Favole e proverbi - · PDF fileLa tartaruga, nonostante sapesse che la cavalletta era...

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I.C. MORI Favole e proverbi DELLA CLASSE I B A.S. 2015 2016

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I.C. MORI

Favole

e proverbi DELLA CLASSE I B

A.S. 2015 2016

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PREMESSA

Lo sapevate che …

Piccolo ripasso delle caratteristiche della favola

La parola favola deriva dal verbo latino “fari” che significa parlare

perché inizialmente era un racconto orale, cioè trasmesso a voce.

I protagonisti sono molto spesso animali (pochi) che agiscono e parlano

come esseri umani e ne rappresentano i vizi e le virtù.

I personaggi sono in netto contrasto tra loro: uno rappresenta l’aspetto

negativo, l’altro quello positivo. I personaggi sono presentati

brevemente, spesso tramite aggettivi (furbo, saccente, povero, invidioso

…).

La favola è un testo breve che parte da una situazione iniziale, in cui

vengono indicati protagonisti, luoghi e circostanze della storia.

La morale è l’insegnamento che si ricava dalla favola. Può essere

esplicita se è espressa nel testo, se si trova scritta nella favola, all’inizio

o alla fine. Invece è detta implicita se è il lettore a doverla ricavare. Il

termine “morale” deriva dal latino “mores” e significa “costumi,

comportamenti”.

Il linguaggio usato è semplice, basato soprattutto sui dialoghi.

Le favole contengono poche descrizioni.

Tempo e luogo sono indeterminati.

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INDICE

P. 4 ---- La volpe ingorda, di Stella

P. 5 ---- La cavalletta e la tartaruga, di Giacomo

P. 6 ---- La volpe e le galline, di Damiano

p. 7 ---- Chi la fa l’aspetti, di Gabriel C.

p. 8 ---- Il pavone vanitoso, di Esperanza

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La volpe ingorda

favola di Stella

n una gelida giornata invernale, una volpe stava andando in cerca di cibo

quando vide un uccellino piccolo e magro. L’agile belva lo catturò con un

sol balzo, ma poco dopo pensò: “Sarà meglio che catturi anche altre prede,

altrimenti non avrò abbastanza cibo!”

Dopo pochi minuti il suo infallibile fiuto la condusse ad una cascina, dove

notò delle grosse pecore chiuse in un recinto, dei paffuti porcellini e ben

undici galline accovacciate su un trespolo. Improvvisamente esse iniziarono a

starnazzare perché avevano avvertito la presenza di un pericolo. Lasciato

cadere l’uccellino, la volpe, che già si stava assaporando il lauto banchetto, si

stava preparando a superare la recinzione per azzannare una di quelle

galline quando, ancor più velocemente di lei, il contadino impugnò il fucile,

prese la mira e sparò. La volpe, terrorizzata, riuscì a scappare appena in

tempo, ma dalla fretta dimenticò la piccola preda che aveva catturato in

precedenza. Fu così che se ne andò “a zampe vuote”, maledicendo tra sé e

sé la propria ingordigia.

Non accontentandosi infatti dell’uccellino, lo aveva lasciato con l’intenzione di

mangiare un pennuto ben più grande, rimanendo poi a digiuno: chi troppo

vuole, nulla stringe!

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La cavalletta e la tartaruga

favola di Giacomo

rano una volta una cavalletta e una tartaruga che erano grandi

amiche, ma da un po’ di tempo c’era una questione che metteva sul

filo del rasoio, ossia in pericolo, la loro amicizia: chi delle due fosse

più veloce.

La tartaruga, nonostante sapesse che la cavalletta era più veloce di lei,

organizzò un contest, cioè una sfida, per vedere chi avesse la meglio.

Si recarono nel bosco a mezzogiorno e, con un colpo di pigna lanciata da uno

scoiattolo contro la corteccia di un’enorme quercia, la gara iniziò.

Subito la cavalletta scattò avanti nel tragitto e pensò di avere la vittoria in

pugno. La tartaruga non si scoraggiò e diede il massimo di sé, cercando di

non perdere il ritmo. Nel mentre, la cavalletta, attratta dal tepore di un raggio

di sole che improvvisamente le si era parato davanti, si era arrampicata su un

albero per schiacciare un pisolino. Non rendendosi conto del tempo che

passava, valutò erroneamente che la tartaruga fosse ancora indietro. Quando

infatti si accorse che la tartaruga era avanzata di molto, scattò balzellando più

veloce che mai e … dopo aver saltato più forte che poteva, si ingarbugliò in

una ragnatela slogandosi le zampe e la tartaruga vinse la gara.

Alla fine le due creature tornarono amiche e la cavalletta capì che nella vita,

essere veloci, non è così importante, ma contano di più impegno e costanza,

e così imparò la lezione: chi va piano, va sano e va lontano!

C’

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La volpe e le galline

favola di Damiano

na notte d’estate, in un pollaio, mentre le galline stavano dormendo

una volpe entrò da un buco scavato nel suolo e se ne mangiò due. La

mattina seguente le altre galline videro per terra delle penne. In un

primo momento pensarono che una gallina si fosse fatta bella, ma poi

vedendo che mancavano all’appello due di loro, si misero a chiocciare:

“Co-co-cos’è successo? Dev’essere entrata una volpe, o una faìna. Povere

noi! Questo pollaio non è sicuro!”.

“Calme signore, calme”, disse la più anziana del gruppo, “dobbiamo

ragionare sul da farsi, co-co-concentriamoci per trovare un’idea”.

E un’altra esclamò: “Mettiamo le telecamere che ho inventato proprio io, eh,

co-co-co-sa ne dite?”

E le altre, starnazzando: “Ok, vai sì, facciamo co-co-così!”

La notte seguente le galline si nascosero in un angolo a guardare le riprese

delle telecamere installate su un lato del pollaio, sotto un’asticella sporgente,

e camuffate con un po’ di fogliame. Poco dopo la mezzanotte, videro una

sagoma di una volpe dirigersi verso di loro. Le galline non si persero d’animo,

presero un sacco di juta e, uscite dalla porticina sul retro, giunsero alle spalle

della volpe, la immobilizzarono con dei rami e la misero nel sacco. Dopo

averlo legato saldamente, buttarono il fagotto in mare. Non fece in tempo a

toccare il fondo che arrivò uno squalo e se lo mangiò in un baleno.

Le galline, che ancora stavano osservando la scena dalla scogliera,

chiocciarono: “Co-co-come non detto: chi la fa l’aspetti!”

E la più vecchia: “Ma co-co-cosa ci fa uno squalo da queste parti? Secondo

me ha sbagliato favola!”

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Chi la fa l’aspetti

favola di Gabriel C.

’era una volta, in una foresta, uno scoiattolo che dormiva

pacificamente sul suo noce ultracentenario.

All’improvviso arrivarono due pantere che si sdraiarono tra le radici

sporgenti di quel maestoso arbusto e, appisolatesi, iniziarono a russare

rumorosamente, disturbando il sonno dello scoiattolo. A quel ronfare

fastidioso infatti il piccolo roditore si svegliò e vedendo le due pantere si

imbestialì, prese la prima noce che trovò e la lanciò sulla testa di uno dei due

felini. Svegliatasi bruscamente, la pantera pensò che fosse stato il suo

compagno, e gli tirò una zampata in testa. A quel punto anche l’altro felino si

svegliò e cominciò a litigare.

Lo scoiattolo, vedendo quella scena, si mise a squittire e a ridere talmente

forte che alla fine anche le due pantere si accorsero della sua presenza.

Il roditore, pensando che fosse al sicuro sulle alte fronde del noce, rimase lì a

godersi lo spettacolo. Purtroppo non sapeva che le pantere potevano

arrampicarsi, e così accadde: le pantere risalirono lungo il tronco e si

mangiarono l’animaletto.

Questa favola vuol far capire che chi si comporta male con qualcuno, verrà

ripagato con la stessa moneta.

C

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Il pavone vanitoso

favola di Esperanza

n una fattoria un po’ dismessa gli animali avevano deciso di sistemare tutti

insieme lo steccato sostituendo delle assi marce. Avevano più volte

chiesto la collaborazione anche del pavone, il quale aveva sempre rifiutato

con la scusa che le sue preziosissime piume si sarebbero sporcate di fango.

“Chi si loda s’imbroda”, continuavano a gridare gli altri animali al pavone.

Nonostante queste parole, il maestoso uccello continuava a specchiarsi e a

rimirarsi nelle acque dello stagno rispondendo con fierezza: “Sono troppo

bello, sono semplicemente perfetto!”.

A dire il vero, un difetto ce l’aveva, e anche il pavone in fondo in fondo lo

conosceva, perché lo aveva notato più volte quando, andando a fare la

spesa, si lamentava tra sé e sé delle sue zampe troppo corte che non gli

permettevano di correre velocemente. Questo pensiero però non lo

preoccupava più di tanto perché, non appena arrivava davanti alle vetrine dei

negozi, ricominciava a specchiarsi e ad adularsi per il suo magnifico aspetto.

Un giorno un lupo affamato, sceso dalle montagne in cerca di cibo, raggiunse

proprio la fattoria in cui il pavone viveva con gli altri animali i quali, molto

velocemente, riuscirono a scappare. Il pavone, intento a guardarsi nelle

acque del laghetto, non si accorse di nulla. Solo quando anche l’immagine

del lupo si trovò riflessa nell’acqua, il pavone capì di essere in pericolo. Fu

così che il vanitoso volatile si mise a correre più che poteva dirigendosi verso

il boschetto, dove le radici affioranti degli alberi lo fecero inciampare.

Improvvisamente l’abbaiare del cane della fattoria fece scappare il lupo, che

smise così di inseguire il pennuto.

Il pavone cadendo si era rovinato le sue belle piume ma da quella tremenda

avventura preferì badare più agli altri che al suo aspetto esteriore.

I

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Dormo un po’,

tanto nelle favole

vince sempre la

tartaruga.