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CONCLUSIONI DELLA CONFERENZA redatte dal Comitato direttivo Europa 2020 del CESE EESC-2015-03552-00-04-TCD-TRA (EN) 1/159

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CONCLUSIONI DELLA CONFERENZA

redatte dal Comitato direttivo Europa 2020 del CESE

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"Europa 2020 –Percorsi per reinventare il futuro dell'Europa"

Oltre 200 rappresentanti della società civile europea si sono incontrati il 6 luglio 2015, presso il Comitato economico e sociale europeo per analizzare la situazione attuale e fare proposte su come la società civile possa partecipare in maniera più efficace al quadro della riforma dell'UE. In un momento in cui la situazione socioeconomica sta cambiando rapidamente e la strategia Europa 2020 è in fase di revisione, responsabili politici, organizzazioni della società civile, esponenti del mondo accademico e consigli economici e sociali nazionali hanno contribuito al dibattito con molte prospettive diverse, offrendo una visione nuova che delinea proposte concrete riguardanti le sfide economiche, ambientali e sociali, affrontando nel contempo la questione della governance come tema trasversale.

Verso un rilancio della strategia Europa 2020

Attualmente la strategia Europa 2020 (a cinque anni dal suo avvio) non sta garantendo una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. La valutazione intermedia della strategia avviene in un momento di profonda disillusione e delusione nei confronti dell'Unione europea, per l'estendersi di forti disuguaglianze fra gli Stati membri e al loro interno, con il conseguente aggravarsi delle fratture economiche, sociali e territoriali. Tali sviluppi negativi, a loro volta, stanno esacerbando una crisi politica profonda.

L'Europa si trova ad affrontare una situazione inedita, fortemente caratterizzata da una crescente complessità, da incertezza e da una rapida trasformazione. Il nuovo secolo ha portato cambiamenti che sono stati il frutto di crisi economiche, globalizzazione, della rivoluzione tecnologica e di sfide sociali e geopolitiche; ciò rende necessario un cambiamento di paradigma e nuovi e coraggiosi impegni a livello politico.

L'imminente valutazione intermedia della strategia UE 2020 rappresenta una grande opportunità per garantire un effettivo rilancio della strategia. Sulla base del monitoraggio costante eseguito dal comitato direttivo Europa 2020, chiediamo che la Commissione europea tenga conto delle seguenti conclusioni e raccomandazioni.

Un rilancio deve basarsi su una riconfigurazione della strategia UE 2020 mediante:

la transizione dal concetto di crescita economica a quello di sviluppo sostenibile in relazione ai cambiamenti economici, sociali, ambientali e intergenerazionali, sulla base dell'articolo 3 del Trattato sull'UE;

il rafforzamento dell'inquadramento della strategia UE 2020 nel semestre europeo e ciò richiede:

la definizione di una serie di indicatori verificabili dello sviluppo economico, sociale, ambientale e intergenerazionale dell'UE;

una partecipazione rafforzata delle parti economiche e sociali, nonché dei rappresentanti della società civile organizzata a livello nazionale ed europeo, da

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ottenere grazie a una maggiore flessibilità e allo snellimento del semestre europeo. Questo permetterebbe un feedback sistematico proveniente dalle parti interessate e un adeguato sistema di valutazione dell'impatto sociale delle politiche elaborate a livello nazionale ed europeo.

il collegamento degli obiettivi della strategia a una serie di politiche nazionali coordinate a livello europeo;

il collegamento degli obiettivi della strategia al Fondo europeo per gli investimenti strategici.

È fondamentale che la Commissione continui a perseguire l'obiettivo della strategia UE 2020 di ridurre di 20 milioni il numero delle persone in povertà, incentrando l'attenzione su posti di lavoro di qualità e sugli investimenti sociali. I fondi sociali UE devono sostenere le priorità sociali dell'Unione, concentrandosi su un numero limitato di settori d'investimento sociale importanti, quali la modernizzazione dei sistemi di formazione professionale o la maggiore efficacia delle politiche del mercato del lavoro, con l'eliminazione della precarietà nel mercato del lavoro (cosa che dovrebbe essere chiaramente rispecchiata nei programmi nazionali di riforma e nelle raccomandazioni specifiche per paese). Per aumentare la disponibilità di fondi si dovrebbero espandere considerevolmente gli investimenti pubblici e quelli privati. Sono necessari sforzi notevoli da parte di tutti gli Stati membri per avviare riforme mirate in questo settore al fine di garantire che esse raggiungano una massa critica che permetta di massimizzare il loro impatto.

Il rilancio della strategia Europa 2020 esige un cambiamento di paradigma per creare una reale interdipendenza tra gli obiettivi economici, ambientali e sociali, applicando un approccio globale volto a garantire un migliore equilibrio fra gli aspetti qualitativi e quelli quantitativi dello sviluppo. Allo stesso tempo, per gli Stati membri gli obiettivi devono essere vincolanti. È questo il modo per costruire un sistema resiliente in grado di offrire alla società civile europea "protezione e sviluppo", gestendo e anche anticipando le crisi e la trasformazione sia economica che sociale. La resilienza deve avere una maggiore centralità nei processi volti a sostenere la transizione dalla crisi alla ripresa e allo sviluppo.

L'UE deve recuperare la sua competitività, aumentando la produttività, concentrandosi su investimenti qualitativi, incrementando le esportazioni e potenziando la ricerca e lo sviluppo, ristabilendo nel contempo la dimensione sociale. L'UE deve espandere la sua capacità innovativa, in modo da poter portare avanti una politica industriale efficace, basata su un'economia più sostenibile, inclusiva e caratterizzata da un uso efficiente delle risorse. In tale contesto, le sette iniziative faro devono essere rivedute e perfezionate per poter rispondere alle nuove sfide. La nuova visione per la crescita e l'occupazione deve essere costruita sui seguenti pilastri:

il completamento del mercato unico europeo (compreso un effettivo mercato unico digitale); una politica industriale fondata su una forte innovazione e su ricerca e sviluppo adeguati; un'Unione dell'energia; un passaggio verso un'economia a basso tenore di carbonio e efficiente sotto il profilo delle

risorse un piano d'investimenti che comprenda investimenti sociali; una strategia per l'apprendimento durante tutto l'arco della vita che fornisca competenze

pertinenti.

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Il metodo comunitario dovrebbe rimanere la base della strategia rinnovata e l'attuazione della strategia dovrebbe fondarsi su un nuovo calendario che promuoverà la partecipazione della società civile nel ciclo politico dell'UE (cfr. Allegato I).

1. Migliorare la crescita

1.1. Cambiare la realtà economica

1.1.1.Il panorama economico è mutato radicalmente, a causa del calo della quotazione dell'euro nei confronti del dollaro statunitense rispetto all'inizio dell'anno, della diminuzione del 50 % del prezzo del petrolio e di tassi d'interesse ai minimi storici.

1.1.2.La sfida per gli Stati membri sta nell'adottare una governance economica equilibrata e responsabile, perseguendo anche gli obiettivi della responsabilità di bilancio e della rendicontabilità sociale.

1.1.3.Si dovrebbe promuovere un'economia sostenibile mettendo al centro dell'interesse e sostenendo nuovi processi e tecnologie di produzione, nonché creando nuovi posti di lavoro "verdi", tutto questo nel quadro di riferimento del 21 ° secolo, in cui la competitività è sistemica piuttosto che specifica. Sono necessari sforzi considerevoli per espandere la base industriale dell'UE e renderla più competitiva.

1.1.4.L'ampliamento dell'economia sociale, sostenuta da modelli di finanziamento come il finanziamento collettivo (crowd funding), dovrebbe essere considerato un importante elemento trainante per la creazione di posti di lavoro a livello locale e regionale.

1.2. Utilizzare lo strumento del piano d'investimenti

1.2.1.La strategia Europa 2020 e il piano d'investimenti devono essere collegati, dato che gli investimenti sociali sono necessari per la promozione del benessere e l'eliminazione della povertà e dell'esclusione. Alle parti sociali e alla società civile organizzata dovrebbe spettare un ruolo chiaramente definito nella selezione e nell'attuazione di progetti finanziati nel quadro del piano d'investimenti.

1.2.2.Come principali datori di lavoro dell'UE, le PMI devono avere accesso ai fondi del piano d'investimenti.

1.3. Realizzare il potenziale del mercato unico digitale

1.3.1.Nell'attuazione della strategia sul mercato unico digitale la Commissione dovrebbe fissare come sue priorità l'infrastruttura e l'alfabetizzazione digitali, entrambe vitali per un funzionamento efficiente del mercato unico digitale.

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2. La dimensione sociale: affrontare la povertà e la disoccupazione

2.1. Fronteggiare la crisi sociale e i costi della transizione a un'economia intelligente e sostenibile deve diventare una priorità politica esplicita per gli Stati membri, così come per le istituzioni UE. Potenziamento della protezione sociale, politiche attive per il mercato del lavoro, sviluppo delle competenze, formazione permanente, formazione professionale, nonché programmi di riqualificazione e programmi mirati per le categorie svantaggiate costituiscono obiettivi in sé, ma rappresentano altresì dei prerequisiti per una crescita sostenuta a lungo termine. Devono pertanto essere garantite le risorse umane e finanziarie per facilitare detta transizione.

2.2. A causa dell'ampiezza della crisi la dimensione sociale dell'UEM deve essere inserita in modo generale in tutti i programmi nazionali di riforma.

2.3. Prima di ogni altra cosa l'UE dovrebbe incentrare i suoi sforzi sulla creazione di posti di lavoro di qualità e sostenibili.

2.4. Il semestre europeo deve concentrarsi su questi aspetti:

- assegnare un'importanza maggiore alle politiche d'inclusione sociale nell'analisi annuale della crescita;

- destinare dei capitoli dei programmi nazionali di riforma (PNR) agli obiettivi d'inclusione sociale;

- formulare per tutti gli Stati membri raccomandazioni specifiche per paese più dettagliate sulle strategie per fronteggiare la povertà e l'esclusione sociale, e effettuare valutazioni d'impatto sociale di tutte le raccomandazioni economiche per garantirne la coerenza con gli obiettivi d'inclusione sociale.

2.5. In conformità della clausola sociale orizzontale, tutti i provvedimenti presi nel quadro del semestre europeo, devono essere sottoposti a una valutazione d'impatto sociale, i cui risultati dovrebbero essere pubblicati e discussi a livello nazionale ed europeo.

2.6. I PNR dovrebbero essere accompagnati da relazioni sociali nazionali (RSN) che dovrebbero delineare strategie nazionali dettagliate per ridurre e prevenire la povertà e l'esclusione sociale;

2.7. Per evitare di ritrovarsi con una generazione perduta, devono essere varate misure speciali per combattere la disoccupazione giovanile e la disoccupazione strutturale di lungo periodo; fenomeni questi che rischiano di auto-alimentarsi. Nella strategia Europa 2020 dovrebbero essere inclusi indicatori specifici per questi due fenomeni. Gli investimenti nell'apprendimento lungo tutto l'arco della vita e nei sistemi di formazione possono dotare i lavoratori di nuove competenze, rendendoli competitivi in un mercato in evoluzione e contribuendo alla crescita sostenibile a lungo termine.

2.8. I cambiamenti nel mercato del lavoro, la disoccupazione e l'evoluzione demografica che interessano l'UE fanno aumentare il bisogno di reti di protezione sociale più forti e di sistemi

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pensionistici stabili, con la conseguente necessità di maggiori risorse per finanziare i sistemi di sicurezza sociale.

2.9. L'inclusione sociale dei migranti e delle minoranze etniche esige che tutti gli Stati membri stabiliscano piani specifici d'integrazione.

3. L'ambiente: concentrarsi sulla coerenza strategica con l'agenda post-2015, sul clima e sull'energia

3.1. Nella revisione della strategia Europa 2020 devono essere presi in considerazione i pertinenti obiettivi di sviluppo sostenibile proposti dalle Nazioni Unite (quelli riguardanti l'eliminazione della povertà, l'apprendimento permanente, la crescita economica sostenibile, il lavoro dignitoso, modelli di consumo sostenibili e la lotta ai cambiamenti climatici). Gli obiettivi della strategia dovrebbero essere aggiornati con indicatori per la crescita verde e i risultati dell'imminente conferenza COP21.

3.2. Dovrebbe essere promossa una politica energetica comune dell'UE, difendendo principi quali la regolazione e la riduzione delle differenze dei prezzi dell'energia, migliorando le condizioni del mercato interno dell'energia, riducendo la dipendenza energetica dai paesi terzi non UE e incentivando le energie rinnovabili.

3.3. È necessario compiere sforzi sostanziali per promuovere l'energia "verde" e il passaggio a un'economia a basse emissioni di carbonio, comprese trasformazioni progressive delle infrastrutture per adattarle alle fonti d'energia rinnovabili.

3.4. Una politica del clima ambiziosa dovrebbe tradursi in una presa di posizione decisa dell'UE in vista della conferenza COP e anche nella successiva applicazione dell'accordo internazionale, assegnando chiare responsabilità agli Stati membri e aumentando il livello di ambizione della politica in modo dinamico.

3.5. Deve essere messa in evidenza l'importanza dell'iniziativa faro sull'efficienza sotto il profilo delle risorse e dell'economia circolare.

4. Migliorare la governance

4.1. Mettere al centro le relazioni con le istituzioni UE, i CES nazionali e gli organismi analoghi

4.1.1.Il dialogo fra società civile organizzata da un lato e amministrazione pubblica dall'altro è importante a tutti i livelli, ma in particolare a quello nazionale. A tale scopo, sono necessarie alleanze fra le parti sociali e altre organizzazioni della società civile per stabilire posizioni comuni.

4.1.2.È essenziale che gli Stati membri garantiscano un coinvolgimento tempestivo di tutte le parti interessate (vale a dire parti sociali, ONG, esponenti del mondo accademico e ricercatori, persone esposte alla povertà e all'esclusione sociale ecc.) nello sviluppo, nell'attuazione e nel controllo dei PNR, delle RSN e delle raccomandazioni specifiche per paese (si potrebbe chiedere a tutti gli Stati membri di riferire su questo coinvolgimento in un allegato al rispettivo PNR);

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4.1.3.La rete dei consigli economici e sociali nazionali e organismi analoghi potrebbe migliorare il suo funzionamento, includendo nuove organizzazioni della società civile, più diversificate. Una rete più ampia potrebbe contribuire alla valutazione della strategia, individuare le strozzature e applicare le buone pratiche più efficacemente.

4.1.4.Il contributo della società civile indirizzato al Parlamento europeo e alla Commissione europea relativo alla strategia Europa 2020 dev'essere coordinato a livello europeo in modo da garantire l'efficienza, e il CESE rappresenta il forum ideale per questo compito.

4.1.5.4.1.5. La sensibilizzazione dei cittadini e il profilo politico della strategia Europa 2020 dovrebbe essere aumentati tramite strategie di comunicazione molto più proattive e un maggior coinvolgimento dei parlamenti nazionali (e regionali) nel monitoraggio e nella discussione dell'attuazione della strategia.

4.2. Rivedere la valutazione

4.2.1.Gli indicatori della strategia Europa 2020 sono semplici e quantificabili. Per questa ragione sono facili da usare ma non sono abbastanza accurati. Per riflettere la complessità della situazione con maggiore accuratezza, saranno necessari indicatori compositi, che dovrebbero integrare ad es. il benessere dei cittadini e la qualità della vita, andando quindi al di là del PIL. Sarebbe importante anche il coinvolgimento delle parti interessate nel processo di concezione del sistema e di raccolta dei dati per tali indicatori compositi.

4.2.2.È essenziale che determinati indicatori del benessere sociale siano resi vincolanti e siano messi su un piano di parità con gli indicatori macroeconomici nel processo del semestre europeo. Perché ciò sia possibile essi devono essere definiti e resi misurabili. Per esempio si potrebbe pensare ai seguenti indicatori: percentuale della forza lavoro coperta da contratti di lavoro collettivi, protezione delle donne e dei giovani, sistemi di previdenza sociale e assicurazione sanitaria.

4.3. Snellire ulteriormente il semestre europeo

4.3.1.Il semestre europeo è lo strumento principale per il raggiungimento degli obiettivi della strategia Europa 2020 e va pertanto modificato. Un semestre europeo modificato dovrebbe avere un oggetto più ampio che il mero risanamento di bilancio e dovrebbe avere come fine la sostenibilità.

4.3.2.Gli strumenti già esistenti nel cosiddetto "six pack" dovrebbero essere usati per rendere il quadro del semestre europeo più vincolante per gli Stati membri.

4.3.3.Nelle raccomandazioni specifiche per paese, si dovrebbe proporre un numero minore di obiettivi agli Stati membri, ma la loro realizzazione dovrebbe essere monitorata più attentamente.

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4.3.4.L'UE dovrebbe sviluppare attività speciali e mirate di comunicazione per le parti sociali e altre organizzazioni della società civile in relazione al semestre europeo e in particolare alle raccomandazioni specifiche per paese.

4.3.5.Il semestre europeo snellito dovrebbe essere migliorato attuando il "calendario della società civile"1, garantendo un maggior coinvolgimento delle parti sociali e altre organizzazioni della società civile allo scopo di aumentare l'efficacia e la credibilità delle politiche introdotte.

4.3.6.Nella valutazione del semestre europeo si dovrebbe attribuire la giusta importanza al Quadro finanziario pluriennale dell'UE.

5. Guardare al futuro

Ampie discussioni in seno alla conferenza hanno portato alla conclusione generale che la strategia Europa 2020 non sta dando i risultati attesi e sono necessarie iniziative specifiche per andare verso un'Europa più sostenibile e più giusta, guardando oltre l'orizzonte temporale del 2020. Una strategia integrata per un'Europa sostenibile in un mondo globalizzato dovrebbe avere un orizzonte temporale più esteso. Le questioni economiche, ambientali, sociali e di governance sono inestricabilmente interconnesse e solo affrontandole con un approccio globale si può realizzare la sostenibilità, che dovrebbe essere fra le priorità principali di tutte le misure politiche. Seguendo questo percorso, l'UE avrà anche la possibilità di acquisire maggior resilienza e ciò le permetterà di adattarsi più efficacemente al contesto socio-economico in rapida trasformazione. Una revisione della strategia con riferimento alle raccomandazioni sopra delineate può offrire all'Unione europea e ai suoi cittadini in generale un futuro più sereno.

Bruxelles, 6 luglio 2015

1 Cfr. Allegato I.EESC-2015-03552-00-04-TCD-TRA (EN) 8/99

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ALLEGATO I alle

conclusioni della conferenza "Europa 2020 – Percorsi per reinventare il futuro dell'Europa"

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