Farmaci“faidate”? Irischidanoncorrere · alla fine dello scorso gennaio, si sono scatenati su...

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di Brunella Gasperini Qualche volta è per pigrizia, qualche altra per faciloneria, altre ancora è perché il malessere è co- sì conosciuto che non ci sono dubbi. Così, niente chiamata al medico e via in farmacia o diretta- mente nell’armadietto di casa: un medicinale abituale e via il malan- no. Finché si tratta di malesseri di poco conto e, soprattutto, di me- dicinali con effetti collaterali di poco conto tutto può essere sop- portabile. Molto spesso invece si rischia grosso, anche con i farma- ci da banco. Chi non li conosce, ormai? Rappresentano la risposta più veloce – ma non sempre effi- cace – a lievi malesseri passeggeri come mal di testa, mal di stoma- co, raffreddore. In molti casi disin- voltura e familiarità ne confondo- no l’identità, che è comunque di farmaco. E spingono a un uso im- proprio, inutile o eccessivo. So- prattutto quando ci fidiamo del sentito dire, di quel che abbiamo letto, dell’esperienza. Siamo spes- so convinti che, anche se non ci fa- ranno star meglio, comunque non saranno dannosi. Così diamo a questi prodotti la responsabilità del nostro benessere, rimanendo in una condizione di passività. È un comportamento pericoloso? «Vengono spesso lanciati allarmi sull’utilizzo dei farmaci ma in real- tà l’abuso di cui si parla non è dif- fuso come in passato», chiarisce Maurizio Benato, vice presidente nazionale della Federazione Ordi- ni dei medici chirurghi e odonto- iatri e presidente dell’Ordine pro- vinciale dei medici di Padova. «I dati degli ultimi anni indica- no che il trend è in decrescita – prosegue il dottor Benato – C’è senza dubbio molta informazio- ne che influisce sulle scelte di cura autonome: si legge di più, il pa- ziente è più esigente, disposto a scegliere di persona, c’è una cre- scente domanda di salute in gene- rale. Il risultato però è che spesso il ricorso al farmaco si basa su una conoscenza profana e superficia- le. Nel decidere quando e come automedicarsi si tende ad affidar- si al medicinale con una certa leg- gerezza: questo è rischioso». Chi pratica di più il “fai da te”? «Gli adulti, in particolare le don- ne ricorrono più facilmente all’au- tocura. Con i bambini si sta più at- tenti affidandosi al pediatra men- tre gli anziani vanno di più dal medico e quin- di si automedicano me- no». Quanto influiscono informazione e pubbli- cità nell’uso dei farma- ci da banco? «Per il farmaco da banco possiamo dire che è l’offerta che crea la domanda: più viene offerto più c’è richie- sta. L’aumento dei canali distribu- tivi – apertura di parafarmacie e punti vendita nei supermercati – ha in parte contribuito. La pubbli- cità e anche l’informazione (mi ri- ferisco a quella sul web) rispondo- no a un’ottica commerciale». Non a caso vengono trattati so- lo i disturbi più frequenti: mal di stomaco, mal di testa, dolori me- struali, guai di stagione. «È vero. Parliamo di disagi mol- to diffusi per i quali i medicinali non sono necessari, basterebbero semplici accorgimenti. La stampa tradizionale invece è più attenta e affidabile, i messaggi che invia so- no in genere corretti. Però è diffici- le intervenire sulla mentalità delle perso- ne. E poi campagne di informazione sul cosa significhi prendersi cu- ra della propria salute non se ne fanno». Qual è il ruolo del medico? «Intanto il medico non prescrive farmaci da banco. E anche se un suo consiglio sareb- be auspicabile, il suo ruolo viene bypassato per semplicità, velocità o perché non si ha con il medico di famiglia un rapporto soddisfa- cente. Del resto capita spesso che interventi medici non abbiano grande impatto. Certe volte un rapporto empatico con il paziente concentrato sulla persona e non sul sintomo è più efficace di una pillola. Tendenzialmente però il medico prescrive farmaci, usa le “armi” sofisticate che ha a disposi- zione accontentando il paziente che si ritrova il farmaco come amuleto da tenere a portata di ma- no. È un po’ lo stesso significato che assumono i prodotti da banco tenuti in casa». Non esiste quindi una coscien- za della salute … «Purtroppo non si fa educazio- ne alla salute in un’ottica di abitu- dini di vita, autopromozione, con- sapevolezza, coinvolgimento atti- vo orientato a cambiamenti che vadano oltre l’uso dei medicina- li». Proprio niente? «No, qualcosa si fa. Proprio per intervenire in questo senso, nel 2006 l’Organizzazione mondiale della sanità ha lanciato il pro- gramma “Guadagnare salute” che ha come obiettivi prevenire e cambiare i comportamenti nocivi che costituiscono i principali fat- tori di rischio per le malattie non trasmissibili più comuni, di gran- de importanza epidemiologica e di forte impatto sulla sanità pub- blica. L’obiettivo è migliorare le condizioni di vita, promuovendo scelte salutari immediate e stili di vita sani come smettere di fuma- re, seguire un’alimentazione cor- retta, limitare il consumo di alcol e svolgere attività fisica regolare. Interventi in questo senso dovreb- bero essere programmati nella scuola per esempio. È importante sapere quando e come usare un farmaco ma anche come poterne fare a meno. Altrimenti assumia- mo medicine per tutta la vita». Questo vuol dire che autogesti- re la propria salute va ben oltre un corretto uso dei farmaci. «Sottolineando che l’uso di un farmaco, anche di libera vendita, deve essere responsabile, consa- pevole e informato, essere artefici della propria salute implica un’ot- tica più ampia di responsabilità, stili di vita, abitudini, apertura al cambiamento, cura degli aspetti emotivi. La salute è in larga parte il risultato del nostro comporta- mento globale». ©RIPRODUZIONE RISERVATA Farmaci“faidate”? Irischidanoncorrere L’esperto: «Oggi va meglio che in passato ma non c’è ancora una vera e propria coscienza della salute. Ma i rimedi ci sono...» I l “fai da te” ha i volti del pensionato che ogni tre giorni fa la fila dal medico per farsi prescrivere medicinali superflui, della casalinga che si fida dei consigli della vicina di casa e prende la prima pillola che capita «perché alla signora qui accanto ha fatto bene», oppure dello smanettone di internet che conosce tutto sui siti dove si inseriscono i sintomi ed escono le combinazioni su possibili malattie e rimedi. Per carità, non è detto che ogni volta si debba chiamare un medico. I prodotti da banco, quelli che vengono venduti senza ricetta, sono stati realizzati per i casi più semplici ma anche quelli non si possono assumere con leggerezza. Anche se le cose negli ultimi anni stanno andando meglio, c’è ancora molto da fare: il “fai da te” sta prendendo anche le strade dei rifornimenti su canali alternativi (commercio su internet) e sul riutilizzo di farmaci “pesanti” – ad esempio gli antibiotici – prescritti per una bronchite e riutilizzati per un mal di denti. E non va mai scordato che un medicinale ha buoni effetti su un fronte ma quasi sempre ne ha di negativi su un altro. Guai fare anche involontariamente dei cocktail, mescolando – anche con assunzioni separate ma ravvicinate – prodotti incompatibili. Anche qui, il buon senso dovrebbe essere la prima regola. Ma non sempre, purtroppo, va così. È vero, ci sono delle attenuanti che però non servono ad alleviare i danni: una su tutte, la scarsa chiarezza dei “bugiardini”, i foglietti delle istruzioni inseriti nelle scatole dei medicinali. Talvolta sembrano scritti da burocrati medievali ma se non capite, fermatevi: la ricerca di scorciatoie può trascinarvi in discese ardite con risalite fin troppo complicate. (s.t.) @s_tamburini ©RIPRODUZIONE RISERVATA IL PUNTO Le discese ardite di chi si cura con il “sentito dire” Il dottor Maurizio Benato IL TEST Che rapporto hai con i farmaci? Rispondi alle domande e scopri se ne fai buon uso ALL’INTERNO L’APPROFONDIMENTO Medicinali, dieci cose da non fare Suggerimenti per il miglior utilizzo dei medicinali ALL’INTERNO LA STORIA Le malattie? Io le curo così... Il comico Paolo Rossi e l’approccio a pillole e farmaci ALL’INTERNO LO SAPEVATE CHE... La bici può finire nella ricetta? Strasburgo, il servizio sanitario passa anche il nuoto ALL’INTERNO GIOVEDÌ 24 GENNAIO 2013 a cura di STEFANO TAMBURINI

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Page 1: Farmaci“faidate”? Irischidanoncorrere · alla fine dello scorso gennaio, si sono scatenati su una rivelazio-nedi un gruppo di scienziati del-la prestigiosa università di Pitt-sburgh,

diBrunellaGasperini

Qualche volta è per pigrizia,qualche altra per faciloneria, altreancora è perché il malessere è co-sì conosciuto che non ci sonodubbi. Così, niente chiamata almedico e via in farmacia o diretta-mente nell’armadietto di casa: unmedicinale abituale e via il malan-no. Finché si tratta di malesseri dipoco conto e, soprattutto, di me-dicinali con effetti collaterali dipoco conto tutto può essere sop-portabile. Molto spesso invece sirischia grosso, anche con i farma-ci da banco. Chi non li conosce,ormai? Rappresentano la rispostapiù veloce – ma non sempre effi-cace – a lievi malesseri passeggericome mal di testa, mal di stoma-co, raffreddore. In molti casi disin-voltura e familiarità ne confondo-no l’identità, che è comunque difarmaco. E spingono a un uso im-proprio, inutile o eccessivo. So-prattutto quando ci fidiamo delsentito dire, di quel che abbiamoletto, dell’esperienza. Siamo spes-so convinti che, anche se non ci fa-ranno star meglio, comunquenon saranno dannosi. Così diamoa questi prodotti la responsabilitàdel nostro benessere, rimanendoin una condizione di passività. Èun comportamento pericoloso?«Vengono spesso lanciati allarmisull’utilizzo dei farmaci ma in real-tà l’abuso di cui si parla non è dif-fuso come in passato», chiarisceMaurizio Benato, vice presidentenazionale della Federazione Ordi-ni dei medici chirurghi e odonto-iatri e presidente dell’Ordine pro-vinciale dei medici di Padova.

«I dati degli ultimi anni indica-no che il trend è in decrescita –prosegue il dottor Benato – C’èsenza dubbio molta informazio-ne che influisce sulle scelte di curaautonome: si legge di più, il pa-ziente è più esigente, disposto ascegliere di persona, c’è una cre-scente domanda di salute in gene-rale. Il risultato però è che spessoil ricorso al farmaco si basa su una

conoscenza profana e superficia-le. Nel decidere quando e comeautomedicarsi si tende ad affidar-si al medicinale con una certa leg-gerezza: questo è rischioso».

Chi pratica di più il “fai da te”?«Gli adulti, in particolare le don-

ne ricorrono più facilmente all’au-tocura. Con i bambini si sta più at-tenti affidandosi al pediatra men-tre gli anziani vanno dipiù dal medico e quin-di si automedicano me-no».

Quanto influisconoinformazione e pubbli-cità nell’uso dei farma-ci da banco?

«Per il farmaco dabanco possiamo direche è l’offerta che creala domanda: più vieneofferto più c’è richie-sta. L’aumento dei canali distribu-tivi – apertura di parafarmacie epunti vendita nei supermercati –ha in parte contribuito. La pubbli-cità e anche l’informazione (mi ri-ferisco a quella sul web) rispondo-no a un’ottica commerciale».

Non a caso vengono trattati so-

lo i disturbi più frequenti: mal distomaco, mal di testa, dolori me-struali, guai di stagione.

«È vero. Parliamo di disagi mol-to diffusi per i quali i medicinalinon sono necessari, basterebberosempliciaccorgimenti. La stampatradizionale invece è più attenta eaffidabile, i messaggi che invia so-no in genere corretti. Però è diffici-

le intervenire sullamentalità delle perso-ne. E poi campagne diinformazione sul cosasignifichi prendersi cu-ra della propria salutenon se ne fanno».

Qual è il ruolo delmedico?

«Intanto il mediconon prescrive farmacida banco. E anche seun suo consiglio sareb-

be auspicabile, il suo ruolo vienebypassato per semplicità, velocitào perché non si ha con il medicodi famiglia un rapporto soddisfa-cente. Del resto capita spesso cheinterventi medici non abbianogrande impatto. Certe volte unrapporto empatico con il paziente

concentrato sulla persona e nonsul sintomo è più efficace di unapillola. Tendenzialmente però ilmedico prescrive farmaci, usa le“armi” sofisticate che ha a disposi-zione accontentando il pazienteche si ritrova il farmaco comeamuleto da tenere a portata di ma-no. È un po’ lo stesso significatocheassumono i prodottida bancotenuti in casa».

Non esiste quindi una coscien-za della salute …

«Purtroppo non si fa educazio-ne alla salute in un’ottica di abitu-dini di vita, autopromozione, con-sapevolezza, coinvolgimento atti-vo orientato a cambiamenti chevadano oltre l’uso dei medicina-li».

Proprio niente?«No, qualcosa si fa. Proprio per

intervenire in questo senso, nel2006 l’Organizzazione mondialedella sanità ha lanciato il pro-gramma “Guadagnare salute”che ha come obiettivi prevenire ecambiare i comportamenti nociviche costituiscono i principali fat-tori di rischio per le malattie nontrasmissibili più comuni, di gran-

de importanza epidemiologica edi forte impatto sulla sanità pub-blica. L’obiettivo è migliorare lecondizioni di vita, promuovendoscelte salutari immediate e stili divita sani come smettere di fuma-re, seguire un’alimentazione cor-retta, limitare il consumo di alcole svolgere attività fisica regolare.Interventi in questo senso dovreb-bero essere programmati nellascuola per esempio. È importantesapere quando e come usare unfarmaco ma anche come poternefare a meno. Altrimenti assumia-momedicine per tutta la vita».

Questo vuol dire che autogesti-re la propria salute va ben oltreun corretto uso dei farmaci.

«Sottolineando che l’uso di unfarmaco, anche di libera vendita,deve essere responsabile, consa-pevole e informato, essere arteficidella propria salute implica un’ot-tica più ampia di responsabilità,stili di vita, abitudini, apertura alcambiamento, cura degli aspettiemotivi. La salute è in larga parteil risultato del nostro comporta-mento globale».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Farmaci“faidate”?Irischidanoncorrere

L’esperto:«Oggivamegliocheinpassatomanonc’èancoraunaveraepropriacoscienzadellasalute.Mairimedicisono...»

Il “fai da te” ha i volti delpensionatoche ogni tre giornifa la fila dal medicoper farsi

prescrivere medicinali superflui,della casalinga che si fida deiconsigli della vicina di casa eprendela prima pillola che capita«perché alla signora qui accantoha fatto bene»,oppure dellosmanettone di internet checonosce tutto sui siti dove siinserisconoi sintomi ed escono lecombinazioni su possibilimalattiee rimedi.

Per carità, non è detto che ognivolta sidebba chiamare unmedico. I prodottida banco,quelli chevengono venduti senzaricetta, sono stati realizzati per icasipiù semplici ma anche quellinon sipossono assumere conleggerezza. Anche se le cosenegliultimi anni stanno andandomeglio,c’è ancora molto da fare: il“fai da te” sta prendendoanche lestrade dei rifornimenti sucanalialternativi (commercio suinternet) esul riutilizzo di farmaci“pesanti” – ad esempiogliantibiotici – prescritti per unabronchitee riutilizzati per un maldi denti. E non va mai scordatocheun medicinale ha buonieffetti su un fronte ma quasisempre ne ha di negativisu unaltro.Guai fare ancheinvolontariamentedei cocktail,mescolando – anche conassunzioniseparate maravvicinate – prodottiincompatibili. Anche qui, il buonsensodovrebbe essere la primaregola. Ma non sempre,purtroppo, va così.È vero, ci sonodelle attenuanti che però nonservono ad alleviare i danni: unasututte, lascarsa chiarezza dei“bugiardini”, i foglietti delleistruzioni inseriti nelle scatole deimedicinali.Talvolta sembranoscritti da burocrati medievali mase non capite, fermatevi: la ricercadi scorciatoiepuò trascinarvi indisceseardite con risalitefintroppo complicate. (s.t.)

@s_tamburini©RIPRODUZIONE RISERVATA

ILPUNTO

Lediscese arditedi chi si curacon il “sentito dire”

Il dottor MaurizioBenato

ILTEST

Cherapporto haicon i farmaci?

Rispondi alle domande e scoprise ne fai buon uso ALL’INTERNO

L’APPROFONDIMENTO

Medicinali, dieci cose da non fare

Suggerimenti per il miglior utilizzodei medicinali ALL’INTERNO

LASTORIA

Lemalattie? Io le curocosì...

Il comico Paolo Rossi e l’approccioa pillole e farmaci ALL’INTERNO

LOSAPEVATECHE...

Labici può finirenella ricetta?

Strasburgo, il servizio sanitariopassa anche il nuoto ALL’INTERNO

GIOVEDÌ24GENNAIO2013 acura diSTEFANO TAMBURINI

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24GENNAIO2013 BENESSERE&SALUTE02 ILTEST

USO, ABUSO O RIFIUTO?a cura della psicologa

Brunella Gasperini(www.brunellagasperini.it)

PROFILO 3: ABITUDINE, ABUSO

PUNTEGGIO PIÙ ALTO SOMMA DOMANDE DISPARI

PROFILO 1: DIFFIDENZA, AVVERSIONE

PUNTEGGIO PIÙ ALTO SOMMA DOMANDE PARI

È vero che una vita sana – in tutti i suoi aspetti, anche emotivi – non richiede integrazioni perché stimola autonomamente le risposte adeguate e incrementa la salute ma possono verificarsi casi in cui un aiuto farmacologico si rivela necessario. Pensare di poter fare tutto da soli, non aver mai bisogno di aiuto è un atteggiamento di onnipotenza pericoloso. Diffidenza, resistenza, paura di dipendenza, discredito o demonizzazione del farmaco rappresentano un ostacolo alla propria salute. Il farmaco giusto nel momento giusto è un’opportunità o una necessità e può far parte di un processo personale di autogestione della salute.

PROFILO 2: FIDUCIA, ATTENZIONE

I DUE PUNTEGGI SONO QUASI UGUALI

Pensieri positivi, benessere emotivo, alimentazione corretta e attività fisica sono in grado di stimolare nel nostro organismo la produzione di “farmaci naturali” che ci fanno stare bene. Ma non sempre è possibile fronteggiare malesseri avvalendosi solo delle nostre risorse. Sapersi affidare in modo responsabile ai medicinali, conoscendo ciò che assumiamo e considerando il parere medico, è un atteggiamento coerente per ristabilire, spronare e promuovere la salute. Senza delegare però al farmaco la responsabilità di guarirci. ma appropriandoci del ruolo attivo che abbiamo in ogni caso nello star bene, ammalarci e guarire.

Che rapporto hai con i farmaci?

21. Ai primi segni di raffreddore o influenza corro ai ripari con tutto quello che trovo (aspirina, antinfluenzale, vitamina C, ecc) ❏

6. Cerco di guarire da solo/a, senza medicine, adottando metodi di cura personali ❏

23. Tendo a utilizzare farmaci da banco con una certa frequenza dal momento che sono innocui e sicuri ❏

7. I farmaci sono indispensabili per il benessere ❏

24. Non mi fido molto dei medicinali, preferisco farne a meno ❏

20. Mi capita di non assumere farmaci anche se mi sono stati indicati dal medico ❏

9. Ricorro all’aiuto dei farmaci appena mi sento male o provo dolore ❏

8. Trovo che i farmaci vengano prescritti con troppa facilità e utilizzati con troppa superficialità ❏

11. Almeno un medicinale – o un prodotto salutistico o un integratore – in genere fa parte della mia quotidianità ❏

12. Cerco sempre di guarire da solo/a, facendo a meno di aiuto medico o farmacologico ❏

10. Molti disturbi sono facilmente risolvibili senza aiuto dei medicinali ❏

5. A volte assumo farmaci senza che mi siano stati consigliati dal medico o dal farmacista ❏

14. Penso che i farmaci siano prescritti con facilità e utilizzati con superficialità ❏

13. Mi capita di assumere farmaci perché ho sentito dire che fanno bene o mi hanno consigliato o mi sono informato ❏

16. Non mi piace dipendere da qualcosa, nemmeno da un medicinale, per questo evito di prenderne ❏

17. Penso prevalentemente ai benefici che si possono trarre dai farmaci più che agli effetti collaterali ❏

15. Ricorro ai farmaci solo quando ne ho bisogno. Purtroppo ne ho bisogno spesso ❏

22. Credo nelle terapie farmacologiche solo in casi eccezionali ❏

4. Penso prevalentemente agli effetti negativi dei farmaci più che ai loro benefici ❏

3. Mi capita di protrarre l’uso o aumentare la dose di un medicinale rispetto alle indicazioni mediche ❏

2. In genere se accuso malesseri o dolori aspetto che scompaiano da soli ❏

1. Mi sento rassicurato se l’armadietto dei medicinali di casa è ben rifornito ❏

19. Mi capita di “provare” dei farmaci, tanto non fanno male ❏

18. Il medicinale per me è l’ultima spiaggia, ne faccio uso solo se non ne posso fare a meno ❏

Rispondi con 0 (poco), 1 (così e così) e 2 (molto) a ogni affermazione. Al termine somma i punteggi delle domande pari e i punteggi delle risposte delle domande dispari per ottenere due totali.

Se non sussistono motivazioni mediche tali da richiedere terapie continue, un uso protratto o intenso di farmaci – o di medicine alternative come di prodotti salutistici – deve far riflettere sui bisogni che vi stanno dietro. Affidarsi solo ai farmaci è delegare ad altro, a qualcosa che è fuori di noi, deresponsabilizzarsi, rimanere in una posizione di passività, soffocare la possibilità di trovare alternative e orientarci verso cambiamenti per stare bene. Il farmaco può solo aiutare un processo che è comunque di autoguarigione e implica il fare leva sulle proprie risorse.

Indispensabili per alcuni, perico-losi per altri, i farmaci sono vissuti da ognuno in modo diverso. Il rapporto che instauriamo con i medicinali ne condiziona l’uso e, in modo significati-vo, anche l’efficacia terapeutica. Il tipo di rapporto che ognuno stabilisce con il

farmaco può andare da una condizione estrema di rifiuto e resistenza, passando per una condizione di equilibrio, all’al-tro estremo di dimestichezza e abuso. Il test non è indicato per coloro che fanno uso costante di farmaci per patologie croniche.

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Maifidarsitroppodiinternetodeirimedidellanonna

diLudovicoFraia

Un brutto neo da controllarecon lo specialista? Macché, bastascaricare una app sullo smartpho-ne e si sa tutto. O meglio si crededi saper tutto. Naturalmente èuna tendenza pericolissima, co-me vedremo. Ma è anche l’ultimamanifestazione, ultramoderna etecnologica, dell’antico ritodell’automedicazione. Una cosaècerta: l’automedicazione è nataprima della prescrizione intesa co-me il ricorso al parere del profes-sionista per curare una malattia. Itermini, moderni e anche un po’burocratici, non devono inganna-re: si tratta, in realtà, di cose anti-chissime cui la società dei consu-mi ha dato una vernice americanarecentissima, assolutamente sco-nosciuta ai nostri nonni.I rimedidellanonnaPerché l’automedicazione è na-ta prima? Perché da sempre, pri-ma di andare dal medico – allorapiù costoso e irraggiungibile dioggi – si provava con il rimediodella nonna: il miele sciolto nel-la camomilla calda per la tosse oil mal di gola, una tisana per di-gerire, lo yogurt per curare lebruciature sulla pelle, un bic-chierino di grappa per superareil momento doloroso dopo unaferita, il chiaro d’uovo per smal-ture una contusione. Erano tut-te automedicazioni e, spesso,funzionavano davvero e tutt’alpiù – si diceva – non avevano ef-fetto. Niente di più sbagliato.Perché anche in passato non an-dare in tempo dal medico, cu-randosi da soli o con l’aiuto diciarlatani o di libri di medicinapopolare, poteva essere perico-loso, anzi pericolosissimo.Eoggic’è internetMa mai come oggi, quando tracomputer, internet, smartpho-nes, apps (anche gratuitte) diogni genere sembra a tutti di es-sere onnipotenti e onniscienti.Molti giornali, in tutto il mondo,alla fine dello scorso gennaio, sisono scatenati su una rivelazio-ne di un gruppo di scienziati del-la prestigiosa università di Pitt-sburgh, in Pennsylvania negliStati Uniti. I ricercatori, guidatidalla professoressa Laura Ferrishanno studiato quattro applica-zioni per riconoscere le lesionidella pelle pericolose da quelleinnocue. Le applicazioni usanoalgoritmi per analizzare le lesio-ni della pelle ed emettere il ver-detto. È possibile realizzare que-

ste applicazioni , almeno negliStati Uniti, perché, vengono trat-tate come ausili didattici, e noncome strumenti medici. Dun-que non sono soggette alle rego-le ferree della Food and drug ad-ministration.Le“apps”chesbaglianoBene: all’università di Pittsbur-gh hanno sottoposto alle apps(da 5 dollari ciascuna) 188 foto-grafie di pericolosissimi melano-mi e di nei innocui ed è successoche tre di questi programmi suquattro hanno commesso fre-quenti e grossolani errori: un ter-zo dei responsi era, insomma,sbagliato facendo valutazionirassicuranti su pericolosi mela-nomi. Insomma: un vero disa-stro, capace di rassicurare e al-

lontanare dall’esperto vero per-sone che avevano in realtà un bi-sogno drammaticamente urgen-te di essere curate sul serio.I rischi inutilidel “faidate”Laura Ferris, la ricercatrice re-sponsabile dello studio, spiega –come farebbe qualsiasi dermato-logo professionale in qualsiasiparte del mondo – che «l’aspor-tazione in ritardo o una diagnosisbagliata permettono al melano-ma di diventare più profondo

con la possibilità, tutt’altro cheremota, che si diffonda nel cor-po e diventi mortale». La scien-ziata non ha voluto fare i nomidelle applicazioni perché ritieneche sia opportuno lanciare l’al-larme e soprattutto stabilire unprincipio che non deve esseremesso in discussione: data la pe-ricolosità di questa malattia,quando sulla nostra pelle appa-re qualcosa mai vista prima biso-gna subito ricorrere allo speciali-

sta, senza perder tempo. In que-sto caso l’automedicazione nonè neutrale né inefficace ma peri-colosa.

Insomma, nessuno procede-rebbe a disinnescare una bom-ba per la prima volta in vita suaservendosi di un’applicazionescaricata da internet. E questovale anche per disturbi che nonpossono essere liquidati comemalanni passeggeri.Primaregola: ilbuonsensoL’automedicazione, anche oggi,ha le sue regole e vanno rispetta-te perché sia utile e non perico-losa. C’è chi ha addirittura detta-to dieci regole d’oro. Ma il buonsenso ne detta alcune fonda-mentali che vanno sempre tenu-te presenti. La prima è quella

che ci viene ispirata dalle appsper riconoscere i melanomi: conmalattie pericolose o in partico-lari situazioni (come può esserequella di una persona malata dicuore o di una donna incinta odi un anziano o di un bambino)l’automedicazione va assoluta-mente cancellata. La seconda èche, anche si sta bene, bisognaandare regolarmente dal medi-co. Sa lui quali analisi bisognafarsi regolarmente, cogliere ilsenso di piccoli disturbi che pos-sono anche essere premonitoridi problemi più seri e può dircicome contrastarli.

C’è il problema del tempo. Undisturbo passeggero – dicono gliesperti – può durare qualchegiorno ma, in ogni caso, dopoquell’arco di tempo è meglio co-munque ricorrere al medico. In-fine: è bene non usare a casaccioi farmaci di automedicazioneper sintomi poco chiari. Quan-do noi stessi non sappiamo checosa ci succede è meglio andareda chi ne sa di più: il medico, ap-punto.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

L’automedicazioneèsempreesistita,sièsoloadeguataai tempiLaprimaregoladaseguireèquelladelbuonsenso

Eanchedopoundisturbo

passeggeroèmeglio

rivolgersialmedico:spesso

piccolidisturbipossono

nasconderealtrepatologie

Tossee raffreddorevinconosu tutto,ma glianalgesicigeneralihanno un buon secondoposto.Ecco su quali disturbisi concentra lapassione degli italianiverso il faida te deirimedi. Sembrastranoma si sa tutto, forseperchéper le industrie farmaceutichequellache in termini tecnicisi chiamaarea della “nopescription” (medicinali senzaricetta)haunpesoeconomic non trascurabile.Secondodati2011 dell’Anifa (l’associazionenazionaledell’industria farmaceuticadell’automedicazione)oltre il 30,7 per centodell’automedicazioneva a curare,come si èdetto, tosse, raffreddore e affezionirespiratorie .Seguono gli autorimedi controildolore con il 20percento: chinon ricordanellasua infanzia l’antidolorificoper il mal didentio per il mal di testa.Per quest’ultimo ipiùanzianinon dimenticheranno unapubblicitàcherappresentava un voltoatteggiato amaschera grecadel dolore conlapunta del trapano infilata nella fronte: unarèclameche oggi sarebbevietata aiminori di18anni e che facevagià venire l’emicrania.Alterzoposto i rimediper stomaco e intestino(19,4 per cento),poi i dermatologicie levitamine. (l. f.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA

LASCHEDA

Medicinali dabanco:al topquelli per tosse e raffreddore

LE DIECI COSE DA NON FARE

1) Evitare il “fai da te” a tutto campo: meglio affidarsi agli esperti (medico o farmacista).

2) Non ritenere i farmaci miracolosi: i farmaci curano cause o sintomi di malattie ma hanno effetti collaterali e rischidi impiego. Anche i medicinali venduti senza obbligo di ricetta devono essere assunti solo in caso di effettiva necessità.

3) Evitare l’automedicazione in caso di bambini, persone anziane, stato di gravidanza.

4) Non riusare medicinali che richiedono la ricetta del proprio armadietto di casa, anche se già assunti in passato, senza aver consultato il medico.

5) Non assumere medicinali –- anche uelli venduti senza ricetta – senza controllare data di scadenza, stato di conservazione e istruzioni riportate nel foglio illustrativo. Dosi e tempi di

somministrazione devono essere rispettati.

6) Non fidarsi del passaparola tra amici: lo stesso farmaco non sempre può andare bene per tutti.

7) Non mischiare farmaci diversi, può essere molto pericoloso

8) Non utilizzare la farmacia come un supermercato acquistando farmaci di propria iniziativa per farne scorta in casa.

9) Non confondere i medicinali con altri prodotti per la salute (integratori, ecc): sono prodotti diversi, i farmaci autorizzati riportano sulla confezione un bollino di riconoscimento.

10) Non fidarsi di farmaci reperiti tramite canali non autorizzati come palestre, beauty center, ecc. o vendita on line: non sono esaminati dall’Autorità sanitaria, non hanno garanziein termine di origine, qualità e sicurezza.

“FAIDATE”:TUTTELEINSIDIE

BENESSERE&SALUTE 24GENNAIO2013 03ILTEMADELMESE

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ILSECONDOPIATTO

Baccalàalnero di seppiacon juliennediporri

TISANAALBIANCOSPINOINGREDIENTI

Uncucchiainodi

bacchedi

biancospino

schiacciate; un

cucchiainodi foglie e

fiori di biancospino

tritati; una tazza

d’acquabollente, tre

goccedi succo di

limone.

PREPARAZIONE

Dopoaver fatto bollire

l’acquae lasciata

riposareunpo’,

mettere in infusione i

vari ingredienti e

usareunpo’ di miele

per addolcire il

composto.

GLIEFFETTI

Unodegli effetti

principali della tisana

dibiancospino

riguarda la funzione

cardiovascolare:

questapianta

aumenta l’apporto di

sanguealmuscolo

cardiaco,portando

benefici alla

circolazione.

Gamberi,paccheriebaccalàuntrisdipiattigustosieleggeri

● ICONTEGGINUTRIZIONALISONOPERPERSONA

CALORIE GRASSI COLESTEROLO FIBRA181,5 6,5 g. 98,4 mg. 3,1 g.

di GIGLIOLA BRAGA*

Quello che vien propostoquesto mese è un menù leggeroe invitante sia per il gusto, siaper la digeribilità favorita dallerapida cottura dei gamberi e dal-la delicata preparazione dei fi-letti di baccalà che, oltre a esse-re magri, in questa ricetta man-tengono i loro preziosi minerali(fosforo, ferro, iodio e calcio) dicui sono ricchi.

Non c’è pericolo per il conte-nuto di sodio perché l'accuratadissalatura scongiura l’eccessi-va presenza.

Il crescione e il ravanello ap-partengono alla famiglia dei ca-voli che hanno una spiccataazione protettiva sul nostro or-ganismo come le cime di rapa el’aglio utilizzati nelle ricette coni paccheri e il baccalà.

Stessa prerogativa l’ha lo sca-logno usato con le code dei gam-beri. Eccellente la sceltadell’olio extra vergine d’oliva intutto il menù.

Questo condimento è un ve-ro e proprio toccasana se utiliz-zato a crudo; a caldo è quellopiù indicato perché resiste benealle temperature, quindi limitala formazione di sostanze peri-colose per la nostra salute.

*autrice di“L’alimentazione giustapermiofiglio”

(Sperling eKupfer, 2011)

ILCOMMENTODELNUTRIZIONISTA

Un menù sanopiù che invitanteedigeribile

24GENNAIO2013 BENESSERE&SALUTE04 LERICETTE

● INGREDIENTIPERQUATTROPERSONE

■ CINQUEGAMBERONI ■ ZENZEROFRESCO40GRAMMI■ UNO

SCALOGNO ■ 100GRAMMIDICASTAGNEPULITE100■ SALEE

PEPEQUANTOBASTA ■ BRODOVEGETALE:200DECILI-

TRI ■ OLIOEXTRAVERGINEDIOLIVAGRAMMI15

L’ANTIPASTO

Codedigamberi ezenzerosucrema dicastagne

Mondare i gamberi lasciando solo la codina, salare epepare, condire con zenzero e olio, lasciare marinareper dieci minuti in frigo.A parte, in un pentolino, mettere lo scalogno tritato conl’olio, rosolare e aggiungere le castagne pulite, coprirecol brodovegetale, portare a cottura e salare. Frullarela crema e setacciarla, mettere da parte.Prendere i gamberi e passarli sulla piastra. In un piattofondo mettere la crema di castagne e le code, guarnirecon cubettini di castagne e olio.

● ICONTEGGINUTRIZIONALISONOPERPERSONA

CALORIE GRASSI COLESTEROLO FIBRA157,5 6,1 g 150 mg. 2,4 g.

● INGREDIENTIPERQUATTROPERSONE

■ PACCHERI:24■ SPICCHIOAGLIO■ OLIOEXTRAVERGINED’OLIVA:10

GR.■ ACCIUGHE:20GR.■ PREZZEMOLO:5GR.■ POMODOROFRE-

SCO:100GR.■ FUMETTODIPESCE:200DL.■ CIMEDIRAPA:100GR.

■ GERMOGLIDIRAVANELLOBIANCO:5GRAMMI.

ILPRIMOPIATTO

Paccheridi Gragnanocon acciughine e cime di rapa

Mondare le cime di rapa, lessarle, scolarle, strizzare,frullare, setacciare e mettere da parte.Preparare la salsa con aglio prezzemolopeperoncino e acciughe, rosolare, bagnare con ilfumetto.Cuocere i paccheri in acqua salata. Finire la cotturanella padella con la salsa, aggiungere pomodoro acubetti e far legare perbene la salsa.Mettere nel piatto la crema di cime di rapa, adagiarei paccheri sopra e la salsa, decorare con i germogli.

● ICONTEGGINUTRIZIONALISONOPERPERSONA

CALORIE GRASSI COLESTEROLO FIBRA181,7 5,8 g. 5,9 mg. 2,7 g.

● INGREDIENTIPERQUATTROPERSONE

■ BACCALÀFILETTODISSALATOG480■ NERODISEPPIAGR.10

■ AGLIO:UNOSPICCHIO■ MAGGIORANAFRESCA:UNRAMETTO■ ALLO-

RO:MEZZAFOGLIA■ PREZZEMOLO:3GRAMMI ■ PORRI: LAPARTEBIAN-

CA,GR.200■ OLIOEXTRAVERGINEDIOLIVAG10■ CRESCIONEQ.B.

Deliscare i filetti, fare quattro porzioni da 120 grammi,metterli in un sacco da sottovuoto con olio, aglio e erbearomatiche e immergerlo in acqua calda. Aprire ilsacchetto e conservare l'acqua.Tagliere a julienne (strisciolinefini) i porri, metterli inuna padella e farappassire, salare e pepare.Stemperare il nero di seppia con l’acqua del baccalà,con la restante fare un’emulsione con olio eprezzemolo.Metterenel piatto la salsa al nero, i porri, i filetti,cospargere con la salsa e guarnire col crescione.

AcuradellochefUmbertoToscanoBagnidiPisaPalace&Spa(www.bagnidipisa.com)

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PAOLO ROSSI » ATTORE PAOLO ROSSI » ATTORE

Non è giusto

vivere da malati

per morire sani

diSaraFicocelli

Un tempo c’erano loro, i“rimedi della nonna”, infallibili oalmeno ritenuti tali, forse anchegrazie all’effetto placebo, cioè dal-la suggestione di aver ingeritoqualcosa di utile per guarire, aprescindere dal reale effetto. Oggile nonne hanno perso quell’ama-bile ruolo da crocerossine e fac-ciamo, più frettolosamente, tuttoda soli, aiutati da farmacie forni-tissime. Un raffreddore, un’in-fluenza, un mal di pancia o di go-la, tutto (o quasi) può essere cura-to con i farmaci “di automedica-zione”, quelli, per intenderci, sen-za ricetta. Una tendenza che puòanche essere pericolosa, a menodi non essere come Paolo Rossi,che a curare se stesso è semprestato bravissimo.Una malattia diventatashowTanto che, da una malattia avu-ta anni fa, la sindrome di MillerFisher, l’attore, cantautore e co-mico originario di Monfalconeha addirittura ricavato uno spet-tacolo dal titolo emblematico,“Sulla strada ancora”: «Allora...mi ricoverano al San Raffaele,Neurologia. Io trasformo tuttoin cabaret, ma è vero! È comeentrare in un girone di CoppaUefa infernale, quando fai leanalisi»: «Vediamo se è un tu-more...», scriveva sull’agendaSmemoranda nel 2007.

Per il signor Rossi la salute èuna cosa seria sulla quale scher-zare, vuoi perché (anche) que-sto è il suo mestiere, vuoi peresorcizzare la paura. «Sono unoche quando ha una malattia dipoco conto si lamenta molto equando ne ha una grave si la-menta pochissimo. Quando so-no stato male davvero ho tra-sformato la mia esperienza inuno spettacolo, ma anche di-sturbi meno allarmanti sonostati per me fonte di ispirazione:diciamo che da un raffreddorenasce una battuta, da una ma-lattia autoimmune una comme-dia».

Perito chimico ed esperto dierboristeria, il signor Rossi curamal di gola e colpi della strega

con infusi e decotti, tisane e vita-mine. È insomma anche lui unfan dell’automedicazione, mauno di quelli che sa il fatto suo e

che ai farmaci “pesanti” ricorresolo in casi estremi. «Certo, seho la febbre e il giorno dopo de-vo andare in scena mi prendo

una bella tachipirina senza pen-sarci due volte! – precisa – Ma ingenerale seguo la regola di vitache mi suggerì Enzo Iannacci in

ospedale: non è giusto vivere damalati per morire sani».«Donatemedicinali»Il prossimo 9 febbraio sarà la

giornata nazionale del farmacoe, andando nelle farmacie cheespongono la locandina delBanco Farmaceutico, si potràacquistare e donare un medici-nale di automedicazione a chine ha bisogno. Gli artisti comeRossi, con le loro esistenze bor-derline, fatte di stress, ritmi sfre-nati e cambiamenti continui,difficilmente però troverannodietro al banco del farmacistaquel che fa per loro, perché lacura più difficile, certe volte, èquella interiore.UnnuovospettacoloEcco perché, dopo tre anni difortunata tournée con “Miste-ro Buffo”, Rossi è tornato in sce-na lo scorso dicembre con unanuova produzione, un intimoviaggio nella vita dell’artistastesso, intitolato “L’amore è uncane blu, la conquista dell’est”.

Con le musiche dal vivo diEmanueleDell’Aquila, ilnuovo progettosceglie la formadel raccontoprivato di fron-te a un numeroridotto di spet-tatori per condi-videre piccoli egrandi avveni-menti che han-no segnato ilpercorso di vitadell’attore, iltutto conditocome sempreda un talentocomico e recita-tivo come po-chi in Italia.

«La malattiadegli artisti è questa: il teatro, lapassione che si mette in tuttoquel che si fa e a lungo andare timangia», racconta. «Io finora hofatto delle scelte dure, ho rinun-ciato a una vita stabile e fattosoffrire, in alcuni casi. Ma que-sta è la vita che un artista sce-glie, questa è la vita che sposi sevuoi vivere sul palcoscenico».Come dicono Gino e Michele,Paolo Rossi è uno che parlaquattro lingue. Purtroppo tuttecontemporaneamente. Tra que-ste ce n’è sicuramente una tal-mente forte da riuscire a dialo-gare dritto con la mente e l’orga-nismo, curando entrambi neimomenti di difficoltà, tanto fre-quenti nel mondo degli attori. Avoler fare i romantici, potrem-mo quasi dire che la forma di au-tomedicazione più potente siaproprio solo e soltanto una. Laforza di volontà.

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Sonouno

chetende

alamentarsi

moltoanche

quandohaache

fareconunamalattia

dipococonto

‘‘IOELEMEDICINEBUONRAPPORTO

Quandostomalesosemprecosaprendereericorroai farmaci“pesanti”solosepropriosonocostrettoafarlo

PaoloRossi è natoa Monfalcone, in provinciadiGorizia, il 22giugno 1953. Siè trasferito,ancoraadolescente,a Ferrara, dove ha conseguito ildiplomadi peritochimico.Da trent’anni spaziadaiclubai grandipalcoscenici, dal teatrotradizionaleal cabaret,dalla televisionealtendoneda circo, immergendosiappieno nelletematichedell’attualità e dallarappresentazionedeiclassici antichie

moderni:daShakespearea Molière a BertoltBrecht,all’amatissima commediadell'Arte.Nel1994partecipaal Festival di Sanremocantando la canzone “Isoliti accordi” in coppiaconEnzo Iannacci e raggiungendo il sestoposto.Apartiredalla stagione televisiva2005-2006è spesso ospite di “Chetempo chefa”,programma in ondasu Rai Tree condotto daFabioFazio, e delparallelo “Vieni viacon me”.

LASCHEDA

Dalcabaret al festival diSanRemo, unartista capacedi tutto

BENESSERE&SALUTE 24GENNAIO2013 05LASTORIA

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UncorsodinuotoolabicigratisalpostodellepillolediSaraFicocelli

A Strasburgo i medici hannocominciato, grazie all’intuizio-ne di un sindaco illuminato co-me Roland Ries, a prescrivereun’ora di corso di nuoto al postodi un antibiotico o di un altrofarmaco, avviando per la primavolta in Francia la sperimenta-zione dell’attività sportiva suprescrizione di uno specialista.

Nel capoluogo dell’Alsazia icittadini possono dunque chie-dere al medico di famiglia un“ticket” per fare gratuitamenteesercizio fisico e, con in mano laprescrizione, presentarsi dauno dei cinquanta istruttori chepartecipano al progetto e riceve-re un programma di allenamen-to studiato su misura e finalizza-to a curare i disturbi contempla-ti dall’iniziativa, dall’obesità aldiabete alle patologie cardiova-scolari. E non finisce qui. I pa-zienti hannoinfatti anche liberoaccesso alle palestre pubblicheche propongono ginnastica dol-ce, nuoto e camminata norvege-se.

Ce n’è anche per i più seden-tari, che riceveranno in regalo l’abbonamento al servizio comu-nale di biciclette, Vélhop, nor-

malmente proposto a 80 eurol’anno. Il Comune offrirà infattiun anno di abbonamento gra-tuito per l’utilizzo delle bici pub-bliche a coloro che, certificatomedicoalla mano, pedalerannoper motivi di salute. In virtù diquesta iniziativa, rivolta special-mente a chi soffre di diabete,ipertensione, malattie cardiova-scolari e obesità, i medici dellacittà transalpina sono autorizza-ti a prescrivere l’abbonamentoal servizio ai pazienti bisognosidi svolgereesercizio fisico.

I risultati conseguitiverrannopoi valutati e, se saranno positi-vi, porteranno al coinvolgimen-to di altri medici. E c’è già chi,

come Pierre Tryleski, presiden-te del sindacato dei medici ge-nerici francesi, sostiene chel’esercizio svolto andando in bi-ci sia un trattamento integrati-vo, o addirittura sostitutivo, perla cura e la prevenzione di nu-merosepatologie.

Il programma Sport-Salutesu prescrizione, è finanziato dal-la sanità regionale dell'Alsazia.«Non vogliamo creare una spe-sa pubblica supplementare sulnostro bilancio – spiega il sinda-co Ries – anzi, crediamo che inquesto modo risparmieremosoldi, evitando future prescrizio-nidi farmaci».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Assolta la tazzina di caffè: la caffeina,secondoMarcelloTicca, libero docente in Scienzedell’alimentazionedell’universitàdi Roma,èsìunalcaloide,e quindiunasostanzapsicostimolantema nondàdipendenza né

assuefazione. Alcontrario,esisteuna sogliadi tolleranzae, infatti, neibevitori abitualiglieffettinegativi sono piùblandiche in quellioccasionali. Certo,attenzione anonesagerare: inunapersonasana il limite nondovrebbesuperare i circa300

mgdi caffeina al giorno,pari acirca4 mg perchilodi peso. «Ricordo- spiega l’esperto -chec’ècaffeina anchenelle bevande abase di cola,nelcappuccino enel tè, nelcioccolato.Megliononsuperare le quattro tazzineal giorno».

L’ultimobocconedel dolce è sempre ilpiùbuono.Perché?Perché ilgusto, secondol’UniversitàdelMichigan (Usa), stanelcervello,nonnelle papille. Percapirlo ildottor O’Brien hareclutato52studenti chiedendoglidi prendere,

daun sacchetto,uncioccolatinodopol’altro, e digiudicarne la bontà. I volontarihannodato valutazionipositiveagliultimi assaggiati.Secondo i ricercatori, ritenerecheun qualcosasia giunto allafine influiscesulla percezione

emotivadell’esperienza stessa. «È qualcosa dimotivazionale– spiega OìBrien– perchépensando“voglio qualcosadi buono datuttoquesto,mentre possoancora farlo”, enfatizzi lesensazioniche staiprovando».

Si sache gliuomininon amano il preservativo eperandare incontroalle loro esigenze laUniversityofNorth Carolinaschool ofmedicineha inventato un anticoncezionalemaschilechenon sivede e nonsi sente: quello

aultrasuoni.L’apparecchioemanasegnali acusticicheriducono la fertilitànegliuomini inmaniera reversibile,ebasterebbero due sessioniaitesticoliper rendere il numerodeglispermatozoi inferioreallasoglia di fertilità. In attesa

di test sull’uomo che confermino la durata e lareversibilitàdell’innovativo strumentocontraccettivo,nonché la sua sicurezza, gliscienziatihanno per orasperimentato la cosa–con successo– sudei topolini.

Sentirpiangere unneonato rende gliuominipiù “maschi”,perché faaumentareconsiderevolmente laproduzione ditestosterone.Per arrivareaquesteconclusioni gli studiosidell’Università del

Michigan,negli StatiUniti,hannofatto ascoltare a55ragazzi il pianto disperatodiun bambino,permettendoad alcunidiconsolarloe adaltri no.Analizzandosuccessivamente i livelli di

ormonegrazie aunprelievo di saliva, glistudiosihanno registratonegli uomini chenonavevanopotuto consolare ilbebè unincrementonella produzione ditestosterone intorno al ventiper cento.

SENONESAGERATE

Assolta la tazzinadacaffè

SCEGLIEILCERVELLO

Il boccone migliore? L’ultimo

ÈINVISIBILE

Il preservativo è a ultrasuoni

GLIEFFETTIDELPIANTO

Il neonatocertevolte aiuta

24GENNAIO2013 BENESSERE&SALUTE06 LOSAPEVATECHE...

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Buongiorno, ho 60 anni e l’altro gior-no mi sono ustionata con una pentolalasciata sul fuoco in bilico che mi è ca-duta addosso. Ora, dopo qualche trat-tamento in ospedale, sto sicuramentemeglio, ma volevo chiedere cosa farein caso di incidenti domestici di que-sto tipo e se esistono cure per elimina-re completamente o migliorare le cica-trici.

FRANCESCA,60 ANNI, MILANO

In caso di ustione bisogna per pri-ma cosa interrompere tempestiva-mente l’azione lesiva versando ac-qua fredda sulle aree interessate.Attenzione poi agli abiti che si tro-vano a contatto con la parte“bruciata”: è consigliabile esseremolto cauti nel rimuovere gli indu-

menti in quanto si rischia di stacca-re anche l’epidermide e arrecare unulteriore danno. Nel caso si formas-sero delle bolle, è possibile forarlecon un ago sterile per svuotarle delliquido che hanno all’interno, fa-cendo però attenzione a non toglie-re la pelle che forma la parte supe-riore della vescicola. In attesa deisoccorsi, infine, è importante copri-re la parte ustionata con appositi te-li sterili. Per accelerare la ricostru-zione della cute ed evitare compli-cazioni o infezioni, un aiuto arrivadalle nuove medicazioni avanzatecome i sostituiti cutanei o i dermaartificiali.

*DIRETTORE DELL'UNITÀ OPERATIVA

DICHIRURGIA PLASTICA

ALL'OSPEDALE PELLEGRINI DI NAPOLI

Stabilizzatoridiumoreeantidepressivi

Chedifferenza c’è traantidepressivi e stabilizzatoridell'umore?(Arianna,33anni,Pescara)

➤ Risponde il professor GiorgioMaria Bressa, psichiatra a Roma

Si tratta didue categoriedi far-maciattivi sul cervello sostan-zialmentemolto differenti traloro,sebbenealcune categoriedidepressi (quelli condisturbobipolaredell’umore) possonoaverleutilizzateentrambe, inmomentidiversi. Gliantidepres-sivi,che migliorano l’utilizzazio-nedeineurotrasmettitori cere-brali, soprattutto noradrenalinaeserotonina, vengonousati sianellamalattiadepressivasia inalcunidisturbid’ansia. Gli stabi-lizzatori,un temponoti soprat-tuttocomeantiepiletticipermet-tono il controllo clinico deldi-sturbo bipolare,attivinella faseeuforica, ma ancheper preveni-re le fasi chedefiniscono la ma-lattia.

Pastasenzaglutineperinonceliaci

Hovisto in tv lapubblicità dellapastasenza glutinedefinita “piùleggera”. Io sapevo cheera destinataai celiaci.Che beneficiopuò averesullepersonesane?(Lucia,34anni,Rimini)

➤ Risponde il dottor FrancescoMarotta, specialista inGastroenterologia

Le le principali varietà di granioggicoltivati, con relative fari-ne,possonocontenere dosiele-vatedi glutinee ancor piùnella

produzionedi prodotti da forno.Questoavviene per unamigliorelavorazionedelle farinee perfavorire la conservazione perlunghiperiodi. Maqueste con-centrazionidi glutine,anche nelnonceliaco,possonodetermina-redisturbi funzionali intestinali eperfinomalassorbimentoe iper-permeabilità intestinale.Potreb-beprovare questapastaper seimesiper poiapprezzarneeven-tualibenefici.Questo perché icibisempre più raffinatihannomessoalla prova le capacitàdiadattamentodelnostro organi-smo.

Protesiperilsenoinizialmentevuote

Miasorella vive negliStati Uniti esi è appena rifatta il seno. I medici

hannousato delleprotesi che siinserisconovuote e vengono poiriempitedi soluzione fisiologica. Hotrovato il risultato moltobello e vorreiutilizzarle anche io. In Italia sonodisponibili?(Erika,35anni,Lucca)

➤ Risponde il professor PietroLorenzetti, specialista in chirurgiaplastica a Roma

In Italia le protesi dicui parla esi-stonoma sono poco utilizzateperché il fattoche sianopienediliquido le rende più percepibili altattoe si può sentireun“rumore”datodalmovimentodel liquido dellaprotesi. Inoltre èmoltodifficile controllarne laforma.Quindi la maggiorpartedeichirurghi italiani proponeprotesia basedi gelcoesivo di

silicone,di nuovissimagenera-zione,disponibili in 170varietàdi forma, dimensione eproiezio-ne.Aderisconoalla tasca incuisono inserite e sepiù piccoledellabase delseno sono irrico-noscibili al tatto.

Laqualitàdeirapportieicontrollipiùsemplici

Ho25 anni, godo di ottima salutemaogni tantomi capitadi non riuscireadavereo comunquemantenereun’erezionedurante i rapportisessuali.Non riesco davveroa capirelemotivazioni e mi sono interrogatosedipendadalla grandezzadel pene.Hopensato che fosseper unparticolareperiodo di stressma allafinemi capitaanche in condizioni direlax.Non credo di avere unamalattiae, in veritàprimadi un consulto

medicoveroe proprio, volevosentireil pareredi un esperto. Cosamiconsiglia?(Luigi,25anni,Pavia)

➤ Risponde il professor FabrizioIacono, professore di ruolo di urologiaall’Università Federico II di Napoli

Dasempre la domanda più fre-quenteche mi rivolgono gliuo-minidurante lavisita specialisti-ca,soprattutto i piùgiovani, ri-guardadimensionie forma ocomunquesullasalutedelpro-prioapparato riproduttivo. Perrassicurarsiun primo aiuto arri-vada unaApp, ideata dall’azien-daTradapharma, scaricabilecon l’iPhone. “Happy male” per-mette,attraversoun semplicetest,di effettuareun’autovaluta-zionecon la massimaprivacysu

forma,dimensioni e funzionalitàdelproprio organo:se il semafo-ro indicato nellaApp segnaros-soallora è meglio recarsi da unospecialista.L’applicazione quin-dinon vuoleassolutamente so-stituire lavisitamedica,maeven-tualmentepotrebbe poi diventa-reun aiuto per il pazientee per ilpropriomedico,offrendo la pos-sibilitàdi avere qualchedatoinizialesu cui fare valutazionipiùattente e puntuali. Comun-que, il 90 per cento degli uominiènormodotato.

Tiroiditeautoimmunequaliconseguenze?

Daquindici anni soffrodi unafastidiosa tiroiditeautoimmune. Sonoin terapia e sto benema il radiologomihadetto che in pochi anniglianticorpi distruggeranno laghiandola. È vero? Echeconseguenzeci saranno sulla miasalute?(Simonetta,44anni,Venezia)

➤ Risponde il dottor MarcelloAmodei, specialista in endocrinologiaa Roma

Latiroiditeautoimmune è unapatologiaautoimmunitaria (l’or-ganismoreagisce contro sestesso)che può portarealla in-capacitàanchetotale dellaghiandola tiroidea aprodurre gliormonispecifici (T3 eT4) e quin-diall’ipotiroidismo anche seve-ro.L’assunzione “a vita” di levo-tiroxina,nellaquantitàconsiglia-tadall’endocrinologo, portasi-curamentea uncompenso or-monalee quindiallanormalizza-zionedell’ipotiroidismo. Non sipreoccupise poigli autoanticor-piantitiroide saranno semprepresentinel sangue. Èsolo il se-gnoche haavuto la tiroidite.

LALETTERADELMESE RISPONDE IL DOTTOR ALFREDO BORRIELLO*

Ustionatadalla pentola sui fornelli, quali sono i rimedi migliori?

BENESSERE&SALUTE 24GENNAIO2013 07DOMANDE&RISPOSTE