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Fiorella Rustici articoli Qualcuno specula sulla nostra ignoranza di cio’ che non si vede 07/01/2010 Esiste una realtà invisibile agli occhi? È possibile conoscerla e non averne paura? L’informazione di massa e i finti maestri lavorano dalla stessa parte, traendo profitto dalla nostra non conoscenza. In questo articolo spiego perché la nostra ignoranza delle energie non visibili agli occhi viene usata sia da chi controlla l’informazione di massa sia dai fattucchieri, maghi e falsi maestri che approfittano della nostra debolezza. Chi nega l’esistenza di ciò che non si vede lavora dalla stessa parte di chi ci dice che dobbiamo averne paura: entrambi approfittano di noi anche se apparentemente dicono cose opposte. La nostra ignoranza e il controllo di massa Nella nostra società la cultura delle domande e delle risposte, come “perché siamo qui? chi siamo? perché soffriamo anche contro il nostro desiderio?” non esiste o, quando c’è, è relegata a piccole nicchie di individui: l’amore per la conoscenza è una cultura minoritaria. Tutto ciò che nel nostro mondo “fa informazione” (giornali, televisione, film, pubblicità, libri di massa) è mantenuto ad un livello culturale talmente basso che non aiuta gli individui a rispondere ai propri perché. Così troviamo la maggioranza delle persone scontente di se stesse e del mondo, e non di rado impaurite per la vita quotidiana o per le fosche prospettive sul futuro dell’umanità trasmesse ogni giorno dai telegiornali e in altre trasmissioni televisive come un mantra[1] ipnotico, rafforzato poi dalla carta stampata. La cosa più assurda è che, malgrado vengano rese note da scienziati ed esperti tante cose che non vanno sul nostro Pianeta, la maggior parte dei governi porta avanti lo stesso le scelte miopi che porteranno tutti al disastro. Non è un contro senso? O forse c’è qualcosa che esula dalla nostra realtà e che ci sfugge? Oppure è perché ci siamo talmente rimpiccioliti cerebralmente e mentalmente, a forza di riempirci di cultura dell’ignoranza, che siamo diventati come animali senza spina dorsale che accettano di tutto senza lottare?

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Fiorella Rustici articoli

Qualcuno specula sulla nostra ignoranza di cio’ che non si vede

07/01/2010

Esiste una realtà invisibile agli occhi?

È possibile conoscerla e non averne paura?

L’informazione di massa e i finti maestri lavorano dalla stessa parte, traendo profitto dalla nostra non conoscenza.

In questo articolo spiego perché la nostra ignoranza delle energie non visibili agli occhi viene usata sia da chi controlla l’informazione di massa sia dai fattucchieri, maghi e falsi maestri che approfittano della nostra debolezza.

Chi nega l’esistenza di ciò che non si vede lavora dalla stessa parte di chi ci dice che dobbiamo averne paura: entrambi approfittano di noi anche se apparentemente dicono cose opposte.

La nostra ignoranza e il controllo di massa

Nella nostra società la cultura delle domande e delle risposte, come “perché siamo qui? chi siamo? perché soffriamo anche contro il nostro desiderio?” non esiste o, quando c’è, è relegata a piccole nicchie di individui: l’amore per la conoscenza è una cultura minoritaria.

Tutto ciò che nel nostro mondo “fa informazione” (giornali, televisione, film, pubblicità, libri di massa) è mantenuto ad un livello culturale talmente basso che non aiuta gli individui a rispondere ai propri perché.

Così troviamo la maggioranza delle persone scontente di se stesse e del mondo, e non di rado impaurite per la vita quotidiana o per le fosche prospettive sul futuro dell’umanità trasmesse ogni giorno dai telegiornali e in altre trasmissioni televisive come un mantra[1] ipnotico, rafforzato poi dalla carta stampata.

La cosa più assurda è che, malgrado vengano rese note da scienziati ed esperti tante cose che non vanno sul nostro Pianeta, la maggior parte dei governi porta avanti lo stesso le scelte miopi che porteranno tutti al disastro. Non è un contro senso? O forse c’è qualcosa che esula dalla nostra realtà e che ci sfugge? Oppure è perché ci siamo talmente rimpiccioliti cerebralmente e mentalmente, a forza di riempirci di cultura dell’ignoranza, che siamo diventati come animali senza spina dorsale che accettano di tutto senza lottare?

Siamo arrivati al punto che, con messaggi subliminali e informazioni ripetute continuamente, possono farci fare qualsiasi cosa: votare per questo o quel candidato, accettare leggi che ledono la libertà personale, consumare e acquistare in modo compulsivo a fronte di bisogni indotti, provare emozioni di paura e di rassegnazione accettando le ingiustizie come qualcosa che non si può cambiare.

Si tratta di un controllo di massa esercitato da specialisti che hanno studiato e compreso come funziona la mente dei nostri cervelli. Nelle loro mani siamo diventati un branco di pecore che obbedisce senza fare niente, completamente anestetizzati in quanto diventa difficile, in queste condizioni, sviluppare e mantenere una propria individualità e coscienza che ragioni e prenda decisioni autonome.

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Il controllo delle masse, infatti, serve proprio a distruggere la capacità di osservare e di avere una propria opinione. Il gruppo viene controllato più facilmente perché è prevedibile, mentre la persona che ragiona con la propria coscienza può essere imprevedibile e sicuramente è meno controllabile.

Chi canta fuori dal coro fa fatica a farsi sentire

La conoscenza di come funziona la mente del cervello viene usata scientificamente per il controllo mentale, e i professionisti che la detengono stanno bene attenti a che non venga divulgata troppo.

In questo marasma indotto dalla cultura dell’ignoranza troviamo però anche persone che hanno fatto ricerche di tipo scientifico e/o umanistico in relazione alla mente umana, alle energie psico-corporee e alla coscienza, e i cui studi hanno quindi qualcosa da dire in merito alle risposte di cui il nostro animo ha bisogno per nutrirsi e crescere spiritualmente. Ricercatori che vogliono divulgare i risultati del proprio percorso e dunque hanno scritto libri o fondato associazioni e comunità di ricerca interiore e spirituale per dare la possibilità a chi lo desidera di sviluppare la propria coscienza e di fruire del medesimo percorso di crescita personale.

Si tratta di libri e associazioni che rimangono sconosciuti ai più, molti dei quali continuano ad affondare nell’oblio della cultura dell’ignoranza.

Spesso questi individui mossi dal desiderio della divulgazione si devono scontrare con realtà comunicative che fanno parte della strategia di controllo: hanno problemi a trovare una casa editrice sufficientemente grande e conosciuta che possa distribuire sul territorio le loro pubblicazioni, devono accontentarsi di far conoscere i propri studi attraverso conferenze e convegni di nicchia a cui accede un numero limitato di persone, non possono raggiungere i mezzi televisivi e le pubblicazioni di massa.

Un altro aspetto della strategia che i controllori della mente usano contro i ricercatori che sono andati troppo avanti con le proprie ricerche è attaccarli denigrandoli e negando validità ai loro studi utilizzando il parere di altri scienziati e ricercatori compiacenti, che viene diffuso in televisione e sui giornali.

Lo scopo è allontanare persone eventualmente attratte dagli studi di questo o quel ricercatore e, se la campagna denigratoria a mezzo stampa non basta, si servono di altri strumenti come controlli fiscali o testimoni corrotti per dare più credito alle voci messe in giro.

Vi siete mai chiesti perché le ricerche sulle scienze del cervello e della mente o qualsiasi altra scoperta avanzata potenzialmente “rivoluzionaria” per la scienza cosiddetta ufficiale vengono pubblicate solo su riviste specializzate e non su quelle di massa? Oppure come mai i ricercatori sul funzionamento sulla mente del cervello tengono i loro convegni solo tra i loro colleghi e operatori del settore? In alcuni casi per poter partecipare ai loro incontri devi accreditarti fornendo in anticipo tutti i tuoi dati e, se non corrispondi al loro target, non vieni accettato. E’ chiaro che argomenti specifici e tecnici sono di difficile comprensione ma potremmo ovviare a ciò scrivendo articoli di taglio divulgativo, meno tecnici, destinati al pubblico in modo che la gente comune sia messa a conoscenza delle ricerche scientifiche fatte. I professionisti del controllo, che hanno in mano quasi tutte le testate di informazioni oltre alle TV sul Pianeta, in realtà non intendono permettere che i comuni mortali apprendano a che punto sono arrivate le scoperte scientifiche: l’ignoranza è la condizione essenziale per mantenere ogni persona sotto il loro controllo.

E’ interessante osservare senza paraocchi gli scenari con i quali i professionisti del controllo mentale di massa agiscono. Basta guardare cosa succede quando viene pubblicato il libro con cui un ricercatore fornisce indicazioni in grado di far ragionare le persone con la propria testa e smascherare una parte del sistema di controllo: subito vengono dati alle stampe altri libri sull’argomento da nomi illustri che smentiscono il ricercatore “fuori dagli schemi” e i loro autori vengono anche intervistati in trasmissioni

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televisive di grande share così che, in poco tempo, i loro libri diventano best seller. È un modo veloce per riprendere il controllo delle masse che si erano distratte e dirottarle di nuovo sui loro programmi di pensiero originari.

Il dubbio creato da queste informazioni tra loro opposte forma una breccia nella mente del cervello di chi ascolta o legge, una meccanica energetica conosciuta dai professionisti del controllo mentale i quali sanno che in questo modo possono di nuovo inserirsi con parole chiave contenenti messaggi subliminali che richiamano quelli ipnotici precedentemente registrati nei nostri cervelli.

La fatica di noi ricercatori è raccontare ed insegnare a più persone possibile le nostre conoscenze, e riuscire a fare avere loro attimi di coscienza.

Un’altra difficoltà che incontriamo è che le persone hanno subito il controllo mentale per molto tempo, e ciò ha impedito alla loro coscienza di svegliarsi dallo stato dormiente in cui sono caduti nel momento in cui hanno smesso di ragionare con la propria testa. Una volta che la persona riesce a prendere coscienza di qualcosa che la riguarda o di quello che sta vivendo, ecco che inizia a svegliarsi e a vedere i limiti di questa cultura dell’ignoranza e a ricercare nel suo territorio coloro che, come lei, si sono “svegliati”, per cercare di cambiare qualcosa.

In tutto questo marasma di personaggi, messaggi, mantra ripetitivi e subliminali, coloro che non hanno sviluppato la propria coscienza risultano come bambini smarriti, emotivamente deboli, facili prede di millantatori, fattucchieri, maghi e falsi maestri ai quali chiedono certezze e aiuto per affrontare le paure, e i quali non di rado li frodano del loro denaro.

Ma torniamo ai nostri governanti e a come essi non facciano niente o poco rispetto al disastro plurimo (ecologico, economico, sanitario e morale) in cui viviamo. Oltre al controllo mentale c’è sotto qualcos’altro che bisogna sapere.

A parte il successo che deriva loro in termini di prestigio e soldi dall’accettare le direttive di chi ha il potere finanziario e tiene le fila del controllo mentale sulle nazioni, esistono anche altri fattori da tenere presente. Vediamo quali sono.

Il ruolo del nostro cervello

Noi abbiamo un cervello che ci permette di vedere solo una piccola parte di quello che realmente esiste e vive insieme a noi, infatti ad esempio i nostri occhi non ci fanno vedere i parassiti che vivono sulla nostra pelle e dobbiamo usare strumenti ottici ad alta tecnologia per poterli osservare, per non parlare dei batteri e dei virus. In realtà esistono anche altre forme di energia o di entità, più o meno condensate, che noi non vediamo. Un mondo non apparente che, proprio come i batteri, esiste e che interagisce con la realtà apparente in ogni momento della nostra vita e può modificare il nostro modo di essere senza che ne siamo consapevoli. Solo che non può essere osservato nemmeno con il microscopio elettronico. L’unico modo che abbiamo per capire quando veniamo a contatto con queste forme energetiche sono le sensazioni che proviamo con il corpo fisico e le emozioni connesse: se sono forme di energia positive saranno sensazioni di benessere ed emozioni di gioia, se invece sono energie negative saranno sensazioni di pericolo e dolore fisico ed emozioni di angoscia, paura, terrore, rabbia, odio, collera.

Ci sono persone assai sensibili che si accorgono istintivamente quando vengono a contatto con energie strane e diverse dalle proprie, perlomeno quelle con le quali sono abituate a percepirsi. Alcuni, dotati di

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percezioni più sviluppate, addirittura le vedono perché percepiscono, ad esempio, i colori dell’aura (il campo di energia del corpo). Ma quasi tutti noi siamo sensibili a sufficienza da poter utilizzare il nostro corpo come antenna ricevente in grado di metterci sul chi vive quando entriamo in contatto con entità non apparenti.

Dobbiamo imparare ad osservarci di più in quello che sentiamo, e a prendere nota dei cambiamenti psicofisici ai quali andiamo incontro. Quando si verificano, infatti, un motivo c’è sempre, e non è detto che appartenga alla realtà visibile con gli occhi.

Se per esempio una persona entra in casa e improvvisamente le si rizzano i peli delle braccia, sente dei brividi in tutto il corpo o dietro alla nuca, prova paura o sensazione di pericolo, lì c’è qualcosa o qualcuno che non ha una forma come la sua, se no la vedrebbe, ma è composto da altre energie che non sono sicuramente positive, se no non avrebbe avuto quelle reazioni sgradevoli.

Sono tante le entità e forme di energia che vivono attaccate al nostro corpo o fuori di esso, dotate di un proprio contenuto mentale. Ogni volta che esse da fuori si avvicinano a noi, la mente del nostro cervello le accetta come energie proprie, ne fa una copia e ci fa diventare i loro ripetitori, come burattini inconsapevoli di quello che fa fare il burattinaio. Così i loro pensieri diventano i nostri oltre alle loro emozioni, cattiverie e amore. Se sono energie positive ben vengano, ma quando sono negative è un disastro perché la persona non sa come affrontarle.

Molte persone sono a conoscenza dell’esistenza di queste entità o di altri tipi di energie parassite perché ne hanno sentito parlare da preti esorcisti cattolici o di altre religioni o da sciamani che conoscono bene questo argomento, ad esempio in trasmissioni televisive sulle possessioni demoniache.

Non tutti gli individui però sono posseduti, il più delle volte basta che queste entità tocchino dall’esterno il loro campo energetico del corpo (aura) per creare negatività dalle più lievi alle più gravi e per portarli ad esempio a compiere azioni non corrette, a vivere momenti di tensione e perdita di controllo di sé, a far sentire loro delle voci, a spingerli al suicidio o all’omicidio o, se hanno incarichi pubblici, ad accettare compromessi e a compiere scelte non a favore dei cittadini. Il contenuto mentale di queste entità, infatti, spiega come mai è possibile che chi ha responsabilità di governo non si renda più conto della gravità in cui versano il nostro pianeta e la collettività, e questo indipendentemente dal partito politico in cui milita. Il fatto è che le entità contengono emozioni, pensieri e decisioni che la persona facendo confusione può facilmente scambiare per propri e che alterano la sua percezione delle cose.

Tutti noi viviamo dentro energie apparenti (le realtà che vediamo) e non apparenti (le realtà che non vediamo), e se una persona non lo sa o ha paura di ciò che non vede e quindi fa finta che non esista, ne subisce gli effetti negativi.Ma imparare a non esserne succubi è possibile e semplice, basta un po’ di conoscenza e di pratica.

Fino a che non conosciamo come funzionano la mente del cervello e gli altri strati mentali che ci compongono subiamo gli effetti delle entità energetiche parassite non visibili. Per la maggioranza delle persone queste energie non sono reali perché non le vedono, e quindi non sono consapevoli di essere anche loro in prima persona a metterle in esistenza ad esempio ogni volta che sono arrabbiate, che odiano qualcuno o qualcosa, che sono cattive, che danneggiamo gli altri senza prendersi responsabilità, che sono invidiose. Nelle dimensioni energetiche non visibili intorno al corpo queste emozioni negative e violente creano entità energetiche dalla forma mostruosa che andranno in giro nell’etere in tutto il Pianeta, oltre a collegarsi agli individui a cui sono rivolte le emozioni di odio, cattiveria, invidia o paura ma anche a tutti coloro che hanno delle energie mentali simili perché le hanno prodotte a loro volta.

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Quando vediamo e sentiamo delle notizie negative come ad esempio l’attentato alle Torri Gemelle a New York continuamente per giorni e giorni in modo ripetitivo e ipnotico, creiamo con le nostre emozioni senza esserne consapevoli un mostro energetico collettivo composto da paura e terrore, poi rabbia e voglia di vendetta: tante emozioni racchiuse dentro la parola chiave “terrorismo”.

Le parole chiave servono a far richiamare mentalmente dalle persone le emozioni che hanno provato nel passato, così ogni volta che nei telegiornali e in altre trasmissioni verrà pronunciata la parola “terrorismo” o la leggeremo sui giornali, senza che ce ne accorgiamo la mente del nostro cervello ci riattiverà tutte le emozioni che abbiamo già vissuto nel momento in cui abbiamo visto l’attacco alle Torri Gemelle. In questo modo potenzieremo il mostro collettivo che abbiamo creato precedentemente facendolo diventare più grosso energeticamente e più forte nei suoi contenuti emozionali, così che esso rimarrà attaccato a ognuno di noi e anche a tutti coloro che non l’hanno creato in quanto non hanno provato né paura né altre emozioni negative, perché anche se non lo hanno fatto la grandezza del mostro creato dagli altri sopprimerà e trasformerà energeticamente in negativo anche le loro energie e come risultato ci farà trasformare e diventare persone paurose, colleriche e vendicative verso gli altri.

Questo meccanismo funziona con tutti gli avvenimenti sociali rilevanti: non solo gli attentati ma anche le guerre, la crisi economica e la disoccupazione, i cataclismi naturali, le malattie diffuse, i risultati delle elezioni in cui qualcuno “vince” e qualcun altro “perde” e si sente minacciato da chi ha “preso il potere”.

La paura, il terrore e il senso di minaccia sono emozioni che indeboliscono e paralizzano la coscienza di ogni persona, ed è proprio in questo modo che si depositano nella mente del nostro cervello rendendoci più deboli e facili prede dei loro effetti, inducendo in noi perdita di autostima e di sicurezza.

La strategia del terrore mentale di gruppo basata su attentati, disastri aerei, terremoti, tsunami, guerre e ogni situazione di emergenza può anche essere utilizzata per approvare leggi illiberali e ingiuste che restringono la libertà personale e consentono a chi influenza in modo occulto i governi e detiene il controllo mentale di massa di avere possibilità di manovra in forma legale e accettata per placare la paura che è nata dentro ciascuno. Una paura creata apposta per indebolire mentalmente l’individuo e fargli credere che “da solo non ce la può fare perché ciò che accade è troppo più forte di lui” e per fargli accettare un potere sempre maggiore in mano alle strutture repressive dello Stato.

Il ruolo della coscienza e della responsabilità

Cosa possiamo fare per difenderci da questi meccanismi? Un persona che sviluppa la propria coscienza imparando come funziona la sua mente diviene capace di riconoscere le energie non apparenti quando le incontra e presterà anche attenzione a non crearle. Inoltre si accorgerà degli scenari creati dai professionisti del controllo mentale di massa per dominare le persone e soprattutto non cadrà nelle mani di maghi, fattucchiere o santoni e illuminati fasulli che tenteranno di usare la paura di queste energie per spillarle dei soldi.

Solo una persona debole emotivamente e senza una coscienza dei meccanismi che ho descritto può cadere nelle mani di questi millantatori, che la manipolano incutendole paura con frasi ad effetto come “stai attenta perché hai addosso questa negatività” o “un’entità cattiva può farti ammalare o causarti un tracollo finanziario” e, soprattutto, le dicono qualcosa come “solo io posso bloccarla”, quando questo non è vero. Siamo NOI stessi a poter impedire che queste energie che vivono insieme a noi, soprattutto quelle negative, possano aggredirci e farci ripetere il loro contenuto mentale, inducendoci a tenere comportamenti dannosi verso gli altri per sottrarci energia e sottrarla a chi danneggiamo. Siamo solo NOI che, diventando consapevoli di questi meccanismi, siamo in grado di non subirne gli effetti. Tenete presente che queste

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entità ed energie non positive non hanno una coscienza propria, solo voi potete dargliela utilizzando la vostra, di coscienza, quando non accettate di ripetere il loro contenuto mentale e quindi vi rifiutate di comportarvi con cattiveria, odio, rabbia, invidia…

Poi ci sono coloro che in buona fede credono solo a quello che possono vedere, e che non si rivolgerebbero mai a maghi di qualsiasi genere. Sotto questo aspetto si difendono già e, limitatamente a ciò, hanno una propria forza interna derivante dalla coscienza.

Tuttavia se non conoscono le meccaniche che ho descritto sono influenzabili dal controllo (di massa oppure no) esercitato dalle energie non apparenti, anche se si illudono di non esserlo.

Per concludere: ogni persona ha il dovere morale, per se stessa e per il gruppo, di conoscere come funziona la mente e di sviluppare la propria coscienza, in modo da comprendere esattamente quando è giusto fare una cosa oppure no, quali sono gli atteggiamenti da usare per evitare di creare mostri energetici e soprattutto cosa fare quando si accorgerà di averne qualcuno vicino, per mandarlo via semplicemente non accettando il suo contenuto mentale (pensieri, atteggiamenti, azioni, emozioni) e rifiutandosi di degradarsi al suo livello.

Queste energie negative possono solo abbruttire una persona sia moralmente sia spiritualmente, per impedirlo bisognaaffrontare tutto il mondo di energia non apparente e andare oltre i limiti visivi impostici dal nostro cervello: il fatto di non vedere attraverso gli occhi le dimensioni non apparenti non significa che esse non esistano. Se ascoltiamo le reazioni fisiologiche del nostro corpo (come brividi, sensazione di pericolo, freddo non spiegabile dalle condizioni ambientali, nausea, senso di oppressione…), le emozioni che proviamo e quello che ci viene da pensare (tristezza, impotenza, voglia di farla finita, cattivo umore, incapacità improvvisa a fare qualcosa) e infine le parole che ci viene da pronunciare, già ci possiamo accorgere quando siamo noi che stiamo pensando, parlando e agendo con la nostra coscienza presente e attiva, e quando invece c’è qualcosa di esterno che ci influenza. Io direi che è molto importante partire da questo semplice esercizio: osservarsi e ascoltarsi nei propri pensieri e nelle parole, solo così possiamo diventare consapevoli di come opera la nostra mente quando viene a contatto con queste energie non apparenti.

In questo modo possiamo diventare autonomi nel difenderci senza bisogno di falsi aiuti esterni e senza cadere nei meccanismi di manipolazione di massa.

Fiorella Rustici, novembre 2009

La Mente Genetica

07/08/2009

E’ dalla fine degli anni Settanta che lavoro su come funziona la mente in relazione alla coscienza. La cosa che mi ha più sorpreso, all’inizio, è che noi esseri umani viviamo dentro una mente genetica. Con questa espressione intendo dire che in noi non esiste solo la linea ereditaria fisica trasmessa con il DNA, ma anche una linea ereditaria mentale, che contiene innanzitutto i ricordi dei nostri avi materni e paterni: una mente di contenuto genetico composta da miliardi di memorie. L’altra cosa che ho scoperto è che queste memorie

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non sono solo umane ma anche animali, vegetali, minerali e di origine ancora più remota, e che noi ereditiamo tutto il vissuto che esse contengono.

Memorie genetiche

I fattori che determinano il tipo di DNA e di mente genetica che ciascuno di noi riceve sono tre: innanzitutto il contenuto dei ricordi diretti dei nostri genitori, che contengono la registrazione di come questi ultimi hanno reagito all’ambiente in cui hanno vissuto per tutta la vita, in secondo luogo la composizione della loro mente genetica e infine le emozioni che hanno provato durante l’atto sessuale durante il nostro concepimento. Il concepimento è infatti un evento determinante per definire quali tipi di memorie genetiche andranno a formare la parte cellulare e quella mentale dell’embrione, cioè il bagaglio mentale che vivrà con noi fino alla nostra morte (esattamente come il DNA). È oramai dal 1986 che applico il metodo di ricerca che porta il mio nome al lavoro che svolgo con le persone, e ho potuto verificare il fondamento di quanto asserisco.

Faccio un esempio: quando durante il rapporto sessuale la donna non ha voglia di fare sesso mentre l’uomo sì, le energie femminili non sono all’apice della loro forza, a differenza di quelle maschili. Incontrandosi nelle emozioni dei futuri genitori e unendosi come gamete maschile e femminile, queste due energie creeranno un embrione che non avrà in sé energie equilibrate. La mente genetica risponde al tipo di emozioni provate dai partner prima, durante e dopo il rapporto sessuale attivando il loro bagaglio ambientale e genetico, così che tutte le memorie degli avi materni nati con poca energia femminile si uniranno tra loro andando a formare la parte mentale dell’embrione insieme alle memorie degli avi paterni nati con energie maschili forti.

Questo squilibrio energetico tra energie maschili e femminili determinerà un vuoto d’amore nella parte femminile della persona, vuoto che sarà da lei avvertito e vissuto in tutte le fasi della vita come una forma di incompletezza interiore che sarà causa di conflitti, innanzitutto perché la farà andare continuamente alla ricerca di persone in grado di nutrire quel vuoto che avverte dentro: gli amici in età infantile e i partner dall’adolescenza in poi.

Ogni volta che l’individuo vivrà un conflitto emozionale, la sua mente genetica sommerà alle emozioni che egli prova nel presente le memorie dei suoi avi che hanno vissuto un conflitto simile, ma questo avverrà senza che egli se ne renda conto. Di conseguenza la persona avvertirà dentro di sé un malessere e un vuoto che diventeranno sempre più profondi fino a renderla sempre più arida nei sentimenti, trasformando in un deserto la sua vita emotiva.

La mente genetica non è intelligente e non fa nessuna differenziazione tra ciò che la persona vive adesso e quello che i suoi avi hanno vissuto anni o secoli fa: è come la base dati di un immenso computer che reagisce a quello che registra nel presente attirando, inglobando e sommando le varie memorie tra di loro senza distinzione di tempo.

La persona, ignara di ciò che la sua mente sta facendo dentro di lei, vive su di sé i pensieri, le emozioni, gli stati d’animo e le scelte già vissute dagli avi, diventandone il ripetitore. In tutto questo meccanismo la coscienza (cioè la capacità di discernimento) non esiste, perché quando la mente genetica è all’opera la coscienza viene schiacciata o soppressa dal contenuto negativo presente nelle memorie degli avi. È importante precisare che in queste memorie è registrato anche ciò che di positivo c’è stato nella vita degli antenati genetici, ma quello che va veramente compreso e trasformato sono le loro esperienze negative, in quanto sono queste a creare sofferenza e senso di fallimento.

Meccaniche mentali

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Sommare i contenuti emotivi passati a quelli presenti è un tipico esempio di “meccanica mentale”. Per “meccanica mentale” intendo il modo in cui l’energia mentale funziona, come si impressiona delle esperienze che vive e come le ripropone continuamente senza che ci sia nessuno che la blocchi.

Solo la coscienza può fermare una meccanica mentale nel momento in cui viene a conoscenza di come funziona. In caso contrario ne subisce continuamente gli effetti: lo possiamo comprendere bene osservando tutte le volte che ripetiamo atteggiamenti e comportamenti incoerenti rispetto al contesto di vita del momento, spesso dettati da contenuti emozionali genetici. La mente genetica, infatti, con il proprio comportamento automatico impedisce alla coscienza di diventare consapevole di se stessa.

Le meccaniche mentali funzionano allo stesso modo per tutti gli esseri umani e a esse si attaccano tutti i film di vita del nostro vissuto: questo è il motivo per cui non siamo mai riusciti a modificarne la struttura. Abbiamo sempre guardato il contenuto dei film cercando di distinguere ciò che era sbagliato da ciò che era giusto, senza però mai osservare le meccaniche che mantenevano inalterati i film e, quindi, senza poterli mai cambiare veramente.

Le memorie degli avi che ci hanno formato al concepimento diventano le nostre vite passate genetiche. Se ad esempio una persona soffre di una malattia genetica derivante da un avo vicino o lontano nel tempo, oltre ad avere la malattia fisica dell’avo avrà anche la sua energia mentale, cioè penserà, parlerà, avrà emozioni e stati d’animo dell’antenato. La memoria dell’avo, che come ho detto è priva di coscienza al pari di tutto il contenuto della mente genetica e quindi è incapace di differenziare tra tempi diversi, invade il corpo della persona “credendo” di essere ancora nel passato.

Il vissuto

Facciamo un caso di vita vissuta. Marco, quando è venuto da me, aveva problemi di comunicazione: ogni volta che doveva parlare a qualcuno che non conosceva aveva paura di sbagliare e di essere giudicato, si sentiva bloccato e preferiva stare zitto. Poi si giustificava dicendo che a lui piaceva più ascoltare che parlare, ma non era vero perché soffriva molto del fatto di non riuscire a esprimersi.

Quando abbiamo iniziato un programma di lavoro con il mio approccio la prima immagine che la sua mente genetica gli ha mandato è stata quella della nonna materna. Una nonnina piccolina di statura e dai capelli corti, sposata a un uomo che con lei si comportava da despota perché non la faceva mai parlare e, quando lei ci provava, la sgridava sempre dicendole di stare zitta, che era una donna e che non capiva niente. La nonna provava quindi molta rabbia verso il marito… allo stesso modo, Marco quando non riusciva a farsi capire era astioso con chi aveva di fronte attribuendogliene la colpa.

La cosa strana è che lui incontrava sempre persone che parlavano tanto e, anche se avesse voluto dire qualcosa, non avrebbe potuto intervenire, così come sua nonna con il marito. Il fatto che gli capitassero sempre queste coincidenze si chiarì ulteriormente proseguendo con il programma. Ad un certo punto, infatti, la mente genetica gli ha “inviato” i ricordi di un avo paterno giudicato, torturato e condannato a morte da un tribunale medioevale. L’avo era stato considerato colpevole nonostante tutto ciò che aveva provato a dire a propria discolpa: nessuno gli aveva creduto e alla fine aveva smesso di lottare e aveva solo ascoltato. Questa memoria era l’origine del problema di Marco, tanto è vero che man mano che osservava la vita del suo antenato riusciva a comprendere finalmente la radice dei suoi problemi nella comunicazione e soprattutto il proprio atteggiamento, caratterizzato prima dalla voglia di comunicare e poi dalla paura e dalla rassegnazione, costretto ad ascoltare molto gli altri e poco la propria voce. Le memorie genetiche contengono il film di vita che ogni avo ha vissuto, compresa la sua morte.

Un’altra meccanica mentale è che, tutte le volte in cui le memorie di avi diversi si attivano perché richiamate da un evento presente, si potenziano per similitudine. Nel nostro esempio, l’esperienza del condannato (attivata da una comunicazione che Marco sta avendo nel presente) è simile alla memoria di un avo più vicino nel tempo (la nonna di Marco) che ha avuto un problema dello stesso tipo (essere forzata a

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non parlare). Ecco che, con i ricordi genetici della nonna, le memorie dell’avo condannato a morte prendono forza e si installano più facilmente nel presente della persona vivente, cioè Marco, il cui cervello tradurrà questi ricordi inconsci riproponendone tutto il contenuto e facendogli vivere, ignaro di tutto il meccanismo, infelicità e insoddisfazioni non sue.

La conoscenza di come funziona la mente genetica è molto importante perché, anche se la mente umana è costituita da innumerevoli strati, per conoscerli non possiamo mai prescindere dallo strato genetico per via del ruolo fondamentale che esso ricopre nella vita di ciascuno di noi, dato che è ciò che ereditiamo al concepimento.

Fiorella Rustici

Articolo pubblicato su “Scienza e Conoscenza n. 29

Le vite passate esistono davvero?

09/04/2008

Il tema delle vite passate è ancora oggi molto dibattuto. Alcuni credono alla loro esistenza solo per fede o perché ne hanno letto sui libri, ma non perché le ricordino in forma cosciente; altri invece se le ricordano e sono quindi certi della loro esistenza; altri ancora le rifiutano perché ritengono a priori che si viva solo una volta o perché la religione cattolica nega la reincarnazione; infine c’è chi afferma che la scienza non ha ancora dimostrato l’esistenza delle vite precedenti.

Partiamo da quest’ultimo caso: in realtà senza volerlo la scienza ci aiuta a dare concretezza e quotidianità al concetto di “vite passate”, ogni volta che parla di malattie ereditate geneticamente. Ormai lo sappiamo: le malattie trasmesse geneticamente (qualcuno include tra queste anche i tumori) possono colpirci come un fulmine a ciel sereno, tanto che per noi è diventatonaturale accettare il fatto che certe patologie siano ereditarie pur non essendo appartenute ai nostri genitori e parenti più prossimi: di conseguenza, esse devono discendere da avi più lontani e a noi ignoti, per cui ci può venire naturale chiederci da quale avo ci siano arrivate, vissuto dove e in quale periodo… potrebbe essere morto da diecimila anni o anche prima. Anche se la sua malattia, da noi ereditata, è ora nel nostro corpo, non appartiene al tempo presente, ma ad un organismo – il suo - che ha vissuto nel passato e il quale si è reincarnato nella linea dei suoi discendenti fino ad arrivare a noi, al nostro corpo che oggi presenta la stessa malattia.

La scienza ufficiale non dice che le malattie ereditarie spesso arrivano da avi lontani e quindi da vite passate, ma ciò non toglie che questo sia ciò che accade. E’ dal 1978 che studio come funziona la mente nella vita di ogni giorno in rapporto alla coscienza spirituale, e questo mi ha portato a scoprire che noi ereditiamo dai nostri genitori e avi non solo le malattie genetiche (oltre che naturalmente la fisionomia e i caratteri anatomici e fisiologici), ma anche la loro mente, che possiamo quindi a buon diritto definire “MENTE GENETICA”. La mente genetica è composta dalla registrazione delle esperienze che i nostri genitori e gli avi materni e paterni hanno vissuto nel loro ambiente, e di come ciascuno di essi le ha vissute : come è stato il loro concepimento, i nove mesi di gravidanza, la nascita, il rapporto con i genitori e la scuola, l’ambiente naturale e sociale, la religione, il lavoro e il sesso; i loro desideri, i pensieri positivi e negativi, le vittorie e i fallimenti, le loro prese di coscienza, i sensi di colpa, le emozioni e gli stati d’animo belli e brutti, la forza di volontà, la debolezza, la loro morte. Tutto il contenuto mentale della vita di ciascunavo è registrato nella nostra mente genetica, che comincia a funzionare al momento della nostra nascita pur rimanendo nel nostro inconscio.

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La cosa interessante è che, oltre alla dimensione mentale, la mente genetica controlla anche la mente cellulare e quindi lo stato di salute di tutti noi. Questo perché, per ogni avo presente nella nostra mente, c’è anche la registrazione delle sue condizioni fisiche momento per momento quand’era in vita e le malattie, patologie o ferite di cui ha sofferto e per le quali è morto.

La mente genetica dell’embrione si forma al concepimento contemporaneamente al suo DNA, quando l’ovulo viene fecondato dallo spermatozoo. Le energie e le emozioni contenute nel vissuto mentale dei genitori (cioè le loro esperienze fino al momento del rapporto sessuale), insieme alle loro emozioni durante l’atto sessuale stesso, creano l’impatto energetico che richiama nel presente tutti gli avi materni e paterni la cui esperienza di vita contiene energie, emozioni e vibrazioni simili alle vibrazioni dei genitori e dell’amplesso.

Il contenuto genetico fisico e mentale degli avi “richiamati” sarà il materiale, fisico e mentale, con cui si formerà l’embrione, cioè costituirà il suo DNA e la sua mente genetica. Quindi, quando c’è in noi una malattia genetica, c’è anche la vita dell’avo che ha avuto quella malattia: e noi, inconsapevoli, ci ritroviamo oggi a ripetere come attori ciò che ha già vissuto il nostro avo nel passato, compresa la sua malattia.

Dal momento che noi abbiamo una mente genetica, abbiamo anche tutte le vite passate genetiche che questa mente contiene: non potremmo non averle. Non possono esserci malattie che si creano dal niente per poi arrivare a noi. Ci sono invece memorie ben definite che, con metodi adeguati, possiamo rievocare, osservare, comprendere e dunque anche rendere innocue.

Fiorella Rustici

La consapevolezza

01/01/2008

La consapevolezza è importante perchè è la capacità di ogni coscienza di poter osservare distaccata dai propri ruoli, e quindi dai limiti che essi comportano, tutti gli aspetti di un problema.

E’ la capacità di analizzare in modo molto chiaro e lucido tutte le forze che lo hanno costituito, a partire da quello che è stato fatto con le azioni e detto con le parole, chi ne è fautore fino ad osservare quali risultati questi fatti e parole hanno sortito sul problema stesso (se l’hanno risolto, migliorato parzialmente, lasciato inalterato o addirittura peggiorato) per trovare poi la soluzione intelligente che produca nel problema una scossa talmente radicale, da creare il cambiamento desiderato. La Consapevolezza è osservare, e l’osservare (che non è il guardare) è la vera intelligenza.

Ricordarsi tanti dati, memorizzare ciò che si studia non rappresenta l’intelligenza di una persona che osserva, ma un’intelligenza frutto di una logica tutta mentale. Vi è mai capitato di guardare un film dall’inizio alla fine, al cinema o a casa, e rendervi conto che il protagonista ha sbagliato a comportarsi in una determinata maniera perché così era chiaro che le conseguenze sarebbero state quelle avvenute, ecc. ecc.? In quel momento siete gli spettatori di un film di cui non siete protagonisti e siete quindi distaccati da quel ruolo che vi permette di osservare il film comprendendo esattamente dove la persona protagonista ha sbagliato e quali sarebbero state le azioni corrette per far sì che la storia o il soggetto del film finisse in modo diverso, magari più etico, senza sofferenze e con più giustizia.

Questo modo di osservare va usato anche nella vita, perché è vero che noi siamo anche i protagonisti del film “vita degli italiani”, ma per diventare consapevoli e quindi usare l’intelligenza dell’osservazione bisogna:

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Non essere identificato nel ruolo del cittadino di nome Tal dei Tali, di anni x, di sesso femminile o maschile, con un determinato lavoro, una famiglia, problemi, ecc.

Mantenersi distaccati dai ruoli osservando la vita e vivendola non solo da protagonista ma soprattutto da spettatore che decide in modo etico e giusto le proprie scelte. La coscienza della persona che non si distacca dal ruolo in cui è identificata rimane sempre solo protagonista della vita che vive, risolvendo niente o ben poco dei suoi problemi e quindi non aiutando la società. Il rimanere identificato nel ruolo di protagonista comporta infatti eseguire soluzioni chiamate “di sopravvivenza”, frutto di una logica mentale, e mai aggiungere a questa soluzione quel tocco di intelligenza che determini un cambiamento effettivo. (Ad esempio, utilizzare come forma di lotta e di protesta verso una determinata situazione, il fare uno sciopero o un referendum).

Il Potere fa lavorare il popolo per sé, usando proprio l’identificazione con il ruolo e non permettendogli mai, con la cultura che abbiamo oggigiorno, di elevare e addestrare la coscienza delle persone a sviluppare la propria intelligenza. Riesce così a prevenire che le persone usino sempre più l’osservazione che gli permetterebbero di trovare le soluzioni di sopravvivenza intelligenti, etiche e responsabili, frutto appunto della capacità di osservare.

L’Etica è Responsabilità. Azioni, pensieri e parole frutto di un’osservazione producono cambiamenti etici, morali e che non danneggiano.

Ogni persona deve quindi imparare ad osservare la propria vita in modo distaccato. Così la persona diventa lo spettatore che osserva il film in cui il suo corpo è protagonista con tutti i vari problemi che sono inerenti ad esso (il lavoro, la famiglia, ecc.).

Solo in questo modo si creerà un popolo intelligente e consapevole che sconfiggerà tutti gli scenari creati dalle persone che hanno in mano i fili del potere e del controllo del mondo. La loro logica mentale ci ha fatto finora vivere come protagonisti di vite vissute in modo degradato e automatico, inconsapevolmente influenzati e manipolati nelle nostre scelte e nei nostri stili di vita come burattini guidati per la soddisfazione dei loro fini.

Uno stato di diritto è ottenuto e mantenuto da un popolo consapevole e quindi intelligente.

Solo l’osservazione, caratteristica della Consapevolezza, può combattere e sconfiggere la logica mentale che ha portato alla degradazione del mondo per come ne siamo testimoni al giorno d’oggi. Mettendo in pratica soluzioni intelligenti, si minano alla base le soluzioni degradate di vita che fino ad ora ci hanno fatto vivere vite quasi animalesche (basti guardare qualche telegiornale per rendersi conto di alcuni esempi) e ha penalizzato quella parte più etica di ognuno di noi, sopraffacendo la nostra coscienza e con essa la consapevolezza di poter vivere una vita all’insegna della giustizia e dei valori positivi. Siamo vissuti nella stupidità, siamo stati finora un popolo limitato dalla nostra ignoranza, limitati dalle caratteristiche che i ruoli di persone che viviamo ci creano.

Lottiamo quindi per un mondo in cui la Consapevolezza e la Giustizia prevalgano, ma che siano conquistate con l’intelligenza.

Fiorella Rustici

L’eterna lotta fra il bene e il male

01/01/2008

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Dell’eterna lotta fra il Bene e il Male abbiamo sentito parlare per millenni. E se ne discute ancora oggi. E’ un tema trattato a tutti i livelli: negli scritti di ogni genere (filosofici, scientifici, sociologici, politici, religiosi) e nei dibattiti o nelle conversazioni quotidiane.

ll motivo per cui se ne parla è che questa lotta è sempre molto accesa. Uno scontro continuo, nel quale, a guardare bene il livello cui siamo arrivati (caratterizzato da una mancanza spesso completa di valori spirituali) “il Male” finora ha prevalso, facendola letteralmente, come si dice, “da padrone”.

In realtà, il contrapporsi di ciò che noi chiamiamo “Male” a ciò che identifichiamo come “Bene” non è un combattimento tra due entità astratte, a noi in qualche modo superiori, ma LA LOTTA ETERNA FRA COLORO CHE HANNO UNA COSCIENZA E CHI NON CE L’HA PERCHÉ NON L’HA ANCORA SVILUPPATA.

Avere una Coscienza significa avere e comprendere, quindi conoscere, tutta una serie di concetti (Giustizia, Spiritualità, Evoluzione, Amore, Bene,…) che chi è in-Cosciente (cioè non Cosciente), invece, non possiede, cioè non ha ancora portato a livello Conscio.

E’ la Coscienza dei singoli che fa il BENE. Quando è presente in una persona, infatti, la Coscienza si chiede “i perché” dell’esistenza, di se stessa, della vita e della morte: desidera conoscere, ricerca le cause degli eventi, non si accontenta delle apparenze o di ciò che le può venir detto. Vuole la verifica diretta, personale.

La Coscienza può osservare ed osservarsi nei propri comportamenti e rendersi conto di quando commette errori. Soprattutto, ha il desiderio di mettere a posto le cose sbagliate che ha fatto e di aiutare o “risarcire” le persone che ritiene di aver danneggiato, per riscattarsi. La Coscienza è umile e non si sente “inferiore agli altri” o “stupida” quando chiede scusa. Ha il coraggio di cambiare la propria vita, quando è necessario, perché si sente protetta da se stessa e quindi non ha paura dei mutamenti.

Dove c’è Coscienza ci sono Amore, sentimento di Giustizia e Desiderio di costante miglioramento. Questo miglioramento può essere realizzato attraverso la via maestra dell’Aiuto: sia in piccolo, nelle azioni quotidiane fatte all’interno dei contesti di vita abituali (famiglia, lavoro, tempo libero), sia su larga scala, nel sociale, con la lotta portata avanti allo scopo di ottenere Giustizia per sé e per altri.

Guardiamoci intorno: sono molti coloro che aiutano concretamente i propri simili e cercano di aumentare il livello collettivo e individuale di benessere. Pensiamo, tra gli altri, a chi si impegna per radicare la pratica dell’agricoltura biologica. A chi non è d’accordo con l’utilizzo sconsiderato degli OGM. A chi si dà da fare per proteggere gli animali e, ad esempio, decide di diventare vegetariano e smette così di cibarsi dei loro cadaveri, consentendo di liberare risorse agricole che dall’allevamento possono essere re-indirizzate verso il consumo umano nei Paesi del Terzo Mondo. Pensiamo anche a tutti coloro che proteggono le foreste, i parchi, gli oceani e i mari, i patrimoni naturalistici e quelli culturali.

E che dire dei milioni di VOLONTARI che aiutano i bisognosi, i disabili, i malati che si avvicinano alla morte, i drogati, gli alcolizzati, gli anziani soli, coloro che non hanno cibo a sufficienza per sopravvivere? Che dire di chi rinuncia al proprio benessere per portare aiuto concreto a coloro che vivono la guerra sulla propria povera pelle e sono alle prese con carestie, mutilazioni, mancanza di medicinali e tutte le altre brutture umane che purtroppo sono la quotidianità per milioni di persone in tutto il mondo, persone che possono solo gridare chiedendo Giustizia?

Il grosso lavoro di tutte le persone che hanno in sé una Coscienza presente e attiva è evidente. Si tratta di una Coscienza che cerca di creare cambiamenti nel Mondo e di ridare fiducia e speranza a tutti coloro che l’hanno persa e hanno smesso di credere in se stessi a causa dei gravi problemi di cui soffrono.

IL POPOLO DEL BENE è quello che cerca di creare LA BELLEZZA nel mondo: una cosa che solo l’Amore Spirituale può fare. Ma accanto al Popolo del Bene, in mezzo ai suoi componenti, ci sono LE PERSONE

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SENZA COSCIENZA, le quali invece continuano a perpetuare la propria mancanza di concetti positivi.

E tale mancanza si riflette nel loro modo di vivere e nelle azioni sbagliate che riproducono a tutti i livelli: familiare o sociale, schiacciando chi sta loro intorno, rendendo gli individui schiavi di droghe, fumo e alcool, provocando e manipolando guerre, portando avanti la vivisezione sugli animali, usando gli esseri umani come cavie per medicine, radiazioni e sostanze altamente tossiche per l’organismo, creando e mantenendo la fame nel mondo, le violenze etniche, politiche o religiose e così via.

L’ESERCITO DEL MALE lo troviamo molto agguerrito nella nostra società, perché è insediato dentro il nostro cervello ogni volta che, per mancanza di Coscienza, sottostiamo alle azioni con cui si sostituisce a noi e alle scelte che liberamente dovremmo compiere nella nostra vita. In questo modo modella la nostra esistenza all’insegna del consumismo, del sesso promiscuo e senza amore, del potere e del successo, dell’opportunismo, del benessere materiale fine a se stesso, del cibo come pura fonte di piacere fisico, delle sensazioni procurate dalla droga.

Tutti valori che prendono IL SOPRAVVENTO IN CHI NON HA ANCORA SVILUPPATO LA PROPRIA COSCIENZA e in chi come Coscienza è appena un… neonato.

IL VUOTO LASCIATO DALLA MANCANZA DI COSCIENZA viene infatti COLMATO da questi CONCETTI MENTALI tutti incentrati sulla MATERIALITÀ, altamente DISTRUTTIVI, che vanno in opposizione ai valori spirituali di una persona che la Coscienza ce l’ha.

DA QUESTA DIVERSITA’ DI VALORI DERIVA L’ETERNA LOTTA FRA IL BENE E IL MALE. UNA LOTTA FRA L’ETICA (IL BENE) E L’ANTIETICA (IL MALE), FRA LA BELLEZZA E LA BRUTTEZZA, FRA LA SPIRITUALITA’ E LA MATERIALITA’, FRA CHI RISPONDE DEI PROPRI ATTI E CHI NO (la parola “responsabile” deriva proprio dal verbo “rispondere”).

Per la persona che non ha Coscienza anche uccidere un uomo, gettare un neonato nel cassonetto della spazzatura, far morire di fame interi popoli, violentare le donne o i bambini, commerciare in armi, non crea nessun senso di colpa e rimorso, perché è come andare a mangiare e bere, fa “parte della vita”. Anche produrre mine a forma di giocattolo destinate a mutilare i bambini, è parte della normalità degli individui in-Coscienti. Non ci trovano nulla di strano. Nella loro testa non esiste qualcosa che abbia un valore superiore o particolare; non esiste nulla che possa essere considerato in qualche modo “sacro”.

Tutto si riduce unicamente ad una lotta di sopravvivenza o di potere, dove per raggiungere lo scopo non ha importanza se bisogna uccidere, distruggere, fare ammalare, far soffrire, ecc…

La mancanza di Coscienza rende una persona sterile, arida, senza amore per sé e per gli altri. Non le consente il pieno controllo delle sue azioni, pensieri, parole e la rende invece succube dei propri ricordi consci o inconsci, quindi della sua mente. La mancanza di Coscienza, insomma, rende l’Uomo peggiore, nei comportamenti, rispetto a molti animali presenti sul nostro pianeta.

Una Coscienza giovane, bombardata continuamente dai falsi valori come il potere, l’opportunismo, il sesso, può, in un momento di debolezza o di insicurezza, cedere alle lusinghe e scendere di nuovo fra le schiere del “Male”.

Le tentazioni possono essere molto forti, ma chi ha sviluppato una propria Coscienza non deve, per rafforzarsi, rinchiudersi in un monastero o mettersi a fare l’eremita, altrimenti chi è che resta a cambiare il Mondo in meglio? È meglio rimanere sul campo di battaglia e lottare ogni giorno contro il male, ricordandosi che per renderci sempre più forti come Coscienze è BASILARE continuare a compiere azioni corrette ed etiche per noi e per gli altri che creino amore, speranza, voglia di reagire alle difficoltà della vita.

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E poi, altra cosa IMPORTANTISSIMA è conoscere come funziona la nostra mente, portarla a livello CONSCIO, perché è lei con i suoi meccanismi (sconosciuti alla maggior parte delle persone) che può farci cedere alle lusinghe del male e farci perdere nell’oblio di noi stessi. Tale oblio è, per lo più, causato dal possesso (desiderato e realizzato) della materia (denaro e beni in genere) e dalla presunzione di avere un potere superiore (sugli altri e sulla vita) grazie al proprio sé mentale e a discapito della Coscienza.

LA MENTE NON HA COSCIENZA SUA PROPRIA. Conoscere la mente e continuare a fare azioni che aiutino noi stessi e l’umanità nutrirà anche le persone che appartengono al Popolo del Male, le quali svilupperanno sempre più in se stesse la Coscienza. E’ nella natura della Coscienza ricercare per sé e per gli altri l’Amore, la Gioia, la Vita, la Luce della Giustizia, sue caratteristiche divine originarie. Quindi il Popolo del Bene deve lavorare ancora di più affinché il nuovo millennio sia ALL’INSEGNA DELLO SVILUPPO DELLA COSCIENZA in tutte quelle persone che ancora non hanno ritrovato il contatto con la loro PARTE DIVINA.

Persone che nella loro in-Coscienza portano avanti un programma di valori mentali il quale ha immancabilmente condotto all’autodistruzione e ad un processo di involuzione spirituale sempre più accentuata.

Dove non esiste Coscienza, infatti, NON PUÒ ESSERCI EVOLUZIONE SPIRITUALE.

Fiorella Rustici

Ama il prossimo tuo come te stesso, ma prima impara ad amare te stesso

01/01/2008

Si parla tanto di amore, componente molto importante per vivere una vita in armonia e felicità, ma che purtroppo molto spesso non è presente in noi e nella nostra vita.

Ci sono tanti surrogati nei nostri atteggiamenti ed emozioni che vengono etichettati "amore", ma fondamentalmente sentiamo che è una bugia, perchè alcune volte, in un attimo di consapevolezza, abbiamo preso coscienza del fatto che forse non sappiamo amare, oppure che non sappiamo cosa sia l’amore. In quei momenti ci siamo forse sentiti un po’ aridi e sterili, e ci ha preso lo sconforto perché non siamo più in grado di sentire l’amore dentro di noi a meno che non siano presenti determinate sensazioni ed emozioni. La delusione è forte, ma è solo nostra o ci portiamo dentro memorie di questa incapacità di amare già dalla nostra nascita?

In effetti una persona per amarne un’altra, deve avere qualcosa da dare: cioè l’amore che dà a se stessa come coscienza e come corpo fisico. Deve esserci l’accettazione dei suoi lati brutti come di quelli belli, deve osservarsi senza scappare o riempirsi di pensieri negativi sulle sue incapacità e bruttezze fisiche, e cercare di capire “i perché” migliorandosi: QUESTO E’ AMORE.

E’ rispetto verso il nostro corpo, la nostra coscienza, ed è lo stesso rispetto che deve essere dato alla persona che amiamo. Quando questo non è presente, ci nutriamo del flusso d’amore che ci dà il nostro partner. Richiediamo a lui di amarci così come siamo, perché non siamo capaci di amarci noi. E quando lui non rispecchia le nostre aspettative, cioè non colma con il suo amore la nostra carenza d’amore, che POSSIAMO RIEMPIRE SOLO NOI, ecco che cominciano i litigi e le incomprensioni, le ripicche, cattiverie, solo perché ci sentiamo trascurati. Che meschinità!

Ci nascondiamo dietro atteggiamenti da bambino, facendo la vittima e colpevolizzandolo di non amarci a sufficienza e di non farci sentire così importanti. Ma se anche per lui fosse la stessa cosa?

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Forse sperava che anche noi potessimo colmare tutto ciò che non è capace di amare di se stesso perché non si accetta. Da qui rapporti di coppia sempre più distruttivi che sfociano in continui scontri verbali o in fatti per incolparsi di non essere stati amati a sufficienza. Un continuare a richiedere ad altri quello che ognuno dovrebbe imparare a dare a se stesso.

Molte coppie a questo punto, a volte ancora prima di arrivare a “scannarsi mancandosi di rispetto reciproco”, scaricano la loro incapacità di accettarsi, e quindi di amare se stessi ed il loro corpo, FACENDO UN FIGLIO.

Un figlio che viene concepito da due persone che non si amano per se stesse e pretendono che qualcun altro lo faccia al loro posto, una memoria che viene trasmessa al feto. Molte mamme poi nei loro nove mesi di gravidanza, non vivono molto bene il vedersi trasformare il corpo, sentire che qualcosa sta crescendo dentro di loro e tutti i loro stati d’animo vengono registrati dalla mente cellulare del feto. Un imprinting che rimarrà come un marchio, perché si ritroverà come una malattia ereditata fin dalla sua nascita: la mancanza d’amore dei suoi genitori per loro stessi e il loro corpo, che diventerà la sua.

Ci sono anche molte madri che si amano di più e il bambino sarà più equilibrato e risulterà per lui SPONTANEO e NATURALE amarsi e amare gli altri così come ama se stesso. Meno male che esistono!

Tornando a quel bambino sfortunato nato da genitori che non si amano, si ritroverà fin dalla sua nascita a non poter sviluppare questo amore nel tempo, per se stesso e per il suo corpo, perché al suo posto troverà una sterilità, aridità che GLI IMPEDIRA’ DI RIUSCIRE AD ACCETTARSI. Nessuno nasce perfetto. E’ quindi normale non piacersi in certe situazioni oppure non apprezzare qualcosa del nostro corpo, ma da qui a distruggersi con odio, con pensieri negativi, degradarsi….

I genitori hanno sul figlio una grossa aspettativa a livello INCONSCIO che è quella di essere amati e accettati, con lui devono colmare il disequilibrio energetico che hanno con il loro corpo, la loro coscienza e la mente: il figlio, sangue del loro sangue, NON PUO ’ TRADIRLI!

La madre vivendo con il figlio un rapporto di simbiosi nella gravidanza, con l’allattamento si sente più autorizzata a ricevere in cambio l’amore, anche per la sofferenza subita nel parto.

All’inizio i genitori riversano nel figlio il loro amore, come un flusso che lo nutre, ma via via che il figlio non rispecchia le aspettative, quando volge i suoi interessi verso amici, ragazze, ecc.. ecco che si arrabbiano, covano i risentimenti, le sgridate perché perde tempo con gli amici e non studia, oppure non lavora, non aiuta in casa. Tante situazioni che magari nella realtà risultano vere ma alla base c’è la delusione da parte di uno o di entrambi i genitori perché si rendono conto che anche il sangue del loro sangue non riempie il loro vuoto d’amore. Così vivono le scelte del figlio come un tradimento e intanto si instaura un profondo risentimento verso di lui: il risentimento al posto dell’amore che gli davano quando ancora speravano in lui.

E quante volte il figlio mette di fronte ai genitori, come se fosse uno specchio, quello che sono loro? Il figlio vivrà questa interruzione del flusso d’amore dei genitori con forti ribellioni, che potranno portarlo a fare cose che lo degradano moralmente oppure si sentirà non più voluto, rifiutato e dal dolore si lascerà andare all’apatia, alla depressione. Nella loro cecità i genitori non si rendono conto che il problema maggiore dipende da loro e che il figlio è il frutto della loro mancanza di amore verso se stessi, e così daranno la colpa al figlio di sbagliare, di non ascoltare, …di non amarli.

Così la madre o il padre o entrambi, quando il figlio va via di casa lo vivranno come il rifiuto del figlio di amarli. Questo però avviene dentro la loro testa, perché la loro mente gli ha alterato la verità, una verità che non vogliono accettare di vedere consapevolmente altrimenti dovrebbero accettare di non saper amare, di aver fallito. Così ritroviamo poi la madre, per esempio, che vivrà l’allontanamento del figlio come una perdita molto dolorosa e si chiuderà in se stessa, anche se in apparenza continua a fare le stesse cose.

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Non è disposta a guardarsi, né a mettersi in discussione, ma il continuo dolore della perdita del figlio la fa stare male ed è qui allora che deve cercare qualcosa o qualcuno che le dia amore e soprattutto che la faccia stare tranquilla, senza la paura di essere tradita. E cosa c’è di meglio che accudire delle piante?

I vegetali, a differenza degli animali, non si muovono, non possono graffiarla, abbaiarle o miagolarle. Non possono obbligarla a preparare loro da mangiare, pulire la sabbietta, portarli fuori a fare i loro bisogni. Le piante non richiedono molta responsabilità se non quella di annaffiarli e piccole altre cure.

Così la madre riversa il suo amore verso le piante che cura e che le rispondono diventando rigogliose e belle, riflettendo così l’amore che ricevono. Non ha paura di avvicinarsi a loro perché non possono farla soffrire e soprattutto perché non le fanno da specchio. Non le fanno vedere la sua incapacità di amarsi che ha prodotto in lei una bruttezza tale che ha influito su come è e come vive.

Questo flusso d’amore creato dalla madre verso le piante l’aiuterà a riequilibrare una parte di sé arida, e la farà sentire più contenta e rilassata nel vedere che crescono, che l’accettano per quello che è, a differenza del figlio, del marito e di sé.

Mentre nel caso in cui la madre prova dolore per la perdita del figlio e non l’accetta, cercherà di ricreare la situazione di quando il figlio era piccolo e lei si sentiva amata da lui. Per ricreare questa situazione si rivolgerà ad uno o più animali. L’animale non può tradirla perché dedica la sua vita ai suoi umori, ai suoi capricci, alla sua voglia di giocare con lui. E’ dipendente da lei per il mangiare, per i suoi bisogni, per la sua sopravvivenza , così come era il figlio quando era piccolo e c’era lei che pensava a lui. L’animale instaurerà un legame fortissimo, aiutando la madre a ripristinare il flusso d’amore che aveva interrotto con il figlio, facendole magari passare la depressione in cui era caduta quando era andato via di casa.

Il flusso d’amore viene ricreato, ma con l’animale che diventa IL FIGLIO CHE PERO’ ADESSO L’AMA E VIVE SOLO PER LEI.

La madre SI SENTE AMATA E ACCETTATA PER QUELLO CHE E’ dall’animale/figlio che le dimostra in ogni momento con sguardi, coccole, linguate, abbaiate, fusa che l’ama e che è tutto per lei, riempiendo ogni giorno quella sua parte sterile e non amata da se stessa. Ogni giorno l’animale le dà la speranza che l’amore c’è, esiste, e questo comincia a ricrearle l’equilibrio che le mancava.

Le piante e gli animali sono i nostri amici, le nostre speranze, laddove abbiamo fallito miseramente con la mancanza d’amore verso noi stessi e gli altri. Noi possiamo dedicarci a loro per cercare di guarirci dai mali che possono essere: il figlio che non ama i genitori, il partner che non ci ama, il lavoro dove non ci sentiamo accettati, ecc..

Meno male che ci sono persone che sanno accettarsi per quello che sono e che cercano ogni giorno di migliorarsi, non sono bloccate nell’egoismo così come sono bloccate le persone che non si amano. Queste persone, oltre ad amare i figli per quello che sono e rispettare le loro idee, sono capaci di amare anche gli animali e le piante.

Quindi, per concludere, sforziamoci di guardare le nostre bruttezze e cerchiamo di renderle belle, non con le illusioni dentro la nostra testa, ma nei fatti della vita di ogni giorno. Accettarsi è il primo passo da fare per portarci alla guarigione, al rispetto e all’amore. Solo allora saremo sicuri che veramente potremo amare qualcuno, perché AVREMO QUALCOSA DA DARGLI:

LO STESSO AMORE CHE DIAMO A NOI STESSI.

Fiorella Rustici