa più breve in un periodo. È un segno di passaggio tra una parte e l’altra del periodo. L’appoggio vocale, in genere, avviene sulla penultima sillaba della parola che la precede: è questo il segnale che avverte chi ascolta che la frase non è completa, ma continua;

Punto e virgola: sta a indicare una pausa un po’ più lunga di una virgola, ma più breve di un punto; serve a staccare, separare i diversi elementi di un periodo pur mantenendo lo stesso concetto.

Due punti: rappresentano una pausa tra i vari elementi di un periodo, una pausa di attesa o di spiegazione ulteriore, oppure introducono un discorso diretto. È bene che il tono della voce vada in levare ( si sollevi un po’) per suggerire un senso d’attesa.

Punto esclamativo: può indicare un’esclamazione di protesta, rabbia, stupore…

Punto interrogativo: serve a concludere una domanda diretta.

Punti di sospensione: in genere sospendono a metà una frase, per poi riprenderla subito dopo oppure lasciandola incompiuta, dando così la facoltà a chi ascolta di terminare il pensiero;

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Il percorso comunicativo

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Elementi universali della comunicazione

1. l'emittente: è il soggetto (o i soggetti) che comunica il messaggio

2. il ricevente: è il soggetto (o i soggetti) che riceve il messaggio

3. il messaggio: è il contenuto di ciò che si comunica. Può essere una informazione, un dato, una notizia o una sensazione

4. il codice: è il sistema di segni che si usa quando si comunica e senza il quale non avviene la trasmissione del messaggio. Può essere sia una lingua, che un gesto, un grafico, un disegno.

5. il canale: può essere inteso sia come il mezzo tecnico esterno al soggetto con cui il messaggio arriva (telefono, fax, posta ecc.) sia come il mezzo sensoriale coinvolto nella comunicazione (principalmente udito e vista)

6. la codifica: è l'attività che svolge l'emittente per trasformare idee, concetti e immagini mentali in un messaggio comunicabile attraverso il codice

7. la decodifica: è il percorso contrario svolto dal ricevente che trasforma il messaggio da codice in idee, concetti e immagini mentali

8. il feed-back: è l'interscambio che avviene tra ricevente ed emittente quando l'informazione di ritorno permette all'emittente di percepire se il messaggio è stato ricevuto, capito ecc.

9. il contesto o ambiente: è il "luogo", fisico o sociale, dove avviene lo scambio comunicativo - può incentivare o al contrario disincentivare la comunicazione

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Distorsioni del messaggio

Interruzioni, interferenze

Parlare l’uno sopra l’altro

Differenze / Carenze di vocabolario

Utilizzo improprio delle parole

Fattori emotivi

La scarsa corrispondenza tra segnali verbali e non verbali

La scarsa capacità d’ascolto

Stereotipi e pregiudizi

Attenzione non focalizzata verso il proprio interlocutore

Arrivare presto “alle conclusioni”

Fretta

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EMITTENTE

Vuole comunicare 100%

Riesce a comunicare 70%

RICEVENTE

Ascoltano 50%

Capiscono 20%

Ricordano 10%

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Quanto sono sincero?

Come sostiene Watzlawick, uno dei maggiori esperti della comunicazione umana:

« quanto più una relazione è spontanea e “sana” tanto più l’aspetto relazionale della comunicazione recede sullo sfondo. Viceversa, le relazioni “malate” sono caratterizzate da una lotta costante per definire la natura della relazione , mentre l’aspetto di contenuto della comunicazione diventa sempre meno importante”

(Watzlawick,1971).

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LA CONGRUENZA TRA VERBALE,

NON VERBALE E PARAVERBALE

La congruenza convince mentre l’incongruenza rende

instabile il rapporto e genera disagio ed incredulità, ma

soprattutto quando la situazione sia tale per cui il ricevente

del messaggio non abbia la possibilità di decidere quale dei

due livelli ritenere valido, visto che si contraddicono, e

nemmeno di far notare l'incongruenza a livello esplicito

(doppio legame, Bateson). In caso di incongruenza tende a

prevalere la comunicazione non verbale.

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INSICUREZZA

EMOTIVITÀ

INCONTROLLATA

TIMIDEZZA

portano a INCONGRUENZA

COMUNICAZIONE DISTORTA

(soggetta a fraintendimenti)

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L’incongruenza

Un messaggio è INCONGRUENTE quando le tre componenti (

verbale, paraverbale, non verbale ) sono incoerenti, cioè sono in

conflitto tra loro nell’esprimerlo

Da noi, cortesia e

disponibilità verso la

persona sono al primo

posto

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LE EMOZIONI Senza emozioni il tempo è solo un orologio che fa tic-tac

Energia in movimento e – mozione

Passaggi di energia che percorrono il corpo e che

costituiscono segnali per il cervello, dall’interno verso

l’esterno

Lo stimolo passa attraverso il cervello che lo decodifica per

trasformare le emozioni in sensazioni.

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DA DOVE PROVENGONO LE EMOZIONI?

Meyer “un’emozione si crea quando si verificano

contemporaneamente determinate condizioni biologiche, percettive

e cognitive”

Damasio “ le emozioni sono la consapevolezza dello stato fisico

attuale”

Candace Pert “Le emozioni si esprimono nel corpo e sono

parte di esso. Non posso più operare una distinzione netta tra

cervello e corpo”

Le emozioni provengono dal corpo e

costituiscono l’interpretazione cerebrale delle

condizioni interne

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RUOLO DELLE EMOZIONI

Le emozioni danno un senso agli eventi

Provare emozioni = le informazioni ricevute vengono giudicate e valutate in relazione alle esperienze vissute, ai desideri e alle ambizioni personali.

Le emozioni sono fondamentali per l’apprendimento e la memoria, perché spingono ad acquisire nuove conoscenze e risultati.

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Le emozioni sono uno strumento per

comunicare socialmente

- Espressioni del volto

- Tono della voce

- Linguaggio del corpo

Fanno trasparire ciò che si pensa e si sente

suggerendolo a chi ci circonda

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LE EMOZIONI PRIMARIE

Le emozioni sono stati mentali e fisiologici associati a modificazioni psicofisiologiche a stimoli interni o esterni, naturali o appresi

• Rabbia

• Paura

• Gioia/felicità

• Tristezza

• Confusione

• Sorpresa

• Disgusto

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Le emozioni secondarie - di relazione

Invidia

Odio

Gelosia

Vergogna

Imbarazzo

Colpa

Amore

Ira

Nostalgia

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Conosco e gestisco le emozioni

Per poter gestire le proprie emozioni occorre innanzitutto conoscere ,riconoscere e comprendere il loro funzionamento.

Il mondo delle emozioni può apparirci conflittuale se ci addolora, se crea agitazione e panico, ma può anche renderci felici, stupiti ed estasiati.

É importante capire che siamo noi ad avere la capacità di creare entrambi i tipi di emozioni e riconoscere che alcune di queste sono nocive alla nostra salute mentale e fisica.

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“Consapevolezza delle proprie sensazioni e la capacità di

riconoscerle, di governarle e di controllare i loro effetti in

un ambiente lavorativo” ( Higgs e Dulewicz)

Essere consapevoli :

conoscere ciò che si prova istante per istante

avere piena coscienza delle conseguenze delle

proprie emozioni su di sé e gli altri.

AUTOCONSAPEVOLEZZA

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Sviluppare autoconsapevolezza

Essere sempre coscienti:

• dei propri pensieri

• delle sensazioni

• del comportamento

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CONOSCI TE STESSO

Ovvero comprendere:

- Le proprie emozioni

- I propri punti di forza

- Le proprie debolezze

- Capire i bisogni e le energie che ci muovono

… evitando di assumere atteggiamenti ipercritici e di

nutrire speranze infondate..

… Ed essendo onesti con se stessi e con gli altri

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Intelligenza emotiva intrapersonale

Consapevolezza di se

Autovalutazione obiettiva delle proprie capacità e limiti

Fiducia in se stessi

Riconoscimento delle emozioni negative

Autocontrollo/gestione delle emozioni

Flessibilità e adattabilità

Capacità di alimentare la propria motivazione

Ottimismo

Spirito d’iniziativa

Raggiungimento degli obiettivi

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Intelligenza emotiva interpersonale La capacità empatica facilita la comunicazione, l’adattamento e il successo.

Riconoscimento delle emozioni altrui

Gestione delle relazioni

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Come agisco la collera?

Divenire consapevoli del proprio modo abituale di esprimere la

COLLERA (esplosiva, passiva autoaccusatoria, assertiva)

permette di sviluppare uno stile relazionale non reattivo di

fronte ai comportamenti indesiderabili degli altri e di affermare

meglio le proprie posizioni

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L’INTELLIGENZA EMOTIVA

“Capacità di motivare se stessi e di persistere nel

perseguire un obiettivo nonostante la frustrazione; di

controllare gli impulsi e rimandare la gratificazione; di

modulare i propri stati d’animo, evitando che la sofferenza

ci impedisca di pensare; e, ancora, la capacità di essere

empatici e di sperare”

(Goleman, 1995)

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Capacità di “mettersi nei

panni dell’altro”

L’empatia

È gratuito supporre che l'altro colga le stesse informazioni

e le elabori nello stesso modo

immedesimarsi in un’altra persona fino a

coglierne i pensieri e gli stati d’animo,

pur mantenendo il controllo dei propri

A che cosa serve ... … a rafforzare le relazioni e a migliorare

la qualità dei nostri rapporti con gli altri

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Essere trasparenti = coerenza tra sentimenti espressi e

sentimenti provati

Per entrare in empatia con l’altro :

Imparare a leggere non solo le parole , ma soprattutto i

sentimenti espressi con il linguaggio non - verbale

Porci in una condizione di ascolto attivo

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Il mio stato emotivo Come essere nel giusto stato per fare ciò che vuoi

Come far cambiare il tuo stato quando vuoi

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La nostra testa modifica i nostri comportamenti

Rappresentazione

interna

Stato

emozionale

fisiologia

Comportamento Risultati

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Il significato dei sentimenti

Non basta comprendere i sentimenti ma è necessario anche esprimere il particolare significato che tali sentimenti hanno per l’altra persona

Ti senti… perché …

Es: Ti senti arrabbiato perché il tuo insegnante ti ha

dato un brutto voto

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Aggiungere l’azione

Ti senti … perché… mentre vorresti …

Ti senti … perché non riesci a… e hai bisogno di …

per riuscire a…

Ti senti… perché non riesci a… e hai bisogno di …per riuscire a… Il primo passo che potresti fare è…

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Ascoltare L’ascolto richiede pazienza, apertura,

desiderio di capire.

Quando siamo aperti corriamo il rischio di cambiare

Ascoltare è una forma di accoglienza» — S.T. Mann —

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ASCOLTARE

ottenere e assicurarsi credibilità e

affidabilità

creare empatia, par far capire a chi ci ascolta che

comprendiamo il suo stato d’animo e i suoi sentimenti

Esercitarsi nell’arte dell’ascolto è in realtà un addestramento all’intuito il cui principale strumento non è la logica né la parola, ma la sensibilità.

Comprendere e ascoltare significa prendere tutto con sé, fare esperienza

diretta dell’altro e non indagare, giudicare ecc…

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ASCOLTARE ATTIVAMENTE

Incoraggiare l’altro ad

esprimersi

Ascoltare con tutto il corpo

Riassumere il contenuto

Porre domande

L’ascolto lo si attua oltre a livello cognitivo ad altri quattro livelli,

coordinati dall’emisfero destro del cervello costituiti

da: immagini, sensazioni, emozioni e movimento corporeo.

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Le sette regole dell’arte di ascoltare

1. Non avere fretta di arrivare a delle conclusioni. Le conclusioni sono la parte più effimera della ricerca.

2. Quel che vedi dipende dal tuo punto di vista. Per riuscire a vedere il tuo punto di vista devi cambiare punto di vista.

3. Se vuoi comprendere quel che un altro sta dicendo, devi chiedergli di aiutarti a vedere le cose e gli eventi nella sua prospettiva.

4. Le emozioni sono degli strumenti conoscitivi fondamentali se sai comprendere il loro linguaggio. Non ti informano su cosa vedi, ma su come guardi. Il loro codice è relazionale e analogico.

5. Un buon ascoltatore è un esploratore di mondi possibili. I segnali più importanti per lui sono quelli che si presentano alla coscienza come al tempo stesso trascurabili e fastidiosi, marginali e irritanti, perché incongruenti con le proprie certezze.

6. Un buon ascoltatore accoglie volentieri i paradossi del pensiero e della comunicazione. Affronta i dissensi come occasioni per esercitarsi in un campo che lo appassiona: la gestione creativa dei conflitti.

7. Per divenire esperto nell’arte di ascoltare devi adottare una metodologia umoristica. Ma quando hai imparato ad ascoltare, l’umorismo viene da sé.

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Come ascoltare attivamente

Sospendere ogni tipo di giudizio (non prendere decisioni rispetto

al messaggio che arriva dall’altra persona)

Resistere alle distrazioni

Aspettare qualche secondo prima di dare qualsiasi tipo di risposta

Cercare i temi ricorrenti

Riflettere sui contenuti (parliamo ad una velocità di 150 parole al

minuto, ascoltiamo ad una velocità due o tre volte superiore)

Sentire come l’altro percepisce sé stesso in relazione al mondo

Empatia

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LE CATTIVE ABITUDINI D’ ASCOLTO

Ascolto “ in attesa”: si è concentrati su cosa dire in risposta

a un feedback dell’altro e non si “vede” l’ora di poter

cominciare a parlare, tanto che spesso si interrompe chi sta

interloquendo.

Ascolto presuntuoso: si presume di aver già capito il senso

del discorso dell’interlocutore o dove andrà a parare con le

sue parole. Spesso si interrompe l’interazione .

Ascolto rituale: si è apparentemente attenti e concentrati

sull’altro, ma di fatto non interessati e realmente coinvolti. Lo

si attua quando si ascolta solo per puro compito e dovere.

Ascolto selettivo: si ascolta solo ciò che si vuole

effettivamente sentire dall’altro

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Nel vero ascolto risiede la conoscenza e la percezione

dell’altro.

Si tratta di un ascolto profondo e senza giudizio che

corrisponde ad uno stato interiore di grande libertà e

apertura mista alla capacità empatica di entrare in

vibrazione con l’altro.

Un ascolto autentico richiede un retrocedere della parte

egoica e dell’impulso ad interpretare e catalogare

immediatamente le informazioni ricevute.

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RAPPORT

È il processo che ti permette di comunicare e creare un legame con

la mente inconscia del tuo interlocutore.

Quando riesci a creare un

rapport le persone

accettano in modo acritico

tutti i suggerimenti che

invii alla loro mente

inconscia.

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CREARE RAPPORT

RAPPORT = Sintonia = Contatto

Per stabilire un rapporto interpersonale fatto di

fiducia, empatia e comprensione reciproca

Per ottenere un coinvolgimento empatico, positivo,

con qualcuno bisogna mettersi sulla sua stessa

lunghezza d’onda

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Le resistenze al contatto

Sono comportamenti difensivi appresi in tenera età e poi assunti per evitare la frustrazione che seguiva ai tentativi verso il soddisfacimento dei bisogni troppo spesso vanificati.

Le resistenze sono parte della saggezza organismica, utili a mantenerci in salute anche quando le situazioni della vita si presentano avverse, nel tempo però esse diventano atteggiamenti abitudinari e inconsapevoli e minano la capacità di dare risposte adeguate, l’impeto delle espressioni emotive, l’estrosità creativa, l’autenticità, limitando gravemente la realizzazione personale.

Le esperienze passate interrotte, sospese o irrisolte, oltre a causare dolore e rimpianto, bloccano l’energia vitale.

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Conscio e inconscio in dialogo

L’inconscio non può elaborare un pensiero negativo del conscio

es: “non pensare a un cavallo rosso”

Allo stesso modo anche l’inconscio non può trasferire un pensiero

negativo al conscio, proprio perché non può elaborarli

es: “speriamo che la nostra riunione non ci crei problemi”

linguaggio positivo per la comunicazione

tra mente conscia e inconscia

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Interpretare Chiedere

Identificarsi Stabilire le differenze

Banalizzare Prendere in considerazione

Indagare/Inquisire Basarsi sul “qui ed ora”

Enfatizzare gli errori Enfatizzare i successi

Rassicurare – Consolare Notare i punti di forza

Fare la morale/Giudicare Esplicitare altre soluzioni

Proiettare i propri bisogni Porsi in altra prospettiva

Ostacoli alla comunicazione

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I FILTRI PERCETTIVI

Il mondo viene interpretato in modo soggettivo

attraverso i filtri

Vincoli

individuali

Vincoli sociali

Vincoli neurologici

MONDO

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SISTEMI RAPPRESENTAZIONALI

VISIVO V

AUDITIVO A

CINESTESICO K

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INDICATORI VERBALI Predicati verbali

Visivi auditivi cinestesici

Vedere ascoltare toccare

chiaro gridare sentire

focalizzare chiasso solido

illuminare parlare teso

immaginare armonia irritato

prospettiva dire energico

Mostrare sonoro rilassato

Indistinto dissonante concreto

Colorato discutere ferito

visione chiamare

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VERBALE PARA VERBALE

NON VERBALE

VISIVO Chiaro, scuro, immagine,quadro,

cristallino,vedere, messa a fuoco, limpido,brillante,colori,

visibile,osservare,ecc

Parla velocemente

Volume alto

Assenza di pause

Ritmo serrato

Tono acuto

Tendente al falsetto

Postura eretta

Gestualità ampia e descrittiva

Respirazione toracica veloce e/o apnea

Occhi verso l’alto

UDITIVO Ascoltare,dire,sentire,

parlare,musicale suonare,campanello di allarme,cacofonico,

Sintonizzare,accordare

Volume medio

Mono tono

Ritmo ripetitivo e cadenzato

Oppure modulazioni

Postura inclinata lateralmente, testa a cornetta nell’ascolto

Gestualità altezza orecchie e bocca

Si tocca il volto mentre ascolta

Respirazione regolare

Occhi lateralmente verso le orecchie

CINESTESICO Sentire, provare caldo freddo pesante concreto pungente toccare con mano puzza di bruciato, gustoso

Parla lentamente molte pause volume basso tono caldo e profondo

Postura rannicchiata ,gestualità ridotta, mani e braccia spesso incrociate

Respirazione diaframmatica profonda

Occhi verso il basso

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PREDICATI VERBALI ACCESSI

1 Ti capisco

2 Vorrei che tu dessi un’occhiata a quel che ho fatto

3 Quel che ti sto dicendo ti suona giusto?

4 Desidero comunicarti qualcosa

5 E’ vero

6 La notizia è solida come la roccia

7 La notizia è da discutete parola per parola

8 La vita è bella

9 Sono sintonizzato perfettamente

10 Sento di essere d’accordo con te

11 E’ vero senza ombra di dubbio

12 Capisci quello che sto tentando di comunicarti?

13 Vorrei che tu lo afferrassi

14 Sono in perfetta armonia con la vita

15 Focalizza l’attenzione su questa attivita’

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PREDICATI VERBALI ACCESSI

1 Ti capisco Neutro

2 Vorrei che tu dessi un’occhiata a quel che ho fatto Visivo

3 Quel che ti sto dicendo ti suona giusto? Auditivo

4 Desidero comunicarti qualcosa Neutro

5 E’ vero Neutro

6 La notizia è solida come la roccia Cinestesico

7 La notizia è da discutere parola per parola Auditivo

8 La vita è bella Neutro

9 Sono sintonizzato perfettamente Auditivo

10 Sento di essere d’accordo con te Cinestesico

11 E’ vero senza ombra di dubbio Visivo

12 Capisci quello che sto tentando di comunicarti? Neutro

13 Vorrei che tu lo afferrassi Cinestesico

14 Sono in perfetta armonia con la vita Auditivo

15 Focalizza l’attenzione su questa attivita’ Visivo

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Il concetto di livelli logici in PNL (Robert Dilts basandosi su spunti di Bateson)

consiste nel:

considerare la struttura mentale come una serie di livelli gerarchici naturali che

caratterizzano la nostra personalità e la percezione del mondo e degli altri

(dall'ambiente, più esterno, fino all'identità e spiritualità, più profondi)

Ogni livello superiore include tutti gli altri collocati prima.

Pertanto ogni cambiamento ad un livello superiore si ripercuote sui sottolivelli, provocando così

un impatto maggiore sull'individuo.

Dilts ha distinto i livelli neurologici in 6 categorie (dal livello più esterno a quello più

interno)

Se tutti questi livelli sono fra loro allineati non si creano problemi, che sorgono, invece, quando

un livello sembra portare a obiettivi non conciliabili con quelli di altri (più esterni o più interni).

I livelli logici

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Spiritualità

Identità

Valori

Credenze

Abilità, risorse

Comportamento

Contesto

I livelli logici: le 6 categorie

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L'interazione complementare e simmetrica (5°assioma)

Le relazioni tra individui possono essere basate

sull'uguaglianza o sulla differenza. Nel caso dell'uguaglianza, gli individui che interagiscono tendono a rispecchiarsi l'uno nel comportamento dell'altro e danno luogo ad un'interazione simmetrica.

Nel caso della differenza il comportamento di un partner completa quello dell'altro e costituisce un tipo diverso di Gestalt (forma) comportamentale, si avrà allora un'interazione complementare. Nella relazione complementare si hanno due diverse posizioni: una posizione superiore, primaria che viene chiamata one-up e la corrispondente inferiore, secondaria, chiamata one-down..

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L'interazione complementare e

simmetrica (5°assioma)

La relazione tra due studenti è una relazione simmetrica, la relazione insegnante-allievo è una relazione complementare. In una relazione, due diversi comportamenti che si sono adattati ai rispettivi ruoli, sono interdipendenti, cioè si richiamano a vicenda.

Un individuo non impone ad un altro una relazione complementare, ma piuttosto ognuno di loro si comporta in un modo che presuppone il comportamento dell'altro e nello stesso tempo gliene fornisce le ragioni.

Tutti gli scambi di comunicazione sono simmetrici o complementari a seconda che siano basati sull'uguaglianza o sulla differenza.

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Stili manipolativi

Una relazione è sana quando alla base vi è il rispetto di se stessi e dell’altro. Una relazione è insana, disarmonica, priva di equilibrio quando la comunicazione è indiretta e mira a manipolare l’altro, cambiarlo, snaturarlo: chi manipola tenta di influenzare il comportamento dell’altro verso i propri bisogni traendone un senso di forza e di potere; chi è manipolato sente umiliazione e perdita di energia.

I principali stili manipolativi sono la Vittima, Il Persecutore, Il Salvatore, da cui derivano tutti gli altri.

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POSIZIONI ESISTENZIALI

Le posizioni esistenziali sono 4 e descrivono come una persona vede sé e gli altri.

Io sono OK; tu sei OK: + +

(posizione esistenziale sana, che induce ad un comportamento assertivo)

Io sono OK; tu NON sei OK: + -

(comportamento aggressivo)

Io NON sono OK; tu sei OK: - +

(comportamento passivo, servile; depressione)

Io NON sono OK; tu NON sei OK: - -

(futilità, cinismo)

La posizione esistenziale di un soggetto può cambiare con il passare del tempo

(THOMAS A. HARRIS -Berne)

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Uno scambio simmetrico

avviene tra interlocutori che si

considerano sullo stesso piano,

svolgendo funzioni comunicative e

ruoli sociali analoghi

Uno scambio complementare fa

incontrare persone che hanno una

relazione ma non sono sullo stesso

piano per potere, ruolo

comunicativo, autorità sociale,

interessi.

Posizione

one-up

Posizione

one-down

Siamo sullo stesso livello?

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Analisi Transazionale (E. Berne)

La transazione consiste in uno stimolo provocato da un

individuo e una reazione da parte di un altro individuo;

questa reazione, a sua volta, diviene un nuovo stimolo a

cui il primo individuo deve reagire.

Lo scopo dell’analisi transazionale è di scoprire in

ciascuno la componente Genitore, Adulto, Bambino che

sottende ogni stimolo o reazione.

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L’analisi

Transazionale definisce l’unità del

rapporto sociale

transazione, e

concentra la sua

attenzione sulle

comunicazioni

reciproche cercando

d’individuare i

meccanismi

inconsapevoli che le

governano

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Analisi Transazionale e stati dell’io (THOMAS A. HARRIS -Berne)

Genitore

Adulto

Bambino

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Genesi degli stati dell’io

Genitore: La parte genitoriale dell'io è quella dove sono custodite le esperienze e gli esempi.

E’ un insieme di registrazioni contenute nel cervello, di eventi esterni indiscussi o imposti, assorbiti da una persona da 10 mesi a 9/10 anni

(concetto inculcato della vita)

Adulto: La parte adulta è dove si elaborano le informazioni.

Il piccolo di 10 mesi ha scoperto di essere in grado di compiere qualcosa frutto della sua coscienza e di un suo pensiero originale: riesce a manipolare il mondo che ha intorno. L’autorealizzazione è l’inizio dell’adulto

Bambino : La parte bambino dell'Io è dove è racchiusa la spontaneità e l'emotività. Sono le registrazioni degli avvenimenti interni del bambino per reazione ad eventi esterni, a ciò che vede e ode, nei primi 5 anni di vita. E’un bambino non ok per la dipendenza insita nella condizione infantile di sopravvivenza, ma è anche creativo, curioso, desideroso di esplorare ed esaltato per le prime scoperte

(concetto sentito della vita)

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Il ruolo dell’Adulto

L’adulto è un computer elaboratore di dati, che macina decisioni dopo aver elaborato informazioni provenienti da tre fonti: Il Genitore, il Bambino e i dati che l’adulto ha raccolto o sta raccogliendo.

Una delle funzioni preminenti dell’Adulto consiste

nell’esaminare i dati del Genitore, verificarne la veridicità e la validità al momento attuale, e quindi accettarli o rifiutarli; e nell’esaminare il Bambino indagando se i sentimenti presenti sono appropriati al momento attuale .

La sua meta non consiste nel far piazza pulita del Genitore e

del Bambino ma nell’essere libero di sottoporre a disamina questi insiemi di dati.

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Genitore

(stimolo-reazione)

Adulto

Bambino

Le transazioni complementari tra omologhi dell’io sono quelle più sane e possono proseguire a lungo: i vettori non si incrociano

Marco Simona

Genitore

Adulto (Transazione assertiva)

Bambino

(THOMAS A. HARRIS -Berne)

Stati dell’io e Analisi Transazionale

Transazioni Complementari

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Stati dell’io e Analisi Transazionale

Transazioni Complementari

Marco

Genitore

(stimolo-reazione)

Adulto

Bambino

Le transazioni complementari anche per stati dell’io diversi: i vettori non si incrociano. La relazione può andare avanti a lungo.

Simona

Genitore

Adulto

Bambino

(THOMAS A. HARRIS -Berne)

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Stati dell’io e Analisi Transazionale

Transazioni Complementari

Genitore

(stimolo-reazione)

Adulto

Bambino

Le transazioni complementari anche per stati dell’io diversi: i vettori non si incrociano. La relazione può andare avanti a lungo.

Marco Simona

Genitore

Adulto

Bambino

(THOMAS A. HARRIS -Berne)

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Stati dell’io e Analisi Transazionale

Genitore

Adulto

Bambino

Marco Simona

Genitore

Adulto

Bambino

(THOMAS A. HARRIS -Berne) Transazioni Complementari

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Stati dell’io e Analisi Transazionale

Transazioni da complementari a incrociate

Genitore

(stimolo-reazione)

Adulto

Bambino

Se uno dei due cambia ruolo: finisce la relazione o va avanti con continui litigi e malessere (i vettori s’incrociano)

Marco Simona

Genitore

Adulto

Bambino

(THOMAS A. HARRIS -Berne)

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Stati dell’io e Analisi Transazionale

Transazioni Complementari

Genitore

Livello sociale

Adulto

Livello psicologico

Bambino

In molte transazioni in superficie sembra che l’iniziativa sia dell’adulto, ma l’esito è determinato dal bambino come nella maggior parte dei giochi

Marco Simona

Genitore

Adulto

Bambino

(THOMAS A. HARRIS -Berne)

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Stati dell’io e Analisi Transazionale

Transazioni Incrociate

Genitore

Adulto

Bambino (stimolo-reazione)

Le transazioni incrociate in genere sono causa di guai e la comunicazione s’interrompe:

i vettori s’incrociano

Marco Simona

Genitore

Adulto

Bambino

(THOMAS A. HARRIS -Berne)

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Stati dell’io e Analisi Transazionale

Transazioni Incrociate

Genitore

Adulto

Bambino

Le transazioni incrociate in genere sono alla base di litigi ed incomprensioni

Marco Simona

Genitore

Adulto

Bambino

(THOMAS A. HARRIS -Berne)

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Stati dell’io e Analisi Transazionale

Transazioni Incrociate

Genitore

Adulto

Bambino

Nelle transazioni incrociate in genere

l’aspetto relazionale classifica la

comunicazione : sono alla base dei giochi

Marco Simona

Genitore

Adulto

Bambino

(THOMAS A. HARRIS -Berne)

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Genitore

Livello sociale

Adulto

Livello psicologico

Bambino

In molte transazioni in superficie sembra che

l’iniziativa sia dell’adulto, ma l’esito è determinato

dal bambino come nella maggior parte dei giochi

Marco Simona

Genitore

Adulto

Bambino

Es: Uomo: Venga a vedere le stalle

Donna: Adoro le stalle sin da quando ero bambina

Stati dell’io e Analisi Transazionale Transazioni Ulteriori duplice (THOMAS A. HARRIS -Berne)

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Stati dell’io e Analisi Transazionale Transazioni ulteriori angolari

Genitore

Adulto

Bambino

Marco:“Beh, quest’abito qui è davvero bello ed elegante, ma forse è troppo costoso per lei”

Simona risponde prontamente: “Sì lo prendo!”

con aria quasi di sfida e piena di orgoglio, pur svuotando tutto il suo portafoglio.

Marco Simona

Genitore

Adulto

Bambino

(THOMAS A. HARRIS -Berne)

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PROBLEMI FUNZIONALI

CONTAMINAZIONE

ESCLUSIONE

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PROBLEMI FUNZIONALI

CONTAMINAZIONE

PREGIUDIZIO

G

A

B

PREGIUDIZI

ILLUSIONI-

ALLUCINAZIONI

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PREGIUDIZIO

• Si sviluppa nei primi anni dell’infanzia quando i genitori, dispensatori di sicurezza, chiudono al bambino l’accesso a certi argomenti. Il bambino non chiede per timore di essere rimproverato

• G domina A atteggiamento irremovibile perché offre sicurezza.

• ELIMINAZIONE: mettere a nudo il fatto che non è più pericoloso essere in disaccordo con i propri genitori e aggiornare il Genitore con i dati tratti dalla realtà concreta odierna.

ILLUSIONE/ ALLUCINAZIONE

• L’Illusione è radicata nel timore

• Allucinazione si verifica in una condizione di stress estremo.

• Nascono dagli oltraggi fisici- verbali – concreti che i bambini subiscono nell’infanzia.

• ELIMINAZIONE: svelare un’altra verità, svelare che il pericolo che originariamente minacciava il bambino non sussiste più nel mondo circostante.

G-A B-A

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PROBLEMI FUNZIONALI

ESCLUSIONE

G

A

B

ADULTO

CONTAMINATO DAL

GENITORE CON

ESCLUSIONE DEL

BAMBINO

INDIVIDUO CHE

NON SA

GIOCARE

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PROBLEMI FUNZIONALI

ESCLUSIONE

G

A

B

ADULTO

CONTAMINATO DAL

BAMBINO CON

ESCLUSIONE DEL

GENITORE

INDIVIDUO PRIVO

DI COSCIENZA Atteggiamento dominato dal bambino che,

tramite l’adulto contaminato, sfrutta gli

altri per i propri fini.

PSICOPATICO Si sente NON-OK e vede gli altri OK,

oppure per rivalsa si sente OK e vede gli

altri NON-OK

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PROBLEMI FUNZIONALI

ESCLUSIONE

G

A

B

ADULTO ESCLUSO O

IRRESPONSABILE

INDIVIDUO CHE

NON HA RAPPORTI

CON LA REALTA’

PSICOSI G e B sono alla ribalta in un

miscuglio caotico di dati arcaici,

esperienze infantili, prive di senso.

Ha stati d’animo di terrore

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La psicologia umanistica

Terza forza (A.Maslow ; C. Rogers)

L'idea centrale che coagula l'operato di scuole e autori per tanti versi divergenti, nella grande corrente della psicologia umanistica, è il tentativo di definire un nuovo concetto di "salute".

L'individuo "sano", in questa prospettiva, sarebbe colui che giunge alla propria "autorealizzazione", al pieno sviluppo delle proprie potenzialità, colui che diventa ciò che è, e non un semplice "adattato".

A. Maslow , in Motivazione e personalità, ha descritto una serie di tratti che a suo parere connotano le persone in via di autorealizzazione, cioè coloro che vanno oltre la 'normalità', coloro che sono realmente "sani".

Questi individui manifestano caratteristiche che vanno da una più accurata percezione della realtà all'assenza di atteggiamenti difensivi e artificiosi, da una fondamentale semplicità e naturalezza, ad una maggiore capacità di distacco e autonomia dall'ambiente, da un'intelligenza critica e creativa, ad una disposizione ad instaurare relazioni più collaborative, ricche e liberanti, e così via..

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Il principio della Gestald

Il verbo gestalten significa “mettere in forma” o “dare una struttura significante” e il suo risultato, la Gestalt appunto, è dunque una forma strutturata, completa e dotata di un senso.

La Gestalt sottolinea che il tutto è differente dalla somma delle sue parti e perciò la terapia della Gestalt assume che per comprendere un comportamento è importante, oltre che analizzarlo, averne una visione di sintesi, ovvero cercare di percepirlo nell’insieme del contesto globale (visione olistica).

Le ricerche della psicologia della Gestalt in particolare, dimostrarono che ogni individuo è costantemente bombardato da una serie di stimoli, ma il sistema percettivo ne seleziona solo alcuni e li organizza in strutture significative, o Gestalt.

In termini psicologici questo significa che, come individui, percepiamo noi stessi e il mondo come il risultato di un insieme di stimoli selezionati dal nostro sistema percettivo. Il sistema percettivo costruisce una figura definita rispetto ad uno sfondo indifferenziato. Quindi gli stimoli non vengono percepiti in modo disgiunto gli uni dagli altri, ma vengono organizzati in modo da rispondere al bisogno di costruire significati basati sull’esperienza percettiva dell’ambiente.

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La terapia della Gestald F.Perls

Fritz Perls sviluppò questo principio ed ebbe il merito di applicarlo alla terapia (io e tu, qui e adesso) nei termini in cui il paziente ha bisogno di sperimentare l’ambiente per costruire i suoi significati; la terapia consiste quindi nell’analisi della struttura interna dell’esperienza reale - come funziona il mio sistema percettivo - al fine di accrescere la consapevolezza di questo processo - sono consapevole di "vedere il mondo" in un certo modo.

”…operando sull’unità e sulla mancanza di unità di questa struttura dell’esperienza qui e ora, ci sarà possibile ricostruire i rapporti dinamici tra figura e sfondo, fino a quando il contatto non diverrà più intenso, la consapevolezza più luminosa e il comportamento più energico. La cosa più importante da stabilire è il fatto che una Gestalt forte è essa stessa la cura del momento e che la figura del contatto non è segno dell’esperienza, bensì essa stessa l’integrazione dell’esperienza”.

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ATTEGGIAMENTO ASSERTIVO

Attitudine a difendere i propri valori

Senza essere “né istrice, né zerbino”…

…ed essere se stessi…

Come?

ASCOLTARE L’ALTRO

SAPER ESPORRE IN MODO CHIARO IL PROPRIO PUNTO DI VISTA

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DAL LATINO ASSERERE = AFFERMARE,

SOSTENERE CON FORZA

ESPRIMERSI E/O COMPORTARSI IN MODO AUTOREVOLE, SOSTENENDO LE

PROPRIE IDEE

L’assertività è un approccio che ci permette di gestire in

modo costruttivo le relazioni interpersonali

Assertività

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Competenza relazionale che permette di

riconoscere le proprie emozioni e i propri bisogni e di

comunicarli agli altri nel rispetto reciproco.

È un modo di essere,

il prodotto di un equilibrio che nasce dall’armonia tra:

le abilità sociali

le competenze emotive

il pensiero razionale

Il comportamento assertivo e’

un atteggiamento che consente di

raggiungere gli obiettivi prefissati senza creare situazioni di conflittualità

Assertività

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NEGOZIAZIONE O COMPETIZIONE?

RICERCA DEL

VANTAGGIO RECIPROCO

LOGICA NEGOZIALE

SODDISFAZIONE DEI

BISOGNI DI ENTRAMBI

Assertività

Io vinco- Tu vinci Io perdo-Tu vinci

RICERCA DEL VANTAGGIO ALTRUI A DANNO PROPRIO

LOGICA RINUNCIATARIA

SODDISFAZIONE DEI BISOGNI DELL’ALTRO

Passività

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NEGOZIAZIONE O COMPETIZIONE?

RICERCA DEL VANTAGGIO PROPRIO A DANNO ALTRUI

LOGICA COMPETITIVA

SODDISFAZIONE DEI PROPRI BISOGNI

aggressività

Io vinco-Tu perdi Io perdo-Tu perdi

LOGICA DISTRUTTIVA

DANNO MIO DANNO TUO

TANTO PEGGIO TANTO MEGLIO

distruzione

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Le fasi dell’assertività

1. ASCOLTARE ATTIVAMENTE QUELLO CHE VIENE

DETTO, QUINDI MOSTRARE ALL’ ALTRA

PERSONA CHE SI E’ ASCOLTATO E CAPITO

2. ASSICURARSI DI AVER CAPITO (parafrasi, focalizzazione, esplicitazione

dell’emozione)

3. Tuttavia, d’altronde (parola di congiunzione)

4. Il proprio punto di vista ( in prima persona)

5. Negoziazione integrativa (se possibile)

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LA FRASE TERNARIA ASSERTIVA

OVVERO COSTRUIRE UNA FRASE IN 3 PARTI

(T.GORDON, pscicologo americano)

Parte iniziale: espone la situazione che vi fa reagire.

Inizia con “ quando tu…”

Parte centrale: esposizione dei vostri sentimenti o

delle vostre reazioni. Inizia con “ Io”

Parte finale: spiega il motivo logico che lega la vostra

reazione alla situazione data.

Esempio:

“Quando vi comportate cosi, io sono in difficoltà perché non riesco a portare

avanti il progetto”

124

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Benefici

verbalizzazione dei sentimenti

dell’interlocutore

sintesi del contenuto

semantico del messaggio

Si dimostra di aver compreso il messaggio

e di aver colto i sentimenti e le emozioni dell’interlocutore

• Riduce i rischi di incomprensione reciproca

• Crea un clima relazionale positivo e favorevole

• Stimola nell’altro atteggiamenti di ascolto attivo

( per modellamento)

ASCOLTO ATTIVO

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ESEMPIO:

“Sei sempre il solito distratto, vuoi finirla di pensare

solo alle tue cose…” (Messaggio aggressivo) “Io sento che ti stai chiudendo e non riusciamo più a parlare dei nostri problemi”

(Messaggio assertivo)

MESSAGGIO ASSERTIVO

Descrizione non valutativa del

comportamento

Neutra e asettica

Esclude: • Uso di etichette ed epiteti (es: pigro, fannullone,maleducato…)

• L’Interpretazione

• Dare valutazioni

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ESEMPIO:

“Alcune volte io sento che non presti attenzione a quello che dico….

+

Descrizione non valutativa del comportamento dell’altro

+

…e ciò mi dispiace perché…

+

Descrizione

MESSAGGIO ASSERTIVO

Espressione del sentimento

VANTAGGI: • Catarsi e liberazione

• Fornire Informazioni

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DIRETTO con espressioni in prima persona

ONESTO esprime con calma

ciò che si pensa o si sente

COERENTE corrispondenza tra

messaggio verbale e non verbale

FLESSIBILE adeguato alla situazione

e al contesto

FACILITATORE

del dialogo e del confronto

IL MESSAGGIO ASSERTIVO è:

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3) Avere una salda autostima positiva

2) Raggiungere in parte gli obiettivi prefissati

1) Mantenere e rinsaldare i rapporti con gli

altri

VANTAGGI

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CHE COSA PROVOCA?

Emozioni e cognizioni prive di insicurezza e ansia

Attenta considerazione degli altri

Fiducia in sé e negli altri

Scelte autonome

Rispetto della dignità propria e altrui

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STRATEGIE ASSERTIVE

Negoziazione integrativa

Disco incantato

annebbiamento

Dialogo interiore positivo

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Evitare i messaggi in seconda persona

Se non la smetti, allora..

Non devi farlo.

Dovresti sapere come migliorare.

Devi fare questo...

Perché non cerchi di...

Sei maleducato.

Fai questo, perché...

Perché lo fai?

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I messaggi in seconda persona

Fanno sentire le persone in colpa.

Vengono percepiti come un insulto, un'umiliazione, una critica, un rifiuto.

Possono comunicare assenza di rispetto per l'altro.

Spesso causano comportamenti reattivi e di rivalsa.

Possono danneggiare l'autostima di chi li riceve.

Possono produrre resistenza, invece che apertura al cambiamento.

Possono far sentire l'altro ferito e, dopo, pieno di rancore.

Sono spesso percepiti come punitivi.

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• Esprimere le proprie opinioni

• Essere ascoltato

• Provare bisogni, sentimenti, emozioni

• Chiedere

• Rifiutare

• Esprimere i propri sentimenti

• Sbagliare, fallire

• Essere se stesso

• Far rispettare i propri diritti

• Decidere di non essere assertivo

DIRITTI ASSERTIVI

SENZA SENTIRSI IN COLPA

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Il linguaggio del corpo del tipo assertivo

Postura eretta - rilassata - aperta

Espressione del volto coinvolta - interessata

Occhi contatto oculare diretto

Voce chiara - amichevole - calibrata - non forzata

Gestualità aperta - mani che non superano l'altezza dei

gomiti

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Il linguaggio del corpo del tipo aggressivo

Postura Rigida - Pugni serrati - Denti

stretti Espressione del volto Mascelle serrate - Minacciosa

- Sguardi di traverso - Viso teso

Occhi Fissi - Sporgenti - Vitrei Voce Veloce e ad alto volume -

Tagliente - Tono acuto Gestualità Accusatoria (puntare il dito) -

Invadente lo spazio personale - Tesa

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Il linguaggio del corpo del tipo passivo

Postura Curva - Accasciata - Piegata Espressione del volto Vuota - Sorriso di convenienza -

Disinteressata - Paurosa Occhi Rivolti verso il basso, evitanti - Ridotto

contatto Voce Bassa - Esitante/lenta - Debole - Veloce

(quando si è timorosi o ansiosi) Gestualità Smaniosa - Accennare l'assenso col capo

- Pizzicarsi velocemente - Torcersi le mani

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La parola synthesis, dal greco syntithemi, = “mettere insieme”

“comporre”, “avvicinare le parti per formare il tutto”

In filosofia la sintesi è quel processo cognitivo che da elementi parziali arriva a una conoscenza complessa e unitaria (tesi/antitesi/sintesi). In un testo, inoltre, rendere più complesso significa quasi sempre anche rendere più lungo.

Come conciliare, allora, il significato originario di complessità con l’idea comune di sintesi, che è “compendio, riepilogo, riassunto”?

Come risolvere la contraddizione tra comporre, ossia rendere più lungo, e riassumere, ossia rendere più corto?

La risposta è nella lingua: comporre non è semplicemente aggiungere, ma prima scomporre e poi scegliere, eliminare l’inutile e valorizzare ciò che resta.

SINTESI E BREVITA’

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CHIAREZZA e SINTESI

Periodi brevi e sintassi lineare Ridurre la lunghezza di un periodo ne aumenta la comprensione. Una regola del giornalismo inglese suggerisce: non più di 25 parole, e non più di due frasi in ogni periodo, meglio coordinate che subordinate. Più chiari in assoluto sono i periodi di una sola frase e con sintassi lineare: soggetto, verbo, complemento oggetto, chi - fa - cosa. Inoltre, le frasi brevi suggeriscono quel senso di urgenza che dà più efficacia al messaggio.

Es : Sono andato in banca e non l’ho trovato(coordinate)

Es: Sono andato in banca perché non avevo più soldi(principale con subordinata)

Pochi incisi Gli incisi - parentesi, virgole o trattini - rendono la frase più precisa e dettagliata, ma anche più lunga e faticosa. Se vuoi dar forza a un pensiero, dedicagli una frase principale.

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CHIAREZZA e SINTESI

Forma attiva

È più chiara e incisiva di quella passiva, che è più difficile perché mette in secondo piano il soggetto:

ES: Quando la vostra conferma sarà ricevuta, l’avvio del progetto verrà effettuato.

Inizieremo il progetto quando riceveremo la vostra conferma.

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PAROLE:

comuni Meglio problemi che problematica, meglio temi che tematica, usare anziché utilizzare, fare anziché porre in essere.

brevi Prima, anziché precedentemente; partire, anziché allontanarsi; rapido, anziché tempestivo. Le parole brevi entrano meglio nella mente di chi ascolta e vi rimangono più a lungo.

coerenti Chiama le stesse cose sempre con lo stesso nome. Un progetto è sempre un progetto, non un piano, o una previsione, o una proposta. Ai fini della chiarezza puoi dimenticare il concetto spesso equivoco di “sinonimo”.

dirette e concrete Pagare, non effettuare il versamento; soldi, non liquidi; sfratto, non provvedimento esecutivo di rilascio; licenziare, non ristrutturare, o razionalizzare

CHIAREZZA e SINTESI

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Verbi con modi e tempi semplici Meglio l’indicativo presente. Il congiuntivo è elegante, il condizionale è carico di

desiderio, ma per farsi capire conviene usare le forme più semplici e

comuni.

Es: “Qualora l’interessato non rispettasse le regole sarebbe soggetto a espulsione dalla

competizione” “Chi non rispetta le regole viene espulso dalla gara”

Volgere al positivo

Il linguaggio positivo è più chiaro di quello negativo:

Es: “Non sono esonerati dalla compilazione della documentazione i clienti con

problematiche relative a…”. “Devono compilare la documentazione anche i

clienti con problematiche relative a…” .

CHIAREZZA e SINTESI

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No alle nominalizzazioni, sì ai verbi

La nominalizzazione si compie quando si volge un

verbo in sostantivo: un vero disastro. Il verbo è

dinamico. Il sostantivo è invece statico (so-sta), è

fermo. Se dici costruire, vedi il muratore, la malta, i

mattoni e il muro. Se invece dici effettuare la

costruzione, spegni il verbo in un sostantivo, e ti serve

un altro verbo per tenere in piedi la frase. Ed è un

verbo povero: avviare il cambiamento, sostenere un

dialogo, implementare un mutamento di strategia…

CHIAREZZA e SINTESI

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Le 5 W dello stile giornalistico

Una serie di domande che offrono a chi costruisce una comunicazione

un filo logico a cui attenersi.

Who = chi,

What = che cosa,

When = quando, Where = dove, Why = perché.

Chi ha fatto che cosa, quando, dove e perché.

Arrivare dritti al cuore guai a svolazzare troppo attorno.

Come i cronisti, dobbiamo stare sui fatti!

La regola è validissima per chiunque debba passare un forte contenuto informativo: un nuovo modello organizzativo, il cambiamento di una procedura, una variazione ad un programma

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ORGANIZZARE LA STRUTTURA

La struttura in tre parti Se osserviamo le scelte più efficaci nell’impostare la struttura di un messaggio, troviamo una

curiosa analogia tra lo stile della comunicazione militare.

Il sergente , per esempio, accoglie le reclute con una serie di urli e minacce formulate secondo uno schema preciso

1) dico ciò che dirò

2) lo dico

3) ridico ciò che ho detto

A prima vista può lasciare perplessi. Vediamo cosa intendiamo di preciso con un esempio:

1) Ora vi darò le istruzioni su come preparare lo zaino per la marcia. (dico ciò che dirò)

2) Nello zaino dovete mettere: sacco a pelo, telo tenda, biancheria di ricambio, altimetro, carta topografica... (lo dico)

3) Capito tutto? Attenzione: l’importante è la tenda , il sacco a pelo e soprattutto la biancheria di ricambio perché se ve la farete sotto puzzerete come caproni e dormirete al gelo! ( ridico ciò che ho detto)

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Come applicare lo schema a tre parti alla scrittura

di lavoro?

Ecco un esempio.

Obiettivo: gratificare i collaboratori locali per l’incremento delle vendite relative al proprio servizio e stimolarne l’ulteriore sviluppo.

1) Le vendite di servizi sono aumentate del 20% nell’ultimo anno.

2) È un risultato brillante, frutto di un lavoro ben svolto. Grazie per questo primo obiettivo che premia l’impegno di chi tra voi ci ha creduto. Ora il budget annuale è più vicino, tuttavia serve anche il contributo di chi sta ancora cercando la strategia commerciale vincente. Se saremo consapevoli di far parte di un progetto importante che ci coinvolge tutti potremo superare le difficoltà.

3) Credo che tutti insieme faremo un ottimo lavoro e molti altri clienti sceglieranno di darci la fiducia che io ho in voi e nelle vostre capacità.

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Vantaggi della struttura in tre parti

La struttura a tre parti sembra contraddire la dote principale che vogliamo portare: la sintesi. Ma una cosa è la ripetizione, un’altra cosa è il richiamo.

La ripetizione è quasi sempre irritante; il richiamo, invece, dissimulato da cambiamenti formali e giustificato dall’ordine del discorso, può essere gradito e tornare comodo all’ascoltatore.

Quando nell’esordio introduciamo il messaggio, ci si aspetta una più dettagliata esposizione; quando annunciamo la conclusione, ci si aspetta una sintetica ripetizione del messaggio.

Inoltre tornare tre volte sullo stesso messaggio, sia pur con parole e modi diversi, produce tre effetti positivi: riduce i rischi dell’incomprensione, aiuta a ricordare, facilita la persuasione.

È chiaro che occorre il massimo sforzo contro il peggior nemico della comunicazione: la noia. Non dobbiamo far sentire alcuna ripetizione.

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LE 7 ATTENZIONI PER CONVINCERE

Uno schema per discorsi in pubblico che sfrutta le leve della convinzione.

1. Visione d’insieme: si parte da un ampio panorama.

2. Problema/bisogno: la visuale si stringe sul problema specifico dell’ascoltatore.

3. Idea/soluzione: la nostra proposta che risolverà quel problema.

4. Evidenze: fatti, statistiche, giudizi di esperti che ne testimoniano l’efficacia.

5. Vantaggi: i benefici specifici per l’ascoltatore.

6. Riepilogo: sintesi di quanto detto finora.

7. Azione: è il nostro obiettivo, il motivo per cui comunichiamo (compra, vieni ecc.).

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ESERCIZIO PER LA SINTESI PREPARO UN INTERVENTO DI TRE MINUTI

Descrizione dei fatti

Enunciazione dei una tesi formulata come opinione personale

Motivazione della tesi

- argomenti a carattere dimostrativo (mirati, convincenti)

- raffronti

- esempi ( di vita vissuta personalmente, tratti dal “ qui ed ora”)

- citazione

Riepilogo

Frase conclusiva

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PORSI DOMANDE

Obiettivo Che cosa voglio/devo ottenere?

Contenuti che cosa voglio comunicare?

Destinatari chi sono, che cosa pensano, che cosa otterranno i miei interlocutori?

Rapporto chi sono io per gli interlocutori?

(bisogna mettersi nei panni degli altri)

Contesto quando, dove, con quali mezzi, a quante persone, per quanto tempo devo/voglio/posso/ comunicare?

Come dirò ciò che voglio comunicare?

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La comunicazione e i social media

Perché esserci e cosa comunicare

Funzionale al mio obiettivo

Vari livelli di relazioni e conversazioni

Visibilità delle mie attività

Job Title (descrizione creativa di quello che faccio)

Slogan di vita, rappresentazione grafica

Il mio stile e i miei valori

Trasparenza e competenza

Semplificare i processi e migliorare il livello di servizio

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GESTIRE UNA CRITICA

Chi mi ha criticato?

Come è stata formulata?

Perché è stata espressa?

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Accettare la critica

Risposte da evitare

“No”

“Lei ha torto…..”

“Lei cade in errore….”

“Mi lasci dimostrare che non è così….”

In tal modo si alimenta solo la resistenza anziché scioglierla, meglio

dire

“Si …capisco, tuttavia consideriamo la questione sotto

questo aspetto….”

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CRITICHE DISTRUTTIVE CRITICHE COSTRUTTIVE

Si focalizza sulla persona e tende ad “etichettare”

Generalizza (“sempre”, “mai”)

Parla del passato

Ha intenti puntivi

(e provoca difese)

Si focalizza sul problema

È specifica

Offre strumenti per la “prossima volta”

Ha intenti formativi

(e offre sostengo)

AFFRONTARE LE CRITICHE

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E’ importante ascoltare bene l'interlocutore e riportare tutto sul piano dei contenuti, sfuggendo in ogni modo le battaglie personali. L'uso appropriato dell'ironia può essere di grande aiuto.

Quando ci viene rivolta una critica che ci rendiamo conto essere manipolativa la prima cosa da fare è rivolgere domande al nostro interlocutore al fine di guidarlo verso la formulazione di una critica costruttiva.

Mario: "Non capisci nulla" Stefania: "Mi stai dicendo che non capisco nulla, potresti spiegarmi meglio cosa intendi?"

Stefania ha usato in questo passaggio la parafrasi, ripetendo la critica di Mario e ha provato a guidarlo verso la formulazione di una critica costruttiva.

Vediamo come potrebbe proseguire il loro dialogo:

Mario "Intendo che sbagli sempre il tuo lavoro" Stefania "Cosa ti fa dire che sbaglio sempre il mio lavoro?" Mario "Ieri e oggi ha sbagliato nel fare una pratica" Stefania "Se ho capito bene mi stai dicendo che in questi ultimi due giorni ho sbagliato una pratica, mi puoi mostrare dove?" Mario "Sì, guarda qui"

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Gestione assertiva di una critica

L'assertività è prima di tutto una "filosofia di vita" fondata sul riconoscimento dei propri bisogni e di quelli altrui e su una ricerca di mediazione. Le tecniche non sono assertive di per sè ma diventano tali se la persona ha compreso e condivide questa filosofia.

Le tecniche che ci possono aiutare a gestire anche le critiche manipolative sono: l'annebbiamento, l'asserzione negativa, il disco rotto.

L'annebbiamento consiste nel rispondere a chi ci rivolge una critica manipolativa con l'affermazione “Interessante il tuo punto di vista". Questa tecnica ha il vantaggio di darci il tempo di riordinare le idee disorientando per un attimo il nostro interlocutore.

La tecnica dell'asserzione negativa consiste nell'ammettere in parte la veridicità della critica manipolatoria.

Mario "Sbagli sempre" Stefania "Lo ammetto, non sempre faccio le cose correttamente".

Nell'esempio Stefania ammette che l'affermazione di Mario è parzialmente corretta e la ridimensiona.

Infine con la tecnica del disco rotto, la persona ripete più volte la medesima affermazione. Questa tecnica può essere utile quando l'interlocutore è particolarmente aggressivo e non si riesce a pervenire ad una critica costruttiva e ad un dialogo.

Mario "Non capisci nulla" Stefania "Va bene, ora riprendo il mio lavoro" Mario "Sei sempre la solita, sei una persona inetta" Stefania "Va bene, ora riprendo il mio lavoro"

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DARE IL FEEDBACK

Max 5 min

1) Sottolinea i comportamenti corretti Es: avete fatto bene… – ho visto molto interesse…

2) Soffermati su ciò che potrebbe andare meglio la volta successiva.

Es: dobbiamo focalizzare meglio l’attenzione su…

3) Concludere con un commento positivo generico Es: è stata un’interessante presentazione… -

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QUINDI…..

Ascoltare

Provare a non stare sulla difensiva

Non interrompere o iniziare a giustificarsi

Incoraggiare la persona che sta dando il

feedback,ringraziarla

Accettare il feedback

Agire sulla base di quello che ci è stato detto

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“Io non so mai cosa ho detto fintanto

che non sento la risposta a quello che

ho detto”

Norbert Wiener , matematico statunitense

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La pace viene dalla comunicazione. Ezra Pound

“ Se vuoi costruire una nave, non richiamare prima di tutto gente che procuri legna, che prepari gli attrezzi, non distribuire compiti, non organizzare il lavoro. Prima, invece, sveglia negli uomini la nostalgia del mare lontano e sconfinato.”

Antoine De Saint Exupéry