Focus Odontoiatria - La Ricerca - Medicare Free Press · Prof. Carlo Maria Rotella (FI) Fondazione...

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free press di medicina All’interno: Focus Bambini - Focus Estetica - Focus Oculisti Focus Odontoiatria - La Ricerca 05 Rivista medico- scientifica di approfondimento sui temi più attuali della salute e della prevenzione. Articoli e interviste a medici e professionisti. Distribuita gratuitamente nei centri di analisi e poliambulatori della Toscana.

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free press di medicinaAll’interno: Focus Bambini - Focus Estetica - Focus Oculisti Focus Odontoiatria - La Ricerca05

Rivista medico-scientifica di approfondimento sui temi più attuali della salute e della prevenzione. Articoli e interviste a medici e professionisti. Distribuita gratuitamente nei centri di analisi e poliambulatori della Toscana.

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Il centro di chirurgia estetica Hibiscus è una moderna struttura

abilitata ad offrire al chirurgo tutta l’organizzazione

e l’attrezzatura necessaria per poter eseguire qualsiasi

intervento nell’ambito della chirurgia plastica ed estetica,

sia in anestesia locale che generale.

Oltre ad una sala operatoria adeguatamente attrezzata,

il centro di chirurgia estetica Hibiscus dispone

di una sala di degenza dove il paziente può soggiornare dopo

l’intervento per ricevere l’assistenza necessaria nell’immediato

periodo post-operatorio.

E’ a disposizione del chirurgo anche una sala visite

per la gestione del paziente. Il presidio è sotto la direzione

sanitaria del Dott. Luigi DiVito Francesco specialista

in chirurgia dell’apparato digerente.

Tutti i locali del centro di chirurgia estetica Hibiscus sono

climatizzati per garantire all’utenza il massimo confort possibile.

La direzione sanitaria è a disposizione

dei chirurghi e medici curanti per fornire qualsiasi ulteriore

informazione ed è lieta di invitare

i colleghi a visitare il presidio.

CENTRO DI CHIRURGIA ESTETICA HIBISCUSVia Veneto 61/63 - 50145 Firenze. Tel. 055318521

www.centrochirurgircohibiscus.cominfo@centrochirurgicohibiscus.com

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Il centro di chirurgia estetica Hibiscus è una moderna struttura

abilitata ad offrire al chirurgo tutta l’organizzazione

e l’attrezzatura necessaria per poter eseguire qualsiasi

intervento nell’ambito della chirurgia plastica ed estetica,

sia in anestesia locale che generale.

Oltre ad una sala operatoria adeguatamente attrezzata,

il centro di chirurgia estetica Hibiscus dispone

di una sala di degenza dove il paziente può soggiornare dopo

l’intervento per ricevere l’assistenza necessaria nell’immediato

periodo post-operatorio.

E’ a disposizione del chirurgo anche una sala visite

per la gestione del paziente. Il presidio è sotto la direzione

sanitaria del Dott. Luigi DiVito Francesco specialista

in chirurgia dell’apparato digerente.

Tutti i locali del centro di chirurgia estetica Hibiscus sono

climatizzati per garantire all’utenza il massimo confort possibile.

La direzione sanitaria è a disposizione

dei chirurghi e medici curanti per fornire qualsiasi ulteriore

informazione ed è lieta di invitare

i colleghi a visitare il presidio.

CENTRO DI CHIRURGIA ESTETICA HIBISCUSVia Veneto 61/63 - 50145 Firenze. Tel. 055318521

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2 / MEDICARE

Cari Lettori di free press, è con grande soddisfazione che vi presentiamo il V numero del nostro periodico di informazione medico scientifi ca. Come sempre la nostra redazione ha contattato dottori e professionisti della Toscana per potervi offrire tanti approfondimenti utili nel campo medico. Troverete quindi consigli e informazioni sulle ultimissime novità in ambito terapeutico di numerose discipline mediche. In questo numero abbiamo voluto approfondire la tematica dell’infanzia e dell’adolescenza, rispondendo a molti quesiti legati a questo mondo così importante. Scopriremo inoltre un centro di eccellenza nell’assistenza sanitaria di gravidanze di bambini con cardiopatie congenite e di madri affette da cardiopatia.Ci soffermeremo inoltre sull’oculistica, l’odontoiatria, la ricerca e sulla conoscenza di un centro diagnostico all’avanguardia in Europa. Il nostro è un impegno sempre più costante perché meDicaRe free press sia ancora più facilmente reperibile in tutte le province della Toscana. Con nostra grande soddisfazione, la rivista è in distribuzione presso istituti, cliniche, poliambulatori della Toscana: potrete trovare la lista completa e aggiornata all’interno della rivista, reperibile anche online sul sito www.medicarefreepress.it.

medicarenumero 5aprile 2016

editore e concessionaria pubblicitàMGA Comunicazione & Pubblicità srl Via Aretina 167/m, FirenzeTel. 055/[email protected]

Visita i siti webwww.mgacomunicazione.itwww.medicarefreepress.it

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progetto editorialeRossella Sciommeri

Direttore responsabileAndreas Lotti

RedazioneCaterina Ventura

Direzione amministrativa Matteo Rovelli

segreteria e uffi cio stampaLucia PapiFrancesca TaniLaura Nannucci

stampa e confezioneVarigrafi ca, (Roma)

Progetto grafi coCarolina bianchini (fI)

Hanno collaboratoMarisa de GiorgiCarlo VenturiAnna Colonnelli

Tutti i diritti sono riservati. E’ vietata la riproduzione anche parziale senza l’autorizzazione dell’editore. Registrazione al tribunale di firenze n. 5944/2014 del 12/02/2014

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MEDICARE / 3

specializzazioni IN PRIMO PIANO

FocUs

4 BamBiniDynamo Camp (PT) (MI)Istituto Stomatologico Toscano - Prof.Ugo Covani (LU)Dott.ssa Casucci (LU)Prof. Alessandro Massei (LU)Dott. Casarosa (PI)Thesis (LU)Prof. Carlo Maria Rotella (FI)

Fondazione Toscana Gabriele MonasterioASL (MS)Dott. Bruno Murzi (MS)Dott. Ragusa (MS)Ugo Bottone (MS)

la RiceRcaMolteni Farmaceutici - Dott. Bruno Fiorentino (FI)Istituto Fanfani (FI)

32

esTeTicaDott.ssa Cristina Abboni (FI)Dott.ssa Milena Di Vito (FI) Dott. Pietro Massei (LU)Clinica di Medicina Estetica IREOS (FI)Dott.ssa Lo Russo (FI)Dott. Andrea Nannipieri (PI)Dott. Comacchi (FI)Dott.ssa Carlotta Manescalchi (FI) (MI)Eidos (PT)Le Suite (PO)

22

Centro Oculistico - Dott. Tommaso Verdina (FI)Italo Pistelli (PI) (SI) (LU) (FI)Dott. Nicola Passarelli (FI) (AR)Dott. Luca Pisani (PT) (FI)

ocUlisTi38

oDonToiaTRiaStudio Morandi - Dott. Ferruccio Morandi (PT)Dott. Michele Panichi (LU)Lidix (PI)Dott. Orfeo Magnanimo (PO)

42

specializzazioni in pRimo piano46

eco-inTeRVenTisTica mUscolo scHeleTRicaDott. Fabrizio Giannelli (FI)Dott. Gaetano Ricignolo (FI)

GYROTONIC® FIRENZESilvia Frosali (FI)Barbara Fatini (FI)

oRTopeDiaDott. Alessandro Pardi (LU)

aUDiopRoTesiAcustica Fiorentina (FI)

CHIRURGIA dell’obesItàClinica Leonardo - Dott. Furbetta (FI)

DiaBeTeDiabete (PO)

47

48

4949

5052

53545455

565758

psicHiaTRiaDott. Marco Martinelli (LU )

FleBoloGiaDott. Moretti Roberto (FI)

enDoscopiaDott.ssa Beatrice Paoli (FI)

GinecoloGiaDott. Marco Gambacciani (PI)

URoloGiaProfessore a contratto Pinzi (LU) (PI)

cHiRURGia GeneRaleDott. Giannini (FI) (PO)

FleBoloGiaDott. Stefano Martelli (FI) (PO)

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FocUsBambini

In questo numero di Medicare abbiamo voluto dare ampio spazio al mondo dei bambini e degli adolescenti, momenti

delicati nella vita della persona che meritano attenzioni specifiche sia da un punto di vista di prevenzione che di cure.

Vi presenteremo il primo Camp di Terapia Ricreativa in Italia che accoglie gratuitamente per periodi di vacanza e svago bambini e ragazzi affetti da patologie gravi e croniche con l’obiettivo di coinvolgerli in attività che siano di stimolo alle

loro capacità e rinnovino la fiducia in loro stessi e nelle loro possibilità.

Siamo tornati all’Istituto Stomatologico Toscano dell’Ospedale Unico della Versilia, struttura sanitaria di alto livello, per

trovare risposte a quesiti comuni che le famiglie si pongono in relazione alle cure odontoiatriche per i proprio figli.

Conosceremo la Fondazione Fosmel, nata con l’obbiettivo di correggere, grazie alla chirurgia plastica, le malformazioni congenite dei bambini che per motivi funzionali, psciologici e

sociali debbono essere trattate nei primi mesi di vita e delle strategie proposte per supportare le famiglie che dovranno

affrontare questi interventi.

In ambito di prevenzione, parleremo di podologia per correggere quanto prima atteggiamenti che potranno causare

disturbi muscolari e articolari nella crescita e delle terapie adatte per la vulvo-vaginite, un’infiammazione comune nelle

bambine in età pre-pubere che può creare numerosi fastidi alle piccole pazienti colpite.

Infine vi spiegheremo quanto la terapia familiare possa risultare molto utile nell’affrontare i momenti difficili che spesso

le famiglie sono chiamate ad affrontare durante l’infanzia e dell’adolescenza dei propri figli.

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6 / MEDICARE

LimestreVia Ximenes, 662loc. Limestre - 51028 San Marcello Pistoiese (PT)Tel. +39 0573 621728Fax: +39 0573 [email protected]

MilanoForo Buonaparte, 54 20121 MilanoTel. +39 02 8062941Fax: +39 02 8062965

Per la divulgazione e la promozione della raccolta fondi per Dynamo Camp scrivere a [email protected]

DONAZIONI Bonifi co bancario a favore di: Associazione Dynamo Camp Onlus - Banca Prossima S.p.A. - Piazza Paolo Ferrari 10, 20121 - Milano IBAN IT73 E033 5901 6001 0000 0005 639

Sostieni Associazione Dynamo Camp Onlus con il tuo 5xMille - C.F. 900 402 404 76

DyNAMO CAMPVAI A DyNAMO E TI DIMENTIChI LA PAROLA “DIFFICILE” (UNA RAGAZZA)

DYNAMO CAMP SIGNIfICA fAMIGLIA, E fAMIGLIA SIGNIfICA CHE NESSUNO RIMANE SOLO O VIENE AbbANDONATO (UN BAMBINO)

DYNAMO È UN ALTRO MONDO, ANCHE I PIù SfORTUNATI SI SENTONO NORMALI (UN BAMBINO)

VOGLIO ESSERE LIbERA COME ALLA DYNAMO….ANCHE NELLA VITA (UNA BAMBINA)

DyNAMO CAMP

Dynamo Camp è il primo Camp di Terapia Ricre-ativa in Italia che accoglie per periodi di vacanza e svago bambini e ragazzi dai 6 ai 17 anni, affetti da patologie gravi e croniche, principalmente on-coematologiche, neurologiche e diabete. I bambini provengono da tutta Italia e in parte da paesi este-ri. Dynamo Camp offre anche programmi concepiti ad hoc per l’intera famiglia e programmi dedicati a fratelli e sorelle sani (Siblings). Tutti gli ospiti sono accolti in modo gratuito.

L’approccio della Terapia Ricreativa secondo cui sono concepiti i programmi ha l’obiettivo di coinvol-gere i piccoli ospiti in attività divertenti ed emozio-nanti che siano di stimolo alle loro capacità e rinno-vino la fi ducia in loro stessi e nelle loro possibilità. Arrampicata, equitazione, tiro con l’arco, Terapia Ri-creativa in acqua, attività di circo, Art Factory, Radio Dynamo, Dynamo Studios, Dynamo Musical sono attività strutturate in modo che, con il supporto di staff qualifi cato, tutti i bambini possano sperimen-tarle e raggiungere il successo.

Associazione Dynamo Camp Onlus propone pro-grammi di Terapia Ricreativa in modo gratuito a bambini gravemente malati anche fuori dal Camp, in numerose città di tutta la penisola, con il progetto Outreach, in ospedali, case famiglia e a bordo del truck Dynamo Off Camp. Dynamo Camp è situato a Limestre in provincia di Pistoia, in un’oasi di oltre 900 ettari affi liata WWf, Oasi Dynamo, e fa parte del Seriousfun Children’s Network di camp fondati nel 1988 da Paul Newman e attivi in tutto il mondo. Questi i numeri del progetto Dynamo Camp del 2015, al nono anno di attività: 4.328 totale persone – bambini e genitori – coinvolti nel 2015 in attività di Terapia Ricreativa a Dynamo Camp e nelle attività di Outreach, di cui 1.687 persone servite in camp e 2.641 bambini coinvolti nell’Outreach di Dynamo Camp; 18 programmi presso Dynamo Camp, di cui 10 programmi per le famiglie e 8 per soli camper; 20 tappe di Outreach in città di tutta la penisola; 74 ospedali e 52 associazioni di genitori / patologia del network Dynamo Camp che inviano i bambini

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al Camp; 32 ospedali e 40 associazioni e case fa-miglia coinvolte nel progetto Outreach; 174 persone occupate tra dipendenti e persone di staff stagiona-le, tra cui 23 medici e 28 infermieri; 649 volontari donano il loro tempo, intelligenza e cuore.Dal 2007, anno di apertura, Associazione Dynamo Camp Onlus ha accolto a Dynamo Camp oltre 7.000 bambini e ne ha coinvolti oltre 9.500 nelle attività di Terapia Ricreativa in Outreach in ospedali, case fa-miglia e a bordo del truck Dynamo Off Camp.Dynamo Camp è finanziato in modo quasi intera-mente privato.

la Terapia Ricreativa di Dynamo camp fuori dal camp con il programma outreach di Dynamo camp e il Truck Dynamo off camp. Dynamo Camp porta i suoi programmi di Terapia Ricreativa anche fuori dal Camp, in ospedali, case famiglia e a bordo del truck Dynamo Off Camp.Nel 2016 il progetto Outreach, in particolare at-traverso il truck Dynamo Off Camp, è supporta-to per il terzo anno consecutivo da Fondazione Johnson&Johnson, partner strategico di Dynamo Camp nella concezione e realizzazione di progetti innovativi. L’Outreach di Dynamo Camp raggiunge bambini malati ricoverati in ospedale, ospiti in case famiglia, e bambini nella post ospedalizzazione o provenienti da strutture non ospedaliere a cui vengono propo-ste in modo gratuito attività sulla base dell’esperien-za dei programmi di Dynamo Camp. Dal 2010 ad oggi, grazie alle attività di Outreach, sono stati rag-giunti e coinvolti oltre 9.500 bambini in numerose città di tutta Italia.Questa la testimonianza di un papà all’arrivo delle attività di Outreach nell’ospedale dove era ricovera-to suo figlio: “Papà, puoi chiedere all’infermiera se porta la flebo con antidolorifico?” mi dice mio figlio. Arriva invece Dj Polpetta che con il suo entusiasmo riesce a coinvolgere i nostri figli e tra un quiz e uno spot passiamo 2 ore in allegria e anche il dolore è

più sopportabile .... Radio Dynamo grazie”Nel 2016 il progetto di Outreach di Dynamo Camp farà tappa nelle città di Torino, Bologna, Firenze, Napoli, Bari, Genova, Roma, Milano, Ancona, Pa-lermo proponendo a bambini e ragazzi le seguenti attività:

Radio: laboratori radiofonici. I bambini imparano a conoscere il mezzo radiofonico e le sue potenziali-tà. Lo staff radio aiuta i ragazzi a realizzare dei veri e propri contenuti radiofonici e a realizzare un clock radio (programma) che andrà in onda sul palinsesto della web radio, che si ascolta all’indirizzo www.ra-diodynamo.it

art&craft: laboratori creativi che consentono ai bambini coinvolti di elaborare e liberare la propria espressività, realizzati in base all’esperienza di Dynamo nell’arte attraverso il progetto dynamoar-tfactory.org

studios: laboratori foto e video in cui i ragazzi si cimentano nella realizzazione di fotografie, video clip e filmati prodotti con il supporto di staff tecnico

musical: laboratori per mettere in scena brevi se-quenze di musical noti al grande pubblico, con pro-ve di danza, canto e recitazione.

DyNAMO CAMP

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La pedodonzia o odontoiatria pediatrica è una di-sciplina che previene e cura le patologie odontosto-matologiche del paziente in età evolutiva, dai 2 ai 16 anni.L’odontoiatria infantile, oggi meglio definita “odon-toiatria pediatrica”, sta all’odontoiatria come la pe-diatria sta alla medicina, ed è per questo motivo che nell’ambito dell’Istituto Stomatologico Toscano viene dato grande risalto a questa importantissima branca.Il giusto approccio psicologico adottato dal profes-sionista consente di aiutare il bambino a superare le paure, talvolta trasmesse inconsapevolmente dai genitori divenuti odontofobici a causa di esperien-ze negative pregresse, e di affrontare con serenità lo studio odontoiatrico, con gli odori e i rumori, non sempre piacevoli, che lo caratterizzano.Il bambino è un soggetto dinamico in continua evo-luzione, per questo alcune abitudini viziate, come parlare male, respirare in maniera inadeguata, de-glutire in modo non corretto o suggere il dito o il ciuccio in maniera prolungata, determinano un’in-fluenza negativa sullo sviluppo dei mascellari.Compito del professionista in questo ambito è ripri-stinare, nelle diverse fasi della crescita, l’armonia, così da permettere un sano sviluppo delle strutture afferenti al cavo orale. Abbiamo rivolto al Prof. Ugo Covani, direttore dell’I-stituto Stomatologico Toscano, alcune domande uti-li sull’argomento.

Prof. Covani, in che modo bisogna aver cura della salute orale del bambino?I denti decidui sono importanti per la masticazio-ne e la fonazione del bambino, ma rappresentano

inoltre una base sulla quale costruire la dentatura permanente e la sua occlusione; per questo è fon-damentale che rimangano sani fino alla permuta ed all’eruzione dei denti definitivi.Il succhiamento del pollice o l’utilizzo del ciuccio non dovrebbero prolungarsi oltre il terzo anno e, ove continuasse, bisognerebbe portare il piccolo dal dentista per monitorare che l’abitudine viziata non comporti nel tempo disfunzioni ed alterazioni dell’occlusione.Il biberon della notte dovrebbe contenere solo AC-QUA, senza l’aggiunta di zucchero o di qualsiasi altra sostanza (latte, camomilla, tisane varie, ecc.): durante la notte infatti la salivazione è notevolmente ridotta, e questo fa sì che gli acidi attacchino in ma-niera maggiore lo smalto dei denti.Il bambino dovrebbe essere sottoposto ad un con-trollo odontoiatrico ogni sei mesi.

Quanto le abitudini alimentari incidono sulle pa-tologie orali del bambino?Le abitudini alimentari del soggetto rappresentano un fattore di rischio di fondamentale importanza (Naidoo & Myburgh, 2007; Karjalainen, 2007). I batteri cariogeni costituenti il biofilm necessita-no di carboidrati per vivere e riprodursi, e quindi il metabolismo di tali sostanze, specie dei carboidrati semplici, produce acidi che provocano la deminera-lizzazione dei tessuti duri dentali, causa dei segni clinici della carie.L’assunzione di bevande e cibi contenenti carboi-drati semplici è sconsigliata fuori dai pasti principali; in particolare, l’uso del succhiotto edulcorato e l’uso non nutrizionale del biberon contenente bevande zuccherine devono essere fortemente sconsigliati.

Prof. Ugo Covani

Istituto Stomatologico Toscano Centro di Odontoiatria Ospedale Unico della Versilia Via Aurelia, 335 Lido di Camaiore (LU) Tel. 0584/6059888 Tel. 0584/6059889 Fax 0584/6058716 [email protected] www.istitutostomatologicotirre-no.it

L’Istituto Stomatologico To-scano, diretto dal Prof. Ugo Covani, che gestisce il Centro di Odontoiatria dell’Ospedale della Versilia, è diventato re-centemente una Fondazione per la Clinica, la Ricerca e l’Al-ta Formazione in Odontoiatria. La “mission” di questa Fon-dazione ONLUS prevede di consolidare la presenza dell’I-stituto fra i poli di eccellenza odontoiatrici nel panorama nazionale ed internazionale e di sviluppare un’azione socia-le che permetta di estendere le prestazioni di riabilitazione orale più importanti ad un’u-tenza più ampia, favorendo le categorie sociali svantaggiate, grazie ad una politica di prezzi contenuti.

PEDODONZIA

ODONTOIATRIA

TUTTE LE RISPOSTE ALLE DOMANDE PIù COMUNI SULLA CURA DEI DENTI DEI BAMBINI

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Quando cominciare a frequentare lo studio den-tistico?Lo scopo della prima visita, che dovrebbe avveni-re non oltre il termine di eruzione della dentizione decidua, cioè intorno ai due anni e mezzo, dovrà essere soprattutto un momento di conoscenze fra i genitori, il piccolo paziente e il dentista, che provve-derà a dare loro tutte le informazioni sulle misure di igiene orale più opportune e soprattutto sull’intercet-tazione delle abitudini viziate che possono creare le premesse per l’insorgenza di patologie orali.

A che età cominciare a spazzolare i denti al bam-bino?Lo spazzolamento dovrebbe cominciare fin dalla comparsa del primo dente e seguito dai genitori fino a che il bambino non avrà maturato adeguate capacità manuali. Le procedure di igiene orale de-vono essere proposte al bambino come un gioco: è certamente utile farlo partecipare da spettatore alle manovre di igiene orale quotidiana dei genitori.

Quali attenzioni porre nella cura dei decidui, cioè quelli comunemente chiamati “denti da latte”?La cura dei denti decidui è importante perché è ne-cessario che durino fino alla nascita dei denti de-fintivi, guidandone in qualche modo una corretta eruzione. In caso di perdita precoce occorrerebbe valutare con il dentista la possibilità di posiziona-re in bocca dei mantenitori di spazio onde evitare complicazione nell’eruzione del dente permanente. Inoltre la perdita precoce di elementi dentari decidui può comportare problemi, anche seri in base alla gravità della patologia, anche alla fonazione, alla

nutrizione e quindi alla corretta crescita fisica e psi-cologica del bambino.La presenza anche di un solo elemento dentale, de-ciduo o permanente, cariato o mancante per carie rappresenta un alto fattore di rischio per l’insorgen-za di nuove lesioni cariose, per questo è necessario intervenire precocemente ed evitare così lo svilup-po di ulteriori patologie.

Cosa fare in caso di traumi dentari?Se un bambino cade e batte i denti da latte le con-seguenze possono essere molteplici e interessare anche i denti permanenti che sono in formazione. In caso di un trauma che coinvolga i denti di latte occorre sempre far visitare il bambino da un denti-sta, meglio ancora se dedito all’odontoiatria infan-tile, che potrà inquadrare la situazione e dare le opportune istruzioni ai genitori sul comportamento da tenere, laddove si manifestassero complicazioni.In caso di trauma dei denti permanenti con perdita di un dente o di un suo frammento si consiglia di conservare il dente o il frammento in soluzione fi-siologica, latte o anche solo acqua e di ricorrere nel più breve tempo possibile alle cure di un dentista, poiché la prognosi sarà tanto migliore quanto più precoce sarà l’intervento.

In ultima analisi la promozione della salute, ivi com-presa quella orale, rappresenta un fattore di cresci-ta socio-culturale importante, e deve essere basata su interventi multidisciplinari con il coinvolgimento in ugual misura di diversi attori: pediatri, neonatolo-gi, odontoiatri, igienisti dentali, insegnanti e, soprat-tutto, genitori.

ODONTOIATRIA

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GINECOLOGIA

Dott.ssa CasucciCell. 335/8194452

Riceve a ViareggioCentro Medico Don Bosco - Via S. Giovan-ni Bosco, 193 - Tel. 0584/54635Poliambulatorio - Via Cesare Battisti, 184 Tel. 0584/961562

La vulvo-vaginite è un’infi ammazione della vulva e della vagina abbastanza comune nelle bambine in età pre-pubere e che poi può coinvolgere anche la donna in tutte le fasi della vita.

Dott.ssa Casucci, cosa espone le bambine a questo tipo di infezione?Nell’infanzia la mucosa della zona genitale è particolarmente delicata e sensibile e la presenza di prurito instaura un circolo vizioso che attraverso il grattamento alimenta l’infi ammazione, il bruciore e il prurito stesso. I fattori predisponenti sono essenzialmente la carenza di ormoni estrogeni, che comporta una mucosa più sottile e delicata; la mancanza dei peli pubici e un ph non suffi cientemente acido diminuiscono la protezione, cose che sono invece caratteristiche peculiari dell’adolescente e della donna in età fertile. Inoltre la vicinanza anatomica tra l’area vulvo-vaginale e l’area perianale favorisce l’instaurarsi di infezioni, considerata anche la naturale curiosità dei bambini verso l’ispezione del proprio corpo.A questi fattori si aggiungono pratiche igieniche scarse, scorrette o eccessive (uso troppo frequente di saponi o detergenti troppo aggressivi che alterano il ph della mucosa vulvo-vaginale); l’uso di indumenti e biancheria in fi bra sintetica, come calzamaglie, mutandine o body troppo stretti o costumi da bagno lasciati addosso troppo a lungo.Quali sintomi si presentano con le vulvo-vaginiti? Spesso la bambina si lamenta di prurito o di bruciore in sede genitale quando fa pipì; presenza di escoriazioni e gonfi ore dovuti al grattamento; si verifi cano perdite verdastre o giallo-verdastre (sintomo di infezione batterica), o perdite biancastre (dovute ad infezione da Candida, più rara nelle bambine). Quale terapia consiglia?Ogni singolo caso va studiato per poter dare una terapia mirata. Sarà quindi il pediatra o il ginecologo, dopo un’accurata visita ed eventualmente anche dopo accertamenti come un tampone, a somministrare una terapia adatta. Laddove la sintomatologia dovesse essere resistente alle terapie comuni, si possono somministrare delle pomate agli estrogeni, senza spaventarsi perché la quantità da dare è veramente minima e non interferisce affatto per il futuro.

Laureata in Medicina e Chirurgia all’Università di Pisa nel 1974. Conseguita Idoneità Primariale a Roma nel 1985. Specializzazione in Ginecologia ed Ostetricia presso l’Università di Cagliari nel 1994. In contemporanea con i servizi Ospedalieri, dal 1976 ha sempre svolto Libera Professione principalmente presso il Centro Medico Don Bosco di Viareggio, dove svolge tutt’ora l’attività come Libera Professionista.

LE VULVO-VAGINITI NELL’INfANzIACOME PREVENIRLE E CURARLE

Prof. Alessandro MasseiCell. 348/9627263

www.alessandromassei.itwww.fosmel.it

La fondazione fosmel, di cui il Prof. Alessandro Massei ne è presidente e fondatore, ha sede in Lucca.La fosmel è nata con l’obbiettivo di correggere le malformazioni di competenza della chirurgia plastica, come la labiopalatoschisi, la malformazione dei genitali maschili, o la malformazione della regione pettorale (sindrome di Poland). La Labiopalatoschisi deve essere trattata nei primi mesi di vita per motivi psicologici e sociali del bambino, ma soprattutto perché solo la riparazione precoce permette una corretta alimentazione e fonazione.La diagnosi prenatale con ecografi a trasforma talvolta l’attesa della nascita in un incubo per i genitori. Il chirurgo è chiamato a dare un supporto psicologico spiegando dettagliatamente il percorso chirurgico, ma spesso è più rassicurante un colloquio con genitori che hanno già affrontato e risolto una situazione analoga rispetto a tutte le spiegazioni tecniche che il chirurgo può fornire. Per questo motivo è attivo un gruppo di genitori disponibili a testimoniare la propria esperienza a chi si trova ad affrontare la labiopalatoschisi.La malformazione dei genitali esterni maschili (ipospadia) è frequente ed è caratterizzata dall’incurvamento del pene che può portare all’impotenza.La sindrome di Poland, infi ne, è caratterizzata dall’assenza del muscolo gran pettorale e della ghiandola mammaria.Il professor Alessandro Massei è stato per più di 20 anni direttore del reparto di chirurgia plastica dell’ospedale Santa Chiara di Pisa, è stato consulente per la malformativa presso l’ospedale Mayer di firenze, ha al suo attivo oltre 18000 interventi chirurgici, sia di chirurgia plastica che di chirurgia estetica.Lasciato il servizio pubblico ha concentrato la sua attività a Lucca presso la Casa di Cura Santa zita ed ha creato una fondazione NO PROFIT che fornisce il supporto economico per poter offrire ai piccoli pazienti una assistenza completa. I genitori dei bambini nati con palatoschisi trovano tutte le fi gure professionali indispensabili: chirurgo, anestesista, pediatra, logopedista, otorino, ortodontista, genetista, neuropsichiatra infantile.

FONDAZIONE fO.S.M.E.L. CORREzIONE CHIRURGICA DELLE MALfOR-MAzIONI CONGENITE ESTERNE

CHIRURGIA PLASTICA

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MEDICARE / 13

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Il Centro di Psicoterapia Relazionale Thesis di Lucca nasce dalla collaborazione tra la Dott.ssa Augusta Simona Dosi e la Dott.ssa Michela Da Prato: due psicologhe e psicoterapeute che hanno deciso di mettere insieme le reciproche esperienze e formazioni per creare un luogo che potesse rivolgersi a singole persone, adulti e adolescenti, coppie e famiglie. Oltre alla psicoterapia individuale, il Centro Thesis si occupa di terapia di coppia e terapia familiare, di cosa si tratta?La psicoterapia di coppia è un intervento di aiuto rivolto a persone (sposate o conviventi) che vivono un momento di crisi all’interno della loro relazione. Ha lo scopo di arginare un processo degenerativo ed innescare un cambiamento che favorisca il raggiungimento di un nuovo equilibrio. Ugualmente la terapia familiare permette di affrontare momenti difficili e critici attraversati dal nucleo familiare, coinvolgendo tutti come risorse e come protagonisti del percorso clinico. Trova applicazione nelle problematiche dell’infanzia e dell’adolescenza, nell’ambito delle separazioni-divorzi, nei disturbi alimentari, nelle problematiche scolastiche, nel campo delle tossicodipendenze etc.Perché iniziare una terapia di coppia o una terapia familiare? I motivi per cui una coppia entra in crisi possono essere di natura molto diversa tra loro: problemi di comunicazione, incomprensioni, conflittualità, perdita di coinvolgimento emotivo, divergenze nella gestione della genitorialità, problemi legati al rapporto con le rispettive famiglie di origine, problematiche legate alla sessualità. Un errore in cui incorrono in tanti è quello di pensare che una crisi della coppia sia di per sé un fatto negativo mentre si tratta in realtà di un evento fisiologico nell’arco di una vita che, se affrontato, può diventare una preziosa occasione per una crescita personale e una riscoperta del partner. Anche le famiglie a volte sono colte alla sprovvista da eventi traumatici o cambiamenti improvvisi o da situazioni complesse al loro interno e sembrano non trovare le risorse per farvi fronte. La terapia familiare può essere il luogo dove imparare ad esprimere ed analizzare il disagio, riattivare l’ascolto reciproco, riscoprire i propri punti di forza e trovare nuove e più idonee forme di funzionamento.

Dott.ssa Augusta Simona DosiPsicologa e Psicoterapeuta Sistemico-Relazionale, mediatrice familiare. Dal 2008 al 2012 è stata Presidente della Società Italiana di Psicoterapia Relazionale.Dott.ssa Michela Da PratoPsicologa e Psicoterapeuta Sistemico-Relazionale. Dal 2012 è Presidente della Società Italiana di Psicoterapia Relazionale.

Dott. CasarosaCell. 335/[email protected]

Riceve su appuntamento presso:PISACasa di Cura di San RossoreViale delle Cascine, 152\f Tel. 050/877055Pubblica AssistenzaVia Filippo Turati, 23/b - Arena Metato Tel. 050/811188

ENDOSCOPIA

La podologia si occupa della prevenzione e della cura delle patolo-gie del piede e dei distretti ad esso correlati: arto inferiore, bacino e schiena. Una visita podologica si basa sulla valutazione clinica del piede e viene eseguita in ortostasi libera, in catena cinetica aperta (paziente sul lettino in posizione supina e prona) e durante la de-ambulazione.

Dott. Casarosa in quali casi sono utili i trattamenti podologici?Per trattare le patologie ungueali (distrofia ungueale, onicomico-si, unghia incarnita etc..) e le patologie cutanee (verruche, ulce-razioni, ipercheratosi, discheratosi, etc..). Ma il podologo può ef-fettuare anche trattamenti riabilitativi di piede e caviglia - tramite fisiokinesiterapia attiva, passiva e propriocettiva - e rieducazione post-chirurgica.Come si interviene per ottenere il riassetto del piede?Le terapie ortesico podologiche si suddividono in tre principali ca-tegorie. L’ortesi plantare, tramite la realizzazione di plantari acco-modativi - per la corretta distribuzione del carico - e biomeccanici, per la correzione di eventuali deformità articolari, come alluce valgo o rigido, piede piatto o cavo. C’è poi l’ortesi ungueale mediante la rieducazione o ricostruzione dell’unghia, incarnita o distrofica. E infine l’ortesi digitale, ovvero dispositivi in silicone su misura che permettono di contenere e\o correggere le deformità delle dita (es. dita in griffe, dita a martello etc..)I dolori muscolari e articolari sia durante la deambulazione che a riposo, possono essere correlati a compensi patologici del piede?Certo. Anche una semplice callosità può essere indice di un ecces-sivo carico in corrispondenza di tale zona. Molti dei disturbi di cui lei parla (fascite plantare, tallonite, dolore al tendine d’Achille…) pos-sono essere risolti grazie ad una terapia ortesico plantare adeguata realizzata in seguito ad una valutazione podologica. Oltre che per correggere gli atteggiamenti scorretti dei bambini, questo tipo di trattamento è indicato anche per l’anziano, per ridistribuire corretta-mente il peso del corpo consentendo una migliore deambulazione, e per gli sportivi, che hanno una richiesta funzionale maggiore e dunque eventuali difetti podalici vengono amplificati.

Laurea in Podologia presso l’Università di Pisa; Master di primo livello in “Biomeccanica applicata alla terapia ortesico podologica” presso l’Università di Firenze.

RIVOLGERSI A UN PODOLOGOPARTIRE DAL PIEDE PER RISOLVERE DISTURbI MUSCOLARI E ARTICOLARI

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14 / MEDICARE

“La migliore cura per l’Obesità è rimanere magri”. Questo aforisma condensa la complessità della pa-togenesi della malattia e la difficoltà della cura. A dispetto degli sforzi compiuti negli ultimi 50 anni per lottare contro il dilagare dell’epidemia dell’obesità, questa resta una pandemia mondiale la cui preva-lenza continua ad aumentare nei paesi industrializ-zati, ma maggiormente in quelli in via di sviluppo. Per limitarci ai dati italiani del 2014, ottenuti dalla Sperimentazione del Sistema di Sorveglianza della popolazione italiana: PASSI (Progressi delle Azien-de Sanitarie per la Salute in Italia) registriamo che, usando il valore dell’indice di massa corporea IMC, il 10,2% degli italiani sono obesi ed il 31,7% sono sovrappeso. Questo dato pone l’Italia tra i paesi più virtuosi in Europa, ma se studiamo la prevalenza dell’obesità nell’età evolutiva notiamo come il 25-33% dei bambini sono obesi e così, per l’obesità in-fantile, l’Italia è il fanalino di coda in Europa assieme a Grecia e Spagna.

Contrariamente a quanto l’immaginario collettivo ci ha indotto a pensare, non è vero che si ingrassa perché si magia di più, ma in realtà si mangia di più di quanto si consumi dal punto di vista energetico. Ecco che, se da un lato le persone che si trova-no qualche chilo in più pensano immediatamente “mi devo mettere a dieta”, in realtà nessuno riflette mai su quanto sia sedentario il suo stile di vita. Un ostacolo importante alla cura efficace dell’Obesità risiede nel fatto che non è considerata dal Sistema Sanitario Nazionale una malattia, a dispetto del fat-to che l’Organizzazione Mondiale della Sanità l’ha riconosciuta come tale da molti anni. In pratica le cure dell’obesità sono quasi totalmente a carico del

cittadino, ma i costi della salute in senso più ampio restano quelli che il SSN deve spendere per curare le molte e gravi complicanze della malattia.

Venendo al problema dell’intervento, sia nell’adulto che del bambino, bisogna agire con un processo di educazione sul tipo di alimentazione e sull’enti-tà dell’esercizio fisico da compiere tutti i giorni. Un primo problema è rappresentato dallo scarso uso di frutta e verdura: la regola di usare 5 porzioni, tra frutta e verdura, al giorno aiuta a perdere peso ed a prevenire la comparsa delle complicanze cardiova-scolari della malattia.

Nella Figura 1 si può vedere come il non seguire questa regola rappresenta il più importante fattore di rischio per la comparsa delle malattia cardiova-scolari, molto più importante di quelli che sono stati tradizionalmente presi in considerazione. Questa regola va insegnata ai bambini fin dal primo anno di vita e va rinforzata costantemente nel tempo.

Prof. Carlo Maria [email protected]@unifi.it

Riceve a:FirenzePer appuntamenti è possibile chiamare il numero del CUP della libera professione, allo 055 7942000

Prof. Carlo Maria Rotella, Ordinario di Endocrinologia dell’Università di Firenze e Responsabile del Progetto Terapia del Paziente Obeso dell’Azienda Ospedaliero-Uni-versitaria Careggi, Firenze.

COMbATTERE L’ObESITÀ

ENDOCRINOLOGIA

L’IMPORTANzA DELL’ATTIVITÀ fISICA E DI UNA CORRETTA ALIMENTAzIONE

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MEDICARE / 15

Sulla base di questo, la dieta più corretta da segui-re e quella di tipo mediterraneo che ha dimostrato di essere capace di portare degli effetti benefici nei riguardi di diversi stati patologici, ma soprattutto nei confronti delle malattie cardiovascolari (- 30%) e delle malattie neoplastiche in generale (- 6%).

Nella Figura 2 è riportata la rappresentazione della piramide alimentare secondo lo schema della die-ta mediterranea, solo che, seguendo l’importan-za dei vegetali nella dieta, questi sono posti alla base, invertendo la posizione rispetto ai carboidrati complessi. Nello schema viene anche indicata la frequenza della assunzione dei singoli alimenti, in base al loro potere calorico ed alla quantità di aci-di grassi saturi contenuti. Ovviamente, se si vuole perdere peso la dieta va modulata nella quantità del cibo introdotto in modo tale da ottenere un deficit dell’introito calorico rispetto al dispendio energetico che sia di circa 300-400 K-calorie al giorno.

Un’ultima considerazione va riservata, come già detto, alla importanza dell’attività fisica: la regola di

fare almeno 10000 passi al giorno resta un capo-saldo ineludibile. Esistono certamente degli ostacoli rappresentati dagli impegni lavorativi, dal tempera-mento pigro, da difficoltà nella locomozione, ma se si lavora su questi problemi, un modo per fare una vita più attiva si può sempre trovare. Per i bambini occorre ridurre drasticamente le ore trascorse da-vanti al televisore ed ai videogiochi, programmando uno spazio per l’attività fisica di lunga durata (alme-no 2 ore al giorno). Il seguire queste poche e sem-plici regole per modificare lo stile di vita degli adulti, in modo che siano capaci di insegnarlo ai bambi-ni, potrebbe arrestare l’aumento della prevalenza dell’Obesità e contribuire a ridurre la spesa sanitaria del nostro paese. Il segreto è combattere i pregiudi-zi, non seguire falsi miti o falsi profeti, e riappropriar-ci dello stile di vita che i nostri nonni hanno seguito fino alla metà del secolo scorso: l’Orgoglio Italiano.

ENDOCRINOLOGIA

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la Fondazione Toscana Gabriele monasterio

La Fondazione Toscana Gabriele Monasterio è un centro di eccellenza per la cura delle patologie cardiache in ogni età: dal neonato, al bambino fino all’anziano. L’attività si svolge su due stabilimenti

ospedalieri: quello di Pisa (presso l’Area della Ricerca CNR) e quello di Massa (Ospedale del Cuore G. Pasquinucci). L’assistenza sanitaria

di quest’ultimo, centro di alta specialità di rilevanza internazionale e riferimento per la Regione Toscana nel settore della cardiochirurgia

pediatrica e della cardiologia interventistica pediatrica, è dedicata alla diagnosi, alla cura e al trattamento delle cardiopatie congenite, dal

neonato al cardiopatico congenito adulto.In questo focus conosceremo un’esperienza di grande integrazione tra

professionisti diversi e strutture diverse, entrambe di eccellenza: da una parte l’abilità nell’assistenza cardiologica del personale dell’Ospedale

del Cuore e dall’altra la capacità di assistere il parto e la particolare attenzione alla fisiologia del parto stesso, del personale dell’Azienda

Sanitaria Toscana Nord Ovest.Nell’area nascita presso l’Ospedale del Cuore viene garantita la migliore

assistenza possibile alle madri che portano in grembo bimbi affetti da cardiopatia congenita o esse stesse cardiopatiche: per entrambi

l’assistenza è garantita ai massimi livelli, stante la presenza delle strutture di terzo livello specialistico della Fondazione Monasterio,

pronte ad accogliere il piccolo cardiopatico anche per un intervento immediato, od a fornire assistenza alla madre con problemi cardiaci.

Le pazienti, che arrivano qui da tutta Italia, sono guidate amorevolmente dalla prima consulenza in ambulatorio fino all’assistenza al parto e seguite congiuntamente da cardiologi, ostetrici specializzati nel

seguire problematiche cardiologiche fetali e materne e neonatologi di livello avanzato, con il counseling di cardiochirurghi e di altre figure

professionali laddove necessario.I risultati di questo percorso sperimentale confermano la bontà del

progetto: sia in termini di numero di nati, che di esito clinico e di valutazione di coloro che si affidano alle cure di questi professionisti.

Oltre a descrivere il percorso diagnostico fetale, parleremo anche dello sviluppato settore di ricerca sanitaria e alta formazione nell’ambito delle

cardiopatie congenite, in collaborazione con il CNR, in particolare con l’Istituto di Fisiologia Clinica, con le Università e le Scuole Superiori.

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18 / MEDICARE

OSPEDALE DEL CUORE

“Sul territorio di Massa e Carrara da molti anni si è consolidata la collaborazione tra la ASL e la fon-dazione per offrire servizi qualificati ai cittadini. In un’ottica di integrazione reciproca, si sono infatti creati percorsi condivisi con ruoli complementari dei professionisti dei due enti” dichiara il Dr. Luciano Ciucci, direttore generale della Fondazione Mona-sterio. Un esempio su tutti: la realizzazione ormai decen-nale di una rete per il trattamento dell’infarto. La rete, nello specifico, coinvolge il sistema dell’e-mergenza con l’obiettivo di garantire al paziente di raggiungere con immediatezza le sale di emodina-mica della Fondazione, senza passaggi intermedi nei pronto soccorso. Il progetto si estende su tutto il territorio di Massa e Carrara, compresa la Lunigia-na, coprendo anche l’ambito territoriale della vicina Versilia. “I risultati nel tempo ne hanno confermano la riuscita: in queste aree la mortalità per infarto è passata da un valore medio del 10% al 7%, la mi-gliore in Toscana”, conclude Ciucci.Ma veniamo al percorso che garantisce la migliore assistenza al neonato in caso di diagnosi di cardio-patia in età fetale o alle gestanti cardiopatiche: negli anni i professionisti dei due enti hanno sviluppato un percorso condiviso. Proprio per questo, recen-temente, su input della Regione Toscana è stata realizzata presso l’Ospedale del Cuore di un’area nascita integrata con caratteristiche di terzo livello. “Si tratta di un percorso strutturato che ha avvio con la diagnosi prenatale - spiega il direttore generale

della ASL Toscana nord ovest, Maria Teresa De Lauretis - che prevede anche l’esistenza di un am-bulatorio integrato, dove le gestanti vengono segui-te congiuntamente dal ginecologo, dal cardiologo pediatra o per adulti, con il counseling del cardio-chirurgo e di altre figure professionali”. Le gestanti sono periodicamente controllate, fino al cosiddetto “trasporto in utero” del feto che viene a nascere in condizioni particolarmente protette con l’immediato trasferimento nella terapia intensiva neonatale della fondazione, con l’assistenza di intensivisti, cardio-logi e cardiochirurghi oltre che di neonatologi.In Italia sono pochissimi centri che possono garanti-re questo percorso. Ed in questo caso, nello stesso presidio, oltre che a neonati cardiopatici, si assicura cura ed assistenza specialistica anche alle madri con cardiopatie congenite: “E la maternità per don-ne cardiopatiche è una problematica in aumento in cui sono oggettivamente molto rare le competenze in Italia - prosegue Ciucci - per queste donne il parto è diventato oggi possibile, ma è e resta un momento di grave stress per l’organismo e per il cuore ed è quindi quanto mai opportuno effettuarlo in condizio-ni protette, come quelle garantite nell’Ospedale del Cuore”.“I numeri - conclude De Lauretis - se pur contenuti, dato che le cardiopatie congenite sono molto rare, danno ragione della scelta: si è passati da uno stori-co di circa 40 parti all’anno a un trend di crescita in meno di quattro mesi, con una rilevante presenza di madri provenienti da altre regioni.”

CARDIOPATIA FETALE E GRAVIDANZA CON CARDIOPATIAUN PERCORSO SPERIMENTALE INTEGRATO

La Fondazione Toscana “Ga-briele Monasterio”costituisce un centro di eccellenza per la cura delle patologie cardia-che in ogni età: dal neonato, al bambino fino all’anziano. L’ente svolge attività di assi-stenza sanitaria specialistica ed attività di ricerca e alta formazione in collaborazione con il CNR - ed in particola-re con l’Istituto di Fisiologia Clinica -, con le Università e Scuole Superiori. L’attività si svolge su due Stabilimen-ti ospedalieri: quello di Pisa (presso l’Area della Ricer-ca CNR) e quello di Massa (Ospedale del Cuore).www.ftgm.it

L’Azienda USL Toscana nord ovest si è costituita il due gen-naio 2016 ed ha un bacino territoriale che va dalla Luni-giana fino al basso livornese. In particolare la nuova grande Usl Toscana nord ovest ha più di 13.000 dipendenti, 1 milione e 200 mila assistiti, 12 zone-distretto e 13 stabili-menti ospedalieri. Nell’ambito territoriale di Massa e Carrara si trova l’Ospedale Apuane, recentemente inaugurato, nell’Area Materno Infanti-le ogni anno nascono circa 1.700 bambini.www.uslnordovest.toscana.it

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MEDICARE / 19

L’incidenza di cardiopatie congenite è stimata in-torno all’8‰ dei nati vivi. Sulla base dei dati ISTAT sulla natalità del 2013 (515.000 nati vivi), è possi-bile perciò stimare che il numero dei nati vivi con una cardiopatia congenita oscilli tra 4000 e 4500. Il 40% di questi neonati necessita di un intervento cardiochirurgico e/o cardiologico di tipo interventi-stico entro il primo anno di vita. A questa domanda di prestazioni specialistiche va aggiunta quella, in costante e significativo aumento, relativa alla “pato-logia di ritorno” che si manifesta in età adulta. Nel corso dell’ultimo decennio, infatti, si è progressiva-mente sviluppata la coscienza della necessità di garantire un miglioramento continuo della qualità delle prestazioni erogate nei centri di III livello che si occupano del trattamento delle cardiopatie congeni-te nel giovane adulto. Quest’attività, pur rappresen-tando numericamente una piccola nicchia nell’am-bito epidemiologico nazionale, si presta, per le sue caratteristiche di altissima specializzazione e per la necessità della stretta collaborazione e interdiscipli-narietà fra cardiologia e cardiochirurgia pediatrica, a essere inquadrata in un ideale modello organizzati-vo e assistenziale di tipo dipartimentale.Il Dipartimento cardiologico-cardiochirurgico pe-diatrico della fondazione Toscana G.Monasterio di Massa è operativo dall’inizio degli anni 70. La sua tradizione cardiochirurgica pediatrica si è progressi-vamente consolidata negli anni ed al momento, con circa 300 casi operati all’anno, Massa rappresenta il terzo centro cardiochirurgico pediatrico italiano in termini di volumi di attività . La patologia trattata nel centro comprende tutto l’ar-co di cardiopatie congenite sia nel paziente pedia-trico che nel congenito adulto. Il centro è dotato inoltre di una struttura operativa che si occupa delle patologie congenite ed acquisite pediatriche della trachea ed ha eseguito più di 150 interventi di ricostruzione e decompressione trache-ale, in questo rappresentando una peculiarità del sistema sanitario nazionale. Da anni il centro di Massa porta avanti inoltre un’at-tività di cooperazione sanitaria internazionale con missioni cardiologiche e cardiochirurgiche ( piu’ di 700 bambini operati all’estero) compiute in paesi in via di sviluppo ( Yemen, Libia, Giordania, Siria) ed al momento, assieme ad altre strutture cardiochirur-giche europee, esegue periodiche missioni cardio-chirurgiche pediatriche in Eritrea presso il vecchio ospedale militare Italiano di Asmara. La fondazione Toscana G.Monasterio - una joint venture fra il sistema sanitario toscano e il Centro Nazionale delle Ricerche - ha uno sviluppato settore

di ricerca sanitaria nell’ambito delle cardiopatie con-genite. Uno dei settori al momento in maggior svi-luppo è quello della cardiochirurgia fetale. Partendo dal presupposto che una diagnosi di cardiopatia congenita può essere eseguita, con ottima capacità diagnostica, già a partire dalla 16°-18° settimana di gestazione i medici si sono domandati se fosse possibile intervenire chirurgicamente sul feto per modificare in utero la evoluzione della cardiopatia e consentire quindi la nascita di un feto sano e non cardiopatico. Anche a Massa è stato creato un grup-po operativo di cardiologi pediatrici, cardiochirurghi, ostetrici, biologi e bioingegneri per iniziare un lavo-ro sperimentale sull’animale. Il gruppo, dopo una iniziale attività prettamente cardiochirurgica fetale, durante la quale è stata evidenziata l’impossibilità di eseguire interventi a causa della fragilità strutturale e funzionale del feto, ha indirizzato la propria atten-zione sulla possibilità di impiantare direttamente cellule staminali e fattori della crescita nelle corona-rie fetali. La fase sperimentale attuale ha dimostrato la fattibilità del progetto ( microsfere del diametro di alcuni micron sono con successo state impiantate nelle coronarie di feti di pecora, successivamente giunti al termine della gestazione) ed è adesso in-dirizzata all’impianto diretto delle cellule staminali. A tale scopo prototipi di cateteri sperimentali sono stati progettati ed utilizzati . Sempre nell’ambito della ricerca il gruppo cardio-logico e cardiochirurgico di Massa ha iniziato a la-vorare con stampanti 3D per riprodurre modellini di cuore personalizzati sui singoli pazienti (vedi foto). In questa maniera si rende possibile per il chirur-go studiare la fattibilità della tecnica chirurgica e riprodurla sul modellino. Alcuni interventi guidati da questa tecnica sono stati eseguiti ed alcune patolo-gie considerate non operabili, una volta dimostrata tecnicamente la fattibilità della tecnica chirurgica, hanno avuto la possibilità di essere corrette.

CARDIOLOGIA E CARDIOCHIRUGIA PEDIATRICAL’ATTIVITÀ DI RICERCA DELLA fONDAzIONE TOSCANA G. MONASTERIO

Dott. Bruno [email protected]

Unità Operativa di Cardiochirurgia PediatricaOspedale Pediatrico Apuano “G. Pasquinucci”Istituto di Fisiologia Clinica del CNRVia Aurelia Sud, 54100 MassaTel. 0585/493622

Primario U.O. Cardiochirurgia Pediatrica, Ospedale G. Pa-squinucci di Massa dal 2003. Da allora gestisce l’attività organizzativa e chirurgica del Reparto di Cardiochirurgia Pediatrica, che esegue cir-ca 300 casi cardiochirurgici pediatrici l’anno. Durante gli ultimi 10 anni il Dr Murzi ha eseguito come primo opera-tore 1185 casi chirurgici ( in circolazione extarcorporea o a cuore chiuso) su pazienti cardiopatici congeniti. Attual-mente è responsabile della esecuzione degli esperimenti del Progetto di Ricerca per lo Sviluppo della Cardiochirur-gia Fetale dell’Istituto di Fisio-logia Clinica del CNR e Scuo-la Superiore S. Anna di Pisa. Il Dr Murzi è membro della So-cietà Italiana di Cardiochirur-gia Sezione Pediatrica, della Società Italiana di Cardiologia Pediatrica e dell’International Scientific Board dell’Italian Heart Journal, giornale uffi-ciale della Società Italiana di Cardiologia e Società Italiana di Cardiochirurgia.

CARDIOCHIRURGIA PEDIATRICA

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OSTETRICIA E GINECOLOGIA

Il punto nascita Lux Lucis (luce, giorno, splendore, salute, vita) situato presso l’Ospedale Pediatrico delle Apuane (OPA) è un centro pubblico specializ-zato, in cui convivono diverse anime assistenziali. L’obiettivo è assistere nel modo migliore possibile le madri che portano in grembo bimbi affetti da car-diopatia congenita e madri che sono esse stesse portatrici di cardiopatia. Nel centro disponiamo di un ambulatorio congiunto, dove i futuri genitori incontrano contemporanea-mente una cardiologa specialista in cuore fetale e ostetrici, che hanno sviluppato la capacità precipua di seguire queste problematiche cardiologiche feta-li e materne, in caso di necessità la consulenza è arricchita dalla presenza del cardiochirurgo, dell’a-nestesista e di qualsivoglia specialista dovesse es-sere necessario per il bene della nuova famiglia.Le pazienti, da varie località italiane, dopo la prima consulenza in ambulatorio, sono avviate a un percor-so in cui sono guida-te amorevolmente, fi no all’assistenza al parto, che è prestata presso l’OPA, dove è situata la sala parto del Dipartimento ma-terno infantile dell’A-zienda Sanitaria Toscana Nord Ovest di Massa Carrara. Il centro si caratterizza per l’assistenza mi-rata all’ottenimento di un parto per vie naturali anche e soprattutto in questi bambini, che sono più fragili di altri, poiché spesso alla nascita, necessitano di un intervento chirurgico o di cure cardiologiche mirate. Le recenti acquisizioni dell’immunologia e della clinica hanno fatto capire che partorire per via vaginale conferisce al nascituro molti vantaggi, determinati dall’acquisi-zione del microbioma materno, che il feto assume al momento del parto, passando attraverso il canale vaginale. Quest’acquisizione condiziona la formazione di un rapporto simbiotico tra le cellule eucariotiche del nascituro e i procarioti provenienti dalla madre che, condizionando un differente equilibrio fenotipico del sistema immunitario fetale, fanno si che i nati da parto spontaneo siano più forti, più vigorosi e più capaci di affrontare le diffi coltà che la vita riserverà

loro, rispetto ai nati da taglio cesareo. Quanto detto è naturalmente vero per tutti i bambi-ni, ma i bambini cardiopatici, essendo più esposti a fragilità, traggono dal parto spontaneo un maggior benefi cio.Vi sono in Italia altri centri deputati all’assistenza di feti affetti da cardiopatia, ma nessuno con un’at-tenzione così elevata alla normalità della nascita, si tratta di ricondurre la diversità cui la madre è pregna sin dal diffi cile momento della comunicazione della diagnosi - “Il tuo bambino è affetto da una malfor-mazione al cuore” - alla normalità, possibile comin-ciando già dal periodo gravidico, durante le visite ambulatoriali, proseguendo fi no al parto spontaneo laddove possibile. Dove questo non è possibile, sia-mo attrezzati anche per eseguire il parto chirurgico

addominale in tutta sicurezza.Sono molto conten-to dello sforzo che stiamo profondendo nell’organizzazione del centro Lux Lucis che vede congiunti neonatologi, aneste-sisti, chirurghi e per-sonale paramedico dell’ospedale pedia-trico Apuano, insie-me con ginecologi ostetriche e perso-nale anestesiologico dell’azienda ospeda-liera area vasta nord-ovest. La sfi da è fondere insieme due ec-cellenze, l’abilità

nell’assistenza cardiologica del personale OPA, con la capacità di assistere il parto del personale dell’Azienda sanitaria Toscana nord ovest. In que-sto momento siamo impegnati a organizzare corsi di aggiornamento e d’integrazione, affi nché il perso-nale collabori sempre più attivamente al benessere di madri e neonati. Personalmente sono felice di aver contribuito a quello che ritengo uno dei progressi dell’umanità: tutelare i neonati e le famiglie con neonati affetti da una malformazione, poiché l’accoglienza di questa diversità, trasforma ciò che può sembrare una ma-ledizione, in una grande ricchezza, sia per la fami-glia sia per la società intera. Spendersi per aiutare questi gruppi familiari ad avere una nascita sana e normale è un punto d’orgoglio per tutti noi che lavo-riamo al punto nascita.

IL PUNTO DI NASCITA LUX LUCISASSISTENzA D’ECCELLENzA PER I PARTI IN CASO DI CARDIOPATIE CONGE-NITE FETALI E MATERNE

Dott. Ragusa Cell. 3355726903

Direttore della Struttura Complessa di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale di Massa Carrara dal 2014 e dal 2015 Direttore del Di-partimento Materno infantile del medesimo Ospedale. In precedenza Dirigente medi-co della U.O. di Ostetricia e Ginecologia c/o la Azienda Ospedaliera di Niguarda con incarico di alta specializza-zione responsabile della sala parto, pronto soccorso ed ac-cettazione, con assegnazione del programma di formazione permanente della medesima divisione (2012-2014). Come Direttore F.F. della Struttura Complessa di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale di Sesto S.Giovanni (MI), dal 2010 al 2012, ha contribui-to alla signifi cativa riduzione del numero dei tagli cesarei, diminuiti percentualmente dell’8 %, al miglioramento de-gli indici di benessere neona-tale e all’aumento complessi-vo del numero di parti.

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MEDICARE / 21

Le cardiopatie congenite sono le malformazioni più frequenti alla nascita. Hanno un’incidenza dello 0.4 -1%, ma, tale incidenza, sarebbe molto maggiore se considerassimo le morti intrauterine di feti affetti, anche perché spesso associate ad altre malforma-zioni e anomalie cromosomiche. Colpiscono 60-80 gravidanze su 10.000 e rappresentano la principale causa di morte nel primo anno di vita. Grazie alla diagnostica ecocardiografica prenatale è possibile identificare in utero la presenzadella maggior parte delle anomalie cardiache già a partire dalla 16° settimana di gestazione.Il percorso diagnostico fetale delle cardiopatie con-genite è iniziato per la Fondazione Monasterio nel lontano1987 grazie all’appassionato e lungimirante impegno della Dr.ssa Sofia Redaelli, una delle pri-me pioniere del settore in una nuova disciplina, la cardiologia fetale, che nel tempo ha consolidato e ampliato i suoi orizzonti. Se da un lato la tecnologia ha reso possibile raffi-nare l’aspetto tecnico della diagnosi prenatale delle cardiopatie in utero, parallelamente è sorta spon-tanea per chi dedicato a tale settore, dovendosi confrontare quotidianamente con numerose proble-matiche relative alla diagnosi di una malformazio-ne cardiaca, la necessità di poter dare alla coppia una più “completa” assistenza medica, che riguar-dasse non solo gli aspetti prettamente cardiologici della cardiopatia fetale, ma anche quelli relativi agli aspetti ostetrici della gravidanza stessa sia per il feto che per la madre. Come già ampiamente con-validato in America e in Europa il management delle cardiopatie congenite richiede un approccio multi-disciplinare con conseguente interazione di nume-rose figure professionali al fine di poter permettere un’adeguata assistenza sia nella fase pre ma anche post-natale. Alla base di questo percorso piramidale che esiste all’interno della fondazione Monasterio, al cui apice è la nascita del bambino, esiste da diversi anni un ambulatorio che prevede la presenza di un cardiolo-go fetale, dedicato ed esperto nel settore e un gine-cologo. Questo approccio simultaneo ha consentito di ottimizzare nel corso del tempo, nella maniera più adeguata, tutta la gestione prenatale di queste gravidanze a rischio, monitorando la gravidanza per tutta la sua durata fino alla programmazione dei tempi e delle modalità del parto.In questo percorso diagnostico assistenziale sono inserite altre figure professionali come il cardiochi-

rurgo e il neonatologo, quest’ultimo per garantire le condizioni migliori di stabilizzazione al momento della nascita. La base dei successi conseguiti nella cura dei ne-onati pre-termine e con patologia congenita è stata di farli nascere dove possono essere assistiti nella maniera più adeguata ed efficace e questo percorso ne rappresenta un esempio, dalla fase iniziale della diagnosi alla presa in carico multidisciplinare della gestazione fino al momento del parto e la successi-va possibilità di attuare subito le procedure terapeu-tiche più appropriate.Uno dei risultati più significativi è rappresentato dal rispetto della fisiologia della gravidanza senza premature interruzione e con un tasso di tagli cesa-rei perfettamente in linea con quello delle altre gestazioni, risultando le cause materne nettamente prevalenti (80% dei casi) rispetto a quelle inerenti alla cardiopatie fetali.La condivisione di questo percorso diagnostico as-sistenziale ha favorito una crescita culturale delle figure professionali coinvolte, spesso “costrette” nel loro ambito specialistico senza possibilità di confronto, molto importante nello studio di gravi e severe patologie come quelle cardiache spesso as-sociate ad altre anomalie.Nell’anno 2015 sono stati erogati dalla fondazione Monasterio circa 850 ecocardiografie fetali per gra-vide riferite non solo dai centri ostetrici della Regio-ne Toscana ma anche da quelli di regioni limitrofe. In questo stesso ambulatorio convergono anche i casi di donne gravide con cardiopatia in storia na-turale o operate (GUCH). Si tratta cioè di donne con cardiopatia che desiderano pianificare e condurre una gravidanza, per le quali andranno gestiti even-tuali fattori di rischio legati alla cardiopatia (anticoa-gulazione, scompenso, shunt emodinamici ecc) nel corso della gravidanza del parto. Dal dicembre 2015 il trasferimento della struttura ostetrico-ginecologica, dal 2006 adiacente alla Car-diochirurgia e Cardiologia Pediatrica, ha determina-to la necessità di organizzare un’area nascita all’in-terno dei locali della Fondazione e in questo periodo si è riscontrato un ulteriore aumento dei parti sia dei feti portatori di cardiopatia congenita che di donne affette da cardiopatia con-genita a consolidamento di questo percorso diagno-stico assistenziale, in cui la gestante è al centro di un sistema multidisciplinare finalizzato ad accoglie-re la futura mamma e il neonato.

IL PERCORSO DIAGNOSTICO FETALE DELLE CARDIOPATIE CONGENITEL’IMPEGNO DELLA fONDAzIONE TOSCANA G. MONASTERIO

Ugo [email protected]

NEONATOLOGIA CARDIOVASCOLARE

Ugo Bottone, specializzato in Pediatria a Pisa nel 1979, si è formato presso la Neo-natologia dell’Università di Pisa dove ha prestato servi-zio come Ricercatore Con-fermato e Professore Asso-ciato fino al 2000, quando è diventato Direttore dell’ UOC di Neonatologia e Pediatria della Versilia fino all’Aprile del 2003. Trasferitosi a Prato, nel 2007 è diventato Direttore della U.O.C. di Neonatologia Cardiovascolare presso la FTGM.

Sabrina Costa è nata a Car-rara il 22/03/1965 laureta in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Pisa dove ha conseguito anche la Specia-lizzazione in Pediatria. Dagli anni 2000 svolge la sua at-tività presso la Fondazione Monasterio - Ospedale del Cuore G. Pasquinucci in qua-lità di Medico di I livello con particolare funzione nel La-boratorio di Ecocardiografia Fetale, accompagnando la Dott.ssa Sofia Redaelli all’ini-zio del suo percorso e da cui ha appreso le basi di questa disciplina continuandone e mantenendone le specificità.

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FocUsEstetica

In questo focus parleremo delle specializzazioni strettamente connesse con la propria percezione estetica e che riescono a intervenire positivamente nella riconquista della propria autostima e serenità.

Iniziando dal volto, il primo biglietto da visita, nonché la parte più esposta e che mostra per prima i segni del tempo, impareremo a destreggiarci tra i numerosi trattamenti di medicina estetica, branca in continua evoluzione. Infatti scopriremo anche una una nuovissima procedura che utilizza il grasso in eccesso nel proprio corpo per ottenere il ripristino dei volumi e di donare stiramento e lucentezza al volto. Sempre nell’ambito di interventi estetici, vi presenteremo l’ampia offerta di una clinica fiorentina al servizio della bellezza femminile con continui in investimenti in macchinari di ultimissima generazione.

Parleremo poi delle potenzialità della chirurgia plastica nel rimodellare il corpo attraverso la voce di due specialisti del settore che ci aiuteranno a capire e scegliere, aldilà di miti e leggende, gli interventi più adatti per ridefinire le proprie forme senza stravolgimenti ma mantenendo armonia di curve e proporzioni. Quest’ultima dopotutto è connessa alla nutrizione, quindi vi introdurremo alla Dietetica cinese come metodo di dimagrimento e di mantenimento di un ottimo stato di salute.

Questo settore è fortemente correlato alla soddisfazione, la sicurezza personale e la serenità interiore dei pazienti. Ed è proprio su questi aspetti che incide il diffuso problema della caduta dei capelli, capiremo cosa lo causa e grazie alla predisposizione delle diagnosi migliori. Sempre in ambito dermatologico, parleremo di melanoma e di come prevenirlo grazie alla dermatoscopia.

Infine conosceremo due centri estetici al servizio del benessere della persona.

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Il volto è il nostro biglietto da visita che ci presenta agli altri, sempre la più esposta e per questo può presentare i primi segni del tempo specie la zona periorale. È una zona complessa e articolata: labbra e dintorni, mento, guance.

Dott.ssa Abboni a quale età si inizia a interes-sarci a questa zona?Nelle donne fumatrici la comparsa è abbastanza precoce, attorno ai 40 anni, vuoi per la frequente contrazione del muscolo periorale che per l’azione della nicotina. Poi il passare del tempo accentua la perdita di elasticità della cute sotto azione del mu-scolo.

Quali trattamenti propone la medicina estetica per questa zona?Vi sono molti trattamenti: il medico lo personalizzerà sulla cliente, ogni volta diverso in base all’età, alle necessità e ai rapporti sociali.

Qual è il trattamento iniziale più frequente?Si può iniziare con peeling chimici, con azione esfo-liante sulla cute a livelli più o meno profondi.

E per le rughette del codice a barre, del contor-no labbra e le pieghe delle marionetta?Il trattamento principe rimane l’acido jaluronico, che in questa zona non deve essere eccessivamente volumetrico: è importante mantenere la naturalezza dei lineamenti senza eccessi fuori luogo e bruttis-simi. Ci sono delle regole e simmetrie da rispettare. Questo gioco di equilibri è fondamentale e richiede molta attenzione. In medicina estetica sono neces-

sari giudizio e criterio per dare soddisfazione e non disagio.

Dott.ssa si sente tanto parlare dei fili, cosa sono?Sono monofilamenti semplicemente rivitalizzanti: danno immediatamente una bella definizione del bordo del labbro e distendono le rughette del co-dice. Hanno un effetto immediato e prolungato per 6/8 mesi.

A proposito di durata quanto dura un acido ja-luronico?La durata è variabile per il tipo, per la sede, per lo stile di vita, per intensa attività fisica.

Aree della bocca molto segnate?Il laser frazionato è molto adatto in presenza di un fitto codice a barre nei casi in cui peeling e acido jaluronico non siano sufficienti. Il laser frazionato non ablativo è un trattamento non aggressivo, non doloroso e va ripetuto per raggiungere l’ effetto de-siderato.

E in caso di prime rughe?Possiamo intervenire con Dermapen: un insieme di aghi molto sottili che con il trauma del tessuto in-nescano una specie di rivitalizzazione. Sono cicli di almeno quattro sedute associate a acido jaluronico, vitamine, aminoacidi, minerali.

In tutti questi trattamenti qual è il dolore perce-pito? forse il trattamento più doloroso e la Dermapen, ma a tutti si può ovviare con una crema anestetica ap-plicata sulla cute.

AD OGNI RUGA IL SUO RIMEDIOI MIGLIORI TRATTAMENTI PER INVECChIARE CON GRAZIA

Dott.ssa Cristina AbboniCell. 347/[email protected]

Riceve a:FirenzeUltra MedViale Manfredo Fanti, 49/c

Laureata un Medicina e Chi-rurgia, specializzata in Igiene e Medicina Preventiva. Dopo aver esercitato in laborato-ri di analisi, sceglie la libera professione. Divenuta un’e-sperta in Omotossicologia e Fitoterapia, si appassiona alla Medicina Estetica, apren-do un altro capitolo della sua professione, approfondendo continuamente le ultime tec-niche del settore. Ha frequen-tato corsi alla Scuola Valet di Bologna e corsi monotematici della case produttrici dei pro-dotti che utilizza. Attualmente sta completando il Master in Medicina Estetica alla scuola Agorà di Milano.

MEDICINA ESTETICA

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CHIRURGIA ESTETICA

RIMODELLAMENTO DEL CORPO LE NUOVE fRONTIERE DELLA CHIRURGIA ESTETICA

La bellezza si esprime nel corpo con un gioco di proporzioni e di curve che donano all’osservatore un senso di armonia. È di fondamentale importanza, infatti, il concetto dell’Armonia delle forme, che non necessariamente implica la magrezza, anzi, spesso questa tendenza ossessiva a ridurre al minimo la percentuale di gras-so corporeo, non si sposa affatto con il concetto di armoniosità. Nella mia esperienza quotidiana mi sono resa con-ta che nella maggior parte dei casi è sufficiente ri-modellare una piccola parte del corpo per ricreare quelle giuste proporzioni e renderlo più bello.Credo fermamente che un intervento estetico deb-ba risultare il più naturale possibile, senza rivelare la firma del chirurgo. È nostro compito, in quanto medici, far capire al pa-ziente quanto sia importante mantenere dei volumi adeguati alla loro naturale costituzione. Per esempio, quando viene eseguita una mastopla-stica additiva (uno tra gli interventi più richiesti), è importante non esagerare mai con le dimensioni, ri-cordandoci sempre che un seno naturale non è mai troppo grosso. Una mastoplastica eseguita correttamente deve presentare un seno morbido al tatto e dal profilo ar-monico e naturale. In passato, soprattutto negli anni ’90, molte donne si sono lasciate sedurre da un ideale di seno palese-mente innaturale e dall’effetto push-up. Una buona regola che un chirurgo dovrebbe sem-pre seguire è quella di evitare di creare forme non

presenti in natura. Ciò che fa la differenza nella medicina e chirurgia estetica è saper valorizzare i punti di forza di un volto o di un corpo, senza andare a stravolgere le caratteristiche che rendono l’individuo unico e quin-di speciale. Oggi tutto questo è possibile grazie a

tecniche sempre più sofisticate e al tempo stesso meno invasive. La “Rinoplastica Non Chirugica”, per esempio, permette di perfezionare un naso che presenta delle imperfezioni semplicemente andan-do ad inserire un “Filler”, ovvero un materiale riem-pitivo. In questo modo è possibile colmare le zone depresse del naso andandole a rimodellare rispetto a quelle più sporgenti ottenendo così un profilo ar-

monico e lineare.Sul corpo, invece, con una semplice “liposcultura tridimensionale” è possibile eliminare gli accumuli di grasso presenti nei vari distretti andando così a ridi-segnare la siluette, rendendola più armonica e quin-di più bella. Spesso, è sufficiente ridurre il volume degli accumuli adiposi presenti a livello dei fianchi

Dott.ssa Milena Di Vito Francesco

Riceve a Firenze Studi Medicivia Pistoiese, 5Tel. 055/318521Cell. 334/7946781www.chirurgiaemedicinae-stetica.it

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MEDICARE / 25

(le cosidette maniglie dell’amore) per ricreare un bel girovita e slanciare la figura. La stessa procedura può essere impiegata per ridurre il doppio mento, assottigliare braccia e gambe robuste o scolpire la regione addominale. Nell’uomo si possono perfino rimodellare i pettorali, facendo risaltare la naturale forma del muscolo.

Le nuove tecniche ci permettono oggi di lavorare sul corpo a 360 gradi e di ottenere risultati belli e naturali anche nelle persone non più giovani. Nella liposcultura questo è possibile aspirando il grasso superficialmente, utilizzando delle cannule molto sottili, in modo da permettere alla cute sovra-stante di aderire perfettamente al nuovo piano sot-tocutaneo, evitando un cedimento tissutale. Questi tipi di interventi vengono ormai eseguiti in anestesia locale, con una convalescenza davvero molto rapida ed una ripresa del paziente pressoché immediata. Inoltre il risultato è definitivo, poiché il tessuto adiposo dell’adulto non è in grado di mol-tiplicarsi e quindi, una volta rimosso, non potrà più riformarsi nella zona trattata. Attraverso la liposcultura è possibile anche andare a ridare volume a zone che con il tempo si sono svuotate (ad esempio la regione dei glutei), sempli-cemente andando ad inserire il grasso aspirato in altre zone. Questa tecnica, chiamata Lipofilling, ci permette di riproporzionare un corpo nel suo insie-me, eliminando gli eccessi di adipe dove necessa-rio e contemporaneamente ripristinare i volumi che hanno ceduto al passare del tempo. Là dove, oltre ad un eccesso adiposo, è presente anche un sovrabbondanza cutanea, sarà necessa-rio eliminare la pelle in esubero. Per esempio, se dopo la gravidanza una paziente presenta una lassità dei tessuti nella zona addomi-nale, è possibile tendere la pelle e i muscoli sotto-stanti mediante un intervento di addominoplastica, ottenendo così una pancia piatta e tonica. Anche la pelle dell’interno cosce e dell’interno brac-cia tende a cedere con l’avanzare dell’età, provo-cando sgradevoli inestetismi. In questi casi è possibile fare un lifting cosce, o lifting braccia, per ridare al corpo una nuova gio-vinezza.

Per chi invece ha troppa paura del bisturi può opta-re per dei trattamenti di medicina estetica in grado di ridurre gli accumuli adiposi, diminuire la cellulite, tonificare i tessuti e migliorare le smagliature. L’evoluzione tecnologica degli ultimi anni ha per-messo l’impiego nella medicina estetica di appa-recchiature di altissimo livello che permettono una rimessa in forma totale grazie all’azione della radio-frequenza e degli ultrasuoni focalizzati.

CHIRURGIA ESTETICA

Laurea in Medicina e Chirur-gia con il massimo dei voti, Università degli Studi di Fi-renze (2001). Specializzazione in Chirurgia Vascolare, Università de-gli Studi di Firenze (2006). Master in Chirurgia Estetica Morfodinamica, Università degli Studi di Milano (2007). Dal 2002 svolge l’attività di Medico Estetico partecipan-do a numerosi congressi in-ternazionali come relatrice. Dal 2010 è responsabile di branca presso il Centro di Chirurgia Estetica Hibiscus di Firenze.

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CHIRURGIA PLASTICA

La Mastoplastica Additiva è, con la Liposuzione e la Rinoplastica, l’intervento di Chirurgia Estetica oggi più richiesto. Vogliamo chiarirci le idee ponendo alcune domande al Dott. Pietro Massei, specialista in Chirurgia Pla-stica, Ricostruttiva ed Estetica, già Primario Ospe-daliero ed oggi affermato Libero Professionista.

Vi sono precauzioni particolari da prendere dopo questo intervento?Nessuna. Una donna operata di Mastoplastica Additiva può condurre una vita assolutamente normale. In caso di gravidanza può allattare, può svolgere at-tività fisica, praticare sport anche a livello agonistico e può salire tranquillamente in aereo: è il caso di sfatare la leggenda secondo cui in aereo la protesi potrebbe scoppiare. È importante sottolineare come sia ormai dimostrato in maniera inequivocabile che non vi sia alcun rappor-to tra l’impianto di protesi e l’insorgenza di un tumore mammario. Inoltre la protesi non ostacola minima-mente la diagnosi precoce di tumore alla mammella.

Le protesi hanno una “data di scadenza”?Altra leggenda da sfatare! Le protesi non debbono assolutamente essere sostituite, come talora si sen-te dire in giro, ogni 10 anni. Le protesi attuali, realizzate in materiali migliori ri-spetto al passato, molto raramente possono andare incontro a rottura, evento che richiede la sostituzio-ne.

Le protesi sono tutte uguali?Esistono protesi anatomiche, cioè a goccia, e pro-tesi rotonde, entrambe piene di morbidissimo gel in silicone ad alta coesività. La protesi rotonda rappresenta ancora la scelta migliore in assenza di ptosi (mammella cadente) e in presenza di una sufficiente copertura di tessuto mammario. Negli altri casi i vantaggi offerti dalle protesi anato-miche possono compensare l’inconveniente rappre-sentato dal rischio di rotazione. Il chirurgo esperto comunque è in grado di selezio-nare a seconda dei casi il tipo di protesi da utilizzare al fine di raggiungere il risultato più armonico.

LA MASTOPLASTICA ADDITIVAMITI E VERITÀ PER CAPIRE E SCEGLIERE

PRIMA DOPO

PRIMA DOPO

Dott. Pietro Massei

Recapiti:LuccaCheck Up Studi Medicivia Romana traversa II, 39 Tel. 0583/490825

PisaCasa di Cura San Rossore via delle Cascine, 152Tel. 050/586425

Il Dott. Pietro Massei è spe-cializzato in Chirurgia Gene-rale (Pisa, 1985), in Chirur-gia Plastica Ricostruttiva ed Estetica (Parma, 1991) ed in Chirurgia Maxillo-Facciale (Torino, 1999). Primario del Reparto di Chirurgia Plasti-ca dell’Ospedale di Lucca, dal 2006 al 2013. Dal 2001 è Professore a Contratto di Tecnica Chirurgica presso la Scuola di Specializzazione in ORL dell’Università di Pisa. Autore di oltre 50 pubblica-zioni scientifiche, ha eseguito come primo operatore oltre 10.000 interventi di Chirur-gia Plastica Ricostruttiva ed Estetica e di Chirurgia Maxil-lo-Facciale.

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MEDICARE / 27

La Clinica di Medicina Estetica Ireos nasce dalla vo-lontà di medici esperti di creare un ambiente dove la bellezza - intesa come rinnovamento, prevenzio-ne, cambiamento naturale e non stravolgimento - incontrasse gli elementi distintivi della professione medica: serietà, professionalità e competenza con-seguiti in anni d’esperienza, innovazione ed interes-se nella ricerca scientifica, continuo aggiornamento professionale, umanità e sensibilità nell’assistenza per giungere a risultati concreti. Qui, attraverso in-terventi che, ancor prima di esser estetici, vogliono essere benefici in termini di salute, la dimensione edonistica stimola nel paziente soddisfazione, orgo-glio, sicurezza personale e serenità interiore. Abbia-mo incontrato il Dott. Giuseppe Genzano, Respon-sabile della Clinica, per avere qualche informazione in più sugli ultimissimi trattamenti proposti.

Uno dei vostri trattamenti di punta nell’ambito della medicina estetica è il PRP. Cosa è e come funziona?Si tratta di una biostimolazione attraverso fattori autologi, ovvero propri del paziente. Avviene attra-verso l’utilizzo del PRP (Plasma Ricco di Piastrine), ottenuto da un piccolo prelievo di sangue, a seguito del quale vengono isolati i fattori di crescita presenti al suo interno, per poi reintrodurli nei punti di inte-resse. Consente quindi di biostimolare zone spe-cifiche, principalmente viso, collo, mani e decolté, creando quell’effetto di ringiovanimento naturale, di miglioramento di texture e grana della pelle, senza introdurre sostanze estranee. Il PRP può essere uti-lizzato anche come un vero e proprio trattamento terapeutico, ad esempio in caso di danni muscolari e tendinei, ma anche come nutrimento profondo della pelle, preparandola all’abbronzatura, fino ad arrivare all’applicazione in caso di calvizie allo sta-dio iniziale. Ha un campo di applicazione davvero vasto e vario.

Ha parlato del PRP come preparazione ad altri tipi di trattamenti, quali?Per esempio in preparazione al CO2, un laser che serve sempre per il ringiovanimento cutaneo. Nello specifico noi parliamo di un CO2 frazionato, che, at-

traverso un rilascio di energia mirato e controllato sulla pelle, stimola l’epitelio stesso, lo strato più su-perficiale del derma, a ricostituirsi: per questo il pro-cesso si accelera e produce effetti benefici sinergici se integrato ai fattori di crescita del PRP.

Quali sono gli effetti del PRP e del CO2?Il PRP, in modo assolutamente naturale, regala alla pelle una grana più compatta, un aspetto più fresco, visibilmente migliorato, ottimizzandone i parametri fisiologici. Il CO2 ha un utilizzo ideale tanto come resulfacing, quindi come ringiovanimento totale, quanto come trattamento della pelle acneica o an-cora di cicatrici, macchie e segni del tempo. Se tutto questo viene completato dalla Radiofrequenza il ri-sultato finale è eccellente.

Cosa è la Radiofrequenza con il manipolo Mo-veo e per cosa è utile?La Radiofrequenza può servire per biostimolare i fi-broblasti presenti nel derma, quindi la crescita delle fibre collagene e creare un effetto di lifting naturale. Noi utilizziamo per tale metodica un nuovissimo ma-nipolo, Moveo (DEKA), che ha un’altra importantis-sima applicazione: l’epilazione senza dolore. Diver-samente dai laser ad alessandrite standard, questo manipolo moderno ha la capacità di far assorbire ai follicoli piliferi l’energia in maniera progressiva, senza che l’impulso finale risulti doloroso, generan-do un calore quasi piacevole che culmina nell’im-plosione del bulbo pilifero. Questo pacchetto di tre trattamenti - il PRP, il CO2 frazionato e la Radiofre-quenza con manipolo Moveo - lo proponiamo nel periodo invernale e primaverile proprio per consen-tire un’adeguata protezione dai raggi UV. Ma può essere comunque cominciato nel periodo estivo laddove si desideri un bellissimo effetto di lumino-sità e turgidità della pelle ottenibile nell’immediato grazie alla Radiofrequenza o si decida di nutrire in profondità la pelle, preparandola al trattamento di Laserterapia, con la biostimolazione mediante PRP, i cui benefici, data la naturalità del trattamento, sono percepibili nel tempo, avendo la pazienza di rispet-tare i ritmi biologici. L’effetto finale è garantito dalla soddisfazione di tutti i nostri pazienti.

CLINICA IREOSL’ARTE MEDICA fIORENTINA

Clinica di Medicina Estetica IREOSCell. 335/686 746 [email protected]

Piazza Puccini, 4 - 50144 FirenzeTel. 055/332 595

seRiVizi:

• Diagnosi• Odontoiatria• Medicina Estetica• Laserterapia

MEDICINA ESTETICA

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CHIRURGIA ESTETICA

Dott.ssa Lo Russowww.giulialorusso.com

FirenzeDay Surgery Center Maurizio BufaliniTel. 055/244950Studio Associato MigliettaTel. 055/488354PratoIstituto Medico ToscanoTel. 0574/548911

Chi l’avrebbe mai detto che il tanto disprezzato grasso potesse un giorno diventare il segreto della nostra bellezza? Grazie al Nanofat Grafting, una nuova procedura mini-invasiva, oggi è possibile utilizzare il grasso del nostro stesso corpo per contrastare i segni del tempo.Dott.ssa Lo Russo, in cosa differisce il Nanofat Grafting dal Lipofilling?La tecnica di prelievo del tessuto adiposo è uguale. Nel lipofilling tradizionale viene utilizzato con effetto volumizzante e rigenerativo. Con il Nanofat invece si ottiene un’emulsione estremamente più fine del grasso che può essere iniettata negli strati cutanei più superficiali per conferire un aspetto regolare e levigato alla pelle del volto. Non solo volume, dunque, ma anche stiramento e lucentezza, con il risultato di un vero ringiovanimento naturale! Inoltre il trattamento può essere associato ad una liposcultura delle aree di adiposità localizzata, dove andiamo a prendere il tessuto adiposo.Quali sono le potenzialità di questa nuova procedura?È una tecnica ambulatoriale sicura - utilizzando il grasso del proprio corpo si azzerano i rischi di complicanze da rigetto e/o da corpo estraneo - scarsamente invasiva e con il minimo disagio da parte del paziente. Nella mia esperienza, grazie a questa procedura, è possibile ottenere il ripristino dei volumi e il rimodellamento dei contorni del volto oltre che un’eccezionale rigenerazione dei tessuti. La metodica si è rivelata estremamente efficace nel trattamento di aree di solito difficili e delicate come il solco naso-giugale, con effetto anche schiarente sulla cute pigmentata delle palpebre inferiori, e la zona che circonda la bocca. È in definitiva molto indicato nel trattamento delle microrugosità del volto, delle mani e del collo.

Giulia Lo Russo è docente universitario e dirigente medico. Presso l’Università degli studi di Firenze si laurea in Medicina e Chirurgia nel 1997 e si specializza in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica nel 2002, sempre con il massimo dei voti e lode. Primario ad interim di Chirurgia Plastica dell’AOU Careggi dall’aprile 2012 a settembre 2013. Svolge libera professione.

NANOFAT GRAFTINGLA SOLUzIONE INNOVATIVA PER IL RINGIOVANIMENTO NATURALE DELLA PELLE

Dott. Andrea NannipieriTel. 347/[email protected]

Dir.med. Clinica Dermatologica Univ .Pisa.Prof.a.c.Scuola Specializzazione Dermatologia e Venereologia Univ.Pisa.

RecapitiVia Manzoni ,10 - Pisa Abit.:via Risorgimento, 4 - Pisa

DERMATOLOGIA

COME RICONOSCERE UN MELANOMAPREVENzIONE E DERMATOSCOPIA

Il melanoma, tumore maligno ad origine dai melanociti in sede cutanea, è una neoplasia complessivamente rara ma in continuo aumento negli ultimi 50 anni nella popolazione bianca di ogni par-te del mondo. Attualmente rappresenta il 2-3% di tutti i tumori maligni nel Nord Europa e in USA.

Dott. Nannipieri, quali sono i fattori di rischio per l’insorgen-za del melanoma cutaneo?L’esposizione ai raggi ultravioletti è ritenuto da molti autori il fatto-re causale più importante anche se esistono alcuni elementi che sembrano non confermare questa ipotesi. Recenti dati epidemio-logici infatti hanno evidenziato come il fattore di rischio sia rap-presentato non dalla foto esposizione cronica ai raggi ultravioletti, ma dalle ustioni solari avvenute in età giovanile e dalle esposi-zioni intense intermittenti. Il rischio maggiore si verifica quando l’esposizione ai raggi UV coincide con la suscettibilità genetica individuale.Come è possibile diagnosticare un melanoma? L’identificazione precoce del melanoma è facilitata dal fatto che, trattandosi di una malattia cutanea, è frequentemente esposta alla vista del paziente stesso e delle altre persone. La pratica cli-nica della dermatoscopia ha contribuito molto al miglioramento diagnostico.Ci spieghi meglio in cosa consiste la dermatoscopia.La dermatoscopia è una metodica semplice, non invasiva, in grado di fornire valide informazioni nello studio delle lesioni pig-mentate in generale e del melanoma in particolare, permettendo l’osservazione in vivo di caratteri morfologici strutturali superficiali della cute non altrimenti apprezzabili. La tecnica consiste nel ri-coprire inizialmente la lesione con un sottile strato di liquido. Il fluido riduce notevolmente il fenomeno della rifrazione della luce rendendo trasparente lo strato corneo. La lesione viene quindi il-luminata con una luce incidente ed esaminata con un microscopio manuale (dermatoscopio) o un sistema digitale di acquisizione di immagini che permettono un ingrandimento da 6 a 40 volte (talora fino asuperficiale) ed è utile in tutte quelle lesioni cutanee pigmen-tate non classificabili con certezza con il solo esame clinico.

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La caduta dei capelli è un problema che da sempre affligge una percentuale rilevante della popolazione maschile, ma la sua incidenza sta aumentando in maniera significativa anche tra le donne. La calvizie comune, come gli altri disordini dei ca-pelli, è ormai considerata una vera e propria pato-logia, in quanto può provocare disturbi psicologici talvolta molto gravi nei soggetti colpiti, influenzando l’autostima, la fiducia in se stessi e le capacità di relazione.Troppi medici, tuttavia sottovalutano questo proble-ma e si limitano a prescrizioni piuttosto generiche accompagnate da un paternalistico consiglio alla rassegnazione. Noi ci siamo rivolti al Dott. Comacchi, specialista in Tricologia per porgli alcune domande utili.

Dott. Comacchi, la caduta dei capelli può essere una vera e propria malattia, ce ne parli meglio.Innanzitutto l’assenza o la carenza di peli o capelli nelle aree di cute in cui essi sono normalmente pre-senti viene definita come alopecia. Ne esistono due tipi: alopecie non cicatriziali, nelle quali dal punto di vista clinico non vi è alcun segno di infiammazione tessutale, cicatrizzazione o atrofia della cute, e Alopecie cicatriziali, in cui è evidente una distruzione del tessuto sotto forma di infiamma-zione, atrofia e cicatrizzazione. Nel primo caso, caratterizzato da un diradamento e/o da una caduta dei capelli può essere utile effet-tuare a scopo diagnostico il tricogramma classico o meglio il tricogramma in luce polarizzata (microsco-pia tricologica in luce polarizzata).

Esiste una chiara e sola correlazione patogene-tica alla perdita di capelli?No, esami di laboratorio e strumentali sono molto utili per capire le cause di una caduta di capelli o di una alopecia di non chiara patogenesi. Ad esempio di fronte ad una alopecia cicatriziale gli esami potranno orientare il medico verso una colla-genopatia, di fronte ad un telogen effluvium verso una malattia infettiva o una anemia, di fronte ad una alopecia femminile in telogen accompagnata da se-gni di virilizzazione verso una patologia endocrina, etc. Come si sviluppa una visita tricologica?Ci sono vari momenti. Dopo un colloquio con rac-colta dell’anamnesi, si passa a un esame obiettivo dermatologico ed esami strumentali obbligatori. Per avere una fotografia globale si svolgono il pull test, una videodermatoscopia e soprattutto il trico-gramma in luce polarizzata (microscopia tricologica in luce polarizzata).

In cosa consiste il tricogramma?È una metodica semi-invasiva che permette di stu-diare la dinamica del ciclo follicolare e le condizioni patologiche dei capelli. Il prelievo si esegue fissando l’estremità libera di una ciocca di capelli con una pinza Klemmer, men-tre con altra pinza analoga si fissa la base della ciocca. Si procede quindi allo strappo che deve essere energico e deciso nella direzione verso cui emer-gono i capelli. I capelli vengono successivamente osservati al mi-croscopio ottico o al microscopio in luce polarizzata.

Quali sono le terapie possibili?La terapia medica si avvale sia di preparati topici che di sostanze assunte per via orale. Nell’ottica di fornire al paziente una terapia medica il più possibile personalizzata e caratterizzata da un’ampia scelta di principi attivi, il preparato galeni-co rappresenta certamente un’opzione interessante per il medico tricologo.

CADUTA DEI CAPELLILA GIUSTA DIAGNOSI E LE CURE PIù ADATTE

TRICOGRAMMA IN LUCE POLARIzzATA

TRICOGRAMMA IN LUCE bIANCA

Dott. ComacchiCell 335 [email protected]

Riceve a:FIirenzeVia Mannelli, 177Tel. 055/19991910

Empoli presso ECOMEDICAVia Cherubini, 2Tel. 0571/73922

Laureato in Medicina e Chi-rurgia all’Università degli Studi di Firenze nel 1986, ha ottenuto il Diploma di Specia-lizzazione in Dermatologia e Venereologia, presso l’Uni-versità di Firenze nel 1992. Ha conseguito un Master in Scienze Tricologiche, Medi-che e Chirurgiche, sempre presso l’Università di Firenze e un Master in Dermochirur-gia presso l’Università di Sie-na.

TRICOLOGIA

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30 / MEDICARE

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MEDICARE / 31

NUTRIzIONE

UN’ARMONIA CHE SI VEDE E SI SENTELA DIETA COME STATO DI SALUTELa dietoterapia parte da un’attenta diagnosi differenziale per dare vita a uno schema nutrizionale personalizzato, dove lo scopo non è la perdita di peso ma il raggiungimento del benessere del corpo allontanando le patologie”. Ci spiega Carlotta Manescalchi, Dietista Specialista in Nutrizione, Oligoterapia e Dietetica Cinese, medicina che da più di 500 anni approfondisce e perfeziona l’utilizzo dei cibi, la loro combinazione, cottura, direzione e le reazioni che suscita nel corpo. Occorre quindi dare importanza all’ascolto e all’osservazione del paziente, approfondendo così lo studio dei segni che l’organismo invia, ancor prima della malattia stessa. Il dimagrimento risulterà quindi la conseguenza del buon stato di salute raggiunto. La consapevolezza acquisita e le informazioni date daranno vita al mantenimento che sarà solo la semplice conseguenza di un buon percorso insieme ad uno specialista. [email protected] - Cell. 338/4007310 Riceve a Firenze Studi Medici (Via Gioberti, 95) Milano (Via dell’Orso, 16).

ESTETICA E bENESSERE

PRENDERSI CURA DEL PROPRIO CORPO IN MANIERA NATURALESituato nel centro storico di Pistoia, a due passi da Piazza del Duomo, il Centro Estetica Eidos si dedica da sempre alla cura del benessere della sua clientela con passione e dedizione unite all’altissima serietà e professionalità delle due titolari, Katia e Maila, e delle loro collaboratrici. “Studio e ricerca uniti all’esperienza sono alla base del metodo di lavoro che ci contraddistingue da oltre 30 anni e che ci ha permesso di trasmettere tale fi losofi a anche al nostro staff per soddisfare i desideri della nostra clientela fi delizzata, testimone della nostra qualità in tutta la zona”, ci spiegano fi ere le titolari. Oltre ai classici trattamenti estetici, anche per mezzo di strumentazioni all’avanguardia nel settore, il Centro Estetico Eidos vanta una ultraventennale esperienza nei trattamenti di rifl essologia plantare che costituisce un servizio di punta per il benessere psico fi sico della propria clientela.

Centro Estetico [email protected] www.centroesteticoeidos.itVia Dei Buti, 25 - 51100 - Pistoia Tel. 0573/34858 - Cell. 334/2530083

ESTETICA E bENESSERE

MOMENTI DI RELAX INDIMENTICABILETRATTAMENTI ESCLUSIVI IN UN’ATMOSfERA UNICALe Suite è un’oasi di benessere e relax nel cuore di Prato, dove poter prendersi cura della propria bellezza, concedersi massaggi o bagni di vapore in un’atmosfera dal sapore elegante e raffi nato. Infatti il centro estetico e per il benessere sorge nel cuore del centro storico di Prato, all’interno di una casa torre medievale: un luogo ideale dove trascorrere momenti all’insegna del relax per riequilibrare corpo e mente attraverso l’utilizzo di tecniche di massaggio, trattamenti di bellezza esclusivi, manicure, pedicure, depilazione e percorsi benessere, con scrub, bagni rilassanti e rivitalizzanti e massaggi, eseguibili individualmente o in coppia. Per l’armonia e la salute degli suoi ospiti Le Suite utilizza esclusivamente prodotti bio provenienti sia dal Trentino Alto Adige che dalla Thailandia, privi di sostanze tossiche che potrebbero nuocere alla persona.

Via Muzzi Luigi, 19-21 - 59100 - Prato Tel. 0574/605502 - www.lesuitespa.com

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Sanità e salute in Italia si traducono in un universo variegato, dalle componenti in continua evoluzione. Una di questa è il settore medico scientifico e farmaceutico dove l’innovazione e la ricerca giocano un ruolo fondamentale.

La farmaceutica italiana ha un ruolo di primo piano in ambito internazionale. Secondo i dati di Farmaindustria infatti, per crescita dell’export farmaceutico tra il 2010 e il 2014, l’Italia è il primo paese al mondo e oggi le esportazioni superano il 72% della produzione.

In Toscana, le imprese del farmaco rappresentano un punto di forza per l’economia della regione, che si colloca al terzo posto a livello nazionale, rappresentando il 13% del fatturato complessivo nazionale del settore.

Da oltre 120 anni Molteni Farmaceutici rappresenta un centro di eccellenza della produzione italiana, con un elevato contenuto tecnologico. Il suo stabilimento di Scandicci, tra i più moderni e attrezzati d’Europa nella produzione di farmaci oppiacei, si estende per oltre 10.000 mq con un’elevata capacità produttiva che, per le sole fiale, supera i 20 milioni di unità all’anno.

Da sempre impegnata nella ricerca e sviluppo di medicinali analgesici oppioidi e nella messa a punto di formulazioni in grado di migliorarne efficacia, tollerabilità e sicurezza d’impiego, Molteni è oggi un player leader di settore a livello europeo.

la Ricerca

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MEDICARE / 33

Molteni farmaceutici, azienda fi orentina impegnata da più di 120 anni nella ricerca, sviluppo, produzio-ne e commercializzazione di farmaci per la terapia del dolore e per le dipendenze si conferma leader di settore. Per conoscere meglio il tipo di impegno che porta avanti, abbiamo intervistato il Dott. bruno fiorentino, Direttore Medico.

Dott. Fiorentino, in quale settore oggi si orienta maggiormente l’impegno di Molteni Farmaceutici? Molteni farmaceutici investe circa il 20% delle proprie risorse nella ricerca scientifi ca di nuove soluzioni terapeutiche per la cura del dolore e per la gestione delle dipendenze da sostanze stupefa-centi. Uno degli obiettivi principali dell’azienda è il miglioramento della pratica clinica nella gestione del bTcP (breakThrough cancer Pain) o DEI (Do-lore Episodico Intenso), una patologia di alto rilievo clinico che colpisce il 75% dei malati di tumore e che ha un impatto elevato sulla qualità di vita di chi ne è affetto. Il bTcP è descritto dal paziente come un dolore improvviso, intenso e transitorio che si di-stingue bene dal dolore costante nella giornata che accompagna la vita dei soggetti affetti da patologia oncologica. Per questo Molteni farmaceutici ha av-viato nel corso del 2013 lo studio IOPS-MS (Italian Oncologic Pain multiSetting – Multicentric Survey), uno studio che ha coinvolto 32 centri in Italia e in cui sono stati arruolati oltre 4.000 pazienti. finalità dello studio, il più grande al mondo mai realizzato, è quello di applicare in modo sistematico l’algoritmo diagnostico che permette di identifi care rapidamen-te il BTcP, valutando la presenza di questa patologia in vari tipi di setting come le oncologie, le cure pal-liative e le terapie del dolore. I risultati, che saranno disponibili nel corso di quest’anno, permetteranno di fornire maggiori informazioni sul BTcP per indi-viduare il miglior trattamento del dolore e ridurre al minimo la sofferenza dei soggetti colpiti. Individuare

precocemente il BTcP e intervenire coi farmaci indi-cati per questo tipo di dolore, servirà a migliorare in modo considerevole la qualità di vita dei pazienti.

Un’altra area importante è quella delle dipen-denze, in cui Molteni Farmaceutici è leader.Sì, l’azienda è leader anche nel trattamento delle tossicodipendenze, un settore molto delicato ma al tempo stesso così necessario a livello sociale. Molteni Farmaceutici riesce ad unire tradizione e innovazione grazie ad un portafoglio di prodotti completo che consente il trattamento delle diverse forme di dipendenza e ne integra l’impiego all’inter-no dei centri specialistici. Offriamo infatti un servizio completo ai SerD che prevede la fornitura dei mac-chinari, moderni sistemi di erogazione della terapia sostitutiva, il software di gestione automatizzata del farmaco che viene calibrato sulle necessità del sin-golo paziente, nonché un service globale che assi-cura un continuo supporto alla gestione dei centri.

Quali misure di sicurezza adotta Molteni Farma-ceutici nella vendita dei propri prodotti?Tutti i nostri prodotti sono sviluppati secondo linee guida che tengono sempre in considerazione eleva-ti standard di qualità e sicurezza, come ad esempio l’impiego di chiusure dei fl aconi a prova di bambino. Proprio nelle aree della Terapia del Dolore e delle Dipendenze, l’attenzione di Molteni farmaceutici è di integrare e adottare in modo scrupoloso misure che possano impedire l’abuso e il misuso dei far-maci. Ecco allora il nascere e il consolidarsi di una ricca pipeline di prodotti e soluzioni terapeutiche dotate di accorgimenti che possono impedire l’uso improprio delle molecole; le nuove formulazioni e i moderni device infatti sono studiati e calibrati per garantire massima praticità d’uso e minimi rischi di somministrazione, rendendo sempre più agevole il loro utilizzo da parte del paziente o del caregiver.

MOLTENI fARMACEUTICI UN’AzIENDA INNOVATRICE NEL DOLORE E NELLE DIPENDENzE

Direttore Medico Molteni FarmaceuticiDott. Bruno Fiorentinowww.moltenifarma.it

Molteni Farmaceutici, azien-da fi orentina impegnata da più di 120 anni nella ricerca, sviluppo, produzione e com-mercializzazione di farmaci per la terapia del dolore e per le dipendenze si conferma le-ader di settore.

fARMACEUTICA

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isTiTUTo FanFaniLa missione dell’Istituto Fanfani è quella di porsi come

un’organizzazione problem solving, in grado quindi di risolvere quesiti diagnostici più o meno complessi, ponendo la Persona,

destinataria del servizio, al centro del sistema.L’obiettivo è da sempre creare un comune sentire di tutti

gli operatori verso le necessità della Persona, quelle espresse, quelle pensate ma non espresse e quelle

neppure razionalizzate, che fanno parte del soddisfacimento emozionale. Solo questo tipo di atteggiamento, questa

vocazione all’ascolto coniugata con la capacità di fare, creano quel rapporto di relazione necessario.

Per questo, a coloro che si rivolgono all’Istituto Fanfani, viene offerto un servizio di qualità. Ciò è dimostrato da tempi

di attesa contenuti per la concessione degli appuntamenti; programmazione di percorsi diagnostici complessi in base

all’esigenza della Persona, sua assistenza e coordinamento in tutte le fasi del percorso diagnostico; consegna dei referti

in tempi rapidi attraverso vari canali (in istituto, a domicilio, via fax, e-mail, online, posta prioritaria).

L’Istituto Fanfani è un Presidio sanitario privato autorizzato, certificato ISO 9001:2008, accreditato con il servizio sanitario

nazionale e convenzionato con le principali compagnie assicurative

Perseguimento al miglioramento continuo, sviluppo di programmi per la gestione del rischio clinico, del patrimonio

intellettuale e di programmi formativi, innovazione tecnologica, controllo sistematico della qualità dei servizi clinici e tecnico-amministrativi per il loro miglioramento: questi i valori cardine

della visione dell’Istituto Fanfani, costantemente rivolta al futuro.

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36 / MEDICARE

L’Istituto fanfani è stato fondato nel 1954 dal Prof. Manfredo fanfani e dai primi anni ’80 i figli Stefania e Fabio sono responsabili medici dei reparti di Medi-cina Nucleare e Laboratorio e Radiodiagnostica ed unici soci, assieme al padre, dell’Azienda. La carat-teristica di riunire direzione ed operatori in un’unica figura ha permesso da sempre all’Istituto fanfani di investire rapidamente sulle migliori strumentazioni rimanendo sempre aggiornati sulle ultimissime no-vità strumentali di ricerca.

La struttura è stata infatti tra le prime, negli anni ‘60, ad introdurre metodiche di automazione del labo-ratorio di analisi mediche ed innovativi strumenti diagnostici ad alta tecnologia. All’inizio degli anni ’80, accanto ai più evoluti strumenti di radiologia tradizionale, fu installato il primo Tomografo Com-puterizzato (TAC) di terza generazione in Toscana e successivamente la prima Risonanza Magnetica in ambito privato. Nel 1984 l’Istituto è stato il pri-mo utilizzatore europeo dell’esame TC Dentalscan, indispensabile per lo studio preliminare dell’implan-tologia dentale. Nel 1994 è stata una delle prime strutture ad adottare la Radiologia Digitale consen-tendo una netta riduzione della dose di radiazioni assorbita, applicazione molto apprezzata sopratutto in ambito pediatrico. Nel 2005 un ulteriore salto in-novativo avvenne con uno strumento che combina l’esame di Medicina Nucleare PET con l’esame TAC (Tc\Pet).L’istituto è inoltre all’avanguardia nel settore del-la Diagnostica di Laboratorio, i cui laboratori sono autorizzati e accreditati con il servizio sanitario na-zionale. Oltre alla particolare attenzione ai tempi di

attesa contenuti per la concessioni e degli appunta-menti, è possibile presentarsi senza appuntamen-to per effettuare delle analisi del sangue. I referti vengono consegnati entro poche ore dal prelievo presso l’Istituto ma anche on-line e via mail, (referto criptato e consultabile tramite password), con posta prioritaria o consegna a domicilio.

Abbiamo incontrato il Dott. fabio fanfani per farci raccontare alcune delle potenzialità diagnostiche dell’Istituto.

Presso l’Istituto Fanfani è possibile svolgere la coronarografia non invasiva. Come funziona e in cosa differisce da quella tradizionale invasi-va?Nel 2004 abbiamo installato la prima TC Multistrato a 64 canali ultraveloce che, insieme all’aumentata performance del software, rende possibile lo stu-dio di un organo in movimento come il cuore e la visualizzazione dell’albero coronarico in modo non invasivo. Ulteriori informazioni contestuali sono ri-cavabili inoltre sulle cavità cardiache e sulle altera-zioni anatomiche-morfologiche delle valvole. Que-sta nuova tecnica consente inoltre studi angiografici del sistema vascolare arterioso e venoso periferico. Rispetto alla coronarografia tradizionale, non inden-ne da rischi, con un indice di mortalità di circa 1 x 1000, quella non invasiva non prevede alcun ricove-ro e, subito dopo l’ esame può essere svolta qualun-que attività. Le nostre esperienze nel settore sono state riportate sul volume, da me redatto insieme al Dott. Mohamed bamoshmoosh, dal titolo “Cardio\Tc, coronarografia non invasiva”.

ISTITUTO FANFANIPiazza della Indipendenza, 18/b50129 FIRENZETel. 055/49701 (16 linee R.A.)Fax 055/[email protected]

ISTITUTO fANfANI

ISTITUTO fANfANICENTRO D’ECCELLENzA DI ANALISI MEDICHE CUORE DI fIRENzE

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MEDICARE / 37

SERVIZI

Medicina di LaboratorioBiochimica clinica MicrobiologiaAllergologiaBiologia molecolareImmunologiaEmatologiaEmocoagulazioneGenetica medicaDiagnostica per ImmaginiRx - Radiologia Digitale Tra-dizionaleTC - Tomografia Computeriz-zata – Cone BeamRM - Risonanza MagneticaMOC - Mineralometria Ossea ComputerizzataOPT - OrtopantomografiaMammografiaEcografiaMedicina Nucleare PET/TCCheck up prevenzioneMedicina del LavoroMedicina dello sportVisite specialisticheEsami strumentali (Eco-cardio, Ecg, EEG, OCT, spi-rometria, EMG)Centro di Fisioterapia

ISTITUTO fANfANI

Lo studio del cuore, se necessario, può essere an-che integrato con la Risonanza Magnetica ad alto campo (Cardio RM).

Dott. Fanfani, sem-pre più spesso si sente parlare di studio del genoma. Come l’Istituto è at-trezzato per rispon-dere a una richiesta così crescente?Il nostro reparto della sezione di Genetica svolge tutte le attività di controllo tecnico e

di garanzia di qualità in conformità alle specifiche tecniche qualificanti un laboratorio di genetica me-dica secondo l’applicazione di specifiche linee gui-da. Oltre alla Consulenza Genetica “pre-test”, che consiste in un colloquio durante il quale il genetista valuta la storia personale e familiare del paziente e spiega i contenuti ed il significato dei test gene-tici da effettuare, svolgiamo Diagnosi Citogenetica pre e post natale, che si focalizza sullo studio della struttura e sulla funzione dei geni a livello molecola-re. In particolare l’Istituto offre la possibilità di ese-guire lo studio delle cellule fetali da sangue perife-rico materno, ovvero il “Test prenatale non invasivo su cellule fetali circolanti nel sangue materno” (Pre-natalSafe®). Questo permette di evidenziare even-tuali anomalie cromosomiche sia numeriche che strutturali a carico del feto e può prevedere anche lo studio delle alterazioni cromosomiche strutturali di ogni cromosoma del cariotipo fetale. In epoca post-natale le ricerche sono eseguite a partire da san-gue periferico. L’analisi del cariotipo viene eseguita sui linfociti del sangue e permette di riconoscere anomalie cromosomiche che si associano ad una condizione patologica, ad una riduzione della fer-tilità o ad una maggiore probabilità di generare figli affetti da patologia cromosomica. Il nostro laborato-rio di Genetica assicura la qualità delle prestazioni eseguite attraverso la partecipazione a programmi

di controlli di qualità esterni nazionali e allo stesso tempo applica controlli di qualità interni, registrati durante le sedute analitiche e analizzati secondo protocolli riconosciuti.

A proposito di prevenzione, nel 2014 avete in-stallato un mammografo digitale dotato di fun-zionalità di Tomosintesi. Cosa cambia nell’am-bito della diagnostica senologica?La tomosintesi è un metodo di acquisizione e vi-sualizzazione 3D che può fornire una chiarezza rispetto alla mammografia tradizionale 2D maggio-re del 20%. Questa recentissima novità in ambito di prevenzione, ci consente, inoltre, nei casi sele-zionati, di eseguire lo studio delle aree “sospette” attraverso l’iniezione venosa di mezzo di contrasto iodato. Ogni esame è supportato da una visita con specialisti senologi che, in base all’età e anamnesi, valutano il tipo di esa-me da eseguire con la possibilità di svolgere anche esame di eco-grafia mammaria, Rm-mammaria e laddove necessario biopsia delle lesioni riscontra-te con i vari esami dia-gnostici.

L’Istituto Fanfani da sempre pone molta impor-tanza ai check-up completi. Che cosa offre?I nostri programmi di indagini specialistiche perso-nalizzate (Check-up) offrono alle aziende un servi-zio di alta qualità e professionalità nell’ambito della prevenzione a tutela della salute. Chi si rivolge a noi per questo servizio viene accolto e guidato da un Tutor nel suo percorso diagnostico. Gli specialisti lavorano a stretto contatto con il Medico Internista coordinatore il quale, terminati gli accertamenti, analizza i risultati, aggiorna la cartella clinica e redi-ge una relazione conclusiva. Durante la permanen-za - il check-up si svolge complessivamente in 4-5 ore - sono a disposizione camere e salottini privati con tutti i servizi di assistenza.

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FocUsOculisti

In questo focus incontreremo una problematica che colpisce un grossa fetta di popolazione: i difetti visivi.

In particolare conosceremo il primo centro oculistico privato nel cuore di Firenze. Qui è possibile rivolgersi per più importanti servizi diagnostici e per operazioni chirurgiche ambulatoriali con le più avanzate metodiche. Scopriremo inoltre che è possibile, con un unico intervento di altissimo micro-chirurgia, prevenire la cataratta e risolvere allo stesso tempo micia, presbiopia e astigmatismo. Vi parleremo anche delle alternative possibili per eliminare l’uso di lenti o occhiali da vista senza ricorrere alla chirurgia.

Approfondiremo inoltre la conoscenza del Visual Training, un trattamento rieducativo che utilizza esercizi visivi e visuo-motori per migliorare la funzione visiva e l’integrazione sensoriale dell’individuo. È un lavoro molto indicato per migliorare o ottimizzare i disturbi di motilità oculare, disfunzioni accomodative, disfunzioni del sistema di convergenza, disfunzioni del sistema binoculare, problemi di ambliopia, strabismo, disturbi percettivi di elaborazione dell’informazione dell’informazione e della coordinazione visuo-motoria e visuo-spaziale, disturbi di lateralità e disturbi di apprendimento.

Infine, due specialisti ci illustreranno le tecniche all’avanguardia nella chirurgia refrattiva grazie all’utilizzo di laser di ultimissima tecnologia e tutte le informazioni necessarie da sapere prima di sottoporsi a questi interventi.

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MEDICARE / 39

Il Centro Oculistico è stato fondato nel 1986 dal Prof. Ivan Esente, uno dei pionieri della moderna Oftalmologia Italiana, e successivamente portato avanti dal figlio Stefano, prematuramente scompar-so un anno fa. In occasione dei trent’anni dalla sua fondazione, intervistiamo il Dott. Tommaso Verdina - fino a poco tempo fa assistente del Dott. Stefano Esente e oggi succedutogli come Direttore Sanita-rio - per parlare dei servizi all’avanguardia di quello che è uno dei più importanti centri privati in campo oculistico nel territorio toscano.

Dott. Verdina, sono passati 30 anni e il Centro Oculistico è sempre un punto di riferimento per il territorio fiorentino. Qual è il vostro segreto? “Non ci sono segreti, il Centro è stato portato avanti negli anni con grande passione e dedizione grazie ad una equipe di medici oculisti, optometristi, infer-mieri e anestesisti, altamente specializzata in tutti i settori dell’oculistica. Grazie alla disponibilità di apparecchiature sempre all’avanguardia, la filosofia del Centro è quella di garantire al paziente un percorso completo, dalla diagnosi alla terapia, anche chirurgica, in tempi ra-pidi ed efficienti.”

Quali sono i vostri servizi?“Dal punto di vista diagnostico eseguiamo tutte le più importanti indagini mentre da quello chirurgico operiamo con le più avanzate metodiche. Grazie alla presenza di una sala operatoria autoriz-zata dalla Regione Toscana alla chirurgia ambula-toriale siamo in grado di eseguire interventi veloci, minimamente invasivi, con tecniche di anestesia locale e con rapida riabilitazione del paziente”

Ci può parlare più in particolare dell’intervento di cataratta?“Grazie alle recenti innovazioni tecnologiche l’inter-vento di cataratta si svolge in regime ambulatoriale e con anestesia di superficie in collirio. Il cristallino opaco viene frammentato ed aspirato e ne viene impiantato uno nuovo artificiale attraverso una mi-croincisione di neanche 2 millimetri. L’intervento ha una durata di circa 15 minuti e il paziente dopo due ore può essere già a casa sua.”

Sappiamo che è anche possibile eliminare de-finitivamente gli occhiali intervenendo precoce-mente sul cristallino, è vero?“Esatto. L’intervento di cataratta, pur essendo

sempre un intervento di altissima microchirurgia, è indicato al giorno d’oggi non solo per chi ha una cataratta avanzata ma anche per correggere i difet-ti visivi in persone dopo i 50 anni con una opacità iniziale. I nuovi cristallini artificiali “speciali” permet-tono infatti di eliminare definitivamente gli occhiali. In particolar modo il miope elevato può finalmente vedere azzerato, o notevolmente diminuito, il suo handicap visivo mentre l’ipermetrope, abituato da anni a portare gli occhiali da lontano ai quali, attorno ai 50 anni, è costretto ad aggiungere quelli da vici-no, può trovare una nuova e insperata felicità grazie ai cristallini “multifocali” che lo liberano da entrambi gli occhiali. Anche il forte astigmatismo può essere eliminato con le lenti intraoculari “toriche” che cor-reggono completamente questo fastidioso e invali-dante difetto. Ecco quindi che una tecnica messa a punto per una particolare patologia diventa prezio-sa anche per chi di cataratta non soffre. Purtroppo però ancora molte persone non lo sanno!”

A proposito di presbiopia, esiste un’alternativa per risolverla in persone sotto i 50 anni che non vogliono sottoporsi ad un intervento chirurgi-co? “Sì. Per coloro che, prima dei 50 anni, hanno un inizio di presbiopia, in assenza di altri difetti refrat-tivi, esiste una nuovissima procedura che permette di rimandare di alcuni anni l’uso degli occhiali da vicino; è indolore e della durata di pochi minuti e prevede un’elettrostimolazione del corpo ciliare at-traverso uno speciale dispositivo che, “massaggian-do” l’occhio, stimola il muscolo della messa a fuoco a riprendere funzionalità. Noi siamo tra i primi ad offrire già adesso questo nuovo trattamento.”

E per i miopi, quali possibilità ci sono per non indossare più gli occhiali senza ricorrere alla chirurgia o al laser?“Per i giovani miopi non gravi può essere presa in considerazione l’ortocheratologia. Si tratta di lenti a contatto che si mettono solo di notte, agiscono durante il sonno modificando la curvatura della cor-nea, in modo tale che durante il giorno si possa ve-dere bene senza occhiali”. “ Al giorno d’oggi – conclude il dott. Verdina – la moderna oftalmologia ci offre tante opportunità per eliminare ogni tipo di difetto refrattivo. Al Centro Oculistico valutiamo accuratamente, caso per caso, la procedura più idonea in base all’età e al tipo di necessità del paziente.”

TUTTO IL MEGLIO PER I VOSTRI OCCHIIL DOTT. TOMMASO VERDINA, DIRETTORE SANITARIO DEL CENTRO OCULI-STICO, CI SPIEGA COME LE TECNOLOGIE DELLA MODERNA OfTALMOLOGIA POSSANO RISOLVERE GRAN PARTE DEI PRObLEMI DI VISTA

CENTRO OCULISTICODott. Tommaso VerdinaVia Fossombroni, 2/A - 50136 FIRENZETel. 055/2344569 / 243442info@centrooculisticofirenze.itwww.centrooculisticofirenze.it

OCULISTICA

i nosTRi seRVizi: Oftalmologia generaleOftalmologia pediatricaVisite aziendali del lavoroRinnovi patenteDIAGNOSTICA:Fotografia del segmento anterioreRetinografiaFluoroangiografia retinicaIridografia a fluorescenzaCampo visivo computerizzatoTomografia a coerenza ottica ad alta risoluzione (HD-OCT)Topografia cornealePachimetria cornealeMicroscopia endoteliale Ecografia OculareBiometria IOL MasterVisite ortotticheTest Genetico maculopatia senileCHIRURGIA AMBULATORIALE:CatarattaGlaucomaChirurgia refrattiva laserChirurgia palpebrale ed este-ticaIniezioni intravitreali Trattamenti argon laser e YAG-laserCrosslinking corneale

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Dal 1980 Italo Pistelli optometrista si occupa di educazione e rieducazione visiva, optometria po-stulare, optometria pediatrica, recupero ambliopie, programmi per giovani miopi, studio di ausili visivi per studenti con difficoltà di apprendimento. Lo ab-biamo incontrato per porgli alcune domande sulla pratica del visual training.

Italo Pistelli, ci spieghi meglio cosa è il visual training?È un trattamento rieducativo elaborato sulla base del concetto evolutivo della visione e dei processi cognitivi. Basandosi sui criteri comportamentali, applica le proprie metodologie di intervento in coerenza con il principio olistico che considera l’organismo quale totalità da cui non possono essere scissi i singoli elementi costituivi. La rieducazione visuopercettivopsicomotoria consi-ste in esercizi attivi orientati al recupero del deficit nell’apprendimento degli schemi d’azione di base o alla consapevolezza di nuovi schemi volti a ristabili-re o sollecitare la prontezza d’integrazione all’inter-no del circuito stimolo-risposta.

In cosa consiste il visual training?Si tratta di una sequenza di esercizi visivi e visuo-motori, quindi procedure non mediche, prescritte e monitorate per ogni individuo al fine di migliorarne la funzione visiva e la sua integrazione sensoriale. Ci tengo sempre a dire che il training optometrico non contempla esercizi di lettura e scrittura che sono, notoriamente, molto stancanti per il bambino, infatti il miglioramento delle capacità grafo-lessicali sarà dovuto essenzialmente all’acquisizione delle performance sensomotorie introdotte dal training.

Per quali disturbi si può applicare?È un lavoro molto indicato per migliorare o ottimizzare i disturbi di motilità oculare, disfunzioni accomodative, disfunzioni del sistema di convergenza, disfunzioni del sistema binoculare, proble-mi di ambliopia, strabismo, disturbi percettivi di elabo-razione dell’informazione e della coordinazione visuo-motoria e visuo-spaziale, disturbi di lateralità e disturbi di apprendimento.

A proposito di problemi di apprendimento nei bambini, quali possono essere i campanelli di allarme che consiglierebbero di rivolgersi a un visual trainer?I genitori stessi posso notare se il figlio ha una po-stura chiusa o alterata, una voce bassa quando legge o parla, erratismo visivo, una scarsa abilità nel seguire un ritmo, impacci motori, tremori o se tende a toccarsi le parti del corpo durante la lettura, si stanca subito quando applicato per vicino, soffre spesso di mal di testa ecc. La prima fase del visual training è dedicata proprio all’anamnesi approfondita di tali campanelli di allar-me.

Dopodiché cosa prevede il protocollo?Alla prima fase segue uno screening di valutazione optometrica generale e una valutazione delle abilità motorie, di direzione, di orientamento, di lateralità tra le dominanze occhio mano, memoria visiva se-quenziale ecc. È proprio grazie a questa particola-reggiata valutazione che è possibile programmare un intervento riabilitativo personalizzato volto a mi-gliorare i punti di debolezza del bambino.

Quali aspetti del visual traing ritiene siano im-portanti da sapere?Questo percorso necessita di un buon grado di di-sponibilità da parte del soggetto in rieducazione, che dovrà dedicare ogni giorno un po’ del suo tem-po agli esercizi del programma. Lavoro che dovrà sottostare alla supervisione del genitore. I risultati migliori infatti si evidenziano pro-prio quando i genitori mostrano un’incondizionata disponibilità a divenire essi stessi rieducatori del proprio bambino.

PROBLEMI DI APPRENDIMENTOUN PERCORSO RIAbILITATIVO PER RIDURRE LE DIffICOLTÀ DEL bAMbINO

OPTOMETRIA

Italo PistelliCell. 3474185465

PisaCentro Ottico Pistelli via Fiorentina, 459 - Riglione Tel. 050/969165

SienaCentro Ottico Modìvia Grossetana, 83 -S. Rocco a Pilli - SI - Tel. 0577/348386

LuccaCentro Medico S. Marcviale Marti, 43Tel. 0583 342 432

FirenzeCentro Colibrì via Masaccio, 219 - Firenze, Tel. 055/5001085

Centro Multidisciplinare via Scialoia, 52 - FirenzeTel. 347/418 5465

Centro Multidisciplinare Kyklos via O. Respighi,10/a - Scan-dicci - FI - Tel. 347/418 5465

Ha conseguito il diploma di Ottica e Contattologia Avan-zata presso l’Istituto Supe-riore di Optometria e Scienze della Visione a Firenze - Ar-retri nel 1978 , specializzato in Optometria presso l’Istituto Superiore di Optometria di Perugia nel 1995. Nel 1995 ha conseguito con il massimo dei voti il diploma di Optome-tria e Scienze della visione presso l’Istituto delle Scienze Ottiche e Visive “Vasco Ron-chi di Firenze. Ha frequentato la facoltà di optometria della University of Latvia - Riga. Dal 1978 esercita la pro-fessione di optometrista nei propri studi di Pisa e Siena e presso Centri Medici a Fi-renze e Lucca. Nel 2012 gli è stata conferita la nomina di Docente di optometria e Vi-sual Training dell’Istituto Uni-versitario di Ricerca Scientifi-ca Santa Rita.

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MEDICARE / 41

OCULISTICA

Dott. Nicola Passarelli

Firenze Centro Oculistico - Via Fossombroni 2/a. Tel. 055/2344569MontevarchiStudio Medico Alfa - Via E. De Nicola 17. Tel. 055/900786Cortona Via della Fonte, 19/f - Camucia. Tel .333/8861688

DIfETTI DI VISTA E LASERAbbiamo incontrato il Dr. Nicola Passarelli, chirurgo oculista, esperto in chirurgia refrattiva laser per porgli alcuni quesiti sull’argomento.Dr Passarelli esiste un’alternativa all’uso di occhiali o lenti a contatto per i difetti di messa a fuoco dell’occhio come miopia, ipermetropia e astigmatismo?Si ed è il Laser ad Eccimeri: il laser è in grado di modificare la curvatura della cornea e di conseguenza il potere refrattivo eliminando la sfuocatura e quindi l’obbligo di lenti. Esistono due tecniche alternative la PRK e la LASIK. La PRK si esegue sulla superficie dopo una abrasione dello strato di rivestimento (epitelio corneale) e pertanto comporta un recupero visivo più lento e fastidioso, talvolta doloroso, legato alla guarigione dell’abrasione che avviene comunque in pochi giorni. Nella LASIK invece il trattamento viene eseguito in profondità senza intaccare l’epitelio grazie all’impiego del femtolaser che prepara una sorta di sportello che il chirurgo solleva e riposiziona dopo il trattamento. In questo modo la zona trattata è protetta e consente un recupero visivo più rapido e senza dolore.Quindi la tecnica LASIK è da preferire?In linea di massima sì, ma in realtà, la scelta su quale tecnica eseguire dipende dal tipo ed entità del difetto da correggere e da una serie di parametri oculari che vanno accuratamente valutati da parte del chirurgo per offrire al paziente non solo la tecnica più “comoda”, ma soprattutto quella più efficace e sicura nel caso specifico.In definitiva che consigli ci può dare?Il consiglio migliore è rivolgersi ad un chirurgo esperto che utilizzi al meglio tutta la tecnologia necessaria per questa chirurgia rifuggendo dalle “offerte speciali”. Soddisfatti questi criteri si può dire che si tratta di una chirurgia ormai consolidata ed in grado di soddisfare le esigenze dei nostri pazienti.

Il Dott. Nicola Passarelli si è laureato nel 1985 in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Firenze, dove consegue la Specializzazione in Clinica Oculistica nel 1991. Svolge attività professionale (diagnostica e chirurgica) presso il Centro Oculistico di Firenze. Dal 2001 è consulente presso l’U.O. di Oculistica della USL 8 (Arezzo) per la chirurgia di cataratta, cornea, glaucoma e chirurgia refrattiva.

OCULISTICA CHIRURGIA REfRATTIVA

Dott. Luca Pisani

Riceve:Via Dalmazia, 223/b - Pistoia Tel. e Fax 0573/29109Viale Matteotti, 1/a - Firenze Tel. 055/2008140

La tecnica Lasik è una tecnica di intervento di chirurgia oculare per la correzione dei vizi refrattivi. Abbiamo incontrato il Dott. Luca Pisani, esperto in laser chirurgia.

Dott. Pisani, in cosa consiste l’intervento laser con tecnica Lasik?Volendo semplificare, si tratta dell’utilizzo combinato del laser intrastromale a femtosecondi e del laser a eccimeri (PRK): in prima battuta viene usato il laser a femtosecondi che crea un flap nella membrana corneale di circa 100/110 micron, dopodichè si interviene con il laser ad eccimeri che corregge il difetto visivo. Infine si ripone la membrana e l’intervento è concluso.Quali sono i principali vantaggi di questa tecnica?Sicuramente il fatto che il risultato è definitivo, a fare la differenza è soprattutto il percorso post operatorio. Con il laser a eccimeri (PRK) il paziente deve sopportare almeno cinque giorni di dolore, intensa fotofobia e fastidio. Con il laser a femtosecondi non solo si riacquista immediatamente una vista che supera i dieci decimi ma, nel giro di pochissime ore, sparisce anche il senso di visione offuscata, unico disturbo causato dall’intervento. La terapia post operatoria si limita alla somministrazione di corticosteroidi topici e lacrime artificiali per una decina di giorni. Durata dell’intervento è quindi molto breve e il recupero altrettanto: alla sera il paziente può già leggere senza complicazioni.Dott. Pisani ci sono degli interventi speciali per le miopie elevate?Per le miopie elevate, dalle 8 alle 10 diottrie, io attuo l’intervento Smile, che invece viene fatto interamente con il laser femtosecondi. Consiste nel fare all’interno della cornea una lamella intrastromale che attraverso una piccola apertura di circa 2 millimetri viene asportata e l’intervento è finito. Nel caso invece di miopie ancora più elevate, 12 -13 diottrie, anche con astigmatismo, applico la tecnica Relex: dopo aver fatto l’intervento Smile, con un apertura corneale più ampia, si passa sempre sotto al laser ad eccimeri.

Il Dott. Luca Pisani ha iniziato i suoi primi interventi di cataratta con impianto di cristallino artificiale nel 1984. Esperto anche nella soluzione di miopie elevate con impianto di lenti intraoculari personalizzate in base alla conformazione dell’occhio e al grado di rifrazione da correggere, con l’avvento della chirurgia refrattiva, dopo un lungo soggiorno presso il Corneal Center del prestigioso Willis-Eye Hospital di Philadelphia, ha deciso di dedicarsi alla laser chirurgia dal 1996.

VIZI REFRATTIVIL’INTERVENTO CON LA TECNICA LASIK

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FocUsOdontoiatria

La visita dal dentista è un momento che da molte persone viene vissuto con particolare stress e ansia. Con questo focus sull’odontoiatria vogliamo presentarvi la tecnica di ansiolisi mediante sedazione cosciente, le sue modalità di somministrazione negli adulti e nei bambini e vi illustreremo i casi in cui si ritiene necessaria per sottoporsi alle necessarie visite e cure odontoiatriche.

Molti adulti soffrono di odontofobia, ma come fare a scongiurare il panico nei bambini che devono sottoporsi all’incontro col dentista? Per rendere la seduta piacevole, sia per il piccolo paziente che per la sua famiglia, ma soprattutto per evitare di ingigantire il problema e portarselo dietro tutta la vita, esistono tecniche specifiche da mettere in atto affinché i più piccoli riescano a riconoscere nel dentista un amico e - strano ma vero - abbiano voglia di raggiungerlo per le loro visite di routine.

Parleremo inoltre di una problematica che affligge tanti pazienti: la recessione gengivale. Quali sono le cause, come prevenirla e come curarla. Risponderemo a tutte queste domande su una questione non solo dolorosa ma che incide anche sull’estetica del sorriso.

Non ultimo presenteremo un’azienda che si occupa di vendita e di assistenza per apparecchi radiologici per il settore umano e veterinario.

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MEDICARE / 43

ODONTOIATRIA

La sedazione cosciente è la “minima depressione del livello di coscienza con la conservazione della capacità di respirare autonomamente e di rispon-dere adeguatamente alle domande verbali ed alle sollecitazioni fisiche”. In queste condizioni l’ansia è ridotta a zero ed il paziente può affrontare il trat-tamento odontoiatrico tranquillamente e con uno stress operatorio notevolmente ridotto. Abbiamo incontrato il Dott. ferruccio Morandi per porgergli alcune domande riguardo al suo utilizzo in odonto-iatria.

Dott. Morandi perché si usa la sedazione co-sciente in odontoiatria?La paura del dentista è proverbiale in tutte le cultu-re occidentali e questa genera l’ansia che affligge tante persone. L’ansia è una fonte rilevante di disa-gio che colpisce la qualità della vita, aumentando la percezione del dolore e le reazioni emodinamiche del paziente, esponendolo così al rischio di incidenti cardiovascolari che possono essere prevenuti con un buon trattamento preoperatorio. L’ansiolisi me-diante sedazione cosciente è parte fondante di que-sto trattamento. Secondo il General Dental Council, infatti, l’odontoiatra ha il dovere di fornire ed il pa-ziente il diritto di aspettarsi un adeguato controllo dell’ansia e del dolore durante le sedute di tratta-mento odontoiatrico.

Come si somministra l’ansiolisi?Esistono quattro modi che possono essere utilizzati da soli o addizionati tra loro secondo necessità. La iatrosedazione è il modo di comunicare e del denti-sta e dei suoi collaboratori con il paziente: linguaggio eufemistico, comunicazione ipnotica, modulazione della voce, simpatia, empatia, aspetto esteriore supportato da serenità e certezze interiori. Poi c’è la sedazione farmacologica inalatoria, che si esegue con una miscela di Ossigeno e Protossido d’Azoto

somministrata attraverso una mascherina nasale profumata di proprietà del paziente. È una metodica adatta per i bambini, estremamente maneggevole e sicura, il paziente può guidare l’auto dopo la dimis-sione. La sedazione farmacologica enterale invece avviene per semplice somministrazione orale di an-siolitici in gocce prima della seduta odontoiatrica; è efficace, semplice, può essere abbinata ad altre metodiche ma richiede un accompagnamento per la guida dell’auto. Infine c’è la sedazione farmaco-logica endovenosa ovvero la somministrazione di ansiolitici attraverso una cannula endovenosa ed è associata alla sedazione orale. Richiede l’accompa-gnamento per la dimissione.

In quali casi è necessaria la sedazione cosciente?Ogni qualvolta il paziente prova ansia o paura per il trattamento che vuole affrontare, oltre a quei casi in cui, per condizioni generali di salute o particola-re difficoltà collegate all’intervento necessario, la sedazione sia consigliata dai protocolli operativi: implantologia a carico immediato e non, chirurgia ortodontica, disinclusione, chirurgia odontostomato-logica, accentuato riflesso del vomito, impronte pro-tesiche, trattamenti odontoiatrici con tempi di ese-cuzione lunghi e comunque situazioni stressanti per il paziente. Durante le sedute in sedazione si ese-gue sempre la monitorizzazione con pulsiossimetro o con monitor multiparametrico e questa pratica incrementa ulteriormente la sicurezza del paziente.

ANSIOLISI MEDIANTE SEDAzIONE COSCIENTE COME RIDURRE LO STRESS E IL DOLORE DURANTE IL TRATTAMENTO ODONTOIATRICO

STUDIO MORANDI ODONTOIATRIAinfo@morandiodontoiatria.itwww.morandiodontoiatria.it

Via S. Ciampi, 11 - 51100 PistoiaTel. e Fax +39 0573/20285

lun-ven 9:00 - 20:00sab 9:00 - 13:00

Dott. Ferruccio Morandi è nato a Pistoia nel 1957, Odontotecnico titolare di la-boratorio a Pistoia dal 1976 al 1991, laureato con lode a Firenze in Odontoiatria e protesi dentaria nel 1991, Master in Implantoprotesi a Pisa. Master in Sedazione ed Emergenze in Odonto-iatria a Padova, Master in Odontologia Forense a Fi-renze, Ipnologo C.I.I.C.S. a Torino, Docente A.I.N.O.S. Dal 1992 opera in Pistoia nel suo studio in via Sebastiano Ciampi n°11

Dott. Ferruccio Morandi

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ODONTOIATRIA

Dott. Michele [email protected]/studiopanichi

PietrasantaVia Marzocco 83Tel. 0584/72283

RECESSIONI GENGIVALILe recessioni gengivali sono problemi molto comuni nelle nostre bocche. Se poi avvengono nelle zone anteriori non solo possono dare sensibilità radicolare e dolore allo spazzolamento ma sciupano l’estetica del sorriso.Dott. Panichi quali sono le principali cause delle regressioni gengivali?In oltre il 50% dei casi siamo noi stessi a provocarci involontariamente le recessioni gengivali, con spazzolini troppo duri e cattivo uso del filo interdentale. Il filo infatti dovrebbe esser tenuto sempre orizzontale nello spazio interdentale e non spinto verso l’alto dal lato della guancia, come molti fanno: ciò provoca tagli stretti e profondi (ragadi gengivali) che sono l’inizio della recessione.Nei casi restanti le recessioni sono dovute al cattivo posizionamento dei denti: se osservate bene, i denti in posizione più esterna nelle arcate sono quelli che hanno festonatura gengivale più sottile e sono i primi a manifestare le recessioniQuali sono le problematiche connesse a questa patologia? Le recessioni possono essere pericolose nella arcata inferiore. È rarissimo perdere un dente superiore per una gengivite iniziata con una recessione, ma negli incisivi inferiori è purtroppo possibile, anche nei pazienti giovani se non curano l’igiene, poiché il tartaro vi si sovrappone subito e accelera la lesione, fino alla perdita del dente.In che modo si interviene sul problema?Fino a qualche anno fa per riportare la gengiva alla posizione originaria erano necessari interventi molto invasivi, con costanti prelievi di tessuto dal palato e incisioni che potevano esitare in

cicatrici o differenze di colore o spessore della gengiva innestata.Oggi una nuova tecnica di chirurgia “dolce” di matrice tutta italiana, permette lo scivolamento “a busta” della gengiva verso il basso, e soprattutto permette di trattare in una sola seduta aree ampie che abbiano recessioni anche multiple, come visibile nella foto. Il risultato estetico finale è davvero soddisfacente!

Laureato a Pisa in Medicina e Chirurgia col massimo dei voti nel 1990. Ha conseguito il Master in Ortodonzia presso il Centro Studi e Ricerche Ortodontiche di La Spezia. Ha studiato Chirurgia e Implantologia presso: l’Università Jean Monnet di Saint Etienne, l’Università Complutense di Madrid, l’Università Uninove di San Paolo in Brasile. Ha studiato Estetica, Chirurgia e Protesi presso l’Università di New York dove continua a frequentare i corsi annuali.

LidiX Medical Engineering è specializzata nel Servizio di Assistenza per Umana su tutte le apparecchiature di costruzione italiana, composte da sale troco, telecomandati, catene televisive, sale DR, archi da scopia, portatili da corsia, ortopantomografi e mammografi. Abbiamo incontrato il titolare, il Sig. Diego Lippi.

Sig. Lippi quali sono i servizi offerti da LidiX?Sono molti, ma in particolare la ditta opera su: vendita e assistenza per Impianti RX, vendita e assistenza di accessori per la Camera Oscura, progettazione e realizzazione di Gabinetti Radiologici e controllo strumentale della Sorgente RX. Non solo, collaboriamo con gli esperti qualificati di Settore per la messa a norma degli impianti e con le società fornitrici: IbIS S.r.l. e Meditec S.r.l. - fujifilm. Agenzia Service Toscana: IMS S.r.l.

LidiX è specializzata anche nel settore veterinario. Ce ne parli meglio.Siamo in grado di offrire una presenza continua e tempestiva sul territorio toscano per tutte le apparecchiature radiologiche in uso ai Veterinari. Effettuiamo controlli di qualità e sicurezza della fonte radiologica, in collaborazione con gli esperti qualificati di settore. Siamo inoltre in grado di convertire le apparecchiature analogiche in impianti digitali sia in forma diretta che indiretta. Con grande soddisfazione, dal 1° gennaio 2013 siamo l’unica ditta toscana di Manutenzione e Commercializzazione di apparecchi RX per Veterinaria portatili, fissi, analogici e digitali, in quanto agenzia della società IbIS S.r.l. di Seriate (bergamo) e per il settore di Sviluppo Digitale con la società fujifilm con sede a firenze presso la Meditec S.r.l.. Infine siamo convenzionati con gli Ordini dei Medici Veterinari delle Province di: Pisa, Lucca, Pistoia, firenze - Prato ed Arezzo.

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L’odontofobia, è una vera e propria fobia per il den-tista, un disturbo che è stato riconosciuto ufficial-mente anche dall’OMS. Se ben gestita, è possibile, evitare che il bambino si trasformi in futuro in adulto odontofobico.

Quella del dentista è considerata tra le paure dei bambini più comuni e difficili da affrontare, solo nominando la parola si fanno prendere da crisi isteriche, iniziano a protestare, si agitano, fanno i capricci, e inventano le scuse più inverosimili pur di evitare la tanto temuta visita. Per non parlare dell’impresa, a dir poco ardua, di riuscire a farli se-dere sulla poltrona. L’appuntamento dal dentista diventa quindi un incubo per loro, ma anche per i genitori che non sanno come aiutarli e come com-portarsi. Nello studio, nel caso del bambino piccolo, la paura si manifesta con pianti e strilli quando è il momento di staccarsi dai genitori per salire sulla poltrona del dentista, mentre il bambino più grande, serra completamente i denti, copre la bocca con la mano e con prepotenza impedisce all’odontoiatra di lavorare. Considerando che il trattamento dell’adulto richiede un rapporto diretto tra odontoiatra e paziente, nel pedodontico il rapporto è di tipo triangolare: bam-bino, genitore ed équipe dello studio odontoiatrico. L’iter terapeutico del piccolo paziente è articolato in due fasi:1° fase di approccio e 2° fase di trattamen-to. Il bambino in genere è solo impaurito perché gli hanno raccontato che il dentista usa il trapano e fa la puntura in bocca, oppure perché ha avuto già un’esperienza spiacevole con qualche odonto-

iatra poco disponibile. Invece la causa della paura dell’adulto è una brutta esperienza vissuta o sentita raccontare soprattutto in età infantile. Se è più com-plicato superarei timori negli adulti, i bambini che non hanno avuto esperienze negative, ma hanno solo “imparato ad avere paura”, la possono sicuramente superare se seguiti da un odontoiatra infantile, così da non fis-sare nell’inconscio la paura. Oggi i corsi di laurea in odontoiatria prevedono l’insegnamento della psico-logia in modo che, oltre alla tecnica odontoiatrica, si possa offrire un approccio psicologico corretto, che viene poi raffinato dall’applicazione e dall’esperien-za.Sicuramente con i piccoli pazienti, nella prima fase di approccio, sono necessarie delle “sedute di avvi-cinamento”, onde acquisire la loro fiducia affinché riconoscano nel dentista un amico e siano felici di andare nello studio. La prevenzione sarà assicura-ta se il paziente va serenamente dal dentista per i controlli periodicamente. I bambini non sono piccoli adulti e quindi andare dal dentista deve sembrare un gioco, così la paura lascia il posto al piacere. Alcuni genitori ci raccontano che i figli, prima deci-samente ricalcitranti alle cure, sono felici di venire in studio, addirittura piangono se per qualche impedi-mento non possono venire. Io consiglio vivamente controlli periodici a partire dal momento in cui co-minciano a spuntare i primi denti. Ciò abituerà il bambino a vivere la situazione come qualcosa di normale e routinario, prendendo con-fidenza con lo studio dentistico e tutto ciò che lo circonda.

ODONTOFOBIA INFANTILEPREVENIRLA IN ETÀ PEDIATRICA

Dott. Orfeo [email protected]. 339/6725042Tel. 0574/690815

Riceve a:Pratovia Martiri delle Foibe, 5 (traversa di via Rubieri e via Bologna)

Professionista giovane ma esperto, il Dott. Orfeo Magna-nimo si è laureato nel 2003 a Firenze in Odontoiatria e protesi denta-le; nel biennio 2008-2010 ha conseguito un Master univer-sitario inOrtodonzia presso l’Universi-tà di Ferrara, uno dei centri ortodonotici più importanti d’Italia, con prestigiosi professori e pro-fessionisti riconosciuti a livel-lo internazionale. Il suo stu-dio, dotato di tecnologie all’avanguardia è accogliente e rassicurante. Esercitando anche l’odonto-iatria estetica protesica e l’implantologia, lo studio del Dott. Magnanimo offre soluzioni valide dai punti di vista dell’estetica, della biomecca-nica e della biocompatibilità

ODONTOIATRIA

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Specializzazioni in primo piano

Il nostro tour alla scoperta della medicina e dei meccanismi interni del nostro organismo non è finito. Molto spesso dimentichiamo quanto sia importante fermarci ad ascoltare il nostro corpo, le nostre sensazioni.

I tanti specialisti che incontreremo vi potranno aiutare a districarvi nel panorama delle numerose specializzazioni mediche e delle diverse cure possibili.

Tecniche terapeutiche che ancora non conoscevate, come il bendaggio compressivo per le ulcere degli arti inferiori, la chirurgia emodinamica per curare le varici, le cure possibili della diverticolosi del colon, i trattamenti per artrosi e dolori muscolo-scheletrici e ancora, metodi di approccio per le sofferenze psichiche.

Vi presenteremo un’eccellenza toscana nella chirurgia della grande obesità e nella chirurgia dell’apparato digerente ed endoscopia digestiva in generale. E poi le sorprendenti potenzialità dei laser di ultima generazione per il ripristino funzionale vaginale, per la cura delle emorroidi senza dolore e per l’ipertrofia prostatica benigna. Il nostro obiettivo è quello di informarvi al meglio, perché è proprio grazie alla prevenzione, rivolgendosi a specialisti della materia, che possiamo prenderci cura della nostra salute, e questo è il più grande regalo da fare a noi stessi.

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Dott. Fabrizio Giannellifabriziogiannelli@alice.itwww.ecointerventisticafi-renze.org

Dott. Gaetano [email protected]

Ricevono a:FirenzeSalus Medicavia Arrigo da Settimello 5/b Tel. 055/6540501/538

Sesto FiorentinoFisiodiagnostica Ragionierivia Leonardo Da Vinci 24 Sesto FiorentinoTel. 055/4200056

FABRIZIO GIANNELLIMedico Chirurgo. Angiologia. Flebologia Interventistica. Vulnologia. Diagnostica eco-color-Doppler. Fondazione Don Gnocchi IRCCS Firenze (Servizio di Medicina Interna)Prof. a C. Università degli Studi Firenze, Corso di Lau-rea Scienze Motorie

GAETANO RICIGNOLOMedico Chirurgo Specialista in Medicina Interna. Diploma Nazionale SIUMB Ecogra-fia Internistica. Fondazione Don Gnocchi IRCCS Firenze (Servizio di Medicina Interna - Ecografia Internistica e Va-scolare - Ecografia Interven-tistica Muscolo-Scheletrica – Ricercatore)

La terapia eco-interventistica muscolo-scheletrica è un trattamento di tipo ambulatoriale indicato per le patologie muscolo-scheletriche che possono afflig-gere atleti (giovani e non), numerose categorie pro-fessionali (ad esempio parrucchieri, cuochi, addetti al nastro trasportatore, tassisti, coloro che lavora-no molto tempo davanti al computer) e gli anziani. Abbiamo incontrato i Dottori Gaetano Ricignolo e fabrizio Giannelli, specialisti nella terapia infiltrativa eco-guidata.

In cosa consiste la terapia eco-interventistica muscolo-scheletrica e quali sono o suoi vantag-gi rispetto agli interventi infiltrativi tradizionali?Si tratta di una tecnica infiltrativa moderna, di se-condo livello, guidata ecograficamente, che cura con rapidità, precisione e sicurezza alcune tra le più frequenti patologie muscolo-scheletriche, arti-colari, tendinee e le loro fastidiose conseguenze, ad esempio la spalla dolorosa, il dolore al gomito, all’anca, alla caviglia, al piede. Il fatto di condurre la cura sotto guida ecografica ci permette di essere molto precisi. La precisione genera tre cose: sicu-rezza, efficacia e tollerabilità. La guida ecografica consente di vedere chiaramen-te sia l’ago che le strutture anatomiche da trattare e quelle da evitare, così che possiamo utilizzare i vari farmaci dove servono, in maniera molto mirata (l’uso mirato dell’anestetico locale ci permette di do-minare efficacemente il dolore). Inoltre la precisione della guida ecografica ci permette di usare dosaggi più bassi riducendo così gli eventuali effetti collate-rali del farmaco.

Quali sono i tempi di reazione del paziente al trattamento?La risposta terapeutica con l’intervento eco-guidato è molto rapida e notevole, si verifica in genere già nelle prime 48-72 ore dal primo trattamento. Rapida azione vuol dire anche aver bisogno di un basso numero di trattamenti (dalla durata media comples-

siva di circa mezz’ora): generalmente 1-2 per la fascite plantare, la tendinopatia achillea e i dolori al gomito (epicondilite ed epitrocleite); 2 nel caso della “spalla dolorosa”; fino a 3 per la cosiddetta “fase d’attacco” del ginocchio o nell’anca con artrosi attivata da componente infiammatoria. I trattamenti in genere vengono eseguiti a distanza di 2-7 giorni l’uno dall’altro. La breve durata delle terapie e la ra-pidità di risposta sono le caratteristiche più apprez-zate dallo sportivo, che così riduce notevolmente i problemi legati alla limitazione funzionale, la perdita della condizione fisica e del tono muscolare.

Una rapida azione permette anche una riduzione dei costi complessivi?Certamente, oltre al basso “prezzo biologico” paga-to dal Paziente, la metodica risulta anche econo-micamente concorrenziale. Il prezzo di un singolo intervento infiltrativo di secondo livello, eseguito in equipe e con l’ausilio dell’ecografia, può risultare a volte maggiore delle infiltrazioni semplici, esegui-te alla cieca, che generalmente però necessitano di essere ripetute 3, 4,5 volte. Inoltre le tecniche di ecointerventistica non sono “cicli” di terapie come altre metodiche, come la tecar terapia, la laser tera-pia o le onde d’urto che necessitano dalle quattro-cinque fino anche alle dieci-quindici sedute.

Oltre al trattamento si consiglia anche la fisio-terapia?Il nostro lavoro deve essere integrato. Noi facciamo una parte importante perché molto rapida e sicura, ma per tutte le situazioni ci sono degli accorgimenti di “manutenzione” che vanno a completare la nostra azione, portando il Paziente al massimo risultato possibile. Per questo a fine seduta insegniamo, ad esempio per la spalla, cinque o sei esercizi specifici e molto semplici che il Paziente esegue per conto suo, in aggiunta ad un’auspicabile fisioterapia as-sistita.

TERAPIA INFILTRATIVA ECO-GUIDATARAPIDA EffICACIA TERAPEUTICA, SICUREzzA E TOLLERAbILITÀ GRAzIE ALLA PRECISIONE DELLA GUIDA ECOGRAfICA

ECO-INTERVENTISTICA MUSCOLO SCHELETIRICA

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TERAPIA DEL MOVIMENTO

GYROTONIC EXPANSION SYSTEM®PREVENzIONE E RIAbILITAzIONE MA ANCHE bENESSERE PSICO-fISICO PER UN CORPO fLESSIbILE E ARMONICO

Creato a partire dagli anni ’80 dal danzatore unghe-rese Juliu horvath il GYROTONIC EXPANSION SYSTEM®, si è affermato in tutto il mondo come metodo che in modo armonico aiuta ad aumenta-re le capacità funzionali dell’intero organismo. Ne abbiamo parlato con Silvia frosali, Specialized Master Trainer e direttrice dello studio GYROTO-NIC® Firenze che si avvale di personale altamente qualificato oltre ad essere sede per la formazione insegnanti.

Silvia Frosali, in cosa consiste il metodo Gyro-tonic Expansion System ?Il metodo ingloba principi fondamentali dello yoga, del nuoto, delle arti marziali e della danza. Viene utilizzato nella prevenzione, nella terapia e rieduca-zione al movimento e nell’allenamento.In particolare aumenta la capacità funzionale della colonna vertebrale, rendendola più flessibile, resi-stente, tonica, forte e agile. Ne consegue una corre-zione della postura e beneficio in caso di patologie muscolo-scheletriche.

Si applica attraverso l’utilizzo di macchinari par-ticolari?Il metodo si divide in GYROKINESIS® che prevede esercizi a corpo libero utilizzando un materassino e uno sgabello e il GYROTONIC® che invece si svolge con una serie di macchinari fatti di manopo-le, cavi con carrucole, piatti ruotanti, assi parallele … studiati per eseguire movimenti circolari e essere adattabili alle diverse esigenze del cliente.

Ci potrebbe fare un esempio dei movimenti tipi-ci del Gyrotonic Expansion System?I movimenti seguono un principio di tridimensionali-tà come nelle ondulazioni o nelle spirali e vengono eseguiti con l’intento di creare decompressione e allungamento. Sincronizzati col respiro, stimolano il sistema cardiocircolatorio, quello linfatico e la circo-lazione dell’energia interna ponendo l’attenzione sul concetto di unità biologica dell’organismo. Il metodo è adottato con successo da medici, osteopati e fi-sioterapisti nelle terapie di riabilitazione. Ad esem-pio mio marito, il Dott. Lehle (pagina accanto n.d.r.), specializzato in Medicina Manuale, ha una collabo-razione continua con GYROTONIC® Firenze, per trattare i problemi ortopedici dei suoi pazienti.

Quali sono gli effetti principali degli esercizi Gyrotonic ?Sono numerosi, ma ne elencherò alcuni: migliore coscienza corporea, postura corretta, muscolatura più tonica, colonna vertebrale forte ed elastica, ar-ticolazioni sane e mobili, circolazione più efficien-te, fisico armonioso, maggior controllo psico-fisico, miglior equilibrio e coordinazione neuro-muscolare.

A chi è indicato?Gyrotonic Expansion System è il metodo ideale per coloro che aspirano a sviluppare o migliorare le pro-prie potenzialità fisiche e capacità motorie, facilitare la flessibilità del corpo o recuperare quella perduta negli anni, raggiungendo il benessere psico-fisico.

GYROTONIC® FIRENZEwww.gyrotonic-firenze.comSilvia Frosali Tel. 349/7258004 [email protected] Fatini Tel. 348/7816225 [email protected]

FirenzeViale Ariosto, 24/b

Osteopata D.O.M.R.O.I , massofisioterapista, già dan-zatrice professionista, Silvia Frosali combina terapia ma-nuale e movimento da più i 20 anni . Master Trainer nei metodi GYROTONIC® e GYROKI-NESIS® viene regolarmente invitata in tutto il mondo per tenere corsi di formazione.

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Firenze Via La Marmora, 15-17r Tel. 055/588003EmpoliVia del G. Papa, 124 Tel. 0571/78670

AUDIOPROTESI

Sono circa 7 milioni gli italiani che soffrono di una riduzione della capacità uditiva superata l’età dei 55 anni. Ne parliamo con Ales-sandro faleri, audioprotesista di Acustica fiorentina.

Quali sono i sintomi dell’ipoacusia?La conseguenza principale di un abbassamento dell’udito è la di-minuzione della capacità di capire e di comunicare. Si ha così dif-ficoltà a riconoscere alcune parole, con la necessità di chiedere di ripetere frasi non comprese correttamente. Questa condizione può causare insicurezza, momenti di imbarazzo e isolamento in tutte le situazioni in cui la conversazione avviene, come ad esempio in un gruppo di persone, in spazi affollati, in chie-sa o al ristorante. L’aspetto importante è che tutte le ipoacusie possono essere cor-rette e recuperate, se gestite in modo adeguato, così da poter ritor-nare ad avere una vita fatta di relazioni felici e ricca di soddisfazioni.Quali sono le cause delle perdite uditive?L’ipoacusia può insorgere in qualsiasi momento della nostra vita e le cause possono essere molte. Si può sviluppare lentamente o velocemente. Il peggioramento graduale può creare un’abitudine che non per-mette di riconoscere il sintomo di un’ipoacusia. La diminuzione della capacità uditiva determina problemi non solo per l’individuo che ne soffre, ma anche per le persone a lui più vicine. In molti casi amici e parenti riconoscono un disturbo dell’udito prima del paziente stesso.Quali sono le soluzioni all’ipoacusia?Noi offriamo ai nostri clienti un nuovissimo apparecchio acustico invisibile, più piccolo dei piccoli sul mercato: il Lex. Applicabile all’istante senza rilievo di impronta e del tutto invisibile all’interno dell’orecchio. Lex è un apparecchio acustico in gradi di offrire migliore compren-sione del parlato anche in presenza di rumore di fondo; riduzione automatica del rumore; nessun fischio o brusio; ascolto chiaro e naturale dei suoni e della musica. Abbiamo l’anteprima in Toscana e ne offriamo la prova gratuita oltre che la possibilità di effettuare pagamenti dilazionati e senza interessi.

Fondata nel 1970 dall’audio protesista Fosco Faleri, l’Acustica Fio-rentina è un marchio riconosciuto in tutta la Toscana per l’importa-zione degli apparecchi acustici della Davanox International e della GN Resound e ha accumulato negli anni una vasta esperienza nelle problematiche uditive. Dal 1984 è entrato a far parte dell’A-custica Fiorentina anche il figlio Alessandro Faleri, figlio di Fosco, anche lui audioprotesista, Catiuscia Benvenuti audioprotesista e Silvia Venuti in amministrazione.

PERDITE UDITIVECORREGGERE L’IPOACUSIA RITROVANDO LA fELICITÀ

Dott. Alessandro PardiTel. 339/1560651lsnpardigmail.comRiceve a LuccaStudi Medici Athena - Via Tempagnano, 150 Tel. 0583/954329Studi Medici Martini - Via Romana, 231 - Tel. 0583/490115.

Ponte a Moriano - Studi Medici Il Ponte - Piazza Cesare Battisti, 112 - Tel. 0583/577781Marlia - Studi Medici Farmacia di Marlia - Viale Europa, 313/r Tel. 0583/407307

ORTOPEDIA

L’artrosi è un patologia cornico-degenerativa che si sviluppa nel tempo e causa un progressivo deterioramento della cartilagine e dell’osso che successivamente si deforma producendo escrscenze che finisco per ostacolare meccanicamente il movimento articola-re. Abbiamo chiesto al Dott. Alessandro Pardi, ortopedico, il suo parere nella terapia non chirurgica delle patologie dolorosi articolari degenerative, artrosiche ed infiammatorie. “In numerose affezioni dolorose delle articolazioni in cui la terapia chirurgica non appare adeguata perché non migliorativa od eccessiva (si pensi ad esem-pio alla sostituzione protesica in artrosi iniziale in pazienti ancora giovani specie dopo traumi) oppure addirittura controindicata, per presenza di comorbilità od età avanzate che renderebbero la chi-rurgia troppo rischiosa, è oggi possibile affrontare il problema del dolore ricorrendo alla terapia infiltrativa con acidi iarulonici. Esisto-no oggi in commercio numerose molecole diverse per peso mo-lecolare, concentrazione o formulazione che, se adeguatamente scelte, riescono a migliorare nettamente, se non a risolvere, il pro-blema del dolore. Nella mia esperienza pluridecennale con tale tec-nica ho trattato con successo migliaia di pazienti ottenendo risultati molto soddisfacenti. La terapia con acido iarulonico è indolore, si-cura e non presenta effetti collaterale ed è, a mio avviso, sempre da provare comunque anche prima di affrontare il problema con la chirurgia.Unico inconveniente che tale farmaco subisce da parte dell’organi-smo un graduale riassorbimento che ne rende necessaria la som-ministrazione ciclica uno o due volte l’anno.”

Nato a Pisa il 12.05.62 e residente a Lucca. Laura in Medicina e Chirurgia Università degli Studi di Pisa 1990. Specializzazione in Ortopedia e Traumatologia Università degli Studi di Pisa 1995. Specializzazione in Chirurgia della Mano Università degli Studi di Firenze 1998. Perfezionamento in Podologia-chirurgia del Piede Università degli Studi di Bologna 1999. Dirigente Medico O.C. S. Luca ASL 2 Lucca dal 1997. Responsabile Traumatologia dal 2014. Ha concorso alla stesura delle Linee guida della Regione Toscana per la traumatologia della Mano. Dal 1999 membro AO Alumni Ita-lia. Il Dott. Alessandro Pardi ha eseguito nel corso della sua attività professionale oltre 4700 interventi chirurgici come primo operatore ed oltre 8500 interventi come secondo operatore in svariati campi di interesse ortopedico e traumatologico. Svolge comunemente at-tività di chirurgia della Mano anche come referente Aziendale ASL 2 Lucca di cui è unico specialista e chirurgia del piede. E’ Respon-sabile della Traumatologia nel Reparto di Ortopedia dell’O.C. S. Luca di Lucca.

ARTROSIUNA TERAPIA NON CHIRURGICA

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Struttura del sistema sanitario, competenze pro-fessionali, sviluppo scientifico e tecnologico sono gli elementi essenziali di un’organizzazione tecnica che eroghi prestazioni adeguate nel pieno rispetto della tutela della salute. Non sempre però queste variabili trovano un equilibrio, ponendo a confronto diritti alla salute con oggettive esigenze economi-che, aspirazioni e ambizioni professionali. La Cli-nica Leonardo testimonia invece una loro virtuosa attuazione che determina il gradimento dell’utenza, unico strumento per la sua sussistenza. Abbiamo intervistato Dott. francesco furbetta, responsabile dell’attività chirurgica della struttura.

Dott. Furbetta, quali sono le prerogative concre-te che inducono professionisti e pazienti a sce-gliere la Clinica Leonardo per soddisfare le reci-proche necessità e che possono rappresentare un modello attuativo riproducibile in strutture ampie e complesse?La mia formazione chirurgica è stata fortemente improntata dalla pionieristica dedizione e specia-lizzazione in endoscopia digestiva diagnostica ed operativa (esofago-gastro-duodenoscopia, colo-scopie, ERCP-colangio-wirsungrafie retrograde, con un totale di oltre 50.000 indagini eseguite) che impone di imparare a vedere e operare a distanza attraverso un sottile strumento che trasmette imma-gini ingrandite e permette il passaggio di strumenti miniaturizzati per manovre operative. È stato quindi immediato e naturale che, con l’avvento della chi-rurgia laparoscopica basata sugli stessi principi e requisiti, iniziassi da subito ad eseguire e sviluppare tecniche mini-invasive nelle mie specializzazioni in chirurgia generale, chirurgia dell’apparato digerente

ed endoscopia digestiva. Questa evoluzione, che rappresenta l’era moderna della chirurgia, mi tro-vava quindi preparato tecnicamente e desideroso di poterla applicare e sviluppare con dei principi e presupposti per me imprescindibili: un necessario, coinvolgente rapporto tra chirurgo e paziente, il desiderio che sapere e abilità debbano essere gli eventuali unici limiti alle mie potenzialità lavorative, la possibilità di partecipare a scelte organizzative, scientifiche, strumentali e di risorse umane che con-corressero alla migliore attuazione ed integrazione lavorativa. La Clinica Leonardo, nata dalla passione e dedizione chirurgica del dott. Umberto Marianel-li, mi offriva un ideale alveo lavorativo. facilità nei contatti e di accesso permette a pazienti in qualsiasi condizione di rapportarsi con la struttura e diretta-mente con gli idonei professionisti che si fanno cari-co dell’intero percorso diagnostico-terapeutico otti-mizzando tempi e procedure con il miglior rapporto costo-benificio. Sale operatorie dedicate alla chirur-gia mini-invasiva permettono di sfruttare al meglio

CHIRURGIA DELL’ObESITÀ

CLINICA LEONARDOUNA STRUTTURA PRIVATA, DEDICATA ALLA CHIRURGIA, INSERITA NEL SISTE-MA SANITARIO NAzIONALE

Dott. Furbetta Specialista in Chirurgia Generale, in Chirurgia Apparato Digerente ed Endoscopia Digestiva

Clinica LeonardoVia P. Grocco, 136Sovigliana Vinci (FI)Tel. 0571/902322prenotazioni@casadicurale-onardo.comwww.casadicuraleonardo.com

“Ero molto preoccupata prima del ricovero ma fin dall’inizio ho trovato semplice e ami-chevole l’intero percorso: bel-lo e rassicurante l’ambiente, agevole il rapporto con per-sonale adeguato, confortevoli e gradevoli gli spazi dedicati alla degenza.” Una paziente

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le innovazioni tecnologiche combinando procedure endoscopiche e laparoscopiche

In quanto specialista in chirurgia generale, chi-rurgia dell’apparato digerente ed endoscopia di-gestiva ed abituato ad eseguire questa chirurgia con tecniche tradizionali o mini-invasive, quali sono le patologie che più si giovano di queste nuove potenzialità operative?Gli specifici settori in cui vengono esaltati i vantaggi di queste tecniche - minimo trauma, accurata preci-sione, ridotti rischi e degenze minime - sono varie. Le patologie funzionali del giunto esofago-gastrico come l’ernia iatale e malattia da reflusso gastro-esofageo trovano una specifica indicazione anche in relazione ad una mia innovativa procedura ancor meno invasiva e rispettosa dei meccanismi atti a ri-pristinare idonee condizioni funzionali. Le malattie del colon-retto, infiammatorie e neopla-stiche (come la colite ulcerosa, il morbo di Crohn, i polipi e i tumori) trovano un rapido percorso diagno-stico, uno specifico trattamento mini-invasivo e tec-niche avanzate di resezione intersfinterica per con-sentire di ridurre al minimo i casi di stomia cutanea. La calcolosi della colecisti e delle vie biliari trova solo in ambienti attrezzati come il nostro, sia dal punto di vista strumentale che delle competenze professionali, la migliore attuazione del trattamento combinato endoscopico e laparoscopico per ese-guire in una sola volta e con la massima sicurezza possibile ciò che altrimenti richiede 2 o 3 interventi, a volte eseguiti con chirurgia tradizionale.

Dott. Furbetta, lei è il promotore di quella che oggi è per la Clinica Leonardo un fiore all’oc-chiello: la Chirurgia della grande obesità. Ce ne parli meglio.Nel 1992 decisi di trasferire i vantaggi di queste tec-niche nel settore chirurgico più difficile ma pertanto più indicato, della grande obesità. La diffusione della malattia, il crescente numero dei trattamenti ha fatto sì che presto la clinica divenisse un centro di riferimento, più di 500 procedure l’an-no (7.000 interventi dal 2003) e circa 2.500 pazienti

che entrano nel percorso del Centro Obesità ogni anno. In questa struttura è stato possibile e semplice orga-nizzare percorsi rispettosi delle oggettive difficoltà di questi pazienti, istituire un team interdisciplinare che permettesse di inquadrare, selezionare e segui-re i pazienti rendendo utili le procedure eseguite. Dal punto di vista chirurgico viene generalmente eseguito un trattamento sequenziale che prevede l’utilizzo di tecniche regolabili e reversibili con priori-tà per quelle meno-invasive che permettono in caso di non successo di ridurre al minimo le procedure più complesse di cui sono comunque parte tecnica facilitante. Palloncino intragastrico, bendaggio gastrico, plica-tura gastrica, by-pass gastrico funzionale e by-pass gastrico di sicurezza rappresentano le tecniche più frequentemente utilizzate. Le ultime due tecniche de me ideate rappresentano una evoluzione in termini di sicurezza, reversibilità e mini-invasività del bypass gastrico tradizionale.

In questa struttura il senso del progresso è testi-moniato dalla attiva partecipazione scientifica con lavori scientifici, partecipazione a congressi e orga-nizzazione nella clinica di un meeting con respiro in-ternazionale la cui cadenza ogni 18 mesi rappresenta un evento atteso e partecipato. È un punto di riferimento per le innovazioni tecnolo-giche e tecniche in questo periodo rappresentate da nuovi accessi ancor meno invasivi e dall’uso di acces-sori che consentono di eseguire sutura ed interventi attraverso gli endoscopi introdotti per le vie naturali.

CHIRURGIA DELL’ObESITÀ

Servizi:

CENTRO OBESITÀCENTRO CHIRURGICOChirurgia Generale e LaparoscopicaUrologiaChirurgia BariatricaOrtopediaGinecologiaChirurgia Plastica RicostruttivaOculisticaChirurgia EsteticaCENTRO DIAGNOSTICOEcografieEcocolordopplerElettrocardiogramma ECGEndoscopiaIsteroscopia DiagnosticaRadiografiaLaboratorio di AnalisiCheck UpAMBULATORIO POLISPECIALISTICO

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Il diabete mellito è una malattia cronica dovuta a un difetto ormonale che causa un aumento persistente della concentrazione ematica di glucosio (iperglice-mia). Questo può dar luogo a quelli che sono i clas-sici sintomi del diabete (sete, poliuria, debolezza...) e, se questa situazione viene mantenuta a lungo, può comportare una serie di conseguenze irrever-sibili a carico di vari organi come occhi, cuore, vasi sanguigni, reni e nervi.

Un diabete non curato, o curato male, peggiora mol-to l’aspettativa di vita dei pazienti, sia in termini di durata, che, soprattutto, di qualità della vita. Se-condo i dati Istat del 2011, il 4,9% degli italiani è af-fetto dal diabete. Percentuale destinata a crescere con il continuo invecchiamento della popolazione: basti pensare che, sopra i 60 anni, la percentuale di persone affette da diabete si attesta intorno al 15% rispetto alla popolazione totale. Numeri su cui va posta un’accurata attenzione: per-ché il diabete è una malattia, ma l’informazione può giocare un ruolo fondamentale sotto l’aspetto del-la prevenzione, aiutando le persone con diabete a condurre una vita normale, grazie all’opportunità di sapersi autogestire, convivendo con questa assen-za o disfunzione insulinica.

Esistono due tipologie di diabete mellito, con diffe-renti problematiche insuliniche e, di conseguenza, con diversi trattamenti da seguire. I diabetici di tipo 1 sono caratterizzati dall’incapacità di produrre in-sulina, perciò l’unico trattamento possibile è l’inie-zione d’insulina da eseguire quotidianamente, più volte al giorno, secondo schemi e modalità preci-se. I diabetici di tipo 2, invece, che rappresentano la maggioranza, sono caratterizzati soprattutto da una ridotta funzione dell’insulina normalmente pro-dotta: per questo la loro terapia consiste - almeno all’inizio - nell’assunzione di pillole che “aiutano” la funzione dell’insulina endogena. In entrambi i casi, comunque, sia l’attività fisica regolare che un corret-to piano alimentare rappresentano una vera e pro-pria “terapia preventiva” importantissima e quindi irrinunciabile.

Ancora oggi non sappiamo cosa causi l’insorgenza del diabete di tipo 1, che riguarda sì una minoran-za, ma di grande importanza, perché spesso inizia a pochi mesi o, nella maggior parte dei casi, in età evolutiva e dura, ad oggi, una vita intera: è impor-tante diagnosticarlo in tempi rapidi, altrimenti può provocare un coma iperacidosico ed avere gravis-

sime conseguenze. Una sete eccessiva, urinazio-ne frequente, perdita di peso e stanchezza sono i sintomi che possono aiutare a decifrare il problema.

Nel diabete di tipo 2, invece, è la prevenzione a gio-care un ruolo fondamentale: sedentarietà e obesità, infatti, sono caratteristiche che aumentano espo-nenzialmente il rischio di contrarre questa malattia. L’attività fisica ed una corretta alimentazione co-stituiscono un valido aiuto per risolvere anticipata-mente il problema.

In definitiva, conoscere il “nemico” permette alla persona con diabete di sapersi autogestire, convi-vere con la malattia, poter condurre una vita “nor-male”. La prevenzione, fondamentale per evitare l’insorgere del diabete di tipo 2, così come il saper-si autogestire da parte delle persone con diabete, quindi, si possono ottenere con un’accurata campa-gna informativa: realtà come la Federazione Regio-nale Associazioni Toscane Diabetici e le 21 Asso-ciazioni locali che vi aderiscono sono fondamentali per evitare che l’ignoranza in materia dilaghi, con costi notevoli per la popolazione e per la società.

IL DIAbETE SI COMbATTE CON L’EDUCAzIONEbISOGNA ELIMINARE L’IGNORANzA E DIffONDERE LA CONOSCENzA.

FEDERAZIONE REGIONALE ASSOCIAZIONI TOSCANE DIABETICI Via Portella della Ginestra, 7 – 59100 PRATO (PO)

Telefono, Fax e Segreteria Telefonica – 0574-633541 Sito: www.diabeteftd.it E-Mail: [email protected]

www.diabeteftd.it

La Federazione Regionale Associazioni Toscane Dia-betici nasce nel 1981, da tre associazioni di genitori di bambini con diabete, e nel 1986 allarga la partecipazio-ne anche alle Associazioni degli adulti. La Federazione ha sempre avuto come obiet-tivi: informare le persone con diabete, in modo da renderle autonome nella loro gestione; attivare collaborazioni con i Servizi di diabetologia, per migliorare la qualità dell’assi-stenza, e tutelare le persone con diabete, affinché, laddo-ve esistano delibere a tutela delle persone, vengano cor-rettamente applicate e, dove non esistano, promuoverle.

DIABETE

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PSICHIATRIA

Dott. Marco MartinelliPsichiatra-Psicoterapeutawww.marcomartinellipsi-chiatra.it

riceve c/oLuccaStudi Medici MarliaMarlia Lucca Tel. 0583/407307

Studi Medici il PontePonte a Moriano Lucca Tel. 0583/577781

Laureato in Medicina e Chi-rurgia c/o l’ Università di Pisa, specializzato in Psichiatria c/o la stessaUniversità nel 1984. Dal 1988 è Dirigente Medico I° livello c/o Servizio di Salute Mentale Asl2 Lucca,attuale ASL nord-ovest Dopo una iniziale for-mazione in Ottica Relazionale e sul ModelloCognitivo Com-portamentale, ha poi perfe-zionato la propria formazione sull’Approccio Fenomenolo-gico al disagio psichico con-seguendo anche il Diploma di Formazione di Psicopatologia Fenomenologica ad opera della Società Italiana per la Psicopatologia.

Una serie di patologie in crescente diffusione hanno in comune gravi carenze a livello di struttura per-sonologica. Sono in genere personalità mancanti di una percezione di sé basata su un solido e autono-mo sentimento di autostima. La perdurante sensa-zione di “vuoto” percepita viene così riempita con la ricerca, spesso compulsiva, di piaceri a pronta disponibilità e rapido consumo. Si arriva per questa via alle Dipendenze: da cibo, da alcool, da gioco di azzardo, da uso di internet a fini sessuali-voyeuristi-ci. La mancanza di un proprio fondamento non per-mette loro di fare proprio un progetto di vita costruito passo dopo passo misurandosi sul terreno, spesso accidentato, della vita reale. Sempre nell’ambito di queste personalità si coglie, con crescente frequen-za, una tipologia c.d “borderline” che abbina alla perdurante sensazione di “vuoto” una incapacità a controllare i propri impulsi aggressivi sia verso sé che verso gli altri. Non conoscono un modo “proporzionato” di esser-ci: amano in modo morboso salvo poi distruggere i propri oggetti di amore e con essi se medesimi, se non corrispondono ai propri morbosi bisogni. Questo assetto di personalità sottende spesso le Tossicodipendenze. Un discorso a parte meritano i Disturbi della Condotta Alimentare con origine e natura complesse di cui la condotta alimentare abnorme rappresenta solo la punta dell’iceberg. All’esaltazione del corpo perfetto come elemento indispensabile per il successo, veicolata dai mass media, fa da spalla in queste ragazze adolescenti - età e sesso più colpiti - un profondo sentimento di disistima, una paura a vivere le proprie emozioni e

le proprie imperfezioni.Le anoressiche pure, c.d restrittive, sono spesso ragazze di successo, con tratti ossessivo-perfezio-nistici a difesa di profondi vissuti di inadeguatezza verso il mondo e la vita. Il proprio corpo, ovvero la propria capacità di controllarne il peso e la forma, diventa allora l’unico punto di forza: più dimagrisco-no e più si sentono forti. L’ideale è una dimensione “ascetica” di esistere nella quale si possano diluire o sublimare ogni spinta istintuale ed ogni emozione, vissute come pericolose e ostinatamente controlla-te. Le bulimiche invece, ad oggi più frequenti specie nelle forme miste anoressico-bulimiche, vivono in una situazione di continuo conflitto tra gli opposti, al quale non trovano soluzione: tra controllo e lasciarsi andare, tra bisogno di affermazione di sé e quindi adesione ai modelli sociali proposti ( competitività, corpo perfetto, autonomia) da un lato e bisogno di dipendenza, protezione, sentirsi amata e conside-rata dall’altro. L’angoscia che ne deriva è agita con l’abbuffata di cibo, alla quale poi si cerca di porre rimedio con le condotte di eliminazione, con l’eser-cizio fisico esagerato oppure con il digiuno. Così fa-cendo il proprio corpo rimane su un peso normale, permettendo loro spesso di tenere nascosto il pro-prio disturbo a lungo.C’è infine il disturbo da Abbuffate Compulsive. Que-sto è più tipico di donne in età adulto-matura con pervasivi vissuti di frustrazione e con personalità, più spesso, passivo-evitante. Qui c’è una resa to-tale verso sé e verso la considerazione dell’altro, rimane solo la consolazione del cibo che diventa allora dipendenza da questo.

PATOLOGIE EMERGENTI: LE DIPENDENZE LA DIPENDENzA DA CIbO: DISTURbI DELLA CONDOTTA ALIMENTARE

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Dott.ssa Beatrice [email protected] della Misericordia di Firenze Tel. 848/812221Salus Medica Toscana Tel. 055/6540538Misericordia di Badia a Ripoli Tel. 055/65369

ENDOSCOPIA

La diverticolosi del colon affligge circa il 50% della popolazione occidentale entro i 60 anni e quasi tutti all’età di 80 anni. Dott.ssa Paoli, quali sono i sintomi della patologia?È utile innanzitutto specificare che il termine “diverticolosi” descri-ve la presenza di tasche nella parete del colon (sigma o colon sinistro), mentre il termine “diverticolite” descrive l’infiammazione o le complicazioni. Infatti solo una piccola percentuale di persone con diverticolosi presenta sintomi quali dolore addominale (nel quadrante addominale inferiore sinistro), diarrea, spasmo colico, variazione dell’alvo e talvolta emorragia rettale. La diverticolite è quindi un’infezione e causa: dolore, brividi, feb-bre, alterazione dell’alvo. Le complicazioni più gravi sono: perfo-razione (rottura libera in addome), ascesso (raccolta di pus) o, più raramente, fistola (un tramite anomalo che si viene a creare tra il colon e un altro organo o con la pelle in seguito a perforazione del diverticolo).Come si effettua la diagnosi e quali pensa siano le cause?La diverticolosi viene diagnosticata mediante colonscopia o tra-mite esami radiologici (colon-TC virtuale, TC addome, clisma opaco). Si pensa che una dieta povera di fibre crei negli anni una crescente pressione all’interno del colon e la formazione dei di-verticoli. Quali sono le terapie possibili?La diverticolosi viene trattata aumentando il contenuto di fibre nella dieta e con medicine per il dolore, lo spasmo colico e le variazioni dell’alvo. La diverticolite, se lieve, può essere trattata con antibiotici per somministrazione orale, restrizioni nella dieta e l’uso di prodotti che rendano le feci più morbide. I casi più gravi ri-chiedono l’ospedalizzazione con antibiotici per via endovenosa e restrizioni nella dieta. La chirurgia viene riservata ai casi severi o complicati e implica la resezione della parte malata del colon, più comunemente il colon sinistro o il sigma. Per questo è consiglia-bile consultare in tempo utile un medico nel caso in cui insorgano i primi sintomi addominali.

Nata a Firenze, laureata all’Università degli Studi di Firenze col massimo dei voti, specializzata in Gastroenterologia ed Endosco-pia Digestiva, Master di I° livello in Alcologia e disturbi alcol-correla-ti. Ha lavorato come titolare di Assegno di Ricerca presso il Centro Celiachia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi, come Endoscopista e Gastroenterologa presso la Casa di Cura Valdisie-ve. Attualmente lavora come Assistente Medico presso il Servizio di Endoscopia Digestiva della Casa di Cura Ulivella e Glicini - IFCA e presso vari Poliambulatori come libero-professionista.

DIVERTICOLOSI DEL COLONI SINTOMI E LE TERAPIE INDICATEL’ulcera degli arti inferiori è una lesione degli arti che può andare

da un piccolo “buchetto” che non guarisce fino a grosse lesioni che interessano la cute, il sottocute, e talvolta i muscoli fino all’osso. Le cause più frequenti sono i problemi circolatori come l’insufficienza venosa, arteriosa o linfatica, ma ve ne sono molte altre che possono intervenire a formare o ad aggravare un’ulcera, come il diabete, i traumi, le malattie reumatiche ecc..

Ho sentito che il bendaggio compressivo risolve molti casi, Dott. Moretti cosa ne pensa?Per gli arti inferiori, il bendaggio elastocompressivo è la terapia più idonea per la maggior parte delle lesioni. Naturalmente non è possibile fare un generico bendaggio che vada bene per tutte le ulcere, ogni caso richiede un bendaggio appropriato da studiare per il singolo paziente che non tenga conto solo della patologia in corso ma anche delle particolari condizioni del paziente (età, peso, posizione dell’ulcera, deambulazione, patologie concomitanti, situazione familiare, accettazione della terapia). Questa è sicuramente la parte più delicata della terapia elastocompressiva che apparentemente sembra facile da realizzare ma in realtà è più complessa di quanto appaia; se il bendaggio non è realizzato correttamente può provocare problemi anche gravi anziché risolverli.Il bendaggio è sempre utile nella cura degli arti inferiori?Contrariamente a quanto si pensa non ferma la circolazione ma anzi è estremamente utile perché favorisce il riassorbimento dei liquidi, migliora la circolazione venosa e linfatica e più che altro riequilibra il microcircolo.Quindi è possibile guarire le ulcere delle gambe?Si, certamente, conoscendo i corretti metodi e avendo una buona manualità nel confezionare i bendaggi elastocompressivi. Naturalmente non è possibile pensare di guarire tutti i pazienti ma sicuramente si possono ottenere ottimi risultati nella maggior parte di loro.

Laureato a Firenze con il massimo dei voti, dal 1979 si interessa alla Flebologia. Dal 1991 al 2013 è membro del Consiglio Direttivo Nazionale della Società Italiana di Flebologia. Dal 1993 al 2010 Docente ai Corsi di Perfezionamento in Flebologia presso l’Università degli Studi di Perugia. Dal 2009 insegna al Corso di Perfezionamento in Flebologia presso l’Università degli Studi di Camerino.

FLEBOLOGIA

Studio Flebologico Dott. Moretti Roberto

Via Roma, 89 50018 - Scandicci (FI)Cell. dello studio 339/5663800

ULCERE ARTI INFERIORIIL bENDAGGIO COMPRESSIVO

PRIMA DURANTE DOPO

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MEDICARE / 55

Dott. Marco Gambacciani [email protected]

Riceve a PisaCasa di Cura San RossoreViale delle Cascine, 152/fTel. 050/586217

Ha conseguito la Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1978, e la Specializzazione in Ginecologia e Ostetricia nel 1982. Fino al 1986 ha lavo-rato presso il Dipartimento di Endocrinologia della Riprodu-zione, Università della Califor-nia, San Diego, dove ha con-seguito la specializzazione in Endocrinologia della Riprodu-zione. Dal 1987 lavora presso l’Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia, dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana. È responsabile del Centro Menopausa, punto di riferimento nel panorama na-zionale ed internazionale. Il dottor Gambacciani ha svilup-pato la chirurgia vaginale ol-tre alla chirurgia mini-invasiva laparoscopica e resettoscopi-ca per interventi mini invasivi. Grazie alle innovazioni intro-dotte, ha reso possibile la re-alizzazione di nuovi protocolli assistenziali, con l’esecuzio-ne di procedure chirurgiche in regime di Day Hospital,ambulatoriale e Week Surge-ry. Attualmente è presidente della Società Italiana della Menopausa.

La ginecologia è profondamente mutata negli ultimi decenni ed oggi si tende alla massima personaliz-zazione della terapia medica e chirurgica. “La no-stra priorità è il massimo rispetto dell’integrità fisica della donna” specifica il Dott. Marco Gambacciani, Presidente della Società Italiana della Menopausa, Specialista in Ginecologia e Ostetricia-Endocrinolo-gia Ginecologica, che ci parla di una delle tecniche mini-invasive e conservative più interessanti degli ultimi tempi: il trattamento laser per il ripristino fun-zionale delle vagina – o ringiovanimento vaginale.

Dott. Gambacciani, per quali disturbi vaginali è indicata la laser-terapia funzionale della vagina? Non si tratta di chirurgia estetica, ma di un trat-tamento che porta a un recupero della funzione vaginale perduta a causa dei parti, della carenza ormonale e dell’invecchiamento dei tessuti indica-to in casi di atrofia vaginale della menopausa, dila-tazione vaginale, prolasso e incontinenza urinaria da sforzo. Quest’ultima è molto frequente, colpisce una donna su quattro, e purtroppo anche quando è lieve o moderata può alterare profondamente la qualità del vivere della donna, limitandone le attività quotidiane.

A proposito di atrofia vaginale in menopausa, per le tante donne che non accettano trattamen-ti ormonali prolungati o che purtroppo presenta-no controindicazioni assolute, il laser può esse-re un’alternativa?Certamente. Oggi il laser vaginale consente un nuo-vo trattamento non ormonale che migliora lo stato delle strutture vaginali, indicato e sicuro anche nelle donne operate per tumori ormono-dipendenti, come il tumore alla mammella. Il calo di estrogeni dopo la menopausa causa sintomi fastidiosi e persistenti quali secchezza, prurito, irritazione vaginale e do-lore durante il rapporto sessuale. Questi sintomi hanno ripercussioni sulla vita sessuale, già in parte compromessa dalla riduzione della libido legata alla carenza ormonale, con profonde alterazioni dei rap-porti di coppia e della qualità della vita. Il trattamen-to laser agisce su questi meccanismi e determina un ripristino funzionale delle strutture della vagina con una procedura ambulatoriale mini-invasiva, si-cura ed indolore.

In che modo agisce la tecnologia del Laser Er-bium sul rilassamento delle pareti vaginali e sull’incontinenza urinaria?È uno strumento specifico che è stato studiato, re-alizzato ed ampiamente sperimentato proprio per

queste indicazioni. Il laser, applicato con una sonda direttamente in vagina, determina uno stimolo ter-mico. Oltre a ristabilire un’appropriata irrorazione ematica stimola la produzione e il rimodellamento del collagene e migliora lo stato della parete vagi-nale, aumentandone il tono e la elasticità, consen-tendo così il recupero funzionale dei tessuti vagi-nali. Con questi trattamenti si determina un vero e proprio ripristino funzionale della vagina riducendo i sintomi legati al rilassamento della pareti e all’in-continenza urinaria lieve e moderata. Certamente la laser terapia dell’incontinenza è un’opzione non in-vasiva da tentare prima di sottoporsi a interventi chi-rurgici che possono rendersi comunque necessari.

Come avviene il trattamento?La procedura viene eseguita in ambulatorio; non prevede anestesia essendo del tutto indolore e non necessita di incisioni o punti di sutura. La durata è di circa 15-20 minuti. Abitualmente il trattamento ri-chiede 2-3 sedute a distanza di circa 30 giorni. La decisione su quanti cicli di trattamento saranno ne-cessari sarà comunque presa dal Ginecologo che giudicherà in funzione della risposta. La quasi totalità (85%) delle donne trattate riferisce di un miglioramento della qualità della vita e dei rap-porti sessuali.

IL LASER VAGINALE PER IL RIPRISTINO fUNzIONALECOME RIPRISTINARE LE fUNzIONI PERSE GRAzIE AL LASER ERbIUM

GINECOLOGIA

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56 / MEDICARE

UROLOGIA

L’ingrossamento della prostata colpisce circa l’80% degli italia-ni over 50. Le sue conseguen-ze incidono pesantemente sul-la qualità della vita, con disturbi alle vie urinarie e potenziali conseguenze negative anche nella sfera sessuale. Abbia-mo intervistato il Prof. Novello Pinzi per sapere qualcosa di più su questa patologia molto comune e sui migliori metodi di intervento.

Prof. Pinzi, quali disturbi può causare l’ipertrofia prostatica benigna?Questa patologia determina un aumento volume-trico della prostata che va a comprimere l’uretra e ostacola la fuoriuscita delle urine, il getto urinario diventa progressivamente debole e le minzioni (gli atti volontari o involontari che provocano l’espulsio-ne dell’urina dalla vescica) sempre più frequenti. La vescica però non si svuota completamente alla min-zione e rimane ristagno di urina della vescica, che comporta talvolta infezioni urinarie, talora purtroppo anche asintomatiche. Se non si provvede a rimuo-vere l’ostruzione prostatica in tempo utile, sia avrà una distensione della vescica con perdita del suo potere contrattile, riducendo le possibilità di svuo-tamento vescicale e la sua ripresa post operatoria. Come in tutte le malattie, la diagnosi e il trattamento precoce evitano complicanze, in questo caso su tut-to l’apparato urinario.

Quali sono i sintomi più comuni di questa pa-tologia?Con l’avanzare dell’etè la causa è la carenza di un enzima 5-alfa reduttasi. A volte l’esordio improvviso con ritenzione urinaria acuta: il paziente non riesce a urinare e avverte dolori sempre più forti al basso ventre. In questo caso è necessario il ricorso a uno specialista o al pronto soccorso per il posiziona-mento del catetere vescicale. Nella maggior parte dei casi però la storia clinica è graduale e progressiva. Uno dei primi sintomi è lo sgocciolamento post minzionale, poi compare una difficoltà ad urinare e l’evidenza di un getto urinario debole associato a minzioni frequenti sia di notte che di giorno, che inficiano il riposo notturno e la qualità di vita diurna.

Quali sono i soggetti più esposti all’insorgere della malattia?

Spesso si nota una predisposizione familiare ere-ditaria. Le categorie più a rischio sono coloro che stanno molto seduti e i diabetici. Alcune terapie farmacologiche possono far emergere più precoce-mente il disturbo. Dall’età di 50 anni però si consi-glia a tutti di eseguire annualmente il controllo sulla patologia prostatica, sia essa benigna o tumorale, con visita urologia più esame del PSA.

Esiste una cura definitiva per l’ipertrofia prosta-tica?Ad oggi il trattamento prostatico endoscopico diso-struttivo, preferibilmente con laser verde, è il miglior trattamento definitivo esistente. Greenlight è un la-ser ad alta potenza che vaporizza con precisione millimetrica solo l’eccesso di tessuto prostatico tra-sformandolo in bollicine di vapore e rispristinando una normale funzione urinaria. È l’unica tecnica per i malati cardiovascolari perché, coagulando istan-taneamente i vasi dell’area trattata senza causare sanguinamento, consente di operare in tutta sicu-rezza anche pazienti ad alto rischio emorragico in trattamento con antiaggreganti. Questi pazienti posso quindi essere operati senza interrompere la terapia, al contrario degli interventi chirurgici tradi-zionali.

Quali sono gli altri vantaggi rispetto agli inter-venti classici?Innanzitutto con la tecnologia laser è possibile il ri-sparmio del cosiddetto “triangolo eiaculatorio”, con conseguenti maggiori possibilità di mantenere inte-gra la funzionalità sessuale del paziente. Tra gli altri vantaggi di Greenlight vi sono una ripresa immedia-ta della minzione, il ricorso al catetere per 12-24 ore rispetto alle 72 dell’elettroresezione endoscopica (l’intervento tradizionale) e una rapida ripresa della normale attività dopo pochi giorni.

INGROSSAMENTO DELLA PROSTATAI VANTAGGI DELLE NUOVE TERAPIE CON IL LASER

Professore a contratto PinziCell. 335/[email protected]

LuccaStudi medici Salus Tel. 0583/4654

PisaCasa di cura San Rossore Tel. 050/586200

Il Prof. Novello Pinzi, dopo la laurea in medicina e chi-rurgia presso l’ Università degli studi di Pisa nel 1976, si è specializzato nel 1980 in Urologia presso la clinica urologica dell’Università de-gli studi di Firenze.. Nel 1985 ha conseguito la specializza-zione in Chirurgia Generale presso l’Università degli studi di Pisa.Ha avuto incarico di insegnamento universitario a contratto in urologia pres-so la Università degli studi di Firenze dal 2003 e presso la Università degli studi di Siena nel 2006 e tutt’ora in essere.Il numero di interventi urologi-ci globali eseguiti come primo operatore nei 34 anni di atti-vità annoverano a n. 27.679, senza considerare le litotris-sie extracorporee ad onde d’urto per calcolosi urinaria che annoverano a 4.635. Esperto chirurgo, è all’avan-guardia nell’impiego delle nuove tecnologie di impianto, sia in ambito urologico, sia in ambito andrologico.

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MEDICARE / 57

La malattia emorroidaria affligge quai la metà della popolazione mondiale adulta di ambo i sessi. Ab-biamo chiesto al Dott. Giannini qualche spiegazio-ne in più sulla patologia e sulle tecniche migliori di intervento…

Le emorroidi sono normali strutture anatomiche fi-brovascolari situate nella parte inferiore del retto, al confine col canale anale. La patologia emorroidaria è una delle più comuni manifestazioni di insufficien-za venosa cronica a carico dei plessi emorroidali ( l’insieme di cuscinetti formati dai vasi sanguigni delle emorroidi) e si verifica quando il tessuto emor-roidario aumenta troppo di volume e prolassa, co-minciando a sanguinare, e al suo interno si forma un trombo che spesso provoca dolore. L’elevata incidenza e la specificità dei sintomi richiedono una diagnosi approfondita che escluda altre patologie del tratto digestivo inferiore, con particolare riguar-do alle neoplasie.

In che modo è possibile guarire?Il più delle volte è possibile superare, ed almeno apparentemente guarire, i fastidi tipici della malattia emorroidaria e con provvedimenti di tipo medico, dietetico e comportamentale. Nei casi meno fortu-nati, e generalmente dopo anni di alternanza tra fasi di benessere e riprese di malattia, si paventa quindi per molti pazienti (35mila circa ogni anno in Italia) lo spettro del tanto temuto trattamento chirurgico: generalmente causa di un decorso post operatorio doloroso e spesso travagliato.

Ad oggi esistono vari tipi di trattamenti chiurgi-ci, quale consiglia?A seconda del quadro emorroidario, è importante scegliere l’intervento più adeguato al tipo di emor-roidi, una sorta di personalizzazione dell’intervento.C’è la Tecnica di Milligan e Morgan di asportazione delle emorroidi che, se eseguita con Laser a Co2, presenta poco dolore post-operatorio e dimezza i tempi di guarigione, rispetto all’uso del bisturi elettri-co comunemente usato. La tecnica di Longo, inve-ce, prevede l’asportazione di tessuto mucoso al di sopra dei pecuncoli emorroidari, per cui in genere è poco dolorosa ma presenta qualche complicanza e ha meno effetto diretto sulle emorroidi con qualche recidiva in più, è particolarmente indicata quando esiste una importante componente di prolasso mu-coso.Esiste infine l’intervento di Moringa, che non aspor-ta né emorroidi né mucosa, ma ha l’obiettivo di “pro-sciugare” le emorroidi, eliminando il rifornimento

di sangue alla stesse normalmente garantito dalle arterie emorroidarie.

Come funziona l’intervento di Moringa e quali sono i vantaggi?Grazie dalla tecnologia HeLP (Hemorroidal Laser Procedure) la dearterializzazione emorroidaria trans anale avviene mediante Laser a diodi. Le ar-teriole che riforniscono le emorroidi vengono fotoco-agulate mediante un raggio laser mirato. Il grande vantaggio di questa soluzione è quello di consentire l’esecuzione dell’intervento senza anestesia alcu-na, neppure locale! Grazie ad heLP il trattamento delle emorroidi diventa assolutamente incruento, indolore (sia durante che nel post-operatorio), so-stanzialmente privo di complicanze gravi ed è un trattamento di tipo ambulatoriale. Il paziente lascerà il Centro Medico autonomamente appena finito il trattamento. Inoltre la tecnica di dearterializzazione help può essere fatta senza sospensione delle te-rapie del paziente e con un ottimo risultato sul sinto-mo sanguinamento, che in questi pazienti è favorito dalle terapie.

GUARIRE DALLE EMORROIDI SENzA DOLORECOME SCEGLIERE TRA I DIVERSI TRATTAMENTI CHIRURGICI

CHIRURGIA GENERALE

Dott. Giannini Cell. 335/5460232

riceve presso:FirenzeMEDLIGHT via Maragliano 29/L - Firenze Tel. 055/410180 www.medlight.it

MEDICINA DELLO SPORT via del Ferrone, 5 - Firenze Tel. 055/332379www.medicinadellosport.fi.it

PratoISTITUTO MEDICO TOSCANO via Barsanti 24 - Prato Tel. 0574/548911www.istitutomedicotoscano.it

Laurea in Medicina e chirurgia (1984), Specializzato in Chi-rurgia Generale (1989), Ma-ster di Chirurgia Laparosco-pica Università di Strasburgo (1994). Primario Chirurgo Ospedaliero e Responsabile del Pronto soccorso (2000-2005) e Direttore Sanitario di Presidio (2002-2005) presso ASL 9 Grosseto. Attualmente dirigente Ospedaliero ASL 10 Firenze Responsabile Colo-Proctologia dell’O.S.M.A. e Libero Professionista. Esper-to in: Chirurgia oncologica dell’apparato digerente – Chi-rurgia delle vie biliari – Chi-rurgia delle ernie e laparoceli con tecnica proteica Chirurgia Flebologica – Chirurgia Colo-Proctologica, Chirurgia Lapa-roscopica. Dal 1994 si dedica all’applicazione del Laser in Chirurgia e in particolare alla chirurgia delle emorroidi con il Laser a Co2, dal 2002 ha ini-ziato l’esperienza del Tratta-mento Endovascolare Laser per la patologia venosa arti inferiori (ELVES), dal 2008 ha ampliato il trattamento delle Emorroidi con tecnica Laser a diodi Help. Ha eseguito Personalmente circa 9.000 interventi il 30% dei quali in Laparoscopia.

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58 / MEDICARE

Le vene in generale, e quelle delle gambe in parti-colare, assolvono a cinque importanti funzioni: dre-nano il sangue (dalla pelle, dai muscoli, dalle ossa); provvedono al suo ritorno al cuore (riempimento in diastole); contribuiscono a regolare la tempera-tura corporea; costituiscono una importante via di emergenza in caso di trombosi venosa profonda popliteo-femorale; costituiscono un valido sostituto autologo per i bypass aorto-coronarici (infarto mio-cardico) o femoro-poplitei (ostruzioni o traumi delle arterie delle gambe stesse). Abbiamo incontrato il Dott. Martelli per chiedergli qualche informazione in più sull’insufficienza veno-sa e i trattamenti possibili per curare le varici con-servandone, allo stesso tempo, le loro funzioni.

Dott. Martelli, innanzitutto, quali sono le conse-guenze dell’insufficienza venosa?All’interno delle vene degli arti inferiori sono presen-ti molte valvole unidirezionali che, grazie alla spin-ta impressa dalla pompa muscolare del polpaccio, indirizzano il sangue in esse contenuto dal piede verso il cuore, contro la forza di gravità.

Nel paziente affetto da insufficienza venosa, causa la disfunzione di una o più valvole, questa importan-te funzione è più o meno compromessa, determi-nando la comparsa di reflusso (ovvero flusso inverti-to, patologico, dall’alto verso il basso), responsabile dello sviluppo di vene dilatate e tortuose: le VARICI. Il punto di inizio del reflusso è detto “punto di fuga”. Pertanto le varici, prima che un inestetismo, rappre-sentano l’espressione di una malattia (da reflusso) la cui cura non richiede necessariamente la loro eli-minazione.

Quali sono i sintomi dell’insufficienza venosa?Quando sono compromesse, le vene safene pos-sono comparire progressivamente negli anni, oltre a disturbi soggettivi come pesantezza, prurito e faticabilità, anche gonfiori (edemi), ulcere e perfino trombosi sia superficiali che profonde.

Quali sono gli interventi possibili?La chirurgia mediante stripping (letteralmente“strappamento”) tuttora è la meto-dica maggiormente utilizzata ed è finalizzata alla

Dott. Stefano MartelliCell. 335/[email protected] www.flebologia-proctologia-firenze.com

Riceve a:Firenzevia del Bersaglio, 7 Tel. 055/582944

Pratovia Roma, 308/2 Cell. 335/6227625

Stefano Martelli si è laure-ato in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Firenze, il 10 luglio 1981. Iscritto all’albo dei medici chirurghi della provincia di Firenze (n°6843), si è specia-lizzato con lode in Chirurgia Generale, presso l’Università degli Studi di Siena, nel 1986. Ha lavorato, in qualità di diri-gente di primo livello, presso la U.O. di Chirurgia dell’ospe-dale di Prato Asl 9, dal ’90 al ’96. Da molti anni insegna, in qualità di esperto di flebologia e proctologia, alla scuola di perfezionamento in Medicina Generale, presso il FORMAS (Laboratorio regionale per la Formazione Sanitaria della Regione Toscana). Tra gli al-tri, ha frequentato numerosi corsi di perfezionamento, sia in flebologia che in proctolo-gia, in Italia ma anche oltre i confini nazionali.

STRATEGIA CHIVACURARE LE VARICI CONSERVANDONE LE fUNzIONI GRAzIE ALLA CHIRURGIA EMODINAMICA DELLA INSUffICIENzA VENOSA AMbULATORIALE

FLEBOLGIA

fIG. 1 fIG. 1bis

asportazione di tutte le vene varicose e per questo definita “ablativa”. La scleroterapia con liquido o con schiuma e le più recenti tecniche endovasali, che im-piegano il laser o la radiofre-quenza, hanno come comune denominatore l’obliterazione (chiusura) della vena. Queste tecniche sono impro-priamente definite “conserva-tive”. L’equivoco o l’ambiguità de-riva dal fatto che la vena va-ricosa non viene asportata, quindi apparentemente “con-servata”, ma ridotta ad un cordone fibroso inutilizzabile al flusso ematico! La ”CHI-VA” invece si prefigge di con-servare innanzitutto le vene safene, i principali collettori venosi, ed utilizza la sclero-terapia come completamento anche estetico.

CHIVA è l’acronimo france-se di Chirurgia Emodinami-ca della Insufficienza Veno-sa Ambulatoriale, ci spieghi

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MEDICARE / 59

meglio di cosa si tratta…È una strategia terapeutica semplice nella attuazio-ne ma più complessa delle altre nella pianificazio-ne, in quanto richiede un lungo periodo di appren-dimento. Si basa sulla convinzione, avallata da evidenze cli-niche e dalla esperienza quotidiana, che la dilata-zione varicosa sia dovuta alla aumentata pressione ematica da reflusso, che determina un maggior ca-rico di lavoro. Pertanto, mediante un esame ecocolordoppler det-to “emodinamico”, vengono individuati precisamen-te tutti i punti di reflusso da correggere chirurgica-mente, cioè i cosiddetti “punti di fuga”, che riportati su di una mappa cartacea, consentono di attuare per ciascun paziente una strategia personalizzata. Importante sottolineare che il doppler emodinamico, si distingue da quello usualmente effettuato per tutti gli altri tipi di terapia, in quanto si basa soprattutto sulla esecuzione di manovre atte a riprodurre ciò che succede nelle vene durante la deambulazione, e non semplicemente per individuare il percorso delle varici sotto la pelle. Può richiedere anche un’ora o più e viene effettuato dal chirurgo stesso.

Cosa è importante sapere prima di sottoporsi a questo intervento?Una prerogativa della CHIVA è l’attuazione chirurgi-ca in ambulatorio, in anestesia locale, con pochi e piccoli tagli (2-20mm) mirati, quindi con scarsa inva-sività e maggiore attenzione all’estetica. Data l’evolutività della malattia varicosa la soluzione terapeutica può essere raggiunta in uno o più tempi successivi. Le varici, sottratte così al maggior carico ma rimaste in sede, si riducono progressivamente di calibro già subito dopo l’intervento, mantenendo il drenaggio dei tessuti e riducendo negli anni la percentuale e la complessità delle recidive. Terminato l’intervento - pressoché indolore - il pa-ziente è invitato a camminare immediatamente e nei giorni successivi almeno 1 ora al giorno.

Il caso clinico in fotografia presenta voluminose varici della vena grande safena e sue tributarie al ginocchio (fig 1 e 1bis), il risultato della mappatu-ra emodinamica (fig.2), infine il risultato dopo 6gg dall’intervento: alcune incisioni (fig.3) e l’aspetto delle varici (fig.4).

FLEBOLGIA

fIG. 2 fIG. 3 fIG. 4

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E’ DISPONIbILE PRESSO

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E NEI POLIAMbULATORI

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