[FIRENZE - 1] TOSCANA/FIRENZE/01 09/11/11 · La sentenza AMBIENTE,URBANISTICAEFUTURO In cronaca...

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Il sasso di Dante D a tempo in To- scana la gestio- ne del territorio è oggetto di po- lemiche. Dal Comune di Firenze a quelli di San Vincenzo e San Casciano, dalle vicende dell’aero- porto Vespucci al sottoat- traversamento urbano della Tav, sino ai tragici fatti della Lunigiana e del- l’Elba, è tutto un susse- guirsi di critiche e conflit- ti. Intendiamoci, fenome- ni quali l’incremento de- mografico, l’abbandono della campagna, l’affer- mazione di stili di vita ti- pici della società dei con- sumi e l’accresciuta mobi- lità extraur- bana non ri- guardano soltanto il territorio to- scano. Ma la Toscana, il suo territo- rio e le sue amministra- zioni, per de- cenni han- no costitui- to quel diffe- renziale poli- tico che ha legittimato agli occhi dell’opinione pubblica un’intera classe di governo. E questo gra- zie anche ad esperimenti normativi tra i più inte- ressanti ed innovativi nel panorama nazionale ed alla assenza di fenomeni significativi di abusivi- smo edilizio perfino in quelle aree più esposte al- l’egemonia della specula- zione privata. Come leggere allora il crescente malessere che caratterizza il tempo pre- sente e che investe la sfe- ra della politica, i rappor- ti tra le amministrazioni e la fiducia dei cittadini? Addebitandolo alla crisi della rappresentanza poli- tica o alle patologie del- l’effetto nimby? Oppure richiamandoci all’inse- gnamento di Giuseppe Campos Venuti, secondo cui l’urbanistica è sì un in- sieme di regole, ma so- prattutto è un gigantesco mercato che si costruisce le proprie regole? E dove cercare una prospettiva operativa diversa da cui ripartire? Partiamo da un dato oggettivo: l’aumento del territorio urbanizzato. Quasi due decenni fa, a Rio De Janeiro nel 1992, nasceva la sfida dello «sviluppo sostenibile». Pochi anni dopo (1995) la Regione Toscana emana- va una legge sul governo del territo- rio in cui il consumo di suolo era identificato come una questione primaria. Nel 2005 è intervenuta l’ultima leg- ge regionale sul governo del territo- rio che ha ri- badito i principi della pre- cedente. Come è realmen- te andata? Enrico Rossi, all’indo- mani della sua elezione a Presidente della Giunta Regionale, ha indicato proprio nel consumo di suolo uno dei problemi più impellenti a livello re- gionale e nel suo conteni- mento l’obbiettivo priori- tario della politica territo- riale. Rossi ha parlato con cognizione di causa. Per limitarci ad un’area che il presidente toscano conosce molto bene, me- rita ricordare i dati che il noto urbanista Vezio De Lucia ha riportato in un suo libro recente. CONTINUA A PAGINA 12 L’INCHIESTA L’AGGRESSIONE L’ACCORDO Digitale in Garfagnana La sentenza AMBIENTE, URBANISTICA E FUTURO In cronaca Cosa cambia dopo la resa del premier Emergenza Elba L’intervista Tv al buio, e la crisi del Cav. c’è chi la sente incollato alla radio Calciopoli, anche Della Valle condannato «Faremo ricorso» di Staino di GIAN FRANCO CARTEI e GABRIELE PAOLINELLI A PAGINA 2 Ferragamo al top: «Il sì della Borsa» IL C ALCIO ROCK DELL’ UOMO L ENTO Fiorentina Presentato il nuovo tecnico, una folla di tifosi ad accoglierlo: aperto il Franchi A PAGINA 11 IL CEMENTO CHE CI CONSUMA A PAGINA 7 Mollica A PAGINA 7 Marotta A PAGINA 5 Sanna A PAGINA 3 di MAURO BONCIANI A PAGINA 4 L’Italia va sott’acqua, e Firenze rischia ancora l’alluvione. Ecco perché A PAGINA 10 Poesio A PAGINA 9 Benedetto, Cervone Ecco Delio: una squadra, una città Il governo cade, i congressi salta- no. Potrebbe essere questo l’effetto delle dimissioni, annunciate, del pre- sidente del Consiglio Silvio Berlusco- ni sul Pdl. Il partito è impegnato per la prima volta nella campagna di tes- seramento. Ma se i tempi, come pro- babile, precipitassero verso elezioni a gennaio, i congressi territoriali sal- terebbero: non si può fare campagna elettorale e congressi assieme. «È un’ipotesi realistica» dicono il coor- dinatore provinciale e quello fiorenti- no Nascosti e Toccafondi. E Nascosti manda una lettera agli eletti, per evi- tare la «fuga» del dopo Berlusconi. A PAGINA 5 Fatucchi Elezioni a genna- io, primarie quasi impossibili. La cor- sa di Matteo Renzi per candidarsi pre- mier in primarie di coalizione cozza con l’accelerata im- pressa dalle dimis- sioni del premier: se si voterà a gen- naio, la corsa è in salita. E il «do tank» del Big Bang studia le alterna- tive: chiederà comunque le prima- rie, anche per i candidati al parla- mento. Il Pd si divide, l’Idv nicchia, Sel ribadisce: ci vogliono. A PAGINA 5 dal nostro inviato SIMONE INNOCENTI Il piano del 2005 per la messa in sicurezza dell’Arno dal Fal- terona a Pisa è stato realizzato solo al 3 per cento e in cassa ci sono 105 dei 269 milioni necessari, mentre i lavori vanno al rallentatore perché mancano firme o ci sono troppe competen- ze. Intanto una piena come quella del 1966 avrebbe gli stessi effetti devastanti su Firenze. E l’Autorità di bacino ora chiede nuovi strumenti e procedure. Conclusi solo il 3 per cento dei lavori e manca più della metà dei soldi. Poi c’è chi deve firmare una carta e da un anno non risponde Arno sicuro, dove sono i milioni di ANDREA DI CARO L’ uomo dei tifosi è arrivato. Defi- nendolo così non vogliamo sminuire il valore del tecnico, pre- parato e all’altezza. Anzi è proprio per il gioco espresso che Delio Ros- si si è attirato tante simpatie a Fi- renze, visto che per carattere non ama regalare battute e titoloni. CONTINUA A PAGINA 10 Agguato a Betori, pronto l’identikit Botte da tre ubriachi a tassista e poliziotti Lavori della tramvia, di notte ora si lavora Dopo il fango arrivano i soldi Rossi, l’impegno a sbloccarli Finisce col timer la stagione di Berlusconi Voto vicino, per Renzi un ostacolo in più www.corrierefiorentino.it MERCOLEDÌ 9 NOVEMBRE 2011 ANNO IV - N. 293 REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE: Lungarno delle Grazie, 22 - 50122 - Firenze - Tel 055 - 24825 - Fax 055 - 2482510 - Email: [email protected] Distribuito con il Corriere della Sera - Non vendibile separatamente

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Il sasso di Dante

D a tempo in To-scana la gestio-ne del territorioè oggetto di po-

lemiche. Dal Comune diFirenze a quelli di SanVincenzo e San Casciano,dalle vicende dell’aero-porto Vespucci al sottoat-traversamento urbanodella Tav, sino ai tragicifatti della Lunigiana e del-l’Elba, è tutto un susse-guirsi di critiche e conflit-ti. Intendiamoci, fenome-ni quali l’incremento de-mografico, l’abbandonodella campagna, l’affer-mazione di stili di vita ti-pici della società dei con-sumi e l’accresciuta mobi-lità extraur-bana non ri-g u a r d a n osoltanto ilterritorio to-scano. Ma laToscana, ilsuo territo-rio e le sueamministra-zioni, per de-cenni han-no costitui-to quel diffe-renziale poli-tico che halegittimatoagli occhi dell’opinionepubblica un’intera classedi governo. E questo gra-zie anche ad esperimentinormativi tra i più inte-ressanti ed innovativi nelpanorama nazionale edalla assenza di fenomenisignificativi di abusivi-smo edilizio perfino inquelle aree più esposte al-l’egemonia della specula-zione privata.

Come leggere allora ilcrescente malessere checaratterizza il tempo pre-sente e che investe la sfe-ra della politica, i rappor-ti tra le amministrazionie la fiducia dei cittadini?Addebitandolo alla crisidella rappresentanza poli-tica o alle patologie del-

l’effetto nimby? Oppurerichiamandoci all’inse-gnamento di GiuseppeCampos Venuti, secondocui l’urbanistica è sì un in-sieme di regole, ma so-prattutto è un gigantescomercato che si costruiscele proprie regole? E dovecercare una prospettivaoperativa diversa da cuiripartire?

Partiamo da un datooggettivo: l’aumento delterritorio urbanizzato.Quasi due decenni fa, aRio De Janeiro nel 1992,nasceva la sfida dello«sviluppo sostenibile».Pochi anni dopo (1995) laRegione Toscana emana-

va una leggesul governodel territo-rio in cui ilconsumo dis u o l o e r aidentificatoc o m e u n aq u e s t i o n ep r i m a r i a .Nel 2005 èintervenutal’ultima leg-ge regionalesul governodel territo-rio che ha ri-

badito i principi della pre-cedente. Come è realmen-te andata?

Enrico Rossi, all’indo-mani della sua elezione aPresidente della GiuntaRegionale, ha indicatoproprio nel consumo disuolo uno dei problemipiù impellenti a livello re-gionale e nel suo conteni-mento l’obbiettivo priori-tario della politica territo-riale. Rossi ha parlatocon cognizione di causa.Per limitarci ad un’areache il presidente toscanoconosce molto bene, me-rita ricordare i dati che ilnoto urbanista Vezio DeLucia ha riportato in unsuo libro recente.

CONTINUA A PAGINA 12

L’INCHIESTA

L’AGGRESSIONE

L’ACCORDO

Digitale in Garfagnana

La sentenza

AMBIENTE, URBANISTICA E FUTURO

In cronaca

Cosa cambia dopo la resa del premier

Emergenza Elba

L’intervista

Tv al buio,e la crisi del Cav.c’è chi la senteincollato alla radio

Calciopoli,anche Della Vallecondannato«Faremo ricorso»

di Staino

di GIAN FRANCO CARTEI e GABRIELE PAOLINELLI

A PAGINA 2

Ferragamo al top:«Il sì della Borsa»

IL CALCIO ROCKDELL’UOMO LENTO

Fiorentina Presentato il nuovo tecnico, una folla di tifosi ad accoglierlo: aperto il Franchi

A PAGINA 11

IL CEMENTOCHE CI CONSUMA

A PAGINA 7 Mollica

A PAGINA 7 Marotta

A PAGINA 5 Sanna

A PAGINA 3

di MAURO BONCIANI

A PAGINA 4

L’Italia va sott’acqua, e Firenze rischia ancora l’alluvione. Ecco perché

A PAGINA 10 Poesio

A PAGINA 9 Benedetto, Cervone

Ecco Delio: una squadra, una città

Il governo cade, i congressi salta-no. Potrebbe essere questo l’effettodelle dimissioni, annunciate, del pre-sidente del Consiglio Silvio Berlusco-ni sul Pdl. Il partito è impegnato perla prima volta nella campagna di tes-seramento. Ma se i tempi, come pro-babile, precipitassero verso elezionia gennaio, i congressi territoriali sal-terebbero: non si può fare campagnaelettorale e congressi assieme. «Èun’ipotesi realistica» dicono il coor-dinatore provinciale e quello fiorenti-no Nascosti e Toccafondi. E Nascostimanda una lettera agli eletti, per evi-tare la «fuga» del dopo Berlusconi.

A PAGINA 5 Fatucchi

Elezioni a genna-io, primarie quasiimpossibili. La cor-sa di Matteo Renziper candidarsi pre-mier in primariedi coalizione cozzacon l’accelerata im-pressa dalle dimis-

sioni del premier: se si voterà a gen-naio, la corsa è in salita. E il «dotank» del Big Bang studia le alterna-tive: chiederà comunque le prima-rie, anche per i candidati al parla-mento. Il Pd si divide, l’Idv nicchia,Sel ribadisce: ci vogliono.

A PAGINA 5

dal nostro inviato SIMONE INNOCENTI

Il piano del 2005 per la messa in sicurezza dell’Arno dal Fal-terona a Pisa è stato realizzato solo al 3 per cento e in cassa cisono 105 dei 269 milioni necessari, mentre i lavori vanno alrallentatore perché mancano firme o ci sono troppe competen-ze. Intanto una piena come quella del 1966 avrebbe gli stessieffetti devastanti su Firenze. E l’Autorità di bacino ora chiedenuovi strumenti e procedure.

Conclusi solo il 3 per cento dei lavori e manca più della metà dei soldi. Poi c’è chi deve firmare una carta e da un anno non risponde

Arno sicuro, dove sono i milioni

di ANDREA DI CARO

L’ uomo dei tifosi è arrivato. Defi-nendolo così non vogliamo

sminuire il valore del tecnico, pre-parato e all’altezza. Anzi è proprioper il gioco espresso che Delio Ros-si si è attirato tante simpatie a Fi-renze, visto che per carattere nonama regalare battute e titoloni.

CONTINUA A PAGINA 10

Agguato a Betori,pronto l’identikit

Botte da tre ubriachia tassista e poliziotti

Lavori della tramvia,di notte ora si lavora

Dopo il fango arrivano i soldiRossi, l’impegno a sbloccarli

Finisce col timer la stagione di BerlusconiVoto vicino, per Renzi un ostacolo in più

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MERCOLEDÌ 9 NOVEMBRE 2011 ANNO IV - N. 293 REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE: Lungarno delle Grazie, 22 - 50122 - Firenze - Tel 055 - 24825 - Fax 055 - 2482510 - Email: [email protected] Distribuito con il Corriere della Sera - Non vendibile separatamente

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12 Mercoledì 9 Novembre 2011 Corriere FiorentinoFI

Vite vissute

È uno strumento nelle mani di Dio, un piccolo strumen-to di carità operativa e creativa che realizza grandi ope-re di bene e conforto. È portatrice di nobili sentimenti,

lei ch’è nobile pur di lignaggio. E per l’Unitalsi, con cui co-mincia a cooperare da giovinetta, Anna Maria fa più di due-cento viaggi della speranza. Destinazione Lourdes e Loreto.Sono qualche migliaio le persone che incontra, sostiene, eaiuta a entrare e uscire dalle vasche miracolose. Ne ha leenergie e non ha difficoltà di lingua giacché in lingue è lau-reata. E tre papi, a partire da Giovanni XXIII, si congratulanocon lei. Si chiama Anna Maria Orsini Baroni, della grandecasata di origine pisana, con rami di famiglia oggi dimorantia Firenze, Milano e Londra, e nel suo passato alti ruoli diplo-matici e un paio di ambasciatori. La storia di Anna Maria,come quella della famiglia cui appartiene, è una storia di im-pegno. Ed è un impegno inesauribile. Come l’acqua dellafonte benedetta ai piedi dei Pirenei. Chi viaggia con lei lo sa.

[email protected]

Anna Maria Orsini Baroni (15.3.1917-28.10.2011)

Duecento viaggi alla grotta(con il grazie di tre Papi)

Lungarno

di Manuela Kalivaci

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TOSCANA, IL CEMENTO CHE CI CONSUMAE LA STRADA GIUSTA PER RIPARTIRE

Dei 5.200 ettari di superficieurbanizzata del comprensorio diPisa-Cascina-Pontedera quasidue terzi sono stati realizzati ne-gli ultimi cinquant’anni ed altri1000 ettari sono quelli destinatia nuova urbanizzazione dai pia-ni. Inutile precisare che questi fe-nomeni riguardano anche altriambiti della Toscana. Basti pensa-re all’area Firenze-Prato-Pistoia,oramai divenuta una conurbazio-ne di più di quasi un milione emezzo di abitanti; o all’asse Firen-ze-Pisa, per non tacere poi del-l’area Pisa-Versilia-Lucca. Tuttiesempi di territori sottoposti aprocessi di trasformazione quasisempre irreversibile. E se per ildecennio 1990-2000 l’Irpet ha ri-levato un dato regionale com-plessivamente migliore di quelloofferto dalla media nazionale,analisi più recenti invitano a benaltre conclusioni. Secondo, infat-ti, uno studio condotto da DavidFanfani e Alfonso Dodero, giànel 2006 il consumo di suolo pro-capite arrivava a 348 metri qua-drati per abitante. Un dato que-sto che assimila la Toscana a re-gioni — come Lombardia e Pie-monte — non certo virtuose nel-l’uso delle risorse territoriali.

Ma, come ricordano sempre idue ricercatori dell’Università diFirenze, le informazioni più pre-occupanti sono quelle fornite dal-la stessa Regione Toscana perl’anno 2007: le cosiddette aree ar-tificiali interessano, infatti, unaquota oramai rilevante della su-perficie regionale con un indicedi urbanizzazione pro capite paria 467 metri qua-drati per abitante.E non basta: taletasso di suolo ur-banizzato risultaimputabile assaipiù ai nuovi inse-diamenti produtti-vi e commercialiche agli interven-ti di edilizia resi-denziale. Il tuttoin assenza di alcu-na specifica correlazione tra l’an-damento demografico e l’espan-sione insediativa.

Si deve poi considerare quan-to emerge dall’esempio già ri-chiamato da De Lucia. Una visio-ne realistica ed obiettiva richie-de, infatti, che, insieme ai datisul pregresso si considerino an-che le quantità degli impegni ter-ritoriali previsti in relazione allequalità dei paesaggi destinati atali trasformazioni. Lo ricorda,del resto, anche Campos Venuti:il problema del consumo di suo-lo non è soltanto di quantità, maanche di qualità. E ciò perché inun regime fondiario legato aimeccanismi della rendita immo-biliare si costruisce nei luoghi do-ve il ritorno economico è mag-giormente garantito e remunera-to. Non a caso il noto urbanistacita proprio la costa e la campa-gna toscana come casi esemplaridi luoghi più soggetti ai pericolidi nuova edificazione.

E sul punto non si può tacereneppure che il fenomeno dell'au-mento di suolo urbanizzato in-crocia il dato drammatico dellacrisi della finanza degli enti loca-li. Specie dopo l’abolizione del-l'Ici, in Toscana più di un quarto

della spesa in conto capitale èoramai coperta dagli oneri di ur-banizzazione. Un dato, tra i più al-ti d’Italia, tanto allarmante da in-durre lo stesso presidente del-l’Anci e sindaco di Livorno Ales-sandro Cosimi a denunciare il ri-schio cruciale che corre il gover-no del territorio della Toscana:trasformare il consumo di suoloin una forma legittima, ma asso-lutamente impropria per colma-re il disavanzo degli enti locali.

La necessitàdi nuove strategie

L’aumento del territorio urba-nizzato non è soltanto una que-stione di dispersione abitativa.Impone costi ambientali, socialied economici sempre meno soste-nibili per la collettività regionale.Dai cambiamenti climatici agliequilibri idrogeologici ed ecologi-ci, dai problemi della mobilità aquelli dell'organizzazione dei ser-vizi pubblici, le implicazioni del-la cementificazione del territoriorappresentano oramai un’emer-genza di dominio pubblico.

Né possiamo dimenticare chei dati disponibili sono sottostima-ti perché ricavati da analisi nonaggiornate, e che la valutazionedel consumo di suolo futuro pre-visto è operazione soltanto da po-

co comparsa neiprocessi conosciti-vi e decisionalidei piani territo-riali. Inoltre, an-che a causa delleinnumerevoli se-parazioni e so-vrapposizioni dicompetenze, i pro-cessi incrementa-li di consumo disuolo consentono

di scaricare le responsabilità am-ministrative sulle gestioni delpassato. Laddove, la pianificazio-ne territoriale dovrebbe dare con-to degli effetti delle sue politichesulla realtà mediante una valuta-zione puntuale delle dimensioniinsediative ed infrastrutturali ri-sultanti dall’integrazione di ciòche già esiste con quanto si pre-vede che sarà realizzato.

E allora perché non è statochiesto il rispetto rigoroso delprincipio già previsto dalla leggedel 1995 e ribadito in quella del2005 che afferma: «Nuovi impe-gni di suolo a fini insediativi e in-frastrutturali sono consentitiesclusivamente qualora non sus-sistano alternative di riutilizza-zione e riorganizzazione degli in-sediamenti e delle infrastruttureesistenti»? E perché non investi-re nella promozione di processicapaci di invertire le attuali ten-denze facendo leva sulla condivi-sione della visione strategica checi offrono le risorse naturali ed ipaesaggi della Toscana?

Ciò avrebbe almeno il meritodi smascherare interessi specula-tivi troppo spesso spacciati pervalori collettivi. E sarebbe in talmodo possibile anche guidare

con efficacia l’innovazione quali-tativa dei sistemi insediativi e in-frastrutturali attraverso politichedi intervento sul patrimonio esi-stente.

Occorre prendere coscienzadei pericolosi condizionamentiprovocati dalla progressiva dimi-nuzione dello spazio utile e dispo-nibile per la collettività. Troppospesso accade, infatti, che la rea-lizzazione di fini ed opere di rile-vante interesse generale sia pre-giudicata dall’uso del suolo perusi ed obbiettivi conessi incompatibili:da qui poi l’insorgeredi un insieme di rela-zioni critiche e dan-nose per il territorio.Inoltre, in taluni casile trasformazioni in-sediative e infrastrut-turali sono così arti-colate e diffuse darendere ininfluenteogni valutazione sulla idoneitàd’uso agricolo dei suoli come va-lore preminente.

Occorre, invece, che questoaspetto divenga un postulato del-le future politiche territoriali al-meno negli ambiti rurali della To-scana, che rischiano di vedere ir-rimediabilmente compromessala loro produttività rispetto alleesigenze delle generazioni futu-re. Ma non basta. Nuove dinami-che di consumo di suolo stanno

investendo da tempo i paesaggirurali in nome della produzionedi energia da fonti rinnovabili.

Appare dubbio che il futurodella Toscana vada cercato, comeaccade in altre regioni d’Italia, la-sciando libero campo alle centralieoliche di crinale ed a quelle foto-voltaiche di pianura e collina, cuicedere paesaggi ad elevata natura-lità o produttività agronomica.

Nell’interesse comune territo-riale, risulta, invece, doverososperimentare alternative di svi-

luppo locale dei potenziali di au-tosufficienza energetica degli in-sediamenti.

Ogni rinuncia a tali politichepubbliche richiederebbe quantome-no la dimostrazione di reali e rile-vanti limiti della loro praticabilità.

Ripartire dai dirittidei cittadini

Prendiamo atto che le risorsenaturali del territorio non costi-tuiscono una dotazione infinita e

che Governo e Parlamento nonhanno offerto finora alcun aiutoalle regioni per promuovere effi-caci politiche territoriali. Nel si-lenzio generale si è, invece, ali-mentata l’insensata opinione cheil territorio costituisca un beneda consumare per le convenien-ze più disparate meno che per ibisogni della collettività. Comese le leggi del territorio potesse-ro essere violate in nome di unacrescita qualunque. E come se unambiente equilibrato non costitu-

isse la premessa indefet-tibile per assicurare lasalute dei cittadini e lecondizioni di sopravvi-venza delle future gene-razioni. Tuttavia, il deso-lante quadro nazionalenon può costituire unalibi per la Toscana: a ri-schio, infatti, non è sol-tanto la dimensione sto-rica ed identitaria di

un’intera regione, quanto la stes-sa funzionalità e sostenibilità am-bientale di città e territori.

Ripartiamo allora proprio daiconflitti politici e sociali di que-sti mesi e ricaviamone gli inse-gnamenti per una migliore razio-nalità territoriale ed urbanistica.Entra così in gioco la necessariacorrelazione tra organizzazioneamministrativa e dimensioneterritoriale degli interessi. Lascelta regionale è tuttora quella

di privilegiare la scala locale. Èsufficiente? I recenti avvenimen-ti insegnano che, specie quandosono in gioco interessi pubblicigenerali, l’affermazione dell’au-tonomia locale è causa della con-fusione delle competenze ammi-nistrative e della proliferazionedei processi pianificatori. Si im-pone, dunque, di ripensare ilprincipio di sussidiarietà territo-riale mettendo in stretta correla-zione la scala degli interessi conil livello di governo più idoneo atracciare strate-gie ed assumeredecisioni. Occor-re, inoltre, acqui-sire piena consa-pevolezza dell’im-portanza di dareeffettività ai mec-canismi parteci-pativi. E non sol-tanto a quelli —utili, ma insuffi-cienti — dellaconcertazione e comunicazioneistituzionale. È tempo di ricorda-re che proprio la Toscana è statala regione che più di ogni altraha riconosciuto la partecipazio-ne dei cittadini quale componen-te dei processi di trasformazioneterritoriale. Affianchiamola con isaperi delle scienze del territorioe tenendo conto, invece, di ciòche ci indica dalla fine del secoloscorso la Convenzione interna-

zionale di Aarhus: la partecipa-zione non può essere soltanto in-formazione istituzionale; occor-re che coinvolga i cittadini neiprocessi delle decisioni territo-riali che li riguardano diretta-mente. Ma non basta. Procedia-mo nella direzione indicata dadocumenti come la Carta di Lip-sia sulle città europee sostenibilidel 2007 e la Carta urbana euro-pea del 2008.

Rafforziamo dunque quellepolitiche di sviluppo urbanoche concepiscono le reti infra-strutturali secondo criteri di in-tegrazione e complementarietà,assicurino la realizzazione dispazi pubblici di qualità, superi-no la contrapposizione tra eco-nomia ed equilibrio ambientale.E non trascuriamo neppure quel-lo che insegnava il Consiglio diEuropa più di dieci anni fa: pro-

muovere la quali-tà nell’architettu-ra non significaappagare bisogninarcisistici, quan-to garantire unamaggiore integra-zione sociale eduna migliore qua-lità della vita indi-viduale e colletti-va. L’annunciatariforma della leg-

ge del 2005 sul governo del terri-torio rappresenta l’occasione dacui ripartire. Comunque vada, alfondo di tutto c’è il bisogno im-pellente di garantire al meglioun principio di equità territoria-le. Che poi altro non è se nonun’applicazione del principio diequità sociale.

Gian Franco CarteiGabriele Paolinelli

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Ambiente, urbanistica e futuro

L’architetturasignificagarantire unamigliore qualitàdella vita

Le leggidel territorio,le violazionie una crescitaqualunque

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