Far parlare le pietre

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Marina Milella http://www.decarch. Far parlare le pietre enza Università di Roma la di dottorato in archeologia iugno 2015

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Marina Milellahttp://www.decarch.it

Far parlarele pietre

Sapienza Università di RomaScuola di dottorato in archeologia19 giugno 2015

Page 2: Far parlare le pietre

(le pietre da far parlare)

Page 3: Far parlare le pietre

1) PREMESSA(di cosa parleremo inquesta presentazione)

Page 4: Far parlare le pietre

Decorazione

architettonica

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Decorazione architettonica

Le superfici decorate possono essere analizzate come

qualsiasi altra scultura:

- composizione e disegno delle figure o dei motivi

decorativi;

- resa delle superfici e dei volumi, che dipende dai

gusti dei committenti e dalle capacità tecniche

delle officine.

Page 6: Far parlare le pietre

È possibile cogliere con

maggior facilità fenomeni

propri anche della grande

scultura osservando le

modanature decorate, il cui

disegno perdura dall’età greca

arcaica a quella neoclassica

moderna, con solo piccole

trasformazioni.

Decorazione architettonica

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I blocchi sono anche elementi appartenenti a degli edifici, la cui forma dipende dunque dalle necessità strutturali delle

architetture e dalla loro posizione all’interno dell’insieme, e che spesso conservano tracce di questa funzione nelle

superfici non in vista.

Decorazione architettonica

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Dalla forma del blocco è possibile

ricostruire, per esempio, la sua posizione

nell’ambito dell’articolazione

planimetrica degli ordini architettonici…

Decorazione architettonica

Page 9: Far parlare le pietre

Insieme agli altri resti conservati in situ, questo consente di

proporre ipotesi sull’aspetto in antico dell’edificio

Decorazione architettonica

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Sebbene nell’architettura romana gli ordini architettonici siano spesso un rivestimento di strutture murarie realizzate

con altre tecniche costruttive, tuttavia, ordini applicati, rivestimenti in marmi policromi e cicli statuari o di rilievi

contribuivano in misura sostanziale alla percezione degli spazi da parte dei visitatori antichi.

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Fregi figurati, statue e rilievi, nelle loro

diverse collocazioni all’interno di un

complesso monumentale, consentono

a volte di decifrare il messaggio

propagandistico affidato loro dai

committenti e di ricostruire un altro

piccolo o grande pezzo di storia.

(il tema del significato delle sculture che

caratterizzano gli spazi esterni e interni

nel complesso del Foro di Traiano è stato

affrontato in un contributo in corso di

stampa negli atti del convegno DECOR)

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Pietre come merce

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Pietre come merce

Lo studio della diffusione dei prodotti delle

cave di marmi bianchi e colorati e

dell'utilizzo del marmo al posto della pietra

locale, in particolare quando la lontananza

dal mare o da vie di comunicazione

navigabili rendeva più incisivi i costi di

trasporto, contribuisce a definire, in modo

analogo alla ceramica, il quadro

economico e commerciale di un particolare

contesto.

Page 14: Far parlare le pietre

Reimpiego

Il fenomeno del reimpiego di materiali

architettonici più antichi, spesso senza che

si tenesse conto della originaria funzione

del blocco o dell’articolazione originaria

delle decorazioni, appare dovuto sia a

fattori di risparmio, sia, soprattutto nella

Roma medievale, al desiderio di

ricollegarsi alla passata grandezza

imperiale.

Page 15: Far parlare le pietre

Reimpiego

Sui blocchi conservati è possibile trovare

tracce di rilavorazioni, a volte non andate a

buon fine per un riutilizzo in funzione

uguale o diversa a quella originale.

Si può così ricostruire un altro tratto della

storia del blocco dopo il suo primo impiego,

che diventa un nuovo tassello della storia

dei luoghi.

Page 16: Far parlare le pietre

Reimpiego

Blocco di fregio architrave con le cavità per i cunei di legno che, bagnati,

avrebbero dovuto spaccare il blocco lungo la linea impostata, per riutilizzare

la parte relativa al fregio come pezzo di una collezione antiquaria.

Base attica di colonna scavata e rilavorata su un lato per

essere riadoperata come acquasantiera per una chiesa.

Page 17: Far parlare le pietre

Decorazione architettonica:

- struttura, aspetto, significato e percezione delle architetture antiche

- evoluzione del gusto e della tecnica nello spazio e nel tempo, datazione

- storia economica (commercio, committenza) e storia degli edifici e dei luoghi

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2) QUALI SONO LE DOMANDE?

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http://www.iccd.beniculturali.it/getFile.php?id=205

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Scheda RA (reperto archeologico) secondo lo standard dell’ICCD (Istituto centrale del catalogo e

della documentazione).

Domande di base (dati oggettivi) > voci della scheda (altre voci sono relative alla gestione dei

depositi e della documentazione)

cos’era?

di che materiale era fatto?

quanto era grande?

che aspetto aveva?

Da qui si parte per le interpretazioni soggettive > studio e ricostruzioni storiche

a che edificio apparteneva?

quando fu scolpito e messo in opera?

cosa conosceva e a quali indicazioni rispondeva lo scalpellino che lo realizzò?

e il committente che lo pagò?

cosa altro gli è successo fino ad oggi?

L’obiettivo è ricostruire una piccola storia, quella che la pietra racconta, e di inserire questo

frammento di conoscenza nel quadro di una storia più grande.

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2.A) COS’ERA?

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CORNICE CORNICECORNICE

Individuare cos’era > dare un nome preciso all’oggetto di cui il frammento faceva parte

Dare un nome preciso > far dire a ciascun oggetto quel che ha da dire e non fermarsi

ad una cacofonia di voci che parlano tutte insieme e che dunque non riusciamo a

capire

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CORNICE CORNICECORNICE

“Cornice”, ad esempio, non è sinonimo di “frammento

architettonico”, ma un oggetto ben determinato, con una

funzione e una forma precisi (la parte superiore della

trabeazione di un ordine architettonico).

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CORNICE CORNICECORNICE

Questa a lato è una cornice.

Nessuno dei frammenti sopra

apparteneva ad un elemento

simile.

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CORNICECORNICEBASE

= BASE

Per far parlare queste pietre dobbiamo

dunque capire la forma dell’oggetto

intero di cui i frammenti facevano

parte.

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= INCORNICIATURA

CORNICEBASE

Oppure ricostruire dal contesto

architettonico la loro funzione

INCORNICIATURA

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BASE

= ARCHITRAVE

ARCHITRAVEINCORNICIATURA

Page 28: Far parlare le pietre

Hint:

Puzzle incompleti: riconoscere il frammento dall’intero

Funzione > forma riconoscibile > nome

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http://www.culturalazio.it/sites/risorse/Raccolta%20Documenti/arcata%20144%20Senza%20PB.pdfhttp://www.decarch.it/wiki/index.php?title=Guida_/_Voce_%22Oggetto%22

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Page 31: Far parlare le pietre

Di seguito: la nomenclatura degli elementi appartenenti agli

ordini architettonici (alcuni esempi).

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Base

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Fusto liscio di colonna

Fusto

Fustoscanalato doricodi colonna

Fusti rudentati di colonna

Fusto decorato di pilastro

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Capitello

Page 35: Far parlare le pietre

Capitello

Capitello composito

Schemi della decorazione nei capitelli corinzieggianti: “a lira”, “a doppia S” e “a calice centrale”.

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Fregio e architrave

Architrave dorico

Architrave ionico

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Cornice

Cornice dorica

Cornice ionica

Cornice con mensole

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Rivestimenti di parete

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Trabeazione dell’ordine di lesene

Incorniciatura

Coronamento

Incorniciatura

Zoccolo

Rivestimenti di parete

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Coronamento

Page 41: Far parlare le pietre

Coronamento

Coronamento

Cornice

Page 42: Far parlare le pietre

Coronamento

Coronamento

Cornice

In alcuni casi, gli oggetti possono

presentare forme molto simili pur avendo

funzioni diverse, generando incertezze

nell’attribuzione della denominazione

giusta.

Questo è per esempio il caso del

CORONAMENTO e della CORNICE

Page 43: Far parlare le pietre

Hint:

è possibile un certo grado di ambiguità e di

incertezza nell’identificazione dell’oggetto e le

denominazioni dovrebbero essere considerate

non una verità assoluta, ma “probabilistiche”.

Page 44: Far parlare le pietre

Incorniciatura ad architraveZoccolo decorato

Soffitto piano cassettonato

Mensola figurata

Acroterio

Trapezoforo figurato

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Non sempre abbiamo le risposte alle nostre domande.

Page 46: Far parlare le pietre

Se non si può identificare la forma-funzione dell’oggetto,

può essere possibile tuttavia indicare il tipo di

decorazione o di lavorazione che conserva: …

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ELEMENTO LAPIDEO CON DECORAZIONE VEGETALE

Page 48: Far parlare le pietre

2.B) COSA SE NE CONSERVA?

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Intero Mutilo

Frammentari

Va tenuto conto anche di quanto si conserva

dell’oggetto (stato di conservazione): le

definizioni dell’ICCD.

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Lato anteriore e retro

Fianchi (destro e sinistro)

Piani (superiore e inferiore)

Quali lati del blocco originario si possono ancora vedere?

Page 51: Far parlare le pietre

Quali lati del blocco originario si possono ancora vedere?

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Quali parti?

Capitello corinzio

Capitello corinzio

Capitello corinzio

Capitello corinzio

Capitello corinzio

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Capitello corinzio

Capitello corinzio

Capitello corinzio

Capitello corinzio

Capitello corinzio

/ foglia d’acanto

/ cima di foglia d’acanto

/ calice e voluta

/ voluta o Capitello corinzio/ elice

/ caulicoloSi deve inserire nella voce oggetto della scheda anche la parte conservata dell’intero oggetto

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2.C) DI COSA ERA FATTO?

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Le caratteristiche del materiale impiegato influenzano i

modi di scolpire degli scalpellini e l’evoluzione delle

tecniche, contribuendo a modificare la resa e il disegno

delle decorazioni nei diversi tempi e luoghi.

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Nel momento in cui a Roma si inizia ad utilizzare il

marmo al posto dei tufi e del travertino stuccati e

dipinti, cambiano le tecniche e si modifica anche la

struttura decorativa degli elementi architettonici.

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In queste transenne decorate degli Horti Sallustiani, un capomastro esperto

nella lavorazione del marmo ha scolpito il prototipo a sinistra, in un marmo

bianco proveniente dalle stesse cave del pavonazzetto (marmo docimeno),

mentre la copia a destra, realizzata in marmo di Luni da scalpellini attivi a

Roma, ne imita il modello con alcune variazioni che testimoniano una

formazione diversa e diverse capacità tecniche.

Page 58: Far parlare le pietre

La scelta di quale qualità di marmo

utilizzare deriva spesso da considerazioni

non solo estetiche, ma anche

organizzative e pratiche e da questioni di

costo.

L’impiego di pietre locali o di marmi di

importazione bianchi o colorati, più o

meno costosi in un edificio o in parti di

esso testimonia l’importanza attribuita al

monumento e le possibilità dei

committenti, la loro posizione sociale e le

loro disponibilità economiche. Questo

tanto più quanto il luogo è distante dalle

vie d’acqua sulle quali il trasporto è meno

costoso.

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Marmo bianco lunense

Marmo bianco proconnesio

Marmo bianco pentelico

Marmo cipollino

MarmopavonazzettoMarmo

giallo antico

Marmoafricano

Granito grigiodel Foro

Porfido rosso

Serpentino

Page 60: Far parlare le pietre

Tra i materiali provenienti dalla fase traianea del

tempio di Venere Genitrice nel Foro di Cesare, si

distingue un nucleo di elementi decorativi realizzato

in marmo proconnesio anziché lunense. Dovevano

appartenere ad un settore del monumento realizzato

nello stesso periodo, ma ad opera di una diversa

squadra di scalpellini.

Fregio a girali in marmo proconnesio

Fregio a girali in marmo lunenese della peristasi del tempio

Page 61: Far parlare le pietre

Per i frammenti di pietra rinvenuti negli scavi si dovrebbero raccogliere dati quantititavi come si fa da tempo

per i frammenti ceramici.

Identificando la qualità della pietra di ogni scheggia rinvenuta, come si identificano forme e produzioni

ceramiche, si potrebbe poi pesare i frammenti per ottenere le quantità di ogni qualità di pietra rinvenute in

ogni strato.

Page 62: Far parlare le pietre

I dati così ottenuti per i diversi siti potrebbero quindi essere analizzati statisticamente per ricostruire

diffusione e fortuna delle diverse qualità di pietre e marmi nei diversi luoghi e nelle diverse epoche.

Potremmo così ricostruire con maggiore precisione la storia dei commerci di questo tipo di merce, che,

come la ceramica, era spesso largamente esportata.

Page 63: Far parlare le pietre

L’identificazione autoptica (al semplice esame visivo) delle diverse qualità di marmi

bianchi e in misura minore colorati, è tuttavia soggettiva.

Si dovrebbe dunque descrivere oggettivamente il marmo osservato (grandezza dei

cristalli, colore, presenza di macchie e venature e inclusi e di odore fetido in frattura)

senza attribuirgli alcuna determinata provenienza.

Marmo bianco candido a cristalli piccoli

Marmo bianco leggermente azzurrastro con venature più scure e con cristalli grandi, con odore fetido alla frattura

Marmo bianco a cristalli piccoli, con venature micacee

Page 64: Far parlare le pietre

http://www.walter-prochaska.at/

Sono state elaborate diverse analisi per definire oggettivamente le pietre, in particolare

per i marmi. È possibile oggi riconoscere la cava di provenienza confrontando i campioni

dell’oggetto con il data base, ormai cospicuo, dei campioni presi dalle cave.

I risultati ottenuti con un singolo metodo di analisi sono però spesso sovrapponibili per

diverse cave di provenienza. Un’identificazione più sicura può ottenersi unendo i dati di

più analisi: il trattamento statistico dei risultati permette di raggiungere identificazioni più

sicure.

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http://asmosia.willamette.edu/

Page 66: Far parlare le pietre

2.D) QUANTO ERA GRANDE?

Page 67: Far parlare le pietre

LARGHEZZA

ALTE

ZZA

SPESSORE

Tre dimensioni dello spazio > tre misure del blocco

Page 68: Far parlare le pietre

Le misure tuttavia vanno nominate in base alla

posizione originaria del blocco nel contesto di

appartenenza, che potrebbe essere diversa da quella

nella quale lo troviamo…

Page 69: Far parlare le pietre

SPESSORE

ALTEZZA

LARG

HEZ

ZA

… come nel caso di questo fusto di pilastro decorato,

reimpiegato in funzione di fregio-architrave, e dunque

in posizione diversa da quella originaria, nella

trabeazione della basilica pelagiana a San Lorenzo

fuori le mura.

Page 70: Far parlare le pietre

Se i blocchi avevano una forma più complicata di quella semplicemente parallelepida è utile prendere

anche altre misure oltre alle tre dimensioni principali.

Page 71: Far parlare le pietre

E quando il blocco ha una forma e una collocazione particolari, per cui le partizioni decorative hanno

andamento diverso rispetto agli assi cartesiani, può essere utile prendere le misure di alcune parti

strutturali della decorazione indipendentemente.

Page 72: Far parlare le pietre

In altri casi le parti conservate e la loro decorazione potrebbero non consentire di distinguere per esempio

l’altezza dalla larghezza , come nella foto sopra: in questi casi si dovrebbe dare un nome più generico alle

misure non identificabili (DIMENSIONI).

Page 73: Far parlare le pietre

Nel caso della foto, non essendosi conservati gli altri lati del blocco e poiché la decorazione vegetale ad

andamento curvilineo non ha assi riconoscibili, non possiamo neppure identificare chiaramente che

andamento avessero gli assi cartesiani ortogonali: in questi casi il rilevamento è certamente soggettivo e

dovrebbe essere segnalato (per esempio tracciando le misure prese su una foto da allegare alla scheda).

Page 74: Far parlare le pietre

Come avevano riconosciuto già i trattatisti rinascimentali, negli ordini classici le misure delle singole parti

sono sempre in proporzione tra loro: dal diametro di un fusto o dall’altezza di un architrave è dunque

possibile ricostruire le dimensioni dell’ordine e quindi dell’edificio a cui appartenevano.

Page 75: Far parlare le pietre

ALTE

ZZA

MAS

SIM

A

LARGHEZZA MASSIMA

SPESSORE TOTALE

Per questo motivo è importante indicare se la misura che possiamo prendere corrisponde alla misura

originaria del blocco (TOTALE), oppure è solo parziale, perché il blocco si è conservato solo parzialmente

(MASSIMA).

Page 76: Far parlare le pietre

Questo vale anche per le parti strutturali dei singoli elementi architettonici: l’altezza uguale del

coronamento dell’architrave in questi due fregi dal Foro di Traiano permette di attribuirli entrambi a settori

diversi del primo ordine della Basilica Ulpia.

Page 77: Far parlare le pietre

In alcuni casi l’andamento della decorazione

permette di ricostruire le misure totali non

conservate: per questo lacunare la ripetizione

simmetrica del motivo e il suo cambiamento

di direzione, ci indicano dove fosse il centro

del lato e consentono dunque di ricostruire la

larghezza e lo spessore totali del blocco.

LARGHEZZA TOTALE RICOSTRUITA

LARGHEZZA MASSIMA

SPESSOREMASSIMO

SPESSORETOTALE RICOSTRUITO

Page 78: Far parlare le pietre

Nel caso dei fusti delle colonne o in

genere degli elementi di forma

cilindrica, due delle dimensioni degli

assi cartesiani saranno sostituite dal

DIAMETRO dell’oggetto.

Page 79: Far parlare le pietre

Nel caso dei fusti scanalati la misura

del diametro può essere ricostruita

anche da un piccolo frammento

della superficie scanalata: basta

avere la larghezza completa di una

scanalatura e di un listello.

Page 80: Far parlare le pietre

I fusti in ambito romano avevano quasi sempre 24 scanalature: la misura del segmento che comprende una

scanalatura e un listello è dunque pari, con buona approssimazione, a 1/24 della circonferenza.

Page 81: Far parlare le pietre

x 24 = circonferenza / ∏ = diametro (per approssimazione)

Page 82: Far parlare le pietre

Nel prendere le misure

dobbiamo ricordare che

oggi i nostri standard per la

produzione di oggetti sono

in centimentri, mentre gli

antichi utilizzavano una

diversa unità di misura e se

dovevano arrotondare lo

facevano in base a quella.

Page 83: Far parlare le pietre

Piede romano = cm. 29,57

Page 84: Far parlare le pietre

2.D) COME ERA?

Page 85: Far parlare le pietre

- Forma del blocco (lati con decorazione, lati

obliqui o curvilinei, sporgenze)

- Successione delle modanature e delle altre

decorazioni vegetali o figurate, disegno e resa

delle decorazioni

- Lavorazione delle superfici dei lati non a vista,

presenza di cavità, di incassi, di denti sporgenti

Page 86: Far parlare le pietre

Forma del blocco(ne abbiamo già parlato)

Page 87: Far parlare le pietre

Tracce di lavorazione e cavità sulle superfici non a vista

Page 88: Far parlare le pietre

Prospetto e schema dei blocchi dietro i Daci degli attici dei portici del Foro di Traiano: è evidenziato il basamento dei Daci.

Sul piano superiore di questo basamento le

cavità per i perni che fissavano i blocchi

soprastanti e la disposizione delle canalette

utilizzate per versarvi il piombo fuso che

fissava il perno, ci indicano quali blocchi

fossero sovrapposti l’ordine in cui erano stati

montati:

1 fucsia e 2 azzurro (blocchi di muratura)

3 verde (lastrone marmoreo di rivestimento

per il pilastro dietro i Daci)

4 arancione della statua del Dace)

Page 89: Far parlare le pietre

Analogamente, sul piano superiore di questo

capitello le cavità per perni e le loro canalette

e la posizione delle cavità praticate per

inserire leve di posizionamento permettono

di ricostruire che vi erano sovrapposti due

architravi rettilinei (1 fucsia e 2 azzurro),

pertinenti alla facciata di un portico, e un

terzo architrave trasversale (3 verde), che

collegava l’ordine in facciata al muro

retrostante.

Page 90: Far parlare le pietre

scalpello

subbia

bocciardamartellina

gradina

trapano

Tracce e strumenti di lavorazione delle superfici del marmo

martellina

bocciarda

Page 91: Far parlare le pietre

In alcuni casi le tracce ancora visibili degli

strumenti di lavorazione sulle superfici a vista

non sono segno di un lavoro non finito, ma

dell’intenzione cosciente di rendere più

scabre e meno riflettenti ampie superfici

prive di decorazioni.

Un esempio è questo architrave, nel quale la

superficie delle fasce è rifinita con una

gradina fine invece che essere lisciata, ad

eccezione di due sottili liste ai margini,

maggiormente rifinite con uno scalpello.

Page 92: Far parlare le pietre

Altre tracce di lavorazione che a volte si trovano sulle decorazioni a vista sono quelle relative ad interventi di

restauro avvenuti in epoca antica: se un piccolo particolare della decorazione si danneggiava, per un difetto del

marmo o per un colpo subito durante il montaggio, la parte danneggiata veniva asportata e al suo posto si

scavava una cavità, destinata ad ospitare un tassello di restauro.

Page 93: Far parlare le pietre

I mutamenti del gusto portano cambiamenti nell’articolazione degli elementi

architettonici, nel disegno delle modanature e nella loro resa.

> successione delle modanature e proporzioni

> disegno e resa delle singole modanature decorate

3) LE MODANATURE

Page 94: Far parlare le pietre

Parti strutturali di un elemento di cornice con mensole (esempio)

Page 95: Far parlare le pietre

Le modanature decorate sono intagliate nei particolari decorativi a partire dai profili lisci (modanature lisce)

Kyma lesbio trilobato intagliato solo parzialmente su una gola rovescia (incorniciatura di una mensola dal Foro di Augusto)

All’estremità di questo blocco di architrave dalle Terme di Diocleziano l’intaglio degli elementi delle modanature decorate non è stato completato e sono rimasti visibili i profili lisci

Page 96: Far parlare le pietre

Modanature lisce: nomenclatura

Page 97: Far parlare le pietre

La struttura organica delle principali modanature decorate

Page 98: Far parlare le pietre

Un po’ di termini tecnici : kyma ionico e kyma lesbio continuo

Page 99: Far parlare le pietre

Un po’ di termini tecnici : kyma lesbio trilobato, dentelli e astragalo a fusarole e perline

Page 100: Far parlare le pietre

Un po’ di termini tecnici : modanature decorate non canoniche

Astragalo a sole perline

Motivo a corda

“Spitzenstab”

Baccellature

Kyma di foglie

Kyma di foglie rovescio

Anthemion con tralci intermittenti orizzontali

Anthemion con tralci intermittenti obliqui

Anthemion con tralci intermittenti obliqui vegetalizzati

Doppio anthemion

Page 101: Far parlare le pietre

Disegno e resa

Capigliatura di due diverse copie romane della testa del Doriforo di Policleto: stesso disegno e diversa resa

Page 102: Far parlare le pietre

Roma, Foro di Augusto, 2 a.C.

Variazioni nel disegno

Page 103: Far parlare le pietre

Variazioni nel disegno

Scalpellini diversi al lavoro sul medesimo blocco realizzano modanature decorate con leggere differenze nel disegno

Roma, Foro di Augusto, 2 a.C.

Page 104: Far parlare le pietre

Arles, teatro romano, 12 a.C.

Variazioni nel disegno

Page 105: Far parlare le pietre

Roma, Foro di Augusto, 2 a.C.: stessa partitura architettonica con disegni diversi

Variazioni nel disegno nelle diverse epoche

Roma, Foro di Traiano, 112 d.C.: stesso disegno di kyma lesbio in blocchi di edifici diversi del complesso

Page 106: Far parlare le pietre

Roma, arco di Costantino, 315 d.C.

Variazioni nel disegno

Page 107: Far parlare le pietre

Roma, tempio di Marte Ultore, 2 a.C.: inserimento di variazioni nel disegno in relazione ad un preciso significato propagandistico

Variazioni nel disegno

Page 108: Far parlare le pietre

Roma, Foro di Traiano, 112 d.C: copia il disegno del Foro di Augusto, ma la resa più raffinata e virtuosistica è simile a quella del Tempio di Venere Genitrice

Roma, Foro di Augusto, 2 a.C.

Roma, Tempio di Venere Genitrice, 113 d.C.: disegno trasformato e resa più plastica e chiaroscurata della medesima modanatura decorata

Page 109: Far parlare le pietre

4) Trasformazioni

Page 110: Far parlare le pietre

Atene, Eretteo, V secolo a.C.

Foro di Augusto, 2 a.C.

Arco di Augusto nel Fororomano, 19 a.C.

Villa di Agrippina (?),epoca giulio-claudia

Foro di Nerva, 98 d.C.

Palazzo di Domiziano sul Palatino,82-91 d.C.

Page 111: Far parlare le pietre

Foro di Augusto, 2 a.C.

Fregio-architrave dei “Trofei Farnese” (Aula regia del Palatino, 92 d.C.)

Page 112: Far parlare le pietre

Tempio di Apollo in Circo34-10 a.C.

Tempio della Concordia,10 d.C.

Palazzo di Domiziano sul Palatino,82-91 d.C.

Tempio di Apollo Palatino,28 a.C.

Foro di Augusto, 2 a.C.

Foro di Nerva, 98 d.C.

Page 113: Far parlare le pietre

Arco di Tito, 81-90 d.C.

Villa di Domiziano a Castel Gandolfo, 81-96 d.C.

Horror vacui e vegetalizzazione nella

decorazione architettonica flavia

Page 114: Far parlare le pietre

Foro di Nerva, 98 d.C.

Atene, EretteoV secolo a.C.

Palazzo di Domizianosul Palatino, 82-91 d.C.

Tempio di Vespasiano, 79-87 d.C.

Varianti decorative (anthemion)

Page 115: Far parlare le pietre

Foro di Nerva, 98 d.C.

Foro di Augusto, 2 a.C.

Antiquarium del Celio

Tempio di Vespasiano, 79-87 d.C.

Varianti decorative (vegetalizzazione)

Page 116: Far parlare le pietre

Tempio di VenereGenitrice, 112 d.C.

Foro di Nerva, 98 d.C.

Resa: sottolavorazione degli elementi decorativi

(gusto per gli effetti di contrasto chiaroscurale)

Page 117: Far parlare le pietre

In epoca augustea, dopo un periodo di grande sperimentazione, con il Foro di Augusto si crea il

modello della decorazione architettonica imperiale romana urbana in marmo.

Questo modello si trasforma e si evolve fino all’età flavia, nella quale le proporzioni delle parti

strutturali degli elementi architettonici, la scelta e il disegno delle modanature e la loro resa sono

trasformati in conseguenza delle evoluzioni del gusto (horror vacui, accentuato chiaroscuro, gusto

per gli effetti plastici e le forme esuberanti a spese della chiarezza del disegno)

Page 118: Far parlare le pietre

In epoca traianea, ad una “spontanea” tendenza del gusto al ritorno a forme più sobrie

(proporzioni interne degli elementi architettonici, disegno semplificato delle decorazioni a spese

dell’esuberanza plastica eccessiva), si sovrappone nel Foro di Traiano la copia programmatica del

modello del Foro di Augusto (la scelta delle modanature decorate e il loro disegno).

La resa delle decorazioni tuttavia conserva la virtuosistica modellazione delle superfici e la

sottolavorazione degli elementi decorativi del modello flavio.

Page 119: Far parlare le pietre

TrasformazioniPantheon, 118-128 d.C.

Foro di Traiano112 d.C.

Capitolium di Ostia antica120 d.C.

Page 120: Far parlare le pietre

Trasformazioni

Traianeum di Pergamo,114-130 d.C.

Tempio di Venere e Roma121-135 d.C.

Biblioteca di Celso a Efeso,114-121 d.C.

Page 121: Far parlare le pietre

TrasformazioniPantheon, 118-128 d.C.

Tempio di Venere e Roma121-135 d.C.

Con Adriano nei monumenti ufficiali si prosegue lo stile

del Foro di Traiano. Più libera e ricca di varianti la

decorazione degli spazi privati della sua villa a Tivoli.

Nell’ultima parte del suo regno, si inseriscono

importazioni a Roma di marmi e di officine dall’Asia

Minore, dove la decorazione dei monumenti di epoca

romana aveva seguito una propria evoluzione, a partire

dalle forme della ricchissima tradizione arcaica, classica

ed ellenistica locale, a cui si erano sovrapposti influssi

dal modello urbano di Roma.

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Trasformazioni

Tempio di Antoninoe Faustina, 141 d.C.

Successivamente, in età antonina lo stile decorativo

urbano diventerà fortemente eclettico, adottando e

mescolando motivi di diversa provenienza.

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Trasformazioni

Arco di Settimio Severo202-203 d.C.

“Arco” degli Argentari204 d.C.

In epoca severiana si alterna uno stile eclettico di gusto più classicheggiante nei grandi monumenti ufficiali e una

ripresa del modello flavio, con una resa comunque più semplificata, nell’articolazione e nel disegno delle

modanature decorate.

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Trasformazioni

“Arco” degli Argentari204 d.C.

Cornice dei “Trofei Farnese”,epoca flavia

Foro di Nerva, 98 d.C.

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Trasformazioni

Arco di Settimio Severo, 202-203 d.C.

Cornice dei “Trofei Farnese”, epoca flavia

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Trasformazioni

Arco di Settimio Severo, 202-203 d.C.

Cornice dei “Trofei Farnese”, epoca flavia

Il confronto tra modanature con il disegno molto simile al modello flavio rende evidente, anche negli esempi di

maggiore qualità (monumenti ufficiali di committenza imperiale), la semplificazione nella resa: forme dai volumi

più massicci, con una più grossolana modulazione delle superfici e chiaroscuro semplificato dall’uso del trapano.

Page 127: Far parlare le pietre

Trasformazioni

Terme di Caracalla, 212-217 d.C.

Page 128: Far parlare le pietre

Terme alessandrine, 227-229 d.C.

Terme di Caracalla,212-217 d.C.

Trasformazioni

Page 129: Far parlare le pietre

Fregio-architrave della statio dei Tarsi, 242 d.C.

Trasformazioni

Lacunare di architrave nell’atrio di Santa Maria in Trasteveremetà del III secolo

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Trasformazioni

Trabeazione nel cortile dell’ospedale di San Giovannimetà del III secolo

Fregio-architrave di via del Teatro di Marcellometà del III secolo

Page 131: Far parlare le pietre

Terme di Caracalla,212-217 d.C.

Trasformazioni

Fregio-architrave di via del Teatro di Marcello, metà del III secolo

Conosciamo pochi esempi della decorazione del III secolo: si continuano a mescolare i modelli precedenti e la resa

sembra tendere verso volumi semplificati e superfici intagliate dai solchi di trapano.

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Trasformazioni

Terme di Diocleziano298-306 d.C.

Page 133: Far parlare le pietre

Basilica di Massenzio, 308-312 d.C.

Trasformazioni

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Reimpiego

Tempio del Divo Romolo, 309 d.C.

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Arco di Costantino, 312-315 d.C.

Reimpiego

Con l’epoca tetrachico-costantiniana, anche quando si copia l’articolazione e il disegno di elementi di reimpiego più

antichi, da integrare e completare secondo le esigenze del nuovo edificio, la resa è semplificata: i particolari

decorativi sono sempre di più semplicemente “disegnati” sui profili lisci delle modanature e la plasticità delle forme

si perde sempre più a favore di effetti ottici.

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5) A cosa serve tutto ciò?

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Hint:

- Inquadramento culturale e cronologico della decorazione

> contributo alla datazione dell’edificio di

appartenenza

(insieme agli altri dati archeologici e storici)

- Attenzione al metodo (confronto con altri esempi datati):

- si devono confrontare tutte le caratteristiche nel loro insieme

(articolazione e proporzioni, disegno e resa) e non

isolatamente;

- non si tratta mai di un’evoluzione lineare, ma con attardamenti

e riprese e con intrecci di influssi esterni e caratteristiche locali

che cambiano nel tempo e nello spazio.

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Oea (Tripoli), tempio del Genio della colonia, ricomposizione degli anni ‘30, datata al 183-184 d.C. dall’iscrizione

Partire dal particolare: un esempio

Page 139: Far parlare le pietre

Partire dal particolare: un esempio

Frammenti della cornice di frontone a cui si collega il frontone con rilievo della ricomposizione

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Particolari del fregio architrave della ricomposizione con iscrizione datata al 183-184 d.C. su alcuni blocchi del fregio.

Partire dal particolare: un esempio

Page 141: Far parlare le pietre

Partire dal particolare: un esempio

Un’altra cornice (non di frontone e angolare, pertinente forse ad un porticato) conservata nella stessa area archeologica e i particolari della sua decorazione.

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Partire dal particolare: un esempio

Confronto del disegno e della resa delle stesse modanature decorate tra il fregio-architrave con iscrizione della ricomposizione (sopra) e la cornice angolare (sotto).

Page 143: Far parlare le pietre

Partire dal particolare: un esempio

Da notare in particolare il disegno, molto insolito delle fusarole, costituite da due elementi “a cappelletto” simmetricamente contrapposti e accostati.

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Oea (Tripoli), portico (?) con iscrizione che menziona il Genio della colonia, 183-184 d.C.

Oea (Tripoli), tempio con frontone scolpito

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Gli elementi della ricomposizione

appartengono a due edifici diversi

Esistevano probabilmente presso l’arco di Marco Aurelio

di Oea un tempio e un portico, forse collegati tra loro (o

forse no).

La figura al centro del frontone ( un personaggio

femminile) non rappresenta necessariamente il

Genio della Colonia menzionato nell’iscrizione

Il tempio e il rilievo non

sono per forza datati

all’epoca di Commodo

secondo l’iscrizione, che

non è ad essi pertinente.

La cornice di frontone, di forme asiatiche, è

probabilmente più tarda del fregio-

architrave con l’iscrizione (III secolo) e

mostra inoltre tracce di rilavorazione, forse

per un reimpiego ancora più tardo.http://www.decarch.it/wiki/index.php?title=Studi_/_Oea,_tempio_del_Genio_della_Colonia

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Grazie per l’attenzione

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Far parlare le pietreMarina Milella http://www.decarch.it

Roma, 19 giugno 2015Sapienza Università di Roma – Scuola di dottorato in archeologia

Grazie a Eugenio La Rocca per l’invito

La presentazione sarà pubblicata on-line su DecArch.it e su altri canali informatici.

La presentazione e le immagini che vi sono contenute (salvo ove la fonte è diversamente indicata) sono licenziati in:CC-BY-SA 4.0 https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0/