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1 FASI CHE HANNO PORTATO AL SINODO A. PAPA FRANCESCO L’idea del sinodo e il mandato del conclave Poche settimane dopo essere stato eletto, papa Francesco chiama i collaboratori più stretti e lancia l’idea di un sinodo sulla famiglia. Così mentre tutti si aspettano, dopo tutti gli scandali, la riforma della curia, Bergoglio apre un altro, inatteso, fronte. L’dea del Sinodo Le riforme organizzative e strutturali sono secondarie… La prima riforma deve essere quella dell’atteggiamento…. Il popolo di Dio vuole pastori non funzionari o chierici di stato”. (Intervista rilasciata al direttore di “Civiltà Cattolica”). Il 28 luglio 2013 durante il viaggio di ritorno dal Brasile il papa accenna alla questione dei divorziati risposati e dice: “Io credo che questo sia il tempo della misericordia, Questo cambio di epoca, […] anche tanti problemi della Chiesa hanno lasciato tanti feriti, tanti feriti. E la Chiesa è madre: deve andare a curare i feriti, con misericordia. Ma se il Signore non si stanca di perdonare, noi non abbiamo alta scelta che questa: prima di tutto, curare i feriti. E’ mamma, la Chiesa, andare su questa strada della misericordia. E trovare una misericordia par tutti” La spinta alla novità è forte, così come le resistenze di quanti hanno paura che il sale della Chiesa perda sapore e si sciolga nello spirito del mondo. La scommessa è trovare un delicato equilibrio tra verità della fede e misericordia verso gli uomini, cioè fedeltà al Vangelo ed attenzione empatica nei confronti della situazioni concrete dalle famiglie. Ma durante la veglia di preghiera per il sinodo sulla famiglia, il 4 ottobre 2014, in una piazza san Pietro gremita di folla, papa Francesco ha raccomandato: “Dobbiamo prestare orecchio ai battiti di questo tempo e percepire l’odore degli uomini d’oggi, fino a restare impregnati delle loro

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FASI CHE HANNO PORTATO AL SINODO

A. PAPA FRANCESCO  

L’idea del sinodo e il mandato del conclave  

Poche settimane dopo essere stato eletto, papa Francesco chiama i collaboratori più stretti e lancia l’idea di un sinodo sulla famiglia. Così mentre tutti si aspettano, dopo tutti gli scandali, la riforma della curia, Bergoglio apre un altro, inatteso,

fronte.  

 L’dea del Sinodo  

 “Le riforme organizzative e strutturali sono secondarie… La prima riforma deve essere quella dell’atteggiamento…. Il popolo di Dio vuole pastori non funzionari o chierici di stato”. (Intervista rilasciata al direttore di “Civiltà Cattolica”).

Il 28 luglio 2013 durante il viaggio di ritorno dal Brasile il papa accenna alla questione dei divorziati risposati e dice: “Io credo che questo sia il tempo della misericordia, Questo cambio di epoca, […] anche tanti problemi della Chiesa hanno lasciato tanti feriti, tanti feriti. E la Chiesa è madre: deve andare a curare i feriti, con misericordia. Ma se il Signore non si stanca di perdonare, noi non abbiamo alta scelta che questa: prima di tutto, curare i feriti. E’ mamma, la Chiesa, andare su questa strada della misericordia. E trovare una misericordia par tutti”

La spinta alla novità è forte, così come le resistenze di quanti hanno paura che il sale della Chiesa perda sapore e si sciolga nello spirito del mondo. La scommessa è trovare un delicato equilibrio tra verità della fede e misericordia verso gli uomini, cioè fedeltà al Vangelo ed attenzione empatica nei confronti della situazioni concrete dalle famiglie.

Ma durante la veglia di preghiera per il sinodo sulla famiglia, il 4 ottobre 2014, in una piazza san Pietro gremita di folla, papa Francesco ha raccomandato: “Dobbiamo prestare orecchio ai battiti di questo tempo e percepire l’odore degli uomini d’oggi, fino a restare impregnati delle loro

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gioie e speranze, delle loro tristezze e angosce: a quel punto sapremo proporre con credibilità la buona notizia sulla famiglia”.

La data viene fissata Il 23 agosto 2013 il papa e l’allora segretario del sinodo dei Vescovi Nikola Eterovic fissano la data: ottobre 2014 “Le sfide pastorali della famiglia”

Critiche: § Tradito il mandato del conclave: riformare la curia e rinnovare la Chiesa

senza toccare la dottrina.

§ Il Vescovo Ricardo Rivieres Plano sul suo blog scrive: “Dentro la Chiesa, e ultimamente dalle sue alte sfere, soffiano venti nuovi che non appartengono allo Spirito Santo”. E addirittura minaccia “Nella Chiesa si potrebbe arrivare ad un grande scisma”.

Il papa difende il suo operato: “Non sono un illuminato; non ho un progetto personale che ho portato sotto braccio… Quello che sto facendo è realizzare ciò che noi cardinali abbiamo pensato nelle congregazioni generali, nelle riunioni che abbiamo tenuto, durante la sede vacante, ogni giorno per discutere i problemi della Chiesa”.

LO “SCISMA” SOMMERSO

Così lo ha definito il filosofo Pietro Prini. Era il 2002 ed era ormai chiaro da tempo che si era aperto un solco profondo, forse incolmabile, tra la dottrina ufficiale della Chiesa e la coscienza dei fedeli. Nelle parrocchie e nelle diocesi sono sempre più i parroci che danno la comunione ai divorziati risposati e li assolvono in confessionale.

Le granitiche affermazioni dottrinali dell’esortazione apostolica Familiaris Consortio, del 1981 oggi sono chiamate a fare i conti con queste cifre: per ogni 1000 matrimoni si contano 311 separazioni e 174 divorzi. (dati ISTAT). Crescono anche le cause di nullità matrimoniali; nel 2003 se ne sono registrate 2278; nel 2012 la cifra è cresciuta a 2413. Resta il cardine su cui ruota tutto il documento: “Il principio interiore, la forza permanente e la meta ultima” della famiglia è l’amore, “come, senza l’amore, la famiglia non è una comunità di persone, così senza l’amore, la famiglia non può vivere, crescere e perfezionarsi” (n°18). Tuttavia qualificare le “unioni di fatto” come “grave scandalo” ed espressione di “disprezzo, di contestazione o di rigetto della società, dell’istituto familiare, dell’ordinamento socio politico, o di sola ricerca del piacere” (n°81) probabilmente merita un ripensamento.

Quello che secondo la Familiaris Consortio è uno scandalo viene ormai compiuto da molti sacerdoti senza far troppa pubblicità.

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B. QUESTIONARIO A TUTTE LE DIOCESI

SONDAGGIO (dal 5/11 2013 al 31/1/2014)

Papa Francesco vuole avere il polso della situazione delle chiese perciò fa inviare a tutti i fedeli del mondo un questionario di 38 domande.

Perché un sondaggio?

Il papa vuole:

• partire dall’ascolto “dei battiti del nostro tempo e percepire l’odore degli uomini d’oggi, fino a restarne impregnati”.

• partire dall’esperienza diretta.

• suscitare una riflessione ed un confronto.

La risposta è stata straordinariamente corale: 83,11% degli aventi diritto.

CONCISTORO

Il 22 febbraio 2014 il papa convoca il concistoro straordinario per la nomina di 19 cardinali ma nella riunione preliminare spiega cosa ha in mente.

“Cercheremo di approfondire la teologia della famiglia e la pastorale che dobbiamo attuare nelle condizioni attuali… Facciamolo con profondità senza cadere nella casistica… Ci è chiesto di riconoscere quanto è bello, vero e buono formare una famiglia, essere famiglia oggi… Ci viene chiesto di mettere in evidenza il luminoso piano di Dio sulla famiglia e aiutare i coniugi a viverlo con gioia nella loro esistenza, accompagnandoli in tante difficoltà, , con una pastorale intelligente, coraggiosa e piena d’amore”.

 

DUNQUE NON SCENDERE NELLA “CASISTICA” MORALEGGIANTE E UNA BUONA DOSE DI CORAGGIO, questo raccomanda il papa ai cardinali presenti.

Il papa poi lascia la parola al cardinal Kasper al quale ha affidato il compito della relazione introduttiva per la discussione sulla e della famiglia

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C. RELAZIONE DEL CARDINAL KASPER

La relazione di Kasper muove da una considerazione che si ispira alle risposte giunte dal questionario:  

“Dobbiamo essere onesti e ammettere che la dottrina della Chiesa sul matrimonio e le convinzioni vissute di molti cristiani si è creato un abisso. L’insegnamento della Chiesa appare, anche a molti cristiani, lontano dalla realtà e dalla vita”.

Bellissimo compendio di teologia, teologia biblica e familiare.

La relazione dedica poi una parte importante ai divorziati risposati.

“Tutti sanno che la questione dei matrimoni di persone divorziate e risposate è un problema complesso e spinoso… non si può ridurlo alla questione della ammissione o meno alla comunione. Riguarda l’intera pastorale familiare. Inizia già dalla preparazione al matrimonio, che deve essere un’autentica catechesi matrimoniale e familiare. Prosegue poi con L’ACCOMPAGNAMENTO pastorale degli sposi e delle famiglie. Diventa attuale quando il matrimonio e la famiglia entrano in crisi”

Poi rivolge una domanda fondamentale:

Come la Chiesa può corrispondere a questo binomio inscindibile di FEDELTA’ e MISERICORDIA DI DIO nella sua azione pastorale riguardo ai divorziati risposati?”

E fa un parallelo con il con. Vat. II sull’ecumenismo! E rilancia: “Ci si può chiedere: non è forse possibile -come lo è stato per l’ecumenismo- un ulteriore sviluppo della questione?”

Riprendendo poi un tema molto caro a papa Francesco:

Il Cardinal Walter Kasper: di chiara ispirazione riformatrice e decisa impronta pastorale. Quando Papa Francesco lo chiama a far da relatore al concistoro dedicato alla famiglia sa bene dunque come la pensa.

 

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“La pastorale e la misericordia non si contrappongono alla giustizia ma, per così dire, sono la giustizia suprema, poiché dietro ogni causa esse scorgono non solo un caso da esaminare nell’ottica di una regola generale, ma una PERSONA UMANA che, come tale, non può mai rappresentare un caso e ha sempre una DIGNITA’ UNICA”.

Propone poi alcune soluzioni sul modello della chiesa ortodossa sottolineando che “non è la strada della grande massa bensì lo stretto cammino della parte probabilmente più piccola dei divorziati risposati, sinceramente interessata ai Sacramenti”. Tanti gli interventi nel pomeriggio; diversi Cardinali prendono le distanze. Tra questi pare anche l’arcivescovo di Bologna Cafarra, il prefetto della congregazione per la dottrina della fede Müller, l’ex presidente del pontificio comitato delle scienze storiche Brandmüller, Il presidente della CEI Bagnasco, l’arcivescovo di Milano Scola. Papa Francesco, l’indomani, aprendo il secondo giorno di lavoro, sembra voler mettere il sigillo sulle riflessioni del Cardinal Kasper:

“Ieri, prima di dormire, ma non per addormentarmi, ho riletto il lavoro del Cardinal Kasper e vorrei ringraziarlo, perché ho trovato profonda teologia, anche un pensiero sereno sulla teologia. E’ piacevole leggere teologia serena. E ho anche trovato quello che S. Ignazio ci diceva, quel <sensus ecclesiae>, l’amore alla madre Chiesa… Ni ha fatto bene e mi è venuta un’idea – mi scusi Eminenza se la faccio vergognare – ma l’dea è che questo si chiama <fare teologia in ginocchio>. Grazie. Grazie”.

Ma le nubi non si diradano  

Critiche  

Il cardinal Ruini tiene infatti a far sapere che l’85% dei cardinali intervenuti nel Concistoro sono stati contrari all’impostazione di Kasper e da parte degli altri c’erano dei “silenzi imbarazzati”.    

 

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L’arcivescovo Cafarra decide a sua volta di farsi sentire e sceglie le pagine de “IL FOGLIO” di Giuliano Ferrara, notoriamente critico nei confronti di papa Francesco, esprimendo con fermezza e durezza la sua posizione: “Il 75% della maggior parte dei paesi africani è contrario all’ammissione dei divorziati risposati all’eucarestia. Di quali attese stiamo quindi parlando? Di quelle dell’occidente? E’ dunque l’occidente il

paradigma fondamentale in base al quale la Chiesa deve annunciare? Siamo ancora a questo punto? Andiamo ad ascoltare un po’ anche i poveri…”

Quindi attacca direttamente la proposta di Kasper per la riammissione dei divorziati risposati ai sacramenti:  

“Che ne è del primo matrimonio rato e consumato? Se la Chiesa ammette all’eucarestia, deve dare comunque un giudizio di legittimità alla seconda unione. E’ logico. Ma allora che ne è del primo matrimonio? Il secondo, si dice, non può essere un vero secondo matrimonio, visto che la bigamia è contro la parola del Signore. E il primo? E’ sciolto? Ma i papi hanno sempre insegnato che la potestà del papa non arriva a questo: sul matrimonio rato e consumato il papa non ha nessun potere. La soluzione prospettata porta a pensare che resta il primo matrimonio, ma c’è anche una seconda forma di convivenza che la Chiesa legittima. Quindi c’è un esercizio della sessualità umana extraconiugale che la Chiesa considera legittima. Ma con questo si nega la colonna portante della dottrina della Chiesa sulla sessualità. A questo punto uno potrebbe domandarsi: e perché non si approvano le libere convivenze? E perché non i rapporti tra gli omosessuali?”. La misericordia di dio non è una dispensa dai comandamenti di dio e dalle istruzioni della Chiesa

D. “INSTRUMENTUM LABORIS” Il 24 giugno 2014 viene diffuso l’Instrumentum Laboris, cioè il documento di lavoro che servirà a guidare la riflessione dei padri sinodali. Raccoglie e sintetizza i temi principali emersi dalle risposte al questionario cercando di focalizzare le principali sfide che interpellano le famiglie nel mondo: • la crisi della fede • la disgregazione dell’istituzione familiare • abusi e violenze • l’impatto delle guerre e dalla povertà sulle famiglie

 

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• l’educazione dei figli • le convivenze, i divorziati risposati (occupa una trentina di paragrafi) • le unioni omosessuali • la contraccezione

IL SINODO UTILIZZERA’ QUESTO SCHEMA PER ORGANIZZARE la discussione in aula durante i lavori Ma le critiche continuano  

       

 

E. SINODO STRAORDINARIO ASSEMBLEA STRAORDINARIA DEL SINODO DEI VESCOVI SU “Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione” (dal 5 all’18 ottobre 2014). La lingua di lavoro è diventata l’italiano

 

Gerard  Muller  

Velasio  De  Paolis  

Angelo  Scola  

George  Pell  

Raymond  Leo  Burke  

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  Prima settimana   Seconda settimana

F. “RELATIO POST DISCEPTATIONEM” VEDIAMO LA “RELATIO POST DISCEPTATIONEM” (relazione dopo la discussione) Il sinodo ha messo a tema un punto molto caro a papa Francesco: il rapporto tra verità e misericordia.

Da qui prende le mosse la relazione introduttiva (Relatio ante disceptationem) del Cardinal Peter Erdö, chiamato dal papa a fare da relatore generale. Sempre al cardinal Peter Erdö, presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali europee, con l’aiuto di esperti, tocca la Relatio post

disceptationem” che raccoglie e sintetizza i temi emersi dal confronto. Tre gli aspetti fondamentali

1. Rapporto tra verità e misericordia 2. Legge della gradualità 3. Riconoscimento che anche al di fuori della Chiesa si possono trovare

“parecchi elementi di santificazione e di verità” Quello che succede riguardo al punto 1 è un tentativo di mediazione tra le posizioni emerse (che potremmo grossolanamente sintetizzare come pro

Una parte dedicata ad affrontare capitolo per capitolo il documento di lavoro (Instrumentum Laboris)  

Una seconda parte dedicata ad interventi liberi  

Discussione libera nei 10 gruppi (I circoli minori) divisi per lingua sulla sintesi dei lavori della prima settimana ”Relatio post disceptationem”  

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Kasper o contro Kasper): semplificare la nullità senza toccare l’indissolubilità del matrimonio. Poi però il relatore sottolinea come la Chiesa è una casa paterna perciò nei confronti di coloro che vivono in situazioni di matrimonio difficili è necessaria una “rinnovata e adeguata pastorale familiare”.

Il tentativo di mediazione fallisce. Dal sinodo emergono chiare due linee:  

- la prima sostiene “con molta decisione che l’annuncio del Vangelo sul matrimonio esige che, se il legame è valido, non è accettabile l’ammissione ai sacramenti, per coerenza della dottrina con la fedeltà alle parole del Signore”. - la seconda che ricorda che “Gesù vede le situazioni vissute nella chiave della misericordia” perciò sollecita a venire “incontro alle diverse situazioni specifiche”, arrivando anche ad ipotizzare, in alcuni casi, l’accesso all’eucarestia.

Per quanto riguarda il punto 2, l’idea di gradualità Monsignor Victor Manuel Fernandez, teologo molto stimato dal pontefice e suo collaboratore nella stesura dell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium, dice:  

“C’è l’ideale che amiamo tanto e che non vogliamo indebolire, ma c’è la realtà concreta delle persone, ciascuna verso un bene possibile” e osserva che “il matrimonio è un bellissimo ideale, ma quando si parla di gradualità è necessario prendere in considerazione “la realtà concreta delle persone che non sempre possono arrivare a quell’ideale”. Si tratta insomma, di puntare “al bene possibile” accettando anche “il rischio di sporcarci nel fango del cammino” come afferma l’Evangelii Gaudium.

Il punto 3 potrebbe essere decisivo per mutare l’atteggiamento della Chiesa nei confronti delle convivenze, dei divorziati, degli omosessuali e più in generale di tutte quelle situazioni della famiglia che si collocano al di fuori del perimetro tracciato dalla dottrina cattolica. E’ il riconoscimento che anche al di fuori della Chiesa si possono trovare “parecchi elementi di santificazione e di verità” che spingono verso “l’unità della Chiesa”.  

E’ quanto afferma la costituzione dogmatica, Lumen Gentium 8, approvata dal Concilio Vaticano II cinquant’anni fa. Secondo alcuni padri sinodali tale principio vale pure per le famiglie al di fuori di quelle canonicamente riconosciute dalla Chiesa: è possibile infatti trovare germi di verità, di bellezza, di santità anche nelle convivenze e nelle unioni di fatto, così come nelle famiglie dei divorziati risposati. Un’apertura incredibile verso tutte le famiglie.

LA “RELATIO POST DISCEPTATIONEM” RAPPRESENTERA’ L’OSSATURA DEL DOCUMENTO FINALE LA “RELATIO SYNODI”

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1. Si parte con l’invito ad “accogliere le persone con la loro esistenza concreta, saperne sostenere la ricerca, incoraggiare il desiderio di Dio e la volontà di sentirsi pienamente parte della Chiesa anche di chi ha sperimentato il fallimento o si trova nelle situazioni più disparate. Questo esige che la dottrina della fede…. Vada proposta insieme alla misericordia”

2. Si ribadisce il principio dell’indissolubilità del matrimonio ma si invita a riconoscere i “semi del Verbo sparsi oltre i confini visibili e sacramentali” dunque a “riconoscere elementi positivi anche nelle forme imperfette che si trovano al di fuori della realtà nuziale”.

3. Si elencano quindi “alcune istanze pastorali”. Il documento spiega che “non si tratta soltanto di presentare una normativa, ma di proporre valori”:

• Da qui la prima raccomandazione: imparare a “cogliere la realtà positiva dei matrimoni civili e, fatte le debite differenze, delle convivenze”

• Poi si invita a sperimentare “cammini pastorali nuovi” e “coraggiosi”.

• Si rileva la necessità di “una conversione del linguaggio” della Chiesa sulla famiglia affinché “esso risulti effettivamente significativo”.

4. Si passa ad analizzare la possibilità che i divorziati risposati possano accedere alla penitenza e all’eucarestia. Il testo rileva correttamente le diversità di opinione emerse nel sinodo.

5. Si arriva al paragrafo più controverso, intitolato “Accogliere le persone omosessuali”. Qui si avverte una decisa evoluzione rispetto alla dottrina consolidata:

“Le persone omosessuali hanno doti e qualità da offrire alla comunità cristiana: siamo in grado di accogliere queste persone, garantendo loro uno spazio di fraternità nelle nostre comunità?”.

Poi si legge ancora:

“La questione omosessuale ci interpella in una seria riflessione su come elaborare cammini realistici di crescita affettiva e di maturità umana ed evangelica integrando la dimensione sessuale: si presenta quindi come un’importante sfida educativa”.

Infine: “Senza negare le problematiche morali connesse alle unioni omosessuali si prende atto che vi sono casi in cui il mutuo sostegno fino al sacrificio costituisce un appoggio prezioso per i partners”.

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IL TESTO PROVOCA UNA REAZIONE VASTISSIMA TRA I PADRI SINODALI  

DURISSIMO GIUDIZIO SULLA “RELATIO”

Inizia così una marcia indietro che proseguirà nei circoli minori e nella discussione del documento finale la “Relatio Synodi Monsignor Gadecky boccia senza mezzi termini il testo. Afferma in un’intervista: “Ma si può veramente trattare il concubinato come gradualità e una via per la santificazione? [...] la dottrina esposta nel documento ha omesso il tema del peccato, come se avesse vinto la visione mondana e tutto fosse imperfezione che porta a perfezione. [...] Si ha anche l’impressione che fino ad oggi lk’insegnamento della Chiesa fosse senza misericordia, mentre ora comincerà l’insegnamento della misericordia”. Pesino chi non partecipa al sinodo si sente, come il cardinale Ruini, interviene nella discussione. A chi “ritiene di poter consentire ai divorziati risposati di ricevere l’assoluzione sacramentale e di accostarsi all’eucarestia, a precise condizioni ma senza doversi astenere dagli atti propri dei coniugi” Ruini risponde che “questa via non sembra percorribile principalmente perché implica un esercizio della sessualità extraconiugale, dato il perdurare del primo matrimonio, rato e consumato”. Lo statunitense monsignor Raymond Leo Burke in un’intervista al Foglio afferma che l’informazione sui lavori del sinodo “viene manipolata” a favore dei sostenitori di Kasper e che le sue tesi sono state colpevolmente lasciate crescere. “Ma tutto questo deve finire perché provoca un grande danno per la fede” Nei circoli minori il giudizio complessivo sulla “Relatio post disceptationem” è piuttosto critico:

• Non è ben argomentata • Si limita a sottolineare “le patologie” e “le fragilità” delle famiglie di oggi

senza soffermarsi sulla bellezza e sugli esempi positivi che offrono tante coppie cristiane

• Manca la descrizione del “modello” che emerge dal Vangelo e dal magistero

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• Bocciata l’analogia che la Relatio fa con Lumen Gentium 8, per riconoscere “semi di santificazione e verità” anche in forme di famiglie irregolari

• Non trova grande appoggio la legge della gradualità che è centrale nella Relatio

• Complessivamente contrari all’ipotesi di qualsiasi riconoscimento delle unioni omosessuali

• Particolarmente critico il circolo A, presieduto dal cardinal Burke, poiché la Relazio, in qualche passaggio, sembrerebbe “suggerire che il sesso fuori dal matrimonio può essere permesso così come la coabitazione”, mentre si tratta di “stili di vita che non conducono alla realizzazione dell’uomo”

Tuttavia, tranne le punte più estreme, i circoli minori hanno certamente moderato e smussato le aperture della “Relatio post disceptationem” ma mostrano, nel complesso, un sinodo attento e disponibile a studiare delle riforme possibili. Certamente è stato un sinodo dove vescovi e cardinali hanno parlato apertamente e, a tratti, con vivacità.

G. “RELATIO SYNODI”

La RELATIO SYNODI non può che essere una sintesi di questo clima. Differenze: ecco la presentazione in parallelo degli schemi delle due relazioni.

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Relatio Synodi Introduzione

I Parte L’ ASCOLTO: IL CONTESTO

E LE SFIDE SULLA FAMIGLIA Il contesto socio culturale La rilevanza della vita affettiva La sfida pastorale

II PARTE LO SGUARDO SU CRISTO:

IL VANGELO DELLA FAMIGLIA Lo sguardo su Gesù e la pedagogia divina nella storia della salvezza La famiglia nei documenti della Chiesa L’indissolubilità del matrimonio e la gioia del vivere insieme Verità e bellezza della famiglia e misericordia verso le famiglie ferite e fragili

III PARTE IL CONFRONTO:

PROSPETTIVE PASTORALI Annunciare il Vangelo della famiglia oggi, nei vari contesti Guidare i nubendi nel cammino di preparazione al matrimonio Accompagnare i primi anni della vita matrimoniale Cura pastorale di coloro che vivono nel matrimonio civile o in convivenze Curare le famiglie ferite (separati, divorziati, divorziati non risposati, divorziati risposati, famiglie monoparentali) L’attenzione pastorale verso le persone con orientamento omosessuale La trasmissione della vita e la sfida della natalità La sfida dell’educazione e il ruolo della famiglia nell’evangelizzazione Conclusione

RELATIO POST DISCEPTATIONEM

Introduzione I Parte

L’ ASCOLTO: IL CONTESTO E LE SFIDE SULLA FAMIGLIA

Il contesto socio culturale La rilevanza della vita affettiva La sfida pastorale

II PARTE LO SGUARDO SU CRISTO:

IL VANGELO DELLA FAMIGLIA Lo sguardo di Gesù e la gradualità nella storia della salvezza La famiglia nel disegno salvifico di Dio Il discernimento dei valori presenti nelle famiglie ferite e nelle situazioni irregolari Verità e bellezza della famiglia e misericordia

III PARTE IL CONFRONTO:

PROSPETTIVE PASTORALI Annunciare il Vangelo della famiglia oggi, nei vari contesti Guidare i nubendi nel cammino di preparazione al matrimonio Accompagnare i primi anni della vita matrimoniale Il positivo nelle unioni civili e nelle convivenze Curare le famiglie ferite (separati, divorziati non risposati, divorziati risposati) Accogliere le persone omosessuali La trasmissione della vita e la sfida della natalità La sfida dell’educazione e il ruolo della famiglia nell’evangelizzazione Conclusione

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H. NUOVO QUESTIONARIO Il papa vuole che insieme al documento finale venga inviato un nuovo questionario a tutti i fedeli. Lo predisporrà il consiglio ordinario del sinodo. Ma papa Francesco raccomanda di non aver paura delle novità. E neppure paura delle divisioni; il papa non si è scandalizzato: nei concili dell’antichità i padri arrivavano persino a picchiarsi. Ma unità non significa unanimismo: serve maturità per difendere le proprie idee e saper ascoltare quelle degli altri. Cercando insieme la soluzione migliore. (Un pezzo di verità in più). Certo è una strada difficile e faticosa, Più semplice sarebbe proclamare un principio e imporre a tutti di adeguarsi. Bergoglio chiede invece l’adesione nella libertà. Il finale è ancora tutto da scrivere insieme. E’ Bergoglio stesso a indicare lo stile da assumere: mitezza, capacità di ascolto, rifiuto dei pregiudizi, trasparenza e sincerità. Per la Chiesa è giunto il tempo degli esami di maturità. Con questo spirito e dopo questo cammino si arriverà al SINODO del 2015. LE COPPIE INVITATE PARLANO DI SESSO Tra i partecipanti al sinodo ci sono anche una dozzina di coppie e qualche laico. Troppo pochi per un sinodo dedicato alla famiglia. La presenza delle donne è davvero esigua. Hanno descritto la bellezza del sesso e hanno chiesto di riaprire la discussione sui metodi contraccettivi. Ma i padri sinodali hanno preferito non raccogliere questo invito. Nessuno dei laici ha diritto di voto. Nonostante l’esiguità del numero, le coppie fanno sentire con un certo coraggio la loro voce in assemblea. Molti ne approfittano per gettare qualche sasso nello stagno. Non sempre però i padri sinodali li raccolgono. Tra gli interventi ha suscitato più scalpore è quello dei coniugi australiani Ron e Mavis Pirola. Parlano della bellezza e dell’importanza del sesso nella vita di coppia.

“Il matrimonio è un sacramento sessuale e ha la sua espressione più completa nel rapporto sessuale”. E raccontano all’assemblea: Siamo

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sposati da cinquantacinque anni e ancora innamorati. E’ certamente un mistero”. All’inizio “L’attrazione che abbiamo avvertito e che ha continuato a tenerci uniti era essenzialmente sessuale”. Ma anche oggi, dopo quattro figli e tanti anni di matrimonio, il sesso rimane importante: “Noi crediamo che fino a quando le coppie sposate non arrivano a venerare l’unione sessuale come parte essenziale della loro spiritualità sarà estremamente difficile da apprezzare la bellezza degli insegnamenti come quelli dell’enciclica <Humanae Vitae>” dedicata all’apertura del matrimonio alla vita. Secondo la coppia australiana, che ha molto colpito i padri sinodali, c’è bisogno “di nuovi modi e linguaggi facilmente riconoscibili per toccare il cuore delle persone”.

Anche i coniugi Zamberline, brasiliani, sottolineano l’importanza di coltivare un “sano erotismo” nella vita di coppia:

“L’atto sessuale è legittimo, voluto e benedetto da Dio, e il piacere che deriva contribuisce alla gioia di vivere e alla struttura sana della personalità. E’ espressione d’amore, che all’inizio può essere passione, ma che dovrebbe umanizzarsi ogni volta di più. Le coppie che fanno l’amore stanno esprimendo con il loro corpo quello che sentono con il loro cuore. Per raggiungere l’armonia è necessario coltivare il desiderio e anche un sano erotismo. Dobbiamo continuare a essere appassionati e attenti l’uno all’altro”.

Altri sottolineano il tema del controllo delle nascite e della contraccezione e affermano:

“Dobbiamo ammettere senza timore che molte coppie cattoliche, anche quelle che cercano di vivere seriamente il loro matrimonio, non si sentono obbligate ad utilizzare i metodi naturali. Dovremmo aggiungere che di solito non ne parlano neppure ai confessori”. “Il controllo delle nascite attraverso i metodi naturali è teoricamente buono tuttavia, nella cultura di oggi, privo di praticità soprattutto per le coppie giovani sottoposte ad un ritmo frenetico della vita”. Altri riferiscono come tra le coppie in difficoltà che si rivolgono ai centri d’aiuto vi siano sempre più coppie di omosessuali.

ALCUNE CONSIDERAZIONI 1 ACCOMPAGNARE

“…aiutare i coniugi a vivere il piano luminoso di Dio con gioia nella loro esistenza accompagnandoli in tante difficoltà, con una pastorale intelligente, coraggiosa e piena d’amore”

Papa Francesco

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La pastorale familiare “…inizia già dalla preparazione al matrimonio, che deve essere un’autentica catechesi matrimoniale e familiare. Prosegue poi con L’ACCOMPAGNAMENTO pastorale degli sposi e delle famiglie. Diventa attuale quando il matrimonio e la famiglia entrano in crisi”

Cardinal Kasper A. Metodo Bergoglio:

• Ascolto • Accoglienza convinti dei “segni di santificazione e germi • Dialogo di verità presenti….”

B. Accompagnare ad essere nel proprio ruolo missione • Nel Catechismo della Chiesa collega il sacramento dell’ordine e

del matrimonio sotto il titolo “I sacramenti al servizio della comunione” (nn.1533-1535). “L’Ordine e il Matrimonio sono ordinati alla salvezza altrui. Se contribuiscono anche alla salvezza personale, questo avviene attraverso il servizio degli altri. Essi conferiscono una missione particolare nella Chiesa e servono all’edificazione del popolo di Dio” (1534)

• Nel Compendio è scritto: “Due Sacramenti, l’Ordine ed il Matrimonio, conferiscono una grazia speciale per una missione particolare nella Chiesa a servizio dell’edificazione del popolo di Dio. Essi contribuiscono alla comunione ecclesiale e alla salvezza degli altri” (n.321). Alla luce di questi testi, secondo me è necessario prendere consapevolezza e riconoscere effettivamente che Ordine e Matrimonio sono tutti e due sacramenti "posti per manifestare Gesù: l'uno in nome di Gesù a pascere la Chiesa, l'altro a manifestare di Gesù il suo amore alla Chiesa". Da questa riconosciuta dignità sacramentale può già emergere molto. Tra l'altro il testo conciliare Lumen Gentium afferma: "I coniugi cristiani, in virtù del sacramento del matrimonio significano e partecipano il mistero di unità e di fecondo amore che intercorre fra Cristo e la Chiesa" (n. 11).

C. Testimonianze vive, nella gioia che non significa nella inconsapevolezza della fragilità e della fatica del vivere

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2. VERITA’

A. La verità non è statica ma dinamica; implica una relazione che si costruisce.

“La verità della fede non è qualcosa che si possiede, ma qualcuno che ci possiede. Pensa che in ebraico, la lingua dell'Antico Testamento "verità", come parola, in un certo senso non esiste. "Verità" si dice "emet", che significa "fedeltà". Cioè la verità per l'ebreo, per il mondo della Bibbia non è un oggetto che si vede, come in greco, aletheia, tolgo il velo e vedo, posseggo. Verità è un patto, un rapporto. Dunque il vero credente, la vera icona del credente è quella di chi è in continuo rapporto dialettico di lotta, d'amore, di resa, d'abbandono, di conquista con il suo Dio, non certamente di chi riposa sugli allori di certezze comode e scontate. Io vorrei, è questa la passione che ho nel cuore, non tanto dare a voi delle risposte, quanto accendere in me e in voi delle domande che ci facciano cercatori del Volto, cercatori di quell'icona vera, del lottatore con Dio, dove - questo sì l'aggiungo da credente -, alla fine l'importante non è che vinca tu, ma che vinca l'altro. Vince chi perde, cioè vince chi si arrende al mistero più grande. Ecco questo mi sembra il vero credente.”

Monsignor Bruno Forte

B. La storia apre alla ricerca e permette l’approfondimento del mistero di Dio. La storia come criterio ermeneutico. Essere aperti ai segni dei

tempi diventa fondamentale. 3. MISERICORDIA

La misericordia si fonda sulla fedeltà di Dio nei confronti dell’uomo.

Cristo non muore sulla croce per il “santo” ma per la nostra santificazione, Cristo è venuto per l’uomo nudo cioè senza titoli o meriti da vantare. PUNTI APERTI

1. La questione della coscienza 2. La questione del “sensus fidei” 3. La questione dei laici, soprattutto della donna, nella pastorale

familiare 4. La questione affettiva sessuale

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LINEE INTRAPRESE

1. Metodo Bergoglio 2. Passaggio dalla dottrina alla PERSONA 3. Desiderio di rinnovamento