Favel marina 10

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NEWS! ~ NEWS! ~ NEWS! ~ NEWS! ~ NEWS! ~ NEWS! ~ NEWS! ~ NEWS! ~ NEWS! ~ NEWS! LIGHT COLLECTION BY FAVEL GROUP PRESENTA LE NEWS SERIE MARINA 2010 LA TRADIZIONE E LA CREATIVITÀ RESA PERFETTA DA 35 ANNI DI ESPERIENZA Il primo avvistamento del continente non può essere attribuito con precisione, diverse fon- ti riportano infatti che in un intervallo di pochi giorni tre persone diverse avvistarono il continen- te: Fabian Gottlieb von Bellingshausen (un ca- pitano della Marina Im- periale Russa), Edward Bransfield (un capitano della marina britannica) e Nathaniel Palmer (un cacciatore di foche statu- nitense). L’avvistamento di Bran- sfield risale presumi- bilmente al 27 gennaio 1820, tre giorni prima dell’avvistamento di Palmer. Il dato certo è che il 28 gennaio 1820 la spedizione guidata da Bellingshausen e Mi- chail Petrovic Lazarev raggiunse una posizione a circa 20 miglia (32 km) dall’Antartide e avvistò delle masse di ghiaccio. Il 30 gennaio Bransfield attraccò alla penisola di Trinity, il punto più set- tentrionale del continen- te, e vi sbarcò. La contesa sul primo avvistamento assume spesso toni un po’ campanilistici, può infatti benissimo essere possibile che il primo av- vistamento fu effettuato da qualche pescatore di balene; nell’arco tempo- rale fra il 1780 ed il 1892 infatti nei mari dell’An- tartide furono attivi circa 1100 pescherecci di di- verse nazionalità, mentre nello stesso periodo le spedizioni scientifiche ed esplorative furono solo 25. Nel 1821 von Bel- lingshausen effettua la se- conda circumnavigazione del continente dopo quel- la di Cook, nello stesso anno si ha il primo sbar- co ad opera del cacciato- re di foche statunitense John Davis e Nathaniel Palmer scopre le isole Orcadi Meridionali. Nel corso di due spedizioni, 1819 e 1822, lo scozzese James Weddell avvistò le isole Orcadi australi. Nel 1823 sbarcò sull’isola di Saddle dove individuò una nuova specie di foca (chiamata oggi foca di Weddell), nel febbraio dello stesso anno oltre- passò il parallelo dei 74° che chiamò Grande Ter- ra Meridionale. In pre- cedenza, nel corso della navigazione, aveva sco- perto la Terra di Luigi Filippo e l’Isola di Join- ville, sulla punta setten- trionale della Penisola Antartica. In seguito alla localizza- zione del Polo Nord ma- gnetico (1831) esplorato- ri e scienziati iniziarono la ricerca del Polo Sud magnetico. James Clark Ross ne localizzò la po- sizione approssimativa ma non fu in grado di raggiungerlo; individuò e descrisse anche la bar- riera di Ross, così chia- mata in suo onore. Ai monti Terror ed Erebus, sull’isola di Ross furono dati i nomi delle navi del- la spedizione di Ross. Alla fine del XIX secolo gran parte del pianeta era stato esplorato; l’unica area ancora intatta era l’Antartide di cui si co- noscevano solo tratti di costa. In occasione del 6° Congresso Internaziona- le di Geografia tenutosi a Londra nel 1895 si stabilì che l’esplorazione delle regioni antartiche avreb- be dovuto avere luogo entro la fine del secolo. Ci si attendeva inoltre che USA, Gran Bretagna FOTOGRAFIA DELLA BARCA A VELA USATA PER L’ESPLORAZIONE ATLANTICA NEL 1820 CAPITANO DELLA NAVE News Marina Gennaio 2010 MADE IN ITALY e un paese scandinavo organizzassero una gros- sa spedizione; grande fu quindi la sorpresa quan- do si seppe che la prima spedizione scientifica in Antartide sarebbe stata guidata da un belga. Nel 1897 una spedizione guidata dal tenente del- la marina belga Adrien de Gerlache e chiamata Belgian Antarctic Expe- dition (BelgAE) salpò da Anversa diretta in An- tartide. La spedizione, a bordo della nave Belgica era composta da persone di nazionalità diversa: lo zoologo romeno Emil Racovic, il geologo po- lacco Henryk Arctowski, l’astronomo belga Geor- ge Lecointe, diversi nor- vegesi fra i quali Roald Amundsen ed il medico statunitense Frederick Cook. Scopo della spedizione era l’esplorazione del Mare di Weddell e in seguito lo sbarco di tre persone a Terra Vittoria, dove avrebbero dovuto trascorrere l’inverno. Ini- zialmente la spedizione si svolse come da program- ma, fatta eccezione per la perdita di un uomo a cau- sa di una terribile tempe- sta il 22 di gennaio del 1898. Gerlache esplorò alcuni passaggi intorno alla Penisola Antartica, uno dei quali venne chia- mato stretto di Gerlache; furono disegnate le map- pe della costa e analizza- ta flora e fauna dell’area. Il comandante non seppe resistere alla tentazione di esplorare un passaggio verso sud, ma sfortuna- tamente, il 28 febbraio 1898, la nave rimase in- trappolata dai ghiacci nel mare di Bellingshausen e si liberò solo il 14 marzo del 1899, più di un anno dopo. Durante la lunga permanenza forzata sul continente diversi mem- bri del gruppo dettero se- gni di infermità mentale, sia per la durezza delle condizioni ambientali sia per le difficoltà linguisti- che all’interno del grup- po. Questa permanenza forzata, tuttavia, per la prima volta permise di acquisire dati invernali relativi al clima antarti- co. La prima spedizione che trascorse intenzio- nalmente l’inverno sul continente fu guidata dal norvegese Carsten Bor- chgrevink. La spedizione era finanziata da un edi- tore britannico, Sir Geor- ge Newnes. Nel febbraio del 1899 la Southern Cross, con a bordo 31 uomini e 90 cani da slitta, attraccò a Cape Adare, dove gli uomini costruirono due capanne prefabbricate, le prima strutture mai edificate sul continente. Nel capanno destinato al soggiorno (di 25 m²) Borchgrevnik trascorse l’inverno insie- me ad altri 9 uomini, uno dei quali perse la vita in seguito alle conseguenze dello scorbuto; della spe- dizione facevano parte anche 90 cani da slitta. La permanenza fu carat- terizzata da una serie di piccole sventure e di dis- sapori fra Borchgrevink e la componente scien- tifica della spedizione, amplificate dal fatto che Cape Adare si rivelò una localizzazione poco ido- nea a causa del costante maltempo che vi imper- versa. Il 28 gennaio 1900 la Southern Cross venne a recuperare gli uomini, ma Borchgrevnik decise di rimanere un altro poco per esplorare i dintorni; con le slitte raggiunse la latitudine di 78° 50° Sud, il punto più meridiona- le mai raggiunto fino a quel momento. Nell’ot- tobre del 1901 un geo- logo svedese, Otto Nor- denskiöld guidò la prima spedizione della Svezia, la Swedish Antarctic Expedition (SwedAE). Secondo i piani Nor- denskiöld e cinque mem- bri dell’equipaggio della nave Antarctic una volta sbarcati avrebbero dovu- to trascorrere l’inverno sull’isola Snow Hill poco al largo della Terra di Graham (Penisola Antar- tica), esplorando le isole dei dintorni e compiendo ricerche. La nave che nel frattempo era tornata alle isole Falkland, durante il viaggio di recupero degli scienziati ebbe un incidente. Tre uomini dell’equipaggio sbarca- rono per cercare di rag- giungere Nordenskiöld ed i suoi, ma poco dopo la nave fu distrutta dai ghiacci e affondò. L’equipaggio, a bordo delle scialuppe di salva- taggio, raggiunse l’isola Paulet dove trascorse l’inverno. Alla fine del 1903 una spedizione di soccorso argentina fu in grado di recuperare tutti i membri della spedizione e dell’equipaggio. Nel 1901 la nave Gauss 15° Sud, il punto più me- ridionale raggiunto fino a quel momento, inoltran- dosi in quello che chiamò mare di Giorgio IV (e che verrà in seguito chiamato mare di Weddell). Nel febbraio del 1831 il cac- ciatore di foche britanni- co John Biscoe avvistò terra dall’area dell’Oce- ano Indiano, e chiamò la zona Terra di Enderby, dal nome della azienda presso cui era occupato, la “Enderby Brothers”. Nel febbraio del 1839 un altro dipendente della stessa azienda, John Bal- leny, salpato dalla Nuova Zelanda, scoprì le isole Balleny. Nel gennaio del 1840 lo statunitense Charles Wilkes avvistò terra, nell’area che verrà chia- mata terra di Wilkes. Nello stesso mese il fran- cese Jules Dumont d’Ur- ville, partito nel 1838 da Tolone con l’obiettivo di identificare il polo sud magnetico, avvistò terra, le dette il nome di Terre Adélie in onore di sua moglie Adèle, ma non gli fu possibile sbarcare; sbarcò quindi su un’isola

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NEWS! ~ NEWS! ~ NEWS! ~ NEWS! ~ NEWS! ~ NEWS! ~ NEWS! ~ NEWS! ~ NEWS! ~ NEWS!LIGHT COLLECTION BY FAVEL GROUP PRESENTA LE NEWS SERIE MARINA 2010 LA TRADIZIONE E LA CREATIVITÀ RESA PERFETTA DA 35 ANNI DI ESPERIENZA

Il primo avvistamento del continente non può essere attribuito con precisione, diverse fon-ti riportano infatti che in un intervallo di pochi giorni tre persone diverse avvistarono il continen-te: Fabian Gottlieb von Bellingshausen (un ca-pitano della Marina Im-periale Russa), Edward Bransfield (un capitano della marina britannica) e Nathaniel Palmer (un cacciatore di foche statu-nitense).

L’avvistamento di Bran-sfield risale presumi-bilmente al 27 gennaio 1820, tre giorni prima dell’avvistamento di Palmer. Il dato certo è che il 28 gennaio 1820 la spedizione guidata da Bellingshausen e Mi-chail Petrovic Lazarev raggiunse una posizione a circa 20 miglia (32 km) dall’Antartide e avvistò delle masse di ghiaccio. Il 30 gennaio Bransfield attraccò alla penisola di Trinity, il punto più set-tentrionale del continen-te, e vi sbarcò. La contesa sul primo avvistamento assume spesso toni un po’ campanilistici, può infatti benissimo essere possibile che il primo av-vistamento fu effettuato da qualche pescatore di balene; nell’arco tempo-rale fra il 1780 ed il 1892 infatti nei mari dell’An-tartide furono attivi circa 1100 pescherecci di di-verse nazionalità, mentre nello stesso periodo le spedizioni scientifiche ed esplorative furono solo 25.

Nel 1821 von Bel-lingshausen effettua la se-conda circumnavigazione del continente dopo quel-la di Cook, nello stesso anno si ha il primo sbar-co ad opera del cacciato-re di foche statunitense John Davis e Nathaniel Palmer scopre le isole Orcadi Meridionali. Nel corso di due spedizioni, 1819 e 1822, lo scozzese James Weddell avvistò le isole Orcadi australi. Nel 1823 sbarcò sull’isola di Saddle dove individuò una nuova specie di foca (chiamata oggi foca di Weddell), nel febbraio dello stesso anno oltre-passò il parallelo dei 74°

che chiamò Grande Ter-ra Meridionale. In pre-cedenza, nel corso della navigazione, aveva sco-perto la Terra di Luigi Filippo e l’Isola di Join-ville, sulla punta setten-trionale della Penisola Antartica.

In seguito alla localizza-zione del Polo Nord ma-gnetico (1831) esplorato-ri e scienziati iniziarono la ricerca del Polo Sud magnetico. James Clark Ross ne localizzò la po-sizione approssimativa ma non fu in grado di raggiungerlo; individuò e descrisse anche la bar-riera di Ross, così chia-mata in suo onore. Ai monti Terror ed Erebus, sull’isola di Ross furono dati i nomi delle navi del-la spedizione di Ross.

Alla fine del XIX secolo gran parte del pianeta era stato esplorato; l’unica area ancora intatta era l’Antartide di cui si co-noscevano solo tratti di costa. In occasione del 6° Congresso Internaziona-le di Geografia tenutosi a Londra nel 1895 si stabilì che l’esplorazione delle regioni antartiche avreb-be dovuto avere luogo entro la fine del secolo. Ci si attendeva inoltre che USA, Gran Bretagna

FOTOGRAFIA DELLA BARCA A VELA USATA PER L’ESPLORAZIONE ATLANTICA NEL 1820

CAPITANO DELLA NAVE

News Marina Gennaio 2010 MADE IN ITALY

e un paese scandinavo organizzassero una gros-sa spedizione; grande fu quindi la sorpresa quan-do si seppe che la prima spedizione scientifica in Antartide sarebbe stata guidata da un belga.Nel 1897 una spedizione guidata dal tenente del-la marina belga Adrien de Gerlache e chiamata Belgian Antarctic Expe-dition (BelgAE) salpò da Anversa diretta in An-tartide. La spedizione, a bordo della nave Belgica era composta da persone di nazionalità diversa: lo zoologo romeno Emil Racovic, il geologo po-lacco Henryk Arctowski, l’astronomo belga Geor-ge Lecointe, diversi nor-vegesi fra i quali Roald Amundsen ed il medico statunitense Frederick Cook.Scopo della spedizione era l’esplorazione del Mare di Weddell e in seguito lo sbarco di tre persone a Terra Vittoria, dove avrebbero dovuto trascorrere l’inverno. Ini-zialmente la spedizione si svolse come da program-ma, fatta eccezione per la perdita di un uomo a cau-sa di una terribile tempe-sta il 22 di gennaio del 1898. Gerlache esplorò alcuni passaggi intorno alla Penisola Antartica,

uno dei quali venne chia-mato stretto di Gerlache; furono disegnate le map-pe della costa e analizza-ta flora e fauna dell’area.

Il comandante non seppe resistere alla tentazione di esplorare un passaggio verso sud, ma sfortuna-tamente, il 28 febbraio 1898, la nave rimase in-trappolata dai ghiacci nel mare di Bellingshausen e si liberò solo il 14 marzo del 1899, più di un anno dopo. Durante la lunga permanenza forzata sul continente diversi mem-bri del gruppo dettero se-gni di infermità mentale, sia per la durezza delle condizioni ambientali sia per le difficoltà linguisti-che all’interno del grup-po. Questa permanenza forzata, tuttavia, per la prima volta permise di acquisire dati invernali relativi al clima antarti-co. La prima spedizione che trascorse intenzio-nalmente l’inverno sul continente fu guidata dal norvegese Carsten Bor-chgrevink. La spedizione era finanziata da un edi-tore britannico, Sir Geor-ge Newnes.

Nel febbraio del 1899 la Southern Cross, con a bordo 31 uomini e 90 cani da slitta, attraccò a Cape

Adare, dove gli uomini costruirono due capanne prefabbricate, le prima strutture mai edificate sul continente. Nel capanno destinato al soggiorno (di 25 m²) Borchgrevnik trascorse l’inverno insie-me ad altri 9 uomini, uno dei quali perse la vita in seguito alle conseguenze dello scorbuto; della spe-dizione facevano parte anche 90 cani da slitta.

La permanenza fu carat-terizzata da una serie di piccole sventure e di dis-sapori fra Borchgrevink e la componente scien-tifica della spedizione, amplificate dal fatto che Cape Adare si rivelò una localizzazione poco ido-nea a causa del costante maltempo che vi imper-versa. Il 28 gennaio 1900 la Southern Cross venne a recuperare gli uomini, ma Borchgrevnik decise di rimanere un altro poco per esplorare i dintorni; con le slitte raggiunse la latitudine di 78° 50° Sud, il punto più meridiona-le mai raggiunto fino a quel momento. Nell’ot-tobre del 1901 un geo-logo svedese, Otto Nor-denskiöld guidò la prima spedizione della Svezia, la Swedish Antarctic Expedition (SwedAE). Secondo i piani Nor-denskiöld e cinque mem-bri dell’equipaggio della nave Antarctic una volta sbarcati avrebbero dovu-to trascorrere l’inverno sull’isola Snow Hill poco al largo della Terra di Graham (Penisola Antar-tica), esplorando le isole dei dintorni e compiendo ricerche. La nave che nel frattempo era tornata alle isole Falkland, durante il viaggio di recupero degli scienziati ebbe un incidente. Tre uomini dell’equipaggio sbarca-rono per cercare di rag-giungere Nordenskiöld ed i suoi, ma poco dopo la nave fu distrutta dai ghiacci e affondò. L’equipaggio, a bordo delle scialuppe di salva-taggio, raggiunse l’isola Paulet dove trascorse l’inverno. Alla fine del 1903 una spedizione di soccorso argentina fu in grado di recuperare tutti i membri della spedizione e dell’equipaggio.Nel 1901 la nave Gauss

15° Sud, il punto più me-ridionale raggiunto fino a quel momento, inoltran-dosi in quello che chiamò mare di Giorgio IV (e che verrà in seguito chiamato mare di Weddell). Nel febbraio del 1831 il cac-ciatore di foche britanni-co John Biscoe avvistò terra dall’area dell’Oce-ano Indiano, e chiamò la zona Terra di Enderby, dal nome della azienda presso cui era occupato, la “Enderby Brothers”. Nel febbraio del 1839 un altro dipendente della stessa azienda, John Bal-

leny, salpato dalla Nuova Zelanda, scoprì le isole Balleny.Nel gennaio del 1840 lo statunitense Charles Wilkes avvistò terra, nell’area che verrà chia-mata terra di Wilkes. Nello stesso mese il fran-cese Jules Dumont d’Ur-ville, partito nel 1838 da Tolone con l’obiettivo di identificare il polo sud magnetico, avvistò terra, le dette il nome di Terre Adélie in onore di sua moglie Adèle, ma non gli fu possibile sbarcare; sbarcò quindi su un’isola

Page 2: Favel marina 10

Serie Old Map

4994/6S6x60W E27D 70cm H 130cm

5020/6S6x60W E27D 60cm H 130cm

5020/3S1x60W E27D 20cm H 130cm

5020/1A1x60W E14D 17cm Sp 23cm

4994/6S

5020/3S

5020/1S

5020/2A

5020/1A

5020/2A2x60W E14D 38cm Sp 23cm

5020/1S3x60W E27D 20cm H 130cm

Page 3: Favel marina 10

4994/1A1x60W E27D 35cm H 21cm

4994/1A

4994/LT1x60W E27D 40cm H 68cm

5020/PT1x100W E27D 40cm H 170cm

5020/L11x60W E27D 25cm H 47cm

5020/L14994/LT 5020/PT

Page 4: Favel marina 10

Serie Captain Andrey

4995/PL55x75W E27D cm H cm

4837/LT22x60W E27D 35cm H 21cm

4990/LT1x75W E27D 46cm Sp 23cm

4995/PL5

4837/LT24990/LT

Page 5: Favel marina 10

Serie Oblò

4999/608x40W E14D 60cm

4999/463x60W E27D 46cm

4999/60

4999/46

4999/80

4999/808x40W E14D 80cm

Page 6: Favel marina 10

Serie Dima’s

4993/33x75W E27D 80cm H 130cm

4993/66x75W E27D 80cm H 130cm

4989/1A1x75W E27H 40cm Sp 30cm

4989/LT1x75W E27D 23cm H 46cm

4993/3

4993/6

4989/LT 4989/1A

Page 7: Favel marina 10

L’esistenza di una vasta ter-ra emersa, la Terra Australis, posta a sud del pianeta con lo scopo di “riequilibrare” la massa delle terre dell’emisfe-ro settentrionale, è un’ipote-si che risale a diversi secoli fa. Secondo Aristotele l’esi-stenza di una zona fredda a nord del pianeta implicava l’esistenza di una zona al-trettanto fredda posta a sud. Il Polo Nord (Arktikos) era posto sotto la costellazione dell’Orsa Maggiore (il ter-mine greco arktos signifi ca orsa) e quindi la terra oppo-sta fu chiamata Antarktikos, Antartide. Diversi secoli dopo il ge-ografo greco Tolomeo di-segnò sulle sue mappe una vasta terra a meridione, all’altezza del 20° paralle-lo, chiamata Terra Incognita che descrisse come abitata da popoli ricchi; sfortunata-mente, secondo le conoscen-ze dell’epoca, una cintura di fuoco separava l’emisfero settentrionale da quello me-ridionale, rendendo inacces-sibili le parti a meridione. Nel Medioevo le ipotesi di esistenza di una terra a me-ridione furono rifi utate come blasfeme, dal momento che la concezione dominante del mondo piatto escludeva la possibilità dell’esistenza di una qualche terra “sull’altro lato”. Il primo attraversa-mento dell’Equatore si deve al navigatore portoghese Lopes Gonçalves nel 1473. All’inizio del XVI secolo il francese Binot Paulmier de Gonneville salpò da Hon-fl eur in Normandia diretto verso l’America. Rimasto in balia del vento andò alla deriva in direzione sud, rag-giungendo le coste di un pae-se sconosciuto che descrisse abitato da una popolazione ricca e felice. Tornato in pa-tria affermò di aver trovato la “grande terra Australe”, ma presumibilmente si trat-tava del Brasile.Nel 1578 la regina Elisabetta

I incaricò Francis Drake di cercare la Terra Incognita. Drake raggiunse Capo Horn, la parte meridionale della Terra del Fuoco dove scoprì il passaggio per il Pacifi co (il Canale di Drake), ma non trovò alcun continente sco-nosciuto.Nel 1642 l’olandese Abel Tasman salpò dal porto di Batavia alla ricerca del leg-gendario continente del sud. Nel corso della navigazione scoprì l’isola della Tasmania ed esplorò la costa occiden-tale della Nuova Zelanda.Ben presto il mondo occi-dentale, preso dalla crescita dei traffi ci commerciali da e verso l’Asia, perse l’in-teresse nei confronti della Terra Incognita. Nel 1675 il francese Antoine de la Ro-ché durante la navigazione da Lima all’Inghilterra andò alla deriva in una tempesta e scoprì la Georgia del Sud. Al ritorno raccontò di aver avvistato il continente me-ridionale, ma con ogni pro-babilità l’avvistamento ri-guardò i Clerke Rocks situati a circa 50 km a est sud-est della Georgia del Sud. Nel 1699 lo scienziato Edmond Halley intraprese una spedi-zione alla ricerca della Terra Australis Incognita, e suoi sono i primi avvistamenti re-gistrati di iceberg nell’emi-sfero australe. Il maltempo e i rischi di collisione con i ghiacci lo costrinsero però ad interrompere le ricerche ed a ritornare verso latitudini più settentrionali.Il primo navigatore a oltre-passare il 44° parallelo sud fu Jean Baptiste Charles Bouvet de Lozier il 10 di-cembre del 1738. Il 1 genna-io del 1739 avvistò terra, un enorme promontorio coperto di neve che ritenne parte di un continente e chiamò Capo della Circoncisione. In real-tà fu avvistata quella che in seguitò verrà chiamata Isola Bouvet. L’avvistamento suc-cessivo dell’isola risale al

NUOVA SERIE MARINA 2010 LIGHT COLLECTION BY FAVEL GROUP

1808, mentre il primo sbarco fu solo nel 1822.Nel gennaio del 1773 James Cook attraversò per primo il Circolo Polare Antartico. Due anni dopo, nel suo ter-zo viaggio, scoprì le Isole Sandwich meridionali. Cook circumnavigò il continente senza mai avvistare terra, ma le sue osservazioni sull’enor-me numero di foche e balene avvistate provocarono l’ar-rivo di numerose spedizioni di caccia. I cacciatori erano soprattutto originari del New England ed europei, ed a loro si deve la scoperta di nume-rose isole.Diversi secoli dopo il ge-ografo greco Tolomeo di-segnò sulle sue mappe una vasta terra a meridione, all’altezza del 20° paralle-lo, chiamata Terra Incognita che descrisse come abitata da popoli ricchi; sfortunata-mente, secondo le conoscen-ze dell’epoca, una cintura di fuoco separava l’emisfero settentrionale da quello me-

ridionale, rendendo inacces-sibili le parti a meridione. Nel Medioevo le ipotesi di esistenza di una terra a me-ridione furono rifi utate come blasfeme, dal momento che la concezione dominante del mondo piatto escludeva la possibilità dell’esistenza di una qualche terra “sull’altro lato”. Il primo attraversa-mento dell’Equatore si deve al navigatore portoghese Lopes Gonçalves nel 1473. All’inizio del XVI secolo il francese Binot Paulmier de Gonneville salpò da Hon-fl eur in Normandia diretto verso l’America. Rimasto in balia del vento andò alla deriva in direzione sud, rag-giungendo le coste di un pae-se sconosciuto che descrisse abitato da una popolazione ricca e felice. Tornato in pa-tria affermò di aver trovato la “grande terra Australe”, ma presumibilmente si trat-tava del Brasile.Nel 1578 la regina Elisabetta I incaricò Francis Drake di

cercare la Terra Incognita. Drake raggiunse Capo Horn, la parte meridionale della Terra del Fuoco dove scoprì il passaggio per il Pacifi co (il Canale di Drake), ma non trovò alcun continente sco-nosciuto.Nel 1642 l’olandese Abel Tasman salpò dal porto di Batavia alla ricerca del leg-gendario continente del sud. Nel corso della navigazione scoprì l’isola della Tasmania ed esplorò la costa occiden-tale della Nuova Zelanda.Ben presto il mondo occi-dentale, preso dalla crescita dei traffi ci commerciali da e verso l’Asia, perse l’in-teresse nei confronti della Terra Incognita. Nel 1675 il francese Antoine de la Ro-ché durante la navigazione da Lima all’Inghilterra andò alla deriva in una tempesta e scoprì la Georgia del Sud. Al ritorno raccontò di aver avvistato il continente me-ridionale, ma con ogni pro-babilità l’avvistamento ri-guardò i Clerke Rocks situati a circa 50 km a est sud-est della Georgia del Sud. Nel 1699 lo scienziato Edmond Halley intraprese una spedi-zione alla ricerca della Terra Australis Incognita, e suoi sono i primi avvistamenti re-gistrati di iceberg nell’emi-sfero australe. Il maltempo e i rischi di collisione con i ghiacci lo costrinsero però ad interrompere le ricerche ed a ritornare verso latitudini più settentrionali.Il primo navigatore a oltre-passare il 44° parallelo sud fu Jean Baptiste Charles Bouvet de Lozier il 10 di-cembre del 1738. Il 1 genna-io del 1739 avvistò terra, un enorme promontorio coperto di neve che ritenne parte di un continente e chiamò Capo della Circoncisione. In real-tà fu avvistata quella che in seguitò verrà chiamata Isola Bouvet. L’avvistamento suc-cessivo dell’isola risale al 1808, mentre il primo sbarco fu solo nel 1822.

Nel gennaio del 1773 James Cook attraversò per primo il Circolo Polare Antartico. Due anni dopo, nel suo ter-zo viaggio, scoprì le Isole Sandwich meridionali. Cook circumnavigò il continente senza mai avvistare terra, ma le sue osservazioni sull’enor-me numero di foche e balene avvistate provocarono l’ar-rivo di numerose spedizioni di caccia. I cacciatori erano soprattutto originari del New England ed europei, ed a loro si deve la scoperta di nume-rose isole.L’esistenza di una vasta ter-ra emersa, la Terra Australis, posta a sud del pianeta con lo scopo di “riequilibrare” la massa delle terre dell’emisfe-ro settentrionale, è un’ipote-si che risale a diversi secoli fa. Secondo Aristotele l’esi-stenza di una zona fredda a nord del pianeta implicava l’esistenza di una zona al-trettanto fredda posta a sud. Il Polo Nord (Arktikos) era posto sotto la costellazione dell’Orsa Maggiore (il ter-mine greco arktos signifi ca orsa) e quindi la terra oppo-sta fu chiamata Antarktikos, Antartide. Diversi secoli dopo il geo-grafo greco Tolomeo disegnò sulle sue mappe una vasta terra a meridione, all’altezza del 20° parallelo, chiamata Terra Incognita che descrisse come abitata da popoli ric-chi; sfortunatamente, secon-do le conoscenze dell’epoca, una cintura di fuoco separa-va l’emisfero settentrionale da quello meridionale, ren-dendo inaccessibili le parti a meridione. Nel Medioevo le ipotesi di esistenza di una terra a meridione furono ri-fi utate come blasfeme, dal momento che la concezione dominante del mondo piat-to escludeva la possibilità dell’esistenza di una qual-che terra “sull’altro lato”. Il primo attraversamento dell’Equatore si deve al na-vigatore portoghese Lopes Gonçalves nel 1473.

Page 8: Favel marina 10

Serie Meridian

4838/LT1x60W E27D 40cm H 75cm

4838/1A1x60W E27D 38cm Sp 23cm

4838/1A

4838/LT

Page 9: Favel marina 10

Serie Indiana

4823/2A2x60W E14D 33cm Sp 15cm

4823/1A1x60W E14D 33cm Sp 15cm

4823/2A

4823/1A

Page 10: Favel marina 10

Serie Victoria

4991/3S3x60W E27D 52cm H 85cm

4991/3S

4689/1SM

4689/1SG3x60W E27D 40cm H 80cm

4689/1SP3x60W E27D 22cm H 70cm

4689/1SM3x60W E27D 32cm H 75cm

Page 11: Favel marina 10

Serie Batavia

4689/PLP1x75W E27D 22cm H 38cm

4666/PLP1x75W E27D 22cm H 38cm

4666/PLP

4689/PLP

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IL BRIGANTINO ESPLORATORE NAVE AMMIRAGLIA DEL CAPITANO

NEWS MARINA 2010 BY FAVEL GROUP

salpò dal porto di Kiel con a bordo una spedi-zione guidata dal geo-logo tedesco Erich von Drygalski, l’obiettivo della spedizione era quel-lo di esplorare la zona del continente a sud delle isole Kerguelen. La nave rimase incastrata nei ghiacci, nonostante ciò gli scienziati effettuarono numerose scoperte (fra le quali il monte Gauss – o Gaussberg), effettuaro-no ben sette spedizioni con slitte per esplorare i dintorni, ed il 29 marzo del 1902 utilizzarono una mongolfiera con la quale raggiunsero i 500 m di altitudine. Una volta tor-nato in patria Gauss pub-blicò un dettagliato (22 volumi) resoconto delle sue attività e scoperte.

La nave Discovery sal-pò dall’Inghilterra il 6 agosto 1901 con a bordo uno degli esploratori più noti nella storia dell’An-tartide, Robert Falcon Scott, alla guida di una spedizione che aveva l’obiettivo di raggiunge-re il Polo Sud. La prima destinazione era la baia di McMurdo.Il 4 febbraio 1902 Scott e Ernest Shackleton furono i primi a vedere e fotogra-fare il continente dall’al-to, facendo uso di una mongolfiera. Gli esplora-tori trascorsero l’inverno

sull’isola di Ross, a Hut Point. La spedizione fu caratterizzata da una se-rie di sventure ed errori tecnici, ma ciò non im-pedì a Scott di lasciare la base il 2 novembre 1902 per tentare di raggiunge-re, insieme a Shackleton, Edward Wilson e 19 cani da slitta, il Polo Sud. I tre arrivarono fino agli 82° 17° Sud, ma in seguito a problemi di scorbuto e cecità da neve dovette-ro tornare alla base, che raggiunsero il 3 febbra-io del 1903. L’anno se-guente, trascorso sempre sull’isola di Ross, effet-tuarono solo brevi viaggi per studi e ricerche.Nello stesso arco tem-porale vi furono altre spedizioni, fra le quali quella guidata dallo scoz-zese William Speirs Bru-ce (spedizione Scotia) che disdegnava la “gara” al raggiungimento del polo sud magnetico per occuparsi effettivamente di ricerca scientifica.

La nave Scotia con a bor-do 25 persone era diretta nel mare di Weddell, ma a causa del maltempo fu costretta a riparare nelle isole Orcadi meridionali. Il 1 aprile del 1903 stabilì la prima stazione meteo-rologica del continente, Osmond House sull’isola di Laurie, e nello stesso anno la stazione fu ceduta

all’Argentina che la rino-minò Orcadas. La stazio-ne è tutt’ora funzionante. Nel 1904 la nave riuscì a inoltrarsi nel mare di Weddell scoprendo la terra di Coats. Da un punto di vista scientifico la spedizione di Bruce è considerata una delle più valide: gli scienziati a bordo della nave raccol-sero un gran numero di dati sulla flora, la fauna e il clima.Nella primavera del 1903 giunse in Europa la noti-zia che la spedizione di Otto Nordenskiöld era dispersa, ed il francese Jean-Baptiste Charcot che aveva in preparazio-ne una spedizione al Polo Nord decise di accorrere in soccorso per contribu-ire alle ricerche. Mentre la nave Français navi-gava diretta verso sud il gruppo di Nordenskiöld venne tratto in salvo, e Charcot decise quindi di esplorare la costa oc-cidentale della Penisola Antartica.Evitò la baia di Ross a causa della possibile ri-valità con paesi già attivi nella zona e questo gesto gli valse da parte di Ro-bert Scott il sopranno-me di “gentleman of the Pole”. Il 19 febbraio sco-prì Port Lockroy sull’iso-la di Wiencke, l’inverno fu trascorso sull’isola di Booth. Durante il sog-

giorno invernale gli scien-ziati della spedizione effettuarono un’intensa attività di ricerca.Nel 1908 Shackleton fece ritorno in Antartide alla comando di una spedi-zione finanziata in parte in proprio e in parte dai governi australiani e neo-zelandesi, nel corso della spedizione fu raggiunta la vetta del Monte Ere-bus, prima scalata di una montagna del continente, fu raggiunto il Polo Sud magnetico. Shackleton, insieme ad altri tre mem-bri dell’equipaggio della nave Nimrod raggiunse il punto più meridionale mai raggiunto fino a quel momento, gli 88° 23° S di latitudine fermandosi a circa 155 km dal Polo Sud a causa delle cattive condizioni del gruppo.

Nel 1908 Charcot tornò in Antartide per la secon-da volta, al comando del-la nave Pourquoi-Pas ? IV, fatta costruire appo-sitamente per i mari an-tartici. La Pourquoi-Pas ? IV sopravvisse bene ad una collisione con una roccia, e poté proseguire per le coste prospicien-ti la Terra di Graham. Charcot tracciò le mappe dell’isola di Adelaide, scoprì una baia che chia-mò Marguerite Bay in onore della moglie, e nel gennaio del 1910 avvi-

stò una terra non ancora tracciata su alcuna map-pa, chiamandola Terra di Charcot in onore del pa-dre Jean-Martin, un cele-bre neurologo. Le mappe tracciate da Charcot ri-masero in uso per oltre due decenni.Nel 1910 salpò da Tok-yo, accompagnata da for-te scetticismo sia da parte delle autorità sia da parte dell’opinione pubblica, la prima spedizione giappo-nese, guidata dal tenente Nobu Shirase al coman-do del piccolo vascello Kainan Maru. La naviga-zione avvenne in pessime condizioni meteo, e dopo un fugace avvistamento (marzo 1911) della Ter-ra Vittoria, in maggio la nave fu costretta a ripara-re in porto a Sydney.

Constatato l’ormai ir-recuperabile ritardo nei confronti di Scott e Amundsen, l’obiettivo della spedizione venne modificato: non più il raggiungimento del Polo Sud, bensì l’esplorazio-ne della Terra di Edo-ardo VII. Nel 1910 una spedizione guidata da Roald Amundsen partì con la nave Fram dalla Norvegia con l’intenzio-ne di raggiungere il polo sud. Arrivato in antarti-de, partendo dalla Baia delle Balene, Amundsen raggiunse il polo sud il 14 dicembre 1911. Cir-ca un mese più tardi an-che un gruppo guidato da Robert Falcon Scott raggiunse il polo sud, ma tutti gli uomini che lo componevano perirono lungo il viaggio di ritor-no. La base Amundsen-Scott, posta al polo sud, è intitolata a questi primi conquistatori.

La spedizione Enduran-ce (in inglese Endurance Expedition), conosciu-ta anche come Imperial Trans-Antarctic Expedi-tion, è stata una missione esplorativa svoltasi negli anni 1914-1917[3] la missione era comandata da Ernest Shackleton a bordo della Endurance, ed aveva come obiet-tivo l’attraversamento dell’Antartide partendo dal mare di Weddell. Il gruppo doveva poi esse-re recuperato dalla nave Aurora sull’altro lato del continente, sulla costa del mare di Ross.

L’Endurance viene però distrutta dalla banchisa a migliaia di chilometri dal-le più vicine terre abitate: i 28 uomini dell’equi-paggio sono costretti a lottare per sopravvivere. La temperatura oscilla da -22°C a -45 °C e le provviste sono limitate. Tutti gli uomini riescono a raggiungere l’isola Ele-phant, nelle Shetland Me-ridionali, mentre Shac-kleton salpa alla guida di una scialuppa di sette metri, salvata dal naufra-gio dell’Endurance, nel tentativo di raggiungere una base baleniera situa-ta nella Georgia del Sud. Con l’aiuto di un sestan-te e di un cronometro, l’imbarcazione riesce a percorrere 1.800 km ed a raggiungere Grytviken, dove Shackelton orga-nizza una spedizione di soccorso per gli uomini rimasti indietro.

Anche se all’epoca erano disponibili apparecchi ra-dio senza fili, l’eccessiva distanza da una qualsiasi stazione ricevente rende-va questa tecnologia inu-tilizzabile per esplorazio-ni tanto remote. Inoltre il Regno Unito era impe-gnato nella prima guerra mondiale, e non volle destinare denaro, uomini e mezzi per una spedizio-ne di soccorso così com-plessa e pericolosa.

L’equipaggio dell’Au-rora dovette affrontate situazioni altrettanto cri-tiche. La loro avventura, al contrario di quella di Shackleton, costò la vita a tre persone.

Oltre alle testimonianze scritte, durante la spe-dizione furono scattate numerose fotografie da parte di Frank Hurley.L’ammiraglio della US Navy Richard Evelyn Byrd fu il primo a sor-volare il polo sud, col pilota Bernt Balchen, il 20 novembre 1929. Byrd guidò in tutto cinque spe-dizioni in antardide, l’ul-tima nel 1946, chiamata Operation Highjump, composta da oltre 4.700 uomini, prevalentemente militari. Seppur pubbli-cizzata come avente sco-pi scientifici, i dettagli furono mantenuti segreti, per cui si ritiene probabi-le che fosse in prevalenza un’esercitazione milita-re. Tra le unità impiega-te una portaerei, diversi sottomarini e altri mez-zi militari. Prevista per una durata di otto mesi, l’operazione fu interrotta dopo soli due mesi, e non vennero mai date spiega-zioni ufficiali sulle ragio-ni dell’interruzione.

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