Facciamo Il Pelo e Contropelo a Destro e Pesce Su La Morte Di Gesù
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Dedicato a chi ama la logica
nella difesa della Fede.
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ANTONIO DAL MUTO
349-35.80.890
Accenni biografici
Romano di nascita ha vissuto ad Ariccia.
Da tempo, vive e lavora a Cesena.
E maestro dArte Pittura e Disegno
diplomatosi presso l Istituto Statale
dArte di Marino; possiede la qualifica di
Architetto Interior Designer; ha
frequentato la Facolt di Architettura a
Firenze; Critico dArte;
Con questa opera si chiude la trilogia del Pelo e Contropelo che
lautore ha dedicato alle opere di Augias-Pesce Inchiesta su Ges;
allopera di Augias Inchiesta su Maria e infine allopera di Destro-
Pesce La Morte di Ges. Indagine su un mistero
Una iniziativa fatta solo per ristabilire la logica in un ambito, quello
della fede in Cristo, in cui i Vangeli (quelli riconosciuti da Madre
Chiesa), gli Atti e le Lettere, che ci trasmettono questa fede, sono
gli unici documenti che abbiamo e che si possono accettare in toto o
respingere in toto. Non esistono le mezze misure come vorrebbero
farci credere gli autori su nominati
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Prefazione dellautore
E stato scoperto, da qualche anno, un filone letterario che assicura, a
quanto pare, un bell introito economico ai vari autori che si cimentano con
esso: mi riferisco al filone religioso. Questo argomento sembra trovare
riscontro tra i lettori in quanto, credo, si sente sempre pi, in un epoca di
incertezze come la nostra, il bisogno di trovare risposte in valori che
vanno oltre la materialit delle cose che ci circondano. E anche vero che
molto spesso, in termini generali, largomentazione religiosa, spesso
ammantata di mistero, di segreti non rivelati, romanzati, viene
affrontata, soprattutto quella che affronta lambito cristiano, con una
gentile quanto affabile vis polemica che vorrebbe far intendere come la
Verit di fondo, in realt, sia stata nascosta volutamente per eludere la
realt legata a Ges che, una volta disvelata, mostra come tutto sia
differente da quanto racconta e insegna il magistero della Chiesa di Roma.
E il caso dello scrittore Dan Brown, di Corrado Augias e Mauro Pesce e
ora di questultimo con la moglie Adriana Destro.
Lopera in esame, alla quale faremo il pelo e il contropelo, La morte
di Ges, indagine su un mistero. Inutile nasconderlo, come avevo
intuito, sin dallintroduzione si inizia a sentir odore di bruciato e non
intendo quello infernale, ma quello della, a mio parere, reinterpretazione
gratuita poich, nellaffrontare un argomento importante per la fede
cristiana, la morte di Ges nello specifico, si usano i Tre Vangeli
Sinottici, e quello di Giovanni, quelli riconosciuti dalla Chiesa di Roma, da
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un paio di millenni (dal II secolo d.C per lesattezza) circa, riconosce
essere i soli autentici e autorizzati a parlare di Ges, si usano, dicevo, in
maniera cos arzigogolata per sfornare ipotesi che di fatto, negano la
resurrezione di Ges, ammettendo che questa sia una fantasia resasi
necessaria . E il solito sporco gioco: si confida sullignoranza in materia
del lettore per propinare di tutto e di pi.
Chi legge argomenti del genere deve sempre tenere a mente una cosa
fondamentale: i soli Vangeli che possono essere presi a riferimento per
affrontare argomenti su Ges sono quelli che indica la Madre Chiesa
di Roma e non gli apocrifi, che dalla Chiesa sono considerati poco pi
di una letteratura depoca non utile alle necessit della Salvezza
intesa in senso cristiano; laffermazione che si fa a pag 11, quindi, e
cio: Ges parlava aramaico ma le sue parole sono giunte a noi in una
lingua diversa; per afferrarne il significato dobbiamo immergerci nella
storia e negli ambienti in cui sono nati. appare fuorviante per due
ragioni 1) Matteo per esempio scrisse in aramaico il suo Vangelo per i
cristiani provenienti dal Giudaismo e solo in seguito fu tradotto in greco.
E la traduzione in lingua greca venne fatta per i giudei che da tempo
mancavano dalla patria perch dispersi e che potevano comprendere solo
il greco; 2) laffermazione un controsenso anche per il fatto che si nega
validit alla traduzione, come se chi, traducendo in greco i primi scritti,
quelli originali e andati persi, avesse inventato qualcosa di nuovo.
Un ultima osservazione: il giorno 14 giugno, sul quotidiano la Stampa
apparve una considerazione scritta da Enzo Bianchi, priore della
Comunit cristiana di Bose, sullopera in questione che, leggendola, mi
trasmise la certezza che questa opera fosse coerente con il credo
cristiano, per come ne parl. Ma leggendo di questa sua riflessione tratta
dal sito http://www.monasterodibose.it/ 20 luglio 2014 riflessione sul
Vangelo di ENZO BIANCHI Il Signore non fa di ogni erba un
fascio: vede e giudica che la zizzania zizzania e che il grano buon
grano, e lo stesso devono fare i credenti in lui. Ma il giudizio
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appartiene a Dio. mi d da pensare che Bianchi non abbia letto il libro;
che lo abbia sfogliato senza entrare nella lettura profondamente o che
addirittura gli abbiano raccontato a grandi linee il contenuto, poich non
posso credere che possa aver condiviso la tesi di un Ges morto e sepolto
in cui la sua resurrezione fu una invenzione resasi , rielaborazione, resasi
necessaria per giustificare la missione terrena non di un maestro, di un
Rabbi, ma di un leader che fall il suo progetto a causa di una morte
inaspettata!!
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Iniziamo il nostro pelo e contropelo
Capitolo I
Dopo una breve escursione storica, da parte degli autori, sul tempo di
Ges e lazione esercitata dai Romani sulla terra di Davide, nel paragrafo
2, pag 17 leggiamo: Ges era un ragazzo allora. Non sappiamo quale
sia stato linflusso di queste vicende sulle sue decisioni future. Ci
che riguarda pi la sua esistenza, il suo atteggiamento verso il popolo,
sono le condizioni di vita e le difficolt causate dallavvento dei
Romani. Ebbene, chi ha letto il Vangelo, uno dei Vangeli noti ai Cristiano-
Cattolici, sapr benissimo che mai Ges ha affrontato la condizione
economica dei suoi conterranei, anzi nota la frase Rendete dunque a
Cesare quel che di Cesare e a Dio quel che di Dio Mt 22,21, che
evidenzia il suo distacco dalle questioni economiche, ribadito anche dalla
frase Il mio Regno non di questo mondo Gv 18 33-37. Senza
contare che la Palestina sotto lamministrazione romana conobbe maggior
benessere, grazie anche alle strade costruite dai Romani lungo le quali il
commercio pot viaggiare speditamente da una citt allaltra; le condizioni
che preoccuparono Ges non dipendevano quindi dalla presenza
dellegemonia romana sui territori, ma dalle condizioni morali del popolo,
del suo popolo. Se continuiamo a leggere, il periodo seguente appare non
aver alcun legame con le affermazioni precedenti: luso di infatti,
appare contorto e contraddittorio, Anzi, la citata attivit urbanistica di
Erode cosa pu indicare se non un periodo di grande benessere? Tanto pi
se si sottolinea che le difficolt causate dallavvento dei Romani. si
finisce per rendere non chiaro quanto poi si scrive a pag 18 Ges
incontrava direttamente non i Romani, ma coloro che esercitavano il
potere al loro posto. Sinceramente c un po di confusione che nulla
ha a che fare con la figura del Cristo !!
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Con il paragrafo 3 gli autori ci fanno sorridere; per le affermazioni che i
due iniziano, con disinvoltura, a fare. Leggiamo a pag 18 quanto segue: A
un certo punto (Ges N.d.R) fu accolto da Giovanni il Battezzatore tra
i suoi seguaci. Poi decise di annunciare la volont di Dio al suo popolo.
Quello che non sappiamo come si convinse delle sue idee. Carissimi
autori, ma ci avete preso per imbecilli? Voi volete parlare di Ges e non
tenete conto di quello che i Vangeli descrivono? Nel vangelo di Luca 3
15-16.21-22 ecco cosa leggiamo: In quel tempo, poich il popolo era
in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se
non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: Io vi
battezzo con acqua; ma viene colui che pi forte di me, a cui non
sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzer in Spirito
Santo e fuoco. Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e
Ges, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si
apr e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come
una colomba, e venne una voce dal cielo: Tu sei il Figlio mio, lamato:
in te ho posto il mio compiacimento.
Ora ditemi voi se a riguardo Giovanni il Battezzatore si possa usare
lespressione fu accolto da Giovanni il Battezzatore tra i suoi
seguaci ? Se Giovanni riconosce che Ges maggiore di lui, forse
Giovanni al massimo avrebbe potuto chiedere Signore accoglimi tra i tuoi
discepoli e non viceversa. Ma non lo fece, perch Giovanni sapeva che la
sua missione era da considerarsi ormai conclusa con laffermazione che
Dio Padre fece durante il battesimo. Caro Pesce, e consorte, noi non
siamo pesci che abboccano allamo della vostra stravagante
interpretazione: Ges Cristo ci noto solo dai Vangeli che madre Chiesa
ci indica e quindi la fantasia che state usando per fare le vostre
affermazioni offende la vostra reputazione di studiosi, ma se poi
insistete con questa metodologia, chiedendovi: Quello che non sappiamo
come si convinse delle sue idee- quando lo stesso Vangelo di Luca
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che ci indica al Capitolo 4 quello che successo nel deserto per i famosi
quaranta giorni allora date di voi una forte rilevanza negativa in tema di
analisi esegetica. O voi fate come Augias che trae dai Vangeli solo
quello che gli appare pi congruo ad appoggiare o giustificare il
proprio parere?
Andiamo avanti.
Non si capisce perch gli autori tengano a sottolineare la presenza dei
Romani in Palestina. Possiamo sospettare che essi vogliano dare a Ges il
ruolo di rivoluzionario che intende combattere contro gli odiati Romani,
usurpatori delle libert date da Jahweh? Se cos fosse, e lo scopriremo
strada facendo, saremmo davanti allennesima mistificazione. Ges non
odiava: a tutti nota la frase Ama il prossimo tuo come te stesso per
capire che se ad un regno egli pensava, questo non poteva essere che il
Regno della Concordia e della Pace. Ma leggiamo cosa scrivono i due a pag
19: Ges visse per tutta la vita sotto il dominio dei Romani. Li
incroci forse durante le sue peregrinazioni nella Terra di Israele, poi
li incontr faccia a faccia quando lo catturarono e lo uccisero in tutta
fretta. Appare scritto in fretta questo paragrafo, poich non
assolutamente certo che Ges fosse stato catturato da un manipolo di
soldati romani; molto probabilmente erano le guardie del Sinedrio
mandate dal Sommo sacerdote, assieme ad una folla tumultuante e armata
di spade e di bastoni. Affermo questo perch, come si legge nel vangelo
di Matteo cap 26 al paragrafo 57 Or quelli che avevano Ges, lo
condussero dal Sommo sacerdote Caifa se fossero stati i Romani ad
arrestarlo non lo avrebbero portato da Caifa, ma sarebbe stato condotto
davanti, al cospetto del Prefetto o Governatore, Ponzio Pilato. I Romani
riconoscevano una sola autorit a cui ubbidire: Roma. Ma al di l della mia
ipotesi di certo che nulla certo su chi arrest Ges e quindi gli autori
non possono fare questa affermazione li incontr faccia a faccia
quando lo catturarono . Ora mi chiedo e vi chiedo: se tali affermazioni
risultano un prodotto della faciloneria interpretativa, come si pu dare
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credito a quello che si dir? E vedremo andando avanti la stoffa delle
ulteriori affermazioni.
La disamina che segue si svolge abbastanza coerente con quanto sappiamo
dai vangeli anche se il motore di ricerca sembra avere il carburatore un
po sporco e quindi scoppietta un po. La nota n9 a pag 20 richiama
ancora una volta i vangeli apocrifi come materiale idoneo per capire la
figura di Cristo, citando altri autori come E. Norelli il quale un fautore,
assieme a Pesce, ad Augias, degli studi sul Ges storico che nulla ha a
che fare con il Ges Cristo, il Messia, colui che venuto per redimere
lumanit attraverso la fede in Lui, il continuatore del Messaggio di
Salvezza iniziato con Abramo . E questo fatto importante perch
mette in evidenza la frattura che si vuole creare attorno alla figura di
Ges-Messia per ridurlo alla stregua di un qualsiasi personaggio storico,
sebbene importante, ma definitivamente morto e sepolto. E a questo
tentativo, per altro intriso di supposizioni e teorie, che va interpretato il
passo seguente in cui si citano i nomignoli dati a Ges per cercare di
inquadrarlo in ambito della Storia delle Religioni o delle Scienze Sociali. Il
procedimento, diremmo materialista per inquadrare Ges probabilmente
spinge gli autori a riportare allattenzione una affermazione fatta da altri
autori: pag 21: Dopo la morte, secondo le antiche leggende, viene
divinizzato A quali leggende si riferiscono gli autori a cui Pesce-Destro?
Forse le profezie contenute nel Vecchio Testamento sono leggende? Io
conosco solo i Vangeli, quelli riconosciuti da Madre Chiesa, perfettamente
coerenti con il proseguo del messaggio della Salvezza iniziato con il
Vecchio Testamento; altre leggende non ne conosco. Quindi i Vangeli
sono un luogo di leggenda? Ecco un tentativo corposo della volont di
smontare la fede in Cristo. Lo sforzo degli autori per costruire il profilo
del Ges storico, non si comprende, perch debba passare attraverso la
distruzione del Ges della Fede o escatologico; sembrerebbe che
lobiettivo sia non tanto di dimostrare levento storico di Ges, impossibile
perch non ci sono, per cos dire, documenti laici, certificati, opere che ne
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parlano in maniera laica, ma soprattutto in maniera estensiva, quanto per
lo sforzo di dimostrare che il Ges della fede uninvenzione. E per
dimostrare il Ges storico gli autori cosa fanno? Usano materiale ritenuto
frutto di invenzione.
Lattenzione che gli autori mettono sulla leadership di Ges pag 22 -
appare contaminata dalle moderne concezioni che si ritrovano nella
sociologia e nellantropologia sociale, finalizzate a fare di Ges un uomo,
fallito infine, con intenzioni di destabilizzare la societ per costruirla
nuova: Il mio regno non di questo mondo, non dimentichiamo questa
affermazione che Ges fece a Pilato, se il mio regno fosse di questo
mondo i miei servitori avrebbero combattuto perch io non fossi
consegnato ai Giudei Gv 18, 36. Risulta inutile quindi affermare che
egli fosse un rivoluzionario pronto a sollevare le masse contro i Romani;
quale occasione migliore per rivendicare questo obiettivo trovandosi
davanti a Pilato? Ma noi sappiamo che Ges venne a ricondurre il popolo
dIsraele alla casa del Padre. Lepisodio della cacciata dei mercanti dal
Tempio testimonia il suo zelo: Non forse scritto: La casa mia sar
chiamata casa di preghiera da tutte le genti? Voi ne avete fatto una
caverna di briganti! Mc 11,15, zelo che riconduce al rispetto del vero
culto a Jahweh, corrotto dal secolarismo indotto da una classe
sacerdotale allontanatasi dalla scienza di Dio: Avete nascosto la chiave
della vera scienza: voi non ci siete entrati e non avete lasciato
entrare quelli che avrebbero voluto Lc 11. E quale era la Chiave della
scienza di Dio? Quella chiave era ed Ges Cristo, il Logos, la Parola.
Ges non rivendic alcuna strategia politica sovversiva, ma il ripristino
della legalit salvifica. La cacciata dei cambiavalute e dei venditori di
colombe dal Tempio tuttavia contraddice laffermazione degli autori,
Destro e Pesce, quando a pag 25 scrivono: La religiosit ( espressa da
Ges N.d.R. ) non legata a luoghi specifici Ges, infatti afferm la
centralit del Tempio, quello di Gerusalemme, nella societ del tempo, che
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poi verr rapportato al Tempio-Corpo: ogni uomo tempio di Dio, ma il
popolo ha il suo tempio, simbolo di pietra che va rispettato come il corpo.
La visione di riscatto, il sogno di popolo libero dai Romani era un tema
presente, cos lattesa del Messia liberatore, e che aveva suscitato anche
dei rivoluzionari ma che, con armi alla mano, avevano tentato di liberarsi
del potere romano secondo i soliti schemi della ribellione violenta. Ma
furono episodi legati pi alla delinquenza locale che ad un disegno
religioso, altrimenti ci sarebbero stati inevitabilmente elementi della
classe sacerdotale nella veste di sobillatori. Ma nulla di tutto ci emerge
dalle fonti storiche. Barabba fu uno di questi, probabilmente legato al
gruppo degli Zeloti noti, presso i Romani, come sicarii o latrones e che
miravano a liberarsi degli occupanti. Ironia della sorte: Yeshua Barabba
( nome che ritroviamo nel Vangelo di Matteo nella sua lingua originale) o
Barabba fu contrapposto a Yeshua ben Yosef Nazarani o
semplicemente Ges, ma se ci pensiamo bene il nome italianizzato di
Barabba deriva, salvo considerare un errore di trascrittura, da Bar-
Abb che significa Figlio del padre e Yeshua-Ges significa Salvatore.
Detto questo, Pilato, pur volendo liberare Yeshua ben Yosef Nazarani=
Salvatore fu costretto dalla folla a liberare Yeshua Barabba=Salvatore
il figlio del padre al posto di Salvatore (Ges)? C una correlazione
tra questi nomi che va oltre il fatto? Chiss!
Comunque sia, Pilato volle indicare Ges come Re dei Giudei e una simile
definizione poteva venire solo dallaver intuito il legame esistente tra
Ges e il popolo giudaico, legame legato alla religione, poich nessunaltra
situazione emerse tale da poter far esprimere a Pilato un giudizio
politico, anche perch il Re dei Giudei cera ed era Erode, ed avrebbe
potuto anche compromettere la sua posizione nei confronti di Roma,
dellimperatore Tiberio. E forse la compromise.
E giusto quello che affermano i due autori che Ges non incit mai a
ribellarsi allegemonia romana, allordine costituito, ma anche vero, e qui
st la ragione di questa sottomissione allautorit, invitava a convertirsi
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per entrare a far parte di quel Regno di Dio che sarebbe stato instaurato.
Era, e noi lo sappiamo, un insegnamento spirituale, lo sempre stato fin
dalle sue prime battute: il Tempio era il corpo delluomo, di ogni uomo,
e sarebbe stato nel tempio-corpo che il Regno di Dio si sarebbe
manifestato. Ma questo era un insegnamento nuovo - sebbene fosse il
proseguo del messaggio della Salvezza iniziatosi con Abramo - messaggio
espresso anche in parabole al fine di rendere comprensibile il
meccanismo, ma necessitava di ulteriori approfondimenti, cosa che non
era possibile. La classe sacerdotale aveva nascosto la chiave della
scienza e la conoscenza sullavvento del Messia, per liberare il popolo di
Dio, aveva assunto risvolti materialistici. Da qui il fraintendimento che
port molti discepoli alla delusione dopo la crocifissione di Ges, ma anche
alla formazione, parallelamente, di gruppi di rivoltosi, come quello di
Barabba, lomicida.
Il paragrafo 7 a pag 28, dimostra la materializzazione del messaggio
di Salvezza che prese piede tra i Giudei, la classe colta dei Giudei che
affidava al calcolo matematico lavvento del Regno di Dio. Ma Ges si
espresse chiaramente in tal senso, Marco 13, 32-33 e Matteo 24,36
Circa poi quel giorno e quell'ora, nessuno sa nulla, neanche gli angeli
in cielo, n il Figlio, fuorch il Padre E questo vale anche per i tanti
messaggi che affollano la religiosit del nostro tempo, in cui sembra che
molti veggenti sappiamo tutto. Noi siamo chiamati a credere alle parole di
Ges, se cos non fosse, allora sarebbe lecito dubitare di altre cose.
Quindi i conticini fatti dai colti Giudei, scribi o farisei o sacerdoti erano,
furono, cose senza senso, perch prive della scienza esatta, quella
richiamata da Ges, ma influenzarono molto il popolo. Cos gli scritti di
Qumran che parlano della restaurazione del Regno di Dio, salvo dare in
chiave spirituale, cristiana, la giusta interpretazione.
Ma va aggiunto un altro aspetto legato al linguaggio. Il libro o rotolo che
gli autori citano, il 4Q246 cita testuali parole: Dio gli verr (al Figlio di
Dio N.d.R.) in aiuto facendo la guerra per lui: metter i popoli in suo
potere e li getter davanti a lui il regno sar eterno tutti
abbandoneranno la spada tutti faranno la pace. Il linguaggio usato
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qui, ma anche in molte parabole dette da Ges, come battaglia, spada,
fuoco, le stelle che cadranno dal cielo e per non parlare delle immagini
che sono nel Libro dellApocalisse di Giovanni, sono riferimenti simbolici
propri del linguaggio contemporaneo a chi li espresse. La spada, per esempio, era il mezzo per uccidere, ma anche per riportare giustizia
attraverso la battaglia; il fuoco serviva per purificare come nei sacrifici fatti dai sacerdoti nel tempio di Gerusalemme ecc Ma in chiave moderna
con cosa potrebbero essere sostituiti? La parola locomotiva sostitu il
cavallo di ferro degli indiani di America e la parola fucile sostitu la
parola bastone che sputa fuoco degli stessi, ma noi, con il nostro
linguaggio, con cosa potremmo sostituire le parole spada battaglia fuoco ecc.?
Nel paragrafo 8 pag 30, i nostri autori, nello sforzo di dar carne al
Ges storico, snaturalizzano il Ges dei Vangeli, della fede, senza aver in
possesso documenti laici che comprovino le loro affermazioni, per dar
corpo ad unimmagine che appartiene ad un altro Ges, non violento, ma
che assimilabile ad un leader politico. Scrivono i due: Ges non era un
teologo con lo scopo principale di ideare teorie, divulgarle e farle
conoscere agli altri teologi. Era un uomo di azione che voleva
cambiare la vita delle persone, la realt concreta dei contadini e degli
abitanti dei villaggi Cosa c da aggiungere a questa mostruosit,
antistorica e soprattutto non scientifica dal punto di vista antropologico,
poich, e lo ripeto, non esiste letteratura laica su Ges, ma solo quella
religiosa. Perch quindi i due autori non prendono in esame le parabole del
regno di Dio come quella del contadino che trova un tesoro nel suo campo,
vende tutto e si va a godere questo tesoro? Queste parole non sono in
evidente antitesi con la pretesa intenzione svelata dai due autori, sulla
volont di Ges a far cambiare vita ai contadini? Senza sottolineare che in
una societ violenta come quella di allora, il consigliare di porgere laltra
guancia Lc 29, o consigliare di perdonare non sette ma settanta volte
sette Mt 18, 21, come poteva cambiare la vita, dal punto di vista
economico e sociale, degli abitanti dei villaggi? Ma i due autori, non
prendendo in esame queste frasi, come possono inventarsi un diverso
ruolo su Ges? E una pura invenzione infatti!!
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Lo sforzo di creare ab novo una figura storica, che si adatti al figlio del falegname, Ges, da dove pu nascere se non dal fascino che questa figura
esercita su tutti, ma anche vero che il fascino che esercita nasce dal
ruolo che i vangeli hanno dato a Ges, quindi perch inventarsi cose che
non troveranno mai riscontro per mancanza, ripeto, di documenti laici?
Dal mio punto di vista ritengo che questo sforzo, per una ragione o per
unaltra, abbia come scopo ultimo il negare che Cristo si Dio fatto uomo,
ed tipico di scienza e scienziati negare ci che loro non possono vedere
o riprodurre in laboratorio; manca loro la fede, quella che ha smosso
personaggi altrettanto famosi, noti ma anche non noti, e che noi definiamo
santi.
In questo panorama, infarcito dai tanti tentativi di far passare Ges,
bench abbia lasciato tracce importanti nella storia delluomo, come un
uomo morto e sepolto, cosa possiamo fare se non fare il pelo e contropelo a questi saccenti, al pari di Dario Fo, che con le sue affabulazioni, spesso e coattamente legate o alla religione o al sesso,
trasforma i vangeli in episodi carnevaleschi, conditi con un linguaggio
fantamedioevale creato per suscitare solo ilarit.
Con il paragrafo 2, pag 34, i due autori si cimentano sulle dinamiche di
gruppo come se la cosa fosse di qualche importanza per dimostrare che
Ges poteva contare sul gruppo ristretto degli apostoli per raggiungere
una platea maggiore ed eterogenea di Giudei, al punto da affermare a pag
35 quanto segue, e con presunzione, secondo me: Egli sarebbe stato
molto pi isolato e meno efficace senza la presenza di compagni
solidali sotto la sua guida Praticamente si vuole insinuare che il ruolo
di Ges, se avesse predicato da solo, avrebbe corso il serio rischio di
passare inosservato o, per lo meno, non avrebbe raggiunto gli obiettivi che
Ges stesso si prefigurava: egli cont sulla forza del gruppo. Questo,
nellottica laicista, significa far passare Ges come personaggio non
autosufficiente. Era cos? Fu cos? Ma se Giovanni Battista che viveva nel
deserto e che non compiva gesti eclatanti, come le guarigioni, la
liberazione degli ossessi ecc. con la sua sola predicazione era riuscito a
metter su un cospicuo numero di seguaci!!! I discepoli pi vicini o apostoli,
furono tali solo per creare, dopo la morte e resurrezione, ripeto RE-SUR-
RE-ZIO-NE, le condizioni della continuit del messaggio di Cristo;
-
costoro, condividendo con Ges le difficolt giornaliere della
predicazione, della preghiera, furono destinati a raccontare di Lui, della
sua speranza di Salvezza nel migliore dei modi, perch lo conobbero da
vicino, perch vissero con Lui i tre anni pi impegnativi e formativi della
loro vita. Se non consideriamo questo a che serve parlare di dinamiche di
gruppo?
Non si capisce nemmeno lanalisi sulla differenza delle tipologie sociali
dei discepoli che fanno gli autori. Ges parl alla gente e per questo
chiam a s la gente, di qualsiasi estrazione sociale: cerano i poveri, i
ricchi borghesi, i militari e personaggi del Sinedrio; egli parlava al
cuore delle persone e non parlava certo di economia o di politica, ma
parlando al cuore incontrava i bisogni, quelli pi intimi che essi avevano,
che noi tutti continuiamo, nonostante siano passati duemila anni, abbiamo,
quindi chiedersi: Che tipo di persone erano non ha senso. Erano
persone che incontrarono la speranza, che attendevano con speranza il
messaggio della Salvezza, il bisogno di trovare il linguaggio del cuore e
non pi quello della pietra su cui furono scritte le leggi mosaiche. E da
questo punto di vista le persone non sono cambiate: ieri come oggi. Cos
sar in futuro.
Nel vangelo di Matteo, Mt1,21-28 leggiamo In quel tempo, Ges, entrato di sabato nella sinagoga, (a Cafrnao) insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorit, e non come gli scribi. E in queste parole c anche la risposta all affermazione prima citata: Egli sarebbe stato molto pi
isolato e meno efficace senza la presenza di compagni solidali sotto la
sua guida Lautorit con cui insegnava e predicava era la sua forza,
poich le sue parole non erano frutto di frasi stereotipate che spesso
ascoltiamo anche nelle messe domenicali, ma erano dirette ai bisogni che
erano nei cuori della gente e per questo profondamente efficaci. Erano le
parole di chi poteva dire: Io e il Padre siamo una sola cosa. Gv 10,30. Tanto pi che nel proseguo della lettura del Vangelo citato (Mt1,21-28)
leggiamo Che mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorit. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono! La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea. Ges avrebbe potuto fare a meno di avere il codazzo, ma se scelse i
-
Dodici lo fece per costruire la struttura primitiva della sua Chiesa dopo la sua morte e resurrezione, ripeto RE-SUR-RE-ZIO-NE. E questo
vale come risposta anche per coloro che affermano che Ges non aveva
alcuna intenzione di fondare la Chiesa. Dal momento che si crea una
comunit in suo nome ecco che la Chiesa bella che formata. Anche
perch Chiesa deriva da Ecclesia che significa comunit. E Ges con i
Dodici, per tre anni cosa fu se non una Ecclesia o Comunit? Lorganizzazione come le vicende storiche sono ben altra cosa e la storia
testimone di come le cose sono destinate a cambiare, ma la Chiesa, intesa
come comunit di fratelli in Cristo, rimarr in eterno perch il corpo di
Cristo sulla terra. Come ci riferisce e chiarisce San Paolo in Col 1,18
Paragrafo 3 pag 38
Voler sapere chi fosse Ges dal punto di vista storico un esercizio
destinato a fallire, ma se vogliamo sapere, conoscere, chi fosse il Ges
che storicamente si mosse sulla terra dei Giudei troviamo la risposta nel
Vangelo di Matteo, Mt16,15-16 Voi chi dite che io sia? Rispose
Simon Pietro: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente Ecco chi
Ges: luomo nuovo, colui che in perfetta unione con il Padre e che solo in
questa condizione potr dire, disse: Io sono la Via, la Vita, la Verit Gv 14,6. Nessun uomo, figlio di uomo, potr mai dire Io sono la Verit, al massimo potrebbe azzardare a dire Io ho la Verit. Ma la risposta
che leggiamo in Matteo non interessa ai due studiosi, poich tutto ci che
legato al messaggio di Salvezza, alla fede, alla trascendenza spirituale
sembra non interessare e quindi, non entra nel merito dellanalisi.
Il loro lavoro consiste nello scarnificare Ges lasciandogli solo qualche
lacerto storico, ma NEMMENO TANTO VISTO LE IPOTESI CHE
FARANNO NEL CAP 10 A PAG 244. Ma cosa rimane di Ges? Talmente
poco da non poterne definire nemmeno la sua vita storica. Ma si insiste
nel percorrere una strada che porta al nulla.
A pag 38 si tratta della costituzione dei Dodici, gli apostoli, coloro che
saranno chiamati a giudicare le dodici trib dIsraele. Gli autori scrivono:
... possiamo affermare che ci fu un cambiamento nella sua ( di Ges
N.d.R.) consapevolezza Perbacco!!! Gli autori possono, sono in grado
-
di affermare... . Ora mi par di cogliere uno dei tanti elementi di
contraddizione che si incontrano nelle loro affermazioni, poich dapprima
danno limpressione concreta di non tenere conto, totalmente, dei Vangeli,
ma poi prendono come sostanziale le parole contenute nella cosiddetta
fonte Q ( dove Q probabilmente deriva dal tedesco Quelle (pron.
Kvelle) che significa fonte, sorgente N.d.R.) Ebbene, laffermazione
valida solo perch viene da un antico papiro? E perch quello che nei
vangeli non pare valido? Per affermare, forse, come si fa a pag 39 :
Ges era, quindi, convinto che il regno di Dio fosse imminente e
perci fosse urgente prepararsi ai compiti e alle funzioni che avrebbe
richiesto.? Capite il marchingegno intellettuale dei due? I Vangeli non
sono fonti attendibili, ma la fonte Q lo !! E come possono affermare
questo? Se avessero preso in esame i Vangeli o San Paolo, avrebbero
letto che il Regno di Dio, come Ges stesso riferisce, sarebbe venuto
solo dopo che cataclismi, guerre e terremoti avrebbero preannunciato la
fine del mondo e linizio del nuovo mondo. San Paolo ci lasci scritto in
1Cor 15,20-28 Ora, invece, Cristo risuscitato dai morti, primizia
di coloro che sono morti. poi sar la fine, quando egli consegner il
regno a Dio Padre, dopo aver ridotto al nulla ogni principato e ogni
potest e potenza. E quando tutto gli sar stato sottomesso,
anche lui, il Figlio, sar sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni
cosa, perch Dio sia tutto in tutti. Il Regno di Dio, come espressione
corale, escatologica e collettiva, , sar, quindi latto finale in cui lHomo Sapiens Sapiens , lessere umano avr riconquistato la sua natura spirituale. Quindi, molto semplicemente, se San Paolo che minore di
Cristo ha affermato tali cose, come si pu dire che Ges era convinto
che il Regno di Dio fosse imminente? Tanto pi che San Paolo ebbe la
pienezza della scienza di Dio attraverso la manifestazione di Cristo sulla
via di Damasco, senza mediazioni, ma direttamente.
A tal proposito voglio ricordare, per sottolineare come Cristo pu dare,
rivelare direttamente alluomo la Verit e la Scienza di Dio, ci che
accadde a San Tommaso dAquino, lautore della Summa Teologica. Due
anni prima di morire, cosa che avvenne nellanno 1274, Tommaso si trovava
a Parigi, dove insegnava Teologia e Filosofia, ebbene, improvvisamente
smise di lavorare, di scrivere. A chi viveva attorno a lui e lo incitava a
-
riprendere il suo lavoro, ad uscire dalla sua chiusura totale, egli
rispondeva: Mi sono state rivelate tante e tali cose, che tutto ci
che io ho scritto non rappresenta nemmeno la pi pallida idea! Dio
fece dono a Tommaso di una visione totale delle cose che lui aveva
immaginato, intuito per tutta una vita a proposito del regno dei cieli,
della sua struttura, facendogli conoscere in anticipo quello che avrebbe
visto dopo la sua dipartita terrena. Quindi Dio pu tutto. ( a meno che non
diagnosticare anche per Tommaso lepilessia, come stato ipotizzato per
Paolo a proposito della visione avuta sulla via di Damasco nellopera
Inchiesta su Ges di Augias-Pesce, nella quale leggiamo testuali parole:
personalmente soggetto ad avere visioni, come quella celeberrima
sulla via di Damasco ( a proposito della quale si parlato di un
possibile attacco epilettico) e ancora: Si potrebbe facilmente
obiettare,ed stato fatto, che la Maddalena era talmente presa o
innamorata di Ges che crede di vederlo in quel giardino, in una di
quelle che sono state definite visioni isteriche o allucinazioni
Quindi, dire che Ges era convinto che il Regno di Dio fosse
imminente rappresenta una tale contraddizione, a mio parere, che
offende lintelligenza e soprattutto smaschera lincedere di una analisi
molto distorta e parziale, tale da far sospettare che lobiettivo ultimo sia,
in realt, il demolire il vero ruolo di Ges Cristo, anche in vista di queste
parole, gi citate in Mc13, 32-33 e in Mt24,36:
Circa poi quel giorno e quell'ora, nessuno sa nulla, neanche gli angeli
in cielo, n il Figlio, fuorch il Padre. Ma andiamo avanti nella nostra
disamina.
Perch la scelta di dodici apostoli? La missione di Ges fu quella di
continuare il messaggio di Salvezza iniziato con Abramo. La presenza delle
Dodici trib dIsraele rappresenta la limitazione dellattenzione di Dio
riservata solo agli Israeliti. Ora possiamo anche fare mille ipotesi, e ce ne
sono gi, sul valore o significato del numero Dodici, e chiederci perch non tredici o quattordici, comunque sia, coerentemente , con questa
ottica divina, che Ges istitu i Dodici, ma questa volta non in una visione
-
limitata ad Israele, ma al mondo intero. Leggiamo in Mc3,15 e anche
per mandarli a predicare. Non pi il Dodici sar legato al nome della trib, ma e sar legato alla funzione evangelizzatrice. Ges nuovo
fondatore dellultimo atto del messaggio della Salvezza.
Fare il pelo e contropelo sinceramente appare pi faticoso che scrivere,
poich ogni parola che si legge ti invita a riflettere e a rispondere in modo
adeguato. A pag 40 si legge: Ges prega per avere da Dio un segno su
quello che deve accadere. Non si sa cosa gli sia stato rivelato,
sembra che non lo abbia mai comunicato a nessuno, ma alla fine della
preghiera convinto che i tempi del giudizio finale di Dio sullumanit
siano vicini.
Queste parole scritte dai due autori mi spingono a sottolineare che:
1) Ges si avvicina al Padre con la preghiera per condividere le proprie
intenzioni e non per ricevere un segno come un pagano qualsiasi.
Ricordate cosa disse prima di resuscitare Lazzaro? Gv 1,41-42 .
Ges allora alz gli occhi al cielo e disse Padre, ti ringrazio
perch mi hai ascoltato. Io sapevo che sempre mi dai ascolto,
ma lho detto per la gente che mi sta attorno, perch credano
che tu mi hai mandato. Ges nel Padre e da lui e in lui egli si
riconosce nella comunione di pensiero; non ha bisogno di cogliere
segni come fanno i pagani o i superstiziosi;
2) Leggiamo inoltre: non si sa cosa gli sia stato rivelato Ma
carissimi autori, siete degli studiosi laici o siete studiosi credenti,
cristiani? Laffermare che ci sia stata un rivelazione presuppone
che voi crediate che Dio esiste e che parla gli uomini. Allora? Che
operazione state facendo? Se la frase contiene un qualcosa di
ironico perch non avete virgolettato rivelato ? In questa
maniera dimostrate di avere della confusione in merito al Ges che
state analizzando!! Ma c di pi. Se non si sa cosa gli sia stato
rivelato, come fate voi a sapere che qualcosa gli stato rivelato?
Bah!!
3) sembra che non lo abbia mai comunicato a nessuno.. Altra
affermazione priva di senso. Oltre a rafforzare la contraddizione
su espressa, quel sembra presuppone lesistenza di un qualcosa
-
che prima o poi potrebbe uscire fuori, tipo un documento, un
certificato Che analisi la vostra?
4) ma alla fine della preghiera convinto che i tempi del giudizio
finale di Dio sullumanit siano vicini. E qui vale quello che
abbiamo detto prima a proposito della Fine del Mondo e del Regno
di Dio che subito dopo verr istituito. Questa ultima affermazione
in contraddizione con non si sa cosa gli sia stato rivelato e
quindi, con laffermare che convinto che i tempi del giudizio
finale di Dio sullumanit siano vicini. Non ha alcun senso poich
non si sa, appunto cosa gli sia stato rivelato.
5) Inoltre, rapportando la frase scritta dagli autori a pag 18 - Quello
che non sappiamo come si convinse delle sue idee con la
certezza che voi date del fatto che egli sicuramente ricevette una
rivelazione durante la sua preghiera, emerge appieno come la vostra
analisi sia priva di coerenza. E per questo semplice motivo: nella
preghiera date per certo che abbia ricevuto una rivelazione da Dio,
mentre non date alcun valore in fatto che Ges pass quaranta
giorni nel deserto per prepararsi alla predicazione e alla sua
missione. Quante preghiere e rivelazioni avr ricevuto in quei
quaranta giorni!! Ma voi vi ostinate a tal punto da affermare che
egli inizi a predicare senza avere piena consapevolezza di quello
che stava facendo. Non vi viene in mente che nel deserto Ges
ricevette la piena consapevolezza della sua missione? Non potete
escludere questo se riconoscete che egli possa aver ricevuto una
rivelazione nella preghiera al punto 2.
Come vedete, cari lettori, in poche frasi c una alta concentrazione di
contraddizioni concettuali.
La dissertazione che segue appare sofisticata ma priva di realismo se
si afferma a Pag 40, che Ges mandava i Dodici a due a due a predicare per qualche criterio di opportunit, peraltro non
esplicitato.. Se non esplicitato perch affermarlo? Come si fa ad
affermare una cosa che non si conosce, tanto pi che si ammette di
non conoscerla? Tutte le ipotesi valgono, tra le quali anche quella che
vede Ges mandare gli apostoli in giro, a predicare, in coppia, per
-
evitare che un singolo apostolo potesse scoraggiarsi o impaurirsi
davanti ad unimpresa come quella di esorcizzare o guarire i malati o
addirittura essere cacciato, malmenato. Avere un compagno significa
avere un appoggio con cui parlare, confrontarsi per non perdere di
vista la propria missione. Succedeva allora come succede oggi. Andare
a guarire gli impossessati sconvolgerebbe qualsiasi mente se non
supportata da una forte fede o da una mano amica che ti possa
ricordare quanto potente sia il nome di Ges.
Il resto della lettura sembra un esercizio dialettico sulla sociologia di gruppo per rassicurare gli accademici colleghi, sempre pronti a demolirsi tra di loro con il tipico quanto becero fare italico. Ma il
problema di fondo rimane sempre i bisogno di coerenza e onest
intellettuale.
Il paragrafo 4, pag 41-43 sottolinea come Ges parlasse in maniera
chiara con i Dodici, mentre con gli altri discepoli, seguaci, il popolo, la gente quelli di fuori, parlasse in parabole, affinch, come ricorda Mc
4,12, pur ascoltando non intendano , senza dimenticare che il parlare in parabole alla folla, affinch non potesse intendere ci che
ascoltava coerente con il metodo di insegnamento che risale al
profeta Isaia Is 6,9-10.
Ma allinterno dei Dodici, Ges si scelse alcuni con cui stringere una maggiore amicizia e renderli partecipi di esperienze negate agli altri.
Questo vero: Pietro, Giovanni e Giacomo appaiono essere prediletti,
ma non dimentichiamo che Ges conosceva a fondo il cuore degli uomini
e le sue scelte furono in funzione del Messaggio salvifico. Pietro
sappiamo che ruolo avr poi; di Giovanni, lapostolo prediletto,
sappiamo che Ges gli affid la madre dalla croce e la Chiesa gli
attribuisce anche la stesura del Libro dellApocalisse; Giacomo per
ragioni, connotazioni che a noi sfuggono. Ges parlava s a uomini, ma
pensando ai loro cuori e alle loro menti.
Ma anche vero che ai Dodici, come riferiscono gli autori, vennero conferiti i poteri di esorcizzare e di guarigione. Questo aspetto li
rende tutti e dodici dei prediletti, li mette sullo stesso piano. Ma
lesorcizzare e il guarire, va sottolineato, seguono la predicazione,
quindi: Ges aveva istruito anche gli altri ai segreti del Regno di Dio,
-
per cui, possiamo tranquillamente affermare, che se vero che i tre
prediletti siano stati testimoni di eventi straordinari, anche vero
che, dal punto di vista dellindottrinamento sul Regno di Dio, tutti
ricevettero lo stesso trattamento pedagogico. Bench sfuggir loro il
senso profondo che verr poi tutto sar svelato grazie allo Spirito
nellevento della Pentecoste.
Non appare chiaro cosa, invece, i due autori intendono - pag 44- con:
Ges con la scelta dei dodici aveva lintenzione di ricostituire
Israele, di inaugurare il regno, a partire dallistituzione dei giudici
che avrebbero presieduto il giudizio universale. Intendono la
Gerusalemme spirituale o intendono insistere con la versione che Ges
fosse convinto dellimminente instaurarsi del Regno di Dio sulla terra?
Qui non lo specificano i due autori, preferendo rimanere sul vago
senza esprimersi apertamente. Per, nel proseguo della lettura, danno
ad intendere che essi propendono per il secondo punto di vista. Infatti
scrivono: Dopo la sua scomparsa ( la morte di Ges, ma non la sua
resurrezione N.d.R.) fra i suoi seguaci si diffusero nuove idee sul
gruppo dei Dodici. In pratica: i seguaci, stando al punto di vista dei due autori, dopo aver constatato il fallimento della missione di Ges,
pur rimanendo fedeli al suo insegnamento dovettero adattarlo ad altre
soluzioni. Questo mi par di comprendere.
Il paragrafo 5, pag 44-47, mette in evidenza la questione delle
aspettative che gli apostoli e i seguaci si crearono con linsegnamento
di Ges sulla venuta del Regno di Dio. Si fa cenno alla pretesa della
madre di Giovanni e Giacomo, figli di Zebedeo, di volerli vedere seduti
sullo scranno pi alto del regno Mc 10,35-40. Non va
strumentalizzato pi di tanto questo passo, poich reale la visione
poco chiara dei discepoli salvo lilluminazione di Simon Pietro che
rivela di aver compreso chi Ges. Mt 16,13-19 Ma un momento
di grazia spirituale che per annuncia la realt del Regno di Dio, una
realt meramente spirituale, dapprima, grazie alla quale la Giustizia di
Dio potr, poi, incarnarsi anche sulla Terra. Per il resto, le difficolt
dei Giudei a comprendere la vera essenza del Messaggio della Salvezza
sta nel fatto che la Legge, la Torah e gli insegnamenti degli scribi,
della classe sacerdotale, avevano distorto tale messaggio e radicato
-
credenze errate. Non deve quindi stupire se gli stessi apostoli e tutti
gli altri discepoli verranno presi da turbamento alla morte in croce di
Ges. Infatti costoro, saranno totalmente messi nella condizione di
comprendere la realt di Cristo nel cenacolo, con Maria, narrato negli
Atti. Non vanno nemmeno strumentalizzate le parole di alcuni discepoli
di Emmaus riportate dai due autori: Noi speravamo che fosse lui a
liberare Israele. Gv 6,68-69. Pi avanti infatti scritto ( e qui a
mio parere leggo della malafede, ) lo sconosciuto risponde ai
discepoli in questo tono: Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla
parola dei profeti. Non bisognava che il Cristo sopportasse queste
sofferenze per entrare nella sua gloria? Gv 6, 25-26.
Ecco dunque: Ges ricalc le profezie in obbedienza alle, diremmo con
linguaggio moderno, disposizioni del Padre. E il saper interpretare nel
modo giusto le profezie era compito dei sacerdoti, compiti che hanno
mancato influenzando cos leducazione del popolo in merito al Messia.
E questo errore dura ancora, visto che gli Ebrei sono ancora in
attesa del Messia. Ma non finita riguardo ai discepoli delusi di
Emmaus, poich Giovanni ci riferisce Gv 6, 30-31 Quando fu a
tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezz e lo
diede a loro. Allora si aprirono i loro occhi e lo riconobbero.
Riconobbero Ges risorto dallo spezzare il pane un rito innovativo,
introdotto dalla devozione (cristiana), evidentemente sin da subito, se
fu sufficiente a riconoscere Ges Cristo risorto. Questa
sottolineatura per affermare nuovamente che la figura di Ges non
pu essere estrapolata come e quando si ritiene possa compiacere le
proprie riflessioni, per supportare idee che risultano poi essere
fantasiose.
I paragrafi 7 e 8 pagg 47-52, vanno intesi secondo quando detto,
salvo fare attenzione a come viene inteso il passo evangelico citato a
pag51 allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a
prenderlo; poich dicevano. E fuori di s Mc 3,20-21. Il
credere che Ges fosse fuori di s appartiene al periodo di inizio
della sua predicazione pubblica; nessuno aveva mai inteso parlare di
Ges, salvo i suoi compaesani che lo conoscevano come il figlio del
falegname, quindi era comprensibile pensare di lui come ad una
persona stramba, strana, posseduta. Ho voluto sottolineare questo
-
perch le frasi evangeliche sono riportate allinterno di un discorso
avanzato e non iniziale.
Spesso gli autori fanno riferimento ai vangeli per analizzare una frase
contenuta, in termini simili, allinterno di essi. Nella fattispecie della
citazione evangelica contenuta a pag 52, paragrafo 9, questo non
avviene. Perch? Rimango del parere che i due autori si ostinano nel
voler dimostrare che Ges fu solo un uomo, grande, ma uomo; sub la
stessa sorte di tutti gli altri uomini, ossia morti e sepolti. Infatti essi
citano il Vangelo di Marco, Mc 8, 29, allinterno della riflessione sui i
tanti dubbi che assalirono i seguaci di Ges. Essi scrivono: Egli, per,
vuole mostrare che soltanto Pietro (e non la gente) ha compreso
che Ges il Messia. Alla domanda: E voi che dite che io sia?
solo Pietro gli risponde, infatti: Tu sei lunto, il messia. E pi
avanti i due autori affermano: nel racconto di Marco, Pietro ha
una concezione di unto o messia che sintomatica della sua
cultura. I due autori cos, vogliono dimostrare che Pietro laveva
buttata l, giusto perch figlio della sua cultura, cercando di dare una
spiegazione al sentimento di meraviglia che Ges destava nelle folle:
uno che si comporta cos (seda le tempeste, guarisce i malati, scaccia i
demoni) non pu essere che il messia. Ma i due dimenticano quello
che disse un altro evangelista, Matteo, al cap 16, 15-17 Voi chi dite che io sia? Rispose Simon Pietro: Tu sei il Cristo, il Figlio
del Dio vivente. E Ges rispose: Beato te Simone figlio di Giona, perch n la carne n il sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che nei cieli. Ecco il senso pieno dellaffermazione citata dai due autori: non il frutto di un retaggio culturale ( la carne e il
sangue), ma dellapertura della mente di Pietro grazie allazione
dello Spirito, poich senza lazione dello Spirito Santo nulla si pu
comprendere del mistero di Cristo. Ma questo i due autori lhanno
taciuto; riferire questo passo evangelico sarebbe stato un errore per
dimostrare lindimostrabile. Ora le parole contenute nel paragrafo 9,
sotto questo punto di vista vi appariranno pi chiare, anche laccusa
che Ges lancia nei confronti di Pietro che ragionava secondo gli uomini.
-
Il paragrafo 10, pagg 54-57, una riflessione sullinstaurazione del
Regno di Dio, ma anche una riflessione sugli eventi escatologici che lo
precederanno. Guerre, terremoti, disordini sociali, ma siccome di questi
fenomeni la Storia delluomo ne piena, non possono essere che immagini
simboliche, di un travaglio oltre che personale anche collettivo. Infatti il
Regno di Dio arriver solo dopo che la predicazione del Vangelo si sar
compiuta. Ma non va intesa solo come l ascolto di una predicazione via
etere, ma come la conversione dei cuori. E accanto a questa attesa c la
tribolazione di chi impegnato a predicare il Vangelo. Il Re dIsraele
acclamato allentrata in Gerusalemme di Ges, a dorso di un asino,
limmagine di Cristo che entra nei cuori, nella Gerusalemme dello spirito.
Ognuno di noi paragonabile ad una Gerusalemme e questa va intesa
anche con la parabola delle Dieci vergini sagge che accendono le lampade
in attesa dello sposo Mt 25, 1-13. Non dobbiamo quindi meravigliarci,
anche per quello che stato detto precedentemente, se i discepoli e gli
apostoli ebbero una visione distorta degli avvenimenti ultimi: solo dopo la
resurrezione Ges aprir loro gli occhi sul senso reale nascosto dietro le
simbologie e i messaggi legati al Vecchio Testamento. D'altronde la Legge
veterotestamentaria fu scritta nella pietra, quella di Cristo fu stata
scritta nei cuori, da sempre, ma solo con lui fu svelata, quindi una
traccia di crescita spirituale personale e collettiva naturale. Genetica.
Capitolo 3 pag 58
Il paragrafo 1 esordisce con: Tutto lo sforzo di Ges era dominato
dallaspirazione che Dio trasformasse il mondo, che realizzasse il suo
dominio in terra. Facendo, ancora una volta, intendere che Ges avesse
frainteso o non avesse chiaro in mente il proprio mandato, la propria
missione. In soldoni, secondo i due autori, Ges sperava che la sua
predicazione facilitasse, promuovesse, linstaurazione del Regno di Dio
sulla terra durante la sua vita terrena. Questo lennesimo tentativo di
distorcere la figura di Ges Cristo, facendola passare per un
rivoluzionario pacifista, ma rivoluzionario legato solo agli sviluppi
politici della sua terra. Un Ghandi ante litteram. E con questa chiave
distorta che gli autori danno una lettura errata alle parole del
Padrenostro venga il tuo regno, una invocazione riguardo alla quale
-
i due autori soffiano lipotesi che non sia direttamente venuta da
Ges. Ma con quale prove dicono questo? Si possono fare affermazioni
basate su ipotesi che appartengano ad altri studiosi? Le ipotesi sono
tali perch non sono verit e quindi non possono essere oggetto di
affermazioni. Ripetiamo, ripeto ancora che con Cristo, duemila anni fa, si
concluse il messaggio della Salvezza iniziato con Abramo, ma che durer
per tutte le generazioni a venire, in quanto ogni uomo Tempio di Dio e
Gerusalemme, la citt santa.
Era un uomo che non aveva altro potere, se non quello, enorme, della
parola. Cos dipingono i due autori Ges a pag 59. Quindi, un individuo
che risorge i morti e i cadaveri che gi puzzano, dona la vista ai ciechi,
guarisce i paralitici, calma le acque del lago di Tiberiade soggette alla
tempesta, libera gli ossessi ecc non altro potere, se non
quello,enorme,della parola. ?
Se poi gli autori volessero dire che tramite la sua parola egli compiva i
prodigi qui elencati il discorso un altro, ma andava esplicitato e chiarito;
cos come messa la cosa rafforza lipotesi che i due fanno di Ges, ossia
che era un ottimo predicatore e basta.
Il paragrafo 2, pag 59, scorre su una analisi che non suscita perplessit,
tranne le considerazioni che i due autori, fanno sulla parola spada, si fa
intendere che essa viene nominata nei vangeli come strumento di divisione
e di difesa. Ovviamente un richiamo simbolico ad uno strumento in uso
allepoca, un richiamo ad usi e costumi coerente con le parabole che usano
oggetti e mestieri in uso per raccontare del Regno di Dio. Ma a questo
punto la riflessione dei due autori avara si spiegazioni che sarebbero
dovute andare in questa direzione, tant che scrivono pag 61- testuali
parole: la spada simbolo inequivocabile di lotta e di scontro corpo
a corpo ( il problema se si tratti di spade reali o metaforiche qui
trascurabile), Beh, sarebbe stata trascurabile se fosse emersa la reale
interpretazione, ma questa viene taciuta. Sarebbe stato sufficiente
andare oltre il citato episodio del discepolo, che nellorto del Getsemani,
al momento della cattura di Ges, taglia con la spada un orecchio ad una
guardia. Ges infatti reagir dicendo, Gv 18,13 chi di spada ferisce
di spada perisce. Con questa risposta Ges sottolinea che la sua strada
non la violenza, ma ..porgi laltra guancia, poich portare la
-
giustizia sulla terra affare di Dio, quindi, conseguentemente, la sua
Rivelazione-Rivoluzione non prevede spade!!! E talmente ovvio che,
ovviamente, ai due, hem sfugge.
Paragrafo 3, pag 62
Non emergono particolarit tali da fermarsi a riflettere pi di tanto,
salvo il concetto che viene messo in evidenza con il passo evangelico Lc
14,26-27, con il quale gli autori si soffermano sul concetto delle divisioni
in famiglia a causa di Cristo: Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non pu essere mio discepolo. che se messo a stretto confronto con quello che leggiamo poi: In conclusione, Ges stesso cercava un
certo tipo di rottura, perch voleva opporsi alle situazioni che
impedivano di cambiare vita e aderire a quella che egli considerava
essere la volont di Dio. Par di capire che linterpretazione che i due
danno al passo del vangelo citato sia univoca: Occorreva distruggere per
ricostruire, passando anche attraverso la rottura dei nuclei familiari! Chi
ha sviluppata la fede e la riflessione sapr che le cose non sono cos:
lodiare citato nei vangeli a noi noti ( quello di Tommaso non ci interessa)
significa solo un invito a comprendere che oltre la realt parentale
naturale esiste una realt parentale superiore che quella di Dio. Tutti
noi siamo figli di Dio e quindi mio padre e mia madre cosa sono se non
fratelli in Cristo? Odiare significa ribaltare il punto di vista naturale,
rompere, da un punto di vista spirituale, con la cultura patriarcale, poich
sopra tutti noi c la volont di Dio a cui anche i padri ( specialmente quelli
dellepoca di Ges) erano soggetti: una autorit superiore, quella antica,
ma nella, potremmo dire, versione nuova: non pi il Dio della vendetta o
degli eserciti, ma il Dio dellamore. E quindi: come si pu odiare se si
chiamati ad amare il prossimo come se stessi?
Non ordin Dio stesso Onora il padre e la madre? E come poteva Ges
contraddire la volont di Dio? Quindi, ci che i due scrivono perch
voleva opporsi alle situazioni che impedivano di cambiare vita e
aderire a quella che egli considerava essere la volont di Dio. appare
fuorviante, irrazionale e in piena contraddizione nei confronti del
Messaggio di Cristo. Daltronde abbiamo anche Paolo pi tardi inviter
-
gli schiavi a rimanere in questa situazione, accentandola, poich essi
erano ormai liberi in Cristo (1Cor 7,21) Chi pi dello schiavo auspica a
rompere le catene? Eppure chi in Cristo libero poich levento
terreno nulla di fronte alla maestosit della realt spirituale.
Il paragrafo 4 pag 65 affronta le reazioni che il potere costituito,
sacerdotale e politico, manifesta alla predicazione di Giovanni Battista e
Ges. Nulla da eccepire poich tipico di ogni epoca culturale guardare
male chi denuncia il malaffare e limmoralit.
Il paragrafo 5 pag 67 inizia con una affermazione ambigua, nel senso che
mette in luce o lillusione di uno che si crede rivoluzionario, nel senso a noi
noto o di chi porta avanti un programma di rinnovamento la cui chiarezza
limitata. Gli autori scrivono: Convinto di essere investito di un compito
preciso, Ges annunciava il dominio di Dio sulla terra Questa
apparentemente innocua affermazione, contiene la negazione della
divinit di Ges, Figlio di Dio, inviato a realizzare lultima parte del
Messaggio della Salvezza. Inoltre dire che annunciava il dominio di Dio
sulla terra rivela un gap culturale e religioso: gli Ebrei sapevano da
sempre che la terra appartiene a Dio e che il suo dominio su essa non
venne mai meno da quando Abramo usc da Uhr. Quindi? Che senso ha
questa affermazione? Giusto per dire? Gli Ebrei erano gi indottrinati
sulla fine del mondo e su quello che sarebbe accaduto, possiamo cos
riassumere:
Secondo la tradizione giudaica, quelli in vita durante i tempi della
fine vedranno:
1. La riunione degli ebrei dispersi nella realt geografica d'Israele;
2. La disfatta di tutti i nemici di Israele ( Il giudizio finale);
3. La ricostruzione dell'edificio (oppure il miracoloso riposizionamento
per intervento divino) del terzo tempio ebraico di Gerusalemme e la
restaurazione delle offerte sacrificali e del sacerdozio nel tempio;
4. Il ritorno in vita dei morti (in ebraico techiat hameitim), oppure la Risurrezione intesa in qualche modo;
5. Ad un certo punto, il Messia degli ebrei dovrebbe comparire, ed
essere unto dagli alti sacerdoti come il Re di Israele. Lui divider i
-
giudei di Israele nello loro suddivisioni tribali ancestrali nella terra
promessa. Durante questo tempo, Gog, re di Magog, attaccher Israele. Quali siano le nazioni di Gog e Magog risulta molto vago, praticamente indefinito. Magog combatter una grande battaglia, nella quale molti moriranno in entrambi gli schieramenti, ma Dio
interverr a salvare i Giudei. Questa battaglia viene definita
l'Armageddon. Dopo aver annientato questo suo nemico finale una
volta e per tutte, in pieno accordo alla costruzione di un mondo
perfetto, Dio vieter ed impedir ogni forma malvagit
dall'esistenza umana. Dopo l'anno 6000 (nel calendario ebraico), il
settimo millennio sar un era di santit, tranquillit, vita spirituale,
e pace universale, era denominata dagli ebrei Olam Haba ("Mondo Futuro"), dove tutte le persone avranno una conoscenza diretta di
Dio."
"Tutto Israele ha una porzione nel mondo a venire" (Talmud Sanhedrin 10:1; cfr Zaddiq): Nel Ramban, lo scrittore Nahmanide interpreta il "mondo che verr" come il bene ultimo e lo scopo della creazione, dunque Nahmanide sostiene che il concetto del "mondo che verr" in realt si riferisca alla risurrezione dei morti. Un evento che dovrebbe accadere
dopo l'avvenuto inizio dell'Era messianica. Nel libro del Ramban si legge
che tutto il popolo d'Israele, tutti gli ebrei di tutti i secoli, includendo i
suoi peccatori, avr una porzione in questo periodo di risurrezione. (dalla
Tzemach Tzedek, Derech Mitzvosecha, Legge di Tzitzis).
Ges cosa predicava? Invitava gli uditori a convertirsi, ma usava un
linguaggio non pi simbolico legato alla tradizione; usava un linguaggio
nuovo, quello che caratterizzer i giorni a venire con Paolo. Non pi
simbolismi corali diretti ad una stirpe, ma appelli diretti al cuore e alle
coscienze di ognuno di noi, invitati a comprendere che tutta lescatologia
della salvezza avviene dentro ognuno di noi. Questo il messaggio di
Cristo. I tempi sono maturi per comprendere, ma accompagnando la sua
predicazione con eventi miracolosi, suscit la rabbia di una classe
sacerdotale sclerotizzata su riti stanchi e vuoti, ormai, dello Spirito di
Dio. Mos e i profeti avevano fatto il loro tempo!! Dio si era manifestato
in suo figlio, Ges Cristo, lUomo Nuovo, preannunciando la nuova era in
cui lumanit verr spinta verso una nuova consapevolezza. Ricordate cosa
-
disse Ges alla Samaritana? Gv 4,13-21 Rispose Ges: Chiunque beve
di quest'acqua avr di nuovo sete; ma chi beve dell'acqua che io gli
dar, non avr mai pi sete, anzi, l'acqua che io gli dar diventer in
lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna. Signore, gli
disse la donna, dammi di quest'acqua, perch non abbia pi sete e
non continui a venire qui ad attingere acqua... Gli replic la donna:
Signore, vedo che tu sei un profeta. I nostri padri hanno adorato
Dio sopra questo monte e voi dite che Gerusalemme il luogo in cui
bisogna adorare. Ges le dice: Credimi, donna, giunto il
momento in cui n su questo monte, n in Gerusalemme adorerete il
Padre.
n su questo monte, n in Gerusalemme questa la rivelazione, il
mistero tenuto nascosto per secoli, come ci dice Paolo. Ogni uomo
Figlio di Dio e in ogni uomo avverr linstaurazione del Regno di Dio. Non
pi un evento legato alla legge, ad un luogo, ma un evento, da sempre
esistito, ma con Ges rivelato, un evento che riguarda, che guarda alla
genetica delluomo, essere creato per manifestare la deit: creato ad
immagine e somiglianza di Dio E luomo la Gerusalemme in cui verr
unto Messia il Figlio di Dio, Ges Cristo.
Ora come si fa a sostenere che Ges fosse un rivoluzionario dalla sola
caratura umana? Ma loro lo credono e lo sostengono, ingarbugliando
limmagine di Ges con limpasto di una esperienza meramente storica,
tant che questa loro cecit li spinge a scrivere, pag 70: Da
Gerusalemme, per esempio, si allontanava la sera per andare a
rifugiarsi a Betania o sul monte degli Ulivi: temeva che lambiente
della citt non gli garantisse sufficiente protezione. In poche parole,
Ges, fanno capire i due autori, aveva paura di essere catturato!! Banale
considerazione che nasce dal non tener conto di molti aspetti che sono
contenuti nel Vangeli.
Nella riflessione che i due autori fanno sulle invettive che Ges rivolge
ai prepotenti, ai ricchi essi finiscono per distorcere il significato
addirittura delle beatitudini. Affermano infatti, pag 68 che: Matteo
spiega le disgrazie e i dolori di chi puro di cuore per affermare che
saranno domati e annullati nei cieli ( Mt 5,10) Il regno sar dunque
-
dei deboli, che erediteranno al contempo la Terra dIsraele (Mt 5,5),
propriet esclusiva di Dio e dono agli uomini Allora, se leggiamo Mt5,
10 leggeremo: Beati i perseguitati per causa della giustizia, perch di
essi il regno dei cieli e in Mt 5,5 leggeremo: Beati i miti, perch
erediteranno la terra. Esiste una bella differenza di immagine con
quella data dagli autori di unumanit disgraziata e addolorata e, infine,
debole. I perseguitati a causa della giustizia sono coloro che vengono
perseguiti perch aspirano alla giustizia, ossia a Dio, saranno i martiri; i
miti sono coloro che hanno accettato Cristo nel loro cuore e, avendo
sviluppato lesatta visione esistenziale, saranno coloro che porgeranno
laltra guancia, non risponderanno alla violenza con la violenza. Tutti
costoro sono coloro che avendo accettato il messaggio di Cristo e
avendolo compreso fino in fondo, diventeranno oggetto di critica e di
persecuzione, come ora in Africa e in Siria, grazie al nuovo profeta
dellIslam, il califfo, sono vittime della violenza mussulmana. Quindi la
speranza a cui si riferiscono gli autori a pi pagina, che i discorsi di Ges
vogliono instillare negli ultimi, non la speranza di un riscatto terreno,
(come annunciano i Testimoni di Geova, che nei pi ignoranti tra i loro
membri hanno gi individuato la viletta in cui andranno ad abitare quando
Geova avr trucidato i legittimi proprietari infedeli) ma la speranza che la
Giustizia, ossia la volont di Dio, trionfer su tutti. E un invito a
accogliere cristianamente le sofferenze, e questo sta a significare che
occorre dare il senso giusto, secondo la visione cristiana, alle cose, agli
eventi personali e non, agli atteggiamenti di chi ci sta vicino. E quello che
io chiamo essere la giusta visione esistenziale della propria vita.
Il paragrafo 7 pagg 71-74 sottolinea come Ges, con le sue predicazioni
rompe definitivamente lo schema e il rapporto che legava la classe
sacerdotale alla societ. Denuncia le ipocrisie e la ricchezza fine a se
stessa e, ovviamente, chiama in causa i potenti. La sua attivit di
guaritore poi, fa emergere come egli non sia solo un parolaio ma,
mostrando lamore e il perdono di Dio, si impone come un vero profeta.
Tutto ci inevitabilmente susciter lira dei potenti, della classe
sacerdotale e quindi linizio della trama che lo vedr accusato e
denunciato. E Ges lo sapeva. Per questo la parabola al pargarafo 8, pag
-
75, denuncia che la ..pietra scartata diventer pietra dangolo.. Mc
12,10. Egli sapeva come sarebbe finita la sua parabola terrena, ma le
profezie dovevano compiersi. E quindi non lesin la sua critica al sistema
sclerotizzato. Gli autori cercano di sminuire la continuit narrativa del
Vangelo di Marco, affermando che la frase citata sia estranea al
contesto evangelico stesso. Essi, gli autori, scrivono: Bisogna anzitutto
rendersi conto che essa proviene dalla Sacre Scritture giudaiche: si
tratta del versetto 22 del salmo 118... ecco, il caso proprio di dire
che la coppia Destro-Pesce ha scoperto lacqua calda. Perch? Perch i
salmi erano noti a Ges, in quanto era il libro delle preghiere che veniva
usato nelle cerimonie e quindi, chiss quante volte Ges pronunci le
parole del salmo nelle preghiere dentro le sinagoghe. Egli fino a trentanni
visse come tutti Giudei del suo tempo rispettando il calendario liturgico
delle festivit. Quindi a che serve affermare quello che dicono gli autori?
Vogliono far emergere il Ges storico e poi non tengono in considerazione
la sua osservanza della Legge e nelle occasioni cerimoniali, la lettura dei
salmi.
Assai debole linterpretazione che segue poi la riflessione sul versetto
in oggetto: affermando che la pietra angolare non Ges, significa negare
a Ges stesso la piena consapevolezza della sua missione. Egli, con la sua
crocifissione, non forse paragonato ad una pietra scartata? Con la
sua resurrezione non forse diventato la pietra dangolo di un nuovo
sistema? Il punto di riferimento strutturale su cui appoggia la chiesa,
la nuova Gerusalemme?.
Gli autori, iniziano sempre pi a citare il Vangelo di Tommaso, che,
sappiamo, considerato apocrifo e questo riferirsi continuo ci spiazza, mi
spiazza, poich si allontana dallobiettivo che i due autori si sono posti si
dallinizio, ossia raccontare il Ges storico e non quello della fede. Quindi,
mi chiedo: perch riferirsi anche al Vangelo apocrifo quando quelli
sinottici sono di per se esaustivi? E il caso della riflessione al paragrafo
8, pag 74, che pongono lipotesi di un Ges che si sente rifiutato in
rapporto alla parabola dei vignaiuoli uccisi assieme al figlio del padrone
della vigna. Ci che dice Marco, per i due non va bene, ossia che il figlio
del padrone della vigna in realt Ges, ma i due mettono in dubbio
questa visione. Ma oltre tutto sembrerebbe che i due autori abbiano
-
anche la certezza che il Vangelo di Marco fosse stato redatto
appiccicando tra loro detti di Ges senza che lautore sapesse dove e
quando fossero state, le parabole, dette da Ges. La loro sicurezza
strabiliante!!! Secondo me umilia la procedura scientifica che vorrebbe
che almeno qualche documento stabilisse e supportasse ci che essi
affermano. Le ipotesi per i due diventano certezza. Ma quel che pi
strabilia che si continua a portare avanti lipotesi che Ges credeva
fermamente che il Regno di Dio poteva manifestarsi con lui in vita e
quindi, il rifiuto da parte di alcuni pezzi della societ giudaica, secondo gli
autori, lo turbassero. Ma non solo e concludo, leggendo le ultime battute
di questo paragrafo, emerge la certezza ( per i due) che il taglia e cuci
operato da Marco nella stesura del suo Vangelom, abbia dato come
risultato un Ges virtuale, nel senso che con il suo Vangelo Marco abbia
cucito addosso a Ges un ruolo inventato, quindi falso, ossia il ruolo di
redentore del mondo a venire, quello avulso dal contesto sociale e
confinato in quello spirituale e non di un liberatore di Israele come, nella
realt, Ges avrebbe voluto essere in vita. Ecco le parole che usano gli
autori, a pag 76, per affermare questo: Marco le ha tolte ( le parole
di Ges N.d.R.) dai luoghi in cui giacevano e le ha riutilizzate per
costruire un altro discorso, in cui hanno assunto un senso diverso. In
soldoni: Marco con il suo lavoro ha stravolto il messaggio di Ges e per
duemila anni generazioni di cristiani, di martiri e santi, hanno inseguito
lucciole per lanterne. Complimenti ai due!!!
Capitolo 4
Non mi soffermo sula paragrafo 1, poich una analisi storica sulla
gestione romana della Palestina, della terra di Giuda e, sappiamo, come si
comportavano i Romani quando le sommosse si manifestavano.
Mi soffermer invece sulla riflessione che i due autori fanno a proposito
della pericolosit, che poteva suscitare sulla sua stessa persona, la
predicazione di Ges. E chiaro che il giudizio che i due autori hanno di
Ges confinato dentro i parametri umani rapportabili a qualsiasi
individuo che voglia fare il leader di una rivoluzione qualsiasi, vedi Ghandi,
-
vedi Martin Luter King, vedi Malkom X; gli stessi rivoluzionari
risorgimentali, come Leonida Montanari, avevano una visione nuova della
societ, improntata sulla libert individuale ecc. e molti di loro sono stati
ammazzati a causa della loro idea di societ. Certo, anche Ges aveva la
sua idea di societ, coerente con la volont di Dio e quindi una societ
fatta da individui pienamente coscienti della loro natura, fratelli tra loro
e amanti della pace e della conoscenza ultima, ma questo aspetto terreno
solo marginale alla missione di Ges. Per cui, se non si crede che Ges
il Cristo, il Messia, il figlio di Dio, Dio stesso che in lui trov
compiacimento, allora possiamo affermare assieme ai due autori che la
missione di Ges fu fallimentare. Questo in realt ci che i due vogliono
dimostrare. Ma non potendo escludere appieno laspetto spirituale della
missione di Ges, visto che non si pu fare a meno di prendere in esame le
parole che Cristo profer ai discepoli, alla folla, le contraddizioni
dellanalisi dei due, inevitabilmente, non possono fare a meno di emergere.
Pensare quindi che Ges fuggiva per paura di essere catturato e messo a
morte stride in realt con quello che egli disse.
Intanto una prima contraddizione ( una delle tante) emerge fortemente e
riguarda le precedenti affermazioni. Per esempio abbiamo letto quanto gli
autori hanno scritto a proposito del Vangelo di Marco a pag 76;
riproponiamo le parole: Marco le ha tolte ( le parole di Ges N.d.R.) dai
luoghi in cui giacevano e le ha riutilizzate per costruire un altro
discorso, in cui hanno assunto un senso diverso e questo appare chiaro
di per se, ma poi a pag 82 affermano: Ci sono per frasi attribuite a
Ges (gi dalla tradizione orale che precede i Vangeli) che ci aiutano
a comprendere il suo ( di Ges N.d.R.) pensiero. I due autori
riconoscono che esistette una tradizione orale prima della stesura dei
Vangeli e quindi, come tutte le tradizioni orali che si rispettano, queste
indicano anche i luoghi in cui i fatti avvennero. Allora Marco come pu
aver fatto dei racconti di Ges un Vangelo somigliante ad un
patchwork con un senso differente dalla realt storica? Come possono i
due affermare questo?
Passiamo oltre: i due citano il passo del vangelo di Mc8,34-35, che cos
recita: Se qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi se stesso,
-
prenda la sua croce e mi segua, Perch chi vorr salvare la propria vita la perder; ma chi perder la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salver. E ne danno una visione terrena, al pari di un avvertimento di un capopattuglia che in unazione di guerra dice a i suoi:
Voi vi siete offerti volontari, ma se ci rimettete la pelle sappiate che lo
avete fatto in nome della missione che abbiamo scelto di compiere.
Quindi Ges, secondo i due, mette sul chi va l i propri discepoli sul
rischio di seguirlo, rischio che anche lui teme fortemente, la punto tale
che i due autori affermano a pag 81: Voleva ( Ges N.d.R.) portare
avanti il proprio progetto fin dove possibile, evitando attacchi che lo
avrebbero messo fuori gioco. e pi avanti: limmagine che emerge
dai Vangeli quella di un leader concentrato sul proprio progetto e
che fa di tutto per portarlo a termine. Appare chiaro, ancora con pi
evidenza, che i due autori considerano Ges alla stregua di un leader come
Martin Luther King, il quale per, sappiamo, non faceva miracoli, ma che
sicuramente aveva un sogno ( I have a dream..) e aveva un seguito e
sicuramente aveva anche paura di essere ammazzato.
Ma la di l dellimmaginario religioso.. attribuito a Ges ( pag 83)
come fanno i due autori, dopo aver detto che abbracciare la croce di
Cristo significava essere messi, con un margine altissimo di probabilit, a
morte ( perch questa linterpretazione che i due danno al passo
evangelico di Marco) ad affermare poi che: Solo coloro che si fossero
convertiti sarebbero sfuggiti a tutto questo e avrebbero potuto
salvarsi da una morte violenta. Ma per convertirsi non occorre
abbracciare la propria croce e seguire Ges? Allora se il teorema dei due
che seguire Ges significa poter venire accoppati, come pu esso
conciliarsi con le parole dette subito dopo? E possibile solo con
interpretazioni sbagliate a causa della mancata visione spirituale della
missione di Ges, il quale non era, come si dice a pag 81, concentrato
sul proprio progetto, ma sul progetto di Dio iniziato con Abramo: Ges
fu il perfezionatore ultimo di questo progetto che con la sua morte e
resurrezione inizi nel mondo. Per cui, il perdere la propria vita e
assumere la propria croce si adatta benissimo ancor oggi sia a quelli che
vengono ammazzati dai mussulmani integralisti sia a quelli che magari si
ritirano in convento sia a quelli che decidono di rigare dritto
-
spogliandosi del proprio ego, morendo giorno dopo giorno, per rinascere in
Cristo. Non esiste un immaginario ma una precisa e profetizzata volont
di dare alluomo la Via ( Cristo) attraverso la quale sviluppare la coscienza
di Figlio di Dio.
In questa ottica trova anche spiegazione il contenuto del paragrafo 5 nel
quale si prefigura la morte, in rapporto a Ges, come un evento
accidentale pi che un evento profetico. I due autori, con i loro ricamini
mentali, si chiedono del perch dello stupore degli apostoli quando
ascoltarono come il Figlio dellUomo dovesse essere messo a morte per poi
resuscitare. I due autori non si chiedono infatti che il messaggio di
salvezza di Ges, come gi accennato, rivoluziona la visione
veterotestamentaria spostando le dinamiche della salvezza da un
panorama corale ad uno strettamente individuale. Ma la morte e la
resurrezione di Cristo Ges rappresentano larchetipo evolutivo di ogni
singolo individuo, un archetipo che non legato ad alcuna visione religiosa,
se non nella sua fase iniziale, ma legata alla genetica delluomo,
allimpronta creativa che nella genetica e dalla genetica si evince la
presenza del divino. Questo, gli apostoli non lo potevano capire, occorrer
aspettare la Pentecoste affinch lo Spirito Santo potesse rivelare
pienamente il mistero della salvezza e la conoscenza completa del Cristo.
San Paolo lo dice chiaramente Lettera agli Ebrei 10, 8-10 : Dopo aver
detto prima non hai voluto e non hai gradito n sacrifici n offerte, n olocausti n sacrifici per il peccato, cose tutte che vengono offerte secondo la legge, soggiunge: Ecco, io vengo a fare la tua volont. Con ci stesso egli abolisce il primo sacrificio per stabilirne uno nuovo. Ed appunto per quella volont che noi siamo stati
santificati, per mezzo dell'offerta del corpo di Ges Cristo, fatta
una volta per sempre. E inoltre, sempre San Paolo, sottolinea, dando al
gesto di Cristo il significato nuovo che in termini moderni pu essere
espresso come leredit genetica, Eb 10,16, che: Questa lalleanza
che io stipuler con loro dopo quei giorni, dice il signore: io porr le
mie leggi nei loro cuori e le imprimer nella loro mente.. Ecco dunque,
il mistero della salvezza di Cristo che gli apostoli non erano in grado
ancora di comprendere: Dio ha rivelato che la nostra figliolanza
impressa nella mente e nel cuore, ossia fa parte di noi come esseri umani.
-
Al paragrafo 6, pag 86, gli autori insistono con il voler mettere in
evidenza come la morte di Ges fosse slegata da qualsiasi intento divino e
scrivono testualmente: Sembra vogliano legittimare ( gli autori dei
Vangeli N.d.R.) la convinzione che la sua morte fosse un piano divino
per la salvezza degli uomini, ma contrastano, va ripetuto, con il
comportamento dei discepoli, che sembrano ignari; sono disorientati e
sopraffatti dalla sua uccisione. Abbiamo gi spiegato abbondantemente
che una visione laica della vita di Ges non porta che al nulla. Ma
soprattutto non porta alcun beneficio alla salute della societ. Chi pensa a
Ghandi nelle proprie azioni quotidiane o davanti ad una disgrazia? Chi
pensa a Martin Luther King in occasione della morte di un congiunto?
I due autori comunque non si tirano indietro ogni qualvolta trovano lo
spiraglio esegetico, secondo il loro punto di vista, per affermare che
Marco si sia alla fine inventato molte cose. Tra queste le affermazioni di
Ges riguardo alla predizione sulla sua morte. Ma dimenticano ci che
hanno pocanzi affermato e noi abbiamo ricordato, ossia che: Ci sono
per frasi attribuite a Ges (gi dalla tradizione orale che precede i
Vangeli) che ci aiutano a comprendere il suo ( di Ges N.d.R.) pensiero
Ergo, ancora una volta, se i due ammettono lesistenza di una tradizione
orale, perch continuano ad affermare, pag 88, che: Dal punto di vista
letterario, le tre predizioni sembrano una vera e propria creazione di
Marco. Matteo e Luca si limitano a riprenderle; erano assenti anche
nella collezione di detti di Ges chiamata Q.?, Perch il loro scopo,
appare evidente, quello di gettare dubbi sullautenticit dei racconti
dei Vangeli per demolire limmagine sostanziale di Ges come il Cristo,
Figlio di Dio, morto e risorto!!
Tanto vero quello che affermo, che a pag 89 leggiamo: I vangeli sono
stati scritti per poter dire che Ges sapeva tutto. Se non avesse
presagito la catastrofe, la sua crocifissione sarebbe apparsa come
una sconfitta involontaria e irreparabilmente sterile. Molto chiaro il
pensiero dei due che sono in grado di affermare lincontrario di ci che
essi stessi affermano a proposito della tradizione orale. In parole povere
si contraddicono!!! Ma non poteva essere altrimenti. E continuano a fare
affermazioni tali da mettere i brividi a qualsiasi analista serio. I due
autori sono in grado di conoscere ci che gli apostoli di Ges pensavano a
-
proposito del loro Maestro, senza pericolo di dubbi. Scrivono i due: Il
messaggio di Ges, dunque, non era stato recepito e non aveva alcuna
efficacia su di loro. Pensate, cari lettori, cos come il prof Pesce ebbe
a dire, nel libro di Augias-Pesce Inchiesta su Ges a pag 177, a proposito di San Paolo che, questultimo probabilmente soffriva di
epilessia (relativo allepisodio sulla via per Damasco) senza che il
professore avesse avuto il bisogno di compiere analisi mediche o
genetiche, cosa che, sappiamo, aspettano, tralaltro, solo ad un medico,
dimostra ancora una strabiliante sicumera e una totale conoscenza della
psiche dei Dodici e di discepoli sul fatto che Ges, il suo messaggio, non esercit alcuna influenza su di loro. Non trovate strabiliante la cosa? Ci
chiediamo, a quando un saggio sul pensiero di Gengis Kahn, di Rasputin,
dellUomo di Neanderthal?
Concludendo il paragrafo 6 i due affermano: I Vangeli sono stati
scritti per rispondere ai problemi dei seguaci, per eliminare le
dissonanze e le paure, le incomprensioni che levento della morte
aveva generato. Torno a dire quindi che, stando a quanto abbiamo fin qui
letto, anche i seguaci delle generazioni a venire sono stati tutti ingannati,
facendo s che i Vangeli hanno creato una sequela di adoratori di
fantasmi... secondo i due ex machina dellesegesi cristiana. Ma queste ultime affermazioni contengono anche un messaggio nascosto, ma palese
se ci si sofferma a ragionarci sopra: i Vangeli, ossi la loro funzione,
sono scaduti, perch datati!! Infatti, se sono stati scritti per coloro che
rimasero frastornati dalla morte di Ges, allora a tutte le generazioni a
venire, quelle che non hanno subito alcun trauma per questa morte, ci si
chiede, a cosa servono i Vangeli? Ci rispondano gli autori.
Il paragrafo 7 continua con la solita analisi che lascia, che ci lascia
perplessi per alcune affermazioni, come a pag 90, in cui si afferma.
Questo racconto ( dellunguento costoso versato sui piedi di Ges Mc
14,3-8 N.d.R.) orale circolava fra i seguaci di Ges da molto tempo
prima affermazione che induce a chiederci: Se un racconto orale,
come fanno i due a conoscerlo? . Inoltre, gli autori hanno anche lardire di affermare ( cosa si fa pur di dimostrare lindimostrabile!) che gli autori
dei Vangeli, che sono Ebrei, Giudei, non conoscessero gli usi del loro
popolo. Leggiamo a pag 91 testuali parole: oppure il segno di una
-
carente informazione sulle usanze funebri giudaiche. Come dire che un
Italiano non conosce come si fa a mandare in parlamento un deputato o un
senatore, perch non ha le idee chiare che cosa sono le elezioni politiche!!!
Ma c di pi. Dove hanno letto che: Dopo la sua morte i seguaci si
chiesero se il loro leader ( gli apostoli e i discepoli chiamavano Ges
maestro, rabbun e non capo N.d.R. ) avesse avuto una sepoltura
onorevole, come avrebbero desiderato. ?
Nel Vangelo di Giovanni Gv 19, 36-42 leggiamo: Dopo quei fatti
vi and anche Nicodemo essi presero allora il corpo di Ges e lo avvolsero in bende insieme con oli aromatici l dunque deposero Ges, a motivo della Preparazione dei Giudei, poich il sepolcro era vicino. ; Nel Vangelo di Luca leggiamo Lc 23, 50-56 Cera un uomo di nome
Giuseppe lo cal dalla croce, lo avvolse in un lenzuolo e lo depose in
una tomba scavata nella roccia (Impensabile che abbia fatto tutto da solo N.dR.) . Le donne poi tornarono indietro e prepararono aromi e oli profumati;
Nel Vangelo di Marco- Mc 16, 1- leggiamo: Passato il sabato, Maria di Magdala, Maria di Giacomo e Salome comprarono olii aromatici, per andare ad imbalsamare Ges e
Nel Vangelo di Matteo Mt27, 57-61 leggiamo: Venuta la sera un uomo ricco di Arimata preso il corpo di Ges, lo avvolse in un
candido lenzuolo e lo depose nella tomba nuova erano l, davanti al
sepolcro, Maria di Magdala e laltra Maria.. Ecco, non c alcun riscontro di quanto detto sulla preoccupazione espressa dai due autori e
attribuita ai discepoli, a proposito della preoccupazione di dare una
sepoltura idonea al loro leader.
Il paragrafo 8, pag 91, un trionfo della banalit. Praticamente Ges si
sbagliato sul tutto il fronte: il Regno di Dio non venne quando Ges era
in vita e quindi, deduzione logica ( per i due) Ges ha preso