Figura 5b. A. Vivaldi, Griselda, - Fondazione Giorgio Cini Onlus...Figura 7a. A. Vivaldi, Concerto...

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Anche Vivaldi lo fa, nel sistema successivo, rigo del canto, ma in quella sede la motivazione va ricercata non già nell’ottica del fraseggio, bensì nella conven- zione puramente grafica di scrivere i raggruppamenti del canto in rapporto alla sillabazione: e dunque, le prime due coppie di note sono collegate da un’unica trave, in quanto intonano la stessa sillaba («-te-»), mentre la terza e la quarta coppia risultano separate per via del cambio di sillaba («-ro», «tuo»). Ciò non toglie che anche per il canto Vivaldi si possa trovare a indicare occasionalmente travature dettate proprio da necessità di fraseggio: poche battute più avanti (Figura 6), là dove il canto comincia lunghi vocalizzi in terzine, se la progressio- ne scalare è distesa un’unica trave unisce sei crome, ma se è interrotta da note ribattute anche la travatura s’interrompe. Figura 6. A. Vivaldi, Griselda, RV 718, aria: «Scocca dardi l’altero tuo ciglio» – 343 – CHE COSACI DICONO LE «TRAVATURE» VIVALDIANE? – 5 di 14 – Figura 5b. A. Vivaldi, Griselda, RV 718, aria: «Scocca dardi l’altero tuo ciglio»

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Anche Vivaldi lo fa, nel sistema successivo, rigo del canto, ma in quella sedela motivazione va ricercata non già nell’ottica del fraseggio, bensì nella conven-zione puramente grafica di scrivere i raggruppamenti del canto in rapporto allasillabazione: e dunque, le prime due coppie di note sono collegate da un’unicatrave, in quanto intonano la stessa sillaba («-te-»), mentre la terza e la quartacoppia risultano separate per via del cambio di sillaba («-ro», «tuo»). Ciò nontoglie che anche per il canto Vivaldi si possa trovare a indicare occasionalmentetravature dettate proprio da necessità di fraseggio: poche battute più avanti(Figura 6), là dove il canto comincia lunghi vocalizzi in terzine, se la progressio-ne scalare è distesa un’unica trave unisce sei crome, ma se è interrotta da noteribattute anche la travatura s’interrompe.Figura 6. A. Vivaldi, Griselda, RV 718, aria: «Scocca dardi l’altero tuo ciglio»

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CHE COSA CI DICONO LE «TRAVATURE» VIVALDIANE?

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MARCO BEGHELLI

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Potrei continuare con decine di esempi simili, che non aggiungerebbero perònulla di nuovo a quanto già rilevato. Piuttosto vorrei puntare l’attenzione sulleconseguenze di tutto ciò a livello editoriale. Il postulato parrebbe scontato: seuna certa grafia pur anomala è portatrice di significato, l’edizione a stampamoderna dovrebbe rispettarla, per non perdere quel significato, assai utileall’esecutore. Ma dirò di più: di fronte a comportamenti incostanti come quellisopra evidenziati, un’edizione critica dovrebbe prendere decisioni forti, unifor-mando i passi difformi secondo il criterio della lectio difficilior. Per quanto hoinvece potuto vedere, né la vecchia edizione Malipiero, né alcune delle piùrecenti iniziative editoriali sono propense a rispettare le travature di Vivaldi piùparticolari e specifiche, uniformando invece la scrittura ai classici gruppi diquattro note. Un esempio per tutti: una pagina dal primo movimento del con-certo per due violini RV 508 (Figura 7a):Figura 7a. A. Vivaldi, Concerto per due violini RV 508, I movimento

Si noti quanta coerenza c’è nella grafia autografa di Vivaldi, sia nel raggrup-pamento delle semicrome «ad otto», in due figurazioni di diverso profilo, sia nelsuccessivo raggruppamento «a quattro», quando il disegno melodico passa auna figurazione appunto di quattro note esposta due volte di seguito.

Ma cosa rimane di tutto questo nell’Edizione Malipiero del 1951? Nulla(Figura 7b): tutto viene banalizzato in raggruppamenti convenzionali di quattrosemicrome.