Exero 01, 5555 BLA BLA BLA COMITATO CITTADINO per l ... · «Se bisogna costruire un nuovo...

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Cosa diciamo NO al declassamen- to e alla chiusura di reparti dell’ospedale Maggiore. ** SI a una Sanità che pensa al cittadino senza colori politici. ** NO alla svalutazi- one degli immobili e delle attività com- merciali. ** SI a Chieri come lo- cation del nuovo os- pedale. «Meglio ristrutturare l’Ospedale Maggiore che ritrovarci con una cattedrale nel deserto per i prossimi 20 anni» CHIERI, 3 marzo 2016. L’ospedale unico di Verduno (tra Alba e Bra), che doveva abbracciare un distretto di 156.000 abitanti, è diventato lo “Scandalo delle Langhe”. Hanno iniziato a parlarne nel 1996, nel 1999 hanno appro- vato il progetto preliminare, nel 2001 quello definitivo e solo nel 2004 quello esecu- tivo! L’Assessore Antonio Saitta ieri ha dichiarato che sarà pronto nel 2017...più di 20 anni dopo!…(Altri docu- menti si possono trovare sul sito dell’AslCn2 www. aslcn2.it/…/convegno-inte- grazione-ospedale-e-te…/) Come proposto per l’Ospedale Unico ASL TO5, già per quello di Verduno è stata utilizzata la forma del Project- Financing… Come possiamo pensare di risparmiare dei soldi per po- tenziare i servizi sul territorio, se poi siamo costretti a resti- tuire i denari ai privati che si sono occupati della realizza- zione dell’opera e che forniran- no i servizi accessori, con cifre come dichiarate nell’articolo dell’Espresso del 19/11/2013? Meditiamo insieme e is- crivetevi al Comitato pres- so la sede di Chieri – Corso Torino 21 o telefonando al numero 342/5618530! Continu- eremo a raccogliere le firme ai mercati del martedì venerdì – sa- bato dalle 10 alle 12,30 e il sabato e do- menica dalle 16 alle 19 sotto l’Arco a Chieri. Rachele Sacco, presidente del Comitato cittadino per L’Ospedale a Chieri Per non fare la fine di Verduno, teniamo e potenziamo i nostri ospedali! COMITATO CITTADINO per l’ OSPEDALE a CHIERI «OSPEDALE UNICO? CI PIACEREBBE, MA NON CREDIAMO NELLE FAVOLE» CHIERI, 1 marzo 2016. L’idea di un ospedale unico, nuovo, efficiente, con sale op- eratorie all’avanguardia e ser- vizi a misura di cittadino è ciò a cui tutti ambiscono. Il problema sta tra la realtà e l’utopia. Tra ciò che si vorrebbe realizzare e ciò che è davvero realizzabile. E’ questa la linea su cui il Comi- tato cittadino per l’ospedale a Chieri sta lavorando. «Sarebbe da pazzi essere contro un ospedale unico come quello prospettato dalla Giunta regio- nale – ha commentato Rachele Sacco presidente del Comitato cittadino per l’ospedale a Chieri dopo la serata organizzata dal Comune di Chieri sull’Ospedale Unico per l’Aslto5 – Ma guar- diamoci attorno: siamo nuova- mente in campagna elettorale. Molti dei Comuni dell’Asl To 5 andranno ad elezione entro gi- ugno e casualmente d’un tratto dalla Regione hanno accelerato la “pratica” per definire la loca- tion di un ipotetico unico osped- ale che vada a soppiantare i tre esistenti». Dunque dietro il nuovo piano sanitario si nasconderebbe un piano politico?«Sicuramente fa riflettere la tanta fretta con cui stanno lavorando – considera Sacco – Un si all’ospedale unico, ma senza certezze o spiegazioni precise di quello che accadrà da qui alla costruzione del nuovo nosocomio mi sembra davvero sconsiderato». C’è da considerare inoltre la situazione politico-economica nazionale: «Nell’ultima legge di stabilità hanno tagliato di 1,5miliardi di euro i finanzia- menti all’edilizia sanitaria – ram- menta Sacco – Dunque come verrà pagato questo nuovo os- pedale? Abbiamo sotto gli occhi ospedali come il Maria Vittoria o peggio l’Amedeo di Savoia che sono in una condizione post atomica, con finestre murate e pareti che cadono a pezzi. Edi- fici che sembrano abbandonati, ma che in realtà sono lasciati a morire, mentre vengono ancora usati senza sapere che fine far- anno. A questi si aggiungono la vendita del Gradenigo, la chi- usura del Valdese e la prossima dell’Oftalmico, l’Astigiano che sta dirottando verso l’Alessandrino e il Cuneese che sta chiudendo reparti» Ma il Comitato dal canto suo ha però protocollato la propos- ta di due location per l’ospedale unico: «Certo è la nostra provo- cazione. Se dal Comune di Chieri non c’è attenzione al territorio, tocca ai cittadini averne e tu- telarsi – taglia corto Sacco – Il nostro Sindaco non ha mai ipo- tizzato che Chieri potesse man- tenere l’ospedale e ha subito le scelte regionali. In questo modo ci ritroviamo che persino da Co- muni come Cambiano e Villastel- lone arrivino delle candidature e non dal Comune capofila di uno dei quattro distretti sanitarUn paradosso, se si pensa che la perdita dell’ospedale signi- ficherebbe non solo un depau- peramento di servizi, ma anche un abbassamento del valore immobiliare: «Ovviamente gli immobili nei Comuni con un ospedale valgono di più, idem le attività commerciali – marca Sacco – Non cercare di manten- erlo significa, oltre a mettere a repentaglio la salute dei cittadini che si ritroveranno senza servizi, segnare anche economicamente il territorio. La nostra seria preoc- cupazione è che svuotino gli os- pedali esistenti, e di conseguenza depauperino la Sanità. Lascian- doci con il sogno di un Ospedale Unico che non verrà mai realiz- zato (forse solo iniziato) per fa- vorire il privato» RESTIAMO IN CONTATTO Ci trovi ai banchetti informativi al mercato di Chieri oppure nella sede di Corso Torino, 21 Contattaci al 342/5618530 Non sarebbe meglio ristrutturare e sfruttare ciò che abbiamo senza buttare altri soldi e consumare altro territorio? Project Financing? Significa realizzare opere pubbliche con il contributo di privati che a fine lavori si ripagheranno attraverso la gestione di servizi

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Cosa diciamo NO al declassamen-

to e alla chiusura di reparti dell’ospedale

Maggiore.**

SI a una Sanità che pensa al cittadino senza colori politici.

**NO alla svalutazi-

one degli immobili e delle attività com-

merciali.**

SI a Chieri come lo-cation del nuovo os-

pedale.

«Meglio ristrutturare l’Ospedale Maggiore che ritrovarci con una cattedrale nel deserto per i prossimi 20 anni»

CHIERI, 3 marzo 2016.L’ospedale unico di Verduno

(tra Alba e Bra), che doveva abbracciare un distretto di 156.000 abitanti, è diventato lo “Scandalo delle Langhe”. Hanno iniziato a parlarne nel 1996, nel 1999 hanno appro-vato il progetto preliminare, nel 2001 quello definitivo e solo nel 2004 quello esecu-tivo!

L’Assessore Antonio Saitta

ieri ha dichiarato che sarà pronto nel 2017...più di 20 anni dopo!…(Altri docu-

menti si possono trovare sul sito dell’AslCn2 www.aslcn2.it/…/convegno-inte-grazione-ospedale-e-te…/)

Come proposto per l’Ospedale Unico ASL TO5, già per quello di Verduno è stata utilizzata la forma del Project-Financing…

Come possiamo pensare di risparmiare dei soldi per po-tenziare i servizi sul territorio, se poi siamo costretti a resti-tuire i denari ai privati che si sono occupati della realizza-zione dell’opera e che forniran-no i servizi accessori, con cifre come dichiarate nell’articolo dell’Espresso del 19/11/2013?

Meditiamo insieme e is-crivetevi al Comitato pres-so la sede di Chieri – Corso

Torino 21 o telefonando al numero 342/5618530!

Continu-e re m o a raccogliere le firme ai mercati del martedì – venerdì – sa-bato dalle 10 alle 12,30 e il sabato e do-menica dalle 16 alle 19 sotto l’Arco a Chieri.

Rachele Sacco, presidente del Comitato cittadino per L’Ospedale a Chieri

Per non fare la fine di Verduno, teniamo e potenziamo i nostri ospedali!

COMITATO CITTADINO per l’OSPEDALEaCHIERI«OSPEDALE UNICO? CI PIACEREBBE,

MA NON CREDIAMO NELLE FAVOLE»CHIERI, 1 marzo 2016. L’idea di un ospedale unico,

nuovo, efficiente, con sale op-eratorie all’avanguardia e ser-vizi a misura di cittadino è ciò a cui tutti ambiscono. Il problema sta tra la realtà e l’utopia. Tra ciò che si vorrebbe realizzare e ciò che è davvero realizzabile. E’ questa la linea su cui il Comi-tato cittadino per l’ospedale a Chieri sta lavorando.

«Sarebbe da pazzi essere contro un ospedale unico come quello prospettato dalla Giunta regio-nale – ha commentato Rachele Sacco presidente del Comitato cittadino per l’ospedale a Chieri dopo la serata organizzata dal Comune di Chieri sull’Ospedale Unico per l’Aslto5 – Ma guar-diamoci attorno: siamo nuova-mente in campagna elettorale. Molti dei Comuni dell’Asl To 5 andranno ad elezione entro gi-ugno e casualmente d’un tratto dalla Regione hanno accelerato la “pratica” per definire la loca-tion di un ipotetico unico osped-ale che vada a soppiantare i tre esistenti».

Dunque dietro il nuovo piano sanitario si nasconderebbe un piano politico?«Sicuramente fa riflettere la tanta fretta con cui stanno lavorando – considera

Sacco – Un si all’ospedale unico, ma senza certezze o spiegazioni precise di quello che accadrà da qui alla costruzione del nuovo nosocomio mi sembra davvero sconsiderato».

C’è da considerare inoltre la situazione politico-economica nazionale: «Nell’ultima legge di stabilità hanno tagliato di 1,5miliardi di euro i finanzia-menti all’edilizia sanitaria – ram-menta Sacco – Dunque come verrà pagato questo nuovo os-pedale? Abbiamo sotto gli occhi ospedali come il Maria Vittoria o peggio l’Amedeo di Savoia che sono in una condizione post atomica, con finestre murate e pareti che cadono a pezzi. Edi-fici che sembrano abbandonati, ma che in realtà sono lasciati a morire, mentre vengono ancora usati senza sapere che fine far-anno. A questi si aggiungono la vendita del Gradenigo, la chi-usura del Valdese e la prossima dell’Oftalmico, l’Astigiano che sta dirottando verso l’Alessandrino e il Cuneese che sta chiudendo reparti»

Ma il Comitato dal canto suo ha però protocollato la propos-ta di due location per l’ospedale unico: «Certo è la nostra provo-

cazione. Se dal Comune di Chieri non c’è attenzione al territorio, tocca ai cittadini averne e tu-telarsi – taglia corto Sacco – Il nostro Sindaco non ha mai ipo-tizzato che Chieri potesse man-tenere l’ospedale e ha subito le scelte regionali. In questo modo ci ritroviamo che persino da Co-muni come Cambiano e Villastel-lone arrivino delle candidature e non dal Comune capofila di uno dei quattro distretti sanitari»

Un paradosso, se si pensa che la perdita dell’ospedale signi-ficherebbe non solo un depau-peramento di servizi, ma anche un abbassamento del valore immobiliare: «Ovviamente gli immobili nei Comuni con un ospedale valgono di più, idem le attività commerciali – marca Sacco – Non cercare di manten-erlo significa, oltre a mettere a repentaglio la salute dei cittadini che si ritroveranno senza servizi, segnare anche economicamente il territorio. La nostra seria preoc-cupazione è che svuotino gli os-pedali esistenti, e di conseguenza depauperino la Sanità. Lascian-doci con il sogno di un Ospedale Unico che non verrà mai realiz-zato (forse solo iniziato) per fa-vorire il privato»

RESTIAMO IN CONTATTO

Ci trovi ai banchetti informativi al mercato di

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Non sarebbe meglio ristrutturare e sfruttare ciò che abbiamo senza

buttare altri soldi e consumare altro

territorio?Project

Financing?Significa realizzare

opere pubbliche con

il contributo di privati che a fine lavori si ripagheranno attraverso la gestione di

servizi

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CHIERI, 22 febbraio 2016. «Se bisogna costruire un nuovo ospedale, apriamo un tavolo di concertazione». Quella che sembrava potesse diventare una serata a ferro e fuoco tra “Guelfi e Ghibellini” ovvero i pro ospedale unico e il Comi-tato cittadino per l’Ospedale a Chieri si è chiusa invece con una richiesta all’unisono di dia-logo. Dopo mesi di tempesta, botta e risposta sui social net-work, lunedì sera in Sala della Conceria, gremita di ammin-istratori, tecnici e cittadini du-rante l’incontro Sanità, falsi miti e vere eccellenze nella sanità piemontese sembra si sia arri-vati a una conclusione. Prima di parlare di ospedale unico è necessario un dibattito costrut-tivo per capire davvero le ne-cessità del territorio, ottimiz-zando le risorse, senza tagliare sui servizi.

«Io credo che la salute non debba avere colore politico - ha aperto la serata Rachele Sacco, presidente del Comitato cit-tadino per l’ospedale a Chieri- L’accesso alle cure, il sovraf-follamento dei pronti soccorso, la mancanza di posti letto e gli ospedali troppo vecchi, sono solo alcune delle criticità in cui imperversa la nostra sanità, ma questo non giustifica la decisione della Regione di alienare i nostri ospedali per costruirne un altro, chissà come e chissà quando. Lasciando i cittadini nel comple-to spaesamento. Soprattutto se perdiamo l’ospedale diventiamo alla stregua di una frazione e tut-to il tessuto economico sia immo-biliare che sociale, subirebbero un danno gravissimo. La creazi-one di un ospedale unico potrà portare in futuro a ottimizzare i costi, ma nel presente significa tagliare sui servizi, sul personale, aggiungendo costi di realizza-zione oltre quelli già spesi negli anni passati per ristrutturare ciò che c’era. In particolare su Chieri si va dismettere una struttura che ha una parte vetusta, ma una appena ristrutturata e costata quasi 13milioni di euro».

Per capire cosa accade nel nostro territorio è però neces-

sario guardare altrove e analiz-zare diversi aspetti: «Il Piemonte è la Regione con gli ospedali più vecchi di Italia - ha fatto notare il dottor Giulio Fornero diret-tore qualità e rischio clinico dell’Ospedale Molinette di To-rino - Il 70% è antecedente gli anni 40. Nel resto del mondo gli ospedali vengono rimessi a nuovo ogni 35 anni».

Ma il problema vero è un altro, cioè il taglio dei posti letto e dei servizi per sanare i bilanci nella sanità pubblica incrementando la privata: «Nel 2015 sono stati eliminati il 37% dei posti negli os-pedali, incrementando in questo modo gli accessi nelle strutture private del 19%- è intervenuto il dottor Domenico Martelli, di-rigente medico del pronto soc-corso dell’Ospedale Maria Vit-toria di Torino - Le strut-ture vengono cancellate senza che nulla sia dato in cambio. Dicono che l’efficienza di un osped-ale non si misura nei posti letto. Ma come si fa senza letti a curare le persone? Aspettano in pronto soccorso, ci sup-plicano di trovargli un posto, quando non ci insultano e tutto ricade su noi operatori, che ap-plichiamo le scelte politiche, ma non ne siamo artefici».

Si palesa una situazione sem-pre più drammatica, fatta di esperienze personali che por-tano alla luce una problematica allargata che non può essere risolta con la semplice costruzi-one di un nuovo ospedale: «Al Maria Vittoria mancano addirit-tura i termometri - testimonia il dottor Riccardo Ruà presi-dente dell’associazione nazio-nale “Graziani Adelina” contro la malasanità - Non parliamo poi delle liste di attesa: due anni per un intervento alle tonsille. Ci sono poi i tagli all’indotto. Le case di cura che hanno sempre meno fondi e risparmiano sul personale. Anziani che tutta la notte rimangono senza assisten-za. Quello che vedo è la necessità di portare alla luce delle paure, senza essere vittime, ma soggetti

attivi».La prima necessità è quella

del dialogo tra cittadini e isti-tuzioni: «Molti Comuni si sono fatti avanti per diventare la sede del nuovo ospedale - premette la vicepresidente del Consiglio regionale Daniela Ruffino -E’ un segnale importante che fa capire quanto un ospedale sia fondamentale per un territorio. Chiedo pertanto che venga ap-erto un tavolo tecnico perma-nente per lavorare insieme alla salvaguardia della salute dei cit-tadini. Bisogna far chiarezza. Ho letto che forse a Chieri resterà il pronto soccorso e gli ambulatori, ma non sono notizie ufficiali, ma dichiarazioni arrivate tramite i giornali. Qual è la realtà? Ci sono state forti proteste per la chiusura del Punto nascita di Carmagno-

la, ora perchè nessuno si scaraventa contro la chiusura dell’intero os-pedale?»

Un richiamo alla re-sponsabilità politica locale e alla necessità di valutare anche altre opzioni prima della chiusura: «Il problema dell’ospedale unico non mi riguarda per-chè resterò qui solo due anni, quindi posso

definirmi super partes e dare un’opinione da esterno - chia-risce subito il dottor Massi-mo Uberti direttore generale dell’AslTo5 - Le difficoltà e i limiti di questi tre ospedali sono tanti. In primis la vetustà delle strutture e la mancanza di specialità clin-iche per renderli dei Dea di primo livello. Per mettere a norma i tre nosocomi ci vorrebbero 30mil-ioni di euro».

Ma per costruirne uno nuovo la spesa potrebbe arrivare ai 300milioni: «L’odore delle ban-conote è uguale per tutti - non ha mezzi termini Ugo Cavallera già assessore regionale alla Sanità e ai servizi sociali nella passa-ta Giunta Cota - Ogni anno lo Stato mette sempre meno fondi a disposizione delle Regioni. Dal 2010 al 2015 il Piemonte ha chi-uso i bilanci in pareggio, anzi con qualche milione di euro in meno,

cercando di colmare i buchi del-le amministrazioni passate. Ma manca una comunicazione chi-ara e netta del servizio sanitario»

Lascia a desiderare anche quella verso la popolazione come ammette, suo malgra-do, il sindaco di Chieri Claudio Martano:«L’ospedale unico è sta-to votato all’unanimità, ma forse ho dato per scontato qualcosa e il percorso di partecipazione cittadina non ha preso la giusta direzione - ammette il primo cit-tadino - Bisogna andare oltre la visione politica e rispondere alle urgenze»

Sui territori però la situazione è già complicata, lo testimonia il vicesindaco di Brandizzo, Paolo Bodoni, anche medico di base: «I medici di famiglia non ce la fanno più. Siamo nella situ-azione dove la continuità di cura ce l’accolliamo noi, con i nostri soldi. E il taglio dei posti letto ri-cade nell’assistenza territoriale, senza che però ci sia una reale pianificazione»

L’obiettivo diventa quindi ca-pire quale sia la giusta direzione da prendere, facendo le cor-rette domande e risposte:«La soluzione è creare una com-missione, un tavolo tecnico che possa elaborare delle proposte - è certa Sacco- Noi come Comi-tato abbiamo fatto degli studi di fattibilità per mantenere a Chieri l’ospedale. Se bastano 30milioni per mettere a posto i tre noso-comi esistenti e ce ne vogliono 300milioni per crearne uno nuo-vo la risposta mi sembra chiara»

E a rincarare la dose intervi-ene Gianfranco Visca, sindaco di Trofarello: «Ho il groppo in gola a ripensare che ho patito un definanziamento da 1milione di euro per la Casa della Salute che davvero avrebbe portato alla continuità delle cure. Con anziani che mi fermano in paese e mi chiedono ancora il perchè di quella scelta, mentre ora dalla Regione stanno proponendo Cambiano come location. Ma affinchè quell’area possa essere usata dovranno essere spesi al-tri 30milioni di euro per mettere a posto il passaggio ferroviario. Non voglio dire altro».

IL NOSTRO CONVEGNO

SANITA’ TRADITA? FALSI MITI E VERE ECCELLENZE NELLE ASL PIEMONTESI

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«Le persone sono molto pre-occupate – riporta Sacco – Lo abbiamo visto con l’affluenza ai banchetti per la raccolta firme. Temono di perdere il loro osped-ale, e soprattutto gli anziani non hanno idea di come potranno accedere alle cure se i reparti venissero spostati altrove»

Alla paura di perdere un ser-vizio c’è anche lo sconcerto nel pensare che, neanche due anni fa, a Chieri è stato inaugurato il nuovo distretto sanitario di pi-azza Silvio Pellico, costato 12,8 milioni di euro.

«Insieme alla raccolta firme abbiamo consegnato alle per-sone anche un questionario, che si può compilare anche sul sito www.rachelesacco.it – spiega la consigliera di minoranza- I dati parlano chiaro: circa il 64 per cento degli utenti si è detto

Sono tanti commenti lasciati in fondo al questionario propos-to dal Comitato: «Mi piacerebbe avere a Chieri l’ospedale unico e/o valorizzare quello esistente potenziandone i reparti come il pronto soccorso e rianimazi-one attualmente al collasso» ha scritto Marianna B.

«Potrebbe essere interessante fare l’ospedale unico a Chieri considerato che hanno appena terminato la costruzione di una zona completamente nuova che sarà sicuramente costata parec-chio ai contribuenti chieresi» ha fatto notare Susanna P.

E ancora «La maternità di Ch-ieri è un reparto di eccellenza sperimentato con nipotino, più volte ricorso al PS – ha testimo-niato Eros T. – Ho riscontrato grande professionalità e capac-ità di sopperire alle ristrettezze economiche della Sanità pub-blica. Un ottimo esempio di in-tegrazione con il territorio»

Ha considerato Maria Vita M: «Per la tutela della salute del

cittadino bisogna investire e non risparmiare. Pensiamo inoltre ai tanti anziani che non sempre hanno i mezzi per spostarsi au-tonomamente».

L’iniziativa lanciata a metà dicembre, in poche settimane, ha scatenato l’opinione pub-blica: «Come è possibile che l’Amministrazione comunale non abbia nemmeno pensato di candidare Chieri come location dell’ospedale unico o per lo meno di proporre un Consiglio comu-nale aperto per coinvolgere la cit-tadinanza in questa scelta?»

«Credo che in caso di urgenza per incidenti stradali, malori, parto, i comuni limitrofi a Chieri sarebbero troppo distanti da punti ospedalieri e le persone verrebbero soccorse dopo tempi troppo lunghi per giungere nelle strutture ospedaliere che sareb-bero ancora più lontane rischian-do di arrivare pressochè defunti. Non credo sia giusto eliminare un ospedale già strutturato e con-solidato, anzi con ampliazioni e

servizi recenti, di ottimo livello. Spero vengano presi in considera-zioni questi aspetti che anche dal punto di vista economico creereb-bero altri problemi, eliminando posti di lavoro e rendendo ancor più difficile godere di assisten-za sanitaria qualificata in tempi brevi. Non tutti sono in grado di raggiungere centri più lontani da Chieri in special modo gli anziani meno abbienti e se a suo tempo, l’ospedale è stato costruito perchè sede di riferimento per tanti pic-coli centri limitrofi, non ha senso pensare di sopprimere un servizio pubblico acquisito da tanti anni e estremamente importante sul territorio. Grazie per l’attenzione» Angelina S.

La territorialità è impor-tante rammenta Federica G: «All’Ospedale di Chieri ci sono nato. In quell’ospedale nel 1987 hanno curato la mia famiglia e quella della mia compagna mio papà volontario 118 portava le persone dal 1978 e arrivati al 2016 vogliamo farlo chiudere? Uno del pochi ospedali efficienti al 100% sopratutto dopo aver speso cen-tinaia e di migliaia di euro per

Le opinioni della gente

La premessa «Vogliamo sensibilizzare la

popolazione a quello che sta ac-cadendo – motiva l’iniziativa Rachele Sacco presidente del Comitato cittadino per l’Ospedale a Chieri – E’ stato dato il via libera per la realizza-zione di un ospedale unico per tutta l’Asl To 5. Ovviamente dalla Regione non fanno che mettere in evidenza i vantaggi di questa decisione, ma qualcuno si è pos-to la domanda di far conoscere ai cittadini anche le conseguenze negative?»

L’ipotesi di realizzazione di un ospedale unico per tutta l’Asl To 5 è in cantiere da anni. Già nei primi anni del 2000 con la Giunta Bresso erano stati fatti studi di pre fattibilità ( costato mezzo milione di euro) per la

costruzione di un ospedale nel-la zona di Carpice, al confine tra Moncalieri e Nichelino.

Progetto messo poi in stand by con le elezioni della Giunta Cota ma che ora sembra con-cretizzarsi grazie al sì dei quar-anta sindaci dell’azienda sani-taria. Dalla Regione, la Giunta Saitta, spera di realizzare il nu-ovo complesso entro quattro anni, ma non è ancora chiaro dove potrebbe essere realizza-to. L’ultimo anno si è parlato di una collocazione verso lo svin-colo autostradale di Santena sul disegno “dell’ospedale dei francesi” pensato negli anni 90.

Il rischio che con la realizza-zione del nuovo ospedale, il nosocomio chierese, punto di riferimento per i 37mila resi-denti, ma anche per tutti i Co-muni limitrofi sino al castelno-vese, perda servizi e reparti

Tuteliamo la salute, non il colore politico Continua la raccolta firme contro il depotenziamento dell’ospedale Maggiore di Chieri. Da dicembre oltre duemila sottoscrizioni.

contrario alla realizzazione dell’Ospedale unico, ma se dovesse essere realizzato il 76 per cento candiderebbe Chieri come sede di un possibile nu-ovo ospedale. Abbiamo anche chiesto agli intervistati se pen-sassero che la realizzazione di un ospedale unico potesse ren-dere più efficiente l’Asl To 5 e solo il 13 per cento ha risposto di sì. Significa che le persone hanno una buona opinione della nostra azienda sanitaria e soprattuto dell’ospedale di Chieri»

aprire la parte nuova di noi cit-tadini bisognerebbe chiuderlo? E ridicolo davvero ridicolo comodo pratico con parcheggi comodis-simi..Ad Asti non vado perché fa Cacare in tutto per tutto. Non mi rimangono parole anzi lotta dura senza paura!!»

E la lontananza fa la differenza:«Ho un bimbo piccolo che ha avuto molto spesso bisog-no di cure abitando in un paesino come Mombello arrivare altrove sarebbe stato assurdo conside-rando anche che il mio bimbo soffre tantissimo la macchina» Franca P.

Certo non è l’ospedale migliore: «Non è un granche di ospedale e per tante cose non è all altezza ma per emergenze ed interventi basilari...va più che bene. .per il resto per mia esperienza famigli-are non serve a molto!» Antonella T.

«Ho avuto urgenza con mio fi-glio e presso pediatria di Chieri mi sono trovata benissimo . Ora che è stata creata parte nuova penso assurdo chiudere l osped-ale» Paola C.

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LE FASI09 settembre 2015: assemblea dei sindaci e approvazione Ospedale Unico

23 novembre 2015: approvazione del Protocollo di Intesa con le caratteristiche del Nuovo ospedale

3 dicembre 2015: i sindaci di Carmagnola, Chieri, Moncalieri firmano con la Regione e l’AslTo5 l’accordo per l’Ospedale Unico

22 gennaio 2016: si insedia il Gruppo di lavoro della Regione Piemonte per il Nuovo ospedale dell’AslTo5

3 aprile 2016: ultimo termine per l’individuazione del sito del Nuovo Ospedale

UN OSPEDALE “DA SOGNO” A CHIERI

DUE LOCATION, UNA PROVOCAZIONE

Comitato cittadino per l’Ospedale a Chierisede operativa Corso Torino, 23 - Chieri tel. 342/56.18.530 - email: [email protected]

Impaginazione: Lo_Scoprinetwork - www.loscoprinetwork.it

Relazione di fattibilità

Si sono individuati due siti: il primo in zona Fontaneto ed il secondo nella zona verso il Castello di Pessione.

Sito n° 11)- area della zona Fontan-

eto ( allegato n° 1- estratto del PRGC vigente del Comune di Chieri con l’individuazione del sito)

L’area individuata in carto-grafia è prospicente alla strada pubblica di collegamento tra Chieri e Santena. La superficie interessata all’insediamento può essere quantificata in mq. 35.000 circa a fronte di 450 pos-ti letto.

La carta di sintesi della peri-colosità geomorfologica e dell’idoneità all’utilizzazione urbanistica in allegato al P.R.G.C. di Chieri la individua come “CLASSE 1” dove cita testualmente: Porzioni di terri-torio dove le condizioni di peri-colosità geomorfologica sono

tali da non porre limitazioni alle scelte urbanistiche.

Analizzando l’area dal punto di vista viario, si può facilmente constatare che oltre ad essere a ridosso di via pubblica (strada Fontaneto) di collegamento tra Chieri e Santena è posta anche in fregio con il confine territori-ale di Santena e con rapido ac-cesso alle autostrade. (allegato n. 3 - stralcio di carta geografica con l’individuazione della via-bilità ).

La rotonda di Santena im-mette alle SP 29 e quindi all’accesso sia alle autostrade, alla SP 122 e alla circonvallazi-one per Villastellone.

Anche il collegamento fer-roviario “ linea Torino - Genova “ è di facile accesso in quanto il casello ferroviario si trova ad un paio di chilometri circa.

Le opere di viabilità per ren-dere più comodo il transito ve-icolare, partendo dalla rotonda di Santena sino ad arrivare al sito proposto, potrebbero con-sistere nell’allargamento di un chilometro circa della strada di Fontaneto e quindi a costi ve-ramente contenuti.

Analizzando il sito dal punto di vista urbanistico, si potrebbe ipotizzare la formula di “spos-tamento volumetrie” che non dispiace alla Regione in quan-to non si andrebbe a sottrarre nuovi suoli ma solamente a creare una diversa distribuzi-one dei volumi edificati con relativi scambi di aree, man-

tenendo inalterati i parametri urbanistici.

Sito n° 22)- area nelle vicinanze del

Castello di Pessione (allegato n° 4 - estratto del PRGC vi-gente del Comune di Chieri con l’individuazione del sito)

L’area individuata in carto-grafia si raggiunge, allo stato attuale, percorrendo la S.P. 128 per Chieri e poi in prossimità del Castello di Pessione con la via denominata strada della Ca-bianca.

Anche per il sito n° 2 può es-sere individuata una superficie interessata all’insediamento che si quantifica in mq. 35.000 circa a fronte di 450 posti letto.

La carta di sintesi della peri-colosità geomorfologica e dell’idoneità all’utilizzazione urbanistica in allegato al P.R.G.C. di Chieri la individua come “CLASSE 2a” dove cita testualmente: Porzioni di ter-ritorio nelle quali le condizioni di moderata pericolosità geo-morfologica possono essere superate attraverso l’adozione ed il rispetto di modesti accor-gimenti tecnici, derivanti da indagini geognostiche, studi geologici e geotecnici, da es-eguire nelle aree di intervento in fase di progetto esecutivo, in ottemperanza al D.M. 11/03/88.

Pertanto il sito, dal punto di vista morfologico, risulta ido-neo ad un insediamento edifi-catorio con lievi accorgimenti in fase di progettazione.

Il sito risulta notevolmente interessante dal punto di vista viario, a fronte della futura re-alizzazione della bretella viaria di collegamento sia con la tan-genziale e quindi con le auto-strade che il raggiungimento della città di Chieri senza pas-sare per il centro di Pessione. E’ pure immediato il collegamento con i paesi di Poirino, Santena, Cambiano e Villastellone attra-verso le S.P. 29 e 122.

Anche il collegamento fer-roviario “ linea Torino - Genova “ è di facile accesso in quanto il casello ferroviario di Pessione si trova ad un paio di chilometri circa, come quello del sito n°1).

Le opere di viabilità per ren-dere più comodo il transito veicolare, partendo dalla S.P. 128 sino ad arrivare al sito pro-posto, potrebbero consistere nell’allargamento di circa 600 metri circa della strada Cabian-ca e quindi anche questa a costi veramente contenuti.

Analizzando il sito n° 2 dal punto di vista urbanistico, si potrebbe ipotizzare la stessa formula del sito n° 1 e pertanto con “spostamento volumetrie” che non dispiace alla Regione in quanto non si andrebbe a sottrarre nuovi suoli ma sola-mente a creare una diversa dis-tribuzione dei volumi edificati con relativi scambi di aree, man-tenendo inalterati i parametri urbanistici.

Se dal Comune di Chieri non C’è attenzione al territorio, toCCa ai Cittadini averne e tutelarSi. il SindaCo martano non ha mai ipotizzato Che Chieri poteSSe mantenere l’oSpedale, mentre il SindaCo paolo montagna Sta lottando per averlo a monCalieri CoSì Come il SindaCo di Carmagnola, Silvia teSta. Da qui la decisione di inviare al Ministero della Sanita’, all’Assessore alla Sanita’ della Regione Piemonte Antonio Saitta, al presidente della IV commissione Domenico Ravetti, al direttore generale dell’AslTo5 Massimo Uberti e infine al Sindaco di Chieri Claudio Martano, due proposte per lo studio di fattibilità, per collocare l’Ospedale Unico sul territorio Chierese.

ECCO IL TESTO: «Considerate le Direttive Nazionali e il Protocollo di Intesa siglato tra la Regione Piemonte e i Comuni di Chieri - Moncalieri – Carmagnola , analizzando il territorio Chierese, in rapporto alle priorità di scelta da parte della Regione per l’individuazione di siti idonei alla futura realizzazione di un OSPEDALE UNICO, propone n. 2 Studi di Fattibilità individuati sul Territorio di Chieri adottando la procedura del “trasferimento di cubatura”: - LOCALITA’ PESSIONE - ZONA FONTANETO.Le due location sono stati individuate nel rispetto dei criteri della normativa vigente ed è stato preso in considerazione il fatto

che il Distretto di Chieri ha un bacino di n. 25 Comuni limitrofi con un totale di 103.543 abitanti e solo a Chieri sono circa 37.000. Restiamo, pertanto, a disposizione ad una eventuale approfondimento da parte della Regione, dell’Asl e degli Enti di competenza. Confidiamo che il nostro operato venga preso in considerazione e chiediamo la Vostra disponibililtà al confronto con l’istituzione di un Tavolo di concertazione presso il nostro Comune Capofila con la presenza dei 25 Comuni limitrofi che compongono il nostro Distretto, Associazioni, Comitati di Cittadini, Professionisti ed Esperti del settore Sanità.»