Fascismo - Italian version

136
fascismo abbandonato fascismo abbandonato dewi lewis publishing LE COLONIE D’INFANZIA NELL’ITALIA DI MUSSOLINI

description

A large format photographic book of the abandoned modernist holiday camps of Mussolini’s fascist era

Transcript of Fascismo - Italian version

Page 1: Fascismo - Italian version

fascismoabbandonatofascismoabbandonato

dewi lewis publishing

L e c o L o n i e d ’ i n fa n z i a n e L L’ i ta L i a d i M u s s o L i n i

Page 2: Fascismo - Italian version
Page 3: Fascismo - Italian version

fascismo abbandonato un viaggio alla scoperta dei tesori modernisti del fascismo

Questo lavoro è nato da un viaggio. L’artista dan dubowitz e l’architetto Patrick duerden sono partiti alla scoperta delle colonie, i campi estivi in stile modernista costruiti dal regime fascista tra gli anni ‘20 e ‘30 che avevano lo scopo di educare alla disciplina e alla fedeltà i bambini delle classi più povere. Molte di queste colonie, tra le quali si ritrovano i migliori edifici modernisti d’europa, sono state abbandonate dagli anni ’40 e, ora, sono terre desolate. L’esplorazione di queste moderne rovine da parte di dubowitz e duerden rivela la loro inquietudine nei confronti della “lunga ombra oscura che il fascismo proietta sulla modernità”. ¶ Qualsiasi assetto sociale seleziona accuratamente gli edifici storici e le strutture che decide di conservare. La scelta spesso si basa più sulla “valenza culturale” che sul merito architettonico. Per motivi politici o simbolici alcuni edifici vengono conservati mentre altri sono lasciati cadere in rovina. i talebani distruggono gli antichi Buddha mentre i ministri britannici ordinano la demolizione di abitazioni moderniste iconiche. se è possibile leggere la storia di ogni società negli edifici, la politica di conservazione ne fornisce la trama secondaria. ¶ La Germania ha spesso scelto di celebrare l’opera della scuola Bauhaus – il fatto che fu chiusa dai nazisti ha determinato il suo retaggio politico – l’italia, invece, ha una relazione meno accomodante con il modernismo. Gli edifici modernisti meglio riusciti furono costruiti dai fascisti. dal 1925 al 1940 Mussolini intraprese un programma di opere pubbliche decisamente creativo ed energico. Gli architetti italiani più innovativi progettarono edifici che avevano lo scopo di esprimere il dinamismo e il rigore del regime fascista. ¶ da un lato, il linguaggio architettonico delle colonie è internazionale, afferma la libertà delle linee pulite e delle forme dinamiche del primo futurismo e modernismo, dall’altro è nazionalista – in particolare quando allude alla potenza dell’impero Romano. nelle colonie ci sono elementi che richiamano profondamente le regole e gli obblighi delle qualità fasciste al punto che è difficile separare l’architettura dalla politica. dubowitz e duerden avvertono la crescente preoccupazione di quegli italiani che, nel recupero delle colonie e di altri edifici fascisti, temono il possibile revisionismo storico del fascismo. ¶ il programma con cui il sindaco di Roma Gianni alemanno, appartenente all’ala di destra, è stato eletto, includeva l’impegno a far demolire il museo progettato per ospitare l’ara Pacis, l’antico altare romano, progetto recentemente portato a termine da Richard Meier. come fu per Mussolini, sono gli anfiteatri, luogo d’incontro tra politica e cultura, a suscitare l’interesse di alemanno. Ha infatti chiaramente affermato che l’esposizione e l’interpretazione di reperti e monumenti storici sono da considerarsi questioni politiche. il patrimonio architettonico è un fronte politico. ¶ Le immagini di dubowitz e i testi di duerden sono una risposta intuitiva ai dibattiti sulla storia e sulla contemporaneità. L’opera conduce a riflessioni contrastanti sui grandi temi del nostro tempo: l’infanzia, l’educazione, l’etica, l’identità, il militarismo ed il nazionalismo. affronta la domanda se l’architettura possa essere politicamente neutrale. deve essere intesa come uno specchio di valori/principi politici o come punto d’origine nel costituirsi di un’ideologia? soprattutto, “fascismo abbandonato” si misura con il dibattito aperto sul contributo del modernismo al progresso dell’umanità. penny lewis

Page 4: Fascismo - Italian version

4 | 5

Page 5: Fascismo - Italian version

fascismo abbandonato

Quando nel 2005 dan dubowitz ed io partimmo alla ricerca dell’architettura modernista abbandonata dell’italia fascista, erano le apparenti contraddizioni tra il modernismo – l’architettura del “progresso” – ed il fascismo – la “controrivoluzione” – a suscitare il mio interesse. oggi l’importanza a livello internazionale dell’architettura fascista (1922-1945) è scarsamente riconosciuta. all’indomani della guerra, l’antifascismo fu inserito nella costituzione italiana del 1948, e ne rimane ancora il principio fondamentale; l’architettura fascista è stata pertanto rimossa da una società incapace di attribuirle un valore culturale. i piani di edilizia del regime erano grandiosi e acclamati a livello internazionale, cionostante, tranne qualche eccezione, gli edifici sono stati per lo più dimenticati; i loro architetti, spesso condannati all’anonimato. opere paradigmatiche, come la stazione dei treni Roma termini, sono state modificate e rese irriconoscibili. altre sono invece diventate fatiscenti, tra cui un vastissimo numero di colonie d’infanzia, i campi estivi destinati alle organizzazioni giovanili fasciste. ci sono diverse ragioni per cui quest’ultimo gruppo di edifici è sopravvissuto. i programmi fascisti per cui erano stati progettati hanno spesso reso la loro riconversione difficile, per ragioni di ordine sia pratico sia etico; mentre, a causa dell’inaccessibilità dei luoghi in cui furono costruiti, è stato più facile ignorarli piuttosto che demolirli. ¶ il modernismo suscitava un interesse particolare in Mussolini: il duce mirava ad affermare l’identità della nuova italia contrapponendosi al prefascismo liberale rivolto al passato. “ogni rivoluzione” – affermava – “crea nuove forme, nuovi miti e nuovi rituali”. sotto Mussolini c’erano stili di saluto ufficiali (il saluto romano), modi di camminare (il passo romano), di mangiare (frugalmente), scrivere, parlare e pensare. Lo stile fascista enfatizzava l’essenzialità e il vigore, in contrapposizione al permissivismo e all’indolenza dell’espressione democratica e liberale. ¶ i futuristi, che sostenevano con entusiasmo il regime di Mussolini, esaltavano i successi della nuova era delle macchine come i telefoni bianchi amati dal cinema fascista, i treni Littorine delle ferrovie dello stato e gli idrovolanti savoia-Marchetti. Gli architetti futuristi come angiolo Mazzoni e clemente Busiri-Vici progettavano edifici che ne riproducevano le forme minimali e aerodinamiche. La passione per le immagini dell’era delle macchine li portava ad una fede assoluta nella forza rivoluzionaria dell’estetica. Le costruzioni progettate ad immagine e somiglianza delle macchine avevano lo scopo di rappresentare il compimento dell’utopia fascista attraverso l’espressione architettonica. ¶ il regime fascista non respingeva tuttavia in modo unilaterale il passato. Lo storicismo aveva una valenza culturale e i teorici del fascismo chiamavano in causa la storia per sostenere la nuova ambizione imperialista. nell’architettura di Mazzoni le metafore sulla macchina erano accostate allusivamente all’antica Roma. L’onnipresente fascio, la scure fissata a un mazzo di canne che era antico emblema del potere della legge, diventò un simbolo architettonico che poteva rintracciarsi nella forma di una torre, una finestra, una maniglia di una porta o una colonna. ¶ nel frattempo, una nuova generazione di architetti, i Razionalisti, si ribellava a ciò che vedeva come l’enfasi di un’allitterazione stilistica. di respiro internazionale, il Gruppo sette, nato a Milano e torino, proponeva l’idea di un cambiamento sociale attraverso l’architettura che portasse all’affermarsi della nuova italia del duce. Ridimensionando l’idea di rottura con il passato, i Razionalisti ne evocavano lo spirito per legittimare il nuovo in uno stile che ricalcava fortemente il linguaggio politico del regime fascista. Le corbusier rappresentava il secondo riferimento a quest’approccio.

Page 6: Fascismo - Italian version

6 | 7

“una grande epoca è iniziata. esiste un nuovo spirito” – aveva dichiarato Le corbusier. “L’impresa di Roma era conquistare il mondo e guidarlo... se con ferocia, tanto peggio o tanto meglio”. Queste parole furono pubblicate nell’opera “Vers une architecture” nel 1923, l’anno di ascesa al potere di Mussolini. sebbene Le corbusier non avesse mostrato delle aperte simpatie per il regime fascista, i toni benevoli, la soggezione latente e le illusioni utopistiche espressi dal maggior esponente del modernismo, trovarono piena espressione durante il fascismo. ¶ Mussolini annunciò il suo sostegno all’architettura razionalista nel 1934 e, su grande insistenza, Le corbusier fu invitato in italia nello stesso anno. Per un caso fortuito la sua visita coincise con il primo incontro tra Mussolini e Hitler; fu così che il grande architetto ripartì senza aver incontrato il duce. in seguito Mussolini confessò di essere insensibile all’arte e all’architettura al punto da non comprendere l’insistenza di Hitler nel voler visitare la Galleria degli uffizi a firenze in occasione della sua seconda visita in italia nel 1938. ¶ L’atteggiamento ambivalente del duce nei confronti dell’arte generava un evidente pluralismo all’interno dell’architettura fascista, arrivando ad avvicinare le posizioni sostanzialmente incompatibili del modernismo e dei tradizionalisti. il dibattito sull’architettura italiana divenne un campo sul quale i protagonisti di entrambe le parti, da un lato Guido ojetti, dall’altro Marcello Piacentini, si contendevano il titolo di vero fascista. tuttavia i contenuti non approdavano mai a questioni politiche o sociali. L’integrità dei programmi sociali fascisti non era messa in discussione; il dibattito si infuocava su quale forma fosse più rappresentativa del fascismo, senza mai addentrarsi nei contenuti del fascismo in se. ¶ il regime aveva creato l’idea del nuovo italiano, l’uomo nuovo del tempo di Mussolini. il soldato eletto del nuovo impero Romano doveva essere fiero, determinato e impavido. allo scopo di forgiare gli italiani, i fascisti inaugurarono un monumentale progetto di nuovo stato sociale improntato, anziché al benessere, alla guerra. L’ingegneria, la scienza, la medicina fornivano i modelli per un programma globale di bonifica umana che si accompagnava ad altri piani di risanamento nazionale, il più famoso tra i quali era la bonifica agricola. il termine bonifica denota il disprezzo per ciò che è malsano ed i fascisti utilizzavano un linguaggio altrettanto dispregiativo per descrivere tanto la vita di milioni di italiani quanto le condizioni ambientali delle paludi Pontine, infestate dalla malaria. in nome della bonifica umana, i fascisti riorganizzavano ed ampliavano le strutture esistenti per l’istruzione, la salute e l’assistenza sociale su larga scala, secondo i principi industriali. il regime portava alle masse la medicina, l’igiene, la cura fisica, l’assistenza dentistica, mentre negli altri paesi la salute restava un privilegio delle classi abbienti. ¶ come pilastro di questo programma e allo scopo di guidare i bambini italiani a sostenere attivamente il fascismo, si costituirono le organizzazioni giovanili paramilitari quali l’opera nazionale dei Balilla (onB) e, dopo il 1937, la Gioventù italiana del Littorio (GiL). entrambe le organizzazioni portarono un contributo importante all’architettura: edificate lungo le coste dell’adriatico e del tirreno, promosse come centri salute e campi estivi, le colonie riunivano l’architettura moderna, l’aria salubre e la disciplina e avevano lo scopo di “fascistizzare” il corpo e l’anima dei giovani italiani. erano dislocate lontano dalle immutabili città storiche, distanti dalle strutture tradizionali della famiglia e della comunità. anche contestualmente ai programmi delle colossali opere pubbliche, la costruzione delle colonie offriva agli ambiziosi architetti opportunità senza precedenti. La colonia diventò la costruzione distintiva del fascismo

Page 7: Fascismo - Italian version

che evolveva secondo le direttive dell’onB e della GiL. La marcia, la ginnastica e gli esercizi sincronizzati, l’alzabandiera, il saluto e il giuramento di fedeltà al regime che costituivano lo spettacolare programma quotidiano delle colonie, ispirarono particolari architettonici tra cui torri, rampe e palchi per le sfilate delle truppe dei Balilla. in contrasto con questa spettacolarità, i regolamenti ufficiali proclamavano il lusso antieducativo e antisociale; in virtù di ciò, le colonie offrivano un tipo di sistemazione decisamente spartana. i dormitori erano spazi aperti, tetri ed austeri; ognuno di essi poteva accogliere diverse centinaia di bambini. La tipica minaccia dei genitori nei confronti dei figli disobbedienti era: “ti mando in colonia!” Per un’intera generazione di italiani il fascismo fu un’esperienza formativa, che rimase nella vita a venire di molte persone. ¶ scomparendo dalla memoria viva, il regime fascista appare, agli occhi delle nuove generazioni, come un momento qualsiasi della storia d’italia. L’attuale classe politica di destra, sta riprendendo in considerazione le realizzazioni architettoniche dell’era fascista. ciò rappresenta un notevole passo indietro per coloro che vorrebbero liberare il patrimonio nazionale dell’architettura moderna dalla macchia storico-politica a cui esso viene associato. osservando l’architettura fascista dalla mia prospettiva esterna al contesto italiano, le colonie abbandonate mi appaiono come una metafora di quello che il regime ha lasciato nella coscienza collettiva degli italiani: un’eredità complessa, pesante e dolorosa su cui riflettere ma troppo importante perché sia dimenticata. il futuro delle colonie dipende dallo scioglimento di questo dilemma. il fascismo non è stato consegnato alla storia. non può essere esorcizzato né cancellando i suoi monumenti né liquidandoli come patrimonio nazionale. patrick duerden

Page 8: Fascismo - Italian version

8 | 9

fascismo abbandonato p.3un viaggio alla scoperta dei tesori modernisti del fascismoPenny Lewis

fascismo abbandonato p.5Patrick deurden

colonie

1. colonia Marina Pnf Genova p.10

2. colonia Marina “Rosa Maltoni Mussolini” p.16

3. chiesa di santa Rosa, centro servizi del calambrone p.26

4. area centro servizi del calambrone p.28

5. colonia elioterapica fluviale “Maria Pia di savoia” p.38

6. colonia Montana di Rovegno p.44

7. colonia fluviale “Roberto farinacci” p.50

8. colonia Marina delle Montecatini p.56

9. colonia Marina della federazione fascista di novara p.68

10. colonia Marina “amos Maramotti” p.80

11. colonia Marina “costanzo ciano” del comune di Varese p.88

12. colonia Marina “XXViii ottobre” p.100

13. colonia Marina “Principi di Piemonte” p.108

le colonie come strumento politico p.115arne Winkelmann

Bibliografia p.119

archivio p.120

Ringraziamenti p.136

una traduzione delle didascalie inglesi è disponibile al seguente link:

www.civicworks.net/books/fascismo-italian

Page 9: Fascismo - Italian version

57

13

1

6

12

8, 11

9, 10

2, 3, 4

Page 10: Fascismo - Italian version

10 | 11

colonia marina pnf genova

Page 11: Fascismo - Italian version

colonia marina pnf genova

Page 12: Fascismo - Italian version

12 | 13

Page 13: Fascismo - Italian version
Page 14: Fascismo - Italian version

14 | 15

Page 15: Fascismo - Italian version
Page 16: Fascismo - Italian version

16 | 17

colonia marina “rosa maltoni mussolini”

Page 17: Fascismo - Italian version

colonia marina “rosa maltoni mussolini”

Page 18: Fascismo - Italian version
Page 19: Fascismo - Italian version

an aeroplane approaching Pisa airport passes at about 1000 feet over tirrenia. if you look down, you get a fleeting glimpse of the beach and, here and there, derelict buildings amongst the encroachment of holiday chalets and swimming pools that now form a continuous ribbon along the once deserted tuscan coast. seen from above these buildings were designed to resemble giant aeroplanes, boats or huge machine parts; futurist symbols of aspiration towards modernity. But this is not obvious today to the casual observer; instead there are collapsed roofs lost amongst the forest of umbrella pines.

the repainted orange walls of one half of the symmetrical colonia Rosa Maltoni Mussolini (1925–35) stand out. this is the architectural masterpiece of the futurist angiolo Mazzoni, who became well known as the chief engineer of the Ferrovie dello Stato (italian state Railways). in what was then remote from the dusty and often deprived conditions of the city, the sand, the modern architecture, the pines, and the mountains of tuscany in

the far distance would have seemed to the children who came here a vivid evocation of the new italy the regime was creating. today, the coastal strip is shorn of this meaning; in their own way the emilia Romagna and tuscan coasts are as suburban as surbiton. the painted half of the colonia has recently been converted to holiday apartments. the orange colour is a recreation of the building’s original appearance; on the unpainted half, faded patches of the original paint are here and there apparent.

amazingly, some of the furniture designed by Mazzoni is still in the unpainted part of the building. the design of the furniture was reminiscent of the work of the Viennese secessionist Joseph Hoffman; a reminder perhaps of the cultural eclecticism of the early twentieth century in architecture and politics alike.

Page 20: Fascismo - Italian version

20 | 21

Page 21: Fascismo - Italian version
Page 22: Fascismo - Italian version

22 | 23

Males ages

figli della lupa 6-7

Balilla 8-10

Balilla moschettieri 11-12

avantguardisti 13-14

avanguardisti moschettieri 15-17

Giovani fascisti 18-21

females ages

figlie della lupa 6-7

Piccole italiane 8-14

Giovani italiane 15-17

Giovani fasciste 18-21

Page 23: Fascismo - Italian version
Page 24: Fascismo - Italian version

24 | 25

Page 25: Fascismo - Italian version
Page 26: Fascismo - Italian version

26 | 27

chiesa di santa rosa, centro servizi del calambrone

Page 27: Fascismo - Italian version

chiesa di santa rosa, centro servizi del calambrone

Page 28: Fascismo - Italian version

28 | 29

area centro servizi del calambrone

Page 29: Fascismo - Italian version

area centro servizi del calambrone

Page 30: Fascismo - Italian version
Page 31: Fascismo - Italian version

the fascist regime was preoccupied not with reality but with an imagined future dictated by il Duce and unfettered by the inconvenience of worldly matters. tirrenia was reclaimed from the coastal wilderness north of Livorno, and a new town of colonie established on Mussolini’s orders, with roads and tramways, a huge open-air cinema, medical facilities, laundries and the administrative structure to service them. nearby, film studios were established by Mussolini’s friend Giovacchino forzano. Here sophia Loren later lived in a fascist-era modernist villa, and spaghetti westerns were filmed. By the 1970s the forzano studios had been abandoned, and in the 1980s the architect aldo Rossi proposed the site’s redevelopment as a holiday complex.

His architectural approach drew on the compositional techniques of the futurists, but gone were the engine symbols and the towering fasces; Rossi’s historicising architectural language of domes, towers and arches was entirely different. in the end though, only the golf club that Rossi designed for Pisorno was realised.

in 2000 the disparate owners of this vast futurist linear city in ruins came together and set up a development company to regenerate it. a masterplan was drawn up by Pisa architect Beniamino cristofani; the abandoned colonie are now being converted into holiday apartments.

Page 32: Fascismo - Italian version

32 | 33

Page 33: Fascismo - Italian version
Page 34: Fascismo - Italian version

34 | 35

The logical result of fascism is the introduction of

aesthetics into political life.

Walter Benjamin, Illuminations, tr. Harry zohn,

new York, 1969, p. 234

Page 35: Fascismo - Italian version
Page 36: Fascismo - Italian version

36 | 37

The state syllabus for elementary schools required that

the first word to be learnt after mastering the vowels was

EIA! the Fascist war cry. Whilst in arithmetic the first

lesson taught was that:

DEO = DUCE

Paolo sorcinelli and daniela calanca (ed.), Identikit del

Novecento: conflitti, trasformazioni sociali, stili di vita,

Rome, 2004

Page 37: Fascismo - Italian version
Page 38: Fascismo - Italian version

38 | 39

colonia elioterapica fluviale “maria pia di savoia”

Page 39: Fascismo - Italian version
Page 40: Fascismo - Italian version

40 | 41

not all colonie were located on the coast. after a day spent looking for the colonia Maria Pia di savoia in Vercelli we were ready to abandon our efforts, but by now our snooping around the outskirts of town had attracted the attention of the Polizia. things looked awkward, but we convinced our interrogator. Yes, he knew where the colonia was, and he would escort us there. But first, would we care to see Vercelli’s fascist wall paintings? ViVa iL duce in two metre high letters? although their removal was a legal requirement after the fall of the regime, a surprisingly large number of fascist political slogans survive on walls across italy.

the colonia Maria Pia di savoia was built in 1936 as a non-residential colonia elioterapica (sun therapy colony) and designed by the technical office of the municipality. Remarkably it is still in use. Part of the building is the alpini veterans’ association, whilst a gymnastic club and an archery club occupy other areas.

Page 41: Fascismo - Italian version
Page 42: Fascismo - Italian version

42 | 43

Page 43: Fascismo - Italian version
Page 44: Fascismo - Italian version

44 | 45

colonia montana di rovegno

Page 45: Fascismo - Italian version

colonia montana di rovegno

Page 46: Fascismo - Italian version

46 | 47

tHe 10 coMMandMents of fascisM

1. KnoW tHat tHe fascist, and in

PaRticuLaR tHe soLdieR, Must neVeR

BeLieVe in PeRPetuaL Peace.

2. PunisHMents aRe aLWaYs deseRVed.

3. tHe nation is seRVed eVen BY standinG

GuaRd oVeR a can of PetRoL.

4. a coMRade Must Be a BRotHeR:

– Because He LiVes WitH You;

– Because He Has tHe saMe faitH as You.

5. You WeRe not GiVen aRMs so tHat tHeY

couLd faLL into disuse, But to tRain

You foR WaR.

6. do not eVeR saY “tHe GoVeRnMent WiLL

PaY” Because it is You WHo PaYs; tHe

GoVeRnMent is WHat You HaVe WiLLed

and WHY You HaVe Put on a unifoRM.

7. disciPLine is tHe souL of aRMies;

WitHout it tHeRe aRe no soLdieRs onLY

confusion and defeat.

8. MussoLini is aLWaYs RiGHt!

9. foR a VoLunteeR tHeRe aRe no

eXtenuatinG ciRcuMstances WHen He

disoBeYs.

10. one tHinG Must Be deaR to You aBoVe

aLL eLse: tHe Life of iL duce.

“Decalogo Del Milite Fascita Del 1928” of Renato

Ricci adopted by the opera nazionale Balilla

Page 47: Fascismo - Italian version
Page 48: Fascismo - Italian version

48 | 49

Page 49: Fascismo - Italian version
Page 50: Fascismo - Italian version

50 | 51

colonia fluviale “roberto farinacci”

Page 51: Fascismo - Italian version

colonia fluviale “roberto farinacci”

Page 52: Fascismo - Italian version

52 | 53

Page 53: Fascismo - Italian version
Page 54: Fascismo - Italian version

54 | 55

Page 55: Fascismo - Italian version
Page 56: Fascismo - Italian version

56 | 57

colonia marina delle montecatini

Page 57: Fascismo - Italian version

colonia marina delle montecatini

Page 58: Fascismo - Italian version
Page 59: Fascismo - Italian version

the colonia Marina Montecatini was designed by eugenio faludi with the technical office of the Società Montecatini, and built in 1939. the brief required accommodation for five hundred Balilla. a huge tower with ramps for gymnastic displays rose 55 metres above ground level. the arch at the gates was designed as a miniature version of the arch adalberto Libera planned but never built for the abandoned Esposizione Universale di Roma (1942).

the tower of colonia Marina Montecatini was rebuilt to less than half its original height in the late 1940s after the original construction was destroyed by the nazis at the end of the war. the building remained in use as a hostel until recently.

Page 60: Fascismo - Italian version

60 | 61

Page 61: Fascismo - Italian version
Page 62: Fascismo - Italian version

For Fascism, the state is an absolute, before which individuals

and groups are relative. Individuals and groups are

‘thinkable’ in so far as they are in the state.

Giovanni Gentile and Benito Mussolini, La Dottrina del

fascismo, Milan, 1932

62 | 63

Page 63: Fascismo - Italian version
Page 64: Fascismo - Italian version

64 | 65

Everything in them, from their abstract lines and

volumes to their ground plans, which trace the itineraries

of communal life, from the breadth and type of door and

window frames and the design of railings, from plaster to

floorings, colours and materials; everything combines

– canteens and washrooms, dormitory and gymnasia –

to make up the plastic form and visual image with which

these children will identify the memories of periods spent

in the Colonie. Having come from poor or very modest

homes, the majority of these boys and girls will feel

disposed here, for the first time, to accept the influence

of taste; they will be stimulated, for the first time, to

appreciate architectural form seen not just from the

outside, but adapted for living within.

Mario Labò and attilio Podestà, L’architettura delle

colonie marine italiane, in Casabella, no. 167/168, 1941

Page 65: Fascismo - Italian version
Page 66: Fascismo - Italian version

66 | 67

Page 67: Fascismo - Italian version
Page 68: Fascismo - Italian version

68 | 69

colonia marina della federazione fascista di novara

Page 69: Fascismo - Italian version

colonia marina della federazione fascista di novara

Page 70: Fascismo - Italian version

colonia marina della federazione fascista di novara

Page 71: Fascismo - Italian version

By car and on foot, we searched the coastal strip from Rimini to Ravenna looking for abandoned colonie. the italian seaside is simultaneously classy and crass, kitsch and couture. Whereas english seaside is all cheaply cheerful, fish and chips and candy floss, italian seaside is well-heeled, neat and clean, but with Gucci gilt vulgarity. the italians’ love affair with the beach happened after 1945, the beaches having been made accessible by the regime’s draining of the coastal marshes and building of the road infrastructure to serve the colonie.

colonia novarese (1934) was designed by Giuseppe Peverelli and built in the staggeringly short time of just 126 days. Peverelli was an engineer influential in the fascist hierarchy, and appointed Minister of communications in 1943. He was arrested and put on trial in 1945, but acquitted. an unrepentant fascist, he subsequently emigrated to argentina.

the functions of the colonia novarese were combined in a single structure like a miniature version of the Lingotto fiat factory in turin, but with the addition of strip windows.

the tower, the principal feature of the front of the building, was entirely clad in glass and modelled as a gigantic illuminated fascio. the structure was coldly functional, intended as a demonstration of the resolution of the fascist will. the building’s streamlined silhouette lent it more than a passing resemblance to a warship; sufficiently so to encourage strafing attacks by allied aircraft during the second World War.

in dereliction, colonia novarese has become a focus for delinquent activity. the core of the building is burnt out. in the darkened void at its heart stands an empty plinth, inscribed Duce, which once carried Mussolini’s statue. now it is a focus for nihilistic neo-fascist graffiti.

Page 72: Fascismo - Italian version

72 | 73

Page 73: Fascismo - Italian version
Page 74: Fascismo - Italian version

74 | 75

Page 75: Fascismo - Italian version
Page 76: Fascismo - Italian version

76 | 77

Page 77: Fascismo - Italian version
Page 78: Fascismo - Italian version

78 | 79

Balilla Creed

I believe in Rome the Eternal, the mother of my

country, and in Italy her eldest daughter, who was

born in her virginal bosom by the grace of God; who

suffered through the barbarian invasions, was crucified

and buried, who descended to the grave and was raised

from the dead in the 19th century; who ascended into

heaven in her glory in 1918 and 1922; who is seated on

the right hand of her mother Rome; who for this reason

shall come to judge the living and the dead. I believe

in the genius of Mussolini, in our Holy Father Fascism,

in the communion of the martyrs, in the conversion of

Italians and in the resurrection of the Empire.

Libro fascista del Balilla (1936), in Years of Change:

European History, 1890-1945, R. Wolfson (ed.),

London 1978

Page 79: Fascismo - Italian version
Page 80: Fascismo - Italian version

80 | 81

colonia marina “amos maramotti”

Page 81: Fascismo - Italian version

colonia marina “amos maramotti”

Page 82: Fascismo - Italian version

82 | 83

colonia amos Maramotti (colonia Reggiana) (1934) in Riccione (Ravenna) was designed by costantino costantini, who also designed the famous Mussolini Dux obelisk in the foro italico in Rome. it was named after a student ‘martyr’ to the fascist cause killed in a clash with communists in 1924. its plan, a repetition of offset slab forms orientated towards sea and sun, and with projecting stair towers, was intended to represent an array of fasces. But the repetition of forms also implied the mechanisation of construction and the possibility of infinite extension. it was these functional aspects, rather than the representational one, which attracted rationalist acclaim for the building.

abandoned, it has become a repository for municipal detritus. exploring the building we clambered over piles of children’s clothes in decayed cardboard cartons and mounds of mildewed cinema seats. under this could be seen the terrazzo floor with its design of thousands of interlocking fs; an echo of the repeating plan of the building. fascism was everywhere under our feet.

Page 83: Fascismo - Italian version
Page 84: Fascismo - Italian version

84 | 85

Page 85: Fascismo - Italian version
Page 86: Fascismo - Italian version

86 | 87

Page 87: Fascismo - Italian version
Page 88: Fascismo - Italian version

88 | 89

colonia marina “costanzo ciano” di varese

Page 89: Fascismo - Italian version

colonia marina “costanzo ciano” di varese

Page 90: Fascismo - Italian version

colonia marina “costanzo ciano” di varese

Page 91: Fascismo - Italian version

the most extraordinary monument left by the fascist youth programme is the colonia costanzo ciano (1937-9) in Milano Marittima. the work of Mario Loreti, it was occupied for only a single summer (in 1939, the year of its completion) and dynamited by the nazis in 1945. the huge Piranesian ramps, today overgrown with fig trees, were intended for synchronised displays of marching Balilla.

in 2005 homeless people were living in the lower parts of the building, whilst on the flat roofs, orchids and other wild flowers were in bloom. the building is in a state of collapse; whilst we were there a section of the floor caved in without warning. one explanation may be that perhaps the concrete was originally mixed with seawater. the ferrous reinforcement is exposed and scaled with rust; the folly of the fascist utopia revealed by the intervention of reality, time, dereliction and decay. We learnt from the squatters that while it still stands the status of the colonia costanzo ciano as a national monument renders its vast prime beachfront site worthless. But its condition has been declared as beyond repair and the building is to be razed to the ground. the site will then be worth in excess of 50 million euros.

Page 92: Fascismo - Italian version

92 | 93

Italy has been turned into a great prison where children

are taught to adore their chains.

Lauro de Bosis, Story of my Death, London, 1933

Page 93: Fascismo - Italian version
Page 94: Fascismo - Italian version

94 | 95

cRedeRe oBBediRe coMBatteRe

BeLieVe oBeY fiGHt

fascist political slogan

Page 95: Fascismo - Italian version
Page 96: Fascismo - Italian version

96 | 97

Page 97: Fascismo - Italian version
Page 98: Fascismo - Italian version

98 | 99

The present spectacle of Italy, the state of her spiritual

powers announces the imminent dawn of the modern

spirit. Her shining purity and force illuminate the paths

which had been obscured by the cowardly and the

profiteers.

Le corbusier, Stile futurista 1, no. 2, august 1934, p. 13

Page 99: Fascismo - Italian version
Page 100: Fascismo - Italian version

100 | 101

colonia marina “xxviii ottobre”

Page 101: Fascismo - Italian version

colonia marina “xxviii ottobre”

Page 102: Fascismo - Italian version

colonia marina “xxviii ottobre”

Page 103: Fascismo - Italian version

colonia Marina XXViii ottobre (1932) on the adriatic coast at cattolica (Rimini) was built to designs by clemente Busiri-Vici. it was intended for the male children of expatriate italians, and the well-known scottish-italian sculptor eduardo Paolozzi attended onB summer camps here. the remarkable dormitory buildings are presented in the dynamic form of locomotives and steamships, suggesting that the children were not supposed to feel that they had arrived at any destination. the would-be colonists of the new Roman empire were to be in continual transit.

two of the original four dormitories survive. By some bizarre but inspired twist of fate they have been converted into aquaria. Young and efficient sporty types have taken over, and the ghosts of the black shirts, the Balilla and the figli della Lupa are gone, replaced by manta rays and shoals of angelfish.

i had a black shirt, sailor’s hat, white trousers….

You were allowed to keep the uniform. i remember

too you had a shaved head. it was wonderful. When

you are very young you don’t articulate experience.

eduardo Paolozzi, Wonderful World, in Cities of

Childhood, London 1988

Page 104: Fascismo - Italian version

104 | 105

Page 105: Fascismo - Italian version
Page 106: Fascismo - Italian version

in June 1941, Galeazzo ciano admitted “the regime

has made a mistake; for twenty years it has neglected

these young men, and has had them in mind only to

deck them out in uniforms, hats and capes, and herd

them against their will into the squares to make a lot

of noise.”

Galeazzo ciano, Diary 1939-43, new York, 1947

106 | 107

Page 107: Fascismo - Italian version
Page 108: Fascismo - Italian version

108 | 109

colonia marina “principi di piemonte”

Page 109: Fascismo - Italian version

colonia marina “principi di piemonte”

Page 110: Fascismo - Italian version

110 | 111

Page 111: Fascismo - Italian version
Page 112: Fascismo - Italian version

112 | 113

Page 113: Fascismo - Italian version
Page 114: Fascismo - Italian version

114 | 115

Page 115: Fascismo - Italian version

le colonie come strumento politico

Le prime colonie d’infanzia furono istituite in italia alla fine del 19esimo secolo dalle organizzazioni cattoliche di assistenza come l’opera don Bosco o l’opera Bonomelli. il miglioramento delle condizioni di salute dei bambini costituiva l’obiettivo principale delle colonie. Le malattie causate dalla scarsità di aria salubre, luce e la malnutrizione erano trattati, nelle colonie, con bagni di sole, attività fisica e una corretta alimentazione. ¶ nel 1920 le colonie furono integrate e potenziate dal nuovo piano programmatico del regime fascista; le attività furono inquadrate alla luce di tre nuove direttive. La centralità del concetto di “Volkskörper” (“corpo del popolo”) affermava la superiorità fisica di una nuova generazione, che era prioritaria rispetto alla forza e alla salute del singolo. ¶ in secondo luogo, l’organizzazione nazionale dei giovani Balilla (opera nazionale Balilla), sostituita nel 1937 dalla GiL (Gioventù italiana del Littorio), aveva un carattere chiaramente paramilitare. i bambini indossavano uniformi, erano dotati di un fucile di legno e organizzati in gerarchie militari. svolgevano esercitazioni e una serie di rituali militari quali l’alzabandiera e il giuramento di fedeltà, erano istruiti al culto dei loro comandanti. Le colonie contribuivano alla formazione dei Balilla e avevano l’obiettivo di trasformarli in soldati, fisicamente e moralmente. il governo fascista nazionalizzó tutte le colonie private o gestite dalla chiesa, assicurandosi che nessun’altra organizzazione potesse esercitare alcuna influenza sui bambini. ¶ in terzo luogo, le colonie avevano lo scopo di indottrinare ideologicamente i bambini e di creare un legame emotivo con il regime fascista. Questo avveniva da un lato attraverso l’istruzione politica quotidiana dei bambini, dall’altro sviluppando un sentimento affettivo nei confronti della figura “paterna” del duce. soprattuto il legame affettivo con il regime e, in particolare con Mussolini, lasciava un’impressione estremamente positiva del soggiorno alle colonie e, in seguito, questa era idealizzata in un “mondo meraviglioso”, cosi come si ritrova nelle memorie dello scultore eduardo Paolozzi (città of childhood, 1988, p. 10). ¶ e’ inoltre importante ricordare che, nel corso del 1920, i maggiori industriali italiani videro nelle colonie, dove ai figli dei propri dipendenti venivano trasmessi la disciplina e il senso di appartenenza all’azienda, uno strumento per formare la futura manodopera. Molte aziende tra cui fiat, olivetti, Piaggio e Montecatini realizzarono e gestirono le colonie allo scopo di formare una forza lavoro sana, efficiente e fedele. essendo un paese ancora sottosviluppato dal punto di vista industriale, l’italia recuperava in quegli anni il paternalismo industriale che altre nazioni europee avevano vissuto decenni prima. ¶ La “colonia” era inoltre intesa come un’estensione del concetto di “Lebensraum” (spazio vitale). anche se il termine “colonia marina” esisteva già da molto prima del 1920, sotto il fascismo acquisí un nuovo significato. al termine della prima guerra mondiale, la colonizzazione di nuove terre fu uno dei pilastri del programma fascista: un’aggressiva politica di espansione portó all’annessione delle colonie e alla creazione di nuove città in patria, le ‘città fondazione ‘. La bonifica delle paludi lungo le inospitali coste adriatiche

Page 116: Fascismo - Italian version

e tirreniche con il programma di edificazione delle colonie, segnó, per il fascismo, un passo significativo nella realizzazione dello “spazio vitale” in italia. il regime fascista creava di fatto una “nuova terra” per la sua popolazione attraverso un’espansione dentro l’italia stessa. La città lineare del calambrone comprende una serie di colonie d’infanzia che si estende lungo la fascia costiera da Pisa verso Livorno (vedi colonia “Rosa Maltoni Mussolini” e centro servizi). agli inizi degli anni ’30, il programma di espansione delle colonie portó alla costruzione accelerata di nuove strutture lungo le coste (colonie marine), in montagna (colonie montane), nelle aree rurali o periferiche delle città (colonie elioterapiche). ¶ La maggioranza delle colonie fu costruita in stile razionalista/modernista. Generalmente l’attenzione verso l’architettura degli edifici razionalisti si è concentrata sulle caratteristiche strutturali e spaziali, mentre le implicazioni ideologiche sono state raramente oggetto di discussione. La prossimità dell’architettura delle colonie sia allo stile ‘razionalista’, espressione del totalitarismo, sia allo stile internazionale, espressione della democrazia liberale, fu poco affrontata. Lo stile moderno e avanguardistico delle colonie era parte integrante della propaganda politica. esistono alcune analogie tra l’organizzazione strutturale e la gerarchia militare dei Balilla. i Balilla erano organizzati in unità sul modello dell’esercito romano. L’unità più piccola è la squadra con 11 bambini, tre squadre costituiscono un Manipolo, tre Manipoli formano una centuria di 100 bambini, tre centuria costituiscono una coorte e tre coorti formano l’unità più grande, con 900 persone, la Legio. nelle colonie, solitamente i bambini erano alloggiati in camerate di 11-33 posti letto, secondo la dimensione di una squadra o manipolo. su ogni piano o ala dell’edificio, i dormitori erano spesso suddivisi in gruppi di tre. Molte colonie hanno la capienza di una coorte, mentre le colonie più grandi, quali ad esempio la colonia novarese di Rimini o la colonia “XXViii ottobre” di cattolica, possono ospitare una legio. L’organizzazione dello spazio nei dormitori secondo unità militari riflette l’austerità e la tipologia degli alloggi per le truppe. ¶ un altro aspetto che emerge dalla somiglianza tra i dormitori delle colonie e gli accampamenti militari, riguarda lo svolgimento delle operazioni di massa. L’architetto e storico Michele anderle parla di “meccanizzazione dell’uomo” durante il fascismo, dove l’individuo svolge solo una funzione anonima all’interno di una macchina più grande. tale immagine può essere trasferita all’organizzazione strutturale delle colonie. Queste erano infatti nettamente suddivise in sezioni funzionali: le aree di servizio come cucine, lavanderie e uffici amministrativi erano separati dalle zone riservate ai bambini, i dormitori dei ragazzi divisi da quelli delle ragazze (quando non si trattava di colonie esclusivamente destinate a maschi o femmine); gli aspetti della vita quotidiana degli ospiti, come dormire, mangiare e lavarsi erano condivisi e collettivizzati. allo scopo di radunare e, successivamente, disperdere i bambini in modo rapido, gli edifici erano dotati di ampie rampe, spesso curve o a forma di spirale, come si riscontra nelle colonie

116 | 117

Page 117: Fascismo - Italian version

“Montecatini” e “Varese”. La differenziazione funzionale, le chiare geometrie, lo spazio parzialmente panottico consentivano un attento controllo delle attività all’interno delle colonie. nelle colonie “Roberto farinacci” a cremona, o “Maria Pia di savoia” a Vercelli la rassomiglianza delle strutture con elementi appartenenti alla macchina è la prova evidente di come i temi della meccanizzazione e dell’automazione siano caratteristici dell’architettura delle colonie. ¶ il motivo della macchina svolge un ruolo importante nella funzione simbolica dell’architettura. nelle colonie “XXViii ottobre” di cattolica e “amos Maramotti” di Riccione domina il tema navale: le forme monumentali degli edifici evocano esplicitamente degli scafi, le scale semicircolari sono prue, le ringhiere e le rampe richiamano parapetti e passerelle, oblò e pennoni sottolineano il motivo nautico. La metafora della nave è un tema ricorrente nell’architettura moderna. È l’alba di una nuova era, di un’utopia sociale e di uno stato di euforia nei confronti della tecnologia e del progresso. a tutto ció, si sovrappone la figura della nave da guerra. La colonia “XXViii ottobre” ricorda una piccola flotta da guerra intorno a un edificio centrale; la raffigurazione prende spunto da una cartolina dell’epoca, intitolata “nave ammiraglia ancorata”. La forma compatta dei quattro dormitori ricorda maggiormente i cacciatorpedinieri e gli incrociatori piùttosto che una nave passeggeri. anche la scala-torre della “colonia novarese” richiama una torretta o una plancia, che spicca dal ponte. se a ció si aggiunge l’immagine dei Balilla nelle uniformi della marina, il quadro di una generazione pronta a combattere una guerra navale si completa. ¶ L’architettura delle colonie rappresentava per il regime fascista un’icona politica. i simboli fascisti, gli emblemi e gli slogan propagandastici erano ampiamente raffigurati negli edifici. i piazzali per le sfilate erano progettati per mostrare le file dei Balilla che marciavano con lo sguardo rivolto in alto a un pulpito o a un balcone, il quale era contornato da un’ampia facciata. su queste superfici spiccava l’iscrizione con il nome della colonia, l’anno di fondazione secondo il calendario fascista in numeri romani, con l’aggiunta di ef per “epoca fascista” (esempio Xii ef = 1933) e i ‘fasci’, il simbolo romano composto da un fascio di verghe di betulla e una scure, emblema nazionale dell’italia fascista. ¶ L’insieme di questi elementi architettonici, il pulpito, la piazza d’armi, le rampe, l’organizzazione militare dello spazio coronato da fasci e iscrizioni romane confluivano nella perfetta scenografia della propaganda fascista. L’elemento architettonico del “fascio” è ricorrente in molteplici forme: puó presentarsi come una struttura separata, in forma di scale o torri cilindriche scanalate o come schema complessivo, come nella colonia “Rosa Maltoni Mussolini” a tirrenia. il “fascio” spesso appare in gruppi di tre, come emblema su balconi e ingressi. L’architettura delle colonie serviva anche a mantenere i simboli politici e gli emblemi onnipresenti, in modo che i giovani ospiti potessero in ogni momento avere chiaro a chi dovevano essere grati per il loro soggiorno e devoti. da questi esempi è evidente che anche nel vocabolario dell’architettura

Page 118: Fascismo - Italian version

moderna, ci sono stati momenti di manipolazione e deliberato oscurantismo. L’architettura della modernità, che si suppone universale e libera da condizionamenti storici, è assoggetta all’influenza del totalitarismo. ne risultano edifici che inneggiano alla guerra e alla violenza, strumento di controllo di un’intera generazione che al regime fascista ha giurato fedeltà. arne winkelmann

118 | 119

Page 119: Fascismo - Italian version

bibliografia

Balducci, Valter and smaranda Bica (ed.), Architecture and

Society of the Holiday camps: History and perspectives.

timisoara: orizonturi universitare; Mirton, 2007

Balducci, Valter (ed.), Architetture per le colonie di vacanza:

Esperienze europee. firenze, 2005

Ben-Ghiat Ruth, Fascist Modernities: Italy, 1922–1945. Berkeley:

university of california Press, 2001

Binchy, daniel a., Church and State in Fascist Italy. London:

oxford university Press, 1941

Colonie a mare: Il patrimonio delle colonie sulla costa romagnola

quale risorsa urbana e ambientale. Bologna: Grafis, 1986

confurius, Gerrit, Rationalismus im Faschismus, in Bauwelt, H.

7/8 1986, pp. 248–253

cutini, Valerio, and Roberto Pierini, Le Colonie marine della

Toscana. Pisa: edizione ets, 1993

de Bosis, Lauro, Story of my Death. London: faber & faber, 1933

domus, no. 659, 3/1983, pp. 2–29

frisoni, Giorgio, elizabetta Gavazza, Mariagrazia orsolini

and Massimo simini, Ursprung und Geschichte der Colonie, in

Bauwelt, no. 30, 1992, pp. 1692–1705

Gentile, emilio, The Struggle for Modernity: Nationalism,

Futurism, and Fascism. Westport, ct: Praeger Publishers, 2003

Giuseppe Vaccaro. Colonia marina a Cesenatico 1936–38. Rom:

clear, 1994

Koon, tracey H., Believe, Obey, Fight: Political Socialization of

Youth in Fascist Italy: 1922–43; chapel Hill: the university of

north carolina Press, 1985

Labò, Mario, and attilio Podesta, Colonie: marine, montane,

elioterapiche. Milano: domus, 1942

niglio, olimpia (ed.), Il nuovo Calambrone. Milano: electa, 2006

schleimer, ute, Die Opera Nazionale Balilla bzw. Gioventù

Italiana del Littorio und die Hitlerjugend – eine vergleichende

Darstellung. Münster: Waxmann, 2004

Vacances et Loisiers, “L’architecture d’aujourd’hui” no. 7, 1939

Wall, alex, and stefano de Martino (ed.), Cities of Childhood.

Italian Colonie of the 1930s. London: architectural association,

1988

¸

Page 120: Fascismo - Italian version

120 | 121

colonia Marina Pnf Genova

1931

colonia fara

Via Preti, chiavari Ge, Liguria

camillo nardi Greco (1887–1968)

colonia marina a sud di Genova. situata sulla spiaggia, la

torre è rimasta in rovina per decenni ed è tuttora di proprietà

del comune di chiavari. Prendendo il treno da Genova verso

sud, si ha una vista spettacolare della colonia. Localmente si

susseguono aspre e continue critiche nei confronti dei sindaci

che non sono stati in grado di conservare o riconvertire

congruamente quest’icona futuristica della regione. La parte

interna ha perso sensibilmente la propria identità, mentre gli

esterni sono rimasti per lo più intatti. due iscrizioni si trovavano

agli ingressi: una è stata cancellata con della pittura, l’altra è

sopravvissuta.

colonia marina pnf genova

Page 121: Fascismo - Italian version

colonia “Rosa Maltoni Mussolini”

1931

colonia “Villa Rosa”

colonia Marina dei ferrovieri

colonia Marina Postelegrafonici

colonia Pontificia fiorentina

colonia o.d.a. “Regina del Mare”

Viale del tirreno, calambrone Pi, tuscany

angiolo Mazzoni (1894–1979)

colonia marina prossima a Livorno, affacciata alla spiaggia.

Quando il Ministero delle Poste e delle ferrovie vennero

separati, la colonia fu divisa simmetricamente a metà al centro

dell’ingresso principale, attraverso la fontana ornamentale.

Grazie all’intervento del comune di Pisa, la colonia è in fase di

recupero. La metà del ministero delle Poste è stata convertita in

appartamenti-vacanza e ha recuperato il colore originale arancio

brillante. L’altra metà è tuttora abbandonata e gestita dal figlio del

custode originario che qui è cresciuto e continua a vivere con il

padre nella stessa portineria di un tempo.

Mazzoni era un architetto di estremo talento e una figura molto

influente sotto il regime. La moglie era la figlia di Galeazzo

ciano, l’allora Ministro delle comunicazioni di Mussolini;

come capo architetto del Ministero delle comunicazioni e delle

ferrovie di stato progettò centinaia di edifici tra i quali numerosi

uffici postali e stazioni ferroviarie.

Mazzoni progettò la colonia Rosa Maltoni Mussolini nei minimi

dettagli: maniglie delle porte modellate come fasci, particolari

di arredo in alluminio e legno, alcuni ancora esistenti.

colonia marina “rosa maltoni mussolini”

Page 122: Fascismo - Italian version

122 | 123

colonia marina “rosa maltoni mussolini”

Page 123: Fascismo - Italian version
Page 124: Fascismo - Italian version

124 | 125

colonia marina “rosa maltoni mussolini”

Page 125: Fascismo - Italian version

area centro servizi del calambrone

1934

Viale del tirreno, calambrone Pi, tuscany

Ghino Venturi

Questa è l’area di accoglienza centrale del vasto complesso

lineare di colonie di tirrenia, a nord di Livorno. Qui i bambini

scendevano dal treno della linea ferroviaria, appositamente

costruita, ed erano esaminati prima di essere destinati a una

delle colonie. L’area include una lavanderia con una scultura

sovrastante di Minerva, ambulatori medici e dentistici e

una chiesa. nelle vicinanze, all’interno di un bosco è stato

recentemente ritrovato e recuperato un cinema all’aperto. il

complesso costituisce la parte centrale di una nuova piazza

pubblica che fa parte di un ambizioso progetto di recupero. sono

in corso lavori di restauro di alcuni edifici e demolizioni di altri.

colonia elioterapica fluviale “Maria Pia di savoia”

1935

colonia “elena di savoia”

corso Rigola, Vercelli Vc, Piedmont

uffici tecnici comunali

colonia elioterapica dell’entroterra, situata sulle sponde

sabbiose di un ampio letto fluviale, tra Milano e torino. dalla

sua edificazione è sempre rimasta in uso, appare tuttavia

desolata. situata lungo una strada extraurbana, alcune parti

sono in completa rovina e disuso, altre costituiscono una vivace

e apprezzata risorsa per la comunità locale. un centro di

ginnastica, un club di tiro con l’arco e un circolo alpini occupano

settori indipendenti dell’edificio e mostrano con orgoglio

gallerie fotografiche che illustrano le proprie origini, risalenti a

prima del 1939.

area centro servizi del calambrone colonia elioterapica fluviale “maria pia di savoia”

Page 126: Fascismo - Italian version

126 | 127

colonia Montana di Rovegno

1934

Località colonia, Rovegno Ge, Liguria

camillo nardi Greco (1887–1968)

colonia montana, oltre la sperduta località collinare di Rovegno,

sopra Genova. Risalgono ancora agli anni ’30 le scritte murarie

e la segnaletica stradale che guida gli automobilisti attraverso il

bosco. La colonia è un immenso monolito su una radura che si

apre inaspettatamente nel fitto bosco, con vista panoramica sugli

appennini. una vasta rete di sentieri, battuti da esperti fungaioli e

cacciatori di cinghiali, converge nella radura.

colonia montana di rovegno

Page 127: Fascismo - Italian version

colonia fluviale “Roberto farinacci”

1938

colonia Padane

Via del sale, cremona cR, Lombardy

carlo Gaudenzi (1898–1969)

colonia elioterapica nelle vicinanze di cremona, situata sulle

rive del fiume Po, all’interno di un noto parco pubblico ben

mantenuto. Gran parte della struttura è fatiscente, solo una

sezione è funzionante, stagionalmente, come discoteca estiva;

la piscina è ora piena di tartarughe. si tratta di un edificio intimo

e a misura d’uomo.

colonia fluviale “roberto farinacci”

Page 128: Fascismo - Italian version

128 | 129

colonia marina delle montecatini

colonia Marina delle Montecatini

1938

colonia Monopoli di stato

Viale Giacomo Matteotti, cervia Ra, emilia-Romagna

eugenio faludi / ufficio tecnico Montecatini (1899–1981)

colonia marina situata a cervia. inizialmente fuori dalla città,

è ora parte di un intero complesso residenziale, in prima linea

spiaggia. i Monopoli di stato l’hanno venduta poco dopo la

realizzazione di queste foto, ciò nonostante è ancora nelle

stesse condizioni.

Page 129: Fascismo - Italian version
Page 130: Fascismo - Italian version

130 | 131

colonia marina della federazione fascista di novara

colonia Marina della federazione fascista di novara

1934

colonia novarese

Viale Principe di Piemonte, Rimini Rn, emilia-Romagna

Giuseppe Peverelli (1893–1969)

colonia marina a Riccione; attualmente la strada la separa

dalla spiaggia. L’edificio, con le sue rampe a spirale, si richiama

fortemente al Lingotto, lo stabilimento fiat di torino. È la

sezione più austera e minacciosa della colonia. sono ancora

evidenti i danni della bomba che colpì l’edificio, confuso dagli

alleati con una nave, durante un attacco aereo alla fine della

guerra. nel 2008 erano in corso i lavori di riconversione in

struttura alberghiera.

Page 131: Fascismo - Italian version

colonia marina “amos maramotti”

colonia Marina “amos Maramotti”

1934

colonia Marina Reggiana

centro Vacanze Reggio emilia

Viale Gabriele d’annunzio, Riccione Rn, emilia-Romagna

costantino costantini (1904–1982)

colonia marina sulla spiaggia di Riccione con motivi nautici.

i piani superiori sono in rovina e vengono usati dal comune

come deposito, dando luogo a un’involontaria installazione

surreale con centinaia di gavitelli e poltroncine da cinema.

il pianterreno è occupato da club nautici e balneari.

Page 132: Fascismo - Italian version

132 | 133

colonia Marina “costanzo ciano” di Varese

1937–39

colonia Varese

Viale Giacomo Matteotti, cervia Ra, emilia-Romagna

Mario Loreti (1889–1968)

colonia marina nei pressi di cervia, situata lungo una vasta

spiaggia ricoperta di vecchi pini marittimi. e’ la colonia

maggiormente desolata e in rovina, oltre che una tra le più

spettacolari. fu progettata come un grande set cinematografico

per la propaganda del cinegiornale Luce; recentemente è stata

il set di film dell’orrore. sono presenti segni di recenti carotaggi

dei materiali nelle colonne portanti, a riprova del fatto che

l’edificio potrebbe essere presto demolito.

colonia marina “costanzo ciano” di varese

Page 133: Fascismo - Italian version
Page 134: Fascismo - Italian version

134 | 135

colonia marina “xxviii ottobre”

colonia Marina “XXViii ottobre”

1932–34

Le navi

Via Germania, cattolica Rn, emilia-Romagna

clemente Busiri-Vici (1887–1965)

colonia marina a cattolica destinata ai bambini di italiani

emigrati all’estero. Parte demolita e parte ristrutturata, i due

dormitori nave/treno ancora conservati hanno degli acquari

che si inseriscono nella parte sottostante, senza togliere

spazio ai dormitori medesimi. il luogo è una rinomata località

balneare, ben segnalato e descritto ma qualsiasi riferimento

alla storia e alle origini degli edifici è omesso. i ricordi

d’infanzia dello scultore di edinburgo eduardo Paolozzi si

riferiscono a questo luogo.

Page 135: Fascismo - Italian version

colonia marina “principi di piemonte”

colonia Marina “Principi di Piemonte”

1936–37

colonia Marina di Padova

strada della droma, Venezia – Lido alberoni Ve, Veneto

daniele calabi (1906-1964)

Venezia, sul Lido, questa colonia marina, rintanata tra le dune,

si apre sulla spiaggia. abbandonata ma relativamente intatta,

è stata ristrutturata negli anni ‘60 e ampliata con un nuovo

dormitorio e un refettorio negli anni ’70. La colonia conserva la

sua cucina originale con servizio di stoviglie “Richard Ginori”.

il piazzale per le parate su cui si affacciava originariamente la

colonia ha attualmente l’aspetto di un giardino botanico.

Page 136: Fascismo - Italian version

136

Questa edizione è stata pubblicata nel Regno unito

nel 2010 da dewi Lewis Publishing

8 Broomfield Road, Heaton Moor

stockport sk4 4nd, inghilterra

www.dewilewispublishing.com

in collaborazione con civic Works Ltd

isbn: 978-1-904587-86-6

tutti i diritti sono riservati

© 2010

testi: dan dubowitz, Patrick duerden, Penny Lewis,

arne Winkelmann e civic Works Ltd

fotografie: dan dubowitz

archivio materiale: Pag. 122-124 RiBa Library Photographs

altro materiale d’archivio: arne Winkelmann

Book design: alan Ward @ www.axisgraphicdesign.co.uk

Print: editoriale Bortolazzi stei, Verona

Print Manager: alessandra agostini

dan dubowitz

civic Works Ltd

[email protected]

www.civicworks.net

Questo progetto è nato da una collaborazione tra me e Patrick

duerden. eravamo interessati a scoprire le rovine architettoniche

dell’epoca fascista in italia. iniziammo a cercare le colonie in

seguito a una stimolante conversazione che Patrick ebbe con

tom Muirhead a Londra, nel 1995. nel corso della cena tom tirò

fuori una cartina dell’italia è abbozzò una serie di colonie che

aveva esplorato negli anni ‘80; facendoci guidare dalla mappa di

tom, nella primavera del 2006 cominciammo a intraprendere il

primo dei nostri numerosi viaggi.

durante la nostra prima tappa incontrammo per caso

Beniamino cristofani, architetto pisano e masterplanner per la

riqualificazione del calambrone e delle sue numerose colonie.

da allora almeno ogni due mesi, ho trovato una scusa per

incontrarmi con Beniamino al calambrone o a Pisa, per discutere

del progetto o dare un’occhiata più da vicino a una delle colonie.

accanto al costante dialogo con Patrick, le visite con Beniamino

hanno dato forma al progetto e alle mostre.

nel corso di una conferenza che accompagnava la prima mostra

di fascismo abbandonato, in allestimento presso la Galleria

Weisenhoff di stoccarda, a Patrick, Beniamino e me si unì il

dr dr arne Winkelmann. La sua conoscenza e visione delle

colonie ampliò ulteriormente il dibattito. L’esclusiva collezione

di cartoline d’epoca delle colonie che arne possiede, alcune delle

quali riportate in questo libro, costituisce un approccio visionario

alla storia delle colonie.

oltre a ringraziare i miei collaboratori, Patrick ed io dobbiamo

molto alle numerose persone che hanno contribuito alla

realizzazione di questo progetto, troppe per essere ricordate

individualmente. Vorrei tuttavia ringraziare Ros stoddart

per il suo sostegno e la sua pazienza fenomenale, Penny

Lewis per aver contribuito con la sua precisione e ingegno

eccezionali, Laura Gusmitta per l’accurata traduzione,

l’inesauribile entusiasmo, l’impegno e la determinazione.

alan Ward è un designer di sorprendente talento ed è stato

un piacere, oltre che un privilegio, lavorare con lui in questo

libro. i miei ringraziamenti vanno inoltre a dewi Lewis per gli

inestimabili consigli sulla direzione di questo progetto nella sua

realizzazione; in ultimo, ma tutt’altro che da ultimo, ringrazio

Jenny per la sua complicità e il suo sostegno.

dan dubowitz, 2010

La tournée della mostra fascismo abbandonato è stata

inaugurata alla fermynwoods contemporary art Gallery da Ros

stoddart, maggio-luglio 2009. il tour include Wiesenhoff Gallery,

stoccarda; H2 zentrum Galeria, augsburg, Monaco di Baviera;

sMs centro di arte contemporanea, Pisa 2009-2010; British

school di Roma, maggio 2010.

stampe della mostra: Mark foxwell, Genesis imaging