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Autorizz. Trib. Roma – N. 185 del 27 aprile 1994 – Poste Italiane S.p.A. – Sped. in abb. postale 70% – D.C.B. Roma 4 2013

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Bollettino mensiledell’Opera Nazionaleper il Mezzogiorno d’Italiadiretta dalla Famigliadei Discepoli

Direttore Responsabile: Don Michele Celiberti

Segretario di Amministrazione:Michele Giovanni Leone

Collaboratori:BRACCIANI F.CAPUZZA V.CARLINI G.D’AMELIO S.DI STASIO F.ELEFANTE G.FAIAZZA C.FERRI C.FROIO V.GENTILE T.LUONGO P.MASTROMARINO G.SPINAZZOLA G.VERDONE L.VITALE A.

Direzione - RedazioneAmministrazione: Via dei Pianellari, 7Tel. 06/68801409 Fax 06/6861025c.c.p. 3387000700186 R O M Ae-mail: [email protected]

Copertina: L’albero della carità (Sr. Feliciana Formentin)

Autorizz. Trib. Roma N. 185 del 27 aprile 1994 Poste Italiane S.p.A.Sped. in abb. postale 70%D.C.B. Roma

Stampa: Arti Grafiche Caramanica - Tel. 0771.680838MARINA DI MINTURNO (LT)Via Appia, 814

SOMMARIO

Anno XX – Numero 4

Aprile 2013

52° Anno dalla fondazione

1 Et resurrexit... Tertia die!

2 I pilastri della spiritualità cristiana

3 Attualità della croce

4 La serena pedagogia di S. Filippo Neri e di D. Minozzi

5 Le beatitudini

7 Ma cos’ha di speciale questo Papa?

9 Ave Maria

10 L’ospite inquietante

11 Madre Maria Valenti (Il pendolarismo universitario)

13 L’uscita dal Seminario Vaticano (3)

15 La Legge 62 del 2000 sulla parità scolastica

17 Ricordo di don Tito

19 Napolitano, il dono totale

20 La Repubblica, cadavere o embrione?

21 Assemblea annuale

22 Palme – Pasqua – Pace ...Primavera 2013

23 Festa a Sparanise

24 Discepoli lieti e testimoni della gioia di Cristo

27 Diligenza animatrice

29 Rinnovo C.d.A. (2001-24 aprile-2013)

30 Ricordo di Sr Ambrogina Colnago, Preziosina

32 Un’esperienza da proporre

34 Eventi – Ricorrenze

36 Spizzicando

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ET RESURREXIT... TERTIA DIE!

Don Cesare Faiazza, DF

EDITORIALE

Assomiglia ad uno squillo di tromba questoannuncio pasquale, riportato nel Credo, che san-cisce la vittoria delle vittorie: quella di Cristo sulpeccato e sulla morte che ne è l’ineluttabile con-seguenza.Tra l’evento drammatico della morte in croce el’alba radiosa e splendida della risurrezione cor-re il tempo “biblico” dei tre giorni.Noi sappiamo che tra quel tramonto del venerdìsanto e le prime luci del mattino di pasqua sonointercorse poco meno di quaranta ore che ascomporle fanno poco più di un giorno e mezzo,tanto quanto basta per ratificare una morte certa e una situazione clinica irrever-sibile. E proprio questo stanno a significare i tre giorni: quella situazione che siviene a creare con la perdita di ogni speranza: l’incapacità per l’uomo di porre ri-medio, di modificare una situazione definitivamente compromessa.E quando le speranze umane sfumano ed ogni appiglio materiale ed ogni ricorsoalla scienza si qualifica vano, proprio allora, sulle ceneri delle sicumere umane,ecco intervenire Dio a riportare la luce, la gioia, la vita.E’ questo l’agire di Dio! Che si propone più grande dell’uomo e della natura, sue creature, perfette sì malimitate e caduche.La risurrezione di Cristo proprio questo ci insegna: Dio è più forte della morte esa rischiarare di speranza le sconfitte e i limiti dell’uomo. Credere in Dio, inquest’Anno della Fede, ed anche in questo tempo di crisi socio-etico-economica,deve significare per noi non perdere mai la fiducia in Colui che sa spezzare lesbarre di bronzo che ci tengono prigionieri delle nostre paure e dei nostri falli-menti.E chissà che questo tempo pasquale non preluda anche a nuovi e più confortantiassetti sociali che auspichiamo da più parti, magari da coalizioni e messianismiterreni, quando invece solo da un ritorno fiducioso e leale a Dio può trovare ga-ranzie di futuro e di un umanesimo fondato sulla giustizia e sulla vera fraternità?E che l’Opera di P. Semeria e P. Minozzi, fondata sull’Evangelo di Cristo, sia stru-mento e fermento di nuovi equilibri religiosi e sociali!

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Et resurrexit... Tertia die! 1

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La persona di Gesù Cristo è al centrodella nostra spiritualità, la roccia su cuiè fondata tutta la vita cristiana, qualun-que sia l’esperienza che siamo chiama-ti a fare, sia in famiglia che nella vitaconsacrata. Seguire Cristo, oggi e nellarealtà in cui viviamo, sotto l’azionedello Spirito Santo è il modo che civiene dato per arrivare alla santità. Le diverse forme di spiritualità, di le-game con Cristo, proprie di una perso-na, di un gruppo o di un istituto religio-so necessitano, per essere completi, dialcune caratteristiche essenziali: la co-munità, l’esperienza di Dio e la missio-ne, tre pilastri che sostengono il cam-mino di tutti i credenti in Cristo versola perfezione.La consacrazione battesimale contienegli elementi essenziali che sono allabase di tutta questa spiritualità: la rela-zione con Dio vissuta come figli e larelazione con il prossimo vissuto nellafraternità; la relazione con tutta l’uma-nità alla quale siamo chiamati ad an-nunziare il Vangelo.La relazione con Dio si esprime e si in-tensifica in modo speciale nella pre-ghiera personale, nell’essere soli con ilSignore. La relazione di fraternità sirealizza principalmente nella comunitàChiesa, nelle diverse forme di comuni-tà. La relazione con tutto il mondo siha nell’annuncio della buona novella atutte le persone che incontriamo.

Sopra questi tre pilastri fondiamo lanostra spiritualità. Ci possono esseredelle diversità, delle caratteristicheparticolari; si può accentuare uno ol’altro aspetto della sequela di Cristo,ma Gesù Cristo resta al centro di tuttala nostra vita. Alcune forme di spiri-tualità mettono in risalto l’aspetto tri-nitario, altre l’incarnazione, la passio-ne, la morte o la resurrezione, ma alcentro resta sempre Cristo e la relazio-ne che dobbiamo stabilire con Lui.Anche nelle comunità religiose esistequesta diversificazione, ma tutte sonounite dalla presenza salvifica diCristo. Nessun cristiano, nessuna esperienzadi vita religiosa può prescindere daCristo. La santificazione dei Discepoli, nelpensiero di Padre Minozzi, passa attra-verso l’esperienza del Cristo Maestro,dell’ascolto e dell’annunzio del suomessaggio; va ad incarnarsi nella real-tà del tempo e della storia e trova sem-pre un modo nuovo di seguire, annun-ziare e testimoniare Cristo. Cambiano itempi, mutano le realtà sociali ed eco-nomiche, si diversificano i luoghi diintervento, ma quello spirito di dona-zione deve restare sempre lo stesso. Lavoce del Maestro continua a parlare esollecitare, a spronare: rimanere nellastrada indicata dal fondatore è il mododi trovare la salvezza.

I PILASTRI DELLA

SPIRITUALITÀ CRISTIANA

Don Antonio Giura, DF

IL PENSIERO DEL SUPERIORE GENERALE

I pilastri della spiritualità cristiana

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Attualità della croce

ATTUALITÀ DELLA CROCE

Padre Giovanni Semeria

Sulle vette più scoscese e piùgiganti delle Alpi come sullecreste più umili e raccoltedell’Appennino […] sorgo-no Croci. Il fatto è bello e non vorrò iocerto attenuarne la soavepoesia; ma di quel fatto, ap-punto perché rimanga davve-ro bello e poetico, bisognaprecisare il significato. Giac -ché il fatto può prestarsi al -l’equi voco. I posteri un gior-no, vedendo quelle Croci, po-tranno domandarsi se furonoportate lassù per esuberanzadi af fetto che sale, o se furono lasciate lassù perl’oblio d’un affetto che scema e discende. Gesù Cristo Crocefìsso lassù è il grande adora-to, o il grande negletto?Sarebbero le cime dei monti solitari, quelle ci-me cui orma umana così rado calpesta, sareb-bero esse il regno del Cristo, o non ne sono cheil trono? Regna solamente lassù, o di lassù do-mina tutto?Eccovi il problema che bisogna risolvere, e ri-solvere non a parole ma coi fatti. Le parole chegiovano? Che giova chiamarsi re o principe, el’avere, se occorre, del principato le insegne,ove la realtà non corrisponda?Ora, badate, il regno del Cristo vuol essere nonreale solo, ma spirituale. Se nessuno mai, infatto di comando, si appagò delle apparenze, ilCristo meno d’ogni altro: non vuole essere reda burla. Solo i nemici possono sognare perLui un tale regno che sarebbe non gloria, di-sdoro. Egli vuole regnare, come nessun altroha regnato mai, sulle menti e sui cuori.Alla esaltazione su pei nostri monti corrispon-derà, amici miei, un incremento del Cristo nel-le anime? Vivranno più e meglio del suo pen-siero le menti, della sua legge vivranno i cuo-

ri? Saranno le città nostre,cui sovrastano ora monti do-minati da Croci, le città piùcristiane? Ed allora quelleCroci saranno un monumen-to di vita, il fatto assorgerà avalore di simbolo: con untrionfo nuovo del Cristo sichiuderà la storia del secolo.Ma non accadrà tutto que-sto, o anzi avverrà il contra-rio? Continueranno le mentiad ignorare Gesù Cristo, leanime a vivere di una vitache non è la sua? Questo pa-ganesimo immanente nella

nostra società cristiana prenderà nuovo vigo-re? Ed allora... a che avrà giovato la pia ceri-monia? Ahimè, forse solo ad illudere e a men-tire; la Croce avrà allora trovato sui monti, su-gli alti monti, più che la sua apoteosi, il suo ri-fugio.Ciascuno di noi deve adoperarsi perché questonon avvenga. Dopo aver esaltato la Croce suimonti dobbiamo lavorare perché il Cristo regninelle anime. […] Cristo Crocefisso sarà il te-ma dei miei discorsi, Cristo Crocefisso, laCroce, l’oggetto della vostra spirituale atten-zione.Il tema alle anime cristiane si raccomanda dasé... Oh non sarebbe ridicolo dimostrare l’im-portanza della Divina Commedia ad un nostroletterato?E la Croce non è il poema del Cristia nesimo? Senonché a taluno il tema può sembrare un po’vecchio; uno di quei temi teologici buoni perun’oratoria sacra ormai passata di moda. E percoloro a cui queste melanconiche idee turbas-sero lo spirito vorrei oggi dimostrare che que-sto tema della Croce è ai tempi nostri somma-mente opportuno: non è solo un tema bello, èun tema moderno.

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ALLE NOSTRE SORGENTI

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ATTUALITÀ DEL PENSIERO MINOZZIANO

LA SERENA PEDAGOGIA DI

S. FILIPPO NERI E DI D. MINOZZI

Giuseppe Mastromarino

4 La serena pedagogia di S. Filipppo Neri e di D. Minozzi

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San Filippo fu definito dai ponteficidell’epoca e dal popolo “apostolo diRoma”; anche padre Semeria e padreMinozzi furono definiti “apostoli delMezzogiorno”, per la loro operosaazione di carità tra le popolazioni delSud d’Italia, a favore degli orfani, deipoveri, dei derelitti, della gioventù bi-sognosa.Moltissime le sintonie spirituali tral’“inimitabile Filippo” e padre Minoz -zi, ma la semplicità, il dialogo, la pre-ghiera, il senso di vicinanza e solida-rietà nei confronti dei bisognosi, la cu-ra dei giovani, la sana allegria che co-stituivano l’anima e il metodo di vitadell’Oratorio, non furono assoluta-mente estranee nella formazione deigiovani e nell’azione educativa instau-rata da don Minozzi nelle “case”dell’Opera.Farsi piccolo e fanciullo tra i fanciulli,farsi “uguale con gli eguali, perfetta-mente, con naturalezza schietta, since-ra, ilare”, aderire alla vita dei fanciulli,studiandone attentamente “senza darlocomunque a vedere, il temperamento,l’inclinazione, la natura dei singoli”,per aiutarli con saggezza “a formarsi lapersonalità, a svilupparla, a misura de’doni vari largiti misteriosamente daDio” (vedi, a proposito, “I talenti” inBuona Notte!...), seguirli nelle loro esi-genze di irrefrenabile movimento, farlivivere in un clima di gioia, di festosaallegria e di amicizia lieta, perché essi

potessero rifuggire dal peccato; aste-nersi da “rimproveri aspri, niente casti-ghi materiali, niente busse volgari,niente cafonerie pacchiane, niente pe-nitenze e umiliazioni irritanti”(Biografia San Filippo, pag.154), rap-presentarono e furono le indicazionisempre attuali della “serena pedago-gia” di San Filippo, adottate essenzial-mente da padre Minozzi e ribadite, permemoria, ai suoi continuatori soprat-tutto in pensieri sparsi, raccolti, poi,nel numero speciale di Evangelizaren. 8 di agosto 1972, con il titolo“Pensieri educativi”.Tutta l’opera educativa di don Minozziè soffusa da questa idea pedagogicaumanissima, “fiore d’amore paterno,profumato da una squisita gentilez-za…”, intesa a ricreare nei “collegi”,vere e proprie città dei ragazzi, “socie-tà a tipo familiare, svagata insieme eintensa, giocondamente tranquilla e la-boriosa, avvolta in un alone di sorri-dente pace nell’aiuola terrena, così, disolito, feroce…” (ibidem, pag.155).Non resta, perciò, che leggere questabellissima e intensa Biografia di SanFilippo, scritta da don Minozzi, in mo-do ispirato e accorato, quale insupera-bile dono per ritrovare, seguendo levirtù del Santo, il vero senso della paceinteriore, della letizia e della gioia inDio, secondo l’insegnamento di SanPaolo “Gaudete in Domino” e vivendonella generosa dimensione della carità.

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5Le beatitudini

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Nel Vangelo di MatteoGesù inizia la sua mis-sione con il “Discorsodella Montagna” meglioconosciuto come “LeBeatitudini” (Mt 5,12).Con esso l’evangelistavuol farci capire che sitratta di un documentoprogrammatico dellamis sione di Gesù.Il papa Benedetto XVI,nel suo libro “Gesù diNazaret” (primo volu-me) fa un paragone traMosè che scende dal Sinai con in ma-no le tavole della Legge e Gesù, ed apag. 91 scrive: ...Dovrebbe essere or-mai chiaro che il Discorso della mon-tagna è la nuova Torah, portata daGesù... con questo egli non vuol direche il Decalogo viene abolito ma, co-me precisa a pag. 94 ...il Discorso del-la montagna riprende i comandamentidella Seconda tavola e li approfondi-sce, non li abolisce... in effetti Gesù aquesto proposito è molto esplicito...Non pensate che io sia venuto adabolire la Legge o i Profeti; non sonvenuto per abolire, ma per dare compi-mento (Mt 5,17). Ciò che fa Gesù nonè altro che dare l’interpretazione au-tentica della “Legge” che, pur essendostata data da Dio stesso a Mosè, e quin-di immodificabile, era stata interpreta-

ta dai vari Dottori della Legge che ave-vano codificato 613 precetti (248 posi-tivi e 365 negativi) con i quali davanoad essa una visione umana che perònon entrava nello spirito vero che èquello dell’amore, e che Gesù viene aripristinare ...avete annullato la paroladi Dio in nome della vostra tradizione(Mt 15,6). Infatti, successivamente allaproclamazione delle Beatitudini, Gesùfarà degli esempi di interpretazione deivari precetti dicendo ...vi fu detto... in-vece io vi dico... quindi ci vuol far ca-pire come lo spirito della Legge nonsia quello letterale e che i comanda-menti debbono essere osservati facen-do riferimento all’amore ...Andatedunque e imparate che cosa significhi:Misericordia io voglio e non sacrificio(Mt 9,13).

LE BEATITUDINI

Giancarlo Carlini

CHIESA E SOCIETÀ

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6 Le beatitudini

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Gesù parlerà in seguito con paraboleper farci meglio comprendere qual è lospirito che deve animare i credenti.Egli non si accontenta di un nostrocomportamento umano, Gesù pretendeche noi ci comportassimo come Dio!E chiude il 5° capitolo con una fraseche fa letteralmente paura ...Siate voidunque perfetti come è perfetto ilPadre vostro celeste (Mt 5,48). A que-sta affermazione gli apostoli si sentonocosternati, chi può essere perfetto co-me Dio? Ma Gesù li rincuora ...A que-ste parole i discepoli rimasero coster-nati e chiesero: «Chi si potrà dunquesalvare?». E Gesù, fissando su di lorolo sguardo, disse: «Questo è impossi-bile agli uomini, ma a Dio tutto è pos-sibile (Mt 19,25-26). Egli ci fa capire che solo con la suagrazia si può vivere il Vangelo ed allafine tutto il messaggio di Gesù si rias-sume in un unico comandamento ...Vido un comandamento nuovo: che viamiate gli uni gli altri; come io vi hoamato, così amatevi anche voi gli unigli altri (Gv 13,34).

Certo detto così sembra facile, maamare come Gesù ci ha amato non èsemplice, Egli ha dato la vita per tutti,sia per coloro che lo amano che perquelli che gli sono indifferenti o peg-gio lo odiano! Se è facile amare chi ciama non è certo facile amare chi ciodia. Noi siamo ben disposti verso chici ama, ci stima, ma siamo disposti adamare anche chi ci odia, chi sappiamoche qualsiasi cosa di buono facciamoper lui non ci amerà, non solo, ma saràin grado di renderci male per bene pro-prio come è successo a Gesù? ...Aveteinteso che fu detto: Amerai il tuo pros-simo e odierai il tuo nemico; ma iovi dico: amate i vostri nemici e prega-te per i vostri persecutori, perchésiate figli del Padre vostro celeste (Mt5,44-45).Lo spirito delle Beatitudini è fonda-mentale per comprendere come dob-biamo amare, per questo credo che siainteressante vederle una per una edè quello che faremo nei prossimi in-contri.

LETTERA SULLA PREGHIERAQuando verrai a pregare col cuore in tumulto, se persevererai, ti accor-gerai che dopo aver a lungo pregato non avrai trovato risposte alle tuedomande, ma le stesse domande si saranno sciolte come neve al sole enel tuo cuore entrerà una grande pace: la pace di essere nelle mani diDio e di lasciarti condurre docilmente da Lui, dove Lui ha preparato perte. Allora, il tuo cuore fatto nuovo potrà cantare il cantico nuovo, e il“Magnificat” di Maria uscirà spontaneamente dalla tue labbra e sarà can-tato dall’eloquenza silenziosa delle tue opere.(Mons. Bruno Forte, Arcivescovo Metropolita di Chieti-Vasto: “Lettera sulla preghiera).

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7Ma cos’ha di speciale questo Papa?

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In un recente romanzo di Antonio Socci(“I giorni della tempesta”), si ipotizzal’elezione di un papa cinese che, abban-donato il Vaticano, va ad abitare in unaparrocchia della periferia romana, ri-portando la Chiesa al tempo in cui i pa-pi vivevano tra la gente …Considerando che papa France sco abitain un appartamento di 90 metri quadri,in casa Santa Marta, quel romanzo haqualcosa di profetico. Una cosa è certa.Da quella sera in cui il papa argentino siè affacciato alla loggia di San Pietro, unbarriera si è infranta tra la figura delpontefice e la gente. Novità nei lin-guaggi e nei gesti. Omelie imperniate

su un unico tema, non strutturate teolo-gicamente. Parole che vanno al cuorecome frecce ed hanno il sapore dei di-scorsi di un curato di paese. Fa sorride-re il pensiero che infiniti prelati sparsiper il mondo, con tanto di laurea in teo-logia, saranno costretti a prenderlo co-me modello. E sono divertenti quelleimmagini in cui gli agenti della scorta sisforzano inutilmente di creare un cor-done protettivo tra il papa e la folla chelo assale per stringergli le mani. A que-st’uomo dalla bianca tunica di pannoordinario, quasi trasparente, e dallescarpe un po’ grosse. Ma cos’ha di speciale questo papa?

MA COS’HA DI SPECIALE

QUESTO PAPA?

Luciano Verdone

Il Discepolo don Sasi saluta affettuosamente il Santo Padre Francesco.

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8 Ma cos’ha di speciale questo Papa?

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A me sembra che Francesco abbiacompreso – per una particolare sensi-bilità spirituale? con la maturità? –che esistono due modi di comportarsi:quello “formale”, basato sul ruoloesercitato, e quello “sostanziale”, in-centrato sul cuore, sul rapporto fronta-le, semplice, immediato. Anche il pri-mo modello, se è rivestito da una per-sona convinta, che si spende e si sacri-fica per la sua missione, provocarispetto, ammirazione. Ma il secondomodello va oltre: abbatte le distanze,crea un contatto diretto, è semplice-mente credibile.Prendiamo, ad esempio, il santo di cuiquesto papa ha assunto il nome. Se loavessimo incontrato in un sentierodell’Italia del 1200, non avremmo avu-to nessuna difficoltà ad entrare in unarelazione immediata e cordiale con lui.Non perché san Francesco fosse comu-

nicativo. Ma perché aveva una perso-nalità costruita attorno al cuore. Cosache è un dono dello Spirito Santo ed èproprio dei semplici. Dei santi. PapaFrancesco raggiunge gli altri non per-ché è un grande comunicatore, unaspecie di attore. Ma perché la vita spi-rituale lo conduce nelle profondità disé e degli altri.Attenzione, però. Il “modello Fran -cesco” presenta dei pericoli. Uno puòessere l’assuefazione. L’altro l’odioche un uomo semplice può provocarein una società corrotta e disincantata.E chi più semplice ed amoroso diGesù Cristo? Chi più di lui a contattodella gente in modo diretto ed indife-so. Eppure … Papa Francesco, pro-prio perché disarmante nella sua sem-plicità, potrebbe, col tempo, rivelarsicome un reattivo che divide l’umanitàin due.

IL GRANDE INCONTRO……

Mai successo prima, Castegandolfo, “città dei Papi”, unica nel-la storia della Chiesa….

…sabato 23 marzo 2013, ore 12:00…

Benedetto XVI, Papa emerito, passeggia sereno nella VillaPontificia e attende fiducioso il grande incontro, l’evento stori-co!!!L’elicottero sorvola la città e il lago, quanto mai grande e azzur-ro, dal finestrino Papa Francesco, sorride e benedice tutti…Sulla verde piazzola, affollata e imbandierata, l’abbraccio frater-no e sincero di due Papi, che hanno dato tanto al mondo intero:“Siamo fratelli, sei stato grande!!!”, “Anche tu!!!”Scambio di doni tra cui l’Icona della Madonna dell’Umiltà e del-la semplicità, la stessa che riempie ogni domenica, ViaConciliazione, con oltre duecentomila fedeli!!!...

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9Ave Maria

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L’uomo, è stato scritto, mai è così gran-de come quando si inginocchia davantia Dio per adorarlo, invocarlo, glorifi-carlo. Tutti abbiamo bisogno del suoaiuto e del suo continuo sostegno edEgli mai ci delude nelle nostre attese,nelle nostre richieste e nelle nostresperanze.E anche se talora sembra che nonascolti le nostre suppliche, lo fa perrinnovare la nostra fiducia e la nostrafede e certamente ci esaudisce nel no-stro maggiore bene per l’anima e per ilcorpo.Il popolo di Dio vuole andare a Lui tra-mite Maria, Madre di Cristo e nostraritenendo, veramente efficace la suamediazione fra il cielo e la terra, giac-ché il Signore l’ha scelta come soccor-ritrice, ausiliatrice, mediatrice.Le nostre invocazioni alla Vergine siaprono sempre con l’Ave, Maria la pre-ghiera che più le si addice e che è vera-mente sacra. perché sgorgata dalla vo-ce angelica di Gabriele, dall’ispirazio-ne dello Spirito Santo per bocca dellacugina Elisabetta, e infine dalla pietàdi tutta la Chiesa che in lei si contem-pla e che in lei confida.Pregare Maria con questa invocazioneè come aprire una finestra di luce sulmondo, è portare sulla terra un fiumescintillante di sole sincero, è guardarea Dio con gli occhi della Vergine.Ave non significa tanto ti saluto, mapiuttosto rallegrati, sii felice, gioisci,apriti alla gioia.

Dio, quando ci visita, non ci chiede pe-nitenza o mortificazioni né di affan-narci in qualche grave sforzo, ma cichiede soltanto di aprirei alla sua gioia,al suo sorriso, alla sua felicità. La pre-ghiera è un abbraccio, una carezza aDio e alla Vergine.Perciò Maria è causa della nostra gioia,quella vera, che è fiducia gioiosa inDio, affidamento a Lui, crive un auto-re: “Vergine, se tu non riappari, ancheDio sarà triste”. Non si tratta di riappa-rire nella apparizioni miracolose, manei nostri cuori, nella nostra vita, neidubbi e nelle avversità.L’Ave, Maria ci dice che Dio, il Cristo,la fede sono gioia, festa, felicità, e cheil Signore sempre cambia l’acqua insa-pore del nostro male nel vino migliore,nel più sincero e prelibato. PerciòMaria di Nazaret ci appare come pro-messa della vera gioia, come sicurasperanza. e consolazione, profezia difelicità, angolo di cielo aperto da Diosu di noi.Maria offre gioia al suo Bambino co-prendolo e nutrendolo, ad Elisabettaquando danza assieme con lei e con ilBattista ancora in grembo.Dio, Maria, il cristianesimo parlano illinguaggio della gioia, della buona no-tizia del Vangelo, d’un linguaggio nuo-vo spesso sconosciuto al mondo; diuna perenne primavera fatta di tramefiorite, di palpiti tersi di cielo, e non digrigiore e di tenebre aggrovigliate nelmale, nell'invidia, nella superbia.

AVE MARIA

Don Fernando Di Stasio

CON MARIA, DISCEPOLI DI GESÙ

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10 L’ospite inquietante

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La nostra epoca si configura come uncrollo spaventoso della dimensione va -loriale. Sembra essersi oscurata la co-scienza dei valori assoluti e perenni.Assistiamo, come forse non mai, alla ca-duta del fondamento, di quel muro sot-terraneo su cui poggiava la casa dell’uo-mo occidentale. Il sostegno che ha retto,per venticinque secoli, la civiltà greco-cristiana. Viviamo in una notte valorialeche non lascia tranquilli né individui nésocietà, né gruppi né istituzioni.Famiglia e scuola sono disorientati dallaframmentazione culturale e dal soggetti-vismo. Si finisce per dubitare persinodella stessa idea educativa. Beviamo,ogni giorno, ampie sorsate di nichilismo,il termine che meglio riassume la crisiche stiamo vivendo. Il nichilismo, quelloche Nietzsche definiva l’ospite inquie-tante che si aggira nel mondo contempo-raneo. “Che cosa significa nichilismo?– si chiedeva sempre Nietzsche – Che ivalori supremi si svalutano”. Oggi, sia-mo pervasi da un’atmosfera diffusa, af-ferma Benedetto XVI, “che porta a du-bitare del valore della persona umana,del significato stesso della verità e delbene, in ultima analisi della bontà dellavita”.Il ritorno ai valori è, dunque, richiesto dapiù parti. “Lo chiedono i genitori – scri-ve papa Benedetto – preoccupati per ilfuturo dei propri figli; lo chiedono tantiinsegnanti, che vivono la triste esperien-za del degrado delle loro scuole; lo chie-de la società nel suo complesso, che vedemesse in dubbio le basi stesse della con-vivenza; lo chiedono nel loro intimo gli

stessi ragazzi e giovani, che non voglio-no essere lasciati soli di fronte alle sfidedella vita”. Anche in campo laico si av-verte il bisogno di tornare a fondamentivaloriali, universali ed unificanti:“Quando l’attesa è disabitata dalla spe-ranza – scrive Umberto Galimberti – neigiovani subentra la noia, dove il futuroperde slancio e il presente si dilata inuno spessore opaco… Senza attesa esenza speranza, il tempo si fa deserto e,in assenza di futuro, rifà la sua compar-sa quell’ospite inquietante che abbiamochiamato nichilismo”.“Alla radice della crisi dell’educazionec’è una crisi di fiducia nella vita”, scri-ve il Papa. Occorre ritrovare le ragioniper sperare allo scopo di ricreare le con-dizioni per educare. Ma educare non è unsemplice atto intellettuale. I valori, piùche da una mente all’altra, passano dauna vita all’altra. Nascono dall’esperien-za e si pongono con la testimonianza.“Si educa attraverso ciò che si dice, dipiù attraverso ciò che si fa, di più anco-ra attraverso ciò che si è” (S. Ignaziod’Antiochia). Chi educa compie il “pas-saggio della fiaccola” (traditio lampa-dis), – per usare l’espressione di AmosComenio, padre della pedagogia moder-na, – da una generazione all’altra.Tramanda la sapienza di vita di chi ci hapreceduto, adattandola ai bisogni di chivive oggi. Ma un educatore è credibilesolo se si coinvolge di persona, se si facompagno di viaggio, se sceglie la peda-gogia della vicinanza: “Ogni vero edu-catore sa che per educare deve donarequalcosa di se stesso” (Benedetto XVI).

L’OSPITE INQUIETANTE

Luciano Verdone

EDUCARE SI DEVE, EDUCARE SI PUÒ

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11Madre Maria Valenti (Il pendolarismo universitario)

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Il presente argomento non si può defi-nire diversamente: l’andirivieni daimonti al mare e viceversa è stato lungoe faticoso. Il viaggio iniziava daAmatrice, breve sosta a Rieti, quindi

Roma, infine Napoli (l’andata) e poi ilviaggio di ritorno: Napoli-Roma-Rieti-Amatrice.La “spola” dell’andare/tornare e la ri-presa degli studi dopo anni di interru-zione, non sono stati privi di difficoltàe sacrifici, ma lei era figlia dell’obbe-dienza e aveva promesso al Signore di

osservare questa grande virtù con de-dizione asso luta.Il 19 novembre 1952, con tanta trepi-dazione arriva a Napoli per l’esame diammissione al Magistero: è Padre

Minozzi che lo vuole, leiobbedisce e sostiene l’esa-me richiesto. Passano alcu-ni giorni ed ecco che legiunge, da parte della suaex-insegnante, Sr Jean neGiaconia, Direttrice delConvitto “Mater Dei”,presso cui prendeva allog-gio nei giorni in cui si reca-va a Napoli, la bella noti-zia della sua ammissione alcorso universitario.Sr Jeanne informa anchePadre Mi noz zi con il se-guente biglietto: “Con gio-ia le comunico il buon esito

della cara Sr Maria. E’ stata ammessacon punti 42. Il Signore ha premiatol’obbedienza”; rivolta a Sr Maria cosìaggiunge: “Sono cose volute da Dio edobbiamo seguirlo per le vie che Eglivuole che percorriamo. Lasciamo gui-dare a Lui la nostra barchetta e saremosempre serene”. Da parte sua, Sr Ma -

LA VOCE DELLE ANCELLE

MADRE MARIA VALENTI(Il pendolarismo universitario)

Sr. Cecilia Ferri, AD

In questa decima puntata l’argomento, brevemente trattato, riguarda il perio-do dei suoi studi presso il Magistero Femminile “Sr Orsola Benincasa” diNapoli.

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12 Madre Maria Valenti (Il pendolarismo universitario)

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ria, risponde alla sua ex-insegnante:“Come devo ringraziare il Signore!E’ tutto merito della Sua immensabontà: non lo meritavo proprio”.Ottenuta l’ammissione, la buona Ma -dre cerca, per quanto le consente l'im-pegno gestionale dell’Istituto, di par-tecipare, almeno, alle prime lezionidel suo primo anno accademico. Il 12dicembre 1952 è a Napoli e comunicaa Padre Minozzi la sua situazione:“Sto andando al Magistero tutte lemattine. I Professori sono buoni ebravi, il guaio è che io mi trovo moltoindietro e temo di non riuscire a supe-rare tutte le difficoltà: solo il Signorepotrà aiutarmi e sostenermi... Ho assi-stito alla lezione di latino: sono diso-rientata. Impossibile costruire sulla rena. Il Si -gnore mi aiuterà, ma è necessarioche anch’io mi sforzi. Non posso pre-tendere il miracolo della scienza infu-sa! Di ritorno da Napoli, se lei permet-te, caro Padre, vorrei trattenermi qual-che giorno a Roma per chiedere spie-gazioni a Giovanni” (consorte di suasorella Maria e Prof. di lettere e filoso-fia).Intanto Sr Jeanne informa PadreMinozzi sullo stato ansioso della Neo-Matricola: “La cara Sr Maria si preoc-cupa eccessivamente per i suoi studi, iosono sicura che il Signore premierà lasua obbedienza. Quando avrà superatoi primi esami si incoraggerà. Se fossemeno esaurita forse avrebbe più me-moria, si nutre poco. Le ho fatto co-minciare una cura di fosforo”.Povera Madre! E' davvero alle presecon una fatica superiore alle sue forze,ma non per limitazioni intellettive,bensì per il poco tempo a sua disposi-

zione a causa dei suoi numerosi impe-gni e doveri di responsabile del -l’Istituto, ma Lei, con schietta sempli-cità, asserisce il contrario che confidaa Padre Minozzi: “Gli esami avranno luogo nel mese digiugno; sono indecisa se tentarePadagogia, temo di non esaurire suffi-cientemente la materia per quel perio-do. E più che nel limite del tempo, lamia grave difficoltà è la testa che nonvuole assolutamente funzionare. Dopoun poco di applicazione è stanca e ognitentativo di sforzo riesce vano, infrut-tuoso. Non so proprio spiegarmene ilmotivo: sarà forse il Signore che cosìpunisce il mio orgoglio. Comunque siaio mi rimetto a quello che lei sente piùopportuno di farmi eseguire. La suadecisione sarà il volere di Dio e basta”!L’incoraggiamento ed il conforto daparte di Padre Minozzi non si fanno at-tendere:“Figliuola, non ti preoccupare eccessi-vamente: fai gli esami che puoi con as-soluta tranquillità, magari mirando so-lo al trenta senza lode”. E ancora:“Prepara l’esame con calma: se nonriuscirai a prepararti bene non lo darai. Via le angustie tormentose. Il Maestroci ha chiamato a seguirlo nella gioiacandida e semplice non nell’inquietu-dine irata e angosciosa”. Uno dopo l’altro scorrono gli anni ac-cademici, si avvicina l’esito finale ePadre Minozzi l’incoraggia a superarel’ultimo scoglio: “Eccoti l’imbastiturad’una tesi. Tu, sagacissima ricamatricefanne quello che la tua genialità ti con-siglierà”. La Madre fa tesoro dell’aiutoche le viene offerto e il giorno 6 marzo1959 consegue magnificamente laLaurea in Pedagogia.

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13L’uscita dal Seminario Vaticano (3)

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L’USCITA DAL SEMINARIO

VATICANO (3)

Vittorio Capuzza

Iniziò quindi la ricerca del nuovo Seminarioin cui Minozzi avrebbe potuto completare lasua formazione verso il Sacerdozio.Nell’ottobre 1906, il Servo di Dio provò l’ef-fetto dello sbarramento che Mons. Sardi gliaveva sempre prospettato una volta lasciato ilSeminario Vaticano. Si rivolse, allora, alCard. Rampolla, che aveva sempre mostratoal seminarista Minozzi simpatia paterna nellevarie premiazioni annuali (si pensi all’esen-zione della retta per tre anni). Raggiuntolonel palazzo dell’Arciprete, di fronte alSeminario, gli consigliò di rivolgersi alRettore del Collegio Capranica, Mons.Giuseppe Copelli. Da precisare che il segre-tario del Card. Rampolla, tale Mons. Ricchi,era anch’egli, come sua Eminenza, amico diMons. Cani; si spiegano così le diverse espi-stole scritte da Mons. Cani al giovaneMinozzi. Vediamole.Si tratta di diverse lettere scritte da Mons.Cani al Seminarista Minozzi (una è scrittadall’ex Rettore al Card. Vicario Pompili1. a) Nella Lettera del 25/07/1906 Antonio Canirisponde ad una missiva in cui il giovaneMinozzi si lamentava che il tempo aveva tra-volto i sogni innocenti della sua anima la-sciando “dolorosi solchi di sangue”; Mons.Cani la chiama “bella poesia e vivace fanta-sia! Però di chi la colpa?”; quindi lo esorta avivere nella semplicità e nella ricerca sempredella Verità, facendo del bene per amor diDio e non per ricercare una ricompensa negli

uomini. Gli scrive: “vola chi è portato daDio”.b) Intanto, Mons. Antonio Cani scrive adAntonio D’Antoni l’08/08/1906 indicandoglicome il giovane Giovanni Minozzi debbacomportarsi con il Pontificio SeminarioVaticano da dove è uscito in modo non pro-prio regolare, cioè che debba scrivere al ViceRettore Malorno. La lettera di Mons. Cani ègirata da D’Antoni, con la nota in calce: “faiquello che dice”.c) D’Antoni scrive da Amatrice a GiovanniMinozzi il 08/08/1906 e gli chiede di far pre-parare l’istanza per Mons. Faberi –Segretario del Vicariato e Direttore delCollegio a via del Mascherone (si è prospet-tata la via del Collegio come per gli altriSeminaristi usciti dal Vaticano) – così comerichiesta da Mons. Antonio Cani e di farlafirmare dalla madre; e inoltre gli chiede chefaccia scrivere da don Benedetto a PadrePiccardo e che ormai dal lato finanziarioGiovanni Minozzi ha risolto ogni problema;lo attende per l’indomani. d) Nella Lettera dell’08/10/1906 Mons. Cani(che chiama il Servo di Dio “Gian -domenico”) consiglia al giovane Minozzi,che ha avuto dal Card. Rampolla l’indica-zione di recarsi dal Rettore dell’AlmoCollegio, di tentare di entrare al SeminarioCapranica, e dopo aver dato consigli di or-dine pratico, gli scrive con gran cuore diPrete: “mettiti completamente nelle mani diDio. Non ti ho scritto ma ho pensato semprea te e alla tua posizione: beato te se sapraicorrispondere alle molte grazie che ilSignore ti fa anche in questa opposizione”.Si capisce solo da ciò il motivo per cui ilServo di Dio rimase vicino a Mons. Cani,

NOTE A MARGINE DELLA CAUSA DI BEATIFICAZIONE

1 Dall’archivio della Famiglia dei Discepoli (inwww.archivionline.senato.it; Istituto: ONPMI, Fondo:Archivio Famiglia dei Discepoli).

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14 L’uscita dal Seminario Vaticano (3)

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certa guida e maestro sicuro dello spirito. e) Sempre il D’Antoni il 18/10/1906 scrive aGiovanni Minozzi per incarico di Mons.Antonio Cani e gli fa sapere che i Superioridel Seminario Vaticano ostacolano in tutti imodi i fuoriusciti dal Seminario per impedireloro di essere accolti in un altro e hanno in-fluenzato in questo atteggiamento anche ilCardinale Rampolla; sicché a tali ordini, an-che Padre Piccardo del Collegio delMascherone e Mons. Faberi si sono, al mo-mento, attenuti (allega la lettera di cui al se-guente punto).. f) Lettera del 18/10/1906. Mons. AntonioCani, saputo che Minozzi non è entrato alCaprinica – come si vedrà a breve –, ritieneopportuno che il giovane scelga o di rientra-re nella sua Diocesi di Ascoli ovvero tenti dirientrare al Seminario Vaticano. g) Lettera del 13/09/1907. Mons. Cani scri-ve a Don Giovanni di essere contento che sidia tutto al ministero sacerdotale, “special-mente per catechismo alla gioventù: lavorache la Chiesa ha bisogno di buoni operajche lavorino per Iddio e non l’Io che purtroppo oggi sfacciatamente si mette avanti in

tutto da tutti”. Quel riferimento particolareall’istruzione della gioventù: suona comelettura del seme gettato da Dio e che porte-rà a suo tempo i frutti larghissimi per milio-ni di fanciulli. h) Il contatto epistolare seguirà per ancoraun poco. Nella Lettera datata 21/12/1910,Mons Cani si rallegra per la guarigione diDon Minozzi e spera di rivederlo per Natale. Declinato l’ingresso al Collegio Ca pranica,Minozzi si rivolse al Cardi nale Vicario, ilCard. Respighi, il quale ne parlò a Mons.Faberi, suo segretario e poi Segretario delVicariato: egli dirigeva il Collegiodell’Immacolata, in via del mascherone cheraccoglieva per la formazione chierici di di-verse provenienze. Nell’autunno del 1907,calmatesi le acque e non avendo più forza ilveto posto dal Rettore del Seminario Vaticano,il Servo di Dio entra al Collegio ubicato alfianco di palazzo Farnese e passa alla Facoltàdi Teologia dell’Apollinare, che era sede dal1823 anche del Seminario Romano. Tutti i nodi si sciolsero: la vocazione di Dionon può trovare barriere umane e quel semegermoglia anche in mezzo alle pietre.

DA PADULA

Chiar.mo Don Cesare, come già vi scrissi, oltre ai (sei) Convegni già ci-tati, abbiamo svolto altre (sette) conferenze nelVallo di Diano del suddetto Don GiovanniMinozzi.Il 19 Maggio tutta l’Asso cia zione si recherà aPicerno (PZ) per presentare il libro di poesie diVITO MARCANTONIO dove terrò una confe-renza su Don Giovanni Minozzi.Inoltre nei giorni 1 e 2 Giugno dobbiamo anda-re alla “Fon da zione di Don Zeno” a Noma -delfia (Grosseto), dove saremo ospiti per duegiorni e anche lì svolgerò due conferenze impor-tanti su Padre Giovanni Semeria e soprattutto su Padre Giovanni Minozzi.Come vedete, dell’uno e dell’altro siamo arrivati a (17) conferenze e abbiamo spedito dap-pertutto e porteremo lì il librettino della storia della loro vita.

Giuseppina Sorrentino

La Prof.ssa Sorrentino, da poco iscritta tra i Socidell’Opera, con il marito Avv. Vincenzo Pinto.

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15La Legge 62 del 2000 sulla parità scolastica

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Dopo oltre mezzo secolo, rispetto aquanto prescritto dal dettato costitu-zionale (art. 33 comma 2 e 3), laLegge 62 del 2000 ha riconosciuto al-le scuole paritarie una piena legittimi-tà e un ruolo “costitutivo” dell’unicosistema nazionale dell’ istruzione ededucazione (art. 1 comma 1). La Legge 62 è stata promossa dal mi-nistro Berlinguer, che, superando re-sistenze fortissime dentro e fuori ilParlamento, è riuscito a realizzare ciòche non era stato possibile in cinquan-ta anni di governo democristiano. Lalegge è stata una vittoria di grande ci-viltà giuridica, una lezione di saggez-za e lungimiranza, di democrazia epluralismo, in sintonia, peraltro, conquanto stabilito, già dal 1984, dalla ri-soluzione del Parlamento europeo.La Legge 62 non è una legge perfetta,tuttavia ha un merito di assoluta rile-vanza, da alcuni definito “storico”;essa è riuscita, infatti, a scavalcare fi-nalmente una barriera che sembravainsormontabile, come dimostrano inumerosi disegni di legge rimasti fer-mi nel corso dei decenni.L’art. 1 comma 1 della Legge62/2000 stabilisce che il sistema na-zionale di istruzione è unico ed è “co-stituito congiuntamente dalle scuolestatali e dalle scuole paritarie private

e degli enti locali”. La novità è digrande importanza e ribalta la con-vinzione tradizionale che distinguevala scuola pubblica da quella privata.La Legge 62/2000 riconosce che lascuola è considerata pubblica per ilservizio che essa eroga, destinato atutti,non è pubblica per la natura giu-ridica dell’ente gestore,cioè lostato.L’unico sistema pubblico scola-stico è costituito da scuole statali escuole paritarie.L’istruzione e l’educazione costitui-scono un diritto-dovere originariodella persona, che può esercitare in unsistema pubblico la sua piena libertàdi scelta.La scuola paritaria, pertanto, entra apieno titolo nel sistema scolastico na-zionale, assumendo una dignità cheprima non le veniva riconosciuta. Perscuola “pubblica”, non si intende piùsolo quella statale.Anche la scuolaparitaria è a tutti gli effetti pubblica.La scuola paritaria è un bene della na-zione e per la nazione: esprime e rea-lizza un diritto e un bisogno dei citta-dini e pertanto lo Stato se ne deve fa-re carico nell’interesse dei singoli e ditutti.Riconosciuti i meriti, non possiamoignorare, però, che nella stessa leggesi rilevano alcune contraddizioni.

LA LEGGE 62 DEL 2000

SULLA PARITÀ SCOLASTICA

Lina Chiodo

A PROPOSITO DI SCUOLA CATTOLICA

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16 La Legge 62 del 2000 sulla parità scolastica

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Lo stesso termine “parità”, sebbenericonducibile alla Costituzione, è, sot-to il profilo semantico, equivoco e di-scutibile,perché enfatizza il vincolodi “conformarsi” alla scuola statale,che risulta considerata termine di rife-rimento per eccellenza. Si finisce perriproporre ancora il vecchio modellodi “scuola unica” che avrebbe dovutoessere superato dal riconoscimentodella scuola paritaria.Nella Legge 62 vengono riconosciutialcuni importanti principi generali,ma non vengono predisposti con cer-tezza e precisione gli strumenti per-ché essi possano realizzarsi, a comin-ciare dal funzionamento, che dipendedalla instabilità e imprevedibilità del-

la situazione politica parlamentare edalla conseguente incerta determina-zione della quantità e modalità di ero-gazione. Pertanto all’incertezza delladisponibilità finanziaria si aggiungo-no i ritardi esagerati nell’erogazionedei fondi destinati e l’esclusione qua-si sistematica da tutte le iniziative ri-guardanti l’aggiornamento professio-nale del personale direttivo e docente.Riconosciuta la grande importanzadella Legge 62/2000, ma verificatianche i suoi limiti, è auspicabile cheessa venga ulteriormente completatasul piano dei principi giuridici e an-che sul piano economico, affinché sipossa realizzare una vera e reale pari-tà con le scuole statali.

5 per Mille

Sono ripartite le sottoscrizioni del 5x1000 destinato alle istituzioni onlus e

non profit.

Già dal 2007 l’Opera e la Famiglia dei Discepoli figurano tra i destinatari.

Vogliamo ringraziare tutti quelli che ci stanno dimostrando fiducia riservan-

doci la loro scelta. Per motivo di cronaca e di rispetto vi diamo i risultati fino-

ra conseguiti:

E’ una buona boccata di ossigeno anche se impari alle necessità e alle pro-

grammazioni dei nostri Enti.

Siamo sicuri e fiduciosi che con la partecipazione di tanti altri che ci co-

noscono, lavorano con noi, condividono le nostre ansie e idealità e credono al-

la attualità della nostra opera, raggiungeremo risultati maggiori. Specialmente

in questi tempi in cui il welfare non può più contare sul sostegno dello Stato.

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OPERA

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FAMIGLIA DEI DISCEPOLI

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17Ricordo di don Tito

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RICORDO DI DON TITOE’ ormai da alcuni anni che ci stiamo provando, e senza ombra di vanagloria, di attivare una memo-ria annuale di don Tito il cui ricordo permane ancora vivo e vivido nella considerazione di tanti Ex-alunni che lo conobbero, ne conservano ricordi indelebili ma, ed è quello che più ci interessa, loconsiderano un santo.Perché l’oblio non fagociti questo modello di vita sacerdotale e religiosa da alcuni anni si organiz-za un pellegrinaggio ad Ofena presso la sua tomba. L’anno scorso erano intervenuti in 9, quest’an-no si era in 24 e, siamo sicuri, l’anno prossimo, per il 40° della sua morte, saremo molti di più.Quest’anno poi il pellegrinaggio si è arricchito di particolari interessanti.Primo. I pellegrini, capeggiati dall’inesauribile Alvaro Vitale, sono stati i primi ospiti in assolutodella ripartente Casa dei Discepoli ritornata pienamente all’Opera che vi sta avviando una Casa diAccoglienza.Oltre al momento religioso e commemorativo, essenziale ma profondo e toccante, è stata offerta lapossibilità di consumare anche un appetitoso pranzo, preparato con cura, fantasia e abbondanza daMichele Leone, Nataliya ed piccolo staff di amici, con i complimenti di tutti.Secondo. Oltre che alla tomba, è stato organizzato nel pomeriggio la salita a Castel di Ieri, paese na-tale di don Tito, dove è stata celebrata la Santa Messa nella chiesa parrocchiale, e una cerimonia di sa-luto con le autorità cittadine, Sindaco, in primis, e alcuni familiari viventi in loco.Ne è scaturita una giornata bella, ricca di spunti formativi e carica di emo zioni.Ma procediamo con ordine.

IL FATTO DEL MESE

Alla Colonia Frasca

Pochi minuti prima di mezzogiorno il pulmi-no dei pellegrini romani varca il cancellodella Colonia Frasca, atteso da Selli Dino,Japadre Leandro Ugo con la moglie Anna, eLeone Nello per dirigersi in Chiesa ove, ilSegretario generale Don Cesare ha guidatola preghiera con la recita di un salmo, la let-tura di un brano del l’Esortazione Porta fideisulla fede. Sì, la fede è stato il filo condut-tore di questa rievocazione che ha inteso ri-proporre don Tito innanzitutto come uomodi fede.

A Iapadre è stato affidata l’esposizione delprofilo spirituale di don Tito all’interno del-la più ampia spiritualità minozziana. Ed èstato proprio un omaggio al “suo” direttore ea don Minozzi che lo avviò alla poesia (a 16anni la sua prima composizione proprio lì adOfena, dal titolo: “Il nido”. Leandro confes-sa che le cose riuscite della sua vita ed atti-vità son ostate sempre ispirate a donMinozzi, prime fra tutte l’amore alla pre-ghiera.Il Profilo di don Tito gli consente di disserta-re sull’idea di “sacerdoti” per don Minozziche li chiama: “figli della luce” (la luce, temamolto caro a don Minozzi; da qui il motivoper cui Iapadre propone di chiamare l’asso-ciazione dei laici minozziani: “illumino”),“amici dello Sposo”. Illuminarci per illuminare, coinvolgendo chici deve illuminare: i Discepoli.Di don Tito, evidenzia la compassione, il ri-spetto e l’ascolto.

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18 Ricordo di don Tito

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A Castel di Ieri

Dopo il lauto convito la comitiva si arrampi-ca fino a Castel di Ieri ove ci attendono ilparroco don Vincenzo Ciancaglione, acco-gliente ed entusiasta, il giovane sindaco

Fernando Fabrizio, l’assessore Vittorio ed inipoti Anna Licia ed Eriberto Pasquali con ilnipote Roberto.Nell’eucaristia di lode don Cesare offre uncollegamento tra la spiritualità di don Tito el’ambiente naturale, austero e generoso, e

quello familiare, gentile e determinato, attac-cato al lavoro e rotto ad ogni sacrificio.Gli Amministratori ci invitano poi inMunicipio ove emerge il desiderio e la volon-tà di riproporre ed perfezionare le prossimeiniziative, dandone maggiore diffusione.Per l’anno prossimo si lavorerà per l’intitola-zione di una strada/piazza all’illustre citta -dino.Alvaro regala una targa al Comune in cuisono impresse le peculiarità identificative dipadre Tito: sacerdote modello, umile, riccodi fede e di santità.

Dovevamo assolutamente venire a trovare, oggi 29 aprile 13 ad Ofena, padre Tito dopotanti anni, e con i fiori portare tanta gratitudine e tanta riconoscenza sulla sua tomba!Accanto alla Madonna di Fatima “bella e splendente come sempre” una commossa pre-ghiera e prendiamo la parola D. Cesare, Iapadre e il sottoscritto, con indicibile emozionenel SUO ricordo paterno!...Riflessioni e argomenti che toccano il cuore davvero con affetto! Dopo, una lunga pas-seggiata nel piazzale antistante ricco d’alberi e fiori e una vallata più che mai verde esconfinante! Ci aspetta, ora, un pranzo favoloso preparato ottimamente da Leone,Nataliya e alcuni amici, ai quali non mancano ringraziamenti.Dopo il caffé, partenza, in bus per Capestrano e Sulmona, strada ricca di ricordi giovani-li, studi liceali e… belle speranze!Anche qui ci accoglie un panorama eccezionale con delle montagne indomite, attraversole gole di San Venanzio.Sulla piazza del paese troviamo gente che ci aspetta: Parenti, Conoscenti, ex Alunni co-me Selli, Pendenza, Di Stefano, D’Andrea da Celano e molti altri.Il sindaco in alta uniforme si rende premuroso e gentile subito con i vari assessori.Il parroco, Don Vincenzo, con D. Cesare, e tanti sacerdoti e chierici danno il tocco di ve-ra Cristianità durante S. Messa cantata e celebrata con fede e devozione.Al rinfresco che segue “al Comune” consegniamo all’On. Sindaco una targa ricordo diPadre Tito “molto apprezzata”, da mettere nel punto più importante, affinché ogni giornovenga ricordato un SACERDOTE umile e davvero esemplare, ricco di bontà e carità!...E noi lo portiamo nel cuore. Alvaro Vitale

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19Napolitano, il dono totale

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Lunedì pomeriggio, prima del giura-mento di Giorgio Napolitano inParlamento, pioggia e vento. Dopo,quando egli è uscito per far ritorno alQuirinale, uno spiraglio di azzurro hailluminato il cielo di Roma. Un avveni-mento simbolico, eloquente. Eravamo– e siamo – disperati. L’Italia, per usa-re una metafora, è simile ad un aereoche continua a precipitare mentre il pi-lota tenta invano di riportarlo in quota.Veti incrociati tra i partiti, piazze insubbuglio, il leader di un movimentoche usa le parole come proiettili ed in-cita all’odio civile, l’economia che di-scende un gradone ogni giorno, la mas-sa delle famiglie che decade sistemati-camente dal welfare, l’incapacità dioperare le riforme necessarie, una ca-sta irresponsabile, autoreferenziale…Ed ecco la schiarita. Dopo una settima-na di esasperanti, inutili, votazioni peril nuovo presidente, dopo più di cin-quanta giorni dalle votazioni e senzagoverno, la rielezione di Napolitano èstata accolta dagli Italiani come unmessaggio di speranza. Un messaggioche s’identifica con la sua stessa per-sona. Napolitano parla con la sua vitaspesa per le istituzioni, per il paese.Con quella disponibilità a farsi di nuo-vo carico del ruolo presidenziale, no-nostante l’età. Re Giorgio, come l’han-no chiamato, è apparso, l’altra sera, in-curvato, debilitato dagli anni. Ma èproprio questo che rende più nobile lasua figura e la sua scelta. Mettere ingioco la propria vita per un ideale di

grande valore, quale la fede, la fami-glia, la patria, la pace, la giustizia, la li-bertà, è di per sé un’immolazione, unsacerdozio. Ed una società come la no-stra, corrotta e calcolatrice, ha bisognopiù che mai di persone generose fino aldono totale. Nel corso della mia vita ho notato chel’atteggiamento oblativo non è legatoa nessuno status sociale: puoi trovarlodove meno te l’aspetti. Napolitano,nel discorso programmatico, si è com-mosso più volte. Ad emozionarloè stata la consapevolezza del valoreche ha dato senso unitario alla sua vi-ta: l’amore per l’Italia, l’orgoglioso at-taccamento alle istituzioni repubblica-ne, la dedizione per gli altri…Erickson lo chiama “sentimento d’in-tegrità” di se stessi o senso di compiu-tezza. Si sperimenta, come bilancioconsuntivo, proprio nell’ultima fasedell’esistenza. Il contrario è il sentimento di dispera-zione. Ed è questa consapevolezza chegli ha dato l’energia di rivolgere ai par-lamentari quelle parole forti, di stabili-re con essi un contratto di reciprocaesigenza: Io mi sacrifico al limite dellemie forze ma richiedo da voi lo stesso.Ma chi l’avrebbe detto che proprio unex comunista sarebbe diventato il mo-dello dell’amore alle istituzioni demo-cratiche. L’emblema dell’imparzialitàin un paese che sembra travolto dallefebbri della frammentazione partitica,del pregiudizio logorante verso l’av-versario politico…

NAPOLITANO, IL DONO TOTALE

Luciano Verdone

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20 La Repubblica, cadavere o embrione?

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Quando il 2 giugno festeggeremo ilsessantasettesimo anniversario dellaRepubblica, non potremo dimenticareche domenica 28 aprile, mentre il nuo-vo governo giurava al Quirinale, unosquilibrato apriva il fuoco contro gliagenti di guardia a Palazzo Chigi. Unametafora della situazione attuale. Loscontro in atto fra coloro che continua-no a credere nella Repubblica nata dal-la Resistenza e quanti la consideranoormai una forma politica in decompo-sizione. E’ un dato di fatto, sconcer -tante ma reale: siamo passati, nel girodi qualche anno, dal mito dellaRepubblica e della Resistenza alla de-monizzazione generalizzata della poli-tica. Sono bastati sette anni di crisieconomica progressiva, vissuti in mo-do drammatico, da una parte, ed in mo-do spensierato, dall’altra, a creare loscenario della tragedia. Un drammaancora in pieno svolgimento, sospesonell’aria, con possibili esiti opposti, aseconda del comportamento degli atto-ri (e delle incognite imponderabili) mache nessuno può vivere con leggerez-za. Né il popolo italiano, né le tre prin-cipali forze politiche.Il popolo, innanzitutto, fonte e fonda-mento del potere democratico. Devedecidere se continuare a credere nellaRepubblica o lasciarsi andare alle deri-ve dell’impulso e della violenza. Sevuole lasciarsi guidare, in questa crisicosì radicale per il paese, dallaRagione e dall’Ottimismo, o dai demò-ni della Sfiducia e della Violenza.

Le tre forze politiche dominanti. Laprima, quella formalmente vincente.Il PD, per intenderci. Saprà far vince-re l’interesse della totalità rispetto alcalcolo ed al risentimento di parte?Riuscirà a ragionare in termini di benecomune? Quando brucia una casa,amici e nemici uniscono le loro forzeper spegnere l’incendio, dimentichidelle differenze e degli odi. C’è qual-cosa che vale di più della sinistra e del-l’odio contro Berlusconi. Si chiamaItalia: uno schema ideale nel quale tut-ti abitiamo e che ha tremila anni di sto-ria.La seconda forza politica. Il PdL.Saprà, almeno per un’ora della sua sto-ria, uscire dalla logica degli spettri del-la persecuzione rossa? Guardare all’al-tra parte come ad una realtà con cuicollaborare per il bene del Paese, cen-surando il linguaggio, logorante edaprioristico, dell’accusa?La terza forza, infine. Le CinqueStelle. Hanno avuto il merito d’inne-scare un terremoto salutare dentro unsistema di casta che nessuno riusciva amettere in crisi. Attenzione, adesso.Che la medicina non si trasformi intossico mortale. Le esternazioni emoti-ve di Grillo portano all’odio socialeanziché all’incontro costruttivo. Se èvero che le parole creano la realtà, ildiscorso violento crea la violenza.Accende le menti ed i cuori e finisceper armare le mani. E’ stato scritto, con felice espressioneche “i grillini muovono i grilletti”.

LA REPUBBLICA, CADAVERE

O EMBRIONE?

Luciano Verdone

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21Assemblea annuale

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Il giorno 19 di aprile presso la sededell’Opera si è tenuta la consuetaAssemblea Annuale dei Soci, così co-me previsto dallo Statuto.Alle ore 11.00, dopo l’appello no -minale fatto dal Segretario GeneraleDon Cesare Faiazza da cui è risultatoche fra presenti e deleghe era presenteoltre il 70% degli aventi diritto, hapreso la parola il Presidente DonMichele Celiberti che ha svolto la suarelazione breve e sentita e che sarà dicerto pubblicata in altra parte delle ri-vista.

L’analisi è stata puntuale e l’incorag-giamento ai Soci ad una partecipazionepiù attiva e sentita alle vicende tuttedell’Opera è, certamente, la sintesi del-l’intervento del Presidente.l Consigliere Delegato Don AntonioGiura è, poi, sceso in fatti più pratici edha illustrato ai Soci le cose fatte, quel-le in fieri, le prospettive che si intrave-dono. Ha, inoltre, illustrato le novitàche provengono dalle missioni estere

del Brasile, del Perù e dell’India, realtàche si vanno sempre più configurandoma che hanno ancora bisogno di essereseguite con tanto impegno sia formati-vo sia economico.Ha chiuso l’illustrazione della situa-zione il Presidente dei Revisori deiConti Prof. Antonio Lombardi, presen-ti anche i fratelli Spinazzola che lo af-fiancano nel non facile compito, ilquale ha fatto presente il momento dif-ficile per le realtà religiose e per le so-cietà di pubblica assistenza che sonosempre più vessate dalla TASSAZIO-

NE ed a cui diventa sempre più diffici-le proseguire l’azione di bene per man-canza di risorse economiche.La votazione del BILANCIO, approva-to all’unanimità, ha concluso la matti-nata e la parte burocratica.L’agape fraterna ha, poi, consentito discambiare idee e sogni per un futurosempre più a servizio dei fratelli pove-ri di cui certamente è sempre più pienaquesta nostra società.

ASSEMBLEA ANNUALE

Michele Giovanni Leone

LA SVEGLIA

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22 Palme – Pasqua – Pace ...Primavera 2013

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Raccolti in meditazione e in preghiera,le parole della parabola del “Figliol pro-digo”, danno, nel silenzio della monta-gna un benefico effetto… Perdonare,confessare e migliorare!!!Si rimane estasiati e pronti ad operare nelbene, nel sociale, verso il prossimo.Siamo a proseguire il cammino di Fede edi Speranza da mezzo secolo e la proces-sione delle palme benedette, il Passio, laComunione, l’emozione della cerimonia,ti rimettono “al mondo”… spiritual -mente…Ora proseguiamo per Ovindoli, alla fa-mosa Magnolia, tanto cara al Papa

Woitila, che amava sciare tra le splendidemontagne!C’è ancora tanta neve, tanto sole e tantagente, che passeggia e osserva il paesag-gio svizzero!...Una boccata d’aria pura…. è necessaria!Al pranzo, assai speciale, c’è un gigante-sco uovo di Pasqua, offerto da DonAntonio, Padre Generale, con tanti regalie ottimo cioccolato fondente. Sulla strada di ritorno verso RomaCapitale, si commenta positivamente ilgiorno precedente, con la visita aTagliacozzo, per il classico caffè e alla

città del l’Aqui la, delle “99Cannelle” e della Basilica diColle Maggio.Assai gradita e soddisfacen-te la “sorpresa” al Santuariodi San Gabriele, luogo di tu-rismo religioso, in unosplendido scenario!A metà strada, in un’attrez-zata area di sosta, non puòcerto mancare una fetta dicolomba Motta e un ottimobicchiere di spumante, peraugurare a tutti una buonaPasqua… Auguri a tutti…

PALME – PASQUA – PACE

…PRIMAVERA 2013

Alvaro Vitale

ATTO DI ONESTÀ DA ELOGIARE…..

Oggi, al ristorante, distrattamente dalla tasca, mi cade un bel mallop-

po contante. Immediatamente la Sig.ra Michela, brava e onesta, rac-

coglie il tutto e me lo consegna sorridendo!!!...

Resto senza parole!... MERAVIGLIA!!!Alvaro Vitale

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23Festa a Sparanise

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In occasione dell’82° anniversario del-la morte di Padre Giovanni Semeria aSparanise hanno partecipato Ex alunni(così amava chiamarli), insegnanti,collaboratori, alunni accompagnati daigenitori, delle scuole che portano ilsuo nome. Tra questi era presente laScuola di Maria Immacolata diCatanzaro Lido. Prevedeva una conferenza, alla qualehanno partecipato alcune autorità civi-li e religiose, tra cui Don CesareFaiazza e Don Antonio Giura, i qualihanno ricordato la vita di padreSemeria, raccontando storie commo-venti e curiosi aneddoti. La piazza antistante la chiesa, dove di èsvolta la funzione, era gremita in unaatmosfera festosa, allietata dalle notedella locale banda musicale, che hasuonato l’inno nazionale e l’innodell’Opera. E’ seguita poi la funzione religiosa, ce-lebrata da Sua Eccellenza, il Vescovo

Arturo Aiello, il quale ha ancora sotto-lineato le qualità e le opere dell’illustrescomparso. A conclusione della mattinata, tutti ipartecipanti sono stati invitati da DonCesare e Don Antonio, a pranzo, pres-so l’Istituto Padre Giovanni Semeria. E’ continuato il clima di festa con can-ti, brindisi e foto di gruppo. Nel tardo pomeriggio c’è stato il com-miato e il viaggio di ritorno è stato ca-ratterizzato da gioia, e nello stessotempo, da un senso di tristezza, perchéla bella giornata trascorsa era finitatroppo presto.L’avvenimento è stato ricco di emozio-ni e positività: la semplicità, l’umiltà ela fede, avvertite durante l’evento, ele-menti fondamentali per assicurareuna sempre maggiore fiducia.Ci piace anche ricordare Padre Seme -ria per queste parole: “Sono un uomoche si è venduto agli uomini per aiuta-re i poveri”.

FESTA A SPARANISE

Eleonora Genova

DALLE NOSTRE CASE

Alcuni dei partecipanti alla commemorazione.

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24 Discepoli lieti e testimoni della gioia di Cristo

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Dopo aver scritto per il suo 58° anni-versario di sacerdozio nel mese di otto-bre scorso, eccomi ancora una volta atrattare, per i suoi 88 anni compiuti loscorso 11 febbraio, di don FortunatoCiciarelli, della Casa di Riposo“Madonna della Pace” ove ho felice-mente trascorso buona parte della miaconvalescenza a Francavilla.Fortunato: il suo nome dice molto. Gliantichi avrebbero detto: «È nato sottouna buona stella» e che «dal nome siconosce la persona e se ne definisce lapersonalità». Conoscendolo, sono ve-ramente lieto di affermare, senza adu-lazione alcuna, che don Fortunato stes-so splende in terra come una stella bril-la in cielo per molteplici motivi e misembra giusto e bello darne testimo-nianza. Potremmo considerare il suonome come sinonimo di privilegiato, omeglio ancora “prediletto”, “prescel-to”, “preferito” e ancor più “benedet-to” da Dio, che l’ha colmato dei suoidoni di natura e di grazia ai quali cercasempre di corrispondere al meglio, e“benedetto” dagli uomini che ne rice-vono gli immancabili benefici.Nato nel nostro Abruzzo, a CivitellaCasanova l’11 febbraio 1925, trasferitonella vicina Loreto Aprutino, provinciae diocesi di Pescara, insieme al donodella vita, primogenito di una famiglianumerosa, don Fortunato ha ricevutoda genitori ferventi cristiani, Franco eCarolina, il gran dono della fede, un

fratello sacerdote missionario monfor-tano in Messico, padre Luciano, unasorella suora monfortana Sr Franca, al-tre quattro sorelle, il cui nome iniziaper tutte con la lettera E: Elena, Elia,Elvira, Emma, con sette nipoti. Nel cli-ma sereno di profonda fede vissutanella sua famiglia di origine, donFortunato ha ricevuto la vocazione re-ligiosa e sacerdotale nella Famiglia deiDiscepoli, fondata dai servi di Dio donGiovanni Minozzi e padre GiovanniSemeria. Entrato nel 1948 a 23 anninel loro ordine, con i suoi 88 annidon Fortunato ha raggiunto 62 anni divita religiosa e 59 di vita sacerdotaleseguendone i sapienti insegnamenti:«A far del bene non si sbaglia mai»(Semeria); «Il bene sempre, dovunque,comunque» (Minozzi).Don Fortunato è un sacerdote semprelieto, pronto al sorriso, gioioso nellesue sagge ed efficaci parole, pronun-ciate come spot televisivi, e perciò fa-cili da ricordare, piacevoli da ascolta-re, tante volte ricercate perché mai ba-

da Francavilla

DISCEPOLI LIETI E TESTIMONI

DELLA GIOIA DI CRISTO

Don Claudio Di Liberato

Don Fortunato al centro con don Antonio e don Claudio.

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25Discepoli lieti e testimoni della gioia di Cristo

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nali o noiose, atte a trasmettere l’otti-mismo e la serenità di cui sono cari-che. Oltre il ministero proprio del sa-cerdote, don Fortunato è molto attento,insieme al direttore don Antonio Rellae alle Suore del Sacro Cuore, prove-nienti da Tuticorin in India, al buonandamento della Casa di Riposo“Madonna della Pace” e collabora dili-gentemente in ogni tipo di servizio,nell’amministrazione, nella cura delparco e dell’orto. Innamorato della veste sacerdotale an-che mentre lavora nei campi, si fa vo-ler bene da tutti. Mai un lamento sullasua bocca. Anche ora che è convale-scente per la guarigione del femoreche la vigilia di Natale l’ha costrettoal ricovero in Ospedale a Chieti ed ècostretto a limitare la sua attività, con-tinua ad essere un testimone quotidia-no di serenità e di gioia, di umiltà e dipreghiera che rendono la sua vita disacerdote ancor più evangelica e cre-dibile, in continuità con il ministeroche gli è stato affidato fin dalla suagiovinezza: dopo un periodo di ottoanni in cui è stato vicerettore adAmatrice (RI) e a Padula (SA), è stato

chiamato al servizio di direttore e nel-lo stesso tempo di economo e inse-gnante, servendo per 44 anni oltre 200ragazzi delle scuole elementari e me-die nei seguenti luoghi: 8 anni nelSeminario di Ofena (AQ), 4 anni aMonterosso al Mare alle Cinque Terre(SP), 4 anni a Palermo, 3 anni aMontecassino, 25 anni a Potenza, cu-rando le colonie estive a Monterossonella spiaggia riservata al suo ordinereligioso e da lui costantemente tenutapulita.

Grande festa per il suo compleanno,con gli auguri mattutini dell’arcivesco-vo padre Bruno, del Padre Generale eConfratelli dell’Ordine religioso, pa-renti, amici ed ex alunni di ogni luogo,oltre naturalmente gli anziani e i vo-lontari della stessa Casa di Riposo diFrancavilla.Ne ringraziamo il Signore con tutto ilcuore e auguriamo a don Fortunato direcuperare al meglio la sua salute e diconservare sempre la sua serenità e lasua gioia per trasmetterle con efficaciaa quanti lo incontrano come sacerdote“discepolo” sempre lieto della sua vo-cazione.

Venerdì 22 marzo 2013 la Casa diRiposo “Madonna della Pace” inFrancavilla ha vissuto un’altra bellaesperienza di fede, di amicizia e di fe-sta. Il direttore don Antonio Rella hafelicemente raggiunto il cinquantacin-quesimo anniversario di ordinazionesacerdotale, circondato dalla simpatiae dalla riconoscenza di amici Sacer -doti, delle Suore, degli anziani e pa-renti, dei volontari che non fanno maimancare la loro fattiva presenza e col-laborazione. La gioia di don Antonio edei presenti ha fatto ben sentire la pri-

mavera al suo secondo giorno, facendoeco a belle espressioni del servo di Diodon Giovanni Minozzi, fondatore del-

* * *

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26 Discepoli lieti e testimoni della gioia di Cristo

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l’ordine religioso a cui appartiene donAntonio, la Famiglia dei Discepoli,dell’Opera del Mezzogiorno: “Il gior-no della festa è l’anima che prima de-ve esultare, l’anima anzitutto, in unrinnovato anelito di perfezione, nelladolce invidia per la corona conquista-ta da chi amorosamente ci sorride dal-la beatitudine eterna e la mano tendefraterna a sollevarci per le misticheascese della gioia senza tramonto”(Meditazioni, p. 389). Il felice anniver-sario è stato motivo di gratitudine alSignore che ha scelto don Antonio co-me suo valido collaboratore e a donAntonio per la sua fedeltà e il serviziogeneroso e instancabile ai fratelli concui serve il Signore e onora la Chiesafin dai primi anni della sua giovinezza.Nella sua attuale “giovinezza” dello

spirito e dello slancio nel-la direzione della casa diriposo don Antonio testi-monia come “la vocazio-ne sacerdotale è vocazio-ne divina, non imposizio-ne gravosa”; è “lavorotessuto a festa nella lucedi Dio, amando le creatu-re che la Provvidenza mi-steriosamente ci avvia,considerandole nostro te-soro, riguardandole conl’occhio del Mae stro co-

me le pecorelle dell’ovile sognato daLui”. Anche in età avanzata, unSacerdote modellato sull’esempio deldivino Maestro, resta “veracementepastore simile a Lui, degno di Lui”,che sa fare della sua vita “un perennedono d’amore nell’adorato nome diGesù”, “sicuro del perenne aiuto dichi lo ispira e lo guida, per ripetere atutti il messaggio della Vita, per accen-dere da per tutto luce di speranza, de-stare faville di carità, fiammate di fe-de”, come insegna ancora il padreMinozzi. L’ora più solenne della giornata è stataquella della S. Messa pomeridiana,presieduta dal festeggiato. La gioiosacomunione fraterna si è protratta nelconvivio che l’ha seguita con canti,brindisi e scambio di auguri.

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27Diligenza animatrice

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Il diario di bordo annota per questo mesed’aprile una breve ma intensa capatina alleCase di Calabria.La prima e più dedicata tappa èCastrovillari. La Casa è un gioiellino di so-bria architettura e di stimata storia educativa.Con i suoi circa 90 anni di storia, grazie allacollaborazione attenta e competente delleSuore di Carità di Santa Maria di Torino, è unpunto di riferimento e componente impre-scindibile della bella cittadina calabrese checontinua a mantenere la sua importanza, ulte-riormente sottolineata in questi ultimi mesi

dalla riconferma della sede del tribunale. Eproprio a servizio degli impiegati di questaistituzione da due anni la Casa offre anche unservizio di micronido. Ma il fiore all’occhiel-lo del “Vittorio Veneto” resta la Scuoladell’Infanzia e quella Primaria da sempre ri-chieste dalle famiglie del luogo in vista diuna preparazione solida e armonica dei pro-pri figli. Le Suore, dunque, vi hanno profuso

nei decenni le loro migliori energie per con-durla ad un livello di eccellenza. Dal 2001 viè subentrata la Cooperativa “Padre GiovanniMinozzi” costituita per affiancale ed inte-grarle. Va riconosciuto a questa il merito diaver saputo raccogliere e mantenere la presti-giosa eredità, grazie anche all’esperienza didon Domenico Cirianni, presidente dellaCooperativa, della Professoressa LideMacrini, coordinatrice didattica, e alla pro-fessionalità di tanti insegnanti che hanno fat-to del servizio ai bambini non solo un lavoroma una missione. La crisi degli ultimi due an-ni, purtroppo, sta un po’ minando la tenutadella Scuola e la visita del SegretarioGenerale dell’Opera si propone stavolta pro-prio di mantenere alte e serene le relazioni trala Scuola e le famiglie, la Cooperativa e gliinsegnanti, i Soci e le Suore. I problemi eco-nomici talora finiscono per avere il soprav-vento sul primato delle persone e degli idealiispirativi e non vogliamo che questo possaverificarsi in questa Scuola cattolica di lungae convalidata tradizione. Tanti gli incontri perdissipare dubbi ed incertezze, occasioni tutteper chiedere, al vertice come alla base, di im-prontare i rapporti lavorativi ed interpersona-li a piena fiducia e trasparenza, in un’ottica dimutualità e corresponsabilità avendo comeriferimento obbligato le indicazioni delleSuore e lo spirito comunionale dell’Opera.Un impegno che nelle prossime settimane do-vrà tradursi in scelte visibili e condivise amotivo anche della celebrazione dell’assem-blea generale dei Soci chiamati ad individua-re i nuovi dirigenti per il prossimo quadrien-nio. Ci salutiamo trepidanti ma fiduciosi.

Anche la Cooperativa di Catanzaro Lido siprepara a ricostituire i quadri direttivi ma da-gli incontri avuti si respira unità e sintonia in

DILIGENZA ANIMATRICE

Viator

La Madre Generale Sr Mjriam Sida, con Sr Maria, SrFedelangela, Don Domenico (dx) e Don Franco Oliva.

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28 Diligenza animatrice

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uno spirito di corpo che fa ben sperare per ilpresente e per il futuro. L’incontro con i Sociè occasione per ringraziarli del loro quotidia-no impegno e per esortarli a sentirsi parte vi-va ed integrale di un organismo più grandeche è quello dell’Opera la quale in Italia edall’estero vuole fare della sfida educativa edella promozione dei più deboli e svantaggia-ti la sua opzione preferenziale.Le Suore dell’Immacolata Concezione diIvrea, da parte loro sono sempre gentili, ospi-tali, materne. Il crescere dell’età comporta illoro progressivo distacco dall’insegnamentoma non dalla presenza animatrice dei bambi-ni e delle famiglie che volentieri si riversanoper attingere serenità di fede e pillole di sag-gezza evangelica per affrontare la complessaed incerta quotidianità. E questo a partire dal-la partecipazione alla Messa mattutina nellaCappella dell’Istituto, agli scambi anche fret-tolosi nel passaggio in portineria, alla visiterichieste a Suor Ida che con i suoi 104 annicontinua a dispensare consigli e ad assicurarepreghiere. Unico rammarico: l’ipotesi che leSuore vengano progressivamente ritirate…

Roggiano Gravina ti accoglie sempre con ilsorriso di Franca, Maria Prezio, Melania,Maria Oliveto, Elena, Antonella e Sandra. Lascuola è vivace e al completo e riscuote il con-senso della famiglie e il sostegno dell’ammi-nistrazione guidata da sindaco Ignazio Iaconedegno epigone del compianto predecessoreLuigi Guaglianone. Personal mente, mi da un

senso di completezza e di continuità all’ispi-razione fondazionale la presenza e l’anima-zione del semiconvitto con i venti ragazzi edadolescenti che vengono seguiti ed educati fi-no alle 16 del pomeriggio. Se vi fosse operati-va una casa famiglia avremmo il top.

La realtà più piccola della presenzadell’Opera in Calabria è Palizzi Marina. LeSuore “Preziosine” hanno appena celebrato i90 anni della loro missione in loco ma a mo-tivo delle poche iscrizioni ci hanno comuni-cato la decisione di interrompere l’attività di-dattica a partire dal prossimo anno scolastico.Resteranno, però, a Palizzi e continueranno a

vivere in casa nostra svolgendo un’azione pa-storale a più ampio raggio, meno residenzialee più itinerante. Con loro stiamo pensando aduna collaborazione con la parrocchia che po-trebbe prendere in comodato i nostri localiper le attività pastorali e l’animazione giova-nile. Don Leone sembra in te res sato e già staelaborando qualcosa.A suor Enrica, a Sr. Domenica, a Suor MariaRosa e a tutte le Preziosine che in questi in-tensi 90 anni si sono succedute nella nobilemissione educativo-assistenziale il nostrograzie sincero e riconoscente! Insegnanti e genitori Scuola dell’Infanzia di Roggiano Gravina.

La Madre Generale Sr Giovanna Villa con le nostre Suoredi Palizzi.

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29Rinnovo C.d.A. (2001-24 aprile-2013)

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Per la quinta volta dalla costituzionedella Cooperativa sociale a mutualitàprevalente “Padre Giovanni Semeria”di Catanzaro Lido si è riunita l’assem-blea ordinaria dei soci, composta dalaici e religiose,per rinnovare ilConsiglio di amministrazione.Prima di dare inizio ai lavori, dopouna breve preghiera rivolta a MariaDisce pola, come di solito avviene inogni incontro, sociale o didattico, del-l’attività cooperativistica, la presiden-te prof.ssa Carmela Chiodo, ha pre-sentato ai soci una rapida sintesi delpercorso amministrativo dell’organodi gestione, in particolare dell’ultimotriennio,e in generale del camminocompiuto dalla società cooperativa edalle scuole primaria “MariaImmacolata” e dell’infanzia “FaustoSalvadori” da essa gestite.Tra difficoltà e problemi il bilanciopuò essere considerato positivo, tenen-do presente che l’impegno per miglio-ramenti continui deve essere semprecostante, perché sono sempre nuovi iproblemi da risolvere e le sfide da af-frontare.Anche il vicepresidente, dott. AntonioRanieri, ha esposto all’assemblea lesue considerazioni, ricordando l’im-portanza dello spirito cooperativistico,che deve caratterizzare in ogni mo-mento le azioni dei singoli soci, chenavigano tutti insieme nella stessa bar-ca,influenzandone la rotta con il pro-prio comportamento.Passando poi alla votazione, sono ri-sultati eletti all’unanimità i sociCarmela Chiodo, Sr Angela Del -l’Orfano, Maria Felicetta, RosaMedaglia, Elisa Mira belli, AntonioRanieri e Domenico Staglianò.

Alla presidenza e alla vicepresidenzasono stati confermati Carmela Chiodoe Antonio Ranieri.In qualità di ex allievi, essi hanno en-trambi espresso il loro riconoscimentoalle nobili figure dei Padri Fondatori,Giovanni Minozzi e Giovanni Seme ria,che hanno contribuito alla formazionedi tanti giovani sin dall’inizio del seco-lo scorso e che ancora oggi continua-no,attraverso i loro successori ad offri-re alle nuove generazioni la possibilitàdi frequentare una scuolacattolica,l’unica scuola primaria pari-taria della città di Catanzaro.Nella stessa riunione, come era statostabilito nell’ordine del giorno, è statoproposto all’assemblea l’inserimentodi un nuovo comma nel regolamentointerno, che è andato gradatamente ar-ricchendosi sulla base delle esperienzerealizzate.Nel caso specifico è stato consideratoil comportamento delle insegnanti atempo indeterminato che desiderano,per esigenze personali,interrompere ilrapporto di lavoro, ed è stato stabilitoche ciò può avvenire solo al terminedelle attività scolastiche dell’anno incorso, per consentire un percorso distudi sereno ed armonico ai bambini edai ragazzi della scuola dell’infanzia eprimaria.

da Catanzaro Lido

RINNOVO C.d.A. (2001-24 aprile-2013)

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Ricordo di Sr Ambrogina Colnago, Preziosina

Suor AmbroginaCol nago ci ha la-sciati il 7 aprile2013, domenicadel la Divina Miseri -cordia, per tornarealla casa del Padre.Come scrive SuorGabriella Molgora,vicaria generale,“ha varcato la so-glia del regno deibeati ed è sta -ta accolta dall’ab-braccio del Signo re,Padre buono e mise-ricordioso. Quale giornata mi-gliore per un’animaumile e fedele allasua consacrazione,quale è stata perlunghi anni suorAmbrogina? Davvero il SignoreGesù, unico amoredella sua vita, leavrà sussurrato alcuore, negli ultimi istanti della sua vi-ta: ‘Oggi sarai con me in Paradiso!’.Nata a Caponago il 24 agosto 1921, haimparato nella sua famiglia patriarca-le, come lei stessa la definisce nel suocurriculum, la fatica del lavoro sia intessitura sia nei campi, ma anche

un’educazione alla preghiera continuache si concretizzava nel tempo dedica-to alla meditazione e nella partecipa-zione alla S. Messa quotidiana, turnidi lavoro permettendo. Venne aiutatanel discernimento vocazionale dal suoconfessore e dalla superiora di allora,

Da Palizzi Marina

RICORDO DI Sr AMBROGINA

COLNAGO, PREZIOSINA

Antonella Maria Parasporo

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Ricordo di Sr Ambrogina Colnago, Preziosina

suor Emma Penazzo, che con gioial’aiutò a pregare ancora più intensa-mente perché il Signore la illuminassesulla via da intraprendere. Accondi -scese al desiderio del padre di rimane-re in famiglia durante il periodo dellaguerra ed entrò in Noviziato il 6 agosto1945, accompagnata dai famigliari suun ‘carretto trainato da un bel caval-lo’. Emise la 1a Professione religiosa il30 settembre 1948”. Nel 1952 SuorAmbrogina “venne inviata da MadreDomenica Ruggeri a Palizzi con suorEmilia Casati, superiora della casa.Così racconta nel suo curriculum:‘Sentii un colpo al cuore, ma non pro-ferii parola. Prima della partenza mipermise di andare in famiglia a saluta-re i miei. In tutti c’era un dolore gran-de e si pensava alla lontananza, altempo lungo che saremmo stati senzaincontrarci… Arrivammo a Palizzi ver-so le 10,30… i miei occhi erano smar-riti e, quando vidi le due baracche dilegno che anche io avrei dovuto abita-re, fu il colmo. Non era tutto. Chiesi unpo’ d’acqua per potermi riordinare eme ne diedero molto poca perché nonc’era. Anzi, mi dissero: ‘non la butti,servirà per la toilette! Misericordia!Venne sera e… non esisteva alcun im-pianto elettrico. Una suora preparòdue lampade a petrolio che dovevanoservire per chi cucinava, per chi pran-zava o lavorava e correggeva i compi-ti. Per illuminare la notte c’era un lu-mino ad olio appeso ad una parete…’.Il 30 settembre 1953 emise la profes-sione perpetua e continuò a svolgerecon abilità, intelligenza e amore il suoservizio quale maestra di lavoro”.Suor Ambrogina giunta a Palizzi gio-vane Suora, vi trascorse 28 anni dellasua vita. Visse con spirito missionario

l’esperienza delle baracche, distrutte il2 novembre 1956 da una trombad’aria, e successivamente la vitanell’Asilo in muratura costruitodall’Opera Nazionale per il Mezzo -giorno d’Italia di Don GiovanniMinozzi e Padre Giovanni Semeria,che da allora è la casa delle Suore delPreziosissimo Sangue. Dopo lo scora-mento iniziale, si ambientò molto benea Palizzi e fece molto bene, servendoamorevolmente la Comunità e inse-gnando a varie generazioni di palizzesioltre all'arte del ricamo, del taglio e delcucito nel Laboratorio allestito dalleSuore, anche i sani principi di vita cri-stiana e civile con i suoi buoni consi-gli, impartiti con fermezza. Fece altre-sì appassionare alla cultura le giovaniche andavano ad imparare un’arte, me-diante la lettura di romanzi durante illavoro. Tutto alla luce del carisma preziosino.Molte donne che ora sono nonne emamme le sono riconoscenti. Rimase aPalizzi fino al 1980, “quando su suarichiesta, per essere più vicina allamamma anziana, fu trasferita aVercelli. Giunse in Casa Madre nel1991”. Quando qualche palizzese an-dava a trovarla a Monza, ricordava connostalgia e commozione il tempo pas-sato, ricordava e salutava tutti nomeper nome, non dimenticando la fer-mezza nei rimproveri. Andò nell’infer-meria di Casa Madre ad 89 anni,“quando le sue condizioni di salute siaggravarono ulteriormente. Le sorelleche hanno condiviso con lei i lunghianni della sua vita religiosa la ricorda-no anima di assidua preghiera, gene-rosa, pronta a qualsiasi sacrificio,semplice e gioviale”. Riposi in paceper il grande bene fatto in terra.

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Un’esperienza da proporre

A volte nella vita bisogna abbandonareil proprio quotidiano per cogliere le si-tuazioni che la vita ci offre. Quasi pergioco è iniziata la proposta di DonCesare di partire per la Missione deiDiscepoli in Brasile e senza pensarcitroppo ho colto l’occasione che mi ve-niva offerta e mi sono ritrovato dall’al-tra parte del mondo.

Per vivere al meglio questa esperienzami sono spogliato dei panni da italia-no ed ho indossato quelli da brasilia-no, così da sentirmi uno di loro, man-giare con le loro abitudini provare acomunicare in portoghese anche semaccheronico, per me è segno di ri-spetto verso la loro cultura e per que-sta gente il mio sforzo di adattamento

è un gesto di riguardo ai loro costumi.Il 2 aprile arrivo in Brasile senza nes-suna aspettativa ma con la voglia di vi-vere fino in fondo questa esperienzache arricchirà la mia vita come una fo-tografia indelebile che andrà a stam-parsi nei ricordi.Sulla linea immaginaria del Tropicodel capricorno e la realtà della periferiadi San Paolo, Itaquaquecetuba presen-ta la sua vita in una vetrina confusa,soffocata dai problemi quotidiani.Povertà, disoccupazione, droga, vio-lenza, questi solo alcuni accenni di te-matiche difficili da trattare ma questanon è la sede per farlo e poi non voglioentrare nel merito del giudizio sulleproblematiche di un Paese grande qua-si come l’Europa.Già dal 3 aprile sono operativo e iniziola mia missione dalle Case dellaCrianca. Queste si occupano di soste-nere i bambini da 1 a 7 anni che hannoproblemi di nutrizione, il lavoro vienesvolto da volontarie/i che si prendonocura costantemente delle necessità diqueste creature meravigliose, che cre-detemi, vedere nei loro occhi la gioia esperanza, si dimenticano tutti i proble-mi che ci circondano proiettandoci inun emozione troppo grande da sentiree troppo bella da non poter condivide-re con voi. Le Case della Crianca sono 3, e attual-

DALLE NOSTRE MISSIONI

da Itaquaquecetuba

UN’ESPERIENZA DA PROPORRE

Marino Francesco

L’asilo di Itaquà dedicato a P. Minozzi.

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Un’esperienza da proporre

mente in corso i lavori per una quarta,che don Aldo, con grandissimo impe-gno dedizione e amore stà realizzando.I problemi della nutrizione e del con-trollo settimanale del peso sono una re-altà seria e diffusa sulla grande mag-gioranza della popolazione delle peri-ferie di San Paolo. Prendersi cura dei questi bambini conle possibilità a disposizione è un granlavoro, anche perché trovare i mezzi disostegno per dare un infanzia “decoro-

sa” non è semplice, servono soldi peradempiere all’impegno che i Padri han-no preso con questa gente. Facevo unariflessione su questo, quanto sprecoquanti soldi utilizziamo in modo erratosenza ottenere emozioni e qui, con po-co non solo si rende felice un bambino(dandogli un bene primario che a nes-suno dovrebbe essere negato), ma sestessi in quanto la gioia di un atto diamore così grande ti fa vivere meglio laGrazia Divina.A volte si crede che i problemi che ciriguardano da vicino siano così pres-santi da soffocare le nostre vite così daentrare nel circuito del pessimismo chelo stesso Leopardi lo definirebbe ec-cessivo. Qui, in questa grande città do-ve i problemi sono la fame, i suicidi lapovertà, la reazione non è un processodi cambiamento ma vivere la felicità inuna vita sofferta. Questa gente questi bambini conserva-no nei loro occhi quella fiamma di vitache noi italiani spegniamo con la su-perbia in tutte quelle azioni incoscientiche soffocano la nostra Fede e ammaz-zano la nostra anima.

Francesco con il nuovo Vescovo di MoggiMons. Pedro Luiz Stringhini.

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Eventi – Ricorrenze

Dal 6 aprile, un nuovo figlio di Dio allieta la Chiesa e la Fami -glia Minoz ziana: è LORENZO MENCAGLIA figliodi Fabio, nipote del nostro confratello don Aldo Di Girolamo,e di Roberta Petti.Presso il sacro fonte è stato “smacchiato” della colpa origi-nale e unto con il crisma di salvezza che fa dei battezzati pro-feta re e sacerdoti, partecipi della missione di Cristo.Il rito è stato celebrato nella bella chiesa parrocchiale di SanFranco in Francavilla al Mare, a pochi passi dalla nostra Casadi Riposo “Madonna della Pace” ove i bisnonni Ornolfio(Adolfo per gli amici) e Clenerina ormai vivono da alcunianni in seguito al dissesto sismico de L’Aquila.

L’amministrazione del sacramento che il piccolo Lorenzo ha seguito, interessato e quieto, èstata occasione per tutti per rispolverare la gioia della fede ma anche richiamo a recuperareil senso di identità (siamo cristiani cattolici), di appartenenza (alla comunità cristiana) e diresponsabilità (ad educare nella fede, in primis i genitori che chiedono il battesimo).Cresci sano, vispo e pio caro Lorenzo, e voi genitori, padrini, nonni e amici aiutatelo ascoprire la bellezza di avere Dio per Padre.

EVENTI – RICORRENZE

La crisi vocazione che in Italia, in Europa edin tutto il mondo occidentale è un’ emergenzache non può lasciarci indifferenti, anche per-ché impone l’accorpamento delle più istitu-zioni sotto lo stesso sacerdote e il ridimensio-namento delle opere, non esenta nemmeno lanostra Famiglia dei Discepoli, sempre piùchiamata a ridisegnare la geografia della suamissione evangelizzatrice.In questo contesto così delicato e trepido siinscrive la sofferta decisione di lasciare la

conduzione della parrocchia di Ofena e resti-tuirla alla diocesi.Dopo più incontri con il vescovo localeMons. Angelo Spina, la Domenica in Albis 7aprile u.s., alla sua presenza, del SuperioreGenerale don Antonio Giura e dell’intera co-munità cristiana con una sobria ma toccanteliturgia eucaristica, sono state effettuate leconsegne.La parrocchia passerà ai Frati Minori diCapestrano.

Il Vescovo, nel ringra-ziare i Discepoli si èaugurato che questa ri-nuncia non significhil’uscita fuori scenadel l’Opera dalla vitadella diocesi ma che ladisponibilità, anche sein forme più flessibili,perduri e che la rina-scente Colonia Frascapossa svolgere un ruo-lo evangelizzatore dicomune edifi ca zione.

Mons. Spina, il Sindaco di Ofena Castagna con la sua Giunta, e il parroco di-missionario Don Sebastiano.

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Eventi – Ricorrenze

LAUREA

L’Opera e tutta la Famiglia Minoz ziana si pregia di far giungere lesue più vive e beneaugurati felicitazioni all’amico e collabora tore

DIEGO FERRI

che con la discussione della tesi: “Il diritto come regola di condot-ta: rapporto fra etica e norme giuridiche” che ha totalizzato i97/110 è stato ascritto all’albo dei Dottori.Appartenente al Consorzio Tassano, conduttore per 10 anni della Cassa di Monterosso, ol-tre al ruolo di consulente Diego è stato ed è tuttora responsabile della nostra casa“Principessa di Piemonte” in Greve in Chianti (FI) dagli ultimi anni della direzione delcompianto don Solaro Bucci di v.m.Impegnato attivamente nella vita e pratica cristiana, da sempre focolarino convinto e con-vincente, Diego, con Antonella e i suoi tre figli da una bella testimonianza di vita familia-re. Nonostante i suoi molteplici impegni, a 40 anni ha trovato il tempo per laurearsi. Noigli auguriamo un proficuo esercizio della sua professione a vantaggio del condiviso impe-gno sociale che ci unisce. Ad maiora!

FESTA DI COMPLEANNO

Una parentesi di vita familiare la ritagliamo la sera del 30aprile per festeggiare, almeno una tantum, il carissimo Alvaroche più sale con gli anni e più riesce magistralmente a trarredal suo invidiabile tesoro vetera et nova. Insieme alla moglieTerry, al fratello e al figlio Luca ed ai nipotini, una piccola

rappresentanzadi Ex-alunni e diDiscepoli hannoespresso l’affet-to, la stima, lagratitu dine. Alvaro, ancora molti anni di “servi-zio” nella famiglia e nell’Opera!P.S. – Gli anni? Mbeh, desumeteli dallefoto!...

…È stata tanta e tale la gioia avuta nella mia festa che voglio raccontarla: 30 aprile 2013una cena tra amici e parenti, delle signore del vicinato, della famiglia minozziana e natu-ralmente, Figli, Nipoti e Pronipoti con l’immancabile Mimmo mio fratello più grande…Improvvisamente suona il citofono e dopo pochi secondi ecco apparire D. Cesare e i chie-rici con tanti regali, strette di mano calorose.Al momento della torta, del gelato e dello spumante, ci sono canti, suoni e rime simpatichecon Evviva-a-a e allegria …Non mi sono mai emozionato tanto, e nel ringraziare mi viene spontaneo un brindisiall’Opera Nazionale da Alvaro Vitale W!W!

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Spizzicando

Il mese di Aprile si è chiuso, finalmente, con una buona notizia, almeno potenzia-le: la formazione di un nuovo Governo presieduto dall’On. Enrico Letta. La com-pagine dei Ministri è molto rinnovata rispetto al passato e la generazione dei piùgiovani è degnamente rappresentata.

Si è arrivati a questo egregio risultato dopo tanto chiasso e tante idee confuse. Anche l’elezione del Presidente della Repubblica ha dimostrato che una certaclasse politica ha ormai fatto il suo tempo e che sarebbe bene per il Paese se fa-cesse alla “CINCINNATO” e tornasse a zappare il campicello, se ne è capace.

La grande responsabilità del Signor Presidente della Repubblica, GiorgioNapolitano, e la sua riconferma alla Presidenza hanno evitato al Paese di finiremale e di recuperare l’immagine che negli ultimi tempi aveva cercato di accredi-tare nei consessi internazionali.

La soluzione adottata è stata quella più logica e semplice: non essendo uscitauna MAGGIORANZA vera nei due rami del Parlamento la responsabilità di gui-dare il Paese deve essere condivisa dalla maggior parte delle forze che decidonodi aderire ad un certo percorso ed alla realizzazione di un PROGRAMMA che ènecessitato dalle condizioni socio-politiche in cui versa il Paese.

L’economia reale ha bisogno di tornare ad essere la principessa del paese; leaziende devono tornare a fare utili ed a creare lavoro VERO, perché solo il lavo-ro e la produzione di beni e consumi creano ricchezza. E’ necessario abbandona-re l’idea che la ricchezza viene dalla finanza, può essere solo un qualcosa di col-laterale, non è la ricetta VERA per sanare la crisi.

Serve, però, anche tanta responsabilità da parte di tutti ed è necessario rimboc-carsi le maniche e lavorare sodo, in tutti i settori, abbandonando le rendite paras-sitarie e di comodo che ci hanno portato a questa triste situazione di incertezza edi impoverimento complessivo che alla fin fine non giova veramente a nessuno,specie alle generazioni più giovani che hanno bisogno di sogni e di ideali realiz-zabili senza i quali non si va da nessuna parte.

Auguriamoci che il NUOVO GOVERNO agisca presto e bene per il BENE delPaese tutto, iniziando a ridare ossigeno all’economia reale abbassando in modosignificativo la spesa improduttiva e soprattutto le TASSE.

m.l.

SPIZZICANDO

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Vieni a recuperare

le tue energie fisiche e spirituali

nella Casa di Spiritualità e per Ferie

“Oasi dei Discepoli”

Voluta da P. Minozzi e D. Tito alla fine degli anni ’20,già Colonia Agricola Frasca, la Casa, è stata per anni ilSeminario dei Discepoli. Il Centro, oggi ampiamenteristrutturato accoglie gruppi e singoli per ogni tipo diattività spirituali-ricreativo-culturali.

PER PRENOTAZIONI:

Casa di Spiritualità e per Ferie “Oasi dei Discepoli”C.da Colle Capanna – 67025 OFENA (AQ)Tel. 0862/954282

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In caso di mancato recapito restiture a:EVANGELIZARE PAUPERIBUS MISIT ME – VIA DEI PIANELLARI, 7 – 00186 ROMA

TRIONFO DI PASQUA

Squilli di campane

corrono nell’aria,

con mille fragranze,

ritorna la Pasqua.

La primavera offre

le gemme e i fiori,

un tripudio effonde

il gaudio nei cuori.

L’inverno è passato,

risplende il sereno,

il buio ormai è spento

tra festose trame.

Fondali di luce

inondano il mondo,

inneggiando a Cristo,

la nostra speranza.

Pasqua è la vittoria

di Cristo sul male,

è vinta la morte

nel duello fatale.

Se Cristo è risorto

pur l’uomo s’innalzi

a mete più sante,

a celesti cose.

Ormai noi formiamo

con Cristo un sol corpo;

Egli tutti unisce

tramite il suo amore.

La pace rifulga

su tutta la terra,

ogni anno la Pasqua

rinnovi ogni uomo.

D. Fernando Di Stasio