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si incontrano a ... Circuito di iniziative interculturali, concerti, spettacoli teatrali, mostre d'arte, conferenze eventi gastronomici. Casa della Cultura Iraniana AEDI 2008: anno europeo del dialogo interculturale

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Circuito di iniziativei n t e r c u l t u r a l i ,concerti, spettacoliteatrali, mostre d'arte,

c o n f e r e n z eeventi gastronomici.

Casa della Cultura Iraniana

AEDI 2008: anno europeo del dialogo interculturale

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30173 Venezia - MestreVia Cecchini, 9Tel. 041 5348599Fax 041 2621021info@casadellaculturairaniana.comwww.casadellaculturairaniana.com

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Casa della Cultura IranianaCasa della Cultura Iraniana

Fondazione di Venezia

Con il contributo della Fondazione di Veneziae con il patrocinio della Provincia di Venezia.

Assessorato alle Politiche Socialie Rapporti con il Volontariato

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La presente pubblicazione oltreche strumento per far conoscerela Casa della Cultura Iraniana, lesue azioni culturali e i servizi cheessa offre alle istituzioni presentisul territorio, vuole esporreanche tutto il complesso diiniziative musicali, teatrali eculturali in generale, promossedalla Casa della Cultura Iranianain occasione dell'AEDI 2008.

Il progetto AEDI 2008è stato elaborato da:

Marzia BertoMehdi Jaghouri

Reza RashidySiamo stati inoltrecoadiuvati nella stesura diquesta pubblicazione daMorteza Latifi Nezami(traduzione poesie)Tiziana VendraminGrafica: Layla Mehdi Pour

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INDICE

La Casa della Cultura Iraniana p. 3Premessa p. 4

AEDI 2008 Anno Europeo del Dialogo Interculturale p. 5

Musica della Via della Seta

Concerto inaugurale AEDI 2008: DASTAN ENSEMBLE p. 7Concerto dell'ENSEMBLE MEHR p. 8

Concerto dell'ENSEMBLE ZARBANG p. 9Concerto dell'ENSEMBLE LULIAN p. 10

La musica e la poesia persiana p. 11

TeatroUn ventre gonfio d'assenza p. 12

MostraLa mitologia persiana nella pittura p. 14

Conferenze, tavole rotonde e libriConferenze, tavole rotonde, laboratori del gusto,

lezioni di cucina p.16"Mi racconto…Ti racconto...

Storie e ricette del nostro mondo" p. 18"Canzoniere di Hafez" p. 20

"Venezia in cucina" p. 21

LA TRADIZIONE MUSICALE PERSIANA p. 22

CONCERTO INAUGURALE AEDI 2008DASTAN ENSEMBLE

Programma p. 27 Poesie p. 28Interpreti e strumenti p. 34

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LA CASA DELLA CULTURA IRANIANA

La Casa della Cultura Iraniana è un'associazione culturaledella quale fanno parte, oltre agli iraniani, numerosi cittadiniitaliani e di altre nazionalità. Gli iraniani residenti in Italianon sono tra le comunità immigrate più numerose, macostituiscono la comunità meglio radicata ed inserita nelterritorio.

In Italia risiedono circa 8500 iraniani, senza contare tutticoloro che nel corso degli ultimi anni hanno ottenuto lacittadinanza italiana scomparendo quindi dalle statistiche.Essi sono inseriti nelle istituzioni, nell'insegnamentosuperiore ed universitario e nei servizi (architetti, ingegneri,docenti, restauratori, musicisti, scrittori, medici,commercianti).

Le attività della Casa della Cultura Iraniana mirano allapromozione dell'integrazione e dell'interazione tra lediverse culture presenti sul territorio al fine di migliorare laqualità della convivenza civile. Tutte le nostre iniziativeinterculturali mirano ad incidere sulle ragioni strutturalidella diffidenza, della paura e della discriminazione verso leculture altre ed è per questo che si rivolgono in primaistanza ai cittadini italiani, proprio allo scopo di innescare unreale circuito di scambio e confronto.

Le attività e le iniziative da noi promosse sono sempre stateorganizzate in condivisione e paternariato con le piùprestigiose istituzioni culturali ed artistiche del territorio,con enti ed organismi che perseguono le stesse finalità,suscitando sempre molto interesse e curiosità. Le nostreiniziative si contraddistinguono per l'assoluta assenza diqualunque impostazione ideologica, enfasi nazionalistica,accento religioso, ma soprattutto per la grande passioneumana, spesso anche a prezzo di notevoli sacrifici personali,essendo il nostro, lavoro puramente volontario e a titologratuito.

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Premessa

Immigrazione e integrazione costituiscono oggi la piùgrande sfida che la società moderna è chiamata adaffrontare. La qualità della coesione della nostra società e lanostra futura convivenza dipendono da come verràaffrontata e gestita tale questione.Il fenomeno, marginale in Italia fino al 1970 (140 mila unità),è diventato oggi estremamente rilevante: 3.690.000immigrati e immigrate, con un' incidenza sulla popolazionetotale del 6,2% rispetto alla media europea del 5,6 %.È oltremodo significativo, oltre alla quantità, il trend dicrescita degli immigrati caratterizzato da un aumentoannuo del 21, 2% .Ciò pone in maggiore evidenza la problematicità dellasituazione in caso di assenza di un'adeguata strategia diintegrazione.Il fatto che il 92% delle presenze sia dovuto a motivi dilavoro e a ricongiungimenti familiari testimonia la stabilitàdel fenomeno e il carattere definitivo ed irreversibile deiprogetti migratoriAnche se le cifre e le dinamiche sottolineano in manierainequivocabile l'ineluttabilità del fenomeno, si fa ancoramolta fatica a prendere atto del mutamento: tanti differentipopoli, religioni, culture e modi di vita sono riuniti in undestino comune e sullo stesso territorio. L'evolversi diquesto mutamento potrebbe avvenire in due sensi: oscontro tra civiltà, discriminazioni sociali, conflitti etnici ederive xenofobe e razziste, oppure fraternizzazione,incontro e reciproca integrazione.Intensificare dalla base azioni di dialogo interculturaleproiettate verso il riconoscimento della pari dignità anche intermini giuridici e sociali e verso una vera e reciprocaintegrazione costituirebbe un efficace antidoto al ripetersidei tristi scenari di cui l'Europa e il mondo in passato hannopagato un terribile scotto.

Dossier Caritas 20071

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AEDI 2008: ANNO EUROPEO DEL DIALOGOINTERCULTURALE

La Casa della Cultura Iraniana da sempre attenta allapromozione del dialogo interculturale come strumentoindispensabile a tutti i cittadini residenti per acquisireconoscenze, qualificazioni ed attitudini che permettano lorodi adattarsi ad un ambiente più aperto, ma anche piùcomplesso e di far fronte alle difficoltà che esso potrebbepresentare, vuol farsi promotrice di un progetto denominato"EUROPA E ORIENTE SI INCONTRANO A…"

L' occasione può essere colta come stimolo di riflessione suiproblemi e sulle prospettive poste da un fenomenoinesorabilmente in crescita, come quello migratorio, masoprattutto per pensare ai contenuti e all'efficacia dipolitiche interculturali atte a garantire la coesione e laqualità della nostra futura convivenza, mettendo in evidenzal'apporto delle varie culture ai nostri modi di vita, percontribuire all'innovazione e agli approcci miranti apromuovere il dialogo interculturale tra tutti i cittadini chevivono nell'Unione Europea, per ottenere una miglioresensibilizzazione, in particolare dei giovani.

La Casa della Cultura Iraniana in occasione di AEDI 2008:ANNO EUROPEO DEL DIALOGO INTERCULTURALE haelaborato un progetto intitolato EUROPA E ORIENTE SIINCONTRANO A … Circuito di iniziative interculturali,concerti, spettacoli teatrali, conferenze ed eventi gastronomici.Numerose le iniziative previste al fine di promuovere ilcontributo di tutti allo sviluppo di una cittadinanza attiva edaperta sul mondo, rispettosa delle diversità culturali efondata sui valori comuni del rispetto, della dignità umana,della libertà, dell'uguaglianza e della solidarietà.

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2008 Anno Europeo del Dialogo Interculturale

LA MUSICA DELLA VIA DELLA SETA

CONCERTO INAUGURALEMusica Tradizionale Persiana

DASTAN ENSEMBLE & Homayoun Shajarian24 gennaio 2008

Teatro Toniolo di Mestre - Venezia

Secondo ConcertoMusica Mistica Persiana

ENSEMBLE MEHRCentro Culturale Candiani

Maggio 2008 (data da definire)

Terzo ConcertoPercussionisti dell'area iranica

ENSEMBLE ZARBANGOttobre - novembre 2008 (data da definire)

Quarto ConcertoMusiche folkloristiche dell'Altopiano Iranico

ENSEMBLE LULIAN(data da definire)

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DASTAN ENSEMBLE, fondato nel 1991, è ilgruppo più all'avanguardia nel suo genere,per la freschezza e l'originalità del suoapproccio verso la musica tradizionalepersiana, perché ripristina il repertorioclassico usando i fondamenti delle variazionimelodiche, ritmiche e dinamiche,sviluppando nuove ed affascinanti forme disonorità.Il gruppo, costituito da cinque tra i migliorimusicisti persiani contemporanei, hapartecipato a innumerevoli ed importantifestival tra cui: Festival di Fez (Marocco),Théâtre de la Ville (Parigi), Festival Mondialedi Musica Sacra d'America (Los Angeles),Romaeuropa-Festival (Roma-Parma), PrimoFestival annuale UK (Londra), Filarmonica diColonia, Kit-Tropenteater Amsterdam, OrangeCounty Philarmonie, Rikskonsertene (Oslo) eAlcala de Henares Festival (Spagna).Altri interpreti dell'Ensemble Dastan nelpassato:M. A. Kianinejad , M. Ayan, Keyhan Kalhor, BijanKamkar, P.Kamkar, Ardeshir Kamkar.

Said Farajpoori,KamanchePejman Hadadi,Tombak e DayereBehnam Samani,Daf e DammamH. Behroozinia,BarbatH. Motebassem,Tar

www.dastan.net

Discografia delDastan Ensemblecon i cantanti:

Endless Ocean,con Salar Aghili.Lulian, conShahram Nazeri.Mah Aroos,con Sadigh Tarif.Gol-e Behesht,con Parissa.Shoorideh,con Parissa.Hanaie, con SimaBina.Saz-e No, Avaz-eno, con ShahramNazeri.Booy-e Norooz,con Iraj Bastami

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ENSEMBLE MEHR è composto da sei giovanimusiciste residenti in Iran, formatesi neiconservatori di Tehran. Nasce nel 2006 grazieall'amicizia di Mehrbanu, Azar Zargarian eNajmeh Saghir a cui successivamente, siaggregano le altre musiciste.Ensemble Mehr ha tenuto concerti per ilpubblico femminile a Tehran. Ciascunacomponente si è esibita con altre formazioniin diverse performance sia in Iran cheall'estero.Nel 2007, per commemorare l'anniversariodella nascita del mistico persiano Moulana, ilgruppo, ha tenuto concerti a Treviso, VittorioVeneto e Bibione su invito della FederazioneMandolinistica Italiana; a Venezia al CentroCulturale Candiani su iniziativa della Casadella Cultura Iraniana e a Cagliari per larassegna "Voci dal Mediterraneo - Riflessid'Oriente".

Mehrbanu, VoceAzar Zargarian,TarNajmeh Saghir,BarbatParisa Kashefi,KamancheMaryam Molla,TombakMaryam Bakhtiari,Daf

Compositore edirettore artistico:Azar Zargarian

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ENSEMBLE ZARBANG è stato fondato nel1996 in Germania da sei musicisti provenientidall'Iran e dall'Afganistan. Si ispira a ritmitribali, creando nuove sonorità, utilizzandostrumenti di varie culture da cui viene trattal'essenza originaria. Il suono dinamico, nelcontempo meditativo ed interiore, con ritmidell'antica Persia, resi molto vitali edinnovativi grazie alla creatività interpretativadei musicisti, induce ad uno stato d'estasi,trascinando e travolgendo verso una sorta dirapimento mistico tipico dei Sufi.

Behnam Samani ,vive in Germania;a c c l a m a t ostrumentista diTombak, Daf eDammam èinventore dellos t r u m e n t oZarbang-Udu.Pejman Hadadi,vive negli StatiUniti; è definito ilpiù raffinatop e r c u s s i o n i s t aIraniano inOccidente.Hakim Ludin,V i r t u o s op e r c u s s i o n i s t aafghano, vive inGermania; èspecialista in ritmilatino-americani,africani, indiani edafghani.Reza Samani,vive in Germania;percussionista, siesibisce anche construmenti a fiato,quali Ney-e Anbane Sorna.

Morshed Mehregan,vive in Iran dove èuno tra i più noti" M o r s h e d "( c a n t o r e -percussionista) diZarb-e-Zurkhane( p a l e s t r at r a d i z i o n a l eiraniana), dove sipratica un' anticaarte maschile cheassocia danza,musica e sport.www.zarbang.com

Javid Afsari Rad,vive in Norvegia;maestro di Santurpersiano, nel 2007è stato nominatodalla radio et e l e v i s i o n enorvegese come" m i g l i o rc o m p o s i t o r edell'anno", per lesue composizionirealizzate perl ' O r c h e s t r aSinfonica di Oslo.

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ENSEMBLE LULIAN; lulian significa "nomadi",nome dato in omaggio al poeta misticopersiano Moulana Jalal ad Din Rumi. Ilrepertorio del gruppo è costituitoprincipalmente da melodie e canzonifolkloristiche della tradizione iranica.E' composto da musicisti iraniani che vivonoin Italia e in Germania e da un musicistaitaliano.

Darioush Madani,nato a Tehran ,residente in Italiada diversi anni. Siesibisce con Tar eSetar.

Dena Gorghinpur,vive in Italia; vocee percussioni.Proviene da unafamiglia diaffermati musicistiiraniani.

Raa'nà Shieh,nata in Iran,laureata inm u s i c o l o g i astrumentale aTehran, frequentaattualmente ilDams di Padova.Suona i lKamanche.

Fabio Tricomi,laureando inetnomusicologiaal Dams diBologna, haapprofondito lapratica musicale divari strumentilegati alle antichetradizioni dell'areamediterranea.

Behnam Samani ,vive in Germania;a c c l a m a t ostrumentista diTombak, Daf eDammam èinventore dellos t r u m e n t oZarbang-Udu.

Reza Samani,vive in Germania;percussionista, siesibisce anche construmenti a fiato,quali Ney-e Anbane Sorna.

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La musica e la poesia

La poesia e la musica persiana sono inseparabili. Colta opopolare, la poesia è da sempre il mezzo preferito diespressione sia della gente comune che degli intellettuali,nelle città e nelle comunità rurali, pervadendone l'intera vitasociale.Nelle serate conviviali, spesso si organizzano giochi dipoesie (mosha'ereh) vere e proprie tenzoni letterarie, chepossono durare ore, tra due gruppi o persone: il primorecita un verso, la cui ultima lettera deve essere la prima delverso recitato dall'altro gruppo.Nella poesia persiana, l'amore mistico assume una talecarica di erotismo, che spesso diviene arduo distinguerel'amore terreno dall'amore divino; tale enigmaticità, siestende anche al soggetto e all'oggetto d'amore: la candelae la falena, la rosa e l'usignolo, il vino e l'ebbrezza, sonoimmagini archetipiche strettamente associate chediventano il cuore stesso del linguaggio letterario.Grandi poeti come Moulana Jalal ad-Din Mohammad-eBalkhi detto Moulavi, conosciuto anche come Rumi (XIII sec)e Hafez (XIV sec.) sono presenti nella vita quotidiana dimilioni di persone: non vi è infatti, casa iraniana dove nonsia presente almeno una copia dei loro canzonieri.Nell'area iranica, musica e poesia, inestricabilmentecongiunte, condividono melodia, metrica, tonalità e stile. Lapoesia si nutre della magia del suono, mentre la musicaassapora la precisione tangibile della struttura poetica. Unitein una vibrante simbiosi estetica, esse dialogano tra loro.Il risultato più significativo di questo legame è stato losviluppo parallelo del sistema dastgah nella musica e delghazal nella poesia: entrambe le forme si sonoreciprocamente accompagnate per secoli.

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TEATROUn ventre gonfio d'assenza

Lo spettacolo che proponiamo è un progetto approntatodalla Compagnia del Teatro dell'Argine , interpretato daDebora Fortini, con la regia di Massimo Tomasello.Un ventre gonfio d'assenza presenta la vita della poetessairaniana (ma anche regista di documentari pluri-premiati inEuropa) Forugh Farrokhzad, ripercorrendo le sue vicende dalmatrimonio ancora adolescente, alla scelta di dedicarsi allapoesia e al viaggio in Europa, fino al suo ritorno in Iran pergirare il film La casa è nera, agghiacciante metafora della suaterra. Il senso di libertà e di giustizia, ma anche diindividualismo che si delinea nelle vicende di Forugh, apreuno spiraglio di luce in una cultura non semprecomprensibile agli occidentali, sottolineando gli aspetti diricchezza e di estrema povertà di una terra in perenne elacerante conflitto con le sue tradizioni.Così la storia di Forugh definita la "voce femminile di tutte ledonne imprigionate da secoli di silenzio" si fa storia delledonne (non solo iraniane), ma si fa anche storia di un interoPaese e delle sue contraddizioni.

Testi di: Forugh Farrokhzad, Debora Fortini, Chiara Reali eMassimo TomaselloMusiche dal vivo eseguite da Darioush Madani (setar-tombak), Dena Gorghinpur (voce, tombak)Scene e video di Dario ZanasiCostumi di Cristina Gamberoni

La Compagnia del Teatro dell'Argine si è costituita nel 1994 a San Lazzaro diBologna. Impegnata in una linea progettuale che mira non solo alla produzione dispettacoli ma anche alla formazione del pubblico, alla didattica, allo studio e allaricerca per i giovani professionisti del teatro. Nel 1998 la Compagnia del Teatrodell'Argine vince il bando di concorso per l'assegnazione del ITC teatro, una sala di220 posti riaperta al pubblico dopo la ristrutturazione. L'idea di un edificio teatralecome "casa" ovvero come "luogo aperto di scambio" dove la comunità puòincontrarsi per condividere un percorso di crescita etica.

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MOSTRA D'ARTELa Mitologia Persiana nella Pittura

L' intreccio complesso ed affascinante che sta alla basedelle leggende raccontate nello Shahnameh, Libro deire, di Ferdousi (935 - 1015 circa) celebre autore persianodi poesia epica (p.40), costituisce il movente per la"narrazione pittorica" di quattro tra gli episodi piùinteressanti dell'opera, attraverso l'esposizione di 32quadri dell'artista Morteza Latifi Nezami.

La globalizzazione non porta soltanto braccia per la crescitaeconomica dei paesi ospitanti, ma inevitabilmente, diffondeabitudini, sapori e cucine differenti, costumi, punti di vista, eanche culture diverse e recondite come la musica, il teatro, ilcinema, la letteratura e l'arte.Così la popolazione del paese ospitante comincia adegustare piatti diversi delle cucine altre, ad ascoltaremusica inconsueta, a leggere poesie, a visitare collezionid'arte di diversa provenienza.Nascono in tal modo, pur lentamente, il confronto e ilreciproco scambio che nell'epoca della globalizzazionerisultano fondamentali per una convivenza non solo civile,ma anche feconda. Proprio in quest'ambito viene da noiproposta una mostra di pittura che non vuole essere solol'esposizione dei quadri di un artista di origine straniera, maintende raccontare, attraverso le opere, una parte dellamitologia di un paese come l'Iran, che ne è ricchissimo,considerata anche un corpus di saggezza e di insegnamentimorali espressi in forma metaforica, perciò parte dellamemoria storica.

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CONFERENZE, TAVOLE ROTONDE e LIBRI

In occasione dell' AEDI 2008, prendendo spunto dai risultatidel Progetto "Mi racconto…Ti racconto…" da noi realizzatodurante gli anni 2006-2007 e dal libro omonimo che l'haconcluso (p. 18) abbiamo previsto l'organizzazione di tavolerotonde, dibattiti e conferenze che verteranno sulle seguentitematiche :

Concetto di cittadinanza nella società multiculturale emulti-identitaria in epoca di globalizzazione.

Come conciliare la democrazia, concepita e legata fino adora al concetto dello "stato nazionale", con le diversitàculturali e identitarie che abitano strutturalmente le nostrecittà.

Quali collanti e valori condivisi indispensabili alla coesionesociale, compatibili con le diversità culturali ed identitarie?

In relazione e in concomitanza con le azioni ed iniziativeinterculturali promosse durante il 2008 (musica, teatro,mostre ecc…) prevediamo l'organizzazione di una serie diconferenze sui seguenti temi:

Produzione artistica della poetessa iraniana ForughFarrokhzad.

Presentazione della musica persiana ed esposizione distrumenti tradizionali.

Presentazione del "Canzoniere di Hafez", sommorappresentante del canone lirico classico persiano econtemporaneo di Petrarca. Libro curato da Stefano Pellò eGianroberto Scarcia (p.20)

Mitologia persiana e Shahnameh, Libro dei re, di Ferdousimassimo rappresentante persiano di poesia epica (X-XI sec. )

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SCAMBI CULINARI, LABORATORI DEL GUSTO,LEZIONI DI CUCINA …

Non esiste una ricetta, una cucina o una cultura che non siaprodotto dell' apporto di altre cucine e di altre culture,quindi ogni cucina è il risultato della fusione di più tradizionie ogni cultura è già di per sé un' intercultura.

"Il cibo è cultura, il cibo ha inventato e trasformato il mondo.E' cultura quando si produce, quando si prepara, quando siconsuma …. la cucina è uno straordinario veicolo dirappresentazione e di comunicazione: non solo è strumentodi identità, bensì il principale veicolo per entrare in contattotalvolta con culture diverse. Ancor più della parola, il cibo sipresta a mediare tra culture differenti, ad aprire i sistemidella cucina ad ogni genere di invenzioni, incroci, influenze".(Da: "Il mondo in cucina" di Massimo Montanari).

In riferimento al libro "Mi racconto…Ti racconto…Storie ericette del nostro mondo" e prendendo spunto dal libro diCarla Coco, "Venezia in Cucina" (p. 21) ci saranno occasioni discambi culinari, laboratori del gusto, lezioni di cucine "altre",compresa quella veneziana.

Anticipazioni e informazioni: www.casadellaculturairaniana.com

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"Mi racconto…Ti racconto…Storie e ricette del nostromondo" a cura di Reza RashidyCoop Editrice Consumatori, Bologna, 2007.

Il libro è cardine di un progetto che vede la Casa dellaCultura Iraniana come capofila con il principale obiettivo diesplorare questo mondo variegato attraverso il raccontare eil raccontarsi, nel tentativo di offrire alle istituzioni, allascuola o semplicemente a chi ne sente l'esigenza, unostrumento di interculturalità.

Il libro si è avvalso del contributo della Regione Veneto, delComune e della Provincia di Venezia.All'interno saggi di: Massimo Montanari, Michele Serra,Pietro Basso, Mauro Ferrari, Carla Coco, Flavio Birri, UmbertoFortis, Marzia Berto, Rosanna Cillo e Luigi Di Noia.Migrano le persone, migrano le cucine: nel libro "Miracconto…ti racconto… Storie e ricette del nostro mondo"troviamo storie di vita vissuta e storie di cibi. Da sempre glialimenti sono stati mezzo di scambio e conoscenza tra ipopoli, viaggi di identità che mutano e si evolvonoattraverso l'intreccio e la contaminazione. Un libro al passocon i tempi, una guida alla conoscenza dell'altro: conoscereper capire, conoscere per non temere.

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Quattordici interviste per osservare il fenomenodell'immigrazione da un punto di vista diverso, per capire ilbagaglio di dolore, rinunce e scelte difficili, spesso obbligate,di altri uomini. Ma si parla anche degli italiani, di ciò che ilnostro stesso popolo ha portato nei paesi che l'ha accoltonei decenni della nostra migrazione, non meno dolorosa enon meno drammatica. Storie ricche di nostalgia, paura,rabbia, incertezza e di seconde generazioni che si trovano difronte al fatto compiuto e a doversi costruire nuove radiciperché quelle antiche si stanno irrimediabilmenteperdendo…

La sua lettura si rivela altamente efficace, utile, anzi necessariaper approfondire la conoscenza dei "diversi" che in realtà cosìletti e visti, diversi lo sono ora molto meno perché "si scopre"quanto ognuno di loro è vicino a noi per sentimenti, attese,tremori, gioie e sofferenze.Michele Serra

Lo spirito del saggio, ora che i mercati sono arricchiti dai cibirichiesti dai tanti immigrati, non è solo un esperimentodestinato a restare sulla carta. È possibile realizzarlo perarrivare, parafrasando Habermas, al migliore saporeraggiungibile insieme.Lara Ricci, Sole 24 ore, 19.08.2007

Ma il libro è molto di più di un libro di cucina…è anche unsaggio rigoroso sul fenomeno dell' immigrazione.Serena Spiazzi Lucchesi, Gente Veneta n.16, 21.04.2007

Per scoprire che scambi e mescolanze, sono da secoli all'ordinedel giorno. Anche in cucina.Gianni & Paola Mura, Il Venerdì di Repubblica, 22.06.2007

Il mondo si amplia: ma mentre alcune frontiere cadono, altrebarriere sorgono dal nulla a creare nuove divisioni. Magari,partendo da un piatto, o "aggiungendo un posto a tavola",arriverà nel tempo anche l'integrazione.Francesca Sartori, www.culturaspettacolovenezia.it

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CANZONIERE di HÃFEZa cura di Stefano Pellò e Gianroberto ScarciaEdizioni Ariele, Milano, 2005.

"Il più celebre dei diecimila poeti persiani, maestroinsuperato della lirica classica, Mohammad Shams al DinHãfez, vissuto a Shiraz nel XIV secolo, è ben noto inOccidente attraverso numerose traduzioni e rifacimenti, esoprattutto grazie a Goethe, che si ispirò alla sua opera perla composizione del Divano occidentale-orientale e lochiamò suo gemello. Via via definito mistico, libertino, santo,cortigiano, bevitore, Hãfez ha ininterrottamente affascinato,senza eccezioni, i popoli di cultura persiana, fra i quali è notocome "Lingua dell'Arcano" e "Interprete dei Misteri"; in Iran ilsuo canzoniere affianca in ogni casa il Corano e vieneconsultato per trarne vaticini ed auspici. La sua colta,delicata, ironica umanità fa di questo interprete dell'animapiù vera di quel mondo un poeta universale.

Questa è la prima traduzione completa dei suoi ghazal initaliano." (da Canzoniere)

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VENEZIA IN CUCINACarla Cocoed. G. Laterza & Figli, 2007.

"La cucina veneziana è una fusione, frutto del vivacescambio di merci, ricette, cuochi che caratterizza da semprelo stile di questa città, multietnica per vocazione storica.Carla Coco ne racconta il percorso in continue divenire, dalleostriche rinascimentali coperte d'oro alla mosa seicentescadegli chef francesi, alla cioccolata amara in tazza cheimpazzava nel Settecento all'aperitivo con lo spritz,importato dagli austriaci.Tra le ricette dal sapore antico, aneddoti, pagine di storia,ricettari e trattati di dietetica, questo libro sprigiona a ognipagina la miscela magica di una sapienza del vivere cheresiste nel tempo."(da Venezia in cucina)

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La Tradizione Musicale

L'interpretazione creativa e l'improvvisazione costituisconol'essenza della musica tradizionale iraniana, spesso evocatadall'immagine dell'usignolo (bol bol) di grande valoresimbolico in tutto il Medio Oriente.La tradizione popolare vuole che l'usignolo possieda la vocepiù bella e che non si ripeta mai, divenendo quindi ilsimbolo supremo della creatività musicale.

La musica classica persiana vive della ri-creazione più omeno spontanea del repertorio tradizionale e perciò vienespesso definita "improvvisata". Gli stessi musicisti parlano diimprovvisazione o bedahe navazi (lett. suono spontaneo),termine preso a prestito dalla poesia orale e usato nellamusica classica persiana fin dagli inizi del XX sec.

Come in molte altre tradizioni improvvisate, l'esecuzionedella musica classica persiana non è assolutamente libera. Difatto, è assolutamente rigorosa nell'apprendimento enell'applicazione che prevedono la precisa memorizzazionedi un repertorio canonico detto Radif (lett. ordine, serie,rango, disposizione, allineamento, fila) che sta alla base ditutta la creatività della musica tradizionale iranica. Essa sifonda come altre tradizioni musicali medio-orientali,sull'approfondimento di brevi parti modali o tipi melodici,chiamati Gushè, aventi un proprio nome e precisecaratteristiche.

Un Radif comprende oltre 200 Gushè, raggruppati aseconda del modo, in dodici sistemi modali: i Dastgah. Ilnumero di Gushè per ogni Dastgah varia da 5 per ilDastgah-e Dashti, a 44 o più per il Dastgah-e Mahur.

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La formazione di un musicista classico è basataessenzialmente sulla memorizzazione completa del Radif esolo quando il repertorio è stato memorizzato, Gushè dopoGushè, Dastgah dopo Dastgah - un processo che richiedediversi anni - è pronto per le proprie digressioni creative eper giungere infine all'improvvisazione vera e propria.

Il Radif non viene eseguito così com'è stato appreso, marappresenta il punto di partenza di un'esibizione edinterpretazione nuova e originale, in cui il musicista puòsuonare per ore e ore senza ripetersi.

Molte generazioni di Ostad (maestri) hanno approfonditoun proprio repertorio individuale basato su un'ampiatradizione comune. Queste differenti versioni, trasmesseoralmente di generazione in generazione, si sono sviluppatein variazioni personali.

Verso la metà del XIX sec. si tentò di uniformare ilrepertorio e Alì Akbar Farahani (1810-55) maestro di tar allacorte Qajar di Nasser-e Din Shah (1848-96) a Teheran,organizzò il repertorio tradizionale in una coerente strutturain cui i Gushè, in relazione modale, furono raggruppati in 12Dastgah. Fu in quest'epoca che esso prese il nome di Radif.

Il lavoro di Farahani venne completato dal figlio, MirzaAbdollah (1843-1918): questa particolare versione, èconosciuta come Radif-e Mirza Abdollah (radif di MirzaAbdollah).Eccellente interprete, egli fu anche un ottimo insegnanteche comprese l'importanza di trasmettere la tradizione allegenerazioni più giovani. Molti dei suoi allievi divennerocelebri musicisti e a loro volta crearono scuole in cui venivatrasmessa l'arte del Radif.

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Di fatto, esistono oggi numerosi Radif, con interessantivarianti regionali, nate generalmente da una tradizionecomune.

Un Radif è generalmente associato al maestro che l'haelaborato e l'allievo, ne deve apprendere diversi di ogniscuola, da differenti maestri, per accrescere le proprieconoscenze musicali.Un'autorità contemporanea, è Ostad Nur Ali Borumand cheha insegnato il Radif di Mirza Abdollah all'Università diTeheran negli anni '60 - '70.

Un'esecuzione di musica classica persiana si basa su uno dei12 Dastgah. Secondo un'altra tecnica, conosciuta comeMorakkab Navazi, i musicisti possono muoversi tra differentiDastgah, usando come ponti i Gushè comuni.Il musicista, seleziona un numero di Gushè da un repertoriodi Dastgah e li presenta, a turno, usando ciascuno di essicome base per l'improvvisazione. Tale progressione divergegradualmente dal modo di apertura di base del Dastgah,allontanandosene in modi diversi e culminando in un picco(owj), prima di far scendere la tensione in una lungacadenza finale forud (discesa), per poi ritornare al modo delDastgah iniziale.Il Dastgah nella sua forma completa, segue una curvastrutturale e armoniosa che dà alla musica dinamismo edenergia.

L'interpretazione tradizionale viene eseguita da una vocesolista, accompagnata da un unico strumento che divienel'ombra della voce, accompagnandola solo per brevipassaggi, tra le frasi poetiche.Dalla fine del XIX secolo, è frequente l'esibizione di gruppicostituiti da una voce solista e più musicisti, ciascuno con undiverso strumento classico. Attualmente coesistonoentrambe le forme, in assolo o in ensemble.

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In quest'ultimo caso, le esibizioni iniziano e si concludonocon dei pezzi strumentali di gruppo (con o senza canto),generalmente pre-composti e scritti, piuttosto cheimprovvisati. Nella parte centrale, viene però solitamenteinserito un pezzo improvvisato, chiamato Avaz (canto) in cuigli strumenti, a turno, accompagnano la voce.Un'esecuzione improvvisata è, naturalmente, "unacomposizione in diretta" ed ha un ruolo centralenell'interpretazione, anche se oggi i concerti presentanospesso dei veri e propri pezzi già composti dai musicisti chesono spesso anche compositori.

I 12 Dastgah sono suddivisi in 7 principali e 5 secondariderivati, chiamati anche Avaz e sono:

Dastgah-e ShurDastgah-e HomayounDastgah-e MahurDastgah-e NavaDastgah-e SegahDastgah-e ChahargahDastgah-e Rastpanjgah

Avaz-e AbuataAvaz-e Bayat-e TorkAvaz-e DashtiAvaz-e AfshariAvaz-e Esfahan

Ciascun Dastgah ha una tonalità specifica che "fa cantare lamente e danzare i sentimenti" : Dastgah-e Mahur trasmetteserenità e vigore, Chahargah suggerisce gioia, Shur èmaestoso e ardente, Avaz-e Dashti e Afshari infondono unaprofonda tristezza., Dastgah-e Segah conduce ad unadimensione mistica e Homayoun ad una dolce malinconia.

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L'esecuzione musicale è generalmente composta da 5 partivariabili: Pishdaramad (ouverture), Chaharmezrab (ritmica),Avaz (canto),Tasnif (canzone), Reng (danza).

I principali strumenti della tradizione iranica sono: Tar (liutoa manico lungo, caratterizzato da una doppia cassaarmonica), Setar (piccolo liuto a manico lungo a forma dipera), Barbat (liuto piriforme a manico corto, antenatodell'Oud), Kamanche (viella ad arco a puntale), Ney (flauto),Santur (cetra su tavola trapezoidale), Tombak (tamburo acalice), Daf (tamburo a cornice).

La tradizione musicale iranica, comprende musica colta,melodie urbane leggere di divertimento (motrebi), cantimistici dell'Ordine dei Dervisci (khanegah) e soprattuttomusica folkloristica e musica religiosa dove si raccontano imisteri della passione (ta'ziyeh) e la sofferenza dei martiri(rouzeh va nouheh). Tutte queste forme, strettamenterelazionate a un Dastgah, interagiscono tra loro e siinfluenzano nutrendosi vicendevolmente, rendendo lamusica iraniana una delle più brillanti della nostra epoca"nessun musicista suona questa melodia, nessun usignolo lapuò cantare "… (Sa'di - sec. XII)

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CONCERTO INAUGURALE DELL'AEDI 2008

24 gennaio 2008Teatro Toniolo-Mestre

Tasnif, canzoneSaz & Avaz, melodia e canto* traduzioni p. 28-33

I parteMayeh-ye Dashti - Esecuzione in sistema modale Dashti

Tasnif-e Asheghaneh, Poesia di Hamid MotebassemSaz & Avaz Buye Eshgh, Improvvisazione, Poesia di Sa'diTasnif-e Ghizhak-e Koli, Poesia di Shafiei KadkaniMastane, StrumentaleSaz & Avaz Kamand-e Zolf, Improvvisazione, Poesia di Hafez*Tasnif-e Zehi Eshgh, Poesia di Moulana*

II parteMayeh-ye Esfahan - Esecuzione in sistema modale Esfahan.

Eshtiagh, StrumentaleSaz & Avaz, Khorshid-e Arezoo, Poesia di Fereydoun MoshiriTasnif-e Cin-e Zolf, Poesia di Attar*Saz & Avaz Eshghe Pak, Poesia di Fereydoun MoshiriTasnif-e Asrar-e Eshgh, Poesia di Hafez*Saz & Avaz Delshodeh, Improvvisazione, Poesia di AraghiTasnif-e Vatan, Poesia di Siavash Kasraei

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Hafez

Quanto grato sono a quel tenero amore, ma con un risentimentoSe sei un intenditore d'amore ascolta bene questo racconto.

Senza compenso, ma anche senza pretese, per ogni servizioprestato,Dio mio, a nessuno capiti mai un sovrano ingeneroso.

O sole della bellezza, io intimamente fremoPrendimi solo per un ora all'ombra della tua protezione.

Agli assetati libertari - ribelli non uno che porga un sorso d'acquaSembra che siano emigrati, da questa terra, coloro che conosconol'amicizia.

Malgrado mi avessi sottratto onore, il volto da te non distolgoL'angheria dell'amico è più gradita di un borioso riguardo.

Non ti impigliare, cuore, nei lacci della sua chiomaLà vedi quante teste mozzate, senza crimini e colpa.

Il tuo occhio si è preso il nostro sangue con uno sguardo e ti garbaMa a quel sanguinario, amore, non è lecita la protezione.

In questa buia notte, si è perso il sentiero che porta alla meta:Esci da qualsiasi angolo, o stella indicatrice.

Dovunque andassi, solo aumentava il mio sgomento,Diffida di questo deserto e del sentiero infinto.

Come si potrà immaginare la fine di questo sentieroSe solo il suo inizio supera centomila soste?

Il tuo amore ti verrà in soccorso, se alla maniera di Hafez,Sai dire a memoria, il Corano, nelle quattordici diversi versioni.

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MoulanaQuale amore, quale amore, noi abbiamo, mio DioQuanta meraviglia, quanta dolcezza, quanta grazia, mio Dio

Che calore, che calore, da questo amore come soleSia quando è nascosto, sia quando appare, mio Dio

Che luna, che luna, quella ebbrezza che è con noi,E che adorna la vita e il mondo, mio Dio

Che fervore, che fervore, che sprona il mondoChe impegno, che fardello che è là, mio Dio

Caduti, caduti, da non poterci alzareIgnari, ignari siamo di quel tumulto, mio Dio

Né rete, né catena, ma perché siamo legatiQuale laccio, quale catena è ai nostri piedi, mio Dio.

HafezAl presuntuoso non dite i segreti d'amore e d'ebbrezzaMuoia pure ignaro, adorando se stesso.

Ama, altrimenti, un giorno giungerà a termine il mondoSenza che tu abbia letto, il disegno ultimo della fucinadell'esistenza.

Come ben disse ieri notte quell'idolo, nel ritrovo dei magi:Cosa fai con gli infedeli, se non sei un idolatra.

Per Dio, mio sovrano, la tua chioma ci ha sconvoltoMa per quanto ancora la tua chioma nera, protenderà le mani?

Come si può restare immuni in un angolo quietoSe il narciso dei tuoi occhi ci parla di arcani d'ebbrezza.

Avevo ben previsto quel giorno levarsi tutti quei tumultiAllorché per ribellione un tempo non ci frequentasti.

Il tuo amore ti consegnerà alla tempesta, HafezPensavi di dileguarti come un lampo, da questo trambusto.

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Attar

Zefiro se passi sulla sua chioma emanatrice di muschioIntorno a ognuno dei suoi riccioli, diventa errante come me.

Portaci se vuoi, i rimproveri di cento viteMa solo, se ci porti dalla sua chioma un segno.

Ogni tanto dalla sua chioma ruba una cioccaOgni tanto diventa una ciocca della sua chioma.

Pian piano mescolati nei meandri dei suoi capelli muschiosiE spargi quel profumo dal levante al ponente del mondo.

No, sbaglio, non è cortese quel che dissi, faiChe non si disperda niente della sua chioma ambrata.

Faresti rivivere il mio cuore se una coppa gioiosaBerrai al mio ricordo dalla sa bocca, sorgente di vita.

Se hai ancora la forza, morditi la mano con i dentiAppena vedi la gaiezza delle sue labbra e dei suoi denti.

Dille, quello là, ti saluta, immerso nella tua vitaDille, che finì nella tua vita, la sua, dal primo giorno.

La sua vita si perse nella tua, e fu perduto il cuoreIl suo dolore superò il limite, perché non ti prendi cura di lui.

Quando arrivi chiedi prima il permesso e poiRacconta questa storia dolorosa nella sua corte.

Non staccare gli occhi dai piedi ed ascoltaSe no, in un istante, le sue ciglia ti trafiggeranno al suolo.

Impara tutto quello che dice e scrivi nel cuoreCosi, mi potrai portare esattamente il suo ordine.

Ma quanto piangi Farid, per amore del suo viso, come candelaPorta all'alba le buone notizie dalle sue labbra sorridenti.

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Homayoun Shajarian, nasce il 21 maggio 1975 a Tehranda una famiglia dedita alla musica. Il famosissimo padre,una leggenda vivente è Mohammad Reza Shajarian ed è ilpiù grande maestro vocalista contemporaneo di musicatradizionale persiana, conosciuto come "usignolo".Homayoun, su consiglio del padre, inizia a studiare all'età dicinque anni tecnica e ritmo musicale con il maestro NasserFarhangfar. Apprende poi il Tombak con il maestroJamshid Mohebbi e lo studio del canto tradizionalepersiano " Avaz " sotto la direzione del padre, acquisendocompetenze e tecniche della voce. Nel contempo,frequenta il Conservatorio di musica a Teheran scegliendocome strumento il Kamancheh, con il maestro ArdeshirKamkar. Dal 1991 accompagna il padre negli Stati Uniti, inEuropa e in Iran suonando il Tombak nei concerti dell'AvaMusic Ensemble con i celeberrimi Hossein Alizadeh eKeyhan Kalhor; dal 1999inizia ad accompagnare ilpadre come vocalista. Hapartecipato a numerosifestival tra cui il Festival diFez (Marocco) ,Filarmonica di Colonia,Filarmonica di Berlino,Royal Festival Hall Londra,New York World MusicInstitute e Paris Theatre.Il concerto di Venezia èl'anteprima della suatournée europea, nonchèil suo primo lavoroindipendente.

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Said Farajpouri, compositore e strumentista di kamancheNato nel 1961 a Sanandaj nel Kurdistan; ha studiato con imaestri Hassan Kamkar, M.R. Lotfi e Hossein Alizadeh. E'stato membro del Centro Cultura e Arte di Sanandaj, si èesibito con acclamati gruppi quali Sheyda, Aref ed AvaMusic Ensemble di M.R. Shajarian e si è unito all'EnsembleDastan dal 2000. Ha insegnato kamanche al CentroCulturale Chavosh, al Centro per la Conservazione dellaMusica, al Conservatorio di Musica e all'Università diTehran. Ha realizzato numerosi album di composizioniproprie e di importanti musicisti.

KAMANCHE: viella adarco a puntale. E' l'anticostrumento a corde chespesso appare nelleminiature; è caratterizzatoda una piccola cassaarmonica ricavata dalegno di noce o gelso,sulla quale viene tesa unasottile membrana diorigine animale; terminacon un manico conico.Viene suonato tenendoloverticalmente; la suaversione moderna haaggiunto una quartacorda alle tre originarie.

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Pejman Hadadi, percussionistaNato a Tehran nel 1969, si è formato con Asadollah Hejazi eBahman Rajabi.Insegna daf e tombak alla Neyreez Music Academy da luifondata in California. Fa parte fin dal 1995 del DastanEnsemble con cui si è esibito in tutto il mondo e con cui hapubblicato diversi album. Fa inoltre parte del celebreEnsemble percussionistico Zarbang.Ha al suo attivo un vasto repertorio di musica perpercussioni e danza.www.zarbang.com

TOMBAK: tamburo acalice, ricavato da ununico blocco di legno dinoce o gelso, sulla cuiparte superiore è tesauna membrana di pelle diagnello o capra.Il musicista lo suonatenendolo sotto albraccio, appoggiandolosulle ginocchia, usando ipolpastrelli delle diecidita con una tecnicasofisticatissima checombina percussioni,rollii, leggeri e velocicolpi, ottenendo così unaricca varietà e intensità ditoni e sfumature, atte adaccompagnare siamelodie che ritmi.E' il principale strumentoa percussione dellamusica persiana.

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Behnam Samani , percussionistaNato nel 1967 a Chahar Mahal Bakhtiari in Iran. Ha studiatocon il maestro Jamshid Mohebbi, ha collaborato con notimusicisti persiani e di altre tradizioni; insegna Daf eTombak in tutta Europa ed ha fondato l'Ensemble Zarbange Samani.E' inventore dell'Udu-Zarbang, tamburo con la cassa interracotta e ha pubblicato un manuale di insegnamento diUdu e Daf.Dal 2000 con l'Ensemble Dastan ha partecipato adinnumerevoli festival nel mondo e ha inciso diversi album.www.ensemble-samani.comwww.zarbamg.com DAF: Tamburo a cornice,

su cui è tesa unamembrana di pelle dicapra, dotato sulperimetro di svariatianelli metallici che nearricchiscono il suono.Usato in Iran già 2500anni fa, è spessoraffigurato in bassorilievi,dipinti e miniature, sia incontesti classici chepopolari.DAMMAM: Tamburocilindrico a corpo unico;sui due lati è tesa unamembrana di pelle dicapra, fissata con settegiri di corda di fibre dipalma da dattero, chetestimoniano la suaprovenienza dal Sud Iran,dove viene suonato inoccasione di cerimoniereligiose.

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Hossein Behrooznia, Compositore e strumentista diBarbatNato nel 1962 a Tehran, ha studiato con i maestri RezaVahdani, Mansour Ebrahimi (Nariman) e M.R. Lotfi. Hainsegnato al Conservatorio e al Centro per laConservazione della Musica di Tehran. E' stato componentedi celebri gruppi quali Moulana e Aref; dal 1992 fa parte delDastan Ensemble. Insegna musica Persiana a Vancouver(Canada) dove attualmente vive. Ha realizzato numerosialbum discografici propri e di importanti compositoriiraniani.www.barbat.us

BARBAT: liuto piriforme amanico corto, antenatodell'oud. Con il tanbur èlo strumento a corde piùantico dell'Iran, se netrovano infatti tracce giànell'800 a.C. La cassaarmonica ed il manicosono ricavati da legno dinoce o gelso, su cui sonotese 5 corde doppie.Fin dall'antichità è stato,assieme all'oud, tra i piùapprezzati strumentimusicali del mondoiranico e più in generaleislamico. La diffusionedella cultura islamica inEuropa, lo fece adottareanche in Spagna, Italia,Francia e Portogallo.

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Hamid Motebassem, compositore e strumentista di tar esetarNato a Mashad nel 1958 da una famiglia di musicisti. Il suoprimo maestro è stato il padre Alì, che lo avvia allo studiodel tar. I suoi successivi insegnanti sono H. Salehi, Z. Toloie,H. Zarif, H. Alizadeh e M.R. Lotfi. Ha studiato alla Scuolad'Arte e al Conservatorio di Musica di Tehran. E' statomembro del Centro Culturale Chavosh dove ha insegnatomusica. E' uno dei componenti originari dell'Aref Ensemble;ha fondato il Chakavak Ensemble dopo il suo arrivo inGermania nel 1986 e successivamente il Dastan Ensemble.Dal 1994 organizza seminari dedicati al tar e setar. Hainoltre elaborato numerosi album dedicati a compositoriiraniani contemporanei.www.motebassem.com

TAR: appartiene allafamiglia dei liuti a manicolungo e assume l'attualeforma verso la metà delXVIII sec.La sua inconfondibilestruttura a doppia cassaarmonica, la cui partesuperiore è chiusa da unasottile membrana di pelledi agnello, è ricavata daun unico blocco di legnodi gelso modellato in dueparti diseguali: l' inferiorepiù grande e la superiorepiù piccola su cui siinnesta un lungo manicodotato di 26 o 28 tastiregolabili con 3 cordedoppie. Il tar è lostrumento principe dellamusica tradizionalepersiana e viene suonatocon un piccolo plettro diottone.

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vita, componendo un'epopea in 9volumi con oltre 60.000 versi cheinizia con la narrazione mitologicadella comparsa di Kiumars (daGayomard, il primo uomo dell'Avesta,antico libro sacro dei popoli iranici,preislamico) e termina con la partestorica dell'invasione araba avvenutanel 636.Egli usò tutte le fonti disponibilianche pre-islamiche, oltre alletradizioni orali. In questo poemaepico, accanto agli episodi tragici diguerra e sangue, vendette etradimenti, eroismo e morte, troviamopagine delicate e tenere sull'amore,evocate nei ghazal lirici, storie diamanti appartenenti ai due paesi inguerra: già mille anni fa, Ferdousi siaugurava la convivenza civile el'amicizia tra i popoli, propugnando lacorrettezza e l'integrità contro lacupidigia.Il suo linguaggio semplice e lineare ènel contempo maestoso ed epico.Considerato non osservante, non glifu data sepoltura in cimitero, ma nelsuo giardino privato.

Ferdousi

Abol Ghasem (Tus, 935 -1015 circa) detto Ferdousi, (lett.paradisiaco, da pardis, paradiso, di provenienza Avestica,arabizzato in ferdous) è uno dei più grandi se non il maggiore deipoeti persiani. Aveva circa 35 anni quando iniziò il suocapolavoro Shahnameh (Il libro dei re) a cui si dedicò per tutta la

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studi compiuti nella sua città natale, sitrasferì a Baghdad per il lorocompletamento. La sua indole irrequieta,lo condusse a girare in diversi luoghidella Mesopotamia, Siria ed Egitto. Verso il1256 ritornò a Shiraz, dedicandosi allascrittura dei suoi capolavori checomprendono una vastissimaproduzione, dall'ode panegiristicaqaside, a quella lirica ghazal, sino aipoemi a rima baciata maznavi, con Bustan(Il frutteto).Ma è nella prosa, con Golestan (Il roseto)che raggiunge il massimo splendore: neiracconti brevi, talvolta autobiografici,venati da sottile umorismo, egli esponecon intento didascalico le vicende delmondo. Il suo stile è chiaro e limpido, aprima vista semplice, ma in realtà moltocomplesso, tanto che nella letteraturapersiana, viene definito: "facile mainaccessibile".

Sa'di

Mosleh ad-Din Abdollah, (Shiraz, 1184 -1291 circa) conosciutocome Sa'di, è considerato uno dei maggiori poeti dell'epocaclassica persiana, stimato non solo per la sua produzione poeticama anche per la profondità del suo pensiero sociale.Figlio del governatore di Shiraz, difensore dei poeti, dopo i primi

1

1All'ingresso del Palazzo di Vetro all'Onu sono incise queste sue parole

che sono un forte richiamo alla fratellanza universale:

I figli di Adamo sono membra di uno stesso corpoe della stessa essenza sono stati creati.Quando anche la più piccola parte si addolora per le avversità della vitaanche le altre perdono calma e quiete.Tu che sei insensibile alle pene altruimai e poi mai, potrai venir chiamato essere umano.

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