Febrero Italia

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La mejor y más completa revista de AAMM

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Per Sifu Cangelosi c'è solo un Kung Fu, nel quale gli stili sono solo rami di uno stesso albero e un vero artistamarziale deve studiarli tutti. In questa occasione, ci presenta un lavoro sul Chin Na, l'Arte delle prese e delcontrollo del rivale. Non si tratta di un metodo tradizionale di combattimento, bensì di un sofisticato ed estesobagaglio tecnico presente in tutti gli stili dell'Arte Marziale cinese, evidenziando il Tang Lang, il Pa Kua o il Tai Chi Chuan, tra gli altri. Col passare dei secoli ha subito un'evoluzione integrando tecniche di leve articolari,pressione su punti nervosi, blocco di tendini e muscoli, strangolamenti respiratori e sanguinei, proiezioni ealcuni colpi e percussioni. Nei suoi livelli più avanzati, il Chin Na cerca sempre la via dell'energia, del Chi e sitrasforma in un'arma formidabile la cui potenza ed efficacia si possono modulare, mantenendo così il piùcompleto rispetto verso l'avversario. Un'eccellente alternativa per risolvere, senza danni, una situazione diconfronto. In questo secondo video, il Maestro Cangelosi affronta le leve alle articolazioni del gomito e dellaspalla, al polso e alle dita della mano.

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Tutti i DVD prodotti da Budo Internationalvengono identificati mediante un’etichettaolografica distintiva e realizzati in supporto DVD-5, formato MPEG-2 (mai VCD, DivX osimili). Allo stesso modo, sia le copertineche le serigrafie rispettano i più rigidistandard di qualità.

Se questo DVD non soddisfa questirequisiti e/o la copertina non coincide conquella che vi mostriamo qui, si tratta di unacopia pirata.

Budo international. net

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Aikijujutsu... Niente più in là delvuoto!... Molti che sono statifrustrati nella pratica marziale,legata al concetto AIKI, capisconoche chi segue la disciplina della Via,quando trova condizioni avverse, sitrova di fronte al dubbiodell'esistere, di se stesso, dellaforza in azione, della verità interiore,esteriore... Questo fa di Ukel'avversario più forte e potente:prigionieri del vuoto esaltiamo laparte esterna che è più evidente.

AIKIJUTSU

I l primo ruolocinematografico di JohnBenn è stato comecomparsa ne “I settemagnifici” (“Themagnificent sevent” 1960).In questo fi lm, Johninterpreta uno dei banditicontro i quali combattonoSteve McQueen, CharlesBronson, Eli Wallach e YulBrynner. John è ancheapparso in “La nottedell'iguana” (“The night ofthe iguana” 1964) con

Richard Burton ed Elizabeth Taylor. Tuttavia, il ruolo che lo hafatto conoscere in tutto il mondo è stato quello di un padrino

della mafia nel film "L'urlo di Chen terrorizza anche l'occidente".

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S i f uSánchez riflette sulla natura del WingTsun, e lo fa con la sua proposta

abituale, sempre sensibile e conciliante, chiamandole cose con il loro nome, ma sempre con rispetto pergli altri, avanti.

p. 36

WINGTSUN

Intervista esclusiva ad unodei grandi della boxe che ha

osato con le MMA, Medaglia d'OroOlimpica, e con una carriera favolosa, inoccasione della presentazione dei suoi 6DVD per imparare la boxe

p. 54

MMA

JEET KUNE DO

p. 44

UN GIORNALE SENZA FRONTIEREBudo International è senza alcun dubbio la rivista diArti Marziali più internazionale del mondo. Siamoconvinti di vivere in un mondo aperto. Gli unici confinisono quelli che la nostra mente vuole accettare. Cosìcostruiamo, mese dopo mese, una rivista senzafrontiere, dove ci sia spazio per tutte le informazioniche interessano ai praticanti, qualunque sia il loro stile.

BUDO INTERNATIONAL NEL MONDOBudo International è un gruppo editoriale internazionale che lavora nell’ambitodelle Arti Marziali. Raggruppa le migliori aziende che lavorano nel settore ed èl’unica rivista al mondo pubblicata in sette lingue diverse e che viene diffusa inoltre 55 Paesi di tre continenti tra cui: Italia, Francia, Spagna, Portogallo,Germania, Inghilterra, Stati Uniti, Australia, Svizzera, Olanda, Belgio,Croazia, Argentina, Brasile, Cile, Uruguay, Messico, Perù, Bolivia,Marocco, Venezuela, Canada, Senegal, Costa d’Avorio…

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Chin' Na o Kham Nah, l'artedi trattenere, controllare,distruggere articolazioni,tendini, muscoli e di togliereil respiro, è la verità el'essenza del Kung Fugrappling.

p. 06

KUNG- FU

Takashi Sasakawa, 78 anni, è i lpresidente della Federazione di Karate inGiappone, una organizzazione che

sponsorizza da dopo la morte di suo padre, i lmiliardario Ryoichi Sasakawa, nel 1995. Importanteuomo politico per anni, deputato, persino Ministro!,Takashi Sasakawa si è incontrato a Tokyo da SalvadorHerraiz per chiedergli le sue opinioni sul karate e sullasua scena.

KARATE

p. 64

In Occidente le armi etecniche del Medio Evo sitrovano solo nei museioppure nelle mani di pochicollezionisti di oggettid'antiquariato, nell'EstremoOriente, invece, le artimarziali hanno mantenutoquesta parte di storia fino aconservare la pratica dellearme bianche, ancheoggigiorno che nessunesercito moderno utilizzapiù armi taglienti, tranne labaionetta e il pugnale dicombattimento.

VIETVODAO

p. 24

Direttore editoriale: Alfredo Tucci, e-mail: [email protected]. Traduttori: Miguel EstablésPubblicità e Redazione: Nicola Pastorino, e-mail: [email protected] Hanno collaborato: Don Wilson,Yoshimitsu Yamada, Cass Magda, Antonio Espinós, Jim Wagner, Coronel Sanchís, Marco de Cesaris, LillaDistéfano, Maurizio Maltese, Bob Dubljanin, Marc Denny, Salvador Herraiz, Shi de Yang, Sri Dinesh, CarlosZerpa, Omar Martínez, Manu, Patrick Levet, Mike Anderson, Boulahfa Mimoum, Víctor Gutiérrez, FrancoVacirca, Bill Newman, José Mª Pujadas, Paolo Cangelosi, Emilio Alpanseque, Huang Aguilar, Sueyoshi Akeshi,Marcelo Pires, Angel García, Juan Díaz. Fotografi: Carlos Contreras, Alfredo Tucci.

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opo alcuni mesi diassenza, la nostra rivista,originariamentepubblicata dalla miasocietà BudoInternational, è

nuovamente disponibile in linguaitaliana. A partire da febbraio, ognimese la troverete sul nostro sitowww.budointernational.com informato digitale, completamentegratuito! In altre parole, si può leggereonline o si può scaricare in formatoPDF da stampare, volendo, a casapropria.Vorrei ringraziare i tanti lettori che mi

hanno contattato in questo periodo,non solo per esprimere la mancanzadei miei editoriali, ma anche per avercapito che l'edizione italianaattualmente nelle edicole con lostesso nome, è diversa dal consuetoformato e dalla filosofia della rivista acui erano abituati.Indubbiamente interessante, il

lavoro del mio ex collaboratore italianoè molto più focalizzato sugli sport dacombattimento ed è essenzialmentecollegato agli autori locali. Gli augurobuona fortuna nel suo percorso... Ilnostri cammini divergevano nel mesedi febbraio 2012, ma ciò non significache non potremo lavorare insieme infuturo."Budo International", come il nome

stesso suggerisce, ha sempre aspiratoa diventare "il media internazionale diriferimento dei Bu-do ", vale a dire, iCammini e le Vie Marziali. Questavocazione ha 25 anni di storia allespalle e oggi si rinnova attraverso ilcambiamento, poiché tutto nella vita èevoluzione e cambiamento; tuttavia lanostra filosofia di base non puòcambiare; non è, e non sarà diversa,cioè nel portarvi il meglio del mondomarziale, senza permettere che lefrontiere siano un impedimento oimpiccio per trattare i miglioricontenuti.Se un insegnante è americano,

cinese, giapponese o europeo non haimportanza, ciò che conta è che siaveramente bravo in quello che fa. Inquesta rivista troverete scrittori italiani,firme del calibro del Sifu PaoloCangelosi, o di Arjan Marco deCesaris, ma anche autori di tuttorispetto come Shi Yang, il monacoguerriero e Gran Maestro Shaolin; RaulGutiérrez, cileno, o Evan Pantazi,americano; Maestri come Sifu Martin,svizzero; Andreas Hoffman, tedesco;Sifu Pedro Rico, Salvador Sanchez o

Sifu Victor Gutierrez tutti loro spagnoli;Shidoshi Jordan e Shidoshi Juliana,brasiliani, eccetera; magnifici scrittoricome Peter Conde, direttore di unarivista spagnola da 25 anni ed uno deimaggiori esperti su Bruce Lee in tuttoil mondo; o Salvador Herraiz,l'instancabile viaggiatore alle originidei Budo giapponesi, che ogni meseci porta in luoghi e da persone dellastoria marziale del Paese del SolLevante. Esperti in autodifesaprofessionale a livello internazionalecome il Maggiore Avi Nardia, o ilsergente Jim Wagner, e tanti altri. Etutto ciò ogni mese e gratis! Chi puòdare più di questo?Quando 25 anni fa abbiamo iniziato

l'edizione di Budo International, lenotizie sono state una partesignificativa dei nostri contenuti. LaTelevisione e la Radio ci ignoravano enon c'era Internet ... Oggigiorno igrandi media continuano ad ignorarcio ci trattano come una sottosezionedella Boxe giusto per i combattimenti.Oggi, più che dare notizie, la

funzione di un giornale deve esserequella di approfondire i temi chealtrimenti non sarebbero scritti,naturalmente, da autori di qualità o diprestigio comprovato. Il problema diInternet è che "chiunque" può direquello che vuole, senza doverdimostrare il valore o la veridicità deisuoi argomenti. Il giornalismo seriopermette di dare al lettore la certezzanecessaria di quello che gli faràsapere e che non sarà imbrogliato nèavrà sprecato il suo tempo con falseinformazioni.Internet è un mare pieno di pesci,

ma bisogna sapere che pesce è quelloche vogliamo prendere quandolanciamo la canna. Non tutto ciò cheluccica è oro su Internet. BudoInternational ha un prestigiocomprovato di anni di esperienza, enella sua selezione di autori e testigarantisce la categoria dei contenutiche vi presenta. Una volta che questiautori o argomenti sono stati trattaticorrettamente, Internet diventa unostrumento molto utile, in quanto cipermette di saperne di più su di loro esul loro lavoro. Infatti, ora è possibilein tempo reale guardare i video, cosìcome accedere alle pagine Web degliautori, tutto con un semplice click edurante la lettura della rivista. Allostesso modo, nella pubblicità potetefare acquisti con un solo click sulnostro sito, o attraverso i siti Web deinostri inserzionisti.

Ci sono anche a vostradisposizione più di 600 DVD cheabbiamo prodotto con alcuni deimigliori insegnanti e maestri di questosecolo e del secolo scorso. Oggi sipossono anche scaricare direttamentedalla nostra pagina Web,www.budointernationalvideo.com, ose, come me, siete più tradizionali,potete effettuare un ordine per postaper riceverli nelle loro scatole originalie di alta qualità anche dal nostro sitoWeb, non importa in quale parte delmondo vi trovate, inhttp://www.budointernational.net/lang-it/index.phpLa qualità è uno dei requisiti

essenziali del nostro marchio: daldisegno pulito e luminoso checaratterizza le nostre pagine allaprofessionalità nella produzione difotografie e video e libri. Per quantoquesto sforzo sembri banale oggi,quelli che ricordano come era ilmondo marziale 30 o 40 anni fa,sanno che è stato un lungo percorsod'allora. L'idea di conferire categoriaalle nostre pratiche attraverso unapresentazione che fosse equivalentealla sua vera grandezza interiore, èstato un impegno personale e quasiun'ossessione per me. Comepotrebbe un padre portare suo figlioa praticare un'attività sportiva conuna reputazione così cattiva?Sapendo come noi, che questa èforse una delle cose migliori che igenitori possono fare oggi per ilfuturo dei loro figli, è stato unpeccato che la cattiva reputazione ela presentazione pubblica ancorapeggiore delle nostre pratichespesso abbiano impedito il successoche esse meritavano.I video disponibili in quegli anni

erano registrazioni tristi realizzate in ungarage con una telecamera in super8... e costavano una fortuna! Dai nostristudi, abbiamo dato una svolta totalea questo concetto producndo DVD dialta qualità in diverse lingue e oggi illoro prezzo è molto più conveniente, inparticolare attraverso le incessantiofferte della nostra pagina Web.Le nostre pagine sono aperte, oggi

più che mai, a tutti gli amici chevorrebero partecipare a questogrande progetto, un progetto cherinasce oggi in italiano. Per tutto ciòche riguarda le pagine locali oquestioni di pubblicità nell'edizioneitaliana, per favore, si prega dicontattare Nicola Pastorino([email protected]) e se aveteinteresse nelle pagine internazionali,

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rimango a vostra disposizione, come al solito, sulla mia e-mail, [email protected].

Le arti marziali sono per noi molto più di un lavoro, sonouna forma di vita in un modo personale e spirituale. Chiconosce la mia formazione ed i miei scritti lo sa bene, inuovi lettori che arrivano ora lo scopriranno presto: BudoInternational è la migliore rivista di arti marziali che sia maistato fatta, e quindi prevarrà, indipendentemente dalformato.

Una rivista, come tutto ciò che facciamo nella vita, deveavere un cuore ... No! Non solo la testa e i testicoli! Perché sele arti disciplinari sono qualcosa, è proprio questo ... un percorso con il cuore ...

BANZAI!

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Alfredo Tucci es Director Gerente de BUDO INTERNATIONAL PUBLISHING CO.e-mail: [email protected]

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Maestro singolare ed ecce-zionale, Sifu Cangelosi è rico-nosciuto dalla comunitàMarziale come esperto nelsuo campo, ma oltre a ques-to è amato e rispettato comeMaestro dai suoi allievi. Tuttoquesto lo so da anni e l'hopotuto certificare ancora unavolta nella celebrazione deisuoi 30 anni di insegnamentoassieme a Cynthia Rothrock,che casualmente lo accom-pagna anche questo mese inqueste pagine. In quell'occa-sione Cynthia mi disse su dilui cose meravigliose che hogià pubblicato, ma devodire che nessun MaestroMarziale, incluse personeche non amavano partico-larmente il Kung Fu (JoeLewis), sono riuscite arimanere indifferenti difronte alle sue dimostra-zioni. Ha tutto il miorispetto dopo anni diduro lavoro e colla-borazione nei quali

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CHIN'NA E L'OMBRA DELLA MENTE

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ha sempre dimostrato di essere un uomo diparola. Con questo secondo DVD, Paolo Cangelosi

completa la sua presentazione su questaforma Marziale Cinese focalizzata sulle lus-sazioni e sul lavoro con le prese. Due DVD eun libro che offrono agli allievi un punto diriferimento unico per studiare uno degliaspetti meno conosciuti e forsepiù interessanti delle ArtiMarziali0 Cinesi.

Alfredo Tucci

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“Chin' Na o Kham Nahl'arte di trattenere,

controllare, distruggerearticolazioni,

tendini, muscoli e di togliereil respiro,

è la verità e l'essenza del kung fu grappling”

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hin' Na o Kham Nah l'arte di trattenere,controllare, distruggere articolazioni, tendini,muscoli e di togliere il respiro, è la verità el'essenza del Kung Fu Grappling.Un metodo che coinvolge tutto il corpo, che

predilige la corta distanza ed il combattimentoa corpo a corpo, da situazioni che prevedono il corpo erettoin piedi e nella lotta a terra.Il Chin'na presente in tutti gli stili marziali, lo si può

ritrovare nell'analisi dettagliata dei movimenti di uno stileclassico e lo si può sviluppare e specializzare a sé, come unavera e propria arte marziale.

Questo sistema ottiene la suamassima efficacia quando letecniche di afferrare econtrollare si unisconoall'azione di pressioni“pressure point” neicentri vitali o ago-punti,ed immobilizzazioni converi e propristrangolamenti, difattiquesti sono i suoiprincipali settori: fen jin o zhua jin =

afferrare e dividere imuscoli e i tendinicuo gu o jiu gu =

disordinare le ossabi qi = fermare lacircolazione dell'aria

dian mai = arrestare la circolazione dell'energiadian xue = interrompere il flusso del sangue.Il suo grande vantaggio lo offre per la sua versatilità e

possibilità di mixarsi alle tecniche della scherma dei colpi,precedendo o seguendo il classico “strike” colpo, ofondendosi alle tecniche di lotta “shuai jiao”.Ho già parlato del chin'na in altre occasioni e attraverso

l'articolo pubblicato su questa rivista nel Gennaio 2011 doveho approfondito la struttura e le caratteristiche tecniche e lesue origini storiche, quindi non ripeterò questi argomenti maparleremo di quello che è l'aspetto psicologico di questetecniche, sia quando si effettuano o quando si subiscono.

Oltre L'Azione FisicaPer prima cosa vorrei porre l'attenzione su di un piccolo

paragone con il settore tecnico che fa da antagonista alchin'na, la scherma dei colpi; dove ritroviamo un vissuto disensazioni ed emozioni che accompagnano il nostro statopsicologico durante l'azione. Subire un colpo spesso è uno“schock”, in una frazione di secondo il cervello và in “black-out” e ci si spegne nel classico KO.Questo vuol dire che in quell'istante non riusciamo a

percepire quello che è accaduto e non c'è spazio di tempoper prendere coscienza di quello che ci stà accadendo, ètroppo immediato. Dal lato psicologico, la sofferenza che lanostra mente può trasmetterci a livello emotivo è quasi nulla.Al nostro risveglio ci sentiremo intontiti, confusi e deboli, avolte non riusciamo a ricordare nemmeno il colpo che ci haspento. Al contrario di chi pensa che un KO pienoindebolisca il carattere e la forza psicologica del fighter, essorenderà più coriaceo, resistente e coraggioso il combattente.E' chiaro che l'esperienza di questo tipo di situazione sispera di viverla poche volte, anche se nella carriera di unfighter professionista è quasi inevitabile.

Nello stesso tempo, sempre parlando dell'aspettointeriore e di sensazioni che si riproducono nel tempo,attraverso pensieri che cercano di recuperareinformazioni relative all'esperienza del nostro KOconseguito da un colpo, riusciremo a renderci contodella nostra stessa potenzialità, perché anche noistessi potremmo essere in grado, con una buonatecnica precisa e potente, di poter spegnerel'avversario.

Questo è un altro vantaggio psicologico chedà coraggio e fiducia al combattente, anchese possiamo dire che nel combattimentoschermato, non sempre le azioni procurano ilKO, ma si possono scambiare svariati tipi di

C

Reportage

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colpi, che indeboliranno il fisico delcombattente o lo feriranno più o menogravemente. Ma anche in questasituazione nei meandri della mente sipuò sempre intravvedere una via disopravvivenza e di sopportazione aldolore stesso, quindi incassare i colpied andare avanti.Abbiamo speso qualche parola per

descrivere l'aspetto psicologicodell'azione della schema dei colpi. Rapportandoci al nostro chin'na,

entreremo in un campo tecnico, ingrado di sconvolgere e distruggere lereazioni di sopravvivenza del fighter.Si tratta di vivere psicologicamente,

quel momento del combattimento comegli ultimi attimi della nostra vita. Tuttoquesto perché le tecniche di chin'na,prevalentemente “leve articolari” e“strangolamenti”, possono essereportate in forma graduale e progressivanel tempo e nella loro intensità.

Nel momento in cui subissimo una diqueste tecniche non arriveremo aspegnerci in una frazione di secondo,ma per quanto rapide queste tecnichesaranno, permetteranno alla nostramente di mettere a fuoco quello che cista capitando, prendendo coscienzadel pericolo che stiamocorrendo.

La forte sensazione di impotenza areagire, la graduale sofferenza fisica ein alcuni casi la paralisi che si crea alnostro corpo, la fibrillazione del sistemanervoso e del nostro cuore,determinano la mancanza di reattivitàdel nostro sistema locomotore, questoè i l derivato di tecniche come ilcontrollo delle articolazioni e dellarespirazione se nonché del f lussosanguigno che possono feriregravemente o accompagnare allamorte colui che le subisce.Penso che anche in questo caso, per

chi si allena includendo il chin'na, sirenda conto che quando rimaniamosottoposti ad una di queste tecniche, ilnostro istinto sia quello di cercare di farcapire all'avversario la nostra resa enon quello di fare gli eroi, stringendo identi e volendo andare avanti, sarebbepoco saggio ed impossibile, perchéprenderemo subito coscienza, in queibrevi spazi di tempo, con gli occhi dellanostra mente e del nostro corpo diquello che sta per capitarci.

“Si tratta di viverepsicologicamente,quel momento delcombattimentocome gli ultimiattimi della nostra vita”

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Reportage

L'attimo del KO verrà percepito e vissuto, quindi alcontrario della scherma dei colpi, rimarrà in noi un certotimore e un senso di rispetto nei confronti di queste tecnicheletali, che non ti permettono di incassare e andare avanti.Oggi giorno abbiamo molti esempi guardando i

combattimenti di MMA o Valetudo dove nel momento in cui ifighters si ritrovano finalizzati da una leva articolare ostrangolamento sicuramente perderanno il match.Ricordo che anche io, nelle mie esperienze di combattente

che al di fuori di qualche vecchio combattimento sportivo, hoattraversato un lungo periodo negli incontri di free-style o kung fu contact, combattendo conpersone spesso più pesanti di me e in tanticasi senza protezioni e troppe regole,riuscendo a vincere attraverso colpisingoli ben piazzati o concombinazione e continuità

di scherma eda n c h e

con finalizzazioni attraverso tecniche di chin'na che spessoavvenivano a terra. Ma la mia unica amara esperienza, disentirmi impotente, paralizzato motorialmente ed annientatopsicologicamente fu la sconfitta che ebbi durante unincontro nel sud della Cina, proprio attraverso una tecnica dichin'na, che mi lasciò al suolo semi-paralizzato.Voglio essere un po' più preciso, perché questa situazione

durò quasi una settimana, e dopo varie cure di medicinatradizionale cinese applicatemi da medici e maestri, riuscii arecuperare le mie speranze di poter continuare a praticare erivedere i mie cari. Vi garantisco che è stato molto piùsconvolgente di un classico colpo da KO.Per questo voglio rendere più sensibili i praticanti delle

svariate arti marziali, al rischio che si può incorrere nelpraticare queste tecniche senza coscienza e controllo, enello stesso tempo arrivare alla consapevolezzadell'efficacia che il chin'na può avere in un verocombattimento tradizionale.

Non dimentichiamo che da sempre i veri guerrieridi tutto il mondo hanno sempre utilizzato questetecniche per assicurarsi l'annientamento delnemico.

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Il Padrino di "L'urlo di Chen terrorizza anche l'occidente"

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l giorno d'oggi non cisono distanze, grazie allamoderna tecnologiaquesta intervista è statapossibile.

I l primo ruolocinematografico di John Benn è statocome comparsa in “I sette magnifici”(“The magnificent sevent” 1960). Inquesto film, John interpreta uno deibanditi contro i quali combattonoSteve McQueen, Charles Bronson, EliWallach e Yul Brynner. John è ancheapparso in “La notte dell'iguana” (“Thenight of the iguana” 1964) con RichardBurton ed Elizabeth Taylor. Tuttavia, ilruolo che lo ha fatto conoscere in tuttoil mondo è quello di un padrino dellamafia nel f i lm "L'urlo di Chenterrorizza anche l'occidente".Quando Bruce Lee l'ha incontrato gliha detto: “Non ti farò diventare riccocon questo film, ma ti renderòfamoso…” “Come aveva ragione!D'allora ho goduto della fama!”

John Benn è nato nel 1935, così oraha 77 anni, abita a Shangai e per lui, larecitazione è un'hobby divertente chegli permette di fare i soldi. É apparso in51 film, la maggior parte dei quali sonostati girati in Asia. Ha inoltre partecipatoin 14 serie della CCTV (China CentralTelevision). Una lunga lista di compagniartisti ingrandisce la sua storia comeattore. Ha lavorato insieme ai grandiartisti dell'Est: Bruce Lee, Jackie Chan,Jet Li, Yuen Woo Ping, ma anche conalcune delle più grandi stelle dell'Ovest,per esempio, in "The man with the ironfist" ha condiviso il set con RussellCrowe, Lucy Liu e Pam Grier, in unaproduzione Hollywoodiana appenagirata in Shangai. Secondo il suocommento: “Il lavoro di attore non loavevo pianificato, ma è una cosa chemi piace, ho l'opportunità diincontrare molte attrici famose equesto mi rallegra la vita”. SebbeneJohn abbia una lunga carriera comeattore, non vive di recitazione, come luistesso ammette: “Il mio lavoro comeattore è stato sempre part-time, lofaccio per divertimento e mi piacemolto”.

Infatti, John è un'uomo d'affariproprietario di una ditta, UnísonoChina Ltd., dove riveste il ruolo diconsulente, dirigente, consigliere delsettore alimentare e delle bevande, deibrevetti ecc. John conosce bene ilmondo il mondo degli affari legatiall'industria alberghiera. In effetti harealizzato diversi alberghi e, unacuriosità, sappiamo che per diversotempo ha diretto tre ristoranti spagnolidi “tapas” in Hong Kong, i primi diquesto genere in Asia, riscuotendomolto successo.

John è coinvolto in molti progetti.“Ultimamente stò lavorando ad ungrosso progetto: la costruzione di unsalotto giapponese con ristorante, al

pianoterra del JW Marriott Hotel,nella piazza Tomorrow in Shanghai”.

Per quanto riguarda alla sua carrieracinematográfica, forse a causa dellesue caratteristiche fisiche, di solitointerpreta il villain del film e quando gliviene chiesto se questo sia dovuto alfatto che sia cattivo, brutto overamente malvagio, John risponde:“Forse è una combinazione di questifattori, ma non mi dispiace.Comunque non tutti i miei ruoli sonostati di villain. Qualche anno fa holavorato in un film con Fan Bingbing,una delle attrici più famose dellaCina. Il film é stato chiamato “Eastwind rain” (2010) ed io coprivo laparte di un sacerdote buono”.

Come abbiamo discusso inprecedenza, John Benn è stato l'unicoattore, e per giunta occidentale, cheabbia condiviso il set con Bruce Lee,Jackie Chan e Jet Li, i tre grandi nelgenere dei film di arti marziali. Perquesto motivo è stato inevitabileinsistire nel chiedergli un confronto tradi loro. Sia Jackie Chan che Jet Lihanno conosciuto e lavorato conBruce Lee. Nel caso concreto di JackieChang, ricorderete che ha preso partea “Dalla Cina con furore '” (1972) e “Itre dell'Operazione Drago” (1973). Ledue stelle sono state numero uno nelSud-Est asiatico, prima uno e poil'altro che è diventato poi l'attoreorientale più famoso in Occidente.Tuttavia, i ruoli che hanno giocato sulloschermo sono completamente diversi,come Jackie Chang ha confessato aJohn: “Io sono uno specialista.Bruce Lee era un'artista marziale”.

John ha fatto un cameo neldocumentario intitolato “Jackie Chang,lo specialista” (Jackie Chan: my stunts,1999): “Conosco Jackie da moltotempo, ci siamo incontrati a HongKong, di recente venne a Shangaiper una intervista alla TV. Io ero tra ilpubblico, lui mi vide, si avvicinò ame e mi diede un grande abbraccio.Si ricordava ancora di me!”

John ha lavorato con Jet Li in“Fearless, senza paura". Come sipossono confrontare le abilità marzialidi questo campione Cinese di Wushu,cioè la classica arte marzialetradizionalista, con quelle di Bruce Lee,un maestro del tutto innovativo erivoluzionario, che ebbe apertamentecriticato le arti marziali tradizionali?Bruce Lee ha creato e perfezionato unostile di combattimento. Jet Li è statocampione in Cina di numerose gare diWushu, che è uno stile stabilito, maentrambi erano e sono tuttora il meglionel loro campo, nonostante tutto, Johnsembra non avere nessun dubbio:“Sicuramente, Jet Li come artista

marziale è estremamente valido,paragonabile a Bruce Lee, ma credoche la maggior parte degli artistimarziali penserebbero o direbbero la

stessa cosa: molti hanno cercato diarrivare dove Bruce Lee è arrivato,ma nessuno è mai riuscito a farlo”.

Finora John ci ha spiegato come haincontrato e lavorato con Jackie Change Jet Li, ma come è nata l'opportunitàdi lavorare nel "L'urlo di Chenterrorizza anche l'occidente"?“È stato per caso; un giorno ho

incontrato ad una festa unproduttore, Raymond Chow, e michiese: “ti piacerebbe essere in unfilm con Bruce Lee?” In quelmomento non avevo idea di chifosse Bruce Lee, comunque risposi:“sicuro”. Pensai che sarebbe statodivertente apparire in un film cinese.Abbiamo concordato il miocompenso e il giorno dopo mi sonovenuti a prendere alle otto delmattino. Dopo aver firmato ilcontratto mi hanno portato sul set.Arrivai alle nove, mi diedero unsigaro e dovetti sedermi dietro untavolo per interpretare la parte di unpadrino mafioso. Mentre il mioassistente mi ha spiegava cheChuck Norris stava arrivando percombattere nel film con Bruce Lee.Poco dopo abbiamo girato la primascena in soli 20 minuti”.

Forse questo modo di girare un film,e l'assenza di una pre-produzionesorprenderà alcuni. A questo propositoJohn ci dice: “Bruce Lee nonutilizzava mai la sceneggiatura típicadi un film, aveva solo qualche paginamanoscritta. Dirigeva come sisentiva in modo che tutto siriduceva a: “O.K., ora dica questo”.E normalmente tutto riusciva bene,così ci preparavamo subito per lascena sucessiva. Credo che questomodo di girare potrebbesorprendervi dato chè, ovviamente,non è il modo di fare film diHollywood, ma così si usava adHong Kong nel 1972”.

John ebbe modo di conoscere unaspetto nuovo nella vita di Bruce Lee,quello di regista, difatti questo è stato ilprimo unico film che abbia mai diretto.In proposito ci spiega: “È statobravissimo… lavorava rapidamenteed in un modo efficiente. Era sicurodi realizzare un grande film. Miricordo che non se l' è mai presa connessuno, ma essendo unperfezionista teneva tutti a lavorarefino a che la scena non fosse riuscitaperfetta. Nella sua ricerca dellaperfezione, gli piaceva provare moltevolte prima della ripresa delle scene,tuttavia, sebbene ci facesse lavorare,era sempre simpatico con tuttifacendo del set cinematografico unluogo piacevole e divertente. Spessosoffriva di forti mal di testa. Quandosuccedeva, di solito si sedeva adaspettare fino a quando il dolorespariva. Poi si scusava per il ritardo etornavamo a lavoro.”

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Cinema MarzialeTesto: Pedro Conde con la collaborazione di Salvador MúgicaFoto gentilmente concessa da John BennCopertina gentilmente concessa di Miguel Tudela.

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Il primo incontro di John Bennn conBruce Lee fu negli studi della GoldenHarvest, dopo la firma del contratto.Fin dall' inizio ci fu una grandeempatia tra loro, oltre ad avere alcunecose in comune, ad esempio,entrambi erano nati a San Francisco,li affascinava il cinema, erano moltiottimisti e, secondo John, avevanoanche alcuni hobby in comune…

“Sul set Bruce Lee scherzavatutto il tempo, tante volte hoportato delle ragazze con me sulset perchè tutte volevanoincontrarlo. Una volta mi disse:“John, fa attenzione a non portareragazze domani perchè mia mogliesarà qui…” Bruce si divertiva acivettare con loro. Qui michiamano “il Hugh Hefner diShanghai”, credo che questo siaun'altra cosa che abbiamo incomune…”

Ovviamente John aveva unadebolezza per Bruce Lee, non c'è dameravigliarsi. Quando parla di luicontinua a lodarlo:“Penso che Bruce Lee sia stato

la persona più intelligente cheabbia mai incontrato, ha scritto seilibri di filosofía ed era anche l'uomo

più forte che abbia mai visto, eraqualcuno di enormementepiacevole”.

Per quanto riguarda la sua forza,John parla consapevolmente perchèebbe l'opportunità di sperimentarlosulla propria pelle durante le riprese:“In una scena, io ero davanti a

una sedia da ufficio. Bruce dovevafarmi sedere con una spinta, ma micolpì con la sua spalla cosí forteche sono caduto sulla sediacapovolgendomi all' indietro.Scusandosi, Bruce mi aiutò arimettermi in piede e mi disse: “Oh,mi dispiace tanto!” Nella ripresasuccessiva, Bruce mise un tiziomolto grosso dietro la sedia pertenerla e non farmi cadere ancorauna volta. Poi mi ha colpito dinuovo, ancora abbastanza forte.Non era cosciente della propriaforza! Era fortissimo, vi assicuro!”

John non era solo perplesso per lasua potenza ma anche per la suavelocità:“È stato il meglio del meglio,

hanno anche dovuto ridurre lavelocità delle telecamere, poichènessuno avrebbe creduto quantorapido fosse”

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Durante le riprese di “Il furore delDrago” John continuava a stupirsicon Bruce Lee, la sua ammirazioneper lui cresceva lavorando ognigiorno sul set:“In una scena in cui non ero

coinvolto, ma comunque dovevorimanere nel set, mi sono seduto insilenzio sulla mia sedia mentreBruce Lee combatteva in ufficio.Dopo aver battuto i miei seguaci,lo vidi saltare e rompere col suopiede la lampada che pendeva dalsoffitto. Non avevo mai visto nientedi simile nella mia vita,semplicemente non riuscivo acrederlo, ero pietrificato dallapotenza del suo calcio”.

Non è stata l'unica volta che Johnrimase sorpreso dai suoi calci, aquesto proposito John ricorda ancorauno scherzo che Bruce Lee gli fece:

“Mentre stavo fumando unsigaro, in attesa che fosse tutto

pronto per la scena successiva,Bruce Lee mi venne accanto senzache io me ne accorgessi; alloraportò un calcio toccantoleggermente la cenere del sigaro,solo la cenere, il resto non simosse. Aveva quel auto-controllo,poteva darti un calcio vicino alviso… e sentivi lo spostamentodell'aria senza che il suo piede titoccasse il naso”.

Una volta “messo in moto”, Johnnon si stanca di lodare il PiccoloDrago:

“Bruce era un ragazzostraordinario. Fisicamente facevadelle cose incredibili. Gli piacevamettersi in mostra. Era il migliore elo sapeva! Solo per mettersi inmostra faceva centinaia diflessioni su due dita, portavacentinaia di calci … Credo chequello che gli piaceva di piú eraviolare i confini, andare oltre i

limiti. Aveva una palestra in casasua ed era lui chi aveva disegnatogran parte delle attrezzature cheusava per il suo allenamento.Mentre era sul set, a volte più diotto ore al giorno, tra una ripresa el'altra faceva flessioni e altriesercizi. Quando il lavoro era finito,andava a casa e si allenava ancoranella sua palestra. Non stava maifermo. Mi ricordo che aveva unattrezzo, una cassa speciale cheaveva progettato lui stesso condiversi fori, il più grande era di10,16 cm (4 pollici), e altri tre di7,62 cm, poi due di 7,62 cm efinalmente uno di 2,54 cm. I bordidei fori erano taglienti. Lui gettavail pugno all'interno del più grande,quando toccava si accendeva unalampadina. Era molto molto rapido,poi faceva lo stesso con gli altrifori con tre dita, due e infine uno.Sbagliare significava tagliarsi. Ogni

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Intervista

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volta che Bruce toccava, glidava una piccola scossaelettrica. Questo fece i suoiriflessi così veloci. Letelecamere hanno dovutorallentare i suoi movimenti,perchè nessuno poteva crederealla sua fantastica velocità.Penso che questo attrezzoabbia molto a che fare con laquesta velocità”.

Pur essendo un novizio nelcampo delle arti marziali, John havisto la preparazione di alcunescene di combattimento, hapotuto vedere il riscaldamento ealtre techniche che impiegavano idiversi artisti marziali, però nonha dubbi su chi fosse il migliore:

“Era ovvio che Bruce eramigliore di tutti loro, anche diChuck Norris. Naturalmente,Bruce Lee stava sui grandicampioni che hannopartecipato al film. In tutte lescene di combattimento erapalpabile che tutti voesserodimostrare di essere i migliori,c'era una sorte di rivalità tra diloro, è stato qualcosa come“posso farlo meglio di te”,tuttavia Bruce Lee era anni luceda loro, semplicemente nonaveva paragoni”.

John non ha affrontato laquestione durante le riprese conChuck Norris, Bob Wall o SikWhang, tuttavia ha potuto farlomolto più tardi con uno dei suoiprotagonisti, le sue dichiarazioninon lasciano alcun dubbio:“Una volta ero a Manila

(Filippine), pochi anni dopo avergirato “The Way of the Dragon”,ero in un piccolo bar con duegiovani bellezze, una su ognilato. Alzando lo sguardo vedoall'altra estremità del barChuck Norris, anche luiaccompagnato da due ragazze.Dopo esserci salutarci e parlatoun po', abbiamo deciso diandare a cena insieme. Dopouna chiacchierata pò vivace, hochiesto: “Dimmi, Chuck, chiavrebbe vinto se avestecombattuto realmente fino allamorte, tu o Bruce?” Chuck nonha mostrato alcuna esitazioneo dubbio nel rispondere:“Bruce, ovviamente, nessunopoteva batterlo!”. Chuck è statoun campione del mondo diKarate, dunque penso che lasua opinione sia preziosa”.

Alcuni esperti di arti marziali eattori ritengono che Bruce Lee nonfosse niente di speciale nell'artedel combattimento, e pensano chefosse semplicemente un “raccontocinematografico”, o qualcuno che,in mancanza di vera abilità,

conoscesse molto bene lacoreografia. John ci dice a questoproposito: “Non sanno quello che

dicono, forse sono gelosi dinon essere abili come Bruce.Per me c'è un fattoindiscutibile: sono passati piùdi 30 anni e nessuno è maistato in grado di batterlo”

Forse John parlaconsapevolmente, giacchè hacondiviso lo schermo con alcunidei cloni del Drago, in “La saga diBruce Lee” (The clones of BruceLee.1977), in cui interpretava ilruolo di un'insegnante. In questofilm ha lavorato con Bruce Le,Dragon Le, Bruce Thai e BruceLai. Lo scopo di tutti questi“attori”, a livello cinematografico,è stato quello di occupare il vuotolasciato da Bruce Lee, ma John èmolto chiaro: “Non è una questione di

imitare i suoi gesti o le suegrida, è una questione ditalento, carisma e genialità.Inoltre, Bruce Lee non è statoun attore cattivo, da bambinogirò più di 20 film, iniziò all'etàdi 6 anni e anche suo padre fuun attore, era nel suo sangue”.

Quello che è indiscutibile è cheBruce Lee ha permeato cosìprofondamente il pubblico al puntoche oltre 30 anni dopo, la sua famaè ancora fresca e non solo tra glispettatori, ma anche tra tutti quelliche hanno avuto la fortuna diconoscerlo personalmente elavorare con lui:“Non puoi avere un'idea dei

milioni di fans che ha Bruce Leein Cina, ogni giorno, quandoesco di casa, qualcuno miferma e mi chiede: Tu hailavorato con Bruce Lee in unodei suoi film?

Se la gente riconosce JohnBennn dopo tanto tempo, deveessere per due motivi: uno,perchè non si sono scordati diBruce Lee, e due perchè gli annidevono averlo trattato moltobene!“Più o meno sono uguale,

prima non avevo capelli econtinuo a non averli… Perquanto riguarda la fama, iosono nulla in confronto a BruceLee. La sua vita deve esserestata un inferno a Hong Kong,per lui era difficile camminareper strada perchè c'era sempreun sacco di fans che volevanoparlare e stare con lui”

I fans di Bruce Lee sonoovunque, non solo nel passatoma anche nel presente. Quando ilchitarrista Carlos Santana èvenuto a Hong Kong, la prima

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Cinema Marziale

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cosa che ha fatto è chiedere del museo di Bruce Lee, e si èstupito quando gli hanno risposto che non c'era. Questo nonè stato un caso isolato, molti turisti e appassionatichiedevano lo stesso al loro arrivo alla colonia, così John hadeciso di aprire un Museo & Caffé & Restaurante Bruce Lee,a Hong Kong: “Era l'unico museo di Bruce Lee a Hong Kong: un

locale di tre piani con un bar. Al piano terra c'era ilmuseo, con un sacco di foto, manifesti originali di film,nunchakus, una replica della maschera che indossavaBruce Lee in The Green Hornet, ecc. Più di 20.000persone sono venute da tutto il mondo per visitarlo. Ilgoverno di Hong Kong mi ha nominato ambasciatore dibuona volontà per aver contribuito a portar tanti turisti aHong Kong. Fu un periodo memorabile ma divennedifficile da mantenere. Per la sua posizione non era facileda trovare, ho chiesto aiuto a diversi livelli, ma le cose aHong Kong si muovono molto lentamente ed alla fine hodovuto lasciare il museo. A quel tempo Hong Kong eraeconomicamente in declino, Shanghai invece, in pienaespansione. Ho deciso di chiudere il museo e trasferirmiqui; ora ho un ristorante economico cinese… È moltotriste! Tutti gli oggetti da collezione del Museo si trovano

nel magazzino della società che detiene idiritti di distribuzione dei film di Bruce Lee”.

Quando lo aprii, la notizia di questo Museo &Cafè apparve in numerose pubblicazioni inOccidente, non solo di AA.MM ma anche nel“Los Angeles Times”, nella rivista “Newsweek”ed in “The Financial Times”:“Ho sei album di ritagli sul museo. Anche

Linda, la moglie di Bruce, e Shannon, suafiglia, sono venute a visitare il “Bruce LeeCafé” e mi hanno detto che apprezzavanomolto quello che avevo fatto io. Non capiscoperchè il governo ha rifiutato di fare di più”.

Molti di quei turisti chiedevano a John seBruce Lee gli aveva insegnato alcuni trucchi diarti marziali:“Ho imparato alcune cose di base da lui,

ma mai mi sono allenato seriamente ne hoseguito nessuna disciplina, sebbene lagente debba pensare il contrario, perchènessuno mi dà fastidio”.

John si trovava a Hong Kong quando BruceLee è morto. Di quel momento ricorda:“Quando ho saputo della morte di Bruce

Lee, ho pensato che fosse uno scherzo. Unavolta confermato sono andato al funerale,c'erano decine di migliaia di persone. Tra lasala del Funeral Home e le vicinanze c'eranooltre 20.000 persone. Non potevoavvicinarmi, quindi, dopo aver provato perun po' senza successo, me ne sono andatocon tristezza. C'erano tutti i suoi fansscioccati, e con buona ragione, Bruce Leeera il loro idolo: aveva guadagnato il rispettoper il popolo cinese in tutto il mondo esapevano di avere perso il loro eroe”.

Sulle cause della sua morte, John è chiaro: “Nei suoi allenamenti, Bruce Lee aveva

raggiunto i confini, aveva varcato i suoilimiti, finché una vena si ruppe nel suocervello portandolo alla morte.”

John è stato uno di quei pochi eletti chehanno avuto la fortuna di incontrare e lavorarecon il “Piccolo Drago”, un fatto che ha segnatola sua vita e l'ha cambiato per sempre: “Il mio lavoro nella ripresa del film è

durato due settimane. Bruce non solo vissela sua vita intensamente. Chiunquecondividesse la sua compagnia viveva lavita nello stesso modo, in alcuni casi, comenel mio, la vita fu segnata per sempre, alpunto che dopo 40 anni la gente ancora siricorda di me per il mio lavoro in "L'urlo diChen terrorizza anche l'occidente". Ci sonopersone che in poche settimane vivono ciòche altri vivono in anni. Bruce era uno diquei rari casi, io sono stato molto fortunatodi incontrarlo e lavorare con lui”.

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Alabarda esciabola, leregine delle armi

Arti di guerra… Battaglie… In tutte lecivilizzazioni e le culture, l'evoluzione dell'uomoè stata sempre strettamente legata ai progressi dellearmi e delle tecniche di guerra, che sono state, durante isecoli, sinonimo di mezzi di sopravvivenza.

Fortunatamente il peso che avevano le guerre nella vitaquotidiana, pur continuando ad essere importante inmolti paesi del pianeta, oggi giorno è praticamentescomparso in Europa.

Nonostante in Occidente le armi e tecniche delMedio Evo si trovino solo nei musei oppure nellemani di pochi collezionisti di oggettid'antiquariato, nel'Estremo Oriente, invece, le artimarziali hanno mantenuto questa parte dellastoria fino a conservare la pratica delle armebianche, anche oggigiorno che nessun esercitomoderno utilizza più armi taglienti, tranne labaionetta e il pugnale di combattimento.

La pratica delle arti marzial i in Vietnam,qualunque sia lo stile e le scuole, di solito includel'addestramento con armi come la sciabola, lascimitarra, l'alabarda, l'ascia di guerra o la lancia.Questa preoccupazione nel conservare è innanzi tutto lavolontà di preservazione un tesoro culturale pertrasmetterlo alle generazioni future, pur sapendo chenon ne faranno mai uso nel combattimento reale.

Si tratta di un fenomeno culturale mischiato con unforte sentimento di nazionalismo. Da un punto di vistaculturale in Vietnam lo spirito di l ibertà èonnipresente, essendo un paese che ha subitonumerose invasioni straniere. Se noi occidentali,pensiamo che loro non abbiano ancora raggiuntoquella che noi consideriamo libertà nel sensopolitico e sociale, i vietnamiti invece consideranolibertà il fatto di non essere sottomessi alladominazione di nessun paese straniero. Questoha forgiato nel corso degli anni in questopopolo un fenomeno di rigetto verso tuttoquello che è straniero ed allo stesso tempo ilpopolo adottava numerosi concetti e tecnichestraniere, modificandole affinché fossero“vietnamizzate”. È in realtà uno dei principifondamentali della creazione del Vovinam daparte dello scomparso maestro Nguyen Loc.

È tuttavia molto delicato menzionare le originistraniere di alcune parti della cultura vietnamita.Alcuni anni fa, in un'intervista per un periodicovietnamita, ho tastato il polso, nel ricordare che learti marziali vietnamite avevano alcune origini cinesiimportanti, oltre alla musica tradizionale vietnamita edaltri aspetti sociali del Vietnam, come i mesi delcalendario lunare, le feste del nuovo anno lunare, lafamiglia, la religione, la metafisica, ecc. Ma nonostantequesti fatti sono reali e storici, l'articolo scatenò unapolemica e molti pressioni, dopo di che mi hanno fatto capiredai più alti livelli della stampa vietnamita, che si trattava di unargomento delicato al cui non si doveva alludere. L'indipendenzavietnamita costò così cara in vite umane e in sofferenza che loropreferiscono di non menzionare più le origini cinesi e straniere dellasua cultura attuale.

È propria questa lotta costante contro gli invasori stranieri quellache, durante molti secoli, forgiò le arti marziali di Vietnam. Se questopaese fosse stato pacifico e non fosse stato preda delle grandipotenze, probabilmente non si sarebbero sviluppate mai le artimarziali.

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Grandi Maestri

Dopo oltre 1000 anni di occupazione cinese seguiti dacirca 10 secoli di statuto libero tributario di Cina, poi unsecolo d'incursione ed occupazione francese, 4 annid'invasione giapponese e circa a 30 anni di guerramoderna e devastante tra il Nord ed il Sud (implicandonumerose grandi potenze occidentali), il Vietnam ora vivein pace e cerca di recuperarsi dalle conseguenze diqueste guerre. Il paese può adesso far valere la propriacultura, di cui le arti marziali fanno parte.

Nella cultura marziale del Vietnam, due armi sonoparticolarmente importanti: l'alabarda e la sciabola. Lostudio dell'uso di queste due armi è indispensabile a tutti ipraticanti di arti marziali vietnamite perché rappresentanoi due maggiori attrezzi da combattimento nei campi dibattaglia. Difatti l'attuale contesto dellescuole di arti marziali ci fa dimenticaretroppo spesso il vero posto della praticadi queste armi: i campi di battaglia. Senzatatami, pareti o pavimenti piani, ma in ungrande spazio in cui si lottava in mezzo acavalli da guerra e soldati. Sono tuttifattori da considerare, poiché l'usodell'arma è condizionato dal contesto incui verrà utilizzata.

L'alabarda o Dai Dao

La fama della sciabola, in parte dovuta ai f i lmgiapponesi diffusi in Occidente, nasconde l'importanzadell'alabarda nelle antiche guerre in Estremo Oriente e inparticolare in Cina, Vietnam, Corea, e anche in Giapponecon l'alabarda "Naginata". Il raggio d'azione dellaalabarda è fino a tre volte più grande di quello dellasciabola, inoltre, l'alabarda è un arma ad uso misto.

Confrontando la sciabola e l'alabarda, la sciabola èlimitata ai tagli, alle forature e ai blocchi preferibilmentecon la parte posteriore della lama, in modo da nonintaccare il taglio, sebbene a volte si eseguano parateanche con la parte tagliente della lama. In alcuni casi, si

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può utilizzare il manico della sciabolaper colpire e la guardia a gancio dellasciabola vietnamita per agganciare lelame, ma sono risorse d'ult imaistanza.

Per quanto riguarda l'alabarda, èveramente progettata per essereun arma multiuso:

• Taglio: Diretto con la lama eall'indietro con uno dei picchi dellalama.

• Foratura: Diretta a pochi passicon la punta della lama e a lungadistanza facendo scorrere il bastonedell'arma.

• Blocco: Con la parte posterioredella lama, con la parte centrale delbastone e con la punta del bastone.

• Aggancio: È possibile agganciarearma dell'avversario con il dorso dellalama della alabarda e con la guardia.

• Mazza: Il pomolo, che a voltecomprende una parte tagliente, servecome martello di guerra, usato instoccate e colpi circolari.

• Spazzate: Con la lama, il dorsodella lama o il bastone.

Per tutte queste applicazioni, lagamma di uso dell'alabarda è allostesso tempo svariata ed estesa,rendendola un'arma ideale per ladifesa contro un nemico a cavallo,perché a differenza della sciabola, lalunghezza dell'alabarda offre unamaggiore sicurezza nello scontro conun fantino. Ma la diversità dimaneggio dell'alabarda ha unulteriore vantaggio, in quantoquest'arma puo essere utilizzata allostesso modo contro un fante da terra,o contro un ufficiale a cavallo. Il suonome vietnamita "Dai Dao" significaletteralmente "grande sciabola" ederiva dalla lettura fonetica vietnamitadei due caratteri ¥ Û (Dai), “grande”,e _ ∂ (Dao), “saber”. Quest'ultimocarattere non deve essere confusocon la lettura della parola vietnamita"dao", con una "d" senza barra, chesi legge "Yao" o "Zao" e significa“coltello”.

OriginiAnche se molti maestri di arti

marziali vietnamite mettono avanti ilcarattere nazionale dei loro stili espesso invecchiano la data di originedi queste scuole, a volte omettendoinfluenze cinesi, queste, in piccola ogrande scala, sono innegabili.Per quanto riguarda la forma

dell'alabarda, in confronto con i varitipi di alabarde cinesi, è molto similealla forma del "Guandao", alabardacinese importata quasi 2000 anni fa,

dopo alcune guerre di colonizzazione.Altre armi cinesi sono simili, come il"Zhang Madao", che aveva una lamamolto lunga, come quella di unasciabola, o il "PuDao", che aveva unalama più stretta e squadrata.Tuttavia, a differenza delle armi

d'allenamento degli sti l i cinesi,l'alabarda del Vovinam non porta unapunta all'estremità del bastone.Questa è stata sostituita da unapomolo.L'alabarda è un'arma pesante, che

nella tradizione solo i combattenti piùgrandi e forti erano in grado digestire. L'alabarda simboleggia lapura potenza e la capacità diattraversare completamente armatureche le sciabole più affi late nonriuscivano nemmeno a tagliare. Eraun'arma temuta sul campo dibattaglia. Tuttavia, oggi, nellecompetizioni tecniche di Vovinam,viene utilizzata un'alabarda tutta inalluminio che consente un'azionemolto veloce, ma che non ha più ache fare con lo spirito della potenzadell'alabarda. In Vietnam, nellecompetizioni tecniche, le alabarded'ultima generazione sono fatte conun tubo cavo in una lega metallica,che è molto sottile e leggero, pesasolo pochi grammi, a cui è stataaggiunta una lama tagliata da unalastra di lega molto sottile. Alcunecampanelle sono poste sulla lama perdare un effetto sonoro, rendendol'insieme ancora più veloce damaneggiare del semplice bastone divimini.Al di là di questa finzione, il lavoro

con l'alabarda dovrebbe essereconsiderato seriamente comel'al lenamento della sciabola. I lVovinam è ancora lontano dallospirito Budo della maggior parte dellescuole giapponese o coreane, chehanno conservato l'autenticità dellavoro con armi. Nelle arti marzialicinesi, sebbene ci siano molte armida competizione abbastanza leggere,ci sono anche alabarde cinesi chepesano tra i 3,5 e 5 kg, che è unpeso abbastanza alto per gestirel'esecuzione della forma intera, puressendo molto più leggero di unavera alabarda di guerra.In realtà, sono due concetti che ci

troviamo ad affrontare: i pochigrammi dello strumento dicompetizione del Vovinam el'alabarda leggendaria di 40Kg delgenerale cinese Guan Yu. Senzaarrivare a questi estremi, ho avutol'occasione di prendere una veraalabarda antica da 8 kg, e lasensazione di necessità di potenzafisica per i l suo maneggio èassolutamente fantastica, difficile da

descrivere. Ma è in questo spirito diarma potente, in grado di tagliaretutto, che i l lavoro di gestionel'alabarda dovrebbe essereimpostato.Tuttavia, ci sono alcune federazioni

o gruppi che si r if iutano di farel'errore di trasformare il Vovinam in unsemplice sport, in modo di preservareil suo spirito marziale. Questo spiritoè essenziale, tra l'altro, per il lavorodell'alabarda. Infatti basta, subitodopo aver eseguito la formacompleta (Quyen) con l'alabardaultraleggera da competizione,praticarla un'altra volta con una veraalabarda molto pesante. Proveremmosubito un senso di debolezza fisica,seguito poi da una domanda: Comefacevano a difendersi in unasituazione di pericolo reale di mortecon una alabarda così pesante?

L'allenamentoPurtroppo, come la maggior parte

delle armi in molte scuole di artimarziali vietnamite, l'alabarda nonviene insegnata come si dovrebbe.La logica progressione, così come

per le tecniche a mano nuda,dovrebbe essere i l lavoro degliattacchi basilari, eseguitoripetutamente, poi i l lavoro sulleparate, anche questo eseguitoripetutamente, seguito delle schivate,combinazioni, il tutto per un lungoperiodo di tempo, per permetterel'assimilazione, e quindi proseguirecon la pratica delle applicazioni conun partner, prima di passare alla fasefinale che dovrebbe essere la formacompleta (Quyen), che - spessotendiamo a dimenticare - serve arivedere separatamente lecombinazioni o le tecniche chenormalmente si praticano con unpartner.Purtroppo, l'addestramento all'uso

del alabarda non passa più attraversoqueste fasi. Il fattore principale cheha cambiato i l metodo e laprogressione dell'insegnamento è lamancanza di tempo. Chiaramente ilVovinam, ricco di tecniche, richiedemolto tempo per padroneggiare tuttoil programma e tutte le armi che esso comprende. In molti club delVietnam, alcuni insegnanti hanno unasoluzione: ogni studente sceglie una specialità da conquistareperfettamente. Così, questiinsegnanti avranno alcuni allievi chesaranno eccellenti, per esempio, incombattimento pugni-calci, masaranno mediocri o anche moltoscarsi in Quyen; altri saranno espertinella gestione dell'alabarda, maavranno un basso livello in molti altri

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Grandi Maestri

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campi di applicazione del Vovinam.Non è raro in Vietnam vedere in

alcuni club sportivi diVovinam, un campione

imbattuto per moltianni, chequando insegnaQuyen a unp r a t i c a n t estraniero in unworkshop in

Vietnam, fa errorimadornali. Può anche

ignorare completamentealcuni Quyen chefanno parte nel suogrado. E 'unas i t u a z i o n eimpensabile inO c c i d e n t e .Ogni atleta o

professionista senior deveconoscere i l suo corso dilaurea, e l'uso di tutte learmi che compongono ilprogramma.Questa ottica

occidentale di lavoro delVovinam (che è anche i lvecchio modo di vedere lecose nel Vovinam delVietnam) viene lodata da moltiinsegnanti in Vietnam chesono stupiti dalla capacitàdegli occidentali di conoscerecon grande precisione unprogramma così ampio comequello del Vovinam. Quandoun atleta concorrenteoccidentale vince numerosemedaglie d'oro in uncampionato del mondoin molte categorietecniche, vienemolto apprezzato,in quanto gli

atleti vietnamitinon rischiano di partecipare anumerose categorie. Essi s'iscrivonoin poche categorie e il più delle volte,in una sola: la loro specialità.Sarebbe l'ideale se questa inclina-

zione verso la "specializzazione"fosse estesa anche alla conoscenza el'abilità nelle tecniche di applicazionea coppie con l'alabarda. Ma in realtà,la "specializzazione" è limitata a ren-dere il Quyen nel modo più rapido epiù estetico per la competizione. È perquesto motivo che l'alabarda nel

Vovinam si pratica sempre nel modopiù semplice e meno efficace: si impa-ra la forma completa ripetendo i movi-menti, senza conoscere le applicazio-ni o le combinazioni da combattimen-to.Inoltre, questo Quyen, essendo “un

modulo in blocco" rischia di nondiffondersi in modo omogeneo.Infatti, essendo insegnato solo in unaforma completa come una serie dimovimenti, senza punti di riferimentoper le applicazioni in combattimentoe senza separazioni di sezioni con un

senso preciso,è possibile che,a lungo termine,appaiano tutta unaserie di problemi cheimpediranno dim e m o r i z z a r l oaccu ra t amen te ,generando anchedifferenze con ipraticanti di altri club:dubbi sui movimenti esatti, sbagli,deformazioni tecniche,dimenticanze... Al che si aggiungel'aspetto competit ivo, che puòprodurre numerose conseguenze:trasformazione dei movimenti permigliorare l'estetica, inserimento di

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“Lo studio dell'usodi queste due armiè indispensabile atutti i praticanti di arti marziali

vietnamite perchérappresentano i due maggiori

attrezzi dacombattimento

nei campi di battaglia.”

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salti spettacolari, lancio dell'arma adun'altezza irreale per un'arma diquesto tipo, velocità di esecuzioneesagerata ...Pertanto, il lavoro tradizionale delle

armi, e dell'alabarda in particolare, èmolto più pratico ed efficace cheimparare la forma piena di Quyen inuna sola unità.Allora è più conveniente attenersi

all'addestramento basilare per unlungo tempo, dopo alle applicazione,e attendere fino a quando questetecniche sono assimilate prima dilavorare la forma piena di Quyen.

Il Quyen della Luna edel SoleÈ consuetudine nelle arti marziali

Vietnamite in generale, dare ai Quyennomi che allo stesso tempo, sonoprincipi metafisici della scuola. Sequesta relazione tra il nome delQuyen e il principio metafisico o

fi losofico non è benspiegata agli

occidentali che imparano Quyen, saràpersa con la conseguenza cheporteranno a casa solo il Quyen.La maggior parte degli insegnanti

occidentali che si recano in Vietnamper la formazione in Vietvodao, hannouna sete di imparare così pronunciatache sono in grado di assimilare sia ilconcetto metafisico che le tecniche, ea volte succede che la traduzione delnome raggiunge l'Occidente in modoirregolare e dura così per lungo

tempo. È il caso del NgocTran Quyen, troppo spes-so tradotto come "ilQuyen dell'uomo ubria-co", quando non vi ènessun “Quyen dell'uo-

mo ubriaco” nelVovinam. Il Ngoc

Tran Quyen è ilQuyen della

" C o p p ad i

Giada". L'errore deriva dal fatto chealcuni insegnanti pensano che questa“coppa di giada” contiene alcool eche alcuni movimenti assomigliano aforme tecniche della boxe cinese del-l'uomo ubriaco. Ma il principio metafi-sico del Ngoc Tran Quyen è l'opposi-zione tra il "contenitore" e il "contenu-to". La domanda che l'insegnantechiede allo studente, escludendo dirispondere "entrambi" è: "Che cosa èpiù importante, il contenitore o il con-tenuto"? Questo principio, fondamentale

nelle arti marziali, è anche il principiodel dilemma tra l' importanza delbicchiere vuoto (che contiene nulla) edel bicchiere riempito. Per potereriempirsi, è necessario prima che siavuoto, quello che contiene non puòessere se non è contenuto ... Moltetesi sono stati scritt i su questoargomento e una delle applicazioni inVovinam è la seguente: poiché non viè un pareggio nei combattimenti diVovinam, perché ci sia un vincitore, cideve essere un perdente. Cioè, ilmeno forte da il valore al più forte,poiché senza il meno forte, lui

non sarebbe il più forte. Intutto il Ngoc Tran Quyen,

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“La pratica delle artimarziali in Vietnam,

al di là dello stile e dellescuole, include quasi semprel'addestramento con armi

come la sciabola, la scimitarra, l'alabarda,

l'ascia di guerra o la lancia.”

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questi elementi opposti si mettono inpratica: colpi a potenza massima inopposizione a tecniche morbide etortuose, spostamenti brevi, veloci epotenti contro altri lunghi e lisci;parate rigide opposte a deviazionimorbide... Di conseguenza, cambiando il signi-

ficato del nome Quyen, si perde tuttoun valore, che è una delle differenzefondamentali tra uno sport e un'artemarziale: l'applicazione dei principimetafisici in una tecnica di combatti-mento. Accadde esattamente lo stes-so con il nome del Quyen dell'alabar-da: Nhat Nguyet Dai Dao.Questo Quyen dell'alabarda è in

perfetta armonia con il suo nome. IlSole (»' Nhat') e la Luna ('¬ Nguyet)sono due astri tradizionalmente con-trapposti. Chiaramente, non si trattaqui delle conoscenze scientifiche eastronomiche occidentali, ma dellaconoscenza, della presenza e dell'in-fluenza di queste due astri sullapopolazione dell'Estremo Oriente, esoprattutto sulla popolazione cinese.

Infatti, dobbiamo ricordare, quasiogni metafisica vietnamita si basasulla metafisica cinese, che, attraver-so quasi due millenni di periodo dipresenza cinese (occupazione direttae indiretta) è stato assimilata da tuttigli abitanti del territorio che oggi sichiama Vietnam.I due astri, la Luna ed il Sole, sono

fattori la cui opposizione deve esserevisualizzata durante l'esecuzione delQuyen dell'alabarda. Lungo tutto ilQuyen, ci sarano movimenti di taglioampi e lenti, che staranno opposti astoccate dritte e rapide; spostamentirettilinei e pesanti opposti a piccolepassi incrociati, rapidi e circolari. Lostesso uso dell'arma è legato alcarattere opposto dei due astri: ledue principali funzioni polarizzatidell'alabarda sono il taglio (cioè, lalama, la parte superiore) e i colpi dimazza (cioè il manico, con il fondoopposto alla lama).Dobbiamo quindi gestire in armonia

i due astri, il Sole e la Luna, durantetutto i l Quyen. Ma altri elementi

devono essere aggiunti, nello stessomodo come per i due astri, ci sarannodiverse posizioni in funzione delgiorno e della notte. Se la maggiorparte del tempo si vede solo uno deidue astri (sia una tecnica "Nhat" oqualche tecnica "Nguyet '), talvolta,l'asse dei due astri sarà vicino o saràquasi identico se visto dalla Terra, e lalama e il manico saranno nella stessalinea di attacco o saranno utilizzati inuna stessa tecnica di combattimento.Altre volte, il Sole e la Luna sarannovisibili nel cielo allo stesso tempo, male distanze opposte, e le tecniche nelQuyen rifletteranno questi principi, sianella gestione dell'arma o nelleposizioni del corpo e deglispostamenti.Nel Vovinam, il lavoro dell'alabarda

è quindi molto più di una semplicegestione di un'arma che è stataregina nei campi di battaglia. Si trattadi un tutt'uno tecnico, marziale efi losofico, che rende omaggio aquest'arma pesante, compagnaguerriera della sciabola.

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Il metodo Fa Kuen nacque nelle sale d'allenamento delfamoso Tempio Shaolin del Sud e si diffuse nel corso deltempo fino a raggiungere il Dai Duk Lan, dove il giovanestudente Andreas Hoffmann ha promesso al Maestro WaiYan di diffondere il Weng Chun. Una parte importante diesso è il metodo Fa Kuen che ci permette di raggiungere

la forza di un tornado, studiando il principiodel cerchio. Il nostro corpo, con la sua

struttura di giunture eccetera, cipermette di fare movimenticircolari, e il metodo Fa Kuenriconosce che il movimentopiù corto non è quello diretto,ma quello circolare,permettendoci di ottenerecosì un potere enorme. Inquesto lavoro il maestroHoffmann ci rivela i 5ponti del Fa Kuen,conosciuti come il cuoredella forma Kuen Fa, eche possono essereeseguiti in forma di pugni,gomitate, calci, ecc. Lacombinazione di questiconcetti sviluppa unaspirale di colpi che

permettono distruggere laresistenza dell'avversario e

metterlo fuori equilibrio. Il DVDviene completato con la forma del

Fa Kuen in 10 sezioni e le sueapplicazioni, così come l'allenamento con i

Pads. Uno stile che ha reso famosi i combattenti diWeng Chun nelle gare di wrestling e Sanda per i lorometodi poco ortodossi di colpire di Fa Kuen.

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Tutti i DVD prodotti da BudoInternational vengono identificatimediante un’etichetta olografica distintivae realizzati in supporto DVD-5, formato MPEG-2 (mai VCD, DivX osimili). Allo stesso modo, sia le copertineche le serigrafie rispettano i più rigidistandard di qualità.

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sovrani hanno sempre avuto una grandeparte nello sviluppo della Muay Thai cheper questo è stata chiamata l'Arte dei Re;i l più famoso dei Re combattenti fucertamente Prachao Sua, detto il Re Tigreper la sua forza come lottatore e per la

sua ferocia in combattimento.La leggenda dice che egliamasse la lotta a tal puntoda lasciare la capitaleAyuddhaya e viaggiare inincognito attraverso ilsuo regno per sfidare icampioni locali, che rego-larmente sconfiggeva. FuKing Sua ad ordinareall'esercito siamese diallenarsi regolarmentenell'Arte Marzialenazionale, la Muay Thaie fondò personalmentediversi Kai Muay, campi

di addestramento, in tutto ilpaese.. Grazie alla sua posizione privi-

legiata Khun Luang Sorasak (eraquesto il nome del Re

Tigre prima diessere incoro-nato sovra-no), affamatodi conoscen-za, volle avereintorno a se imigliori KhruMuay dell'epo-ca; maestri pro-venienti dalle varie

zone del paeseconfluirono ad Ayud-

dhaya portando stili esistemi speciali di Muay

con loro. La corte realedivenne un fantastico

laboratorio dove ven-nero confron-tate, testate esintetizzate le

migliori strategie etecniche di combattimentoa mani nude, come forse non era mai stato fattoprima, sotto gli occhi affascinati del Principe. Egliarrivò a compiere in prima persona una ricerca

sul posto delle Mai Muay (tecniche di lotta) più sofistica-te, lasciando la corte per visitare i migliori campi di adde-stramento del Regno e studiando le metodologie utilizza-te dai vari maestri.Sotto il profilo tecnico, grazie agli studi più recenti

dell'Ufficio della Cultura Tailandese è risultato che il KingSua abbia contribuito in maniera fondamentale allaformulazione di un “programma tecnico” raffinato che èservito per anni come linea guida dell'addestramento delDamruot Luang, il battaglione delle guardie reali, il primoreparto d'elite (oggi li chiameremo corpi speciali)dell'esercito tailandese dell'epoca di Ayuddhaya.Secondo alcuni lo stile di combattimento del battaglionereale, detto Muay Luang, non sarebbe altro che lasistematizzazione del metodo di lotta messo a punto dalRe Tigre Phrachao Sua.Secondo questo metodo il guerriero praticante di

Muay deve essere addestrato in primis nelle tecnicheevasive, come dice un motto latino “primum vivere”; atal fine vengono classificati 4 stili di difesa basatisul l 'arma naturale ut i l izzata dal l 'avversar io perattaccarci, Mahd (i pugni), Thao (i piedi), Kao (leginocchia, Sok (i gomiti)). Si distinguono così 29forme di difesa da pugni e relativi contrattacchi, 25forme di difesa e contrattacchi su calci, 3 forme didifesa e contrattacchi su ginocchiate e 4 forme didifesa e contrattacchi su gomitate. Per situazioni incui è richiesta una azione offensiva immediata, peresempio per la presenza di più avversari che devonoessere eliminati velocemente, il metodo Prachao Suapredispone 22 forme dette d i “aggressioneimmediata”. Tutto i l s istema, ad un'anal is i p iùapprofondita, rivela una perizia tecnica inaspettataper quell'epoca: il Re Tigre era un fine conoscitoredegl i aspett i più sof ist icat i del l 'Arte Marziale el'efficacia delle azioni da lui codificate non si basavasu un uso indiscriminato della forza fisica ma su unaconoscenza dettagl iata del l 'anatomia umana(soprattutto per quanto riguarda i punti sensibili evitali) e del modo più razionale di utilizzo delle arminaturali del corpo. Tecniche potenti di attacco digambe o di braccia, venivano abbinate a movimentiimprevedibili (salti, cambi di livello, torsioni) cherendevano i l combattente abile nel Muay Luangcapace di adattarsi con facilità a situazioni e adavversari completamente diversi.Il grande merito del Re Sua sta nell'aver spinto con la

sua enorme passione per il Muay, i migliori maestridell'epoca aurea di Ayuddhaya a riunirsi, sotto la suaguida, per mettere a punto la vera base di ciò chesarebbe continuata per secoli ad essere una delle Arti dicombattimento più stimate e temute al mondo.

L'eredità marziale del Re Tigre Phra Chao Sua

I

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ove si trova la bel-lezza dell'imperfe-zione? La culturagiapponese hadato vive dimo-strazioni della sua

passione per l'imperfezione, sianel senso di irregolarità che nelsenso di incompiuto. La pitturaZen e Sumi-e sono un esempiolampante di questo, come lasua ceramica dai bordi frasta-gliati ed irregolari o la propriacalligrafia convertita in arte: ilShodo.In che modo un popolo cosìrigoroso con le forme e cosìmaniacale nel dettaglio puògiungere a tale conclusione?Forse è proprio per questomotivo: una società talmenteorganizzata da conservare finoad oggi le formulazioni base distrutture medievali, è stata ilterreno fertile per una rivoluzio-ne liberatrice. Come al baroc-co, nelle monarchie del XVIIIsecolo, è seguito il neoclassicodelle rivoluzioni francese eamericana, l'estetica dei popo-li accompagna i cambiamentied esprime un cambio epocaleo semplicemente si converte in"punti di fuga" nel quadro dellapropria realtà. Tuttavia, al contrario del dina-mismo e della mutabilità deglistili artistici in Occidente, l'este-tica giapponese si stabilizzò inmodo permanente; forse seppeconnettersi con l'anima delpopolo, o forse in qualche modoraggiunse quella Universalitàche ogni artista silenziosamentepersegue. La sua influenza èstata determinante nella visionedell'impressionismo, forse tantoquanto la scoperta di quelnuovo modo di guardare la real-tà che è stata l'invenzione dellafotografia. Vincent Van Goghscrisse a Theo: "Tutte le mieopere sono basate su qualcosadell'arte giapponese". Henri deToulouse-Lautrec ha firmato isuoi manifesti in rosso, imitandola firma dei timbri giapponesi e ilsuo stile è permeato dall'esteti-ca quasi caricaturista della pit-tura giapponese. Tutta la pitturaimpressionista fino all'ArtNouveau trasuda Giappone datutti i pori. Il minimalismo gastronomicodella cucina moderna è un cam-mino di fusione e una ricercache non può negare la contami-nazione estetica della cucinagiapponese. Di nuovo l'appa-rente semplicità, la "semplice

complessità" dell'estetica delGiappone, marchia una rivolu-zione concettuale che va moltoal di là dei suoi confini. Qualemisterioso incantesimo seducein questa formulazione?Immergersi nelle ragioni checoinvolgono e promuovonoquesto modo di comprendere ilmondo non è facile e richiede daparte nostra un salto inaspetta-to, un salto filosofico da questoluogo e ben oltre, un salto nellanostra prospettiva del mondo.La frase di Shidoshi Jordan checorona questo editoriale, riassu-me magnificamente il profondovalore di questo salto concet-tuale: “Ammirare l'imperfetto ècercare la perfezione”.Tutto nella vita dell'uomo pro-muove le scelte. Il doppio è insi-to nel nostro Universo ed è pro-prio questo dualismo che cispinge a giudicare il mondocontinuamente attraverso ilnostro catalogo di preferenze.Che sia essa indotta da un pro-cesso di apprendimento o dapredeterminazione geneticainnata, la dualità spinge a pren-dere posizione. Gli antichi saggiShizen, i Miryoku, si reseroconto che questa visione delmondo era semplicistica e chepotrebbe esserci stata una terzavia, "due pilastri fissano megliouna tavola che un unico pila-stro" - ripetevano-L'andare oltre il dualismopassa attraverso la comprensio-ne che esiste un percorso nelcentro che non deve negarenessuno dei due poli; tale per-corso possiede la virtù di tener-ci a distanza dalle illusioni, dagliinganni della percezione deisensi, permettendoci di perse-verare in uno stato di lucidità dalquale si può manovrare conmaggiore libertà la propriacoscienza, fuggendo dalle moltetempeste che affliggono l'uma-na quotidianità. Non negare alcuno degliestremi si può fare solo dal cen-tro; abbracciare gli opposti con-templando la loro complemen-tarità così come suggerisce ilTaoismo, ma oltre a ciò, rima-nendo in una posizione centraleche permetta la manovrabilitàdella coscienza, ha dotato glisciamani Shizen di un potereenorme, di toccare senza esse-re toccati. Questa visionedell'Universo definì tutta unafilosofia spirituale tanto grandio-sa quanto incompresa e tantopotente quanto temuta. Ed è

quando non si condivide lavisione del gruppo che si diven-ta un "diverso", cioè un versosolo, cioè, un nemico.L'imperfezione è bella quandoobbliga l'occhio che guarda acompletare il lavoro dell'artista odell'artigiano. Ci ricorda che èpossibile ammirare l'imperfezio-ne e in tal modo trasgredire aqualsiasi tentazione di trovare idettagli, le finiture o la simmetriadalla quale siamo condannati agiudicare, a scegliere.Abbracciare l'imperfetto è quin-di una manovra spirituale cheevoca la certezza che esiste unpercorso diverso, capace di tra-scendere la dualità. L'esteticadiventa così una lezione spiri-tuale e, un ceramista ad esem-pio, può conseguire il giustoriconoscimento del Maestro. Ammirare l'imperfezione è unartificio della coscienza, ma èanche un modo di imitare eseguire i dettami della via natu-rale. La natura aborrisce il puro,l'uguale, il simmetrico, e perquanto ripeta i modelli che stan-no alla base delle leggi superio-ri (il numero pi greco, il numerofi, ecc…) non si ripete esatta-mente nulla. Nemmeno la strut-tura di un piccolo DNA, e nep-pure la struttura cristallina di unfiocco di neve. Nell'apparente caos dellanatura c'è un ordine che simanifesta attraverso la dualità.Questo ordine si esprime informe infinite, siano esse armo-niche che disarmoniche. Unordine che risponde alle grandileggi, ai cicli del divenire, allatrasformazione, al cambiamentoe all'evoluzione a tutti i livelli. Gliesseri umani fanno parte di que-sto grande processo, parte incui la materia e l'energia diven-tano coscienti e prendono ilcontrollo della loro crescitaattraverso le loro scelte; mapossono anche essere la causadella loro prigionia e della lorocaduta. Ammirare l'imperfetto èessere umili, giusti e tolleranticon tutti e per tutte le cose, inmodo tale che quando diamoprova di naturalezza agli altri,eleviamo noi stessi. Prendere parte con distacco;trovare nel crepuscolo della serale radici della nuova alba; sco-prire la vita palpitante in ognimorte. L'uomo saggio scegliecon abbandono, rinunciando asé stesso ad ogni scontro dellavita, per compiere così un desti-no superiore.

35

Budo“Ammirare l'imperfetto è cercare la perfezione” Shidoshi Jordan.

D

Traduzione: Chiara Bertelli

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Le forme Mae Mai sono principi universali di com-battimento: ogni tecnica può essere imparata inaccordo con una versione di base, ma deve esserepraticata facendo particolare attenzione alle moltepli-ci varianti esistenti, codificate dai Grandi Maestri del

passato. Le diverse applicazioni si dovrannoallenare seguendo i principi del footwork

tradizionale, per permettere al prati-cante di eseguirli contro attacchi

provenienti dalle quattro dire-zioni e non solo frontali. Inquesto secondo DVD ArjarnMarco de Cesaris focalizzal'analisi tecnica sull'ese-cuzione della Forma esull'allenamento deglispostamenti avanzati,terminando con l'appli-cazione delle tecnicheMae Mai dalla nº8 allanº15. Un inesauribile baga-

glio di azioni tecniche diattacco, difesa e contrat-

tacco che ogni buon prati-cante dovrebbe conoscere

alla perfezione.

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Page 39: Febrero Italia

Il Gran Maestro Marco Morabito, direttore tecnico eresponsabile globale della Federazione IKMO, pratica learti marziali e sport da combattimento da quasi 30 anni.Istruttore militare e coordinatore tecnico nei settori di

sicurezza pubblica e privata, e con diversi annidi esperienza in anti-terrorismo e anti-

sequestro di persona, insegna sia aicivili che ai militari, ed è anche un

istruttore esperto nella lottacorpo a corpo e nell'uso diqualsiasi arma o oggettocome mezzo di difesa.Come fondatore diSystema MarcoMorabito, ha raccolto letecniche più efficaci divarie scuole del siste-ma russo, così comemolte altre tecnichesviluppate da lui sullabase della sua espe-rienza specifica in situa-zioni ad alto rischio, civili

e militari. È inoltre fonda-tore del sistema di difesa

israeliana " Sistema KravMaga di Sopravvivenza di

Israele" e "Sistema Kapap diSopravvivenza Israeliano", ed ha

formato più di 500 istruttori in tutto ilmondo. In questo secondo DVD ci presenta le tec-

niche di disarmo di bastone, armi bianche e da fuoco,utilizzate nel Systema Marco Morabito, derivato dal pro-gramma russo Spenatz.

REF.: • SYSTEMA2REF.: • SYSTEMA2

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Page 40: Febrero Italia

“Il movimento si dimostra camminando”. Il vecchio adagio della saggezzapopolare si rivela esatto ancora una volta questo mese, in cui Sifu SalvadorSánchez presenta il suo primo DVD con Budo International, dove rendeonore agli interessanti testi che ha pubblicato negli ultimi mesi su questarivista, così come al suo recente libro, il best seller "Wing Tsun , AltoLivello". Ma un video è sempre un'altra cosa, perché l'insegnante non deve

nascondersi dietro teorie. Bisogna spiegare ed insegnaredimostrando quello che si dice, e questo è esattamente ciò che

troverete in questo DVD: Molto, ben spiegato e di buonlivello. Oggi Sifu Sánchez riflette sulla natura delWing Tsun , e lo fa con la sua proposta abituale,sempre sensibile e conciliante, chiamando lecose con il loro nome, ma sempre conrispetto per gli altri, avanti.

Page 41: Febrero Italia

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WingTsun

"Dicono che colui che dimenticail proprio passato, seppellisce ilsuo futuro. Diamo un'occhiata

alla storia di questo stile e moltidei problemi che stiamo

affrontando oggi spariranno permeglio comprendere che l'unicavia dell'artista marziale è la

pratica quotidiana."

"La grandericchezza di

questo stile cipermette di osservare

stili personali così diversicome quelli del mio

sigung K. Kernspecht,del mio sifu Victor, delsifu Avcy Saly, del SifuEmin, del Sifu Taso eun di una lunga lista,

che pur essendomolto diversi inapparenza, sonotutti straordinari

sul livellomarziale."

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WingTsun

Stili all'interno di uno stilePochi giorni fa, e grazie al curioso mondo d'Internet, ho letto in

un blog di un noto sifu di Wing Chun un interessante articolocirca l' incontinenza verbale di molti praticanti i quali,

nell'osservare lo stile di pratica di qualcun'altro diverso al suo,affermano senza nessun rossore: “questo non è Wing Chun”. È certo che, in alcuni momenti della nostra vita, tutti siamo stati

tentati a commentare il lavoro degli altri o a “giudicare” il loro modo diagire confrontando “l'aspetto” di quello che fanno, senza guardarepiù di là. Questo è un errore molto grave che, al mio parere, diventauna costante fonte di tensione e di discussioni nelle arti marziali ingenerale e nel Wing Tsun in particolare.In un sistema come il nostro, il cui metodo d'insegnamento ha

sofferto grandi cambi nel corso degli ultimi anni, unito alla naturastessa di questo sistema, che pone una speciale enfasi sullesensazioni personali, non è raro vedere diversi modi di "FARE". DiversiSTILI all'interno dello STILE. Questa è, senza dubbio, una delle caratteristiche più importanti delWing Tsun. Da un lato, i praticanti meno avanzati, con meno criterio alivello tecnico, osano dire: “ciò non è Wing Tsun”. Credo che a Lei,lettore di questa pubblicazione di arti marziali, indipendentementedello stile che pratica, quest'argomento risulterà familiare...Ovviamente, impostiamo questa domanda con lo scopo di chiarire laquestione e, già che ci siamo, parlare di “unire” piuttosto che di“separare”.

Per essere in grado di dire se quello che vediamo è o non è WingTsun , bisogna guardare indietro e rivedere la storia dello stile, e perquesto vorrei fare riferimento al Maestro dei Maestri del nostro stile:Yip Man

Lui è stato uno di quelli che dovettero confrontarsi a situazionisimili, nella difficile epoca in cui vissero. Alla fine, si capisce chela storia è oscillante... e i fatti relativi agli esseri umani siripetono in modo ciclico.

Yip Man è stato un caso atipico nella tradizione del WingTsun . Ha avuto DUE insegnanti: Chan Wah Shun e LeungBik. Questo fatto, che in principio sembra poco rilevante,ha assolutamente cambiato il modo di praticare e capire ilWing Tsun del Grand Master Yip Man, ed anchel'evoluzione di questo sistema.

Si racconta che, quando Yip Man, in un modo quasifortuito, ha incontrato il G. M. Leung Bik, non riuscivaa riconoscerlo come un praticante del suo stessosistema. Sì, è sorprendente!! Quando gli domandòche stile praticava, Yip Man che affermava dipraticare il Wing Tsun, rimase sorpreso per

"Se è conformeai principi, èWing Tsun..."

Yip Man

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l'aspetto esteriore della pratica delmaestro Leung Bik. Erano coseassolutamente DIVERSE! La domandache oggi mi permetto di fare è: Comeè possibile uno stile così diverso tradue allievi dello stesso insegnante?

Studiamo un po ' di storia dello stile...Il noto maestro di Wing Chun, Dr

Leung Jan, di Foshan, ha scritto trelibri sullo stile. Questi libri sono statiscritti a mano e mai pubblicati (storianon provata). La verità è che nella storia di questo

sistema si afferma, senza ombra didubbio, che esiste una svolta riguardola fama del Wing Tsun alla comparsadel dottor Leung Jan. È quindi unriferimento innegabile che rappresentaun punto molto importante percercare di spiegar chiaramentel'argomento di oggi. Tra gli allievi del Dr. Leung Jan, ci

furono Chan Wah Shun (i l“cambiavalute”) e Leung Bik (il suofiglio), niente di più e niente di meno.Yip Man ha appreso il suo Wing

Tsun dal Maestro Chan Wah Shun(Foshan), ma per una coincidenza deldestino ha avuto un incontro fortuitocon Leung Bik che lo accettò comeallievo. Infatti, Yip Man ha avutol'onore di essere l'unico alunno diLeung Bik durante i suoi primi annia Hong Kong.Yip Man arrivò ad Hong

Kong a 15 anni, nel 1908,anno in cuii n c o n t r òLeung Bik edal qualedurante gli anniimparò tutte le raff inatezze e isegreti del Wing Chun Kuen.Nonostante, Yip Man si riferissesempre a Leung Bik come Si Pak(sorprendente al giorno d'oggi dovechi discute con il proprio sifu loinsulta e cerca immediatamente unaltro nuovo SIFU...)Leung Bik non aveva risorse

economiche e viveva quasi inpovertà ad Hong Kong. Di fattiabitava presso un parente e, amalapena, riusciva a mangiare.Preoccupato per il maestro e perla sua situazione, Yip Man loinvitò a vivere in casa sua,approfondendo senza dubbio,il loro legame per gli aspettimarziali e personali. LeungBik insegnò a Yip Man la suaarte fino al 1912. Durante questi

anni, Yip Man imparò l'intero sistemasotto la guida di Leung Bik e, sopratutto, lavorò dil igentemente equotidianamente per anni sugli aspettipiù sottili ed avanzati del sistema.Dopo la morte di Leung Bik, Yip Mantornò a Fatshan per aiutare i suoifratelli di Kung Fu condividendo conloro le profonde nozioni che avevaottenuto a Hong Kong. Ed èproprio a questo punto checominciaronono i problemi...Due INSEGNANTI che

avevano avuto lo

stesso MAESTRO nello STESSOSTILE, entrambi avevano STILIASSOLUTAMENTE DIVERSI. Diverseprospettive e situazioni vitali cherendevano evidenti le differenzeesistenti all'interno del Wing Tsun:Chan Wa Shun era un uomo conscarse nozioni culturali, grossolano,con conoscenze e modo di esprimersi

di un uomo comune. D'altra parte,Leung Bik, era un uomo istruito, isuoi ideali e i l modo dipraticare e mostrare losti le erano

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fortemente influenzati dalla filosofia. La sua conoscenza deiprincipi dell'arte era molto più profonda e altamente raffinata,molto superiore rispetto a quella che aveva il suo fratello minorenel Kung Fu: Chan Wa Shun.Sebbene Yip Man avesse imparato tanto da Chan Wa Shun

quanto da Leung Bik, pur dichiarando che il lignaggio di Leung Bikera molto più ampio, profondo e impressionante, Yip Man non

dichiarò mai Leung Bik come suo sifu. Yip Man capiva il rispetto chel'alunno deve avere per il suo maestro! Più di uno dovrebbe guardare inprofondità questa lezione di RISPETTO e di Kung Fu...

L'argomento di oggi ci pone in quel preciso momento storico: YipMan ritorna a Fatshan, e quando mostra le conoscenze imparate daLeung Bik (discendenza diretta di Leung Jan), i suoi compagni dipratica, fratelli maggiori di scuola e il resto della Comunità di Wing

Tsun di Fatshan si allarmano e dichiarano senzavergogna: ciò non è WING TSUN!

Non posso immaginare la profonda delusioneche il grande maestro ha provato quando,

cercando di migliorare il sistema, hamostrando gli aspetti più raffinati

di questo interessante stile,ed è stato ripreso dai

suoi compagni,per non averem a n t e n u t o

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una aspetto esteriore simile a quella che aveva imparato anni prima. Oggi accade lostesso. Guardiamo con attenzione: nonostante superasse tutti i suoi compagni

d'allenamento sia a livello tecnico che nel combattimento, la stragrande maggioranzadi loro continuava a indicare il G. M. Yip Man come un "traditore" dello stile, perché si

allenava e faceva cose diverse da quelle imparate dal suo sifu. Ma soprattutto,perchè praticava con un altro maestro benchè fosse della sua PROPRIASCUOLA, del suo PROPRIO STILE. Incredibile! Visuona familiare, vero?!! Beh... oggi accadelo stesso. La ciclicità...

Anni più tardi,quando gli chiesero

che cosa fosse o nonfosse il Wing Tsun , Yip Man

usò sagge parole che per mesintetizzano questo sistema e risolvono

qualsiasi dubbio. Egli ha detto: "Se èconforme ai principi, è Wing Tsun..." Iprincipi del Wing Tsun, spesso vengonorecitati ad alta voce dai praticanti di questosti le, ma raramente sono studiati inprofondità per la sua pratica:

1.- Se il cammino è libero avanza 2.- Al contatto con qualcosa, aderisci 3.- Se la forza è superiore alla tua, cedi…4.- Se retrocede... inseguilo.

Oggi vorrei invitare i praticanti di Wing Tsun a guardare con occhipiù profondi quello che fanno e ad evitare di giudicare lo stilepersonale di chiunque altro. Credo fermamente che questo sistemaabbia generato (e continui a farlo) eccezionali praticanti di artimarziali e che il semplice fatto che l'aspetto esteriore altrui siadifferente dal nostro non ci dia il “brevetto”. Inoltre, se guardiamo eriflettiamo bene, ci accorgeremo che, in molti casi, le persone cheeseguono movimenti che assomigliano al "Wing Tsun", in realtànon contengono nessun principio. Sono solo coreografie.

Si dice che chi dimentica il proprio passato, seppellisce il suofuturo. Guardiamo la storia di questo stile e molti dei problemiche stiamo affrontando oggi spariranno per megliocomprendere che l'unico modo per l'artista marziale è lapratica quotidiana. Che cosa fanno gli altri o il loro stilepersonale, poco dovrebbe preoccuparci in un'arte che èindividualista per definizione.

La grande ricchezza di questo stile ci permette diosservare stili personali così diversi come il mio sigung K.Kernspecht, il mio sifu Victor, il sifu Avcy Saly, il Sifu Emin,il Sifu Taso ed una lunga lista che, pur essendo moltodiversi in apparenza, sono tutti straordinari a livellomarziale. Perciò non dobbiamo mai giudicare nessuno perl'estetica di ciò che fa, ma dobbiamo vedere quantobuono c'è in ognuno di loro, cercando sempre di renderemigliore la nostra pratica individuale.

Mi aspetto che quest'articolo aiuti a comprenderemeglio questo sistema.

41

WingTsun

" Oggi vorrei invitare i praticanti diWing Tsun a guardare con occhi piùprofondi quello che fanno ed evitare

giudicare lo stile personale dichiunque altro."

Page 46: Febrero Italia

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Page 47: Febrero Italia

In occasione del 100º anniversario della nascita di ImiLichtenfeld, Yaron Lichtenstein, massimo grado nelmondo di Krav Maga e certificato come 9º dan dallo

stesso Imi, ha deciso di intraprendere un ampioprogetto in memoria del creatore: trattare il

programma originale ufficiale di CinturaBlu, come appare nel manuale emessoda Imi nel 1971, in una serie di 6 DVD.L'intera essenza del sistema, sia nel

suo aspetto fisico che mentale,appare nel livello di Cintura Blu: ilpiù alto livello che lo studentepuò raggiungere. In questa

serie, e con l'aiuto di suo figlioRotem, Gran Maestro Yaron cispiega in dettaglio tutte ledifese contro gli attacchi

frontali a mano nuda, controcalci, esercizi speciali,

attaccanti diversi, esercizi persituazioni di strangolamento opresa, tutte le difese contro gliattacchi bastone, coltello e

pistola, coltello contro coltello, e,infine, gli esercizi più avanzati del

programma: difesa contro il fucile conla baionetta e le sue varianti. Un lavoro

che vi permetterà di capire la grandezza dellacreazione di Imi, la grandezza del Krav Maga comearte marziale di autodifesa. Questo volume 4 è

principalmente dedicato alla difesa contro gli attacchi concoltello, che per molti è la paura più profonda. In questolavoro, il Gran Maestro Yaron ci insegna il modo di Imi di

risolvere con successo questo tipo di problemi.

(Disponibile in spagnolo-inglese-francese)

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Aikijujutsu... Niente più in là del vuoto!...Diversamente dalle considerazioni precedenti in relazione al vuoto, questa si

riferisce alla forza attiva imminente. Analizziamo l'origine dell'aggettivo latinoVacuu, assolutamente vuoto; che non contiene assolutamente niente; Sos. masc.,spazio circoscritto senza materia; Fig, noia; tedio; rabbia; privazione; assenza;mancanza. In modo analogo, è il momento in cui ci sentiamo vulnerabilinell'Aikijujutsu.

Molti che sono stati frustrati nella pratica marziale, legata al concetto AIKI,capiscono che chi segue la disciplina della Via, quando trovacondizioni avverse, si trova di fronte al dubbio dell'esistere, di

se stesso, della forza in azione, della verità interiore, esteriore...Questo fa di Uke l'avversario più forte e potente: prigionieri delvuoto esaltiamo la parte esterna che è più evidente.

Attraverso la via delle antiche Arti Marziali, dotate di unaconoscenza mistica e invisibile, vedendo questo dubbio,certamente gli insegnanti direbbero: "Karma! Esperienza! "-ovviamente. Tuttavia, in esseri condizionati dal Karma, nessunasostanza immutabile si può trovare nella gioia come nellasofferenza, che sono anche risultato di azioni intenzionali

svolte nel passato. Il KI e la sua grandezza fortificano odebilitano coloro che gli permettono di agire in favore della

riflessione. Ciò significa per gli insegnanti più anziani, chedobbiamo accettare il destino con coraggio. Nel guadagno e

nella perdita, che ciascuno accetti il suo karma. Il cuore non sanulla degli aumenti né delle diminuzioni. Mi ricordo l'indicazionedi alcune parole: "Nella armonia silenziosa della Via, il vento delpiacere non mi riguarda. Questo significa accettare il Karma".

“Il KI e la suagrandezza fortificano odebilitano coloro che

gli permettono agire infavore dellariflessione.

Ciò significa che per gliinsegnanti più anzianidobbiamo accettare ildestino con coraggio.”

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"La nostra esistenza nel mondo è poco più di un lampo diluce tra due eternità di oscurità"

Vladimir Nabokov

Per il concetto AIKI, l'organizzazione di tante condizioninecessarie per lo sviluppo della vita non può essere statocasuale: la formazione dei pianeti, la radiazione solare, lapresenza di un'atmosfera, la sua adeguata composizionechimica, l'umidità, gli oceani, le terre emergenti, il calore, laluce, le sostanze uti l izzabil i al la portata dell'uomonell'ambiente, tutto dosato per rendere la vita possibile,evitando qualsiasi eccesso o deficit che l'avrebbe distrutta.È come se arrivassimo in un Dojo e osservassimo la nostracoscienza: in un primo momento tutto sarebbe caotico mada questo ne deriverebbe un ordine meraviglioso,costruendo ed edificando attraverso piani, l'esserebiologico che ora vediamo operare ed allo stesso tempoevolvere; un organismo fatto di parti comunicanti chevivono scambiandosi la materia nutritiva, combinandosi efondendosi in una sola vita. L'AIKI che tutti dicono esserel'interazione di pieno (Yu) e vuoto (Mu), favorisce solocoloro che si abbandonano ad esso. Così non puòassolutamente essere stata la casualità ad aver organizzatotutto ciò, né a permettere di utilizzarlo per produrre ilmiracolo della intercomunicazione umana.

“Dove c'è molto sentimento, c'èmolto dolore "

Leonardo da Vinci

La magia del dominio edell'alterazione della forza di Uke; ilcontrollo della sua energia e latrasformazione della sua interiorità... Noiintendiamo queste capacità poco significative edastratte; tuttavia, mi riferisco ai momenti in cui l'Uke cessadi essere Yang e diventa Yin - cessa di esercitare azione ediventa passivo.

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Diverse forme di Osae (immobilizzazione) e kansetsu (chiavi e torsioni)possono essere esempio di questo momento in cui l'asse di equlibrio del Tori sistabilizza ed inizia a dominare l'asse dell'Uke. JouRiki:

Jou - PurezzaRi - RagioneKi - Energia

È il fenomeno dell'eterna polarizzazione naturale delle energie Yin e Yang, chesi esprime nei cicli della dualità dell'armonia e del conflitto, dei problemi,

delle lotte stupide. È a questo punto che molte crisi si scatenano. È ilmomento in cui il mondo intorno a Tori e Uke diventa semplicementeMujô: impermanenza. Tale è il vero aspetto della vita e del mondo.

Tutti possiediamo questa forza, tuttavia dobbiamo riuscire apercepire questa relazione tra uno e l'altro; nel caso in cui non si

dispone di tale consapevolezza, essa non riesce a manifestarsi, e senon si concretizza, non possiamo rendercene conto.

In qualsiasi pratica marziale, ivari livelli di conoscenza

generati dall'evoluzionesi raggiungono in

base al t ipo di

"Tutti possiediamoquesta forza,

tuttavia dobbiamoriuscire a

percepire questarelazione tra

uno el'altro"

"Colui che sa quandocombattere e quando

non combattere mai perderàuna battaglia!"

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intelligenza ed al livello biologico conquistato dall'individuo.Per le forme superiori praticate nell'Aiki, i principianti sonocompletamente immaturi. Possono riceverle, impararle,ripeterle, averle in apparenza, ma la pratica di esse basatasolo sulla comprensione funziona appena per coloro che sene interessano. La conoscenza non si deve sovraporreall'esperienza, perché è una conseguenza di essa. Tuttipassiamo attraverso questa divisione, l'Hara matura, sievolve ad un livello di produzione di energia rivolgendosi apunti ed assi superiori. Trattandosi di una questione difrequenza, da questo punto di vista, logicamente il corpo ela mente favoriscono questa evoluzione e viceversa.

Involontariamente iniziamo ad emanare ed attirare altriframmenti che si trasformano in altrettante frequenzeenergetiche. La razionalità viene influenzata dall'astratto;questo è il punto che scopriamo; il punto che si dirige versoun nuovo centro impostato in una nuova direzione, unanuova vita, nuovi orizzonti! Forse lì si trova la spiegazionedel motivo per il quale molti insegnanti sono diretti versoaltre realtà.

Mentre l'Hara favorisce solo il corpo fisico, l'allenamentoe l'acquisizione di nuovi nozioni genera il piacere dellaconquista; man mano che questo centro si trasforma,passa ad agire su un'altra dimensione interiore e ci porta a

comprendere in modo diverso lerealtà adiacenti che diventano piùevidenti.

Nel passato, credevo che la velocitàe la forza fossero gli attributi piùimportanti in un combattimento, oggi hocapito che possono essere considerate armiinvincibili, come constatano alcuni, solo in praticanticon menti preparate e con esperienza. In caso contrario,non può essere assicurata una sicura vittoria. Quandoconosciamo solo la forza e la velocità,possiamo essere vittime di un avversariopiù forte o più veloce.

"I vecchi guerrieri portano i piùgiovani in una trappola!"

Sun Tzu

D'altra parte, una menteinvecchiata dal tempo,sperimentata, è in grado diriconoscere il pericolo e difrenare le passioni come idesideri.

"Colui che sa quandocombattere e quando

non combattere, maiperderà unabattaglia!" Sun Tzu

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"Quando conosciamo solo la forza e la velocità,

possiamo essere vittime di unavversario più forte o più veloce."

"Una mente invecchiata daltempo, sperimentata,

è in grado di riconoscere ilpericolo e frenare le

passioni come i desideri."

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DVD Arti marziali

David Arama è il fondatore di Kapap eMMAOrganization, che combina i piùavanzati concetti di auto-difesa estrattidai programmi per le unità specialidell'esercito israeliano, con le tecniche diMMA applicate a scenari reali. In questoprimo lavoro, Arama condivide con noi lasua intensa esperienza di formazionecon le Forze di Difesa israeliane e anti-terrorismo, accompagnato da MaorBashan, istruttore capo di Krav Maga delGruppo Anti-terrorismo di Israele conuna lunga storia di formazione di membridegli Eserciti di tutto il mondo. Dalla suamano, studieremo in dettaglio tecnichedi disarmo di pistola, disarmo di coltello,l'arresto e il controllo degli individuiaggressivi, esercizi di formazione,esercizi di mentalizzazione e risposta, elavoro con lo Spikey, un nuovo edefficace strumento di difesa. Due espertidi primo piano per chi ama affrontare ladurezza del combattimento reale.

I cosiddetti "attacchi feroci" non sono gli attacchi puliti e diretti che disolito si allenano, ma quelli fatti da professionisti del combattimento di

strada. Loro sanno che le vittime si aspettanoi alcuni tipi di attacco,quindi modificano i loro movimenti rendendoli più brevi, sorprendentie letali. In questo nuovo DVD del maestro Alain Cohen studiamo ilmodo di fermarli con le nostre tecniche di Krav Maga: minacce conuna pistola nella parte posteriore, al collo, con le mani legate,strangolamenti, presa Doppia Nelson dal retro. varie situazioni diattacco e minaccia con un coltello quando l'individuo è moltovicino o siamo sul pavimento, le esecuzioni con un coltello o unapistola, attacchi da più aggressori ed esercizi di scorrevolezza per la

corretta applicazione di chiavi di braccio. Un lavoro che non cerca laqualità tecnica quanto l'efficacia, in quanto, in definitiva ci battiamo

per la nostra vita e il nostro obiettivo è che l'aggressore sia finalmentea terra e che noi possiamo fuggire.

Tutti i DVD prodotti da Budo International vengonoidentificati mediante un’etichetta olografica distintiva erealizzati in supporto DVD-5, formato MPEG-2 (mai VCD,DivX o simili). Allo stesso modo, sia le copertine che leserigrafie rispettano i più rigidi standard di qualità.

Se questo DVD non soddisfa questi requisiti e/o lacopertina non coincide con quella che vi mostriamo qui,si tratta di una copia pirata.

REF.: • PGRAP-2Proprio come il Judo, il BJJ o il Grappling sono

stati attualmente adottati come metodi diallenamento dalle Forze di Sicurezza di vari

paesi. Tutti questi sistemi, svilupati sulla base diproiezioni, controlli e finalizzazioni, oltre ad

avere dimostrato la loro efficacia, offrono anchela possibilità di attenersi ai precetti legali diridurre il rischio senza danneggiare. Questosecondo lavoro degli insegnanti Daniel ed

Eduardo Garcia si concentra su combinazionitecniche e tattiche del Grappling di polizia

contro attacchi indeterminati e casuali. Dalleloro mani, analizzeremo le applicazioni tecnichee tattiche della polizia combinate con l'uso della

dotazione personale: armi da fuoco, bastonedella polizia estensibile, Kubotan e manette

come elementi di immobilizzazione; recuperodella posizione da terra ad eretti e da in piedi a

terra, a seconda della situazione, el'adattamento. Spiegato in dettaglio dalle basi

del sistema, con uniformi e dotazione, per finirecon il soggetto ammanettato. Un lavoro senza

precedenti nei sistemi di intervento della polizia.

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€25,00 C/U

Budo international. netORDINALA A:

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Este DVD de primeros auxilios es una herramientaindispensable para todos los practicantes de ArtesMarciales que tarde o temprano se encuentran consituaciones en las que hay que “ayudar”. En cadaescuela en la que hay luchas, combates, osimplemente contacto físico duro ha habido algún

estudiante o instructor que ha sidogolpeado o ha sufrido alguna lesión.

Puede que hayan sido noqueados,que hayan tenido dificultades

respiratorias, calambresmusculares, mareos,nauseas, o cualquier otradolencia provocada por unentrenamiento lesivo. Los“accidentes” son reales yhay que subsanarloscuanto antes ya que ladisfunción causadapuede duplicar a laprovocada por un simpleaccidente. ¿No deberíaser esta informaciónobligatoria para todo“instructor” simplemente

para preservar la seguridad ybienestar de los estudiantes?

Este DVD es el primero de unaserie de trabajos a cargo del

Maestro Pantazi, centrados en el“otro lado” del Kyusho, ese lado que

presta atención a las ciencias de la “energía” dela salud y del bienestar, no sólo aplicables en el Dojo,sino también en el día a día con vuestros seresqueridos y la gente que nos rodea.

REF.: • KYUSHO19REF.: • KYUSHO19Tutti i DVD prodotti da Budo

International vengono identificatimediante un’etichetta olografica distintivae realizzati in supporto DVD-5, formato MPEG-2 (mai VCD, DivX osimili). Allo stesso modo, sia le copertineche le serigrafie rispettano i più rigidistandard di qualità.

Se questo DVD non soddisfa questirequisiti e/o la copertina non coincide conquella che vi mostriamo qui, si tratta diuna copia pirata.

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Kyusho (il punto vitale)dello sviluppo dell'energia.

"Prima di tutto bisogna sapere checosa è il punto vitale per l'energia

interna, non è qualcosa di magico omistico, è una realtà biologica e

universale."- Evan Pantazi

Il lavoro o sviluppo dell'energia è incorso da quando l'uomo hacominciato a svilupparsi. Le cultureantiche hanno creato metodi per losviluppo e la preparazione personalenon solo attraverso l'energia deglielementi naturali come il sole, maanche da ciò che emerge dalla terra edallo stesso corpo. Le culture antichenon solo sapevano utilizzare questeenergie naturali meglio dell'uomomoderno, ma non erano neanchecontaminate dalle energie elettronichee dalle numerose onde energeticheche abbiamo creato. Queste nuoveonde hanno distorto i nostri sensi e sisono rese responsabili di stress e altremalattie che soffriamo oggi. Mal'uomo antico non subiva questedistorsioni, e quindi era in grado di

sentire e di coltivare l'energia delcorpo per essere in armonia con ilmondo naturale.

Le testimonianze scritte di queitempi non sono molto abbondanti, lamaggior parte sono andate perse, marimangono alcune i l lustrazionidisegnate o scolpite nella pietra atestimoniare queste attività. Non èchiaro dove o quando abbiano avutoorigine o si siano organizzate questediscipline rese disponibil i per lesuccessive generazioni, ma ci sonoprove sulla pietra dell'esistenza delloYoga nell'epoca antica, leraffigurazioni più antiche delleposizioni scolpite risalgono all'anno3.000 aC circa.

Quindi partiamo in questo modocon il nostro tour del metodo Yogaper lo sviluppo energetico per poitornare all'antica Cina, la più grandeproduttrice di arti marziali che siconosca. In l inea di principio,dobbiamo metterlo in rapporto con learti marziali, in particolare quelle cheusano forme o sequenze dimovimenti preimpostate, dalmomento che molt i di questimovimenti derivano dalle anticheposizioni yoga. Da queste posizioni e

dalle sequenze di movimenti nascel'arte di coltivare l'energia e la fluidità,ognuna di esse ha un motivospecif ico e una inf luenza bio-meccanica. Dopo aver lavorato ogniposizione yoga e spiegato il valore e ilbeneficio energetico per il corpo diogni posizione, potremo cominciar alavorare l 'energia con i metodimoderni cinesi, svi luppando gl iesercizi e aggiungendo nozioni dif isica quantist ica per adattarecompletamente il sistema ai tempimoderni. Poi inseriremo loro nelle ArtiMarziali, nella la Salute, e anche nellanostra vita personale.

In tutte queste arti e pratiche cisono molte chiavi, dalle più semplicial le più complesse che ne sonoinerenti e simili. Queste chiavi nonsono limitate allo stile perché sonoprocessi anatomici che ci permettonodi essere a conoscenza dell'energiache fluisce in ogni individuo in gradidiversi. Questa energia è lastimolazione elettrica del cervello edel sistema nervoso ed è relativa allevibrazioni esterne o le manifestazionidell'energia intorno a noi.

Il Kyuso ha trasformato le vecchiepercezioni e dando una più profonda

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Punti Vitali Testo: Evan PantaziIstruttore di Yoga: Carolina Lino - Ponta Delgada, Azores

Foto: Tiago Pacheco Maia - Ponta Delgada, Azores

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comprensione, attraverso lo studio coordinato delle Arti, l'Anatomia e leScienze. La maggior parte di quelli che lavorano il corpo o praticano loyoga o le arti marziali, ragionano in termini di Chi, Ki o Prana. Glielettricisti, meccanici o ingegneri hanno molte altre definizioni di ciòche è energia. E per portare avanti questo discorso, gli scienziati, ifisici e gli astronomi, hanno già un'altra visione o definizione di ciòche è energia, della sua origine e di come si muove o vienetrasferita da un luogo o da un oggetto in una forma o in un altra.

Dobbiamo riconoscere e capire che una fonte o un tipo di energiache viene trasformata in un'altra forma di energia (ad esempioenergia elettrica che diventa calore), crea un'altra forma di energia(radiazione). Questo è vero in ogni manifestazione o creazione diessa. Ora, tutte queste energie, trasferimenti, generazioni econversioni, hanno un'unica radice che è l'essenza onucleo di tutta l'esistenza universale. Questa essenzasingolare è il punto vitale (Kyusho) dello sviluppoenergetico per la società moderna.

Un estratto dal mio secondo librosul tema (2005):

Elettricità corporeaPer studiare i l Kyusho in modo efficace è

necessario comprendere che il corpo è un sistemaelettrico, in cui il cervello è la fonte, la colonnavertebrale è l'interruttore, e i nervi periferici sono loschema dei cavi. Quando il cervello produce unimpulso elettrico viene inviato ai nervi spinali che allasua volta lo trasmettono al nervi periferici. Questoproduce lo stimolo che avvia la tensione muscolaree anche la funzionalità del supporto vitale internodegli stessi organi interni.

Una carica positiva deve avere una caricanegativa per essere efficace, perché le caricheopposte si attraggono e le cariche uguali sirespingono. Questo può essere facilmentedimostrato mettendo due car iche magnet icheinsieme, ad esempio, se si avvicinano due carichenegative o due positive, si forma un campo elettricoattorno ad esse e si respingono. Mentre se si mette lacarica positiva insieme a una negativa, entrambe lecariche si attraggono e si uniscono a formare unelemento compatto.

E questo ....Dopo aver compreso i l Chi, Ki, Prana, ecc., ora ci

concentriamo su come adattarlo alle arti marziali, alla guarigione,alla salute e ad altre applicazioni per la vita . Quando siamo ingrado di sentire il nostro campo elettromagnetico ed unire eattrarre i campi magnetici di altre persone, saremopronti a trovare un modo per muovere questocampo elettromagnetico, prima all'interno dinoi stessi, e poi negli altri.

Attraverso questi articoli, cercheremodi scoprire le chiavi per sbloccare ilvostro potenziale in questo campo. Viaiuteremo attraverso domande come: Losapevate che l' Hara non è il migliore o il piùefficace centro di energia? O che preservarel'energia non è la cosa migliore per la salute?

Quindi, inizieremo con lo Yoga eproseguiremo attraverso il Chi Kung fino araggiungere le forme delle antiche arti marziali. Questa conoscenza non èpubblica, ma Budo International ci ha permesso ancora una volta dimostrarla in queste serie che seguono, come abbiamo già fatto con il Kyusho-Jitsu o lotta con i punti vitali.

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6 DVD stupefacenti. Boxe per artisti marziali!Il miglior pacchetto di DVD sulla boxe mai realizzato!

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DVD Arti marziali

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La Naginata è un'arma tradizionale usata daiSamurai del Giappone feudale, simile a unalancia con una lama curva. La sua pratica èsimile a quella della Katana ed essendo piùcorta dello Yari, rende possibile l'esecuzionedi un maggior numero di attacchi e difese epuò essere manipolata in modo molto rapidoed efficace. In questo nuovo DVD, il MaestroAkeshi ci mostra nel dettaglio i 20 Kumidashidi Naginata e i 5 Kumidashi di Kihon, questiultimi per creare un ponte tra la Naginata e la

Katana e sottolineare le similitudini cheesistono tra di esse. Questi Kumidashi sonoeseguiti con Bokken che, a causa del suopeso, risveglia i muscoli sopiti, i quali

aiuteranno in modo decisivo ilcomportamento e l'evoluzione tecnica dientrambe le armi. La Naginata colloca gliallievi di Arti Marziali davanti a un nuovo

scenario di distanze, pesi e mobilità e il suostudio deve essere considerato prioritario pergli amanti del Kobujutsu, perché enfatizza lesensazioni, l'equilibrio e la forza, affinché

tutte siano gestite con fluidità.

Il Maestro Montana, insieme al suo team d'istrutori, ancora una volta cisorprende con questo DVD che mostra i concetti e le tecniche di basecon il Sarong da un punto di vista occidentale, ma senza dimenticare lesue radici indonesiane. In questo DVD si studia in diversi metodi dilavoro l'aspetto tradizionale, attraverso le tecniche di polizia e militariin un modo educativo, facile e conveniente con i passi da seguire, apartire delle modalità di presa, tecniche di gamba, mano vuota e unaparticolare attenzione sul disarmo di coltello e bastone, perfinalizzare con il Kerambit in simbiosi con il Sarong, collegandosicosì con il precedente lavoro sul coltello a doppio taglio indonesianoe filippino. Scopri la nobile arte del Sarong, abbigliamento e armainvisibile caratteristica in Indonesia e nelle Filippine, due delleinfluenze e pilastri del sistema MTS. Dopo aver appreso le sueapplicazioni, in generale, è possibile adattarlo al tuo stile personale,

ampliando la propria attività di ricerca e sviluppo, con una vasta gammadi possibilità. Con la pratica costante, il sarong entrerà a far parte del tuo

sistema in modo libero e intuitivo.

(Disponibile in spagnolo-inglese-francese)

Tutti i DVD prodotti da Budo In-ternational vengono identificati me-diante un’etichetta olografica di-stintiva e realizzati in supportoDVD-5, formato MPEG-2 (mai VCD,DivX o simili). Allo stesso modo, siale copertine che le serigrafie rispet-tano i più rigidi standard di qualità. Se questo DVD non soddisfa que-

sti requisiti e/o la copertina non co-incide con quella che vi mostriamoqui, si tratta di una copia pirata.

REF.: • KOVAR1Dave Kovar, consumato artista marziale e

Cintura Nera in 6 stili di Arti Marziali, possiedeun'esperienza di più di 30 anni in attività diinsegnamento. Professore di Kenpo, ebbe

l'occasione di imparare con alcuni dei migliori, ein qualità di Maestro di maestri fuori e dentro il

tatami ha sviluppato un metodo unico diinsegnamento che offre all'Istruttore la capacitàunica di aiutare gli allievi a migliorare le loro

abilità e ad aumentare la fiducia in se stessi, ladisciplina e il rispetto. Allenando differenti

sistemi, presto o tardi si giunge alla conclusioneche, al margine dei rituali e le tradizioni, nellaloro essenza, le Arti Marziali sono molto simili

tra loro, possono all'inizio approcciare le cose inmodo differente, ma generalmente giungonoalle stesse conclusioni. In questo modo usa ilKenpo come base per mescolare tecniche eteorie di altri sistemi, di fronte ad attacchi

basilari universali come punto di partenza. Inquesto DVD ci mostra le combinazioni di doppio

pugno, sequenze di difesa personaleprogressiva, "Kenpo 6" o esercizi interattivi concompagno e tecniche di punti di pressione. Unospirito indomito nella ricerca dell'eccellenza che

ha dato già magnifici frutti.

Budo international. net

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Grandi Lottatori

Medaglia d'oro alle Olimpiadi di Seoul 1988Campione del mondo dei pesi massimi

"Intervista esclusiva con uno dei grandidella boxe che ha osato con le MMA,

Medaglia d'Oro Olimpica, e con una carrierafavolosa, in occasione della presentazione

dei suoi 6 DVD per imparare la boxe"

Ray "Spietato" Mercer

Budo International: Parlaci un po' della tua vita e come hai deciso di produrre ques-ti DVD

Ray Mercer: Beh, sono stato campione olimpico di Seul1988, vincendo tutte i miei incontri con il KO. Sono stato ilprimo soldato a vincere una medaglia olimpica come partedel servizio attivo. Poi sono diventato pugile professionistae sono riuscito a vincere il campionato del mondo dei pesimassimi della Organizzazione Mondiale di Boxe WBO.Quando salivo sul ring ero sicuro che stavo per vincere per-ché portavo il mio amuleto di buona fortuna nello stivalesinistro. È un amuleto molto importante per me, l'ho avutosempre con me da quelle Olimpiadi, poi quando sonodiventato un professionista in WBO e sempre mi è andatamolto bene. Questo amuleto è importante anche perché miaiuta in tutti i momenti a non dimenticare chi sono e cosa hoottenuto. Sono stato l'ultimo heavyweight a vincere lamedaglia d'oro olimpica e sono stato il settimo pugile ame-ricano a vincere la medaglia d'oro olimpica. Credo pertantoche il mio potenziale parli per sé stesso e tutti quanti quelliche vedranno questa serie di DVD, sappiano che quello chec'è in essa è reale.

B.I.: Ti prego di parlarci ancora della tua vita e dellatua carriera pugilistica

R. M.: Sono nato a Jacksolville, in Florida, il 4 aprile 1961. La veritàè che ho avuto un'infanzia molto felice. Mio padre era un militare, miamadre era una casalinga e vivevamo tutti insieme, mia madre, mio

padre, mia nonna, le mie quattro sorelle ed io. Mi ricordo quandoavevo 6 anni, quello che facevo con i miei amici, quando gio-

cavamo e andavamo tutti insieme al candy store a compe-rare delle caramelle… Mi ricordo dei Natali e di tante altrecose felici legate a quel tempo. Quando avevo circa 9anni, mio padre tornò dal Vietnam, fu assegnato a unacaserma in Georgia, per cui ci siamo trasferiti lì. Mi èpiaciuto quel posto, mi ricordo tante cose positive, miricordo che andavo in bicicletta ed a nuotare con imiei amici. È stata un'infanzia molto felice. Mi ricordoalcuni scontri con le mie sorelle, specialmente con le

mie sorelle maggiori, e questo mi servì d'aiuto per poi

6 DVD stupefacenti. Boxe perartisti marziali!Il miglior pacchetto di DVD sullaboxe mai realizzato!

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sviluppare le mie abilità nella boxe.Quando avevo circa 15 anni, mio padrefu assegnato in Germania. Di quellaepoca mi ricordo i capelli afro, la discomusic e l'Istituto dove ho giocato a cal-cio, che a quel tempo era il mio sportpreferito. Giocavo a calcio e non facevonulla di pugilato, mi ricordo che la miasquadra è rimasta imbattuta per 2 anni.Poi siamo ritornati negli Stati Uniti, dovemi sono iscritto all'Accademia diRichmond e un paio di anni più tardi edopo di aver fatto alcuni piccoli lavorisenza importanza, mi arruolai nell'eser-cito. Ho amato essere nell'esercito. Lavita era dura, richiedeva molti sforzi,alzarsi presto, marciare, pulire, allenar-si…, era difficile, ma mi è piaciuto. Devo molto al mio periodo nell'eserci-

to. In quel periodo ero di stanza inGermania, ed è stato in quel paesedove mi sono avvicinato alla boxe e misono unito alla squadra, nella quale erol'unico peso massimo. Ho iniziato adallenarmi con la squadra, mi sono statiinsegnati i fondamentali dei colpi, delleposizioni, delle finte... tutto, e ben pres-to ho cominciato a combattere. Nellostesso anno in Germania ho partecipatoa 13 match e ho ottenuto un record di13 vittorie e 0 sconfitte, è stato un granmomento. Amavo la boxe e c'era unsacco di gente che amava venire avedermi combattere, ho imparato moltoe ho avuto alcuni grandi allenatori, alcu-ni di quegli allenatori erano per mecome figure paterne. Ho prestato atten-zione a tutto ciò che mi hanno detto, ho

a n c h eseguito iloro consi-

gli al di fuori dal ring, queste è una dellecose che mi ha reso campione.

B.I.: Qual è stato il tuo combatti-mento più difficile?

R.M: La mia lotta più dura fu controBert Cooper, un combattimento a 12rounds che mi lasciò molte conseguen-ze: ho subito un taglio nel labbro, feritemultiple in faccia, mi sono rotto alcunevene della mascella che mi ha fatto san-guinare molto. Mi ricordo un'immaginedel dopo match in cui Bert Cooper ed ioeravamo nell'infermeria curandoci leferite del combattimento. Mi ricordo chedue giorni dopo il match dovetti andarein ospedale perchè che mi sentivo moltodebole e avevo la febbre. Ero anchemolto disidratato a causa del combatti-mento e della dura preparazione: unastrategia che consisteva di cercare di

Grandi Lottatori

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restituire tre colpi per ognuno che incas-savo, dovetti sforzarmi molto per adem-pire tale strategia. Fu una lotta dura, rico-nosciuta come il match dell'anno.Stiamo parlando dell'anno 1990.

B.I.: Ci parli per favore di BertCooper, il tuo rivale di quella notte.

R.M.: Bert Cooper è stato un grandecombattente, un pugile molto duro, velo-ce e resistente. Potrebbe portare moltiganci di seguito senza problema. Eraanche un buon incassatore, io gli portaimolti colpi quella notte e lui sopportòmolto. Credo che il suo stile di combatti-mento fosse come quello di Joe Frazier.Che razza di lotta ho dovuto fare controlui! Per me è stato come i combattimentidi Mohammed Ali.

B.I.: Quale è stato il momento piùimportante nella tua carriera?

R.M.: Il titolo di campione di heavy-weight del mondo è stato molto impor-tante per me, ma io preferisco sicura-mente la Medaglia d'Oro alle Olimpiadi diSeoul. I Giochi Olimpici sono un eventoal quale tutti vogliono partecipare. Io eroun membro dell'esercito, rappresentavoil mio paese, in un primo momento nonpensavo che potrei vincere, ma mi sonoallenato molto duro, ho dato retta a tutti imiei allenatori e ho guadaganto la fiduciasufficiente per vincere. Quando guadag-ni una medaglia olimpica tutti si fissanosu di te, tutti gli occhi sono puntati suiGiochi Olimpici. Quando sono diventatoun professionista e sono riuscito a vince-re il campionato del mondo, fu moltobello ed emozionante, credevo con que-lla vittoria di avere tutto ciò che potevodesiderare, ma quello che ho sentitoquando ho vinto la Medaglia d'Oro alleOlimpiadi è incomparabile. È davveromeraviglioso andare alle Olimpiadi contutti gli atleti che rappresentano il tuopaese e ritornare con una medagliad'oro. Quando ero un bambino non face-vo la boxe e non avrei mai pensato difarla, ma vedendo alla TV il pugilato aiGiochi Olimpici pensavo di quanto gran-dioso fosse per i pugili che avevano gua-dagnato l'oro. E come tutti i bambini,sognavo di guadagnare una medagliad'oro in qualsiasi sport, e quel sogno si èfinalmente avverato. Ecco perché affer-mo che la medaglia d'oro è il più grandesucesso della mia carriera. E tutto ilmondo me lo ricorda.

B.I.: Qual è il tuo ricordo migliore diquell'evento?

R.M.: Il mio ricordo più bello è ilmomento in cui ero sul podio con lamedaglia d'oro appesa al collo, ascol-tando l'inno nazionale del mio paese.Stavo piangendo di emozione, anchemia madre, che assistette ai Giochi,piangeva ed anche mio padre sedutodavanti al televisore di casa stava pian-gendo. Tutti eravamo commossi, io affe-

rrai la medaglia per morderla e tuttequeste cose che si fanno quando siottiene una medaglia. Questo è il mioricordo migliore. Inoltre, il fatto che icoreani cercassero di intimidirci, sporti-vamente parlando, ha dato ancora piùvalore a quella vittoria. Essere sul podioai Giochi Olimpici ricevendo la medagliad'oro è qualcosa di indimenticabile.

B.I.: Quali pugili consideri che sonostati i più importanti nella storia diquesto sport?

R.M.: Penso che i migliori siano statiMohamed Ali, George Foreman e JoeFrazier. Sono stati i migliori pugili di tuttii tempi. Certo, ce ne sono stati altri moltoimportanti e molto buoni, ma penso chequesti siano davvero i migliori ed i piùimportanti in questo sport. Sono i pugiliai quali ho prestato attenzione in modospeciale; hanno avuto una grandeinfluenza su di me all'inizio della miacarriera pugilistica. Erano molto duri,potevano tranquillamente sopportare 15assalti e avrebbero sopportato di più sefosse stato necessario; portavano guan-ti più piccoli, erano più in forma e colpi-vano più forte. Quando parlo di boxe mivengono sempre in mente questi trepugili. George Foreman, Joe Frazier eMuhammad Ali. Però vorrei distaccarequest'ultimo: credo che Mohamed Ali siaal primo posto e poi George Foreman eJoe Frazier. Se dovessi mettere in evi-denza una caratteristica per ognuno diessi, sceglierei il gancio di Joe Frazier, lavelocità di Ali e la potenza di GeorgeForeman. Erano combattenti instancabi-li, combattevano fino alla fine e mai siarrendevano. In realtà penso che i com-battenti del giorno d'oggi perderebberose dovessero confrontarsi con loro, per-ché erano lottatori più forti, che combat-tevano in condizioni più severe.

B.I.: Che cosa pensi che sarebbesuccesso se avessi affrontare questicombattenti?

R.M.: Se dovessi combatere conloro, farei allenamenti più duri di quelliche faccio adesso per combatterecontro i pugili attuali. Se dovessiaffrontare Mohamed Ali, farei nellostesso modo che ha fatto Joe Frazier,esercitando una pressione tale da nonpermettergli usare il suo jab esplosivoe la sua velocità. Se dovessi combatte-re contro Joe Frazier, penso che sareb-be una guerra... Quest'uomo ha sem-pre applicato pressione ai suoi avver-sari, portanto pugni continuamente;sarebbe un match di potere contropotere, dovrei tentare di metterlo K.O.,altrimenti non potrei vincere mai. Sedovessi mettermi di fronte a GeorgeForeman, lavorerei soprattutto sullapotenza. Ma non per buttarlo giù diret-tamente, ma per esaurire la sua resis-tenza con colpi potenti, e allo stessotempo eserciterei il mio gioco digambe per eludere i suoi attacchi.

B.I.: Qual è la tua tecnica preferita?

R.M.: La mia tecnica preferita è il Jab,mi piace usare il jab per andare sempreavanti e mantenere la pressione sul mioavversario. Se io li premo è molto piùfacile che lui commetta un errore che miconsenta di metterlo K.O. o di restare invantaggio nel combattimento.

B.I.: Raccontaci qualche aneddotodivertente che ti è successo durantela tua vita pugilistica.

R.M.: C'era in un combattimento con-tro Tomy Morrison, è iniziato molto forte,mi ha attaccato come un leone, hacominciato a tirarmi pugni al corpo, nelsecondo colpo allo stomaco, ho tiratouna scoreggia. Io non me ne resi conto,continuò il combattimento e quandosuonò il campanello e ritornai al mioposto, la gente nel mio angolo rideva,l'avevano sentito e me lo dissero. So chenon è la prima volta che accade in unring, ma la verità è che in quel momentonon l'ho trovato così divertente, comun-que dopo tutto questo tempo, posso direche è stato l'aneddoto più divertente chemi sia accaduto in un match.

B.I.: Cos'è il meglio e il peggio diessere un pugile professionista?

R.M.: La cosa migliore circa essere unpugile professionista è che ti pagano perfare qualcosa che ti piace. E la cosa peg-giore è che ti picchiano. Beh, sul serio, ilmeglio è il riconoscimento del pubblico edegli appassionati. E la cosa peggiore èquando ti alleni duramente, prepariaccuratamente il combattimento, ti sfor-zi al massimo sul ring e alla fine delmatch i giudici decidono di dare la vitto-ria al rivale, questo è quello che mi piacedi meno.

B.I.: Contro chi ti sarebbe piaciutocombattere?

R.M.: Mi sarebbe piaciuto molto com-battere contro Mike Tyson, credo che siastato un pugile eccellente. In realtà stavoper combattere contro di lui, era già tuttopreparato, ma alla fine hanno deciso chedovevo combattere contro Lenox Lewis.

B.I.: Perché hai deciso di partecipa-re a gare K1 e MMA?

R.M.: Bene, ho capito che la miacarriera nella boxe stava per finire, maavevo ancora la forza e l'energia di con-tinuare a fare delle cose, perciò ho con-siderato questo tipo di sport comeun'occasione per continuare a mante-nermi attivo, e perché no, anche per con-tinuare a guadagnare soldi.

B.I.: Ti ringrazio molto per aver con-diviso le tue esperienze con noi e peraver collaborato con la nostra rivista.

R.M.: È stato un piacere.

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Grandi Lottatori

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Ref. 11210Armatura da Kendo.

Origine asiatica

Ref. 11220Armatura Kendo. Giappone.

Ref. 11160Hakama Giapponese.

Nero

Ref. 11170Hakamas. Japón. 100 %polyester. Azul

Ref. 11140Keikogi.

Giacca Blu Marine

Ref. 11109Hakama Nero

Ref. 11152Chaqueta de Aikido.

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10171Kimono

de Kobudo

Ref. 10816Kimono Tai Chi. Grigio

Ref. 10630Kung Fu filettato bianco

Ref. 10610Kung Fu rosso/nero. Cotone

Ref. 10650/51/52Giacca da Kung FuBlu, Nero, Rosso

Ref. 10671Pantalón de Kung Fu. Algodón

Ref. 10632Kung Fu saten negro

con ribete rojo

Ref. 10620Kung Fu Wu Shu. Cotone

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Allenamento. NeroRef. 10830

Kimono Tai Chi.Allenamento.

Bianco

Ref. 10821Pantalone Tai Chi Nero

Ref. 10815Kimono Tai Chi.

Avena

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Ref. 10611Chaqueta Kung Fu negra. Botones

Negros

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Ref. 10870Divisa bianca da Tai Chi con ricamo

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Ref. 10920Kimono Ninja. Nero.

Con rinforzi

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Allenamento. Arancio

Ref. 11230Borsa Armatura. Giappone

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Tessuto speciale Giappone

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Bottoni bianci. Bianca

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YOSEIKAN/SHIDOKAN

Ref. 11800

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Algodón

KUNG-FURef. 11231Tenugui (fascia)

TAICHI

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Bianco o Nero.320cm. x 8 cm.

Page 65: Febrero Italia

DVD Arti marziali

PrezzO:

€25,00

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F.: • S

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3R

EF.

: • I

DS

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In questo nuovo lavoro sul Sistema S.H.O.O.T., iprotagonisti indiscutibili sono i suoi istruttori, lepersone che dedicano la loro vita a insegnareS.H.O.O.T., che hanno avuto il coraggio di fare

l'importante passo di trasformare la loroVocazione nella loro Professione attuale e

dimostrare a tutto il mondo che si può viveredegnamente del mestiere di Istruttore di

autodifesa. In questo DVD, ogni Direttore delle 41Accademie di S.H.O.O.T. che esistono al giorno

d'oggi, ci insegna qualcuna sulle tecniche di lottadel Corso Basilare di S.H.O.O.T., esempi che

abbracciano tutte le aree del combattimento chesi eseguono contro un avversario disarmato,sempre sotto l'impostazione del più strettorealismo, dove spesso è stato provato questo

Sistema di lotta, attraverso la partecipazione deisuoi combattenti a Tornei Internazionali didifferenti sistemi di combattimento. Colpi,

proiezioni, lussazioni, strangolamentiassolutamente efficaci, però molto semplici daimparare e da applicare, mostrati da questi

sperimentati professionisti dell'insegnamento.

Chi ha detto che la lotta è pulita? Questo DVDsi concentra sull'applicazione dell'inganno perla sopravvivenza nelle strade. Un qualcosa chesolitamente la gente percepisce come “lottaresporco” è in realtà un arsenale di tecnicheestremamente pratiche in questo tipo di

situazioni, come sputare, mordere e pizzicare.Qui, la tua sopravvivenza dipende da quello chefarai per liberarti e cercare aiuto; è allora che ilmordere, lo sputare o il pizzicare, azioni naturalidella nostra vita quotidiana, possono salvarci da

una situazione di pericolo. Il Gran MaestroRobert L. New, 9° grado Kajukenbo, un'Arteleader della ricerca dell'efficacia al di là deilimiti degli stili, ci presenta questo lavoro

focalizzato sulla più pura efficienza pratica. Newha praticato diverse Arti come Kung-Fu,

Hapkido, Judo, Kendo, Kyokushinkai, Shorei-Ryu-Kenpo e Matsubayashi Ryu, tra le altre, eha allenato l'esercito e in particolare l'Unitàdelle Forze Speciali (1976-2009) in tattiche di

combattimento.

Le mentalità cambiano. I tipi di aggressione si evolvono, e l'immagine delleArti Marziali è ingrandita. Come risultato, il nostro Krav Maga, basato sullasemplicità, è "addolcito" da questi parametri, a rischio di un meticciatopiuttosto vantaggioso. Così si può trovare un Krav Maga con unatendenza Aikido, o pure mescolato con Kali Filippino. Tutto questo haun impatto positivo in quanto si tratta di un metodo "vivo". Tuttaviaquesto è l'elemento chiave che non deve essere dimenticato checonsentirà al Krav Maga di conservare la sua specificità: il Krav Magasi basa sulla "Phase One", un movimento di difesa ed attacco allostesso tempo, in una sola volta. La regola è semplice: nella strada, iltempo è contato e così i nostri movimenti, difatti, nel migliore dei casi,possiamo eseguire solo uno o due movimenti.Dunque il movimento di Phase One dovrebbe rimanere il più semplice

possibile, un riflesso istintivo o facilmente assimilabile. Krav Magaautentico, semplice, efficiente ed esplosivo, dalla mano di uno dei nomi

che suonano con più forza sul panorama internazionale della auto-difesa,sia in Europa che in America, Alain Cohen.

(Disponibile in spagnolo-inglese-francese)

Tutti i DVD prodotti da Budo International vengonoidentificati mediante un’etichetta olografica distintiva erealizzati in supporto DVD-5, formato MPEG-2 (mai VCD,DivX o simili). Allo stesso modo, sia le copertine che leserigrafie rispettano i più rigidi standard di qualità. Se questo DVD non soddisfa questi requisiti e/o la

copertina non coincide con quella che vi mostriamo qui,si tratta di una copia pirata.

REF.: • NEW1

Budo international. net

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Page 66: Febrero Italia

Le tecniche di contrattaccoSe c'è una caratteristica peculiare delle arti marziali filip-

pine, o meglio, di alcune delle sue aree, come per esempiol'Olisi o lo Stick, questa è la tecnicha di contrattacco. Ècome una partita a scacchi in cui tutti i sensi sono in allerta,in guardia, contando sulla risposta a una domanda, antici-pandoci e portando il nostro avversario di arrivare al puntodi essere catturato dalla nostra ragnatela.Il contrattacco fluisce senza pensare, mantenendo fluidità

costante e sensibilità sulla pelle, dove un ponte d'energia vieneazionato delle forze opposte, che diventano complementari.Che saggezza si trova in questi esercizi apparentemente core-ografici agli occhi del principiante, tutto perfettamente coordi-nato, controllato nei minimi dettagli in modo da non ferire ilnemico, a meno che non si desideri altrimenti! Da tutta questafluidità nasce un movimento improvviso che diventa un finale,dimostrando il controllo sulla materia, la potenza devastante diun bastone nelle mani di un “maestro eskrimador”.Non ci sono limiti per l'espressione personale, l'idee sco-

rrono con assoluta convinzione, senza essere state program-mate, così si stabilisce un dialogo di estrema ricchezza, consfumature sublimi, creando uno spettacolo impossibile daripetere; ogni movimento è unico, intrasferibile, che va inscena nel suo stesso momento, nasce e muore nel suoperiodo di massimo splendore come il fiore di sakura, risve-gliandoci alla vita consapevoli della fragilità del momento,della necessità di una continuità, sempre accompagnati dalleemozioni che sostengono il movimento. Il qui e l'ora sonorappresentati in un evento in cui l'osservatore diventa uncomplice in attesa del suo momento di gloria, di splendore,con la preziosa collaborazione del suo avversario-partner, ilponte che lo aiuterà a passare dall'altro lato, in cui la saggez-za aspetta a braccia aperte, per restituirlo più saggio al puntodi partenza, più vicino al Nirvana, riservato a qualche pochieletti, che con la sua aura illuminano la via da seguire.Dal punto di vista tecnico, la dinamica del movimento si

rende reale nell'attacco, la deviazione e il contrattacco senzainterruzione, a volte con uno schema fisso, contra ombreg-giata, pugno ombreggiato, di tre o cinque movimenti, e, tal-volta, in modo libero, aiutando l'avversario a non fallire, a nonperdere il ritmo; la sensibilità è fondamentale, come la velo-cità e gli spostamenti, i blocchi, le finte, le prese, risorse cheutilizzeremo a modo di azione-reazione, sia con armi che amano vuota. La somiglianza dei movimenti con il coltello,un bastone, oppure a mano vuota è travolgente; la diffe-renza è nella distanza o nelle sfumature di ogni arma, avolte colpiscono, a volte tagliano ... il coltello può esse-re più lungo o più corto, con una lama o con lamadoppia, ma i concetti rimangono lo stesso, non c'èbisogno di imparare a combattere specificamenteper ogni occasione.Conoscere gli angoli di attacco, insieme ai tipi di

blocco, il gioco di gambe e i movimenti basilarid'attacco e difesa, sarà sufficiente per cominciarea fluire, per imparare a muoversi sul campo usan-do al nostro vantaggio la conoscenza dei triango-li, rombi, cerchi, x, otto, croci, e tutto un simbolis-mo complesso che ci aiuta a interpretare e capireil come e il perché di ciascuna delle tecniche cheogni giorno impariamo dai nostri insegnanti.In breve, i contrattacchi sono risposte casuali

continue, prodotte da una semplice azione inizia-le, per reagire ed allargare se stessa in modoesponenziale senza limitazioni, con infinite pos-sibilità e risorse così ampie quanto la nostrapercezione ci possa permettere.Tutto questo ci porta alla difesa personale,

all'esecuzione sublime di una tecnica parti-colare o finale. La lotta reale non è sottopos-ta a regole, o pesi, o stili. È vero che la pra-tica di qualsiasi Arte Marziale con un aiu-

tante esperto nello stesso stile, rende grandi risultati, ma lavita reale è tutta un'altra storia, anche se è la stessa pratica(benché priva di onore e sostenuta dal tradimento e la rab-bia) dei nostri allenamenti, sebbene gli attacchi seguanodiversi modelli e le conseguenze siano sempre negative perentrambi le parti. In queste circostanze, la conoscenza delletecniche di contrattacco ci mostrerà durante il combatti-mento che non ci sono colpi sconosciuti. Riconosceremo illinguaggio universale che ci permetterà di interpretare e ris-pondere a un'azione inaspettata. Tentativi ed errori, questo deve essere il nostro slogan;

non è possibile vincere sempre, ma possiamodare il meglio di noi stessi in ogniminuto dell'allenamento, miglio-rando giorno dopo giorno,godendo di tutto ciò che civiene dato, ciò che non puòessere comprato, che ci fasentire bene senza pensa-re nel fallimento, nella vit-toria o la sconfitta; dopotutto, quante volte sicombatte nella vita...

Come dico sem-pre ai miei allievi:

"Io non insegno avincere, ma a con-vincere, soprattut-to noi stessi piut-tosto che gli altri."

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Page 69: Febrero Italia

na volta, durante uno deimiei primi viaggi inGiappone, negli anni '80,qualcuno mi ha disse:"Ryoichi Sasakawa non èun Ministro perché è pro-

prio lui che nomina e revoca i ministri".Nel 1995 il magnate giapponese Ryoichi

Sasakawa è morto all'età di 96, lasciandodietro di sé una vita dedicata alle sueconvinzioni politiche (con un livello diattività e potere insolitamente ombroso),agli affari, ad una filantropia globale pienadi lavori di beneficenza... ed al Karate, arteil cui spirito ha sempre mantenuto esviluppato, anche se non l'ha maipraticato fisicamente. Nel 1964 Sasakawaaveva sponsorizzato e "costretto" i grandimaestri del suo tempo, Hironori Ohtsuka,Masatoshi Nakayama, Kenei Mabuni,

Manzo Iwata e Gogen Yamaguchi, ariunirsi fra loro per la fondazione dellaFederazione Nazionale. Prima di allora, ilsuo attivismo politico lo aveva portato incarcere dopo la Seconda GuerraMondiale, dove aveva messo a punto ilmaggior successo della sua attività futura,scommesse su barche da regata.

Filantropo internazionale, Sasakawa haaiutato successivamente grandi causeattraverso l'Organizzazione Mondiale dellaSanità, Nazioni Unite, ecc... ed era diven-tato amico di personalità come il PapaGiovanni Paolo II, l'ex presidente america-no Jimmy Carter, re e principi, e molti altripersonaggi molto diversi ma sempre digrande rilevanza internazionale.

Nella sua vecchiaia e con i cambiamentipolitici avvenuti in Giappone, Ryoichi haperso forza e persino quelli che avevano

avuto paura di lui nel passato, hannoosato opporsi a un uomo già vecchio edebole inasprendo gli ultimi anni della suavita. Non vi parlerò delle avventure delbarone, dato che l'ho già fatto in molteoccasioni nella rivista Cintura Nera. Oggivorrei concentrarmi su suo figlio, Takeshi,erede della Federazione Giapponese diKarate (di cui è stato vice presidente peranni), che ha preso il posto da suo padrein un'organizzazione oggi, nel 2013,diversa, con altri obiettivi, altre persone,...ma anche con un potente Sasakawa inprima linea.

Takashi Sasakawa è nato il 5 ottobre1935, ha studiato alla Meiji University diTokyo, fino al 1956, quando ha lasciato isuoi studi per dedicarsi agli affari dellebarche da corsa che suo padre avevacominciato. Sempre strettamente legato

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Reportage

Takashi Sasakawa, 78 anni, è il presidente della Federazione di Karate in Giappone,una organizzazione che sponsorizza da dopo la morte di suo padre, il miliardarioRyoichi Sasakawa, nel 1995.Importante uomo politico per anni, deputato, persino Ministro!, Takashi Sasakawa

si è incontrato a Tokyo con Salvador Herraiz per mostrarci le loro opinioni sul karatee la sua scena.

PRESIDENTE DELLA FEDERAZIONE GIAPPONESE DI KARATETAKASHI SASAKAWA

"L'UOMO DI GRANDE POTERE"

Testo e Foto: Salvador Herráiz, 7º Dan de Karate (Tokio, Giappone)

U

Takashi Sasakawa, nel 2008, con il Maestro Keiichi Hasumi, 9º Dan Shotokan e Vicepresidente JKF, e Antonio Espinós, Presidente W.K.F.

Page 70: Febrero Italia

Reportage

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all'alta politica giapponese, è stato per moltianni all'interno del Partito DemocraticoLiberale. Pur non avendo ottenuto un buonrisultato nel 1972 e nel 1983, è stato eletto nel1986 dalla Prefettura di Gumma in qualità dimembro della Camera dei Rappresentantidella Dieta del Giappone - come viene chia-mata in Giappone la camera bassa - per la cuicarica è stato rieletto negli anni successivi.

Nel 1994, Takashi lascia il PDL e, insiemead altri membri del partito, si unisce alla for-mazione della Nuova Frontiera con la qualecollabora solo un paio d'anni prima di tornarea quella che fu la sua casa politica originale,diventando collaboratore del famosoHashimoto. L'esperienza della NuovaFrontiera è stato breve, il partito venne scioltonel 1997.

Nel 2001 il primo ministro del Giappone,Yoshiro Mori, nel suo gabinetto secondo,offre a Sasakawa il posto di Ministro dellaScienza e della Tecnologia, che ricopre perpochi mesi, in quanto Junichiro Koizumi pre-sto sostituirà Mori come capo del governo edarà a Koji Omi il posto di Sasakawa. Nel2003 Takashi è nominato Presidente delComitato del Bilancio alla Camera deiRappresentanti. Nel 2008, Sasakawa ricopreil posto di Presidente del Somuka, ilConsiglio Esecutivo del Partito Liberal-Democratico, una delle tre posizioni piùimportanti all'interno del partito, ma vienesostituito da Ryotaro Tanose pochi mesi piùtardi, quando Sassakawa perde il suo seggio.Da allora Takashi trascorre la maggior partedel suo tempo nella JKF.

Ho incontrato Takashi Sasakawa personal-mente qualche anno fa, nel corso di un torneonazionale di Karate giapponese. Mi è statopresentato da Shigeo Kurihara, 7 ° Dan diKarate (Shotokan), alunno allora della HoseiUniversity e Vice Presidente della FederazioneGiapponese di Karate. Poiché a quel tempoabbiamo lasciato la nostra conversazioneincompiuta, ora, qualche anno più tardi, è giun-to il momento di sedersi tranquillamente con luiper completare la sua visione sui diversi aspet-ti del Karate.

Abbiamo concordato di incontrarci allanuova sede del JKF in Daiba, quartiere in unazona di Tokyo Bay, dove Sasakawa ha recente-mente costruito un grande edificio con uffici dialto livello, camere confortevoli e due tatamimolto ampi.

Sono arrivato in un taxi guidato da unadonna pazza che mi ha raccontato di essereuna ballerina dilettante, e mi dava qualche yenquando qualche mia battuta la faceva ridere.Subito dopo è arrivato Sasakawa nella suafiammante Bentley bianca guidata da un auti-sta silenzioso.

Budo International: Come vede l'evoluzio-ne del Karate il suo massimo responsabilein Giappone?Takashi Sasakawa: Il Karate non è più giap-

ponese, è diventato mondiale, è qualcosa pertutti. Ho avuto la possibilità di incontrare gliantichi maestri. Le nuove generazioni hannobisogno di capire che l'Europa ha un grandepeso nel mondo e nel Karate. L'Europa ha moltipaesi diversi, grandi, piccoli ... ed una grandericchezza culturale.

B.I.: Qual è lo spirito e la filosofia delKarate moderno, secondo Lei?

T.S.: Non importa se si fa kata o se si fakumite. La base è la più importante. Non èneanche importante se i Karateka vincono operdono nel campionato. La cosa importanteè avere un buono spirito del Karate. Questodovrebbe essere importante per tutti e soprat-tutto per i bambini e i genitori. Lo sport è unaparte del Karate, ma questo da solo non è ilKarate. Per essere in grado di prosperare nelKarate è necessario che dietro le tecnichesportive vi sia una filosofia giusta. È importan-te mantenere un corpo sano e una conoscen-za dello spirito della armonia evitando l'ostilitàverso gli altri. Solo in questo modo si puòavere una vita piacevole.

B.I.: Evoluzione, pur mantenendo alcunivalori. Parole importanti, considerando cheprovengono da una persona la cui respon-sabilità è in primo luogo l'aspetto sportivodel Karate, dopo tutto, questo è il compitodelle federazioni, logicamente. Un durolavoro, vero? T. S.: Il Karate dovrebbe essere educativo.

Questo è la cosa più importante. Inizialmenteil Karate era un'arte marziale di autodifesacontro i nemici. Ma ora è un mezzo educativomolto efficace che espande la cultura attraver-so l'attività fisica sviluppando uno spirito ele-vato di cooperazione nella società. Il Karatedovrebbe sviluppare l'aspetto sportivo sullabase tecnica e della forza mentale. È un otti-mo modo per plasmare il carattere della per-sona. Penso che sia importante conoscere lastoria del Karate per riuscire a capire tutto ciòche è legato all'arte.

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In alto a sinistra.: Takashi Sasakawa,Shigeo Kurihara e Salvador Herráiz,Tokio, 2012.

Sopra: Nel Campionato per Bambiniin Giappone, due anni prima.

A sinistra: Sasakawa durante la fasefinale della sua tappa politica, con TaroAso e Hiroyuki Hosoda, nel 2009.

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B.I.: Ha lo stesso pensiero che aveva suo padre circail Karate?T.S.: Il Karate è stato vietato nel passato, poi è diventato

un sistema di autodifesa. Sento molto rispetto per la gentedi Okinawa che l'ha mantenuto e sviluppato. Io rispettoquelli che hanno dedicato il loro corpo e la loro mente allosviluppo del Karate, e quindi hanno contribuito alla pace nelmondo attraverso di esso. Non c'è prosperità nel mondosenza amore per la pace. Tutti dovremmo essere fratelli esorelle.

Questa ultima frase, che il suo padre Ryoichi proclamavaspesso, appare in calligrafia kanji scritta dal magnate ingrandi tratti su un dipinto di grosse dimensioni presentenella sala riunioni.

B.I.: Qual è la cosa più importante della sua filosofiadel Karate?T.S.: La cosa principale nelle arti marziali è il saluto, nel

cui profondo dovrebbe esserci un grazie dal cuore. InGiappone, il giorno di Capodanno si ringrazia il sole. Dopoun combattimento si saluta l'avversario come ringraziamen-to per averci mostrato i nostri punti deboli, i difetti ... e peraverci aiutato ad acquisire conoscenza, coraggio, pazienza.Quando si vive nell'abbondanza di beni materiali non sisente gratitudine per il sole, per l'acqua, per la vita quotidia-na. Chi sente gratitudine si prende cura delle altre persone.

Una questione interessante che chiedo a Sassakawa èperchè ci sono tanti maestri di Okinawa qualificati come 10°Dan da diverse organizzazioni, e non c'è nessuno nella JKF?

B.I.: Che cosa pensi di questa differenza di opinioneper quanto riguarda il 10 ° Dan?T.S.: In Okinawa ci sono diversi gruppi e tutti quanti con-

cedono ai loro capi il 10 ° dan. È diventata una tradizione... Kurihara sensei interviene nella conversazione per

aggiungere: “Nella JKF ci sono solo una manciata di 9 °Dan, ma non c'è un 10 ° Dan ", ma in quel momentoSasakawa interrompe dicendo ironicamente: “Ce n'è uno, ilPresidente: io!".

Of course! Tutti abbiamo annuito ridendo. Non sembranodare alcuna importanza a quello che fanno in Okinawa (le

cose in Okinawa sono così, e qui è diverso, semplicemen-te), ma so per certo che anche nell'isola del Karate stannoprendendo in considerazione di non concedere questogrado così allegramente, in alcuni casi. Alcuni dei principaliinsegnanti mi hanno parlato di questa preoccupazione epossibilità.

B.I.: Sembra che dopo tanti anni d'utilizzo del sistemaKata Shitei, questo sparirà nella competizione WKF. Checosa ne pensa? T.S.: Il sistema Kata Shitei è servito al suo scopo ragione-

volmente. In ballo ci sono cose diverse, come cha-cha-cha,ecc. Nel Karate, per esempio, c'è il kata Bassai, ma il pro-blema è che ci sono molti diversi Bassai. È impossibile pergli arbitri di conoscere tutto e quindi il sistema Shitei svolgeil suo ruolo. Ora, forse ci saranno alcuni cambiamenti inquesto, ma ... Inoltre, nel Karate è molto difficile capire cosasta succedendo e le cose stanno cambiando, sistemi, ban-diere, ...

Takashi pensa molto sulle questioni dell'arbitraggio e hatrascorso molte ore a guardare non solo tornei di Karate, maanche judo, ecc., per cercare di trarre alcune conclusioniche possano assistere gli agenti giapponesi responsabilidell'arbitraggio.

T.S.: È importante aumentare il livello tecnico degli arbitriper evitare gli errori che, purtroppo, si vedono ancora trop-po spesso.

Takashi Sasakawa è molto generoso, gentile, comprensi-vo e ben disposto, e sembra molto interessato ai miei scrit-ti, mostrando un'ammirazione che, logicamente, mi lusinga.Certamente che mi sento orgoglioso del fatto che, apparen-temente privo da qualsiasi impegno, Sasakawa guardi coninteresse, pagina per pagina, tutti i libri e le riviste che gli hoportato. Gliene sono molto grato. Non c'è miglior apprezza-mento per il tuo lavoro. Per te stesso...

T.S.: È molto importante avere libri che ci permettano dimantenere il patrimonio delle tradizioni.

Sasakawa è anche stupito nel vedere alcuni dati ed alcu-ne foto nei miei scritti che non conosceva. Il suo stupore è

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chiaro quando vede che io conosco benei dettagli e le complessità di Karate. Avolte, durante la nostra conversazione,Kurihara sensei e lui si guardano l'un l'al-tro come chiedendosi: "Ma ... come faquesto occidentale a sapere tante cose?”Hiroko Noguchi, la mia inestimabile amica,si è messa a dire scherzosamente:"Quando il JKF avrà bisogno di saperequalcosa ... dovrò chiamarti, Salva", com-mento che ci ha fatto ridere tutti.

Sfogliando uno dei miei libri, Sasakawaosserva che la prefazione è stata scritta daEspinos Antonio, che mi porta a chieder-gli:

B.I.: Ha incontrato Antonio Espinós?Che ne pensa circa il suo duro lavoro?T.S.: Antonio Espinós sta lavorando

molto per rendere il Karate uno sport olim-pico. Lo conosco ma non ho nessun rap-porto con lui. Mi è stato presentato daKeiichi Hasumi tempo fa, e ci siamo incon-trati qualche altra volta, ma non abbiamomantenuto un rapporto.

B.I.: E i Giochi Olimpici... si stannoavvicinando o allontanando per ilKarate?T.S.: Penso che ci sia una probabilità

del 90% che il Karate diventi uno sport

olimpico a Tokyo-2020, dato che ci sonoaltri sport minori che sono diventati olimpi-ci con meno meriti.

B.I.: Bene, per ora dobbiamo aspetta-re a che Tokyo, città candidata, riescaad essere scelta. Nel 2013, ilCampionato del Mondo WKF Cadetti eJunior si svolgerà in Spagna, nella miacittà natale, Guadalajara. Ha intenzionedi venire in Spagna per questo evento? T.S.: Se sono ancora vivo ci andrò ...” -

Mi risponde con un senso dell'umorismopiuttosto nero.

B.I.: Sicuro che sará vivo! La vedomolto bene. Allora ci incontreremo lì.Conosce già la Spagna? T.S.: Sono stato in Spagna qualche

anno fa. Ci siamo sbarcati durante unacrociera nel Mediterraneo con alcuna dellemie figlie e nipoti. Mia moglie è mortamolto tempo fa. Sono vedovo da 18 anni.Ho cinque figli. Dedico anima e corpo allaJKF, ma sono anche il presidente dellaFederazione di Karate di Tokyo.

B.I.: Vorrebbe aggiungere qualcos'al-tro?T.S.: È molto importante che gli inse-

gnanti di Karate trasmettano bene le loro

conoscenze dal momento che è una cosache faranno per tutta la vita. In altre attivi-tà o posti di lavoro, l'impegno è solo perqualche anno, ma nel Karate è per sem-pre, quindi è molto importante farlo edinsegnarlo in modo corretto.

Dopo la conversazione Sasakawa michiede:

T.S.: Avete qualche impegno per cena?Vorrei invitarvi.

Certo che mi piacerebbe ampliare note-volmente la conversazione, ma purtroppostasera devo recarmi al dojo Shotokan inKikukawa per ritrovarmi con MasamoroKoyama, un amico Karateka.

T.S.: Sarebbe una cena sul presto, maprima devo vedere se non ho altri impegni

Alla fine, il magnate non può venire a cenacon noi, comunque istruisce Hiroko Kurihara eNoguchi Sensei per portarci a festeggiare in unristorante elegante e tradizionale a Ginza, doveabbiamo trascorso diverse ore mangiando,bevendo e chiacchierando animatamente suargomenti diversi. Poi, fedeli all'impegno, andiamo a Kikukawa per incontrarci conMasamoro san.

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Intervista

Sasakawa e l'ex Vice Presidente JKF, signor Hasumi.

Page 74: Febrero Italia

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Page 75: Febrero Italia

La Lotta Libera è considerata la forma dicombattimento corpo a corpo più antica del mondo, èdiventato nel tempo uno sport olimpico. La maggiorparte dei lottatori professionisti di Vale Tudo o MMAhanno incorporato nel loro arsenale le tecniche dicombattimento della Lotta Libera e la suametodologia di allenamento. Ma avere la forza di unsollevatore di pesi in movimento non basta. La Lotta

stile-libero (detta anche lotta libera), unodei due stili di Lotta olimpica, è

infatti cambiato per quantoriguarda la tattica e la

strategia. È uno sportche, a causa della suacomplessità tecnica,dovrebbe essereiniziato a praticareda giovani, perché ilsuo modo continuodi manovrarerichiede un impegno

costante e benpianificato. Meto

Kodavok ha avutol'opportunità di allenarsi

con vere e proprie leggendedel Freestyle, è stato campione

della Bulgaria, ha vinto numerosemedaglie in vari tornei internazionali di Lotta e Samboed è un assiduo collaboratore della squadra spagnola. Questo video, nel quale partecipa Francesco Barcia,allenatore della selezione spagnola, è il primo di unaserie dedicata a una disciplina che richiede non solouna costante evoluzione della capacità e la resistenzafisica e tecnica, ma anche una grande forza di volontàmentale e morale.

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Page 76: Febrero Italia

IL TEMPO…

"Siamo viaggiatori in questo mondo... e andiamo incontro a noi stessi "

Il terzo desiderio di Alessandroprima di morire è stato: "Voglio che lemie mani ondeggino nel vento, inmodo che la gente possa vedere chesiamo venuti con le mani vuote e chece ne andiamo con le mani vuotequando abbiamo esaurito il tesoro piùprezioso: il tempo ".

Un amico mio (RIP) era solito dirmiche quello che più invidiava di me,era i l modo in cui gestivo i l miotempo. Lui era prigioniero dei suoimolti obblighi, che aveva contrattolungo la sua intera vita. Una grandeazienda con oltre 100 impiegati, unabella casa, una bella famiglia,problemi con l'alcol, il tabacco, ledonne e i debiti, molti debiti; tutto ciò,oltre ad aver sbagliato tante altrecose nella vita. Ma chi non hasbagliato, non una, ma molte voltenel corso della sua esistenza.Finalmente, il poveretto morì vittimadi se stesso, avendo perso tutto,perfino la salute. Un triste finale ...

Il mio grande e caro amico, allievoe rappresentante in Italia, MarcelloSpina, mi dice spesso: "Sensei, tuhai veramente capito cos'è la vita."Nessuno di loro due ha ragione al100%. La verità è che, come ogniessere umano comune, ho avutobisogno di un LUNGO TEMPO percominciare a capire chi sono,perché sono venuto e verso dovemi rivolgo. Lo so che ho ancorabisogno di tempo per migliorare inmolti aspetti della mia vita.. Graziea Dio oggi mi sono svegliato, e cosìriesco a vedere le opportunità chequesta nuova a lba mi off re per"migliorare".

"IL TEMPO" è il tesoro più preziosoche abbiamo, perché è limitato.

L'uomo è in grado di produrre piùdi soldi, più prosperità, più benessereo altro, ma non può produrre PIÙTEMPO.

Quando dedichiamo del tempo aduna persona gli diamo una parte dellanostra vita che non potremo mairecuperare; i l nostro tempo è lanostra vita. Ma nello stesso modo,questa persona condivide con noi ilsuo proprio tempo. I l tempo è i lmiglior regalo che si può dare aqualcuno. Di solito lo diamo allafamiglia che amiamo, o a un buonamico.

Tempo per generare, tempo pernascere, tempo per respirare e quindiesistere. Tempo per il nostro tirocinio,l'ammirazione, la contemplazione.Tempo per rif lettere. Tempo per

ridere, piangere, soffrire o esserefelice.

A volte vorremmo ritornare nelpassato, ma nel futuro vorremotornare più volte al presente. I lpassato deve essere riesaminato soloper ricordare le cose buone cheabbiamo fatto. Tutto ciò cherappresenta il dolore, il sacrificio, lasofferenza, gli errori, i danni causati aterzi, dovrebbe essere preso comeuna lezione per imparare a noncadere più negli stessi errori e pervergognarsi dei nostri fallimenti edelle nostre ingiustizie. Comunque,non fermarti. Pentiti, chiede perdonoe cerca di non cadere un'altra volta;ma non insistere a tornare a stadi delpassato che sono stati negativi.Ridondare sul negativo porterà piùnegatività alla nostra vita. Rallegrarsinei nostri successi significa entrarenei circoli positivi di prosperità,progresso e felicità.

Dicono che il tempo non è che lospazio tra i nostri ricordi. In ognicaso, bisogna riflettere, cari amici eamiche. Tutto nella nostra vita ruotaintorno al tempo. Nel corso della vitariusciamo a capire come fu preziosoil tempo che ci fu dato per la nostraesistenza. L'urgente necessità diavere il tempo per realizzare i nostrisogni, raggiungere i nostri obiettivi e,in tempi di crisi, avere i l temposufficiente a soddisfare le nostrenecessità immediate, per pagare inostri debiti, per dare protezione allanostra famiglia. Tempo che, in questi"tempi" recenti, né la banca né lagiustizia ci possono dare. Il numerodei disoccupati è al larmante, eallarmante non è che un eufemismo.Il numero degli sfratti è terribile, ladelinquenza sarà sempre in crescitase i signori politici, i banchieri, i ladri ei banditi in questo paese inparticolare, non si prendono il tempo

per restituire tutte le cose che hannopreso e che non appartengono loro.Ora pretendono che la gente delpopolo paghi per i loro misfatti,mentre gli tolgono il posto di lavoro, libuttano in mezzo alla strada e liferiscono nel più profondo delladignità umana. Nel corso del tempovisto che non gli viene concessotempo nè soluzioni, si formerà unesercito affamato, stanco, astioso epronto a privare di tempo e di fiato isuoi boia.

Si spera che finalmente riusciremoa capire che solo una persona ingrado di amarci con i nostri difetti,può renderci felici; che coloro che cioffrono la possibilità di combattere eavere successo, saranno meritevolidel nostro rispetto e gratitudine. Ilgoverno e le leggi di questo paesesono sbagliate. Come pretendonoche li rispettiamo quando ci fannosoffrire, ci stanno punendo etrascinandoci al la miseria piùassoluta? Datemi solo un posto dilavoro e nel corso del tempo, con ilmio sforzo e la mia volontàpagherò i miei debiti e riuscirò avivere degnamente presso i miei.Ma alla f ine, se continuate apicchiarmi, mi ribellerò contro tuttivoi e verrò a prendervi, branco dibanditi, senza scrupoli, dignità edonore.

Quale valore ha il tempo nellemani di qualcuno che ha persotutto? Cosa darebbe una personamorente sul letto di morte perottenere un po' più di tempo? Cos'è iltempo per colui che ha appena persoun caro?

Amici miei, mi rivolgo a tutti voi. Aquelli che vivono senza strettezze, aquelli che hanno paura ogni giornoperché sentono che il vostro futuro equello dei vostri figli è incerto, a quelliche non hanno un lavoro, a quelli cheoltre a non avere un lavoro, si trovanoa vivere sotto i l tetto dei proprigenitori, nonni, amici, in case diaccoglienza, nella macchina o nellacruda strada. Ricordate sempre cheuno dei più grandi patimenti ed unamorte terribile sono stati subiti da unuomo di nome Gesù di Nazareth.Forse con la sua morte è volutopresagire che cosa vuole dire nasceresulla Terra.

Quello che voglio trasmettervi èche, mentre siamo vivi abbiamotempo per pensare, tempo perriflettere, creare ed agire. Dopola morte non ci sarà più tempo.Almeno in questo piano fisico.Non abbiate paura, siate forti euscite del vostro tempo negativoper aprire le porte di un Tempodegno e ben meritato.

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Raúl Gutierrez

“Ridondare sulnegativo porterà

più negativitànella nostra vita.Rallegrarsi neinostri successisignifica entrarenei circoli positivi

di prosperità,progresso e felicità.”

Page 78: Febrero Italia

l Sistema del Choy Li Fut fondato nel1836 da Chan Heung, avendo le sueradici nel sud e nel nord della Cina,possiede un grande arsenalepugil istico. In questo articolo ciconcentreremo sulla descrizione dei

cinque diversi t ipi di pugno chepersonalizzano questo sistema.

L'origine di questi cinque tipi di pugno sitrova negli antichi monaci Shaolin del Sud edel Nord, come nei tre padri del Choy Li Fut: il

Monaco ChoyFok, il Gran Maestro di Shaolindel Sud, Li Yau San, e il famoso guerriero di

Shaolin del Sud, Chan Yuen Woo.Ogni gruppo di pugni inizia con movimenti

chiamati Hoi Jong o “mani aperte”. I movimenti HoiJong sono stati creati come segni d'identificazione

segreta tra i rivoluzionari del Choy Li Fut,durante il periodo della ribellione contro la

dinastia cinese.I movimenti Hoi Jong sono di molti

tipi, anche se ognuno ha il suo propriosignificato, ce ne sono tre che sono i

più popolari di tutti: l'Hoi Jongverticale, quello orizzontale e

quello f isso. L'Hoi Jongverticale è caratterizzato dalmovimento anteriore e

posteriore dei piedi. L'Hoi

I"Il pugno ha laforza e l'anima

possiede lasaggezza"

Page 79: Febrero Italia

Jong orizzontale muove non solo la parte posteriore,ma anche quella laterale, a forma di L. Il fisso rimane inuna posizione e utilizza solo movimenti della mano. Ilmodello Hoi Jong di posizione cinque ruote e di pugnocinque ruote sono la forma stazionaria.

Il primo pugno, che si attribuisce al Monaco ChoyFok, vienechiamato “Pugno del Leopardo” (a volte chiamato “Pugno delDrago Malvagio”). In questo tipo di pugno, le dita del praticantesono stese, sullo stesso piano della mano fino alla prima nocca epoi piegate in un pugno. Il pollice si posiziona lungo il dito indiceper maggiorare la fermezza.

Il secondo tipo proviene da Li Yau San. È un pugno chiuso nellaforma usuale, con il pollice posizionato sul dito indice e la falangepiegata in un angolo di 90 °.

Il terzo pugno deriva dal terzo padre del Choy Li Fut, Chan YuenWoo. Questo è il pugno classico dello Shaolin del Sud. Si formaun pugno normale e si appoggia il pollice ad angolo retto sulledita che rimangono chiuse.

Il quarto pugno è il più speciale, perché è stato creato dalmaestro fondatore. È simile al Pugno di Leopardo di Choy Fok,ma quello di Chan Heung mantiene il pollice sotto le punte delledita piegate, dove offre più supporto.

Il quinto tipo di pugno è conosciuto come “Pugno ad Occhiodi Fenice”. Si caratterizza perché in un pugno chiusonormalmente, il dito indice rimane allungato nello spazio tra ilpollice, che forma un angolo retto rispetto alle altre dita.

Ogni tipo di pugno definisce la personalità dell'insegnanteche lo ha creato e le origini di studio dei padri fondatori delChoy Li Fut. Questi pugni hanno anche varianti, a secondadelle cinque diverse traiettorie e delle zona da colpire.

Il pugno ha la forza e l'anima possiede la saggezza.

Scuola Shaolin Choy Li Futc/ Bélgica nº 11 localTel.: 976533296Zaragoza (Spagna)

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Colonna di Choi Li Fut

Le Cinque Radici dei pugni del CHOY LI FUT

Page 80: Febrero Italia

Quando siamo minacciati o aggrediti, l'autore portaspesso un'arma al fine di accrescere il livello diintimidazione, e questo ci costringe a essere attenti,preparati, così come a sviluppare una strategia per laprevenzione e la reazione ad affrontare in modo reale edefficace qualsiasi accenno di violenza. Oltre ad avere un

buon allenamento in qualche Arte Marziale osistema di difesa, si può sempre utilizzare

un qualsiasi oggetto quotidiano comearma improvvisata per essere pariall'aggressore. Jose Luis Montes,Master Internazionale di AutoDifesa, con 35 anni diesperienza nelle Arti Marzialie 25 anni nella PoliziaNazionale Spagnola, hariversato la sua conoscenzabasata su eventi reali, ilrisultato delle sue missioniinternazionali, in questolavoro che si compone dioltre sessanta serietecniche con oggetticomuni così diversi come:penne, ombrelli, riviste,chiavi, portachiavi, cartelle,carte di credito, telefonicellulari, cinture, scarpe, sedie,

zaini, giacche o pure una padella.Un sistema efficace di tecniche di

difesa personale che potrebbesalvare la nostra vita.

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Page 81: Febrero Italia

Wolf Extreme Defense è un sistema di difesa multi-forme istituito dal Maestro David Buisan, cintura nera6 ° Dan di Fushih Kenpo, ed istruttore di difesa perso-nale, che riflette la sua carriera marziale spalleggiatada due grandi maestri: Santiago Velilla del Karate eRaul Gutierrez del Kenpo. Un sistema efficace, sem-plice e veloce da imparare, poiché combina la versa-tilità del Kempo, la concentrazione del Karate, il Ju-

Jutsu, o gli spostamenti del Aikido, con letecniche ed il lavoro offensivo e

difensivo della Kick-Muay e dellaBoxe, il lavoro sull'energiainterna, e una particolareenfasi sugli aspetti psicolo-gici dell'autodifesa. Inquesto lavoro, il maestroBuisan ci presenta unarsenale completo ditecniche contro pugnidiretti e circolari;afferraggi al collo, albavero; afferraggifrontali, laterali eposteriori, ed un lavo-ro sull'anticipazione esui punti di pressione.Un eccellente esempiodi una generazione di

insegnanti che sviluppanola nuova difesa personale

del secolo XXI, sulla base del-l'innovazione, della semplicità e

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Page 82: Febrero Italia

l Tempio Shaolin è stato da sempre il simbo-lo delle arti marziali. Normalmente, associa-mo la parola Shaolin gioventù, energia e vita-lità. Molti dicono che il Kung Fu di Shaolin èesterno (waijiaquan), altri dicono che è comeun uragano che spazza la terra orientale,

nella sua storia più che millenaria non è mai scesodalla forza alla debolezza. 800-900 anni fa, il KungFu è arrivato in Giappone, Corea, e in tutta l'Asiameridionale, oggi ha viaggiato in tutto il mondo.Durante la dinastia Yuan, un maestro del

Tempio di Shaolin, di nome Fuju, ha unificato ilsistema di Taolu (forme) di Kung Fu; egli stessoha preso la sua azione come un esempio edancora oggi stiamo usando il suo sistema didatti-co. Oggigiorno esistono varie arti marziali prove-nienti da maestri che abbandonano i loro antena-ti e creano il loro proprio stile. Dobbiamo riconos-cere che, anche se molte arti marziali hanno unostile proprio, molti di esse sono state influenzatedallo stile di Shaolin.Nel Tempio di Shaolin non ci sono diverse

correnti. Se chiedete ai praticanti, vi diranno:“Pratichiamo lo Shaolin Gong Fu”. All'inizio, il

Gong Fu è stato un modo per risolvere il problemadella fatica dei monaci, per svegliarsi e incoraggia-re se stessi, ora ha messo radici nel nostro popoloe dal nostro paese è uscito nel mondo.Negli ultimi cento anni, il Tempio Shaolin ha

subito grandi cambiamenti. Nella sua lunga storiadi oltre 1500 anni, ha attraversato diversi periodidi onore e di vergogna, ma il tempio rimane lostesso.

La gente dice:

"La montagna Song Shan è un mistero, il KungFu di Shaolin è mistico."

Kung Fu è il prodotto del Buddhismo Chan (Zen).Chan (Zen) è tranquillo come l'acqua, il pugno diShaolin è forte come il fuoco, l'acqua e il fuoco benintegrati si completano a vicenda; attraverso la pra-tica del Chan (Zen) comprendiamo meglio il KungFu di Shaolin e attraverso il Kung Fu si sviluppa ilChan (Zen). Questo è ciò che gli artisti marzialidovrebbero veramente conoscere e imparare.Il Tempio Shaolin si trova ai piedi del monte Song

Shan, la camera Da Xiong del tempio si trova nelcentro di esso; se si cammina dalle quattro direzio-ni verso il centro, le distanze sono le stesse. Se siguarda dall'alto verso il basso, troviamo una figura

simile alla lettera “S” (Fiume Giallo) e paesaggi dellanatura intorno formano un modello di Bagua (YingYang). Diciamo che il Fiume Giallo è nostra madre,in quanto nutre il nostro paese e il Tempio diShaolin è come una culla: irradia energia, illumina ilpopolo, e porta la ricchezza culturale.Di fronte al tempio di Shaolin, ci sono cinque pic-

chi, ad ognuno è stato dato un nome: "campana,tamburo, spada, bandiera e sigillo". Nell'anticaCina, questi cinque oggetti non mancavano maiquando si andava in guerra. Dietro il tempio ci sonoaltri cinque picchi chiamati Wu Ru Feng, che signi-fica cinque seni. Questo nome rappresenta il senodella madre che ci nutre. Solo la natura avrebbepotuto costruire un posto così magico.Da quando il grande monaco Ba Tuo è venuto

dall'India e ha costruito il Tempio Shaolin, e ilmonaco Da Mo ha istituito e sviluppato ilBuddismo in Cina, fino alla dinastia Tang, si sonoverificati molti fatti importanti, come quandoShaolin ha salvato l'Imperatore Li Shi Ming, daallora in poi, il Tempio è diventato sempre piùfamoso. Nella dinastia Song, l'imperatore ZhaoKuang Yin studiò a Shaolin, e creò il suo stile "TaiZu Chang Quan", che ancora oggi i nostri monacicontinuano a praticare. Durante la dinastia Yuan,ci sono stati otto principi che hanno imparato ilKung Fu di Shaolin. Tante celebrità ed eroi sonousciti di Shaolin! E tanti hanno contribuito con illoro impegno e pure la loro stessa vita in guerraper proteggere il paese!Nel XX secolo, alla fine degli anni '80, i monaci

Shaolin hanno lasciato il paese per uscire nelmondo, facendo spettacoli di Kung Fu nella scenainternazionale. Questi spettacoli hanno tanto sor-preso gli stranieri che hanno gridato: Shaolin èfavoloso! Sembra un vento fresco che viene dalprofondo del bosco, misterioso e speciale, che rin-fresca il nostro cuore e piace alla nostra vista.Per permettere alla cultura Shaolin di continuare

ad esistere così da poterla trasmettere, è moltoimportante la Fede. Shaolin si sta risvegliando, sista evolvendo, abbiamo un'urgente bisogno di sal-vaguardare il suo patrimonio culturale. Dobbiamoanche affrontare le nuove esigenze delle persone emigliorare lo sviluppo di questa nuova società.Shaolin è un libro, un grosso libro, è un tesoro, un

dizionario sacro. Fino ad oggi, ogni volta che lo leg-giamo, anche se solo una piccola parte, ci aiuta. Èun enigma che per migliaia di anni i saggi hannostudiato e sviluppato per il bene del mondo.

Shaolin è in continua evoluzione.

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Traduzione dal cinese: Lin Yan y Bruno TombolatoFoto: Francisco Lemonnier

Website: www.shaolinspain.comFacebook: Shaolin.Cultural.Center.Spain

Passato, presente e futuro di ShaolinÈ un piacere speciale ed un onore avere regolarmente con noi, da ques-

to numero, la firma di un Maestro che è senza dubbio il volto vivente dellarisurrezione di Shaolin, amato e rispettato in tutto il mondo, un regalo ainostri lettori.

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Page 84: Febrero Italia

"Come posso insegnare alle persone a difendersi daattaccanti più forti o armati senza realizzare un corsodi formazione complicato? Potrebbe non essere pos-sibile o forse non consentito l'utilizzo delle armi, quin-di sarebbe necessario utilizzare oggetti di tutti i gior-

ni che abbiamo a portata di mano. "Conquesta premessa, Peter Weckauf ha

sviluppato un efficace sistema didifesa individuale e moderno

con tecniche avanzate,focalizzato sulla popolazio-ne civile, nonché sul perso-nale di sicurezza, sulledonne o sui gruppi proffe-sionali ad alto rischio.L'SDS Concept contienenon solo le tecnicheaggressive per la difesaradicale contro tutti i tipidi attacchi, ma offreanche una vasta gammadi tecniche di attacco,

come tecniche di immobi-lizzazione, tecniche di punti

di pressione contro la resi-stenza passiva, protezione a

terzi, e molto di più.

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