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ANNO III Numero 10 Febbraio 2008

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Anno IV, n° 10 Febbraio 2008

STYLUSPubblicazione quadrimestraleAutorizzazione n°5780 del 14/05/2004del Tribunale di Torino

Direttore responsabileMauro Bossola

Direttore editorialeSalvatore Taormina

Hanno collaboratoPER I TESTI:Dario ScanuFelice MinolettiMauro BossolaPaolo MoiselloRoberto BoninsegniSalvatore TaorminaFilippo Pinzone

PER LE IMMAGINI:Paolo Moisello

AmministrazioneDirezione e RedazioneC/o FABIVia Guarini, 4 10123 TorinoTel. 011 5611153Fax 011 540096Sito internet: www.fabintesasanpaolo.ite-mail: [email protected]

[email protected] 17IL SORRISO LANGUIDO DEI VILI

Il GrilloPARLANTE

Venti di ponente 4CONTRATTI DI SVOLTA

a cura di Mauro Bossola

16PANTA REI

(TUTTO SCORRE)

LiberaMENTE

13Ultimi accordi in Intesa Sanpaolo

a cura di Filippo Pinzone

INTESA SANPAOLO

Sommario3

IL CORAGGIO DI CAMBIAREa cura di Salvatore Taormina

Editoriale

7RIMINI, 12-13-14 NOVEMBRE 2007

IL COORDINAMENTO NAZIONALE

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CONGRESSI & CONVEGNI

14Congressi e Convegni

12 GIUGNO, LA RIUNIONE DEICOORDINATORI TERRITORIALI.

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Èccoci di nuovo qui, siamo quelli di“Stylus”, un giornale nato dal desi-derio di comunicare, per poter

esprimere i nostri pensieri, sindacali enon,in maniera libera. Dopo la fusione conIntesa sono cambiate molte cose, a qual-cosa ci si è dovuto adeguare già da subito,altre sono in corso d’opera, Stylus cam-bia nel modo di presentarsi, di arri-vare a voi, ma resta quello di sem-pre: una voce autorevole profonda escanzonata nello stesso tempo che si pre-figge di arrivare ai vostri cuori e confron-tarsi coi vostri pensieri e con le vostreidee. Il sistema è quello di sempre attra-

verso immagini che vi portino la voglia dianalizzare e riflettere sulle parole scritte. Itempi cambiano e noi con essi, arrivanonuove generazioni con esigenze diverseche richiedono sistemi di comunicazionediversi. Il futuro che ci attende è molto diverso e quindi anche perun giornale di successo come Stylus(di cui orgogliosamente ci vantiamodi riuscire a farlo almeno sfogliaredal 60/70% dei colleghi e non è cosada poco) è arrivato il momento ditentare nuovi traguardi. La sfida è prima di tutto con noi stessi, moltodipenderà dall’impegno e dalle motivazio-ni che sapremo trovare dentro di noi per

riuscire a manteneresempre vivo dentrodi voi l’interesse perun giornale che mi

permetto di definire“Speciale”. Il 2007 è

stato un anno difficile emolto impegnativo per

tutto il sindacato e in particola-re per la Fabi, la fusione e le proble-matiche relative, molte ancora incorso d’opera, hanno assorbito granparte delle energie di cui disponiamo.All’interno della nostra organizzazione

sindacale si è dibattuto a lungo sul da

farsi all’interno di un confronto costrutti-vo che si è rivelato proficuo e determi-nante per l’interesse dei lavoratori (unodei problemi del Sindacato di questitempi è anche quello di riuscire acomunicare ai colleghi a far percepi-re loro tutto quello che si fa, moltecose sono date per scontate ma c’è tantolavoro preparatorio prima di arrivare alleconclusioni di fatto e questo è veramentedifficile da trasmettere), all’interno delnostro giornale abbiamo cercato di darve-ne un’idea. Chiudo questo breve editoria-le sperando di non avervi annoiato trop-po con un saluto a tutti i colleghi che cistanno leggendo, ma in particolare a queicolleghi che non conosco che arrivano dabanche con una storia diversa dalla mia,con cui comunichiamo in qualche modoper la prima volta, spero di poterlo fare alungo e magari di coinvolgerli direttamen-te. Dire che la porta è aperta ai pensieri ditutti non è solo una frase scritta per piag-geria collettiva che lascia il tempo chetrova, la forza di questo giornale puònascere solo dalla rappresentatività delleanime di chi lo legge, noi speriamo di farbene, di fare come al solito il nostro lavo-ro al meglio, e aspettiamo come sempre ivostri graditi commenti e suggerimenti.

IL CORAGGIO DI CAMBIARE

ditorialea cura di Salvatore Taormina

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Il Tao

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Con la firma del contratto nazio-nale dei lavoro i bancari si sonofinalmente riappropriati del loro

futuro, interrompendo una spirale che nel2005 aveva visto la categoria cedere posi-zioni su questioni fondamentali.I giovani innanzitutto, perché dalla capacitàdi tutelare i nuovi assunti dipende la capaci-tà di salvaguardare ruolo e dignità del lavo-ro bancario.Contratti di apprendistato così come esi-stevano fino all’8 dicembre 2007,non hannosenso nel settore del credito.A più riprese siamo tornati sul tema del-l’inopportunità di utilizzare uno strumentocome quello per svariati motivi; ne voglioricordare solo i più evidenti:Avrebbe portato al complessivo depaupera-mento della posizione di colleghe e colleghiEra immotivata, visto che le aziende di cre-dito avrebbero dovuto comunque effettua-re assunzioni a copertura degli esodi pro-grammati e non avrebbe quindi dato luogoad alcun posto di lavoro in più.Il fragore della polemica politico-sindacaleaveva sommerso la giustezza delle nostreragioni.Queste ragioni erano e sono talmente

valide, che il nuovo contratto non solo lericonosce come tali, si incarica anche direcuperare tutte le assunzioni già effettua-te dal 2005 ai fini dell’applicazione dellenuove norme, che prevedono il raggiungi-mento del trattamento economico didestinazione dopo 18 mesi dall’ingresso inbanca.La richiesta di aumenti economiciadeguati e redistributivi rispetto aquelli ottenuti nel 2005, non è slegatadalla soluzione data alle politicheoccupazionali del settore.Infatti, un livello di salario di ingressotroppo basso e troppo protratto neltempo, avrebbe infatti finito per inde-bolire, come avvenne nel passato con-tratto, le stesse richieste di aumentopresentate per tutti.Il riconoscimento economico e normativodato all’apprendistato ha consentito così diraggiungere percentuali di rivalutazionedegli stipendi a due cifre, quelle stesse cheerano state da alcuni giudicate esagerate eirricevibili solo due anni or sono.Ma questi due anni non sono passati invano.La storia sindacale di questa categoria, chefa il paio con quella della FABI che compie

nel 2008 sessant’anni di vita, è dura amorire.I cambiamenti in corso nel settore, di cuistiamo ancora intravedendo solo l’esordio,vedono oggi un sindacato unitariamente piùconsapevole non solo delle difficoltà, maanche delle opportunità e delle possibilitàche si possono aprire.Ne è prova tangibile il successo della politi-ca sindacale nella nostra Banca, in BancaIntesa.Il Dr.Passera, in un incontro svoltosiall’esordio del processo di fusione, sirisentì del fatto che io usassi questa deno-minazione per la nuova banca, quandoquella ufficiale suonava diversa, compren-dendo anche il nome Sanpaolo.E’ evidente che l’accezione che usai era pro-vocatoriamente sbagliata.Ma anche per le banche la storia fa il suocorso, come per il sindacato.Il nostro obiettivo non deve essere quello dirifugiarci vuoti nominalismi, ma di daresostanza alle cose che facciamo, cercando difarle bene e nell’interesse dei colleghi edelle colleghe che ci danno fiducia.Il nostro compito non è quello di sedere neiconsigli di amministrazione o di fare vuoti

CONTRATTI DI SVOLTAMauro Bossola

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proclami: il nostro compito è quello di con-trattare migliori condizioni di lavoro all’in-terno delle aziende di credito e del settore.É quello che si sta facendo anche inIntesaSanpaolo, dove importantiaccordi stanno disegnando il nuovocontratto integrativo, cioè il nuovopatto di lavoro tra management edipendenti, non nell’ottica di vincitorie vinti, della omogeneizzazione, ma inquella della solidarietà e della armo-nizzazione dei trattamenti.Per il sindacato e per la FABI in particolare,per i suoi dirigenti sindacali, mi sembra que-sto il modo migliore per iniziare il nuovoanno: nelle assemblee, per discutere edapprovare gli accordi aziendali e il contrattonazionale di lavoro, con la consapevolezzache si sta insieme costruendo, mattonedopo mattone, la nuova casa contrattualeper le banche che verranno.Buon 2008!

Deborah Salomone, nell’articolo apparsone La Voce dei Bancari,“Barricate contro lafinanza globale”, era intervenuta sulla que-stione della stabilità economica e della sicu-rezza nazionale in tema di investimenti tran-sazionali da parte dei cosiddetti “fondisovrani”, cioè di quei fondi frutto dell’inten-zione di Paesi con forte capacità di investi-mento all’estero, che investono in strumen-ti ad alto rischio e ad alto rendimento comequelli azionari, in paesi terzi.Non è un fenomeno nuovo; basti pensare aicapitali arabi creati dai petrodollari negli

anni ’70 ed investiti allora in molte aziendeeuropee, come la FIAT o la Daimler.Quello che è cambiato sono le dimensio-ni, ormai gigantesche, di questi fondi.Secondo una stima di Morgan Stanley, illoro ammontare sarebbe oggi di circa2.500 miliardi di dollari (circa 1.800 miliar-di di euro), cioè quasi la metà delle riser-ve ufficiali di tutti i paesi del mondo, epotrebbero raggiungere nel 2015 addirit-tura i 12mila miliardi di dollari.Ma il cambiamento politicamente più signifi-cativo sta nel fatto che si sono affacciati su

questo mercato Paesi nuovi ed estrema-mente aggressivi, come la Cina e la Russia,quest’ultima anche tramite gruppi a control-lo pubblico come la Gazprom.Gli affari già realizzati toccano pesantemen-te le società del settore finanziario, come labanca inglese Standard Chartered e quellaolandese ABNAmro, oltre a quelle del ter-ziario in genere come nel caso dell’offerta,ancora in discussione, del Qatar per l’acqui-sizione dell’intero pacchetto azionario diSainsbury, una delle più importanti catene disupermercati inglesi.

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Venti di ponente - Venti di ponente - Venti di ponente

Il Governo tedesco e quello USA hannorecentemente chiesto al Fondo MontarioInternazionale e alla Banca Mondiale, diredigere una specie di codice di condottaper questi SWF (Sovereign Wealth Funds)soprattutto in tema di trasparenza verso imercati finanziari internazionali.Ma chi può prevedere e controllare qualisaranno gli obiettivi dei governi russo, cine-se o saudita e quali motivazioni li spingeran-no ad agire in futuro?Il comportamento dei grandi conglomeratidel sistema finanziario internazionale sta giàcreando ostacoli gravi ed imprevisti al buonfunzionamento dei mercati; che fare quandosono i market maker stessi ad alterare lecondizioni di mercato?È il caso dell’azione dei fondi private equityma anche, più banalmente, della recentecrisi dei mutui subprime.Chi avrebbe mai detto che avremmoassistito all’assalto dei settantaseisportelli della Northern Rock, l’ottavabanca inglese per grandezza, da partedei depositanti impauriti per il futurodei loro risparmi? Nessuna ragione economica oggettiva: sitratta di una banca che le autorità inglesihanno definito perfettamente sana e cherispetta ampiamente i requisiti patrimoniali.Ma è bastato che l’annuncio di aver chiestoed ottenuto un finanziamento straordinarioa lungo termine dalla Bank of England, che laNorthern Rock si è trovata a fronteggiare,in soli due giorni, il rimborso di quasi il 5%dei depositi (circa un miliardo di sterline) e

il crollo del 32% del suo valore di borsa.E più di un osservatore mette in guardiasul fatto che la crisi potrebbe lambireanche i fondi pensione statunitensi che,credendo di investire in obbligazioni “tri-pla A”, si ritrovano ora con perdite di cuinon si sa ancora la portata ma che potreb-bero ammontare, solo per il numero unoCalPers, a circa 2,5 miliardi di dollari.Allora è legittimo anche chiedersi quantovalga davvero una “tripla A”, se Moody’s e lealtre agenzie di rating hanno interesse a col-laborare con le banche di Wall Street percreare titoli con il massimo dei voti, perchésono i titoli di cui il mercato si fida.Ecco, la fiducia.Già messa a dura prova dai casi Cirio eParmalat, dal crack dei bond argentini e daitanti piccoli dubbi quotidiani sul proliferaredi prodotti finanziari inutilmente complicatie serviti ad un pubblico non in grado dicomprenderne rischi e benefici, la fiducia èun bene raro oggi sui mercati finanziari.Quale fiducia si può avere quando un quoti-diano come Il Sole 24Ore titola, il 6 settem-bre di quest’anno, “Le banche non hannofiducia nelle banche”? E dovremmo averlanoi, si chiede il cittadino-consumatore?Queste riflessioni ci portano sempre allostesso punto, oggi con maggiore urgenza diieri, quello della critica al pensiero unico,all’imperante corrente sulla creazione divalore per gli azionisti come unica logicache muove le imprese e gli investimenti, unaregola pienamente valida anche per le istitu-zioni finanziarie.

Eppure è ormai evidente ai più, che attivitàcosì strettamente correlate tra istituzionifinanziarie nazionali ed internazionali , daifondi sovrani a quelli di private equity, dallebanche internazionali ai fondi pensione ed ilmoltiplicarsi delle relazioni tra i diversi mer-cati, minacciano il fondamento critico chesta alla base stessa del sistema economicoliberale, e cioè che tutte le parti in causadispongano delle informazioni necessarieper prendere decisioni razionali.Sono troppe le certezze crollate inquesti anni rispetto al sistema finan-ziario internazionale, per ritenere suf-ficienti gli strumenti correttivi e auto-regolamentativi posti in essere auto-maticamente dai mercati.Occorre quindi rivedere molti ed importan-ti aspetti della regolazione dei mercati finan-ziari e rendere gli operatori più attenti nel-l’assumere rischi, senza eccedere nelle tute-le,ma vagliando i fatti accaduti e che potreb-bero accadere con una nuova attenzione.Molti potrebbero vedere in questa attitudi-ne una riproposizione di logiche protezioni-stiche o dirigistiche estranee ad una moder-na economia di mercato, che ci allontane-rebbero dalla tradizionale logica liberale delcommercio libero e globale.Ma sarebbe a mio parere più pericoloso fin-gere che i problemi non esistano o indulge-re confidando acriticamente nelle taumatur-gia del libero scambio e della mano invisibi-le; le banche e le istituzioni finanziarie ingenere non sono imprese qualunque:megliofarsene in fretta una ragione. ■

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CONGRESSI & CONVEGNIa cura di Salvatore Taormina

Si è svolto a Rimini, quest’anno,il primo coordinamento dellanuova Banca Intesa Sanpaolo. Si

è trattato di un momento di ritrovo im-portante in cui si è fatto il punto su tut-to quello realizzato finora: dalle inte-grazioni sindacali (cosa non facile, in fon-do c’è da considerare che arriviamo

da realtà molto diverse tra loro,ma lospirito che deriva dall’appartenere tut-ti a una grande organizzazione comeè la Fabi alla fine ha sicuramente faci-litato le cose e i risultati si vedono),agliaccordi finora sottoscritti con l’Azien-da (da dicembre 2006 a dicembre 2007se sono stati sottoscritti ben 26); per

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■ Federico Cantarini

■ Silvana Cairoli

■ Tavolo di presidenza

RIMINI, 12-13-14 NOVEMBRE 2007Il Coordinamento Nazionale

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arrivare a un piano programmatico chea partire già dalle prossime settimaneci vedrà impegnati – e non poco – sutemi di grande attualità e di vita-le importanza per i lavoratori co-me il recupero del potere sala-riale (anche attraverso le condizioniapplicate al personale riguardanti inparticolare i tassi dei mutui e le prov-videnze specifiche), e ovviamente suigrandi temi relativi alla fusione tra idue grandi gruppi Intesa e Sanpaolo la-sciati ancora aperti ma in via di defini-zione tra cui spicca su tutti il proble-

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■ Laura Guarnieri

■ Luca Bertinotti■ Fabio Scola

■ Angela Rosso

■ Ferdinando Saita

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ma della Cassa Assistenza, in que-sti giorni di grande attualità per viadelle proposte abbastanza “scabrose”dell’azienda, anche se non si perdonodi vista importanti problemi come laPrevidenza, ecc. Insomma un con-fronto continuo con l’Azienda che par-te però dagli spunti e dalle proposteche arrivano dai delegati (a tutti i livel-li: dalle R.S.A. ai Coordinatori dellestesse, ai responsabili delle varie Ban-che del Gruppo) di tutta Italia che han-no naturalmente espresso la voce deicolleghi che rappresentano ovviamen-

te con tutte le particolarità e le pecu-liarità proprie del territorio, un valoreimportantissimo (proprio perché arri-va da chi nel territorio è radicato datanto tempo e lo conosce alla perfe-zione con i suoi problemi e le sue ri-sorse) con delle indicazioni precise dacui una Segreteria sempre attenta co-me quella del gruppo Intesa-Sanpaolonon potrà prescindere nelle decisioniimportanti e saprà fare tesoro dei con-sigli e delle indicazioni pervenute co-me, tra l’altro, ha sempre fatto. E orapermettetemi di sottolineare la presti-giosità di un tavolo di rappresentanzache ha visto il primo giorno oltre al Se-gretario Responsabile della nostra or-ganizzazione in Intesa-Sanpaolo Giu-seppe Milazzo, coadiuvato dalla sem-pre attivissima Angela Rosso, la for-te presenza di ben quattro com-ponenti della Segreteria Nazio-nale della nostra organizzazione: En-rico Gavarini (Segretario Genera-le che nel suo importante e applaudi-tissimo intervento si è soffermato suproblematiche legate alle delocalizza-zioni, sul ruolo delle R.S.A. le Rappre-sentanze Sindacali Aziendali, sul proble-ma del pagamento dello straordinario

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■ Loris Brizio

■ Vinicio Balata

■ Filippo Pinzone

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effettivo ai quadri direttivi e a tutte leproblematiche per il tanto atteso rin-novo del C.C.N.L), Mauro Bossola(Segretario Generale aggiunto),Matteo Valenti e Valerio Poloni.Molto apprezzata ed esauriente (spe-cialmente riguardo al panorama delsettore del Credito internazionale) èstata la relazione iniziale di AngelaRosso che ha – tra le altre cose –

ribadito la consapevolezza che il lavoro di questa segreteria (delgruppo Intesa-Sanpaolo, ndr) sarà ancora lungo e non facile: “L’armo-nizzazione contrattuale è,e sarà per noi,una tappa per la crescita delle lavora-trici e dei lavoratori, non un’erosionedei diritti e delle tutele”; e su questosi è aperto un acceso confronto conla Delegazione Aziendale. Molti sonostati gli interventi che si sono succe-duti in questi tre giorni, all’amico epresidente del cordinamento Alber-to Frizzarin l’ingrato compito di mo-derarne le tempistiche (visto che tut-ti avevano ovviamente voglia e il dirit-to di portare la voce di chi rappresen-tavano) ma il tempo è tiranno e non

sono bastate neanche riunioni di 11/12ore al giorno per esporre con calmatutte le peculiarità locali.Tra le princi-pali riflessioni portate all’attenzionedella platea si possono sicuramentedefinire plebiscitarie quelle relative alruolo delle R.S.A che rischia diperdere di significato se non vi èun minimo di confronto con lacontroparte a livello territoriale.Molto applauditi sono stati anche gli in-terventi degli uomini che guidano a li-vello organizzativo la Fabi di Intesa San-paolo: Filippo Pinzone, RobertoAschiero e Manfredonia Daniele,ma a mio parere di alta levatura sinda-cale sono stati quasi tutti gli interven-

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■ Taormina con Gavarini e Bossola

■ Alberto Anelli

■ Giuliana Giunio

HOME■ Roberto Aschiero

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■ Enrico Gavarini HOME

CONSIDERAZIONI A POSTERIORI DI PERO MAURO R.S.A. DI INTESA SANPAOLO GENOVAQuando il nostro segretario generale Enrico Gavarini, nella sua relazione conclusiva del 112consiglio nazionale Fabi raccontò di aver appeso nel suo ufficio il manifesto del 1 congressonazionale Fabi di Genova del 1950, io sobbalzai letteralmente dalla sedia!Si’, perchè quel manifesto, che è appeso assieme a tanti altri degli anni successivi nella sala

consiliare del sab di Genova,(del quale io faccio parte come rsadi Intesa Sanpaolo assieme aCarlo Bizzarri a Riccardo Amato) èil mio preferito per me ha un fasci-no “speciale” tanto che il miosguardo corre sempre su di essoquando entro in quella sala. Sara’forse per il suo aspetto, oserei dire“antico”, sarà per la sua graficafuori moda , ma più di tutto è perla luce della Lanterna, simbolosacro a noi genovesi, con la scrittaFabi nei raggi di luce che “sciabola-

no” le navi ormeggiate nel porto! Tre navi che recano le scritte…. Segno evidente di come i nostri padri fondatori avessero ben chiara la rotta da seguire e che ci ha portato ad esse-re oggi il sindacato di riferimento del credito.Chi ha ideato quel manifesto è stato un genio della grafica secondo me!E così e nata questa idea di farci conoscere, come rsa genovesi , e far conoscere soprattuttoa quei giovani attivisti che si sono avvicinati alla fabi da pochi anni, e magari quel manifestonon lo hanno mai visto, quel momento glorioso della nostra storia.Tra poco ci sara’ il sessantennale della nostra organizzazione, il mondo del lavoro bancario èdistante anni luce dal 1948, ma la luce della fabi e’ ancora qui, oggi come allora, piu’ splen-dente che mai a segnare la via sicura per la tutela dei diritti dei lavoratori.

E scusateci se per noi genovesi questa luce della Lanterna è motivo di orgoglio inestinguibile!Alla via così, avanti tutta!

■ Pero Mauro, Carlo Bizzarri e Riccardo Amato

ti (ci vorrebbe un intero giornale dedi-cato ai preziosi interventi dei colleghiintervenuti al Coordinamento Naziona-le, ma questo ovviamente non è possi-bile) da qualsiasi parte d’Italia proven-gano e questo è sicuramente incorag-giante e di buon auspicio per il futuro.Applaudite a lungo sono state le con-clusioni del Consiglio Nazionale di Giu-seppe Milazzo, il quale ha ribaditoche l’obiettivo primario della nostra organizzazione è l’armo-nizzazione dei contratti da farsientro la fine dell’anno; e fra le tan-te perle di saggezza (che nascono da unaprofonda comprensione dei bisogni rea-li dei lavoratori, primo fra tutti la salva-guardia del salario reale) che hanno co-

rollato il suo discorso finale, mi sentoe mi permetto di condividere l’orgo-glio della nostra Organizzazione Sinda-cale sempre coesa che ci ha visti – esempre ci vedrà – protagonisti (e pro-positori degli interessi primari dei la-voratori) al tavolo formato dalle no-

ve organizzazioni sindacali, credetemi,non è cosa da poco. ■

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CONSIDERAZIONI A POSTERIORI DI ROBERTO MERCURIO BANCO NAPOLI

“In queste tre giornate riminesi ho assistito ad un dibattito vivo e costruttivo e la FABI del GruppoIntesaSanpaolo ancora una volta ha dimostrato di avere le idee chiare sulle problematiche da affronta-

re e soprattutto ho ben percepito che noi della Fabiabbiamo la grinta giusta, oltre che i numeri, ovvia-mente, per tutelare gli interessi dei lavoratori.Ho poi sentito parlare anche di Mezzogiorno ed ilche mi ha fatto immenso piacere. Una grande orga-nizzazione sindacale, infatti, deve tutelare tutti, maè anche importante che tenga presente che ci sonozone del Paese dove il problema occupazionale èpiù sentito e dove soprattutto i colleghi (dai cassieriai direttori) si trovano a lavorare in situazioni di gran-de disagio per motivi direi “ambientali”, tanto perusare un eufemismo.In ultimo ho poi conosciuto finalmente SalvatoreTaormina - il “deus ex machina” - di STYLUS lanostra rivista ed a cui sento di rivolgergli, a nomedella Fabi del Banco di Napoli, un sentito ringrazio-mento per l’ impegno profuso per portare sullenostre scrivanie e nelle nostre case la voce della Fabidell’intero Gruppo.”

Roberto Mercurio della Segreteria di CoordinamentoFabi del Banco di Napoli.

■ Roberto Mercurio

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■ Fedele Trotta

■ Giuseppe Milazzo

■ Riccardi Angelo e Daniele Manfredonia

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Ultimi accordi - Ultimi accordi

Èormai trascorso un anno dall’inizio degli incontri a Torino per le trattative inirenti la nascita della nuova BancaIntesa Sanpaolo e dai primi accordi di avvicinamento (21 dicembre 2006) e di attivazione dei fondi esuberi.

Nel corso del 2007 abbiamo prima sottoscritto gli accordi quadro quali: “l’accordo di programma” e successivamentesulle “relazioni sindacali “, sono poi susseguiti tutti gli accordi analiticamente indicati nell’elenco sottostante

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Accordi in Intesa Sanpaolo

2006

dic-06 Accordi Fondo Esuberi in Banca Intesa e in Sanpaolo IMI21-dic-06 Accordo di Fusione2007

114-feb Accordo di Programma08-mar Accordo Relazioni Industriali21-mar Accordo cassa sanitaria per Esatri/equitalia02-mag Accordo Cessione sportelli Friuladria02-mag Accordo Sistema Incentivante / valutativo07-mag Accordo tra le fonti istitutive della Cassa sanitaria di

banca Intesa18-mag Accordo TFR appredistato prefessionalizzante ex SPIMI18-mag Accordo su TFR inoptato31-mag Accordo Cassa IBI06-giu Accordo Sistema Incentivante18-giu Accordo Cessione sportelli Cariparma

27-giu Accordo FOR.TE formazione19-lug Accordo Cassa IBI19-lug Accordo Fapa BAV -. Fapa di Gruppo01-ago Accordo Fondo Esuberi06-set Accordo passaggio sportelli Carisbo Cariromagna Banca

dell’Adriatico13-set Accordo IMI – CABOTO10-ott Accordo EURIZON 09-nov Accordo Fonti istitutive previdenza ex Sanpaolo21-nov Accordo OPI - BIIS 10-dic Accordo Intesa Leasing - San Paolo Leasint 19-dic Accordo part-time19-dic Accordo RLS Rappresentanti lavoratori per la sicurezza 19-dic Accordo Mobilità19-dic Accordo DSI DSO Turni e reperibilità19-dic Accordo Orari di Lavoro19-dic Definizioni Agevolazioni Finanziarie21-dic Accordo Eurizon - Baca Fideuram

Tutti i testi degli accordi sono disponibili sul nostro sito www.fabintesasanpaolo.it sia in relazione alla data disottoscrizione sia nell’apposito spazio ACCORDI, suddivisi a loro volta per tipologia.

In questi ultimi giorni sono stati sottoscritti gli accordi su Part-time, orari di lavoro, mobilità territoriale,R.L.S. e turni e reperibilità DSI .Nel corso del 2008 uscirà una circolare aziendale con tutte le indicazioni sulle agevolazioni finanziarie eriprenderanno le trattative sia sugli argomenti ancora in sospeso sia sulla Cassa sanitaria.Sarà nostro impegno tenere aperta e aggiornata questa rubrica sugli accordi che verranno stipulati. ■

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a cura di Filippo Pinzone

Non si può non rimarcare adeguata-mente quello che è stato uno degliappuntamenti più importanti per la

nostra organizzazione: la riunione deiCordinatori Territoriali delle ban-che e delle società del gruppoIntesa Sanpaolo. A Milano ci siamoritrovati tutti con l’obiettivo di fare ilpunto su quanto è stato fatto finora e ditracciare le linee future d’azione dellanostra organizzazione. Precisa, masoprattutto chiara e limpida nei suoicontenuti essenziali è stata la presenta-zione degli accordi fino ad oggi sotto-

scritti da parte di colui che con grandesaggezza ed esperienza guida la Fabi delgruppo Intesa-Sanpaolo in questo diffici-le cammino: Giuseppe Milazzo. Si èparlato a lungo anche dei prossimi pro-blemi che vedranno impegnata la nostraorganizzazione al tavolo unitario, acominciare dal problema degli esodi esoprattutto delle nuove assunzioninecessarie ma forse dovremmo usare iltermine indispensabili per la crescitadella nuova Banca. Si è parlato a lungodell’unità sindacale, elemento indispen-sabile per l’ottenimento della salvaguar-dia dei diritti dei lavoratori in questodifficile momento. Un tavolo, quello sin-dacale, dove ci sono sensibilità diverserispetto ai vari problemi e dove la Fabidovrà svolgere come gli è consono – unruolo di Leader nell’uniformare e unireal meglio le diverse posizioni nell’inte-resse supremo dei lavoratori. Tra gliargomenti su cui si è sottolineata l’im-portanza programmatica non potevamonon parlare di Circoli Ricreativi, con

l’obiettivo di averne uno solo per tutti i lavoratori della nuova Banca, snello nel suo funzionamento, decentrato sulterritorio, utile per tutti. E ancoraProvvidenze al personale (mutuiecc.) argomento davvero sentito dallanostra organizzazione, Mobilità,Riconversioni professionali, ilDistacco (che non deve essere unmezzo dell’Azienda per eludere i trasfe-rimenti), Sistema incentivante,Cassa I.B.I., il Fondo Comit (c’è unacerta apprensione da parte dei colleghi

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12 GIUGNO, LA RIUNIONE DEI COORDINATORI TERRITORIALI.La parola d’ordine è: “Pensare globale e agire locale”

a cura di Salvatore Taormina

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di cui dovranno assolutamente esseresalvaguardati i risparmi!!). Permettetemidi fare il punto sulle Filiali cedute:come ha più volte sottolineatoGiuseppe Milazzo (un nome cheinostri iscritti dell’ex Sanpaolo dovrannoimparare a conoscere bene):“La cessio-ne delle filiali a Friuladria è stata unatrattativa complessa, ma siamo riusciti asiglare un ottimo accordo che prevedegaranzie previdenziali, assistenziali, eco-nomiche e occupazionali pù che soddi-sfacenti e per le future cessioni, a parti-re da Cariparma dovremo solo chiede-re e ottenere ulteriori miglioramentisenza indietreggiare di un passo”.Oltre all’importante presenza dellaSegreteria di Coordinamento (pre-sente al gran completo), imponenteanche la presenza alla riunione dellaSegreteria Nazionale rappresentatada Mauro Bossola (Segretario respon-sabile Aggiunto) e Matteo Valenti eValerio Poloni, che ha fatto il punto sualcuni argomenti di carattere interna-zionale come l’acquisizione da parte delnostro gruppo di una banca turca (dopoquella egiziana) e dei relativi problemiche ne deriveranno anche per il sindaca-to nell’operare in tali paesi. Altro temaimportante sottolineato da MauroBossola è la delocalizzazione di alcunilavori nei paesi dell’est, problema che citroveremo a dover affrontare sicura-mente nel breve periodo; ma l’argomen-

to più sentito e dibattuto è stato quellorelativo alla tentata introduzione daparte dell’attuale governo della CassaIntegrazione Guadagni nel nostrosettore, che porterebbe non pochi pro-blemi alla categoria. La nostra organizza-zione farà di tutto per opporre unaferma resistenza a questo insulso pro-getto che nulla ha di sensato in un set-tore come il nostro che sforna “Fior diutili” tutti gli anni. E dopo l’estate –chiusa forse questa partita – ci si potràfinalmente confrontare sul ContrattoNazionale con una particolare atten-zione sull’Area Contrattuale que-stione fondamentale in questo momen-to di ristrutturazione del settore. Aseguire un acceso dibattito, molti gliinterventi, particolarmente accoratiquelli dei colleghi del Sud, ma non solo,insomma come ho già detto all’iniziouna giornata importante soprattutto

per coloro che dovranno trasferire lelinee programmatiche ed esecutive dellaFabi sul territorio direttamente alleR.S.A locali, il cuore e i polmoni dellagente, dei nostri iscritti. Ecco perchésono state scelte come slogan le paroledi Susanna Ponti: “Pensare globalee agire locale”, perché è il ruolo cen-trale di chi opera direttamente sul terri-torio che farà la differenza con le altreorganizzazioni sindacali, perché è benediscutere sui grandi temi, ma poi biso-gna (è indispensabile!) riuscire a esserepresenti in mezzo ai lavoratori conscidelle loro sensibilità e delle loro esigen-ze primarie. Il Tao ■

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■ Giulio Caletti e Massimo Borgia ■ Susanna Ponti

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settembre 1972. Un secolo fa. Entro inun mondo strano ed ostile,fatto diuomini grigi, di macchine grigie daglistrani rumori, carte,assegni e soldi,tanti

soldi: l’agenzia 9 dell ‘ISTITUTO BANCARIO SANPAOLO DI TORINO. Giovane diciannovenne, fre-sco di studi e pieno di entusiasmi sono scioccatoda un ambiente in cui del 68 non vi è traccia.Ci sida del lei, tutto è molto formale ed ovattato. Illavoro,poi, alienante,allucinante, sembra di esserecapitati in “Tempi moderni” di Charlot.Mesi e mesia mettere in ordine le schede dei conti correnti, adinserirle nello schedario per poi ricominciare dac-capo il giorno dopo e poi ancora in un susseguirsidi gesti e procedure che sembrano immutabilima,sotto sotto, scorre inarrestabile il fiume delprogresso e la tecnologia avanza portando con sécambiamenti che segneranno pesantemente lanostra esistenza lavorativa e non.L’avvento del ter-minale alleggerisce di colpo il lavoro manuale libe-randoci da incombenze ripetitive ed idiote dirot-tandoci su altre più qualificanti(?). Naturalmentequesta rivoluzione porta con sé una diversa orga-nizzazione dando inizio così ad una serie di muta-menti sempre più veloci ed ineluttabili che scalfi-scono certezze e ribaltano valori che precedente-mente si erano modificati molto lentamente.17 settembre 2007 trentacinqueanni dopo.Agenziadi città strutturata di INTESASANPAOLO S.p.a.Tre o quattro casse aperte, scrivanie, scrivanie,scrivanie a cui sono seduti colleghi,ma soprattuttocolleghe dedicate/i alla pura e totale vendita di

qualsiasi prodotto purchè ci sia un ritorno perl’azienda indipendentemente da ogni necessitàdella clientela. Riunioni su riunioni in cui vengonoillustrate strategie volte ad acquisire sempre nuovefette di mercato con budgets sempre più sfidanti. Riunioni in cui è assolutamente vietatoesprimere qualsivoglia parere contrario o qualsiasitipo di obiezione o perplessità anche se logiche.Cambiamenti epocali di cui però non ci si rendeconto vivendo il quotidiano e di cui si ha contezzasolo se ci si ferma un momento a riflettere e ci sidomanda:ma quando è iniziato tutto ciò? Lo spar-tiacque destinato a stravolgere tutto è stato la tra-sformazione in Società per azioni. Come nonricordare tutti i “Soloni” che salutavano entusiastiquesto cambiamento come l’avvento di una nuovaera di benessere e vantaggi per tutti e, guardavanocon malcelato disprezzo chi, come me e pochi altri,

esprimeva dubbi e perplessità. Senzadilungarci in troppe spiegazioni, i

risultati parlano da soli.Aziende radicate nei terri-

tori e solide vengonosmembrate non prima di

essere spolpate da mana-ger avidi ed interessati solo

al loro “particulare” con rica-dute pesanti sui lavoratori ed

anche sulla comunità. Colleghiapprezzati per competenza, serietà ed

attaccamento all’azienda vengono accan-tonati e chi non si allinea al nuovo Vangelo – ven-dere vendere vendere- viene emarginato ed addi-tato come scansafatiche,retrogrado e così via.Dove ci porterà questa deriva che è comunque lospecchio della nostra società attuale? Difficile dirlocon sicurezza. L’unico pronostico che mi sento diazzardare è che così non si potrà proseguire alungo e le cose non potranno che peggiorare finoad un “point breack” ineluttabile. Possiamo farequalcosa oltre a lamentarci in continuazione?Certamente! Basterebbe ragionare, soffermarsi suquello che si sta facendo, non delegare sempre aglialtri decisioni che possiamo prendere noi (chehanno però un prezzo da pagare anche se picco-lo)ma, soprattutto, agire con coscienza e traspa-renza anche se così facendo si rischia di non rag-giungere i famosi BUDGET che hanno sostituitoparole come: ONESTA’,LEALTA’,RISPETTO DELPROSSIMO! MEDITATE GENTE MEDITATE. ■

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a cura di Felice Minoletti

17PANTA REI (TUTTO SCORRE)

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a cura di Salvatore Taormina

Scrivo questo articolo, di getto, il giornodopo lo sciopero di venerdì 5 ottobreche è stato fatto da circa l’80% dei lavo-

ratori coinvolti dell’Area Torino. Ringrazio icolleghi che hanno sostenuto le organizzazio-ni sindacali che lo hanno proclamato e passoavanti. E’ del restante 20% dei colleghi chevoglio disquisire e in mezzo ci sono tantepersone su cui nessuno osa mai esprimersiliberamente. Comincio col chiedermi: “Se leragioni dello sciopero sono state condivise

da quasi tutti i colleghi (ricordiamoci che il90% delle filiali erano chiuse quel giorno)checosa ha frenato dall’aderire coloro che nonhanno partecipato? E chi sono costoro? I direttori? I consulenti? Gli apprendisti?” Larisposta meriterebbe lunghe e approfonditeanalisi, ma sicuramente tra questi soggetti cisono coloro che occupano (o aspirano adoccupare) “Posizioni di ruolo” (direttori,Vice,Responsabili di settore ecc), ma non sono gliunici. Tra le ragioni che li hanno tratte-nuti dall’unirsi ai colleghi sicuramentenon ci sono le motivazioni dello scio-pero – tra l’altro sacrosante come organicie sicurezza – che mettono in difficoltà ognigiorno anche loro sul posto di lavoro.E allora? Perché c’è sempre qualcuno all’in-terno delle filiali? Il sottoscritto il giorno

dello sciopero si è recato nella propriaFiliale (tanto per vedere chi c’era e chinon c’era…), ha raccolto (insieme atanti altri colleghi del Sindacato) i datidello sciopero con visite dirette etelefonate.Abbiamo avuto il piacere dicerte risposte e di alcuni sorrisi.Qualche risposta secca (almeno questihanno avuto il coraggio di far capirecon chiarezza da che parte stanno).

Poveri illusi, quando “Certi ruoli” verran-no eliminati, poi non vengano a piangere o a

dare la colpa al Sindacato. Altri paventandoscuse economiche, o “un credo” perso perstrada,o ancora la posizione ricoperta, hannoesternato un sorriso. Un certo tipo di sorri-so che non è tra i miei preferiti e ricercati.Non condivido, ma ovviamente non siamotutti uguali.Ci sono infine i peggiori,quel-li che hanno preso degli appuntamenticoi clienti, quelli che hanno aperto par-zialmente le filiali, facendo entrare uncliente per volta (magari con un solo cas-siere che a volte risulta essere un apprendistapienamente ricattabile), questi sono i peggio-ri, i vili senza appello (come scriverebbe oggiuna certa Oriana il cui cognome iniziava per“F” se fosse ancora tra noi). Sono coloro ilcui operato cerca di svilire i sacrificieconomici di tanti altri colleghi e que-sto non è giusto. C’è poi chi pensa di met-tersi in mostra, così facendo, anche questi intempi in cui contano – e giustamente – soloi risultati non hanno capito poi molto delconcetto di “Unione sociale”, restano solodei cortigiani da “Un soldo la dozzina”,un’azienda seria e che ha traguardi ambiziosinon li terrà mai in grande considerazione,sta-tene certi. Forse esiste una giustizia che vaben oltre quella dell’uomo e un giorno cisaranno tante persone che rimpiangerannodi non essere stati dei nostri. Il Tao ■

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