EVENTO PANATHLON...Anno XII - Sport Comuni Speciale Informa Supplemento al n. 3 marzo 2018 3 si paga...

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forma speciale in www.sanitariasantanna.com [email protected] Anno XII - Sport Comuni Speciale Informa Supplemento al n. 3 marzo - Finito di stampare il 29/03/2018 COPIA GRATUITA Primavera è sinonimo di rinascita, nuovo inizio, slancio, energia vitale. Non è solo una delle quattro stagioni, un periodo ben preciso dell’anno, ma anche uno stato interiore, mentale e fisico, un invito a cogliere la pienezza della vita. Anche quella di tutti i giorni, abitudinaria, monotona, schiava della routine… Che a volte criti- chiamo con forza e che, con la stessa forza, ci rifiutiamo di abbandonare. È un’esorta- zione a uscire dagli uffici, ad alzarsi dai divani che ci risuc- chiano con la forza irresi- stibile della pigrizia, a fare due passi al parco, in campagna, a godere appieno delle giornate che proprio in questo periodo, grazie al cambio dell’ora, “diventano” più lunghe. Abbandoniamo gli smartphone, tiriamo su gli occhi dai tablet, stacchiamo lo sguardo assente dagli schermi di tutti i tipi e approfittiamo di questi mesi, non più così freddi e non ancora troppo caldi, per uscire, correre, camminare, andare in bicicletta. Abbracciamo una nuova “dieta”. Come suggerisce il biologo-nutrizionista dott. Andrea Vanini, la parola “dieta” deriva dal greco ‘daita’, che significa “stile di vita”. Dunque il campo semantico di questo termine non riguarda, come comunemente si crede, soltanto l’alimentazione, anzi: include l’attività sportiva, il tipo di impiego che svolgiamo, la qualità del nostro tempo libero. O meglio, la qualità del tempo e basta. Tutto il tempo che abbiamo a disposizione, infatti, dovrebbe essere considerato libero e impiegato nel modo migliore possibile. È l’unico bene che realmente posse- diamo, che non si vende e non si compra, che non è sottoposto alle fredde e alienanti leggi del mercato. Dovremmo sentirci padroni ogni giorno del nostro tempo e non solo nei weekend, che magari trascorriamo intontiti sul divano, lamentandoci che “domani è già lunedì”, lasciando che la vita passi nell’attesa dei fine settimana e delle ferie. Al di là di questa visione purtroppo un po’ utopistica, il consiglio resta quello di investire almeno mezz’ora al giorno in una bella e sana camminata seguendo i consigli di Esercizio Vita, che distende la mente oltre che i muscoli. Oltretutto questa buona abitudine aiuterà moltissimo anche la nostra postura. Di noi “figli della tecno- logia”, infatti, nessuno si può sentire al sicuro da quelli che vengono definiti “vizi posturali”, dati da una vita decisamente troppo sedentaria. Se è vero che Dante scrive: “Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza”, è altrettanto vero che la nostra natura è quella di “homo erectus”; non siamo biologica- mente “programmati” per trascorrere le giornate piegati sulla tastiera del pc, a schiacciare tasti e cliccare mouse. Secondo il tecnico ortopedico Monica Grazzi e l’ortopedico dott. Leonardo Marchesini Reggiani, l’attività sportiva e l’educazione posturale potrebbero aiutare i milioni di persone – bambini, adolescenti, adulti – afflitti da problemi posturali. E per chi non ha il tempo – o non vuole trovarlo –, la disponibilità economica o semplicemente la voglia di praticare un qualunque tipo di attività sportiva, resta sempre il mondo: una grande palestra all’aria aperta, gratuita e aperta a tutti. E quale migliore stagione per spegnere la tv, infilare al volo un paio di scarpe comode, accor- darsi con amici, fidanzati, parenti e uscire a fare due passi, magari quattro? Chiara Ferrari RESPIRIAMO L’ARIA: GODIAMOCI LA PRIMAVERA FRECCE TRICOLORI L’IMPORTANZA DEL TRAINING MENTALE Sia nella vita di tutti i giorni come nelle prestazioni sportive, il pensiero negativo rappresenta il nostro più grande nemico. A dirlo è il prof. Leonardo Milani, psicologo e docente di “Psico- logia del benessere”, oltre che Mental Trainer del più famoso comparto dell’Aeronautica militare italiana, le “ Frecce Tricolori ”. I piloti, artefici di spericolate e calcolatissime acrobazie aeree, hanno assoluto bisogno di lucidità mentale e perfezione nelle manovre: commettere un errore, infatti, può significare pagare con la vita. La storia della Pattuglia Acrobatica Nazionale ( PAN), questo il nome “ufficiale” del reparto, affonda le sue radici alla fine degli anni ’20. Il tenente ADOLESCENTI E SPORT Martedì 8 maggio alle ore 20,15 presso la Sala della musica di Ferrara – Via Boccaleone, 19 – si terrà un evento organizzato da 4 Torri Volley in collabora- zione con Sanitaria Sant’Anna dal titolo Sport, alimentazione e salute: l’adole- scente dalla testa ai piedi. La serata, rivolta a genitori, figli e aperta a chiunque sia interessato, affronterà il tema con un approccio multidisci- plinare e ospiterà tre relatori: il dott. Federico Ballerio, specia- lizzato in Medicina dello sport, il dott. Andrea Vanini, biologo nutri- zionista e il dott. Giacomo Sella, podologo della Spal con studio presso la Sanitaria Sant’Anna. Ballerio e Vanini sono anche atleti della squadra di serie B 4 Torri Volley. Ps icologia Continua a pag. 3 >>>

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Anno XII - Sport Comuni Speciale Informa Supplemento al n. 3 marzo - Finito di stampare i l 29/03/2018

COPIAGRATUITA

Pr imavera è s inon imo d i rinascita, nuovo inizio, slancio, energia vitale. Non è solo una delle quattro stagioni, un periodo ben preciso dell’anno, ma anche uno stato interiore, mentale e fisico, un invito a cogliere la pienezza della vita. Anche quella di tutti i giorni, abitudinaria, monotona, schiava della routine… Che a volte criti-chiamo con forza e che, con la stessa forza, ci rifiutiamo di abbandonare. È un’esorta-zione a uscire dagli uffici, ad alzarsi dai divani che ci risuc-chiano con la forza irresi-stibile della pigrizia, a fare due passi al parco, in campagna, a godere appieno delle giornate che proprio in questo periodo, grazie al cambio del l’ora, “diventano” più lunghe. Abbandoniamo gli smartphone, tiriamo su gli occhi dai tablet, stacchiamo lo sguardo assente dagli schermi di tutti i tipi e approfittiamo di questi mesi, non più così freddi e non ancora troppo caldi, per uscire, correre, camminare, andare in bicicletta. Abbracciamo una nuova “dieta”. Come suggerisce il biologo-nutrizionista dott. Andrea Vanini, la parola “dieta” deriva dal greco ‘daita’, che significa “stile di vita”. Dunque il campo semantico di questo termine non riguarda, come comunemente si crede, soltanto l’alimentazione, anzi: include l’attività sportiva, il tipo di impiego che svolgiamo, la qualità del nostro tempo libero. O meglio, la qualità del tempo e basta. Tutto il tempo che abbiamo a disposizione, infatti, dovrebbe essere considerato libero e impiegato nel modo migliore possibile. È l’unico bene che realmente posse-diamo, che non si vende e non si compra, che non è sottoposto alle fredde e alienanti leggi del mercato. Dovremmo sentirci padroni ogni giorno del nostro

tempo e non solo nei weekend, che magari trascorriamo intontiti sul divano, lamentandoci che “domani è già lunedì”, lasciando che la vita passi nell’attesa dei fine settimana e delle ferie. Al di là di questa visione purtroppo un po’ utopistica, il consiglio resta quello di investire almeno mezz’ora al giorno in una bella e sana camminata seguendo i consigli di Esercizio Vita, che distende la mente oltre che i muscoli. Oltretutto questa buona abitudine aiuterà moltissimo anche la nostra postura. Di noi “figli della tecno-logia”, infatti, nessuno si può sentire al sicuro da quelli che vengono definiti “vizi posturali”, dati da una vita decisamente troppo sedentaria. Se è vero che Dante scrive: “Fatti non

foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza”, è altrettanto vero che la nostra natura è quella di “homo erectus”; non siamo biologica-mente “programmati” per trascorrere le giornate piegati sulla tastiera del pc, a schiacciare tasti e cliccare mouse. Secondo il tecnico ortopedico Monica Grazzi e l’ortopedico dott. Leonardo Marchesini Reggiani, l’attività sportiva e l’educazione posturale potrebbero aiutare i milioni di persone – bambini, adolescenti, adulti – afflitti da problemi posturali. E per chi non ha il tempo – o non vuole trovarlo –, la disponibilità economica o semplicemente la voglia di praticare un qualunque tipo di attività sportiva, resta sempre il mondo: una grande palestra all’aria aperta, gratuita e aperta a tutti. E quale migliore stagione per spegnere la tv, infilare al volo un paio di scarpe comode, accor-darsi con amici, fidanzati, parenti e uscire a fare due passi, magari quattro?

Chiara Ferrari

RESPIRIAMO L’ARIA: GODIAMOCI LA PRIMAVERA

FRECCE TRICOLORIL’IMPORTANZA DEL TRAINING MENTALE

Sia nella vita di tutti i giorni come nelle prestazioni sportive, il pensiero negativo rappresenta il nostro più grande nemico. A dirlo è il prof. Leonardo Milani, psicologo e docente di “Psico-logia del benessere”, oltre che Mental Trainer del più famoso comparto dell’Aeronautica militare italiana, le “Frecce Tricolori”. I piloti, artefici di spericolate e calcolatissime acrobazie aeree, hanno assoluto b isogno di lucidità mentale e perfezione nelle manovre: commettere un errore, infatti, può significare pagare con la vita.L a s to r i a d e l l a Pa t t u g l i a Acrobatica Nazionale (PAN), questo il nome “ufficiale” del reparto, affonda le sue radici alla fine degli anni ’20. Il tenente

ADOLESCENTI E SPORT

Martedì 8 maggio alle ore 20,15 presso la Sala della musica di Ferrara – Via Boccaleone, 19 – si terrà un evento organizzato da 4 Torri Volley in collabora-zione con Sanitaria Sant’Anna dal titolo Sport, alimentazione e salute: l ’adole-scente dalla testa ai piedi. La serata, rivolta a genitori, figli e aperta a chiunque sia interessato, affronterà il tema con un approccio multidisci-plinare e ospiterà tre relatori: il dott. Federico Ballerio, specia-lizzato in Medicina dello sport, il dott. Andrea Vanini, biologo nutri-zionista e il dott. Giacomo Sella, podologo della Spal con studio presso la Sanitaria Sant’Anna. Ballerio e Vanini sono anche atleti della squadra di serie B 4 Torri Volley.

Ps icologia

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2 Anno XII - Sport Comuni Speciale Informa Supplemento al n. 3 marzo 2018

Questo periodico è associatoall’Unione Stampa Periodica Italiana

Sotto l’Alto Patrocinio di: Ministero delle Politiche Giovanili e Attività Sportive, Provincia di Ferrara, Ferrara terra e acqua, C.O.N.I. Ferrara, Panathlon International, ANAOAI (Associazione Nazionali Atleti Olimpici Azzurri d’Italia), UNASCI (Unione Nazionale Associazioni Sportive Centenarie Italiane), C.S.I. Ferrara, U.S.S.I, Comuni di: Bondeno, Cento, Ferrara, Mirabello, Poggio Renatico, Sant’Agostino e Vigarano Mainarda

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Editoria, ComuniCazionE,EvEnti, PubbliCità

Rubrica a cura del Dott. Armando Francesco Cervini

Medico ChirurgoSpecialista in Ortopedia e Traumatologia

UO di Ortopedia Casa di Cura Santa Maria Maddalena

OCCHIOBELLO (ROVIGO)[email protected]

Questa via di accesso chirurgica permette l’impianto dell’artroprotesi d’anca senza sacrifico di strutture muscolari o tendinee, caratteristica che rende l’approccio realmente fedele al concetto di mini invasività.

L’intervento di artroprotesi consiste nel sostituire le strutture anato-miche dell’anca danneggiate, con l’impianto di componenti protesiche che permettono di restituire all’articolazione la sua funzionalità e di risolvere il dolore. La protesi totale d’anca è costituita fondamentalmente da due componenti: la compo-nente femorale che viene inserita nel canale midollare e quella cotiloidea fissata all’osso iliaco del bacino. Sulla compo-nente femorale si f issa la testina protesica che andrà ad articolarsi con la componente cotiloidea: in questo modo la testina ruota nel suo inserto sferico e permette all’anca di muoversi. N e g l i u l t i m i d e c e n n i s i assiste ad un miglioramento dei materiali utilizzati nelle artroprotesi sia dal punto di vista di integrazione osso – protesi, sia come ridotta usura delle componenti. Questo ha permesso di ottenere non solo impianti con sopravvivenza sempre maggiore, ma anche lo sviluppo di steli protesici più piccoli e meno invasivi, con conseguente minore aggressività sulle strutture ossee, e con la possibilità quindi di impiantare l’artroprotesi con tecniche mini invasive.

La mini invasività non è da inten-dersi come “piccolo taglio” o “piccola ferita”, bensì come atten-zione a preservare e non danneg-giare strutture muscolari e tendinee che saranno fondamentali per il successivo recupero funzionale dell’ar ticolazione. Quindi, mini invasività, è da interpretare come

s inonimo di “Tessue Spar ing Surgery” (chirurgia con risparmio di tessuti), intesa quindi non solo come conservazione di più osso (bone stoke) ma come risparmio appunto dei cosiddetti tessuti molli (fasce, muscoli, legamenti) ed è diventata una priorità che guida le scelte del moderno ortopedico.

L’accesso anteriore all’anca, a nostro parere, attualmente è la tecnica maggiormente fedele al concetto di mini invasività inteso come rispetto delle strutture anatomiche.

La tecnica chirurgica prevede una incisione cutanea sul versante anteriore dell’articolazione ed il successivo passaggio tra i muscoli senza distaccarli ne sezionarli; sfrutta difatti due piani internervosi, uno superficiale e uno profondo. Il piano più superficiale si trova tra il muscolo sartorio ed il muscolo tensore della fascia lata mentre il

piano profondo passa tra il retto femorale e tensore della fascia lata. Permette cosi di raggiungere la capsula dell’articolazione che viene aperta per poi procedere con l’asportazione della testa del femore e l’impianto dell’artroprotesi con strumentari dedicati a questo accesso. La curva di apprendi-mento di questa tecnica è lunga e complessa, e pertanto deve essere praticata da chirurghi esperti e correttamente formati.

Da oltre 5 anni sia io che il Dr. Faccini pratichiamo questo accesso per l’impianto della protesi d’anca, e nel tempo abbiamo potuto toccar con mano i benefici in termini di recupero funzionale e di ridotte complicanze. I risultati ci hanno cosi entusia-smato, tanto che oggi adottiamo questo accesso chirurgico in oltre il 90% degli interventi di protesi d’anca che eseguiamo. I buoni risultati sono confermati anche da

molti studi scientifici che in questi ultimi anni hanno evidenziato come questa tecnica chirurgica diminuisca le perdite di sangue, riduca alcune spiacevoli complicanze come le lussazioni e, a detta di alcuni studi,

perfino le infezioni e permetta un recupero più veloce. Alcuni autori di lavori scientifici hanno documentato come l’appoggio monopodalico (sull’arto operato), la velocità di cammino, la corretta dinamica del passo e l’abbandono degli ausili, vengano raggiunti prima nei Pazienti sottoposti ad inter-vento con accesso anteriore. Anche per quanto riguarda la presenza del segno di Trendelenburg, cioè la

zoppia dovuta alla insuf-f ic ienza de l la musco-latura del l’anca, i dati alle 3 settimane dall’in-tervento chirurgico sono risultati a favore dell’ac-cesso anteriore. D’altro canto va segnalato che altr i autori non ricono-scono significative diffe-renze in quanto dopo 12 o 24 mesi i risultati in termini di recupero funzionale non presentavano più differenze significative.Infine va precisato che alcuni modelli di ar tro-protes i, necessar i per determinati danni articolari o situazioni anatomiche, n o n p o s s o n o e s s e r e impiantati in sicurezza e

correttamente con questo accesso chirurgico e pertanto è necessario praticare le vie chirurgiche classiche laterale o postero laterale in grado di dare anch’esse ottimi risultati in buone mani.

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Anno XI - Sport Comuni Speciale Informa Supplemento al n. 6 giugno - Finito di stampare i l 24/05/2017

COPIAGRATUITA

Cosa signifi ca vacanza? Ne abbiamo

di sicuro tutti un’idea ben precisa,

anche se a volte il termine può

suscitarci emozioni opposte tra

loro: estrema gioia, trepidazione,

creat iv i tà se già pregustiamo

que l lo che vogl iamo

fare, se abbiamo già un

progetto all’orizzonte,

se conosciamo i nostri

gusti e attendiamo una

rou t i ne r i ge ne r a n te ,

magari al mare o sui

monti; oppure grande

tristezza, ansia, preoccu-

pazione, talvolta angoscia

se i l lato economico

inciderà, se non troviamo

accordo in famiglia, se

odiamo il pensiero che

“tutti vanno ai Caraibi

e io no”. L’etimologia

della parola “vacanza”

deriva dal latino vacantia

- assenza e dal verbo

vacare, appunto essere vacuo,

libero, senza occupazioni. Abbiamo

spesso necessità di essere liberi da

e liberi di, ma non sempre riusciamo

davvero a “staccare”: dal lavoro, dai

pensieri condizionanti, dal senso

di colpa, dalle decisioni che non

si vogliono prendere, dai social

network… Anche quando ci troviamo

fisicamente nel periodo di ferie

prestabilito, non riusciamo a rilas-

sarci. Potrebbe dipendere da un’idea

standardizzata di vacanza? Siamo

capaci di valutare le scelte degli altri

e ritenerle favolose, ma non siamo in

grado di capire cosa serva davvero a

noi; vorremmo essere sempre altrove

e “ci tocca invece di stare qui”. Non

entriamo nel merito dei desideri di

ognuno: si può sempre aspirare a

mete di ogni tipo; ma non vogliamo

stupirci se qualche volta rimanere

nella propria città sia la scelta più

adeguata al nostro reale bisogno,

senza per questo sentirci “diversi” da

chi invece sarà in Irlanda o sul Mar

Rosso. Vacanza può essere fare un

giro per i musei delle nostre zone che

ancora non conosciamo; vacanza

può essere ascoltare musica da un

disco in vinile, perché

abbiamo il tempo di

andare a cambiare

lato; vacanza può

essere leggere libri

per piacere e non per

dovere o r imanere

alzati a rivedere i fi lm

che c i p iacc iono;

vacanza è al lonta-

narsi, non solo da

luoghi, ma anche da

abitudini; è sistemare

cose; è andare in

visita agli amici che

non vediamo mai…

Il tempo è favorevole

per chiedersi come

stiamo vivendo, per

rileggere con serenità la propria

vita. Possiamo essere su un’altura

del Grand Canyon, nel bosco del

Cadore, o in bicicletta, sulla ciclabile

che costeggia il fi ume di casa nostra,

ma in quel silenzio che sperimen-

teremo, sarà davvero vacanza se

staremo ad ascoltarci.Silvia Accorsi

LA VACANZA IDEALE

L’antica arte di cucinare ultima-

mente sembra essere diventata di

grande attualità, non c’è trasmissione

televisiva o giornale che al suo interno

non preveda una ricetta più o meno

salutare, consigliata da grandi cuochi

e maestri di cucina di ogni livello e

nazionalità; assistiamo ad una vera

e propria “invasione” di modi e stili di

cucinare, e non si contano le manife-

stazioni collegate al cibo, tra sagre,

fi ere, meeting e convegni.

Ma questo è da considerarsi un

segno di benessere o di crisi?

Forse né l’uno né l’altro, proba-

bilmente è il segno che stiamo

prendendo sempre più coscienza

che “siamo” o meglio “stiamo” come

mangiamo, e certamente in periodo

di crisi di valori e di risorse econo-

miche il cibo rappresenta da sempre

il primo “bene rifugio”, almeno dal

punto di vista psicologico.

È comunque un dato di fatto che la

storia dell’uomo ruota intorno al cibo;

per assicurarselo ha fatto guerre,

si è impegnato in conquiste di ogni

genere, ha cercato ogni rimedio per

trovare la soluzione al bisogno vitale

più importante: quello di non morire

di fame e di sete.Ma pur essendo così importante

nutrirsi, perché c’è chi rinuncia al cibo

per questioni morali e c’è chi se ne

priva fi no a morirne?

Perché assumere cibo non soddisfa

solo il bisogno di non morire di fame,

ma gratifi ca anche altri bisogni che

con il tempo si sono intrecciati al

cibo, come per esempio il bisogno

di stare in comunità, di condi-

videre i propri sentimenti, di essere

confermati dai pari, di affermare la

propria individualità, il proprio potere

economico, il credo religioso. Quindi

mangiare è un bisogno, ma come

mangiamo è diventato un fatto di

stile di vita, di abitudini, di comporta-

mento, di educazione, insomma noi

mangiamo anche in funzione di come

stiamo, inteso non solo in senso

economico, ma anche psicologico.

Ricordiamo che noi siamo sempre

e costantemente una interazione di

corpo e di mente, per questo motivo

cibarsi non è solo un fatto fi sico ma è

anche mentale, quindi solo un buon

equilibrio tra queste entità può garan-

tirci un sano benessere alimentare e

psicofi sico.Ma non sempre le cose vanno

come dovrebbero. Anzi a volte può

accadere che per svariati motivi il

corpo e la mente vadano in totale

confusione, generando scompensi

alimentari e problemi di salute.

Recenti indagini statistiche ci dicono

che ben il 50% degli italiani è in

sovrappeso, e di questi non tutti

se ne rendono conto, infatti l’11%

degli obesi ritiene di essere nel peso

giusto.Anche il 23% dei nostri fi gli è in

sovrappeso, e solo una minoranza

se ne rende conto, per contro ci

sono adolescenti che pur essendo

normopeso ritengono di essere

“grassi” e si sottopongono a diete

ferree, alcuni di loro precipitano nella

bulimia e nella anoressia.

Un italiano su dieci non fa colazione, ma

IL PIACERE DI MANGIARE, MA NON SOLO

Continua a pag. 7 >>>

Marisa Antollovich

Al imentazione e benessere

RESPIRARE (...E CAMMINARE )SECONDO NATURA

Il progetto in quota di Esercizio Vita

e dell’Istituto Pio XII di Misurina.

Educare alla tutela della salute

imparando a respirare secondo

natura è uno degli obiettivi

che si propone l’Istituto Pio XII

di Misurina, centro di eccel-

lenza per la diagnosi e la cura

dell’asma dei bambini in quota.

Il centro, unico in Europa, grazie

agli accordi con i maggiori

ospedali pediatrici italiani, sta

diventando il punto di riferimento

della prima rete pediatrica per lo

studio, l’educazione e la forma-

zione della cura dei disturbi

respiratori in quota.

Nell’ottica della salute secondo

natura, la cultura dello sport e

della vita sana all’aperto è fonda-

mentale, sia per i bambini che

per gli adulti, sia per i sani che

per i meno sani. In fi n dei conti,

infatti, chi è sano e chi è malato?

E chi è bambino e chi è adulto?

Ci sono infinite sfumature di

salute e di “maturità” nel mezzo,

e da che parte vogliamo tentare

di stare lo determina la qualità di

vita che ci diamo. Cercheremo di

dimostrarlo insieme noi Medici

dell’Istituto Pio XII e i Profes-

sionisti di Esercizio Vita - che

quotidianamente supervisionano

programmi di esercizio fisico

in persone affette da patologie

croniche (a scopo preventivo

ma anche come terapia) - nel

weekend del 16-18 giugno.

Ci uniremo tra medici, fisio-

terapisti, educatori, bambini

asmatici, istruttori e professio-

nisti dell’attività fi sica adattata,

e percorreremo assieme in

passeggiata alcuni tra i più bei

sentieri delle Dolomiti. Sabato

17 giugno terremo una serata

divulgativa sulla riabilitazione

respiratoria in quota.

La serata è aperta al pubblico

e si terrà presso la sala confe-

renze dell’istituto Pio XII di

Misurina alle ore 20.30. Spie-

gheremo come la funzionalità

respiratoria si modifi chi in quota,

e daremo consigli su come si

può preparare il fi sico all’attività

motoria in montagna. Ancora,

discuteremo sul perché l’ela-

sticità polmonare migliori in

un microclima come quello di

Misurina, e quale sia il contri-

buto dell’esercizio fisico sulla

salute respiratoria. Cristina Avoscan

Medico PneumologoLuca Pomidori

MSc, PhD

Lago di Misurina

Or topedia

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3Anno XII - Sport Comuni Speciale Informa Supplemento al n. 3 marzo 2018

si paga con la vita. Il calciatore è sicuramente più rilassato!Quali valori si trasmettono nell’ad-destramento di personalità così rappresentative ed esemplari per milioni di persone?Si cerca di trasmettere il senso dell’onestà e il senso del dovere perché una persona visibile o famosa deve essere un esempio per tutti. Non sempre questo accade e spesso sono gli enormi guadagni che accecano i valori (caso recente Donnarumma e il Milan). Per la mia esperienza nessuna persona troppo ricca senza valori diventa felice; anche se non sono così stupido da pensare che le risorse econo-miche non servano! I piloti delle Frecce sono una categoria a parte. Guadagnano stipendi normali, ma

hanno un senso del dovere e della Patria straordinario. La passione e l’eccellenza sono i motori della loro motivazione.I piloti delle Frecce Tricolori riescono a percepire il loro ruolo di rappresentanti dell’eccellenza italiana?Sicuramente. Sono consapevoli della loro importanza istituzionale ed hanno un comportamento di rappresentanza che raramente si vede, nemmeno nelle aule del Parla-mento. L’eccellenza diventa un’abi-tudine a fare bene al primo colpo. Nonostante questo e il riconosci-mento che gli attribuiscono l’umiltà personale e professionale sono tangibili in ogni pilota che viene selezionato a far parte di questo team.

colonnello Rino Corso Fougier, comandante del 1° Stormo Caccia, è portatore di un’idea innovativa: secondo lui, un pilota militare deve acquisire padronanza, sensibilità e coordinazione in qualsiasi assetto di volo; esattamente ciò che accade con il volo acrobatico. Tuttavia la neonata Regia Aeronautica fatica ad accettare queste nuove idee, motivo per cui Fougier fonda una scuola di volo acrobatico a Campo-formido, in provincia di Udine. Nel 1930 si assiste alla prima manifesta-zione aerea, denominata “Giornata dell’Ala”, durante la quale cinque aerei FIAT si esibiscono nella “Bomba”, la figura che renderà famose le “Frecce” nel mondo. Per avere una data ufficiale di fonda-zione della PAN, bisogna aspettare il 1961, quando i primi piloti delle “Frecce Tricolori” vengono accolti

dall’aeroporto militare di Rivolto, in provincia di Udine. Da allora questa è la sede ufficiale del 313° Gruppo di Addestramento Acrobatico, che riunisce un selezionatissimo gruppo di componenti dell’aeronautica militare che abbiano maturato molte ore di volo su aviogetti. Quella italiana è la più numerosa compagine acrobatica al mondo: si tratta di dieci “pony” – questo il nome ufficiale dei piloti – in volo, più uno a terra, il cosiddetto “Pony 0”, che ha il delicatissimo e fonda-mentale compito di dirigere le opera-zioni via radio, assicurando spetta-colarità e sicurezza delle prestazioni. Per svolgere questo ruolo, viene scelta una persona con esperienza pluriennale nelle “Frecce”, che abbia fatto prima il gregario e poi il capoformazione.L’assetto in volo è costituito da due sezioni di velivoli, una da cinque e una da quattro, più un velivolo solista (Dal 1982 gli aerei – MB. 339PAN – provengono da una produzione italiana di Alenia Aermacchi). Le esibizioni aeree durano circa 25 minuti e prevedono l’esecuzione di 18 figure, che fanno parte di uno spettacolare continuum durante il quale gli spettatori assistono con il fiato sospeso a incroci, salite, tonneaux, virate Schneider e, come già accennato, alla celebre “Bomba”. Coordinazione e fiducia nei propri compagni, oltre naturalmente ad altissime capacità tecniche e fisiche, sono fondamentali per tutti i compo-nenti della squadra delle “Frecce Tricolori”.

Per aiutare i piloti a sviluppare la concentrazione e il training mentale necessari alla buona riuscita delle esercitazioni e delle successive esibizioni, i l professor Milani utilizza un metodo che ha messo a punto negli anni ’80. Nel 1977 inizia a lavorare sui temi della psico-logia e della neuropsicologia per le alte prestazioni e sperimenta su sé stesso le tecniche che ha studiato: Milani, infatti, ha un passato nell’at-letica leggera nel Gruppo Sportivo dei Carabinieri. Anni di studi e speri-mentazioni lo portano alla defini-zione di un metodo, che si basa sulla psicologia cognitivo-com-portamentale. Nel 1989 conia la definizione di “Psicologia del benessere” e nel 2004 pubblica un libro che diventa il testo di riferi-mento per questo nuovo studio di impronta cognitivista. È negli anni ’90 che Milani inizia a collaborare con l’Aeronautica Militare, diven-tando docente di “Leadership Interiore” presso Istituto di Scienze Militari Aereonautiche. Nel 2002 diventa Mental Trainer ufficiale delle “Frecce Tricolori”, dopo aver speri-mentato in prima persona il volo acrobatico sugli aerei della PAN per realizzare tecniche ad hoc di gestione delle energie e dello stress. Leonardo Milani, oltre al ruolo di Tra iner Menta le in campo aeronautico, col labora con le redazioni di importanti testate giornalistiche televisive e radio-foniche, intervenendo in qualità di opinionista ed esperto. Lavora inoltre con numerose riviste per servizi e interviste legate al tema del benessere. Si occupa della formazione di atleti di importanza nazionale e internazionale, in parti-colare calciatori e piloti di racing.Prof. Milani, quali sono gli atteg-giamenti mentali giusti per poter comprendere e migliorare i l proprio rapporto con gli altri?Oltre al fatto di avere talento e conoscenza tecnica, un buon atteg-giamento mentale positivo realistico in uno stato di rilassamento e di equilibrio. Le tecniche che abbiamo elaborato per questo obiettivo lavorano sulla percezione di sé. Anche perché il maggior nemico di noi stessi è il pensiero negativo. I nostri limiti infatti non sono rappre-sentati da ciò che conosciamo o non conosciamo, ma da ciò che crediamo vero.Anche un Mental Trainer ha bisogno di preparazione prima di affrontare una sessione di formazione?Cer tamente! Si studia sempre l’aggiornamento scientifico e il caso perché ogni persona è unica. Nulla di generalizzato può andare bene per tutti.Quali sono le differenze e le analogie nella formazione che conduce su di un calciatore rispetto ad un pilota delle Frecce Tricolori o ancora ad un pilota di Formula Uno?Il pilota ha la necessità di essere lucido e perfetto nelle manovre o nella guida nonostante l’enorme fatica che fa. La differenza sostan-ziale è che quando si sbaglia in volo

EVENTO PANATHLONLeonardo Milani ha partecipato come relatore per testi-moniare la sua esperienza di mental trainer a un evento che si è tenuto a Fer rara mar ted ì 27 marzo presso il ristorante l’Archibugio, in occasione de l conv iv io mens i le organizzato dall’asso-ciazione Panathlon. La serata, dal titolo: “Frecce Tr i c o l o r i : d i e t r o l e quinte di una squadra vincente”, ha appro-fondito la natura degli ingredienti che deter-minano il successo di un team in qualunque campo, sportivo, lavorativo e nella vita in generale.D o p o l ’a p e r i t i v o d i b e n v e n u t o , M i l a n i ha parlato del mental training applicato ai piloti delle “Frecce Tricolori”, ribadendo l’importanza di avere un pensiero positivo e lucido, che favorisca la concentrazione mentale e la precisione della performance. A l la serata hanno presenziato inoltre il generale di Divisione Aerea comandante del COA, Antonio Conserva e il generale Ivo Dal Farra. In particolare, il generale Conserva ha potuto testimoniare la sua esperienza di comandante della base operativa dell’aero-nautica militare di Poggio Renatico – carica che ha assunto nel giugno

2017-, in cui guida una squadra di mille uomini. In questo lavoro, ha sottolineato il gen. Conserva, sono assolutamente indispen-sabili la coesione e il coordinamento di intenti e valori perché il team risulti vincente.

Il generale Dal Farra ha raccontato la sua esperienza da pilota nella missione di guerra italiana di cui ha fatto parte dal 17 gennaio al 27 febbraio 1991, in cui sono stati impiegati velivoli Tornado e personale del 155° Gruppo nell’ope-razione “Desert Storm” per la libera-zione del Kuwait. Nei 42 giorni di guerra gli equipaggi del 155° hanno fatto 91 sortite contro obiettivi militari in Kuwait e in Iraq, distin-guendosi per la professionalità e per la determinazione.

L’IMPORTANZA DEL TRAINING MENTALE <<< segue da pagina 1Ps icologia

Da sx: Antonio Conserva, Massimiliano Bristot, Ivo Dal Farra, Edoardo Bristot e Gabriele Manservisi

Leonardo Milani

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4 Anno XII - Sport Comuni Speciale Informa Supplemento al n. 3 marzo 2018

La primavera ormai è alle porte, abbiamo già notato come il clima si sia intiepidito negli ultimi giorni e le giornate si siano allungate, le temperature ci consentono di godere di belle giornate trascorse all’aria aperta magari dedicandoci ad attività fisica in primavera per risvegliare il corpo dal letargo. Dalle passeggiate nei parchi alle uscite in gruppo in bicicletta, ogni occasione è buona per cimentarsi nello sport che più ti piace,  per ritrovare la forma perduta durante la stagione invernale ma soprattutto per godere del tiepido sole primaverile magari in compagnia delle persone che ci fanno stare bene. L’at tività fisica in primavera è realmente  un toccasana per i l benessere personale,  soprattutto se praticata in modo regolare e all’aria aperta. Il cambio stagione è la giusta occasione per ritrovare la carica grazie all’attività fisica in primavera, mezzo utile per migliorare l’umore, stimolare l’organismo e tonificare i punti deboli della pancia, fianchi e cosce, cruccio di molte donne. In effetti il periodo primaverile ci consente di rimetterci  in forma per la stagione estiva con largo anticipo, così da prendere ogni precauzione utile affinché si possa esibire un corpo perfetto in estate. Aumentano proprio in primavera le iscrizioni in palestra o piscina, quasi a voler recuperare i danni causati dagli eccessi alimentari durante l’inverno, dove in effetti ci si alimenta con una dieta decisa-mente più calorica. Ma gli amanti dell’esercizio fisico  all’aria aperta predi l igono at t iv ità spor t ive come il jogging, la camminata veloce, trekking,  tutte attività che possono essere eseguite all’aria aperta. Chi non esegue esercizio fisico per diverso tempo dovrà però prestare alcune accortezze in quanto rimettere in moto i muscoli poco o per nulla allenati potrebbe comportare il rischio di andare incontro a strappi o contratture muscolari, come mal di schiena, distorsioni e dolori articolari.Ma come iniziare a praticare attività fisica in primavera?Per evitare spiacevoli imprevisti ti consigliamo di intraprendere l’attività fisica in maniera graduale,  evita di esagerare  sottoponendo il tuo corpo ad uno stress eccessivo, in fondo i risultati li potrai ottenere solamente nel lungo termine con pazienza e costanza. Inizia ad allenarti proprio dallo  stretching, effettuato sia prima che dopo aver svolto l’attività fisica che preferisci; prepara i muscoli prima dell’at-tività e favorisce il recupero dopo averla praticata. La primavera è caratterizzata da una  forte sensa-zione di astenia, una stanchezza eccessiva e una sonnolenza, quindi cerca di sforzarti a praticare in modo costante attività fisica, ma  impara a sentire il tuo corpo. Se noti che

l’allenamento che stai eseguendo è particolarmente faticoso riduci lo sforzo o fermati per riprendere fiato, potrebbe essere assoluta-mente   controproducente spingere il proprio corpo in un allenamento forzato.

MA PRIMA DI TUTTO VIENE IL RESPIRO!

Un respiro consapevole è la ricom-pensa che ottieni quando riversi tut ta l’at tenzione al la inspira-zione e alla espirazione per la loro intera durata, pause comprese. Un naturale comportamento umano, studiato già ai tempi di Souchard (1980), è quello chiamato  affos-samento.  Il nostro cervello tende a trovare una soluzione comoda, facile (anche se alla lunga inconscia-mente lesiva) con il solo ed unico scopo di preservare e garantire le normali funzioni (mantenimento della stazione eretta, allineamento dello sguardo). Un metodo adottato in maniera  inconsapevole  tale da modificare la nostra postura e riadattarla ad un nuovo  equilibrio funzionale  alla protezione da un qualsiasi disturbo. Le “aggressioni” di tipo somatico regrediscono verso il loro “incosciente” spostandosi dalle estremità verso il loro centro, fino ad arrivare al diaframma ed alla regione lombare. Le dinamiche posturali non sono così diverse da quelle mentali, perché, in ogni caso, il nostro meraviglioso cervello è programmato per fuggire dal dolore o ricercare il piacere. Pare chiaro dunque che la  psiche  influenza i l   soma  a l lo stesso modo di come il  soma  influenza la  psiche. Per  consapevolezza  intendo quel processo di  connessione mente-corpo attraverso il quale prendiamo coscienza della nostra  presenza, del  qui ed ora. Parlando di consa-pevolezza,  il primo, importante esercizio su cui intendo soffer-marmi è l’attenzione al  respiro. Lo yoga ci insegna tramite tecniche, posizioni, purificazioni, respira-zioni – a guidare il proprio prana, con la pratica costante a purificare e tenere liberi i canali in cui questo scorre. Prana deriva dalla radice pra-an (“respirare”, “inalare”) e indica il soffio vitale che pervade il corpo e lo anima, dura finché dura la vita e svanisce al suo svanire; ma è anche l’energia che circola nel corpo attraverso le nadi, i canali del corpo sottile. Il prana è presente in tutte le cose, animate e inanimate; è la base del sistema energetico indù e della sua pratica più importante, il pranayama. Con il termine Pranayama non si intendono solo le tecniche di respirazione utilizzate dallo yoga, ma il mecca-nismo attraverso il quale è possibile

assorbire e controllare il prana, ovvero l’energia vitale, con lo scopo di rendere la mente stabile, forte, tranquilla e di poterne risvegliare le potenzialità latenti, energie che spesso nemmeno immaginiamo di possedere. La principale sorgente di prana è in assoluto l’aria che respi-riamo, ma in realtà lo assorbiamo anche dai cibi e dalle bevande, ed è per questo che nello yoga viene attribuita una grande importanza all’igiene del naso e della lingua, ad una lenta masticazione e, ovvia-mente, ad una efficace respirazione.

Il gradino che precede il pranayama è costituito dalla  pratica degli asana, cioè le posizioni, che hanno lo scopo preparatorio di rendere il corpo agile, flessibile e rilassato, liberandolo da movimenti nervosi e tensioni muscolari. Quando il corpo è «sotto controllo», è facile rivolgere l’attenzione al respiro, che funge da tramite tra la materialità del corpo e la spiritualità della mente.

Respirate così: vi invito a sedervi comodi, seduti, con la schiena ben dritta ed in estensione. 10 profondi respiri, a occhi chiusi, ascoltando attenta-mente entrambe le fasi, l’inspira-zione e l’espirazione. Rendendo i respiri quanto più lunghi e profondi possibile. Osservate solo dopo il tempo necessario per eseguire questo sempl ice eserc iz io e impegnatevi, ogni volta che vi approcciate a questo esercizio, a dilatare i tempi di esecuzione. Ascoltate i benefici, la quiete che sopraggiunge, ad ogni respiro sempre più intensa e piacevole, naturalmente appartenente alla vostra essenza. Iniziamo da qui, perché è dalle semplici cose che iniziano i viaggi migliori.

POTETE TROVARE TUTTA LA LINEA POSTURE-PLUSPRESSO LA “SANITARIA SANT’ANNA”

RIVENDITORE AUTORIZZATO FGP

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LA STRADA PIÙ SICURA VERSO IL BENESSERE POSTURALE

ATTIVITÀ FISICA IN PRIMAVERA PER RISVEGLIARE IL CORPO DAL LETARGO

Rubrica a cura del Centro Attività Motoria AdattataEsercizio VitaIl Movimento è un Bisogno...l’Esercizio è VitaTel. 0532 747914www.eserciziovita.ite-mail: [email protected]

At tività Fisica

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5Anno XII - Sport Comuni Speciale Informa Supplemento al n. 3 marzo 2018

Dr. Marchesini Reggiani , la pubertà è un periodo accelerato di cambiamenti psicosomatici che hanno un’influenza notevole s u l l ’a t t e g g i a -mento posturale a s s u n t o d a l soggetto. Tra i 10 e i 14 anni a d e s e m p i o , n o n s e m p r e l o s v i l u p p o muscolare va d i par i passo c o n q u e l l o s c h e l e t r i c o , innescando vizi posturali che, se non corretti in tempo, potrebbero degenerare. Quanto sono importanti preven-zione ed educazione posturale in età giovanile?Durante la pubertà si ha un picco di crescita ossea nell’individuo, e necessar iamente s i assiste anche ad una modula-z ione de l l ’apparato muscolare (anche per la concomitanza della pratica sportiva, che a quell’età inizia a farsi spesso a livello agoni-s t ico, con eserc iz i ripetitivi e “logoranti”). L a “ v i t a s c o l a -stica”, nel frattempo, r i c h i e d e p o s t u r e sedute prolungate di parecchie ore. I “vizi posturali” in quanto a t te g g i a m e n t i n o n sono sostenuti da deformità ossee come nel dorso curvo osteocon-drosico (morbo di Scheuermann), ma sono causati spesso da una

mancanza di muscolatura di tutto il tronco (muscoli dorsali, lombari e addominali) che porta l’adolescente ad avere le spalle in avanti chiuse con

il collo infossato. Questi atteggia-menti, nel lungo termine, possono comunque essere considerati come fattori di rischio p r e d i s p o n e n t i a patologie del rachide in età post-adolescen-ziale ed adulta, come dorsalgie

e lombalgie, fino ad ernie discali. In questo contesto sono deter-minanti sia l’attività sportiva (il tipo e l’intensità da valutare), che l’educazione posturale (esercizi specifici di respirazione e di mante-nimento della corretta postura da praticare quotidianamente), abbinati

al dispositivo posturale con il suo sostegno passivo/attivo al rachide, dal passaggio dorso-lombare a tutta la regione dorsale.

Qualora invece si presentino necessità di intervento, in quali situazioni i dispositivi posturali possono essere r i tenut i lo

strumento ideale per la corre-zione non solo di vizi posturali, ma anche di dismorfismi della colonna nell’adolescenza?

I dispositivi posturali sono uno strumento di facile utilizzo (sia come compliance che come comodità di trattamento) che consente il mante-nimento della postura corretta dell’a-dolescente per molte ore, anche in contesti come quello scolastico in cui la stanchezza può contribuire all’accentuarsi dell’atteggiamento. Si tratta di un sostegno passivo ma che abbinato all’attività sportiva può essere lo strumento di corre-zione del vizio posturale. L’utilizzo del dispositivo posturale, sempre

associato ad esercizio fisico aerobico, ma anche ad esercizi specifici di rinforzo muscolare, può essere un valido approccio terapeutico anche nei dismorfismi del rachide (de fo rmi tà l i ev i de l l a colonna s ia sul p iano frontale che sul piano laterale inferiore ai 10°). Non bisogna trascurare la presenza di dismorfismi, perché sono spie di un disequilibrio del corpo che, sempre nel medio-lungo

periodo, può portare a strutturate deformità e quindi dolore cronico.

Tratto da FGPMAG n 8 - Gennaio 2018

M o n i c a , q u a n d o s i p a r l a d i problemi postura l i c i s i riferisce a milioni di persone, in gran parte adole-scent i . Ri t ieni che q u e s t e p a t o l o g i e s iano in aumento? E p e r c h é? P e n s o che queste patologie s i ano des t ina te ad a u m e n t a r e , a n c h e a causa del mutato stile di vita sempre più sedentario che ci porta a trascorrere parecchio tempo fermi davanti allo schermo di un PC, in posizione ipercifotica. Basta guardarsi intorno per strada, inoltre, per notare quanti adole-scenti, e non solo, assumano una postura viziata, a testa china sul proprio smartphone.

E lo stesso a casa: i nostri figli passano spesso ore distesi sul letto o sul divano, con la testa

piegata o su di un fianco e la mano impegnata a gestire le app del telefonino. Sono questi

a t te gg iame nt i sco r re t t i che possono generare a loro volta problemi d i var io t ipo come

contratture, cefalea, d o l o r i c e r v i c a l i , disturbi circolatori e della respirazione.FGP ha progettato un dispositivo posturale pensato apposita-mente per bambini e adolescenti, la P+ Young. Che idea ti sei fatta di questo prodotto? In quali occasioni t i senti-resti di consigliarla?Negl i u l t imi anni è cresciuto molto i l mercato delle ortesi posturali, che general-

mente però tendono a bloccare, limitando il movimento.Il dispositivo P+ Young invece, in

linea con la filosofia della versione adulti che trattiamo da diverso tempo, è estremamente morbida e confortevole da indossare ed efficace al tempo stesso. Non si basa infatti su un’azione costrittiva ma su uno stimolo propriocettivo cont inuo, che r isu l ta essere delicato e quindi meglio soppor-tabile anche dai più piccoli. Quest’azione ad “effetto memoria”, che si protrae anche dopo che si è smesso di indossare il dispositivo, è ancora più marcata nei giovani perché non ancora strutturati e quindi più sensibili agli stimoli.

Dott. Leonardo Marchesini ReggianiOrtopedico Traumatologo

Pediatrico Istituto Ortopedico Rizzoli

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QUANDO LE CURVE NON SONO QUELLE GIUSTEI DIFETTI POSTURALI NEGLI ADOLESCENTI

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Sport ed esercizi specifici abbinati al

dispositivo posturale possono essere

determinanti per un corretto sviluppo

Monica Grazzi tecnico ortopedico

della Sanitaria S. Anna

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6 Anno XII - Sport Comuni Speciale Informa Supplemento al n. 3 marzo 2018

Rubrica a cura della Dott.ssa Ambra Barbierato

AFM Farmacie Comunali Ferrara

Scopo dell’igiene orale sia negli adulti sia nei bambini: impedire che i batteri ed i residui di cibo, alimentati dalla umidità e temperatura presenti nella bocca, abbiano il tempo di produrre sostanze acide che decal-cificano e corrodono i denti, fatti di sali di calcio, creando cavità ( carie ) e anche tossine che deter-minano infiammazione gengivale. Il momento della comparsa del primo dentino (intorno ai 6 mesi ma anche prima o dopo è normale )  è un’ottima occasione per cominciare a pulire i denti.

Concetti di base per la pulizia• I denti vanno puliti dai residui di cibo e dalla placca batterica sulle superfici visibili ma anche negli spazi interdentali, che sono le zone che si cariano di più.• la pulizia va fatta ogni giorno, in particolare alla sera prima di dormire. La placca batterica acida nei punti in cui non è stata rimossa fa precipitare i sali di calcio della saliva depositando calcare (tartaro) e creando infiammazione gengivale con gonfiore, arrossamento, sangui-namento, dolore. Anche i bimbi formano tartaro, dovuto non ad una saliva speciale, ma alla mancanza di pulizia.• la pulizia è effettuata dalle setole che sfregano e dal filo che raschia. Il dentifricio non serve per “lavare” ma per proteggere i denti grazie al fluoro aggiunto (e profumare l’alito).• se praticate voi stessi una buona igiene orale, il bambino imparerà per imitazione. Non ci sono differenze tra adulti e bambini salvo per il fluoro e la gradualità di impiego dei diversi strumenti in base a dimensioni della bocca, autonomia e manualità del bambino.

Spazzolare i dentiStrumenti: per i neonati dopo i 6 mesi utilizzeremo uno spazzolino piccolo con setole molto morbide,  oppure in questa fase andrà benissimo una garzina bagnata. Tocca a voi farlo direttamente o aiutare il bambino finchè non vi pare che sia in grado di spazzolare da solo.Vi sono due tipi di spazzolini: manuali ed elettrici. Si può fare un ottimo lavoro con entrambi ma suggeriamo l’uso di quello elettrico perchè è dimostrato che rimuove più placca, lo fa più rapidamente ed arriva anche nelle zone più lontane. Il bambino piccolo può essere più facilmente coinvolto con uno strumento elettrico, che è divertente, sicuro ed efficace, ma deve imparare a usare anche quello manuale. Il bimbo farà sostanzialmente quello che vede fare ai suoi genitori. Date il giusto esempio e fate per primi ciò che va fatto. Scegliete lo strumento adatto all’età del bambino e sosti-tuite lo strumento quando le setole cominciano a non essere più dritte.Come spazzolare: Con quello elettrico è sufficiente applicare la testina in movimento su tutte le

superfici accessibili. Con quello manuale si può fare in diversi modi. Suggeriamo di posizionare lo spazzolino a 45 ° rispetto alla gengiva, come se le setole dovessero entrare nel solco tra dente e gengiva. Muovete lo spazzolino con piccoli movimenti rotatori spostandovi lentamente da un dente all’altro in modo ordinato ed usando sempre la stessa sequenza di pulizia.Spazzolate anche la lingua per rimuovere i batteri e mantenere un alito fresco. Quando e quanto spazzolare: 2 minuti x 3 volte, mattino, pranzo e cena.

Come tenere pulito lo spazzolino: sciacquatelo, sgrondate l’eccesso di acqua e asciugatelo con un tovagl io l ino pul i to. Tenete lo spazzolino verticale all’aria, non chiuso, dove può asciugare . Non tenete gli spazzolini di diverse persone a contatto tra di loro.

Il dentifricio e il fluoroÈ lo strumento attraverso il quale portare il fluoro a contatto con i denti fin dalla più tenera età. Controllate che il bimbo non lo inghiot ta . Comunque bisogna definire la cariorecettività della bocca ed il f luoro assunto da qualunque fonte. In I ta l ia la f luoros i (ecceso di fluoro) è rara .P e r c a r i o r e c e t -t i v i t à b a s s a , definita in base ai test (quantità, ph, p o te r e t a m p o n e d e l l a s a l i v a , presenza di Strep-tococcus mutans) ed in base all’assun-zione complessiva di fluoro si userà un dentifricio al fluoro con almeno 1000 ppm di fluoro:• da 6 mesi a 3 anni una quantità come un grano di riso o uno striscio come una lenticchia• da 3 a 6 anni Il volume di un fagiolino

• oltre 6 anni il volume di un fagiolo.Per cariorecettività elevata ( ed assunzione del bambino di acqua con meno di 0,3 ppm di fluoro) bisogna ricorrere ad un’ulteriore quantità di fluoro :• da 6 mesi a 3 anni: 0,25 mg/die di fluoro in gocce• da 3 a 6 anni : 0,50 mg/die di fluoro in gocce o compresse• dopo i 6- 8 anni: si possono proteggere i denti anche col fluoro presente in appositi gel al fluoro, applicati una volta la settimana con lo spazzolino. A volte il dentista fa direttamente l’applicazione di gel al fluoro concentrati.

Gomma da masticareUsare la gomma da masticare, è uno strumento di igiene orale! Masticare una gomma senza zucchero per 20 minuti dopo mangiato contrasta la formazione di carie. Preziosa dopo una merenda o comunque fuori pasto. Questo perchè la gomma pulisce perfettamente le superfici masticanti e produce saliva che neutralizza l’acidità e lava via molti batteri. Inoltre remineralizza le piccole decalcificazioni grazie al calcio, ai fosfati ed al fluoro presenti.

Filo interdentalePulire gli spazi interdentali con il filo,

dove lo spazzolino non riesce ad arrivare. Imparate e insegnate s u b i t o q u e s t o c onc e t to se non volete che la bocca sia svuotata di molti denti e le tasche di molti denari.Nelle superfici inter-dentali più frequen-temente s i fo rma carie, pertanto questa pulizia è indispen-sabile e addirittura prioritaria.U s a t e i l f i l o i n rocchetto col quale vi trovate meglio, ma

ce ne sono alcuni già montati su una forcella, ed esistono altri strumenti utili, di uso meno universale, come Superfloss, scovolini, particolari

stuzzicadenti, idropulsor i che possono coadiuvare nella pulizia in te rdenta le quando c i sono situazioni difficili (ad es. con un apparecchio ortodontico fisso, con le stelline).Anche i bambini devono usare il filo! Lo faranno i genitori nella bocca del bimbo appena vi sono due denti che si toccano. Lo farà il bambino stesso a partire dagli 8 anni circa e certamente all’età di 10-11 anni in relazione alla sua manualità.Passare il filo non deve essere doloroso ma deve essere sufficiente a raschiare la placca. Insegnate al bambino a insistere per almeno tre settimane, con una guida adeguata, ed alla fine avrà acquisito un’abi-tudine quotidiana salvadenti.Quando e quanto usare il filo? almeno 2 minuti x 1 volta (alla sera) .

CollutorioIl collutorio è un efficace strumento per l’igiene orale quotidiana per le sue proprietà antibatteriche. Più precisamente, i collutori aiutano a combattere la placca batterica, disin-fettano la cavità orale e prevengono le infezioni dentali ed i disturbi gengivali. A partire dai 6 anni di età é importante inserire un collutorio anche nell’igiene orale del bambino, non sempre il solo utilizzo dello spazzolino permette di ottenere un buon livello di pulizia della bocca, soprattutto per i bambini che non hanno ancora sviluppato una buona manualità.Uno sciacquo f inale a iuta ad eliminare eventuali residui di cibo e di placca batterica rimasti in zone difficilmente raggiungibili: con lo spazzolino, infatti, si raggiunge solo una piccola parte di tutta la bocca.Il collutorio, grazie alla formulazione liquida, può raggiungere tutte le parti della bocca: spazi interdentali, lingua, palato e guance.

Ho pulito bene? Si può controllare, dopo la pulizia, con pastigliette che colorano la placca batterica non r imossa. Suggeriamo, dopo un uso condiviso col bambino, di fare ogni tanto una verifica a campione. Viene colorata anche la lingua , pertanto non fatelo immediatamente prima di uscire di casa; non viene colorata invece la placca di vecchia data, minera-lizzata, cioè il tartaro, che non viene quindi messo in evidenza. Istruite il bambino a guardare i suoi denti con uno specchio e molta luce affinchè si senta l’aiutante del dentista che cura la sua bocca.

COME ESEGUIRE UNA CORRETTA IGIENE ORALE NEL BAMBINO

Co nsigli

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7Anno XII - Sport Comuni Speciale Informa Supplemento al n. 3 marzo 2018

Moltissime volte si sente dire “sono ingrassato/a perché ho avuto un periodo stressante”, quindi l’incre-mento ponderale (= aumento di peso) viene associato e identificato come diretta conseguenza dello stress. Questa associazione è una falsa verità, vediamo perché…Ogni giorno siamo sottoposti ad elementi stressanti, in inglese definiti stressor, che inducono il nostro corpo ad una risposta, che viene appunto chiamata STRESS. Lo stress quindi è una risposta del nostro corpo alla variazione di una situazione standard. Lo sport provoca una risposta del corpo, quindi uno stress, ma nessuno definirebbe lo sport stressante, tutt’altro…Dal punto vista biochimico di fronte ad un evento stressante il corpo reagisce producendo sostanze che hanno effetto CATABOLICO (catecolamine e cortisolo), cioè scindono le riserve energetiche presenti nel corpo e fanno in modo che si produca energia chimica ed energia termica in modo da affrontare l’elemento stressante. Queste sostanze sono ORMONI che alzano la glicemia, quindi la quantità di glucosio circolante nel sangue. La scissione ed il consumo delle riserve energetiche porta inevitabilmente al dimagrimento, quindi più stress = dimagrimento. Purtroppo però il dimagrimento avviene sia a carico del tessuto adiposo, quindi la massa grassa, sia del tessuto muscolare, quindi la massa magra.Al termine dell’evento stressante la produzione degli ormoni dello stress viene interrotta, lasciando spazio ad ormoni ad effetto ANABOLICO, come l’insulina. Questi ormoni hanno il compito di “ricostruire” ed immagazzinare riserve. L’insulina è l’ormone anabolico per eccellenza, ed è responsabile degli accumuli di

grasso di deposito.Le operazioni di catabolismo ed anabolismo formano insieme il complesso sistema di reazioni del nostro corpo comunemente chiamato metabolismo. In base a quale delle due è predominante

si avrà un aumento o una diminu-zione del peso corporeo. Occorre però fare una precisazione, il peso corporeo è solamente un numero e non deve essere preso come valore assoluto dei cambiamenti corporei che avvengono. Secondo il modello più semplice di classifica-zione della composizione corporea il peso è la risultante della somma tra massa grassa e massa magra; quindi in caso di perdita di 1kg di massa grassa e un aumento di 1kg di massa magra, il peso rimarrà lo stesso, ma a livello di composizione corporea c’è stato un netto migliora-mento delle condizioni.Tornando alle reazioni di anabo-lismo/catabolismo e allo stress, questa sequenza di “operazioni” è presente nel corpo umano fin dai tempi dell’uomo delle caverne: andare a caccia (quindi affrontare un periodo di digiuno), scappare dal

freddo, erano tutte situazioni stres-santi che portavano all’innalza-mento degli ormoni atti a produrre energia, energia necessaria per sopravvivere a questi eventi stres-santi; a stress concluso, che poteva coincidere con il pasto dopo la

caccia, o al raggiungimento di una zona dove stabilirsi, vi era un aumento di ormoni anabolici, di cui l’insulina. Uno dei molteplici effetti dell’in-sul ina è quel lo di a lzare i l livello di neurotrasmettitore, la SEROTONINA, chiamato anche “ormone del benessere” perché produce un senso di rilassamento e sollievo.O l t re a queste funz ion i la serotonina sembra che abbia anche degli effetti sull’assunzione di cibo determinando l’insor-genza del segnale di sazietà più velocemente, riducendo l’inge-stione dei carboidrati ed aumen-tando quella delle proteine e

riducendo l’appetibilità dei cibi. La serotonina è ricavata da alimenti contenenti un aminoacido chiamato tr iptofano, di conseguenza un aumento del consumo di questi determina un aumento della produ-zione di serotonina. Tutti questi eventi a livello ormonale sono presenti anche oggi, forse in maniera ancora maggiore rispetto all’uomo delle caverne. A differenza dall’uomo delle caverne l’uomo moderno ha la possibilità di avere cibo disponibile ogni qualvolta necessiti. Lavoro, impegni, traffico, televisione…tutti elementi che contribuiscono ad innalzare il livello di stress quotidiano. La ricerca del senso di rilassamento, l’eliminazione dello stress, deter-minati dalla serotonina, portano a cercare di consumare cibi ad alto indice glicemico, che portano ad un aumento della produzione di insulina

che, come detto, porta all’innal-zamento dei livelli di serotonina. Purtroppo però i livelli di stress sono sempre maggiori e durante la giornata possono presentarsi ripetutamente, costringendo ad assumere gli alimenti ad alto indice glicemico per “contrastare” questo disagio; come conseguenza ci sarà sempre una quantità di insulina circolante alta che, come detto, è responsabile degli accumuli di grasso di deposito.Per questi motivi “lo stress ingrassa”, perché porta a mangiare cibi che innalzano i livelli di “benessere e sollievo” del corpo, ma nello stesso tempo tutti cibi che poi ci depositeranno nel tessuto adiposo, facendolo aumentare.Dieta deriva dal greco daita, che signif ica “stile di vita”…quindi la ricerca a seguire uno stile di vita (dieta) corretto ed equilibrato permette al nostro organismo di combattere lo stress evitando l’incremento ponderale. Quindi oltre ad una alimentazione corretta nella “dieta” intesa come stile di vita non dovrebbe mai mancare lo sport, che è stato dimostrato influenzare i livelli di serotonina, aumentando quindi il benessere. Per chi invece non può praticare sport fare una camminata di 30 minuti al giorno aiuta comunque ad aumentare la serotonina.

Rubrica a cura di Dott. Andrea Vanini

Biologo NutrizionistaTel. 346 7200701

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INGRASSARE PER LO STRESS: VERO O FALSO?Al imentazione

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