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Fabio Venzi ORIGINE ED EVOLUZIONE DELLA RITUALITA’ LIBEROMURATORIA INGLESE “Nessuno può realmente raggiungere una qualsiasi conoscenza se non per mezzo di uno sforzo strettamente personale e tutto ciò che un altro può fare è dare l’occasione ed indicare i mezzi per giungervi. Proprio per questa ragione è vano, nell’ordine puramente intellettuale, pretendere di imporre una qualsiasi convinzione.” René Guénon La Metafisica orientale Cap. 1 I rituali delle ‘origini’ e il loro sviluppo “La via non deve essere cercata ma praticata.” Yoka Daishi Il canto dell’immediato Satori I primi ‘Catechismi’ massonici La Libera Muratoria nacque presumibilmente sul territorio inglese tra la fine del Sedicesimo secolo e gli inizi del Diciassettesimo. Riguardo la nascita della Libera Muratoria, benché vi siano alcuni elementi divergenti, i moderni studiosi concordano sostanzialmente che essa si possa collocare, 1

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Fabio Venzi

ORIGINE ED EVOLUZIONE DELLA RITUALITA’LIBEROMURATORIA INGLESE

“Nessuno può realmente raggiungere una qualsiasi conoscenza se nonper mezzo di uno sforzo strettamente personale e tutto ciò che un altropuò fare è dare l’occasione ed indicare i mezzi per giungervi. Proprioper questa ragione è vano, nell’ordine puramente intellettuale,pretendere di imporre una qualsiasi convinzione.”René GuénonLa Metafisica orientale

Cap. 1I rituali delle ‘origini’ e il loro sviluppo

“La via non deve essere cercata ma praticata.”Yoka DaishiIl canto dell’immediato Satori

I primi ‘Catechismi’ massonici

La Libera Muratoria nacque presumibilmente sulterritorio inglese tra la fine del Sedicesimo secolo e gliinizi del Diciassettesimo.Riguardo la nascita della Libera Muratoria, benché visiano alcuni elementi divergenti, i moderni studiosiconcordano sostanzialmente che essa si possa collocare,1

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almeno inizialmente, all’interno della London Masons’Company nei primi decenni del Diciassettesimo secolo.L’ammissione in questo ‘inner circle’ inizialmente erap e r m e s s a a i s o l i m e m b r i d e l l a G i l d a m asuccessivamente si estese anche ad esterni e prese ilnome di ‘accettazione’. Successivamente le Loggeiniziarono a svilupparsi anche al di fuori di questocontesto e si espansero in tutta l’isola britannica concontaminazioni reciproche tra la realtà inglese e quellascozzese1.Dal diario di Elias Ashmole in riferimento alla sua‘iniziazione’ (ma probabilmente tale terminologia nonera ancora in uso, Ashmole scrive: “I was made aFreemason”) in una Loggia di Warrington nel 1646, sievince infatti come già pochi anni dopo la sua nascita laLibera Muratoria iniziò ad espandersi anche all’esternodella capitale inglese. In queste Logge i gentlemens nonconnessi alla Gilda rappresentavano praticamente latotalità degli appartenenti.Ipotizzare che vi fosse una sorta di ‘central or districtcontrol’ in Inghilterra quando le Logge di ‘accettati’iniziarono a espandersi mi sembra decisamenteimprobabile. Anche se Knoop e Jones scrivono che “nowidespread and effective system of secret methods ofrecognition – the essence of the freemasons’ esotericknowledge – could exist at any period without some

1� Knoop, Jones and Hamer sostengono che: “English accepted masons of the seventeenth centuryobtained from Scotland their knowledge of the Mason Word and all that implied; consequently , itis not unlikely that an oath of secrecy was introduced into certain English version of the OldCharges at that period by accepted masons, under the infuence of phrases and practces with thegiving of the Mason Word in Scotland”. D. Knoop, G.P. Jones, D. Hamer, The Early MasonicCatechisms, Manchester University Press, 1963, (second editon), pag. 9.

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central authority, or at least co-operation among localorganizations, to control such a system”2, personalmenteritengo la teoria dei due storici non dimostrabile,soprattutto alla luce delle enormi differenze che vierano nelle ritualità delle singole Logge (lo vedremo neiparticolari successivamente). Ancor meno plausibile èdefinire ‘esoteric knowledge’ i contenuti di quei rituali,nel mondo degli studi iniziatici infatti una ‘esotericknolwedge’ è qualcosa di decisamente più complessodella semplice lettura, o ‘interpretazione’, di una storia‘mitica’, della verifica dell’appartenenza tramite i segnidi riconoscimento o della comunicazione di una ‘Parola’.Riguardo la ‘ritualità’ di queste prime associazionimassoniche (è persino dubbio se chiamarle ‘Logge’)possiamo dire che certamente i loro primi rituali nonpossedevano quella filosofia morale e quell’articolatosimbolismo che possiamo ammirare nei rituali che oggiutilizziamo.Le prime ipotesi di rituali massonici in nostro possessosono i noti catechismi manoscritti e a stampa utilizzatidurante le cerimonie presumibilmente come pro-memoria (esposti magistralmente nel saggio ‘The EarlyMasonic Cathechisms’ di Knoop, Jones e Hamer). Questidocumenti, pur datati tra la fine del 1600 ai primidecenni del 1700, ossia quasi un secolo dopo la presuntanascita della Libera Muratoria, possono fornirci utili

2� D. Knoop – G.P. Jones, The Genesis of Freemasonry, Manchester University Press, Manchester, 1949, pag. 156.

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elementi per ricostruire o meglio, ipotizzare, cosaavveniva nelle prime riunioni della nostra Istituzione.Innanzitutto questi proto-rituali mostrano ancora neiloro contenuti, pur essendo datati come detto molti annidopo la nascita del fenomeno liberomuratorio, unaevidente disomogeneità e differenze tali che parlare diuna qualsiasi organizzazione o collegamenti tra le Loggeo di una condivisa ritualità tra di esse è quantomenoimprobabile. Da ciò possiamo dedurre che, essendo laritualità massonica differente da luogo a luogo e, nellostesso luogo, persino tra Loggia e Loggia, l’unico inizialecomune denominatore tra esse fosse un generaleriferimento alle abitudini e tradizioni ispirate allaMassoneria operativa medievale e, soprattutto, unaspetto conviviale , basato sul la recitazione erappresentazione di tale tradizione, una sorta di ‘gioco diruolo’ teatralizzato.Come vedremo una certa omogeneità rituale si inizierà ariscontrare con la pubblicazione e l’incredibile successoe diffusione del catechismo ‘Masonry Dissected’pubblicato da Samuel Pritchard nel 1730, il primorituale strutturato nella forma dei Tre Gradi chepossiede una complessità simbolica che non comparenei precedenti testi.Ma soprattutto, dalla lettura dei primi catechismi innostro possesso, possiamo evincere come, ancora unsecolo dopo la sua nascita, nei rituali della LiberaMuratoria non siano presenti contenuti ‘profondi’ inriferimento a simboli e allegorie, e nessuna componente

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‘esoterica’, il loro scopo sembra ancora esseresemplicemente ‘recitativo’ e soprattutto conviviale.Iniziando dal più antico di questi catechismi, ossia il‘Manoscritto degli Archivi di Edimburgo’ (‘EdinburgRegister House’) datato 1696, riguardo il ‘modo di darela Parola del Massone‘, leggiamo3: “In primis dovete faringinocchiare la persona per ricevere la Parola e, dopo ungran numero di cerimonie per spaventarlo, fategliprendere la Bibbia e, ponendo su di essa la sua manodestra, esortatelo al segreto minacciandolo che, seromperà il suo Giuramento, il sole nel firmamento saràtestimone contro di lui, e anche la sua Compagnia”, e,prosegue il testo “Dopo aver prestato il Giuramento, èfatto uscire dalla Compagnia, con il Massone più giovane,dove, dopo essere stato sufficientemente spaventato conmille ridicole posture e smorfie, deve apprendere daldetto Massone il modo di stare all’ordine…Dapprima,quando rientra nella Compagnia, deve fare un inchinobuffo…quindi togliendosi il cappello in modo molto goffoa solo scopo dimostrativo egli dice le parole della suaammissione…”4.Queste espressioni le ritroviamo sostanzialmenteinalterate in un altro catechismo che ha le stesse origini(scozzesi) il Chetwode Crawley Ms. (1700). 3� Tute le traduzioni dei catechismi riportat sono trate dall’eccellente testo ‘CatechismiMassonici’, edito da Pardes A.C., 2017.4� Tale pratica ricorda una della forme più antica dei riti di pubertà nell’Australia sud orientale ilbambino viene separato dalla madre, ovvero dalla natura, viene terrorizzato con i bull-roarer (irombi) e circonciso. Dopodiché gli viene mostrato come si produce quella voce terrificante deglispiriti e lo si invita a produrla lui stesso facendo roteare i rombi. Vi è quindi demistificazione ma, altempo

stesso, passaggio a un grado, dell’intelligenza superiore. Mirca Eliade, La prova del labirinto, pag.143.5

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Nel catechismo manoscritto “Sloane n° 3329” riguardo ilmodo di comunicarsi i segni leggiamo che uno di questiè “togliersi il cappello con la mano destra, con le primedue dita sopra la testa e il pollice e le altre dita sotto,toglierlo e fargli fare un rapido movimento da sinistra adestra, quindi rimetterlo in testa”, un altro consiste “nelbere e far fare al bicchiere un rapido movimentotrasversale da sinistra a destra sotto il mento”, un altro“nel prendere il proprio fazzoletto per un angolo con lamano destra, buttarselo sopra la spalla sinistralasciandolo penzolare sulla schiena e fare così alcunipassi”. Ma non è finita, proseguendo nel catechismoinfatti i Segni comunicati man mano assumono versionisempre più ridicole e grottesche “un altro consiste nelroteare gli occhi verso Est torcendo la bocca verso Ovest”o “prendere il proprio fazzoletto con la mano destra,soffiarsi il naso, tenerlo quindi teso davanti a sé escuoterlo due volte dolcemente e una volta più forte”.Simili riferimenti li ritroviamo ancora nel 1723 (sei annidopo la fondazione della Gran Loggia di Londra eWestminster, lo stesso anno della pubblicazione delleCostituzioni di Anderson) nel catechismo denominato “AMason’s Esamination”, allegato a una lettera anonimapubblicata nel giornale londinese The Flying-Post orPost-master, n. 4712, del 11-13 aprile 1723, una delleprime attestazioni massoniche date alle stampe. Neldocumento leggiamo che tra le forme utilizzate perriconoscere un Massone fuori dalla Loggia c’è quella diosservare se quando egli scende da cavallo “adagia lestaffe sopra il collo del cavallo” mentre per chiamare un

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Massone fuori da un consesso di persone si deve“tossire tre volte o battere contro una cosa qualunque trevolte”. Ultima citazione, nel catechismo “The GrandMystery of Free-Masons Discover’d” del 1724 tra i segniper riconoscere un Massone vi è quello di passarsi “pertre volte i due indici sulle palpebre” o a “capovolgere unbicchiere, o qualsiasi altra cosa vuota, dopo avercibevuto”. E gli esempi potrebbero continuare.Ora, alla luce di quanto riportato, parlare ditrasmissione di una ‘conoscenza esoterica’ (comeasseriscono gli storici inglesi Knoop, Jones e Hamer) inun contesto simile mi sembra alquanto improbabile epoco credibile. Ciò avverrà certamente nei successivirituali, ma, come vedremo, dovranno trascorreresvariati decenni prima di arrivare ad una forma ritualeche potremmo definire “iniziatica”.

Cap.2Lo sviluppo del rituale e l’introduzione della

componente ‘esoterica’

“Ci sono due diversi tipi di persone nel mondo, coloro che vogliono sapere, e coloro che vogliono credere.”Friedrich Nietzsche

I Rituali si ‘trasformano’

Leggendo i primi catechismi manoscritti e a stampa ciòche colpisce principalmente la nostra attenzione è come

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essi siano differenti tra loro. Queste differenzeriguardano praticamente tutti gli elementi presenti nellacerimonia, dai Simboli alle Parole, dai Gioielli alle Luci. Nel catechismo Sloane n°3329 in riferimento ai Gioielli ealle Luci leggiamo: D. Quanti Gioielli appartengono allavostra Loggia?R. Ce ne sono tre: il Pavimento a scacchi, la StellaFiammeggiante e il Bordo dentellato.D. Quante Luci vi sono nella vostra Loggia?R. Tre: il Sole, il Maestro e a Squadra.Nel catechismo Dumfries n°4 (1710 circa) i gradini dellaScala di Giacobbe sono tre e rappresentano la Trinità,mentre le tre Luci rappresentano Il Maestro, ilCompagno d’Arte e il Sorvegliante.Nel catechismo Kevan (1714-1720 circa) si menzionanoi “Punti della Corporazione” (che diverrannosuccessivamente i Cinque Punti della fratellanza), essisono cinque, ossia “piede contro piede, ginocchio controginocchio, cuore contro cuore, mano contro mano eorecchio contro orecchio. (li troviamo in altricatechismi).In un catechismo del 1724, ‘The Whole Institution ofMasonry’, si menzionano nuovamente le Luci di unaLoggia, ma questa volta sono ‘dodici’, ossia: Padre,Figlio, Spirito Santo, Sole, Luna, Maestro Massone,Squadra, Regolo, Filo a Piombo, Riga, Maglietto eScalpello.Un catechismo molto interessante è il manoscrittoGraham (1726). Nel testo vi è una particolaredefinizione di Libera Muratoria, alla richiesta al

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Candidato “Perché è stata chiamata Libera Muratoria” larisposta è “Primo perché è un libero dono di Dio ai figlidegli uomini, secondo è libera dall’intrusione degli spiritiinfernali, terzo è una libera unione tra i Fratelli di questosacro Segreto che deve restare per sempre”. Un’altrapeculiarità del documento è la narrazione di unaleggenda che sarà poi presumibilmente di ispirazionealla successiva Leggenda Hiramica inserita da Prichardi n Masonry Dissected nel Terzo Grado. La leggendariportata nel catechismo Graham è collocata nel 2°Grado e narra di come Sem, Cam e Jafet si spinsero allaricerca della tomba del loro padre Noè per cercarequalcosa che li guidasse verso il vero Segreto da Noèstesso professato ma mai svelato; i tre fratellistabilirono che qualora non avessero trovato la ‘cosavera in se stessa’ avrebbero considerato come il Segretola prima cosa scoperta, in quanto ispirati in tale ricercadalla volontà di Dio e, cito letteralmente: “Arrivaronocosì alla Tomba, senza trovare altro che il cadavere quasidel tutto decomposto. Lo afferrarono per un dito, che sistaccò, e così giuntura dopo giuntura fino al polso equindi al gomito. Raddrizzarono allora il cadavere e losostennero ponendosi piede contro piede, ginocchiocontro ginocchio, petto contro petto, guancia controguancia e mano sulla schiena e supplicarono: Aiutaci oPadre!”. Come leggiamo dal testo, qui i “Cinque Punti”precedentemente considerati “della Corporazione”,vengono ora inseriti all’interno di una Leggenda che litrasforma sostanzialmente nei nostri attuali “CinquePunti della Fratellanza”. Come detto, Prichard in9

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‘Masonry Dissected’ ‘rivisitò’ la ‘Leggenda di Noè e deisuoi figli’ trasformandola nella ‘Leggenda di HiramAbiff’, inserita questa volta in un sistema di Tre Gradi. Nel catechismo ‘The Grand Mystery Laid Open’ (1726)vengono menzionate le “prese”, definite Segni Temporali(Temporal Signs). Esse sono tre: “Il primo è una Presacon le prime due dita ed è chiamata Jachin e Boaz; ilsecondo è una Presa del polso ed è chiamata Gibboam eGibberum; il terzo è una Presa del gomito ed è chiamataThimbulum e Timbulum”. Vi sarebbero poi sei SegniSpirituali che non venivano divulgati ai Neofiti “inquanto cabalistici”. Ma questi segni scopriamo poi chealtro non sono che i ‘Cinque Punti della Corporazione’con aggiunta di un Sesto. Il catechismo è interessanteanche per un altro riferimento, alla domanda rivolta alcandidato “Com’è chiamato Dio” egli risponde “LaylahIllallah”, ossia la prima parte dell’’Attestazione di Fede’per i musulmani. Altro riferimento lo troviamo in unasuccessiva domanda: “Chi inventò la parola segreta?” lacui risposta è “Checchehabeddin Jatmouny” che potrebbeleggersi come il nome arabo “Shaikh Shihab ed-Din”ossia “Maestro amante della Tradizione”5.Nel catechismo ‘Wilkinson’ (1727 circa) si fa riferimentoa i Gioielli “immobili”, ossia il Pavimento a mosaico, laPietra di riferimento e la Pietra sgrossata, e Gioielli“mobili”, ossia la Quadra, la Livella e il Filo a Piombo.Come in altri catechismi ritorna il riferimentoall’abbigliamento del massone e in particolare del

5� Catechismi Massonici, A.C. Pardes, 2017, pag.144.

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Maestro, ossia “una giacca gialla e un paio di pantaloniblu”.Da quanto letto si evidenzia come la ritualità fosse in uncerto senso ‘personalizzata’ a seconda del contesto edella Loggia che la praticava, soltanto con il catechismoMasonry Dissected si arriverà come vedremo ad unaprima ‘omogeneizzazione’ del rituale.Negli anni si procedette quindi alla modifica rituale permezzo di aggiunte e aggiustamenti, graduali masistematici, operazione che ebbe la sua fase finale con ilrituale prodotto dalla Loggia di Riconciliazione tra il1813 e il 1816.Le fasi di questa ‘trasformazione’ e ‘uniformazione’rituale possono essere sostanzialmente ricondotte aquattro importanti documenti: Masonry Dissected diPrichard (1730), Illustration of Masonry di Preston(1772), il Rituale della Loggia di Riconciliazione (1813-1816) che nell’Emulation ha una delle sue forme piùfedeli, la ritualità dell’Arco Reale.

‘Masonry Dissected’ di Samuel Prichard

Samuel Prichard diede alle stampe Masonry Dissectednell’ottobre del 1730. Il catechismo riveste unaposizione importante in quanto il testo ebbe unostraordinario successo e diffusione sia tra iLiberimuratori che tra i semplici curiosi (venti edizionifurono pubblicate tra il 1730 e il 1760). Nel catechismo c’è una prima sistematizzazione di tuttoil materiale precedente, operazione poi ripetuta dalla11

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Loggia di Riconciliazione quasi un secolo dopo.Considerare le innovazioni del catechismo fermandocialla struttura trigraduale e al la Leggenda hiramicasarebbe riduttivo, esso infatti è molto complesso e sidifferenzia radicalmente da tutto ciò che lo hapreceduto, pur ispirandosi ai catechismi già in uso.Il catechismo è strutturato in forma di domande erisposte (a parte una breve introduzione). Il Grado diApprendista è composto da 92 domande, il Grado diCompagno d’Arte, molto più breve, ne comprendevasoltanto 33, ma, come vedremo, vi comparivano per laprima volta interessanti novità come maggioridescrizioni delle Colonne, la Camera di mezzo, la ScalaCurva e una descrizione sulla Lettera G, il Grado diMaestro o ‘Parte del Maestro’ era formata da 30domande e risposte.La prima cosa che risalta all’occhio in Masonry Dissectedè come tutte le precedenti espressioni ‘goliardiche’scompaiano dal rituale (così come i riferimentiesplicitamente religiosi), mentre i richiami alle ‘Parole’,alle ‘Luci’, ai ‘Cinque Punti della Fratellanza’ e altreparti del rituale diventeranno sostanzialmente quelli inuso oggi. Ma soprattutto compare nel 3° Grado laf o n d a m e n t a l e ‘ L e g g e n d a H i r a m i c a ’ c o m erappresentazione della fondamentale ‘ars moriendi’.Va ricordato che l’introduzione di un Terzo Grado nonsia da attribuire al Pritchard, il Terzo Grado infattisostanzialmente venne creato come una divisionedell’originario Primo Grado in due parti, cosicchél’originario Secondo Grado (che comprendeva

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inizialmente i ‘Cinque punti della Corporazione’)divenne il Terzo, ma non abbiamo documenti perstabilire con precisione quando ciò avvenne. Confermala troviamo in un precedente catechismo, il citatoManoscritto Graham (1726), nel quale si fa riferimentoad un’ammissione, una promozione ed una elevazione, enel Manoscritto Sloane 3329 del 1700, che definiscegiusta e perfetta una Loggia quando è formata da dueapprendisti, due compagni e due maestri (ma ilcatechismo non sembra contemplare più di due segreti).Il riferimento più remoto e una divisione del rituale intre gradi è quello che figura nel Manoscritto TrinityCollege (1711), nel quale vengono distinte tre classi dimuratori, ciascuna con i suoi particolari segreti, ma nonviene esplicitata nessuna ritualità in riferimento ai TreGradi. In Masonry Dissected vi sono riferimenti che ritroviamoriportati esattamente nel nostro odierno rituale, ilriferimento alla “privazione dai Metalli”, quello alla“Saggezza, Forza e Bellezza”, gli “Arredi” (definitinell’Emulation “Ornamenti”), il “Pavimento a Mosaico”, la“Stella Fiammeggiante”, il “Bordo dentellato”, i “GioielliMobili” (la “Squadra, la Livella e il Filo a Piombo”) e i“Gioielli Immobili” ( l a “Tavola da disegno” ( d i“Tracciamento” in Emulation), la “Pietra Grezza e laPietra Sgrossata”), le “Luci minori” ossia “Il Sole, la Lunae il Maestro Massone” e le loro funzioni “Il Sole pergovernare il giorno, la Luna la notte e il Maestro Massonela sua Loggia”. Di riferimenti ce ne sarebbero altri mafondamentali, dal punto di vista strettamente ‘esoterico’,13

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sono a mio parere quelli riguardanti il “Centro” definito:“Il Punto è il Centro (attorno al quale il Maestro non puòerrare)”, e la ‘compitazione’ (durante la cerimoniadell’Iniziazione) della Parola (in questo caso sia Boazche Jachin).Nel Terzo Grado della Libera Muratoria e soprattuttonella Leggenda che contiene l’allegoria della Morte diHiram, troviamo la più importante delle analogie tra ilrituale liberomuratorio e quello delle antiche SocietàMisteriche, stiamo parlando appunto della ‘morteiniziatica’. Il ritrovamento del corpo del Dio odell’Archetipo “sacro”, chiamata nei Misteri euresi, e ilsuo recupero dalla terra per essere onorato in un postosacro, riveste infatti un ruolo fondamentale sia neirituali delle Società Misteriche come in quelli dellaLibera Muratoria.6 Lo scopo della morte iniziatica èmorire a sé stessi per ritrovare il Divino che è in noi,come scrive Guido De Giorgio “la tradizione fa chel’uomo ritrovandosi Lo ritrovi, ritrovi Dio, ma esige chel’uomo necessariamente muoia ritrovandosi, poiché eglideve rifare il percorso della voragine originata dallacaduta, deve uccidere l’ignoranza, abolirla, risolverla insaggezza, far sì che la sua morte sia la sua vera vita e chela conoscenza del suo profondo sia la conoscenza di Dio”.7

A n c h e i mystai, come il Libero Muratore nella‘attualizzazione’ del Mito di Hiram Abif, da parte loro“patiscono” qualcosa nell’iniziazione, anche se nonsempre è detto che l’Iniziato subisca generalmente lo

6� Fabio Venzi, Introduzione alla Massoneria, pag. 130.7� Guido De Giorgio, La Tradizione Romana, Edizioni Mediterranee, Roma, 1989, pag.95.

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stesso destino del dio, il primo iniziato. Le “sofferenze”sono connesse quindi all’aspetto dell’iniziazionecosicché il superamento della paura della morte possaessere vissuto e interpretato come anticipazione masoprattutto superamento della morte stessa. Il myste,l’iniziato, nel corso della cerimonia della ‘morteiniziatica’ vive la storia sacra della sua divinità; egli larivive in situazioni limite in cui si apre all’esperienza diun legame che supera la sua vita umana e in cui vivràcome un “uomo nuovo”.8 Come ricorda Mircea Eliade:“La maggior parte delle prove iniziatiche implica, inmodo più o meno trasparente, una morte rituale seguitada una risurrezione o da una nuova nascita. Il momentocentrale di ogni iniziazione è rappresentato dallacerimonia che simbolizza la morte del neofito e il suoritorno tra i vivi. Ma colui che torna alla vita è un uomonuovo, che assume un altro modo di essere. La morteiniziatica significa a un tempo la fine dell’infanzia,dell’ignoranza e della condizione profana…Tutti i riti dinascita e risurrezione, e i simboli che essi implicano,mostrano che il novizio ha varcato la soglia di un altromodo d’esistenza, inaccessibile a coloro che non hannoaffrontato le prove iniziatiche, che non hanno conosciutola morte”9, in conclusione ogni ri-generazione, ogni ri-nascita, è necessariamente e inevitabilmente precedutadalla morte, rappresentata allegoricamente nella

8� Marion Giebel, I cult misterici nel mondo antco, ECIG, Genova, 2000, pag. 28.9�Mircea Eliade, La Nascita Mistca, Rit e simboli d’Iniziazione, Morcelliana, 1974, pag.12-13.Titolooriginale, Birth and Rebirth, Rites and Symbols of Initaton, Harper e Row Publishers, New York,1958.

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ritualità massonica dalla ‘tragedia di Hiram’. Già nelFedone Platone ci insegna che la ricerca della verità è unesercitarsi a morire, tramite l’allegoria della ‘morteiniziatica’ e in linea con le dinamiche della misticacanonica la ‘leggenda di Hiram’ ci illustra come permezzo di un’auto-purificazione e auto-costruzione ilLiberomuratore muoia al suo Io attuale naturale e,sollevato dal suo stato di imperfezione, egli è portatonuovamente in perfetta unione con il Signore della vita edella gloria nella cui immagine è stato formato econformato, così è scritto nel Rituale dell’Arco Reale:“Liberato dai mortali avanzi lo spirito nostro ascenderàalla vita immortale…”. Questa ‘ricostruzione’ il corpomortale e l’’Io’ che lo rappresenta sono un ostacolo che,come tutta la mistica insegna, deve essere rimosso.E’ quindi nel Terzo Grado, e soltanto in esso, che siconclude la vera ‘iniziazione’ dell’’Adepto’. Nel TerzoGrado mediante la ‘contemplazione’, il Candidato siprepara infatti per l’ultima ora della sua esistenza; equando, grazie a tale contemplazione, esso vienecondotto attraverso gli “intricati sentieri di questa vitamortale”, viene istruito, infine, su come ‘morire’, questoarduo e impegnativo percorso che porta infine alla‘morte dell’Io’ è assimilabile ad “un viaggio di scopertacon capacità di penetrazione diverse da quelle di coloroche non sono mai partiti per un simile viaggio”.10

‘Illustration of Masonry’ di William Preston

10� R.D. Laing, La politca dell’esperienza, Feltrinelli, Milano, 1993, pagg. 117-118.

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Un testo che ritengo fondamentale nello sviluppo dellaritualità liberomuratoria è ‘Illustration of Masonry’ diWilliam Preston (1772). Sulla vita e le opere di questof o n d a m e n t a l e r a p p r e s e n t a n t e d e l p e n s i e r oliberomuratorio segnaliamo il pregevole ed esaustivosaggio, completo delle sue Lectures, di Colin Dyer‘William Preston and His Work’ del 1987. Preston venneiniziato nel 1763 in una Loggia degli ‘Antients’, più tardisi unì ai ‘Modern’ (Premier Grand Lodge’) dove ricoprìl’importante incarico di Assistente Gran Segretario.La prima edizione di Illustration of Masonry fu edita nel1772 e dedicata al Gran Maestro della Premier GrandLodge (‘Modern’) il Conte di Moira, il testo comprendevaalcune Lectures sul 1° Grado con riferimenti al 2° e 3° ealtro materiale riferito a cerimonie accessorie(consacrazione di una Loggia, funerale massonico ecc).Per la presentazione del suo lavoro Preston organizzòun grande ‘Gala’ con la presenza di Grandi Ufficiali diGran Loggia, dando ad alcuno la sensazione che eglistesse presentando non tanto uno ‘studio’ sullaLiberamuratoria ma una sorta di ‘nuovo‘ ritualecomprensivo di Cerimonie e Letture. In effetti Prestonstava semplicemente esprimendo dei consigli, che laGran Loggia avrebbe potuto accettare, rigettare omodificare, su come migliorare i contenuti rituali econcettuali della Libera Muratoria del tempo.L’ultima edizione di ‘Illustration of Masonry’, edita nel1804, è indubbiamente la più interessante. Sonosoprattutto interessanti a mio parere i primi due Libri17

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del nuovo testo, nel Libro 1, contenente 10 sezioni,Preston dà la sua interpretazione del concetto di‘Fratellanza’, ipotizza le origini del Craft, disserta sulledifferenze tra Liberamuratoria operativa e speculativa,sui segreti massonici e la charity, nel Libro 2, tratta inmaniera esplicita delle cerimonie ma aggiungeinteressanti commenti filosofici sul comportamentodentro e fuori la Loggia.11

Ma a mio parere la fondamentale importanza del testodi Preston è dovuta all’innovativo rapporto uomo-Natura che risalta dal rituale da lui proposto, tema inparte poi ripreso dal Rituale della Loggia diRiconciliazione e presente ancora oggi, seppure conmeno enfasi, nel Rituale ‘Emulation’. In ‘Illustration of Masonry’ il Liberomuratore è infatticollocato in uno rapporto con la Natura (menzionata inmaiuscolo in tutto il documento) che potremmodefinire, utilizzando un termine moderno, ‘olistico’.Nell’incipit dell’opera ‘Vindication of Masonry’ l’autorecosì si esprime: “Whoever reflects on the objects thatsurround him, will find abundant reason to admire theworks of Nature, and adore the Being who directs suchastonishing operation: he will be convinced, that infinitepower finish such amazing works.If a man were placed ina beautiful garden, would not his mind, on a calm surveyof its rich collections, be affected with the most exquisitedelight? The groves, the grottoes, the artful wilds, theflowery parterres, the opening vistos, the lofty cascades,the winding streams, the whole variegated scene, would

11� Martn Gandof, Over 300 Years of Masonic Ritual, Lewis Masonic, 2017, pagg. 156 – 158.

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awaken his sensibility, and ispire his foul with the mostexalted ideas. When he observed the delicate order, thenice symmetry, and beautiful disposition of every part,which though seemingly complete in itself, yet reflectedsurprising and new beauties on the order, so that nothingcould be wanting to make one beautiful whole, with whatbewitching sensations would his mind be agitated! A viewof this delightful scene would naturally lead him toadmire and venerate the happy genius of him whocontrived it.If the production of art can so forciblyimpress the human mind with surprise and admiration,with how much greater astonishment, and with whatmore profound reverence, must we behold the objects ofNature, which, on every hand, present to our viewunbounded scenes of pleasure and delight, in whichdivinity and wisdom are alike conspicuous? The sceneswhich Nature displays ere indeed too expanded for thenarrow capacity of man; yet it is easy, from theuniformity of the whole, to comprehend what may lead tothe true fource of happiness, the Grand Autor of existence,the supreme Governor of the world, the one perfect andunfullied Beauty”12.Come detto, questi temi vennero poi ripresi in parte dalRituale Emulation dove si esorta il candidato ad:“ascoltare la voce della Natura, che testimonia come,anche in questo organismo mortale, risieda un principiovitale ed immortale” e ancora: “E’ con la contemplazionedella Natura che arriviamo a prepararci all’ultima oradella nostra esistenza, tale contemplazione dopo averci12� William Preston, Illustraton of Masonry, Second Editon corrected and enlarged, London, 1775.19

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accompagnato durante gli intricati sentieri e vicissitudinidella nostra vita, ci istruisce su come morire”.L’”Iniziato” si trasforma in un individuo in perfettacomunione c o n l a Natura, che si riappropria delrapporto diretto col mondo, del nucleo “elementare” checostituisce l’essenza ultima delle cose. Le sfere delsociale non lo riguardano, l’’Iniziato’ si muove a suo agiosoprattutto nello spazio elementare della Natura. Lanuova ‘sensibilità’ acquisita gli permette di esplorarenuovi orizzonti, se la conoscenza razionale ha alienatol’uomo dalla Natura e dal suo linguaggio originario, la‘conoscenza per intuizione’ dell’iniziato gli permette, alcontrario, di sintonizzarsi sulla stessa l ineadell’osservato, essa gli permette l’accesso all’indistinto,l’indiviso o meglio l’atemporale.Per i suoi scritti Preston venne espulso dalla PremierGrand Lodge nel 1779 subendo per i suoi ‘crimini’ ancheun processo pubblico…

Il Rituale ‘Emulation’

Nel 1809 la Premier Grand Lodge in un primo progettodi riavvicinamento con la Gran Loggia concorrente (‘GliAntients’) concepì una Loggia di Promulgazione (1809-11) composta da sette Senior Grand Officers dell’anno, eun numero di Fratelli esperti in fatto di rituali, neltentativo di arrivare ad una soluzione riguardo laritualità che potesse essere accettata da ambedue leparti per procedere poi ad una possibile unificazionedelle due Gran Logge.

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Il progetto ebbe buon fine e le due Gran Logge ‘nemiche’decisero, dopo più di mezzo secolo di ostilità, diconvergere in un’unica Gran Loggia. Dopo anni dipreparativi, il 27 Dicembre 1813, nacque la Gran LoggiaUnita d’Inghilterra, con il Duca di Sussex come primoGran Maestro.I ventuno articoli dell’unione furono redatti da altidignitar i del le due Gran Logge , per esseresuccessivamente ratificati. Alcuni articoli riguardavanola costituzione di una speciale Loggia, definita di‘Riconciliazione’, composta da Venerabili ed ex-Venerabili di entrambe le Obbedienze, che si sarebbedovuta occupare della nascita di un nuovo ritualecomune. Commenta in proposito lo storico ingleseBernard Jones: “La Loggia di Riconciliazione istituita inbase agli Articoli dell’Atto di Unione aveva come membri idue Gran Segretari e nove Fratelli di ciascun gruppo;l’anno successivo sei di costoro avevano cessato diappartenervi, ed in loro vece ne furono nominati altridieci. La Loggia si occupò dei dettagli dell’Assemblea incui l’Unione venne ratificata e ricevette l’incaricoprecipuo di “promulgare e far sì che l’istituzionerestaurasse in Inghilterra il puro ed immacolato sistema,la perfetta riconciliazione, l’unità di obbedienza, legge,rituale, linguaggio ed abbigliamento”. Essa rimase in vitafino al 1816 e portò avanti l’opera iniziata dalla Loggiadi Promulgazione; stavolta però si trattava di concordareun insieme di cerimonie che fossero accettate da tutto ilgruppo riunito, mentre la Loggia di Promulgazione avevalavorato esclusivamente per i “Moderni”. Furono rivisti, in21

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uno spirito di riconciliazione, tutti i gradi e le cerimonie, evenne svolta una grande mole di lavoro informativo. Sidecise, ad esempio, che le logge inviassero un Maestro edun Sorvegliante alle riunioni della Loggia diRiconciliazione affinché potessero imparare il ritualeconcordato e darne in seguito necessaria istruzione allelogge. I membri della Loggia di Riconciliazione feceroinoltre visita a molte logge a scopo di istruzione.”13 Gli storici dell’argomento sono sostanzialmented’accordo nell’affermare che il materiale a disposizioned e l l a Loggia di Riconciliazione siano stati queidocumenti, sostanzialmente rituali in forma dicatechismi ed exposure, che possiamo identificarecronologicamente con i seguenti: Masonry Dissected(1730), Three Distinct Knocks (1760), Jachin e Boaz(1762), Candis Disquisition di Welling Calcott (1769),Illustration of Masonry di William Preston (1772 la 1°edizione), Spirit of Freemasonry di William Hutchinson(1775), Uses and abuses of Freemasonry di George Smith(1783), The Master Key di John Browne (1798), MasonicTreatise di William Finch (1802).Il 7 dicembre 1813, venti giorni prima dellariunificazione delle due Gran Logge, la Loggia diRiconciliazione fu autorizzata sia dai Modern che dagliAntients. I documenti post-unione dimostrano che irituali prodotti dalla Loggia di Riconciliazione nonavevano seguito pedissequamente le raccomandazionidella Loggia di Promulgazione ma furono prodotti alcunisostanziali cambiamenti di cui non esistono copie

13� Bernard E. Jones, Guida e Compendio per i Liberi Muratori, Athanòr, Roma, pagg.221-222.

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ufficiali. La Loggia di Riconciliazione produsse quindi unrituale del quale alcuni suoi esperti personalmentediedero dimostrazioni a Londra e nelle province fino al1816.Il primo rituale post-unione fu pubblicato da GeorgeClaret, che aveva partecipato a sei meeting della Loggiadi Riconciliazione, nel 1838, senza approvazioneufficiale. I due rituali che si ritengono più simili allaforma adottata nel 1813 sono l’Emulation e lo Stability, ilprimo venne pubblicato ufficialmente per la prima voltasoltanto nel 1969.Nonostante le differenze tutti i rituali in uso, a partepoche Logge in Bristol e alcune nel Nord dell’Inghilterra,derivano dal rituale della Loggia di Riconciliazione. Sinoad oggi la UGLE non ha mai riconosciuto un particolarerituale ufficiale pur che gli esistenti non violino gliantichi landmarks.Ne l 18 2 3 f u fon da ta la “Emulation Lodge ofImprovement” sotto l’autorizzazione di una Loggia diderivazione “Antica” la ‘Royal York Lodge ofPerseverance’ n° 7, poi , nel 1830, passò sotto l’autoritàdi una loggia “Moderna” la ‘Lodge of Unions’, n° 256, ifondatori appartenevano per metà a logge del “Antiche”e per metà a logge “Moderne”. Ad oggi continua il suolavoro di istruzione riunendosi ogni Venerdì alle ore18,15 alla Freemasons' Hall, Great Queen Street, Londra.Leggendo il Rituale ‘Emulation’ è evidente come letrasformazioni precedenti siano state in essosapientemente integrate all’interno di una ritualitàcomplessa, organica e ricca di allegorie e simboli.23

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Soprattutto i simboli, e in particolare il riferimento al‘Centro’, ne evidenziano la sua componente, ora‘esoterica’, ossia che necessita di una interpretazioneprofonda per arrivare alla comprensione di unsignificato ‘nascosto’ dal simbolo stesso.Come è scritto nei nostri rituali, Dio rappresenta ilCentro, il nostro costante riferimento, un Centro daintendersi come una Sophia Perennis dalla qualenascono e originano tutte le ‘forme’ tradizionali. E’ dalCentro che esse originano e nel Centro esse confluiscono,ed è soltanto nel Centro che si opera l’unificazione dellaTradizione primordiale e tutte le manifestazioni storichedi essa, le quali, pur rimanendo differenti e distinte,rivelano l’essenza di una Verità divina e indivisibile,perché “Il centro è, prima di tutto, l’origine, il punto dipartenza di tutte le cose; è il punto principale, senzaforma e senza dimensioni, dunque invisibile, e, diconseguenza, la sola immagine che si possa daredell’unità primordiale. Da esso sono prodotte, perirradiazione, tutte le cose, come l’unità produce tutti isuoi numeri, senza che la sua essenza ne riescamodificata o intaccata in alcuna maniera.”14

Quella del Centro è una simbologia antica, un ‘archetipo’junghianamente parlando, quindi sempre presente intutte le civiltà, esso viene riportato alla luce eriattualizzato, o, direbbe Jung, riaffiora dall’inconsciocollettivo, a seconda delle circostanze (o da un punto divista Tradizionale, seguendo i ritmi cosmici), scrive a talproposito Mircea Eliade: “La validità del simbolo in

14� René Guénon, Simboli della scienza sacra, Adelphi, Milano, 1990.

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quanto forma di conoscenza, tuttavia, non dipende dalgrado di comprensione di questo e quell’individuo. Testi emonumenti figurati ci mostrano ampiamente che, almenoper certi individui di una società arcaica, il simbolismodel “Centro “ era trasparente nella sua totalità; il restodella società si limitava a “partecipare” al simbolismo. E’del resto difficoltoso precisare i limiti di una talepartecipazione: essa varia in funzione di un numeroindeterminato di fattori. Si può solo dire chel’attualizzazione di un simbolo non è meccanica: essa è inrelazione con le tensioni e con le alternanze della vitasociale, in ultima istanza con i ritmi cosmici.”15 Questospiega la necessità, nella Libera Muratoria come in tuttele altre Scuole Iniziatiche, della ‘consacrazione’ del luogoin cui sarà successivamente svolto il rituale, il lavoroiniziatico, la creazione cioè di uno spazio ‘sacro’all’interno del quale concepire un Centro, le successive‘deambulazioni’ in forma circolare avranno lo scopo dirigenerarlo, rinnovarlo, attualizzarlo.Un’altra importante innovazione del Rituale Emulation èil sistematico utilizzo del termine ‘Elevazione’ inriferimento al Terzo Grado. Negli scritti dei mistici ilpercorso di conoscenza di Dio, l’esperienza di Dio, èspesso definito con il termine ‘Elevazione’.Nel rituale liberomuratorio la parola ‘Elevazione’ fa lasua comparsa incidentale soltanto nel 173716, in altricatechismi manoscritti e a stampa risalenti al Settecentoe i primi dell’Ottocento si utilizzavano infatti i termini

15� Mircea Eliade, Immagini e Simboli, Jaca Book, Milano, 1991, pag.26.16� Lionel Vibert, Lezioni Prestoniane, pag. 38.25

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‘creare’, ‘ammettere’, ‘ricevere’, e anche ‘passare’ iMaestri, lo stesso William Preston nel suo ‘Illustration ofMasonry’ del 1775 parla di ‘iniziazione’ di un MaestroMuratore.La terminologia ‘Elevazione’ compare in manieraorganica soltanto nel Rituale post-unione del 1816,Rituale del quale i successivi ‘Emulation’ e ‘Stability’sono le espressioni più fedeli.La mistica Angela da Foligno (1248 – 1309), utilizza piùvolte nel suo linguaggio il termine ‘Elevazione’ adindicare il suo percorso spirituale verso Dio, da ‘Il librodella beata Angela da Foligno’ leggiamo: “Essendo cosìelevata nello spirito, durante il periodo della quaresima,io fui unita a Dio in una maniera diversa da quella che miera abituale”. Anche Karl Rahner nel testo ‘Dio della miavita’ così scrive: “Senza di te, sprofonderei nella miaristrettezza squallida e dubbiosa. Non sentirei mai ildolore del desiderio bramoso, nemmeno di rinunciaredeliberatamente ad essere contento di questo mondo, sela mia mente non si fosse molte volte elevata al di sopradei propri limiti nei punti più silenziosi che sono pienisolo di te, l’infinito silenzioso.”Da questi esempi è chiaro che la scelta compiuta daicompilatori dei Rituali liberomuratori di utilizzare per ladefinizione del Terzo e conclusivo Grado il termine‘Elevazione’ non poteva essere certamente casuale.

L’Arco Reale e il Rituale ‘Aldersgate’

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Abbiamo precedentemente visto come l’Esoterismo deiTre Gradi simbolici rappresenta pienamente il percorsoiniziatico liberomuratorio, senza bisogno di ulteriorisuperfetazioni o aggiunte. L’unica precisazione da fareal riguardo è che tale Esoterismo trova il suo naturalecompletamento nella ritualità dell’Arco Reale,generalmente non considerato come un Gradoaggiuntivo ma una sorta di ulteriore ‘sviluppo’ del TerzoGrado. Se il tema principale della Libera Muratoria deiTre Gradi è la costruzione del Tempio di Re Salomone,nell’Arco Reale si fa riferimento alla ‘ricostruzione’simbolica del Tempio dopo la cattività babilonese. Da unpunto di vista strettamente documentale non vi sono adoggi prove che la Libera Muratoria dei Tre Gradi e quelladell’Arco Reale abbiano una comune radice od origine.Né esiste alcuna prova attendibile che la ritualitàdell’Arco Reale sia stata creata tramite una ‘mutilazione’del Grado di Maestro. Detto questo, certamente non è daescludere, anzi è riscontrabile, che tra la ritualità deiprimi Tre Gradi simbolici e quella dell’Arco Reale visiano state quantomeno delle ‘contaminazioni’. Nelrituale liberomuratorio possiamo rilevare elementi chericordano le dinamiche del ‘processo di individuazione’junghiano, soprattutto nella fase del rituale in cui vienedetto al candidato che sarà possibile ritrovare i ‘Misteri’( i l Sé) perduti per la prematura morte dell’architettoHiram Abif (il nostro Io) con il ‘Centro’, un puntoall’interno di un Cerchio, ossia, di una ‘Circonferenza’.Sappiamo che Jung, prendendo spunto dalla simbologiaalchemica, individuava nel Cerchio la ‘Quaternità’, ossia27

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l’archetipo della totalità o del Sé (il Cerchio per la suaforma perfetta e la Quaternità, in quanto quattro è ilnumero minimo di parti in cui può essere naturalmentediviso il Cerchio): “Quaternità e Cerchio, l’uno sottolineal’inclusione dell’Io nel più vasto ambito del Sé, l’altroaccentua la rotazione, che appare anche comecircumambulazione rituale. Psicologicamente larotazione denota il concentrarsi dell’attenzione edell’interesse su un centro, concepito come il centro d’uncerchio e formulato perciò come punto.”17 A questoproposito, ricorda ancora il Jones: “sappiamo che neirituali specifici dei Tre Gradi non è rimasta nessunamenzione di alcun sollevamento di pietre, presente nelrituale degli anni 1730 e noto a John Coustos; tuttaviatale motivo, ampliato e radicalmente sviluppato, ha unaprecisa collocazione nel rituale dell’Arco Reale”18,conseguentemente, conclude Jones: “La nostra opinionein materia è che non crediamo che l’Arco Reale si siasviluppato dalla stessa fonte del Grado Hiramico, néabbiamo trovato traccia alcuna di una qualsiasiconnessione con la muratoria operativa. Neppureriteniamo che l’Arco Reale sia stato una vera e propriacostruzione. Crediamo che alcuni muratori e alcune loggeavessero fin dagli inizi familiarità con elementi oggiassociati al cerimoniale dell’Arco Reale. In proposito sonostato particolarmente colpito dall’indicazione di JohnCoustos, nella sua testimonianza quando era prigionierodell’Inquisizione, circa il sollevamento della pietra e il

17� Carl Gustav Jung, Aion, Bollat Boringhieri, Torino, 1997, pag.213.18� Bernard E. Jones, Guida e Compendio per i Liberi Muratori, Atanòr Roma, 2009, pag.13.

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rinvenimento del Nome Sacro. Neppure possiamotrascurare l’indicazione di Gould, che gli assaimenzionati, ma poco conosciuti, Gradi Scozzesi, praticatiall’inizio del 1700, avevano un carattere criptico eavrebbero benissimo potuto fornire le idee sviluppatesinella struttura dell’Arco Reale…In linea di massima iltema del racconto dell’Arco Reale è fornito da alcuneversioni di un’antica leggenda di una cripta, benfamiliare a delle persone colte. Il compilatore delracconto dell’Arco Reale inizialmente potrebbe aver fattoricorso a una o più di tali versioni e aver poi incorporatouna o più idee presenti nei cerimoniali dei Tre Gradi inuso in alcune logge. Con il materiale delle anticheleggende della cripta, i riferimenti al rituale dei Tre Gradie il racconto Vetero-Testamentario dell’esilio Ebraico, ilcompilatore era in grado di mettere in piedi un nuovogrado, o un rituale contenente la storia della volta, dellescoperte e la reiterata credenza nella ‘Parola’”.19 La maggior parte degli studiosi, anche nel dubbio che laleggenda Hiramica e quella dell’Arco Reale abbianoavuto un’unica origine comune, ritengono che l’ArcoReale sia in ogni caso un evidente ‘completamento’ delTerzo Grado. Così fu certamente considerato dagli‘Antients’ (L’Obbedienza ‘scissionista’ che nel 1751 sioppose al la originaria Gran Loggia definita,spregiativamente, dagli stessi, dei ‘Modern’), convintiche nel rituale dell’Arco Reale si sarebbe ritrovatoqualcosa che nel Terzo Grado era stato perduto; perquesto motivo, la cerimonia del Terzo Grado si19� Bernard E. Jones, Ibidem, pagg. 16-17.29

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concludeva preparando l’adepto per un ulteriore passoda svolgere in un successivo, e conclusivo, rituale.Se nel rituale ‘Emulation’ il punto focale e la grandeinnovazione rituale da un punto di vista iniziatico è la‘Leggenda di Hiram Abiff’, nell’Arco Reale la partefondamentale dell’esoterismo del suo rituale ruotaattorno alla ‘Leggenda della Cripta’, la scoperta di unacamera sotterranea posta sotto il Tempio diGerusalemme. Il documento più antico a disposizioneche riguarda la leggenda è del quarto secolo d.C. ed èattribuita ad uno storico della Chiesa, Filostorgio, cheperò colloca gli avvenimenti al tempo dell’ImperatoreGiuliano Flavio, detto l’Apostata (331-363), successoredi Costantino. La leggenda presentata nel rituale, purpresentando le stesse dinamiche narrate da Filostorgio,si colloca temporalmente molti secoli prima,precisamente al ritorno dalla cattività babilonese (circa536 a.C) dopo la distruzione del primo Tempio nel 586a.C. per ordine di Nabucodonosor. Circa settanta annidopo, Ciro re dei Persiani dopo aver conquistato a suavolta Babilonia consentì agli esuli Ebrei di tornare interra di Palestina e permise la ricostruzione dell’anticoTempio. La storia raccontata nel rituale narra delGovernatore Zorobabele che assistito dal SommoSacerdote Giosuè e dal Profeta Aggeo, si prodigherà perquesta ricostruzione, durante la quale viene scoperta lacripta, centro del messaggio esoterico del rituale.

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Un primo anacronismo20 che salta all’attenzione è che la‘volta ad arco’ di cui si parla nel rituale hacaratteristiche ovviamente medievali, non esistendoall’epoca dei fatti narrati nulla di simile, ma, come detto,ciò che interessa da un punto di vista iniziatico èl’allegoria che si vuole rappresentare nel momento incui i Soggiornanti, dopo aver rimosso alcune pietre dellavolta, permetteranno l’entrata nella cripta. E’esattamente all’interno della cripta infatti che ilSoggiornante trova un rotolo, il Volume della LeggeSacra perduto, e un piedistallo su cui sono incise leiniziali dei Tre Gran Maestri che contribuirono allacostruzione del primo Tempio, Re Salomone, Hiram Redi Tiro ed Hiram Habif (l’architetto del Tempiosuccessivamente ucciso), e “alcuni caratteri e parolemisteriose”, che, interpretate in riferimento a ciò chevenne perduto nel Terzo Grado e poi ritrovato nell’ArcoReale si è portati a credere che facciano riferimento alNome di Dio. Ma anche su ciò vi è una notevolediscordanza di vedute.Lo storico Harry Mendoza non condivide la spiegazioneche la Parola perduta sia il Nome di Dio, sottolineando, asupporto della sua tesi, che secondo molti teologi eesperti di esegesi biblica neanche nei momenti più scuridella diaspora ebraica il Nome di Dio venne maiperduto. Come interpretare quindi la Parola perduta e20� Ulteriori anacronismi riguardano la contemporanea presenza di Zorobabele, Giosuè e Aggeo aitempi di Ciro, soltanto durante la successiva epoca di Dario infat i tre si ritrovarono, essendoinizialmente Zorobabele partto da solo per la Palestna. Anche la presenza di Esdra e Neemia ècollocata in maniera temporalmente errata, essendo Esdra arrivato in Palestna setanta anni dopoZorobabele, e Neemia tredici anni dopo Esdra, occupandosi, tra l’altro, non della ricostruzione delTempio ma delle mura della cità. 31

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ritrovata? Mendoza consiglia di affrontare laproblematica da un punto di vista ‘metafisico’: perdutanel senso di “qualcosa che non si è riusciti a tenere inmente” e ritrovata come “scoprire qualcosa per la primavolta”.21 A nostro parere nell’interpretazione di Mendozanon vi è nulla di ‘metafisico’ né tanto meno di esotericoo iniziatico. Se proprio infatti volessimo dare unsignificato metafisico, o mistico, alla simbologia che civiene presentata, dovremmo supporre che l’Adeptocerchi di ‘ritrovare’ una consapevolezza perduta, quelladella sua natura divina, suffragata dallo svelamento, alculmine del rituale, del Nome di Dio.Da un punto di vista simbolico ciò che risaltacostantemente nella ritualità i simboli della Quaternità edella totalità assumono un aspetto fondamentale. Ilsimbolo del ‘Quattro’ torna infatti ricorrentemente nellasimbologia e nella ritualità dell’Arco Reale, essa comparenelle ‘battute’ o ‘colpi’ dei Tre Principali, quattro sono gliStendardi con i simboli del Leone, dell’Uomo, dell’Aquila,e del Bue. Ma soprattutto la quaternità è sintetizzata nelSigillo di Salomone, simbolo formato da due triangoliequilateri che si intersecano, dei quali quello con ilvertice rivolto verso l’alto rappresenta il Fuoco mentrequello con il vertice rivolto verso il basso l’Acqua. Iltriangolo del fuoco, con il lato orizzontale dell’altrotriangolo, rappresenta l’Aria, mentre il segno inversorappresenta la Terra; in conclusione, esso è la

21� Harry Mendoza, Fify Royal Arch Questons Answered, September 1994, pag.12.

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r a p p r e s e n t a z i o n e d i t u t t i g l i e l e m e n t i econseguentemente l’unione degli ‘opposti’.22

Conclusioni

“Lo stile è superiore alla verità, porta in sé la dimostrazionedell’esistenza.”Gottfried Benn“Migliorare lo stile significa migliorare il pensiero.”Friedrich Nietzsche

Come si evince dal rapido excursus proposto, i ritualilibero muratori nel tempo si sono radicalmentemodificati e, a seconda dei casi e ovviamente in aggiuntaagli esempi da me proposti, in essi è stata inserita unaevidente componente esoterica e iniziatica. Talecomponente ha avuto come scopo di creare, tramite ilrituale, una situazione diversa e particolare, una sorta di“bolla spazio-temporale” all’interno della quale ilLiberomuratore vive la sua peculiare ‘visione delmondo’. Se ne deduce la creazione di una nuovaspazialità deterritorializzata che utilizzando un terminedi Foucault potremmo definire “eterotropia”, ossia un“luogo senza luogo, che vive in sé stesso”, “uno spazioillusorio che indica come ancor più illusorio ogni spazioreale” ma che anche si realizza effettivamente comeluogo di condensazione di emozioni concretamenteesperite.23

22� Fabio Venzi, Il Liberomuratore tra Esoterismo e Tradizione, Setmo Sigillo, Roma, 2014, pag. 275.23� Michel Foucault, Eterotropia, Millepiani n° 2, Milano, 1994, pagg. 9-20.33

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La Loggia diventa così, sempre per rimanere nellametafora di Foucault, una sorta di “nave”, una nave“frammento galleggiante di spazio” . Da qu est aesperienza, da questa “bolla”, portiamo, o megliotrasferiamo, nella vita profana i nostri principi,sperimentiamo tale esperienza acquisita, la rendiamocosì non ‘ortodossia’ ma ‘ortoprassi’. In questa‘ortoprassi’ agiamo, ossia non ci limitiamo a fornire lenostre ‘opinioni’ (che spesso rimangono sterili e inutili)ma tendiamo a rappresentare una corretta condotta divita.

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