Eurofestival e “Le Gentil Dame” zupfmusik 2010 · Mandolini a Venezia ... Orchestra a plettro...

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Notiziario della Federazione Mandolinistica Italiana Periodico Trimestrale - Anno XXIII - n. 1 - Marzo 2012 Camilla Finardi e “Le Gentil Dame”

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Notiziario della Federazione Mandolinistica ItalianaPeriodico Trimestrale - Anno XXIII - n. 1 - Marzo 2012

Eurofestivalzupfmusik 2010

Bruchsal

Camilla Finardi e “Le Gentil Dame”

LANNO XXIII - n. 1 - Marzo 2012

In copertina: Finardi Camilla

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Editoriale

Caro Plectrum - Lettera di Andrea Bazzoni

Un ricordo indelebile - omaggio al M° Giuseppe Anedda

Comunicato stampa della Deutsche Grammophon

Alberto La Rocca - Chitarrista compositore

Mandolini a Venezia - Festival Nazionale della musica a plettro

Orchestra a plettro “Amici del mandolino” - Milano

Concerto di Capodanno dell’Orchestra a Plettro “Gino Neri”

Protagonista il mandolino - Rassegna di musica a plettro

Camilla Finardi e “Le Gentil Dame”

Mandolino Amendola modello Positano

Duo Radu - Violeta Zaplitni

Mandolino in classe - Istituto Comprensivo “Cosme Tura” Pontelagoscuro (FE)

Modena - XXVI Convegno Chitarristico

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FMI- Federazione Mandolinistica Italiana - Via S. Mor, 28 - 31029 Vittorio Veneto (TV)

Care Lettrici e cari LettoriLa riunione del Consiglio Direttivo del 04 Marzo 2012, ha stabilito che la Federazione sia composta unicamente da soci individuali anche se facenti parte di un'orchestra e che i soci sono tali dopo dopo aver inviato la scheda di adesione ed aver pagato la quota annuale d'iscrizione che è di 5 (cinque) euro.Scompaiono quindi le adesioni collettive mentre viene mantenuta la figura del socio ad honorem.Sul sito internet (www.federmandolino.it) potete trovare la scheda di adesione comprensiva anche dell'informativa per la privacy e liberatoria al trattamento dei dati personali.

L'organizzazione del festival “Mandolini a Venezia” sta andando avanti sia pure con mille difficoltà anche perchè a Venezia gli eventi culturali spesso di rilevanza internazionale sono molti e c'è il ri-schio della sovrapposizione. La data che è stata scelta anche su consiglio dell'Assessore alla cultura è: 17-21 Ottobre 2012. Come potete vedere dalla bozza che abbiamo riportato, gli eventi che propo-niamo sono diversi e, credo, di notevole interesse: dalla serata commemorativa dedicata al Giappo-ne: “Giappone: lo Tsunami un anno dopo” con la partecipazione di: Yuko Ito – pianoforte Miki Ni-shiyama - mandolino Yuko Fujikura – mandolino e l'Orchestra “Gino Neri” (Ferrara) (Dir. Giorgio Fabbri), alla performance dell'Ensemble “Piccinni”, alle “IMPROVVISAZIONI JAZZ DI Arrigo Cappelletti (pianoforte) su temi eseguiti al mandolino (Tiziano Palladino)”. Non meno interessante la performance de “I MAESTRI DEL CONSERVATORIO G. VERDI – MILANO” CON Lydia Cevi-dalli, violino, Ugo Orlandi, mandolino e Christian Bellisario, violoncello. Non bisogna dimenticare infine la partecipazione di 5 orchestre a plettro italiane.

L'intervista ad Alberto La Rocca, chitarrista e compositore ha messo in evidenza un “personaggio” dotato di grande talento e, per molti aspetti sorprendente. Vi basti questo frammento: mentre la mag-gior parte dei miei colleghi non ha voluto infrangere le tradizioni che l'accademia o le convenzioni imponevano, dedicandosi quindi esclusivamente all'interpretazione, io non mi sono sentito completo come musicista, fino a quando non ho cominciato di mia iniziativa anche a creare musica e a dedicar-mi a tanti altri aspetti ad essa legati, come la musicologia, l'analisi, la ricerca didattica, la divulga-zione... “Serenata per Salomè” per violoncello, chitarra a dieci corde ed orchestra a plettro è un pezzo vera-mente ben riuscito dove il violoncello, anche per la bravura di Enrica Frasca, crea un'atmosfera emozionante.

Un'altra sorpresa me l'ha risevata l'intervista a Camilla Finardi non tanto per le doti di mandolinista per le quali si è già imposta all'attenzione dei cultori della musica a plettro, quanto per essere riuscita in così breve tempo a realizzare esperienze così diverse e di alto livello, come ad es. suonare al teatro “Regio” di Parma in un'opera di Verdi piuttosto che all'Arena di Verona in “Alfred Alfred” un'opera di Franco Donatoni del 1995 o al teatro Verdi di Trieste in una composizione di Kurt Weil: “I sette peccati capitali”. Conversando con Camilla sono finalmente riuscito a conoscere Sergio Lodi, il primo suo maestro, “un uomo incredibile...”

Artemisio Gavioli

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Lettera di Andrea Bazzoni

Caro Plectrum

Buongiorno Artemisio, scu-sa il ritardo, ma solo in questi giorni riesco a raccogliere le idee e spedirti le mie impres-sioni da mandolinista verso

la Federazione Italiana. Ritengo che la FMI debba essere riconosciuta come punto di riferimento dal quale accedere ad informazioni e non da realtà attiva direttamente nelle sedi degli associati (orchestre, piccoli gruppi, solisti, ecc.).Il vasto territorio nazionale, le differenti culture e soprattutto i canali ed i metodi di approvvigionamento di persone, fon-di, strutture... rendono impossibile una strada unica da seguire.L’esperienza di ognuno di noi e la con-divisione verso la FMI di documenti, progetti e idee andranno ad accrescere la conoscenza comune di tutti gli asso-ciati. Non basta il semplice articolo su Plectrum o la foto di una nuova orche-stra, ma c’è bisogno di sentire e capire come si sono formate e rendere di do-minio pubblico queste informazioni per i mandolinisti od appassionati che si trovino nella stessa situazione.Stessa cosa per le scuole, corsi... ecc.Dopo questa premessa generale vor-rei soffermarmi su alcuni punti che mi stanno particolarmente a cuore.- L’insegnamento del mandolino.Il mandolino deve essere insegnato da diplomati o da amatori di sufficiente li-vello e capacità artistico musicali.Rabbrividisco ripensando alla riunione di Giugno dove si emarginava la figura del mandolinista diplomato, affermando che se ne deve fare a meno e... applauso finale!Non si può ragionare così, le orchestre non potranno mai progredire.Si è parlato molto del modello tede-sco che tutti appoggiano e lodano: chi insegna agli allievi e alle orchestre il mandolino in Germania? Diplomati o amatori? Il mandolinista diplomato non dà solo un aiuto tecnico, ma soprattutto artistico, nella scelta della musica adatta al livello tecnico dell’orchestra: questo

non viene considerato perchè, molte volte, le orchestre che non hanno que-sto supporto scelgono brani di difficoltà eccessiva e il risultato non è efficace nè per chi suona nè per chi ascolta. La FMI potrebbe stilare un elenco di mandolini-sti diplomati e amatori in grado di for-nire supporto a chi vuole avvicinarsi al mandolino o semplicemente contattare per informazioni. Mi capita spesso que-sta situazione da parte di chi partecipa come spettatore ai nostri concerti fuori provincia o regione.- Corsi di mandolino in scuole o strutture.Parlando di corsi per mandolino in scuole elementari/medie/private riten-go sia necessario raccogliere la docu-mentazione principale e l’esperienza di ognuno. Per documentazione intendo la burocrazia e l’attività che ognuno ha svolto per arrivare al successo.La FMI, in questo caso, deve fare la parte di consulente verso chi desidera attivare qualcosa di simile nel territo-rio nazionale. Controllare e consigliare come muoversi all’interno delle varie strutture per creare queste nuove scuole di mandolino.- Il mandolino inserito nella speri-mentazione musicale della scuola media.Ritengo che questo sia uno degli ob-biettivi primari della FMI. Un progetto a carattere nazionale, l’unico forse di estrema importanza per il nostro stru-mento. Trova l’appoggio di tutte le or-chestre, piccoli gruppi e mandolinisti amatori e non.- Repertorio per mandolinoOttima idea quella di raccogliere in un fondo unico tutta la musica che si può per mandolino e strumenti a plettro.Da associare a questo la presenza in FMI di un consulente artistico (es. un diplomato italiano eletto dal direttivo della Federazione... il responsabile ar-tistico della FMI?).Ovviamente non è obbligatorio avva-lersene, ma penso che il servizio possa

essere molto apprezzato. Si eviterebbe-ro scelte inappropriate ed esecuzioni di scarso valore. Non deve essere di do-minio pubblico e scaricabile completa-mente da internet come Nakano, biso-gna richiedere gli spartiti alla FMI.- Federeazioni regionaliNon le ritengo essenziali. Molte regioni hanno solo un’orchestra e non ha senso che ci sia un’associazione regionale del-la FMI. In altri luoghi, se c’è coesione e si trova l’accordo, possono dare valore e fungere da filtro per e verso la FMI. Questi sono dei punti che mi stavano particolarmente a cuore. Ovviamente tutto funziona più alto è il grado di collaborazione tra orchestre e mandolinisti (altro capitolo di enorme importanza!)Per il resto penso che la FMI si stia comportando correttamente e nella giu-sta direzione.Permettimi una...- Idea per Vittorio Veneto o per un’al-tra sede in Italia.Mi immagino una situazione dove rac-cogliere i migliori mandolinisti italiani di età inferiore ai 25/28 anni e ricreare l’orchestra mandolinistica giovanile ita-liana (IMYO ?)Impegnati per una settimana in lezioni intensive e prove orchestrali.Tre concerti finali in località limitrofe al luogo di studio (Vittorio Veneto, Vene-zia, Vicenza...).Sul modello dell’orchestra giovanile Europea saranno impegnati insegnanti, uno per sezione, e un direttore che col-laborerà con i direttori di sezione.Durante gli ultimi 4 giorni di lavoro creare un corso di direzione d’orche-stra specifico per gli strumenti a plettro: manca una cosa simile e farebbe tanto bene. A disposizione, per le lezioni de-gli aspiranti direttori, ci sarebbe l’or-chestra giovanile.Ritengo che un progetto simile, associa-to alla solita formula che ormai utilizzi per le giornate del mandolino, sia da traino per tutti.

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“Vorrei farLe conoscere una persona che 50 anni fa faceva il suo stesso lavoro e che, come Te, ama la musica più di se stesso!”.Era il 1988 ed io, all’epoca Agente scelto della Polizia di Stato, prestavo servizio alla Procura Generale presso la Corte d’Appello di Roma, alle dirette dipen-denze del Procuratore Generale, Sua Ec-cellenza il dott. Filippo Mancuso. Il campanello suonò e l’usciere annunciò al dott. Mancuso che: “Il Maestro La stà aspettando in biblioteca”.“Bene!” esclamò questi e, rivolgendosi a me, disse: “Per favore mi segua”.Il ruolo che rivestivo in seno alla Procura Generale mi ha sempre portato a cono-scere alte personalità dello Stato, quindi non era per me una novità partecipare a certi incontri, ma questa volta mi chie-devo: “Perchè tanto mistero su questa personalità?”.Giunti nel seminterrato del Palazzo, un altro usciere ci informa che per la ma-nifestazione dedicata al consueto “Anno Giudiziario” era già tutto pronto e che: “Il palco predisposto per il concerto è risultato di gradimento per il Maestro”. La curiosità in me a quel punto era tanta che non potetti trattenere dal dire: “Ec-cellenza: ma non ci sarà mica il maestro Muti in biblioteca?!” Mi rispose con un sorrisetto esclamando: “Di più, di più ra-gazzo mio..!”Giunti in biblioteca, ritto davanti ad una pila di testi, c’era Lui: il M° Anedda. Non credevo ai miei occhi. Non riuscivo ad accostare in quel luogo una figura come quella del Procuratore Generale della Corte d’Appello di Roma, con quella del M° Anedda. Il primo a muoversi fu Sua eccellenza il dott. Mancuso che letteral-mente si tuffò nelle braccia del Maestro salutandolo con caldo affetto. Io ero ri-masto in disparte, quasi senza fiatare per non interrompere quell’incontro, quando, di scatto, il Maestro disse al suo amico: “E questo ragazzo chi è?”(avevo 27 anni all’epoca). Sua Eccellenza co-

minciò a parlagli di me prima dal punto di vista artistico e poi dal punto di vista professionale, ma il Maestro lo interrup-pe subìto e Lo pregò di lasciarci soli.

Mi sentivo felice per quel momento ma-gico che mi era stato concesso e nello stesso tempo ero rapito da questa alta personalità nel contempo così semplice ed elegante. Immediatamente tra noi si creò un’intesa quasi misteriosa. Mi con-fidò che egli non amava tanto suonare con i chitarristi ma, per accontentare il Suo grande amico e per portare una ventata di novità nel rigido protocollo quale è quello costituzionale dell’apertu-ra dell’Anno Giudiziario, avrebbe fatto un’eccezione. Sul leggìo erano già pron-ti due brani per chitarra e mandolino: La danza Spagnola Op. 105 di Raffaele Ca-lace ed il Capriccio Spagnuolo Op. 276 di Carlo Munier.Superfluo è dire che fu un’esecuzione piena di vigore, per l’alta qualità timbri-ca, e di pura freschezza grazie ai provvi-di consigli che mi furono “regalati” dal Maestro. Egli invece con il Suo Gran Preludio Op. 175 di Raffaele Calace ten-ne letteralmente incollate le toghe rosse ai loro scranni. Ricordo che concludem-mo il concerto, seppur breve ma intenso, con i duetti per mandolino Op. 3 di Carlo Munier. Quando fu tutto finito mi disse

Un ricordo indelebile - omaggio al M° Giuseppe Anedda nel centenario della nascita (1912 - 2012)di Tonino di Lauro

che avevo talento e forza. Mi spronò a continuare per quel-la strada perché io facevo musica non per mestiere, ma perché forse nelle mie vene insieme ai globuli rossi, fluivano anche le note. Con questi ingredienti, nel mio piccolo, avrei potuto anch’io far la mia parte per la rivalutazione del mandolino. Ebbi modo di stare anche con Lui il suc-cessivo anno ad Assisi ove teneva corsi di perfezionamento. Lì, l’ultima volta che lo incontrai mi ribadì quello che già mi aveva detto l’anno recedente: di met-tere al servizio degli altri l’amore per il Mandolino che mi portavo dentro “per far volare sempre più in alto questo no-bile strumento che ancora viveva di con-trabbando”.Di sicuro egli spese più di qualche pa-rola per me negli ambienti che contano perché di lì a poco ebbi l’agognato tra-sferimento alla Questura di Campobas-so. Come potevo rimuovere dalla mia mente quell’incontro! Risuonavano in me come un comandamento quelle Sue parole: “Fai volare sempre più in alto questo nobile strumento…”.Detto fatto! All’interno del Circolo Mu-sicale “P. Mascagni” di Ripalimosani (CB) nel 1994 creo la Direzione Artistica e parto con i primi corsi di Mandolino. In 18 anni di attività ho portato il Man-dolino in ogni casa del mio Molise e diplomato i 10 più giovani mandolinisti italiani. Inoltre, con il provvido ausilio della FMI e l’amico Nicola Vista di Pi-gnola (PZ) ho portato in questa piccola Regione anche il glorioso Concorso In-ternazionale dedicato a Raffaele Calace.Il ricordo incancellabile di quella serata magica alla Procura Generale della Cor-te d’Appello di Roma, a distanza di 26 anni, ancora mi accompagna nella mia quotidianità, e resta inciso per sempre nella mia memoria Lui, “il Maestro”, che continua ad essere un riferimento illuminante.Ciao Maestro e infinitamente grazie!

Comunicato Stampa della Deutsche Grammophon

Berlino, novembre 2011. La Deutsche Gram-mophon è lieta di an-

nunciare la firma di un accor-do di registrazione esclusivo con il mandolinista Avi Avital.

Apprezzato dal New York Ti-mes per il suo “exquisitely sensitive playing”” e l’agilità straordinaria, il mandolinista Avi Avital è uno dei musicisti più promettenti sulla scena at-tuale , fortemente impegnato nella costruzione di una nuo-va “impronta” attraverso per-formance virtuosistiche ed un nuovo repertorio.

Nato in Israele, Avi Avital ha vinto numerosi concorsi e ha ricevuto riconoscimenti tra cui il Premio Echo Award ed è stato il primo mandolinista a ricevere una Grammy nomi-nation come “Best Instrumen-tal Soloist Performance” nel 2010.

Avital debutterà con la Deutsche Grammophon con un “all-Bach album” che com-prenderà trascrizioni di con-certi per clavicembalo e violi-no arrangiati per mandolino e orchestra con la Kammeraka-demie Potsdam.

Michael Lang, presidente del-la Deutsche Grammophon, dice: “Avi Avital è un virtuoso straordinario, completamente a suo agio nel repertorio tra-dizionale ma anche un pionie-re straordinariamente comu-nicativo della nuova musica. Siamo molto lieti di dargli il benvenuto nella famiglia della

Deutsche Grammophon”. Alla firma del contratto Avi Avital ha commentato: “Sono onorato di far parte di un eti-chetta che ha registrato tanti strumentisti leggendari e non vedo l’ora di portare la musi-ca tradizionale e contempora-nea per mandolino al pubblico di tutto il mondo, a partire dal-la musica tradizionale e mo-derna più grande, quella di JS Bach!”.

Radicato nella tradizione ba-rocca del suo strumento, le performance di Avi Avital in-cludono concerti di Vival-di, Paisiello, Bach ma anche

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opere di molti compositori contemporanei, tra cui Avner Dorman, David Bruce, e Josef Bardanashvili.

Avi Avital è apprezzato a li-vello internazionale per esser-si esibito in sedi come la Car-negie Hall e Lincoln Center di New York, la Philharmonie di Berlino, Wigmore Hall di Lon-dra, e la Forbidden City Con-cert Hall di Pechino.

“... Il suono di Avital, che può essere definito come tut-to quello che non hai mai im-maginato che un mandolino potesse fare...” (Noam Ben Ze’ev, Haaretz Daily)

BiografiaAlberto La Rocca è nato a Thiene (VI) nel 1967. Diplomatosi in chitar-ra al Conservatorio di Musica “F. E. Dall’Abaco” di Verona sotto la gui-da del M° Giancarlo Rado, frequen-ta corsi di perfezionamento tenuti da Angelo Gilardino, Stefano Grondona, Ruggero Chiesa, Leo Brouwer, Mi-chele Calgaro e per quanto riguarda l’approccio creativo alla musica ha frequentato corsi con Meredith Monk e Roberto Dani. Tiene concerti in Italia e all’estero (Slovenia, Olanda, Francia, Germa-nia) sia in veste di solista, sia in varie formazioni, tra cui il duo “Miroirs” (due chitarre), “Il Musicaedro” (otto chitarre), l’Orchestra a plettro di Breganze e il quartetto “Concordia” (quattro chitarre). È vincitore di numerosi concorsi in-ternazionali di interpretazione. Nel 1994 si laurea col massimo dei voti in Discipline dell’Arte, della Musica e dello Spettacolo (D.A.M.S.) presso l’Università di Bologna con una tesi

Alberto La RoccaChitarrista compositore

sulla didattica creativa della chitarra. Nel 2001 incide un CD contenente sue composizioni in duo con Andrea Ne-resini, dal titolo “SURFACING GUI-TARS”, nel 2002 incide un CD con “Il Musicaedro”. Nel 2004 incide un CD con musiche di J.S. Bach e D. Scarlat-ti e il CD “Il mandolino tra Padova e Vicenza” in collaborazione con l’Or-chestra a plettro di Breganze, conte-nente anche tre sue composizioni. Ha composto la musica per numero-se performance collettive, coreogra-fie e inaugurazioni di eventi artistici, tra cui “ESTENSIONI PER VOCE E STRUMENTI” (1998), “SURFA-CING” (1999), “QUELLA SEGRETA LENTEZZA” (2001), “LA CENERE DELLE ROSE” (2003), “IL GRAN TEATRO DEL BABAU” (2004), “mutAzioni” (2005), “DIPINGERE LA MUSICA” (2006), “SALOMÈ” (2009). Si occupa di pedagogia musicale e compone numerosi brani di carattere didattico per chitarra e pianoforte, tra

conferenze sulla musica contempora-nea e corsi di didattica musicale per insegnanti. Svolge anche intensa at-tività pittorica e grafica. Attualmente detiene la cattedra di Chitarra al con-servatorio di Cagliari.

L’intervistaArtemisio Gavioli: “La ringrazio sen-titamente per aver accettato di parteci-pare a questa conversazione. La prima cosa che attira l’attenzione leggendo il suo curriculum, a parte i corsi di perfe-zionamento tenuti da Maestri di chiara fama, è l’approccio creativo alla mu-sica che spiega di aver approfondito frequentando corsi appropriati. Mi risulta difficile conciliare l’originalità dell’arte del creare con la possibilità di poterla apprendere da qualcuno”.

Alberto La Rocca: “Sono io ad es-sere onorato di partecipare a questa intervista. Riguardo l’apprendimento della creatività, in effetti anch’io la penso un po’ come lei. Veramente le scuole in cui si apprende arte e creati-vità sono sempre esistite. E’ una prassi condivisa, ad esempio, per un futuro pittore quella di frequentare l’acca-demia. E così come si impara, da un insegnante, l’arte di suonare uno stru-mento, di progettare un palazzo o di scrivere un testo letterario, così si può imparare anche l’arte di comporre musica. L’importante è a mio parere che l’insegnante apra all’allievo una molteplicità di percorsi possibili, gra-zie alle quali l’allievo potrà gradual-mente “scoprire se stesso”. Mentre al contrario può essere dannoso quando l’iter di apprendimento artistico im-pone delle regole e segna un tracciato rigido e uguale per tutti. L’arte è per me soprattutto legata a concetti di li-

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cui il metodo “Con la chitar-ra”. Ha insegnato chitarra presso varie scuole ad Indi-rizzo Musicale, Istituti Musi-cali e presso il Conservatorio “G. Tartini” di Trieste. Tiene

Il duo Dal Bianco – La Rocca nella sonorizzazione dal vivo del film “Man With a Movie Camera” (1929)

bertà, novità, divergenza e scoperta di un linguaggio personale.Il mio percorso nell’ambito della cre-azione musicale è stato quindi abba-stanza particolare. Innanzitutto è un esigenza che andava al di là del nor-male iter di studio accademico. Mentre la maggior parte dei miei colleghi non ha voluto infrangere le tradizioni che l’accademia o le con-venzioni imponevano, dedicandosi quindi esclusivamente all’interpreta-zione, io non mi sono sentito comple-to come musicista, fino a quando non ho cominciato di mia iniziativa anche a creare musica e a dedicarmi a tan-ti altri aspetti ad essa legati, come la musicologia, l’analisi, la ricerca di-dattica, la divulgazione... Per la creazione musicale non ho voluto seguire regolari corsi di com-posizione, ma ho cercato una “mia” via, che mi sono costruito su misura in base ai miei gusti e le mie attitudi-ni. Molto ha contato l’ascolto e l’ana-lisi delle opere degli altri musicisti, l’istinto, il confronto con le altre arti e... gli esperimenti! Quegli insegnanti che ho indicato riguardo il mio apprendimento della creatività (Meredith Monk, Roberto Dani e John Paynter), hanno costitu-ito solo dei brevi, sebbene fondamen-tali, incontri”.

AG: “Lei ha suonato in varie for-mazioni, dal duo all’orchestra. Qual è stato l’organico che le ha dato più soddisfazione?”

ALR: “Non c’è per me per un organi-co prediletto. Ho trovato interessante e stimolante proprio il variare molto il tipo di organico in cui suonare. Ho imparato alcuni aspetti musicali dai gruppi omogenei (ad esempio solo chitarre) e altri aspetti musicali dai gruppi in cui c’era una commistione di strumenti diversi (chitarra, stru-menti a fiato, a percussione, a tastie-ra, ad arco, voci, elettronica...). Il la-vorare ad esempio con altri chitarristi mi ha fatto crescere soprattutto dal punto di vista tecnico, tramite un con-fronto costruttivo. Il lavorare con altri strumenti mi ha fatto conoscere aspet-

ti della musica che a volte i chitarri-sti tendono a trascurare, mentre per altri strumenti sono fondamentali (ad esempio il rispetto del testo o l’artico-lazione del fraseggio); anche questo mi ha arricchito tantissimo come chi-tarrista. Comunque quello che conta per me sopra ogni cosa non è l’orga-nico, ma le persone che lo costitui-scono. Per questo motivo preferisco suonare in gruppi non troppo grandi (e quindi dove la comunicazione è meno difficile) e soprattutto costituiti da persone che ho avuto modo di co-noscere e con le quali condivido idee, gusti e interessi”.

AG: “Come vede Lei un’orchestra a pizzico formata esclusivamente da chitarre?”

ALR: “Ho suonato per molti anni col Musicaedro, un gruppo di otto chitar-re, che però in alcuni momenti ne ha avute anche nove o dieci. Io la consi-deravo una piccola orchestra, anche perché all’inizio avevamo addirittura un direttore (bravissimo): Francesco Erle. Era un ensemble molto stimo-lante che vantava un repertorio - tutto contemporaneo, naturalmente - ricco ed estremamente interessante.Ho sentito anche orchestre di chitarre molto più grandi (di trenta-quaranta elementi) ma mi è parso che il gran-de numero non giovasse né al volume (trenta chitarre all’unisono non han-no più volume di tre) né mi pareva che avesse una vera giustificazione di tipo musicale, nonostante fossero ensem-

ble belli da sentire e sicuramente non comuni”.

AG: “Nel 1994 si laurea al DAMS presso l’Università di Bologna con una tesi sulla “Didattica Creativa del-lo Strumento Musicale”. Può dirci di che cosa si è trattato?”

ALR: “Le mie idee sul significato di essere musicista oggi, e cioè saper agire a trecentosessanta gradi, muo-vendosi tra esecuzione, composizio-ne, improvvisazione, e attività musi-cologiche non riguardano solo me, ma ho trovato che sono condivise da chiunque si accosti allo studio della musica. Ho quindi ritenuto necessario un ammodernamento dei vecchi per-corsi di apprendimento strumentale, che educano in modo estremamente settoriale solamente all’esecuzione-interpretazione (escludendo tra l’al-tro molti generi musicali) e negando ogni possibilità di approccio creativo alla musica. Nella mia tesi di laurea ho quindi ricercato quei rarissimi testi di ap-proccio allo strumento che fornisse-ro anche indicazioni su come creare musica, aspetto che ritengo tra l’al-tro molto gratificante e utilissimo dal punto di vista didattico. Ne ho trovati pochissimi - si contavano sulle dita di una mano - e nessuno era per chitar-ra: erano per pianoforte, violoncello o per educazione musicale. Su di loro ho fatto la mia tesi di laurea, che ho discusso sotto la guida del prof. Gino Stefani nel 1994. Successivamente ho

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tratto dalla tesi degli articoli per al-cune riviste di chitarra e di didattica e ho iniziato la stesura del mio Metodo per chitarra, costretto dal fatto, come dicevo prima, che non esisteva niente del genere per la chitarra e che, se ne volevo avere uno a disposizione, do-vevo crearmelo! Si tratta di un testo di circa 300 pagine, intitolato “CON LA CHITARRA - progetti musicali per apprendere le principali tecniche ese-cutive di base e per creare musica con la chitarra”. Esso è costituito intera-mente da mie composizioni e fornisce, accanto alle “normali” attività esecu-tive, anche indicazioni e stimoli per l’improvvisazione, la composizione, l’arrangiamento, l’ascolto e il con-fronto interdisciplinare con altre arti. Il tutto da effettuare fin dal primissimo approccio con la chitarra”.

AG: “Ha ancora un senso mantenere in vita le orchestre a plettro così come le conosciamo o non sarebbe forse meglio, come del resto si afferma da più parti , prendere atto che i cambia-menti culturali e sociali che stanno intervenendo le hanno rese quanto meno anacronistiche?”

ALR: “Penso che le persone deb-bano fare ciò che le appassiona, in-dipendentemente dalle mode o dalle “tendenze”. Anzi, personalmente trovo che sia piuttosto triste e noio-so aderire in massa a degli stereotipi imposti.Ho constatato con piacere che le or-chestre a plettro, che sono oggi po-chissime a confronto con il passato, sono costituite da persone animate da vero entusiasmo. Mi sorprende piace-volmente anche il fatto che nella no-stra orchestra ci sia un gran numero di giovani e anche di giovanissimi; così come tanti veterani appassionati che sono nell’orchestra da innumere-voli anni. Per quanto riguarda il pub-blico, le sale sono regolarmente piene ad ogni concerto e le dimostrazioni di apprezzamento sono sempre unanimi. Tutto ciò è una dimostrazione lam-pante dell’attualità di un’orchestra a plettro e proprio non vedo il motivo di non continuare!”

AG: “Lei è uno dei pochi chitarristi (se non l’unico) che collabora con “il mon-do dei mandolini”. Di norma (almeno nel nostro Paese) il mondo della chitarra e quel-lo dei mandolini si ignorano completamente. Ha qualcosa da suggerire in funzione di un possibile avvicinamen-to?”

ALR: “Sono sicuro di non essere l’unico! Ogni stru-mento di antica origine, come il mandolino e la chitarra, ha alle spalle, grazie ai suoi protagonisti, una forte implicazione culturale e, di conseguenza, un fasci-no che non è possibile ignorare.Ho sempre pensato inoltre che un musi-cista che si interessi solo al proprio strumento non sia un vero musicista perché una conoscenza approfondita della musica la si ottiene conoscendo “tutta” la musica, ampliando i propri orizzonti e collaborando con diverse realtà musicali e quindi necessaria-mente con strumenti diversi, nessuno escluso”.

AG: “Le sue composizioni sono indi-rizzate soltanto a strumenti a plettro o ha scritto anche per altri organici?”

ALR: “Le mie composizioni sono soprattutto per chitarra o gruppi di chitarre, perché penso personalmente che si dovrebbe comporre principal-mente per uno strumento che si cono-sce bene. Però mi è capitato di scrivere, per lo più su commissione, anche qualcosa per flauto e chitarra, pianoforte, fi-sarmonica, quartetto d’archi, violino, orchestra d’arpe, computer e vari tipi di formazioni orchestrali”.

AG: “Parliamo un po’ del CD “Me-lodie di Rinascita”: un ottimo lavoro che dimostra la maturità che ha rag-giunto l’orchestra con la direzione della Prof.ssa Mazzonetto e che mette bene in risalto il valore dei singoli so-listi ma la sua composizione “Serena-ta per Salomè” lo rende straordinario.

Ci può dire (ammesso che sia possi-bile) com’è nata l’idea di inserire un violoncello e, sopratutto, immaginava, a priori, che il violoncel-lo avrebbe potuto creare un’atmosfera così emozionante?”

ALR: “Innanzitutto la ringrazio tan-tissimo dell’apprezzamento, e mi di-chiaro grato a Enrica Frasca, Maura Mazzonetto e a tutta l’orchestra per la riuscita del pezzo. Preciso inoltre che lo stesso mio brano è contenuto anche in un altro CD dell’Orchestra a Plet-tro di Breganze intitolato “Mandolini al chiaro di Luna - Serenate”. Ho sempre pensato che nell’Orche-stra a Plettro di Breganze, costituita principalmente da mandolini, mando-le, chitarre e un violoncello, quest’ul-timo, per la sua diversità sonora ri-spetto al resto degli strumenti e per le sue doti di “cantabilità”, fosse deci-samente sprecato e sminuito nel suo solito e unico ruolo di rinforzo delle note gravi. Ho quindi colto l’occa-sione appena possibile per far libra-re questo strumento al di sopra delle corde pizzicate, rivelando tutta la sua bellezza.Per quanto riguarda la “Serenata per Salomé”, la sua genesi è abbastan-za particolare. Questa musica è un arrangiamento di alcuni brani tratti dalla musica di scena per il dramma “Salomè” di Oscar Wilde, che avevo recentemente composto per la compa-gnia teatrale “La Zonta” di Thiene e che tuttora eseguo dal vivo durante la rappresentazione teatrale. Si tratta di

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Elenco delle composizioni800.000 (1996, rev. 2002) per tre chitarre,per quartetto d’archiIl Musicaedro (1997) per otto chitarreTarantella stregata (1997) per quattro chitarre o per orchestra a plettroEstensioni (1998) per flauto e chitarraFrammenti di natura (1998) per flauto e chitarra, per due chitarre, per flauto, pianoforte e contrabbassoSuite per un giorno di festa (1998)per chitarraAppunti di viaggio (1999) per quartetto d’archi

brani per sola chitarra a dieci corde, comprendenti tra l’altro anche struttu-re improvvisative. Mi è sembrato che alcuni di questi brani si prestassero ad essere arrangiati per l’orchestra a plettro, ma che fossero indispensabili anche due strumenti solisti: il violon-cello, proprio per le sue doti sonore ed espressive di cui dicevo prima, e la chitarra a 10 corde, che sinceramente avrei volentieri omesso ma, dato che la musica era nata per questo stru-mento, era impossibile ricreare certe trame sonore senza di lei.Sono sicuro che a rendere il brano, come lei dice, emozionante, più che il violoncello come strumento in sé, sia piuttosto la bravura della nostra violoncellista Enrica Frasca. Però spero sinceramente che il brano ab-bia un effetto analogo anche nella sua versione “mignon” per chitarra sola, nella versione per orchestra d’arpe, e anche nella nuova versione che ho fatto per il mio quartetto di chitarre VIVR”.

AG: “Ci parli un po’ della com-posizione: “Zugatoli de ‘na volta”. (“Zugàtoli de ‘na volta” sono stati in-cisi nel 2005 dall’Orchestra a Plettro di Breganze nel CD “Il mandolino a Vicenza e Padova” sotto la direzione di Maura Mazzonetto, per l’etichetta “Velut luna”)”.

ALR: “I “Zugàtoli de ‘na volta” (“Giocattoli di una volta”) sono stati composti nel 2005 per l’Orchestra a Plettro di Breganze e dedicati a Mau-ra Mazzonetto. Si tratta di quattro va-riazioni senza tema, ovvero di quattro brevi pezzi che si richiamano melodi-camente l’un l’altro. Ognuno è ispira-to ad un giocattolo risalente ai tempi dei nostri nonni; giocattoli artigiana-li, semplici e poveri, ma forse proprio per questo particolarmente amati dai bambini di allora.“El s’ciopo col stròpolo” (“Il fucile con il tappo”) è una breve musica a programma che narra la storia di un bambino che va a caccia di uccelli col suo giocattolo.“Carillon” è una tenue variazione

che rievoca un piccolo mondo antico. Fantasie di sogno sono create dal pic-colo strumento meccanico, che però ben presto perde la carica e gradual-mente si arresta, vanificando tutte le fantasie create.“La partìa a s’ciocheto” (“La partita a biglie”) è una vivace competizione tra bambini che suscita un vortice di entusiasmi, dispetti, delusioni e gioie tra i giocatori.La “Nina-nana par la bambola de pessa” (“Ninna nanna per la bambo-la di pezza”) è un canone a tre par-ti nel quale viene immaginata una bambina che canta amorevolmente per addormentare la sua bambola di stracci”.

AG: “E Le golose?”

ALR: “Il brano, per soprano e orche-stra, è basato su una spiritosa poesia di Guido Gozzano di inizio Novecento, che descrive i comportamenti di alcu-ne signore di fronte ai pasticcini. La musica, scritta nel 2009, ci trasporta in piena “belle époque”, ironizzando assieme a Gozzano e descrivendo con effetti sonori la scena evocata. Il bra-no è dedicato al soprano Annunziata Lia Lantieri”.

AG: “Tre ritratti”.

ALR: “I “Tre ritratti” sono stati com-posti originariamente per fisarmonica nel 2010 e dedicati a Luca Piovesan. Successivamente sono stati arrangiati per chitarra a 10 corde e orchestra a plettro. I tre brani sono ritratti sonori di tre grandi pittori del ‘900 e porta-no come titoli i nomi di tre opere dei rispettivi artisti.Il primo ritratto, “Do It Yourself” (“Fai da te”), è dedicato a Andy Warhol e si richiama ad una serie di dipinti che l’autore ha lasciato vo-lutamente incompiuti, ma nei quali fornisce anche delle indicazioni per il fruitore su come completare men-talmente l’opera. La musica, rispet-tando questa “apertura”, ha quindi una struttura aleatoria, nella quale cioè il direttore e il solista collegano,

improvvisando, le cellule che costitui-scono il brano, che può risultare quin-di molto diverso ad ogni esecuzione. Il secondo ritratto, “Crucifixion”, ha ispirato Francis Bacon ed è una cro-cefissione intesa al contrario, dato che è dedicato “a tutte le persone uccise o perseguitate dalla Chiesa”. La parte iniziale presenta una melo-dia di oscuro presagio “ingabbiata” all’interno di un arpeggio reiterato, suggerendo quelle strisce verticali che compaiono in molti ritratti di Bacon dei primi anni ‘50, in cui le figure ap-paiono quasi intermittenti, come cela-te dietro alle pieghe di un tendaggio semitrasparente. La seconda parte solleva finalmente il velo mostrando il dramma della crudele follia umana in tutta la sua lancinante durezza. Il breve epilogo finale fonde insieme le due atmosfere che prima erano sepa-rate. Il terzo ritratto, “Radiant Baby” (“Bimbo raggiante”) è un affettuoso omaggio al pittore Keith Haring, che sapeva nascondere messaggi seri die-tro ad una apparente spensieratezza esteriore. La musica gioca sulla conti-nua frammentazione ritmico-melodica di alcune idee di partenza, creando un energico effetto di spezzettamento la-birintico”. ** “Le golose” è stata incisa dal sopra-no Annunziata Lia Lantieri e dall’Or-chestra a Plettro di Breganze nel CD “Serenate - Mandolini al chiaro di luna” sotto la direzione di Maura Maz-zonetto, per l’etichetta “Velut luna”.

Surfacing Guitars (1999) per due chitarre15 Haiku (1999) per due chitarreCanzone e Danza (1999) per due chitarre3 Schizzi (1999) per due chitarre3 Visioni (1999) per due chitarreImprovviso (1999) per due chitarreQuella segreta lentezza (2001)per chitarra a dieci cordeper orchestra a plettroLa cenere delle rose (2003)per chitarra a dieci cordeper flauto, pianoforte e contrabbassoIl gran teatro del Babau (2004)per chitarra a dieci cordemutAzioni (2005) per chitarra a dieci cordeZugàtoli de ‘na volta (2005)per orchestra a plettro, per otto chitarre, per chitarra e quartetto d’archiLe golose (2009)per soprano e orchestra a plettroSalomé di Oscar Wilde (2009)per chitarra a dieci cordeSerenata per Salomé (2009)per violoncello, chitarra a dieci corde e orchestra a plettro, per orchestra d’arpe, per quattro chitarreTre ritratti (2011)per fisarmonica, per pianoforte, per chi-tarra a dieci corde, per chitarra a dieci corde e orchestra a plettroCOMPOSIZIONI PER LA DIDATTICA

Con la chitarra (2 volumi) metodo per chitarraL’altra chitarra 27 brani facili per chitarraL’isola delle tartarughe per tre chitarreImmagini di una metropoli per 6 chitarreAlea (Omaggio a Tom Johnson)per pianoforte a sei mani e tre dadiTre città invisibili per tre flautiRon-deux per due violiniTheatre Music per orchestra scolasticaDivertimento (s)concertante per orche-stra scolasticaImprovvisazioni per orchestra scolasticaProva d’orchestra per orchestra scolasticaSuonando suonando per orchestra sco-lastica

アルベルト・ラ・ロッカ - ギター奏者・作曲家

アルベルト・ラ・ロッカは、1967年ヴィチェンツァ近郊のティエネ生まれ。ヴェローナの

「F.E.ダル・アバコ」音楽院を卒業。ジャンカ

ルロ・ラード氏に師事。アンジェロ・ジラルディーノ、ルッジェーロ・キエーザ、レオ・ブラウアー、ミケーレ・カルガーロ各氏のマスタークラスに参加。また、メレディト・モンク、ロベルト・ダーニの音楽創造へのアプローチについての講習会に参加。

2001年 にアンドレア・ネレジ ー ニとの デュオ で 、彼 自 身 の 作 品 を 含 むCD「SURFACING GUITARS」を録音。2002年には、CD「Il Musicaedoro」を、2004年には、J.S.バッハ、D. スカルラッティの作品の入ったCDを録音。また、ブレガンツェ・マンドリンオーケストラとの共演で、ラ・ロッカ自身の作曲の3曲の入った「パドヴァとヴィチェンツァ間のマンドリン」というCDをリリースした。

音楽教育に力を入れており、「ギターと共に」という、ギターとピアノのための数々の音楽教育用楽曲の入った本を出版している。

インタビュー

アルテミジオ・ガヴィオーリ:今回、このインタビューを快くお受けくださったことを心より感謝いたします。新しい音楽を作り出すことについて語りたいのですが、それをどのように教育していったらよいのか教えてください。

アルベルト・ラ・ロッカ:実は、そして新しい音楽を作り出すことを学ぶ学校はいつの時代からもあったのです。私が思うのは、教師という立場は、様々な見方から、生徒が自分の可能性というものを発見するように、開花させていく重要な役割を担っていると思うのです。私自身、新しい音楽を創造し、それに関係する音楽学、音楽分析学、教育法の研究、音楽の一般化などに力を注ぎ始めるまでは、音楽家として確立したといえませんでした。

アルテミジオ: あなたは、デュオからオーケストラまで様々な形式の演奏をされてきましたが、一番満足の得られたのはどの形式でしたか。

アルベルト: 私にとって一番のお気に入りの形式、というのはありません。形式というものを超えたところにもっと大事なものがあると思います。それは、グループを構成する人たちです。ですから、大きなグループより小さめのグループで演奏する方が、コミュニケーションが取りやすいので好きです。また、知っている人、共通の好みや関心を持っている人だとやりやすいですね。

アルテミジオ: ギターだけの小さなグループというのはどう思われますか。

アルベルト: 8人のギタリストで構成されている「ムジカエドロ」というグループと長年共演してきました。レパートリーが豊富で、興味深い。あ、もちろんすべて現代音楽ですよ。彼らはレパートリーの豊富さを誇りとしており、刺激的なグループです。これより大きなグル

ープにはあまり興味を持ったことがありません。

アルテミジオ:1994年に、「楽器で創造教育」という題の卒業論文でボローニャ大学を卒業されていますが、その論文は、何について書かれているのか教えてくださいますか。

アルベルト:演奏解釈だけで、新しい音楽を作り出すことを教えない、という内容の古い文章を現代風に書き直したものです。この論文の後、私の本

「ギターと共に」の草稿を始めました。この本には、即興、作曲、アレンジの仕方、音楽の聴き方、音楽と他の分野の芸術との比較の仕方なども書かれています。なぜならそれらはすべて初心者のうちから始めないといけないからです。

アルテミジオ: マンドリンオーケストラについてお聞きしますが、もう時代遅れになってきているとは思いませんか。これからも続けていく意味があると思われますか。

アルベルト: マンドリンオーケストラは、以前に比べて数が少なくなって来ていますが、団員の方々は皆、活気があり、楽しく演奏されています。また、オーケストラの団員には、何年もいられるベテランの方々と同じく、本当に若い方々もたくさんいます。この現状を見ておわかりのように、もちろん続けていくべきだと思いますよ。

アルテミジオ: あなたの曲はすべてギター、マンドリンの曲がほとんどですが、他の楽器のためにも書かれたことがおありですか。

アルベルト: 私の曲はギターとギターグループのために書かれた曲がほとんどです。自分のよく知る楽器のために作曲するのが基本だとおもっていますから。でも、依頼で、フルートとギター、ピアノ、アコーディオン、弦楽四重奏、バイオリン、ハープ、オーケストラ、コンピューター音楽、そして様々な形式のグループのために作曲したこともあります。

アルテミジオ: あなたのCD「復活のメロディー」について話しましょう。すべてが実にすばらしかったけれども、あなたの作曲した「サロメのためのセレナーデ」が特に素晴らしい。チェロの演奏がとても雰囲気を出していて、感情溢れる曲ですね。チェロによってこのような雰囲気がかもし出されるとお分かりだったのですか。このチェロを取り入れるアイデアはどのようにして浮かんだのですか。

アルベルト: まずは、お気に入り下さり、ありがとうございます。「サロメのためのセレナーデ」は、オスカー・ワイルドの戯曲「サロメ」のために書いた曲をマンドリンオーケストラのために編曲したものです。この曲の表現として、あなたのおっしゃる感情的、という表現がぴったりだと思います。チェロという楽器自体よりも、チェリスト、エンリカ・フラスカさんの演奏が素晴らしいからですよ。

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Mandolini a VeneziaFestival Nazionale della Musica a Plettro

17 - 21 ottobre 2012

Il Consiglio Direttivo della Federazione Mandolinistica Italiana sta elaborando un progetto per la realizzazione in Venezia di un festival del mandolino e della musica a plettro con lo scopo di far conoscere e riapprezzare il mandolino, strumento tipicamente

italiano che, in passato, ha avuto periodi di grande popolarità. Sono previsti eventi di vario genere fra i quali:

Ca’ Vendramin Calergi - Spazio Eventi. Presentazione del libro di Fedele Depalma: “O re degli stromiente” con intermezzi musicali eseguiti

al colascione da Mauro Squillante

Ca’ Rezzonico: “Il Giappone - lo tsunami un anno dopo” Serata commemorativa caratterizzata dall’esecuzione di musiche originali giapponesi e lettura di

poesie giapponesi sul terremoto e tsunami con la partecipazione dell’ Orchestra “Gino Neri” di Ferrara e di Yuko Ito – pianoforte, Miki Nishiyama - mandolino, Yuko Fujikura – mandolino

Ateneo Veneto - “IMPROVVISAZIONI JAZZ di Arrigo Cappelletti (pianoforte) su temi eseguiti al mandolino (Tiziano Palladiino)

Chiesa di San Lio - I Maestri Del Conservatorio G. Verdi - MilanoLydia Cevidalli, violino. Ugo Orlandi, mandolino, Christian Bellisario, violoncello

Chiesa di San Stae - Israeli Plectrum Orchestra (dir. Moti Shmit)orchestra giovanile della città di Rosh Ha’ayin formata da mandolini ed altri strumenti a plettro.

Ha nel suo repertorio brani classici e musiche tradizionali

Teatro dei Frari - Duo Zaplitnii Radu (fisarm.) e Violeta (mandolino, cobsa e voce). La musica moldava sentita come un percorso di precisi logaritmi armonici, di melodie intersecate... A CURA DELL’ISTITUO ROMENO DI CULTURA E RICERCHE UMANISTICHE – VENEZIA

Chiesa di San Vidal - “Gli interpreti Veneziani”con l’esecuzione del Concerto in Sol Maggiore di Antonio Vivaldi per due mandolini, archi e cembalo

Parteciperanno, inoltre alcune orchestre a plettro italiane fra le quali: l’Orchestra Senese “Alberto Bocci”, l’Orchestra a plettro di Breganze, l’Orchestra “Il Plettro” di Gardone Valo Trompia ecc.

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L’Orchestra Amici del Mandolino propone in concerto due pilastri della musica italiana: le arie per te-nore e soprano ed il suono delicato e a volte struggente del mandolino.

La nostra formazione riprende la tradizione tutta italiana della pratica musicale degli strumenti a plettro.Con grande passione e professio-nalità gli Amici del Mandolino af-frontano un repertorio vasto e con la presenza della voce tenorile e di soprano, recuperano le arie d’opera, la canzone napoletana dell “800 e del primo “900.

Sul fronte strumentale sono vari i generi che vengono accostati: la trascrizione di musica classica, il barocco, il periodo galante, i balla-bili (valzer, polke, mazurche, tan-ghi, tarantelle, ecc.), il ragtime, la musica sudamericana e brani origi-nali per strumenti a plettro del pe-riodo aureo del mandolino, a caval-lo dei secoli XIX e XX e musiche di recente ricerca che evidenziano maggiormente le caratteristiche tecniche ed espressive dei vari stru-menti ed il virtuosismo dei solisti.

Per poter meglio comprendere il

ruolo che i circoli e le associazioni mandolinistiche avevano nel mondo musicale riportiamo il testo di una lettera di Giuseppe Verdi datata 19 Febbraio 1888 che da Genova scri-ve ad Antonio Monzino presidente della Società dei Mandolinisti:“Ho ricevuto il grazioso e bel di-ploma che alla Società dei Man-dolinisti è piaciuto inviarmi confe-rendomi il titolo di socio onorario. Ringrazio lei Sig. Presidente, e la prego di ringraziare a mio nome la Società, augurandole prospera e lunga esistenza. Ho l’onore di dirmi dev. G. Verdi”

Orchestra a plettro “Amici del Mandolino” - MilanoDirettore artistico: Vittorio Naldi

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Il concerto di Capo-danno dell’Orche-stra a plettro “Gino Neri”, giunto al tren-taduesimo anno con-secutivo, rappresenta

oramai l’omaggio artisticamen-te più gradito e atteso da parte dell’Amministrazione del Co-mune di Ferrara offerto alla pro-pria cittadinanza.Presso la splendida corni-ce del Teatro Comunale anche quest’anno non è mancato un ricco intrattenimento da parte della consueta formazione man-dolinistica dando la possibilità di ascoltare brani acclamati trat-ti dal repertorio classico e mo-

derno con eccellenti solisti ap-partenenti alla migliore realtà musicale ferrarese e, negli anni passati, spesso internazionale. Dopo i consueti saluti ed auguri da parte del Presidente dell’Or-

capacità dinamiche ed eloquenti non risparmiando niente a nes-suno strumento.

Novità di quest’anno, l’inseri-mento straordinario e per la pri-ma volta del sassofono, suonato dalla figlia del Maestro Fabbri, Isabella, 23enne diplomata al Conservatorio “G.Frescobaldi” della nostra città sotto la gui-da di Marco Gerboni e laurean-da in Musicologia presso l’Uni-versità di Cremona; iniziativa già attuata in passato in quanto l’Orchestra ha ospitato valen-ti musicisti “estranei” per così dire ai plettri, quali il violino, il pianoforte, l’oboe, il flauto ba-

rocco, corali e cantanti solisti ri-scuotendo favorevole consenso da parte del pubblico, riuscen-do a fondere il gusto estetico dell’inedito con la tradizione centenaria.

Concerto di Capodanno dell’Orchestra a Plettro “Gino Neri”

Teatro Comunale di Ferrara, 1° gennaio 2012di Edoardo Farina

chestra Prof. Florio Ghinel-li, del Vice Sindaco e assessore alla cultura Dr. Massimo Mai-sto, del Presidente della Fede-razione Mandolinistica Italia-na Dr. Artemisio Gavioli infine i ringraziamenti del Presiden-te dell’ADO (Assistenza Do-miciliare Oncologica) Daniela Furiani, (il cui ricavato dell’in-gresso del biglietto è stato de-voluto insieme ad un contributo dell’Avis provinciale), sul po-dio è ritornato il Maestro Gior-gio Fabbri, già direttore della “Gino Neri” sino all’anno 2000, quando per altri impegni pro-fessionali cedette la bacchetta al Maestro Stefano Squarzina.

Per l’occasione odierna ha di-retto opere note e meno cono-sciute, ma sempre comprese tra pagine di grande interesse e qualità dove l’organico orche-strale viene posto nelle dovute

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Il repertorio si è incentrato in un omaggio ai grandi maestri d’Italia, d’Europa, dell’America del Nord e del Sud, pagine mu-sicali più classiche nella prima parte e prevalentemente in sti-le contemporaneo nella secon-da, dando spazio soprattutto al tema della melodia attingendo dalla produzione di importan-ti autori collocati tra Ottocento e i giorni nostri, unica eccezio-ne il brano iniziale di Giovanni Paisiello di Scuola Napoletana, con la frizzante e divertente Ou-verture (o Sinfonia avanti l’ope-ra) tratta da “Nina, o sia la paz-za per amore” scritta nel 1795. A seguire Richard Wagner con “Corteggio Nuziale”, tratto dal “Lohengrin”, il celebre “Inter-mezzo” della “Cavalleria Rusti-cana” di Pietro Mascagni, tema assai commovente che sa giun-gere diritto al centro delle emo-zioni, quindi il pittoresco “In un mercato persiano” del rinoma-to Albert William Ketelbey, bra-no assai descrittivo impronta-to all’esotismo orientale, da cui erano affascinati i composito-ri europei del Secolo Romanti-co. Modi molto diversi, quin-di, di comporre linee melodiche: uno semplice, diretto, bensì im-mediato e incisivo caratteriz-zante gli artisti italiani; l’altro complesso ed elaborato ma allo stesso tempo intenso e coinvol-gente secondo gli stilemi anglo-sassoni.

La conclusione del primo tem-po è stata affidata ai virtuosi-smi caratteristici di Astor Pan-taleòn Piazzolla, (Mar del Plata, 11 marzo 1921 – Buenos Aires, 4 luglio 1992) il più importan-te musicista argentino, di cui quest’anno ricorre il ventennale della scomparsa, noto a tutti per i celeberrimi tanghi interpretati al bandoneòn, sostituito dal sas-sofono contralto di Isabella Fab-bri: in prima esecuzione assolu-ta della “Gino Neri” ne abbiamo

ascoltato “La muerte dell’An-gel” , “Oblivion” e il famosissimo “Libertango”.La seconda par-te del programma si è aperta con un brano eseguito so-lamente dall’En-semble da Camera della “Gino Neri”; nata per proporre il repertorio pre-valentemente da camera laddove la formazione inte-ra non risulta es-sere adatta, ha en-tusiasmato nella folkloristica ”Su-ite Mexicana” di Eduardo Angulo, (Puebla, México 1954 – viv.) com-

Giorgio Fabbri - Direttore della “Gino Neri”

posizione originale per orche-stra a plettro, felicemente con-taminata da pittoreschi spunti tematici e motivi tratti dalle ter-re dell’America centrale, tra cui il popolare Cielito lindo. A distanza di un solo mese dalla sua fondazione, il gruppo, costi-tuito da circa una ventina di ele-menti si e’ distinto al “Concorso Internazionale Giacomo Sar-tori” di Ala di Trento, ottenen-do il II° premio; nell’edizione successiva del 1999 diretti dal-lo stesso Maestro Giorgio Fab-bri, ha ottenuto il I° premio as-soluto, sino alla fortunatissima tournée in Giappone nell’agosto del 2004.

Ma è con le note di Ennio Mor-ricone, sicuramente il massimo compositore italiano vivente e ancor oggi attivo nonostante i suoi 83 anni, che siamo davvero entrati nel pieno dell’orchestra ascoltando i temi dai film “La leggenda del pianista sull’oce-ano”, dalla musicalità struggen-te e profonda sulle meravigliose note solistiche iniziali dell’arpa

di Chiara Conato, poi in “Ga-briel’s Oboe – The Mission” per portarci nel far west di Ser-gio Leone con “Il buono, il brut-to e il cattivo”, intonati sempre dal sax ma questa volta sopra-no. Con l’ultimo brano, tecnicamen-te assai difficile e complesso, si è reso omaggio ad un altro gran-de musicista, le cui centinaia di song vengono eseguite quo-tidianamente in tutto il mondo: George Gershwin di cui ricor-re nel 2012 il 75° della scom-parsa (avvenuta nel 1937 a soli 39 anni), con la suggestiva Su-ite da “Porgy and Bess” qui nel-la versione breve di Ino Savini. Al centro della partitura un gio-iello indimenticabile, la celebre Summertine, una delle melodie più belle di tutti i tempi, tratta dall’opera composta nel 1935 basata sul romanzo di Heyward Porgy e sull’omonimo lavo-ro teatrale che egli scrisse con la moglie Dorothy, ove descri-ve la vita degli schiavi afroa-mericani nell’immaginaria stra-da di Catfish Row a Charleston,

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Concerto di Capodannoマンドリン・オーケストラ「ジーノ・ネーリ」のニューイヤー・コンサート

2012年1月1日、フェッラーラの市民劇場にて

マンドリン・オーケストラ「ジーノ・ネーリ」のニューイヤー・コンサートは今回ですでに32回目になるが、お膝元のフェッラーラ市から、歓迎され、心待ちにされている芸術的行事といえよう。

South Carolina all’inizio degli anni trenta. Fuori programma ancora con un tema da film, il famoso “Walzer del commiato” di Nino Rota, nella trascrizione di Stefano Squarzina, finale del film “Il Gattopardo “ di Luchino Visconti, correva l’anno 1963…

Lodevole la partecipazione ec-cezionale di quattro esecuto-ri provenienti dall’Orchestra a plettro “Tita Marzuttini” di Udi-ne ospiti in supporto ad alcune sezioni; sostenendo spostamenti e prove serali sino a tarda ora, si sono associati nella comune pas-sione sia dei musicisti ravenna-ti, presenti nel sodalizio da oltre dieci anni che, da poco tempo, persino dei fiorentini…ovvero quando l’impeto per la musica non ha né limiti né confini unen-do tutti in un unico grande lin-guaggio comune, nella bellez-za di esserci per una grandiosa giornata di festa.

Splendido concerto, con fina-le a sorpresa per via dell’as-sai divertente iniziativa da par-te di Fabbri di fare cantare la platea numerosa dividendola in due diversi gruppi vocali dopo aver insegnato loro quattro note differenti sia da una parte che dall’altra, creando in tal modo una facile melodia polifonica in supporto di un improvvisato ma funzionale accompagnamento strumentale. Pubblico entusiasta anche se purtroppo assai impre-parato ed inesperto nei confron-ti della “classica”: dall’applau-so spesso fuori luogo, sono stati davvero imperdonabili non solo i continui colpi di tosse irrefre-nabili anche durante i “pianis-simi”, ma peggio ancora i fasti-diosi trilli dei telefoni cellulari mai spenti, costringendo il Ma-estro addirittura a fermare l’Or-chestra durante l’esecuzione. L’eccellente interpretazione di Isabella Fabbri, figlia d’arte e giovane promessa dall’espres-

sività sorprendente, ha dato davvero il meglio sapendo-ci regalare momenti di maesto-so coinvolgimento per via del modo di porsi nei confronti del proprio strumento in maniera assolutamente naturale; dota-ta di un suono formidabile dalla leggerezza e grande cantabilità, piace assai il modo di comuni-care il “tactus” ponendosi sem-pre al centro di un contesto di-namico – evolutivo, come se ne tracciasse continuamente passi di danza…

今年は、マエストロのファッブリ氏のお嬢さんである、イザベラさん(23歳)が初めて登場し、サックスを演奏した。イザベラさんは、ここフェッラーラのフレスコバルディ音楽院を卒業している。

演奏曲目は、ジョヴァンニ・パイジエッロの序曲、リヒャルト・ワーグナーの「ローエングリン」から「結婚行進曲」、ピエトロ・マスカーニの「カヴァレリア・ルスティカーナ」から「間奏曲」、アルバート・ウィリアム・ケテルビーの「ペルシャの市場にて」、アストル・ピアソラの「天使の師」と「オブリビオン」と「リベルタンゴ」、エドゥアルド・アングーロの「メキシコ組曲」、エンニオ・モリコーネの映画音楽から「海の上のピアニスト」、「ミッション」より「ガブリエルのオーボエ」、「続・夕日のガンマン」最後にジョージ・ガーシュインの「ポーギーとベス」が演奏された。アンコール曲として、1963年のルキーノ・ヴィスコンティの「山猫」よりニーノ・ロータ作曲の「別れのワルツ」がステファノ・スクアルツィーナ編曲で演奏された。

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Here is some music I wrote. Please consider it as a little Christmas pre-sent, and please pass it on to other mandolin orchestras. The music is for a standard orchestration, but the cello and percussion parts are nice if they are available. Happy Christmas and a good start to the New Year- Very best regards Keith

Cari amiciVi invio questa mia composizio-ne. Consideratela come un pic-colo regalo di Natale e, se volete, passatela anche ad altre orchestre. L’orchestrazione è standard ma le percussioni ed il mandoloncello ci stanno molto bene se disponibili.I più cordiali salutiKeith

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Protagonista il mandolino!Rassegna di musica a plettro Modena 4/8 Ottobre - 2° edizione

Il Soprano Yumi Anryu e l’Ensemble Mandolinistico Estense

Nella splendida cornice del Teatro del-la Fondazione del Collegio San Carlo, sabato 8 ottobre 2011, si è conclusa, con il brillante concerto dell’Accade-mia Mandolinistica Italiana, l’inizia-tiva recentemente organizzata a Mo-dena sotto la direzione artistica del M° Roberto Palumbo, con l’intento di valorizzare l’arte mandolinistica nel-la duplice dimensione della didattica dello strumento e dell’esecuzione di pagine musicali composte apposita-mente per questo ambito strumentale. ‘Protagonista il Mandolino’, giunto alla seconda edizione, ha offerto al pubblico una rara occasione per ap-prezzare la molteplicità espressiva di questo strumento, dall’impegnativa veste solistica all’ambito cameristi-co e orchestrale, dalle rare e raffinate pagine settecentesche, alle armonie

sognanti e agli slanci virtuosistici di primo Novecento, passando per un omaggio alla canzone classica napo-letana, fino ad uno squarcio sulla mu-sica contemporanea scritta per questo strumento. Anche quest’anno l’appuntamento si è rivelato un gradito momento di incon-tro tra maestri, concertisti e studiosi e di approfondimento di temi di ricerca intorno al mandolino. In occasione

della manifestazione sono state inoltre organizzate due esposizioni: una mo-stra di strumenti d’epoca e di nuova costruzione forniti da importanti bot-teghe liutaie modenesi, quella di Lo-renzo Frignani e di Federico Falaschi, come anche quelle dei F.lli Lodi di Carpi e di Carlo Mazzaccara di Napo-li, e una mostra dedicata all’arte figu-rativa di Vincenzo Policarpo, il quale ha riproposto un personale omaggio a questo piccolo strumento con nuove tele, in cui le linee morbide ed i colori brillanti esprimono l’essenza vibrante del suono. L’iniziativa, promossa dall’Ensemble Mandolinistico Estense col patrocinio del Comune di Modena, ha conferma-to la capacità di creare un’atmosfera di appassionata condivisione artistica fra gli allievi ed i maestri intervenuti,

conquistando l’interesse e l’entusia-smo del pubblico intervenuto nume-roso. La manifestazione sancisce la ripresa e la continuazione dell’im-portante tradizione musicale degli strumenti a pizzico e a plettro, viva a Modena durante tutto il Novecento e riconosciuta anche a livello nazionale, grazie all’opera di personalità quali Romolo Ferrari e Primo Silvestri.Il ricco programma ha visto alter-

narsi diversi appuntamenti (concerti, master class, con-ferenze sul restauro degli strumenti) accolti in sale e importanti luoghi della mu-sica del centro storico citta-dino.Martedì 4 ottobre hanno avuto inizio presso l’Istituto Superiore di Studi Musicali “Vecchi-Tonelli” la master class di mandolino del M° Mauro Squillante ed il laboratorio di orchestra a plettro del M° Leonardo Lospalluti, alle quali hanno partecipato gli orche-strali dell’Ensemble Mandolinistico Estense e gli ospiti delle accademie mandolinistiche napoletana, pugliese e molisana, vale a dire le quattro realtà che concorrono alla realizzazione del progetto di costruzione di una impor-tante orchestra di carattere nazionale,

appunto l’Accademia Mandolinistica Italiana.Le master class sono proseguite fino al giorno 7 ottobre, arricchendosi di un particolare momento di riflessione sul restauro dei mandolini con l’inte-ressante conferenza tenuta mercoledì 5 ottobre dal giovane liutaio milane-se Jacopo Uberti, il quale, formatosi presso la bottega Gabrielli di Milano e attualmente collaboratore di Loren-

マンドリンが主役!10月4-8日 第二回モデナ・マンドリン音楽祭

「マンドリンが主役」マンドリン音楽祭は今年で第二回目を迎えた。ロベルト・パルンボ芸術監督によって、700年代から900年代初頭までの幅広い音楽を、ソロ、そしてオーケストラによって、マンドリンの珍しいレパートリーを披露した。ナポリ民謡から、そしてマンドリンのために書かれた現代音楽まで様々な音楽を聴かせてくれた。

次の二つの展示会も行われた。1)マンドリン製作者による作品の展示• モデナのロレンツォ・フリニャーニとフェデリコ・ファラスキ• カルピのロディ兄弟• ナポリのカルロ・マッザカッラ

2)ヴィンチェンツォ・ポリカルポによる、柔らかな曲線、鮮やかな色彩によって音の振動を表現するフィグラティブ・アートの展覧会が行われた。

今回の音楽祭で最も重要だったのは、マエストロ・スクイランテによるJ .S .バッハのチェロ組曲BWV1007、キュウラフィデスとカラーチェのオリジナル曲、そして最後に演奏されたバッハのチェロソナタBWV1001のマンドリンとマンドロンチェロのソロ演奏であった。

コンサートの締めくくりは、イタリア・マンドリン・アカデミーの音楽家たちがレオナルド・ロスパッルーティ指揮で、ドメニコ・カウディオーゾ、チャールス・アヴィソン、ジョアッキーノ・ロッシーニ、ジュゼッペ・シルヴェストリ、ラッファエッレ・カラーチェ、そしてモデナ出身のプリモ・シルヴェストリ等の曲を演奏した。

L’Accademia Mandolinistica Italiana diretta dal Maestro Leonardo Lospalluti

zo Frignani, è riuscito a coinvolgere il pubblico in un dibattito con gli specia-listi del settore.Il giorno successivo, giovedì 6 ot-tobre, il M° Squillante ha eseguito presso l’Auditorium dell’Istituto, a conclusione della giornata, un affa-scinante concerto solistico di mando-lino e mandoloncello, proponendo un percorso che partendo dalla suite per violoncello di Bach BWV 1007 e pas-sando per impegnative composizioni originali di autori quali Kioulaphides e Calace, si è concluso circolarmente con l’esecuzione della sonata di Bach BWV 1001, a sottolineare l’immorta-lità delle opere di questo autore, punto di arrivo e di partenza di ogni musi-cista.Il concerto di venerdì 7 ottobre ha of-ferto vari ed interessanti squarci dei differenti repertori, dal barocco al contemporaneo: il M° Roberto Palum-bo ha accompagnato con il suo man-dolino la bella voce del soprano giap-ponese Yumi Anryu in arie del ‘700, quelle di Mozart e di autori di opere dell’epoca (J.S. Rudolph. A.E.M. Grétry, E.R. Duni, inframmezzate dal-le variazioni scritte dal mandolinista Pietro Denis), culminate nell’aria del-la Juditha Triumphans di Vivaldi, con il sottofondo di “pizzicati” dell’En-semble Mandolinistico Estese.Una breve ma intensa finestra sul re-pertorio romantico è stata aperta da Tiziano Palladino, che ha regalato

al pubblico una superba esecuzione dell’Impromptu di Giuseppe Pettine. Il concerto si è concluso con la bril-lante esecuzione del Trio di Henze Carillon, Récitatif, Masque per man-dolino (Roberto Palumbo), chitarra (Enzo Crotti) e arpa (Elisa Netzer).Il concerto conclusivo, che come già detto si è tenuto sabato 8 ottobre pres-so il Teatro della Fondazione del Col-legio San Carlo, ha avuto come pro-tagonisti i musicisti dell’Accademia Mandolinistica Italiana, guidati dal M° Leonardo Lospalluti. L’esecuzio-ne ha messo in evidenza le particolari sonorità timbriche e le diverse anime dello strumento offrendo l’oppor-tunità di ascoltare pagine scelte dal repertorio del Settecento e del primo Novecento, con brani di Domenico Caudioso, Charles Avison, Gioacchi-no Rossini, Giuseppe Silvestri, Raffa-ele Calace e del modenese Primo Sil-vestri, al quale è stato reso un sentito omaggio in musica, sulle note della Tarantella vaga. L’entusiasmo del pubblico ha solle-citato il soprano Yumi Anryu, ospite della serata, a partecipare al “bis” ri-petendo con l’orchestra l’intensa in-terpretazione dell’aria della Juditha di Vivaldi.L’iniziativa, organizzata da una pic-cola associazione, ha saputo offrire un programma ricco e di elevata qua-lità, coinvolgendo le energie di realtà locali e nazionali.

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Camilla Finardi e “Le Gentil Dame”

Biografia Inizia a 6 anni lo studio della chitarra con Sergio Lodi; si perfeziona succes-sivamente con Aldo Pini e Lino Binda. Allo studio della chitarra affianca pre-sto quello del mandolino. Si è diplo-mata in mandolino con il massimo dei voti sotto la guida di Ugo Orlandi al Conservatorio “G.Verdi” di Milano, dove ora sta conseguendo il biennio di secondo livello in mandolino. È laure-anda in Musicologia. Ha collaborato da solista con la Fondazione Arena di Verona, con il Teatro Regio di Parma, con il Teatro Verdi di Trieste e con la Seoul Philharmonic Orchestra diret-ta da M.W.Chung. Fa parte di numerose formazioni, fra cui l’Orchestra di mandolini e chitar-re “Città di Brescia”, con cui ha inci-so vari dischi da solista (“Mandolins of Stradivari”; “Simone Salvetti Ope-re scelte”; “Circolo mandolinistico italiano - Lombardia, Vol. II-IV Ber-gamo”) per grandi case discografiche e con cui si è esibita in tutt’Italia, in tutt’Europa e negli Stati Uniti. Fa parte del Quartetto “Salvetti” ac-canto ad Ugo Orlandi, Andrea Baz-zoni e Luisella Conter; del Quartetto “Sterzati”, che ripropone musiche di autori cremonesi per strumenti a plettro; del Quartetto Braga–Binda–Bodini–Finardi, con cui ha inciso un disco, “Il vivace contrattempo”. Ha collaborato con I Solisti Veneti per l’incisione di un disco “On the Wings of Love”; si è esibita con questo presti-gioso organico al Teatro Olimpico di Vicenza. É ospite ogni anno dell’am-basciata brasiliana in Slovenia con il Trio Zenzero. Insegna mandolino e chitarra in diverse scuole fra cui “Scricciolo” (la Scuola Comunale di San Giovanni in Croce - CR) e la “So-cietà Estudiantina” di Casalmaggiore (CR). Si impegna costantemente per la diffusione dello strumento soprattutto fra i più giovani. Ha insegnato presso il Centro Musicale di Palermo, dove ha fondato il Duo “Le Gentil Dame” con la violoncellista Daniela Santa-maura con la quale è stata in tournée per tutta la Sicilia ed a Bergamo.

Intervista

Artemisio Gavioli“Innanzitutto la ringrazio per aver accettato di partecipare a questa con-versazione”.

Camilla Finardi“Grazie a Lei, mi sento lusingata!”

A. G.: “Ha cominciato a studiare la chitarra ed in seguito il mandolino con Sergio Lodi.Sergio Lodi – ho sentito spesso parla-re di lui senza mai poterlo conoscere. Chi è Sergio Lodi, ma sopratutto cosa

rappresenta per lei?”

C. F.: “Sergio è il mio primo maestro, un uomo incredibile! Gli sarò sempre grata. Per Piadena è una figura mol-to importante, sempre alla ricerca di attività culturali nuove, soprattut-to legate al mandolino, divulgatore di esso fra i più giovani, sostenitore convinto dell’importanza della musi-ca d’insieme e del canto nell’educa-zione dei bambini, amante della mu-sica ed appassionato esecutore. Ricordo che sentivo il bisogno di an

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dare da lui ogni giorno, per leggere musica nuova quotidianamente. Ab-biamo collaborato nell’insegnamento presso la Scuola Comunale di Piade-na per numerosi anni: ho sempre in-segnato sia a bambini sia ad adulti, proprio perché Sergio riteneva im-portante che io imparassi da subito a trasmettere le mie abilità. Sergio mi ha inserito nell’Orchestra “Città di Brescia” dove suono ormai da 12 anni; andavamo insieme alle prove due volte alla settimana ed ascoltava-mo sempre musica durante il tragitto in auto. Siamo molto affiatati sebbene abbia-mo talvolta pareri diversi, dato il no-stro carattere forte; lui dice sempre quello che pensa ed io apprezzo la sua schiettezza! È stato per me fondamentale in anni difficili, in cui non sapevo se avrei continuato la musica a causa di pro-blemi familiari, lo sport impegnativo, il liceo molto esigente... ora vorrei dedicargli più tempo, appena posso corro a casa sua, proprio come da bambina, suoniamo, parliamo di mu-sica...”

A. G.: “Ha cominciato con la chitarra perchè poi è passata al mandolino?” C. F.: “Mia mamma mi regalò una chitarra per gioco all’età di 6 anni, quando conobbi Sergio. Nella Scuola di Musica Sergio inse-gnava anche mandolino.... probabil-mente vedendo gli altri che lo suo-navano ho imparato per imitazione dove si dovevano mettere le dita sul-la tastiera.... Così Sergio mi ricattò (andò proprio così, e menomale!) di-cendomi che se non avessi imparato anche il mandolino non mi avrebbe più fatto lezione di chitarra. E da lì fu il mio strumento preferito!”

A. G.: “Mi può dire che effetto fa en-trare in un teatro come il “Regio” di Parma e trovar posto col suo mando-lino in mezzo ad un’orchestra sinfo-nica?”

C. F.: “Quella fu la prima volta che

suonai un passo d’opera per il mio strumento in un Teatro... Fu un’emo-zione grande, la ricordo come se fos-se accaduta ieri... Eravamo in 4 col-leghi, dovevamo suonare proprio sul palcoscenico con costumi di scena! Non eravamo dunque in buca insie-me agli orchestrali... Oltretutto Verdi ha scritto per il mandolino una par-te, sebbene di accompagnamento ad un coro, abbastanza complessa; ero molto tesa! Inoltre il Regio di Parma è frequentato da un pubblico severo ed esigente... ma è un ambiente ma-gico!”

A. G.: “Si è esibita con l’orchestra dell’Arena di Verona nella manife-stazione “Verona Contemporanea” in un’opera di Franco Donatoni: Al-fred, Alfred (opera comica del 1995 con testo dell’autore). L’opera preve-deva parti originali per mandolino?”

C. F.: “Sì sì! Più che melodie erano effetti, idee, suggestioni quelle che Donatoni ha scritto per il mandoli-no”.

A. G.: “L’opera viene descritta come esilarante ma lei come si è trovata nel dover interpretare una composizione contemporanea?”

C. F.: “La musica di “Alfred Alfred” crea una tensione psicologica molto forte, un disagio interiore straziante, quasi una malattia dell’animo, nono-stante gli spettatori fossero sollecita-ti al riso nelle parti vocali recitative e nei momenti di danza. È sicura-mente stata un’esperienza utile sot-to vari punti di vista. Non sono fre-quenti purtroppo le occasioni dove è possibile ascoltare il mandolino in un’opera contemporanea, sebbene siano state scritte in passato pagine memorabili: si pensi a Schoenberg, Berg, Britten, Krenek e tanti altri...”

A. G.: “Un’altra cosa che mi ha colpi-to è la sua partecipazione alla stagione lirica e balletto del 2007-2008 presso il teatro Verdi di Trieste in una com-posizione di Kurt Weil: Die sieben

Todsünden (I sette peccati capitali), balletto con canto. Mi può dire breve-mente qual’è stato il suo ruolo?”

C. F.: “Fu molto divertente: arrivai a Trieste con molto strumenti, fra cui oltre al mandolino il banjo-mandolin e la chitarra. La musica di Kurtweill è ricchissima di suoni particolari, di tutte le eco della società che dipinge. Io avevo passi orchestrali con il ban-jo-mandolin ed il mandolino, mentre con la chitarra dovevo accompa-gnare da solista un quartetto di voci maschili. Il direttore Will Humburg era molto esigente, dovevamo creare un’atmosfera, (disse lui stesso) “ma-gica, soprattutto nei piani”.

A. G.: “Ha collaborato col gruppo padano di Piadena incidendo due brani in un loro CD. Può dirci, suc-cintamente, cos’è il Gruppo padano di Piadena?”

C. F.: “È un gruppo di amici appas-sionati di musica popolare originaria della nostra pianura padana: da più di quarant’anni organizza eventi con canti legati a particolari tematiche sociali, quali la donna, il lavoro, il razzismo, la libertà ecc.. è un’as-sociazione molto attiva (soprattutto grazie a Sergio Lodi) che si impegna a diffondere i canti della nostra terra avvalendosi non solo delle voci ma anche di strumenti quali la chitarra, la fisarmonica ed il mandolino”.

A. G.: “Cos’è il “Vivace Contrattem-po”? Contrattempo.... in senso musi-cale?”

C. F.: “Nel titolo del disco la paro-la “contrattempo” rimanda sia al significato che trova in musica, sia ironicamente alla copertina del di-sco: uno dei due chitarristi è alle prese con una ruota di una macchina d’epoca da cambiare!”

A. G.: “Si trova bene un mandolino con due chitarre?”

C. F.: “Grazie alle trascrizioni pret-

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tamente idiomatiche realizzate da Corrado Braga e Lino Binda, i chi-tarristi, abbiamo potuto variare la consueta funzione assegnata ai nostri strumenti, ossia: mandolino-melo-dia, chitarra-accompagnamento. Av-valendoci di due chitarre, possiamo creare un fitto dialogo, in cui il man-dolino spicca certamente per il suo-no caratteristico, ma non è solo uno strumento melodico: realizza anche riempimenti armonici con note lun-ghe tremolate, controcanti... Anche fra le due chitarre si creano giochi di imitazioni, scambi di ruolo fra melo-dia e riempimenti armonici”.

A. G.: “Un aggiornamento professio-nale che mi ha incuriosito è il corso che lei ha frequentato sulla psicologia della musica. Se le è possibile, può dirmi di che cosa si è trattato?”

C. F.: “In questo corso abbiamo ap-profondito il legame fra la musica e la psicologia grazie agli interventi di diverse figure professionali, fra cui un neurologo, un compositore, un musicologo, un virtuoso esecuto-re.... è stato molto interessante ed ho conosciuto persone da tutt’Italia che volevano approfondire queste temati-che”.

A. G.: “Cosa mi può dire dell’orche-stra Città di Brescia?”

C. F.: “È un’istituzione del mando-lino! Diretta da Claudio Mandonico ed Ugo Orlandi, composta da mu-sicisti dilettanti e professionisti ac-comunati dalla voglia di imparare sempre, umilmente ad ogni prova, è l’ambiente che più di tutti mi ha for-mato e fatta crescere musicalmente in questi anni. Ultimamente si è ar-ricchita di musicisti dell’Estudian-tina di Bergamo (ricostituita grazie a Pietro Ragni). L’Orchestra Città di Brescia è unica nei suoi progetti culturali: oltre ad esibirsi in concer-ti in Italia ed all’estero, si impegna costantemente in incisioni discogra-fiche e pubblicazioni che testimonia-no il livello di approfondimento e di ricerca raggiunto.

A. G.: “Cercando su internet ho tro-vato diversi brani del settecento suo-nati da Lei. (Voglio fare un accenno a quelli di Giovanbattista Gervasio e di Gabriele Leone in duo col violon-cello che mi sono sembrati veramen-te notevoli) La domanda è: il Sette-cento è un repertorio che preferisce o, al contrario, non vi sono repertori provilegiati?”

C. F.: “Sicuramente è un repertorio fondamentale per il mandolino, in cui vennero composti i concerti per mandolino ed archi. Amo molto que-sta musica, in quanto fu un periodo

di transizione dal barocco al galante, all’ “Empfindsamer” per dirla alla Johann Christian Bach. Gli interpre-ti, dopo aver capito una composizio-ne, sono liberi di sottolinearne certi aspetti piuttosto che altri, dandone una lettura sempre diversa, nei li-miti della correttezza filologica! La musica del Settecento presenta ele-menti virtuosistici per il mandolino, senza rinunciare alla semplicità, alla dolcezza, alla ricchezza armonica (spesso grazie all’eco napoletana), alla ricerca di un timbro adatto.... è ovvio che ciascuno di noi si sente più a suo agio con un repertorio piutto-sto che con altri. Non ho preferenze, amo il Settecento ma anche il periodo fra Otto e Novecento mi appassiona molto!”

A. G.: “Veniamo un po’ al trio brasi-liano, il trio Zenzero.Come è cominciata questa esperien-za?”

C. F.: “Suonavo già da piccola qualche “choro” con Sergio Lodi, eseguendo però l’accompagnamen-to alla chitarra... Finché nel primo anno all’Università di Musicologia a Cremona non conobbi alcuni amici, tuttora miei colleghi, che entusiasti di aver trovato finalmente una mandoli-nista con la passione per la “sauda-de” ed i ritmi sincopati brasiliani, mi chiesero di suonare con loro, così per gioco.... Ed il nome Trio “Zenzero” lo scelsi io proprio perché il cantante solista del gruppo utilizza questa ra-dice per curarsi! Da allora abbiamo fatto molti concerti nella nostra città di Cremona ed ogni anno siamo ospi-ti dell’Ambasciata del Brasile in Slo-venia”.

A. G.: “Cosa ne pensa della musica brasiliana? È d’accordo con chi af-ferma che i brasiliani sono i migliori mandolinisti?

C. F.: “La musica brasiliana è genia-le! L’armonia è così ricca di disso-nanze irrisolte, il ritmo è così coin-volgente, anche nei brani più lenti e

カミッラ・フィナルディ(マンドリン)

6歳よりセルジョ・ローディの指導のもとでギターを始める。その後、アルド・ピーニ、リーノ・ビンダに師事。ギターの勉強に伴い、マンドリンも早くから始めるようになる。ミラノ・ヴェルディ音楽院マンドリン科を、ウーゴ・オルランディの師事のもと、満点プラス称賛の成績で卒業。現在、同音楽院大学院マンドリン科に在籍しながら、音楽学も勉強している。ソリストとして、ヴェローナのアリーナ・ファンデーション、パルマの王立劇場、トリエステのヴェルディ劇場、チョン・ミョンフン指揮のソウル・フィルハーモニー管弦楽団と協演した。数多くのマンドリン・オーケストラと共演しているが、ブレッシャ市マンドリンオーケストラとは、「ストラディバリのマンドリン」「シモーネ・サルヴェッティ・オペラ選集」「イタリア・マンドリン同好会-ロンバルディア・第二~第四集・ベルガモ」のアルバムレコーディングにソリストとして参加。これらのアルバムは、イタリア、全ヨーロッパ、アメリカの有名レコード会社から発売されている。ウーゴ・オルランディ、アンドレア・バッツォーニ、ルイゼッラ・コンテルと共に、サルヴェッティ・マンドリン四重奏団など数多くのマンドリン四重奏団のメンバー。ステルツァーティ・マンドリン四重奏団では、クレモナ出身の作曲家のマンドリン音楽を中心に演奏しており、ブラガ・ビンダ・ボディーニ・フィナルディ・マンドリン四重奏団では、「ヴィヴァーチェ・コントラテンポ」のタイトルのアルバムを録音した。アルバム「オン・ザ・ウィングス・オブ・ラブ」録音のため共演した「ソリスティ・ヴェネティ」とは、ヴィチェンツァのオリンピア劇場で演奏している。また、ゼンゼロ・トリオのメンバーとして、毎年、スロバニアのブラジル大使より招待されている。クレモナの近郊のカザルマッジョーレの

「エストゥディアンティーナ」協会、同じくクレモナ近郊のサンジョバンニ・イン・クローチェ市立「スクリッチョーロ」音楽学校でマンドリンとギターの講師を務め、後進の指導にあたっている。パレルモの音楽センターでも講師を務めた。そこで知り合った、チェリスト、ダニエラ・サンタマウラとは、「レ・ジェンティル・ダメ」(優しい女性の意)というデュオを組み、全シチリア、そしてベルガモでコンサートツアーを行った。

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melanconici... è proprio l’espres-sione di uomini e donne che, nono-stante le difficoltà legate al lavoro, all’amore, sentono l’esigenza di parlarne con il sorriso, suonando, improvvisando, magari davanti ad un bicchiere e ad un cavaquinho. Io credo ci siano virtuosi in tutto il mondo!”

A. G.: “Parliamo un po’ della Sicilia: che esperienze ha vissuto?”

C. F.: “In Sicilia ho vissuto due anni e sono stati meravigliosi. Ho inse-gnato presso il Centro Musicale di Palermo diretto da Anna Maria Prin-zivalli sia lettura cantata sia mando-lino. Ho conosciuto la violoncellista Daniela Santamaura con cui abbia-mo creato un duo “Le Gentil Dame” che ripropone composizioni originali per mandolino e basso del Settecento, anche con copie di strumenti d’epo-ca. Abbiamo fatto una tournée per tutta la Sicilia, terra ricca di paesag-gi sconfinati dai colori cangianti! Ho conosciuto l’ensemble dei “Mandoli-nisti dei Nebrodi” che mi hanno ospi-tato calorosamente a Galati Mamer-tino, dove ho tenuto un corso presso l’Istituto Comprensivo del paese. Ho conosciuto persone eccezionali, come l’animatore di questo gruppo Calogero Emanuele. Ho presentato il mandolino in numerose scuole della città, suono ogni anno per l’Associa-zione Bellini di Messina e ho creato un’orchestra a plettro dei miei allie-vi. Sono molto soddisfatta di ciò che ho costruito, posso dire, da sola: ho

diffuso il mandolino con coraggio, la-sciando di stucco tutti quanti quando mi trovavo a dire “il mandolino nasce in Lombardia!”

A. G.: “Avrà sicuramente allievi: che metodo di insegnamento utilizza?”

C. F.: “La cosa più importante è dar loro stimoli da subito: dopo pochissi-me lezioni di base, faccio sempre suo-nare i miei allievi in gruppo per far capire loro l’importanza di ascoltare gli altri e di suonare insieme. Anche chi ha la parte più semplice deve sen-tirsi fondamentale per il gruppo, tutti si devono impegnare per l’esito fina-le. Scrivo e trascrivo parti per i miei allievi. Gli esercizi di tecnica ed il solfeggio sono fondamentali; io pre-ferisco non fare lezioni separate per queste discipline, ma veicolarle attra-verso brani mirati, in modo da non scoraggiare i più piccoli. Direi che funziona!”

A. G.: “Un’ultima domanda: com’è stata la sua trasferta in Corea ? Come viene vissuto il mandolino da quella parte del mondo?”

C. F.: “Sono innamorata di Seoul! È una città caotica ma allo stesso tem-po ordinata, c’è sempre luce anche la notte! Sono andata ad Ottobre con un amico ad eseguire la parte per mando-lino del balletto “Romeo e Giulietta” di Prokofiev con la Seoul Philharmo-nic Orchestra diretta da M.W.Chung al Seoul Arts Center. È stata un’emo-zione fortissima! Eravamo proprio in buca, in mezzo agli ottoni ed ai timpa-ni... la musica di Prokofiev ed il suo romanticismo appassionato non pote-vano non rimbombare dentro di noi! Il mandolino in Corea ha molta più risonanza che in Italia. C’è interesse verso il nostro strumento, c’è aper-tura, il mandolino non è (come pur-troppo accade da noi) associato solo alla cultura popolare o tradizionale, c’è curiosità verso un repertorio lon-tano ma colto ed affascinante, che ne rappresenta la storia. Lo Stato investe sulla formazione musicale dei bambi-ni già dall’infanzia!”

Questo mandolino è il frutto di tre anni di studio e di lavoro progettuale, aventi come unico obiettivo quello di rendere tale “strumento” degno di tale ap-pellativo. E’ a seguito di diver-se sollecitazioni e incitamenti, giunti anche da diverse parti d’Italia, che abbiamo intrapreso questo percorso che, partendo dall’idea originale dei Napoleta-ni fratelli Vinaccia, dai loro er-rori tecnologici e dai nostri studi di acustica applicata alle cavità a guscio, che oggi si può parla-re di una nuova era per lo “stru-mento musicale Mandolino” La strada percorsa non è stata quella che comunemente si adot-ta in “Liuteria Improvvisata” , quella amatoriale per intenderci, frutto di copie conformi o peg-gio di “innovazioni empiriche” , ma quella dello studio e della ricerca, in cui, valenti “mando-linisti professionisti” ci hanno fornito gli standard acustici da raggiungere (desiderabili) con questo nuovo progetto.I risultati ottenuti sono eccezio-

di Rocco Amendola

nali, lo “ strumento Mandolino “ dall’idea dei Vinaccia diventa oggi, grazie alla Liuteria Amen-dola Rocco, una realtà tangibile ed inconfutabile.Si potrà parlare male dell’este-tica, del gusto, di tutto ciò che è palesemente personale, ma sarà innegabile e oggettivamente di-mostrabile la : Potenza Acustica - Brillantezza - Risposta Acusti-ca su tutte le frequenze - Eleva-to Sustain - Tastiera Estesa ed altre possibilità lasciate al mu-sicista nella “personalizzazione acustica” dello strumento.

Si, se siete dei veri musicisti saprete anche che Paganini gra-diva una posizione particolare dell’anima nel suo violino, eb-bene anche sul nostro mando-lino il “vero musicista” potrà determinare, da solo o con il nostro aiuto, la completa perso-nalizzazione del timbro che più gradisce, grazie alle innovazioni da noi apportate allo strumento che, è opportuno chiarirlo fin d’ora, è realizzato completa-

mente in legno, sen-za carta al suo inter-no, senza viti o altri congegni metallici, ma soprattutto è ga-rantito a vita da qua-lunque cedimento del manico, presente sui mandolini di vec-chia concezione.

Senza peccare di presunzione oggi ab-biamo reso possibile il “sogno” dei Vinac-cia proiettandoli nel futuro di una nuova era del mandolino

Mandolino Amendola modello Positano

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Duo Radu-Violeta Zaplitni

Radu e VioletaUn duo nato in manie-ra naturale, in famiglia. Raddoppiando le idee e le forze, ci stiamo indi-rizzando verso un per-corso libero da qualsiasi

tipo di barriera. Stiamo suonan-do e cantando delle musiche di tutto il mondo, ma in particola-re ci fa piacere di proporre le so-norità alle quali teniamo molto, quelle delle nostre origini, della musica moldava, che presentia-mo al nostro pubblico nella sua versione originale e jazz. Jazz: un percorso di logaritmi armonici precisi, melodie inter-secate, sovrapposizione di piani sonori, sensazioni momentanee, chiave per aprire la mente, per guardare verso l’inconscio, ver-so la libertà.

Cobza

Strumento diffuso in Moldavia e Romania, utilizzato nell’ambi-to della musica folk. È uno tru-mento molto antico, appartenen-te alla famiglia del liuto, una evoluzione locale dell’oud turco e del barbat persiano. In gene-rale questo strumento è associa-to al nome di un musicista molto famoso di origine rumena: Bar-bu Lautaru (1780 - 1961). All’inizio del XX° secolo è co-minciato il suo declino . Oggi l’utilizzo della cobza è raro. Qualche formazione folclori-ca la sta ancora utilizzando, ma in realtà rimane un strumento di qualche vecchio nostalgico o di un giovane con il gusto per il passato considerato glorioso. Il Duo Radu-Violeta intende conservare il repertorio delle danze regionali e della musica tradizionale come ad esempio il KOLO, danza popolare dei Bal-

cani, in cui i figuranti si muo-vono in cerchio. (Si ricorda a questo proposito che “cultura” deriva da: colo: cerchio, tor: mo-vimento.Quindi muoversi in cerchio at-torno ad una cosa importante). Radu Zaplitni È nato a Chisinau (rep. Moldo-va) nel 1971 e si è diplomato in Fisarmonica presso la Scuola di Musica “E. Coca” oggi Liceul Ciprian Porumbescu di Chisinau (Moldova) nel 1988. Ha conse-guito anche il diploma in Danza Folcloristica presso l’“Acade-mia d’arte” di Chisinau (Moldo-va).Nel 1995 si è diplomato in Dire-zione di Coro e Pedagogia Musi-cale presso l’Accademia di Mu-sica “G. Dima” di Cluj Napoca.Nel 1989 è stato Assistente co-reografo di Danza Folcloristica presso il “Liceu d’arte” in Chi-

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sinau (Moldova).Nel Luglio 1991 ha partecipa-to in qualità di fisarmonicista al Festival di Folclore a Losanna (Svizzera), nel Settembre al Fe-stival Internazionale d’Arte in Johannesburg (Sud Africa).Medaglia d’oro nella sezione Coreografia. Medaglia di bronzo per la sezione Fisarmonica.Ha inciso:- CD di musiche del folclore rumeno con i cantanti: Mariana Deac, Aurel Tamas e Aurel Ci-ceuan,- CD di musiche veneziane “Una gondola va” con i cantanti della Cooperativa “Venezia e Musi-ca”.- CD “With friends” con brani di Standard Jazz e musiche di Astor Piazzolla e Richard Galliano. In collaborazione con Michela Quintavalle (clarinetto), Roberto Veronese (contrabbasso) e Ado-rian Lacatos (pianoforte).- CD di Musiche Veneziane e Napoletane in collaborazione con il tenore Alberto CollaVioleta Zaplitnii Nata a Cantemir (Moldova) nel1983, ha frequentato la Scuo-

la di Musica Liceul “Ciprian Po-rumbescu” di Chisinau (Moldo-va) e l’Accademia di musica “G. Muzicescu” di Chisinau (Mol-dova).Nel 2002, prima classificata nel-la categoria musica strumenta-le al concorso “Barbu Lautaru” Chisinau (Moldova).Dal 2003 al 2005 è stata inse-gnante di cobza e mandolino nella Scuola di Musica Liceul “Ciprian Porumbescu”.È stata insegnate di pianoforte, solfeggio e teoria musicale nella Scuola d’Arte a Gratiesti (Mol-dova)È stata solista di musica stru-mentale nell’Orchestra Telera-dio “Folklor”.Nel 2008: tour di concerti nel nord Italia in duo con Radu Za-plitnii, (pianoforte, cobza, man-dolino, voce, fisarmonica).

Duo Radu-Violetaデュオ 「ラドゥ&ヴィオレータ・

Natalia Marashova, vincitrice del 7° Concorso “Raffaele Calace”, ci ha comu-nicato la seguente notizia:Liebe Freunde! Unser Sohn Emil ist am 16. Januar geboren! Emil ist ganz gesund und süß und wir sind total glücklich! Viele liebe Grüße jetzt von uns drei,Natalia, Albert, Emil.Cari amici!Nostro figlio Emil è nato il 16 Gennaio! Emil è un bambino sano e molto affettuoso e noi siamo tanto felici! Tanti cari saluti da noi tre: Natalia, Albert, Emil

ザプリトニ」(アコーディオン、コブサ、マンドリン、歌)

ラドゥとヴィオレータ:家族の中で自然に生まれたデュオ。世界中の音楽を演奏し、歌っていますが、特に私たちの生まれ故郷であるモルダウの音楽の音色を大切にしています。モルダウ音楽のオリジナルヴァージョンとジャズヴァージョンの両方をお聴かせします。

コブサ:モルダウとルーマニアの楽器で、民族音楽によく使われる。とても古い楽器で、リュートの仲間。20世紀初めに衰え始めた。今日、コブサが使われることは稀である。

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L’ I.C. “Cosmè Tura”, che si propone da anni come un punto di riferimento per la valorizzazione del-le tradizioni musicali del territorio ferrarese, ritie-ne lo studio del mandoli-

no una pratica da mantenere e divul-gare poichè a Ferrara esiste dal 1898 l’orchestra a plettro “Gino Neri”. Nell’anno scolastico 2007/08 l’inse-gnante di musica Prof.ssa Elisabetta Vincenzi, della scuola secondaria di I grado di Barco, ha dato la possibi-lità agli allievi delle classi prime di scegliere, durante le ore curriculari di musica, tra flauto dolce e mando-lino. I ragazzi hanno risposto in maniera entusiasta scegliendo il mandolino, pertanto il direttore d’orchestra e insegnante di mandolino M° Olga Popadyuk da allora entra in classe, una volta la settimana, per affiancare l’insegnante di musica nell’imposta-zione dello studio dello strumento. Si è formato così un ensemble a plet-tro, con la collaborazione di inse-gnanti di altre materie, quali il Prof. Massimo Uccelli, la Prof.ssa Claudia Alberti e lo stesso Dirigente scola-stico Dott. Carlo Gennari, chitarristi amatoriali, appassionati di musica.L’ensemble ha partecipato a vari spettacoli, presso le scuole Prima-rie dell’Istituto e del territorio e nei Centri Sociali di Barco e di Pontela-goscuro, ed ha eseguito Concerti alle Sagre di S.Teresa a Pontelagoscuro, di S. Liberata a Francolino, a Cassa-na e al Teatro Comunale di Ferrara per la settimana nazionale della mu-sica. Ha suonato inoltre nelle chiese di Francolino e di S. Giorgio, a Fer-rara.Attualmente, con l’inserimento di strumenti a fiato è stato denomina-to “Piccola orchestra Musica Viva”. Collaborano anche il coro dell’Isti-tuto, costituito da allievi che vanno

Mandolino in classeIstituto Comprensivo “COSMÈ TURA” n° 6 - Pontelagoscuro (Fe)

dai 5 ai 13 anni, genitori, insegnanti e personale A.T.A.Il 17 aprile 2011, al Teatro Comunale di Ferrara, ha ricevuto il I premio al Concorso Nazionale “Lodovico Ago-stini” di Portomaggiore.

PROGETTO Finalità didattiche - Obiettivi• Educazione al suono e sviluppo del-la creatività musicale• Tecnica mandolinistica: postura e impostazione corretta, uso del plet-tro, tremolo ecc.• Pratica strumentale mandolinistica• Educazione alla musica “d’insie-me”

FINALITÀ FORMATIVE• Capire che il linguaggio musicale costituisce un mezzo espressivo di particolare importanza consentendo di sovrapporre simultaneamente di-verse melodie, e comprendere come è strutturato un organico orchestrale.• Avvicinare i giovani al sapere mu-sicale come mezzo attraverso il quale esprimere compiutamente le proprie potenzialità artistiche.• Sviluppare la coscienza del sé.• Potenziare il senso collaborativo nella realizzazione di un’attività.• Favorire la musica d’insieme, per

di Elisabetta Vincenzi

creare quel giusto ambiente di sen-sibilizzazione alla musica e di ap-prendimento che favorisce le azioni interpersonali, e porta a considerare la musica nelle sue valenze formati-ve, pedagogiche e sociali.• Consentire la creazione di dinami-che interpersonali che sviluppino la socialità e l’aggregazione dei giova-ni.• Gratificare proficuamente gli impe-gni sostenuti per mezzo di iniziative che esaltino i risultati ottenuti attra-verso attività di studio.

FINALITÀ COGNITIVE – CON-TENUTI• Lettura del testo musicale• Lettura intonata del testo musicale• Esecuzione “d’insieme” di brani or-chestrali tratti dal repertorio classico, tradizionale e moderno.• Realizzazione di momenti dimo-strativi (saggi, concerti) per mezzo dei quali dare prova dei risultati con-seguiti e ottenere una gratificazione estetica

Lo scopo fondamentale di questo progetto, infine è da individuare nel-la formazione sociale dell’individuo, poiché l’orchestra insegna al singolo la collaborazione per un fine comune.

Il Convegno Chitarristico di Modena, tenutosi sabato 29 ottobre 2011, ha raggiunto la ventiquattresima edizio-ne: un traguardo che costituisce mo-tivo di prestigio per la chitarra stessa e per la città di emiliana, svoltosi presso le sale del palazzo Coccapani-D’Aragona, di Corso Vittorio Ema-nuele II, nella stessa sede che aveva accolto nel 1933 il primo Convegno Chitarristico ideato da Romolo Ferra-ri, fautore della rinascita chitarristica italiana.La XXIV edizione sancisce l’indiscu-tibile successo raggiunto nel promuo-vere cultura musicale di elevata rino-manza, premiata dalla felice risposta del pubblico nei passati svolgimenti e dal rinnovato interessamento verso un preciso intento di diffondere una particolare forma di espressione arti-stica che spesso non riceve purtrop-po tutta l’attenzione che meriterebbe. Pregio fondamentale del Convegno fin dalla prima edizione, così come l’intelligente impostazione che lo ha sempre contraddistinto, è stato da un lato l’alta professionalità dei solisti in-vitati, chitarristi di comprovata fama mondiale con proposte di programmi altamente appetibili per una presenza eterogenea, dall’altro e nello stesso tempo, lo spazio alle assai interessanti conferenze storico didattiche, rivolte non necessariamente solo agli “addet-ti ai lavori”.L’appuntamento, realizzato in colla-borazione con l’Accademia Nazionale di Scienze Lettere e Arti, condotto da Simona Boni, dopo il saluto del Presi-dente Ferdinando Taddei, si è rivelato un’occasione per approfondire temi di ricerca intorno alla chitarra, ascoltare musica ed incontrare concertisti liutai e studiosi, riconfermando la tradizione riportata in auge nel 2009 come qua-lificato evento capace di coinvolgere numerosi collaboratori e una platea sempre più partecipe e propositiva.Il comitato scientifico, costituito da

MODENA - XXIV Convegno Chitarristico29 ottobre 2011di Edoardo Farina

Giuliano Balestra, la stessa Simo-na Boni, Giovanni Indulti, Vincenzo Pocci, Enrico Tagliavini, ha proget-tato la giornata affiancando interventi musicali a relazioni su temi di ricer-ca secondo un ordine cronologico, nell’obiettivo di approfondire e dif-fondere la conoscenza della “sei cor-de” nel suo svolgimento storico, dalle origini a oggi. Le relazioni e gli interventi musicali, a partire dalla mattinata, hanno traspor-tato i numerosi partecipanti verso la vihuela, attraverso le note del liutista Massimo Lonardi in “Comiença la musica para guitarra” utilizzando quello che è stato il liuto rinascimen-tale nella Spagna del ‘500, qui in una splendida copia costruita da Stefano Solari dalla filologia straordinaria; poi il liutaio Anna Radice ha presen-tato la conferenza “Ricostruzione di una chitarra a quattro ordini di cor-de del XVI secolo”, a seguire Eleo-nora Vulpiani con “La lyra-chitarra: storia ed immagini”, quindi Nico-letta Confalone in “Un angelo senza paradiso: la chitarra alla ricerca di Schubert”; per quanto concerne l’Ot-tocento di Scuola Napoletana, Fran-cesco Biraghi e il Classico Terzetto Italiano con Ubaldo Rosso e Carlo De Martini si sono rivelati estremamente precisi ed interessanti in “Ferdinan-do Carulli: nuove frontiere del re-pertorio cameristico ottocentesco con chitarra”. Ad apertura della seconda parte, nel pomeriggio abbiamo apprezzato la chitarrista Sara Gianfelici dal talento virtuosistico valido per una eccellente esecuzione de la “Cathedral” di Agu-stin Barríos nei “Paesaggi dell’anima tra Ottocento e Novecento”, quindi la relazione di Frédéric Zigante, con “Nuove scoperte sulla musica per chitarra di Heitor Villa-Lobos” con-fermandosi un ottimo oratore, dove per l’occasione ha parlato ed espo-sto riguardo la sua ultima edizione a

stampa dei Preludi e Studi, senza tralasciare una buona parte di biografia, aneddoti e curiosità per quanto concer-ne il più importante compo-sitore di musica per chitarra

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del secolo scorso.Le sonorità delle nuove generazio-ni sono state affidate e interpretate in modo particolare da Andrea Dieci tramite pagine, tornate finalmente to-nali, di Nicola Jappelli a lui dedicate in “Un trittico per Andrea Dieci”, mentre “La chitarra senza confini” a cura di Ganesh Del Vescovo, ci ha incuriosito nel vederlo usare un parti-colare strumento classico da lui prepa-rato dall’accordatura mista, montando contemporaneamente corde sia di me-tallo che di nylon. La conclusione è stata affidata ad Al-varo Company, uno dei maggiori di-datti in assoluto della chitarra dagli anni ’60 ai giorni nostri, illustrandoci una “Prospettiva potenziale dell’ere-dità di Andrés Segovia” (21 Febbra-io 1893 – 2 Giugno 1987), di cui nel 2012 ne ricorre il 25° della scomparsa. In occasione del Convegno inoltre sono state organizzate presso le anti-che sale del palazzo due esposizioni di rilievo: una rivolta alla liuteria, con gli strumenti di alcuni costruttori ita-liani, e una dedicata al maestro trenti-no Cesare Lutzemberger (1918-2008), scomparso recentemente dopo una vita spesa al servizio dell’arte musi-cale, in un profondo e appassionato impegno di concertista ed insegnante. “Note di una vita”, curata della figlia Norma, ha messo a disposizione una considerevole documentazione di par-ticolare interesse storico, appartenente al fondo musicale di famiglia, nel più autentico spirito di condivisione fra quanti amano il nostro strumento . Fortunatamente vi è chi giunge in tempo a far rivivere la pura opera d’arte, ricono-scendone i pregi e dando ad essa il giusto valore che merita. Romolo Ferrari

Rocco Amendola (L. A. R. - Liuteria Amendola Rocco)

Via Ciancio, 13 - 84083 CASTEL S. GIORGIO (Salerno)

Tel. 328 / 7528763 - www. larchit.com - [email protected]