FLAVIO FORNER Postural Game System - Flem-vitae · rali anticipatori (o a feed-forward), che da...

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Postural Game System ® FLAVIO FORNER Eserciziario

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Postural Game System®FLAVIO FORNER

Eserciziario

PREFAZIONE

Questo eserciziario è nato con l’obiettivo di dare un’indicazione sulla metodologia del Postural Game System® e sulle sue possibili applicazioni; è costituito da illustrazioni e spiegazioni di eser-cizi implementati a protocolli di prevenzione e cura di alcune patologie muscolo-scheletriche.Fondamentale resta l’apporto del terapeuta che deve, dopo un’attenta analisi funzionale, indica-

re gli esercizi o il protocollo più adatti, ed eventualmente modificarli in funzione della risposta dell’utilizzatore.

Flavio Forner, www.flem-vitae.com

Il Postural Game System® – una nuova metodica 5

Basi neurofisiologiche del Postural Game System® 9

Dædalus® 15

Semelles a Boule® 25

Monitoraggio del trattamento 33

Il protocollo base con Dædalus® e Semelles a Boule® 37

Esercizi per distretti con Dædalus® 45

Esercizi con Semelles a Boule® 89

Trattamento di alcune patologie con Dædalus® 95 Trattamento di alcune patologie con Semelles a Boule® 117

Prevenzione dei traumi sportivi 123

Trattamento defatigante con Semelles a Boule® 127

Trattamento per la terza età 129

PGS nell’attività motoria scolastica 133

Conclusioni 137

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IL POSTURAL GAME SYSTEM®

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DOMANDE E RISPOSTE 7

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UNA NUOVA METODICA

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IL POSTURAL GAME SYSTEM®Una nuova metodica

Il PGS è una metodologia di rieducazione dell’ortostatismo anti-gravi-tazionale umano, basata su concetti di neurofisiogia applicata a tecniche di stimolazione neuro-sensoriale e neuro-motoria indirizzate ai siste-mi recettoriali induttori e di controllo del tono di postura sia in statica (Dædalus®) che in dinamica (Semelles a Boule®).

L’originalità di questo metodo rieducativo è di consentire una spiccata selettività delle unità motorie da reclutare. Infatti le stimolazioni su un piano pneumo-elastico evocano da parte del corpo, risposte di adatta-mento automatico, riflesso, mediato da attivazione delle unità motorie toniche, a contrazione lenta, a metabolismo ossidativo che garantiscono la stabilità delle articolazioni intervertebrali e periferiche, vero obiettivo di questo progetto riabilitativo.

Ma anche i recettori di controllo posturale, vestibolari, uditivi e oculari vengono allertati durante le oscillazioni somatiche indotte dalla stimola-zione di questo originale strumento rieducativo.

Utilizzando il labirinto è anche possibile attivare preferenzialmente le unità motorie fasiche, veloci, a metabolismo ossidativo-glicolitico (fibre tipo 2a) o glicolitico (fibre tipo 2b).

L’origine del nome.Perché questa denominazione: “Postural Game System®” ?

“Postural” perché questi sussidi consentono di reclutare selettivamen-te per via riflessa, automatica ed inconscia, il contingente di unità moto-rie lente, toniche, con fibre muscolari scheletriche di tipo 1, resistenti alla fatica, a metabolismo ossidativo che svolgono un ruolo di controllo fine dell’attività posturale.

“Game” perché la gran parte del lavoro si attua attraverso un gioco “divertente” ed accattivante.

“System” perché, attraverso le differenti oscillazioni somatiche indotte da questi sussidi, vengono attivati globalmente i sistemi di informazione estero-propriocettiva, sensoriale, visiva, vestibolare e cerebellare che ri-spondono a frequenze oscillatorie diverse.

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DOMANDE E RISPOSTE

Quali sono gli obbiettivi del Postural Game System®?- stimolare i recettori induttori del tono di postura;- liberare le catene muscolari dalle contratture algogene;- colmare il deficit di unità motorie toniche dei muscoli scheletrici e delle

articolazioni periferiche;- conferire elasticità al complesso muscolo-capsulo-articolare;- recuperare la mobilità delle articolazioni “anchilosate”; - stimolare le catene muscolari anti-gravitazionali globalmente;- stabilizzare le articolazioni; - riequilibrare i carichi;- vincere il dolore articolare ed inserzionale cronico.

Quando utilizzare il Postural Game System®?Il PGS va utilizzato:- nella prevenzione dei traumi sportivi;- nel trattamento dei loro eventuali postumi;- nelle patologie in cui la fragilizzazione articolare richiede uno stimolo

dolce, elastico e progressivo, come, ad esempio, nella prevenzione delle fratture articolari e vertebrali da osteoporosi dell’anziano;

- nella preparazione agli interventi di protesi d’anca e di ginocchio e di artrodesi della colonna vertebrale e nel recupero funzionale post-inter-vento;

- nell’attivazione della funzione della pompa muscolare nei soggetti af-fetti da insufficienza venosa agli arti inferiori;

- nelle fibromialgie e in tutte le sindromi dove ci sia interesse a ripristina-re le risposte muscolari automatiche di adeguamento e di stabilizzazio-ne articolare nella statica e nella dinamica.

La rieducazione propriocettiva delle catene muscolari anti-gravitazionali deve rigorosamente precedere ogni tipo di allenamento?Si! Perché la muscolatura della dinamica corporea, fasica, si inserisce sulle strutture ossee che necessitano di essere stabilizzate dalle unità motorie toniche della muscolatura paravertebrale profonda (muscoli erettori della spina - multifido, rotatori, intertrasversari, interspinosi …) e della frazione di unità motorie toniche della muscolatura che gestisce la stabilità delle articolazioni portanti degli arti inferiori (caviglia, ginocchio ed anca).

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Perché l’utilizzo del Postural Game System® riduce il pericolo di danni causati da attività sportiva come lo sci, il calcio, il basket ecc … ?Attualmente la preparazione dell’atleta dilettante o professionista, in ogni ambito sportivo si basa su esercizi che coinvolgono direttamentesolo i gruppi e le catene muscolari finalizzati al gesto sportivo e controlla-ti dalla corteccia cerebrale (ripetizione di esercizi limitati a distretti corpo-rei, con stimolazione prevalente delle fibre di tipo fasico). Tutto questo è corretto e fondamentale, ma non sufficiente a garantire l’integrità artico-lare in quanto le articolazioni periferiche e la colonna vertebrale non sono protette dal contingente fasico, cinetico, volontario (quindi corticale) dei muscoli anti-gravitazionali (fibre a contrazione rapida).Si rende dunque necessario far precedere gli allenamenti tradizionali da una rieducazione propriocettiva che tenga conto anche delle regole che gestiscono l’ortostatismo riflesso a controllo sottocorticale.Per poter conseguire una stabilità ottimale delle strutture articolari è ne-cessaria una preparazione atletica che attivi anche la frazione di fibre to-nico-posturali (fibre lente fatica-resistenti) nei muscoli delle articolazioni periferiche e nei muscoli dei segmenti rachidei. Queste fibre sono le sole in grado di stabilizzare i sistemi articolari, creando nel muscolo la cosid-detta funzione di “legamento attivo”.

Quando e per quanto tempo è necessario usare il PGS per prevenire tali pericoli?L’utilizzo del PGS deve essere costante nel tempo. È opportuno iniziare l’attività rieducativa almeno 30 giorni prima dell’inizio della stagione sportiva, professionale o amatoriale. Una volta iniziata tale attività spor-tiva sarà in ogni caso necessario svolgere costantemente gli esercizi rela-tivi al protocollo base. La rieducazione propriocettiva delle catene muscolari anti-gravitazionali deve rigorosamente precedere ogni tipo di allenamento?Sì! Per ripristinare un giusto equilibrio fra i diversi tipi di unità motorie.

BASI NEURO-FISIOLOGICHEDEL POSTURAL GAME SYSTEM®dott. Giuseppe BORTOLINdott. FT Stefano FRACCARO

PIEDE E STATICA 11

IL SISTEMA MUSCOLARE UMANO 11

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La rieducazione su supporto pneumo-elastico viene utilizzata per stimolare gli induttori del tono di postura, cioè gli estero-propriocettori della pianta del piede e i sistemi di controllo sensoriale dell’ortostatismo antigravitario, così da ottenere un’attivazione preferenziale delle fibre muscolari lente, tonico-posturali che assicurano la stabilità del rachide e delle articolazioni periferiche.

La postura dell’uomo, intesa come migliore disposizione del corpo nel-lo spazio, cioè massima stabilità e minima spesa energetica nello svolgi-mento delle attività prestazionali, è garantita sia da meccanismi postu-rali anticipatori (o a feed-forward), che da correzioni rapide a feed-back, prevede inoltre, la partecipazione di centri sovraspinali e corticali. - Meccanismi anticipatori o a feed-forward, generano risposte posturali

programmate e riflesse, che salvaguardano il mantenimento della sta-bilità, permettendo al muscolo tonico-posturale di contrarsi, prima che il movimento volontario avvenga. Questi meccanismi sono modificabili dall’esperienza e la loro efficacia aumenta con l’esercizio.

- Risposte compensatorie o a feed-back, vengono evocate da stimoli sen-soriali a seguito della perdita dell’equilibrio, sono rapide e relativamen-te stereotipate. Anche queste possono essere migliorate dall’esercizio.

Le risposte anticipatorie e compensatorie, automatiche, vengono in-

dotte da informazioni sensitivo-sensoriali provenienti dai diversi tipi di recettori che assicurano il mantenimento della postura in modo sotto-corticale, senza che noi ne siamo consapevoli.

Questi recettori sono:- i propriocettori muscolari, tendinei ed articolari;- gli esterocettori e i meccanocettori cutanei (particolarmente abbon-

danti nella cute che ricopre e circonda le articolazioni);- i recettori vestibolari;- i recettori visivi.

Il cervelletto partecipa in modo determinante all’organizzazione mo-toria riflessa “sottocorticale”.

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PIEDE E STATICA

Il piede, organo altamente specializzato nel mantenimento della sta-zione eretta bipodalica, è l’interfaccia tra il suolo e il corpo.

Quando un piede neurologicamente sano entra in contatto con il ter-reno, raccoglie informazioni:

- tattili per il riconoscimento dei caratteri fisici del suolo con cui viene a contatto;

- propriocettive con la funzione di informare i centri superiori della posi-zione e dell’atteggiamento del corpo al fine di regolare la distribuzione del tono muscolare;

- cinestesiche della sensibilità muscolare che interviene nella regolazio-ne della attività motoria.

L’alterazione dei messaggi recettoriali compromette il mantenimento dell’equilibrio corporeo che fisiologicamente è un’attività riflessa, svinco-lata dal controllo cosciente. L’integrazione sensitivo-sensoriale permette la percezione. Tutto l’agire dell’uomo è conseguenza diretta della perce-zione ed il muscolo è il gestore unico dell’agire umano.

IL SISTEMA MUSCOLARE UMANO

“Un muscolo non è mai da considerare un’entità isolata, ma fa parte di un insieme funzionale, sottoposto ad una innervazione complessa, con un fine determinato per effettuare una specifica azione. Ogni azione fa scattare un’organizzazione motoria in catena muscolare. Questa organiz-zazione dipende dalla situazione periferica e dalla domanda indirizzata all’apparato locomotore. Inoltre ogni muscolo riceve stimoli multipli che provengono da zone encefaliche diverse”. (Renè J. Bourdiol)

L’area centrale di comando determina:- la funzione del muscolo (cinetica, emozionale o tonico-posturale);- il tipo di fibre presenti nel muscolo (veloci, lente, ecc.);- il suo metabolismo;- la sua velocità d’azione;- la sua resistenza alla fatica.

Agli inizi degli anni ’70 Bourdiol affermava che i muscoli scheletrici non sono tutti uguali ma, a seconda della loro funzione, differiscono sul piano funzionale, metabolico e anatomico. Egli suddivideva i muscoli in cineti-ci, emozionali e tonico-posturali. Nell’uomo ogni muscolo è composto in misura diversa da tutti e tre i tipi di fibre.

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In patologia le fibre di un gruppo possono cambiare la loro funzione, come è ben dimostrato dai tic nervosi che trasformano fibre muscolari emozionali in toniche ed infaticabili. Le osservazioni cliniche di Bourdiol e di Bortolin sembrano concludere che, se sottoposti a opportuni stimo-li rieducativi, muscoli trasformati patologicamente possono ritornare al loro ruolo fisiologico.

Studi di altri ricercatori sembrano confermare tale ipotesi:- Stokes & Cooper (1992), Hides & Jull (1994), Hides & Hodges (1996) han-

no verificato che al primo episodio di dolore vi è un’immediata risposta di inibizione dei muscoli profondi del rachide (multifido profondo e non solo) e quando il dolore scompare esso non ritorna alla sua funzione, occorre riallenarlo in modo specifico.

- Hodges P. et all. (1996-97) affermano che nel soggetto con dolori al ra-chide, alcuni muscoli cambiano il timing di attivazione (da veloci a lenti, da tonici a cinetici).

- Mannion AF et all. (1997) attraverso l’esame bioptico dei muscoli pro-fondi del rachide hanno constatato una diminuzione del numero e del volume delle fibre di tipo 1A e un aumento delle fibre di tipo 2A e 2B nei pazienti lombalgici e nella concavità della scoliosi.

Inoltre è noto che se alleniamo un velocista con esercizi di resistenza, dopo un certo periodo, le sue doti di velocista si riducono. Gli esempi po-trebbero continuare.

I muscoli cinetici Sono i muscoli volontari, la cui azione è programmata ed eseguita in

modo cosciente. Il loro comando centrale è neocorticale.

Questi muscoli corrispondono ai muscoli bianchi dei fisiologi. La loro potenzialità cinetica è legata alla prevalenza di unità motorie veloci, fasi-che. Sono muscoli rapidi, ma facilmente affatticabili, poiché il loro meta-bolismo prevalente è di tipo ossidativo-glicolitico (fibre tipo 2a), o glicoli-tico (fibre tipo 2b). Devono lavorare in condizioni metaboliche adeguate, per non andar incontro ad intossicazione da acido lattico con creazione di contratture. Sono muscoli potenti, brillanti, ma fragili e maggiormente esauribili da veri „atleti“ quali essi sono.

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I muscoli emozionaliSono muscoli il cui comando centrale è situato nella circonvoluzione

del corpo calloso (gyrus cinguli), la corteccia motoria filogeneticamente più antica.

Presentano le caratteristiche seguenti:- possiedono una sola inserzione ossea, l’altra è sempre o cutanea (mu-

scoli della mimica), o tendinea (lombricali, quadrato di Silvio), o apone-vrotica (organi genitali);

- sono semi-volontari, non sempre controllabili in modo cosciente.

I muscoli tonico-posturali Vengono definiti tonico-posturali tutti i muscoli che permettono di

mantenere, automaticamente in modo riflesso, la stazione eretta bipo-dalica, in equilibrio stabile contro la forza di gravità. Essi rappresentano il supporto posturale a tutte le attività cinetiche, volontarie e coscienti. A livello articolare costituiscono la frazione di fibre stabilizzatrici, veri “lega-menti attivi”, che intervengono anticipando il movimento volontario, al fine di garantirne stabilità e protezione.

Il controllo centrale dei muscoli tonico-posturali è sottocorticale, auto-matico e riflesso. Fanno parte di queste strutture sottocorticali: i nuclei grigi centrali (nuclei caudato e lenticolare), i nuclei ventrali talamici, i nu-clei mesencefalici (nucleo rosso, locus niger), l’oliva bulbare, e, soprattutto il cervelletto.

I muscoli antigravitari presentano un circuito neurologico prevalente-mente ad afferenza di tipo propriocettivo, ma ad attivazione iniziale este-rocettiva. Infatti a livello plantare i primi recettori ad essere stimolati sono gli esterocettori cutanei e, solo successivamente, i propriocettori muscolari che si trovano più in profondità. Sono questi stimoli che attraverso le vie paleocerebellari giungono al cervelletto e ai nuclei sottocorticali dove ven-gono programmate le risposte motorie di adeguamento antigravitario.

Nella patologia le cose cambiano. In presenza di dolore la corteccia sen-sitiva si allerta e prende in carico questi muscoli che pertanto tendono a perdere il loro controllo sottocorticale.

Il muscolo tonico-posturale non può più allora usufruire del suo siste-ma fisiologico di approvigionamento energetico. Il metabolismo ossidati-vo di questi muscoli che solitamente li rende infaticabili e adatti a regge-re il tono di postura, diventa di tipo glicolitico normalmente peculiare dei muscoli cinetici. Sopraggiungono così le contratture che, se da una parte garantiscono una certa limitazione funzionale, dall’altra sono a loro volta origine di algie ed instabilità a carico delle articolazioni intervertebrali e periferiche.

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Tutto questo viene “disperatamente” vicariato da attività motoria ina-deguata perché principalmente cinetica.

Attualmente assistiamo ad un incremento dei problemi posturali, quest’ ultimi causati da un insufficiente “allenamento” della muscolatura antigravitaria, che protegge le articolazioni durante le attività dinamiche. Si ha così un cedimento della “struttura muscolare portante” e una conse-guente “fragilizzazione articolare” aggravata sia da posizioni prolungate, legate alle attività professionali, sia da movimenti sportivi troppo spesso traumatici per ripetitività ed intensità del gesto atletico.

Infatti nel gesto atletico, dove si impone un prevalente reclutamento di unità motorie veloci, fasiche, a scapito della componente tonica, osser-viamo una “involuzione” del tono muscolare (talvolta solo distrettuale) che spiega la fragilità articolare di molti giovani atleti e l’alta frequenza di eventi traumatici.

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DÆDALUS®FASI DELLA RIEDUCAZIONE MUSCOLARE 17

INDICAZIONI TERAPEUTICHE 18

AvvERTENZE 21

DOMANDE E RISPOSTE 22

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Il Dædalus® è un sussidio fi sioterapico concepito per la prevenzione, la cura, e la rieducazione delle patologie della colonna vertebrale, delle arti-colazioni degli arti superiori ed inferiori. Il nome deriva dall’ingegnoso ed intricato percorso a giri concentrici, un vero labirinto, collocato sulla parte anteriore della pedana.

Il Dædalus® è una piattaforma che presenta nel piano posteriore un alloggiamento per l’appoggio dei piedi e, nella parte anteriore, un labi-rinto circolare nelle volute del quale far scorrere una o più biglie fi no al traguardo centrale.

La superfi cie di appoggio per i piedi è di congrua lunghezza per poter agevolmente variare la posizione del piede ed è ricoperta da un tappetino antiscivolo con digitazioni emicilindriche smussate in superfi cie.

Il percorso del labirinto è ricoperto da una pellicola di materiale pla-stico trasparente (plexiglas) per impedire la fuoriuscita accidentale delle biglie.

La piattaforma è provvista di un telaio formato da due rotaie parallele che hanno lo scopo di contenere un pallone che può essere così agevol-mente spostato su tutto il piano di scorrimento.

Per la prevenzione di cadute intempestive, sul bordo inferiore del-la pedana sono fi ssati dei piedini di gomma due posteriormente e uno anteriormente, mentre al telaio è fi ssata una barra trasversale a sezione quadrata che contiene due limitatori di inclinazione estraibili che con-sentono di regolare l’angolo di inclinazione laterale e limitare il lavoro dei muscoli rotatori.

Il pallone (medicineball) del diametro di 20 cm è realiz-zato con una resina particolare che gli conferisce

notevole robustezza ed elasticità. Il pallone è dotato di una valvola interna da utilizzare

per il gonfi aggio/sgonfi aggio. Il pallone deve essere gonfi ato/sgonfi ato utiliz-zando il classico ago a punta arrotonda-ta che è inserito all’interno della pompa.

Il Dædalus® è fornito di una serie di elastici (e a richiesta anche di fi nimenti elastici) che vanno fi ssati sui fori ricavati nei due lati più lunghi anteriormente, al

centro e posteriormente.

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antiscivolo con digitazioni emicilindriche smussate in superfi cie.

Il percorso del labirinto è ricoperto da una pellicola di materiale pla-stico trasparente (plexiglas) per impedire la fuoriuscita accidentale delle biglie.

La piattaforma è provvista di un telaio formato da due rotaie parallele che hanno lo scopo di contenere un pallone che può essere così agevol-mente spostato su tutto il piano di scorrimento.

Per la prevenzione di cadute intempestive, sul bordo inferiore del-la pedana sono fi ssati dei piedini di gomma due posteriormente e uno anteriormente, mentre al telaio è fi ssata una barra trasversale a sezione quadrata che contiene due limitatori di inclinazione estraibili che con-sentono di regolare l’angolo di inclinazione laterale e limitare il lavoro dei muscoli rotatori.

Il pallone (medicineball) del diametro di 20 cm è realiz-zato con una resina particolare che gli conferisce

notevole robustezza ed elasticità. Il pallone è dotato di una valvola interna da utilizzare

per il gonfi aggio/sgonfi aggio. Il pallone deve essere gonfi ato/sgonfi ato utiliz-zando il classico ago a punta arrotonda-ta che è inserito all’interno della pompa.

elastici (e a richiesta anche di fi nimenti elastici) che vanno fi ssati sui fori ricavati nei due lati più lunghi anteriormente, al

centro e posteriormente.

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Il Dædalus® permette di:- realizzare una sorta di integrazione sensitivo-motoria e sensoriale, at-

traverso un metodo rieducativo intelligente, completo e divertente che consente la stimolazione di ogni articolazione degli arti e della colonna vertebrale in senso sagittale, laterale, obliquo e rotatorio oltre alla sol-lecitazione di tutte le catene cinetiche;

- effettuare una rieducazione muscolare a controllo “sottocorticale”in statica;- promuovere una rieducazione muscolare a gestione “corticale integrata”;- sviluppare un tono muscolare equilibrato e aumentare la stabilità delle

articolazioni.

I vantaggi che rendono il Dædalus® un sussidio propriocettivo unico nel suo genere sono:- il supporto elastico, sferico, variabile in durezza e nel posizionamento;- la possibilità di alternare attività sottocorticale con attività corticale;- la possibilità di cambiare gli appoggi dei piedi;- la possibilità di un recupero propriocettivo segmentario o globale;- la possibilità di arricchire l’efficacia degli esercizi con l’uso di elastici;- la stimolazione delle catene muscolari anti-gravitazionali anteriori o

posteriori;- la stimolazione delle catene muscolari laterali;- la stimolazione simultanea di tutte le catene muscolari anti-gravitazionali;- la semplicità d’uso.

FASI DELLA RIEDUCAZIONE MUSCOLARE

1) Rieducazione riflessa “sottocorticale cerebellare”Questa tecnica rieducativa consente una attivazione selettiva del-

la muscolatura intrinseca del piede e delle catene propriocettive anti- gravitazionali.

Si esegue posizionandosi in piedi (possibilmente scalzi, con lo sguardo rivolto all’infinito), sopra il Dædalus® con il pallone poco gonfio. Cercando di mantenenere il sussidio il più possibile parallelo al pavimento, questo esercizio di equilibrio attiva selettivamente:- le catene muscolari anti-gravitazionali degli estensori (con i piedi paral-

leli sopra il pallone ed il labirinto posto anteriormente al soggetto);- le catene muscolari anti-gravitazionali dei flessori, (con i piedi paralleli

sopra il pallone ed il labirinto posto posteriormente al soggetto);- le catene muscolari anti-gravitazionali laterali, (con i piedi paralleli so-

pra il pallone ed il Dædalus® orientato verso il lato destro e il lato sini-stro del soggetto).

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2) Rieducazione “sottocorticale” e “corticale integrata”Questa tecnica eseguita con controllo volontario e cosciente, richiede

la partecipazione della corteccia motoria ed un controllo neocerebellare riflesso, utilizzando le afferenze visive e uditive per attivare gli aggiusta-menti posturali attraverso meccanismi anticipatori a feed-forward ed i meccanismi posticipatori a feed-back.

Il coinvolgimento delle afferenze visive si attua quando i due occhi, ele-menti di informazione corticale, sono impegnati a controllare e guidare il movimento di una pallina all’interno del labirinto.

Il coinvolgimento delle afferenze uditive si attua, invece, quando l’orec-chio, anch’esso elemento di informazione corticale, è impegnato a guida-re tramite il rumore provocato dalla rotazione della pallina d’acciaio nel cerchio maggiore del labirinto (il soggetto deve far ruotare lentamente una pallina in senso orario e antiorario).

3) Rieducazione con esercizi mistiÈ possibile attivare le catene muscolari anti-gravitazionali degli esten-

sori e dei flessori posizionando, ad esempio, un piede più avanti del pallo-ne e l’altro più indietro (pertanto, un piede attiva la catena degli estensori, mentre l’altro attiva la catena dei flessori). L’esercizio può essere svolto sia in via riflessa (vedi esempio n°1) sia in via volontaria (vedi esempio n°2 gioco del labirinto).

INDICAZIONI TERAPEUTICHE

1) Potenziamento delle catene cinetiche muscolari gestite dall’ortostatismo.

Nel recupero della propriocettività dei muscoli e delle articolazioni, va-rie parti del corpo partecipano in maniera puramente riflessa, inconscia:

- le articolazioni dell’arto inferiore, piede, caviglia, ginocchio ed anca at-traverso la messa in gioco delle catene degli estensori e dei flessori po-dali;

- il cingolo pelvico per azione del tripode (unità funzionale composta da tre muscoli: il sartorio, il semitendinoso e il gracile) che si inseriscono sui punti più distali del bacino e convergono sulla faccia interna del gi-nocchio, detta “zampa d’oca“;

- L3, in ortostatismo centro di gravità somatica e prima vertebra mobile e libera del rachide (le due vertebre sottostanti sono ancorate e fissate al bacino attraverso i legamenti ileo-lombari);

- la lordosi lombare di cui L3 è l’elemento integratore;

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- il cingolo scapolare, mobilizzato per il riaggiustamento dell’equilibrio che è sensibilmente perturbato dall’instabilità del Dædalus®;

- il rachide cervicale, grazie ai movimenti richiesti per l’aggiustamento dei piani bi-vestibolari.

2) Recupero delle catene muscolari non gestite dall’ortostatismo.Il Dædalus® può essere utilizzato anche per il recupero di catene mu-

scolari non gestite dall’ortostatismo, attraverso l’appoggio diretto sul-la piattaforma, delle ginocchia, dei glutei, del dorso, dell’addome, degli avambracci e delle mani.

La sperimentazione nei nostri studi, nelle palestre, nei centri di fitness e a domicilio, nel corso degli anni, ha permesso di ottenere brillanti e du-raturi risultati:

- nella prevenzione e nel trattamento delle patologie del rachide dell’età evolutiva (dorso curvo giovanile, atteggiamenti scoliotici e scoliosi evo-lutive) e delle forme degenerative dell’adulto;

- nelle sindromi vertiginose e nelle turbe dell’equilibrio; gli esercizi pro-priocettivi su corpo elastico attivano i sistemi recettoriali del labirinto vestibolare che include due tipi di strutture con funzioni diverse:

• gli organi otolitici (il sacculo e l’utricolo per l’equilibrio statico) che rilevano la forza di gravità, la posizione della testa nello spazio, giocando così un ruolo primordiale nella gestione della postura; • i canali semi-circolari, per l’equilibrio dinamico sensibili alle rota- zioni del capo. I recettori dell’equilibrio dinamico sono eccitati spe-

cialmente dai movimenti rotatori, angolari, di accelerazione e decelerazione della testa;

- nella prevenzione dei traumi sportivi e nel trattamento dei loro even-tuali postumi, per il potenziamento della muscolatura tonica periarti-colare con funzione di stabilizzazione e per un’economia generale dei movimenti a controllo sottocorticale;

- nelle patologie in cui la fragilizzazione articolare richiede uno stimolo dolce, elastico e progressivo;

- per il ripristino della stabilità delle articolazioni del piede, della caviglia, del ginocchio e delle articolazioni intervertebrali;

- nella preparazione agli interventi di protesi di ginocchio e di anca e per ridurre i tempi di recupero post-operatorio;

- per attivare la funzione muscolare di “pompa”nei soggetti affetti da insufficienza venosa e come coadiuvante, nella prevenzione degli

inestetismi (vene varicose, fragilità capillari, cellulite …).

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Tutto questo perché, ogni esercizio sul Dædalus®, consente una atti-vazione in senso elicoidale della muscolatura delle quattro logge della pianta del piede, starter della pompa venosa.

Nelle attività normali di tutti i giorni, la stimolazione dei muscoli delle quattro logge del piede è parzialmente inibita dall’uso delle calzature (e ancor peggio delle ciabatte …) perchè la fase di slancio avviene a livello del terzo raggio, contrariamente a quanto avviene a piede scalzo, in cui la fase di slancio si verifica a livello del primo raggio. Questo “mutila”l’escursione elicoidale della rullata del piede;

- per la tonificazione degli addominali e dei muscoli del pavimento pel-vico (nel prolasso dei visceri, nella patologia emorroidaria e nell’incon-tinenza sfinterica). I muscoli addominali (sia i retti dell’addome che i muscoli obliqui e trasversi) ed i muscoli del pavimento pelvico, hanno una elettiva azione anti-gravitazionale, a stretto controllo automatico e riflesso sottocorticale (che si attiva quasi esclusivamente in ortostati-smo), in quanto garantiscono la performance del “torchio” addominale, fondamentale per la stabilizzazione della colonna vertebrale;

- per alleviare le contratture ed i dolori muscolo-scheletrici (cervicalgie, dorso-lombalgie, fibromialgie …). Le contratture e la rigidità a carico dei muscoli del tronco, sono l’indice di una alterata propriocettività e del-la conseguente necessità di intervento dei muscoli lunghi, superficiali, del dorso, per compensare il deficit dei muscoli periarticolari vertebrali (multifido profondo, intertrasversali, intermammillari …);

- per la prevenzione dell’osteoporosi dell’anziano, attraverso le vibrazioni indotte dagli esercizi sul supporto pneumo-elastico. Nell’eziologia del-l’osteoporosi intervengono svariati fattori: il sesso, la menopausa, una ridotta mobilità delle articolazioni intervertebrali, la mancanza di eser-cizio fisico … La rieducazione sul piano elastico aumenta notevolmente la frequenza delle vibrazioni e le sollecitazioni in carico in senso elicoi-dale, in flesso estensione e rotazione che favoriscono la fissazione del calcio sia a livello del corpo vertebrale che delle grandi e piccole artico-lazioni degli arti.

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Si raccomanda di porre una goc-cia d’acqua sopra la valvola prima di infi lare l’ago, questo consente un buon funzionamento del pal-lone. Fino a quando non si ha una discreta padronanza del sussidio, si consiglia, al fi ne di evitare che il Dædalus® ondeggi pericolosa-mente, di gonfi are solo in parte il pallone. Acquisita una certa si-curezza si procede “per gradi” ad aumentare la pressione della pal-la. Raggiunta la massima pressio-ne (non superare mai il diametro massimo ø20 cm), si dovrà dimi-nuire o aumentare la pressione una volta alla settimana per stimolare nuove informazioni.

Per le prime volte e per i soggetti con problemi di stabilità, è consiglia-bile allargare il più possibile e bloccare i limitatori d’inclinazione e usare il Dædalus® nel vano di una porta o tra due parallele, per appoggiarsi in caso di perdita dell’ equilibrio. È importante ricordare che gli esercizi devo-no essere eseguiti in assenza di dolore e qualora il sussidio, su indicazione del terapeuta, venga utilizzato nonostante la presenza di una sintomato-logia dolorosa, il suo impiego non deve assolutamente farlo aumentare. Per un corretto uso degli elastici controllare, ad ogni seduta, che cinghie, maniglie ecc. non siano lacerate o troppo usurate e siano fi ssate salda-mente.

AvvERTENZE

Il Dædalus® deve essere posizionato ed utilizzato sopra un tappeto o una stuoia, al fi ne di evitare che durante l’esecuzione degli esercizi il sup-porto metallico danneggi il pavimento e ridurre il rumore.

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La ditta Flem in qualità di produttore e i suoi distributori declinano qualsiasi responsabilità per qualsivoglia danno, nessuno escluso, tempo-raneo e/o permanente dall’utilizzo del Dædalus®

DOMANDE E RISPOSTE

Perché usare il Dædalus®? Il Dædalus® è uno strumento che permette di mantenere attiva una mu-scolatura posturale che è sempre più inibita dall’attività sedentaria e mal vicariata dallo sport, risulta inoltre un valido ausilio nella cura di molte patologie dell’apparato locomotore.

Da che età e fino a quando si può usare?Il Dædalus® può essere usato da bambini purchè abbiano un peso tale da tenerlo parallelo al pavimento; nel caso l’utilizzo sia destinato a persone adulte la condizione di base è che siano in grado di potervi rimanere in equilibrio.

Perchè il Dædalus® va sospeso se produce dolore?Perché, se compare dolore durante l’esercizio si inibisce l’attivazione dei muscoli anti-gravitazionali come succede nella patologia.Tuttavia un certo risentimento muscolare da “allenamento” può essere giustificato e non richiede interruzione del programma riabilitativo.

Perché usare il Dædalus® senza calzature?Perché isolano il piede e i suoi recettori, inoltre, le scarpe limitano i movi-menti di adattamento delle dita al suolo durante le perdite di equilibrio.

Perché usarlo a domicilio?Perché solo un lavoro lungo, costante e progressivo permette di raggiun-gere gli obiettivi prefissati.

A che cosa serve il labirinto?La presenza del labirinto sul Dædalus® consente di eseguire esercizi vo-lontari, come ad esempio guidare la pallina sotto controllo visivo o uditi-vo, ed esercizi in automatismo come avviene per i movimenti del piede sulla tavola.

Perché il supporto sferico?Per favorire oscillazioni somatiche e movimenti dei cingoli ottenute da una stimolazione elicoidale sulla pianta del piede molto simile alla rulla-ta nella fase del passo.

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Perché spostare il pallone avanti e indietro? Tenendo i piedi a piombo sul pallone, la posizione di questo determina una variazione della leva per cui il carico di lavoro si evolve in tal senso: avanti: leggero; indietro: pesante

Perché orientare il Dædalus® in più direzioni? Per stimolare catene muscolari differenti.

Perché modificare gli appoggi sul Dædalus®?Perché si varia il carico e di conseguenza le risposte elastiche del sussidio.

Perchè bisogna variare la pressione del pallone?Variando la pressione del pallone si reclutano fibre muscolari differenti:toniche, lente a bassa pressione; fasiche, veloci ad alta pressione.Inoltre per non assuefarsi alla stimolo.

Perché dobbiamo primeggiare gli esercizi con il labirinto rivolto anterior-mente?L’esperienza clinica evidenzia che i deficit degli estensori della spina sono responsabili dell’aumento delle curve di cifosi dorsale e della rettificazione delle curve di lordosi cervicali e lombari (fra quest’ultime il dorso piatto e la riduzione dell’angolazione del piatto sacrale sono le più temibili!), per questo motivo si inizia con gli esercizi per la stimolazione degli estensori. L’esercizio con il Dædalus® posto anteriormente e con il pallone posizio-nato al centro o indietro, crea un carico più importante nella parte ante-riore, questo privilegia sensibilmente l’attivazione delle catene muscolari anti-gravitazionali degli estensori della spina, che devono fisiologicamente prevalere rispetto ai flessori.

Ci sono dei “tempi” da rispettare?Sì! E questo è particolarmente importante per soggetti che presentano una iperlassità o una instabilità delle articolazioni intervertebrali o delle articolazioni portanti degli arti inferiori. I dolori lombari, le patologie delle articolazioni periferiche si associano costantemente ad una perdita della componente sia fasica sia tonica dei muscoli. Di queste due componenti il reclutamento delle fibre toniche è più laborioso in quanto necessita di una rieducazione selettiva, specifica per ogni articolazione che deve necessa-riamente precedere la rieducazione globale. Una rieducazione non si può definire “completa” se non si fa rientrare nel gioco delle catene muscolari anti-gravitazionali la muscolatura rieducata.

Perchè tempi di rieducazione così lunghi? Perché anche il corpo si “destruttura” in tempi lunghi e la sua “ricostruzio-ne” richiede tempi proporzionati. Inoltre il recupero delle fibre toniche è molto più lento di quelle fasiche e la formazione di un nuovo imprinting motorio richiede tempi adeguati.

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SEMELLES A BOULE®

RIEDUCAZIONE PROPRIOCETTIvA IN DINAMICA 26

INDICAZIONI TERAPEUTICHE 28

SCHEMA D’USO 29

TEMPI DI UTILIZZO 30

AvvERTENZE 30

DOMANDE E RISPOSTE 30

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RIEDUCAZIONE PROPRIOCETTIvA IN DINAMICA LE SEMELLES A BOULE®

Gli importanti risultati clinici ottenuti con la rieducazione su supporto pneumo-elastico in statica (Dædalus®), hanno fatto sorgere la necessi-tà di applicare gli stessi principi nella dinamica deambulatoria. Si è così creato anche il passaggio dalla Semelles a Boule® originariamente su supporto semisferico rigido, alle attuali Semelles a Boule® su supporto elastico.

Questo passaggio ha favorito un’esaltazione della messa in gioco dei recettori cutanei, muscolari ed articolari di cui abbiamo sperimentalmen-te verifi cato l’effi cacia clinica.

Le Semelles a Boule® si presentano come dei pattini il cui telaio è pre-disposto all’alloggiamento di scarpe da ginnastica o di calzature normali con tacco non supe-riore a 2 cm.

Vi sono due mo-delli che si adattano al numero del piede dell’utilizzatore:- la“M”fi no ad un massimo di 40/41- la “L” dal numero

40 in su.

La parte inferiore poggia su una se-misfera in gomma che nel modello “M” può essere spostata lungo l’asse longitudinale e, nel modello“L”, anche trasversalmente. La sezione interna della gomma è sfe-rica, per consentire un’equa distribuzione delle forze durante la sollecita-zione in spinta e compressione.

All’interno della semisfera è contenuta una molla intercambiabile a durezza variabile che, durante il cammino, ha lo scopo di creare sollecita-zioni di spinta variabili, con un’azione mirata a livello dei recettori estero-propriocettivi muscolari, tendinei ed articolari del piede, della caviglia, del ginocchio …

In caso di sforzi anormali, non compatibili con il normale impiego dello strumento, la semisfera di gomma e la molla possono, eccezionalmente, fuoriuscire dalla ghiera metallica su cui è fi ssata.

Le Semelles a Boule® “L”

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Tipi di molle a compressione:- senza molle: per sollecitazioni debolissime;- verdi: per sollecitazioni di spinta deboli;- blu: per sollecitazioni di spinta medie;- rosse: per sollecitazioni di spinta medio-forti;- gialle: per sollecitazioni di spinta forti.

La colorazione delle molle corrisponde alle vigenti normative di nor-malizzazione.

1. La differente durezza delle molle inglobate nelle semisfere consente una variazione delle sollecitazioni di spinta e quindi risposte rifl esse mi-rate sugli estero-propriocettori cutanei, muscolari e articolari degli arti e del rachide fi nalizzate alla riprogrammazione posturale.

La differenza di durezza si ripercuote sulle strutture somatiche sopra-stanti: a. la molla più rigida ha un’azione di iper-stimolazione in tonifi cazione

(indicata per il recupero del tono muscolare nelle sindromi involutive associate a piattismo del piede);

b. la molla più morbida ha un’azione in inibizione (indicata, quindi, per mitigare le contratture del soggetto reattogeno, piede cavo) sulle ca-tene muscolari sovrapposte alternate.

2. La posizione della semisfera ancorata al supporto metallico condiziona in modo preferenziale l’attivazione delle catene muscolari anti-gravita-zionali, dei fl essori, degli estensori e dei rotatori elicoidali:a. la semisfera posta anteriormente svolge un’azione di stimolo preva-

lente sugli estensori della spina; b. la semisfera posta posteriormente ha un’azione di stimolo predomi-

nante sui fl essori del rachide.

Semelle a boule® modello “M”

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Quindi: a. nel soggetto involutivo: semisfere anteriori con durezza medio-forte

(rosse e gialle);b. nel soggetto reattogeno: semisfere posteriori con durezza medio-de-

bole (verdi e blu,senza molle).

Nel soggetto involutivo Per il mantenimento di una corretta postura Nel soggetto reattogeno

semisfere posteriori con durezza medio-debole

(verdi e blu)

variare ogni tre sedute la durezza delle semi-

sfere e la loro posizione

semisfere anteriori con durezza medio-forte

(rosse e gialle)

L’azione sulle catene muscolari viene percepita dal paziente solo se la semisfera è nella posizione più distale (anteriore o posteriore), mentre la differenza della durezza della sfera è percepita immediatamente.

L’effetto sulle catene è tardivo rispetto allo stimolo reticolare che è im-mediato (questo non preclude il risultato).

INDICAZIONI TERAPEUTICHE

Le Semelles a Boule® sono un sussidio fisioterapico per il recupero globale delle catene muscolari anti-gravitazionali.

Esse esercitano un’azione efficace nella prevenzione e nella cura di alcune tra le più frequenti malattie muscolo-scheletriche come il dorso curvo giovanile, l’instabilità e l’artrosi vertebrale, ecc.

È sufficiente applicare i sussidi alle scarpe e camminare qualche minuto al giorno per ottenere una progressiva riduzione degli stress

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muscolari e, di conseguenza, l’alleviamento di dolori al collo, alla schiena, alle gambe e ai piedi …

La sperimentazione negli studi, nelle palestre, nei centri di fitness e soprattutto nel trattamento domiciliare ha permesso di ottenere brillan-ti e duraturi risultati. Soprattutto si è potuto constatare che l’utilizzo delle Semelles a Boule® in un percorso riabilitativo specifico permette di protrarre molto più a lungo i benefici dei trattamenti.

L’utilizzo delle Semelles a Boule® trova indicazione elettiva nelle patologie in cui la fragilizzazione articolare richiede uno stimolo dolce, elastico e progressivo:- per stimolare tutte le catene muscolari anti-gravitazionali;- per il ripristino della stabilità del piede, della caviglia, del ginocchio,

dell’anca e delle articolazioni intervertebrali;- per attivare la funzione muscolare di “pompa venosa” nei soggetti

affetti da insufficienza venosa e come coadiuvante nella prevenzione degli inestetismi (vene varicose, caviglie gonfie, fragilità capillare) che giornalmente la vita sedentaria ci regala;

- per riequilibrare le curve di lordosi;- per il recupero del dorso curvo giovanile;- come coadiuvante nelle scoliosi;- come ginnastica defatigante (è molto usata dai maratoneti).

SCHEMA D’USO

Le molle vanno intercambiate in modo casuale per non assuefarsi all’esercizio. Raggiunta una deambulazione sicura, si può passare ad esercizi con spostamento progressivo delle semisfere avanti o indietro ma sempre in modo simmetrico e per non più di tre sedute consecutive.

molle leggere molle medie molle dure

bambini: iniziare senza molle poi verdi poi blu

adulti fino a 70 kg: iniziare con le molle verdi poi blu poi rosse

soggetti sopra i 70 kg: iniziare con le molle blu poi rosse poi gialle

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TEMPI DI UTILIZZO

Per i primi giorni usare le Semelles a Boule® solo un paio di minuti per alcune volte al giorno, poi aumentare gradualmente fino ad un massimo di 10-15 minuti.

AvvERTENZE

1) Per i soggetti che hanno problemi di equilibro,o di stazione eretta instabile, l’uso delle Semelles a Boule®, deve essere fatto sotto il con-trollo di un’altra persona;

2) L’eventuale posizionamento asimmetrico delle semisfere, (che pro-voca rotazioni elicoidali del tronco), o la permanenza nella stessa posizione per più giorni devono essere adottate soltanto sotto stretto controllo di un medico o di uno specialista del settore;

3) Si raccomanda di utilizzare le Semelles a Boule® solo con le scarpe con tacco non superiore ai 2 cm, di controllarle accuratamente prima di ogni impiego e di non usarle se sono presenti segni di usura o di mal funzionamento, sino al ripristino della completa funzionalità;

4) Le Semelles a Boule® sono un sussidio da utilizzare sempre con me-todo, calma e gradualità; la sua azione non è immediata, ma si basa sulla graduale e continua rieducazione della struttura muscolare;

5) Il cammino con le Semelles a Boule® deve essere dolce, prudente e progressivo in modo da non sottoporre i muscoli ad uno sforzo esa-gerato;

6) Se compaiono dolori durante lo svolgimento di un esercizio, bisogna interromperlo e non riprenderlo sino a quando i dolori non siano scomparsi. Analogamente, se un esercizio risulta troppo faticoso, è bene interromperlo e riprenderlo in un secondo momento;

7) La ditta Flem in qualità di produttore e i suoi distributori declinano qualsiasi responsabilità per qualsivoglia danno, nessuno escluso, temporaneo e/o permanente dall’utilizzo delle Semelles a Boule®.

DOMANDE E RISPOSTE

Perché la rieducazione propriocettiva deve essere sempre globale? Perché uno squilibrio posturale, dovunque si localizzi, perturba automa-ticamente la globalità del sistema.

Perché dobbiamo cambiare il tipo di molle e la posizione delle semisfere? Il cammino è guidato dalla nostra vista, senza di essa il piede non saprebbe posizionarsi in modo corretto per affrontare il tipo di terreno; modificando la durezza delle molle o la posizione delle semisfere, mo-

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difichiamo questa interazione in quanto il piede percepisce qualcosa di diverso dalle informazioni che arrivano dalla vista;- l’organismo si abitua molte velocemente agli stimoli, il cambiare crea

nuovi stimoli;- la durezza delle molle ha un’influenza sul rilassamento o sulla contra-

zione della muscolatura;- la posizione della semisfera favorisce l’attivazione di una o di un’altra

catena muscolare.

Quali sono le principali catene muscolari anti-gravitazionali che gara-tiscono una stazione eretta ottimale in statica ed in dinamica? Sono le catene muscolari degli estensori (erettori della spina …) e dei flessori (addominali …). Esse hanno il diritto di precedenza nella rieducazione. Qua l’è la differenza fra il Dædalus® e le Semelles a Boule®?1. Il Dædalus® è un ausilio fisioterapico che permette:- una rieducazione in statica, (attivando sistemi recettoriali estero-pro-

priocettivi e sensoriali differenti);- la stimolazione di una singola o di più articolazioni;- il dosaggio del carico;- la sollecitazione di uno o più miotomi;- la stimolazione di catene muscolari gestite dall’ortostatismo;- la stimolazione di catene muscolari non gestite dall’ortostatismo.

2. Le Semelles a Boule® sono un sussidio fisioterapico che consente:- di effettuare una rieducazione in dinamica finalizzata a stimolare le

catene muscolari anti-gravitazionali, nell’ottica di un recupero funzio-nale globale;

- di non interrompere un programma di rieducazione neuro-motoria alle persone che sono frequentemente in viaggio per motivi di lavoro o di studio.

Il Dædalus® e le Semelles a Boule® sono gli strumenti antistress che mancavano per mettere un freno ai processi di “usura”del sistema anti-gravitazionale, il nostro “telaio”, messo a dura prova dagli sforzi dell’at-tività lavorativa e, paradossalmente, dalla vita sedentaria, compromet-tendo il tono dei muscoli che gestiscono gli elementi della statica e della dinamica della colonna vertebrale e delle articolazioni portanti.

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MONITORAGGIO DEL TRATTAMENTO

MISURA DELLE FRECCE RACHIDEE 34

IL FILO A PIOMBO ANTROPOMETRICO 35

SOMATOMETER 35

MISURA DELLA TRASLAZIONE DEL BACINO 36

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MISURA DELLE FRECCE RACHIDEE

Per “freccia”si intende la distanza tra filo a piombo, avvicinato tangen-zialmente all’asse rachideo e il centro della lordosi cervicale e lombare, misurata con un doppio decimetro rigido.

Ad ogni intervento posturale, qualunque sia la metodologia messa in atto, il terapeuta deve avere la possibilità di verificare in tempo reale l’efficacia del trattamento.

Un esame posturale è corretto e può considerarsi scientificamente valido solo se è ripetibile e, per essere tale, deve essere eseguito con le stesse modalità utilizzando gli stessi strumenti.

La semplice misurazione delle frecce di lordosi cervicale e lombare è in grado di evidenziare il reale stato reattivo di un soggetto.

Le frecce devono essere misurate sul soggetto in piedi, in posizione naturale, con lo sguardo rivolto all’infinito (piano di Francoforte orizzon-tale), braccia liberamente pendenti lungo il corpo, con piedi posizionati sul Somatometer (fig. 1 e 2).

Fisiologicamente, nel soggetto adulto, il filo a piombo deve sfiorare:a) la parte più posteriore del cranio (“occipite”);b) la parte più sporgente del rachide dorsale che, a seconda del sogget-

to, può essere a livello di D4, D5 o D6 (“scapulum”);c) la parte più posteriore della piega inter-glutea che ricopre la cresta

sacrale (questo punto si trova a livello del quarto monticolo sacrale);d) nel soggetto adulto normale, occipite, “scapulum” e sacro si devono

trovare in uno stesso piano verticale.In assenza di tensioni muscolari anomale e di patologie funzionali la

freccia cervicale è di 5-6 cm e la freccia lombare fra 4 e 5 cm. Nel soggetto alto, longilineo, in chi porta lenti di correzione, nel sordo, ecc … la freccia cervicale può aumentare in un range non patologico fino a 7-8 cm.

fig. 1 fig. 2

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IL FILO A PIOMBO ANTROPOMETRICO

Per la sua forma particolare, il filo a piombo antropometrico permette di arrivare nel punto più posteriore della cresta sacrale, situato nella pie-ga interglutea (quarto monticolo sacrale). Questa caratteristica consen-te una misurazione con precisione millimetrica delle frecce, delle curve di lordosi cervicale, lombare e delle curve di cifosi dorsale e sacrale.

IL SOMATOMETER

Il Somatometer consente una corretta posizione dei piedi durante l’esame posturale. Il Somatometer nella parte posteriore è fornito di una serie di misure millimetriche che permettono di valutare con precisione le traslazioni laterali del bacino, riportando con un filo a piombo la proie-zione del solco intergluteo sulle tracce millimetrate.

La particolarità di questo strumento è di garantire gli stessi parametri di misura negli eventuali controlli successivi.Caratteristiche tecniche:- struttura in plexiglas trasparente con scala graduata (fig.3);- piedini di appoggio regolabili;- filo a piombo antropometrico, (fig. 4);- freccia millimetrata con bolla di planarità (fig.5).

fig. 3 fig. 4

fig. 5

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MISURA DELLA TRASLAZIONE DEL BACINO

Posizionare la punta della freccia millimetrata con bolla di planarità, che guida il fi lo a piombo, sulla cresta sacrale e lasciare cadere il fi lo a piombo sullo chassy (fi g. 6).

La misurazione di una eventuale traslazione del bacino è importante perché:- può essere il primo segno di una scoliosi lombare;- costituisce un parametro importante per valutare l’evoluzione di una

scoliosi.

fi g. 6: il fi lo passa nella fessura della freccia

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IL PROTOCOLLO BASE

DÆDALUS® E SEMELLES A BOULE®

DÆDALUS®TRATTAMENTO BASE 38

PROTOCOLLO 38

TEMPISTICA 42

SEMELLES A BOULE® 43

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TRATTAMENTO BASE

Uno dei compiti delle fibre tonico-posturali è quello di proteggere le articolazioni. La loro contrazione fisiologica, permette infatti di trasfor-mare le sollecitazioni brusche, meccaniche, indotte dalla forza di gravità, in risposte muscolari elastiche.

Trattandosi di un sistema pneumo-elastico, le sollecitazioni trasmesse saranno capaci di evocare delle risposte muscolari di natura simile.

Al fine di ottenere un riequilibrio propriocettivo globale e quindi una conseguente stimolazione sui muscoli che gestiscono la postura, è consi-gliata la rieducazione su supporto pneumo-elastico secondo il seguente protocollo.

PROTOCOLLO

Quando il Dædalus® è orientato in avanti, il peso maggiore della tavola è anteriore, quindi saranno più sollecitati i muscoli posteriori nel man-tenere la tavola in equilibrio. Inoltre, per effetto della forma sferica del pallone verranno stimolate anche tutte le altre catene.

Quando il Dædalus® invece sarà orientato verso destra, sarà maggior-mente stimolata la catena laterale sinistra, poiché dovrà opporsi al mag-gior carico.

Da quanto fin’ora esposto risulta chiaro che per una stimolazione com-

pleta del sistema muscolare anti-gravitazionale e delle catene ascenden-ti a partenza podale, bisognerà ruotare progressivamente il Dædalus® di 360°. In questo modo si andranno via via a stimolare in sequenza: i recettori podali, induttori del tono di postura (esterocettori e propriocet-tori plantari); le catene muscolari anti-gravitazionali posteriori, le catene muscolari anti-gravitazionali laterali sinistre, destre e anteriori, inoltre si crea una stimolazione elicoidale ascendente che coinvolge tutte le cate-ne comprese quelle trasversali.

DÆDALUS® Rieducazione globale “TOTAL BODY”

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Fasi di rieducazione su supporto pneumo-elastico del sistema musco-lare antigravitario:

Fase 1 - in scarico, da seduto Scopo: stimolazione dei recettori della pianta del piede. Fase 2 - in piedi Scopo: rieducazione globale delle catene muscolari anti-gravitazionali a partenza podale.

Fase 3 - con finimenti elasticiScopo: aumentare il carico di lavoro attraverso una stimolazione prefe-renziale delle catene posturali con una maggiore resistenza applicata.

Attivazione catene muscolari anti-gravitazionali anteriori e posterioriPosizionando il pallone a contatto con l’estremità anteriore della guida

di metallo con i piedi orientati sia verso (fig. 7) che contro (fig. 8) il labi-rinto, si attivano contemporaneamente le catene anti-gravitazionali dei flessori e degli estensori del tronco.

fig. 7 fig. 8

Spostando il pallone indietro rispetto al labirinto si possono eseguire due esercizi con finalità rieducative molto diverse:

a) se l’esercizio viene svolto con il labirinto posto anteriormente (fig. 9) si ha un ulteriore aumento dell’attivazione degli estensori (multifido profondo ed erettori della spina). Questo esercizio è indicato nel dorso piatto e nelle sindromi involutive come il dorso curvo giovanile e l’iper-cifosi del rachide dorsale dell’adulto.

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b) girando le spalle al labirinto (fig. 10) si attivano preferenzialmente le catene dei flessori (retti addominali, in particolare). Questo esercizio viene consigliato nei soggetti che presentano una insufficienza dei muscoli del torchio addominale.

Attivazione catene muscolari anti-gravitazionali laterali:Per attivare selettivamente gli stabilizzatori laterali (es. muscoli larghi

dell’addome: trasverso, obliquo esterno, obliquo interno), bisogna far la-vorare i piedi in inversione ed eversione (fig. 11).

fig. 9 fig.10

fig. 11

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Attivazione delle catene dei rotatori:Per attivare le catene dei rotatori bisogna lavorare con i piedi sul Dæda-

lus® posizionati obliquamente (fig. 12) o con un piede piazzato anterior-mente e l’altro posteriormente (fig. 13). Questi esercizi attivano la musco-latura delle logge del piede.

fig. 12

fig. 13

È da tener presente che la rieducazione avviene su un supporto elasti-co sferico e per ciò l’attività rieducativa ha sempre una attivazione elicoi-dale dei cingoli pelvico e scapolare fisiologica tipica della deambulazione.

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TEMPISTICA

Ai soggetti con sintomatologia da insufficienza dei muscoli eretto-ri della spina (clinicamente: dorso piatto, perdita dell’allineamento del muro posteriore, proiezione anteriore del tronco …) va consigliato di fare gli esercizi dell’instabilità vertebrale (vedere protocollo instabilità pag. 96).

Per il recupero delle patologie degli arti inferiori post-traumatiche o post-operatorie va studiato un programma specifico per ogni caso clinico.

Nella prevenzione dei traumi da sport la rieducazione propriocettiva degli stabilizzatori articolari deve durare almeno 1/8 del tempo dedicato all’allenamento.

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Lo scopo del trattamento è di ridurre il rischio di patologie muscolo-scheletriche e vascolari attraverso: - una stimolazione del circolo venoso;- un riequilibrio del carico;- una stimolazione delle catene muscolari anti-gravitazionali;- una riduzione delle contratture muscolari.

Gli esercizi fondamentali si eseguono applicando le semisfere nelle po-sizioni anteriori, centrale e posteriore, ma sempre simmetriche.

Inizialmente le semisfere devono essere collocate nel punto centrale del piede, bilateralmente, con molle più leggere inserite all’interno.

Persone di peso fino a 70 kg dovranno usare in sequenza le molli verdi, blu e rosse; dai 70 kg in su molle blu, rosse e gialle; i bambini al di sotto dei 30 kg possono iniziare senza molle.

molle leggere molle medie molle dure

bambini: iniziare senza molle poi verdi poi blu

adulti fino a 70 kg: iniziare con le molle verdi poi blu poi rosse

soggetti sopra i 70 kg: iniziare con le molle blu poi rosse poi gialle

SEMELLES A BOULE® Rieducazione-prevenzione globale “TOTAL BODY”

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Nei primi giorni i tempi di esercizio devono seguire la sequenza pro-gressiva numerica 1’, 1’30’’, 2’, 3’ ecc …; il soggetto deve camminare sul po-sto con le mani appoggiate a una sedia o ad un tavolo (fig. 14) un paio di volte al giorno, usando le molle morbide.

Raggiunta una discreta padronanza, il programma rieducativo potrà proseguire iniziando a camminare, (fig. 15) utilizzando prima molle con durezza morbida, per un paio di giorni, poi aumentando la durezza fino al raggiungimento di quelle più dure, con conseguente raddoppiamento dei tempi (esempio 2’, 4’, 8’ 16’) e riducendo le sedute (una al giorno).

A questo punto è consigliato procedere cambiando le diverse molle tra loro (ogni tre sedute) in modo casuale.

In un secondo momento (dopo circa una settimana), si possono prati-care i seguenti esercizi, per un tempo non superiore alle tre sedute conse-cutive (salvo la specifica diversità prescritta del terapeuta):a) per stimolare la catena muscolare anteriore posizionare le semisfere

avanti;b) per stimolare la catena muscolare posteriore posizionare le semisfere

indietro.

Lentamente si potranno ridurre le sedute: due-tre sedute settimanali sono sufficienti a mantenere una buona ed equilibrata muscolatura.

fig. 14 fig.15

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ESERCIZI PER DISTRETTI

DÆDALUS®

ESERCIZI CON IL DÆDALUS® 46

ESERCIZI IN APPOGGIO MONOPEDALE 66

USO DI ELASTICI 75

FINIMENTO ELASTICO 79

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ESER

CIZI

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ESERCIZI CON IL DÆDALUS®

Possono essere date solo delle indicazioni generali.

Dopo un’attenta analisi funzionale, dovrà essere l’abilità dello specia-lista ad indicare la pressione e la posizione del pallone, i tempi di esecu-zione e gli esercizi più idonei (che saranno determinati dalla sintomato-logia del dolore) per raggiungere quell’armonia muscolare adatta ad ogni paziente che consenta di ottenere, nel minore tempo possibile, il miglior risultato.

Alcuni degli esercizi descritti sono stati testati dal Dott. Alessandro Ca-miniti presso il centro di Neuro-Fisiologia di Rimini con apparecchiatura elettromiografica “MYTO 2” della EBINEURO.

Regolazione della pressione del pallone

pallone gonfiato

pallone sgonfiato

Posizionamento del pallone

pallone anteriore

pallone centrale

pallone posteriore

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ESERCIZI DA SEDUTI

Obiettivo: recupero sensoriale dei piedi e sollecitazione dei muscoli estensori dei piedi (lombricali e tibiali).

Punto di partenza: soggetto seduto su una sedia, piedi in appoggio sul Dæda-lus®.

Esecuzione:a) muovere il Dædalus® con i piedi pa-

ralleli per guidare la pallina dalla pe-riferia al centro;

b) ripetere l’esercizio a) con più palline;c) guidare la pallina nella corsia mag-

giore del Dædalus® in senso orario e antiorario il più lentamente possibile utilizzando afferenze visive e uditive;

d) ripetere gli esercizi a), b) e c) orien-tando il Dædalus® verso le ore 3 e le ore 9.

Esercizio 1 Esercizio 2

Obiettivo: progressione del recupero sensoriale e muscolare dei piedi.

Punto di partenza: soggetto seduto su una sedia, piedi in appoggio sul Dæda-lus® in posizione asimmetrica, ad esem-pio uno più avanti dell’altro e viceversa.

Esecuzione:a) muovendo il Dædalus® con i piedi

guidare la pallina di legno dalla peri-feria al centro;

b) guidare in senso orario e antiorario la pallina di legno il più lentamente possibile, nella corsia maggiore uti-lizzando afferenze uditive e visive;

c) ripetere l’esercizio a) e b) sostituendo la pallina di legno con quella d’ac-ciaio;

d) ripetere gli esercizi con più palline.ES

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Obiettivo: recupero dei muscoli plantari e degli estensori del ginocchio utilizzan-do afferenze uditive.

Punto di partenza: soggetto seduto su un tavolo, sussidio orientato verso le ore 6 con un piede in appoggio sul Dæda-lus®.

Esecuzione:a) guidare la pallina di legno il più len-

tamente possibile in senso orario e antiorario nella corsia maggiore uti-lizzando afferenze uditive;

b) ripetere l’esercizio a) sostituendo la pallina di legno con quella di vetro e successivamente con quella d’ac-ciaio;

c) ripetere gli esercizi a) e b) orientan-do il Dædalus® 45° verso destra e 45° verso sinistra.

Esercizio 3 Esercizio 4

Obiettivo: recupero dei muscoli: dorsali del piede, tibiale, estensore lungo delle dita, peroneo anteriore e muscoli poste-riori della coscia.

Punto di partenza: soggetto seduto su una sedia, sussidio orientato verso le ore 12, con un piede in appoggio sul Dæda-lus®.

Esecuzione:a) guidare una pallina dalla periferia al

centro;b) ripetere l’esercizio a) con più palline;c) ripetere gli esercizi a) e b) variando

la posizione del piede (più avanti, più indietro, più a destra ecc.);

d) allontanare il Dædalus® dalla sedia, cambiando così l’angolo del ginoc-chio portandolo a 60°, 90°, 120° e ri-petere gli esercizi a), b) e c);

e) guidare una pallina nella corsia mag-giore il più lentamente possibile in senso orario e antiorario utilizzando afferenze visive.

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Obiettivo: stimolazione mirata del vasto mediale.

Punto di partenza: soggetto seduto su una sedia, con un piede in appoggio sul Dædalus® che può essere orientato in modo diverso al fine di ottenere la otti-male stimolazione muscolare.

Esecuzione:a) portare una o più palline dalla perife-

ria al centro;b) guidare una pallina nella corsia mag-

giore del Dædalus® il più lentamente possibile in entrambe le direzioni.

Esercizio 5 Esercizio 6

Obiettivo: stimolazione dei muscoli del soleo e del gastrocnemio.

Punto di partenza: soggetto seduto su un tavolo o lettino con il solo avampiede appoggiato sul Dædalus® orientato ver-so le ore 12.

Esecuzione:a) muovere il Dædalus® con l’avampie-

de portando una pallina dalla perife-ria al centro;

b) ripetere l’esercizio a) modificando la posizione dell’avampiede (più a de-stra più a sinistra ecc.);

c) inserire una pallina nella corsia mag-giore e farla ruotare lentamente in entrambe le direzioni.

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Obiettivo: stimolazione dei muscoli fles-sori delle dita del piede.

Punto di partenza: soggetto seduto su un tavolo o lettino con la punta del piede in appoggio sul Dædalus® orientato ver-so le ore 9 e le ore 3.

Esecuzione:a) portare una o più biglie dalla

periferia al centro;b) guidare una pallina nella corsia mag-

giore in senso orario e antiorario il più lentamente possibile.

Esercizio 7 Esercizio 8

Obiettivo: stimolazione dei muscoli esten-sori del piede e flessori della gamba.

Punto di partenza: soggetto seduto su un tavolo o lettino con l’avampiede in appoggio sul Dædalus® orientato verso le ore 6.

Esecuzione:a) guidare nella corsia maggiore la palli-

na di legno, di vetro e successivamen-te quella d’acciaio il più lentamente possibile in senso orario e antiorario;

b) ripetere l’esercizio a) modificando la posizione del piede (più avanti, più indietro, più a destra ecc.).

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Obiettivo: stimolazione all’abduttore e al flessore lungo dell’alluce.

Punto di partenza: avampiede in appog-gio sul Dædalus®, ricercare la posizione ideale del sussidio per stimolare l’abdut-tore dell’alluce.

Esecuzione:a) portare una biglia di legno dalla peri-

feria al centro;b) ripeter l’esercizio a) con la pallina di

vetro e successivamente con quella d’acciaio;

c) ripetere l’esercizio a) con due e con tre palline.

Esercizio 9 Esercizio 10

Obiettivo: stimolazione dei muscoli la-terali della caviglia utilizando afferenze visive (integrazione visivo-motoria).

Punto di partenza: posizionarsi di fronte ad uno specchio ad una altezza e con un angolazione tali da poter vedere l’imma-gine riflessa del labirinto.

Esecuzione:a) guidare una o più palline dalla peri-

feria al centro guardando l’immagine riflessa sullo specchio.

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ESERCIZI DA SEDUTI PER I MUSCOLI DORSO-LOMBARI

Obiettivo: recupero della sensorialità dei piedi con stimolazione dei muscoli lom-bari, degli adduttori e dei tibiali.L’esercizio diventa ancora più effi cace se si aggiunge alla sedia un rialzo rigido di 12/15 cm. Questo attiva il muscolo ileo-psoas.

Punto di partenza: soggetto seduto su uno sgabello, mani sulle ginocchia e pie-di in appoggio sul Dædalus®, tenendo tra le ginocchia una pallina con un diametro di circa 15-20cm.

Esecuzione:muovere il Dædalus® con i piedi per gui-dare la pallina dalla periferia al centro, l’esercizio può essere ripetuto:a) con due e con tre palline;b) sollevando le braccia;c) inserendo una pallina nella corsia

maggiore e, con la guida dell’udito, facendola ruotare in senso orario e antiorario il più lentamente possibi-le;

d) ripetere gli esercizi a) e b) con il Dædalus® orientato a 45° a destra e 45° a sinistra.

Esercizio 11 Esercizio 12

Obiettivo: recupero dei muscoli addo-minali e stimolazione degli estensori del ginocchio.

Punto di partenza: soggetto seduto su un tavolo o su un lettino, piedi in appog-gio sul Dædalus®, labirinto posizionato alle spalle tenendo una palla del diame-tro di circa 15/20 cm tra le ginocchia.

Esecuzione:a) inserire una pallina nella corsia mag-

giore e grazie all’ascolto, farla girare in senso orario e antiorario, il più len-tamente possibile;

b) ripetere l’esercizio a) con le braccia sollevate;

c) eseguire gli esercizi a) e b) con il labi-rinto orientato a 45° alternativamen-te a destra e a sinistra.

ESERCIZI DA SEDUTI PER I MUSCOLI ADDOMINALI

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ESERCIZI PER IL CINGOLO SCAPOLARE

Obiettivo: recupero del tricipite e dei fissatori della scapola.

Punto di partenza: Dædalus® posizionato con il labirinto alle proprie spalle, soggetto seduto sul bordo inferiore, afferrare con le mani il bordo esterno.

Esecuzione:a) sollevare il bacino mantenendo il Dædalus® parallelo al pavimento;b) inserire una pallina sulla corsia maggiore e farla ruotare lentamente in senso ora-

rio e antiorario (utilizzando le afferenze uditive) con il bacino sollevato;c) mantenere il bacino sollevato e camminare avanti e indietro senza perdere l’oriz-

zontalità del corpo;d) ripetere l’esercizio c) con le mani una più avanti e una più indietro e viceversa;e) rifare l’esercizio a), b) e c) con il Dædalus® girato di 45°alternativamente verso de-

stra e verso sinistra.

Esercizio 13

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Esercizio 14

Obiettivo: stimolazione del sartorio, del quadricipite, del lungo e breve addutto-re e delle catene muscolari anti-gravita-zionali (con presa d’informazione este-ro-proporiocettiva dalle ginocchia) e del pavimento pelvico.

Punto di partenza: soggetto in ginoc-chio sopra il Dædalus® (tra le ginocchia e il sussidio posizionare un cuscino) di fronte al labirinto con lo sguardo rivol-to all’infi nito e limitatori d’inclinazione aperti. È preferibile eseguire l’esercizio senza calzature.

Esecuzione:mantenere il Dædalus® parallelo al pavi-mento:a) con le punte dei piedi appoggiate a

terra;b) con un solo piede sollevato;c) con entrambi i piedi sollevati;d) con le ginocchia aperte;e) con le ginocchia unite;f) con il Dædalus® orientato verso le ore

3, le ore 6 e le ore 9;g) con tutte e due le braccia sollevate e

allargate.

ESERCIZI CON PRESA D’INFORMAZIONE DALLE GINOCCHIA

L’esercizio, in tutte le modalità sopra de-scritte, può essere eseguito anche inse-rendo una pallina e:h) portarla dalla periferia al centro;i) farla semplicemente girare nella cor-

sia maggiore, alternativamente in senso orario e antiorario.

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Esercizio 15

Obiettivo: recupero dei flessori e degli estensori del ginocchio e dell’anca con poten-ziamento dei muscoli stabilizzatori dell’arto inferiore sinistro.

Punto di partenza: soggetto di fronte al labirinto, ginocchio destro sopra il Dædalus®, (tra il ginocchio e il sussidio posizionare un cuscino). Piede sinistro in appoggio sul pavimento.

Esecuzione:a) mantenere il Dædalus® parallelo al pavimento con le dita del piede destro appog-

giate a terra;b) ripetere l’esercizio a) staccando il piede destro dal pavimento;c) inserire una biglia e portarla dalla periferia al centro, nella posizione dell’esercizio

a) e b);d) ripetere gli esercizi a), b) e c) direzionando il Dædalus® 45° a destra e 45° a sinistra;e) ripetere gli esercizi descritti con il ginocchio sinistro in appoggio sul Dædalus® e il

piede destro a terra.

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ESERCIZI IN QUADRUPEDIA

Esercizio 16 Esercizio 17

Obiettivo: stimolazione dei muscoli della nuca, degli arti superiori, dei dorso-lom-bari, dei glutei e dei bicipiti femorali.

Punto di partenza: soggetto in quadru-pedia collocare un cuscino sotto il ginoc-chio sinistro e posizionarlo al centro del Dædalus®, gamba destra allungata e ben sollevata con il piede sinistro appoggia-to a terra; afferrare con le mani il bordo esterno del Dædalus® sopra i limitatori d’inclinazione.

Esecuzione:a) mantenere il Dædalus® parallelo al

suolo;b) introdurre una pallina e portarla dal-

la periferia al centro;c) far ruotare una pallina molto lenta-

mente in senso orario e antiorario nella corsia maggiore del Dædalus®;

d) ripetere gli esercizi sopra descritti con la gamba sinistra allungata e sol-levata.

Obiettivo: recupero propriocettivo dei muscoli della nuca, del dorso e dei lom-bari.

Punto di partenza: soggetto in quadru-pedia con cuscino sotto le ginocchia e punte dei piedi appoggiate a terra; af-ferrare con le mani il bordo esterno del Dædalus®.

Esecuzione:mantenere il Dædalus® parallelo al suo-lo:a) con un piede sollevato;b) con tutti e due i piedi sollevati;c) con le ginocchia il più possibile allar-

gate;d) con le ginocchia unite;e) con un ginocchio avanti e uno indie-

tro e viceversa;f) direzionando il Dædalus® a 45° a de-

stra e 45° a sinistra.L’esercizio, nelle varie modalità sopra de-scritte, può essere eseguito anche inse-rendo una pallina e:g) portarla dalla periferia al centro;h) farla semplicemente girare nella cor-

sia maggiore, alternativamente in senso orario e antiorario.

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Obiettivo: stimolazione dei muscoli delle braccia, del grande e piccolo romboide.

Punto di partenza: soggetto in decubi-to prono in appoggio sul Dædalus® con avambracci e gomiti vicino al corpo, mani in presa sul bordo esterno del sussidio in prossimità del labirinto.

Esecuzione:a) mantenere lo sguardo in avanti e il

sussidio in equilibrio;b) inserire una pallina e portarla dalla

periferia al centro;c) ripetere gli esercizi a) e b) impugnan-

do il sussidio con le mani una più avanti dell’altra e viceversa.

d) ripetere gli esercizi a) e b) con il Dædalus® direzionato con 45° a de-stra e 45° a sinistra.

Esercizio 18

Obiettivo: stimolazione dei muscoli del-gli arti superiori e del gran dorsale.

Punto di partenza: soggetto in decubi-to prono in appoggio sul Dædalus® con avambracci e gomiti aperti, mani in pre-sa sul bordo esterno del sussidio in pros-simità del labirinto.

Esecuzione:mantenere lo sguardo in avanti e il sussi-dio in equilibrio:a) inserendo la pallina d’acciaio nelle

corsia maggiore e farla ruotare in senso orario e antiorario;

b) inserendo una o più biglie e portarla/le dalla periferia al centro;ripetere gli esercizi a) e b) direzionan-do il Dædalus® a 45° verso destra e 45° verso sinistra.

Esercizio 19

ESERCIZI IN DECUBITO PRONO

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ESERCIZI IN POSIZIONE PRONA PER I MUSCOLI DELL’ARTO SUPERIORE

Obiettivo: stimolazione dei muscoli della nuca e degli arti superiori.

Punto di partenza: soggetto disteso in posizione prona con braccia e testa fuori dal lettino e con le mani appoggiate sul Dædalus®.

Esecuzione:a) tenere il Dædalus® parallelo al suolo;b) inserire la pallina di legno e portarla dalla periferia al centro;c) ripetere l’esercizio b) con la pallina di vetro e successivamente con la pallina d’ac-

ciaio;d) introdurre una pallina nella corsia maggiore e farla ruotare molto lentamente in

senso orario e antiorario;e) ripetere l’esercizio c) e d) con una mano sola;f) ripetere l’esercizio e) con più palline e orientando il Dædalus® a 45°e 90° verso

destra e 45°e 90° verso sinistra.

Esercizio 20

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Esercizio 21

Obiettivo: stimolazione dei muscoli della nuca, degli arti superiori, delle spalle e de-gli addominali.

Punto di partenza: soggetto prono, brac-cia tese, mani appoggiate sul tappeto del Dædalus®, punte dei piedi appoggiate al pavimento; pallone gonfio e posizionato in un punto tale che il soggetto possa riuscire a tenere il Dædalus® parallelo al pavimento.

Esecuzione:a) sguardo all’infinito e tenere in equili-

brio il Dædalus®;b) inserire una pallina e guidarla dalla

periferia al centro;c) inserire una pallina nella corsia mag-

giore e farla ruotare lentamente in senso orario e antiorario;

d) gli esercizi a) e b) vanno ripetuti mo-dificando gli appoggi delle mani, una più avanti e una più indietro e vice-versa;

e) ripetere gli esercizi a), b) e d) posizio-nando il labirinto verso le ore 2 e le ore 10 (mani in presa sul bordo ester-no del Dædalus® in prossimità del labirinto).

Obiettivo: recupero dei muscoli della nuca, degli arti superiori, del gluteo de-stro e del quadricipite sinistro.

Punto di partenza: soggetto prono, brac-cia tese, mani appoggiate sul tappeto del Dædalus® con la punta del piede sinistro appoggiata al pavimento e con l’altra gamba sollevata.

Esecuzione:a) tenere in equilibrio il Dædalus® con

lo sguardo rivolto all’infinito;b) inserire una pallina e guidarla dalla

periferia al centro;c) inserire una pallina nella corsia mag-

giore e farla ruotare lentamente in senso orario e antiorario.

Esercizio 22

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Esercizio 23

Obiettivo: stimolazione mirata ai muscoli propri della nuca. Punto di partenza: soggetto in decubito prono, collocato in una posizione tale da creare un leggero squilibrio posteriore, limitatori d’inclinazione aperti; mani e punte dei piedi a terra, fronte in appoggio sulla parte supero-anteriore del sussidio, un pic-colo cuscino posizionato sotto la fronte.Esecuzione:a) togliere gli appoggi delle mani mantenendo il Dædalus® parallelo al suolo;b) staccare gli appoggi dei piedi mantenendosi in equilibrio;c) ripetere l’esercizio a) inserendo una pallina nella corsia maggiore e facendola ruo-

tare molto lentamente in senso orario e antiorario;d) sollevare gli appoggi delle mani e dei piedi, cercando l’equilibrio solo attraverso la

pressione della fronte sul Dædalus®;e) staccare da terra contemporaneamente la mano destra con il piede sinistro e vice-

versa, tenendo il Dædalus® parallelo al suolo.

ESERCIZI IN POSIZIONE PRONA PER I MUSCOLI DELLA NUCA

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ESERCIZI CON PRESA D’INFORMAZIONE DALLA REGIONE ISCHIATICA

Obiettivo: stimolazione propriocettiva per i muscoli del collo, del tronco e del bacino.

Punto di partenza: soggetto seduto po-steriormente sul Dædalus®, gambe tese sopra il labirinto con le mani appoggiate sul bordo esterno.

Esecuzione:a) mantenere l’equilibrio manovrando il

Dædalus® con i glutei;b) ripetere l’esercizio staccando le mani

dall’appoggio e posizionandole ai fianchi o sulla nuca;

c) inserire una pallina nella corsia mag-giore e farla ruotare lentamente in senso orario e antiorario utilizzando afferenze uditive;

d) ripetere l’esercizio a) tenendo sopra la testa un foglio di carta, una rivista, un libro.

Esercizio 24 Esercizio 25

Obiettivo: stimolazione per la catena ci-netica anteriore.

Punto di partenza: soggetto in decubito supino sopra il Dædalus® con un cusci-no sotto la testa, nuca in appoggio sulla parte anteriore del labirinto, talloni in appoggio a terra, limitatori d’inclinazio-ne aperti e mani in appoggio sul bordo del Dædalus®.

Esecuzione:mantenere il più possibile il sussidio pa-rallelo al pavimento con: a) gambe allungate e talloni appoggiati

al pavimento;b) una gamba sollevata;c) tutte e due le gambe sollevate;d) il braccio destro allargato e il tallone

sinistro appoggiato a terra e vicever-sa;

e) tutte e due le braccia allargate.

ESERCIZI IN POSIZIONE SUPINA

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Obiettivo: recupero dei muscoli addomi-nali.

Punto di partenza: soggetto in decubito supino sopra il Dædalus® con un cusci-no sotto la testa, nuca in appoggio sulla parte anteriore del labirinto, ginocchia piegate e piedi in appoggio a terra, limi-tatori d’inclinazione aperti.

Esecuzione:a) appiattire il più possibile la lordosi

lombare mantenendo il Dædalus® parallelo al pavimento;

b) ripetere l’esercizio prima con la gam-ba destra allungata e sollevata e poi con la sinistra.

Esercizio 26 Esercizio 27

Obiettivo: recupero sensoriale delle mani, con stimolazione propriocettiva dei muscoli delle spalle.

Punto di partenza: soggetto in piedi, po-sizionare il Dædalus® sopra un tavolo con le braccia tese con le mani in appoggio sul sussidio.

Esecuzione:a) inserire la pallina di legno e portarla

dalla periferia al centro;b) ripetere l’esercizio a) con una pallina

d’acciaio, poi con due (acciaio e legno) e tre (acciaio, legno e vetro);

c) inserire la pallina d’acciaio e farla girare il più lentamente possibile in senso orario e antiorario;

d) ripetere gli esercizi a), b) e c) con l’arto da recuperare in appoggio.

ESERCIZI IN PIEDI PER L’ARTO SUPERIORE

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ESERCIZI IN PIEDI PER L’ARTO SUPERIORE

Obiettivo: recupero propriocettivo dei muscoli della spalla, con maggior stimolazione del grande e del piccolo pettorale.

Punto di partenza: Dædalus® posizionato sopra un tavolo, ruotato di circa 90° verso destra, con il braccio sinistro teso e la mano in appoggio.

Esecuzione:a) inserire una pallina e portarla dalla periferia al centro;b) ripetere l’esercizio a) con la pallina di vetro e successivamente quella d’acciaio;c) inserire una pallina nella corsia maggiore e farla ruotare lentamente utilizzando

le afferenze uditive;d) ripetere l’esercizio c) cambiando la posizione del soggetto ruotato verso destra di

circa 30°, 60°, 90° e 120° e di circa 45° verso sinistra;e) ripetere gli esercizi a), b) e d) utilizzando uno specchio.

Esercizio 28

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Esercizio 29

Obiettivo: stimolazione propriocettiva dei muscoli del pollice e dell’avambraccio.

Punto di partenza: Dædalus® posizionato su un tavolo soggetto in piedi. Afferrare con la mano il bordo inferiore.

Esecuzione:a) inserire la pallina di legno e portarla dalla periferia al centro;b) ripetere l’esercizio con la pallina d’acciaio;c) ripetere l’esercizio a) con due e tre palline (legno, vetro e acciaio);d) eseguire l’esercizio b) facendo ruotare lentamente una pallina in senso orario e

antiorario sulla corsia maggiore (utilizzando le afferenze uditive e visive);e) eseguire l’esercizio a), b), c) e d) cambiando la posizione del Dædalus® (verso de-

stra 30°, 60°, 90°, 120° e verso sinistra).

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Obiettivo: recupero propriocettivo per i muscoli della mano e dell’avambraccio.

Punto di partenza: Dædalus® posizionato su un tavolo, soggetto in piedi, afferrare il bordo superiore con la mano.

Esecuzione:a) inserire una pallina e portarla dalla periferia al centro;b) ripetere l’esercizio a) con più palline;c) inserire la pallina nella corsia maggiore e farla ruotare il più lentamente possibile

in senso orario e antiorario;d) ripetere gli esercizi sopra descritti afferrando il sussidio più in basso.

Esercizio 30

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ESERCIZI IN APPOGGIO MONOPODALE

Con questo esercizio si ottiene un duplice risultato in quanto vengono coinvolti contestualmente l’arto in appoggio a terra e l’arto in equilibrio sul Dædalus®.

Per quanto concerne l’arto in appoggio al suolo, in fase statica, si atti-vano (a livello delle catene muscolari anti-gravitazionali) le unità toniche a potenzialità statica, stabilizzatrici delle articolazioni del piede, della ca-viglia, del ginocchio e dell’anca, e si allenano i meccanismi di compenso anticipatori e posticipatori.

L’arto che mantiene in equilibrio il Dædalus® e lo governa al fine del gioco del labirinto, invece, esegue un’attività di tipo corticale, reclutando la componente fasica e dinamica della muscolatura anti-gravitazionale.

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Obiettivo: rieducazione per il recupero propriocettivo dei muscoli dell’arto infe-riore destro e potenziamento dei muscoli stabilizzatori dell’arto inferiore sinistro.

Punto di partenza: soggetto in stazione eretta con piede sinistro a terra e piede destro appoggiato sul Dædalus® orienta-to verso le ore 12.

Esecuzione:a) tenere il sussidio parallelo al pavi-

mento;b) cambiare l’appoggio del piede sul

Dædalus® (più avanti, più indietro, più a destra ecc …);

c) ripetere l’esercizio a) orientando il Dædalus® a 45° a destra e 45° a sini-stra.

Esercizio 31 Esercizio 32

Obiettivo: rieducazione propriocettiva corticale utilizzando afferenze uditive per il recupero dei muscoli plantari e del qua-dricipite destro con potenziamento dei muscoli stabilizzatori dell’arto sinistro.

Punto di partenza: soggetto in stazione eretta con piede sinistro a terra e piede destro appoggiato sul Dædalus® orien-tato a ore 6.

Esecuzione:a) inserire una pallina nella corsia mag-

giore e, tramite l’ascolto, farla ruotare il più lentamente possibile in senso orario e antiorario;

b) ripetere l’esercizio a) orientando il Dædalus® a 45° a destra e 45° a sini-stra.

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Obiettivo: rieducazione preferenziale delle catene genetiche mediali (aduttori vasto mediale ecc.) dell’arto destro, con potenziamento dei muscoli stabilizzatori dell’arto sinistro.

Punto di partenza: soggetto in stazione eretta con piede sinistro a terra e piede destro appoggiato sul Dædalus® orientato verso le ore 3.

Esecuzione:a) inserire una o più palline e portarle dalla periferia al centro;b) introdurre una pallina nella corsia maggiore e farla ruotare il più lentamente pos-

sibile in entrambe le direzioni;c) ripetere l’esercizio a) e b) orientando il Dædalus® a ore 2 e a ore 4.

Esercizio 33

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Esercizio 34

Obiettivo: Recupero delle catene musco-lari anti-gravitazionali posteriori (muscoli che sostengono la colonna).

Punto di partenza: soggetto in stazione eretta sul Dædalus® orientato alle ore 12, piedi paralleli, sguardo rivolto all’infi nito.

Esecuzione:mantenere l’equilibrio con il sussidio pa-rallelo al suolo;l’esercizio si può eseguire:a) con piedi divaricati;b) con piedi uniti;c) con il Dædalus® orientato a 45° verso

destra e a 45° verso sinistra.

ESERCIZI PER LE CATENE MUSCOLARI ANTI-GRAVITAZIONALI

Obiettivo: (rieducazione sottocorticale) recupero delle catene muscolari anti-gravitazionali anteriori (muscoli addo-minali).

Punto di partenza: soggetto in stazione eretta sul Dædalus® orientato a ore 6, piedi paralleli con sguardo rivolto all’in-fi nito.

Esecuzione:mantenere l’equilibrio con il sussidio pa-rallelo al suolo;l’esercizio si può eseguire:a) con piedi divaricati;b) con piedi allargati;c) con piedi uniti;d) con un piede avanti e uno indietro;e) con il Dædalus® orientato a 45° a de-

stra e a 45° a sinistra.

Esercizio 35

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Esercizio 36

Obiettivo: recupero delle catene muscolari laterali.

Punto di partenza: soggetto in stazione eretta sul Dædalus® orientato a ore 3; piedi paralleli con sguardo rivolto all’infi nito.

Esecuzione:mantenere l’equilibrio con il sussidio parallelo al suolo;l’esercizio si può eseguire:a) con piedi divaricati;b) con piedi uniti;c) ripetere gli esercizi a) e b) inserendo una o più palline portandole dalla periferia al

centro;d) ripetere gli esercizi a) e b) inserendo la pallina nella corsia maggiore e facendola

ruotare lentamente in senso orario e antiorario utilizzando le afferenze (vie) uditi-ve;

e) ripetere gli esercizi descritti direzionando il Dædalus® a ore 9.

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Obiettivo: recupero dei muscoli addutto-ri dell’arto inferiore.

Punto di partenza: soggetto in stazione eretta sul Dædalus® orientato verso le ore 12, piedi uniti e posti uno avanti all’al-tro.

Esecuzione:mantenere l’equilibrio con il sussidio pa-rallelo al suolo; l’esercizio si può eseguire:a) introducendo una pallina e portan-

dola dalla periferia al centro;b) inserendo una pallina nella corsia

maggiore e facendola ruotare len-tamente in senso orario e antiorario utilizzando le afferenze uditive e visi-ve;

c) orientando il sussidio a ore 3, a ore 6 e a ore 9.

Esercizio 37 Esercizio 38

Obiettivo: stimolazione dei muscoli delle gambe (in particolare del soleo e del ga-strocnemio), e dei muscoli plantari.

Punto di partenza: soggetto in stazione eretta sul Dædalus®, orientato verso le ore 12, in punta di piedi.

Esecuzione:mantenere l’equilibrio con il sussidio pa-rallelo al suolo; l’esercizio si può eseguire:a) inserendo la pallina e portarla dalla

periferia al centro;b) con piedi divaricati;c) con piedi allargati;d) con piedi uniti;e) con piedi paralleli e posizionati uno

avanti e uno indietro;f) ripetere gli esercizi a), b), c), d) ed e)

con il Dædalus® orientato verso le ore 3 e le ore 9.

ESER

CIZI

PER

DIS

TRET

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72

Obiettivo: rieducazione propriocettiva di tipo corticale (integrazione visivo-moto-ria), attivazione preferenziale delle cate-ne muscolari posteriori.

Punto di partenza: soggetto in stazione eretta sul Dædalus®, orientato verso le ore 12, di fronte ad uno specchio la cui altezza ed angolazione permetterà di ve-dere l’immagine rifl essa del labirinto.

Esecuzione: Guidare una o più palline dalla periferia al centro guardando l’immagine rifl essa sullo specchio.

Esercizio 39 Esercizio 40

Obiettivo: recupero dei muscoli spinali e delle curve di lordosi cervicale e lombare.

Punto di partenza: soggetto in stazione eretta sul Dædalus®, piedi paralleli, un foglio di carta posizionato sopra la testa e lo sguardo rivolto all’infi nito.

Esecuzione:a) tenere il sussidio parallelo al pavi-

mento;b) sostituire il foglio di carta con una ri-

vista e successivamente con un libro;c) ripetere gli esercizi a) e b) con il

Dædalus® rivolto verso le ore 3, le ore 6 e le ore 9.

ESER

CIZI

PER

DIS

TRET

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73

Obiettivo: Stimolazione dei muscoli abduttori e adduttori degli arti inferiori nonchè del diaframma pelvico.

Punto di partenza: soggetto in piedi sul Dædalus® con pallone gonfi o posizionato posteriormente rispetto ai pied, inserire la pallina nella terza corsia del labirinto.

Esecuzione:a) mantenere la pallina nella terza corsia, piedi paralleli e posizionati sul bordo ester-

no del Dædalus®;b) ripetere l’esercizio a) con i piedi uniti, con i piedi uno davanti all’altro e viceversa.

Esercizio 41 a

ESERCIZI PER IL PAVIMENTO PELVICO

ESER

CIZI

PER

DIS

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Esercizio 41 b

Obiettivo: rieducazione propriocettiva dei muscoli adduttori e del diaframma pelvico.

Punto di partenza: soggetto in piedi sul Dædalus® con i piedi paralleli e divaricati il più possibile, tenere una palla del diametro di 20 cm tra le ginocchia.

Esecuzione:a) tenere il Dædalus® parallelo al suolo;b) ripetere l’esercizio a) inserendo una pallina nella corsia maggiore e facendola ruo-

tare in senso orario e antiorario;c) ripetere l’esercizio a) (senza pallone) con un piede avanti e uno indietro e viceversa

(tenendo le gambe ben allargate);

ESER

CIZI

PER

DIS

TRET

TI

75

USO DI ELASTICI

L’elastico crea un aumento della resistenza coinvolgendo la catena a partenza del cingolo scapolare, con interessamento del rachide dorsale, lombare e sacrale.

Si è potuto constatare la formazione di una concavità vertebrale dal lato dell’elastico.

L’azione avviene:- a livello dorsale superiore se l’elastico è posto in avanti (fig. 16);- a livello lombare se l’elastico è posto nella parte centrale (fig. 17);- a livello lombo-sacrale se l’elastico è posto nella parte inferiore (fig. 18).

fig. 17 dorso-lombarefig. 16 dorsale

fig. 18 lombare

Collocando un elastico anteriormente e l’altro posteriormente rispetto alla palla medica, il soggetto si posiziona:

a) in torsione elicoidale fisiologica se la posizione degli elastici rispetta le torsioni elicoidali del cammino;

ESER

CIZI

PER

DIS

TRET

TI

76

b) in posizione di recupero, se viene fatta variare adeguatamente la posi-zione degli elastici. (fi g. 19)

fi g. 19

La posizione degli elastici agisce sulle deviazioni laterali Innoltre l’elastico, posizionato nella sede più anteriore, provoca una

contrazione del gran dentato e conseguentemente una fi ssazione della scapola.

ESER

CIZI

PER

DIS

TRET

TI

77

Obiettivo: recupero delle catene muscolari anti-gravitazionali (maggior stimolo per le posteriori) con il coinvolgimento dei muscoli degli arti superiori e del cingolo sca-polare.

Punto di partenza: soggetto in piedi sopra il Dædalus®; elastici posizionati nei fori anteriori e maniglie afferrate, sussidio orientato verso le ore 12.

Esecuzione:a) mantenere il Dædalus® parallelo al pavimento;b) cambiare la posizione degli elastici, più avanti o più indietro, e in posizione asim-

metrica;c) modifi care la posizione del Dædalus® (verso le ore 3, e le ore 9) e ripetere gli eser-

cizi a) e b);d) guidare una o più biglie dalla periferia al centro;e) inserire una pallina nella corsia maggiore e farla ruotare in entrambe le direzioni il

più lentamente possibile con lo sguardo rivolto all’infi nito (utilizzo delle afferenze uditive).

Esercizio 42

ESER

CIZI

PER

DIS

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Esercizio 43

Obiettivo: recupero delle deviazioni laterali del rachide.

Punto di partenza: l’esercizio può essere eseguito con uno o con due elastici in base al quadro clinico):soggetto in piedi sopra il Dædalus®; elastici posizionati dalla parte della convessità del rachide. Impugnare le maniglie e tenere gli elastici in tensione.

Esecuzione:a) mantenere il Dædalus® parallelo al pavimento;b) modifi care la posizione del Dædalus® (verso le ore 3 e le ore 9) e ripetere l’esercizio

a);c) guidare una o più biglie dalla periferia al centro;d) inserire una pallina e farla ruotare in senso orario e antiorario il più lentamente

possibile con lo sguardo rivolto all’infi nito (utilizzo delle afferenze “ vie”uditive).

ESER

CIZI

PER

DIS

TRET

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FINIMENTO ELASTICO

Il finimento elastico è composto da:- un copricapo;- 4,5 metri di elastico;- 4 metri di elastico; - 4 elastici da 1,30 metri; - 1 paio d’occhiali di protezione;- 12 ferma elastici;- 2 maniglie;- 2 agganci per Semelles;- 1 terminale da agganciare a una porta o a una finestra.

ESER

CIZI

PER

DIS

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80

Per un corretto uso del finimento elastico:- indossare gli occhiali di protezione;- controllare ad ogni seduta che elastici, cinghie, maniglie ecc. non siano

lacerati o troppo usurati;- assicurarsi che gli elastici siano fissati saldamente a porte, finestre ecc.

Obiettivi:- selezionare e potenziare le catene muscolari che gestiscono i movi-

menti elicoidali del cingolo scapolare e pelvico. - potenziare la stimolazione delle catene anti-gravitazionali degli esten-

sori o dei flessori;- stimolare simultaneamente, attivamente e tridimensionalmente il

complesso dei muscoli paravertebrali profondi (autoallungamento at-tivo);

- potenziamento analitico muscolare.

Questo si ottiene applicando una tenue resistenza elastica alla catena o al segmento articolare che si intende sollecitare maggiormente.

Tecnica operativa:avvolgere con il copricapo il segmento che vogliamo stimolare; impu-

gnare le maniglie e agganciare ad una porta (o ad una finestra) la parte terminale del finimento con il segmento che vogliamo potenziare; tenere l’elastico in leggera tensione ed eseguire gli esercizi.

ESER

CIZI

PER

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Obiettivo: stimolazione degli adduttori dell’arto inferiore.

Punto di partenza: soggetto in piedi con un piede appoggiato sul Dædalus® e l’altro a terra, avvolgere il copricapo (del fi nimento) intorno alla coscia o alla gam-ba, bloccare il terminale del fi nimento ad una porta, impugnare la maniglia e por-tare l’elastico in tensione.

Esecuzione:a) tenere il sussidio parallelo al pavi-

mento;b) cambiare l’appoggio del piede sul

Dædalus® (avanti, indietro, a destra ecc …);

c) guidare una o più biglie dalla peri-feria al centro utilizzando afferenze visive, uditive e ripetere l’ esercizio b);

d) ripetere gli esercizi sopra descritti cambiando la posizione del fi nimen-to più in alto, più in basso;

e) ripetere gli esercizi a), b), c) e d) orien-tando il sussidio alle ore 9.

Esercizio 44

ESERCIZI CON FINIMENTO ELASTICO

ESER

CIZI

PER

DIS

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Esercizio 45

Obiettivo: stimolazione degli abduttori dell’arto inferiore.

Punto di partenza: soggetto in piedi con un piede appoggiato sul Dædalus® e l’al-tro a terra, avvolgere il copricapo (del fi ni-mento) intorno alla coscia o alla gamba, fi ssare il terminale del fi nimento ad una porta, impugnare la maniglia e portare in tensione l’elastico.

Esecuzione:a) tenere il sussidio parallelo al pavi-

mento;b) cambiare l’appoggio del piede sul

Dædalus® (più avanti, indietro, a de-stra ecc …);

c) guidare una o più biglie dalla perife-ria al centro;

d) inserire una pallina nella corsia mag-giore e farla girare in senso orario e antiorario utilizzando le afferenze uditive e visive;

e) ripetere gli esercizi sopra descritti cambiando la posizione del fi nimen-to più in alto o più in basso;

f) ripetere gli esercizi a), b), c) e d) orien-tando il sussidio alle ore 3.

ESER

CIZI

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Obiettivo: potenziare il lavoro proprio-cettivo per i muscoli anteriori del collo, del torace e del trasverso addominale.

Punto di partenza: soggetto seduto sul Dædalus®, gambe sopra il sussidio con copricapo indossato; fissare l’estremità del terminale del finimento ad una porta o ad una finestra situata posteriormente, collegare il finimento con il copricapo e le maniglie e impugnarle tenendo l’elastico in tensione;

Esecuzione:mantenere il Dædalus® parallelo al pavi-mento.

Esercizio 46 Esercizio 47

Obiettivo: potenziamento dei muscoli posteriori degli arti superiori e del dorso.

Punto di partenza: soggetto protetto dagli occhiali, in piedi sopra il Dædalus® orientato verso le ore 12; fissare l’estremi-tà del finimento ad una porta o ad una finestra anteriormente al soggetto, im-pugnare le maniglie e tenere in tensione l’elastico.

Esecuzione:a) tenere il Dædalus® il più possibile pa-

rallelo al pavimento con lo sguardo rivolto all’infinito;

b) inserire una pallina nella corsia mag-giore facendola girare il più lenta-mente possibile in senso orario e an-tiorario;

c) ripetere gli esercizi a) e b) modifi-cando, la posizione dei piedi (uno più avanti e uno più indietro e viceversa) e la posizione dell’elastico (alto, basso e intermedio).

ESER

CIZI

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Obiettivo: potenziamento dei muscoli anteriori degli arti superiori e del torace.

Punto di partenza: soggetto in piedi po-sizionato sopra il Dædalus® orientato verso le ore 6; fi ssare l’estremità del fi -nimento ad una porta o ad una fi nestra posteriormente al soggetto, impugnare le maniglie e tenere in tensione l’elastico.

Esecuzione:a) tenere il Dædalus® il più possibile pa-

rallelo al pavimento con lo sguardo rivolto all’infi nito;

b) inserire una pallina nella corsia mag-giore e farla girare il più lentamente possibile in senso orario e antiorario;

c) ripetere gli esercizi a) e b) modifi -cando la posizione dei piedi (uno più avanti e uno più indietro e viceversa) e l’altezza dell’elastico (alto, basso e intermedio).

Esercizio 48 Esercizio 49

Obiettivo: recupero dei muscoli posteriori degli arti superiori e del rachide cervicale.

Punto di partenza: soggetto in piedi so-pra il Dædalus® orientato verso le ore 12; con un foglio di carta sopra la testa e occhiali indossati; fi ssare l’estremità terminale del fi nimento ad una porta o ad una fi nestra situata anteriormente al soggetto, impugnare le maniglie e tene-re l’elastico in tensione.

Esecuzione:a) tenere il Dædalus® il più possibile pa-

rallelo al pavimento con lo sguardo rivolto all’infi nito;

b) inserire una pallina nella corsia mag-giore del Dædalus® facendola girare il più lentamente possibile in senso orario e antiorario;

c) ripetere gli esercizi a) e b) modifi -cando la posizione dei piedi (uno più avanti e uno più indietro e viceversa) e l’altezza degli elastici (alto, basso e intermedio).

ESER

CIZI

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DIS

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85

Obiettivo: recupero potenziato dei mu-scoli posteriori del collo.

Punto di partenza: indossati copricapo ed occhiali, posizionarsi in piedi sopra il Dædalus® orientato verso le ore 12; fi s-sare l’estremità terminale del fi nimento ad una porta o ad una fi nestra situata anteriormente al soggetto, impugnare le maniglie e tenere in tensione l’elastico.

Esecuzione:a) tenere il Dædalus® il più possibile pa-

rallelo al pavimento con lo sguardo rivolto all’infi nito;

b) inserire una pallina nella corsia mag-giore e farla girare molto lentamente in senso orario e antiorario (utilizzan-do afferenze uditive);

c) ripetere gli esercizi a) e b) posizio-nando un piede più avanti e uno più indietro e viceversa.

Esercizio 50 Esercizio 51

Obiettivo: recupero potenziato per i mu-scoli anteriori del rachide cervicale e de-gli arti superiori.

Punto di partenza: indossato il copricapo, posizionarsi in piedi sopra il Dædalus® orientato verso le ore 12; fi ssare l’estremi-tà terminale del fi nimento ad una porta o ad una fi nestra situata posteriormente al soggetto, impugnare le maniglie e te-nere in tensione l’elastico.

Esecuzione:a) tenere il Dædalus® il più possibile pa-

rallelo al pavimento con lo sguardo rivolto all’infi nito;

b) inserire una pallina nella corsia del Dædalus® facendola girare molto lentamente in senso orario e antiora-rio (utilizzando afferenze uditive);

c) ripetere gli esercizi a) e b) posizionan-do il Dædalus® a ore 6.

d) ripetere l’esercizio c) modifi cando la posizione dei Piedi (uno più avanti del pallone e uno più indietro e vice-versa).

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Obiettivo: recupero potenziato per i mu-scoli laterali del collo di destra.

Punto di partenza: indossati copricapo ed occhiali posizionarsi in piedi sopra il Dædalus® orientato verso le ore 12; fi s-sare l’estremità terminale del fi nimento ad una porta o ad una fi nestra situata lateralmente al soggetto, impugnare le maniglie e tenere in tensione l’elastico.

Esecuzione:a) tenere il Dædalus® il più possibile pa-

rallelo al pavimento con lo sguardo rivolto all’infi nito;

b) inserire una pallina nella corsia del Dædalus® facendola girare molto lentamente tenendo lo sguardo rivol-to all’infi nito in senso orario e antio-rario (utilizzo delle afferenze uditive);

c) ripetere gli esercizi a) e b) posizionan-do il Dædalus® a ore 3, a ore 6, a ore 9.

Esercizio 52 Esercizio 53

Obiettivo: stimolazione dei muscoli del rachide cervicale, delle spalle e degli arti superiori.

Punto di partenza: soggetto con una rivista sopra la testa, in piedi sopra il Dædalus® orientato verso le ore 3; fi ssare l’estremità del fi nimento ad una porta o ad una fi nestra lateralmente al soggetto, impugnare le maniglie portando in ten-sione l’elastico.

Esecuzione:a) tenere il Dædalus® il più possibile pa-

rallelo al pavimento con lo sguardo rivolto all’infi nito;

b) ripetere l’esercizio a), inserendo una pallina nella corsia maggiore del Dædalus® facendola girare lenta-mente in senso orario e antiorario ponendo attenzione a non far cadere la rivista dal capo;

c) ripetere gli esercizi a) e b) orientando il Dædalus® a ore 9.

ESER

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87

Obiettivo: stimolazione simultanea di tutte le catene muscolari anti-gravitazionali.

Punto di partenza: soggetto in piedi sul Dædalus®, copricapo indossato, collegarlo con gli elastici alla parte posteriore del sussidio. Collegare al copricapo gli elastici an-teriori con la parte frontale del sussidio, impugnare le maniglie e portare gli elastici in tensione.

Esecuzione:a) tenere il Dædalus® parallelo al pavimento con lo sguardo rivolto all’infi nito;b) inserire una pallina sulla corsia maggiore e farla girare lentamente in senso orario

e antiorario con lo sguardo rivolto all’infi nito.

Esercizio 54

88

Esercizio 55

Obiettivo: correzione delle asimmetrie del cingolo scapolare con l’applicazione di un stimolo elastico (partecipazione dei muscoli del lato concavo di una scoliosi).

Punto di partenza: avvolgere il copricapo intorno alla spalla destra, agganciare l’ela-stico al davanti del copricapo e alla parte anteriore del Dædalus® e portarlo in leggera tensione; eseguire la stessa operazione posteriormente in modo tale da comprimere la spalla al fi ne di abbassarla.

Esecuzione:a) tenere il Dædalus® parallelo al pavimento con lo sguardo rivolto all’infi nito;b) portare una pallina dalla periferia al centro;c) inserire una pallina sulla corsia maggiore e farla girare lentamente in senso orario

e antiorario con lo sguardo rivolto all’infi nito;d) ripetere gli esercizi a), b) e c) orientando il Dædalus® alle ore 6.

ESER

CIZI

PER

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ESER

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DIS

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ESERCIZISEMELLES A BOULE®

ESER

CIZI

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Obiettivo: stabilizzazione della caviglia.

Punto di partenza: soggetto in piedi vi-cino ad una sedia, Semelles calzate con semisfere centrali.

Esecuzione:deambulare sul posto appoggiandosi ad una sedia o ad un tavolo.

Esercizio 56 Esercizio 57

Obiettivo: stimolazione globale delle ca-tene muscolari anti-gravitazionali.

Punto di partenza: calzare le Semelles con le semisfere centrali rispetto al pie-de.

Esecuzione:camminare in prossimità di una parete o vicino ad un tavolo per potersi appoggia-re all’occorrenza.

ESER

CIZI

CO

N S

EMEL

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91

Obiettivo: potenziamento dei muscoli posteriori degli arti superiori e del dorso.

Punto di partenza: semisfere centrali, calzare le Semelles e indossare gli oc-chiali, agganciare la parte terminale del fi nimento ad una porta o fi nestra situata anteriormente.

Esecuzione:camminare avanti e indietro e in obliquo tenendo l’elastico in tensione.

Esercizio 58 Esercizio 59

Obiettivo: potenziamento analitico per l’arto superiore.

Punto di partenza: semisfere centrali, calzare le Semelles, agganciare la parte terminale del fi nimento ad una porta situata posteriormente al soggetto, im-pugnare la maniglia tenendo l’elastico in tensione.

Esecuzione:camminare in tutte le direzione (avanti e indietro, verso destra, verso sinistra etc.) tenendo l’elastico in tensione.

ESERCIZI CON FINIMENTO ELASTICO

ESER

CIZI

CO

N S

EMEL

LES

92

Obiettivo: recupero dei muscoli della nuca e delle catene muscolari anti-gravitazionali con maggior stimolo per le posteriori.

Punto di partenza: calzare le Semelles e indossare il copricapo e gli occhiali, ag-ganciare la parte terminale del finimen-to ad una porta o finestra anteriormente al soggetto.

Esecuzione:camminare avanti e indietro e in obliquo tenendo l’elastico in tensione.

Esercizio 60 Esercizio 61

Obiettivo: recupero dei muscoli anteriori del collo e delle catene muscolari anti-gravitazionali con maggior stimolo per le anteriori.

Punto di partenza: indossare le Semel-les, il copricapo e gli occhiali, agganciare la parte terminale del finimento ad una porta o ad una finestra posteriormente al soggetto.

Esecuzione:camminare avanti, indietro e in obliquo tenendo l’elastico in tensione.

ESER

CIZI

CO

N S

EMEL

LES

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Obiettivo: rieducazione propriocettiva in dinamica potenziata per i muscoli ante-riori del torace e degli arti superiori.

Punto di partenza: indossare le Semel-les con semisfere centrali, agganciare ad una porta o ad una fi nestra la parte terminale del fi nimento posteriormente al soggetto. Impugnare le maniglie all’al-tezza delle spalle tenendo gli elastici in tensione.

Esecuzione:a) camminare avanti e indietro e in obli-

quo tenendo l’elastico in tensione;b) ripetere l’esercizio a) variando l’altez-

za delle braccia (abbassate, interme-die e sollevate).

Esercizio 62 Esercizio 63

Obiettivo: rieducazione propriocettiva amplifi cata per i muscoli posteriori del dorso e degli arti superiori.

Punto di partenza: semisfere centrali, calzare le Semelles, indossare gli occhiali, agganciare la parte terminale dell’elasti-co ad una porta anteriormente al sogget-to, impugnare le maniglie con le braccia lungo il corpo tenendo gli elastici in ten-sione.

Esecuzione:a) camminare indietro, avanti e in obli-

quo tenendo l’elastico in tensione;b) ripetere l’esercizio a) con le braccia in

posizione intermedie e elevate.

ESER

CIZI

CO

N S

EMEL

LES

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Obiettivo: rieducazione propriocettiva in dinamica per l’asimmetria del cingolo scapolare.

Punto di partenza: semisferi centrali, cal-zare le Semelles, avvolgere il copricapo alla spalla, agganciare l’elastico all’estre-mità anteriore del copricapo e alla parte anteriore della Semelles e portarlo in tensione; eseguire la stessa operazione all’indietro in modo tale da comprimere la spalla al fi ne di abbassarla.

Esecuzione:camminare

Esercizio 64 Esercizio 65

Obiettivo: stimolazione simultanea in di-namica di tutte le catene muscolari anti-gravitazionali.

Punto di partenza: semisferi centrali, cal-zare le Semelles, indossare il copricapo, agganciare l’elastico ad una estremità anteriore del copricapo e alla parte an-teriore della Semelles e portarlo in ten-sione; eseguire la stessa operazione al-l’indietro in modo tale da comprimere il capo con il piede.

Esecuzione:camminare

TRATTAMENTODI ALCUNEPATOLOGIE

DÆDALUS®

PROTOCOLLO PER L’INSTABILITÀ vERTEBRALE 96

RIEDUCAZIONE NELLE PATOLOGIE DELL’ARTICOLAZIONE COXOFEMORALE 100

RECUPERO PROPRIOCETTIvO POST-CHIRURGICO DEL GINOCCHIO 106

RECUPERO PROPRIOCETTIvO DELLA SPALLA 112

TRATTAMENTO POST-MANIPOLATIvO vERTEBRALE 116

pag.

TRAT

TAM

ENTI

CO

N D

ÆDA

LUS®

96

PROTOCOLLO PER L’INSTABILITA’ vERTEBRALEe per tutte le patologie che l’instabilità comporta (ernie discali, discopatie ecc.)

Scopo del trattamento:- reclutare fibre tonico-posturali;- decontratturare;- stimolare le catene muscolari anti-gravitazionali;- riguadagnare la stabilità e la fisiologia articolare;- riequilibrare il carico;- diminuire il dolore.

NB: il pallone è considerato poco gonfio quando i piedini posteriori del Dædalus® – parallelo al suolo – con soggetto posizio-nato sopra lo stesso, sono ad una distanza non superiore ai 3 cm dal pavimento, nei soggetti longilinei o con gravi problemi di instabilità, la distanza dei piedini posteriori deve essere di 2 cm.

Prima settimana:Favorire la fase anticipatoria del carico:

stimolare gli esterocettori-propriocettori del piede con esercizi da seduti (eseguire gli esercizi n° 1, 2, 3, 4, per un tempo massimo di 10 minuti). Si introduce una o più palline nel labirinto. Il pallone posizionato nella po-sizione centrale con i piedi paralleli fra loro e posti perpendicolarmente al pallone.

L’esercizio, continuato per 6-8 minuti, è più efficace se contemporaneamente si stringe una pallina di 10 -12 cm di diametro fra le ginocchia. L’esercizio diventa ancora più proficuo se, invece di eseguire l’esercizio su una sedia con piano di appoggio di 48 cm, si aggiunge un rialzo rigido di 15-20 cm.

Seconda settimana:Recupero per le fibre toniche delle catene muscolari antigravitazionali saggitali

Inizio lavoro in ortostatismo delle catene muscolari antigravitazionali degli estensori e dei flessori.

3 cm dal pavimento

TRAT

TAM

ENTI

CO

N D

ÆDA

LUS®

97

Aprire i limitatori d’inclinazione il più possibile e po-sizionare il pallone, “poco gonfio”, nella guida di me-tallo a contatto con l’estremità anteriore della rotaia.

Il soggetto, in piedi, direttamente in appiombo sul pallone (dita dei piedi in appoggio sulla prima cor-sia del labirinto), meglio se scalzo (l’esercizio perde di validità se fatto con le scarpe indossate, perché limi-tano i movimenti che favoriscono l’assise delle dita), con gambe leggermente divaricate e con lo sguardo rivolto all’infinito, deve mantenere l’equilibrio con il Dædalus® parallelo al suolo. La durata dell’esercizio nei primi giorni è strettamente individuale. Iniziare da 2/3 minuti per arrivare a un massimo di 7/8 minu-ti per un paio di sedute al giorno.

Anche se il tempo è breve, in alcune persone è sufficiente per mettere in evidenza eventuali problemi a carico dell’arto inferiore e/o della schie-na, i quali si concretizzano nella comparsa del dolore. L’esercizio in questo caso, va interrotto e ripreso qualche tempo dopo, proseguendo con gli esercizi da seduto. È consigliabile posizionarre il Dædalus® nel vano di una porta e tenersi sugli stipiti (per eventuale perdita di equilibrio).

Se i piedini di gomma o se gli stabilizzatori laterali, toccano il suolo, l’esercizio non perde assolutamente di validità. Le vibrazioni indotte dal contatto dei piedini anteriori e posteriori con il pavimento favoriscono, la stimolazione dei recettori articolari, sensibili alle vibrazioni.

Terza/Quarta settimana: Progressione del recupero per le fibre toniche delle catene muscolari an-tigravitazionali degli estensori e dei flessori foto fig. 9 e 10

A partire dalla terza settimana si devono variare i tempi e la posizione del pallone e dei piedi sul Dædalus®. Questo al fine di aumentare il carico, con i piedi sempre perpendicolari al pallone. Spostando il pallone indietro si eseguono due esercizi (ogni esercizio per cinque minuti) con finalità rieducative diverse.

Nel corso della terza e quarta settimana Il pallone deve essere spostato con gradualità il più indietro possibile.

L’esercizio svolto con il labirinto posto anteriormente si ha un aumento dell’attivazione degli estensori (multifido in particolare) (fig. 9). Mentre l’esercizio svolto con il labirinto dietro le spalle attiva maggiormente le catene dei flessori (retti addominali, in particolare) (fig.10).

fig. 7

TRAT

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ENTI

CO

N D

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LUS®

98

NB: Gli esercizi eseguiti posizionando il pallone nella parte posteriore della rotaia possono mettere in evidenza un deficit del tono dei musco-li delle catene cinetiche antigravitazionali. In tal caso i tempi consigliati nella seconda settimana dovranno protrarsi per ulteriori 15 giorni o, in alcuni casi particolari, anche per 20.

Ogni settimana bisogna variare la pressione del pallone mantenendo però una distanza massima dei piedini dal pavimento di 3 cm. Salvo casi del tutto eccezionali, in quattro settimane, il sistema antigravitazionale viene sufficientemente attivato (per quanto attiene le catene antigravita-zionali più importanti degli estensori e dei flessori).

Alla scomparsa della sintomatologia dolorosa si iniziano gli esercizi

con il Dædalus® posizionato al lato destro e sinistro del soggetto per un tempo complessivo di 10 minuti “5 minuti con il labirinto a destra e 5 mi-nuti a sinistra” (fig. 11)

Se non sorgono problemi particolari, si possono intervallare a giorni alterni gli esercizi per le catene degli estensori e dei flessori (fig.20) con gli esercizi per i rotatori (fig. 12) e per la stabilizzazione laterale (fig.11);

Un paio di volte alla settimana (per 5 minuti) dobbiamo eseguire un esercizio per il reclutamento delle fibre fasiche della muscolatura an-tigravitazionale: soggetto in piedi sopra il Dædalus® orientato a ore 12 pallone centrale, inserire una o più palline nel labirinto e condurre la/e pallina/e dalla periferia al centro.

Questo lavoro si protrae per almeno 90 gg. Una stabilizzazione della colonna vertebrale necessità di una rieducazione da tre a sei mesi.

fig. 9 fig. 10

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RIEDUCAZIONE NELLE PATOLOGIE DELL’ARTICOLAZIONE COXOFEMORALE

Scopo del trattamento:- stimolazione degli estero-propriocettori del piede;- decoaptazione dell’anca;- recupero degli estensori dell’anca e del ginocchio:- stimolazione propriocettiva delle catene muscolari anti-gravitazionali.

Il programma rieducativo dell’anca dipende, innanzitutto, dallo stadio della patologia e quindi dagli handicap del soggetto.

Il terapeuta dovrà indicare la collocazione del pallone, i tempi dell’eser-cizio e la direzione del Dædalus®; il tutto a seconda del grado di ipotonia dei muscoli da recuperare.

In linea di massima e salve diverse indicazioni del terapeuta si propone questo protocollo.

L’ideale è poter partire o arrivare a svolgere gli esercizi in piedi sul

Dædalus®.

In piedi, infatti, gli estero-propriocettori della pianta del piede e di con-seguenza le catene muscolari anti-gravitazionali hanno la loro massima esaltazione. Si precisa che le sollecitazioni sull’ articolazione dell’ anca, prodotte dall’ esercizio in stazione eretta su un piano elastico, non sono particolarmente pericolose.

Fondamentale è che il paziente non senta mai dolore e adegua gli eser-cizi a seconda della fatica.

Prima settimanaGli esercizi n° 66, 67, 68, e 69 vanno eseguiti due volte al giorno, per un

tempo massimo complessivo di venti minuti (una seduta si eseguono gli esercizi 66, 68, e 69, mentre la seconda seduta si eseguono gli esercizi 67, 68, e 69).

NB: Il carico aumenta progressivamente con lo spostamento del pallo-ne più indietro.

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Punto di partenza: soggetto seduto; aggiungere un rialzo rigido alla sedia di 15/20 cm; il pallone, sufficientemente gonfio, deve essere collocato nella gui-da di metallo a contatto con l’estremità anteriore, vicino al “labirinto”. I piedi, pa-ralleli fra loro, vengono posti non in ap-piombo sul pallone, bensì più posterior-mente.

Esecuzione:a) portare una o più biglie dalla perife-

ria al centro;b) inserire una pallina nella corsia mag-

giore e farla ruotare lentamente in senso orario e antiorario;

c) ripetere gli esercizi a) e b) posizionan-do i piedi uno più avanti e uno più in-dietro.

Esercizio 66

Punto di partenza: soggetto seduto su una sedia dopo aver posizionato un ri-alzo di 15/20 cm; mani sulle ginocchia e piedi in appoggio sul Dædalus® orienta-to a ore 12, tenendo tra le ginocchia una pallina con un diametro di circa 15/20 cm.

Esecuzione:a) muovere il Dædalus® con i piedi per

guidare una o più palline dalla perife-ria al centro;

b) inserire una pallina nella corsia mag-giore e, con la guida dell’ udito, farla ruotare in senso orario e antiorario il più lentamente possibile;

c) ripetere gli esercizi a) e b) con il Dædalus® orientato a 45° a destra e 45° a sinistra.

Esercizio 67

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Punto di partenza: soggetto seduto su una sedia dopo aver posizionato un rialzo di 15/20 cm; mani sulle ginocchia con un piede in appoggio sul Dædalus®, che sarà orientato a ore 9.

Esecuzione:muovere il Dædalus® con il piede per gui-dare la pallina dalla periferia al centro; l’esercizio può essere ripetuto:a) con due e con tre palline;b) inserendo una pallina nella corsia

maggiore e, con la guida dell’ udito, farla ruotare in senso orario e antio-rario, il più lentamente possibile;

c) ripetere gli esercizi a) e b) con il Dædalus® orientato a ore 3.

Esercizio 69Esercizio 68

Punto di partenza:soggetto seduto su un tavolo, sussidio orientato verso le ore 6 con un piede in appoggio sul Dædalus®.

Esecuzione:a) guidare una pallina il più lentamente

possibile in senso orario e antiorario nella corsia maggiore, utilizzando le afferenze uditive;

b) ripetere l’esercizio a) orientando il Dædalus® 45° verso destra e 45° ver-so sinistra.

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Seconda Settimana: Eseguire gli esercizi 70 (71 con parere favorevole del Terapeuta) e 72 per un tempo massimo complessivo di 30 minuti.

Punto di partenza: soggetto di fronte al labirinto con lo sguardo rivolto all’infinito e limitatori d’inclina-zione aperti; ginocchio destro sopra il Dædalus® e punta del piede in appoggio a terra (tra il ginocchio e il sussidio posizionare un cuscino), piede sinistro a terra. È preferibile eseguire l’esercizio senza calzature.

Esecuzione:a) tenere il sussidio parallelo al pavimento;b) portare una o più biglie dalla periferia al centro;c) inserire una pallina nella corsia maggiore e farla girare il più lentamente possibile

in senso orario e antiorario;d) ripetere gli esercizi a), b) e c) con il piede destro sollevato. Ripetere gli esercizi sopra descritti invertendo gli arti (sinistro in appoggio sul Dædalus® e destro sul pavimento).

Esercizio 70

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Punto di partenza: soggetto seduto posteriormente sul Dædalus®, gambe tese sopra il labirinto con le mani appoggiate sul bordo esterno.

Esecuzione:a) mantenere l’equilibrio manovrando il Dædalus® con i glutei;

Esercizio 71

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Punto di partenza: Il soggetto in appoggio unipodale sul suolo, alterna la rieducazione su Dædalus® (il quale è orientato a ore 12) con l’arto destro e sinistro.

Esecuzione:a) portare una o più biglie dalla periferia al centro;b) inserire una pallina nella corsia maggiore e farla ruotare lentamente in senso ora-

rio e antiorario, utilizzando afferenze visive e uditive. c) ripetere gli esercizi a) e b) con il Dædalus® direzionato a ore 3, a ore 6, e a ore 9.

Dalla terza settimana si eseguono gli esercizi descritti nel protocollo relativo all’insta-bilità vertebrale. A questo protocollo vanno aggiunti gli esercizi 70 e 72 da eseguire 3 volte alla settimana.

Esercizio 72

ESERCIZI IN STAZIONE ERETTA UNIPODALE

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RECUPERO PROPRIOCETTIvO POST-CHIRURGICO DEL GINOCCHIO

La specificità del Dædalus® aiuta sia il paziente sia il terapista a com-prendere quanto la funzionalità del ginocchio possa progressivamen-te migliorare attraverso l’utilizzo di esercizi propriocettivi (in particolar modo per tutti i trattamenti post-operatori).

Si può utilizzare il Dædalus® in scarico con appoggio bipodale e pallo-

ne tutto anteriore dopo alcuni giorni dall’intervento.

Raggiunti tono muscolare sufficiente e mobilità adeguata, si passa all’utilizzo del Dædalus® in appoggio monopodalico sempre da seduti (l’ampia varietà di soluzioni che il Dædalus® offre consente un progressi-vo lavoro sia sensoriale-propriocettivo sia muscolare).

Si dovrà ricercare la direzione del sussidio e la posizione del pallone per far lavorare in modo ottimale il muscolo specifico da recuperare.

Successivamente si eseguono esercizi in cui la diversa flessione arti-colare del ginocchio varia appoggiando il piede o il Dædalus® su rialzi di diversa altezza.

Solo quando il ginocchio è stabile e mobile si usa il Dædalus® in carico, cioè in piedi per un recupero globale.

In linea di massima si inizia con il pallone collocato anteriormente; con il proseguimento delle sedute sarà possibile posizionare il pallone sem-pre più indietro.

NB. Il carico aumenta progressivamente con lo spostamento del pallo-ne più indietro.

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Due sedute al giorno per un tempo mas-simo di venti minuti, per una settimana.

Punto di partenza: paziente seduto in appoggio bipodale sul Dædalus® orien-tato a ore 12.

Esecuzione: a) portare una biglia dalla periferia al

centro; b) far girare lentamente una pallina sul-

la corsia maggiore del Dædalus® in senso orario e antiorario;

c) ripetere gli esercizi a) e b) variando la posizione dei piedi (più o meno vicini, paralleli, uno avanti e uno indietro e viceversa);

d) ripetere gli esercizi a), b) e c) modi-fi cando la posizione del Dædalus® (orientato a ore 2 e a ore 10).

Esercizio 73

Due sedute al giorno per un tempo mas-simo di venti/trenta minuti per una setti-mana, alternando gli esercizi n°73 e n°74

Punto di partenza: paziente seduto; appoggio monopodale con ginocchio il più possibile piegato.

Esecuzione: a) inserire una pallina sulla corsia mag-

giore del Dædalus® e farla girare len-tamente in senso orario e antiorario;

b) ripetere gli esercizi a) e b) variando la posizione del piede (più avanti, più indietro, più a destra etc).

c) ripetere gli esercizi a) e b), modifi can-do la direzione del Dædalus® (a ore 3, a ore 9 e a ore 12);

Esercizio 74

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Due sedute giornaliere per un tempo massimo di venti/trenta minuti per una settimana.

Punto di partenza: paziente in stazione eretta, con il piede dell’arto da recupera-re sopra il Dædalus®, orientato a ore 12 e l’altro in appoggio sopra un rialzo. É con-sigliabile per le prime sedute usare un appoggio per gli arti superiori, ad esem-pio una sedia.

Esecuzione:a) portare la biglia di legno dalla perife-

ria al centro; b) far girare lentamente una pallina sul-

la corsia maggiore del Dædalus® in senso orario e antiorario;

c) ripetere l’esercizio a) con la biglia di vetro e poi con quella d’acciaio;

d) ripetere gli esercizi a), b) e c) variando la posizione del piede sul Dædalus® (più avanti, più dietro, più a destra ecc.);

e) ripetere gli esercizi a) e b) modifican-do la direzione del Dædalus® (orien-tato a ore 3, a ore 6 e a ore 9).

Esercizio 75 Esercizio 76

Due sedute al giorno per un tempo mas-simo di venti/trenta minuti per una deci-na di giorni).

Punto di partenza: posizionare un rialzo di 10/15 cm sopra il Dædalus® (orientato a ore 12); soggetto in piedi con il piede dell’arto da recuperare sopra il rialzo e quello sano in appoggio sul pavimento.

Esecuzione: a) portare una o più biglie dalla perife-

ria al centro;b) inserire una pallina sulla corsia mag-

giore del Dædalus® e farla girare len-tamente in senso orario e antiorario;

c) ripetere gli esercizi a) e b), modifican-do la direzione del Dædalus® (a ore 3, a ore 9 e a ore 6);

d) Ripetere l’esercizio a) appoggiando il piede dell’arto da recuperare a terra.

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Due sedute al giorno per cinque minuti.

Punto di Partenza: limitatori d’inclina-zione aperti, pallone posizionato il più avanti possibile e poco gonfio: il pallone è considerato poco gonfio quando i piedini del Dædalus® – parallelo al suolo –, con il soggetto posizionato sopra lo stesso, sono ad una distanza non superiore di 3 cm dal pavimento. Soggetto in stazione eretta con i piedi in appiombo sul pallone sopra il Dædalus® orientato a ore 12.

Esecuzione:mantenere il Dædalus® parallelo al suolo con lo sguardo rivolto all’infinito.

Esercizio 78

Gli esercizi in carico vanno eseguiti dopo parere favorevole del terapeuta.N.B.: gli esercizi n° 78, 79 e 80 vanno eseguiti in un’unica seduta.

Esercizio 77

Due sedute al giorno per un tempo mas-simo di venti/trenta minuti per una deci-na di giorni).

Punto di partenza: posizionare il Dæda-lus® (orientato a ore 3) sopra un rialzo; soggetto con il piede da recuperare sul Dædalus® e quello sano in appoggio sul pavimento.

Esecuzione: a) portare una o più biglie dalla perife-

ria al centro;b) inserire una pallina sulla corsia mag-

giore del Dædalus® e farla girare len-tamente in senso orario e antiorario;

c) ripetere gli esercizi a) e b), modifican-do la direzione del Dædalus® (a ore 12 e a ore 9);

d) Ripetere l’esercizio a) appoggiando il piede da recuperare a terra.

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Due sedute al giorno per cinque minuti.

Punto di Partenza: limitatori d’inclina-zione aperti, pallone centrale che, con il proseguimento delle sedute, sarà posi-zionato il più indietro possibile; pallone poco gonfio; soggetto in stazione eretta con i piedi in appiombo sul pallone sopra il Dædalus® e orientato a ore 6.

Esecuzione:mantenere il Dædalus® parallelo al suolo con lo sguardo rivolto all’infinito.

Esercizio 80

Due sedute al giorno per cinque minuti.

Punto di Partenza: limitatori d’inclina-zione aperti, pallone centrale che, con il proseguimento delle sedute, verrà posi-zionato il più indietro possibile; pallone poco gonfio; soggetto in stazione eretta con i piedi perpendicolari al pallone so-pra il Dædalus® orientato a ore 12.

Esecuzione:mantenere il Dædalus® parallelo al suolo con lo sguardo rivolto all’infinito.

Esercizio 79

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Una seduta al giorno per venti minuti.

Punto di Partenza: limitatori d’inclinazione aperti, pallone centrale che, con il prose-guimento delle sedute, verrà posizionato il più indietro possibile; pallone poco gonfio; soggetto in stazione eretta a 45° verso destra e 45° verso sinistra, piedi in appiombo sul pallone sopra il Dædalus® orientato a ore 12.

Esecuzione: mantenere il Dædalus® parallelo al suolo con lo sguardo rivolto all’infinito.

Esercizio 81

NB: Se non sorgono problemi particolari, si intervallano, a giorni alterni, gli esercizi per le catene degli estensori e dei flessori di cui agli esercizi n° 78, 79 e 80 con gli esercizi per i rotatori di cui al n° 81 e quelli per la stabilizzazione laterale di cui al n°82

Una seduta al giorno per venti minuti complessivi.

Punto di Partenza: limitatori d’inclinazione aperti, pallone centrale che, con il prose-guimento delle sedute, sarà posizionato il più indietro possibile; pallone poco gonfio; soggetto in stazione eretta a 90° verso destra e 90° verso sinistra, piedi in appiombo sul pallone sopra il Dædalus® orientato a ore 12.

Esecuzione: mantenere il Dædalus® parallelo al suolo con lo sguardo rivolto all’infinito.

Esercizio 82

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RECUPERO PROPRIOCETTIvO DELLA SPALLA

Viene definita come “spalla” la regione che rappresenta il punto di an-coraggio dell’arto superiore con il tronco.

La spalla è morfologicamente costituita dall’insieme muscolo-tendi-neo che collega al torace il cingolo scapolare, composto dalla clavicola e dalla scapola e che coapta la testa dell’omero alla cavità glenoidea.

Il tutto a controllo riflesso sottocorticale con il duplice ruolo di garan-tire la massima mobilità ed una adeguata stabilità articolare, a completo servizio della mano.

I vari movimenti della spalla si effettuano la maggior parte delle volte in modo inconscio, automatico. I vari muscoli sollecitati sono così messi in azione attraverso la via sottocorticale: sinergia ed antagonismo musco-lare possono così coordinarsi per permettere la stabilizzazione scapolare più adeguata al movimento programmato della mano. Da ciò si intuisce l’importanza del recupero propriocettivo nelle patologie della spalla.

Obbiettivi:- decontratturare la muscolatura;- reclutare le fibre toniche;- ristabilire il gioco fra i muscoli agonisti, sinergici ed antagonisti;- ripristinare la stabilità e la fisiologia articolare;- annullare gli eventuali conflitti con nervi o strutture vascolari.

La posizione del pallone è determinata dalla presenza del dolore. In li-nea di massima si inizia con il pallone collocato anteriormente; con il pro-seguimento delle sedute (dolore permettendo) sarà possibile posizionare il pallone sempre più indietro. Sarà il dolore che ci indicherà quali esercizi scegliere, la seduta non deve superare i 20/30 minuti.

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Punto di partenza: soggetto in decubi-to prono sul lettino, con testa e braccia fuori; il lettino deve essere posizionato ad un’ altezza tale da consentire che le braccia siano tese.

Esecuzione:a) portare una o più palline dalla perife-

ria al centro del labirinto; b) far ruotare, lentamente, una pallina

in senso orario e antiorario;c) ripetere gli esercizi a) e b) variando

la direzione del Dædalus®: 45° verso destra e 45° verso sinistra.

Esercizio 83

Punto di partenza: soggetto in decu-bito prono sul lettino, mano appoggia-ta sul Dædalus® orientato verso le ore 9; il lettino deve essere posizionato ad un’ altezza tale da consentire che il brac-cio sia teso.

Esecuzione:a) inserire una pallina e farla girare len-

tamente nella corsia maggiore; b) ripetere l’esercizio a), con palline di-

verse e modificando la posizione del-la mano (più avanti, più indietro più verso destra ecc.);

c) ripetere gli esercizi a) e b) posizionan-do il Dædalus® a ore 12 e a ore 6.

Esercizio 84

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Esercizio 85

Punto di partenza: posizionare il Dæda-lus® sopra un tavolo orientato verso le ore 12, con le braccia tese e le mani ap-poggiate sopra il sussidio (l’altezza del tavolo – e conseguentemente dell’attrez-zo – è determinata dall’altezza del sog-getto e dalla presenza del dolore).

Esecuzione:a) portare una o più palline dalla perife-

ria al centro del labirinto; b) far ruotare lentamente, in senso ora-

rio prima e antiorario poi, una palli-na;

c) ripetere gli esercizi a) e b) variando la posizione del Dædalus®: 45° verso destra e 45° verso sinistra;

Esercizio 86

Punto di partenza: soggetto posiziona-to con le spalle rivolte verso il Dædalus® posto sopra un tavolo, braccia tese con le mani appoggiate sul bordo posteriore del sussidio (l’altezza del tavolo – e con-seguentemente dell’attrezzo – è deter-minata dalla presenza del dolore).

Esecuzione:a) inserire una pallina nella corsia mag-

giore e farla girare il più lentamente possibile in senso orario e antiorario;

b) ripetere l’ esercizio a) variando la dire-zione del Dædalus®: 45° verso destra e 45°verso sinistra;

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Punto di partenza: soggetto posiziona-to a lato del Dædalus®, il quale è posto sopra un tavolo ed orientato verso ore 12; braccio teso e mano in appoggio sul sus-sidio (l’altezza del tavolo – e conseguen-temente dell’attrezzo – è determinata dalla presenza del dolore).

Esecuzione:a) inserire una pallina e farla girare len-

tamente in senso orario e antiorario;b) ripetere l’esercizio a) variando la dire-

zione del Dædalus®: 45° verso destra e 45° verso sinistra.

Esercizio 87

Punto di partenza: (esercizi da eseguire solo con il consenso del terapeuta):soggetto seduto sul bordo inferiore del Dædalus®, con quest’ultimo posizionato alle proprie spalle; mani che afferrano il bordo esterno del sussidio con le braccia ben tese.

Esecuzione:a) sollevare il bacino mantenendo il

Dædalus® parallelo al pavimento;b) mantenere il bacino sollevato e cam-

minare avanti e indietro, senza perde-re l’orizzontalità del corpo e del sussi-dio;

c) posizionare le mani una più avanti e una più indietro e poi viceversa;

d) ripetere gli esercizi a) e b) con il Dædalus® orientato a 45° a destra e 45° a sinistra.

Esercizio 88

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TRATTAMENTO POST-MANIPOLATIvO vERTEBRALE

È stato dimostrato infatti che da un semplice episodio di lombalgia, si innesca un processo destruente che porta a modificare funzionalmente ed istologicamente il muscolo “multifido” omolaterale, responsabile della statica di quel tratto.

Nella letteratura attuale si legge:- “il dolore modifica la struttura del multifido” (Hides 94 Spine)- “nel soggetto con mal di schiena alcuni muscoli cambiano la loro attivi-

tà tonica in attività fasica” (Hodges, Richardson, Jull 96-97 Spine).

Le ricerche della Mannion parlano chiaro: una modifica delle fibre mu-scolari da lento tipo 1 a veloce tipo 2, quindi più fibre glicolitiche riduce l’attività tonica importante per la stabilizzazione.

L’obiettivo è di stabilizzare il risultato ottenuto dal trattamento manipo-lativo, attraverso:- il reclutamento delle fibre tonico-posturali; - decontratturare;- il ripristino della stabilità e della fisiologia articolare;- un riequilibrio delle catene muscolari anti-gravitazionali (dei flessori e

degli estensori).

Esecuzione: eseguire il programma rieducativo propriocettivo globale dell’instabilità vertebrale (le prime quattro settimane).

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RECUPERO DI UNA LORDOSI CERvICALE 118

RECUPERO DI UNA IPERLORDOSI CERvICALE 121

pag.

TRATTAMENTODI ALCUNEPATOLOGIE

SEMELLES A BOULE®

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RECUPERO DI UNA LORDOSI CERvICALE

Si consigliano due sedute al giorno per la durata di 90 gg. (il tratta-mento deve essere sorvegliato da un medico o da un fi sioterapista con controlli ogni 20 gg.)

Esercizio 89da eseguire per un paio di giorni.

Punto di partenza: posizionare le semisfere al centro ed inserire le molle morbide.Esecuzione: camminare sul posto per cinque minuti due volte al giorno per un paio di giorni.

Esercizio 90Prima settimanaPunto di partenza:posizionare le semisfere al centro ed utilizzare a giorni alterni le mol-le morbide con le medie.Esecuzione: camminare vicino a un tavolo per una decina di minuti due volte al giorno.

Dopo dieci giorni di lavoro il te-rapeuta dovrà verifi care la scom-parsa delle contratture; solo allora si potrà proseguire con il lavoro di tonifi cazione.

Seconda settimanaUtilizzare a giorni alterni molle medie e molle dure.

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Esercizio 91Terza settimanaPunto di partenza:posizionare le semisfere un centi-metro più avanti e sistemare un fo-glio di carta (che successivamente sarà sostituito da una rivista o da un libro) sopra la testa.Esecuzione: camminare per 5-6 minuti; ripetere l’esercizio, dopo alcune ore togliendo il foglio di carta.

Quarta settimana due sedute al giorno (mattino e sera):Punto di partenza:posizionare le semisfere 2 cm più avanti e sostituire il foglio di carta con una rivista.Esecuzione: camminare al mattino per dieci minuti inserendo le molle medie;camminare alla sera per 10 min. senza rivista sulla testa inserendo le mol-le dure.

Quinta e sesta settimana due sedute al giorno (mattino e sera):Punto di partenza:sostituire la rivista con un libro, tenendo le semisfere il più avanti possibile.Esecuzione: camminare al mattino, con il libro sopra la testa, inserendo le molle me-die per cinque minuti; camminare alla sera, senza libro, inserendo le mol-le dure per dieci minuti.

Settima e ottava settimana due sedute al giorno (mattino e sera):Punto di partenza:posizionare le semisfere 1 cm più indietro.Esecuzione: Camminare al mattino, con un libro sopra la testa ed inserendo le molle medie, per cinque minuti; camminare alla sera, senza libro, inserendo le molle dure, per dieci minuti.

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Nona settimana due sedute al giorno (mattino e sera):Punto di partenza:portare le semisfere il più avanti possibile.Esecuzione: camminare al mattino per 5 minuti, con il libro sopra la testa, inserendo le molle dure per cinque minuti; camminare alla sera, senza libro, inserendo le molle medie.

Dalla decima settimana riportare gradualmente le semisfere verso il centro per poi ritornare in avanti (lo spostamento delle semisfere sarà fatto ogni tre sedute). E’ sufficiente eseguire una seduta al giorno, alter-nando l’esercizio con il libro a quello senza e cambiando le molle ogni tre giorni, alternando quelle medie a quelle dure.

Dalla tredicesima settimana è sufficiente eseguire tre sedute settima-nali (con le stesse modalità della decima settimana).

In possesso di finimento elastico si può alternare l’esercizio con il libro, mediante l’utilizzo del finimento elastico con trazione posteriore (tale esercizio prevede il cammino per cinque minuti).

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RECUPERO DI UNA IPERLORDOSI CERvICALE

Attenersi al programma precedente (recupero della lordosi cervicale) orientando le semisfere verso la parte posteriore delle Semelles; gli eser-cizi con finimento elastico sono con trazione anteriore.

122

PREVENZIONE DEI TRAUMI SPORTIVITRATTAMENTO PRESCIISTICO 124

pag.

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L’attuazione degli esercizi propriocettivi al fine di prevenire danneggia-menti al comparto muscolo-scheletrico deve durare almeno un terzo del tempo dell’allenamento ed è vincolata all’esecuzione di una rieducazione di tipo “sottocorticale”.

Per ottenere un recupero muscolare ottimale post-traumatico, nella rieducazione propriocettiva dobbiamo riservare un terzo del tempo ad esercizi di tipo “corticale” (giocando con una o più palline).

TRATTAMENTO PRESCIISTICO

Scopo del trattamento:- stimolazione degli estero-propriocettori del piede;- elasticità al complesso muscolo-capsulo-articolare (delle articolazioni

della caviglia, del ginocchio e dell’anca);- stabilizzazione delle articolazioni, ripristinando la loro frazione di fibre

toniche, creando nel muscolo la cosiddetta funzione di “legamento at-tivo”;

- stimolazione delle catene muscolari anti-gravitazionali;- acquisire l’equilibrio statico-dinamico.

Gli esercizi 92, 93, 94, e 95 vanno eseguiti in un’ unica sedutaEsercizio 92 Posizionare il pallone (poco gonfio: il pallone è considerato poco gonfio quando i piedini del Dædalus® – parallelo al suolo –, con il soggetto po-sizionato sopra lo stesso, sono ad una distanza non superiore ai 3 cm dal pavimento) nella zona posteriore dell’attrezzo; salire sopra il Dædalus®, orientato a ore 12 e posizionarsi sopra il pallone; l’esercizio deve avere una durata di 5 minuti, cercando di mantenere il sussidio parallelo al pavi-mento con lo sguardo rivolto all’infinito.

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125

Esercizio 93Eseguire lo stesso esercizio (la durata deve essere sempre di 5 minuti), variando la posizione dell’attrezzo che dovrà essere ad ore 6.

Esercizio 94Eseguire lo stesso esercizio (la durata deve essere sempre di 5 minuti), variando la posizione dell’attrezzo che dovrà essere ad ore 3.

TRAU

MI S

PORT

IvI

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Esercizio 95 Eseguire lo stesso esercizio (la durata deve essere sempre di 5 minuti), variando la posizione dell’attrezzo che dovrà essere ad ore 9.

Esercizio 96Eseguiti questi primi 4 esercizi (la cui durata complessiva è di circa 20 minuti), svolgere quanto segue: posizionarsi sopra il Dædalus® con le gi-nocchia leggermente piegate, pallone gonfio ed elastici posizionati nei fori anteriori e maniglie afferrate;

Esecuzione:a) inserire una pallina nella corsia maggiore e farla girare il più lenta-

mente possibile in senso orario e antiorario per un tempo complessivo di circa 5 minuti, utilizzando alternativamente afferenze visive o uditi-ve;

b) portare una o più biglie dalla pe-riferia al centro per 5 minuti.

TRATTAMENTO DEFATIGANTE

SEMELLES A BOULE®

TRAT

TAM

ENTO

DEF

ATIG

ANTE

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Esercizio 97Lo scopo del trattamento è di facilitare l’eliminazione di acido lattico e

ridurre il rischio di patologie muscolo-scheletriche e vascolari attraverso:

- una stimolazione del circolo venoso;- un riequilibrio del carico;- una stimolazione delle catene muscolari anti-gravitazionali;- una riduzione delle contratture muscolari.

L’esercizio si esegue camminando per 7/8 minuti applicando le semi-sfere nella posizione centrale e simmetrica.

Questo trattamento va eseguito lo stesso giorno in cui è stata esegui-ta l’attività motoria e il giorno succesivo, praticando un paio di sedute al giorno.

Nei giorni successivi una seduta al giorno (2 sedute se persiste dolore muscolare) usando le semisfere:- senza molle per bambini con un peso inferiore a 30 kg;- con molle verdi dai 31 ai 65 kg;- con molle blu dai 66 ai 90 kg;- con molle rosse dai 91 kg in su.

N.B: Nei soggetti affetti da lassità legamentaria della caviglia o del ginoc-chio è consigliabile eseguire l’esercizio appoggiati a una sedia.

TRAT

TAM

ENTO

DEF

ATIG

ANTE

129

TRATTAMENTO PER LA TERZA ETÀ

TERZ

A ET

À

130

LAvORARE CON GLI ANZIANIE’ noto che attualmente le aspettative di vita si sono prolungate. Ac-

canto a questo allungamento temporale, è aumentata l’esigenza di una migliore qualità della vita stessa. Migliorare la propria performance quo-tidiana significa anche combattere e rallentare l’involuzione fisiologica alla quale l’anziano va progressivamente incontro. Con il progredire degli anni il nostro sistema anti-gravitazionale si deteriora e si assume la po-stura in flessione caratteristica dell’età. L’assopimento percettivo e l’ipo-cinesia che ne conseguono, rendono più difficoltosi ed incerti il nostro equilibrio, la nostra stabilità articolare e tutte le attività prestazionali. Ne deriva un danno psichico di autosvalutazione che accelera inevitabil-mente il processo d’invecchiamento. Per questi motivi è utile utilizzare il Dædalus® con le persone anziane affinche possano ritrovare la loro reat-tività posturale attraverso la stimolazione sensoriale, sensitiva e motoria che questo sussidio può indurre. Non bisogna aver paura di proporre que-sta metodica al soggetto anziano, le nostre esperienze ci hanno dimo-strato che il sistema recettoriale spesso è solo assopito!

Obbiettivo:- migliorare l’equilibrio e la coordinazione;- recuperare la stabilità articolare;- stimolare il desiderio di competitività.

Il lavoro si può svolgere:a) nei soggetti dove il rischio di cadute è molto elevato: gli esercizi devo-

no essere eseguiti esclusivamente in posizione seduta, su sedie dotate di schienale e reggibraccia;

b) nei soggetti in cui la stazione eretta lo permette, eseguiremo gli eser-cizi da seduti e successivamente esercizi in piedi in appoggio monopo-dale;

c) il lavoro deve primeggiare gli esercizi utilizzando vie visive (utilizzando palline colorate) e dove è possibile, utilizzare anche le vie uditive (pal-lina d’acciaio);

d) l’esperienza ha dimostrato che nell’esercizio di tipo sottocorticale (ri-cercare solo il controllo dell’orizzontabilità del Dædalus®) gli anziani perdono presto gli stimoli e finiscono per abbandonare il trattamento; per questo motivo l’esercizio va eseguito con molta cautela e in certi casi va soppresso;

e) il tempo del trattamento non deve superare i 10/15 minuti;f) si esegue una seduta al giorno per 5 giorni alla settimana e deve con-

tinuare per due mesi;g) si possono eseguire, a richiesta anche più sedute al giorno;h) per il trattamento di mantenimento sono sufficienti 2/3 sedute settimanali;i) nei soggetti in cui sia possibile eseguire gli esercizi 98 e 99 si fa pre-

sente che vanno eseguiti un giorno l’uno e un giorno l’altro.

TERZ

A ET

À

131

Punto di partenza: soggetto seduto su una poltrona con i piedi in appoggio sul Dæda-lus® orientato a ore 12.

Esecuzione:a) mantenere il sussidio parallelo al pavimento per 1 minuto;b) ripetere l’esercizio a) con il Dædalus® orientato a ore 3 e a ore 9 per un tempo

complessivo di 2 minuti;c) inserire una pallina (per facilitare l’esercizio si consiglia di colorare la pallina di un

colore che sia ben visibile dal soggetto) e portarla dalla periferia al centro in un tempo di 3 minuti;

d) ripetere l’esercizio c) posizionando il Dædalus® a ore 2 e a ore 10 per un tempo complessivo di 3/4 minuti.

Esercizio 98

anni 79 anni 81

TERZ

A ET

À

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Esercizio 99

Punto di partenza: soggetto in stazione eretta con piede sinistro a terra e piede destro appoggiato sul Dædalus® orientato alle ore 12.

Esecuzione:a) inserire una pallina (per facilitare l’esercizio si consiglia di colorare la pallina di un

colore che sia ben visibile dal soggetto) e portarla dalla periferia al centro in un tempo massimo di 3 minuti;

b) ripetere l’esercizio a) posizionando il Dædalus® a ore 2 e a ore 10 per un tempo complessivo di 3/4 minuti;

c) ripetere gli esercizi con l’altro piede.

PGS NELL’ ATTIVITÀMOTORIA SCOLASTICAInserimento della metodica nei programmi di rieducazione motoria come prevenzione dei disturbi posturali in età scolare.

134

La maggior parte dei vizi posturali di un soggetto si manifesta già nel primo periodo dell’adolescenza (7 - 14 anni), il quale coincide con l’inizio degli studi scolastici.

Ecco allora che il ragazzo, sottoposto a lunghe e obbligate posture da seduto -in completa cifosi dorso-lombare-, va rapidamente incontro ad atrofia dei muscoli erettori spinali prima ed a vizi posturali poi.

Tutto ciò è dovuto anche al fatto che l’attività sportiva, se praticata, non viene sempre svolta con costanza e per tempi sufficienti.

Per i motivi sopra esposti riteniamo che l’utilizzo del Dædalus® deb-ba essere proposto anche ai ragazzi in giovane età (a partire, dunque, da circa 7/8 anni) e debba integrare l’attività motoria di base prevista dai programmi scolastici della scuola primaria.

Fra i benefici che questa attività di gioco comporta, primeggia l’attiva-zione della sensibilità propriocettiva e sensoriale, basi per una prevenzio-ne precoce degli squilibri posturali.

Obbiettivi:- un miglioramento dell’equilibrio statico;- un maggior coordinamento dinamico;- una normalizzazione delle frecce rachidee;- una maggior capacità di autopercezione;- un accrescimento degli stimoli afferenziali visivi ed uditivi;- una maggior consapevolezza psicomotoria;- uno stimolo alla competitività.

134

ATTI

vITÀ

MOT

ORI

A SC

OLA

STIC

A

ATTI

vITÀ

MOT

ORI

A SC

OLA

STIC

A

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Punto di partenza: soggetto seduto su una sedia, piedi in appoggio sul Dæda-lus®;

Esecuzione:a) muovere il Dædalus® con i piedi pa-

ralleli e guidare una o più palline dal-la periferia al centro;

b) inserire la sola pallina d’acciaio nella corsia maggiore del Dædalus® e farla girare in senso orario e antiorario il più lentamente possibile utilizzando le sole afferenze uditive;

Esercizio 100 Esercizio 101

Punto di partenza: soggetto in stazio-ne eretta con piede sinistro a terra e piede destro appoggiato sul Dædalus®, quest’ultimo orientato ad ore 12.

Esecuzione:a) inserire una o più palline e portarle

dalla periferia al centro;b) introdurre una pallina nella corsia

esterna e farla ruotare il più lenta-mente possibile in senso orario e an-tiorario.

c) ripetere gli esercizi a) e b) invertendo i piedi (piede sinsitro sul Dædalus® e piedo destra a terra).

ATTI

vITÀ

MOT

ORI

A SC

OLA

STIC

A

136

Punto di partenza: soggetto in stazione eretta sul Dædalus® orientato ad ore 12, piedi paralleli, sguardo rivolto all’infi nito.

Esecuzione:mantenere l’equilibrio con il sussidio pa-rallelo al suolo;

l’esercizio si può eseguire:a) con piedi divaricati;b) con piedi uniti;c) con il Dædalus® orientato a 45° verso

destra e a 45° verso sinistra.

Esercizio 102 Esercizio 103

Punto di partenza: soggetto in decubito supino sopra il Dædalus® con un cusci-no sotto la testa, nuca in appoggio sulla parte anteriore del labirinto, ginocchia piegate e piedi in appoggio a terra, limi-tatori d’inclinazione aperti.

Esecuzione:a) appiattire il più possibile la lordosi

lombare mantenendo il Dædalus® parallelo al pavimento;

b) ripetere l’esercizio prima con la gam-ba destra allungata e sollevata e poi con la sinistra.

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ATTI

vITÀ

MOT

ORI

A SC

OLA

STIC

A

137

CONCLUSIONI

In questo manuale d’uso non ho ovviamente la presunzione di aver descritto tutte le applicazioni possibili e rimando a quanti, terapeutici ed educatori, avranno la bontà di avvicinarsi a questa metodologia di ap-proccio alle problematiche muscolo-scheletriche.

Parte fondamentale del metodo riabilitativo è la fase rieducativa che l’utilizzatore deve continuare a svolgere nel proprio domicilio, in modo autonomo e, soprattutto, costante, poiché solo un lavoro lento e progres-sivo garantisce il raggiungimento degli obiettivi prestabiliti.

È importante sottolineare che il terapeuta deve trasmettere al sogget-

to gli esercizi o il protocollo da eseguire e verificare con controlli periodici la corretta esecuzione.

Flavio Forner

PGS - Postural Game System®

studio medico / centro riabilitativo

Dædalus®

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pag. sedutegiornaliere

minutiperseduta

giorniallasettimana

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