Flessibil-mente · rich Jacoby si diffuse in tutto il mondo. Nato nel 1904, nell’odierna Ucraina,...

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54 SALUTE Flessibil-mente il metodo Feldenkrais e la danza di Simona Millozzi Si racconta che tra i primi allievi di Moshe Feld- enkrais ci fosse una ragazza af- fetta da una for- ma di emiparesi e che durante i loro primi collo- qui lui le chiedes- se quale fosse il suo sogno nel S cassetto. La ragazza confessò che ave- va sempre desiderato diventa- re una ballerina, anche se que- sto sogno era purtroppo ormai svanito. Una impresa impossibile che Moshe decise di affrontare: l’obiettivo delle lezioni che avrebbe impartito alla ragazza avrebbe dovuto essere proprio quello di riuscire a metterla sul- le punte. Azzurra De Zuanni in Leggere nel maldestro, coreografie Roberta Gelpi - ph Giacomo Cacciatoreo

Transcript of Flessibil-mente · rich Jacoby si diffuse in tutto il mondo. Nato nel 1904, nell’odierna Ucraina,...

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SALU

TE

Flessibil-menteil metodo Feldenkrais

e la danza

di Simona MillozziSi racconta che tra i primi allievi di Moshe Feld-enkrais ci fosse una ragazza af-fetta da una for-ma di emiparesi e che durante i loro primi collo-qui lui le chiedes-se quale fosse il suo sogno nel S

cassetto. La ragazza confessò che ave-va sempre desiderato diventa-re una ballerina, anche se que-sto sogno era purtroppo ormai svanito.

Una impresa impossibile che Moshe decise di affrontare: l’obiettivo delle lezioni che avrebbe impartito alla ragazza avrebbe dovuto essere proprio quello di riuscire a metterla sul-le punte.

Azzurra De Zuanni in Leggere nel maldestro, coreografie Roberta Gelpi - ph Giacomo Cacciatoreo

SALU

TE

e la danza

di Simona Millozzi

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La realizzazione di un sogno inconfessato è una parte inte-grante benché sotterranea del metodo Feldenkrais. La spinta profonda che porta ciascuno ad agire nel mondo, per quan-to frustrata, nel momento in cui trova una realizzazione, contri-buisce a quel processo di rea-lizzazione di sé che è una com-ponente fondamentale del metodo, il quale non mira ad insegnare e ad eseguire questa o quella funzione o a migliora-re questo o quell’aspetto della persona ma tende a costruire quell’immagine di sé nella sua globale complessità.

Abbiamo chiesto a due danza-trici come il metodo, che prati-cano e insegnano, abbia cam-biato la loro esperienza.La prima è Roberta Gelpi, dan-zatrice e coreografa, che tie-ne corsi regolari e laboratori di danza contemporanea, Feld-enkrais e Bones for Life. Cofon-datrice con Julie Ann Anzilotti e Virgilio Sieni del gruppo di tea-tro danza Parco Butterfly attivo negli anni 80, nel 1989 fonda la compagnia Encanto, per la quale firma tutte le coreogra-fie.La seconda è Francesca Mo-retti che, dopo un passato di danzatrice di danza con-temporanea, è attualmente un’insegnante del metodo Feldenkrais che mantiene uno stretto legame con la danza in generale, a partire dal contem-poranea per arrivare al tango, con un’attenzione rivolta sia alle espressioni corporee che a quelle vocali.

MOSHE FELDENKRAIS

Nel 1975 inizia a San Francisco in California con sessan-ta studenti il primo corso di formazione professionale del metodo Feldenkrais.Moshe Feldenkrais aveva iniziato a sviluppare il suo me-todo nel 1940, quando con l’invasione nazista fuggì dalla Francia in Inghilterra e cominciò a sperimentare lavoran-do con la marina britannica le sue intuizioni sullo stress e sull’ansia.Il suo metodo, influenzato dalle idee di Gurdjieff, dalla tecnica somatica di F.M.Alexander e dal lavoro di Hein-rich Jacoby si diffuse in tutto il mondo.Nato nel 1904, nell’odierna Ucraina, da famiglia ebrea, emigra a quattordici anni in Palestina dove partecipa alla fondazione del sistema di difesa dei Kibbutz. Negli anni ’30 a Parigi ormai laureato in Fisica e Ingegneria Elettrica consegue un dottorato nel laboratorio di F.Joliot-Curie, conosce il fondatore del Judo, Jigoro Kano e diventa la prima cintura nera in Francia. Proprio la pratica del Judo insieme a tutta la sua esperienza precedente contribu-iranno alla creazione del suo metodo che subì fino alla sua morte, avvenuta a Tel Aviv nel 1984, modifiche e per-fezionamenti.Lavorò con attori, danzatori e registi di fama internazio-nale come Peter Brook e Jaques Lecoq, musicisti come Yehudi Menuhin, Narciso Yepes e capi di Stato come Da-vid Ben Gurion.

“Quello che mi interessa ottenere non è la flessibilità del corpo, ma la flessibilità della mente.”

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E’ un sistema di sviluppo dei modelli motori e neurologi-ci attraverso l’esperienza e l’apprendimento di movimen-ti “biologici” e “antigravitari” (neuroplasticità).

Questi movimenti spesso pic-coli e lenti, strutturati in sequen-ze precise, complete e reversi-bili, permettono al cervello di cambiare velocemente l’orga-nizzazione delle proprie risposte muscolari e scheletriche all’in-terno dell’intero modo di agire del corpo.

Il metodo ripristina la possibilità di creare nuove combinazioni e il recupero di funzioni appa-rentemente perdute.

Comprendere, sentire, perce-pire e fare si modificano simul-taneamente come in un tutto integrato ricomponendo pro-gressivamente un immagine di sé sempre più ricca e diffe-renziata. Il metodo Feldenkrais si insegna in corsi collettivi ATM (Awareness Trough Movement) e sedute individuali FI (Functio-nal Integration).

il metodo Feldenkrais

Per saperne di più e conoscere gli inse-gnanti

www.feldenkrais.it

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Roberta Gelpie la forma felice

Usi il metodo per danzare o per insegnare ? All’ inizio delle mie lezioni di tec-nica uso un breve processo di Feldenkrais per togliere tensioni e organizzare il corpo nell’alli-neamento. Organizzo da die-ci anni anche dei laboratori che chiamo “La Forma Felice” dove la sfida è far danzare tut-ti, dai 9 ai 90 anni! Per le per-sone che non hanno lavoro sul corpo il Feldenkrais è un ottimo strumento per iniziare a per-cepire il corpo e sentire che è possibile muoversi con piacere; il passo successivo è quello di trasformare questo piacere in un linguaggio per comunicare con gli altri nello spazio, con la

musica, utilizzando sempre un movimento naturale.

Quindi il metodo Feldenkrais è usato come uno strumento per arricchire l’immagine di sé nel movimento? Assolutamente. E’ un bellissimo viaggio interiore per chi vuo-le conoscersi meglio da tutti i punti di vista e migliorare la pro-pria qualità di vita.

Utilizzi il Metodo Feldenkrais in modo differente per insegnare ai professionisti o a non profes-sionisti? I processi sono sempre gli stes-si. Per i danzatori professionisti è

più difficile l’approccio al me-todo, specie a quelli di classico che lavorano più sulla costru-zione della muscolatura intor-no allo scheletro, perché visto dall’esterno e dall’interno all’i-nizio sembra di non far niente. Ci vuole molta pazienza per far capire che, per migliorare la qualità, è necessario partire dall’allineamento scheletrico, dall’ascolto e dalla connessio-ne di tutte le parti in ogni micro movimento per poi organizza-re la muscolatura. Ti accorgi del risultato quando i danza-tori sentono con stupore che la loro danza è cambiata nella qualità, nella facilità, nell’equi-librio, nel piacere.

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Per le persone che non lavora-no sul corpo è, come dicevo, un’esperienza per conoscersi meglio, per dare un nome a parti del corpo di cui ignora-no l’esistenza ed organizzarle in un movimento piacevole. Partendo da una sensazione di piacere nel muoversi hanno poi meno ‘paura’ di portare il corpo, la mente e le emozioni in un gesto che è più danzato senza la preoccupazione di un giudizio.

Quanto il metodo incide nella gestione delle emozioni lega-ta alla realizzazione del movi-mento? Questo è un discorso sottile. Per tutti il Feldenkrais è qualcosa che va molto in profondità e può renderti anche vulnerabi-le. Nella mia formazione, al se-condo anno, ho avuto questa sensazione perché sono sta-ta destrutturata in tutto quello che pensavo di aver ottenuto come danzatrice ed ho avuto bisogno di molto tempo per ri-trovarmi in un nuovo essere.Nei gruppi, può succedere che avverti che un allievo pro-

vi qualche disagio, e di solito prendo il tempo per cambiare la strategia di insegnamento e portarlo verso il piacere dello stare nel movimento.

Certo, può capitare di entra-re in contatto con sensazioni spiacevoli, ricordi, associazioni, però il Feldenkrais ti dà sempre la possibilità di sentire un cam-biamento e cioè che ciascuno potenzialmente con tutto il suo essere ha la possibilità di miglio-rare e di trasformarsi. Secondo me tutto questo avviene attra-verso la lentezza.

Qual è la differenza tra il Meto-do Feldenkrais e altri metodi ri-

spetto all’approccio che i dan-zatori hanno al movimento? La lentezza, il lavoro passo pas-so e principalmente non muo-versi per imitazione. La diffe-renza sta soprattutto nel non ripetere il movimento mecca-nicamente, che poi è quello che viene fatto sia nella danza che in tutte le attività sportive per rafforzare la muscolatura, magari mentre stai pensando a cosa preparerai per cena. La cosa importante è essere

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nell’ascolto e utilizzare la ripeti-zione come momento di conti-nua scoperta e non come una azione puramente meccanica.

Quindi, senza che il raggiungi-mento del risultato interferisca con il processo. In che modo il metodo può contribuire a un nuovo stile di danza? L’ha già fatto. In America ne-gli anni ’70 c’è stata una gran-de rivoluzione in tutte le arti e quindi anche nella danza

contemporanea; molti danza-tori e coreografi sono venuti in contatto con nuove tecniche di movimento come il Feld-enkrais, il metodo Alexander, il Body Mind Centering, lo Yoga, le arti marziali…ed hanno crea-to nuove tecniche quali il Rele-ase, il Contact Improvisation e varie altre.

Qual è stata la tua motivazione ad avvicinare il metodo Feld-enkrais, voluta o casuale?

L’ho conosciuto negli anni ’80 ad Amsterdam dove arriva-vano tutte le nuove scoperte dall’America, ma ero molto giovane e non capivo cosa fos-se quella cosa lenta e noiosa. Poi negli anni, nel mio lavoro di ricerca personale e performa-tiva, ho deciso di entrare nel mondo del Feldenkrais e diven-

tare Insegnante per avere più consapevolezza del movimen-to e raffinare l’osservazione verso l’altro; questo aiuta sia nel lavoro con i danzatori per creare una coreografia, sia nel momento dell’insegnamento.Ma è stato molto più di quello che mi aspettavo!

Ti interessava questo approc-cio integrato? Sì certo, perché è utile nella vita quanto nel lavoro di crea-zione coreografica. La consapevolezza della respi-razione incide sulla qualità del movimento? E’ bello pensare e realizzare che tutto il corpo può respirare.

Qual è il tuo prossimo proget-to?

In questo ultimo anno ho ini-ziato un progetto ‘Leggere nel maldestro’ utilizzando diversi linguaggi per indagare il con-cetto di asimmetria (danza, fo-tografia, video) e naturalmen-te la prima ispirazione è venuta sempre da Moshe Feldenkrais!!

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Francesca Morettil’essenza del movimento

L’impossibilepossibile

il possibilefacile

ed il facileelegante

Moshe Feldenkrais

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In che modo diventare un’inse-gnante del metodo Feldenkrais ha cambiato il suo modo di danzare o di insegnare danza?

Il metodo Feldenkrais trasmet-te chiaramente l’essenza del movimento togliendo tensioni e facendo riscoprire un uso del corpo naturale ed organico.Rispetto all’insegnamento del-la danza mi ha aiutato ad usci-re dalla mentalità dell’esercizio ed entrare nell’esperienza del movimento dove il ritmo e la modalità sono gestite dal sin-golo individuo.

Qual è stata la differenza nel suo approccio al movimento?

Una maggiore consapevolez-za, il piacere, la scoperta di nuove modalità di movimento, un maggiore rispetto del pro-prio corpo.

Come ha incontrato il metodo Feldenkrais? Mi aveva raccon-tato di New York.

Come danzatrice ho frequen-tato per due mesi delle scuole a New York.Nel 1990 l’approccio al movi-mento era molto differente da quello che si utilizzava in Italia e in Europa. Lì il concetto di peso del corpo, di non utilizzare la

forza muscolare e di sentire il sostegno dello scheletro erano alla base della tecnica di stu-dio della danza contempora-nea. Molti danzatori utilizzavano il metodo Feldenkrais. Era molto conosciuto anche dal pubbli-co non specializzato, negli uffi-ci, nelle palestre ecc.Quando sono tornata a Roma stavano organizzando il secon-do corso di formazione e l’ho iniziato con entusiasmo.

In che modo il metodo può contribuire ad un arricchimen-to della immagine di sé nel mo-vimento?

Il metodo ti aiuta a capire come si muove il corpo, come funziona, come fare un movi-mento con il minore sforzo e la maggiore consapevolezza. Già solo sentire i piedi a terra che spingono può liberarti da tensioni e mettere a disposizio-ne nuove energie. Il respiro libero e consapevole, la morbidezza della cassa tora-cica sono elementi fondamen-tali per un corpo sano e consa-pevole.

Il metodo può migliorare quindi la coordinazione, la fluidità e la leggerenza. In che modo la coscienza del

movimento antigravitario aiuta un danzatore ?

Come ho detto, per un dan-zatore è importante la consa-pevolezza del proprio corpo come strumento di lavoro, at-traverso il quale sarà in grado di comunicare ad un livello mag-giore, per esempio, l’uso che fa del pavimento, della spinta per permettere allo scheletro di trovare un asse più funziona-le, migliorare la chiarezza degli schemi motori fino ad arrivare ad una visualizzazione di sé in movimento completa e armo-nica può aiutare un danzatore a cambiare la propria immagi-ne ed uscire da uno stereotipo legato all’estetica della danza.

Qual è stata la sua esperienza del metodo Feldenkrais appli-cato alla sua pratica professio-nale?

Nel mio lavoro ho avuto la pos-sibilità di approfondire un tema per me essenziale, la natura-lezza del movimento, il funzio-namento del corpo in relazio-ne alla mente, alle emozioni, all’ambiente che abbiamo intorno. Il Metodo Feldenkrais non solo arricchisce come me-todo di apprendimento ma può essere di sostegno in qual-siasi attività dell’essere umano.

La vita è movimento

cambia la qualità del movimento

e cambierai la qualità della vitaMoshe Feldenkrais