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14 febbraio 2010 Documenti che attestino l’esistenza di diritti reali di godimento su beni immobili (diritto di abitazione, usufrutto, ecc.). Contratti di affitto e/o canoni di affitti annui specificati per immobile locato. Codice fiscale del coniuge, dei figli e di eventuali familiari a carico. Eventuale variazione dei familiari a carico, avvenuta nel corso del 2009. Variazioni di residenza. Copia dichiarazione Unico 2009 o 730/2009. Attestazioni dei versamenti di acconti IRPEF. Attestazioni di versamento ICI effettuate nel 2009. Numero di telefono. Copia del documento di identità in corso di validità. Sindacale ra in cui sia indicato il costo della manodopera utilizzata per la realizzazio- ne dell’intervento, acquisire l’osservazione di un tecnico abilitato alla pro- gettazione di edifici e impianti, acquisire al termine dei lavori, dal tecnico abilitato un attestato di certificazione energetica, redigere una scheda infor- mativa sugli interventi realizzati, che insieme alla copia dell’attestato di cer- tificazione deve essere inviato all’ENEA entro 90 giorni dalla fine dei lavo- ri, ricevute del bonifico di pagamento, e qualora gli interventi riguardino parti comuni di edifici conservare copia della delibera assembleare con tabel- la millesimale per ripartizione delle spese. Occorre inoltre unire alla dichiarazione, oltre ai documenti sopra indi- cati: Atti di acquisto/cessione di immobili e terreni. Visure catastali di tutti gli immobili e terreni posseduti. Destinazione degli immobili e relative variazioni effettuate durante l’anno. Federmanager Torino Federmanager Cuneo Ha organizzato i seguenti incontri: 9 febbraio 2010. Sede presso FM Tori- no tema Preparare il budget oppure subirlo relatore Gianfranco Lanfredini autore del Saggio. Il responsabile com- merciale in azienda: un ruolo sempre più a rischio. 18 febbraio 2010. Sede presso FM Tori- no tema Dirigere in tempo di crisi. Presentazione del piano formativo finanziato da Fondirigenti. Ricostruire la fiducia e coinvolgere le persone. Valorizzare e sviluppare le compe- tenze. Governare i processi e migliorare l’efficienza. Bilancio professionale e rilancio del progetto. Evoluzione inter-funzionale del ruolo. Supportare il vertice nelle scelte strategiche. 22 febbraio 2010. Sede presso FM Tori- no Gestire il gruppo di lavoro. Relato- re Emanuela Truzzi. “Gestire il gruppo di lavoro” come affrontare le situazioni di cambiamen- to necessario e le opportunità di svilup- po e crescita riuscendo ad essere un coach per i propri collaboratori. Il lea- der deve trasmettere energia ed entu- siasmo ai suoi collaboratori: conoscen- do i principali attributi della learder- ship motivazionale si guida una squa- dra al successo. 2 marzo 2010. Sede Centro Congressi Torino Incontra: La Privacy nel rappor- to di lavoro. Il tema dell’incontro si propone di inquadrare i principi essenziali in mate- ria di privacy, gli adempimenti e le misure in materia di protezione dei dati personali e sensibili relativamente alla gestione del rapporto di lavoro, con riferimento anche ai controlli tecnolo- gici del datore di lavoro”, verrà trattato dall’avv. Michela Degiovanni, avvoca- to civilista e conciliatore presso la Camera di Commercio di Milano e Monza. Convegno 27 marzo 2010 Nella mattinata del 27 marzo 2010, con ini- zio alle ore 10,00 si terrà, presso l’Hotel Cava- lieri (Piazza Giovanni Arpino, 37 – Bra) un convegno rivolto ai Dirigenti in servizio iscrit- ti e non alla nostra Associazione sul tema: “Criticità del rapporto dirigenziale” Tutele convenzionali e legali Parteciperanno in qualità di relatori i Signori: dott. Natale Zappalà – Direttore Risorse Umane della Plastic Components and Modu- les Automotive S.p.A. Gruppo Magneti Marelli dott. Roberto Marzano – Direttore Risor- se Umane Mondo S.p.A. dott. Roberto Granatelli – Direttore Federmanager Torino Avv. Prof. Toti Musumeci – Giuslavorista in Torino. Farà seguito al termine una colazione di lavoro. Nel comunicare che seguirà quanto prima il programma dettagliato del’evento, si auspica una massiccia presenza dei Dirigenti al conve- gno. Per evidenti motivi organizzativi è gradita la conferma della presenza in segreteria al n. 0171 695446, via fax al n. 0171 692551 e all’in- dirizzo email dirigenticn @cnnet.it Che la disoccupazione sia un effetto delle restrizioni del credito – è una tesi contestata dal sociologo Luciano Gallino che per contro sostie- ne che la causa principale è data dall’industria che si è fatta finanziaria di se stessa. Adduce una serie di motivi: Anno 2000. Capostipite La Enron. Anni 2007- 2009: archetipo Lepman Brothers. Esempi di ibri- dazione finanza-industria fra le cause della deva- stazione dell’economia mondiale. Esternalizzazione della produzione su scala internazionale, con possibilità di immediata rescissione del contratto con il fornitore (inevita- Crisi finanziaria e disoccupazione La Repubblica, 10 febbraio 2010 di Luciano Gallino bili i licenziamenti) e conseguenti guerre fra for- nitori, fra lavoratori, fra regioni, con grave cadu- ta dell’occupazione. Formazione di monopoli mediante fusioni, acquisizioni e relativi movimenti di centinaia di miliardi di dollari, al solo scopo di eliminare il concorrente. Capitali sottratti a investimenti e all’apertura di nuovi impianti. In America si parla di riforma dell’architettu- ra finanziaria. L’Unione Europea propone di sor- vegliare le banche. Secondo l’autore sono misure insufficienti, se non si prevede la riforma del sistema industriale. Dal Corriere della Sera 12 febbraio 2010 Etica nell’economia, la sfida possibile M olti imprenditori capaci continuano a valutare, anche al di là del profitto, l’o- biettivo professionale di condurre un’impresa sulla base di una cultura del lavoro che possiedono e che deve essere considerata una preziosa ricchezza per tutti. Essa peraltro può determinare nel tempo anche il maggior succes- so dell’impresa e comunque concorre a elevare la qualità della vita sociale. Presidente Istituto Luigi Sturzo Roberto Mazzotta segue da pag. 11

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14 febbraio 2010

❏ Documenti che attestino l’esistenza di diritti reali di godimento su beniimmobili (diritto di abitazione, usufrutto, ecc.).

❏ Contratti di affitto e/o canoni di affitti annui specificati per immobilelocato.

❏ Codice fiscale del coniuge, dei figli e di eventuali familiari a carico.

❏ Eventuale variazione dei familiari a carico, avvenuta nel corso del 2009.

❏ Variazioni di residenza.

❏ Copia dichiarazione Unico 2009 o 730/2009.

❏ Attestazioni dei versamenti di acconti IRPEF.

❏ Attestazioni di versamento ICI effettuate nel 2009.

❏ Numero di telefono.

❏ Copia del documento di identità in corso di validità. ❑

Sindacale

ra in cui sia indicato il costo della manodopera utilizzata per la realizzazio-ne dell’intervento, acquisire l’osservazione di un tecnico abilitato alla pro-gettazione di edifici e impianti, acquisire al termine dei lavori, dal tecnicoabilitato un attestato di certificazione energetica, redigere una scheda infor-mativa sugli interventi realizzati, che insieme alla copia dell’attestato di cer-tificazione deve essere inviato all’ENEA entro 90 giorni dalla fine dei lavo-ri, ricevute del bonifico di pagamento, e qualora gli interventi riguardinoparti comuni di edifici conservare copia della delibera assembleare con tabel-la millesimale per ripartizione delle spese.

Occorre inoltre unire alla dichiarazione, oltre ai documenti sopra indi-cati:

❏ Atti di acquisto/cessione di immobili e terreni.

❏ Visure catastali di tutti gli immobili e terreni posseduti.

❏ Destinazione degli immobili e relative variazioni effettuate durante l’anno.

Federmanager Torino FedermanagerCuneoHa organizzato i seguenti incontri:

– 9 febbraio 2010. Sede presso FM Tori-no tema Preparare il budget oppuresubirlo relatore Gianfranco Lanfrediniautore del Saggio. Il responsabile com-merciale in azienda: un ruolo semprepiù a rischio.

– 18 febbraio 2010. Sede presso FM Tori-no tema Dirigere in tempo di crisi.Presentazione del piano formativo

finanziato da Fondirigenti.❏ Ricostruire la fiducia e coinvolgere

le persone.❏ Valorizzare e sviluppare le compe-

tenze.❏ Governare i processi e migliorare

l’efficienza.❏ Bilancio professionale e rilancio del

progetto.❏ Evoluzione inter-funzionale del

ruolo.❏ Supportare il vertice nelle scelte

strategiche.– 22 febbraio 2010. Sede presso FM Tori-

no Gestire il gruppo di lavoro. Relato-re Emanuela Truzzi.

“Gestire il gruppo di lavoro” comeaffrontare le situazioni di cambiamen-to necessario e le opportunità di svilup-po e crescita riuscendo ad essere uncoach per i propri collaboratori. Il lea-der deve trasmettere energia ed entu-siasmo ai suoi collaboratori: conoscen-do i principali attributi della learder-ship motivazionale si guida una squa-dra al successo.– 2 marzo 2010. Sede Centro Congressi

Torino Incontra: La Privacy nel rappor-to di lavoro.

Il tema dell’incontro si propone diinquadrare i principi essenziali in mate-ria di privacy, gli adempimenti e lemisure in materia di protezione dei datipersonali e sensibili relativamente allagestione del rapporto di lavoro, conriferimento anche ai controlli tecnolo-gici del datore di lavoro”, verrà trattatodall’avv. Michela Degiovanni, avvoca-to civilista e conciliatore presso laCamera di Commercio di Milano eMonza. ❑

Convegno 27 marzo 2010 Nella mattinata del 27 marzo 2010, con ini-

zio alle ore 10,00 si terrà, presso l’Hotel Cava-lieri (Piazza Giovanni Arpino, 37 – Bra) unconvegno rivolto ai Dirigenti in servizio iscrit-ti e non alla nostra Associazione sul tema:“Criticità del rapporto dirigenziale”Tutele convenzionali e legali

Parteciperanno in qualità di relatori i Signori:• dott. Natale Zappalà – Direttore Risorse

Umane della Plastic Components and Modu-les Automotive S.p.A. Gruppo Magneti Marelli

• dott. Roberto Marzano – Direttore Risor-se Umane Mondo S.p.A.

• dott. Roberto Granatelli – DirettoreFedermanager Torino

• Avv. Prof. Toti Musumeci – Giuslavoristain Torino.

Farà seguito al termine una colazione dilavoro.

Nel comunicare che seguirà quanto prima ilprogramma dettagliato del’evento, si auspicauna massiccia presenza dei Dirigenti al conve-gno. Per evidenti motivi organizzativi è graditala conferma della presenza in segreteria al n.0171 695446, via fax al n. 0171 692551 e all’in-dirizzo email dirigenticn @cnnet.it ❑

Che la disoccupazione sia un effetto dellerestrizioni del credito – è una tesi contestata dalsociologo Luciano Gallino che per contro sostie-ne che la causa principale è data dall’industria chesi è fatta finanziaria di se stessa.

Adduce una serie di motivi:Anno 2000. Capostipite La Enron. Anni 2007-

2009: archetipo Lepman Brothers. Esempi di ibri-dazione finanza-industria fra le cause della deva-stazione dell’economia mondiale.

Esternalizzazione della produzione su scalainternazionale, con possibilità di immediatarescissione del contratto con il fornitore (inevita-

Crisi finanziaria e disoccupazioneLa Repubblica, 10 febbraio 2010 di Luciano Gallino

bili i licenziamenti) e conseguenti guerre fra for-nitori, fra lavoratori, fra regioni, con grave cadu-ta dell’occupazione.

Formazione di monopoli mediante fusioni,acquisizioni e relativi movimenti di centinaia dimiliardi di dollari, al solo scopo di eliminare ilconcorrente. Capitali sottratti a investimenti eall’apertura di nuovi impianti.

In America si parla di riforma dell’architettu-ra finanziaria. L’Unione Europea propone di sor-vegliare le banche.

Secondo l’autore sono misure insufficienti, se nonsi prevede la riforma del sistema industriale. ❑

Dal Corriere della Sera 12 febbraio 2010

Etica nell’economia, la sfida possibile

Molti imprenditori capaci continuano avalutare, anche al di là del profitto, l’o-biettivo professionale di condurre

un’impresa sulla base di una cultura del lavoroche possiedono e che deve essere considerata unapreziosa ricchezza per tutti. Essa peraltro puòdeterminare nel tempo anche il maggior succes-so dell’impresa e comunque concorre a elevare laqualità della vita sociale.

Presidente IstitutoLuigi Sturzo

Roberto Mazzotta

segue da pag. 11

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Vita associativa-Alessandria Biella

15febbraio 2010

I l Consiglio Direttivo di FedermanagerAlessandria nella riunione del 4 feb-braio ha approvato il programma di

lavoro 2010 proposto dai vari gruppi distudio nella riunione del 28 gennaio.

Il presidente Favero sottolinea che sitratterà di un impegno a 360°, nel qualesi cercherà di andare incontro alle esigen-ze dei giovani e di quelli che giovani nonlo sono più per chiudere al meglio il trien-nale mandato istituzionale.

Si partirà a febbraio con il primo dei treForum previsti per i Direttori RisorseUmane, mentre a marzo si terrà quellodei Responsabili delle attività produttive.

Nel primo semestre gli incontri per l’o-rientamento scolastico interesserannodue istituti superiori di Alessandria eValenza, mentre saranno messe a dispo-sizione dell’Università del PiemonteOrientale di Alessandria due borse di stu-dio del valore di € 750,00 ciascuna perun laureando della Facoltà di Economiae Commercio e per uno della Facoltà diGiurisprudenza.

Anche quest’anno riprenderanno gliincontri preserali “meet-up”; i temi saran-no: “Rimettersi in gioco o reinventarsi unlavoro?”; “Scelte professionali o scelte divita?”;“L’Italia migliore: il volontariato(sogni che diventano progetti e poirealtà)”.

Per i colleghi non in attività è previstoun incontro con Sergio Zeme sul tema

delle pensioni, un problema sempre digrande attualità.

In collaborazione con l’AssociazioneCulturale Dante Alighieri - Sezione di Tor-tona; il 10 marzo sarà presentato il libro“I nuovi Amici” scritto da un collegaDirettore del Personale.

Saranno effettuati quattro incontri diformazione nei quali, oltre ai docenti,porteranno la loro testimonianza anchecolleghi ed esperti che hanno fatto ristrut-turazioni aziendali, mentre una decina diiscritti non occupati accederà ai corsi diformazione relativi all’Avviso n.1/09 diFondirigenti.

Assemblea 8 maggio a Terruggia

I lavori assembleari si terranno sabato8 maggio a Terruggia nel Monferrato e iltema del convegno sarà “Autunno 2008,primavera 2010: ma è proprio primave-ra?(venti mesi vissuti pericolosamentedall’economia reale)”.

Infine nell’ambito delle iniziative dicollaborazione con le istituzioni locali,Federmanager Alessandria metterà adisposizione del Sindaco di Novi Ligureesperti del gruppo di studi per un semina-rio sulle fonti di energia rinnovabili. ❑

Federmanager Alessandria

Federmanager Biella

FM Cuneo

Programma di lavoro 2010

Come da copione, la perseveranza delpresidente Penna ha colpito ancora. Eanche prima di quando si potesse pre-

vedere. Il primo degli “Incontri a tema” – lanuova iniziativa di Federmanager Biella – hainfatti ospitato lunedì 15 febbraio nella presti-

Acqui Terme. La fontana della Bollente.

Pollone. Parco della Burcina (Villa Piacenza).

giosa sede del Circolo Sociale l’onorevoleGabriele Albertini. L’ex sindaco di Milano, oraeuroparlamentare, doveva infatti farsi perdo-nare il forfait della “Cena degli Auguri”, e laSua presenza è stata un ottimo viatico all’ini-ziativa.

Dopo brevi parole di presentazione daparte di Penna Albertini ha affascinato la qua-lificata platea spiegando le motivazioni che lohanno spinto a scrivere il suo recente libro“Sindaco senza frontiere” (Premio Capri SanMichele 2009 appannaggio in precedenza diGuido Carli e di Joseph Ratzinger).

Da “imprenditore prestato alla politica”come lui stesso ama definirsi, si era trovato nel1997 a capo di una Amministrazione per laquale le relazioni internazionali erano statisolo formali gemellaggi.

Con lui lo stile è cambiato. I suoi contattie le sue relazioni internazionali sono statilucidamente programmati per dare maggiorevisibilità a Milano ottenendo in cambio

importanti ricadute per le attività produttive,creando attrattive di capitali e di turismo,dando vita ad una nuova dimensione postindustriale.

All’inizio ha cercato di proporre alle cittàgemellate uno scambio di esperienze su tuttele problematiche che in differente misuraangustiano le grandi città del mondo che inqualche modo soffrono per la dipendenzadalle rispettive capitali. E ha trovato collabo-razioni importanti, ad esempio, con Lione peril problema dei parcheggi, con Birminghamper la riqualificazione urbana, con Francofor-te, con Chicago.

Tanti aneddoti avrebbe voluto raccontarcil’Amministratore di condominio come disseun giorno parlando di sé. Il tempo tiranno nonl’ha permesso e quindi, dopo aver rispostoaffabilmente alle domande dei partecipanti, leconversazioni sono continuate tra i tavoli del-l’aperitivo offerto da Federmanager Biella atutti gli intervenuti. ❑

Santuario di Vicoforte.Le informazioni dell’attività sindacale della provincia di Cuneo sono a pag. 14.

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16 febbraio 2010

Temi:• IVA• BILANCIO DI ESERCIZIO• DIVIDENDI, VERSAMENTI INCONTO CAPITALE E FINANZIAMENTI ;• MODELLO UNICO - IRES - IRAP;

SEDE DEI SEMINARI: ASTISS - POLOUNIVERSITARIO ASTIGIANO Via Testa89 - ASTI

Riservati a: Imprenditori - Dirigenti eResponsabili Amministrativi - DottoriCommercialisti - Ragionieri Commercia-listi - Consulenti del Lavoro - Revisoricontabili - Laureandi in Economia eCommercio

Relatori: Dott. Giorgio ROSSO -Prof.di Diritto Commerciale all’Università delPiemonte Orientale - Dott. Commercia-lista Associato Interconsulting - Pragma.

Dott. Andrea BONINO Dottore Com-mercialista- Funzionario Unione Indu-striale di Asti

Orario: 9.30 - 12.00

06 febbraio 20101. La nuova territorialità Iva per le

prestazioni di servizi: aspetti operativiIl seminario si pone l’obiettivo di ana-

lizzare le implicazioni operative dellenuove disposizioni, fornendo le soluzio-ni alle casistiche più ricorrenti.

Durante la riunione, verranno fornitianche alcuni aggiornamenti in meritoall’applicazione di altre disposizioni Iva,con decorrenza 2010 (compensazionicrediti, visto di conformità,…)

13- 20 marzo 20102. Il bilancio di esercizio 2009: novità

e principi di redazione

Programma:1° parteIL DOPPIO BINARIO CIVILISTICO-

FISCALEI principi di redazione del bilancio: eli-

minazione delle interferenze fiscali. Inuovi poteri dell’Agenzia delle Entrate inmerito alle valutazioni di bilancio. I rifles-si Irap delle scelte di bilancio: casi ope-rativi. I principi di competenza e ineren-za: alcune fattispecie critiche. Le immo-bilizzazioni materiali e immateriali. Lagestione degli ammortamenti. Gli effettidelle precedenti rivalutazioni dei beni. Leoperazioni in valuta. La gestione dellepartecipazioni. Fiscalità differita e antici-pata - OIC 25. Il principio di prevalenzadella sostanza sulla forma.

2a parteRedazione della nota integrativa. Le

principali indicazioni previste dall’art.2427 c.c. e dai principi contabili. Altredisposizioni che impattano sulla nota

integrativa (rivalutazioni, direzione ecoordinamento,…). Le voci di patrimo-nio netto: movimenti e incidenza delledisposizioni fiscali. Informazioni in meri-to al contratto di leasing.

17 aprile 20103. Dividendi, versamenti in conto

capitale e finanziamenti: analisi degliaspetti civilistici e fiscali dei flussi finan-ziari tra società, soci e amministratori,alla luce dei recenti orientamenti di pras-si e dottrina.

15 maggio20104. IL MODELLO UNICO 2010

(22 maggio) 5. LA DICHIARAZIONE AI FINI IRAP

Per confermare la partecipazione Vipreghiamo di voler cortesemente pren-dere nota del seguente recapito:

FEDERMANAGER Asti - Piazza Medi-ci n. 4

tel 0141/437433-0141/436965E mail: [email protected]: 0141/594644

Vita associativa-Asti Novara

Calendario seminari 2010Federmanager Asti unitamente alla

Cassa di Risparmio di Asti e ad Astiss-Polo Universitario Astigiano, organizzauna serie di incontri in materia fiscale, tri-butaria e civilistica come da allegatocalendario.

L’intendimento di questo impegnativoprogramma è quello di accompagnare leaziende, i consulenti, i dirigenti ed iresponsabili amministrativi verso la cor-retta impostazione di tutto quanto richie-sto dalle nuove norme civilistiche e fisca-li sin dal 1° gennaio c.a. e fornire agli stu-denti laureandi in Economia e Commer-cio l’opportunità di una concreta presa dicontatto con la realtà operativa.

Federmanager Asti

Assemblea Federmanager Novara-VcoLa data in in primo tempo fissata al 27 marzo prossimo è stata, per ragioni organiz-

zative e di disponibilità, spostata al:

17 Aprile 2010

alle ore 9.30 presso l’Albergo Italia di Novara

Federmanager Novara

Orta. Isola di San Giulio.

Asti.

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17febbraio 2010

La manifestazione, tenuta presso laSala Consigliare del Palazzo Comu-nale di Torino , ha visto una parteci-

pazione numerosa di autorità, pubblico,rappresentanze e oratori, in prevalenza disesso femminile; erano occupati tutti iposti a sedere delle tribune – di solitoriservate ai componenti del ConsiglioComunale – e anche della parte centraledel salone destinata ad ospitare il pubbli-co partecipante.

Hanno aperto i lavori il saluto ed unbreve intervento del Sindaco di Torino,dott. Sergio Chiamparino, del Presidentedel Consiglio Comunale, sig. GiuseppeCastronovo e della presidente della Con-sulta Femminile di Torino, sig. Maria PiaPianta. Il primo intervento vero e proprio,“Donna e Scienza” è stato condotto dallaprof.Bice Fubini, docente alla Facoltà diFarmacia dell’Università di Torino. E’stato lungo il cammino della donna peril suo inserimento nel mondo scientificoe culturale; si ponga attenzione al fattoche ancora a fine del 1700 si riteneva, inassenza di strumenti validi per l’ingran-dimento e l’esame degli organi e dei com-ponenti naturali, che la figura e i presup-posti dello sviluppo successivo degliesemplari della razza umana fossero giàinteramente definiti nel seme maschile,connotazioni e capacità intellettuali emorali comprese, e che alla donna, dopola fecondazione, spettasse il ruolo asso-lutamente riduttivo di incubatrice primae successivamente di fattrice e poi dinutrice. In altri termini, alla donna eranodalla scienza dell’epoca assegnati com-piti naturali e delicati fin che si vuole, masi riteneva che il ruolo della concezionee progetto, anche intellettualedell’”Homunculus” spettasse all’uomo inuna sorta di gerarchia preassegnata dallanatura…

Bisogna arrivare sino a Maria Curie,cioè sino al 1903, per verificare un pre-mio Nobel assegnato ad una donna eanche considerando il più recente pre-

mio Nobel per la chimica assegnato nel2009 ad Ada Yonath, sono davvero pochii riconoscimenti internazionali assegnatia scienziate o scrittrici in questo interval-lo di tempo. Anche nella realtà italiana èstata dura e costante la fatica per intro-durre e far accettare le donne nei ruoliscientifici di eccellenza – università, poli-tecnici, accademie – quasi che nei con-fronti con i colleghi maschi una donnadebba costantemente dimostrare di“essere eccezionale” o quanto meno piùbrava!

Esaurita la parte del Convegno attinen-te i rapporti con il mondo scientifico eculturale con un rapido e gustoso inter-vento di Silvia Rosa Brusin – giornalistaRAI della redazione della rubrica Leonar-do – si passa alla parte dei lavori che trat-ta dei rapporti della donna con il mondodell’economia e del lavoro. La rappresen-tante di Federmanager Minerva di Torino,signora Marina Cima (tesoriere APDAI)affronta il tema della donna in carriera,sottolineando da una lato la preparazio-ne e le potenzialità femminili, precipueper il raggiungimento di ruoli di tipo diret-tivo e dall’altra le difficoltà di conciliaregli impegni femminili di lavoro e carrie-ra con quelli più squisitamente persona-li di moglie e madre. In effetti anche altrispunti e dati sono stati dibattuti dall signo-ra Cima ma del suo intervento diamoapposito spazio nell’ambito di questo ser-vizio.

Analogamente interessanti i due inter-venti successivi, della dott. Paola Fugget-ta , Sostituto Commissario presso l’Uffi-cio Minori della Questura di Torino e del-l’ufficiale Capitano S. Colombo, in servi-zio presso l’Esercito Italiano: la primarelatrice si sofferma sullo stato di subor-dinazione e sovente anche di maltratta-mento cui sono tuttora sottoposte in fami-glia donne e minori, sia straniere che ita-liane. La seconda prospetta la crescenteapertura all’inserimento delle donnenella carriera militare con possibilità di

svolgimento di ruoli di supporto maanche di tipo attivo, entrambi con possi-biltà di avanzamento di carriera.

La chiusura del Convegno è affidataalla giornalista Ada Guglielmino. Doven-do dare un commento allo svolgimentodei lavori del Convegno nonché alleinformazioni, esperienze e raccomanda-zioni dei diversi interventi, la prima con-siderazione che balza all’occhio è chesoltanto in epoca recente le donne stan-no prendendo giustamente coscienza daun lato delle loro capacità effettive opotenziali ma dall’altra debbono lottare,e non poco, per capovolgere la situazio-ne in atto. Pensiamo ad esempio all’at-teggiamento che il mondo, la società, hariservato da sempre alle donne le cui aspi-razioni sono state cancellate sin dal sor-gere nell’ambito delle famiglie stesse che,da sempre hanno preferito, e ancora pre-feriscono, investire nei componentimaschili in termini di cultura scolastica,inserimenti e anche in attribuzione dibeni e ricchezze o risparmi. Paradossal-mente anche nell’attribuzione dei cogno-mi, cioè del connotato essenziale di rico-noscimento della persona, le donne assu-mono quello del marito, quasi in unasorta di nascondimento e subalternità.Solamente oggi e in maniera ormai diffu-sa almeno nell’esercizio delle professio-ni le donne si presentano con il loro nomee cognome naturali evitando chiarimen-ti riduttivi del tipo “sono la mogliedi..sono la figlia di…

La qualità individuale della vita è for-temente influenzata dall’occupazionesvolta e successivamente dal riconosci-mento dei meriti personali; le donne cheassumono un impegno lavorativo, qua-lunque esso sia, hanno cognizione che losvolgimento dello stesso richiederà sacri-fici e rinunce, ripartizione strettissima epriva di margini con gli impegni nonderogabili di tipo familiare, con l’esseresposa e madre e talvolta anche nonna. Mal’inserimento nel mondo lavorativo, oltrealle soddisfazioni di tipo retributivo èanche veicolo di autostima e soddisfazio-ne, anche se comporta la sfida permanen-te e non sempre vincente con i colleghidi sesso maschile.

In primis è alle istituzioni che la donnavia via incontra nel suo percorso (scuola,stato, sindacato, comune, datori di lavo-ro…) che spetterebbe il compito di garan-tire la libera scelta professionale e fami-liare in modo da evitarle scelte irreversi-bili tra maternità e lavoro, tra famiglia ecarriera. E poiché ciò non accade, anchese a dispetto delle leggi esistenti, è pro-

Federmanager Minerva

La posizione sociale e lavorativa della donna

La donna e la scienza.La donna e il lavoroIl Convegno del 26 gennaio 2010 tenuto a Torinopresso il Palazzo Civico e organizzato dalla ConsultaFemminile Comunale

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18 febbraio 2010

prio sulla donna che ricadono scelte econseguenze.

Basta con le considerazioni sociali: sec’è una riprova delle capacità della donnaè proprio nel buon andamento di questoConvegno, organizzato da donne,chedobbiamo rilevarle: giustamente parteci-pato e affollato, ben condotto e puntua-le nei tempi. Interessante e vario negliinterventi, quasi ritmato dalla loro suc-cessione. Queste cose non si improvvisa-no…. ❑

management con valori di presenzafemmnile tra i più bassi in Europa. A mag-gior dettaglio: le donne hanno un’etàmedia di 45 anni e il 92% possiede unalaurea; gli uomini dirigenti hanno un etàmedia di 45 anni e il numero di quelli conlaurea si riduce al 60%.

Per quanto concerne le retribuzioni,quelle delle donne è mediamente inferio-re del 15% a parità degli altri requisiti.

Prosegue la signora Cima: ”Questacompetizione così forte è influenzatadalla situazione famigliare della donna ele varie attività a cui è chiamata a contri-buire per responsabilità o tradizione: lamaternità, la cura degli anziani, l’orga-nizzazione e il fun-zionamento dellacasa. In particolarein riferimento allacura degli anziani ealla maternità non sipuò contare su unsostegno adeguatodelle politiche socia-li. Non ci si devequindi stupire semolte donne con glianni abbandonanole loro ambizioni!

In Italia abbiamomolte persone quali-ficate, sia dal puntodi vista della prepa-razione scolasticache dell’esperienzaprofessionale; ma leposizioni di verticesono poche e ambi-te, quindi c’è fortecompetizione , per-ché proprio quandosi è ai vertici si ha la

possibilità di operare con autonomia,dando una propria personale impostazio-ne a quanto si sta gestendo. La nostra pro-fessione è certamente stimolante ma losviluppo delle nostre carriere è difficileed impegnativo sia per gli uomini che perle donne. Soprattutto in Italia si cresceprofessionalmente dando una scarsaimportanza al merito. Da un’indagineFedermanager che analizza un campio-ne della classe dirigente italiana: impren-ditori, dirigenti, giornalisti, politici ericercatori universitari, per un totale di752 soggetti – di cui il 21% donne- èemerso che:

– Il 69 % dei dirigenti industriali èfavorevole al principio del merito,

– per il 62% dei dirigenti ciò che contadi più per fare carriera è l’appartenenzaalla cordata giusta;

– soltanto il 27 % ritiene che il meritosia l’elemento fondamentale.

A questi dati si contrappone una inte-ressante ricerca condotta da CATALIST epresentata al Forum di metà 2008 orga-nizzato dal SOLE 24 Ore con la collabo-razione di Network Bellisario, secondocui le aziende con una alta presenza fem-minile nei posti di comando, hannomigliori prestazioni in borsa: in mediaguadagni per gli azionisti del 34% supe-riori alle società con board a prevalentepresenza maschile . Gli studi hanno inol-tre evidenziato che le manager e impren-ditrici donne hanno maggiori competen-

Federmanager Minerva

La Consulta Femminile Comunale di TorinoÈ stata istituita con delibera comunale del 26.9.2003 ed è un orga-no di tipo consultivo e propositivo nei confronti dell’Amministra-zione Comunale. La finalità della Consulta è ”promuovere inte-resse e partecipazione delle donne per il miglioramento della lorocondizione e di quella della vita cittadina nell’ambito dello svi-luppo democratico della società”.La Consulta è composta da rappresentanti delle Associazioni Fem-minili, dei Partiti rappresentati nel Consiglio Comunale e da rap-presentanti dei Sindacati; ne fanno parte di diritto le ConsigliereComunali. Svolge la propria attività come volontariato e riferiscedirettamente al Sindaco e al Consiglio Comunale.Si riunisce almeno una volta al mese presso il Palazzo Civico.Aderiscono alla consulta numerose associazioni tra cui:– AIDDA – Associaz. Imprenditrici Donne Dirigenti d’Azienda– APID – Associaz. Imprenditorialità Donne– CIF – Centro Italiano Femminile– Lions Club

L’Ufficio di Presidenza in carica è costituito da:Presidente Maria Pia PIANTAVice Presidente Silvana FERRATELLOVice Presidente M.Alessandra PARIGI

Donne & ManagementIntervento della signora Anita Marina Cima1

Impegno, responsabilitàaziendale, conciliazionecasa e famiglia

“Buongiorno a tutti gli invitati. Deside-ro ringraziare il Sig. SINDACO, il Presi-dente del Consiglio Comunale e la Presi-dente della Consulta Femminile Comu-nale per aver considerato la presenza diFEDERMANAGER MINERVA in questocontesto ed avermi invitata a rappresen-tare la nostra Associazione. Porto i salutidel Presidente Federmanager di Torino,Renato CUSELLI, che non ha potuto esse-re presente con noi.

Ringrazio per la presentazione che mipermette di passare direttamente a parla-re di me come donna nei vari aspetti. L’a-spetto manageriale e gli incarichi asso-ciativi sono già stati descritti dalla mode-ratrice, mentre, dal punto di vista perso-nale, sono sposata, ho un figlio universi-tario, una casa da gestire, part-time deigenitori anziani da accudire…una vita.

…Ecco perché mi identifico con l’ar-gomento “La Donna e il Lavoro” anchese il mio intervento dovrebbe essere: ladonna e I LAVORI…e ritengo che la miasituazione sia comune a molte collegheche vedo in sala.

Nel ruolo di donna dirigente sono statauna “quasi”rarità nel mondo imprendito-riale . Ed è stato un riconoscimento inseguito ad un costante impegno profes-sionale ed un premio alla mia tenacia. Equesto si riscontra nel percorso professio-nale di molte colleghe.”

A favore dei partecipanti e a corredodel discorso, la signora Cima passa adinquadrare la situazione dirigenziale ita-liana: dirigenti totali quasi 80.000, di cuil’87% uomini e il 13% donne, e tra que-ste soltanto il 7% occupa posizioni di top-

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Federmanager Minerva

19febbraio 2010

ze di tipo comunicativo e relazionale epertanto maggiori capacità di dirimere iconflitti e smussare le divergenze. Bastipensare alla presenza delle donne neiprocessi scolastici e formativi, dove piùspesso che per i maschi, raggiungono untitolo di scuola secondaria superiore eanche un titolo di laurea.

C’è nelle donne la piena consapevo-lezza dell’importanza, del valore di unnuovo modello di organizzazione dellavoro: si scelgono le persone con deter-minate caratteristiche capaci di garantirelo sviluppo di un clima lavorativo sereno,in cui la produttività nasce dalla condivi-sione delle logiche e della cultura dellavoro, prima ancora che dalla ricercasemplice della reciproca convenienza.

Quanto detto per le donne imprendi-trici e manager vale e prende significatoper tutte le donne, qualsiasi sia il ruoloche esse occupano nel mondo del lavo-ro: in questa direzione si è mosso il grup-po MINERVA di cui sono referente perTorino nell’ambito di Federmanager.

Il gruppo si è è posto due obiettivi fon-damentali:

– sostenere l’impegno della donna nelmondo economico e sociale , portandoavanti il principio che l’occupazione fem-minile qualificata deve diventare parteessenziale di una strategia nazionale fon-data sulla meritocrazia.

– diventare un interlocutore privile-giato con tutte le istituzioni competentiper promuovere azioni atte a far cresce-re la voce delle donne.

Nel concreto l’azione del gruppo staoggi sviluppando su queste linee guida:

– Incrementare la presenza delledonne con adeguato profilo professiona-le nei Consigli di Amministrazione delleImprese e negli organi di gestione degliEnti.

– Eliminare il differenziale retributivotra uomini e donne, presente in manieramolto evidente proprio nelle posizionidirettive che rappresentiamo.

– Ridurre le difficoltà di conciliazioneper le donne tra vita privata e carriera, chespesso ne limita l’accesso a percorsi dicarriera premianti.

– Condurre un’indagine conoscitiva:“Donna e Dirigente. Opinioni a confron-to sul management al femminile”.

Conclude l’intervento la signora Cimacon questo messaggio di proposito ambi-zioso: “Sono sicura che la mia generazio-ne ha aperto una strada che renderà sem-pre più accessibile il raggiungimento diun “tutto” per le generazioni future anchegrazie ad un cambiamento di rapporto e

cultura fra i generi. Prima di concluderemi sembra utile soffermarmi sull’aspettopiù importante: la conciliazione lavorofamiglia.

Come abbiamo già accennato, il soste-gno da parte degli enti sociali è moltolimitato, ma mi sento di dire che non sideve rinunciare. Io ho portato avanti ilmio percorso di donna nella sua totalità,condividendo un’esperienza di vita conmio marito e facendomi carico dellamaternità. Sono sicura che molte di voicomprenderanno le difficoltà di gestionedell’insieme delle attività famigliari e ladifficoltà di conciliarle con obiettivi dilavoro competitivi e complessi e, spesso,con orari difficilmente compatabili con leesigenze della famiglia. Anche per me èstata dura. Ma sono felice di non avermollato. Probabilmente la sovrapposizio-ne degli impegni ha ritardato il raggiun-

gimento di incarichi di responsabilitàsuperiore all’interno dell’azienda, ma lasoddisfazione di aver portato avanti conforza, determinazione, coraggio e amoreil “tutto”, è qualcosa di impagabile sod-disfazione.

….la nostra generazione è spesso pro-tettiva con i giovani e in certi casi spianaloro troppo la loro strada. Non bisognadimenticare che per raggiungere unobiettivo LO SI DEVE VOLERE FORTE-MENTE, NON SI DEVE MOLLARE MAI,e come dicevano i latini

“faber est suae quisque fortunae….

Anita Marina Cima

(1) Tesoriera di Federmanager APDAI; Revi-sore dei conti di Federmanager nazionale;referente per Torino del Gruppo Minerva.

…Cambiare si può…

3° Salone Nazionale dell’imprenditoria femminileCentro Congressi di Torino Incontra 27-29 gennaio 2010

Si è tenuto a Torino un ciclo di mani-festazioni (assemblee, spettacoli,conferenze e work shop) per dare

testimonianza specifica delle iniziativee delle realizzazioni imprenditorialiattuate o in fase di lancio da parte delledonne.

Il “Salone”, condotto anche con ilsostegno e la partecipazione di Federma-nager Minerva, ha preso in esame aspet-ti diversi di vita economica e imprendi-toriale e anche culturale. Segnaliamo trale iniziative sviluppate a titolo di econo-mia e vita aziendale:

– il work shop del 28 gennaio: “Solu-

zioni ed esperienze per gestire l’impre-sa”;

– il tavolo di lavoro su “Donne leader,destinazione CdA (28 gennaio);

– la tavola rotonda del 29 gennaio su“Cervelli in fuga, proviamo a farne degliimprenditori;

– il forum di chiusura su “Economia,etica, equilibrio sociale” del 29 gennaio.

Rilevanti tra le proposte di tipo impren-ditoriale:

– l’assemblea del 27 gennaio sulle“Donne nel Turismo” eil tavolo di lavorodel 29 gennaio su “Il Manifesto dei Gio-vani Leader di domani”. ❑

Donne in carriera e sviluppodella famiglia

■ Donne single/separate/divorziate(27,3%) retribuzione superiore allecolleghe sposate/conviventi (72,7%).■ Donne senza figli (43,2%) retribuzionesuperiore alle colleghe con figli (56,8%).■ Donne dirigenti senza figli 43,2%.■ Uomini dirigenti senza figli 13%.

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20 febbraio 2010

La piccola impresa, storicamente, ha costi-tuito l’asse portante del nostro sistemaproduttivo, incarnandone vizi e virtù,

particolarmente nelle attività riconducibili aicomparti del manifatturiero e dei servizi. Taledimensione del fare impresa ha trovato unambiente particolarmente favorevole al suosviluppo, con numeri assoluti ed in proporzio-ne sul complesso dell’apparato produttivonazionale, che ne hanno fatto una particola-rità tutta italiana.

Seppure da tempo le principali forze socio-economiche sostengano l’assoluta necessitàdi crescita, sia nelle dimensioni che nella capi-talizzazione, delle imprese italiane per pote-re sostenere la competizione nel mercato glo-bale, dalle evidenze statistiche più recenti sulsistema produttivo italiano, non si scorgonocambiamenti sostanziali a questo fenomeno.

I dati più recenti, riportati nell’indagineannuale dell’Istat sulla struttura e sulla com-petitività delle imprese appartenenti all’indu-stria e ai servizi, ribadiscono con forza quan-to il sistema produttivo italiano sia sbilancia-to verso la piccola dimensione d’impresa.

La micro-impresa con meno di 10 addettirisulta protagonista assoluta, sia a livello com-plessivo di industria e servizi (94,9%), che nel-l’industria in senso stretto (82,5%), del nume-ro totale delle imprese. Prendendo in esamele aziende fino a 20 addetti, appare ancora piùevidente lo schiacciamento del sistema eco-nomico nazionale verso la micro o piccoladimensione: arrivano infatti ad oltre il 98% deltotale le imprese appartenenti a tale classedimensionale.

Approfondendo l’analisi sulla situazioneproduttiva, oltre al limitato livello dimensio-nale delle nostre imprese, se si volesse cerca-re un elemento di reale continuità nel conte-sto che ha segnato il capitalismo italiano negliultimi decenni, probabilmente più che in ognialtro paese sviluppato, lo si potrebbe rintrac-ciare nella massiccia presenza di imprese pos-sedute e gestite da famiglie, cioè di imprese incui vi è un nucleo familiare che è proprieta-rio della totalità o almeno della maggioranzadel capitale azionario.

Perfino le poche grandi imprese esistentisono state controllate saldamente da una fami-glia, almeno fino a pochi anni fa; ne consegueche, quando si voglia guardare in prospettivaal problema della competitività e dello svilup-po industriale complessivo, il naturale puntodi partenza dell’analisi è costituito dal temadella interconnessione tra piccola e mediaimpresa e capitalismo familiare, dai suoi limi-ti e dalle sue prospettive.

Affinché il tessuto molecolare delle picco-le e medie imprese possa aprirsi a nuove di-mensioni competitive, confrontandosi con lacompetizione globale, occorre innanzituttorimuovere tutti quei vincoli che nel nostro

sistema costituiscono dei disincentivi alla cre-scita delle PMI: specializzazione in settoripoco dinamici, criticità legate al passaggiogenerazionale, riluttanza al capitale di rischio,scarsa capacità di innovazione tecnologica edi formazione del capitale umano, vantaggicompetitivi derivanti dal quadro norma-tivo/istituzionale nella gestione dei rapporti dilavoro.

Per poter consentire alle aziende di raggiun-gere una “dimensione critica” tale da potereacquisire più competitività sul mercato, anostro avviso, è necessario che l’impresadisponga, in particolare, di quei fattori di pro-duzione cruciali che le forze di una famiglianon sono sufficienti a fornire: le capacitàgestionali.

Le criticità legate alla penuria di capacitàgestionali tendono, ad esempio, a verificarsi incoincidenza con la successione nella condu-zione aziendale, che infatti è un momento cri-tico nella vita di un’azienda familiare, in cui sicorre il rischio concreto che quanto è stato rea-lizzato dal padre fondatore possa essere dissi-pato da eredi non all’altezza della successio-ne manageriale. Ma è soprattutto in un’epocadi grandi cambiamenti come la nostra che, perrispondere adeguatamente alle nuove sfidedella globalizzazione, si presenta una crescen-te esigenza di nuove competenze manageria-li e professionali, spesso non esistenti rimanen-do all’interno del nucleo familiare.

Per crescere, infatti, bisogna essere capacidi cambiare, trasformando l’idea imprendito-riale originaria in qualcosa di diverso, dinuovo e di più complesso, capace di rispon-dere, se non di anticipare i cambiamenti delmercato.

La progressiva perdita di competitività regi-strata negli ultimi anni nei principali compar-ti industriali, è attribuibile proprio alla limita-

ta propensione delle imprese ad innovare, siai prodotti che i processi produttivi, e più ingenerale, l’organizzazione interna della strut-tura aziendale.

Il passaggio dal modello di gestioneimprenditoriale familiare a quello manageria-le, pertanto, implica un mutamento nel rap-porto tra titolarità del capitale di rischio ed atti-vità di guida e di governo dell’azienda. Conla maggiore complessità delle strutture azien-dali l’imprenditore deve necessariamentedelegare alcune delle sue responsabilità ed irelativi poteri, a persone in possesso dellecompetenze specifiche necessarie all’aziendaper sostenere la crescita dell’impresa versouna dimensione di ordine superiore.

L’art. 20 della legge 266 del 1997 ha avutoun ruolo importante a livello nazionale, perfavorire un l’immissione di managerialità nellePMI. Essa prevede a beneficio delle impresecon meno di 250 dipendenti, che assumanoun dirigente, la concessione di un contributopari al 50% della contribuzione previdenzia-le complessiva per un periodo massimo di 12mesi.

La misura ha avuto un largo successo nellanostra Regione. Purtroppo l’insufficienzadello stanziamento previsto a livello naziona-le, per la nostra regione, non permette ormaida alcuni anni di far fronte a tutte le richiestedelle aziende.

Fine pertanto, di non far perdere l’opportu-nità offerta da questo strumento, alle impresedella Regione, si propone di integrare con unostanziamento di 400mila euro annui i finan-ziamenti nazionali, applicando le stesse rego-le per la concessione del beneficio stabilitedalla legge 266/97 all’art. 20.

Per i motivi illustrati si propone pertanto l’ap-provazione della seguente legge regionale.

Cida Piemonte

Proposta di legge regionale per favorirel’immissione di managerialità nelle PMI

Legge Regionale per l’immissione di managerialità nelle PMI

Art. 1Le imprese della Regione che non avran-

no potuto avvalersi, nell’anno 2010, del-l’incentivo previsto dall’art. 20 della legge266/1997 per l’assunzione di dirigenti prividi occupazione, a causa dell’insufficienzadello stanziamento messo a disposizionedalla predetta norma, potranno fare richie-sta all’Agenzia del Lavoro di avvalersi del-l’apposito finanziamento regionale aggiun-tivo di complessivi 400.000 euro.

Art. 2L’Agenzia Lavoro concederà il benefi-

cio con le stesse modalità previste dal-l’art. 20 delle legge 266/1997, avvalen-dosi del finanziamento regionale di Euro

400.000 dopo aver esaurito gli stanzia-menti assegnati dalla legge nazionale dicui all’art. 1.

Art. 3Al termine dell’anno gli Istituti di Previ-

denza chiederanno alla Regione il rimbor-so degli oneri sostenuti a seguito della con-cessione del beneficio alle imprese cosìcome regolamentato dall’art. 2 della pre-sente legge regionale.

Art. 4Su proposta del competente assessorato

della Regione, gli effetti della presentelegge potranno essere prorogati negli annisuccessivi al 2010.

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Cida Piemonte

21febbraio 2010

Questa Unione Regionale considerasostanzialmente condivisibile l’im-pianto del DPEFR proposto. Ritiene,peraltro che, per favorire la ripresa sia

necessario puntare con maggiore determina-zione sulla risorsa manageriale e sullo svilup-po delle PMI. In particolare, sarebbe auspica-bile affiancare, con iniziative regionali, misu-re già previste dalla legislazione nazionale,finalizzate a favorire l’immissione di dirigentinelle PMI. Si segnala, al riguardo, che l’art. 20della legge 266 del 1997 prevede incentivi perla ricollocazione dei dirigenti nelle impresecon meno di 250 dipendenti. L’incentivo è parial 50% della contribuzione previdenziale perun anno. Questa norma, dal 1997 ad oggi, hapermesso nella nostra Regione, la ricollocazio-

ne di 312 Dirigenti. Sul supplemento ordina-rio n. 289 della Gazzetta Ufficiale n. 304 del31-12-2008, è stato pubblicato il Decreto delMinistero dell’Economia e delle Finanze chefissa, nell’ambito dello Stato di Previsione delMinistero del Lavoro, uno stanziamento com-plessivo su base nazionale di Euro 2.143.888da erogare “a titolo di contributo alle impreseche occupano meno di 250 dipendenti e dailoro consorzi, ai fini del reimpiego del perso-nale con qualifica dirigenziale”.

Successivamente, con proprio decreto, ilMinistero del Lavoro ha ripartito a livello regio-nale, sulla base delle imprese che occupanofino a 249 dipendenti, le risorse disponibili.Alla nostra Regione è stato così assegnato unostanziamento di Euro 173.056,39.

Tale stanziamento si è rivelato nel 2009(così come era peraltro avvenuto anche neglianni precedenti) largamente insufficiente acoprire le richieste provenienti dalle PMI dellaRegione. Si propone, pertanto, di prevederenel DPEFR e, successivamente con una leggeregionale, uno stanziamento integrativo di400mila euro destinato a far fronte alle richie-ste che l’Agenzia del Lavoro della regione nonpotrà soddisfare nel 2010 per l’insufficienzadei finanziamenti nazionali. La misura com-porterebbe per la Regione un onere contenu-to favorendo, nel contempo in modo signifi-cativo la crescita delle PMI della Regione.

In allegato si riporta il testo di una propo-sta di legge Regionale, completa della relazio-ne illustrativa.

Audizione presso la sede del Consiglio Regionale in merito all’esame dei disegni di legge n. 647 “Legge finanziaria per l’anno 2010” e n. 648 “Bilancio di previsione per l’anno finanziario 2010 e bilanciopluriennale per gli anni finanziari 2010-2012”

Audizione effettuata presso il Consiglio Regionale del Piemonte

Presente i componenti la IV Commissione Regionale per la sanità, assistenza, servizi sociali, politiche degli anziani in merito all’esame del DDL n. 644 “Norme in materia di organizzazione dell’attività delle aziende sanitarie ed a tutela dell’imparzialità dell’azione amministrativa”

I l disegno di legge regionale n. 644 si pro-pone di introdurre nel sistema sanitario ele-menti di trasparenza e imparzialità nei rap-

porti con i collaboratori. La CIDA concorda pienamente con la

necessità di combattere i fenomeni di nepoti-smo e di individuare il personale da inserirenegli organici esclusivamente sulla base di cri-teri meritocratici e professionali. Fa presente,tuttavia, che è necessario evitare possibili cen-sure in merito alla costituzionalità di alcuniprovvedimenti proposti. Ad esempio, intro-durre il divieto per un collaboratore di presta-re servizio in una struttura che abbia comeresponsabile un parente, potrebbe considerar-si in linea con la Costituzione (principio diuguaglianza tra i cittadini) se il collaboratoreavesse vinto un regolare concorso?

È chiaro che in questo caso, ragioni diopportunità consiglino l’assegnazione del col-laboratore ad altra struttura, ma la procedurada seguire non dovrebbe essere imperniata sutermini troppo brevi e soprattutto troppoperentori.

Rimane poi, da valutare, in alternativa, l’ap-plicazione di criteri molto rigorosi e oggettiviper le promozioni e per la concessione dipremi di produzione finalizzati ad impedireogni tipo di favoritismo, non solo quello dicarattere “parentale”.

Secondo la CIDA, inoltre, si dovrebbe pre-vedere, per le ASL un sistema fortemente inno-vativo rispetto ai modelli organizzativi finoraadottati, che tenga conto delle specificità delruolo del cittadino-utente, inteso quale sog-getto attivo, consapevole e protagonista nelle

scelte che l’Ente pubblico adotta per soddisfa-re i suoi bisogni di salute. Affinché questoruolo del cittadino possa realmente sviluppar-si e non rimanga un principio astratto, si deveassegnare alle ASL la rappresentatività del ter-ritorio e il ruolo di garante dei diritti dei citta-dini ad esso appartenenti, le funzioni per ladefinizione dei bisogni di salute della popola-zione, l’acquisto delle occorrenti prestazionisanitarie e socio-sanitarie dalle strutture pub-bliche e private e il controllo della qualità del-l’appropriatezza dei livelli di assistenza ero-gati.

In questo sistema le altre strutture (aziendeospedaliere pubbliche, case di cura private,poliambulatori, istituti di riabilitazione, resi-denze sanitarie per anziani, ecc.) dovrebberoprovvedere all’erogazione delle prestazioni erisultare soggette al controllo delle ASL, secon-do le disposizioni regionali.

In sintesi, si dovrebbero prevedere:• centralità del cittadino e dei suoi bisogni

di salute;• equità nell’accesso alle prestazioni, ai

servizi e agli strumenti messi a disposizionedall’azienda;

• affidabilità, intesa come capacità di ade-guare i servizi erogati e i comportamenti allenecessità della popolazione di riferimento,secondo principi di qualità e sicurezza;

• trasparenza sulla circolazione delleinformazioni, sulle risorse e sui risultati.

Occorre prendere atto, infine, che le ASLpossono svolgere ruoli sinergici in grado diaumentare l’efficienza delle prestazioni.

In questo quadro, l’orientamento generale

sui fondi sanitari integrativi, dovrebbe caratte-rizzarsi in una sostanziale apertura verso leesigenze di crescita e di maturazione del com-parto. I fondi sanitari infatti, possono svolge-re una importante funzione complementare alservizio sanitario regionale. Tutto ciò potreb-be avvenire mediante:

• un maggiore sostegno ai fondi che garan-tiscono anche coperture che effettivamentevanno a tutelare i bisogni che meno trovanocopertura pubblica, ovvero le spese odontoia-triche e la long term care;

• un incentivo al dialogo ed alla collabo-razione tra i vari soggetti che operano all’in-terno della realtà sanitaria, attraverso la crea-zione di una rete che sia funzionale al pro-gressivo sviluppo dei fondi, esistenti e futuri,e al potenziamento delle loro modalità ope-rative.

Edoardo Benedicenti

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22 febbraio 2010

Credo che due degli argomenti di carat-tere economico generale che i nostricolleghi e lettori desidererebbero

approfondire siano, a livello mondiale, il pos-sibile evolvesi della situazione finanziaria edeconomica, e specificamente il destino dellemonete, da una parte; e, dall’altra, la realesituazione strutturale dell’economia euro-pea, e i suoi possibili sbocchi.

Nel campo delle materie economiche esi-stono studiosi che si segnalano per origina-lità e profondità di pensiero. Tra questi visono certamente Antonio Mosconi e Alber-to Majocchi, che ho il privilegio di conosce-re e frequentare, e dai quali ho tratto le rifles-sioni che seguono sui due argomenti.

Non tutti sanno che viene pubblicata aTorino da molti anni, da un gruppo difederalisti europei, una rivista prestigiosain lingua inglese “The Federalist Debate”,che è conosciuta in tutto il mondo scien-tifico e accademico, grazie anche alla lin-gua veicolare che è costretta ad adottare(esiste ovviamente una edizione in italia-no, “Il Federalista“, anche se con conte-nuti non sempre coincidenti). Nei primimesi dell’anno scorso vi compariva unarticolo, firmato da Antonio Mosconi, “The World Supremacy of the Dollar at theRendering (1917-2008)”, che pochi mesidopo, sul “ New York Times “ del 29 ago-sto, Paul Kennedy, il maggior storico ame-ricano dell’economia, commentava intermini entusiastici. Mosconi , che è statoal vertice di importanti complessi indu-striali e finanziari nel nostro paese, da unadecina d’anni studia e progetta la mone-ta mondiale, così come quarant’anni fa,con Alfonso Iozzo e Mario Albertini, pro-gettò la moneta europea, che Triffin eOssola avallarono, e che divenne l’Euro.

La resa dei conti di cui parla Mosconiè un vero e proprio rinvio a giudizio perbancarotta fraudolenta di una monetadalla doppia vita, moneta di una poten-za creditrice dagli anni Venti fino ai Ses-santa, e di un impero del debito dagli anniSettanta ai nostri giorni. Osservo som-messamente che tra le tante affermazio-ni circolate in questi tempi vi è l ‘accusagenerica agli economisti di scarsa capa-cità predittiva, mentre occorrerebbedistinguere dagli economisti asserviti chinon lo è, e previde con esattezza il disa-

stro di questi anni. Mosconi ricorda addi-rittura Keynes che a Bretton Woods tentò,senza riuscirvi, di sostituire al dollaro ilsuo Bancor, prodromo di una monetamondiale unificatrice e pacificatrice, pre-vedendo gli squilibri futuri provocatidalla moneta di una nazione dominante.

Dopo il secondoconflitto mondiale

Non si semplifica troppo la storia dicen-do che la seconda guerra mondiale scop-piò per l’avvento di Hitler, e che questosignore prese il potere per la questione,non esclusiva ma prevalente, dei debiti diguerra. Per far la guerra (la prima guerramondiale) agli Imperi Centrali, Gran Bre-tagna e Francia si indebitarono con gliStati Uniti, anche per l’acquisto di arma-menti, e per pagare il loro debito eranocostretti o a riscuotere le riparazioni tede-sche, oppure avere un surplus commer-ciale, o la remissione del debito, o unamoratoria. Roosevelt, appena al potere,non concesse nulla, neppure le esporta-zioni. Gli alleati non poterono transigerecon la Germania prostrata. Nasceva ilpotere di Hitler. Keynes aveva visto giu-sto, così come il nostro Luigi Einaudi, chegià nel 1918 aveva previsto la secondaguerra mondiale se il trattato di pace fossestato, come fu a Versailles l’anno dopo,troppo vessatorio per la Germania.

Nel secondo conflitto lo schema si ripetè.Il peso del nuovo debito degli Alleati diven-ne insostenibile, la posizione egemonicadegli USA divenne assoluta, perché la guer-ra civile europea aveva consegnato loro ilcontinente. Bretton Woods, in cui il proget-to di una moneta mondiale voluta da Key-nes fu rigettato, sancì il disegno di dominiounilaterale, attraverso la consacrazione deldollaro come moneta universale, il dirittodi veto al Fondo Monetario, l’utilizzo dellabanca Mondiale per la divisione internazio-nale del lavoro nel senso voluto, e il doppiostandard nelle tariffe al GATT. Che l’impe-rio del dollaro fosse ineluttabile è quasicerto, perché gli Stati Uniti rappresentavanola metà del prodotto mondiale e la quasitotalità delle riserve auree, ed erano i soli apoter finanziare la ricostruzione post-belli-ca. Questa operazione fu eseguita in modoesemplare, e non solo per difendersi dall’e-spansionismo comunista, o per l’evoluzio-

ne nel frattempo intervenuta nel pensieroeconomico, ma anche, indubbiamente, permotivazioni idealistiche sempre presentinella storia americana.

Oggi, quarant’anni dopo la fine dellaconvertibilità in oro, abolita da Nixon nel1971, e dopo che gli USA da grandepaese creditore sono divenuti il grandepaese debitore del mondo, il ruolo deldollaro è certo in discussione. L’inconver-tibilità sostanzialmente instaurò il dollar-standard, permettendo agli Stati Uniti difinanziare una serie ininterrotta di deficitnella bilancia con l’estero, che fino al1982 era un deficit da movimenti di capi-tale, ed in seguito da merci e servizi. Lespese militari, sempre in crescita, furonofinanziate dal debito estero e non dalleimposte interne, che anzi, da Reagan inpoi, diminuirono per le classi ricche.

Sul piano monetario, l’Europa si è sal-vata con l’Euro. Oggi i grandi creditorisono i produttori a basso costo di beniindustriali, e gli esportatori di petrolio, chehanno investito i proventi in titoli del teso-ro USA, e il debito estero conseguentediventa insostenibile. Inoltre, come dicel’economista americano di origine russaMinsky, che per primo scoprì il meccani-smo della bolla sopravenuta, non si trattadell’attesa irrazionale di un rialzo inborsa, ma di una instabilità intrinseca,perché la finanza fisiologica genera unacrescita dei profitti, che aumentano ilvalore dei capital assets, il che induce aspeculare sul prezzo attraverso la finanzaspeculativa, che può condurre alla neces-sità di nuovo finanziamento per finanzia-re anche solo gli interessi sul finanziamen-to precedente. Questa è la via della ban-carotta. Tutto l’armamentario dei Chicagoboys, di Reagan, e dei suoi successori, nonaveva altra funzione che quella di una cor-tina fumogena per adottare in realtà l’e-terna politica del debitore: quella secon-do cui i debiti non si pagano.

Lasciamo parlare direttamente Mosconi,a proposito delle soluzioni da lui proposte.

– La creazione di una world currencyunit, in analogia con la european cur-rency unit della fase precedente l’euro;

– la sovrintendenza economica efinanziaria mondiale al FMI trasformato inConsiglio dei ministri dell’economia del-l’ONU, come l’Ecofin europeo, e comeproposto a suo tempo da Jacques Delors;

Attualità

L’evoluzione della finanza e il destino della moneta

Moneta mondiale e vincoli europeiEmilio Cornagliotti

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Attualità

23febbraio 2010

– la trasformazione della Banca deiregolamenti internazionali in Banca cen-trale del sistema mondiale

– l’affidamento alla Banca centraleeuropea delle funzioni di sorveglianzabancaria e finanziaria dell’Eurozona, ealla BRI delle funzioni corrispondenti alivello mondiale;

– l’istituzioni di Authorities indipen-denti, europee e mondiali, in sostituzio-ne delle agenzie di rating, in perenne con-flitto di interessi;

– l’istituzione di una Compagnia assi-curativa pubblica mondiale per la coper-tura dei rischi globali, o almeno di unaAuthority, per la valutazione indipenden-te dei rischi stessi;

– l’impegno a una lotta comune con-tro i flussi finanziari illeciti, che rendonopossibili e remunerativi droga crimine eterrorismo;

– l’utilizzo della Banca mondiale peril perseguimento di obiettivi di sviluppoumano e di contrasto alla povertà.

Prospettive per l’Europa

Alberto Majocchi, ordinario di Scienzadelle finanze a Pavia, presidente dell’Istitu-to di Studi e Analisi Economica (ISAE), nelcorso di un conferenza-dibattito a Torino(cuiha partecipato, oltre il sottoscritto, la nostraMarina Cima, in rappresentanza di Feder-manager Torino ), ha tratteggiato una politi-ca possibile per uno sviluppo economicosostenibile in Europa e nel mondo.

Sullo sfondo della gigantesca crisi finan-ziaria (io direi gigantesca truffa finanziaria)originata dall’America di Bush, (e di cuisono corresponsabili sia Reagan sia Clin-ton) che ha generato la crisi dell’economiareale, in cui siamo interamente immersi(dell’una e dell’altra abbiamo ampiamen-te trattato su questo foglio), Majocchi osser-va che l’Europa, che non ha promosso lacrisi, ne paga pesantemente le conseguen-ze in mancanza di un potere reale di gover-no dell’economia, e più in generale digoverno del processo di globalizzazione,dal momento che il nostro continente èunito solo in una confederazione a direzio-ne intergovernativa, e non già in una fede-razione vera e propria, cioè stato di stati,che può permettere il dispiegarsi di unapolitica efficace ed incisiva, perché unita-ria. E siccome è interamente concluso ilperiodo di crescita della seconda metà delsecolo scorso, caratterizzato da uno svilup-po tecnologico di tipo imitativo, bastandoin sostanza importare le tecnologie miglio-ri dai paesi più avanzati, Majocchi affermache dalla crisi non si esce con una politica

di sostegno della domanda dei beni di con-sumo (anche perché le produzioni connes-se sono facilmente delocalizzabili), maavviando un ciclo del tutto nuovo.

Occorre dunque promuovere uno svi-luppo sostenibile sul piano economico,sociale e ambientale, il cui motore sianogli investimenti pubblici per la produzionedi beni materiali come le infrastrutture, masoprattutto di beni immateriali, la ricercadi base e la ricerca e sviluppo mirati all’in-novazione tecnologica. Ciò avrebbe uneffetto di breve periodo sulla domanda, madi lungo periodo sull’offerta, dal momentoche renderebbe più elevato il redditopotenziale e più competitivo il sistema.

I vincoli che in questo momento serra-no i paesi d’Europa sono i seguenti:

1) La necessità di adottare misure one-rose e immediate per salvare dal fallimen-to interi settori, finanziari e industriali.

2) La necessità di sostenere i lavorato-ri che hanno perso il posto di lavoro, e ingenere i redditi bassi.

3) La finanza pubblica che si deterio-ra per la caduta del reddito.

4) Il supero eccessivo delle soglie diMaastricht, per non essere penalizzati dalmercato.

5) Il semplice coordinamento intergo-vernativo delle politiche economichenazionali, in pratica l’inerzia, anziché lapolitica economica unitaria.

6) Il naturale comportamento da free-rider (che non paga il biglietto) di ognipaese europeo, cioè la tendenza a fare ilmeno possibile per beneficiare di politi-che di rilancio altrui.

7) La spirale deflazionistica mondiale,in pratica la caduta della domanda dalresto del mondo.

8) Lo squilibrio generazionale.Il piano di rilancio europeo proposto

da Majocchi si articola in questo modo:

1) Investimenti per il completamentodelle reti europee nel settore dei traspor-ti, dell’energia e delle telecomunicazioni.

2) Spese di ricerca e sviluppo e di pro-mozione dell’istruzione superiore.

3) Investimenti pubblici e privati nelletecnologie d’avanguardia, per promuo-vere la formazione di campioni europeinelle industrie di punta.

4) Finanziamenti per progetti di migliora-menti della qualità della vita (mobilità soste-nibile, depurazione delle acque, energie rin-novabili, rinnovo urbano, tutela della salute).

5) Aumento della produttività. Il superioreincremento degli Stati Uniti è determinato daun livello di istruzione superiore più elevato,da domanda pubblica (difesa) che richiedeinvestimenti innovativi, da un mercato inter-no continentale, sostenuto da una moneta diriserva utilizzata come moneta mondiale.

Il piano di rilancio sarà contestualeall’emissione di Union Bonds, e al varodella Carbon Tax, e accelererà il proces-so di unificazione federale non più rin-viabile. Sarkozy ha varato un grande pre-stito di 35 Mdi di Euro di cui 20 in ricer-ca pura e il resto in innovazione, ma pur-troppo per la sola Francia. La solita Euro-pa in ordine sparso. Secondo Majocchi sista realizzando su scala mondiale unaenorme ridistribuzione della ricchezzache deve essere vista con grande favore,e di cui il cosiddetto Bric (Brasile, Russia,India, Cina) è il simbolo. Ma questa cre-scita deve adottare modelli di consumopiù compatibili con la conservazionedella qualità dell’ambiente, e dunquefavorire i bisogni primari della popolazio-ne, e la conservazione dei beni collettiviterritoriali e culturali. È da notare che perMajocchi questa non è semplicementeuna opzione di base contrapposta adaltre, ma è l’unica soluzione possibile perl’Europa. E per il pianeta Terra. ❑

Glossario

Bretton Woods: piccola località montana del New Hampshire dove, nel luglio 1944 sitenne la conferenza, con l’intervento di 44 nazioni, che istituì un regime di cambi fissiagganciato al dollaro, equiparato all’oro come mezzo di pagamento internazionale, alcambio di 35 dollari per oncia di oro fino. Tale regime fu abbandonato dagli USA nel 1971.Gli accordi di Bretton Woods furono la base della successiva istituzione del Fondo Mone-tario Internazionale, e della Banca Internazionale per la Ricostruzione e lo Sviluppo.

Union Bonds: sono le obbligazioni che l’Unione Europea potrebbe emettere per finanzia-re in modo decisivo la ricerca avanzata e le innovazioni tecnologiche, per un valore com-plessivo ipotizzato attorno a 100 miliardi.

Carbon Tax: imposta europea proposta sulle emissioni inquinanti, che da una parte miglio-rerebbe l’ambiente, e dall’altra pagherebbe il servizio al prestito succitato, in una misuraipotizzabile al 30%.

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24 febbraio 2010

Probabilmente non sono molti i cittadiniche conoscono le cause e gli effetti deri-vanti dall’inquinamento atmosferico.

Chi vive nelle grandi città percepisce, dagliodori e dai fumi, che l’aria che respira è pocosalubre. La situazione è molto complessa e gliinquinanti di natura diversa.

Una pubblicazione molto utile a far com-prendere, anche ai non addetti ai lavori, qualesia la situazione in materia di inquinamento,è quella edita dall’Unione Industriale di Tori-no dal titolo “QUALITA’ DELL’ARIA. MOBI-LITÀ E POLITICHE SOSTENIBILI” emessa inoccasione del convegno che aveva lo stessotitolo e tenuto proprio presso la stessa Unio-ne Industriale il 3 dicembre 2009.

Il testo è il frutto di una ricerca molto benarticolata, corredata di diverse tabelle rappre-sentative e di una quarantina di figure ripor-tanti istogrammi, grafici e mappe; inizia conl’elencare le leggi italiane sulla gestione dellaqualità dell’aria ed il controllo delle fontiemissive; leggi che, in maggior parte, recepi-scono le direttive della Comunità Europea.

Gli inquinanti atmosferici si distinguono inprimari, cioè quelli emessi dai processi dicombustione (monossido di carbonio, biossi-do di zolfo, benzene, monossido di azoto) edin secondari, quelli formati dalle trasformazio-ni chimico-fisiche degli inquinanti primari(polveri sottili, biossido di azoto, ozono).

Nell’elenco dei principali inquinanti atmo-sferici viene spiegata la loro provenienza ecome vengono generati. La maggior rilevan-za, per la loro pericolosità, viene data al bios-sido di azoto (NO2) ed alle polveri sottili (par-ticolato sospeso) che “è costituito dall’insie-me di tutto il materiale non gassoso in sospen-sione nell’aria” Esso viene indicato con la siglaPM10 che significa particolato formato da par-ticelle di dimensioni inferiori ai 10 micron.Queste particelle hanno origine da materialedelle lavorazioni industriali e dal traffico auto-veicolare, quali emissioni di scarico, usuradell’asfalto, dei freni e delle frizioni. Purtrop-po queste particelle vengono respirate e quel-le ancora più piccole PM2,5 possono raggiun-gere la trachea e gli alveoli polmonari.

Classificare le fonti emissive significa potercostruire un inventario; dell’“inventario delleemissioni” fanno parte tutti gli inquinanti esi-stenti nell’atmosfera per fattori naturali e quel-li per fattori antropici, (causati dall’uomo).

Naturalmente conoscere tutte le fonti delleemissioni, presenti sul territorio, è indispensa-bile per poter pianificare azioni di conteni-

mento e di miglioramento della qualità dell’a-ria. A questo proposito il testo elenca e spie-ga gli 11 macrosettori di queste fonti. Essicomprendono le fonti derivanti dall’industria,dal trasporto autostradale, dal riscaldamentoe tutto ciò che si può riscontrare nell’atmosfe-ra. I macrosettori vengono poi ancora suddi-visi in settori e categorie. La nomenclatura èla stessa utilizzata a livello europeo.

Ne conseguono gli Inventari Nazionali e gliInventari Locali. I dati raccolti dimostrano lavalidità delle nuove tecnologie adottate suimezzi di autotrasporto per la riduzione delleemissioni di ossidi di azoto (NOx) e di polve-ri sottili (PM10) nel ciclo urbano. Esse sonomolto inferiori per gli autoveicoli E4 ed E5rispetto agli E0-1-2-3. Molto basse per le auto-vetture a GPL.

In diversi Paesi viene utilizzato l’“Indice diQualità dell’Aria” per dare un livello qualita-tivo dell’aria che si respira. Questo indiceviene calcolato con un algoritmo che tieneconto delle concentrazioni di PM10 e NO2ug/m3).

Nell’area metropolitana torinese, a secon-da del valore numerico, vengono adottati 7livelli della Qualità dell’aria che vanno da“ottima” a “molto insalubre”.

Comunque, in ambito europeo, sono staticlassificati degli indici di concentrazionecomuni per i diversi livelli (molto basso, basso,medio, alto, molto alto). La ricerca mette aconfronto le città di Torino, Milano, Lione,Stoccarda e Londra. Torino, Lione e Stoccar-da sono considerate paragonabili per dimen-sioni e tessuto economico; Milano perché è laprincipale realtà urbana della Pianura Pada-na; Londra per le sue dimensioni e gli approc-ci sperimentali.

Gli inquinanti più pericolosi

I metodi di rappresentazione dei dati, anchese diversi, sono comunque tutti riconducibili

ai valori per la qualità dell’aria imposti dalledirettive europee e recepiti dalle leggi italia-ne. In apposite tabelle sono indicati e descrit-ti, per tutti gli inquinanti di interesse, i valorilimite, i valori medi accettabili ed il numerodi superamenti massimo dei valori limite, nel-l’arco di tempo stabilito.

I valori più evidenziati sono quelli relativial biossido di azoto ed alle polveri sottili deiquali i valori limite sono rispettivamente 200Ìg/m3 e 50 Ìg/m3 ( media annuale 40 ug/m3per entrambe). Per le città in oggetto sono elen-cate le postazioni delle centraline di monito-raggio della qualità dell’aria. Naturalmente inmaggior dettaglio per Torino e Milano e rela-tive province. In Torino si è stabilito che la cen-tralina in via della Consolata rappresenta l’in-quinamento medio della città.

Si può notare che il superamento dei limitiesiste in tutte le 5 città. Torino e Milano sonopenalizzate dalla posizione geografica. La Pia-nura Padana è un sistema chiuso dove le con-dizioni atmosferiche non favoriscono ladispersione degli elementi inquinanti.

Ed è proprio di questi ultimi giorni di gen-naio c.a. che sono stati rilevati valori d’inqui-namento e numero di superamenti, moltosuperiori ai limiti, nelle città di Torino e Mila-no. Per Milano (PM10 a 98 ug/m3) la dome-nica 31 gennaio è stata senza automobili.Anche nelle altre città lombarde, capoluogodi provincia, sono stati rilevati valori molto altidi inquinamento.

Necessitano quindi delle politiche ambien-tali che adottino piani di risanamento. Il testocita, per la fase propositiva, le “misure a brevetermine” che sono: le targhe alterne, zone abasse emissioni (ambientale), domeniche apiedi e pulizia delle strade (utilizzando l’ac-qua).

Le “misure a lungo termine” riportate sonole seguenti: Mobility management, che con-siste nell’incrementare il trasporto collettivodisincentivando l’uso dell’auto privata. Il Regi-me di tassazione (tassa ambientale). La Tele-matica per fornire informazioni sul traffico alfine di scegliere il percorso ottimale. Il car sha-ring (utilizzo comune di automobili).Le zonea traffico limitato. Il trasporto merci, svilup-pando centri di distribuzione intermodali. Lagestione del traffico, atta a ridurre la conge-stione urbana quali la sincronizzazione deisemafori, incroci a più livelli ecc. Tutte le 5città, precedentemente citate, hanno adottato“piani di risanamento” la cui efficacia deve esse-re verificata a “lungo periodo”.

La Provincia di Torino, nell’ambito delMobility management, sostiene il trasporto

Attualità

Fattori di inquinamento e prospettive di miglioramento

L’aria che respiriamoUna pubblicazione molto utile a far comprendere, anche ai non addetti ai lavori, quale sia la situazione inmateria di inquinamento, è quella edita dall’Unione Industriale di Torino dal titolo “QUALITA’ DELL’ARIA.

MOBILITÀ E POLITICHE SOSTENIBILI” in occasione del convegno del 3 dicembre 2009

Pier Giorgio Prato

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Attualità

25febbraio 2010

pubblico facendo applicare sconti per il suoidipendenti sul costo degli abbonamentiannuali. Organizza azioni di “car pooling”(auto con più persone a bordo) per ridurre iltraffico privato. Con il progetto bicicomune,inaugurato nel 2008, ha attivato un servizio di“bike-sharing” con biciclette da affittare in 22punti strategici del territorio. Sono state invi-tate le imprese e le Aziende Ospedaliere a svi-luppare un proprio “piano di spostamento” dacasa al luogo di lavoro dei dipendenti. Si vuoledefinire un assetto razionale ed efficiente delladistribuzione delle merci nelle città. Il proget-to “vai col gas”, finanziato dalla Regione Pie-monte, favorisce l’acquisto di veicoli alimen-tati a metano e GPL con finanziamenti e l’e-senzione del bollo auto. Il Gruppo Torinesedei trasporti (GTT), ha dato inizio alla sostitu-zione dei mezzi pubblici più inquinanti,acquistando autobus a metano ed eurodiesel.Attualmente il 26% degli autobus dell’Azien-da sono a metano/elettrici.

Il comune di Torino ha realizzato la linea 1della metropolitana e previsto la costruzionedella linea 2. Sono stati costruiti sottopassi, ilservizio di “car-sharing” è attivo già da tempoe sono state istituite Zone a Traffico Limitato(ZTL).

Nonostante questi importanti provvedi-menti le centraline indicano ancora livellisuperiori ai massimi consentiti di NO2 e PM10.

Le conclusioni non sono ottimistiche. È dif-ficile stabilire “come una riduzione delle emis-

sioni si traduca in una riduzione dell’inquina-mento atmosferico”. L’ambiente è notevol-mente influenzato dalle condizioni meteoro-logiche. Si auspica la costruzione di nuovi sot-topassi, la realizzazione di arterie di scorri-mento sotterranee ed altre linee della metro-politana. Studiare come rendere il servizio ditrasporto pubblico sempre più appetibile peri cittadini. Anche la pulizia delle strade dagliinquinanti al suolo, dovuti al traffico veicola-re, fatta con l’acqua, credo sia un buon sug-gerimento.

Le città di Parigi e Madrid, che già adottanoquesto metodo, hanno una rete idraulica capil-lare e cunette di scorrimento che permettonodi convogliare i detriti direttamente nelle fogne.

Tutto quanto fin qui esposto non vuole averela presunzione di essere il riassunto di un pub-blicazione/ricerca fatta molto bene e moltoben descritta. Il testo lo si può trovare pressol’Unione Industriale di Torino, “Servizio Ener-gia e Ambiente”; e-mail: [email protected].

Leggerlo l’ho ritenuto importante ed utile.Ho pensato di far emergere alcune informa-zioni che mi hanno particolarmente interessa-to, tralasciandone altre sicuramente altrettan-to importanti. Data la situazione, la ricercasulle cause dell’inquinamento, necessaria-mente, deve continuare nel modo più scienti-fico possibile. La strada da percorrere è anco-ra lunga. Credo sia importante sensibilizzarele persone su un problema che è di tutti. E que-sta lettura ci può aiutare allo scopo. ❑

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26 febbraio 2010

Sono un ingegnere con pluriennale atti-vità nel settore automotive: ho voluto farerecentemente una esperienza di lavoro

in Cina nella città di Hangzhou, circa 300 kma sud-ovest di Shanghai.

La mia storia professionale, le moltepliciesperienze internazionali come manager edirigente d’azienda, insieme al mio desideriomai sopito di conoscere nuove realtà mi haportato, con ISES Torino, ad entrare in contat-to con realtà industriali cinesi in grande svi-luppo, per un transfer tecnico e tecnologico.

La mia curiosità e la voglia di fare sono stateappagate nel corso del mio soggiorno: si badibene, soggiorno per modo di dire dal momen-to che si lavorava dalla mattina alla sera, saba-ti compresi (... un insegnamento per alcunefigure del nostro mondo!).

Arrivato a Shanghai dopo un volo di circa11 ore non stop, ho dovuto impiegare altre 4ore di autostrada per giungere a destinazione,accompagnato da autista e un manager cine-se, che per mia fortuna, parlava inglese.

Mentre la vettura correva a 120 Km./h, adestra e a sinistra compaiono case, anchecoloniche e malandate, ma tutte con il pan-nello solare sul tetto per il riscaldamento del-l’acqua.

Alcune sono nuove e con architettura stra-na (pinnacoli in acciao, strutture tipo campa-nile annesse) che si mischiano con vecchiecostruzioni, ma tutte con serramenti interni edesterni rimossi. Chiedo perchè e il manager mirisponde che tali costruzioni, che si snodanoper decine di km, saranno abbattute per fareposto a grattacieli di 15 e più piani.

Poco distante stanno sorgendo pilastri intor-no ai quali lavora una moltitudine di operai:trattasi della costruenda linea ferroviaria adalta velocità tra Shanghai e Hangzhou (350km/h). Era stata iniziata un anno fa e contanodi finirla entro 2 anni.

Il mondo dell’auto crescea ritmi vertiginosi

Tutto il paese è un immenso cantiere e sirespira un desiderio di progresso e di benesse-re: circolano molte vetture Mercedes 5 litri,BMW 730-740 e moltissime Audi – Wv, rigo-rosamente assemblate in Cina con std europei.Poi Toyota, Mitsubishi, Nissan ecc. , vetturecoreane e cinesi; ho visto solo una Fiat Palio:il mondo dell’auto cresce a ritmi vertiginosi.

Finalmente arrivo in albergo (un fabbricatonuovo di 12 piani, io ero al nono) e mi vieneassegnata una ampia stanza su due livelli dota-ta di tutti i comfort.

Tempo di smaltire un pò la fatica e di entra-re in contatto con la realtà cinese: l’ospitalitàe la cortesia, l’attenzione e il timore quasi reve-renziale verso lo straniero.

L’Europa è ben vista ed apprezzata per lasua storia e tradizione industriale, la qualità el’immagine dei prodotti, anche se la sua rile-vanza non sembra avere significato in relazio-ne alla realtà cinese, in quanto insieme di pic-coli stati sovente in lite tra loro.

Ho il primo impatto con la vera cucina cine-se durante la cena, accompagnato secondol’etichetta, da un manager e da una manager(che parla correntemente l’inglese e che sioccupa delle relazioni internazionali conpaesi come Russia, Germania, Francia, Spa-gna, Giappone ecc.). Fanno onore piatti pernoi completamente sconosciuti, aromi e spe-zie a volontà, cibi di tutti i tipi, dal pesce difiume a quello di mare, al pollo , riso, spaghet-ti di farina di riso, salsine strane , ma nulla checausasse problemi di stomaco.

La mia permanenza mi ha permesso di com-prendere molti aspetti del loro carattere e delmodo vivere:

- sono molto diretti, la cortesia si accompa-gna ad una estrema semplicità ed informalitànei modi e nel vestire (notare che la zona inquestione è considerata ricca, perciò mèta diforti migrazioni interne).

- cercano di far sentire lo straniero a suoagio e si prestano a fare da interpreti nei riguar-di del personale (anche dell’albergo) chesovente non parla altra lingua che il mandari-no. Da notare che è un grosso problema muo-versi in modo autonomo per acquisti nei varinegozi, ristoranti, caffè della città, musei, par-chi, laghi ecc.: è necessario essere accompa-gnati anche per ragioni di sicurezza persona-le, alcune zone sono a rischio.

– l’abbondanza di personale (e gli stipen-di bassi) fa si che vi sono più persone che svol-gono attività similari, che da noi non sarebbe-ro ammesse;

– una popolazione che nella media è gio-vane e culturalmente elevata, motivata dalcontinuo desiderio di conoscere ed approc-ciare nuovi metodi e tecnologie;

– il grande senso sociale e di appartenen-za alla nazione (al di là delle locali contesta-zioni), la consapevolezza di giocare un ruoloprimario a livello mondiale;

– l’orgoglio di essere cinesi e di portare almondo esempi di capacità nel fare; la deter-minazione e la velocità nel realizzare le operee le infrastrutture. Visto da me personalmente,in un mese hanno completamente ricopertoun tratto ferroviario sotterraneo lungo parec-chi km nel centro di Hangzhou. In un giornoiniziano e finiscono una rotonda stradale digrandi dimensioni in città. In 2,5 anni costrui-scono da “0 al finito” un grattacielo di 20 piani.

Consapevoli del loro ruoloa livello mondiale

Dal punto di vista professionale è emersoun particolare interesse per tutto quello cheriguarda la tecnica e la tecnologia europea: Itecnici e gli ingegneri cinesi hanno posto que-siti precisi sul disegno ottimale dei particola-ri, sulla valutazione preventive delle loro pre-stazioni (simulazioni), sulla sperimentazione,sul loro miglioramento, ed infine sulle tecni-che produttive più idonee.

Non ultime l’applicazione di modernimezzi di controllo, la gestione corretta dei pro-cessi industriali e la semplificazione produtti-va: anche loro sentono l’esigenza di un con-trollo attento dei costi per rimanere competi-tivi. Le tecniche di lean production sono cono-sciute, anche se non rigorosamente applicate.

Molti macchinari (anche se non tutti) di cuidispongono sono evoluti e garantiscono ade-guati livelli di produttività e qualità. Necessitainvece un controllo più attento sui fornitori.

I managers ricoprono un ruolo fondamen-tale e trainante per la crescita dell’impresa e

Attualità

Un ingegnere italiano in Cina

Il mondo alla scoperta della CinaUna interessante ed entusiasta cronaca di un’esperienza professionale ed umana di un collega che per il tramitedell’ISES ha trascorso sei mesi a contatto con la vita quotidiana cinese in un confronto aperto con i tecnici di uno stabilimento industriale della città di Hangzhou a circa trecento chilometri a sud-est di Shangai

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Attualità

27febbraio 2010

il governo cinese aiuta e sponsorizza le azien-de meritevoli anche nelle esportazioni: all’in-terno dell’azienda sono guardati con granderispetto in quanto detentori della conoscenzaper la crescita dell’impresa.

Si lavora anche alla domenica

Voglio ora dare dei flash su alcuni modi concui i cinesi trascorrono il loro tempo libero easpetti del loro comportamento:

– alla domenica (unico giorno di riposo,ma non per tutti) frequentano, ad esempio, icentri commerciali all’americana; questi sonostracolmi di gente che si aggira per i reparticompiendo acquisti di ogni genere, segno diuna recessione sconosciuta;

– stessa situazione nei parchi in vicinanzadi laghi, dove sentieri e piante sono tenuti concura doviziosa e pulizia: fa solo paura lanumerosità delle persone che si incontrano,occorre guardarsi attorno per non cozzare l’unl’altro, oltre a macchine, camion, bus, moto(da loro definite biciclette) tutte rigorosamen-te elettriche e sulle quali viggiano intere fami-glie di 4 persone(padre,madre, in mezzo 1figlio, il secondo sul predellino in piedi e tuttisenza casco).

Il rispetto del codice stradale è lasciato allalibera interpretazione di ognuno: mi sono tro-vato su un tracciato di imbocco autostradalee improvvisamente, in corsia di sorpasso e insenso contrario! arriva una moto elettrica con

Il mondo alla scoperta della Cina o non è vero il contrario?Da Marco Polo in poi, l’Oriente è stato un

mondo a sé. La Cina in particolare. Le brevisporadiche incursioni non sempre bene accet-te narravano inconcepibili – per noi occiden-tali – modi di vita fra le crudeltà ed il mistici-smo.

Ancora con Mao, inventore del comunismocinese, quell’inesplorato territorio era guarda-to con sospetto. Poi le Olimpiadi, la globaliz-zazione, infine è stata la Cina a volerci cono-scere. Da molto si parla di pericolo cinese.Perché poi? Leggiamo di gente gentile, opero-sa, industriosa, con la curiosità di conoscerci,mostrandosi modesta, vivace. Parca nei con-sumi e dedita ad una instancabile attività.

Certo per noi è un modello scomodo. Sala-ri bassi, orari continuati anche nei giorni difesta, modesti, con qualche inspiegabile ec-cesso: il guardaroba firmato! Incredibile. Forseci stanno mostrando un diverso modo di con-cepire l’esistenza.

Qualche economista filosofo ci ha già av-vertito che la civiltà imperante – la nostra nelmondo dei bianchi – sta mostrando le primecrepe: inquinamento crescente, mutazioni delclima, sommovimento di popolazioni un tem-po rassegnate, il processo illimitato della pro-duzione industriale, le prime evidenti caren-ze alimentari; questi sintomi ci avvertono chestiamo toccando il limite. Un traguardo chesembrava senza fine, eterno e disponibile.

E quale la risposta? Il bisogno di continua-re nella corsa verso il di più, sempre di più,sembra essere la sola caratteristica indefinibi-le dell’umanità.

C’è chi suppone che il movimento ascen-sionale degli ultimi secoli sembra cambiarerotta; non più l’utile, il guadagno tattile deisoldi, bensì un rovescio di tendenza. Nuoviobiettivi, saranno la conoscenza, la cultura, lacoscienza; forse un aumento di consapevolez-za per un vaso stracolmo di emozioni, di gioiaautentica di vivere, non più per il possesso dicose, ma una crescita della capacità di mera-viglia.

Torniamo ad Aristotele, ai primordi del pen-siero greco. A dirlo sembra facile e possibile,ma in realtà per chi vive il quotidiano conindifferenza, accetta il regalo della vita comese fosse un dovere adempiuto da un dio mino-re non più onnipotente, ma che è tenuto avolerci provvedere di aria, acqua, energia,insomma ciò che ci serve per vivere.

Di qui forse dobbiamo partire da San Fran-cisco che guarda l’acqua meravigliato e ciinsegna quello che anche noi dovremmo fare:sentire il creato come un dono da centellina-re, con gratitudine. Fantasie, solo fantasie.

Poi vediamo sugli schermi la gente senzalavoro impazzita dal dolore e dalla dispera-zione – una donna ancora giovane con duefigli afferra un coltello e così armata va in

azienda perché vuole parlare con il direttore.Questa gente per il solo fatto che è al mondo

ha il diritto di vivere e che senso ha la pretesadei grandi che vogliono i bonus senza limiti?

Con dieci milioni di dollari c’è forse biso-gno di raddoppiarli per essere felici?

Sino ad oggi vale ancora per spiegare le sta-tistiche che se la media è un pollo a testa è paci-fico che qualcuno ne abbia due e tu niente.

Qualcosa sta cambiando. Ma non abba-stanza. Quando ce li troveremo alla porta dicasa con la lama tra i denti sarà troppo tardi.

C’è chi alza le spalle, toccherà ai posteridice, a noi che ce frega? ❑

donna e piccolo in piedi sul predellino rigo-rosamente senza casco! Poi una macchinanello stessa direzione viene schivata all’ulti-mo momento!. Provare per credere, ma mirifiuterei di guidare mi rifiuterei categorica-mente in Cina!

C’è una voglia di fare, di emergere in tutti icampi, dal commercio alle industrie di ognigenere che sorgono come funghi; c’è una con-

correnza fortissima che alimenta il commer-cio e il denaro circola in gran quantità, purnon dimenticando il senso del risparmio chepervade sempre questa popolazione.

La megalopoli di Shanghai (16 milioni diabitanti) è una esplosione di grattacieli inacciaio e vetro, e non solo, che costituisco-no il cuore del centro finanziario cinese, econtinuano a costruirne. Stanno sorgendoall’interno anche autostrade di rapido colle-gamento che dovrebbero essere ultimateentro 2 anni.

Un popolo disciplinato dove gli scioperi ele manifestazioni non esistono o quasi, o se visono sono comunque controllati.Shopping sfrenato da gente modestacon un occhio alle griffes italiane!

Gente che si accontenta di poco, ma cheapprezza avere vestiti griffati (Armani, Gucci,Dolce e Gabbana, Robe di Kappa ecc.

..... Questo e altro ancora è la Cina di oggi:una nazione che non si pone limiti nel pro-gresso e che giocherà nel futuro ruoli di sem-pre maggior rilievo.

La mia esperienza si è conclusa con uncaloroso ed applaudito incontro di commiatocon i managers e la direzione, con un invitoal ritorno quanto prima, segno di apprezza-mento per la cultura dei manager/dirigenzaitaliani e quindi motivo di orgoglio per l’Ita-lia, per ISES e perchè no! ... per APDAI e loscrivente...... ❑

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28 febbraio 2010

Le scelte pianificatorie della Provinciadi Torino, comprese nella” Program-mazione Regionale al 2015“, prendo-

no ulteriormente corpo con l’impianto divalorizzazione e recupero della frazioneumida della raccolta differenziata, costrui-to nel comune di Druento e avviato neiprimi giorni dello scorso mese di ottobre.

Ma prima di entrare nei particolari diquesto annuncio potrebbe essere utilefare un passo indietro e tornare a quantodicemmo tre anni fa su queste stesse pagi-ne,per illustrare poi i più significativi pas-saggi avvenuti e fornire un quadro d’in-sieme sufficientemente chiaro che antici-pi gli interrogativi dell’utente. Quest’ulti-mo, non lo si dimentichi, reso sovente dif-fidente dai tanti cambiamenti di scenarioa cui ha dovuto adeguarsi senza la neces-saria comprensione e condivisione.

Ancora nel 2006, pur essendosi a queltempo già ampiamente compiuto l’avvia-mento progettuale dell’impianto di cuistiamo parlando (autorizzazione provin-ciale,scelta territoriale e varo della societàper la realizzazione), permaneva ancoranegli addetti al lavoro e nella popolazio-ne l’incertezza, per certi versi uno stato diconfusione,sulle soluzioni appena appli-cate o da intraprendere per il raggiungi-mento degli obiettivi che via via si deli-neavano. Cosa raccogliere, come racco-glierlo,come trattare l’indifferenziato ecosa avviare alla termovalorizzazione.

La stessa Provincia di Torino, soprattuttonel constatare una significativa crescitanella raccolta della differenziataumida,quella provienente dalla cucina,apportava continui aggiustamenti nellapianificazione e negli indirizzi delle tecno-logie da applicare.

Già la programmazione degli anni’90,con continue lievi correzioni di rotta,aveva accompagnato i Consorzi territo-riali ad una progettazione “itinerante”,con diverse successive impostazioni.Allora si ipotizzava il trattamento di tuttol’indifferenziato con produzione delcosiddetto CDR, un combustibile daavviare alla termovalorizzazione, e non

si disdegnava di prendere in considera-zione la stessa bioessicazione del rifiutonon esasperatamente differenziato.

Anche il tormentato iter approvativo delTermovalorizzatore, che tuttora attendel’avvio dei lavori con tutto quel che ne con-segue per una corretta gestione comples-siva del settore, nelle diverse fasi proget-tuali finiva per influenzare tutto il proces-so di raccolta e trattamento dei rifiuti.

Non sempre tutti questi passaggi hannocoinvolto la popolazione, attenta più aproteggere la propria salute e le proprieabitudini che non a entrare nei particola-ri del complesso sistema di raccolta esmaltimento dei rifiuti, ma pare che sipossa tranquillamente affermare che soloda poco tempo si è attutito il senso gene-rale di disorientamento dell’utenza chia-mata per altro a modificare radicalmen-te le proprie abitudini a causa dell’inva-sivo” porta a porta”. I benefici dell’inno-vazione sono risultati a lungo scarsamen-te condivisi,spesso peraltro anche a causadi una irresponsabile propaganda avver-sa che alimentava gli egoismi comporta-mentali,e comunque il progetto comples-sivo non era ancora ben metabolizzatonella popolazione.

Nel Programma Regionale e in quelliprovinciali al momento risultano definiti ilnumero e le tipologie degli impianti, sigarantiscono agli stessi i conferimenti attia renderli economicamente compatibili, siindividuano le discariche e si razionaliz-za il quadro degli Ambiti Territoriali (ATO)

Attualità

Si realizza un nuovo tassello del Piano Provinciale

In funzione l’impianto di trattamento rifiuti di Druento

Gianfranco Guazzone

riducendoli a tre: la provincia di Torino,quella di Cuneo, tutte le restanti provincie.

Per una rapida presa d’atto del program-ma nel suo insieme si possono evidenzia-re le diverse situazioni. Se nel primo ATOpotrebbero ancora essere previsti da 1 a3 impianti tipo quello di Druento,nell’A-TO cuneese si ipotizza la riconversione diimpianti esistenti di bioessicazione, ilpotenziamento di un’altro che attualmen-te produce CDR e inoltre dovrà essereindividuato un sito per una discarica pergli scarti di impianti esistenti. Nell’Ambi-to Territoriale delle restanti Provincie sisegnala una carenza per il trattamentodell’umido del 35% circa a cui si dovràporre rimedio con la riconversione di unimpianto, con la completa attivazionedell’impianto di Santhià, con la realizza-zione di un nuovo impianto nel Biellese.Resta poi la questione non indifferente delsecondo termovalorizzatore (Cavaglià?) ela localizzazione di una discarica perceneri e rifiuti non pericolosi.

Restano comunque ancora alcune que-stioni irrisolte. Prima: è stata già sottolinea-ta, attiene al completamento della offertadi termovalorizzazione. Seconda: la qua-lità e la quantità,non quella teorica, dell’u-mido raccolto. Terzo: le potenzialità realidi utilizzo del compost prodotto. In parti-colare sul secondo punto è auspicabile chenon si pensi di aver risolto tutti i problemiomettendo che,magari,la differenziata del-l’umido in alcune realtà la si ritenga com-piuta anche se consapevoli che gran partedella stessa finisce nell’indifferenziata. Contutto quello che ne consegue....non ultimoun compiacente e allettante “armistizio”con chi dovrebbe farla davvero!

E infine ecco la presentazione delll’im-pianto di Druento con le sue potenzialità ele sue caratteristiche. Nella certezza che siastato utile e interessante riassumerne le moti-vazioni, le esigenze a cui veniva incontro,ilcontesto in cui si inseriva. E quindi anche giu-

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Attualità

29febbraio 2010

Mestieri d’antan

I cavei dal pentuGianni Formagnana

Piazza d’Angennes, è la piazza che fian-cheggia il Duomo di Vercelli, sulla qualesi affacciavano le finestre dell’apparta-

mento in cui ho abitato da bambino. Ora nonpiù, ma allora era attraversata da un lungoviale di platani secolari che, d’estate, diventa-va il campo di calcio di noi bambini del rione,in attesa che uscisse il curato a chiamarci peril catechismo. Ci divertivamo con poco, conniente; le macchine che transitavano eranopochissime e il pallone era formato da un muc-chio di stracci legati con uno spago.

Nelle notti invernali si udivano dei botti for-tissimi dovuti ai rami che si spezzavano per ilgelo e,di giorno, il viale diventava per noiragazzi, una pista di pattinaggio con le scar-pe chiodate per risparmiare sulla risuolatura,sulle lastre di ghiaccio formatesi per lo sgoc-ciolamento dai rami della brina mattutina.

Ricordo ancora, quando mi affacciavo allafinestra, il passare di personaggi che colpiva-no la mia infantile curiosità. Erano contadiniche, sospeso il lavoro dei campi durante l’in-verno, si guadagnavano da vivere girando peri cortili. Altri erano artigiani veri e propri cheoffrivano per le strade il loro servizio alle fami-glie. Ricordo di aver visto per strada il”magnin”,cioè lo stagnino, poi il “mulita” conla mola azionata da un pedale issata su di uncarrettino e sulla quale gocciolava l’acqua dauna latta bucata appesa in alto e, ancora il“cadreghè”, l’impagliatore di sedie, l’ombrel-laio, il materassaio, il “vedriè”, il “ramassè”,lo strillone e altri ancora.

A fine estate il “matarassè” sistemava la suaattrezzatura nel cortile della casa in cui abita-vo; a cavallo di una panchetta col bracciodestro portava avanti e indietro un grosso pet-tine e con la mano sinistra faceva cadere a terrasopra un ampio lenzuolo, la lana pettinata.Lavorava tutto il giorno quasi una settimanaintera per mettere a nuovo i materassi che, aquell’epoca erano tutti di lana o di crine. Disabato passava il “lavandè” a cassetta di un“tamagnone”, il carro a quattro ruote trainatoda un cavallo. Ritirava sacchi di biancheriabianca, contrassegnati con un filo rosso. Pienidi biancheria sporca che portava a lavare alCervetto, una roggia di periferia, e li riportavail sabato successivo. Durante la settimana lamamma appena sentiva la tromba del “giasè”,mi mandava a comperare blocchi di ghiaccioche trasportava su un carrettino trainato da uncavallo, sufficienti per un giorno o due per raf-freddare la ghiacciaia. Inutile dire che dietroal carrettino c’era sempre il codazzo dei bam-bini che raccoglievano avidamente le scheg-ge che si producevano quando si spaccava illungo parallelepipedo di ghiaccio. D’estatec’erano quelli che vendevano fette di anguria,

stificare i 10 anni impiegati per costruirlo.L’Impianto di Druento,come già premes-

so, riceverà unicamente la parte umida,l’or-ganico, per un totale di 60.000tonnellate/anno a cui si aggiungeranno25.000 t/anno di materiale proveniente pre-valentemente dalle potature (per migliora-re la qualità del compost). Sarà conferito dalterritorio CIDIU (Collegno, Grugliasco,Rivoli,ecc.), da Venaria e da alcune Circo-scrizioni di Torino. Ha al suo servizio unanotevole discarica che si estende per quasi3 ettari,che “dovrebbe” durare 15 anni eche si renderà molto preziosa per un’areaben più vasta di quella sopra descritta, almomento carente di spazi idonei.

L’impianto è costato quasi 25 milioni dieuro, tutti reperiti...”senza finanziamentipubblici, con risorse proprie del Cidiu econ l’apertura di un mutuo fondiario..”,afferma orgogliosamente il presidenteMiglietti, e la Società è totalmente pub-blica, con il comune di Druento che vipartecipa con il 2%.

Materialmente al suo interno si attueran-no 5 fasi di lavorazione. L’organico in arri-vo sarà PRETRATTATO,pesato e controlla-to e immesso in un miscelatore e,succes-sivamente STABILIZZATO in ampie came-re chiuse (le cosiddette biocelle) per 21giorni, debitamente ossigenato con tem-peratura e umidità controllate. A questopunto, venuta meno la putrescibilità, siprocederà alla RAFFINAZIONE, con eli-minazione di plastica e di qualsiasi altromateriale indesiderato ancora presente, equindi al riposizionamento del prodotto inlocali chiusi,continuamente rivoltato eumidificato,per consentirne la MATURA-ZIONE. Per ultimo si attuerà lo STOCCAG-GIO per consentire la vendita e l’utilizzodel Compost così ottenuto.

Per chi nutre ancora qualche dubbiosulla “fuga” di odori sgradevoli e in qual-che modo rimpiange il processo “anaero-bico” (completamente in assenza d’aria, alchiuso) a suo tempo archiviato, la rispostadel progettista, l’ing. Martino, è rassicuran-te: “...non ci saranno emissioni in aria dicattivi odori e l’aria esausta sarà deodoriz-zata con filtri...”. E, per ora, niente da obiet-tare! La SECIT di Roma che ha costruitol’impianto di Punto Ambiente (così si chia-ma la società pubblica creata dal Cidiu chene ha permesso la realizzazione)e che per18 mesi avrà il compito di avviarlo, gestir-lo,metterlo a punto, formare il personale(sono previsti 15 posti di lavoro) e portarloal collaudo definitivo, ci dirà qualcosa dipiù tra alcuni mesi e.... ne riparleremo!

Gianfranco Guazzone

il gelataio su un triciclo bianco, mentre altrisuonavano la pianola.

All’uscita da scuola stazionava il venditoredi castagnaccio; spingeva un carretto a peda-li sul quale erano sistemate delle piatte pen-tole unte con olio, tenute calde da un fornel-lo a legna. In autunno, all’angolo del viale, ilcaldarrostaio arrostiva castagne in una grossapentola bucherellata sopra un forno alimenta-to a legna. D’inverno arrivavano i ciociari e alsuono di pifferi e zampogne intonavano : “Tuscendi dalle stelle”.

Numerosi erano i “feramiù”, i raccoglitoridi cose vecchie. Passavano regolarmente conil “tumbarel”, il carretto a due ruote trainato amano. Di tanto in tanto si fermavano e annun-ciavano la loro presenza con un acuto “fera-miùùù”! con il peso a bilancino pesavanostracci, ferrivecchi e tutto ciò di cui la gentevoleva disfarsi, poi proseguivano il camminoverso un altro cortile.

Mia mamma mi raccontava che, ai tempidella sua infanzia, giravano uomini misteriosiche pagavano bene le trecce recise e i capel-li che le donne raccoglievano quando si pet-tinavano, facendo attenzione a non perderli erecuperandoli dal pettine. Erano i preziosi“cavei dal pentu”, i capelli del pettine, prezio-si perché servivano per fare parrucche parruc-chini e toupet. L’idea del parrucchino fatto coni capelli della nonna ed i nostri per nasconde-re la calvizie del nonno mi riempiva di gioiae scatenava una gran voglia di ridere.

Questi e tanti altri ancora mestieri di stradasono oggi totalmente scomparsi. Un mondoche si è perso e che non tornerà più! Nostal-gia? I paragoni tra epoche diverse sono sem-pre difficili; certo oggi c’è meno miseria, si fati-ca molto meno ma c’è anche meno serenità;si sono persi tanti, troppi valori; l’individuali-smo si è esasperato. Gli agglomerati umani,condomini, rioni borgate dove, un tempo tutticondividevano le gioie e i dolori di tutti, sonodiventati sedi di una umanità anonima e quasivirtuale; forse tutto quel mondo che, nella suamiseria aveva un qualcosa di poetico, è unaparola grossa, si è disumanizzato. ❑

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30 febbraio 2010

Èdiffusa l’opinione che l’Unione Europea,sia un ente essenzialmente burocraticoanche se sovranazionale, che ripete sia

pure a livello superiore, le strutture e soprat-tutto i costi di gestione dei governi nazionaliche ne fanno parte. Nuovi tributi, enti dalledimensioni crescenti, realizzazioni incertesenza ricadute tangibili sui cittadini che nefanno parte; tutto ciò a fronte di propositianche troppo ambiziosi e indefiniti: “fare del-l’Europa e del mondo di cui fa parte un postomigliore…” In realtà non è tutto così fumosoe poco concreto: delle realizzazioni concre-te, con ricadute certe ci sono state ed è one-sto prenderne conoscenza.

Interventi sulla crisi economica. Preso attocon tempestività del malessere economicoconseguente il fallimento delle banche USAdi investimento (Lehman Brother) l’UE, nelcorso del 2009, ha fatto quanto in suo potereper aprire la strada alla ripresa mobilitando edistribuendo grandi risorse finanziarie: alpiano di ripresa è stato destinato un importocomplessivamente equivalente al 5,5% dei PILnazionali, 16.000 lavoratori appartenenti aisettori in crisi (auto, tessile, edilizia) hannobeeneficiato dei fondi raccolti. Anche la disce-sa pilotata dei tassi di interesse accompagna-ta da misure di sostegno e regolamentazionedelle istituzioni bancarie è indirizzata a favo-rire il reperimento di capitali per nuovi inve-stimenti.

Altro settore verso il quale si è volta l’atten-zione dell’UE è quello dell’ecologia e dellamaggiore attenzione ai fenomeno del cambia-mento climatico: citiamo la sostituzione pro-mossa delle vecchie lampadine a incande-scenza con altre di nuovo tipo e le modificheenergetiche imposte agli apparecchi di usoquotidiano come televisori, frigoriferi, condi-zionatori. L’applicazione e il rispetto di que-ste norme porterà entro pochi anni al rispar-mio del 12% dell’energia elettrica complessi-vamente consumata nell’UE; tanto per esem-plificare,pari all’equivalente dell’energia con-sumata in Francia e Germania messe assiemeper usi domestici.

Già oggi con le misure attuate nell’ultimobiennio è stato possibile ridurre di 32 milionidi tonnellate di CO2 l’emissione di gas dellecentrali termoelettriche. Altri provvedimentiin tema di tutela dell’ambiente riguardano ilcontrollo delle emissioni o evaporazioni dicarburante durante le fasi di trasporto, riforni-mento fra punti di distribuzione e rifornimen-

to finale di carburante – si tenga presente cheil benzene presente nel carburante in evapo-razione è un potente agente cancerogeno oltreche essere inquinante e generatore di smog.Analogamente, ancora in tema di tutelaambientale, l’UE ha introdotto regole moltosevere per l’impiego dei veleni pesticidi utiliz-zati in agricoltura, considerato che l’inquina-mento dei terreni si traduce in inquinamentodelle acque quasi sempre con carattere di per-manenza e recidiva.

Altra missione europea di alto profilo, èquella della solidarietà,valore di fondamentodell’UE. Nel 2009 i paesi membri, anche quel-li di recente ammissione, si sono mossi conrapidità per il sostegno reciproco, con l’inviotempestivo di aiuti e sovvenzionamenti allearee colpite da calamità o fenomeni naturali:il terremoto in Abruzzo dell’Aprile 2009 puòessere considerato come esempio. L’UE hadestinato all’Italia mezzo miliardo di euro perfronteggiare il post-terremoto e va rilevato chequesto intervento ha rappresentato il disastrodi maggiori dimensioni per il quale il sostegnodei fondi europei non sia mai stato richiestodalla sua istituzione. I fondi stanziati si stan-no traducendo in costruzione di case sostitu-tive, ricostruzione e ripristino di reti stradali,idriche ed elettriche, prelievo e sgombero dimacerie.Inoltre, cosa poco nota, in assistenzafinanziaria per incoraggiare e sostenere i27.000 studenti presenti nell’area in modo dagarantirne la permanenza e frequenza dell’u-niversità dell’Aquila.

A fianco di queste iniziative o attività dicarattere maggiormente strutturale c’è poi unaserie di normative forse più spicciole, in ognicaso destinate a tutelare e proteggere il citta-dino UEO. Citiamo le misure per la protezio-ne finanziaria:uno studio della Commissioneeuropea ha riscontrato un comportamentoscorretto nel modo in cui le banche informa-no e consigliano i loro clienti; in particolarele spese bancarie applicate di norma in modonon corretto ed esposte in maniera ermetica.

Una legge europea emessa nel 2009 dàdiritto ai possessori delle carte di credito dichiedere il rimborso totale in caso di oneritroppo elevati, con obbligo da parte dellabanca di rispondere entro 10 gg dal ricevimen-to della richiesta.

Oppure ancora gli interventi a propositodell’uso del cellulare: le norme emesse direcente dovrebbero tagliare del 50% le tariffedi roaming per chi viaggia per turismo o per

affari. Inviare un SMS dall’estero verso unpaese europeo costa al massimo 0,11 euro,quasi tre volte meno della precedente mediaeuropea. Una chiamata in roaming verso unaltro paese dell’UE non deve superare 0,43euro al minuto, e non più di 0,19 euro il rice-vere una chiamata; ancora in argomento ditelefonia mobile, le batterie del cellularediventeranno universali in conseguenza dellastandardizzazione imposta sui dispositivi cari-ca-batteria.

Chiudiamo questa carrellata sulle realizza-zioni dell’UE con l’accenno alla messa inopera dello “strumento alimentare”grazie alquale l’UE aiuta più di un miliardo di perso-ne in Africa, Asia e America Latina nella lottaalla fame. Lo strumento che nel corso del 2009ha erogato un miliardo di euro ai piccoli col-tivatori di 50 paesi destinati all’acquisto di fer-tilizzanti e sementi oppure per formazione econcessione di microcrediti, si è rivelato esse-re il maggior donatore del mondo,FORNEN-DO IL 60% DEGLI AIUTI PER LO SVILUPPOMONDIALE!

Arturo Bertolotti

COME OTTENERE INFORMAZIONISULL’UNIONE EUROPEA

ON LINE. Informazioni in tutte le lingueufficiali dell’UE sono disponibili all’indirizzo

http//europa.eu

DI PERSONA In ogni nazione esistononumerosi centri di informazione UE i cui indi-rizzi sono reperibili sul sito:

http//europedirect.europa.eu

LEGGENDO LE PUBBLICAZIONI Consul-tate le pubblicazioni sull’EU con un click sulsito WEB EU Bookshop:

http//bookshop.europa.eu

Cultura

Una panoramica sulle realizzazioni dell’Unione Europea

UE, questa sconosciutaSu questo periodico sono state trattate in modo esauriente ed approfondito la storia, gli obiettivi, e le competenze degli organicostituzionali e di governo dell’Unione. Su un piano meno ambizioso è opportuno prendere anche conoscenza dei progetti e dellerealizzazioni ultime dell’U.E.

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Lettere

31febbraio 2010

Sono un Dirigente di Trenitalia di 59 anni di età, in servizio a Torino,che lavora ininterrottamente dal 1975 e quindi la mia contribuzionecomplessiva assomma a 39 anni, compreso il servizio militare ed il

periodo riscattato degli studi universitari.Dal 1975 al 1989 lavorai, con la qualifica di Ispettore, presso le Ferrovie

dello Stato. Nell’89 presentai le dimissioni per andare a lavorare come Diri-gente ai Trasporti Torinesi prima, poi alla Gestione Commissariale Gover-nativa delle Ferrovie Venete; infine, dal 2002, nuovamente in Ferrovie delloStato, presso Trenitalia, dove lavoro attualmente a Torino (tutte attività nelFondo Pensioni INPDAI Istituto Nazionale di Previdenza Dirigenti di Azien-de Industriali, ora confluito in INPS).

Quando, nell’89, presentai le dimissioni, avendo già maturato più di 20anni di contribuzione complessiva (compreso servizio militare e periododegli studi universitari riscattati), d’ufficio (ossia senza che io lo richiedes-si) fu deliberato un trattamento di quiescenza, che, da allora a tutt’oggi, èsospeso (cioè non erogato) per incompatibilità con il reddito da lavoro dipen-dente (D.L. 17 del 23/1/83, convertito con la Legge 79 del 25/3/83).

Nel novembre 2004 presentai all’INPS di Milano, dove all’epoca lavora-vo, domanda di ricongiunzione del primo periodo di lavoro (dal 1975 all’89).La richiesta era formulata, sia per ottenere un’unica prestazione pensioni-stica, al prossimo maturare delle condizioni per la pensione di anzianità, siaper fruire del “Bonus”, di cui alla legge 243 del 23/8/04, provvedimento afavore dei dipendenti che, avendo maturato il diritto alla pensione di anzia-nità, scelgono di posticipare il pensionamento.

L’INPS rispondeva negativamente, argomentando che, all’epoca dellarisoluzione del rapporto di lavoro, sussisteva il diritto al trattamento ordina-rio di pensione in base agli art. 42 e 219 del T.U. n. 1092/1973.

Nel marzo 2005 presentai ricorso, poi più volte sollecitato, avverso talediniego al Comitato Provinciale INPS di Milano, che lo trasmise al Comi-tato Amministratore Fondo Pensioni Ferrovieri di Roma. Quest’ultimo, dopoben due anni di attesa, ha respinto il ricorso.

Ne consegue che, se smettessi di lavorare (come normalmente succede a59 anni di età e 39 anni complessivi di contribuzione) fruirei, fino a 65 anni,solo della modesta pensione del primo periodo di lavoro (calcola sulla basedello stipendio di 19 anni fa e con solo 20 anni di contributi); anche se a 65anni (quando mi verrebbe erogata la pensione del secondo periodo di lavo-ro da Dirigente) il trattamento economico complessivo risulterebbe penaliz-zante.

Esistono viceversa precedenti di casi similari, in cui l’INPDAI accolseanaloghe richieste. Ho segnalato all’INPS il caso di un ex collega di Roma,B. G. che aveva prestato, come Graduato dell’Esercito, attività lavorativaper 29 anni, che diede luogo ad una pensione e, successivamente, attivitàDirigenziale presso le Ferrovie dello Stato. Egli realizzò la ricongiunzioneai sensi dell’art. 5 della Legge 44 del 15/3/73; in tale caso, la pensione fuaddirittura erogata per alcuni mesi e, successivamente, restituita. Purtropponon è oggi possibile invocare il precedente in quanto con la confluenza del-l’INPDAI in INPS quest’ultimo considera decadute le norme applicate daquell’Istituto.

Se avessi dato le dimissioni qualche mese prima (o non avessi riscattatoil periodo militare o gli studi universitari) senza maturare i 20 di contribu-zione, oppure pochi anni dopo (quando, nel ’92, l’emanazione del Decreto“Amato” abrogò le “baby pensioni”) tutti i periodi sarebbero ricongiunti inINPS; chi oggi ripercorresse la stessa carriera, avrebbe tutti i periodi ricon-giunti in INPS.

Si afferma che tutto dipende dal fatto che, nell’89, quando diedi le dimis-sioni, avevo “diritto” a pensione; in realtà io cambiai solo lavoro; non chie-si la pensione (non mi interessava), non ne ho mai fruito e dunque il “dirit-to” (condizione di vantaggio) è stato solo il riconoscimento di un titolo, asuo tempo acquisito, ma non si è mai concretizzato. Di “diritto” si potevaben parlare viceversa quando, prima dell’83, al “diritto” corrispondeva lamateriale erogazione della pensione.

Nonostante una circonstanziata lettera dell’Associazione Nazionale Diri-

genti Aziende Industriali Assidifer Federmanager (a cui do atto dell’inter-vento a mio favore), in cui, condividendo la mia richiesta di ricongiunzio-ne, perché ritenuta “giuridicamente corretta, nonché per ovvi motivi di equitàrispetto ai colleghi che hanno percorso una carriera professionale analogaper tempi e contributi versati (dal 1975 a tutt’oggi, senza soluzione di con-tinuità) veniva dichiarato che tale richiesta avrebbe dovuto essere accolta,eventualmente emanando una specifica circolare, ma come già detto in pre-cedenza, il ricorso è stato respinto.

Nel verbale del Comitato Amministratore del Fondo Speciale per il per-sonale dipendente dalla Ferrovie dello Stato S.p.A., a cui, discutibilmente,l’INPS ha affidato l’esame del ricorso, si afferma che la domanda di ricon-giunzione poteva essere accolta solo se presentata mentre ero ancora in atti-vità presso le F.S., cioè nel mese di cessazione dal servizio, (ma a chi seancora non avevo preso servizio nel nuovo posto di lavoro e se l’INPDAIrichiedeva all’epoca per le domande di ricongiunzione almeno 5 anni di per-manenza nel Fondo?). Si asserisce inoltre che la ricongiunzione ai sensi dellalegge 29/1979 è ammessa solo a condizione che i periodi da ricongiungerenon abbiano dato luogo a liquidazione di trattamento di quiescenza (la leggenon lo prevede esplicitamente). La limitazione temporale ad un mese per lapresentazione della domanda di ricongiunzione è in netto contrasto con laLegge 29/79, che le prevede possibile, all’art. 1, “in qualsiasi momento”.Inoltre, poiché essa va fatta ordinariamente non più di una volta, di solitoviene presentata in prossimità dell’utilizzazione.

Sembra inconcepibile, ma in virtù di una interpretazione meramente buro-cratica della norma, l’INPS non ritiene di riconoscermi il diritto ad una pen-sione, come compete a tutti coloro che hanno 59 anni di età e 39 anni di con-tributi (validi e sostanziosi). Possibile che per ottenere la (sacrosanta) ricon-giunzione di tutti i periodi non resti che seguire la strada legale? Nel frat-tempo, in attesa di definizione, non mi resta che continuare a lavorare.

Confido che tra i lettori esista chi si è trovato in un caso similare, oppu-re è in grado di dare un utile suggerimento.

Ing. Sergio Bertonasco

"La lettera dell’ing. Bertonasco, che ne ha permesso la pubblicazione,espone in modo molto chiaro e con la dovuta articolazione vicende previ-denziali che lo hanno colpito ma che non sono infrequenti nella categoriadei dirigenti. Da questo l’utilità di darne pubblicazione con alcune osser-vazioni di contorno:

1) Quando si cambia posto di lavoro il nostro focus, la nostra attenzio-ne, sono mirate all'accertamento dei requisiti del nuovo job: incarico daespletare, retribuzione, sede di lavoro, prospettive di carriera, e così via;meno sulle possibili conseguenze che il cambiamento può comportare alnostro percorso previdenziale. Al proposito non sarebbe fuori posto effet-tuare d'abitudine anche un "check up"mirato, avvalendosi ad esempio delleapposite strutture specialistiche, disponibili anche presso le sedi periferi-che di Federmanager.

2) Se già sono intricati i percorsi della previdenza obbligatoria (INPS,Fondi Speciali) non lo sono da meno i fondi complementari - tipo PREVIN-DAI, PREVINDAPI e analoghi. In alcuni casi, a fronte di cambiamento difondo integrativo è possibile trasferire al nuovo fondo il montante accanto-nato. In altri casi, ad esempio, quanto depositato può essere riscattato ogoduto solamente al momento del pensionamento. È comunque indispensa-bile conoscere le regole del fondo da cui si esce e di quello cui si accede.

3) Ancora a proposito del caso esposto nella lettera dell’ing. Bertona-sco, è opportuno sottolineare che il giudizio espresso sui ricorsi da partedei Comitati di Gestione dei vari fondi ha potere vincolante e non sempli-cemente di tipo consultivo. Ne consegue che per rimuovere tali decisionioccorre adire le vie legali;andare in giudizio è sempre cosa complessa eincerta ma resta sovente, come ci pare per il caso esaminato, l'unica via per-corribile. Nè è detto che l'ente assicuratore ne esca sempre vicente...

A.B.

Un caso di mala previdenzaMille percorsi della burocrazia

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“Innocenza, repressioni,conquiste”Vittorio Di Capua, Edit. Albatros, Nuove Voci

“Il futuro è in noi molto prima che acca-da” Rainer Maria Rilke

Il libro romanzo “Innocenza, repressio-ni, conquiste” di Vittorio Di Capua è lasignificativa storia famigliare e persona-

le, e anche sociale testimonianza dell’indi-viduo sulla “crudeltà del ruolo assegnatodalla società civile ai luoghi e ai singoli, cherappresentano con credibilità il destino dimoltitudini silenziose a volte ignorate da sto-rici, scrittori, politici”.

È una storia che comincia nel “borgo chesovrasta i sassi di Matera”, luogo d’incanto

e di sofferenza storica di una Basilicata anti-ca e dimenticata ma pur sempre fortementeemotiva. Dalla Basilicata al nord industria-lizzato, nella Torino della Fiat e delle lottesociali, all’Europa, nel Mondo. Una carrie-ra delle buone capacità personali che fannoottenere ciò che si vuole e fanno emergerela parte migliore di sé nei rapporti con glialtri, nelle difficili decisioni dimostrando ipropri punti di forza e del proprio carattere.

L’uomo del sud che non sente il bisognodi una legittimazione dall’alto e dal di fuorima fa capire che un riferimento alto è ogginecessario al mondo della dirigenza e dellatraduzione concreta delle conoscenze sulleresponsabilità, sul lavoro e su tutto ciò chelo coinvolge, sull’innovazione e sulla crea-zione del nuovo.

“Creazione indica qualcosa di complesso.Perché ogni atto per cui una cosa che passadal non-essere all’essere è creazione, cosìche tutte le operazioni usate nelle singole artie mestieri sono creazioni, e i loro artisti arti-giani sono creatori”.

È di Platone questo grande pensiero. Sirichiama alle “conquiste” dell’uomo che DiCapua ha inserito nel titolo del libro. Studio-so, tessitore di politiche aziendali e finanzia-rie ed anche dell’occupazione dei mercati,in vista di un passo avanti oltre il passato.Attraverso l’alta preparazione professiona-le, Di Capua non si adagia sulle “buone edevote azioni” ignorando quelle di altrerealtà.

Professionalità e competenza nel rispettodel prossimo e dei suoi diritti, tra lampi dipoesia e un sottofondo di fiducia e di senti-mento nel rinnovamento e nell’essere anti-cipatori geniali di un futuro migliore.

Giulio AiraghiLina Del Core

Libri

AccabadoraMichela Murgia, Einaudi, 2009pag. 160, € 18

Michela Murgia (Cabras 1972) nel suoromanzo Accabadora, ambientato in unmondo antico – anche se siamo nel Cinquan-ta – è la figura di colei che finisce, questa è latraduzione del termine “Accabadora”. Il com-pito di colui/colei che porta a termine è quel-lo di aiutare il compiersi del destino finale perchi risulta intrappolato, sospeso tra la vita e lamorte. Dell’argomento, della questione etica-delicata l’autrice non fa cenno. Presenta lafigura di Tzia Bonaria e del suo ruolo nellacomunità dove non viene scambiata per un’as-sassina ma, al contrario, come colei che com-pie un gesto amorevole e di umana pietà; ilsuo agire è nascosto, va a eseguire il suo com-pito di notte, lei, sola, nella stanza del mori-bondo. Tzia Bonaria non è madre, ma prendea vivere con sé Maria, una bambina che nonpuò crescere con la sua famiglia di origine, macon la quale, peraltro, manterrà i rapporti.Maria cresce all’ombra del segreto di TziaBonaria, intuisce dove portano le uscite not-turne della madre acquisita. Quando tutto èchiaro la reazione è terribile: non può com-prendere l’azione di una madre portatrice divita che diventa una figura che fa da interme-diaria tra il malato e la morte, decide allora diandare via da casa e da quell’angolo di mondoarcaico attraversa il mare e arriva a Torino.Nella metropoli lontana prende servizio pres-so una ricca famiglia che vive in una bella casadel centro città a pochi passi del Valentino. Ladistanza e il vuoto che si viene a creare neltempo tra le due donne verrà colmato quan-do dalla Sardegna arriva la notizia che TziaBonaria è ricoverata in ospedale, ora è lei infin di vita. Maria decide di tornare da lei. L’in-contro sarà decisivo prima che anche per TziaBonaria il destino si compia.

Giovanni Demontis

LLeeaann SSoolluuttiioonnss--LLaa pprroodduuzziioonneessnneellllaa iinnccoonnttrraa iill ccoonnssuummoossnneellllooa cura di Mariacristina GalganoJ. Womack - D. JonesEditrice: Angelo Guerrini e Associati

Nel bestseller “Lean thinking”, un clas-sico nella letteratura d’impresa, glistessi autori del libro hanno in prece-

denza presentato i principi della produzionesnella, la “Lean production” volti a bandire glisprechi e le inutili bardature e sovrapposizio-ni del processo produttivo. Ora, in questonuovo libro affermano i principi del “consu-mo snello” e suggeriscono di eliminare le inef-ficienze e le ridondanze dei processi di distri-buzione e acquisizione dei beni prodotti, suc-cessivi a quello di produzione.

Dall’analisi del processo post-vendita, leaziende di tutti i settori, sia di produzione chedei servizi, possono fornire l’intero valored’uso richiesto dal cliente al prodotto, senzasprecare tempo ed energie e talvolta evitandodi pregiudicare le scelte successive del consu-matore. A valle e anche a fianco del processoproduttivo assistiamo all’incremento continuodi costo complessivo del prodotto, chiaramen-te a carico del consumatore, per:

– sviluppo continuo di caratteristiche edopzioni di prodotto non richieste in modoesplicito dall’end-user del prodotto;

– insoddisfazione cronica del cliente: nonha ancora finito di pagare un bene oppure unservizio e già lo stesso fornitore lo stuzzica a

sostituirlo con un altro dalle prestazioni accre-sciute…

Il libro cita un esempio fra tanti : la revisio-ne critica del processo post-vendita effettuatodalla Fujitsu Service, condotto in presenza diun intermediario, tra i clienti che telefonava-no per segnalare i loro problemi e i fornitorioriginali di hard ware e software, coloro cioèche in ultima analisi erano chiamati a risolve-re i problemi dell’utente.

Gli esempi di intervento critico che il librorivela, spaziano dall’approvvigionamento del-l’industria calzaturiera alla distribuzione deiprodotti della Cola, dai supermercati TESCOai casi della DELL.

Il testo del libro è redatto in maniera scor-revole e invitante, senza abuso di termini stra-nieri o involuti; oltre che un manuale azien-dale con la messa in evidenza di leggi, formu-le e defininizioni. Piuttosto un racconto con-tinuo denso di fatti e di esperienze. ❑

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33febbraio 2010

navino, Michelangelo Pistoletto, GiorgioGriffa, Gianni Piacentino, Alighiero Boetti,Giuseppe Penone, Ugo Nespolo, fungonoda “indice” dei contenuti documentari(fotografie, testi, cataloghi d’arte, video,manifesti…) che rappresentano il verocuore dell’esposizione.

La mostra “Torino Sperimentale 1959-1969” è articolata come mostra di consul-tazione, spazio di conoscenza e approfon-dimento di temi e protagonisti della cultu-ra cittadina.

“Una mostra perfettamente in linea conil nuovo taglio ‘documentale’ con cuivogliamo connotare le esposizioni curatedal nostro ente” – spiega Gianni Oliva,Assessore alla Cultura della Regione Pie-monte – “Ciò che viene presentato al pub-blico è il frutto di un intenso lavoro di ricer-ca e di riordino compiuto per oltre 11 mesida un’équipe di storici e giovani ricercato-ri all’interno dei di alcuni dei più importan-ti archivi pubblici e privati della città.Un’occasione unica per rileggere in modocompiuto un decennio davvero rovente ericco di implicazioni per il nostro tempo”.

Vero e proprio laboratorio interattivo, lamostra potrà essere visitata a diversi livelli:a partire dalle opere esposte fra gigantogra-fie ambientali; attraverso un video che rias-sume i temi salienti del periodo o, ancora,costruendo il proprio percorso individualenel consultare speciali cassettiere colme didocumenti, o virtualmente fra archivi eimmagini (oltre 3.000) sfogliabili grazie atecnologie touchscreen, guardando spez-zoni di film e audiovisivi d’epoca. Attraver-so “Torino sperimentale” il visitatore potràrivivere le principali esperienze artistiche diquegli anni, ricostruendo il contesto cultu-rale e sociale entro il quale la città stessadivenne un grande laboratorio creativo, tro-vando nell’arte il luogo aperto di un inten-so dialogo interdisciplinare.

La mostra sarà corredata da catalogo acura di Giorgina Bertolino e Francesca Polae pubblicato dall’Editore Bolaffi.

Torino Sperimentale 1959-1969. Torino,Sala Bolaffi (via Cavour 17) Tel. 800-32932919 febbraio-9 maggio 2010 Mar-Dom ore10-19 Ingresso LiberoInaugurazione Giovedì 18 febbraio ore 18.

Libri

In linea con i suggerimenti proposti dal nostroperiodico, (“Da lavoratore dipendente a impren-ditore di sè stesso” di Roberto Granatelli, Diri-gente d’Azienda dicembre 2008) due professio-nisti, un dirigente ed una psicologa – già unitinella vita – di fronte ad un evento inaspettato,abbandonati i ruoli originari, si inventano un’a-zienda specializzata nella produzione di viniDOC e varie goloserie, a due passi da Torino, aSan Giorgio Canavese.

La nuova azienda si chiama Azienda AgricolaFontecuore e ricerca l’eccellenza dei prodotti conentusiasmo e fiducia.

Nel numero prossimo del periodico pubbliche-remo la storia per disteso raccontata dai due pro-tagonisti.

Già sin d’ora porte aperte a tutti i colleghi diri-genti per un saluto ed un primo assaggio. ❑

Una bella storia d’amore… e di lavoro!Azienda Agricola Fontecuoredi Maria Luisa Monticelli e Stefano Desderi, Via CarloAlberto 3, San Giorgio Canavese

1959-1969 un decennio crucialeper l’arte in mostra a TorinoIl sistema dell’Arte nella città-laboratorio della contemporaneità

Negli spazi espositivi della Sala Bolaf-fi di Torino (via Cavour 17) è apertoal pubblico “Torino sperimentale

1959-1969. Una storia della cronaca. Ilsistema delle arti come avanguardia”, unamostra ideata e curata da Giorgina Bertoli-no e Francesca Pola per ricostruire – in unanuova prospettiva storica – un decenniocruciale per una città oggi riconosciutacome capitale dell’arte contemporanea inItalia.

Promossa e organizzata dalla DirezioneCultura, Turismo e Sport della Regione Pie-monte, la mostra prevede 6 sezioni temati-che introdotte da 22 opere/simbolo.

I lavori di Felice Casorati, Giulio Paolini,Carol Rama, Pinot Gallizio, Kazuo Shiraga,Georges Mathieu, Louise Nevelson, LucioFontana, Sandro De Alexandris, Aldo Mon-dino, Piero Gilardi, Ben Vautier, Emilio Sca-

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34 febbraio 2010

Programma 2010

Dedichiamo alla D.ssa Grazia Mirti, studiosatorinese di astrologia, questo nostro pensiero este-so agli amici e colleghi che ci leggono. Nel nostroprimo appuntamento 2010 al Platti (chiacchiera-ta mensile) abbiamo avuto il privilegio di riceve-re la d.ssa Mirti già nota ai presenti.

Già immaginavamo quanto normalmente ci siaspetta da questo intrigante tema e…..invece,come da un cappello di mago, uscivano le piùimportanti e sconosciute nozioni di questa com-

plessa disciplina che è l’astrologia. La d.ssa Mirtine è padrona assoluta: ricerca, professione forma-tiva e soprattutto grande passione, hanno fatto dilei un vero riferimento sul campo. Noi l’abbiamotoccato con mano informati e incantati comesiamo stati, dall’esposizione stimolante e con“sense of Humor” della documentazione di ricer-ca dall’antichità alla peculiarità scientifica riccadi particolari e generosa nella disponibilità.

Concentrando le aspettative globali a cui cre-diamo seriamente, per spinta della d.ssa Mirti, atutti noi è riservato un 2010 di respiro e l’accen-to è stato dato alle condizioni morali del vivere.Con questi auguri presentiamo il proseguo delnostro programma degli incontri 2010.

3 Marzo – Assemblea Annuale dei Soci h.18,30 presso il Circolo dei Lettori con l’interven-to di Gianni Chiostri “L’umorismo questo scono-sciuto”. Assegnazione contributi solidarietà.

9 Marzo – Appuntamento al Platti con relato-re Paolo Moreggio sul turismo innovativo.

13 Marzo – La gara di sci annunciata è statarinviata alla prossima stagione.

25-26-27-28 Marzo – Attuazione viaggio aBerlino come programmato.

24 Aprile – Visita al Castello di Racconigi.9 e 15 Aprile – Torneo di pinnacola.

13 Aprile – Appuntamento al Platti con l’ing.Mario Blanco; argomento “Il laser”.

6 e 7 Maggio – Visita alla Santa Sindone conorganizzazione completa di ciascuna giornataanche per colleghi che vengono da fuori Torino.

Torneo annuale di tennis Dirclub 2010 che siterrà il 5/6 ai Ronchi Verdi. Vorremmo annovera-re colleghi giocatori di tennis. Preghiamo comu-nicare i Vostri nominativi.

In segreteria sono pronti i programmi dei pros-simi viaggi per le vostre prenotazioni:

– Sardegna ultima decade di maggio.– Marostica per la partita a scacchi e visita nel

trevigiano 10/11/12 settembre.Viaggio a Istambul prima decade di ottobre.Confermiamo le opportunità del Dirclub e le

speciali convenzioni famigliari estesi a tutti i col-leghi.

Visitare il sito www.Dirclubpiemonte.itLa quota annuale di iscrizione al club è di €

70,00 e comprende la partecipazione di un fami-gliare.

Il PresidenteLina Del Core

Varie

DirClub Piemonte

Per valorizzare il tempo liberoPer creare contatti interpersonali

Per produrre amicizia

10128 TORINO - Corso Re Umberto, 138Tel./Fax 011.318.64.42 - Cell. 338.938.71.34

Segreteria: mart. - merc. - giov. ore 9-12e-mail: [email protected]

www.dirclubpiemonte.it

L’insicurezza stradalein Italia

C’è pervenuto dal presidente dell’UnioneRegionale CIDA del Lazio un fascicolocorposo firmato da Marcello Aranci sulla

insicurezza stradale in Italia. Il volume tratta nellospecifico degli incidenti mortali. È una statisticaallucinante dalla quale si evince che gli inciden-ti stradali figurano tra le loro maggiori cause dimortalità con un andamento crescente nel tempo.

Forse varrebbe la pena dare più compiuta noti-zia ai dati raccolti nell’opuscolo ma stante la man-canza di spazio ci soffermiamo su una causa pre-valente e cioè l’abuso di alcool.

Il tasso alcolemico si misura in grammi dialcool per litro di sangue; un tasso alcolemico di1g/litro indica quindi che in ogni litro di sanguedel soggetto è presente 1 grammo di alcool puro.

Oltre ai valori dell’alcolemia massima entra ingioco la diversa sensibilità delle persone a queivalori e soprattutto alla velocità con la quale essiaumentano. Le alterazioni nelle funzioni psichi-che e sensoriali, rilevanti per la guida, possonoinfatti innescarsi a valori diversi da quelli stan-dard: ci sono persone che si ubriacano più facil-mente di altre, e non sempre questa variabilità direazioni dipende dall’abitudine o dall’assuefazio-ne all’uso di alcolici; anzi spesso sono soggettiche abusano di alcool quelli che per primi e piùintensamente ne subiscono gli effetti negativi.Una concentrazione di 0,2 grammi di alcool ognicento millilitri di sangue (0,2 gr/%) si raggiungein un maschio o in una femmina di circa 60 chili

di peso con l’ingestione a stomaco pieno di circa12 grammi di alcool puro, corrispondenti al con-sumo di:1 bicchiere da 125 millilitri di vino (gradaz.11,5%)oppure1 lattina da 33 cc di birra (gradaz. 4,5%)oppure1 bicchierino da 40 millilitri di superalcolico(gradaz. 40%)

In virtù delle differenze metaboliche e fisiolo-giche tra sesso maschile e femminile le donnesono più vulnerabili all’alcool e raggiungonolivelli di alcolemia più elevati con quantità infe-riori di alcool consumato e con una maggiore rapi-dità. Due bicchieri (24 grammi alcool) sono inquesto caso sufficienti per una donna a raggiun-gere il limite legale da non superare alla guida;per un uomo il limite si raggiunge con 3 bicchie-ri (36 grammi alcool). Le rispettive quantità indi-cate sono peraltro quelle che l’OMS indica comequantità da non superare per non incrementare ilrischio di conseguenze alcool-correlate checomunque esistono anche per consumi inferiori.

• 0,2 – Con 0,2 grammi di alcool ogni cento mil-limetri di sangue si manifesta una inizia-le tendenza a guidare in modo più rischio-so; i riflessi sono disturbati leggermentema aumenta la tendenza ad agire in modoimprudente in virtù di una riduzione dellapercezione del rischio.

• 0,4 – Rallentano le capacità di vigilanza ed ela-borazione mentale; le percezioni ed i

movimenti o le manovre vengono ese-guiti bruscamente con difficoltà di coor-dinazione.

• 0,5 – LIMITE ALLA GUIDA – Il campovisivo si riduce prevalentemente a causadella riduzione della visione laterale (piùdifficile perciò controllare lo specchiet-to retrovisore o controllare le manovre disorpasso); contemporaneamente si veri-fica la riduzione del 30-40% della capa-cità di percezione degli stimoli sonori,luminosi e uditivi e della conseguentecapacità di reazione. ❑

È uscita l’Agenda Astrologica 2010 per averla rivolgersi a Mirti Elisabetta e Roazza Maria Grazia - via Giacinto Colle-gno 12 bis 10143 Torino - www.graziamirti.com

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ASSOCIAZIONI E SINDACATI TERRITORIALI DI FEDERMANAGERSINDACATO / CAP SEDE TELEFONO FAX PRESIDENTE E-MAILASSOCIAZIONE

ALESSANDRIA 15100 Via Legnano 33 0131/442131 0131/445963 Sergio Favero [email protected]

ANCONA, PESARO e URBINO 60121 Corso Mazzini 107 (Cas. Post. 495) 071/2074382 071/2074382 Enzo Maurizi [email protected]

AOSTA 11100 Via Giorgio Elter 6 0165/33299 0165/33299 Marco Farinet [email protected]

AREZZO 52100 Via Vittorio Veneto 86 0575/910525 0575/910525 Daniele Moretti [email protected]

ASCOLI PICENO 63100 V.le del Commercio 3 0736/344315 0736/339395 Guido Carrieri [email protected]

ASTI 14100 Piazza dei Medici 4 0141/436965 0141/594644 Pietro Masoero [email protected]

BERGAMO 24121 Via Pascoli 3 sc. 8 p.I° 035/223558 035/224850 Mario Giambone [email protected]

BIELLA 13900 Via Nazario Sauro 3 015/351176 015/351176 Renzo Penna [email protected]

BOLOGNA 40139 Via Bombicci 1 051/6240102 051/6242195 Sergio Consolini [email protected]

BOLZANO 39100 Via del Macello 57 0471/261154 0471/405014 Luis Ruedl [email protected]

BRESCIA 25128 Via Pusterla 1 030/3390710 030/3392616 Marco Bodini [email protected]

CAGLIARI 09124 Via Isola Tavolara 1 070/667741 070/667741 Vito Meloni [email protected]

CATANZARO 88100 Via G. Barrio n. 54 c/o Fidimpresa 335/416189 Pasquale Nicotera [email protected]

COMO 22100 Via Oltre Colle 83 031/555565 031/283930 Valerio Rossi [email protected]

CREMONA 26100 Via Palestro 66 0372/535411 0372/457934 Tiziano Neviani [email protected]

CUNEO 12100 Corso Dante 49 0171/695446 0171/692551 Pier Franco Sibilla [email protected]

FERRARA 44100 Via Alberto Lollio 26 0532/207067 0532/249707 Alberto Rossi [email protected]

FIRENZE 50127 Via Francesco Baracca 235/E 055/3436617 055/3427947 Davide Cioppi [email protected];

FORLÌ-CESENA,RIMINI, RSM 47100 Via Francesco Nullo 23 0543/36453 0543/36453 Lamberto Garavini [email protected]

LATINA 04100 Via Eroi del Lavoro 5 0773/691334 0773/695776 Vincenzo Monti [email protected]

LIGURIA 16124 Via al Ponte Reale 5/5 010/2541516 010/2517504 Sauro Gazzoli [email protected]

LECCO 23900 Corso Matteotti 12 0341/361184 0341/361184 Francesco Castelletti [email protected]

LIVORNO 57123 Via delle Galere 27 II° piano 0586/883151 0586/883151 Claudio Tonci [email protected]

LUCCA 55100 Palazzo Bernardini 0583/4441 0583/48120 Renzo Corrotti [email protected]

MACERATA 62019 C.P. 28 071/75881 071/7588245 Antonio Santi [email protected]

MANTOVA 46100 Via Portazzolo 9 0376/365393 0376/365393 Tiziano Pennati [email protected]

MASSA CARRARA 54033 V.le XX Settembre 118 0585/846326 0585/841901 Libero Gagliardo [email protected]

MATERA 75100 Via Lucana 275 0835/312203 0835/312203 Giuseppe Dantona [email protected]

MILANO 20122 Via Larga 31 02/583761 02/58307557 Renato Garbarini [email protected]@[email protected]

MODENA 41100 Via Schedoni 39 059/219185 059/224534 Giuseppe Sant’Unione [email protected]

NAPOLI 80122 Via Orazio 92 081/681189 081/669924 Giuseppe Baratto [email protected]

NOVARA 28100 Via Monteverdi 2/A 0321/626642 0321/626642 Giovanni Silvestri [email protected]

PADOVA 35137 Via Risorgimento 8 049/665510 049/8750657 Maurizio Toso [email protected]

PALERMO 90144 Via Antonino Pecoraro n. 64 091/6269676 091/6260487 Vincenzo Di Maria [email protected]

PARMA 43100 Via del Conservatorio 2 0521/386707 0521/386187 Silvio Grimaldeschi [email protected]

PAVIA 27100 Via Bernardino da Feltre n. 6 0382/538441 - 0382/539008 0382/375211 Federica Chalmers [email protected]

PERUGIA 06127 Via Girolamo Tilli 68 075/5009745 075/5004067 Simone Battistacci [email protected]

PESARO vedi Ancona, Pesaro e Urbino

PESCARA 65122 Via Galilei 65 085/27348 085/4229746 Florio Corneli [email protected]

PIACENZA 29100 P.zza S. Antonino 1 0523/336937 0523/388966 Giuseppe Cordani [email protected]

PISA 56100 Via Battelli 5 050/576540 1786021687 Cinzia Giachetti [email protected]

PUGLIA 70126 Via Delfino Pesce 39 080/5588199 080/5543104 Francesco P. Piacente [email protected] 0831/473111Taranto 099/335943

QUADRI 00161 Via Ravenna 14 06/440701 06/4403421 Vincenzo Acquaviva [email protected]

RAVENNA 48100 Via Paolo Costa 43 0544/33571 0544/245284 Felice Samorè [email protected]

REGGIO EMILIA 42100 Via Gaetano Davoli 5/C 0522/280385 0522/378345 Vanes Fontana [email protected]

ROMA 00161 Via Ravenna 14 06/4417081 06/4404705 Nicola Tosto [email protected]

SALERNO 84123 Corso Garibaldi 194 089/2580480 089/2576491 Armando Indennimeo [email protected]

SICILIA ORIENTALE 95121 Via L. Sturzo 156 p. 1° - sc. E 095/7463289 095/7477248 Elena Vecchio [email protected]

SIENA 53100 Via della Sapienza 15 0577/40429 0577/40429 Umberto Trezzi [email protected]

SIRACUSA 96100 V.le Tunisi 29 0931/442988 0931/442966 Emanuele Scifo [email protected]

TERNI 05100 Via C. Dentato 3 0744/423672 0744/423672 Luciano Neri [email protected]

TORINO 10123 Via S. Francesco da Paola 20 011/5625588 011/5625703 Renato Cuselli [email protected]

TRENTO 38100 Piazzetta Lainez 6 (C.P. 203) 0461/239929 0461/233722 Mario Marchesini [email protected]

TREVISO E BELLUNO 31100 Viale IV Novembre 10, Belluno 0422/541378 0437/25161 0422/411400 Angelo De Simoi [email protected]@federmanagertv.it

TRIESTE 34133 Via Cesare Beccaria 7 040/371090 040/634358 Maurizio Bressani [email protected]. Udine 0432/478470Circ. Pordenone 0434/365213Circ. Gorizia 0481/33101

VARESE 21100 Via Carlo Goldoni 33 0332/313198 0332/310343 Michele Ferraioli [email protected]

VENEZIA MESTRE 30174 Via Pescheria Vecchia n. 26 041/5040728 041/5042328 Mario Merigliano [email protected]

VERCELLI 13100 Via A. Manzoni 7 0161/54797 0161/213773 Renzo Michelini [email protected]

VERONA 37122 Via Francesco Berni 9 045/594388 045/8008775 Helga Fazion [email protected]@federmanagervr.it

VICENZA 36100 Via Lussemburgo 21 0444/320922 0444/323016 Maurizio Pini [email protected]

SINDACATOINFORMATIVA

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