Ficana: una pietra miliare sulla strada per Ostia

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«Voi siete il sale della terra» MATTEO FICANA Una pietra miliare sulla strada per Ostia DI OBERDAN MENGHI L antichissimo abitato latino di Ficana L ricordato dallerudito Festo (Lindsay 298, 6-9) che lo si tua a ridosso del Tevere, presso lo scalo fluviale dei Saxa Puilia , allaltezza dellXI miglio della via Ostiense. La città L ricordata, inoltre, da Dionisio di Alicarnasso (III, 38) in occasione dellepopea militare del quarto re di Roma Anco Marzio (circa 640-616 a.C.) durante le sue vittoriose campagne contro i Lati- ni ed i Veienti per il possesso dei territori paratiberini e costieri, il cui controllo era necessario per lapprov- vigionamento del sale, prodotto che per evaporazione si depositava naturalmente sulle rive delle lagune salmastre retrodunali ubicate sul litorale di foce del Tevere. Gli scontri con i Latini ed i Veienti, le guerre del sale, segnano le prime fasi dellimperialismo mili- tare romano e scaturiscono dalla necessità di garantir- si un prodotto primario nelleconomia del mondo an- tico, fondamentale per la metallurgia, lallevamento del bestiame, la concia delle pelli e la conservazione degli alimenti. Un prodotto, fra laltro, estremamente raro perchØ poteva raccogliersi solo alle foci del Tevere e in alcune zone della Puglia settentrionale, e che nel caso laziale si concentrava al termine di unarteria (il corso del Tevere) la quale scandiva il confine naturale fra il territorio romano e quello della potente città etru- sca di Veio sulla ripa destra del fiume, alimentando così evidenti motivi di tensione e di contrasto. Lo storico Tito Livio (I, 33, 2) riferisce che dopo la conquista della Silva Maesia strappata ai Veienti, i Romani conquistarono le città latine di Tellenae , Politorium e Ficana deportandone poi gli abitanti nellUrbe sul monte Aventino. Alla foce del Tevere si organizzarono le saline e si impiantò linsediamento di Ostia, che ne assicurava e rimarcava il controllo, una volta annientate le resistenze delle popolazioni latine sconfitte. La sorte di Ficana sembra pertanto se- gnata dalla presenza dei giacimenti di sale, il cui sfrut-

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di Oberdan Menghi

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«Voi siete il saledella terra»

MATTEO

FICANAUna pietra miliare sulla strada per Ostia

DI OBERDAN MENGHI

L�antichissimo abitato latino di Ficana è ricordatodall�erudito Festo (Lindsay 298, 6-9) che lo situa a ridosso del Tevere, presso lo scalo fluviale

dei Saxa Puilia, all�altezza dell�XI miglio della viaOstiense. La città è ricordata, inoltre, da Dionisio diAlicarnasso (III, 38) in occasione dell�epopea militaredel quarto re di Roma Anco Marzio (circa 640-616a.C.) durante le sue vittoriose campagne contro i Lati-ni ed i Veienti per il possesso dei territori paratiberinie costieri, il cui controllo era necessario per l�approv-vigionamento del sale, prodotto che per evaporazionesi depositava naturalmente sulle rive delle lagune

salmastre retrodunali ubicate sul litorale di foce delTevere. Gli scontri con i Latini ed i Veienti, le �guerredel sale�, segnano le prime fasi dell�imperialismo mili-tare romano e scaturiscono dalla necessità di garantir-si un prodotto primario nell�economia del mondo an-tico, fondamentale per la metallurgia, l�allevamento delbestiame, la concia delle pelli e la conservazione deglialimenti. Un prodotto, fra l�altro, estremamente raroperché poteva raccogliersi solo alle foci del Tevere ein alcune zone della Puglia settentrionale, e che nelcaso laziale si concentrava al termine di un�arteria (ilcorso del Tevere) la quale scandiva il confine naturalefra il territorio romano e quello della potente città etru-sca di Veio sulla ripa destra del fiume, alimentandocosì evidenti motivi di tensione e di contrasto.

Lo storico Tito Livio (I, 33, 2) riferisce che dopola conquista della Silva Maesia strappata ai Veienti, iRomani conquistarono le città latine di Tellenae,Politorium e Ficana deportandone poi gli abitantinell�Urbe sul monte Aventino. Alla foce del Tevere siorganizzarono le saline e si impiantò l�insediamentodi Ostia, che ne assicurava e rimarcava il controllo,una volta annientate le resistenze delle popolazionilatine sconfitte. La sorte di Ficana sembra pertanto se-gnata dalla presenza dei giacimenti di sale, il cui sfrut-

Nella pagina accanto, in alto: Il centro latino di Ficana nelcontesto topografico del Lazio arcaico. Da Quilici, 1974.

Nella pagina accanto, in basso: Distribuzione dei principaliabitati protostorici ed arcaici lungo il basso corso del Tevere ed i suoiaffluenti. Rielaborazione di OM da Bartoloni, 1986.▲ insediamenti e necropoli della tarda età del Bronzo ; ● insediamenti enecropoli della tarda età del Ferro (VIII sec. a.C.). 1. Roma (Foro); 2.Roma (Comizio e S. Omobono); 3. Acqua Acetosa Laurentina; 4. Torrino;5. Casale della Perna; 6. Castel di Decima; 7. Ostia (collettore di Ponen-te); 8. Ostia (Terme di Nettuno); 9. Monte Mario (Colle S. Agata); 10.Testa di Lepre; 11. Monte Roncione; 12. Pantan di Grano; 13. PratiMadonna.

A destra: Calco del miliario XI della Via Ostiense (CIL VI, 31585)rinvenuto intorno al 1869 in località Malafede, poco a nord di Acilia.III sec. a.C. Foto SAO.

Sotto, a sinistra: Altare marmoreo del servo imperiale Agathoncon dedica a Marte Ficano (II sec. d.C.), attualmente al Museo dellaVia Ostiense. Foto SAO.

Sotto, a destra: L�altura di M. Cugno, sito dell�antica Ficana,vista da nord. Foto OM, maggio 2002.

tamento era probabilmente in parte controllato da que-sta città prima dell�intervento militare di Anco.

Intorno al 1869 fu ritrovata in località Malafede(a nord di Acilia) la pietra miliare XI della Via Ostiense(ora al Museo Laterano) e nel 1955 una piccola arulain marmo del II sec. d.C. dedicata a Mars Ficanus (at-tualmente al Museo della Via Ostiense), nel cui appel-lativo si rintracciò già allora il ricordo dell�antichissi-ma città, scomparsa, come affermava Plinio il Vecchio(Nat. Hist. III, 68-70), �senza vestigia� al pari di nu-merosi altri centri latini assorbiti durante le prime fasidell�espansionismo romano verso il mare. La città, com-pletamente dimenticata dagli autori latini, fu per lun-go tempo ubicata dagli eruditi sull�altura di CasaleDragoncello, ma già nel sec. XIX l�architetto-archeo-

logo Luigi Canina ne aveva proposto, pur senza provemateriali, l�esatta collocazione topografica su alcunirilievi prospicienti la ripa sinistra del Tevere (i cd. Montidi S. Paolo), poco a nord dell�attuale borgata di Aciliasulla Via Ostiense. L�abitato è stato con esattezza in-dividuato nel 1971 da S. Quilici Gigli con una serie diperlustrazioni e la raccolta di materiali di abitato sulpianoro di M. Cugno (m 89 s.l.m.), un poderoso rilie-vo collinare saldato da una sella al sistema orograficodei Monti di S. Paolo. La brillante scoperta diede ini-zio ad una feconda stagione di ricerche archeologicheprotrattasi per oltre dieci anni avente come oggettod�interesse i centri del Lazio arcaico, molti dei qualimenzionati da Plinio fra quegli �illustri abitati� (claraoppida) scomparsi e dimenticati al suo tempo, ma chenei primi anni �70 l�espansione edilizia di Roma oltrel�anello del Raccordo Anulare giungeva pericolosamen-te a minacciare col rischio di cancellarli veramente sen-za lasciarne vestigia.

La stessa Ficana fu oggetto di notevole attenzione edal 1975 al 1983 ripetute campagne d�indagine direttedalla Soprintendenza Archeologica di Ostia in collabora-zione con gli Istituti Nordici di Cultura si susseguirononell�abitato sul pianoro e, con minore intensità, nelle duenecropoli individuate nel frattempo nelle zone circostan-ti. Agli scavi seguì una mostra itinerante che toccò moltedelle capitali del nord Europa, riscuotendo un successo

enorme ed un plauso senza precedenti.

Dall�altura di M. Cugno, sulla sponda sinistra delfiume, la città dominava la valle del Tevere mantenen-do una posizione strategica formidabile, simile a quel-la delle acropoli greche. Oltre a risultare facilmentedifendibile, essendo protetta da ripidi pendii sui latinord, est e sud nonché da un poderoso rilevato artifi-ciale di terra (agger) preceduto da un fossato (vallum)profondo 4 m e largo 10 sul versante esposto verso ilpianoro occidentale, la città godeva di ampie possibi-lità di comunicazione attraverso le valli circostanti: ilTevere, infatti, la collegava con il mare e Roma, il Fos-so di Galeria con Veio sulla ripa destra del fiume, ilFosso di Malafede, anch�esso navigabile, con l�abitatodi Castel di Decima (da alcuni studiosi identificato,senza prove archeologiche, con Politorium) ed i centridei Colli Albani.

All�interno della fortificazione, datata all�VIII sec.a.C., le indagini italo-nordiche hanno accertato comel�insediamento si estendesse principalmente sul pianoroorientale, dove le abitazioni, costituite da capannestraminee e da edifici con fondazioni in pietra, si sus-

A destra: Il pianoro orientale di M. Cugno,visto da sud-est. Foto OM, Maggio 2002.

Sotto: Carta archeologica della zona diFicana (M. Cugno) e dei territori limitrofi(Monti di San Paolo e tenuta di Dragoncello).Elaborazione grafica di OM, Maggio 2002.Legenda: A. Ficana, area di abitato fra l�VIIIed il VII sec. a.C.; B. Ficana, espansioneurbana verso ovest nel VI - V sec. a.C.; Na.Necropoli di Ficana (VIII - III sec. a.C.; forseanche fino al I-II sec. d.C.); Nb. Necropoli diFicana (età del Ferro); Nc. Area necropolare(I-II sec. d.C.); Aree con presenze di V sec.a.C.; Ville rustiche e fattorie romane (IV-II sec. a.C./II sec. d.C.)

Sotto, a destra: Il pianoro occidentale di M.Cugno visto dall�argine del Tevere. Foto OM,Maggio 2002.

A sinistra: Planimetria di un edif ic ioporticato con fondazioni in pietrame (zona 5a).Si tratta di una delle case più antiche trovatenel Lazio, databile alla seconda metà del VIIsec. a.C., appartenuta a personaggi di rangodell�aristocrazia cittadina. Da uno dei cunicolidi scarico trovati nell�area del portico provieneun servizio ceramico da banchetto di notevolepregio. Da Ficana 1981, fig. 7.

Sotto, a sinistra: Edificio con fondazioniin pietra sul pendio meridionale di M. Cugno(zona 5b) in corso di scavo. Seconda metà delVII sec. a.C. Foto J. R. Brandt, 1980.

Sotto, a destra: La zona ar caico-repubblicana A in corso di scavo (zona 6a).Fine VII sec. a.C. - II sec. d.C. Foto J. R.Brandt, 1980.

seguirono senza soluzione di continuità dall�VIII alVI sec. a.C., dimostrando una sostanziale continuitàdi occupazione del sito anche dopo l�intervento mili-tare di Anco Marzio, che si risolse pertanto non con ladistruzione fisica (ricordata da Dionigi di Alicarnasso),né con l�abbandono della città, ma con la fine dellasua autonomia politica, economica e militare e la sua

piena incorporazione nello Stato romano.

Tracce di una fase urbana precedente,riferibile all�età del Bronzo finale (X sec. a.C.),sono testimoniate dal cospicuo ritrovamento diceramica protovillanoviana presente in uno stra-to di livellazione prossimo all�agger, sicuramen-te proveniente da un settore urbano già abitatoin epoca più antica, ma non ancora individuatodalle ricerche.

Le capanne dell�età del Ferro sembrano disporsia gruppi alquanto distanziati fra loro, con ampie zonelibere destinate probabilmente all�economia di sussi-stenza (allevamento, coltivazioni). Numerose sono lefosse utilizzate quali immondezzai durante tutte le va-rie fasi di occupazione del pianoro, così come risulta-

Sopra: Servizio ceramico da banchetto (730-630 a.C.)ritrovato in un cunicolo di scarico d�una abitazione. Imateriali, in particolare i vasi potori, denunciano ladif fusione della moda gr eca del simposio fra learistocrazie tirreniche e l�introduzione della coltura dellavite. Da Rathje, 1983.

A sinistra: Antefissa a testa femminile rinvenuta nelloscavo di una abitazione presso l�agger (zona 4, casaA). Ultimi decenni del VI sec. a.C. Da Ficana 1981,tav. 29.

Nella pagina accanto, in alto: Ficana, area diabitato presso l�agger. Tomba infantile VIII ainumazione entro due coppi contrapposti (kalypteres),dopo l�apertura. Il corpo del bambino, di appena due mesi,è stato deposto supino, con gli arti ben stesi. VI-V sec. a.C.Da Ficana 1981, tav. 52, cat. 90.

Nella pagina accanto, in basso: Ficana, areadi abitato presso l�agger. Tomba infantile III ainumazione entro olla coperta con una ciotola. Il bimboè stato deposto rannicchiato sul fondo del vaso. VI sec. a.C.Da Ficana 1981, tav. 52, cat. 89.

no in numero notevolmente elevato le tombe infantili(suggrundaria), che, secondo un rituale abbastanza dif-fuso nel Lazio arcaico, potevano trovare posto all�in-terno delle mura domestiche o nelle aree immediata-mente antistanti la casa. I motivi di questo costumefunerario sono ancor oggi sconosciuti, ma probabil-mente esso riflette un uso più antico, che forse inte-ressava in origine tutti i membri scomparsi del conses-so cittadino, conservatosi solo per i bambini molto pic-coli, le cui anime avevano la necessità di essere in qual-che modo ancora protette e accompagnate dalla fami-glia nel viaggio verso l�oltretomba.

A partire dalla seconda metà del VII sec. a.C. allecapanne si affiancano, in parte sostituendole, abitazionicon fondazioni in pietra, alzato a graticcio ligneo omattoni crudi e tetto coperto con tegole, apparente-mente molto semplici e parche ma in realtà tutteattribuibili ad esponenti di rango della comunità citta-dina (aristoi). Lo si evince dai materiali raccolti duran-te lo scavo, che evidenziano a Ficana uno standardqualitativo molto alto ed una marcata tendenza allanetta gerarchizzazione dei rapporti sociali rispetto adaltri centri del Lazio arcaico quali Castel di Decima eLa Rustica. Fra questi materiali va ricordato in parti-colare un servizio ceramico �di lusso� di notevole pre-gio (recuperato da un pozzo di scarico di una di que-ste abitazioni), costituito da vasi potori e contenitoriper conservare, miscelare e versare vino, il cui consu-mo si diffonde tra i ceti dominanti durante la praticasempre più affermata del banchetto (symposium) pro-prio nel corso del VII sec. a.C.

Già sul finire del VI sec. la presenza di abitazionicon fondazioni in pietrame immediatamente a ridossoo all�esterno dell�agger sottolinea la perdita dell�origi-nario significato difensivo di quest�ultimo; le indaginihanno evidenziato come nel periodo del leggendariosacco di Anco la città mostri una tendenza all�espan-sione verso ovest, ben oltre la linea difensiva organiz-

zata nella seconda metà dell�VIII secolo, a riprova chenon vi fu alcuna distruzione della città durante le spe-dizioni militari in cui furono prese anche Politorium eTellaenae.

La �fine� di Ficana, ad ogni modo, è romana intutti i sensi. Le abitazioni con fondazioni in pietra giun-gono sino al V sec. a.C. ed in particolare dallo scavo diuna di esse sembrano emergere dati utili ad unariconsiderazione dell�urbanistica cittadina. Poco a ovestdel moderno casale è stata, infatti, scavata un�area (zona6a, la più occidentale fra tutte quelle sondate) ben aldi fuori dell�agger, molto interessante per la strati-ficazione di un alto numero di interventi e di fasi edi-lizie che la contraddistinguono. Nell�ultima fase edili-zia documentata in questo settore un poderoso muroin opera quadrata di tufo, orientato in direzione N-S,sembra inglobare ampiamente la parte più occidentaledi M. Cugno. Il dato è certo il prodotto di una rilevan-te espansione demografica del centro abitato e la strut-tura in opera quadrata, con probabilità una nuova operadi difesa che ne porta la superficie dai 5 ettari origina-ri agli oltre 10 di questo periodo, viene eretta quandoFicana è ormai divenuta una piazzaforte romana cheaffianca Ostia, o forse la precede di poco, nel delicatocompito di controllare militarmente il basso corso delTevere.

Nel IV e nel III sec. a.C. fattorie e ville rusticheromane, in parte sopravvissute fino al II sec. d.C. po-polano il comprensorio, in un periodo in cui il territo-

rio della città scomparsa gravita ormai nell�orbita del-la colonia di Ostia, rifondata da Roma agli inizi del IVsec. a.C. come cittadella posta a rinsaldare militarmente,in evidente funzione antietrusca e antipiratica, il con-trollo delle saline e delle attività emporiche natural-mente sviluppatesi alla foce del Tevere. Già in questoperiodo Ficana non è più una città, ed il declino deiluoghi si accentua inesorabilmente nel II sec. a.C., inconcomitanza con le guerre annibaliche che funesta-rono enormemente le regioni dell�Italia Centrale. Inetà imperiale, come già detto, nessun resto visibile ri-mane della città, di cui però si conservano tanto il ri-cordo (Plinio) quanto la preziosa notizia della sua esattacollocazione topografica (Festo).

Le due necropoli di Ficana risultano solo parzial-mente esplorate. La più antica, situata su una piccolaaltura posta poco a sud del pianoro, ha restituito unadecina di incinerazioni a pozzetto rivestito di spezzonidi tufo sul fondo e nelle pareti; tutte le tombe sonosenza corredo, se si eccettua in alcuni casi l�urnafuneraria. Il sepolcreto va messo in relazione con unabitato dell�età del Bronzo non ancora individuato conesattezza, l�esistenza del quale è fortemente indiziatadai materiali trovati presso l�agger nella cd. �zonaprotovillanoviana�.

La necropoli del periodo orientalizzante ed arcai-co, purtroppo molto danneggiata dai lavori agricoli del1973 e dall�espansione edilizia verso il Tevere della

Sopra: Necropoli di Ficana, tomba 21.Il defunto, di sesso maschile, era accompa-gnato da un corredo di armi ed altri oggettimetallici, fra i quali un fascio di spiedi inferro (obeloi) ed un tripode bronzeo.Decenni finali del VII sec. a.C. Foto D.Kuylenstierna, 1977.

A sinistra: Aryballos ovoide medio-protocorinzio (metà VII sec. a.C.) confregio dipinto di cani e uccelli dalla tomba1 della necropoli di Ficana. Da Civiltàdel Lazio primitivo, 1976.

moderna borgata di Acilia, si trova, invece, su una pic-cola sella che unisce M. Cugno con i Monti di SanPaolo, a sud ovest dell�abitato. Le indagini hanno quiriconosciuto circa una quarantina di inuma-zioni, di-sposte in gruppi più o meno distanziati fra loro suun�area complessiva di circa 3 ettari, al cui interno lesepolture si tagliano e si sovrappongono a testimo-nianza del lungo arco cronologico di utilizzo delsepolcreto. Le tombe più antiche, riferibili al periodoorientalizzante antico (circa 730-670 a.C.) e medio (cir-ca 670-630 a.C.), sono rispettivamente a fossa conloculo laterale e a fossa colmata con scheggioni di tufo;all�orientalizzante medio appartengono i corredi più

ricchi, fra cui si annove-rano oggetti e ornamentifemminili in ambra e pa-sta vitrea, in bronzo e inoro, molti dei quali d�im-portazione. Già in questoperiodo, però, ed il feno-meno risulta ancor piùmarcato nell�orientaliz-zante recente, si registraper Ficana, rispetto allenecropoli di Decima e diAcqua Acetosa Lauren-tina, il dispiegarsi di unlusso minore nei corredifunerari. Il fenomeno as-sume aspetti radicali nelVI e nel V sec. a.C., quan-

do tutte le sepolture, secondo una prassi consolidatain tutto il Lazio arcaico che presuppone forse una ge-nerale e limitativa disposizione di legge (una sorta dilex sumptuaria), risultano assolutamente prive di ognioggetto d�accompagno. Il fenomeno cessa nel Lazioalla metà del IV sec. a.C. con la ricomparsa dei corredifunerari, fra l�altro particolarmente ricchi, ma a Ficanaesso continua anche nelle tombe di età tardo-repub-blicana e forse in età imperiale, rendendo incerta l�at-tribuzione cronologica di molte sepolture, nonostantequeste ultime presentino tipi tombali alquanto diver-sificati (in fossa terragna semplice o con loculo latera-le, a cassone, a cappuccina coperte da lastroni di tufo,a cappuccina coperte da tegole).

Il sito dove sorgeva l�antica Ficana conserva ancoroggi, nonostante l�espansione edilizia ne abbia moltoalterato l�aspetto originario, un fascino notevole, unavera oasi naturale che per l�eccezionale valenza stori-co-archeologica e ambientale è stata vincolata ai sen-si di legge, saldandola al cordone verde della RiservaNaturale Statale del Litorale Romano di recente isti-tuzione.