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FIORINO TESSARO – www.univirtual.it [email protected] La valutazione degli apprendimenti dello studente La valutazione degli apprendimenti dello studente straniero straniero Dalla progettazione alla valutazione – Vicenza 2 marzo 2006 Dalla progettazione alla valutazione – Vicenza 2 marzo 2006 Azione 2 La valutazione degli apprendimenti dello studente straniero Processi di integrazione: dalla progettazione alla valutazione Fiorino Tessaro

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Dalla progettazione alla valutazione – Vicenza 2 marzo 2006Dalla progettazione alla valutazione – Vicenza 2 marzo 2006

Azione 2

La valutazione degli apprendimenti dello studente straniero

Processi di integrazione: dalla progettazione alla valutazione

Fiorino Tessaro

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I modelli di progettazione didattica

… per obiettivi(Tyler, Bloom, Mager)

… per contenuti(Ciampolini)

… per mappe(Novak, Damiano)

… per problemi(Stein, Jones)

… per situazioni(Fornasa, Canevaro)

… per processi(HIP, Cornoldi)… per competenze

(Frabboni, Guasti)

… per relazioni(Buber, Franta)

… per soggetti(Bertin, Contini)

… per progetti(Bordallo - Ginestet)

… per padronanze(ML, Margiotta)

… per gruppi(CL, Comoglio)

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Dalla progettazione alla valutazione – Vicenza 2 marzo 2006Dalla progettazione alla valutazione – Vicenza 2 marzo 2006

Insegnamento come azione tecnico-razionale • Autoregolazione dell’intervento educativo. • Monitoraggio del processo e controllo continuo. • Obiettivo prevalente: conseguire un prodotto atteso • Previsione dei risultati e capacità di intervento in itinere • Apprendimento fenomeno prevedibile e controllabile. • Istruzione programmata. • Programmazione per obiettivi. • Oggettività della valutazione di conoscenze e abilità. • Visibilità di prodotti e comportamenti. (Competenze, capacità) • Scansione logica e programmata di tappe didattiche. • Metodi quantitativi (valutazioni in scale ampie e graduate)

CARATTERISTICHE DEI MODELLI DIDATTICI CENTRATI SUL PRODOTTO

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Dalla progettazione alla valutazione – Vicenza 2 marzo 2006Dalla progettazione alla valutazione – Vicenza 2 marzo 2006

• “Metodo” centrato su forme di pensiero riflessivo (problem posing e problem solving). Suggerimenti di procedure. • Insegnante come facilitatore, consigliere, animatore. • Gli alunni fanno diretta esperienza dei procedimenti di scoperta • Attività di ricerca e laboratorio • Argomenti desunti dall’attualità. Continuità ricercata con l’esperienza concreta e diretta dei ragazzi. • Congruenza psicologica con gli interessi dei ragazzi. • Pregnanza affettiva ed emotiva del lavoro di classe. • Benessere relazionale della comunità di apprendimento. • Valutazione dei processi ( dinamismi di coinvolgimento e condivisione, significatività soggettiva dell’attività ) • Valorizzazione degli itinerari di cambiamento • Metodi qualitativi (descrittivi e comprensivi) tratti da discipline psicologiche e psicosociali.

CARATTERISTICHE DEI MODELLI DIDATTICICENTRATI SUL PROCESSO

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Dalla progettazione alla valutazione – Vicenza 2 marzo 2006Dalla progettazione alla valutazione – Vicenza 2 marzo 2006

• Rifiutano l’univocità causa/ effetto nei processi di insegnamento e di apprendimento • Costruttivismo. L’apprendimento sta nel lavoro produttivo del soggetto, sul quale l’insegnamento interviene indirettamente, agendo sull’ambiente in cui si compie l'attività (sulle strutture mentali , semantiche, percettive di chi si pone in condizione di apprendimento) • Modelli ecologici (Bateson ) • Le conoscenze scolastiche sono importanti e sono amplificazioni delle strutture cognitive dell’allievo (Piaget, Bruner) • Gli oggetti culturali hanno un potenziale formativo: possono di modellare il soggetto, che con essi interagisce. L’oggetto diventa mediatore nella costruzione di conoscenze. • Mediazione tra i processi di insegnamento e apprendimento data dall’analisi degli oggetti culturali   (saperi, strutture disciplinari, epistemologie, logiche…) • Strutturalismo didattico, Sfondo integratore, Didattiche disciplinari, Didattica per concetti

CARATTERISTICHE DEI MODELLI DIDATTICICENTRATI SULLA MEDIAZIONE

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Dalla progettazione alla valutazione – Vicenza 2 marzo 2006Dalla progettazione alla valutazione – Vicenza 2 marzo 2006

• Rifiutano l’univocità causa/ effetto nei processi di insegnamento e di apprendimento • Costruttivismo. L’apprendimento sta nel lavoro produttivo del soggetto, sul quale l’insegnamento interviene indirettamente, agendo sull’ambiente in cui si compie l'attività (sulle strutture mentali , semantiche, percettive di chi si pone in condizione di apprendimento) • Modelli ecologici (Bateson ) • Le conoscenze scolastiche sono importanti e sono amplificazioni delle strutture cognitive dell’allievo (Piaget, Bruner) • Gli oggetti culturali hanno un potenziale formativo: possono di modellare il soggetto, che con essi interagisce. L’oggetto diventa mediatore nella costruzione di conoscenze. • Mediazione tra i processi di insegnamento e apprendimento data dall’analisi degli oggetti culturali   (saperi, strutture disciplinari, epistemologie, logiche…) • Strutturalismo didattico, Sfondo integratore, Didattiche disciplinari, Didattica per concetti

CARATTERISTICHE DEI MODELLI DIDATTICICENTRATI SULLA MEDIAZIONE

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Competenza…

una parola … cento parole

Personalizzazione formativa e parole chiave. Un lessico da condividere

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La competenza, cosa è … La competenza, cosa è …

L’iceberg di Spencer

skill

La competenza costituisce una caratteristica intrinseca di un individuo casualmente collegata ad una performance eccellente in una mansione. Si compone di motivazioni, tratti, immagine di sé, ruoli sociali, conoscenze e abilità (Spencer, 1995)

conoscenze

Ruolo sociale

Immagine di sè

Tratti

Motivazione

Personalizzazione formativa e parole. Un lessico da condividere

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LA PROVENIENZA SEMANTICA DEL CONCETTO DI COMPETENZA

una teoricauna teorica, derivata dallo strutturalismo linguistico chomskiano

la competence

la performance

una professionaleuna professionale, legata al mondo del lavoro, che punta a riconoscere standard operativi di base o complessi.

Personalizzazione formativa e parole chiave della riforma. Un lessico da condividere

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un sapere

un sapere dotato di senso

un sapere che si alimenta nella circolarità tra azione e riflessione

un sapere condiviso da una comunità ma personalizzato

un sapere che si esprime in un’azione concreta

Il portfolio delle competenze e la valutazione dello sviluppo personale

Competenza è …

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Abilità

Capacità

Le capacità rappresentano la propensione di un individuo ad agire, pensare, fare in un certo modo. È un concetto basilare e binario in quanto coniuga in modo esclusivo la conoscenza con l'azione. Una persona è capace perché è in grado di fare qualcosa e coinvolge sempre tutto ciò che siamo e che possiamo essere in modo integrato ed unitario.

Le abilità diversamente dalle capacità si riferiscono al saper fare qualcosa in modo soddisfacente rispetto ad uno standard noto. Per tale ragione sono correlabili sempre a prestazioni che riguardano specifici settori e svolte con perizia e destrezza. L'analisi di un’abilità quindi può essere fatta in modo quantitativo per ripartizione dei risultati e per livelli in scala.

Personalizzazione formativa e parole chiave. Un lessico da condividere

dalle…

alle…

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Padronanze

Competenze

Le padronanze rappresentano quel sistema integrato di facoltà cognitive, affettive ed applicative che un individuo utilizza per modellizzare la realtà sulla quale sa intervenire in modo efficace. Con un sistema di padronanze compiutamente sviuppato si è in grado di verificare il valore di una o più competenze acquisite.

Le competenze costituiscono l’insieme delle capacità/abilità possedute ma portate al migliore compimento nelle varie situazioni date. Indicano, in altre parole, quello che un individuo è in grado di pensare o di fare nell’affrontare un problema di un certo tipo e in una pluralità di contesti.

Personalizzazione formativa e parole chiave Un lessico da condividere

dalle…

alle…

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Parametro IPSATIVO /1

Per valorizzare il progresso del singolo allievo

SITUAZIONE INIZIALE

DELL’ALLIEVO

SITUAZIONE FINALE

DELL’ALLIEVOC O N F R O N T O

PROGRESSO ALLIEVO B

PROGRESSO ALLIEVO A

PROGRESSO ALLIEVO C

PROGRESSO ALLIEVO D

Il progresso di B è superiore a quello di D, la performance migliore è quella di C.Ecco la valutazione possibile: A (insuff./5); B (buono/7); C (distinto/8); D (suff./6)

… ma se, invece del progresso (che tiene conto della situazione iniziale individuale)prendessimo in considerazione solo i risultati finali reali troveremmo che …

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Parametro IPSATIVO /2

Conflitto tra progresso del singolo e livelli in uscita

PROGRESSO ALLIEVO B (7)

PROGRESSO ALLIEVO A (5)

PROGRESSO ALLIEVO C (8)

PROGRESSO ALLIEVO D (6)

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100

… A e B hanno raggiunto un punteggio di 50; C, che presenta una situazione iniziale simile a quella di A, raggiunge 80 punti;

D, pur con un progresso inferiore a C e B, ottiene il punteggio massimo.

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Parametro IPSATIVO /3

Situazioni d’uso:

• nei progetti didattici individualizzati (con soggetti in situazione di handicap e/o grave disagio d’apprendimento)

• nei progetti formativi professionali personalizzati (per l’acquisizione di competenze specialistiche ad hoc)

• nelle situazioni formative che mirano allo sviluppo motivazionale

SITUAZIONE INIZIALE

DELL’ALLIEVO

SITUAZIONE FINALE

DELL’ALLIEVOC O N F R O N T O

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Parametro IPSATIVO /4

Elementi critici:

• possibile anarchia valutativa (il punto di riferimento è la concezione del valutatore)

• vengono attribuiti valori diversi a risultati finali uguali (e viceversa)

• scarsa trasparenza e leggibilità esterna (interpretazione di iniquità)

• accentuato effetto Pigmaglione

• appiattimento sul soggetto in difficoltà (debole relativizzazione)

• enfasi sulla negatività dell’ambiente (familiare e/o sociale)

• riduzione degli obiettivi “generali” (invece di massimizzare le potenzialità individuali)

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Parametro NORMATIVO /1

Per classificare le prestazioni degli allievi

PRESTAZIONE DEL SINGOLO

ALLIEVO

PRESTAZIONE NORMALIZZATA

DEL GRUPPOC O N F R O N T O

B (50)

A (50)

C (80) D (100)

I risultati finali di ciascun allievo sono collocati rispetto al gruppo di riferimento (classe reale, classe ideale, campione statistico)

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100

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Parametro NORMATIVO /2

Problema: quale norma? Quale gruppo di riferimento?

Se il risultato dell’allievo è confrontato con i risultati dei suoi compagni di classe il parametro è relativo e la distribuzione dei risultati è aleatoria. Se è rapportato ad un campione, strutturato statisticamente, il parametro è

standardizzato e la distribuzione è normale o gaussiana.

B (50)

A (50)

C (80) D (100)

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100

GRUPPO – CLASSE REALEPARAMETRO NORMATIVO

RELATIVO

GRUPPO – CAMPIONEPARAMETRO NORMATIVO

STANDARDIZZATO

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Parametro NORMATIVO /3

Situazioni d’uso del parametro normativo standardizzato:

• nelle prove diagnostiche (es: test d’ingresso)

• nei test per indagini comparative (territoriali, nazionali, internazionali)

• negli esami/concorsi che richiedono “valutazioni oggettive”

• nei progetti didattici per obiettivi comportamentali/operativi (che richiedono una verifica docimologica dei risultati; es. Istruzione programmata )

• nei progetti formativi per l’acquisizione di abilità.

GRUPPO – CAMPIONEGRUPPO – CAMPIONEPARAMETRO NORMATIVOPARAMETRO NORMATIVO

STANDARDIZZATOSTANDARDIZZATO

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Parametro NORMATIVO /4

Elementi critici del parametro normativo relativo:

• possibile riduzione del processo di valutazione (attribuzione di valore) all’attività di verifica (rilevazione del divario tra obiettivo e risultato)

• il successo del soggetto dipende dal gruppo di riferimento (la medesima prestazione di un allievo, in una classe scolasticamente “forte” risulta mediocre, in una classe “debole” risulta elevata)

• le prove costruite dall’insegnante non sono standardizzate (non rispettano i principi di validità, attendibilità, oggettività)

• la classe non è un campione statistico, (interpretazioni e analisi ricavate da tecniche statistiche possono essere inficiate come inferenze indebite)

• eccesso di competitività (con effetti negativi sulla motivazione)GRUPPO – CLASSE REALEGRUPPO – CLASSE REALEPARAMETRO NORMATIVOPARAMETRO NORMATIVO

RELATIVORELATIVO

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Parametro CRITERIALE /1

Per orientare il percorso formativo verso il criterio atteso

RISULTATI DI APPRENDIMENTO

CRITERI PREDETERMINATIC O N F R O N T O

Le competenze–criterio determinano il profilo formativo in uscita.

I modi di concepire il criterio:Obiettivo

Risultato attesoTraguardo

EsitoOutput

Outcome

I modi di concepire il risultato dell’apprendimento:

Conoscenza CapacitàAbilità

CompetenzaPadronanza

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Parametro CRITERIALE /2

Per rilevare le competenze rispetto a criteri prefissati

COMPETENZA DEL SINGOLO

ALLIEVO

COMPETENZA ATTESA

(CRITERIO)C O N F R O N T O

Le competenze–criterio determinano il profilo formativo in uscita.Le competenze raggiunte da ciascun allievo il profilo personale delle competenze.

Competenza 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100

1. DI ANALISI

2. DI SINTESI

3. RAGION.LOGICO

4. PROGETTUALE

5. COMUNICATIVA

6. RELAZIONALE

profili personali delle competenze

profilo formativo in uscita

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Parametro CRITERIALE /3

La competenza-criterio collega la progettazione La competenza-criterio collega la progettazione alla valutazionealla valutazione

Prima fase• Indicazioni dei programmi e delle direttive• Individuazione delle competenze in uscita e loro declinazioni in:• Sviluppo di conoscenze, capacità, abilità (livelli e/o soglie).

Seconda fase• Descrizione della situazione iniziale del gruppo (rispetto al profilo)• Rilevazione dei bisogni formativi e delle potenzialità (talenti)• Messa a punto della progressione di sviluppo degli apprendimenti

Terza fase• Progettazione modulare dei percorsi didattici per la competenza• Graduazione e diversificazione dei percorsi• Eventuale rideterminazione (non riduzione) degli obiettivi

Quarta fase• Accertamento – Verifica degli obiettivi• Valutazione collegiale quali-quantitativa• Coinvolgimento dell’allievo nella co-valutazione

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COME MOMENTO DIAGNOSTICOL’osservazione è circoscritta a luoghi e moment specifici

COME ELEMENTO DI UNA PRASSIL’osservazione fa parte di un sistema di strumenti di lavoro

COME FASE DI RICERCA L’osservazione fa parte di un programma di indagine

COME PROCESSO RELAZIONALEL’osservazione è ridiscussa con l’altro come risultato

COME RILEVARE LA COMPETENZA: IL PROCESSO OSSERVATIVO

Il portfolio delle competenze e la valutazione dello sviluppo personale

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L’uso della parola-concetto

Semantiche vicine a contesti socio-educativi e socio-professionali che riguardano post-adolescenti e lontane da contesti educativi di base

Il contributo del bambino

Impossibilità di un qualunque controllo personale per la inadeguatezza degli strumenti di negoziazione posseduti

La competenza come enfasi

“Apprendimento”, non solo come dinamica regolata della cognizione, ma processo per gran parte ancora sconosciuto e che è anche …molto altro

Staticità vs dinamicità

Strumento costituzionalmente statico perchè guarda al passato e non al futuro. E perciò potenzialmente pericoloso

IL PORTFOLIO .. Dubbi e perplessitàIL PORTFOLIO .. Dubbi e perplessità

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I due punti critici della costruzione e della gestione del portfolio

Il rispetto della riservatezza dei dati personali

L’effetto predittivo delle trappole dell’immaginario educativo

Il portfolio delle competenze. Alcune questioni per la sua utilizzazione

L’applicazione del Codice della Privacy

La valutazione dello sviluppo personale

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METODO del PORTFOLIOMETODO del PORTFOLIO

Elaborazione di un contenitore funzionale alla promozione e allo sviluppo delle competenze

orientato al processo “formativo”ordinato in modo “progressivo”

Tale da documentare attraverso testimonianze di vario tipo il processo

le acquisizioni consolidatela consapevolezza dell’allievo

orientato al processo di apprendimento

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TIPOLOGIA del PORTFOLIO DI VALUTAZIONE

TIPOLOGIA del PORTFOLIO DI VALUTAZIONE

A cura del formando

L’insegnante e l’alunno interagiscono nel costruire e

documentare il percorso formativo

• V. valutazione da parte del docente

• V. valutazione dello studente relativa al proprio lavoro

A cura del formatore

Lo studente diviene protagonista del proprio

apprendimento

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L’ASPETTO ORGANIZZATIVO

L’ASPETTO ORGANIZZATIVO

ELEMENTO RILEVANTEELEMENTO RILEVANTE

Individuazione dei criteri CRITERI di SELEZIONELe priorità

Valorizzazione del potenziale

Chiarezza degli obiettivi

Prefigurati nella progettazione didattica

In connessione alla gestione del percorso formativo

Prove, osservazioni, video, test, questionari di autovalutazione, giudizi, risultati delle prestazioni …

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Il PORTFOLIO per la CERTIFICAZIONE delle COMPETENZE

Il PORTFOLIO per la CERTIFICAZIONE delle COMPETENZE

BILANCIO delle COMPETENZE INIZIALI

DIAGNOSI delle RISORSE INTERNE disponibili sul piano

COGNITIVO

ai fini dell’apprendimento ulteriore

bilancio rispetto allo specifico PROGRAMMA FORMATIVO

AFFETTIVOMOTIVAZIONALE

CERTIFICAZIONE delle COMPETENZE RAGGIUNTE

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“Ciò evidentemente non può essere inscritto in un programma, ciò può essere animato solo da un

entusiasmo educativo”

(E. MORIN, La testa ben fatta)