f>ai4f>erib(4$ misit Me · nanda, Roma; Porretti Armando, Campobasso; Bruschini Nina, Pisa;...

40
Anno XIV - N. 1 Gennaio 1975 anno del r i n n f>ai4f>erib(4$ misit Me paolo vi

Transcript of f>ai4f>erib(4$ misit Me · nanda, Roma; Porretti Armando, Campobasso; Bruschini Nina, Pisa;...

Anno XIV - N. 1 Gennaio 1975

anno del

r •

i

n n

f>ai4f>erib(4$ misit Me paolo vi

Evangelizare BOLLETTINO MENSILE DELL'OPERA NAZIONALI PER IL MEZZOGIORNO D'lTALIA DIRETTA DALLA CONGREGAZIONE RELJGIOSA DE "I DISCEPOLI" Direzione - Redazione - Amministrazionc: Via dei Pianellari 7 - Tel. 6541409 - Cx.p. 1-9019

ROMA

Sommario

L'eco del Divino Maestro

Anno Santo, momento di grazia

Pensiero mariano

Vergine fedele . . . .

Alia sorgente

Ordinazione sacerdotale

Chiesa di Cristo luce alle genti

Parole di uno qualunque

Pa ag.

Religione, arte, cultura e vita

Invito a Roma per l'Anno Santo .

Gesu e i fanciulli . .

Varir.zioni di cronaca . . . .

Echi dei nostri seminari

Dalle case nostre

La sveglia: Anno che va, anno che viene

L'angolo dell'assistente . . . .

Soeaiorno a Monterosso

»

»

»

»

»

»

»

1 )

L6

L8

21

26

50

31

5 '

Con l'approvazione dei Superion Direttore Responsabile: Don ROMEO PANZONE

Redattore Capo: Don EGISTO PATUELLl - Segretario di Amm.ne: ANGELO MASCIO'I'TA Autorizz. Trib. Roma Numero 8504 del 20 febbraio 1962 - Sped, in Abb. postale Gruppo III

Siampato dalla Tipolitografia IN.GRA.C. s.r.l. - Tel. (0776) 42065 - S. Elia Fiumerapido (FR)

Dio conceda a tutti quanti la fede dei Santi, la gioia dei cuori semplici, lo stupore degli umili, la disponibilita e dei veri poveri.

I'apertura

Paolo VI

EVANGELIZARE pauperibus misit me

Ordinario L 2.000

Sostenitore L 5.000

d'Amicizia L. 10.000

Una cop/a L 200

Abbonamenti e rinnovi

LIRE 1.000 Pennacino Renna Francesca, Bra; Palladino Antonio, Tivoli; Renzi Elvira, Ama­

trice; Alleva Elisa, Ofena; Saporiti Nicoletta, Monterosso al Mare; Oristano Al-fonsa, Cuccaro Vetere; Coletti Elsa, Ofena; Gasparino Renzo, Genova-Rivarolo; Pellerito Giovanni, S. Martino delle Scale; D'Addario Anselmina, Ofena; Di Gian-nantonio Pia, Goriano Sicoli. LIRE 1.500

Di Gianni Lucia, Varallo Sesia; Tozzi Maria, Carapelle Calvisio; De Santis Mo-destina, Casteldieri. LIRE 2.000

Toti Giuseppe, S. Giorgio a Liri; Gualino Cesarina, Roma; Paoletti Ciro, Via-reggio; Pensini Fernando, Treviso; Balossi Don Erminio, Cremona; Di Lenge Grazia, Grassano; Plazzi Emilia, S. Pietro in Vicoli; Scuola Materna, Aielli Stazione Fami-glia Bissi Giorgina, S. Zaccaria; Celsi Eugenio, Corniglia; Cempini Lina, L'Aquila; Bucci Ettore, Napoli; Margheriti Alfredo, Milano; Moscardelli Riccardo, Roma; Lombardi Gaetano, Roma; Trancanelli Anna, Pescara; Vernisi Licia, Pescara; Mar­tini Vittoria, S. Egidio alia Vibrata; Sideri Nicolino, Ofena; Patuanelli Giovina, Tri-nitapoli Rosati Licio, Collecorvino; Miracoli Dante, Roma; De Marinis Margherita, Roma; De Luca Mario, Roma; Vigliani Ernesta, Roma; Valente Pasquale, Roma; Bacchetti Umberto, Ascoli Piceno Saccomandi Giuseppe, S. Benedetto del Tronto; De Gennaro Mario, Sestri Levante; Santori Lilia, S. Stefano di Corvaro; Alciati Ubaldo, Roma; Violante Filomena, Scanzano. LIRE 3.000

Paris Ferdinando, Latina; Scalzini Oderisio, Roma; Capparella Angelo, Fabrica di Roma; Armillei Ugo, Roma; Scuola Materna, Sersale; Conti Francesco, Milano; Ferragina Leonardo, Matera Marulli Lancione Margherita, L'Aquila; Nebiolo Pa­squale, Cantu; Crippa Mario, Monterosso al Mare; Benedetti Don Umberto, Pietra-nico; De Vito Franco, Arezzo; Capriccioli Tito, Amatrice; Spina Francesco, Pavia; Cogoni Francesco, Ozieri; Pasquantonio Desina, Ofena Veronica Gaetano e Teresa, Suore Carita Immacolata Concezione, Roma; Marsili Antonietta, Roma; Associa-zione Preta Club, Preta; Palumbo Teodoro, Roma; Albini Rocco, Teramo; Di Giulio Gino, Ancona; Scuola Materna. Lentella; Nota Salvatore, Roma Santorsa Canlo, Salerno. LIRE 5.000

Lupetti Cesare, Roma; Avanzini Giulio, Bienno; Giacomo Antonio Anna Mar­tini, S. Elena Sannita; La Polla Rocco, Bari; Ronzano Vito, Potenza; Grigioni Fer­nanda, Roma; Porretti Armando, Campobasso; Bruschini Nina, Pisa; Picalarga Teo­doro, Campagnano; Polla Don Domenico, Celano; Minozzi Mario, Roma Marcella Dante, Pisa; Sgorbini Gino, Genova; Zanini Bartolomeo, Monterosso al Mare; Scalzini Gino, Roma; Ferrauto Angelo, Roma; Vautero Miranda, Feletto; Belloni Paolo, Milano; Leone Elsa, Calascio; Leone Sr. Antlda, Sancino; Leone Nunzia, Bologna; Leone Michele, Roma; Graffi Paolo, Bologna; Sulli Corrado, Roma; Va-lenti Mario, Roma. LIRE 10.000

D) Benedetto Francesco, Roma; De Marinis Giuseppe, Roma; Superiora Gene-rale Istituto a S. Eusebio», Vercelli; Bontempo Evaldo, L'Aquila; Istituto Femmi-nile « P. Minozzi», Amatrice; Scaccuto Michele, Roma; Superiora Provinciale Suo­re D'lvrea, Catanzaro Lido; Giusti Giovanni, Roma; Dal Pra Caterina, Trieste. LIRE 20.000

Vita de Rosa Giovanna, Roma.

ANNO SANTO MOMENTO DI GRAZIA

Sono tante le situazioni e i mali che ci fanno soffrire: il lavoro mancante o pesante, la poverta economica e la poverta spirituale, la malattia, la fame, la disgrazia.

Queste sono sofferenze che stanno nelPindividuo e nella natura. II piu delle volte esse accadono senza il concorso consapevole degli altri. Fanno parte della vita di ogni uomo.

Ci sono poi le sofferenze che l'uomo procura alPaltro uomo per superbia e malevolenza, stabilendo l'inimicizia nelle vicendevoli rela-zioni.

I colpi della malevolenza infliggono dolorose lacerazioni alia fra-ternita e provocano stati di acuta sofferenza nella vita associata. Allora l'uomo diventa causa di sofferenza all'uomo, scatenando la furia ostile dei propri vizi e delle proprie passioni, a danno del fratello.

Non parliamo di comportamento tenuto per debolezza, senza catti-va intenzione; parliamo di ostilita voluta, anche se non sempre dichia-rata, intesa a recar danno, morale o fisico, all'altro, a suscitare risenti-mento, a provocare vendetta.

L'uomo diventa diavolo per l'altro uomo quando si mette a pro-porre la propria persona o il proprio gruppo, per accaparrarsi, in defini-tiva, il tornaconto a scapito degli altri.

L'origine di questo scatenato male sta nel peccato, situazione di inimicizia nei confronti di Dio Padre, nella quale l'uomo si colloca di-sobbedendo alia Legge: peccato di origine e peccati che al giorno d'og-gi, nelPindividuo prima, e quindi nella societa, ne prolungano la dispe-razione.

E' la rottura tra l'uomo e Dio che rende estraneo, anzi nemico, l'uomo all'uomo.

Sul filo del pensiero di S. Paolo possiamo affermare che quegli

1

uomini che disprezzano la conoscenza di Dio « Dio li ha abbandonati a uno spirito iniquo, cosi da commettere cio che e indegno ». (Rom 1,28).

Da qui tutti i mali. L'Apostolo infatti, subito dopo, elenca le aberrazioni che ne con-

seguono: « ...colmi come sono d'ogni sorta di ingiustizia, di malvagita, di cupidigia, di malizia; pieni d'invidia, di omicidio, di rivalita, di frodi, di malignita; diffamatori, maldicenti, nemici di Dio, oltraggiosi, superbi, fanfaroni, ingegnosi nel male, ribelli ai genitori, insensati, slea-li, senza cuore, senza misericordia. E pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioe gli autori di tali cose meritano la morte, non solo continuano a farle, ma anche approvano chi le fa ». (Rom 1,29).

L'Anno Santo, col suo programma di rinnovamento e di riconci-liazione (programma sul quale vorremo intrattenerci mensilmente su queste pagine) e un momento prolungato di grazia per tagliare dalla nostra vita la radice di tanto male.

Abbiamo ancora nell'animo l'annunzio gaudioso del Natale di Gesu: Gloria a Dio, pace agli uomini. Gesu e nato per fare la pace degli uomini con Dio e per riconciliare l'uomo con l'uomo, fondando un ordine nuo-vo: Son venuto per portare il lieto annunzio ai poveri. Ecco rinnovo tutte le cose. Ha compiuto la pacificazione degli uomini con Dio sulla cro-ce. La pacificazione delPuomo con l'uomo ha affidato al suo esempio e al suo messaggio di amore e di fraternita, riecheggiato autorevolmente c universalmente dal Papa, come affermazione, anche se non come con-quista: Ogni uomo e mio fratello.

Nella sua predicazione Gesu ha proclamato beati coloro che fanno la pace. E nella vita pubblica ha rivolto di preferenza l'attenzione ai deboli, agli emarginati, ai poveri: essi sono stati riconciliati da Lui, reinseriti nella societa, non solamente con una considerazione di giusti-zia, ma addirittura con una indicazione di privilegio.

Gesu insomma ha predicato e ha operato la pace degli uomini con Dio e degli uomini fra loro.

Anno Santo, momento di grazia: disponiamoci a renderlo anno della nostra riconciliazione con Dio.

D. Romeo Vanzone, d.D.

II pensiero fa la grandezza dell'uomo. Tutta la sua dignita consiste nel pensiero. Cerchiamo dun-que di pensare bene: questo e il principio della morale.

(Biagio Pascal)

2

II giusto fiorira come la palma.

Dio faccia risplendere il suo volto su di te e ti sia

propizio.

Dio rivolga verso di te il suo volto e ti dia la pace.

3

VERGINE FEDELE

La prediletta fra tutte le donne, la Mad re di Dio e della Chiesa, cosi l'abbiamo festeggiata il pri-mo giorno dell'anno, davanti alle manifestazioni degli angeli, alia meraviglia dei pastori e dei magi, « da parte sua, conservava tutte queste cose medi-tandole nel suo cuore ». (Luc. 2,19) .

Meditazione piena di fede nella provvidenza divina, che sa darle profonda gioia anche nel dolo-re. Dio e in Lei!

Chi medita la parola di Dio acquista la forza per sopportare tutto, non si preoccupa delle cose che verranno, ne di che debba dire nelle avversita; si fida di Dio che e fedele.

Maria e esempio fulgido di fedelta. La fiducia posta in Dio non viene meno mai. Dio non ingan-na. La fedelta pero e dimostrata nel mettere in pratica le sue parole.

Don Mario

Madre dei Discepoli

Madre degli orfani

prega per noi.

ORDINAZIONE SACERDOTALE A POTENZA

La festa di S. Giovanni Evangelista, protettore della nostra Fami-glia religiosa, ci ha portato quest'anno tre nuovi sacerdoti. Nella bella chiesa del nostro Istituto di Potenza, i'Arcivescovo, monsignor Aurelio Sorrentino, ha ordinato sacerdoti i giovani: Savino D'Amelio, France­sco Di Corleto, Innocenzo Ragone.

Li possiamo chiamare a ragione sacerdoti dell'Anno Santo e inte-ramente nostri. Delia prima qualifica non occorre alcuna spiegazione, ma della seconda si. Essi sono stati educati nei nostri seminari fin dalla media, ed hanno concluso gli studi di teologia a Roma nella Universita di San Tommaso. La Congregazione, tramite generosi confratelli, ha fatto tutto il possibile per prepararli bene. Essi hanno corrisposto gene-rosamente. Da loro tutti si attendono impegno, testimonianza, dedizio-ne completa alia mente dei Fondatori.

II sacro rito si e svolto alia presenza del Padre Superiore e del Se-gretario Generale, venuti da Roma, di molti Confratelli giunti dagli Isti-tuti vicini, di molti sacerdoti diocesani e di numeroso pubblico. Si no-tavano per la loro commozione i genitori dei tre ordinandi e per il pre-stigio Ton. Emilio Colombo, Ministro del Tesoro, il Presidente della regione, Prof. Vincenzo Verrastro, il Vice Prefetto, Ton. Angelo Sansa, il Prof. Giuseppe Guarino Assessore regionale per l'lstruzione e molti ex alunni.

Dopo la liturgia della parola, prima di iniziare il rito dell'ordina-zione, I'Arcivescovo ha voluto illustrarne il significato e proporre la fi-gura del sacerdote. Dopo aver esposte le numerose definizioni che si dan no in questo tempo del sacerdote, ha affermato che il sacerdote e prima di tutto il testimone della resurrezione del Cristo e quindi l'in-viato a portare al mondo questa buona novella. II sacerdote, ha conti-nuato, e colui che tratta per gli uomini le cose che riguardano Dio. Non

5

e eletto dalla base, ma scelto da Dio per vocazione personale, egli deve continuare I'opera di Gesu: manifestare Dio agli uomini. Ha concluso invitando tutti ad amare il sacerdote, a capirne il travaglio nascosto, a compatirne le debolezze, a pregare per la sua perseveranza.

II sacro rito ha raggiunto il suo culmine quando I'Arcivescovo ha trasmesso con le sue mani il potere sacerdotale ai tre giovani e tutti i numerosi sacerdoti presenti hanno invocato lo Spirito Santo imponendo anch'essi le mani sul capo dei tre neo sacerdoti.

Dopo l'unzione delle mani e la vestizione dei paramenti sacerdo-tali I'Arcivescovo ha consegnato ai tre ordinati la materia del Sacramen­to dell'Eucarestia: il calice con il vino e la patena con il pane. Dopo l'ab-braccio fraterno che I'Arcivescovo ha dato ai novelli presbiteri e che questi hanno portato ai loro genitori ed ai confratelli nel sacerdozio, i novelli sacerdoti hanno concelebrato la loro prima santa Messa con I'Arcivescovo distribunedo poi la Comunione ai loro genitori ed ai nu­merosi fedeli.

Sul volto dei tre giovani si leggeva la profonda commozione e la gioia per aver raggiunta una meta tanto sospirata. La preghiera di tutti i presenti li ha accompagnati durante tutto il rito. E' stata preghiera di ringraziamento a Dio per il dono fatto alia nostra Famiglia, preghiera

POTENZA - Un mom en to del sacro rito.

D. Savino D'Amelio, D. Francesco Di Corleto, D. Innocenzo Ragone con PArcivescovo di Potenza Mons. Aurelio Sorrentino.

di supplica perche il Padrone delle messe mandi molti operai, preghie-ra di speranza per l'avvenire del piccolo gregge dei Discepoli.

Vi e stato anche, dopo il bacio delle mani ai novelli sacerdoti, un rinfresco per tutti i presenti: parenti, amici, sacerdoti e fedeli.

Al pranzo fraterno e gioioso hanno invece partecipato solo i pa­renti piu stretti e qualche invitato. Non ha potuto parteciparvi il Mini-stro Colombo perche chiamato urgentemente a Roma. Vi erano pero oltre alle autorita su nominate, PArcivescovo e oltre duecento convitati.

E' doveroso ringraziare, da questa breve cronaca, il Superiore del-Plstituto: Don Antonio De Lauretis; il Vice: Don Salvatore Jacobellis; le Suore, sempre attente e previdenti a tutto, e in ultimo, non per me-rito, il sempre solerte Giuseppe Perrone, per la loro generosa cortesia.

A conclusione di tutto cio che maggiormente ci e rimasto impresso e stato il caloroso e commosso abbraccio di Don Savino a sua madre; l'afrettuoso e rumoroso bacio del padre di Don Francesco al Superiore Generale, la profonda commozione fino alle lacrime, di Don Innocenzo.

Finite le feste che faranno questi giovani sacerdoti? Essi dovranno evangelizzare i poveri, predicare Gesu crocefisso e risorto, essere testi-moni della carita nella verita.

7

In prima hla i genitori dei nuovi sacerdoti. Tra gli altri sono presenti al rito il ministro Emilio Colombo, il Presidente della Regione Vincenzo Verrastro, l'On. Angelo Sanza.

Tutto questo lo dovranno fare negli Istituti dove i Superiori gia Ji hanno inviati come educatori. II loro lavoro non e poco, ne poco fa-ticoso, ma dovranno anche studiare, portare a compimento i loro studi universitari. Essi sanno bene, per averlo gia esperimentato, quanto deb-bono essere qualificati per andare incontro alle esigenze dei giovani.

Viator

lo temo che i sacerdoti del futuro, nella loro nobile aspirazione di mescolarsi con noi, possano essere tentati di avvicinarsi troppo, perdendo tempo ed energie per cercare di parlare il nostro gergo, di adottare i nostri metodi di agire, le nostre abitudini, le nostre occupa-zioni mondane. Io dico ai miei giovani amici sacerdoti: Cio che noi laici chiediamo a voi e di darci Dio per mezzo del vostro potere esclusivo di assoluzione e consacrazione, che siate costantemente rappresentanti fra noi dell'Eterno, come ambasciatori dell'Assoluto. (J. Guitton)

8

M Lo spirit o del Nat ale — E' uno

spirito meraviglioso. Potete fame tutti l'incomparabile esperienza: procurate di fissare i vostri pen-sieri, forse dispersi fra tante cose, pur belle e care, sul cuore della festa, cioe sul fatto storico ed es-senziale del Natale, che e la na-scita di Gesu, figlio di Dio e figlio di Maria, su questa terra, a Bet-leem: e il fatto piu straordinario e piu lieto, che sia mai capitato, tanto che dobbiamo definirlo un mistero: il mistero della Incarna-zione, che prepara quello della Re-denzione. Si tratta della venuta del Verbo di Dio nella scena del nostra mondo, uomo come noi, con noi, per noi. Vi e di che rima-nere sbalorditi di meraviglia e di gioia.

Anno Santo — Comincia una annata singolare, storica e felice, speriamo, per la pace e per la sal-vezza nostra e del mondo. Non restiamo insensibili, non indiffe-renti; ma aderenti, fervorosi, gio-vani e vivi nello spirito.

Colle Vaticano — L'anno di

di Crista luce alle genfi

D. FRANCO PANETTA, d. D.

Grazia attrarra qui, sulla tomba dell'Apostolo Pietro, le fiumane di pellegrini per entrare attraver-so la Porta Santa, come in un mi-stico accesso alle fonti della gra­zia, della riconciliazione, del per-dono: « Haec porta Domini, iusti intrabunt in ea » (Ps. 117,20). Ma accanto al fatto immediato e incomparabile dell'Anno Santo, vi e una realta di fondo, la Tomba dell'Apostolo, il luogo ove la Pie-tra della Chiesa diede l'estrema e piu alta testimonianza al Cristo, che l'aveva scelto e investito della funzione e del carisma di rappre-sentarlo in terra, e di esserne co­me il prolungamento visibile, per il tramite dei Successori, fino alia consumazione dei tempi. Qui, nei secoli, sono venuti i pellegrini di tutte le genti per venerare il se-polcro di Pietro: senza questa pre-senza spirituale, il Colle Vaticano, pur cosi ricco di memorie archeo-logiche, non sarebbe che un vuoto relitto di epoche passate: non esi-sterebbe questa Basilica, scrigno superbo, reliquiario insuperabile

9

di quel primitivo ricettacolo dei resti mortali dell'Apostolo, con tutta la storia d'arte e di fede die essa racchiude. Di qui si sprigiona Firresistibile fascino, che ha sem-pre esercitato questo « Sancta Sanctorum » e che tuttora ci pren-de ogni volta che ne varchiamo la soglia.

Venite! Si jratelli venite! Noi lanciamo come un grido di richia-mo, questo invito del cuore: Ve­nite! La parola risuona in questa basilica; ma essa e rivolta a tutti i Fedeli, a tutta la Chiesa qua con-vergente dai quattro punti cardi-nali della terra; venite! come « un cuor solo ed un'anima sola » a ce-lebrare insieme il Natale di Cristo ed a compiere insieme il Giubileo del rinnovamento e della riconci-liazione, nel prodigio e nel gaudio di quella unita di fede e di amore, che il Signore ci lascio suo coman-damento e suo retaggio: venite! E ancora non tace la nostra chia-mata. Essa vuole diffondersi verso i lontani, verso gli spiriti vagabon­ds solitari, sfiduciati, verso i cuo-ri chiusi, e perfino verso coloro che si sono resi refrattari alia re-ligione e alia fede: venite! Venite, perche ne avete inconscio deside-rio e assoluto bisogno. Venite. perche il cammino dell'uomo e se-gnato verso la direzione, alia qua­le noi vi chiamiamo; diciamo la

Non si puo amare con armi

grande parola: la meta della vita umana e Dio!

VIII giornata della pace — Fra-telli facciamo la pace! La pace de-ve esser fatta, dev'essere generata e prodotta continuamente; essa ri-sulta da un equilibrio instabile, che solo il movimento puo assi-curare e che e proporzionato alia velocita di esso.

La pace si deve fare, si deve produrre, si deve inventare, si de­ve creare con genio sempre vigi­lante, con volonta sempre nuova e instancabile.

La pace non puo essere ne pas-siva, ne oppressiva: dev'essere inventiva, preventiva, operativa. Solo la pace genera la pace. Biso-gna disarmare gli spiriti, se vo-gliamo impedire efficacemente il ricorso alle armi che colpiscono i corpi. Bisogna dare alia pace cioe agli uomini tutti, le radici spiri­tual! d'una comune forma di pen-sare e di amare. Non basta, scri-ve Agostino, maestro ideatore di una citta nuova, non basta ad as­sociate gli uomini fra loro l'iden-tita della loro natura; occorre in-segnare loro a parlare un medesi-mo linguaggio, cioe a comprender-si, a possedere una comune cultu-ra, a condividere gli stessi senti-menti; altrimenti « l'uomo prefe-rira trovarsi col suo cane, che con un uomo estraneo ». (Paolo VI)

:ensive in pugno. (Paolo VI) .

10

PAROLE DI UNO QUALUNQUE Leggendo certa stampa, di ogni tendenza, non solo laica o anticle-

ricale, sembrerebbe che il Papa, indicendo VAnno Santo, abbia voluto fare un dispetto personale a Roma e ai suoi reggitori.

Un grosso dispetto, perche dall'Anno Santo, secondo i giornali, ne dovrebbe nascere:

intasamento e paralisi del traffico, aumento dello smog, super-affollamento dei mezzi pubblici di trasporto, aumento dei prezzi, con-fusione dei Vigili Urbani, insufjicienza e inefjicienza dei netturbini, guadagni esorbitanti e illeciti degli Istituti religiosi a contro di scarsi guadagni degli esercizi alberghieri, crisi idrica, terremoto ecologico, co-lera, peste, ecc, ecc.

Sorvolando il lato umoristico di queste apocalittiche previsioni, secondo le quali Roma " scoppiera " come se fosse I'ultimo palloncino di Piazza Navona, che cosa si e fatto per ovviare agli inconvenienti pre visti ?

La risposta e: niente, assolutamente niente. Quando Roma dovette ospitare le Olimpiadi, non si ebbe riguar-

do a spendere il denaro pubblico, ne si guardb molto per il sottile dove questo andasse in parte a finire.

Sorsero comunque quell'aborto architettonico che e il " villaggio " e la {per allora) superstrada delle fosse (leggi via olimpica).

Insomma, i romani, veri o di adozione, paventano Varrivo dei "ro-*mei 75" come i loro avi, veri o adottati, paventavano la calata dei Ian-zichenecchi, e altro non fanno che gemere.

•k -k *

Le esagerate preoccupazioni per i problemi materiali e logistici che crea I'Anno Santo, e la quasi generale disattenzione dell'aspetto spi­ritual del medesimo, mi fanno ricordare, chissa perche, le parole scrit-te in una breve guida della Citta di Orvieto, nella quale si illustrava VAccademia Femminile di Educazione Fisica, eretta in luogo di uno storico convento domenicano, abbattuto all'uopo con la maggior parte dell'artistica chiesa.

Cito a senso. Non ricordo le parole esatte, ma il succo era il se-guente:

" La dove prima i monaci mortificavano il corpo con digiuni, pe-nitenze e studio, ora ' con piu nobile finalita ', si esercitano e si svilup-pano armoniosamente i muscoli delle Giovani Italiane... ".

Dal che si vede come: passano gli anni, cambia la bandiera, cam-hia il colore della camicia, ma la mentalita resta sempre la stessa.

IL

* * *

A proposito di camicia. Leggo su "Panorama", n. 453-454, pag. 35: " ...Cera anche il sostituto procuratore, camicia bianca sul solito

abito scuro... ". Io, lo confesso, non sono molto al corrente del linguaggio usato

neU'ambiente mondano, ne dei bizanlinismi copiosamente usati, oggi, per dire esattamente il contrario di quello che si pensa, ma, cost, a lume di naso, mi pare che sia il solito abito scuro che dovrebbe star sopra alia camicia bianca.

Mi posso anche sbagliare, ma in questo caso non era per niente una sciocca macchietta il protagonista di una vecchia canzonetta, che metteva, il protagonista, non la canzonetta, la camicia sul gile e le calze sulle scarpe.

* * *

Mi fanno tanta pena, poverini! Mi fanno pena i signori: Jul Rene Briand Extra (Brinner), Rai-

mondo e Sandra Stock 84 (Mondaini), Paolo Dasch (Ferrari), Paolo e Bice Olio di Semi Vari Oio {Panelli-Valori), Alberto Cynar (Lionello), Ernesto Carciofo (Calindri), Gino Moplen (Bramieri), Ubaldo Bianco Sarti (Lay), Georgia Pasta del Capitano (Moll), Lina Ace (Volonghi), Giorgio Caesar (Albertazzi), Paolo Cambusa (Stoppa), Aroldo Pronto (Fieri), Febo Bic (Conti), Pino Falqui (Scotti).

Se ne ho tralasciato qualcuno, non e che non mi faccia pena, e che me ne sono proprio dimenticato.

Questi signori che, " fra parentesi ", dovrebbero popolare I'O-limpo degli attori, mi fanno pena perche si sono abbassati a riempire caroselli televisivi, radiofonici e stampati.

Le ragioni di una simile capitolazione artistica non possono essere che due:

Prima: il loro mestiere rende cost poco che, per cucire il pranzo con la cena e portare il cibo ai bimbi affamati nella rnisera casetta, sono costretti a mortificare la loro arte al livello dei caroselli.

Seconda: il loro mestiere rende tanto da far gola al fisco, tuttavia, per sfrenata brama di popolarita, si riducono a far cib che dovrebbero lasciar fare a Topo Gigio e a Gat to Silvestro.

Nell'un caso e nell'altro, come sono scivolati in basso! Cost in basso che piu in basso non si pub, e mi fanno tanta penal ...Perb, a pensarci bene, piacerebbe anche a me farmi un po' di

pena... cost. pat

12

INVITO A ROMA PER I/ANNO SANTO

Sono passati dieci anni dalla solenne chiusura del II Concilio Va-ticano e Paolo VI nella notte di Natale nella basilica di San Pietro e passato attraverso la Porta Santa come primo pellegrino penitente del-l'anno giubilare. La cerimonia altamente significativa e stata vista, at­traverso la televisione, da circa mille milioni di fedeli.

Si e aperto cosi in Roma PAnno Santo, l'anno della conversione e della riconciliazione. Nell'omelia della Messa di Mezzanotte il Papa con accenti accorati ha invitato tutti a venire a Roma per lucrare l'in-dulgenza giubilare.

II significato di quest'anno singolare ce lo spiega il Papa: « E' un anno propizio, un momento felice, un momento in cui si misura che cosa vale per noi la religione e che cosa vale per noi la fede, che cosa vale per noi essere cristiani, battezzati, cattolici, domandandoci quale pro-fondita, quale incidenza questa nostra qualifica cristiana abbia nella realta della nostra vita sia nelPattimo che fugge, il momento presente, sia nel corso di questo tempo che ci fa vivere, ci divora e ci porta verso il nostro destino. L'Anno Santo e il momento in cui siamo chiamati a decidere che cosa vogliamo essere, ad autodefinirci, a dire a noi stessi ci6 che siamo ».

Anche il fine primario di quest'Anno Santo ce lo espone il Papa: « Noi ci proponiamo il rinnovamento dell'uomo e la sua riconciliazione con Dio, che avvenga anzitutto a livello di profondita, nel sacrario inte-riore, dove la coscienza e chiamata ad operare la sua conversione o "me-tanoia", mediante la fede e la penitenza e a tendere alia pienezza della carita... Da questa operazione interiore pu6 derivare anche la riconcilia­zione tra gli uomini, come dimensione sociale del nuovo patto di allean-za, che deve abbracciare tutti i settori e i livelli di vita, nei rapporti tra

13

gli individui, le famiglie, i gruppi, le categorie, le nazioni, per divenire, in quanto possibile alia fragilita dell'uomo e alia imperfezione delle isti-tuzioni terrene, fermento di pace e di unita universale. II rinnovamento interiore dell'uomo: ...bisogna rifare Puomo dal di dentro. "E ' cio che il Vangelo chiama conversione, chiama penitenza, chiama metanoia". E' il processo di autorinascita, semplice come atto di lucida e coraggiosa coscienza, e complesso come un lungo tirocinio pedagogico riformatore. E' un momento di grazia che di solito non si ottiene se non a capo chino ».

L'Anno Santo per ogni cristiano si deve esprimere attraverso tre tappe dell'itinerario spirituale: il pellegrinaggio, la penitenza e le in-dulgenze. Sulle indulgenze, sul loro significato, sul modo di acquistarle, ne parleremo in un prossimo articolo. In questo ci soffermeremo sulle prime due tappe.

II pellegrinaggio alle tombe degli apostoli Pietro e Paolo e a quelle dei Martiri ha sempre nei secoli caratterizzato 1'Anno Santo. Tut-ta la storia del popolo eletto e segnata dalla realta del pellegrinaggio, che significa in definitiva rinuncia ai propri progetti per rispondere all'ap-pello di Dio. Basta pensare ad Abramo, a Mose, ai Profeti. Nel Nuovo Testamento poi il pellegrinaggio diventa ancor piu profondo. E' un movimento interiore che si realizza nella coscienza umana; un distac-carsi progressivo dalle creature per avvicinarsi a Dio. II cristiano e un uomo in perenne cammino dietro le orme del Cristo. Nella primitiva storia della Chiesa coloro che venivano a Roma per visitare le tombe de­gli apostoli e rivivere la testimonianza dei Martiri venivano chiamati « romei ». In definitiva il pellegrinaggio nel suo significato simbolico e un richiamo al carattere passeggero della vita presente, un invito a guardare a quella futura, senza pero estraniarsi dalle realta temporali, ma cercando invece di umanizzarle dando loro tutta l'ampiezza e la pro-fondita possibile. E' questo il senso profondo dell'essere « romeo », del venire a Roma per attingere alle sorgenti della fede l'esempio e il corag-gio dei primi cristiani.

La seconda tappa e la penitenza. Non intesa solo come privazione corporale, come stanchezza fisica, ma principalmente come pentimento dei peccati, come conversione e riconciliazione.

La riforma del sacramento della confessione si esprime chiaramen-te nel nome di « sacramento della riconciliazione » e ci da l'esatto senso della penitenza. L'Anno Santo vuole mettere in particolare evidenza il valore della penitenza come sacramento ed anche come virtu, come con­cetto primario ed essenziale della vita cristiana, come superamento del-l'egoismo attraverso la rinuncia e il sacrificio volontario. E' il peccato che deve essere vinto in tutta la sua realta.

14

ROMA - La Basilica di San Pietro.

Venite, perche questa e gia la via dei vostri passi. Venite, perche ne avete inconscio desiderio e assoluto bisogno. Venite, perche il cammino del-l'uomo e segnato verso la direzione, alia quale noi vi chiamiamo: la meta umana e Dio! Venite; e noi vi faremo incontrare o riscoprire quel Dio vivente che non avete mai cessato di cercare.

(Paolo VI)

Oggi il senso del peccato si e oscurato nella coscienza di molti, si dimentica la sua dimensione verticale « offesa a Dio » anche quando se ne percepisce la sua dimensione orizzontale: « oflesa a se stessi o al prossimo ». II cristiano attraverso l'Anno Santo deve rivedere alia radi-ce il suo modo di vivere I'appartenenza alia Chiesa, per aprirsi ad una esperienza di fede che sia autentica percezione comunitaria e generosa solidarieta nei suoi rapporti umani.

15

I milioni di pellegrini che verranno a Roma dovranno anche im-plorare da Dio 1'unita della Chiesa. Dopo il Concilio e questo il proble-ma piu attuale e sentito dall'umanita. Impresa difficile, ma non impos-sibile: vi sono tante parti di contatto con le altre chiese cristiane. Que-sta grande riconciliazione che deriva il suo significato dalla preghiera di Gesu: « Che tutti siano una cosa sola », deve invitarci ad iniziare con una profonda riconciliazione con noi stessi e con gli altri.

Le porte che si sono aperte nelle basiliche romane attendono tutti gli uomini. Una porta aperta e sempre un invito ad entrare. L'invito e per tutti: poveri e ricchi, innocenti e peccatori, non importa il colore della pelle, non importa neppure il passato. E' un invito ad entrare per ritrovarci fratelli davanti all'unico Padre. Chi ha rubato deve restituire, chi ha fatto ingiustizie deve riparare; chi e stato causa di guerra deve diventare causa di pace. Solo allora il passaggio attraverso la Porta Santa sara un passaggio di salvezza, quella che viene solo da Gesu. L'uo-mo moderno lo dimentica spesso e lo ricerca o in se stesso o nelle cose e poi si sorprende in una dolorosa deludente attesa. L'uomo e piu gran­de di se stesso: desidera certamente di piu di quello che si puo dare. Nel suo profondo persiste una speranza insoddisfatta, un interrogativo che aspetta una risposta. II messaggio piu vero del Giubileo e proprio questo: la speranza di un uomo nuovo in un mondo rinnovato.

Veniamo quindi tutti a Roma per « videre Petrum » cercando di intuirne il mistero. E ' sempre il Papa che ce lo indica: « Roma non solo e storia, non solo e arte, non solo e tipo di civilta. Roma e mistero. Lo e perche il destino trascendente della umanita'ha qui la sua chiave, qui il suo segreto ».

Don Mario Chouquer d.D.

GESU' E I FANCIULLI Pubblichiamo un altro scritto giovanile di P. Minozzi. apparso sul foglio a slampa, numero unico intitolato « IN ALTO », cdito in Amatrice, in data 9-10 set-tembre 1906.

Non v'e forse uomo al mondo che non ami i fanciulli; perche ci dicono le prime, innocenti dolcezze della vita, perche son essi come l'umile viola dei campi o come i piccoli delicati bottoncini di rosa, che olezzano divinamente e accarezzano tutto il vostro essere; ma in modo tutto particolare li ha amati Gesu; quest'eterno fanciullo dell'anima,

16

che amava I'innocenza e la purita riflessa nell'umile sguardo soave delle giovani vite. L'Evangelo ci descrive piu volte a piccoli tratti penetran-ti, commoventissimi questa predilezione del maestro e ci fa bene inten-dere che da essa si riconoscerebbero i seguaci suoi piu veri e piu grandi. E difatti nel lungo corso dei secoli, da Giovanni l'Evangelista a Giovanni Battista De La Salle, da Filippo Neri a Giuseppe Calasanzio e un gareg-giare continuo degli apostoli cristiani a favore della gioventu, per cu-rarne l'educazione e prepararne al cielo una generazione di eletti.

v Lasciate, lasciate che i pargoli vengano a me »: disse un giorno il Signore, rimproverando dolcemente gli Apostoli che volevano rimuo-verli da lui; « Lasciateli, perche e di questi il regno di Dio ».

Parola grande e sublime che Cristo voile spiegare ai suoi dicendo che nessuno puo entrare nel regno dei cieli, il quale non si sia fatto pri­ma piccolo come fanciullo, e voleva intendere che non si sia prima umi-liato purificato santificato come il bambino che balza puro e santo dalle acque battesimali.

E un'altra volta, parlando dei suoi bimbi diletti, il Signore, ve-dendo in cuor suo le insidie che si sarebbero tese nei secoli a queste pure speranze della religione e delPumanita e piangendone tristemente, usci in parole terribili contro gli scandalizzatori, i rovinatori della gio­ventu. « E' volonta del Padre mio che sta in cielo — disse Gesu — che neppure uno di questi fanciulli vada perduto: guai adunque a coloro che li scandalizzeranno: sarebbe meglio per essi che si legassero una marina di molino al collo e si gettassero nel piu profondo del mare ». E ancora seguito il Signore, « Chi prende in braccio uno di questi in nome mio e l'educa, gli e come se prendesse me e tutto gli verra com-pensato nel regno dei Cieli ».

Davanti a tante prove d'amore divino come palpita il vostro cuore, o giovani schiere del mio paese? E che dice l'animo vostro, o genitori, davanti al monito solenne di Gesu? Voi vedete quanto s'adoperano i ministri del Signore per educarvi le vostre speranze, alleviarvi le cure assidue, laboriose dell'apostolato familiare; guai dunque a voi, se pur una volta sola doveste scandalizzare coll'esempio o colla parola, dentro o fuori di casa, uno di questi prediletti di Dio: sarebbe meglio per voi esser sommersi nel profondo del mare.

settembre 1906 Minozzi

17

VARIAZIONI DI CRONACA Oggi, 27 dicembre 1974, festa di S. Giovanni apostolo ed evange­

lism, i Discepoli D. Savino D'Amelio, D. Francesco Di Corleto, D. In-nocenzo Ragone, presentati dal Superiore Generale della Famiglia dei Discepoli, sono stati consacrati sacerdoti da Mons. Aurelio Sorrentino, Arcivescovo di Potenza.

Tre alberi di olivo, tre segni di pace ancora tra gli uomini. II Divino Maestro li ha chiamati, li ha eletti, li ha consacrati tra i

Discepoli e li ha mandati. Un giorno sono stati piantati. Hanno hevuto, negli anni, alia Unfa

di formazione Si sono nutriti ed espressi neWhumus della dimora, pro-porzionatamente alia propria forza costitutiva.

Le stagioni e, nelle stagioni, gli agenti, e la perizia dei coltivato-ri sono state tutte cause seconde. Dio li ha cresciuti. Ogni circostanza di luogo, di tempo, di persona concorre al bene di coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il suo disegno.

La loro vitalita religiosa sara verifxata dal popolo di Dio, speri-mentata dalla schiera degli alunni che se ne nutriscono negli istituti. per svilupparsi, a loro volta, in vita cristiana.

Tu sei sacerdote. In eterno. Prescelto da Dio tra gli uomini, il sacerdote e deputato a rappre-

sentarli presso Dio, a trasmettere loro la volonta di Dio e la vita sopran-naturale, mediante la predicazione della parola e Vamministrazione dei sacramenti.

Uomo tra gli uomini. Uomo per gli uomini. Cristo, santita incarnata, si rivesti d'ogni nostra deholezza, speri-

mentando in tut to la natura umana, eccetto che nel peccato. Una spro-porzione del piu al meno.

II sacerdote, costituito nella deholezza e nei limiti della natura umana, e stato investito d'una missione che chiede santita. Una spro-porzione del meno al piu.

Di Cristo, Dio fatto uomo, ci tramortiscono le rivelazioni divine: i miracoli, la trasfigurazione, la resurrezione.

Del sacerdote, uomo elevato fino a Dio, ci sconcertano le manife-stazioni umane: i peccati.

18

Del sacerdote parlano tutti, s'interessano tutti: e Viiomo di tutti. Vogliamolo santo, accettiamolo uomo.

Un sacerdote giovane, molto impegnato tra i giovani, mi confida-va: Ai miei ragazzi dico cost: Jo mi sono fat to prete per Dio e per-cib sto in mezzo a voi e sono per voi. Non ci sto mica per organizzarvi il campionato, per divertirvi col cinema o per tenervi a scuola. Niente escludo che vi giovi. Ma, sopratutto, vi devo parlare di Dio. Guai a me se non ve ne faccio I'annunzio.

II sacerdote e costituito per il bene degli uomini nelle cose che ri-guardano Dio.

Non facciamoci illusioni: se il sacerdote non sa mantenere quella distinzione che e necessaria per essere l'uomo di Dio, il ministro di Cristo, il testi-mone di una vita trascendente e spirituale, diventa a poco a poco il sale insipido, di cui parla Gesu nel Vangelo.

(Paolo VI)

Non mi vergogno del Vangelo. Me lo sai trovare tu un messaggio di elevazione e di salvezza come

il Vangelo? Anzi, un messaggio di liberazione? No. Dico propria no. Gli altri messaggi, piu o meno, ingaglioffiscono. I capi promettono

di progredire e riducono a servire; massificano per seder si sul cumulo. he altre liberazioni incatenano.

Dobbiamo baciare i piedi di coloro che passano annunziando la pace, predicando la bonta. I sacerdoti si abbelliscono del vangelo come la Stella si abhellisce del sole.

he generazioni hanno consunto di baci il piede della statua di bron-zo raffigurante S. Pietro, nella Basilica vaticana. S. Pietro, anche lui, e sacerdote; e per I'annunzio del Vangelo disse: Non possiamo non par­lare. I sacerdoti annunziano Cristo; e affermano che in nessun altro c'e salvezza.

19

Sacerdote buono. Sacerdote cattivo. Che vuoi che ti dica: siamo avvezzi, un po' tutti, a misurare la cattiveria o la bonta del prossitno in relatione al nostro vantaggio.

11 sacerdote viva la sua vita. Sia staccato da me, sia staccato da te. Hon assente. E sia invece di Cristo. Soltanlo allora, quendo sara di Cri-sto, apparterra a me e a te e sara nella nostra vita.

Un uomo a favore degli altn uomini c il sacerdote. Un uomo. Da un vero uomo, armoniosamente promosso e sviluppato nella sua uma-nita, cioe educato a civilta, potra risultare il buon sacerdote.

La vocazione sacerdotale e religiosa e un dono che si conquista giorno per giorno fino alia fase fi­nale, un dono cioe che reclama da parte di chi lo riceve e da parte di coloro in servizio dei quali si sviluppa, uno sforzo continuo di fecondazione, di incremento e di difesa.

(Paolo VI)

La chiamata di Dio prende consistenza e ottiene risposta nella in-timita del singolo: si chiarisce e si concreta nella interiorita. E cost, ne-gli anni, uno si convince che appartiene a Cristo e che deve darsi a Lui nella missione e nella vita della Chiesa. Allora Cristo lo prende.

Fiorello

20

Tota pulchra es Maria! Con questo bel canto abbiamo iniziato la novena dell'Immacolata nel rae-se di dicembre.

E' stato Don Antonio, nostro P. Spirituale, a proporci alcune conversazioni e riflessioni mariane, trasfondendo nel nostro animo il profumo soave della purezza verginale di Maria. Questa virtu, non e affatto sorpassata, anche se oggi licenzoiso e di-ventato il comportamento di tanti giovani.

A Maria, che conosce i disegni di Dio sopra di noi, abbiamo affidato la nostra Vocazione, affin-che ciascuno di noi segua la via che Dio ha prepa-rato per lui.

0 discepolini cari, preghiamo sempre la Ver-gine Maria, affinche diriga i nostri passi nelle vie di Dio, e faccia risuonare nell'intimo del nostro cuore quella voce e quella certezza di essere dei « chia-mati », dimodoche ogni dubbio sia dissipato e noi possiamo con animo tranquillo dare maggior glo­ria a Dio.

Lieta ricorrenza e stata la Prima Comunione di tre discepolini, il giorno della festa della Madonna.

1 ragazzi erano stati precedentemente prepa-rati da Don Antonio che da 15 anni si compiace, con vibrante e ardente entusiasmo, di portare « i pccoli » a Gesu.

La Messa e stata celebrata da D. Mario Chou-quer, la cui figura di Sacerdote certamente rimarra nel cuore di coloro che per la prima volta hanno ri-cevuto il Corpo e il Sangue di Cristo.

I canti sono stati curati dai due Novizi Mi-chele Corbo e Aldo Di Girolamo, che quest'anno hanno iniziato, sotto la guida del P. Maestro D. Vir-ginio, un itinerario spirituale per conoscere meglio il panorama della vita religiosa, a diretto contatto

21

non con i libri di scuola, ma con i tesori di dottrina e di pieta, disseminati nella vasta mole delle opere dei Padri della Chiesa, del nostro Fondatore e spe-cialmente nel Santo Vangelo.

II loro cammino e percio stesso un cammino di preghiera, di silenzio, di sacrificio: ed e tutta una ardente testimonianza della perenne e continua vi­tality della Chiesa e della Famiglia Religiosa dei Discepoli.

OFENA - Tre Di-scepolini in attesa d'incontrare Cristo per la prima volta.

Novizi e Novelli Sacerdoti, questi giovani die rifuggono dai vani e leggeri piaceri mondani, eser-citano su di noi discepolini un fascino e uno sti-molo per una risposta piu generosa, da parte nostra, alia chiamata di Dio.

Ed e proprio questa riflessione che ci porta a formulare a tutti i discepolini di Orvieto, ai nostri compagni di terza media, ai due teologi di Roma, Giura e Perriello, l'augurio che il 1975 possa rav-vivare, nelPanimo nostro e di tutti i Discepoli, la gioia rimasta nel cuore per aver visto nel '74 il No-viziato aprirsi di nuovo e per aver goduto durante l'anno, in maniera semplice e commovente, della consacrazione di cinque Novelli Sacerdoti Disce­poli: giovani che hanno scoperto meravigliosamen-te Dio e hanno accettato di rappresentarlo tra gli uomini.

VITA VITA VITA AI DISCEPOLI E AI NOVELLI SACERDOTI! (II Cronista di turno)

Dicembre ha aperto le porte alia Vergine Im-macolata, biancovestita, ammantata d'azzurro. Ogni Discepolino, spinto d'amore, ha voluto dire parole di Lei. Meditazione mattutina, predica serale, sono state dettate, durante la solenne Novena, dai Di-scepolini, i quali, in precedenza, in un simpatico dibattito, avevano scelto liberamente il tema. In-teressanti davvero gli argomenti, tutti attinti dalla vita reale d'ogni giorno. C'e stato chi ha levato alto il grido, chi, invece, in tono pacato, qualche volta interrotto da comprensibile emozione, ha recitato la sua brava concione. I pensieri non sono mancati, anche d'una certa profondita, ma chi pon mano ad elli? Lasciamo che la Vergine Maria compia l'opera col dissodare il terreno dei cuori giovani. Incre-menti Ella dal Cielo i pensieri di rettitudine, faccia fiorire i propositi, maturi le speranze.

II tempo forte dell'Avvento e stato caratte-rizzato dalla presenza, oltre che della Vergine Ma-dre, di Isaia, il Profeta messianico, e dell'intrepida figura del piu grande dei figli nati da donna, Gio­vanni il Battista, precorritore dei tempi maturi, voce arcana pulsante d'amore per la giustizia, per il mutamento delle coscienze, ardente di speranza.

Si sciolse nostalgico il canto della tradizionale Novena del Natale « Regem venturum Dominum venite adoremus ! » Le grandi antifone, cantate in canto gregoriano, tratteggiarono, con accenti pro-fetici, la persona del nascituro Messia.

Giorno 12 il Papa, durante il solenne Conci-storo, ha nominato Mons. Decio Lucio Grandoni, finora titolare di Atella, Vescovo di Orvieto e di Todi. Mons. Alipio Terigi Ruina, Vicario Generale della Diocesi, ne dava il lieto annuncio, dichiaran-dosi sicuro che Orvieto « fedele alle sue gloriose tradizioni, continuera il cammino della salvezza nel-la luce che irradia dalla Celeste Patrona, la Ver­gine Assunta, e nell'ardore eucaristico che proma-na dal Sacro Corporale ». Mons. Decio Lucio Gran­doni, nuovo Vescovo di Orvieto, e nato a Todi, il 17 aprile del 1928. Fu ordinato Sacerdote il 22 ottobre del 1950; eletto Vescovo titolare di Atella

23

ed ausiliare del Vescovo di Foligno il 12 luglio 1972. La sua consacrazione episcopale avveniva il 9 settembre 1972. Mons. Grandoni nel suo pri-mo saluto alia Chiesa orvietana disse tra Paltro: « Noi, benche molti, siamo un corpo solo (I Cor. X, 17) — e il mio motto episcopale: vogliamo es-sere una cosa sola, per testimoniare a fondo, tutti insieme, I'amore di Dio ». Dopo I'Epifania avverra il suo ingresso ufficiale nella citta di Orvieto. La Famiglia dei Discepolini saluta con gioia il nuovo Pastore ed off re preghiere ed obbedienza.

Nei giorni precedenti il Natale ci siamo dati al lavoro del Presepe: organizzati in gruppo, im-provisammo pastori, pecorelle, angioletti, pozzi, car-rettini, Maria, Giuseppe ed il Bambino, tutti nati da plastilina. Sotto le nostre dita presero sembianti ora dolci, ora severi, l tradizionali personaggi. Sera della vigilia giunse, come e tradizione, il nostro Pa­dre Generale per trascorrere la notte Santa con noi. Dopo la familiarissima cena, ebbe luogo una ric-ca tombolata, presieduta da Don Romeo. La for-tuna arrise in modo sfacciato a Verrecchia. A mez-zanotte, mentre il Pontefice apriva la Porta Santa, ascoltammo la S. Messa presieduta dal P. Supe-riore. Una larga schiera di amici, come ogni anno, ha preso parte al sacro rito. I nostri canti furono tutti per Gesu Bambino, per PEmmanuele, l'Ami-co fedele dei nostri giovani anni.

Ed eccoci alio sprint finale di questo mese. Siamo convinti che il Natale si debba passare nella famiglia di adozione, famiglia di cui vogliamo esse-re, domani, i veri figli, ma, ... e si diciamolo pure, mai, come in questi giorni, prendevano consisten-za le care immagini dei nostri parenti. I numerosi treni che sentivamo sfrecciare, rumorosi lungo le rotaie, accrescevano la nostra nostalgia. Vi fu, pero, ancora una battuta d'arresto... c'era da pagare un tributo d'affetto a Don Francesco, Don Innocenzo, Don Savino che, nel giorno di S. Giovanni Evangeli-sta, venivano ordinati Sacerdoti, a Potenza. Si parti « valde mane » giorno di S. Stefano, compagna im-portuna una nebbia fittissima. Chi col treno, chi

con la nostra jep, una specie di pulmino, raggiunse PIstituto Principe di Piemonte. Don Manfredi, pa-ziente pastore, spesso di... pecore matte (si fa per dire!) ci guido e diresse.

Altri parlera della grande giornata vissuta in terra di Basilicata; possiamo solo dire questo: la Famiglia dei Discepoli palpito tutta d'una lieta spe-ranza. Era presente al sacro rito il Ministro Emilio Colombo, fedelissimo amico dei Discepoli.

Noi abbiamo fatto del nostro meglio offrendo il canto del nostro affetto alle tre giovani vite, sali-te alia ribalta per testimoniare la perennita dell'u-mile Famiglia, operante nell'Italia nostra, la quale, pur tormentata dalle vicissitudini della storia, e sempre maestra di spirito.

II 28 potemmo riabbracciare i nostri cari, al morire del vecchio anno, improvvisamente flagel-lato dal freddo, dalla neve da una tramontana im-pazzita, scatenatasi quasi a spazzar via le umane mi-serie d'un '74 per tanti versi non molto felice, ma di cui dobbiamo sempre rendere grazie a Dio. Me-liora venient!

Maurizio

Bisogna tener ben presente che nella forma-zione sacerdotale vi sono norme che restano, nella loro sostanza, immutabili nei secoli, e domani come oggi conserveranno tutto il loro valore, perche sca-turiscono dalla natura stessa dell'ordine sacro.

(Paolo VI)

• • • 25

DALLE CASE NDSTRE

AMATRICE Istituto maschile "P . G. Minozzi,,

II primo trimestre del nuovo an­no scolastico ha avuto queste no­te ricordevoli.

D. Francesco Di Corleto ha so­stituito nella mansione di Viceret-tore D. Michele Celiberti, trasfe-rito a S. Martino delle Scale; D. Tommaso Molinaro ha sostituito D. Mario Natalini, partito in set-tembre missionario in Tanzania.

In ottobre, praticamente dopo la festa del 50° di vita religiosa della Superiora, e stato fatto il trasloco della cucina, del refetto-rio, del guardaroba e del reparto delle Suore nel Padiglione cen-trale: cosi i due grandi padiglioni, flancheggianti la Chiesa, fino a po-chi anni fa animati da una Comu-nita di piu di 300 ragazzi, ora so­no uno concesso in affitto per la Scuola Media e il Liceo Scienti-fico e l'altro vuoto completamen-te, in attesa di essere vivificato dalle Colonie estive dell'ENEL.

II refettorio del padiglione cen-trale, ripulito, e tomato nuovo e funzionale come un tempo; cosi la cucina, la dispensa e il reparto delle Suore: per la comunita for-temente diminuita, di fronte a quella degli anni passati, ma corri-spondente alle esigenze dei tempi (una settantina di ragazzi), ci si trova piu in agio nel padiglione

centrale e c'e tanto posto ancora... // 20 novembre, finalmente, so­

no terminati i lavori di rifacimen-to del tetto della Chiesa: se sono stati fatti non con il rivestimento di plastica, come era nel progetto, ma con i « coppi », per l'urgenza della stagione inclemente, sono stati eseguiti bene lo stesso, gra-zie (e doveroso riconoscerlo) alia direzione e alia fatica personale, tenace e sacrifkata, di D. Berardi-no. La grande bella Chiesa, tanto sfortunata, per la mancanza di cu-ra da parte dei costruttori, ha or-mai un tetto decente, con frangi-neve e grondaie, che possa ripa-rarla nella stagione invernale a-matriciana, che non scherza...

La vita spirituale della Comu­nita giovanile ha vibrato partico-larmente per la festa dellTmma-colata, preparata con la Novena e culminata nella partecipazione ge-nerale alia S. Comunione nella messa della festa e nel solenne pranzo di famiglia.

II Vice due volte ha lasciato la cura dei ragazzi, il 1° novembre, per andare a Ofena, a ricevere il Diaconato e il 16 dicembre, per andare a Cassano Murge, in pre-parazione alia sua ordinazione sa-cerdotale, fissata per il 27 dicem­bre a Potenza.

E I'Astro? Gia, non si puo non parlarne, pensando ad Amatrice e i ragazzi nostri, qui, comincia-no a fremerne dall'inizio dell'an-no scolastico.

26

L'Astro, dunque (lo credere-ste?) e diventato anch'esso ecu-menico, cioe e diventato (diciamo, ha tentato di diventare) amatri-ciano. Ecco i fatti.

II 23 novembre, il Consiglio della Casa redasse un nuovo Sta-tuto, i cui punti salienti sono que-sti: 1) « L'Astro e un'Associazio-ne che svolge attivita culturali e ricreative per la gioventu amatri-ciana, per promuoverne la forma-zione cristiana e civile ». Percio « ASTRO » potrebbe signiflca-re « Organizzazione Amatriciana Sportiva - Turistica - Ricreativa »; 2) Membri sono tutti i ragazzi do-po gli 8 anni compiuti, col con-senso scritto dei genitori; 3) Gli Organi dell'ASTRO sono YAs-semblea dei Soci, il Consiglio Su­perior e (formato dal Direttore dellTstituto, da uno dei genitori dei soci e da uno dei soci, il Consi­glio Direttivo, formato dal Presi-dente e dai 4 Consiglieri, eletti dai soci, da un Consigliere di di-ritto del Collegio, da un adulto del paese.

Questo Statuto fu approvato dalFAssemblea dei Soci, adunata il 24 novembre su invito specia-le. Qualche giorno dopo, furono

formate le liste (una per classe) e cominco la campagna elettorale. Cosa nuova e simpatica e stata la introduzione di un premio per i migliori manifesti, che, disegnati a mano su tela, sono stati esposti nel corridoio dell'ex-tipografia. II 15 dicembre, le elezioni, con piu o meno lo stesso cerimoniale di sempre. Purtroppo, se nell'Assem-blea dei Soci furono presenti una trentina di giovani amatriciani, minore e stato il numero dei par-tecioanti alle altre manifestazioni.

II risultato delle elezioni e sta­to questo: Presidente: Polletti Pietropaolo (Professionale - un ve-terano dell'Istituto), 38 voti; Consiglieri: Carratelli Franco (Profess.), 34 voti; Alfonsi Gio­vanni (III m.), 31 voti, Cocci Al­berto (IV Liceo), 31 voti; Rocchi Daniele (Profess.), 28 voti.

A sera, nel Teatro, festa in ono-re degli eletti, con canti diretti e accompagnati con la fisarmonica dal Vice, con una farsa, preparata con attori del Professionale dal Maestro Sabatino Gianfranco e con comparse comiche del napo-letano Raffaele Piccirillo. Non re-sta che la parola, col bel tempo, delle competizioni. T. M.

II giorno 6 dicembre 1974 e serenamente spirata, ritornando alia Casa del Signore,

OVIDI Giulia ved. DE ANDREIS di anni 80, madre amatissima del nostra caro ex-alunno Giuseppe De Andreis.

Da queste pagine porgiamo all'amico Giuseppe sentite condoglian-ze; sincere anche se tardive, perche la triste notizia ci e giunta quando il numero precedente del Bollettino era gia in corso di stampa.

27

SANTA RUFINA Scuola materna

P. G. Minozzi,, i t

Nella nostra Scuola Materna e stato festeggiato il 25° di religio-ne della Superiora Suor Tarsilla Barile.

Si e dato inizio nel pomerig-gio con la celebrazione della San­ta Messa. Ha celebrato il Padre Alberto Cruciani di S. Mauro in Rieti. Hanno cantato i Novizi.

La nostra cappellina, ornata di

profumati fiori e di piante rigo-gliose, sembrava veramente una oasi di pace.

Sono intervenute le mamme dei nostri cari bambini e tante altre persone.

Della bellissima omelia del Pa­dre celebrante ci ha colpito molto la frase:

« Le persone religiose sono i grandi martiri della societa; sono i grandi parafulmini per il bene della societa; che si salvino e sal-vino il mondo intero! ».

In fine e stato offerto un otti-mo rinfresco e tutti sono rimasti soddisfatti. (***)

SANTA RUFINA - La splendida fiorita di bimbi.

28

Cassino - Istituto "Figli d'ltalia,. Per l'assistente Franco Labrio-

la, l'esito degli esami si e verifica-to come avevamo auspicato, lau-reandosi, con merito, con 110/ 110. Rallegramenti vivissimi ed auguri ad maiora.

Con la Novena e soprattutto con la festa della Vergine Santa, i nostri giovani hanno esaltato con sentita devozione la Immacolata Regina di ogni bellezza e fiore di bonta, che non solo eleva ed ispira la sana intelligenza, ma spinge alia virtu con la sua protezione mater-na i dilettissimi nostri giovani.

Con la Novena del Santo Na-tale, la Comunita tra pii canti e preghiere si e preparata alia cele-brazione della venuta in terra del Verbo di Dio, nel quale risplen-de in piena luce il mistero della nostra Redenzione, per cui abbia-mo implorato la ineffabile gioia cantata dagli Angeli, per tutti gli uomini disposti a vivere nella gra-zia celeste.

NelPatrio delle Scuole e stato realizzato da Don Vincenzo, con artistiche statue foggiate ex-novo da Costanzo, Castellana e Rea, una originale grotta presepiale, ispi-rante spontaneo desiderio perche integra e genuina risplenda fra tut­ti la luce della nostra fede cri-stiana.

Per lo sport, il campionato di foot-ball ha avuto una clamorosa affermazione, con la folgorante vit-

toria dei nostri giocatori contro la squadra calcistica di Coreno.

II torneo di tennis da tavolo e stato vinto da Belmonte non se-condo a nessuno negli studi pres-so il locale Liceo Artistico.

II Padre Superiore e venuto va-rie volte a farci visita, risultando Cassino una Casa di agevole in-contro nelle sue Apostoliche pere-grinazioni.

II Direttore si e assentato nelle feste natalizie per un periodo di riposo, onde ristabilirsi al com-pleto e riprendere cosl la sua mis-sione di educatore, con lo zelo e la competenza che lo hanno sempre distinto, come di gran cuore gli auguriamo tutti di Comunita.

Con la piu viva esultanza dello spirito abbiamo assistito per tele-visione all'apertura della Porta Santa per l'inizio dell'Anno Giu-bilare, che speriamo davvero sia anno di ripresa spirituale nel mon-do, agitato finora da tante prove ed angustie, causate da orgoglio e spietato egoismo.

A Capodanno abbiamo lieta-mente celebrato anche Panniver-sario di Prima Messa del padre e-conomo Don Livio, sebbene lui sia cosi alieno da ogni manifestazione di festa personale. Ma, naturale, siamo stati noi ad averlo voluto.

Con i molti auguri natalizi, fra i quali particolarmente graditi quelli degli ex alunni, ultimi Di-plomati, Fede, Lombard!, Maria-ni, Pieragostini, Rocca Antonino, abbiamo ricevuto utilissimi doni dalla ditta C.M.C. di Cassino, dal-

29

LA SVEGLIA N O T I Z I A R I O DELLA A S S O C I A Z I O N E E X - A L U N N I

A cure di REMU DI Gl ANN ANTONIO

ANNO CHE VA, ANNO CHE VIENE II 1974 si e licenziato mestamente dileguandosi in un grigiore di

tempo che ha coperto le ultime sue vergogne. Non e stato un anno bello, ove si tolga il dono che Dio ci ha dato di viverlo interamente.

Nota dominante su tutto l'arco dei dodici mesi e la crisi: econo-mica, religiosa, sociale, politica.

L'aumento del petrolio, adoperato come arma ricattatoria e intimi-datoria. ha sconvolto l'economia mondiale in generale e, piu particolar-mente, quella europea e italiana; le continue e sempre piu tollerate ma-nifestazioni di ribellione, di indisciplina, di intolleranza e di indipen-denza in campo religioso (preti del dissenso, del 7 novembre, del « no », progressisti, impegnati) hanno tan to disorientato i fedeli, che riesce dif­ficile, se non impossibile, sapere oggi cos'e male e cos'e bene; seque-stri, rapine, scippi, truffe pubbliche e private, uccisioni, violenze, hanno creato nella societa uno stato di insicurezza, di paura, di sfiducia e di sospetto tali da far temere sulla efficienza e, addirittura, sulla sopravvi-venza delle istituzioni; Passoluta mancanza di coerenza nella conduzio-ne politica del Paese e le poco edificanti polemiche che dilaniano i par-titi ai quali ci siamo affidati, hanno fatto perdere ogni residua credibi­lity nei programmi e negli uomini incaricati di realizzarli.

Come se cio non bastasse, dobbiamo considerare che nel nostro Paese si sta ancora svolgendo una guerra. Non conosco ancora, mentre scrivo, le statistiche degli incidenti relativi al 1974, anche perche non euro questo genere di studio; ma se si pensa che nel 1973 morirono in incidenti stradali oltre tredicimila persone e che il 1974 non pud essere considerate piu fortunato, consegue che lo spaventoso bilancio annuale puo essere solo paragonato ai danni di una guerra in pieno svolgimento.

la Banca del Cassinate e dal no­stro Dott. D'Agostino.

A tutti il nostro grazie vivissi-mo con i voti piu ardenti e sinceri di ogni bene per il nuovo Anno.

Intanto, abbiamo ripreso alacre-mente le lezioni scolastiche, nella

speranza di conservare costante il buon ritmo per tutto il trimestre volgente, in modo da far tesoro del tempo cosi prezioso per la mi-gliore educazione dei nostri caris-simi ragazzi.

/. d'a.

50

Inflne, per quanto riguarda l'Opera, il 1974 s'e portato via Padre Tito.

Ma la speranza, come la fede e la carita, ancora ci sostiene, nono-stante le calamita che nel prossimo passato ci hanno colpito sia collet-tivamente che individualmente. Per questo noi ci attendiamo un futu-ro migliore, del quale gia avvertiamo i segni nei fermenti che affiorano dall'atteggiamento di larga parte della societa, spiccatamente dei gio-vani, da una presa di coscienza di doveri e di valori da riscoprire, indi-spensabili alia salvezza di una societa malata e di una mentalita deviata nella ricerca di cio che vale.

Questo ci auguriamo, per il bene comune. A tutti, auguriamo la pace interiore, indispensabile presupposto

per assicurare, ad ogni livello, una piu tranquilla esistenza.

Remo Di Giannantonio

LANGOLO DELLASSISTENTE L'augurio di buon anno, quest'anno, dovrebbe proprio essere

esplosivo per riuscire a dissipare la cortina fumogena di pessimi­sm o eretta, attorno all'uomo, dalle varie crisi, morale, sociale, po­litic;!, economica, ecologica, ecc, che, in fase acuta come si trovano, formano la CRISI a tutte lettere maiuscole.

Tuttavia, a non essere troppo superficiali, ci si puo accorgere abbastanza facilmente che e l'uomo, a un tempo fautore e vittima di questa crisi.

Ciononostante tutti, con l'anno nuovo, si attendono dalla vita qualcosa di nuovo e qualcosa di meglio.

Pero pochi si danno da fare per creare le condizioni adatte affinche questo nuovo e questo meglio possano trovare dove posarsi.

« Non si mette vino nuovo in otri vecchi ». E' il Vangelo che lo riferisce. E' Cristo che lo ha detto. Dedichiamoci quindi a rinnovare noi stessi. Questo, 1'Anno Santo, e il tempo piu adatto. Un po' piu buoni, un po' meno ingenerosi, un po' meno egoi-

sti, un po' piu caritatevoli... Un pochino di piu... un pochino di meno... Non richiedera grande sforzo, ma richiedera serio impegno,

e allora il buon anno verra. « II buon anno Dio lo da a chi lo merita. A chi non lo merita ne Dio ne gli uomini possono darlo », diceva Padre Semeria.

Don Egisto

i\

SOGGIORNO A MONTEROSSO

PERMANENTE — Per persone anziane auto-sufficienti, sole o coniugi desiderose di pace e di quiete.

TEMPORANEO — Per giovani, comitive, gruppi, convegni di studio o di svago, riunioni di comunita, etc.

Trattasi di un complesso di 5 edifici, circon-dati da un vasto parco, collegati, nella stagione bal-neare, con un'ampia spiaggia riservata.

II complesso ha una disponibilita ricettiva di 200-250 posti, in camere da 1 - 2 o piu letti.

Inoltre dispone di ampi locali destinati a ser-vizi vari: mensa, saloni per attivita ricreative con attrezzature di giochi vari per ragazzi, palestra co­per ta con attrezzi sportivi, ampie terrazze che si prestano a cure elioterapiche, spazi alPaperto con impianti di illuminazione per il gioco del pallone, sale per proiezione, TV, riunioni varie.

Gli edifici sono provvisti di servizi e attrezza­ture di cucina, impianto di riscaldamento centraliz-zato, telefono per collegamento interno fra i vari piani e i vari edifici e per l'esterno, ascensori, ser­vizi igienici in ogni piano, docce.

Le ottime condizioni climatiche della zona e la stessa esposizione dell'Istituto si prestano partico-larmente a cure elioterapiche e, comunque, a sog-giorni di vacanza, favoriti sia dalla quiete del vasto parco e dalla spiaggia riservata, sia dalla possibilita di raggiungere, via mare o via terra, le altre incan-tevoli localita delle Cinque Terre e del Golfo del Tigullio e della Spezia: Rapallo, S. Margherita, Por-tofino, Portovenere, Lerici, ecc.

Per ulteriori informazioni rivolgersi alia Dire-zione dell'Istituto: Istituto « P. Semeria » - 19016 Monterosso al Mare (SP) - Tel. 0187 - 817514.

32

AMMIMSTRAZIONE DELLE POSH E DEI TELE6RAFI

Servizio dei Conti Corr. Postali

CERTIFICATO Dl ALLIBRAMENTO Versamento di L.

eseguito da

residente in

sul clc N. 1 / 9 0 1 9 inlestalo a:

Opera Nazionale per il Mezz. d'llalia Via dei Pianellari, 7 • ROMA

Add* (1) 19

Bollo lineare dell'L'ificio accettante

Bollo e data

dell'ufficio

accettante

del bollettario ch. 9

AMMINISTRAZIONE DELLE POSTE E DEI TELEGRAFI Servizio dei Cont i Corrent i Postali

BOLLETTINO per un versamento di Lire

l i re :

(in cifre)

(in lettere)

eseguito da

residente in

sul clc N. 1 1 9 0 1 9 intestato a:

OPERA NAZIONALE PER IL MEZZ. D'lTALIA - Via dei Pianellari, 7 - ROMA nell'Ufficio dei conti correnti di ROMA.

Firrni del reranle Addi (1) 19

r Bollo lineare dell'Ufficio accettante

'Spaiio rieervato all'ufficio dei conti

Mod. ch. 8

(Ediiione 1947).

AMMINISTRAZIONE DELLE POSTE E DEI TELEGRAFI

Servizio dei Conti Corr. Postali

RICEVUTA di un versamento

di L . (in cifre) J

Lire (in lettere)

eseguito da

sul clc N. 1 / 9 0 1 9 intestato a:

Opera Nazionale per il Mezz. d'llalia , Via dei Pianellari. 7 • ROMA

Addi (1)

Bollo lineare dell'Ufficio

19

accettante

Bollo e data

dell'ufficio

accettante

Carteliino nnmerato del bollettario di accettaxione

L'Ufficiale di Poata L'Ufficiale di Poata

Bollo e data

dell'ufficio

accettante

5

s. s c a -s

CD La data dev' essere quella del giorno in cui si ef fet tua il versamento,

Abbonamento alia Rivista « EVANGELIZARE >»

ordinario L.

sostenitore L.

d'amicizia L.

2.000

3.000

10.000

Indirizzo

Parte riservata all'Ufficio dei conti correnti.

S. dell'operazione.

Dopo la presente ooe-razione il credito del conto e di L. :iij:i;;;;;;;;;;{;;;;;;;;;;;;:

II Contabile

AVVERTENZE II versamento in conto corrente e il mezzo piu semplice e

piu economico per effettuare rimesse di danaro a favore di chi abbia un c/c postale.

Chiunque, anche se non e correntista, puo effettuare versa-menti a favore di un correntista. Presso ogni ufficio postale esiste un elenco generale dei correntisti, die pud essere con-sultato dal pubblico.

Per eseguire un versamento il versante deve compilare in tutte le sue parti, a macchina o a mano purche con inchiostro, il presente bollettino (indicando con chiarezza il numero e l'intestazione del conto ricevente qualora gia non vi siano impressi a stampa) e presentarlo all'ufficio postale, insieme con l'importo del versamento stesso.

Sulle varie parti del bollettino dovra essere chiaramente indicata, a cura del versante, l'effettiva data in cui awiene 1'operazione.

Non sono ammessi bollettini recanti cancellature, abrasioni o correzioni.

I bollettini di versamento sono di regola spediti, gia predi-sposti, dai correntisti stessi ai propri corrispondenti; ma possono anche essere forniti dagli uffici postali a chi li richieda per fare versamenti immediati.

A tergo dei certificati di allibramento i versanti possono scrivere brevi comunicazioni all'indirizzo dei correntisti desti-natari, cui i certificati anzidetti sono spcditi, a cura delTufficio conti correnti rispettivo.

L'UfEcio postale deve restituire al versante, quale ricevuta dell'effettuato versamento, l'ultima parte del presente modulo, debitamente completata e firmata.

ALMANACCO II semplice e grazioso ALMANACCO da ta-

volo 1975, dell'Opera Nazionale per il Mezzogior-no d'ltalia e gia stato inviato agli Amici fedeli.

Chi non I'avesse ricevuto o, comunque, desi-dera riceverlo, puo fame richiesta a:

Opera Nazionale per il Mezzogiorno d'ltalia Ufficio di propaganda - Via Caccianino, 19 20131 MILANO - Tel. 02 - 295002

Lire 200