EVOLUZIONE ED OPPRESSIONE DEGLI SCHEMI SOCIALI · PIANO INTEGRATO 2009-2010 Modulo: Laboratorio di...

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Cosa resta fer- mo nel tempo che passa? È tutto un conti- nuo mutamen- to: giusto porre delle regole, pur soggette alla trasforma- zione. L’uomo da sempre si dà delle leggi che limitano i suoi comportamenti, che lo tutelano tra i suoi simili e che creano un ordine e un equilibrio nel mondo. Ma il pensiero di una regola fissa non può reggere nella nostra società perché essa ha per caratteristica principale il cambiamento, l’evoluzione verso un nuovo modo di concepire le cose. Basti guardare alla nostra società, dove ancora una volta si consuma la battaglia tra il progresso e le istituzioni che non riescono a stare al passo con il cambiamento, le cui regole si fondano sulla tradizione e costituiscono la tradi- zione stessa. Queste istituzioni hanno il compito di essere la base della società, il suo fondamento. Ma esse non portano alcun gio- vamento all’uomo in quanto non danno la felicità che egli cerca ma solo dolore e soffocamento, tenendolo ingabbiato senza possibilità di muoversi. La forza del cambiamento è di certo maggiore di quella posseduta dalle leggi e, così come quando si cerca di contenere troppa acqua in un reci- piente, prima o poi traboccherà. Così è per la società, poi- ché l’evoluzione non sottostà a nessuna regola: anche se contenuta, essa avrà sempre, la supremazia su tutto, anche sulla legge. Oggi si creano tanti modelli che ci vengono imposti come verità assolute, proposti come vero e unico obiettivo da perseguire. Veri e propri schemi precostruiti da adattare ad ognuno. C’è un modello di famiglia, di ca- sa, di lavoro; un modello di bellezza, addirittura di pensie- ro e di amore. E tutto ciò non ha senso in un mondo così formulato come il nostro, dove la famiglia, quella tradizio- nale e schematizzata, non esiste più e lascia spazio ad altre forme di famiglia che si adeguano alle esigenze umane, dove il lavoro e la casa, ed ogni imposizione, ogni stereoti- po, vengono superati dal bisogno. che causa i cambiamen- ti. Perciò, finche l’uomo avrà la ragione, fonte dei suoi bisogni, potrà vivere libero e lottare per esserlo. Andrea Foti ISTITUTO STATALE D’ARTE “A.FRANGIPANE” DI REGGIO CALABRIA SOGGETTO ATTUATORE/GESTORE PIANO INTEGRATO D’ISTITUTO 2009-2010 Un percorso per lo sviluppo delle competenze chiave - Laboratorio di scrittura-Giornalismo RIFORMA DEI LICEI:PROBLEMI E PROSPETTIVE Programmazione Fondi Strutturali 2007/2013 - Programma Operativo Nazionale: “Competenze per lo Sviluppo” finanziato con il Fondo Sociale Europeo Il riordino della scuola secondaria superiore:da 400 indi- rizzi si passa a 6 licei con 10 diverse opzioni. Due le new entry: il liceo musicale e coreutico e il liceo delle scienze umane. Il nuovo modello sarà operativo gradualmente, coinvolgendo dall'anno scolastico 2010-2011 le prime e le seconde classi; entrerà a pieno regime nel 2013. La rifor- ma spazza via gli attuali 396 indirizzi sperimentali, i 51 progetti assistiti dal ministero, le tantissime sperimenta- zioni attivate e propone sei licei: il liceo artistico, articola- to in tre indirizzi (arti figurative, architettura-design- ambiente, audiovisivo-multimedia-scenografia); il liceo classico; il liceo scientifico; il liceo linguistico; il liceo musicale e coreutico, articolato appunto nelle due sezioni musicale e coreutica e infine il liceo delle scienze umane che sostituirà il liceo socio psicopedagogico, portando a regime le sperimentazioni avviate negli anni scorsi. Il lati- no sarà presente come insegnamento obbligatorio nel liceo classico, scientifico, linguistico e delle scienze umane mentre sarà facoltativo ne- gli altri licei. È previsto un incremento delle ore di matematica, fisica e scien- ze. Ci sarà un potenziamento delle lingue straniere con l’obbligo dell'insegna- mento di almeno una lingua straniera nei cinque anni ed eventualmente di una seconda lingua usando la quota di autonomia. Martina Cristiano EVOLUZIONE ED OPPRESSIONE DEGLI SCHEMI SOCIALI

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Cosa resta fer-mo nel tempo che passa? È tutto un conti-nuo mutamen-to: giusto porre delle regole, pur soggette alla trasforma-zione. L’uomo da sempre si dà delle leggi che limitano i suoi comportamenti, che lo tutelano tra i suoi simili e che creano un

ordine e un equilibrio nel mondo. Ma il pensiero di una regola fissa non può reggere nella nostra società perché essa ha per caratteristica principale il cambiamento, l’evoluzione verso un nuovo modo di concepire le cose. Basti guardare alla nostra società, dove ancora una volta si consuma la battaglia tra il progresso e le istituzioni che non riescono a stare al passo con il cambiamento, le cui regole si fondano sulla tradizione e costituiscono la tradi-zione stessa.

Queste istituzioni hanno il compito di essere la base della società, il suo fondamento. Ma esse non portano alcun gio-vamento all’uomo in quanto non danno la felicità che egli cerca ma solo dolore e soffocamento, tenendolo ingabbiato senza possibilità di muoversi. La forza del cambiamento è di certo maggiore di quella posseduta dalle leggi e, così come quando si cerca di contenere troppa acqua in un reci-piente, prima o poi traboccherà. Così è per la società, poi-ché l’evoluzione non sottostà a nessuna regola: anche se contenuta, essa avrà sempre, la supremazia su tutto, anche sulla legge. Oggi si creano tanti modelli che ci vengono imposti come verità assolute, proposti come vero e unico obiettivo da perseguire. Veri e propri schemi precostruiti da adattare ad ognuno. C’è un modello di famiglia, di ca-sa, di lavoro; un modello di bellezza, addirittura di pensie-ro e di amore. E tutto ciò non ha senso in un mondo così formulato come il nostro, dove la famiglia, quella tradizio-nale e schematizzata, non esiste più e lascia spazio ad altre forme di famiglia che si adeguano alle esigenze umane, dove il lavoro e la casa, ed ogni imposizione, ogni stereoti-po, vengono superati dal bisogno. che causa i cambiamen-ti. Perciò, finche l’uomo avrà la ragione, fonte dei suoi bisogni, potrà vivere libero e lottare per esserlo.

Andrea Foti

ISTITUTO STATALE D’ARTE “A.FRANGIPANE” DI REGGIO CALABRIA SOGGETTO ATTUATORE/GESTORE

PIANO INTEGRATO D’ISTITUTO 2009-2010 Un percorso per lo sviluppo delle competenze chiave - Laboratorio di scrittura-Giornalismo

RIFORMA DEI LICEI:PROBLEMI E PROSPETTIVE

Programmazione Fondi Strutturali 2007/2013 - Programma Operativo Nazionale: “Competenze per lo Sviluppo”

finanziato con il Fondo Sociale Europeo

Il riordino della scuola secondaria superiore:da 400 indi-rizzi si passa a 6 licei con 10 diverse opzioni. Due le new entry: il liceo musicale e coreutico e il liceo delle scienze umane. Il nuovo modello sarà operativo gradualmente, coinvolgendo dall'anno scolastico 2010-2011 le prime e le seconde classi; entrerà a pieno regime nel 2013. La rifor-ma spazza via gli attuali 396 indirizzi sperimentali, i 51 progetti assistiti dal ministero, le tantissime sperimenta-zioni attivate e propone sei licei: il liceo artistico, articola-to in tre indirizzi (arti figurative, architettura-design-ambiente, audiovisivo-multimedia-scenografia); il liceo classico; il liceo scientifico; il liceo linguistico; il liceo musicale e coreutico, articolato appunto nelle due sezioni musicale e coreutica e infine il liceo delle scienze umane che sostituirà il liceo socio psicopedagogico, portando a regime le sperimentazioni avviate negli anni scorsi. Il lati-no sarà presente come insegnamento obbligatorio nel liceo classico, scientifico, linguistico e delle scienze umane

mentre sarà facoltativo ne-gli altri licei. È previsto un incremento delle ore di matematica, fisica e scien-ze. Ci sarà un potenziamento delle lingue straniere con l’obbligo dell'insegna-mento di almeno una lingua straniera nei cinque anni ed eventualmente di una seconda lingua usando la quota di autonomia.

Martina Cristiano

EVOLUZIONE ED OPPRESSIONE DEGLI SCHEMI SOCIALI

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PIANO INTEGRATO 2009-2010

Modulo: Laboratorio di scrittura-Giornalismo

Il possesso sicuro della lingua è indispensabile per espri-mersi, per comprendere e avere relazioni con gli altri, per far crescere la consapevolezza di sé e della realtà, per in-teragire adeguatamente in una pluralità di situazioni co-municative. In quest’ottica, l’operazione dello scrivere è stata offerta ai corsisti come un processo “naturale” di acquisizione di abilità e competenze, promuovendo in loro il desiderio di scrittura e di riflessione interiore. I corsisti sono stati guidati a redigere testi di varie tipologie attra-verso l’utilizzo del computer: la lettera, l’e-mail, il lin-guaggio degli sms, il testo descrittivo, il racconto breve, l’articolo di giornale, il testo-intervista. Sono stati aiutati a sviluppare il loro senso critico in rapporto a tutto ciò che può essere considerato comunicazione, intra o inter-personale. Da ciò, la duplicità costitutiva del laboratorio, esso inteso quale un amalgama creativo di scrittura. L’obiettivo principale delle visite guidate è stato quello di fare una ricognizione sul territorio per produrre interviste ai cittadini su alcuni problemi della città e sottoposte all’attenzione dell’assessore comunale all’Ambiente. Gli allievi hanno concluso il Corso imparando a scrivere con maggiore ordine, chiarezza di idee e nel rispetto del regi-stro linguistico. Il Tutor : Prof. Elio Delle Fave L’esperto esterno: Dott. Francesco Tiziano

LABORATORIO DI SCRITTURA-

GIORNALISMO

TUTOR

Prof. Elio Delle Fave

FORMATORE Dott. Francesco Tiziano

REDAZIONE Aula 5

CORSISTI

Francesco Arena Antonia Catalano

Maria Cilione Antonio Costantino Martina Cristiano

Andrea Foti Jessica Giuffrè Valerio Martino

Vanessa Pangallo Luana Pennestrì Chiara Picone

Jessica Pizzimenti Angela Puntureri

Antonio Puro Giovanni Romeo Paola Saraceno Pietro Trunfio

Desireè Zangari Valentina Zappia

MAGGIO 2010

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I Giovani e la TV(di Vanessa Pangallo) Viviamo in un mondo caratterizzato dalla tecnologia e dal cosumismo, nel quale si preferisce trascorrere un pomeriggio davanti alla televisione, piuttosto che uscire con gli amici. La televisione è ormai uno dei mezzi accessibili a tutti: bambini, teen-ager e anziani. La stessa, pur essendo un valido mezzo di comunicazione, costituisce spes-so veicolo di condizionamento, non sem-pre positivo, soprattutto per le giovani menti, perdendo così il si-gnificato e l’importanza che dovreb-be avere. Giovani e giovanissimi vengono bombardati quotidianamente da programmi TV e cartoni animati all’insegna della violenza e della maledu-cazione. Reality Show, Talk Show e programmi che indu-cono alla violenza (tra i quali il Wrestling), vengono tra-

smessi sugli schermi televisivi, anche in “fascia protetta”, facendo credere agli adolescenti di poterne imitare i com-portamenti. Spesso, si ha notizia di episodi di violenza

verificatisi all’interno di edifici scolastici, dovuti all’emulazione di comporta-menti scorretti. Non tutti i programmi sono dannosi ai bambini, ad esempio i clas-sici cartoni animati “Hanna e Barbera” oppure quelli prodotti dalla centenaria Walt Disney, hanno accom-pagnato gradevolmente la crescita di intere generazioni con storie ricche di diverti-

mento e avventure, sicuramente prive di sangue e combat-timenti. Alcune Televisioni si sono prodigate per arginare il problema, dando ai genitori la possibilità di selezionare i programmi più adatti alla visione dei loro figli.

Luciano Ligabue, Ben Harper, Radiohead e molti altri gli artisti e gli e-venti musicali che, da qualche tempo, hanno sposato il progetto diffuso da alcune organizzazioni internazionali come Life Gate e National Geo-grafic, che prevede la realizzazione di concerti a impatto zero. Il proble-ma dell’inquinamento ambientale, causato da tutti questi eventi, non è da sottovalutare. Basti pensare ai dati diffusi da Blogosfere circa la quantità di CO2 prodotta annualmente in Italia attraverso i concerti. Ogni anno nel nostro Paese si tengono in media 50.000 eventi live musicali, con una produzione di CO2 complessiva pari a circa 45.000 tonnellate. Per fare un paragone, è la stessa quantità emessa nel corso di un anno da 22.500 auto che percorrono 100.000 km. E’ così che la salvaguardia

dell’ambiente va in tour con i più grandi artisti del panorama musicale internazionale. Tutto ciò è possibile attraverso una duplice azione di prevenzione con l’uso di materiali riciclati come bicchieri e articoli da destinare alle grandi masse di spettatori, l’adozione di mezzi di trasporto per collegare i maggiori centri urbani con il luogo dell’evento e un’azione di ripristino successiva all’evento e volta a riequilibrare, in un dato lasso di tempo, la produzione di CO2 del concerto con l’ossigeno, attraverso il rimboschimento di grandi aree forestali in varie parti del pianeta. Tra i maggiori eventi mu-sicali a impatto zero, troviamo i casi emblematici dell’Electro Picnic e Oxegen in Irlanda, dove l’emissione di CO2 in-quinante viene bilanciata e prevenuta al 100%, quindi con una emissione finale di impatto ambientale pari a zero. A que-sto proposito, nel 2008, è stato istituito un apposito premio, il Greener festival aworld, per conferire un riconoscimento al grande traguardo raggiunto con i due eventi.

UNIVERSO GIOVANILE

I giovani segnalano… (di Maria Cilione) Al giorno d’oggi le difficoltà più diffuse tra i giovani si riscontrano in famiglia e scaturiscono principalmente dal cattivo rapporto con uno dei due genitori. Molti adolescenti finiscono così per prediligere la compagnia del “branco”, all’interno del quale sfogano la loro “rabbia” con atti di delinquenza e spesso vengono avviati all’uso di stupefacenti. Il rifiuto che il giovane ha nei confronti della famiglia, può essere spesso ricercato nella mancanza di dialogo. Come risolve-re questo problema? La scuola potrebbe fare la sua parte dando la possibilità ai giovani di esprimersi apertamente e, attraverso uno scambio di opinioni e di esperienze con gli insegnanti, si può arrivare a una maggiore consapevolezza di sé, della famiglia e del mondo che li circonda. Questo considerando il fatto che il primo e più importante responsabile della buona crescita psicofisica di un individuo è la fa-miglia; è soprattutto al suo interno che vanno cercate risposte, indicazioni ma soprattutto amore e rispetto reciproco.

Musica a impatto zero ( di Chiara Picone)

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Vi descrivo il mio caro amico Antonio

Simpatico e giocherellone. L'ho conosciuto quattro anni fa. Era il primo giorno di scuola superiore. Abbiamo legato subito. È uno dei miei migliori amici, perciò ho deciso di farvelo conoscere attraverso questa breve descrizione. Si chiama Antonio Costantino, ha 17 anni ma ne dimostra qualcuno in più. È un ragazzo molto allegro e solare. Il suo fisico è ben sviluppato. È alto 195cm e ha una buona mu-scolatura. È un valido sportivo e gioca a tennis nella serie C. La sua altezza può suscitare timore ma, per chi lo cono-sce, è un “gigante buono“. Difficilmente vive momenti di assoluta serietà, in quanto ama particolarmente scherzare e interagire costantemente con i suoi amici, ai quali è molto affezionato. Nel momento del bisogno è sempre presente; non ti abbandona per alcun motivo. Esteticamente, oltre alla notevole altezza, dovrei segnalare in lui la presenza di qual-che kg di troppo che non gli consente di mostrare al meglio la sua fisicità. Il suo sguardo da bambino conferma la sua

indole buona e sensibile. Francesco Arena

ARGOMENTI

Un percorso per lo sviluppo delle competenze chiave

Antonio Costantino

Il 3 marzo 2010, presso l’Aula Magna dell’Istituto, è stato presentato il libro “Un percorso per lo sviluppo delle competenze chiave” (Piano Integrato d’Istituto 2008-2009) dove sono stati pubblicati i lavori prodotti dagli alunni. La stesura del testo è stata curata dal prof. Elio Delle Fave.

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LA FARFALLA VIOLETTA C’era una volta una piccola farfalla chiamata Violetta: ella andava spesso in cerca di amici perché era stanca di tra-scorrere le sue giornate in solitudine. Durante un volo, Violetta, incontrò un'altra farfalla e le si avvicinò cercando di intraprendere una conversazione. Dialogando, trascorse-ro tutta la giornata assieme. Il giorno dopo, Violetta, andò a cercare la sua nuova amica ma non la trovò e, gironzo-lando per il prato, scoprì che questa era rimasta intrappola-ta in una ragnatela. Immediatamente, volò in suo aiuto ma si fermò appena in tempo per accorgersi della presenza di un perfido ragno. Presa dal panico, tornò indietro e vide una rana in riva al laghetto, si avvicinò e le chiese gentil-mente di seguirla. Avvicinandosi alla ragnatela, Violetta, spiegò alla rana la situazione di pericolo in cui versava la sua amica. La rana, prontamente, mangiò il ragno liberan-do così la farfalla intrappolata. Finalmente, le farfalle, vo-larono libere ringraziando la gentile rana.

.Martina Cristiano

Da questa panchina il tramonto mi appare più affascinan-te. Tra questi alberi avverto nell’atmosfera una sensazione di protezione, che in questo momento non ho. Sulla riva, alcuni pescatori trascinano le loro barche. Ritornano a casa stanchi e soddisfatti, la pesca deve aver dato buoni frutti. Più in là, tra un tuffo in acqua e qualche palleggio, attirano la mia attenzione un gruppo di ragazzi ancora in spiaggia. Leggiadri, dai massi, si librano due gabbiani. Sembrano quasi rincorrersi e tra quel calore apparente, perdersi all’orizzonte. Ad un tratto una brezza marina si fa sentire, portando con sé, non solo il suo tipico odore sal-mastro, ma anche i primi profumi delle pizze appena sfor-nate. In lontananza, insieme a qualche clacson, si percepi-scono le voci di bambini, di sicuro provenienti dal piccolo parco dietro le palazzine. I primi segni della sera si notano dal punto di ritrovo più comune in paese: il bar, già pieno

con qualche coppia di anziani che gioca a briscola sul retro. Sul marciapiede di fronte, una decina di giovani sui loro motorini. Ritornano in mente i ricordi della scorsa estate. Si riempie il cuore di gioia e allo stesso tempo di tristezza. Una vibrazione, il cellulare. È ora di andare.

Jessica Giuffrè

LA DIETA NON BASTA Gli europei pensano che sia facile diventare e mantenersi magri attraverso le diete ma subentrerà ben presto la delusione a provocare un abbandono collettivo della pratica salutista. Di tutto ciò, gran parte della responsabili-tà può essere attribuita alle industrie che si occupano della produzione di prodotti dietetici i quali sono in parte “colpevoli” di alimentare false spe-ranze nei consumatori. La percentuale terribilmente bassa di coloro che riescono a dimagrire e a conservare il risultato ottenuto con tanti sforzi, denuncia il comportamento affaristico delle industrie produttrici di cibi dietetici che hanno a cuore solo i propri interessi. Secondo gli addetti ai lavori, il problema, è riconducibile ai messaggi che le industrie mandano ai consumatori: le aziende dovrebbero spiega-re alla gente che non è sufficiente acquistare prodotti a basso contenuto calorico per paio di mesi ma è necessario un cambiamento radicale dello stile di vita per arrivare ad una soluzione radicale che risolva definitivamente il problema del soprappeso.

Antonia Catalano

MISCELLANIA

LA STUPENDA VIA MARINA DI GALLICO

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La disoccupazione intellettuale é un fenomeno tutt’altro che recente nella società calabrese. Il meccanismo strutturale della disoccupazione si è esteso anche ai giovani laureati e diplomati che la scuola, ridotta ormai ad un’area di parcheg-gio, getta sul mercato del lavoro senza prospettive. Secondo alcuni studiosi, il problema in questione, è dovuto al fatto che moltissimi giovani conquistano in massa titoli di studi nel tentativo di aprirsi scorciatoie che possano consentirgli l’ingresso tra i gruppi dominanti e per poter accedere con più facilità alle mansioni artigiane. Il traguardo della “promozione sociale” appare pertanto facile ed immediato da raggiungere attraverso il “pezzo di carta”. La realtà è però ben diversa in una società in cui l’analfabetismo registra tas-si elevati e l’evasione scolastica costituisce, ancora oggi, soprattutto in alcune zone del paese, una vera piaga sociale. Inoltre, esiste una moltitudine di giovani diplomati e laureati

senza alcuna prospettiva di occupazione, che magari ha alle spalle famiglie operaie, artigiane o contadine che, con sacri-ficio, hanno cercato di elevare la condizione sociale dei figli rispetto alla loro. .

I GUERRIERI A RIPOSO

DISOCCUPAZIONE INTELLETTUALE IN CALABRIA

È partita l'operazione di valorizzazione dei Bronzi di Riace. Un team composto da fisici, chimici e restauratori collabora per conoscere l'effettivo stato di salute di questi due capolavori, affiorati dalle acque quasi quarant'anni fa, e prospettare eventuali interventi mirati. Ai visitatori viene offerta la possibilità di seguire da vicino le fasi di questa eccezionale ope-razione. Il Laboratorio di restauro, allestito nella Sala Monteleone di Palazzo Campanella (sede del Consiglio Regionale della Calabria) è aperto al pubblico che può osservare l’operato degli esperti attraverso una vetrata. Non solo. In occasio-ne della ristrutturazione del Museo Nazionale della Magna Grecia anche gli altri reperti della collezione sono stati tra-sportati a Palazzo Campanella dove è allestita una mostra per ammirare, tra gli altri, i più importanti esemplari di Pìna-kes al mondo.

CRONACA LOCALE (Servizio di Valentina Zappia)

LA NUOVA CONDIZIONE DEL SUD Che la cultura calabrese di vecchio stampo appartenga alla storia del Sud e a quella dell’Italia in generale , appare innegabile. Ma fare il termine di riferimento per un giudizio discriminante dell’attuale vita culturale della Calabria, significa forzare la realtà contemporanea in schemi in cui non può essere in alcun modo costretta. La parte più consistente della cultura meridio-nale è tuttavia impegnata in un costante tentativo di analisi e di coscienze della realtà contem-poranea del Sud dopo il passaggio da una secolare condizione di dipendenza ad una prospettiva nuova ed esaltante di sviluppo. La nuova condizione del Sud risulta lacerata da contraddizioni gravi e rischiose, condi-zionate dagli interessi, dai privilegi e dalla grande forza di volontà, di riscatto e di progresso civile, politico ed economi-co. Oggigiorno, la cultura calabrese trova espressione, nell’attività di elaborazione teorica e di realizzazione pratica de-gli operatori politici e sindacali, negli uomini nello sviluppo delle scuole, nelle fabbriche, negli uffici e nell’agricoltura. La vita culturale del Sud è viva, estesa. La vecchia cultura meridionale è dunque morta.

Marcello Veneziani

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IL LAOCOONTE DI BER-NINI NELLA PINACOTE-CA CIVICA DI REGGIO CALABRIA

All’interno della Pinacoteca Civica di Reggio Calabria è ora possibile am-mirare il gruppo scultoreo del Laoco-onte, proveniente dal Museo Nazio-nale della Magna Grecia della città. Attraverso le ricerche e gli studi della dott.sa Alessandra Migliorato, l’opera, è stata finalmente attribuita

ad un autore: Pietro Bernini. L’autenticità dell’opera è rafforzata dai numerosi elementi stilistici comu-ni ad altre opere appartenenti alla vasta produzione dell’artista. La scul-

tura, ritrovata presso il Semi-nario Arcive-scovi le di Reggio dopo il terremoto del 1908, si ispira all ’omonimo gruppo mar-moreo conser-vato ai Musei Vaticani, am-mirato da mol-ti per il reali-smo con cui

sono presentati i diversi gradi della sofferenza umana: la paura, il dolore e la morte, attraverso la straordinaria espressività dei volti delle figure. En-trambe le sculture affrontano la me-desima tematica che rievoca uno dei capitoli della guerra di Troia narrata nel poema dell’Iliade. La statua, in-fatti, raffigura la morte del sacerdote troiano di Apollo, Laocoonte, il qua-

le, a causa del suo disaccordo a far entrare a Troia il famoso cavallo di legno costruito dai greci, scatenò l’ira di Atena che, desiderosa di portare a termine la distruzione della città odia-ta, fece uscire dal mare due serpenti marini che uccisero i figli del sacer-dote e Laocoonte, accorso in loro aiuto. È importante sottolineare che la scultura reggina, datata tra il 1560 e il 1570, non è la copia esatta del gruppo antico risalente al periodo ellenistico ma ne rappresenta una versione con diverse varianti. Infatti, le dimensioni sono ridotte rispetto all’originale e le figure laterali, che nel gruppo romano si presentano con sembianze adulte, nell’opera berni-niana, hanno fattezze giovanili. Inol-tre, il Bernini, diminuisce la tensione muscolare della figura centrale di Laocoonte. Tali cambiamenti e varia-zioni dimostrano l’impronta persona-le di Pietro Bernini e, per di più, han-no permesso di ricavare maggiori certezze sull’assegnazione dell’opera all’artista toscano, attribuzione che valorizza ancor più la scultura reggi-na la quale, oltre a presentare rilevan-ti caratteristiche stilistiche e tecniche,

CRONACA LOCALE

INTERVISTA AL PRESIDENTE EROI DELLA V CIRCOSCRIZIONE (di Valerio Martino) Tra le tante emergenze, quale la priorità da affrontare per lo sviluppo della Ca-labria? “Ci sono tanti problemi che andrebbero risolti ma il principale problema che affligge la nostra regione è quello della sanità. Spese altissime e un servizio po-co efficiente, costringono il cittadino a recarsi nelle strutture ospedaliere del nord Italia per risolvere i relativi problemi di salute. Un altro aspetto che rende la sanità pubblica calabrese poco efficiente riguarda le diverse situazioni sgra-devoli che si sono verificate nei nostri ospedali regionali con morti sospette e casi drammatici di malasanità”. La Calabria, per svilupparsi, ha bisogno di una viabilità all’altezza del terzo millennio. Come si può risolvere la situazione di inefficienza e pericolo dell’autostrada “Salerno-Reggio Calabria” e della Statale Ionica 106, triste-mente famosa come la “strada della morte” a causa dei ripetuti incidenti morta-li? “Potremmo risolvere questo problema in tanti modi, ad esempio facendo intervenire squadre specializzate di operai che sistemereb-bero le strade a dovere oppure proponendo un’analisi del territorio che porterebbe ad una maggiore sicurezza ed efficienza”. E della realizzazione del Ponte sullo Stretto cosa pensa? “Penso sia una buona idea dal punto di vista della mobilità ma altrettanto negativa visto e considerato che, portando a termine la costruzione del Ponte sullo Stretto, tante persone perderebbero il loro posto di lavoro poiché i traghetti finirebbero di esistere”. E come replica alla protesta degli ambientalisti che ritengono disastrose le conseguenze della costruzione del Ponte? “E’ un falso problema, in quanto il Ponte servirebbe a rendere più piacevole e agibile il percorso Reggio Calabria – Messina e non a causare problematiche all’ambiente marino”. E’ legge l’abolizione delle Circoscrizioni; come cambierà il rapporto tra le Istituzioni sul territorio e il cittadino? “Mancherà sicuramente un importante punto di riferimento. La Circoscrizione è stata ,ed è ancora oggi, la casa dei cittadini per le istanze quotidiane. La Finanziaria, per ridurre i costi della politica, ha deciso di abolirle. A mio avviso, si compirà un passo indie-tro nel rapporto fiduciario tra Istituzioni e cittadini, anche se non mancheranno le forme e le opportunità per chi amministra la cosa pubblica di mettersi al servizio della gente sforzandosi di contribuire a risolvere alcune delle tantissime problematiche quotidiane”.

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NEL MONDO PERSISTONO VECCHIE FORME DI SCHIAVITÙ

I DANNI DEL FUMO ( di Antonio Puro) Il fumo non fa crescere, uccide. Molti ragazzi co-minciano a fumare tanto per darsi delle arie, per il gusto di provare e per di-mostrare a se stessi e agli altri di essere ormai grandi, indipendenti da tutti. Dun-que, per i ragazzi, il fumo rappresenta autonomia, maturità e libertà. In questi ultimi anni è aumentato il numero delle persone affet-te dalle malattie da fumo, infatti non si può negare in alcun modo che faccia

molto male. Esso ha una stretta relazione con la “bronchite cronica dei fumatori”, malattia che il fumatore si porterà dietro per tutta la vita. La maggior parte delle volte il fumo è la concausa o persino la causa prima-ria di gravi malattie come la tubercolosi, male terribile che colpisce i pol-moni, rendendo molto difficile la respirazione, compromettendo così an-che la corretta funzionalità cardiaca: infatti un’alta percentuale di infarti ha come causa diretta l’abitudine del fumo. Purtroppo esso, oltre all’apparato respiratorio e cardiocircolatorio, colpisce anche quello dige-rente e nello specifico il fegato. Altre malattie, come tracheite, laringite, esofagite, vengono addebitate all’abitudine del fumo. Esse colpiscono giovani e adulti, donne e uomini, tutti coloro che fumano o che vivono con fumatori. Fumare fa vivere male, minaccia e accorcia la vita. Quasi sempre il fumo risulta responsabile, diretto o indiretto, di malattie letali. Tra l’altro, pare che questa brutta abitudine porti ad una rilevante perdita di memoria e addirittura ad un considerevole calo delle normali funzioni sessuali. Queste sono considerazioni sulle quali tutti, ma in particolare i ragazzi, dovrebbero riflettere con molta attenzione prima di buttarsi nell’inutile avventura del fumo omicida. L’unica cosa che possa essere tanto dolce, affascinante e attraente è la vita, unica e sola.

CURIOSITÀ (Sevizio di Desireé Zangari )

INSETTI A A PRANZO Ogni popolazione ha i suoi palati e non vi si può far nulla. Così come a noi può far rab-brividire l’idea si mangiare un cane, consi-derato abitualmente come animale da com-pagnia, ad un musulmano farebbe addirittu-ra orrore pensare di mangiare un maiale o ad un giapponese il nostro gorgonzola. Grilli, bruchi, scarafaggi e locuste sono considerati nell’estremo Oriente cibi preli-bati. Secondo i nutrizionisti, dovremmo mangiarli anche noi occidentali, in quanto ritenuti particolarmente nutrienti. Sarà!

Gli animali dormono come noi L’etologo Enrico Alleva, direttore della Se-zione di neuroscienze comportamentali presso l’Istituto superiore di sanità , spiega: “Il sonno è un irrinunciabile bisogno biolo-gico che interrompe il cosiddetto stato di veglia, che fa riposare e rigenerare le nor-mali funzioni fisiologiche”. Tra i mammife-ri, gli animali che allattano i loro cuccioli, sono i carnivori a dormire di più rispetto agli erbivori. Un leone o un gatto dormono tra le 12 e le 13 ore circa al giorno a di-spetto di un elefante o di una pecora che si addormentano per sole tre - quattro ore al giorno.

Negli ultimi anni il problema dell’immigrazione è degenerato innescando una serie di conseguenze tra loro correlate. Con lo sviluppo socio-culturale, l’Italia, sta diventando un Paese multietnico anche se ciò è po-co riscontrabile. Ne sono un esempio le diverse richieste finalizzate ad abolire il crocifisso dalle scuole e dalle amministrazioni pubbliche in quanto la presenza nel nostro territorio di componenti di varie etnie e di-verse religioni richiederebbe una manifestazione di laicità in modo tale da non creare divisioni. Ma ciò è un esempio di minima rilevanza se messo a confronto con i recenti avvenimenti di Rosarno che hanno visto confrontarsi, anche in maniera violenta, i cittadini del paese calabro e gli immigrati che, per il 90%, erano clandestini. Nella legislazione è presente una legge, la “Bossi-Fini”, che esplicita che gli immigrati, per poter avere il permesso di soggiorno, devono regolarmente lavorare e avere un’abitazione in cui risiedere legalmente ma non si riesce a capire come ciò possa verificarsi se la maggior parte delle aziende e imprese non re-golarizzano a norma di legge il lavoro di tali persone facendoli lavorare in nero per proprio tornaconto. Sono principalmente due i problemi che incentivano il dramma dell’immigrazione: in primo luogo quello dei con-trolli e in secondo luogo il grave muro di discriminazione che esiste in Italia, nonostante esso si definisca un Paese multietnico e ospitale.

Luana Pennestrì

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Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa

Giuseppe To-masi di Lam-pedusa conce-pì il Gattopar-do come rac-colta di ricordi della propria famiglia e la scrisse in lin-gua estrema-mente imme-diata, quasi confidenzia-le.Ambientato in Sicilia, fra Palermo e il borgo Donna-fugata, negli anni intorno al 1860, il ro-manzo, rac-conta la matu-rità e la vec-

chiaia del principe Fabrizio di Salina, capofamiglia della nobile casata sul cui stemma spiccava appunto un gattopar-do. Il principe Fabrizio, personaggio legato al regime bor-bonico e alle antiche tradizioni nobiliari, assiste senza ran-core, ma con distacco scettico, con ironia, ai grandi stravol-gimenti di quegli anni. L'arrivo dei garibaldini, il plebisci-to, l'annessione al regno di Piemonte e il conseguente mu-tamento politico e sociale fanno da sfondo alle vicende dei vari componenti della famiglia. Su tutti spicca, accanto a quella del principe, la figura del nipote Tancredi. Questi, giovanotto dalla personalità aperta ed esuberante, arriva addirittura ad arruolarsi nelle file dei garibaldini, venendo così a rappresentare la nuova generazione di nobili, ormai lontana dagli antichi ideali e dai tradizionali pregiudizi. Molto significativa in questo senso è la storia d'amore con Angelica, la bellissima figlia di Calogero Sedara, sulla qua-le il racconto si sofferma a lungo. Il matrimonio tra Tancre-di e Angelica, infatti, sancisce il mescolarsi della nobiltà con le classi emergenti, nuove detentrici del potere econo-mico e politico, infatti Calogero è anche sindaco di Donna-fugata. Il romanzo si chiude simbolicamente, dopo aver descritto la morte del protagonista, con la distruzione delle <reliquie> conservate nella cappella della famiglia Salina: è quella che Tomasi definisce <la fine di tutto>. Notevole, dal punto di vista stilistico, è la passione dell'autore per le descrizioni particolareggiate, tese a un effetto di grande evidenza plastica. Il risultato è una raffigurazione quasi iconografica dei personaggi e dell'ambiente in cui si muo-vono, ottenuta soffermandosi su atteggiamenti momenta-nei, come ad esempio:<Si applicò a radere bene quel tratto di pelle difficoltoso tra labbro e mento>, e su dettagli quasi macroscopici, quali: <La testina di Medusa con gli occhi di rubino>. Antonio Costantino

Salvate il soldato Ryan (Steven Spiel-berg) Il 6 giugno 1944 gli eserciti degli U.S.A convergono sulle spiagge della Normandia per una delle battaglie più im-portanti della 2^ Guerra Mondiale. Washington ha affida-to al capitano John Miller e ai suoi uomini una missio-ne :salvare la vita ad un ragazzo disperso nella boscaglia, un soldato al quale erano morti tre fratelli per la stessa causa. Questa missione ha l’obiettivo non solo di tenere alto l’onore e il senso del dovere ma dentro di sé, per il capitano, rappresenta una speranza di vita per un uomo che ha voluto combattere per la patria vivendo la sua gio-vinezza tra la morte e la paura. L‘autore del romanzo, scrivendo queste pagine, descrive dettagliatamente tutti gli orrori e le carneficine che si vivono nel corso di una guer-ra , trasmettendoci l’idea che la nostra fragile vita è co-stantemente appesa ad un filo, tra la vita e la morte . Sono momenti in cui si percepisce che non ci sarà un domani, nella mente riaffiorano i particolari della propria vita, si pensa con speranza a quanto amore si troverà al ritorno, alla fortuna di ritrovarsi al di fuori di quelle rovine. Si ap-prezza, in quegli attimi, ogni istante di felicità , consape-voli del fatto che quei momenti non ritorneranno più. La lettura del libro ha suscitato in me delle sensazioni parti-colari e difficili da spiegare: mi ha fatto capire che nella vita si affrontano molti ostacoli e fatiche, facendomi senti-re piccola di fronte al mondo. Tutto ciò perché , renden-domi conto che ci sono milioni di vite umane legate ad una flebile speranza di vita , i momenti che accompagna-no la mia crescita, se pur pieni di ostacoli, messi a con-fronto con la morte, la fame la violenza , l ‘odio , il razzi-smo e lo sfruttamento, appaiono minimi e superabili . La storia si conclude con la messa in salvo del protagonista, per il quale sono state sacrificate le vite di diversi sol-dati .Molti anni dopo la fine della guerra, il soldato Ryan, ritor-na sulla tomba di colui che aveva sacri-ficato la vita per sal-varlo e ri-volgendosi alla moglie chede: “Ho vissuto una buona vita ? sono un uomo degno ?”. E proprio su queste domande che io per-sonalmente rifletto spesso, su come poter vivere giorno per giorno questo dono prezioso che e’ la vita , affinché essa possa trascorrere al meglio .

Paola Saraceno

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Prima di andare al succo del nostro discorso, anticipiamo brevemente e incisivamente cos'è ciò che noi identi-fichiamo col nome di "farmaco". Il farmaco o medicinale è una sostanza esogena, organica o inorganica, natu-rale o sintetica, capace di indurre mo-dificazioni funzionali in un organismo vivente, positivamente o negativa-mente, attraverso un'azione fisica, chimica o fisico-chimica. Ciò sta a significare che tramite quest'ultimo noi siamo in grado di portare benefi-cio o relativamente danneggiare il nostro organismo. Ci sono punti di vista diversi sull'uso dei farmaci: c’è chi ne abusa e chi , invece, preferisce farne a meno se non in caso di relativa necessita. Cerchiamo di analizzare a fondo i due aspetti. Nel caso di "abuso di medicinale" molte sono le persone che noi potremmo esaminare: madri troppo curative e protettive, individui

soggetti a stress dipendenti da far-maci antidepressi-vi, giovani che fanno uso frequen-te di medicinali a scopo estetico. I casi poco prima presi in esame (benché le motiva-zioni siano diffe-renti) portano ad

un'unica strada: l’ avvelenamento da farmaco a causa di un abuso di medi-cinali. A questo proposito è opportuno precisare che con l'assunzione di far-maci tendiamo ad assimilare quelle proteine e sostanze nutritive indirizza-te a scopi benefici ma in determinati casi ed in determinate situazioni ( nel caso in cui ci sia una mancanza o una carenza) un utilizzo spontaneo, senza alcuna indicazione, può portare conse-guenze serie a volte fatali. Ciò sta a significare, per fare una distinzione, che un medicinale assunto da un indi-viduo realmente malato e sotto indica-zioni mediche può portare alla solu-zione della problematica presa in esa-me, l'uso di un medicinale senza pre-scrizione può portare invece all'au-mento o a dirittura alla formazione di nuove problematiche o patologie. C’è da tenere in considerazione anche i casi di coloro che sono dipendenti da

farmaci, ad esempio nel campo psi-chico dove l'individuo soggetto a stress o ad emicrania tende, anche nei casi più semplici, a far uso di medici-nali danneggiando l'organismo. Molti sono i casi di cronaca che ci hanno evidenziato questa realtà che hanno portato i nostri legislatori a formulare l’obbligo della prescrizione medica per l’acquisto di medicinali importanti come gli psicofarmaci. Per quanto riguarda il caso di quegli individui che usano il farmaco sotto indicazione medica e solo in caso di reale necessi-tà è inutile spendere molte parole poi-ché questi ultimi rispettano il sistema ed il proprio benessere. Nonostante è anche grazie all’uso dei farmaci che la prospettiva di vita media è notevol-mente aumentata passando dai 70 anni negli anni 60 agli 80-85 della società odierna è da ribadire che l’uso dei farmaci va considerato solo per reale necessità e sotto indicazione medica.

Angela Puntureri

FAI 2010 A REGGIO CALABRIA

Si è svolta contemporaneamente in tutte le regioni italiane la 18a edizione della Giornata FAI (Fondo Ambiente Italiano) di Primavera. L'iniziativa, si è rivelata un'ottima occasione per far riavvicinare il popolo italiano al vasto patrimonio storico, artistico e culturale di cui gode il nostro paese. L'attività svol-ta è risultata coinvolgente e appassionante per tutti coloro che hanno preso parte agli incontri di gruppo nei luoghi pubblici prestabiliti e particolarmente emozionante per i visitatori che hanno seguito i percorsi e gli itinerari paesaggistici indicati, godendo di nuove affascinanti bellezze, fino ad allora ignora-te. Inoltre, l'apertura eccezionale di chiese, conventi, teatri, palazzi e aree archeologiche, generalmente inaccessibili al

pubblico, ha risvegliato nel cuore dei cittadini italiani il senso di appartenenza alla propria terra e il dovere di prenderse-ne cura. La Giornata Fai di Primavera ha trovato largo consenso anche fra gli stranieri, per i quali è stato confermato an-che quest'anno il progetto avviato e sperimentato nel 2008 "Arte:un ponte tra culture", messo in atto in diverse città d'Ita-lia, tra cui Reggio Calabria, utilizzando le lingue straniere relative alle maggioranze etniche rilevate nel territorio. In oc-casione del suo diciottesimo compleanno, la Giornata Fai di Primavera ha raggiunto un numero maggiore di partecipanti che si sono sensibilizzati riguardo al problema del recupero e della salvaguardia delle aree pubbliche. Le opere da tutela-re nel nostro territorio sono in constante aumento e sorge dunque la necessità di un supporto valido e nutrito.

DOCUMENTI

Una piaga sociale: l’abuso di medicinali

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Karl Otto Lagerfeld, classe 1934. Dal 1954 dirige la maison CHANEL, direttore creativo per quanto riguarda couture, accessori e pret-a-porter. Ma oltre alla passione per l’abbigliamento, lo stilista svedese, coltiva diversi hobby tra cui la fotografia e il collezionismo di case, Mon-tecarlo, Amburgo, Parigi, accoglienti dimore o attrezzatis-sime atelier. Sulle orme della ormai indiscussa icona della maison, Lagerfeld, da molti anni, riesce a dare ancora, sfi-lata dopo sfilata, quel timbro di eleganza e raffinatezza che solo Madame Coco sapeva dare. Bianco e nero, un acco-stamento di colori che ormai è simbolo della griffe. Ogni sfilata “rappresenta l’essenza della perfezione, ogni abito contiene le linee principali che caratterizzano il marchio, tweed, abitini in jersey, cinture-catenelle, elementi unici e ormai fondamentali che rendono ogni collezione originale e al passo con i tempi”. Da Venezia a Parigi, Lagerfeld, riesce a stupire il pubblico con ambientazioni e scenogra-fie mozzafiato, sfilate dove la passerella diventa quasi in-visibile, come se lo scorrere delle modelle si stesse svol-gendo quasi per caso. Dalle vette ghiacciate della Groen-landia ai moli Veneziani, o addirittura sul fiume Huangpu a Shanghai la maison esibisce, stagione dopo stagione, collezioni sempre più innovative e originali che affermano la sopravvivenza e la continuità della griffe. L’idea di CHANEL è quella di una donna pronta in ogni situazione, capace di affrontare la frenetica metropoli. Giovanni Romeo

Gianni Versace, l’uomo che ha inventato il feno-meno delle top model, ha arredato residenze da re, ha disegnato meravi-gliosi costumi per il balletto e l’opera, ha capito che il rock era la colonna sonora del no-stro tempo. Era “un uomo geniale e vulcani-co, affamato di cultura e innamorato del bello, carismatico e generoso, amabile e decisionista, per il quale la famiglia, l’amore e gli amici han-no sempre rivestito un

ruolo importantissimo”. Il percorso artistico dello stilista è stato unico: da Reggio Calabria alla ribalta mondiale ha costruito, grazie al suo straordinario talento di couturier e formidabile comunica-tore,un successo inimitabile. Versace, “spinto da un’inesauribile vena creativa ,dotato di grande talento e amante del bello ha dato forma al sogno di una modernità che ha fatto della leggerezza e del glamour il proprio se-gno di distinzione”. Un sogno che il mondo insegue anco-ra oggi e che lo ha reso un mito. Egli affermava: “Secondo me, il vero artista, è quello che realizza le cose con le sue mani. Uno stilista quindi deve essere un sarto”. Alla sua morte, la Maison, ha attraversato un periodo di crisi e non poteva essere altrimenti. Dal punto di vista economico, le cose sono andate male fino all’arrivo di Giancarlo Di Risio, dal 2004 Amministratore Delegato del Gruppo. Sotto l’aspetto stilistico, l’andamento della casa di moda è notevolmente migliorato da quanto Dona-tella e il team creativo di inglesi hanno ripescato le idee dall’archivio di Gianni Versace. Adesso, l’azienda, è ri-tornata a vendere bene ritrovando i successi di un tempo.

Pietro Trunfio

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Karl Otto Lagerfeld

Gianni Versace

LE GRANDI FIRME DELLA MODA

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Programmazione Fondi Strutturali 2007/2013 - Programma Operativo Nazionale: “Competenze pe r lo Sviluppo”

finanziato con il Fondo Sociale Europeo—Laboratorio di scrittura-Giornalismo

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