Foglio di collegament o - Caritas Diocesana Città di...

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1 Notiziario mensile della Chiesa Tifernate D D i i c c e e m m b b r r e e 2 2 0 0 1 1 5 5 N N u u m m e e r r o o 7 7 3 3 A A n n n n o o V V I I I I NATALE, mistero DI MISERICORDIA Parafrasando un testo di San Paolo a Tito che la Liturgia propo- ne a Natale, Papa Francesco ha detto: “In Gesù è apparsa la grazia, la misericordia, la tenerezza del Padre: Gesù è l’Amore fattosi carne!”. Già San Bernardo aveva scritto: “Quale prova migliore della sua bontà Dio poteva dare se non assumendo la mia carne? Proprio la mia, non la carne che Adamo ebbe prima della colpa. Nulla mostra maggior- mente la Sua misericordia che l’aver egli assunto la nostra stessa mise- ria”. Ecco come possiamo intendere e vivere in modo unitario sia il mistero del Natale di Gesù, il Suo compleanno, sia la grazia del Giubileo straordinario della misericordia. Facendosi uomo come noi, anzi “carne”, Gesù si rivela Amore misericordioso perché scende dal suo Cielo, entra nel seno di Maria, si mette nella storia umana e assume la nostra esistenza nella forma più umile, più povera, più sofferta. Così, senza parlare, ci mostra chiaramente che l’Amore non è questio- ne di parole, buoni sentimenti ed emozioni, e neanche di dare qualcosa. È in-carnarsi e condividere la vita dell’altro nella sua condizione di limite, di povertà e di miseria, donando tutto se stesso. “Si fece Figlio dell’uomo, per abituare l’uomo a comprendere Dio e per abituare Dio a mettere la sua dimora nell’uomo”(sant’Ireneo). Arrivano quanto mai a proposito il Giubileo e il Natale in questo tempo in cui siamo impauriti dall’esplosione del terrorismo che sta portando strage di persone per lo più innocenti, distruzioni, insi- curezza, panico. La nascita di Gesù è stata salutata dagli Angeli come manifestazione della Gloria di Dio (che significa il Suo Amore gratuito e senza misura) e la Pace per tutti gli uomini che Dio ama fino a volerli figli suoi attraverso il Figlio Gesù, inviato nel mondo come nostro Fratello. Quel Bambino che nell’estrema povertà della grotta sorride, continua a stupirci e a commuoverci. Ci invita a deporre ogni forma di egoismo, odio, violenza. Ci insegna che la via della Pace è la via dell’umiltà e dell’Amore, che il cuore della Pace è la Pace del cuore, che l’Amore come il Suo può sa- nare ogni conflitto e ogni risentimento. Ci esorta a riconoscerci come fratelli suoi, figli del suo e nostro Dio, il Padre misericordioso. E come tali ad abbracciarci, a perdonarci, a farci del bene e non del male, a guardarci negli occhi e a dirci con un sorriso sincero: “Buon Natale, fratello!”, un Natale di Pace senza fine. Diocesi di Città di Castello Foglio di collegame n to

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Notiziario mensile della Chiesa Tifernate

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NATALE, mistero DI MISERICORDIA

Parafrasando un testo di San Paolo a Tito che la Liturgia propo-ne a Natale, Papa Francesco ha detto: “In Gesù è apparsa la grazia, la misericordia, la tenerezza del Padre: Gesù è l’Amore fattosi carne!”. Già San Bernardo aveva scritto: “Quale prova migliore della sua

bontà Dio poteva dare se non assumendo la mia carne? Proprio la mia, non la carne che Adamo ebbe prima della colpa. Nulla mostra maggior-

mente la Sua misericordia che l’aver egli assunto la nostra stessa mise-ria”. Ecco come possiamo intendere e vivere in modo unitario sia il mistero del Natale di Gesù, il Suo compleanno, sia la grazia del Giubileo straordinario della misericordia.

Facendosi uomo come noi, anzi “carne”, Gesù si rivela Amore misericordioso perché scende dal suo Cielo, entra nel seno di Maria, si mette nella storia umana e assume la nostra esistenza nella forma più umile, più povera, più sofferta. Così, senza parlare, ci mostra chiaramente che l’Amore non è questio-ne di parole, buoni sentimenti ed emozioni, e neanche di dare qualcosa. È in-carnarsi e condividere la vita dell’altro nella sua condizione di limite, di povertà e di miseria, donando tutto se stesso. “Si fece Figlio dell’uomo, per abituare l’uomo a comprendere Dio e per abituare Dio a mettere la sua dimora

nell’uomo”(sant’Ireneo). Arrivano quanto mai a proposito il Giubileo e il Natale in questo tempo in cui siamo impauriti dall’esplosione del terrorismo che sta portando strage di persone per lo più innocenti, distruzioni, insi-curezza, panico. La nascita di Gesù è stata salutata dagli Angeli come manifestazione della Gloria di Dio (che significa il Suo Amore gratuito e senza misura) e la Pace per tutti gli uomini che Dio ama fino a volerli figli suoi attraverso il Figlio Gesù, inviato nel mondo come nostro Fratello. Quel Bambino che nell’estrema povertà della grotta sorride, continua a stupirci e a commuoverci. Ci invita a deporre ogni forma di egoismo, odio, violenza. Ci insegna che la via della Pace è la via dell’umiltà e dell’Amore, che il cuore della Pace è la Pace del cuore, che l’Amore come il Suo può sa-nare ogni conflitto e ogni risentimento. Ci esorta a riconoscerci come fratelli suoi, figli del suo e nostro Dio, il Padre misericordioso. E come tali ad abbracciarci, a perdonarci, a farci del bene e non del male, a guardarci negli occhi e a dirci con un sorriso sincero: “Buon Natale, fratello!”, un Natale di Pace senza fine.

Diocesi di Città di Castello

F o g l i o d i c o l l e g a m e n t o

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i l v e s c o v o i n f o r m a

� Il tempo liturgico dell'Avvento, con le quattro domeniche e la solennità dell'Immacolata, ci offre, spe-cialmente all’inizio del Giubileo della Misericordia, una nuova opportunità per prepararci ad acco-gliere ancora meglio Gesù nella Parola, nell'Eucaristia, nei fratelli e nei poveri. I nostri Centri di Ascolto e l'Emporio della solidarietà ci segnalano le molteplici emergenze. Ogni parroc-chia provveda a donare il proprio contributo per ciò che ritiene meglio. Quel che conta è che siamo attenti a non chiudere la porta al "povero Cristo di oggi". Non sarebbe Natale cristiano.

� Ricordo che nella Solennità dell’Immacolata abbiamo due storiche ricorrenze: l’apertura del Giubi-

leo della misericordia a San Pietro (la prima è avvenuta a Bangui, Repubblica Centrafricana domeni-ca 29 novembre) e il 50º anniversario della conclusione del Concilio Ecumenico Vaticano II.

� L’apertura della Porta della Misericordia della nostra Diocesi di Città di Castello avrà luogo nella Basilica Cattedrale di Città di Castello, domenica 13 dicembre 2015:

• ore 17.00 - Santuario Madonna delle Grazie. Riti iniziali e Processione verso la Cattedrale. • ore 17.45 - Apertura della Porta della Misericordia (Portale Gotico del Duomo). • ore 18.00 - Memoria del Battesimo e Celebrazione dell’Eucarestia in Cattedrale.

Avremo anche la gioia dell’ammissione agli Ordini sacri del nostro seminarista Nicola Testamigna. Il 20 dicembre, ore 16.30, ci sarà l’Apertura della Porta Santa nella Basilica Santuario di Canoscio.

� Il Natale è il Natale di Gesù. È la festa del Suo Compleanno. Non va confuso con la vacanza. La litur-gia ben preparata, magari con la lectio divina nelle UP e nelle parrocchie, ci mette in comunione col Signore Gesù che è venuto, è presente e ritornerà (alla fine del Foglio trovate un buon sussidio che può aiutare). Anche il presepio può aiutare. La Cripta della Cattedrale ospiterà la 17ª Mostra dei presepi che vede tan-tissimi visitatori. Forse anche questa è occasione di riflessione, contemplazione e preghiera davanti alla rappresentazione del mistero commovente di Gesù Bambino, venuto per insegnarci a vivere nel modo più umile, più povero, più amabile. La solennità dell'Immacolata e le tante feste Mariane del periodo dell'Avvento ci propongono Maria come testimone esemplare del mistero dell'Incarnazione. Lei ci invita ad accoglierLo con la sua fede coraggiosa e il suo amore puro. Essendo un periodo “forte” dell’Anno liturgico e l’inizio del Giubileo, il clero prepari al meglio le celebrazioni, comprese quelle penitenziali, le opportune catechesi e ini-ziative a livello parrocchiale, di Up, zonali e diocesane.

� Anche quest'anno attraverso le emittenti TTV e TRG (che ringrazio sentitamente) offro un commento alle letture domenicali. Sono le quattro tappe che la Chiesa ci propone per vivere l'Avvento. Possono aiutare a riflettere. Ecco gli orari: Sull’emittente TTV (canale 16): Giovedì, ore 19.00 - 22.00; Venerdì, ore 09.35 - 14.30 – 17.35 - 23.15; Sabato, ore 12.30 - 15.25 - 18.00; Domenica, ore 08.00 - 10.10 – 18.30. Sull’emittente TRG (canale 211): Sabato ore 13.00 e domenica ore 10.30.

Raccomando vivamente al clero (sacerdoti e diaconi) tre appuntamenti da non mancare! � Il 17 dicembre - Ritiro spirituale. Sarà l'occasione per scambiarci gli auguri di Natale. � 18-22 gennaio - Esercizi spirituali diocesani (congiuntamente con il clero di Perugia - vedi più avanti le

informazioni e programma). Iscrizioni in Cancelleria entro dicembre. � Nei giorni 7 (sera) - 8 - 9 (fino a pranzo compreso) febbraio avrà luogo a Collevalenza “la due giorni per il cle-

ro”. Celebreremo il Giubileo (guidati dal vescovo Benedetto Tuzia), faremo una riflessione pasto-rale e vivremo un momento di fraternità (l’anno scorso fu molto partecipato e gradito). Chiedo a tutti di non mancare perché ci aiuta a crescere come presbiterio nella fraternità sacra-mentale, cuore della nostra vita spirituale e pastorale.

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� Raccomando vivamente la Festa della Santa Famiglia il 27 dicembre agli Zoccolanti (vedi programma).

Approfitto per ringraziare le coppie della Pastorale familiare e P. Eugenio. � Invito a pregare e a sostenere (magari facendolo sapere agli interessati) il corso di Esercizi spirituali per

gli animatori della Diocesi nei giorni 27-29 a Montecasale. Vogliono essere un aiuto per la loro ricerca voca-zionale e per il loro servizio. Ci sarò anch’io. Abbiamo bisogno di nuove e buone vocazioni.

� Comunico le ultime nomine avvenute in diocesi:

- Con Decreto prot. n. 120/15 volendo provvedere stabilmente alla celebrazione del culto divi-no ed alla adeguata cura pastorale dei fedeli della parrocchia di S. Martino d’Upò in Città di Castello che era affidata alla responsabilità pastorale del Rev.do Sac. Bricca mons. Lino, resa-si vacante per rinuncia del medesimo, visto il can. 682, § 1 del Codice di Diritto Canonico ed espletate le consultazioni e le indagini prescritte o ritenute comunque opportune; ho nomi-nato il Rev.do FESTA padre CLAUDIO o.f.m. Parroco della Parrocchia di S. Martino d’Upò a decorrere dal giorno 01 novembre 2015 e per la durata di nove anni.

- Con Decreto prot. n. 124/15, vista la prematura scomparsa di Mons. Sergio Susi e visti i requi-siti richiesti dal can. 1420 del Codice di Diritto Canonico, ho nominato il Rev.do Sac. GIL-DONI don ALBERTO Vicario Giudiziale del Tribunale Ecclesiastico Diocesano, a decor-rere dal giorno 01 novembre 2015 e a tempo indeterminato.

- Con Decreto prot. n. 126/15 volendo provvedere stabilmente alla celebrazione del culto divi-no ed alla adeguata cura pastorale dei fedeli della parrocchia di S. Donato in Trestina e della parrocchia di S. Stefano in Bonsciano; visti i cann. 517 §1, 523, 524 e 542-544 del Codice di Diritto Canonico ed espletate le consultazioni e le indagini prescritte o ritenute comunque opportune, ho nominato i Rev.di Sac. ZAMBRI mons. VENICIO, SIPOS don STEFANO, VALORI don SIMONE, Parroci in solido di S. Donato in Trestina e di S. Stefano in Bon-sciano a decorrere dal giorno 29 novembre 2015 per la durata di nove anni. Il moderatore sa-rà mons. Venicio Zambri.

- Con Decreto prot. n. 127/15 volendo provvedere stabilmente alla celebrazione del culto divi-no ed alla adeguata cura pastorale dei fedeli della parrocchia di S. Magno in Ronti, di S. Ma-ria in Morra e di S. Lorenzo in Volterrano, dopo la rinuncia del Rev.do parroco Tanzi mons. Giuseppe; visti i cann. 517 §1, 523, 524 e 542-544 del Codice di Diritto Canonico ed espletate le consultazioni e le indagini prescritte o ritenute comunque opportune, ho nominato i Rev.di Sac. ZAMBRI mons. VENICIO, SIPOS don STEFANO, VALORI don SIMONE, Parroci in solido di S. Magno in Ronti, di S. Maria in Morra e di S. Lorenzo in Volterra-no a decorrere dal giorno 29 novembre 2015 per la durata di nove anni. Il moderatore sarà don Simone Valori.

- Con Decreto prot. n. 135/15 volendo provvedere stabilmente alla celebrazione del culto divi-no ed alla adeguata cura pastorale dei fedeli della parrocchia di S. Crescenziano in Pieve de’ Saddi; visti i cann. 523 e 524 del Codice di Diritto Canonico ed espletate le consultazioni e le indagini prescritte o ritenute comunque opportune, ho nominato il Rev.do COSA don FRANCESCO Parroco della Parrocchia di S. Crescenziano in Pieve de’ Saddi a decorrere dal giorno 29 novembre 2015 e per la durata di nove anni.

� Domenico Cancian f.a.m. Vescovo

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a g e n d a d e l m e s e

DICEMBRE 2015 Mese dedicato alla Vergine Maria Immacolata

3 GIOVEDI'

S. FRANCESCO SAVERIO

Anniversario della morte di Biagioli mons. Terzilio (1994).

- ore 20.45, Seminario. Scuola Diocesana di Formazione Teo-logica.

4 VENERDI'

S. BARBARA, S. GIOVAN-NI DAM.

- ore 18.00, Chiesa del Seminario. I l vescovo partecipa alla fe-sta patronale della comunità ortodossa rumena che com-

memora S. Giovanni Damasceno e incontra il vescovo orto-

dosso Siluan.

- ore 18,30, Caserma Vigili del Fuoco. S.Messa nella festa di

Santa Barbara, patrona dei Vigili. Compleanno di Bârsan don Adriano.

5 SABATO

S. GIULIO M.

Anniversario della morte di Cappanna mons. Bruno (2000).

- ore 09.30, Madonna del Latte. I l vescovo partecipa all'incon-

tro con i volontari dei Centri di Ascolto (Caritas).

- ore 17.00, Sala Stefano. I l vescovo partecipa al ritiro spirituale

promosso dall’Uff icio per i problemi sociali, i l lavoro, la giustizia e la pace rivolto a quanti sono impegnati nel sociale e nella

politica.

- ore 17.30, Cripta della Cattedrale. Inaugurazione Mostra dei

Presepi.

6 DOMENICA

II D'AVVENTO - S. NICO-LA VESCOVO

- ore 11.00, Sangiustino. Santa Messa del vescovo per la co-

munità parrocchiale in occasione del trigesimo della morte di Mons. Gino Capacci.

- ore 15.00, San Francesco. Santa Messa del vescovo per la

comunità cattolica rumena.

7 LUNEDI'

S. AMBROGIO VESCOVO

- ore 09.30, Perugia. I l vescovo partecipa alla riunione della

CEU.

Anniversario dell’ordinazione sacerdotale di Zambri mons. Vi-

nicio.

8 MARTEDI'

IMMACOLATA CONCE-ZIONE

Solennità dell’Immacolata Concezione

- ore 09.00, Badia di Uselle. S.Messa presieduta dal vescovo

nella solennità dell’Immacolata.

- ore 18.30, Chiesa di S. Francesco. S.Messa del vescovo nella

solennità dell’Immacolata Concezione.

9 MERCOLEDI'

S. SIRO

- ore 09.30, Assisi. I l vescovo presiede la riunione della Com-

missione presbiterale regionale. - ore 18.30, Madonna delle Grazie. I l vescovo presiede

l’incontro di preghiera con le Aggregazioni laicali.

10 GIOVEDI'

N.S. DI LORETO

- ore 18.00, S. Maria Maggiore. I l vescovo presiede la S.Messa

nella festa della “Madonna di Loreto”, patrona della parroc-

chia.

Compleanno di P. Tomassi Quinto f.a.m.

11 VENERDI'

S. DAMASO PAPA

- ore 17.30, San Francesco. Santa Messa presieduta dal ve-

scovo per gli ammalati, i medici e il personale sanitario. Segui-rà lo scambio degli auguri di Natale.

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13 DOMENICA

III D'AVVENTO - S. LUCIA

V.

- ore 09.00, Chiesa delle Piccole Ancelle del S. Cuore. S.Messa

del vescovo per la festa di S.Lucia.

- ore 17.00, Solenne Apertura della Porta Santa del Giubileo della Misericordia nella Basilica Cattedrale di Città di Castello (vedi il programma)

14 LUNEDI'

S. GIOVANNI D.CR., S. POMPEO

Compleanno di Milli don Filippo.

15 MARTEDI'

S. VALERIANO

- ore 16.30, Vescovado. I l vescovo presiede la riunione dell’IDSC

Compleanno di Biondini don Samuele.

16 MERCOLEDI'

S. ALBINA

- ore 09.30, Seminario. Ritiro spirituale del clero in preparazione

al Santo Natale. Don Andrea Czortek propone una riflessione

sul tema del 5° Convegno Ecclesiale di Firenze e il vescovo sul

Giubileo della misericordia.

17 GIOVEDI'

S. LAZZARO

- ore 09.00, Santuario di Pelingo (PU). I l vescovo offre una me-ditazione-riflessione al clero di Urbino.

- ore 20.45, Seminario. Scuola Diocesana di Formazione Teo-

logica.

18 VENERDI'

S. GRAZIANO VESCOVO

- ore 21.00, Ristorante Boschetto. Tradizionale “Festa degli Au-

guri” organizzata dal Ce.I .S.

Onomastico di Bartolucci don Graziano.

19 SABATO

S. FAUSTA , S. DARIO

- ore 21.00, Teatro Comunale. Tradizionale concerto natalizio

eseguito dalla Filarmonica “G. Puccini”.

20 DOMENICA

IV D'AVVENTO - S. LIBE-

RATO MARTIRE

- ore 12.00, Cattedrale. I l vescovo celebra la Messa nella qua-

le sono ricordati i bambini nati nell’anno 2015.

- ore 16.30, Canoscio. Solenne Apertura della Porta Santa del

Giubileo della Misericordia nella Basilica-Santuario “Madonna

di Canoscio”.

22 MARTEDI'

S. FRANCESCA CABRINI

- ore 12.00, Vescovado. Scambio degli auguri Natalizi con i di-

rettori, i responsabili e i collaboratori degli Uffici di Curia.

24 GIOVEDI'

S. DELFINO

VIGILIA DEL NATALE DEL SIGNORE

- ore 24.00, Cattedrale. S. Messa di mezzanotte celebrata dal vescovo.

25 VENERDI'

NATALE DEL SIGNORE

NATALE DEL SIGNORE

- ore 18.30, Cattedrale. Messa Pontificale del vescovo.

26 SABATO

S. STEFANO PROTOM.

- ore 11.00, Pistrino. S.Messa del vescovo per la comunità par-

rocchiale.

Onomastico di Sipos don Stefano.

Anniversario della morte di Mandrelli mons. Pompilio (1992).

27 DOMENICA

S. GIOVANNI AP.

- ore 17.30, Zoccolanti. Festa della Santa Famiglia. Santa Mes-

sa con le famiglie della Diocesi. Onomastico di Gnaldi don Giovanni.

Anniversario della morte di Andreani mons. Giovanni (1995).

28 LUNEDI'

SS. INNOCENTI MARTIRI

Compleanno di Marini diacono Romano.

- ore 20.30, Hotel Garden. I l vescovo saluta i partecipanti alla

XXXIX “Torneo Francesca Fabbri”.

31 GIOVEDI'

S. SILVESTRO PAPA

- ore 18.30, Cattedrale. S.Messa di ringraziamento di fine anno.

Compleanno di Marianelli diacono Franco.

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Il Giubileo straordinario della Misericordia dalla Bolla di indizione del Giubileo “Misericordiae Vultus” di Papa Francesco (3.4.5.)

3. “Ci sono momenti nei quali in modo ancora più forte siamo chiamati a tenere fisso lo sguardo sul-la misericordia per diventare noi stessi segno efficace dell’agire del Padre. È per questo che ho indet-to un Giubileo Straordinario della Misericordia come tempo favorevole per la Chiesa, perché renda più forte ed efficace la testimonianza dei credenti. L’Anno Santo si aprirà l’8 dicembre 2015, solennità dell’Immacolata Concezione. Questa festa li-turgica indica il modo dell’agire di Dio fin dai primordi della nostra storia. Dopo il peccato di Adamo ed Eva, Dio non ha voluto lasciare l’umanità sola e in balia del male. Per questo ha pensato e voluto Maria santa e immacolata nell’amore (cfr Ef 1,4), perché diventasse la Madre del Redento-re dell’uomo. Dinanzi alla gravità del peccato, Dio risponde con la pienezza del perdono. La mise-ricordia sarà sempre più grande di ogni peccato, e nessuno può porre un limite all’amore di Dio che perdona. Nella festa dell’Immacolata Concezione avrò la gioia di aprire la Porta Santa. Sarà in questa occasione una Porta della Misericordia, dove chiunque entrerà potrà sperimentare l’amore di Dio che consola, che perdona e dona speranza. La domenica successiva, la Terza di Avvento, si aprirà la Porta Santa nella Cattedrale di Roma, la Basilica di San Giovanni in Laterano. Successivamente, si aprirà la Porta Santa nelle altre Basili-che Papali. Nella stessa domenica stabilisco che in ogni Chiesa particolare, nella Cattedrale che è la Chiesa Madre per tutti i fedeli, oppure nella Concattedrale o in una chiesa di speciale significato, si apra per tutto l’Anno Santo una uguale Porta della Misericordia. A scelta dell’Ordinario, essa potrà essere aperta anche nei Santuari, mete di tanti pellegrini, che in questi luoghi sacri spesso sono toccati nel cuore dalla grazia e trovano la via della conversione. Ogni Chiesa particolare, quindi, sarà di-rettamente coinvolta a vivere questo Anno Santo come un momento straordinario di grazia e di rin-novamento spirituale. Il Giubileo, pertanto, sarà celebrato a Roma così come nelle Chiese particolari quale segno visibile della comunione di tutta la Chiesa. 4. Ho scelto la data dell’8 dicembre perché è carica di significato per la storia recente della Chiesa. Aprirò infatti la Porta Santa nel cinquantesimo anniversario della conclusione del Concilio Ecume-nico Vaticano II. La Chiesa sente il bisogno di mantenere vivo quell’evento. Per lei iniziava un nuo-vo percorso della sua storia. I Padri radunati nel Concilio avevano percepito forte, come un vero sof-fio dello Spirito, l’esigenza di parlare di Dio agli uomini del loro tempo in un modo più comprensi-bile. Abbattute le muraglie che per troppo tempo avevano rinchiuso la Chiesa in una cittadella privi-legiata, era giunto il tempo di annunciare il Vangelo in modo nuovo. Una nuova tappa dell’evangelizzazione di sempre. Un nuovo impegno per tutti i cristiani per testimoniare con più en-tusiasmo e convinzione la loro fede. La Chiesa sentiva la responsabilità di essere nel mondo il segno vivo dell’amore del Padre […]. 5. L’Anno giubilare si concluderà nella solennità liturgica di Gesù Cristo Signore dell’universo, il 20 novembre 2016. In quel giorno, chiudendo la Porta Santa avremo anzitutto sentimenti di grati-tudine e di ringraziamento verso la SS. Trinità per averci concesso questo tempo straordinario di grazia. Affideremo la vita della Chiesa, l’umanità intera e il cosmo immenso alla Signoria di Cri-sto, perché effonda la sua misericordia come la rugiada del mattino per una feconda storia da co-struire con l’impegno di tutti nel prossimo futuro. Come desidero che gli anni a venire siano intrisi di misericordia per andare incontro ad ogni persona portando la bontà e la tenerezza di Dio! A tut-ti, credenti e lontani, possa giungere il balsamo della misericordia come segno del Regno di Dio già presente in mezzo a noi”.

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V Convegno Ecclesiale Nazionale

La Diocesi di Città di Castello ha partecipato al V Convegno Ecclesiale Nazionale, dando un apporto significativo allo svolgimento dei lavori condividendo, con tutti gli altri delega-ti delle 226 diocesi italiane, una significativa esperienza di ascolto, dialogo, confronto dal 9 al 13 novembre scorsi. Una significativa esperienza di Chiesa. Insieme al vescovo mons. Domenico Cancian e a don Andrea Czortek, membri del Co-mitato Nazionale, la delegazione diocesana era composta da Aldo Benedetti, Irene Lazzari, Maurizio Maio, Marcella Mo-nicchi e Alessandro Pacchioni, distribuiti in quattro dei cinque

ambiti di discussione (uscire, annunciare, abitare e trasfigurare; nessun delegato diocesano è stato inserito nell’ambito del verbo educare). Vi era anche don Moreno Migliorati, presente come giornalista accreditato. Al cronista spetta il compito di narrare quanto successo, ma anche di trasmettere le sensazioni vissute. E la prima sensazione, assai diffusa fra i presenti, era la serenità: si respirava una grande serenità fra tutti, espressa nella gioia di incontrarsi, nella familiarità del modo di relazionarsi, nella curiosità di ascoltarsi, nella disponibilità a lavorare insieme ai vari momenti delle intense giornate fiorentine. Una seconda sensazione, rapidamente affiora-ta, è stata quella della grande libertà di parola data a tutti; in questo clima la mente riandava a quanto letto sul Concilio Vaticano II e sulla libertà che vi si respirava: nel piccolo del convegno i delegati hanno ripetuto l’esperienza dei padri conciliari!

La prima giornata ha visto le delegazioni arrivare, per un totale di circa 2.500 persone appartenenti a tutte le componenti ecclesiali (vescovi, preti, diaconi, religiosi, laici), provenienti da tutte le diocesi italiane, forti di esperienze ecclesiali e umane differenti. La delegazione di Città di Castello, che ha viaggiato in treno (raggiungo la stazione di Arezzo grazie alla disponibilità di don Francesco Mariucci e del suo pulmino), ha alloggiato in un albergo vicino all’Arno insieme alle delegazioni di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e Terni – Narni – Amelia. Nel primo pomeriggio del 9 novembre il convegno ha avuto inizio con le processioni iniziali: nel nostro caso si partiva dalla chiesa di Santo Spirito. Raggiunto il Battistero (il “bel San Giovanni” di dantesca memoria) i partecipanti lo hanno attraversato, facendo memoria del Battesimo, per poi entrare nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore, monumento di pietra, spazio e luce. Qui il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo metropolita di Firenze, e il sindaco, dott. Dario Nardella, hanno portato ai presenti il saluto della Chiesa e della città; poi, mons. Cesare Nosiglia, arcivescovo metropolita di Torino e presidente del Convegno, ha presentato le finalità di questo importante appuntamento, che dall’ormai lontano 1976 convoca tutte le Chiese che sono in Italia (a Roma, Lore-to, Palermo, Verona e ora Firenze).

Il 10 novembre è stato il giorno dell’incontro con papa Francesco. La mattina, in Cattedrale, ha rivolto ai delegati un discorso che ha dato le coordinate di fondo alla riflessione dei giorni successivi. Il discorso del papa è stato preceduto da tre toccanti testimonianze: una catecumena della Diocesi di Aosta, una coppia di sposi della Dioce-si di Roma e un prete della Diocesi di Firenze, giunto in Italia dall’Albania a sedici anni come clandestino. Nel pomeriggio il papa ha presieduto la celebrazione eucaristica allo stadio “Artemio Franchi”.

I lavori sono entrati nel vivo mercoledì11 novembre quando, nella mattina, sono state presentate le relazioni del sociologo Mauro Magatti e del teologo Giuseppe Lorizio. Sono seguii i gruppi di studio e condivisione, composti ciascuno da cento delegati, a loro volta ripartiti in sottogruppi (“tavoli”) da dieci. Il lavoro dei gruppi e dei “tavo-li” è proseguito fino a tutta la mattina di giovedì 12 novembre e ha offerto ai cinque relatori finali, uno per ambi-to, quanto emerso nelle riflessioni. Il metodo ha senz’altro funzionato, garantendo a ciascun delegato la possibili-tà di intervenire, anche più volte. Attorno ai tavoli vi erano vescovi, preti, religiosi e laici tutti “alla pari”, parte-cipi di una discussione che è stata sviluppata secondo regole che favorissero la partecipazione di tutti. E il meto-do, a detta di molti, ha decisamente funzionato, offrendo anche un modello per future assemblee ecclesiali. Nella mattina di venerdì il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, ha pre-sentato un discorso conclusivo, dopo che i cinque relatori finali avevano a loro volta presentato le loro relazioni di sintesi. Questa, in estrema sintesi, la cronaca dei momenti più salienti di un convegno che ha visto anche altri interventi, quali quelli di un rabbino e dell’imam di Firenze, gli incontri con la città e altre testimonianze.

Alla fine, i delegati hanno riportato a casa una buona dose di entusiasmo e alcune “parole d’ordine” riecheggiate più volte nell’assemblea, tutte sintetizzabili in un concetto di fondo, che diventa il programma da perseguire nei prossimi anni: sinodalità.

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AC

Lettera del vescovo ai Rev.di Parocci

Carissimo confratello,

ricordo che a norma del can. 537 del Codice di Diritto Canonico ogni parrocchia ha l’obbligo di costituire il Consiglio Parrocchiale per gli Affari Economici dove i fedeli, scelti dal parroco, hanno il com-pito di aiutarlo nell’amministrazione dei beni della parrocchia. A differenza del Consiglio pastorale, la sua costituzione è obbligatoria. Ogni parroco proponga almeno tre nominativi di fedeli per le parrocchie al di sotto di tremila abitanti e almeno cinque per le parrocchie con più di questa cifra. I nominativi dovranno essere comunicati in Cancelleria Vescovile per la conferma da parte del Vescovo e resteranno in carica per un quinquennio e possono essere riconfermati. Premesso tutto ciò, per un corretto e corresponsabile svolgimento della vita ecclesiale, invito ogni parroco ad adempiere quanto richiesto entro il 15 dicembre 2015, nel caso che il CPAE non sia stato costituito o sia scaduto. Ricordo anche l’obbligo, a norma del can. 1287 del Codice di Diritto Canonico, di presentare il Bilancio parrocchiale entro il 31 marzo di ogni anno. Di cuore benedico te e la tua comunità parrocchiale, in comunione quotidiana di preghiera. Città di Castello, 25 novembre 2015

+ Domenico Cancian f.a.m , vescovo

18-22 GENNAIO ESERCIZI SPIRITUALI

CON IL CLERO DI PERUGIA E DELL’UMBRIA

Casa per ferie Villa “La Quiete” – Foligno, Via Uppello, 15 – tel. 0742.3502830

I sacerdoti provvedano a partecipare agli Esercizi Spirituali che nella tradizione della Chiesa (ed anche nella nostra esperienza) sono della grazia del Signore. Pertanto propongo, come già annunciato, di farli insieme al clero di Perugia. Parteciperanno anche al-cuni vescovi.

Predicatore: P. Amedeo Cencini FDCC (Psicologo e psicoterapeuta, Docente all’UPS) Gli esercizi iniziano con il pranzo di lunedì 18 gennaio: i partecipanti sono pregati di arrivare in mattinata, onde espletare entro le 12.30 le procedure per l’assegnazione delle camere. Chi non ha la possibilità di essere presente a pranzo lo comunichi all’atto dell’iscrizione e comunque con qualche giorno di anticipo.

È richiesta la presenza costante e integrale all’intero corso di esercizi; i partecipanti che per gravi motivi debbano momentaneamente assentarsi comunichino l’eventuale non presenza ai pasti.

Gli esercizi terminano con il pranzo di venerdì 22 gennaio. I partecipanti si provvedano di camice e stola bianca e della Liturgia delle Ore. Come raggiungere Villa “La Quiete”:

Uscire dalla SS 3 Flaminia in direzione “Foligno Centro” o “Foligno Est”. Oltrepassare (senza uscire) la prima deviazione a sinistra e l’uscita per Foligno Centro (Via Piave, a destra). Imboccare la successiva deviazione a sinistra, seguendo le indicazioni per l’Abbazia di Sas-sovivo Proseguire per 200 mt fino ad incontrare il bivio a destra per l’Abbazia di Sassovivo (Via Uppello) Circa 100 mt dopo il bivio girare a sinistra entrando nel viale d’accesso di Villa “La Quiete”

Quota di partecipazione: È indivisibile, cioè indipendente dall’effettiva fruizione dei pernottamenti e dei pasti : € 200.00, da versare alla reception dell’albergo.

Prenotazioni: quanto prima! Cancelleria vescovile - Don Alberto Gildoni - 075.855.30.30

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d a g l i u f f i c i d i c u r i a

UUSSMMII ee CCIISSMM SPECIALE UUSSMMII ee CCIISSMM SPECIALE UUSSMMII ee CCIISSMM

Congregazione delle Figlie

del Sacratissimo Cuore di Gesù

La Congregazione delle Figlie del Sacratissimo Cuore di Gesù è stata

fondata a Modena l'8 dicembre 1927 dal sacerdote don Luigi Boni,

innamorato dell'Eucaristia e di Maria. Si dedica in modo speciale al

culto dell'Eucaristia, alla promozione degli esercizi spirituali e alle

attività pastorali nella Chiesa locale.

Fedeli al carisma dell'Istituto, attingiamo dalla contemplazione del

Cuore di Gesù e del mistero eucaristico la forza per vivere con gioia

la nostra vocazione nella Chiesa e realizzare il motto del nostro Fon-

datore: "Dall'Eucaristia all'Apostolato e dall'Apostolato all'Eucaristia".

Attualmente siamo presenti anche in Brasile e, in Africa, nel Benin.

II 19 marzo 1958 alcune consacrate sono arrivate a Città di Castello e sono vissute per molti anni,

come comunità, nella casa parrocchiale di S. Maria Nova, collaborando alla pastorale della parroc-

chia e curando l'adorazione eucaristica quotidiana.

Nel 1990 la comunità delle Figlie del Sacratissimo Cuore di Gesù si è trasferita a Modena, ma il Si-

gnore ha voluto che, anche con la mia collaborazione, l'adorazione quotidiana continuasse nella

chiesa di S Maria Nova, cuore eucaristico della Città. Come sorella esterna, ma sempre apparte-

nente alla Congregazione, ho potuto portare avanti questo servizio eucaristico, carisma della no-

stra Famiglia religiosa. Ho vissuto questi 25 anni con dedizione e gioia cercando di curare il culto

a Gesù eucaristico, grazie anche alla collaborazione di tutte quelle persone che vengono regolar-

mente ad adorare il Signore vivo e presente in mezzo a noi.

Le lunghe ore che trascorro in chiesa ai piedi di Gesù, mi permettono di presentare, ogni giorno, al

Maestro Divino i bisogni e le intenzioni del Papa, del nostro Vescovo, della nostra Diocesi e di tut-

ta la Chiesa. Ricordo al Signore anche tutte quelle persone che chiedono preghiere per loro e per

tante situazioni di dolore e di prova. Accanto a questa preghiera di richiesta, lodo e ringrazio il Si-

gnore a nome di tutti per il suo grande amore per noi e per la sua presenza viva e reale nell'Euca-

ristia. Spero di poter continuare ancora un po' questa opera a servizio della Chiesa locale.

Francesca

CCaarriittaass DDiioocceessaannaa

Incontro con i volontari dei Centri di ascolto

La Caritas Diocesana in continuità con l’attività formativa realizzata fino ad oggi, propone un incon-tro dedicato ai volontari dei Centri di Ascolto delle Unità Pastorali che si svolgerà sabato 5 dicembre dalle ore 09.30 presso i locali della parrocchia Madonna del Latte. Si farà un confronto sulle varie esperienze e saranno fatte delle proposte.

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NNOOTTIIZZIIEE DDAALLLLAA BBIIBBLLIIOOTTEECCAA DDIIOOCCEESSAANNAA ““SSTTOORRTTII –– GGUUEERRRRII””

A fine novembre è uscito il volume Un vescovo contro il papato: il conflitto fra Guido Tarlati e Giovanni XXII (1312-1339), opera del prof. Pierluigi Licciar-dello pubblicata dalla Società Storica Aretina (pp. 191, tav. a colori e b/n, € 18). Lo studio ricostruisce, attraverso l’analisi di numerose fonti d’archivio, le fasi del processo per eresia che coinvolse il vescovo di Arezzo Guido Tarlati, impu-tato non tanto di un’eresia dottrinale, quanto di un atteggiamento di disobbe-dienza nei confronti del papa Giovanni XXII. Il volume riveste un notevole in-teresse anche per Città di Castello, nella cui vita, politica e diocesana, il Tarlati si inserisce appieno. Nel 1323, espulsi i guelfi da Città di Castello, il Tarlati vi insedia come podestà lo zio Rodolfo da Pietramala e ne allontana il vescovo, Ugolino della Branca, e una parte del clero. Un documento del 1329 mette in luce l’azione di Bartolomeo di Magio Tarlati, vescovo eletto dall’imperatore at-torno al 1327 e mai consacrato, che nel 1331 sarà indicato come arcidiacono castellano. Un altro caso di intervento nella gerarchia ecclesiastica locale è la rimozione dell’arciprete di Sansepolcro, sostituito con uno fedele al Tarlati.

Il volume sarà presto disponibile presso la Biblioteca Diocesana.

DDAALLLL’’AARRCCHHIIVVIIOO SSTTOORRIICCOO DDIIOOCCEESSAANNOO

“Cantando a Dio di cuore”:

un libro sulla riforma della musica sacra tra 0800 e ‘900 inaugura la nuova collana di studi sulla Diocesi di Città di Castello

Come comunicato nel numero scorso, l’Archivio Storico Diocesa-no ha promosso una collana di studi sulla Diocesi di Città di Ca-

stello dal t itolo “Castellana Ecclesia”, in collaborazione con l’editrice Pliniana di Selci. I l primo volume è opera del prof. Fran-

cesco Banconi e si int itola Cant ando a Dio di cuore. La rest aura-

zione della musica sacra in It alia t ra ‘800 e ‘900 e le sue ricadut e past orali nella Diocesi di Città di Cast ello. L’uscita è prevista per la

fine del 2015 o gli inizi del 2016.

Per prenot azioni copie rivolgersi a St abilimento Tipografico Plinia-na, Viale Francesco Nardi, 12 - 06016 Selci, t el. 0758582115 – email: [email protected].

UUFFFFIICCIIOO PPAASSTTOORRAALLEE GGIIOOVVAANNIILLEE

Soul Management System_Avvento 2015 Un sms al giorno, con un brano del vangelo e una piccola riflessione, che ti accompagneranno durante tutto l'Avven-to. Il servizio è gratuito e sarà attivo a partire dalla prima Domenica di Avvento. Ci si potrà iscrivere al servizio secondo queste modalità: - compilando l'apposita scheda su www.sicomoro.it, - oppure mandare una mail con scritto nome cognome numero di telefono e gestore telefonico all'indirizzo [email protected]

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2. Tombola natalizia 3. Caffè teologico

4. GMG Cracovia 2016

Dal 18 Luglio al 1 Agosto 2016. Il costo totale sarà di 490 euro suddiviso in rate. La prima rata sarà di 150 euro da versare entro il 21 Dicembre 2015 durante la Tom-bola di Natale della Pastorale Giovanile al teatro di Trestina. Il modulo è disponibile al sito www.sicomoro.it Per info scrivere a [email protected]

5. Esercizi spirituali

27-28-29 DICEMBRE 2016

Esercizi spirituali per tutti gli animatori della Diocesi dai 17 anni in su presso l’eremo di Montecasale (AR). Per info contattare [email protected]

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UUFFFFIICCIIOO PPAASSTTOORRAALLEE FFAAMMIILLIIAARREE

Programma 2015-2016 Si ricordano i seguenti appuntamenti di Pastorale Familiare

FESTA DELLA SANTA FAMIGLIA

• 27 Dicembre 2015 ore 17,30 - con Presepe dei bambini per le Famiglie presso gli Zoccolanti ITINERARI DI PREPARAZIONE AL MATRIMONIO

• 8 Gennaio 2016- San Giustino • 18 Gennaio 2016- Zoccolanti

GIUBILEO

• 10 Aprile2016- Pellegrinaggio Giubilare diocesano “delle Famiglie” a Collevalenza INCONTRI DI FORMAZIONE PER OPERATORI DI PASTORALE FAMILIARE

• 14 Marzo 2016 - CAFFÈ TEOLOGICO: L’aborto non lascia traccia? • MARZO 2016, data da definire- INCONTRO CON COSTANZA MIRIANO • 9 Maggio 2016 - CAFFÈ TEOLOGICO: Convivenza o Matrimonio? • 13 Giugno 2016 - CAFFÈ TEOLOGICO: Più diritti per gli omosesuali?

APPUNTAMENTI PASTORALI APERTI A TUTTI

• 24 Gennaio 2016- INCONTRO PER FAMIGLIE IN COLLABORAZIONE CON UFFICO SCUOLA.

• 31 Gennaio 2016- INCONTRO PER FAMIGLIE PARROCCHIA DI CERBARA • 14 Febbraio 2016- INCONTRO PER FAMIGLIE IN COLLABORAZIONE CON UFFICO

SCUOLA. • 13 Marzo 2016- INCONTRO PER FAMIGLIE IN COLLABORAZIONE CON UFFICO

SCUOLA. • 30 Aprile 2016- INCONTRO PER FAMIGLIE PARROCCHIA DI CERBARA • Settembre 2016 - FESTA DELLA FAMIGLIA

Con Preghiera di Diffondere il calendario nelle varie parrocchie!

Luisa, Fabrizio e Padre Eugenio

MMUUSSEEOO DDEELL DDUUOOMMOO

Sabato 5 dicembre ore 18.00 - Salone Gotico. Concerto Corale “Marietta Alboni”. Direttore Marcello Marini. Nell’ambito della XVI Mostra Internazionale di Arte Presepiale Mostra Storico-documentaria - Sala I. Il Tesoro di Canoscio: foto e documenti d’archivio 28 novembre – 31 dicembre. In collaborazione con Archivio storico diocesano

****** Natale in Alto Tevere Umbro A.D. 2015 I edizione. Iniziativa promossa dal Museo diocesano in collabo-razione con i Comuni di Città di Castello, Citerna, Montone e Umbertide. VISITE GUIDATE. (Prenotazione obbligatoria) Sabato 19 dicembre. Montone, Museo di San Francesco e Chiesa della Collegiata 075 9306535 [email protected] Domenica 20 dicembre. Citerna, Chiesa di San Francesco, Madonna di Donatello 075 3721525 / 340 2934882 [email protected] Sabato 26 dicembre Morra, Oratorio di San Crescentino

075 8554705 [email protected]

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Domenica 27 dicembre. Città di Castello, Museo diocesano 075 8554705 [email protected] Sabato 2 gennaio. Umbertide, Museo di Santa Croce 075 9420147 [email protected] EVENTI CULTURALI

Domenica 20 dicembre ore 17.00. Umbertide, Museo Civico di Santa Croce Made in Christmas - Dolci e prodotti di Natale con l’Oro Verde. A cura dell’Associazione Le Cuoche Er-ranti Sabato 26 dicembre ore 18.00. Montone, Chiesa Collegiata. Concerto di Natale. Corale Braccio Fortebraccio di Montone. Direttore Stefania Cruciani

Domenica 27 dicembre ore 21.00. Città di Castello, Salone Gotico. Concerto “Venite Adoremus” Orchestra da Camera San Crescentino - Coro di voci bianche della Schola Cantorum “A. M. Abbatini”. Maestro del Coro Emanuela Agatoni. Direttore Alessandro Bianconi Domenica 3 gennaio ore 18.00. Petriolo di Fighille, Santuario. Concerto “Un canto di Natale - A Christmas Carol”. Coro Gospel Altotiberino. Pianoforte ed organo Lorenzo Tosi. Direttore Paolo Fiorucci

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LABORATORI DIDATTICI

Anno scolastico 2015-2016. Sono attivi anche quest’anno i percorsi di didattica museale e territoriale destinati alle scuole di ogni ordine e grado del comprensorio Altotiberino. Date e modalità potranno essere concordati con gli insegnanti; verranno forniti materiali didattici di lavoro e di approfondimento.

Per informazioni e prenotazioni: dott.ssa Catia Cecchetti 075 8554705

[email protected] - [email protected]

AAZZIIOONNEE CCAATTTTOOLLIICCAA

Gruppo interparrocchiale adulti

Verso l'Anno Santo della Misericordia In preparazione all'apertura del Giubileo della Misericordia, il gruppo di Azione Cattolica presente in diocesi, ha promosso un'ora di Adorazione che si tiene presso la chiesa di S. Maria Nova un venerdì ogni due settimane. Già dal mese di Ottobre alle ore 16,30 viene fatta un'ora di Adorazione durante la quale, dopo la preghiera silenziosa e personale, la recita di un salmo, viene letto e meditato un capi-tolo della Bolla "Misericordiae Vultus". Infine mons. Antonio Rossi offre una meditazione molto pro-fonda su un'opera di misericordia spirituale o corporale. Preghiera e meditazione che vengono offerti a tutti coloro che vogliono essere presenti. Si ha la possibi-lità di riflettere con una sensibilità nuova sulle opere di misericordia, apprese dalle lezioni di catechi-smo, ma spesso dimenticate. Dopo l'Adorazione, per chi vuole, segue la recita del S. Rosario e la S. Messa.

Marcella Monicchi

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Scuola di Preghiera

La preghiera fa rinascere il mondo…

Signore, insegnaci a pregare (lc 11,1)

Che cos’è la preghiera? A cosa serve pregare?

Come faccio a pregare? C’entra con la mia vita concreta? Se ti stai interrogando che senso ha pregare oggi, o desideri pregare meglio, con più gusto e con più frutto, ti proponiamo una scuola di preghiera a tappe: un’esperienza di ascolto della Parola di Dio e del suo Spirito,

di dialogo e confronto fraterno guidati dalla Madre di Dio, l’Orante per eccellenza.

1ª tappa: 2 (pom) - 5 (sera) gennaio 2016

Il perché e il come della preghiera

Esercizi Spirituali per tutti con Don Paolo Lanza, Diocesi di Chioggia

Casa di preghiera “Ecco tua Madre” - Canoscio voc. Pieve 16, - 06018 Città di Castello (PG) 075 854 0528 - [email protected]

* La proposta è per tutti. Gli Esercizi iniziano alle ore 17.30 del 27 dicembre e terminano con la colazione del 31. * Sono in silenzio, per favorire l’ascolto e l’incontro personale con il Signore e con la verità di se stessi. * C’è la possibilità dell’accompagnamento personale, del dialogo spirituale e delle confessioni. * Si può partecipare sia come pendolari che come residenti (solo 10 posti disponibili, in camera doppia o tripla), ma si richiede la presenza a tutti e tre i giorni e a tutto il programma (richiedi). * Prenotarsi entro il 21/12 * Portare lenzuola, asciugamani, Bibbia e quaderno per appunti. * Offerta per contributo spese, vitto e alloggio secondo le proprie possibilità.

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CCOONNSSUULLTTAA DDEELLLLEE AAGGGGRREEGGAAZZIIOONNII LLAAIICCAALLII

PROPOSTA PER L’ANNO SANTO DELLA MISERICORDIA L'esperienza di preghiera comune, fatta all'inizio dell'Anno Pastorale, che ha già unito fortemente tut-ti i gruppi , associazioni , movimenti ecclesiali, continua con questa iniziativa voluta dall'equipe della Consulta e condivisa da tutti i referenti. Si tratta della recita della Novena all'Amore Misericordioso che verrà fatta singolarmente dagli aderenti alle aggregazioni che ne abbiano desiderio. Il significato di questa Novena è quello di prepararci all'apertura dell'Anno Santo della Misericordia, associando al-la preghiera anche l'impegno concreto di " accogliere " dando sostegno e aiuto una situazione di biso-gno, magari anche nascosta. La novena inizierà il 1° dicembre e terminerà il 9 dicembre. Essa verrà pregata singolarmente, ma al termine sarà conclusa comunitariamente con una S. Messa ce-lebrata da Mons. Vescovo presso il Santuario della MADONNA DELLE GRAZIE alle ore 18,30.

Marcella

XXVII Dicembre Organistico Tifernate

Padre Giorgio Catalani 2015

Città di Castello Basilica Cattedrale

Concerti d’Organo

Organo meccanico “F.lli Martinelli 1842”

La Schola Cantorum “Anton Maria Abbatini” in collaborazione con la Parrocchia della Catte-drale, ripropone il Dicembre Organistico Tifernate, dedicato alla memoria dell’indimenticato Padre Giorgio Catalani o.f.m., ideatore e promotore della manifestazione. La 27ma edizione propone una serie di concerti volti alla valorizzazione dell’antico organo a canne della Cattedra-le, realizzato dai Fratelli Martinelli del 1842, sottoposto a recente restauro.

Domenica 6 Dicembre ore 17,30 Tota Pulchra es Maria

Emanuela Agatoni Soprano Alessandro Bianconi Organo

Domenica 20 Dicembre ore 17,30

Un Natale Veneziano Ensemble “Nova Alta”- Alta Cappella

Renaissance & Early Baroque Historic Brass Ensemble David Brutti Cornetto

Stefano Bellucci, Andrea Angeloni, Danilo Tamburo Tromboni Renzo Menichetti Organo

Domenica 27 Dicembre ore 17,30

Angelus ad pastores ait Lorenzo Antinori Organo

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a v v e n t o - n a t a l e

MARANATHA !

VIENI SIGNORE GESÙ E ABITA LE NOSTRE ATTESE !

1. Il mistero dell'attesa e della venuta di Dio, vissuto nella vita di ogni giorno.

Le grandi visioni, gli annunci pressanti e i vivi esempi dei grandi i maestri e modelli dell'Avvento vogliono portarci a non attendere qualcosa di diverso da Cristo, ad accoglierlo con piena fiducia, appena egli bussa alla nostra porta, con gli atteggiamenti opportuni. Seguendo la liturgia della Parola li possiamo così sinte-tizzare: � Mantenersi vigili nella fede, nella preghiera, in

un’apertura attenta e disponibile a riconoscere i 'se-gni' della venuta del Signore in tutte le circostanze e i momenti della vita.

� Camminare sulla via tracciata da Dio, lasciare le vie tortuose; convertirsi, per seguire Gesù verso il Regno del Padre.

� Testimoniare la gioia che ci porta Gesù Salvatore, con la carità affabile e paziente verso gli altri, con l'apertura a tutte le iniziative di bene, anticipo della gioia senza fine.

� Avere un cuore povero e umile, imitando Giuseppe, la Vergine, Giovanni Battista, i pastori, i magi, i quali hanno saputo riconoscere in Gesù il Figlio di Dio.

� Partecipare alla celebrazione eucaristica in questo Tempo di avvento, significa accogliere e riconoscere il Signore che continuamente viene in mezzo a noi, seguirlo nella via che conduce al Padre. Con la sua venuta gloriosa alla fine dei tempi, egli ci introdurrà tutti assieme nel Regno, per farci partecipi del-la vita eterna con i beati e i santi del cielo.

2. Proposte e suggerimenti

Si adottino in ogni comunità i canti dell'Avvento che richiamino i motivi di questo tempo liturgico. Si sottolinei l’uso del colore viola, segno di privazione e di attesa. È bene evitare i fiori (almeno

sull'altare e su tutto il presbiterio) che dovranno comparire solo la quarta domenica di Avvento (se-gno della sposa pronta per lo Sposo, come Maria). Si potrebbe creare nella Chiesa una zona verde, con piante piccole. Per l’uomo contemporaneo il verde è segno di speranza e di novità.

Si adotti la pratica della corona dell'avvento, i quattro ceri da accen-dere uno per domenica e da far ardere anche durante le celebrazio-ni infrasettimanali. Tale uso, assai comune nelle regioni del Nord e Centro Europa, evoca la "Luce che viene" (così è detto nel Prologo di Giovanni) a illuminare la notte del nostro esilio, le tenebre del nostro cuore. Ogni domenica se ne accenderà uno, e questo indi-cherà il progredire della rivelazione, l'avvicinarsi del Signore. Que-sti quattro ceri possono trovar posto in un luogo conveniente (l'i-deale sarebbe vicino all'ambone). La loro accensione andrà sempre fatta dal sacerdote dopo l'omelia.

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3. Suggerimenti per vivere bene l’Avvento di carità In questo Anno, Giubilare ci viene proposta una particolare forma di carità come impegno concreto per vivere in pienezza il tempo di Avvento. “In questo Anno Santo, potremo fare l’esperienza di aprire il cuore

a quanti vivono nelle più disparate periferie esistenziali, che spesso il mondo moderno crea in maniera drammatica.

Quante situazioni di precarietà e sofferenza sono presenti nel mondo di oggi! Quante ferite sono impresse nella carne di tanti che non hanno più voce perché il loro grido si è affievolito e spento a causa dell’indifferenza dei popoli ric-chi. In questo Giubileo ancora di più la Chiesa sarà chiamata a curare queste ferite, a lenirle con l’olio della conso-

lazione, fasciarle con la misericordia e curarle con la solidarietà e l’attenzione dovuta. Non cadiamo nell’indifferenza che umilia, nell’abitudinarietà che anestetizza l’animo e impedisce di scoprire la novità, nel cini-

smo che distrugge. Apriamo i nostri occhi per guardare le miserie del mondo, le ferite di tanti fratelli e sorelle privati della dignità, e sentiamoci provocati ad ascoltare il loro grido di aiuto. Le nostre mani stringano le loro mani, e ti-

riamoli a noi perché sentano il calore della nostra presenza, dell’amicizia e della fraternità. Che il loro grido diventi il nostro e insieme possiamo spezzare la barriera di indifferenza che spesso regna sovrana per nascondere l’ipocrisia e l’egoismo” (MV, n. 15).

Proponiamo due impegni di carità per questo Avvento: la visita alla “Muzi Betti” e alle altre case che accolgono disabili, anziani, persone in varie difficol-

tà. Tutte le parrocchie prendano a cuore i tanti ospiti presenti in queste strutture visitandoli e por-tando amore e gioia. Il giorno più indicato è la Domenica, “giorno del Signore”.

Sostegno all’Emporio della solidarietà e ai Centri di ascolto affinché l'intervento caritativo sia più effi-cace ed anche più utile a livello educativo-formativo. È necessario il coordinamento dei moderatori e la disponibilità di tanti volontari.

Vogliamo impegnarci anche sul modo e sullo stile: grande attenzione e rispetto per la persona del povero che va ascoltato e aiutato, non solo per quello che gli è necessario per sopravvivere, perché il povero ha qualcosa da dirci e donarci.

1a DOMENICA DI AVVENTO

A. KIEFER, Am anfang, 2008 La Liturgia della Parola della prima domenica di Avvento si collega direttamente alla conclusione dell’anno liturgico appena trascorso. Il contesto é ancora quello della fine dei tempi. L'e-vangelista Matteo chiama il ritorno glorioso di Cristo Re, parusìa (24,27), una parola difficile da rendere in una traduzione, perché le parti che la compongono (parà = presso, accanto, verso; ed ousìa da eimì = so-no) danno l’idea di uno che é già presente. In effetti Cristo, di cui attendiamo il secondo avvento, avendo donato alla Chiesa il suo Spirito nel primo suo av-vento sulla Terra, da allora non ha fatto mai manca-

re la sua presenza ai discepoli, mediante la sua Parola, i Sacramenti, la Preghiera. Ritornerà, dunque, Colui che é già sempre con noi, secondo le sue stesse parole: «Ecco io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine del mondo» (Mt 28, 20)! La Chiesa, mentre attende il suo secondo avvento, gusta i frutti della Pasqua del suo primo avvento. Per esprimere questo dinamismo storico-salvifico, la liturgia del tempo di Avvento-Natale si presenta come una lunga sequenza cinematografica (un po’ alla Hitchcock); essa parte da un campo lungo, una visione di sconvolgimento cosmico, poi scende sulla terra, restringe la scena al Giordano e a Giovanni Battista, con qualche primo piano alla Vergine protagonista, fino ad una zumata vertiginosa, in notturna, su un bambino in fasce appena nato dentro la grotta di Betlemme, dove la Luce divina non manca per nitidi primi piani di pastori e magi; da lì l’inquadratura si allontana di nuovo per perdersi nel mistero del Verbo di Dio che era fin dal Principio e in quello della stessa Voce di Dio Padre che dallo squarcio

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dei cieli dà inizio alla missione del Figlio sulla Terra: uno schema perfettamente concentrico ed aperto, con il Natale del Signore al centro di una trama che ancora si sviluppa fino ai nostri giorni, un film d’amore, in cui almeno Uno ama sempre. Eccoci dunque allo sconvolgimento cosmico descritto dall’evangelista Luca in questa prima domenica di Avvento dell’Anno C. Si sente il fragore del mare e dei flutti. Si vedono sconvolte le potenze dei cieli. Tutto ciò genera ansia, angoscia, per quanto dovrà accadere sulla terra quando si vedrà «il Figlio dell’uomo venire su una nu-be con grande potenza e gloria» (21,27). L’immagine creata dall’artista contemporaneo Anselm Kiefer, incombente nella sua densità materica in quanto si estende su un piano di quasi quattro metri per sei, intitolata Am Anfang (In principio), im-pressiona per la resa di questo rinnovato caos primordiale su cui immaginiamo il Figlio dell’uomo ve-nire a ristabilire il Cosmo Ultimo. Su questo caos degli elementi della natura (cielo, mare, terra) l’artista pone una scala che, dal caos rappresentato nel quadro, esce verso lo spettatore: forse - ci chie-diamo - perché «risollevi e alzi il capo» e trovi una via di «liberazione»? Cosa può indicare infatti per noi cristiani questa scala (al di là dell’intenzione dell’artista)? Sicuramente la mediazione di Cristo. La sua croce, che unisce la terra della nostra umanità al cielo del-la sua divinità. La preghiera, scala di Giacobbe, che ricongiunge il cuore umano al cuore di Cristo, nel mirabile scambio che ci é stato donato dall’Incarnazione del Verbo. E quindi i Sacramenti, che rendono ogni giorno presente questa Incarnazione in mezzo alle tempeste, ai tumulti e al fragore dei cuori umani, spesso «appesantiti in dissipazioni e affanni della vita». Questa scala ha dei pioli difficili, ingombranti da scalare alla partenza; ma, man mano che vengono scalati, diventano sempre più comodi e facilitano l’ascesa. Aggrappiamoci a questi mezzi di salvezza per avere «la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo». Tempo di Avvento, ecco il tempo favorevole!

II domenica di Avvento

Gruppo artistico DAST, Desert breath, 1990-1997 Nel vangelo della seconda domenica di Avvento la litur-gia, dopo averci ricordato che il Figlio dell’uomo in un imprevedibile giorno ritornerà, ci riporta ad un momento preciso dell’azione storico-salvifica di Dio: l’anno quindi-cesimo di Tiberio Cesare. Circa trent’anni prima, una fan-ciulla di Nazareth aveva detto il suo «sì» incondizionato all’angelo mandato da Dio: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola (in greco: rema)» (Lc 1,38). Ora quella stessa parola (rema , Lc 3,2) si posa

su Giovanni Battista nel momento in cui comincia la sua predicazione del deserto. E’ il compimento della profezia di Isaia. Il deserto deve diventare la strada attraverso cui possa manifestarsi la salvezza per l’umanità. Anzi quel deserto é l’umanità stessa, bisognosa di redenzione. «Dio stava per venire in quel deserto, da sempre impervio e inaccessibile, che era l’umanità», dice Eu-sebio di Cesarea nel suo Commento al profeta Isaia . Luca infatti proclama: «Ogni carne vedrà la sal-vezza di Dio» (v. 6) e usa il termine «carne» (sarx) per indicare la condizione peccatrice dell’uomo; in questo modo egli dice due cose a cui tiene molto: che Gesù é il segno della misericordia del Padre ver-so i peccatori e che questa misericordia non ha limiti di tempo e di spazio. La strada che si apre in que-sto deserto é dunque l’umanità assunta da Cristo, non più impervia e inaccessibile a causa del peccato, ma destinata a diventare una fertile pianura. Per questo egli dirà di essere «la via, la verità e la vita» (Gv 14,6), che riconduce al Padre. La sua venuta abbasserà i monti su cui si innalza la superbia umana e colmerà i burroni in cui precipita ogni mortale angoscia; e l’umanità, dal suo esilio, potrà raggiunge-re la terra promessa della nuova pace con Dio in un deserto in piena fioritura. Infatti il Signore «cam-bierà il deserto in un lago d'acqua, la terra arida in zona di sorgenti» (Is 41,18). C’é una grande opera d’arte nel deserto egiziano che, su un territorio vasto quanto dieci campi di cal-cio, esprime simbolicamente questi significati che scaturiscono dalla predicazione e dall’azione battez-zatrice di Giovanni Battista nel deserto. Questa suggestiva opera di Land Art si chiama Desert breath

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(Respiro del deserto) ed é stata realizzata dall’artista greca Danae Stratou in collaborazione con Ale-xandra Stratou e Stella Konstantinidis negli anni tra il 1990 e il 1997. Da un punto focale, che in realtà é un bacino pieno d’acqua perfettamente circolare, partono due spira-li verso la stessa direzione, ma dai punti opposti del suo diametro. Questo diametro ha la lunghezza di 30 metri, cioé 3x10, la perfezione del 3 verso tutte le direzioni geografiche e temporali del 10. Il centro d’acqua é un punto “sorgente, generatore della doppia spirale, costituita da coni pieni a formare delle colline e coni vuoti a formare dei burroni. La spirale evoca lo sviluppo della vita, indica estensione e progresso della creazione che si espande all’infinito. Non a caso é la forma tipica delle galassie. Non pochi fossili preistorici mostrano uno scheletro a spirale e il girasole si volge verso il sole disponendo i suoi semi su linee curve spiraliformi. Alcune culture antiche indicano con la spirale il cammino dopo la morte. Dunque l’acqua del centro alimenta lo sviluppo infinito delle spirali sul cui tracciato il tempo va abbassando i coni pieni e va riempendo i coni vuoti. Le colline vengono abbassate e i burroni col-mati, mentre la doppia spirale continua ad avvolgersi protendendo la nuova creazione verso l’infinito dello spazio (tutti i popoli) e del tempo (l’eternità).

Immacolata Concezione

Dal racconto dell’Annunciazione parte la compren-sione di Maria come Vergine Immacolata. Maria é chiamata dall’angelo “piena di Grazia”. Per i creden-ti di tutte le epoche questa espressione indica anche l’assenza, in Maria, della macchia di peccato origina-le: perché lei é la Nuova Eva obbediente, chiamata a riscattare la prima Eva che del peccato si era mac-chiata; e perché il suo grembo era destinato a diven-tare «degna dimora per il Figlio» «in previsione della morte di lui» (Orazione colletta). Questo Figlio, nella sua natura divina, è Colui che né i cieli, né i cieli dei cieli possono contenere, perciò Maria é detta anche “plat itera ton ouranòn”, cioè “colei che é più ampia

dei cieli”. E su uno sfondo di cielo l’artista Antonino Pedone dipinge la sua Annunciazione. Il blu indica il mon-do divino e il silenzio della meditazione. L’incontro tra Maria e l’angelo rimane dunque sospeso in una dimensione di silenzio soprannaturale. La figura possente della Vergine é fatta della stessa materia cromatica dell’Angelo. Il pittore rinuncia al colore, preferendo dipingere le due creature con il bianco che contiene tutti i colori, e che quindi é luce. L’angelo, le cui ali sono fasci potenti e vorticosi di energia, si appoggia sulle nubi del Cielo (a destra dell’immagine); la Vergine, invece, é solida e statuaria come la cupola di una chiesa e il suo sgabello tocca la concretezza della terra (a sinistra dell’immagine); su di esso é poggiata una melagrana, simbo-lo della Chiesa. La terra di Maria e il cielo dell’angelo si stanno incontrando. E’ un incontro vero, reale, eppure invisi-bile e mistico. Così l’artista all’angelo fa toccare, con le sue braccia distese le spalle di lei, e la colomba dello Spirito Santo, come in un gioco amoroso le tira, nello stesso tempo, un filo dei lunghi capelli, raccolti come quelli di una dama del Quattrocento. Lorenzo Lotto aveva osato far arrivare di spalle l’angelo, facendo spaventare Maria e fuggire un gatto. Qui invece Maria é totalmente assorta e acco-glie silenziosa questo abbraccio dell’angelo. E’ assorta a leggere un libro. Ma sul libro, se si va a vedere, non ci sono scritte parole. L’artista si per-mette di disegnarci sopra il momento culminante della passione di Cristo: la sua crocifissione. La Ver-gine vede nel libro l’epilogo di ciò che l’angelo le sussurra all’orecchio. Non le viene sottratta la fatica della fede che nasce dall’ascolto della parola (fides ex auditu), come dice Paolo (Rm 10,17); ma la sua fede già guarda avanti. Sarebbe bello per lei e per tutti noi avere una visione frontale di ciò che Dio ci chiede; e invece Lui ci parla all’orecchio del cuore e lascia a noi, nella nostra libertà, di maturare tutta la consapevolezza del sacrificio che la fede richiede. Maria, perciò, dovendo un giorno sopportare la morte in croce del Figlio, deve prima concepirlo nel cuore e poi nel grembo. Perché sia tutto suo e tut-

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to di Dio. Ma già san Bernardo aveva immaginato questo momento della coscienza di Maria caricarsi di dolorosa responsabilità: «Tutto il mondo è in attesa, prostrato alle tue ginocchia: dalla tua bocca di-pende la consolazione dei miseri, la redenzione dei prigionieri, la liberazione dei condannati, la sal-vezza di tutti i figli di Adamo, di tutto il genere umano » (Om. 4, 8). Nella libertà della risposta di Maria c’é già prefigurato il dolore della spada che le trafiggerà l’anima, perciò Bernardo ancora immagina di esortarla: «O Vergine, da' presto la risposta. Rispondi sollecita-mente all'angelo. Apri il cuore alla fede, le labbra all'assenso, il grembo al Creatore». «Disse allora Maria: “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola”. E l'angelo si allontanò da lei» (Lc 1,38).

III domenica di Avvento Alcuni vanno a chiedere a Giovanni il Battista: «Che cosa dobbiamo fare?». È una domanda etica, che riguarda i comportamenti da assu-mere nella vita. A questa domanda l’umanità ha dato una risposta che precede sicuramente la venuta di Cristo. Si tratta della regola au-rea : fai agli altri quello che vuoi sia fatto a te, non fare agli altri quel-lo che non vuoi sia fatto a te. L’applicazione di questa regola che an-che Gesù ha formulato con il comandamento “ama il prossimo tuo

come te stesso” é l’anima dei dieci comandamenti; essi semplicemen-te la declinano nei rapporti degli uomini con Dio e degli uomini tra di loro secondo il criterio della giust izia distributiva; la giust izia che invoca Giovanni : «Chi ha due tuniche ne dia a chi non ne ha» (Lc 3,11). Ma Gesù non é venuto per insegnare una regola che gli uomini già conoscono; certo! Ha esortato a prenderla sul serio. Tuttavia quando egli spinge questa regola oltre se stessa, creando un comandamento che prima non esisteva: «amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano» (Lc 6,27), la domanda che ci sta dietro non é più: «Che cosa dobbiamo fare». Infatti come é possibile mettere in gioco la propria vita spingendola fino all’amore verso i nemici, come si può accettare di metterla in pericolo pur di testimoniarlo? Solo nella serena fiducia che questa vita sia in buone mani, e che, oltre la morte, essa si prolunghi nell’incontro con Dio. Allora la domanda soggiacente diventa un’altra: «Chi siamo, verso dove andiamo, cosa troviamo oltre la breve corsa della nostra vita?». Gesù con la sua morte e la sua risurrezione ha risposto a questa do-manda. La Sacra Scrittura conosce un termine per indicare il momento in cui questa risposta viene ac-colta dal credente; si chiama kairòs, tempo favorevole, tempo di salvezza, ingresso nel tempo di Dio. Quando questa risposta non viene trovata rimangono due possibilità: o si gioca d’azzardo con la vita in tutte le forme possibili della disperazione (vizi, dipendenze, violenza, autolesionismo, sport estremi) o, nel migliore dei casi, si accetta di vivere con consapevolezza il tempo inteso come chronos, il dio della mitologia greca che divora i suoi figli. Dentro questo tempo inesorabile l’uomo sente di «vivere per la morte» (Heidegger) e dentro questo spazio finito si sforza di esprimere la propria dignità etica. «Il tempo, come lo viviamo e come noi lo abbiamo concepito, incarna la nostra progressiva scomparsa. Siamo allo stesso tempo vivi e di fronte alla morte», così scriveva nel 1987 l’artista franco-polacco Ro-man Opalka (riportato dal New York Times del 10 agosto 2011). Erano già passati più di vent’anni da quando Opalka aveva deciso di guardare in faccia, ogni giorno, l’incombere della morte, nello scorrere inesorabile del tempo. Il suo progetto artistico Opalka 1965/1 — ∞, lo ha visto ogni giorno scrivere su una tela la data di esso e su una lastra fotografare il suo volto. Così, giorno dopo giorno, ha, per così dire, sfidato la morte stessa, appropriandosi dell’unica libertà possibile: il flash della sua ultima sera. Eppure, ora che questo artista é morto (il 6 agosto 2011, giorno della Trasfigurazione), un dubbio ci viene. Forse dinanzi all’assurdità della morte una risposta l’ha cercata, o forse l’ha vissuta come un de-siderio potente di vedere il giorno successivo al suo ultimo giorno; in quell’oltre infatti sembra colloca-ta la fine del suo progetto artistico e non prima. Forse da artista ha raccolto il desiderio, ancora non sopito nel cuore dell’uomo contemporaneo, che quella sfida possa confluire nell’epilogo inatteso di un piccolo segno, ∞: quello di un tempo infinito.

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IV domenica di Avvento Maria fa visita ad Elisabetta. Che miracolo può essere un incontro! Che forza può scatenare un saluto! Le due donne sono incinte. Maria ha nel suo grembo il Verbo di Dio. Il suo saluto, sgorgando dal cuore che Lo ha concepito, ne é già riverbero salvifico. Il Verbo fatto-carne cresce in lei e sa-luta attraverso lei, scatenando l’azione dello Spirito. E infat-ti l’altro bambino, nel grembo di sua madre Elisabetta, sus-sulta percependo nella voce di Maria la Parola di cui lui stesso dovrà farsi Voce nel deserto, la Parola di Colui che é “più forte e a cui non é degno di sciogliere i legacci dei san-dali“. E infatti per questo sussulto Luca usa lo stesso verbo che l’Antico Testamento utilizza per il sussulto di Esaù a contatto con Giacobbe nel grembo di Rebecca (Gn 25,22-25). Anche Giovanni Battista, in quanto amico dello sposo, come Esaù nei riguardi di Giacobbe, dovrà diminuire per lasciare spazio all’arrivo del Messia Sposo. E il sussulto del bambino precursore si fa voce della madre Elisabetta che benedice Maria, iniziando la catena di benedizioni, «d’ora in poi», fino ad oggi: «tutte le generazioni mi chiameranno beata!» (Lc 1,48). Ma Elisabetta benedice Maria con un «forte grido», quello di Israele alla vista dell’Arca

dell’alleanza su cui si posa la Gloria di Dio. Maria é questa arca (foederis arca) ed Elisabetta perciò grida, ricolma di Spirito Santo. E grida la benedizione di tutto Israele con le parole che Ozìa rivolse a Giuditta dopo che lei aveva troncato la testa al nemico Olofèrne: «Benedetta sei tu, figlia, davanti al Dio altissimo più di tutte le donne che vivono sulla terra, e benedetto il Signore Dio che ha creato il cielo e la terra» (Gdt 13,18). Giuditta é infatti figura di Maria, il cui frutto del grembo, Gesù, schiacce-rà la testa del nemico di tutti, satana. Tutto l’incontro é avvolto nella gioia perché tutto é partito dalla gioia, come racconta Elisabetta: «Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo» (Lc 1,44). La gioia é il primo dono dello Spirito Santo in chi incon-tra il Signore. Questa gioia dello Spirito avvolge tutta la scena dell’incontro di Maria ed Elisabetta nel video The

Greet ing (Il saluto) presentato da Bill Viola alla Biennale di Venezia nel 1995. Le due donne che si in-contrano, infatti, sembrano levitare nella gioia mentre sono avvolte da un forte vento che ne scompi-glia i vestiti, come fosse il vento gagliardo della Pentecoste. I colori degli abiti sono quelli della famosa Visitazione di Iacopo Carucci, detto il Pontormo (1528-1529) e stagliano la scena principale dal fondo scuro di una strada qualunque. La messa in scena é volutamente esagerata rispetto all’ordinarietà di un incontro tra due donne per strada, vestite dimessamente, ma felici di incontrarsi. Perché é nella vita ordinaria che si fanno incontri straordinari. Ma per comprenderlo bisogna uscire dagli schemi consumistici in cui viviamo e della fret-ta di cui nutriamo i nostri incontri (Maria ha fretta solo di arrivare da Elisabetta, non certo nello stare con lei). La genialità di Bill Viola nel video The Greet ing consiste nel dilatare i 45 secondi sufficienti a registrare l’incontro in 10 minuti di durata. Raccontare in 10 minuti quello che potrebbe accadere in 45 secondi é una sfida che un artista contemporaneo lancia alla società ipocritamente perfezionista in cui viviamo, dove gli aerei e i treni devono (giustamente) arrivare puntuali, ma gli esseri umani possono consumare i loro incontri e i loro affari senza neanche guardarsi. Ecco - ci dice Viola - ogni incontro può essere un kairòs, un tempo di Grazia, come fu l’incontro tra Maria ed Elisabetta. Quando in un incontro due persone incontrano l'Amore, allora ognuna sarà un miracolo per l'altra.

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Natale del Signore

PIERO CASENTINI, Annuncio ai pastori, Lezionario festivo, Anno C, CEI La gioia della Pasqua di Resurrezione ha il suo anticipo in quella che Evdokimov chiama la Pasqua dell’incarnazione. La venuta del Messia sulla Terra infatti inonda tutto di Luce e di Gioia. Nell’unico mistero pasquale si svolge tutta la vita di Gesù, fin dal suo Natale. Per primi i pastori ricevono l’annuncio della salvezza. Anche loro provano spaven-to e incredulità al manifestarsi soprannaturale della «gloria del Signo-

re» che «li avvolge di luce» (Lc 2,9); come i discepoli, che, vedendo il Risorto, «per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore» (Lc 24,41). L’angelo rassicura i pastori: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». L’artista Piero Casentini, volendo illustrare questo episodio del vangelo per il Lezionario ufficiale della Chiesa italiana, sceglie il colore della terra, dell’umiltà, come sfondo su cui tracciare un vortice di Luce pro-vocato dall’angelo annunciante. Esso si sviluppa a spirale proprio a partire dall’angelo e va a toccare i pasto-ri spaventati e le pecore del gregge messe a dormire nell’ovile. Il movimento cosmico di una nuova creazio-ne attira e assorbe dentro di sé la piccola luce verticale del fuoco acceso dai pastori, manifestando la spro-porzione tra la luce creaturale del fuoco acceso dagli uomini e la luce soprannaturale sprigionata dalla Glo-ria di Dio che si manifesta ai pastori con il fascinosum e il t remendum della ierofanìa. Li aspetta un bambino indifeso, avvolto in fasce. Con lo stesso termine la lingua originale del testo può indi-care sia le fasce che avvolgono i neonati sia quelle usate per avvolgere i cadaveri (spàrgana). Nella tradi-zione iconografica orientale delle icone del santo Natale, trasmessa poi all’occidente, il bambino ha il volto di un adulto ed é avvolto tutto di fasce come per la sepoltura. Fin dall’infanzia di Gesù la morte e la vita ini-ziano il mirabile duello da cui il Signore della vita, morto, regnerà vivo per sempre nell’annuncio di Pasqua. Questo bambino ha trovato posto in una mangiatoia. Come non vedere in questo umile gesto un altro mira-bile segno? La mangiatoia rimanda al mangiare, come il termine greco fatne (mangiatoia per cavalli) ri-manda al verbo patèomai (mangiare). Il bambino viene messo nella mangiatoia "per essere mangiato". Questa mangiatoia aspetta che ci avviciniamo ad essa per saziare la fame delle nostre passioni che conduco-no alla morte. Non siamo forse a Bethlemme? E non é Bethlemme la casa del pane? Questo Bambino ha già tutta la Bontà del Pane; come Lui stesso dirà: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di que-sto pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo» (Gv 6,51).

Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe ARCABAS, Natività a Bethlemme, Bruxelles, Palais archiépiscopal de Malines, (1995 – 1997) Olio su tela.

Gesù nasce e cresce in una famiglia; tuttavia i suoi genitori non si vedono molto negli anni della sua predicazione, né tantomeno si sa nulla dei suoi anni vissuti a Nazareth. C’é come un vuoto tra la sua infanzia, che si conclude do-dicenne, quando rimane nel tempio a discutere con i dottori della legge a insa-puta dei genitori, e la sua vita di adulto apparso a farsi battezzare sul Giordano da Giovanni Battista. Eppure il legame di Gesù con la sua famiglia di origine é ben riconosciuto e segnalato dai vangeli anche da adulto. Così Filippo quando trova Natanaele gli dice: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret» (Gv 1,45) e dopo la moltipli-cazione dei pani sul lago di Tiberiade la folla esclama: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre?» (Gv6,45). La personalità di Gesù, poiché si é sviluppata nella sua umanità come quella di

ogni essere umano, non può non recare l’impronta di Giuseppe e Maria. Ognuno di noi porta con sé certe abitudini, modi di fare, un’educazione, un certo gergo e persino una gestualità, che recano l’impronta

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dell’ambiente familiare in cui é cresciuto. Dunque la poderosa e sana psicologia di Gesù deve certamente tanto alla dolcezza e umiltà di Maria, ma anche alla solidità e alla silenziosa concretezza di Giuseppe. I pa-dri possono essere più o meno assenti nella vita dei figli, ma lasciano sempre un’eredità o la testimonianza di un modo di essere con cui essi dovranno necessariamente confrontarsi. Così é stato per Gesù, che con Giuseppe ha trascorso molti anni nella condivisione della vita familiare e del lavoro. Se da Maria sono arri-vate a Gesù la compassione e la tenerezza, da Giuseppe deve essere stata ereditata quella sottile arguzia ar-gomentativa, sempre spiazzante, che Gesù sfodera nelle dispute con scribi e farisei. D’altra parte la tradizio-ne mostra Giuseppe come uomo del dubbio. «Con il cuore in tumulto, tra pensieri contrari, il savio Giuseppe ondeggiava: sospetta segreti sponsali, o Illibata»; così canta l'inno Akathistos, caro alla tradizione bizanti-na. Ma Giuseppe, il giusto, é capace di ascoltare anche la parte più profonda di sé e di far vincere la verità di un sogno all’evidenza umana, assumendosene poi tutta la responsabilità. Nell’opera Nativ ità a Bet lemme, l’artista francese Arcabàs, seguendo una tradizione iconografica che ha il suo esempio più illustre in Cara-vaggio (Riposo durante la fuga in Egit to), lascia dormire pacificamente la mamma e il suo bambino, pro-tetti dalla presenza solida di Giuseppe. L’artista lo rappresenta con una candela in mano, mostrandone la ca-rità delle buone opere e il dono della fede; ma gli conferisce una struttura solida come un tronco d’albero, come é detto del giusto nella Bibbia, che sarà come «albero piantato lungo corsi d’acqua e tutto quello che fa riesce bene» (Sal 1,3). Giustizia e carità, fedeltà alla Legge e all’Amore.

Ospedale da campo

La Chiesa locale si prende cura di ogni ferita

La gioia e la forza del Vangelo “Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia”

“Il Kerygma possiede un contenuto ineludibilmente sociale: nel cuore stesso del Vangelo vi sono la vita comunitaria e l’impegno con gli altri”

(dall’ Evangelii gaudium di Papa Francesco n. 1 e n. 177)

Momento di preghiera insieme al Vescovo Domenico guidato dalla comunità monastica benedettina di Citerna

Lunedì 14 dicembre 2015 alle ore 21 Sala Santo Stefano – Palazzo Vescovile (piano terra)

Piazza Venanzio Gabriotti – Città di Castello

CCoommuunniiccaazziioonnee.... CCoommuunniiccaazziioonnee.... CCoommuunniiccaazziioonnee.... CCoommuunniiccaazziioonnee....

Martedì 22 dicembre, ore 12.00, il Vescovo invita in vescovado tutti i direttori, i re-

sponsabili e i collaboratori degli Uffici di Curia per un momento di condivisione e per

lo scambio degli auguri di Natale. * * * * *

Si comunica che in Cancelleria Vescovile è disponibile la nuova Agenda liturgica per l’anno 2015/2016 il cui costo è di € 15,00.

La redazione augura a tutti

BUON NATALE …e buone feste !!!