ESTRATTO VOLUME "IL DONO DEI FIORI"

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Il Dono dei F iori Creatività e Tradizione nelle Infiorate del Lazio

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In occasione del Corpus Domini e di diverse festereligiose primaverili, in molti paesi del Lazio sipuò assistere all’allestimento delle Infiorate:mosaici pavimentali composti da quadri, figurereligiose, scritte, motivi ornamentali di variogenere, realizzati mediante l’utilizzo di fiori e dialtri vegetali. Si tratta di una pratica tenacementeradicata e in continuo sviluppo nel territorio.Il volume, frutto della collaborazione di tantevoci a confronto, vuole testimoniare l’importanzadel fenomeno e l’attenzione a esso prestata dallaRegione Lazio anche attraverso le ricerche delCentro Regionale di Documentazione dei beniculturali.

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Creatività e Tradizione nelle Infiorate del Lazio

Il Dono deiF iori

Il Dono dei

iori

Creatività e Tradizionenelle Infiorate del Lazio

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Regione LazioAssessorato Cultura, Arte e Sport

AssessoreFabiana Santini

Dipartimento Programmazione Economicae Sociale

DirettoreGuido Magrini

Area Valorizzazione del Territorioe del Patrimonio CulturaleCentro Regionale di Documentazione dei beniculturali

DirigenteSabrina Varroni

Si ringraziano per la loro disponibilità e per averecontribuito al volume:Roberto Basili, Alessandra Broccolini, VincenzoCannada Bartoli, Domenica Borriello, David Briscia,Maria Luigia Cerica, Diego Cesaroni, Comune diBolsena, Comune di Genzano di Roma, Comune diGerano, Maria Grazia Corradini, Maria D’Onofrio,Laura De Martino, Raffaella Di Girolamo, AndreaEumeni, Maria Federico, Secondino Gatta, EnnioGenovese, Macrina Marilena Maffei, LucianaMariotti, Museo del Fiore di Acquapendente, Museodell’Infiorata di Genzano di Roma, Giuseppe TommasoPatrizi, Roberta Pelliccetti, Michele Salerno, StudioFotografico NEW ART di Proietti Simonetta (Gerano)

Per l’Area Valorizzazione del Territorio e delPatrimonio Culturale si ringraziano in particolareNadia Carlotta per il supporto amministrativoprestato e Fiorella Macchia per la cura delcensimento delle Infiorate

Si ringrazia inoltre Claudio Cristallini, Dirigentedell’Area Servizi e Strutture Culturali

© REGIONE LAZIO 2012Area valorizzazione del Territorio e delPatrimonio Culturale00142 Roma, Via del Serafico 127www.culturalazio.it

©Proprietà letteraria riservata

Gangemi Editore spaPiazza San Pantaleo 4, Romawww.gangemied i tore . i t

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Le nostre edizioni sono disponibiliin Italia e all’estero anche inversione ebook.Our publications, both as booksand ebooks, are available in Italyand abroad.

ISBN 978-88-492-2310-1

In copertina: Infiorata per il Corpus Domini,Genzano di Roma (Rm). Foto: Michele Salerno

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Il Dono dei FF iori

Creatività e Tradizione nelle Infiorate del Lazio

a cura di

Roberta Tucci

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PPrefazioni

Fabiana Santini 7

Sabrina Varroni 9

Le Infiorate del Lazio 10

Roberta Tucci

I mosaici vegetali del Lazio 13

Antonia Ursini

L’uso delle meraviglie dei fiori: dal mosaico di fiori

della Basilica Vaticana all’Infiorata di Genzano 19

Vincenzo Padiglione

Il Museo dell’Infiorata di Genzano di Roma 27

Gianluca Forti

Il Museo del Fiore di Acquapendente 31

Giovanni Censi

L’Infiorata per la Madonna del Cuore a Gerano 35

Paola Guerrini

Le Infiorate nell’arte 41

Anna Maria Resini

I fiori delle Infiorate 47

Le Infiorate catalogate dal Centro Regionale

di Documentazione dei beni culturali del Lazio 53

a cura di

Roberta Tucci e Maria Vincenza Zongoli

Roberta Tucci

Il Centro Regionale di Documentazione

dei beni culturali 55

Infiorata per il Corpus Domini – Agosta 57

Infiorata per il Corpus Domini – Bolsena 59

Infiorata per il Corpus Domini – Cervaro 67

Infiorata per il Corpus Domini – Onano 71

Infiorata per il Corpus Domini – Pico 77

Infiorata per il Corpus Domini – Pisoniano 81

Infiorata per il Corpus Domini – Rocca Canterano 85

Infiorata per il Corpus Domini – Rocca Santo Stefano 87

Infiorata per il Corpus Domini – Valentano 91

Infiorata per Sant’Antonio da Padova – Acquapendente 97

Pugnaloni per la Madonna del Fiore – Acquapendente 101

Referenze bibliografiche e iconografiche 109

Indice

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Le tradizioni, i costumi, i saperi, sono valori fondanti per ogni Paese.

Nel Lazio la realizzazione delle Infiorate per il Corpus Domini è cer-

tamente uno tra i riti più importanti, più conosciuti nel mondo e più

amati dalla popolazione. Lo testimoniano le circa 100 Infiorate che,

ogni anno, rivestono letteralmente di fiori e colori gli antichi borghi del territorio laziale.

Tutelare e conservare la memoria di queste tradizioni è uno dei compiti dell’Assessorato

alla Cultura della Regione Lazio. Un impegno che viene promosso efficacemente grazie ai

sistemi museali regionali sparsi sul territorio e grazie a un’intensa attività di conservazione

e archiviazione di immagini, testimonianze e saperi che quotidianamente produce il Centro

Regionale di Documentazione.

Per conservare la memoria di tale tradizione, la Regione Lazio ha sostenuto la realizzazione

del Museo dell’Infiorata di Genzano. Una moderna struttura museale che si impegna a

rendere “stabile” un patrimonio effimero tramite documenti, trasposizioni, rappresentazioni

capaci di farlo sopravvivere oltre ai giorni della festa. Troviamo testimonianze delle Infiorate

e dei “Pugnaloni” (i mosaici di fiori realizzati per la festa della Madonna del Fiore di

Acquapendente) anche nel Museo del Fiore, piccolo centro espositivo naturalistico immerso

nel verde della Riserva Naturale Regionale di Monte Rufeno. Il museo, che fa parte del

sistema museale SIMULABO di Bolsena, è nato per avvicinare la gente al mondo del fiore,

per far conoscere a tutti la ricchezza delle fioriture locali e delle tradizioni culturali legate

a questo incantevole mondo. Oltre che con i musei regionali di Genzano e di Monte Rufeno,

la Regione Lazio continua a valorizzare questo patrimonio immateriale grazie allo

straordinario lavoro di catalogazione svolto dal Centro Regionale di Documentazione che

conserva ricerche bibliografiche, fotografie, registrazioni, interviste e immagini delle

manifestazioni che sul territorio laziale rendono la tradizione dell’Infiorata un bene culturale

fondamentale per la cultura identitaria della comunità laziale.

I musei e il Centro Regionale di Documentazione sono preziose strutture di eccellenza del

nostro territorio che la Giunta Polverini vuole sostenere e valorizzare. La pubblicazione di

questo volume, anche grazie a un corredo fotografico davvero straordinario, vuole andare

in questa direzione, con l’obiettivo di offrire ai lettori gli stimoli giusti per trasformarsi anche

in visitatori appassionati della nostra regione e in profondi conoscitori delle nostre tradizioni.

FABIANA SANTINI

Assessore alla Cultura, Arte e Sport della Regione Lazio

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Sulle politiche di valorizzazione del patrimonio culturale la Regione

Lazio ha investito e lavorato molto soprattutto nell’ultimo decen-

nio. Del resto il contesto giuridico generale si è evoluto in questo

periodo verso una più netta distinzione delle attività di tutela e va-

lorizzazione, assegnando queste ultime prevalentemente alla competenza delle Regioni.

L’istituzione nel 2004 di una specifica struttura regionale dedicata alla valorizzazione del ter-

ritorio e del patrimonio, ha ulteriormente rafforzato le attività per una migliore conoscen-

za, fruibilità e accessibilità dei beni, articolandole in diversi ambiti di intervento.

Il Centro Regionale di Documentazione (CRD), realtà storica e pioneristica della Regione

Lazio, è uno di questi ambiti. Le campagne di censimento e catalogazione dei beni, condot-

te sul territorio in modo capillare e interdisciplinare negli oltre vent’anni di attività del Cen-

tro, hanno prodotto un insieme prezioso di banche dati catalografiche e multimediali aperte

alla pubblica consultazione attraverso il Portale Culturalazio.

Il dialogo tra le attività di conoscenza e quelle, parallele, di valorizzazione, si è fatto in que-

sti anni sempre più stretto con l’obiettivo ambizioso di realizzare un processo circolare at-

traverso cui integrare le diverse fasi delle politiche relative al patrimonio culturale.

Il presente volume, sotto questo profilo, è un buon un esempio della ricchezza e molteplici-

tà della documentazione ordinata nelle banche-dati del CRD e delle attività istituzionali di

promozione, diffusione e comunicazione che a partire da queste si possono realizzare.

La documentazione antropologica (fotografie, interviste, schede di catalogo) sulle Infiorate

che è stata utilizzata, proviene da specifiche campagne di rilevazione sul campo dedicate al-

le feste e cerimonie tradizionali che si svolgono nei comuni del Lazio. Le ricerche sono sta-

te effettuate in periodi diversi ma con metodologie scientifiche omogenee che hanno

riguardato sia la preparazione che lo svolgimento dell’evento. Data l’estrema ricchezza e dif-

fusione di questa particolare tradizione festiva legata alla ricorrenza religiosa del Corpus Do-

mini, si è scelto in questo volume di presentarne una selezione rappresentativa per tipologia

e diffusione territoriale.

SABRINA VARRONI

Dirigente dell’Area Valorizzazione del Territorio e del Patrimonio Culturale

Regione Lazio

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Lee Infiorate del Lazio

PROVINCIA di FROSINONE1. Acuto. Infiorata per il Corpus Domini2. Alatri. Infiorata per il Corpus Domini3. Anagni. Infiorata per il Corpus Domini4. Arpino. Infiorata per il Corpus Domini5. Boville Ernica. Infiorata per il Corpus Domini6. Casamari. Infiorata per il Corpus Domini7. Ceprano. Infiorata per il Corpus Domini8. Cervaro. Infiorata per il Corpus Domini9. Collepardo. Infiorata per il Corpus Domini10. Ferentino. Infiorata per il Corpus Domini11. Filettino. Infiorata per il Corpus Domini12. Fontechiari. Infiorata per il Corpus Domini13. Fumone. Infiorata per il Corpus Domini14. Morolo. Infiorata per il Corpus Domini;

Infiorata per la Madonna della pace, secondadomenica di giugno

15. Pico. Infiorata per il Corpus Domini16. Serrone. Infiorata per il Corpus Domini17. Sora. Infiorata per il Corpus Domini18. Trevi nel Lazio. Infiorata per il Corpus

Domini

PROVINCIA di LATINA1. Itri. Infiorata per il Corpus Domini2. Maenza. Infiorata per il Corpus Domini3. Roccasecca dei Volsci. Infiorata per il

Corpus Domini4. Sermoneta. Infiorata per il Corpus Domini

PROVINCIA di RIETI1. Ascrea. Infiorata per il Corpus Domini2. Cottanello. Infiorata per il Corpus Domini3. Fara in Sabina. Infiorata per il Corpus

Domini4. Magliano Sabina. Infiorata per il Corpus

Domini5. Monteleone Sabino. Infiorata per il Corpus

Domini6. Montenero Sabino. Infiorata per il Corpus

Domini7. Petrella Salto. Infiorata per il Corpus Domini8. Poggio Mirteto. Infiorata per il Corpus

Domini

9. Poggio Moiano. Infiorata per il Sacro Cuoredi Gesù, ultimo sabato di giugno

10. Rieti. Infiorata per il Corpus Domini11. Roccantica. Infiorata per il Corpus Domini12. Tarano. Infiorata per il Corpus Domini13. Turania. Infiorata per il Corpus Domini

PROVINCIA di ROMA1 Affile. Infiorata per il Corpus Domini2 Agosta. Infiorata per il Corpus Domini3 Anguillara Sabazia. Infiorata per il Corpus

Domini4 Arcinazzo Romano. Infiorata per il Corpus

Domini5 Bracciano. Infiorata per il Corpus Domini6 Capranica Prenestina. Infiorata per il Corpus

Domini7 Cerreto Laziale. Infiorata per la Madonna

delle Grazie, prima domenica dopo l’8settembre

8 Cervara di Roma. Infiorata per il CorpusDomini

9 Cerveteri. Infiorata per il Corpus Domini;Infiorata in Onore della Madonna, ultimadomenica maggio

10 Ciciliano. Infiorata per il Corpus Domini11 Cineto Romano. Infiorata per il Corpus Domini12 Filacciano. Infiorata per il Corpus Domini13 Genazzano. Infiorata per il Sacro Cuore,

prima domenica luglio14 Genzano di Roma. Infiorata per il Corpus

Domini15 Gerano. Infiorata per la Madonna del Cuore,

prima domenica dopo San Marco (25 aprile)16 Lavinio. Infiorata per il Corpus Domini17 Lanuvio. Infiorata per il Corpus Domini18 Marino. Infiorata per il Corpus Domini19 Mazzano Romano. Infiorata per il Corpus

Domini20 Monte Porzio Catone. Infiorata per il Corpus

Domini21 Montecompatri. Infiorata per il Corpus Domini22 Montelanico. Infiorata per il Corpus Domini23 Nerola. Infiorata per il Corpus Domini24 Olevano Romano. Infiorata per il Corpus

Domini25 Palestrina. Infiorata per il Corpus Domini26 Pisoniano. Infiorata per il Corpus Domini27 Poli. Infiorata per il Corpus Domini28 Rocca di Cave. Infiorata per il Corpus Domini29 Rocca Priora. Infiorata per il Sagra del

narciso, maggio

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30 Rocca Santo Stefano. Infiorata per il CorpusDomini

31 Rocca Canterano. Infiorata per il CorpusDomini

32 Roccagiovine. Infiorata per il Corpus Domini33 Roviano. Infiorata per il Corpus Domini34 San Cesareo. Infiorata per il Corpus Domini35 San Gregorio di Sassola. Infiorata per il

Corpus Domini36 San Polo dei Cavalieri. Infiorata per il Corpus

Domini37 Sambuci. Infiorata per il Corpus Domini38 Tivoli. Infiorata per la Madonna di Quintiliolo,

prima domenica di maggio39 Torrita Tiberina. Infiorata per il Corpus

Domini40 Valmontone. Infiorata per il Corpus Domini41 Velletri. Infiorata per il Corpus Domini

PROVINCIA di VITERBO1. Acquapendente. Pugnaloni per la Madonna

del Fiore, terza domenica di maggio2. Barbarano Romano. Infiorata per il Corpus

Domini3. Bolsena. Infiorata per il Corpus Domini4. Capodimonte. Infiorata per il Corpus Domini5. Castel Sant’Elia. Infiorata per il Corpus

Domini6. Civita Castellana. Infiorata per il Corpus

Domini7. Fabrica di Roma. Infiorata per il Corpus

Domini8. Gallese. Infiorata per il Corpus Domini9. Marta. Infiorata per il Corpus Domini10. Montefiascone. Infiorata per il Corpus

Domini11. Nepi. Infiorata per il Corpus Domini12. Onano. Infiorata per il Corpus Domini13. San Lorenzo Nuovo. Infiorata per il Corpus

Domini14. Soriano nel Cimino. Infiorata per il Corpus

Domini15. Sutri. Infiorata per il Corpus Domini16. Torre Alfina. Infiorata di San Bernardino

domenica dopo il 20 maggio17. Tuscania. Infiorata per il Corpus Domini18. Valentano. Infiorata per il Corpus Domini19. Vallerano. Infiorata per il Corpus Domini20. Vasanello. Infiorata per il Corpus Domini

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sempre presenti motivi geometrici e orna-

mentali. Nei giorni immediatamente prece-

denti l’evento vengono raccolti, in luoghi

selezionati, i vegetali necessari alla compo-

sizione – fiori di ogni genere, infiorescenze,

foglie, semi, erbe aromatiche ecc. – che so-

no poi conservati in ambienti freschi da cui

vengono prelevati per essere mondati e se-

lezionati. Finalmente il giorno della festa le

opere iconografiche prescelte vengono tra-

sposte a terra secondo varie tecniche e i di-

segni vengono ricoperti con i vegetali: la

parte conclusiva dell’Infiorata avviene in un

crescendo corale, in una socialità allegra,

rumorosa, concitata ed emozionale, in una

condivisione intensamente sentita.

Il lavoro si conclude appena prima del

passaggio della processione religiosa, che

incede sul tappeto fiorito calpestandolo se-

condo norme consuetudinarie locali. Spes-

so, dopo il rientro della processione in

chiesa, l’Infiorata viene distrutta ritual-

Roberta Tucci

I mosaici vegetali del Lazio

In occasione del Corpus

Domini e di diverse feste

religiose primaverili, in molti paesi del La-

zio si può assistere all’allestimento delle In-

fiorate: mosaici pavimentali composti da

quadri, figure religiose, scritte, motivi or-

namentali di vario genere, realizzati me-

diante l’utilizzo di fiori e di altri vegetali. Si

tratta di una forma di devozione popolare

connessa alla pratica, ancora oggi attiva in

molti luoghi, di gettare petali di fiori dai

balconi sopra le immagini sacre portate in

processione, in tal modo segnando, colo-

rando e profumando un percorso di forte

valenza simbolica per la comunità.

La realizzazione di un’Infiorata coinvol-

ge la comunità locale secondo tempi e modi

che variano da luogo a luogo in un comples-

so ciclo lavorativo che include diverse fasi

preparatorie. Vengono ideati, selezionati e

realizzati i bozzetti per i disegni che si rin-

novano di anno in anno aggiungendosi ai

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mente da parte dei bambini che vi corrono

sopra disgregandola.

Le Infiorate nel Lazio presentano di-

versi livelli di complessità e di affinamento

delle tecniche, in continua evoluzione nel

tempo. In alcune prevale l’aspetto devozio-

nale della religiosità popolare e delle ap-

partenenze rionali o di quartiere; in altre

prevalgono gli aspetti rappresentativi co-

munitari. In diversi centri si sono costituiti

gruppi strutturati di ‘maestri infioratori’ e

si è anche dato luogo a collaborazioni con

artisti appositamente chiamati a dare il lo-

ro contributo. C’è anche l’elemento della

competizione, più o meno esplicita: ogni

paese, ogni rione, desidera realizzare l’In-

fiorata più bella e la confronta con quella

degli altri. Non ci sono premi, ma c’è piut-

tosto un orgoglio di appartenenza e un sen-

so di promozione locale, rafforzato spesso

dall’aspettativa della ricaduta turistica a cui

alcuni Comuni guardano con particolare in-

teresse.

Esiste anche una sorta di rete naziona-

le delle Infiorate tramite l’Associazione Na-

zionale delle Infiorate Artistiche Infioritalia,

mentre annualmente a Poggio Moiano si tie-

ne il Concorso Nazionale delle Infiorate

d’Italia, nel mese di giugno.

Alle numerose Infiorate laziali vanno

aggiunti, quali parenti stretti, i Pugnaloni di

Acquapendente, esclusivi di questo centro

dell’alta Tuscia, realizzati in occasione del-

la festa della Madonna del Fiore di metà

maggio quali composizioni di fiori e di altri

vegetali su pannelli: un’oggettualità effime-

ra poiché i Pugnaloni non sono destinati a

durare nel tempo, ma al termine di ogni ci-

clo annuale festivo vengono distrutti e so-

stituiti da nuovi.

Nonostante le trasformazioni che l’uni-

verso festivo popolare del Lazio e le stesse

comunità locali hanno subito nel tempo, la

natura vegetale ed effimera delle Infiorate

e dei Pugnaloni ancora oggi rinvia a un’idea

di rinnovamento stagionale legato alla pri-

mavera e si colloca entro un orizzonte cicli-

co rituale che certamente esprime, sia pure

con motivazioni differenziate e articolate,

bisogni sociali sentiti e condivisi.

Le Infiorate e i Pugnaloni riflettono be-

ne quella “cultura dei fiori” di cui scrive

l’antropologo Jack Goody: i fiori, quali com-

ponenti dell’attività umana, sono presenti

nella vita sociale come elementi di relazio-

ne tra la sfera degli uomini e la sfera divina.

Per questo motivo in Europa essi assumono

particolare significato nei riti e nelle feste

del ciclo liturgico dell’anno, così come nei

momenti di passaggio del ciclo della vita

(battesimo, matrimonio, morte).

Nelle feste religiose primaverili la pre-

senza dei fiori e delle altre componenti ve-

getali fresche si configura come un’offerta

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di carattere propiziatorio, riflesso di un pre-

cedente orizzonte rituale agrario di cui re-

stano tracce, in molti luoghi delle Infiorate

laziali, nelle forme di vita e nei punti di vi-

sta: il legame con la terra, la conoscenza del

territorio e delle specie vegetali che lo po-

polano, i saperi e le pratiche intorno ai di-

versi utilizzi dei vegetali stessi.

Dalle interviste effettuate localmente –

in parte riportate in questo volume – emer-

ge come la realizzazione delle Infiorate av-

venga entro precise regole non scritte ma

socialmente condivise: trattandosi di un rito,

nulla viene lasciato al caso. Un’importante

puntualizzazione emersa ripetutamente nel-

le interviste è la necessità di utilizzare fiori

e fogliame selvatici, raccolti appositamente

nelle campagne. L’uso dei fiori coltivati è un

espediente a cui si ricorre quando proprio

non se ne può fare a meno per via della sta-

gione sfavorevole, ma è considerato un ri-

piego che si preferisce evitare.

L’Infiorata in tal modo non solo riper-

corre ed evidenzia lo spazio abitato – tutto,

o una parte simbolicamente rappresentati-

va come avviene a Genzano e a Gerano – che

dovrà essere purificato e sacralizzato dal

passaggio della processione, ma rifonda an-

che il legame fra lo spazio della campagna e

lo spazio del paese in un esercizio di dome-

sticazione del primo a favore del secondo e

in funzione potenziatrice dell’azione rituale.

I fiori e i vegetali selvatici di cui la co-

munità si è appropriata e che sono stati a

stretto contatto con il sacro, al termine del-

l’Infiorata hanno acquisito una particolare

valenza: non possono sopravvivere all’even-

to e per questo spesso si procede alla di-

struzione rituale del tappeto. Ma la

medesima logica prevede pure che una par-

te di essi possa venire prelevata e conser-

vata per un utilizzo legato alla protezione

dalle calamità naturali, soprattutto in quel-

le comunità dove l’attività agricola ha anco-

ra un’incisività nella vita economica e

culturale degli abitanti.

In questa dimensione mitico-rituale si

evidenzia il ruolo delle donne che parteci-

pano attivamente a tutte le fasi di realizza-

zione delle Infiorate, assumendo a volte

un’esclusività di genere. Esse inoltre gesti-

scono in prima persona la mediazione fra il

sacro e il profano. La loro attività si espli-

ca anche in tutto ciò che correda i tappeti

dei fiori: allestiscono gli altarini lungo il

percorso, addobbano i vicoli, le soglie e le

scale con vasi di piante verdi e fiorite,

espongono le coperte più belle ai balconi e

alla finestre, recitano le preghiere, tra-

mandano e attivano la memoria e il suo rac-

conto.

Nel Lazio la pratica dell’Infiorata appa-

re tenacemente radicata: lo dimostra la no-

tevole ampiezza della sua distribuzione sul

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Page 16: ESTRATTO VOLUME "IL DONO DEI FIORI"

territorio. È anche una pratica in continuo

sviluppo, intersecata da una feconda dialet-

tica fra tradizione e innovazione, fra persi-

stenza dei modelli ed esigenze di

rinnovamento, fra ripetizione e creatività,

fra le generazioni più anziane e quelle più

giovani.

Il volume, che vuole testimoniare l’im-

portanza del fenomeno nel territorio regio-

nale, si basa principalmente sui dati raccolti

e sulle documentazioni prodotte attraverso

l’attività di catalogazione del Centro Regio-

nale di Documentazione dei beni culturali

(CRD) dell’Area Valorizzazione del Territorio

e del Patrimonio Culturale della Regione La-

zio: sono restituite, in forma sintetica le

schede e le immagini fotografiche concer-

nenti le Infiorate di Acquapendente, Agosta,

Bolsena, Cervaro, Onano, Pico, Pisoniano,

Rocca Canterano, Rocca Santo Stefano, Va-

lentano e i Pugnaloni di Acquapendente. Si

tratta di un’esemplificazione dell’ampio cor-

pus regionale costituito da almeno un centi-

naio di Infiorate, prevalentemente connesse

alle festività del Corpus Domini: la carta di

distribuzione alle pp. 10-11 ne consente di

verificare la consistenza numerica e la di-

stribuzione nelle cinque province del Lazio.

Il volume è arricchito da ulteriori con-

tributi mirati ad ampliare i punti di vista sul

fenomeno secondo un’ottica territoriale e

tematica. Sono prese in considerazione due

infiorate di particolare rilievo nel panorama

laziale, quali l’Infiorata per il Corpus Domi-

ni di Genzano e l’Infiorata per la Madonna

del Cuore di Gerano, con scritti rispettiva-

mente di Antonia Ursini e di Giovanni Cen-

si; sono illustrati due musei di stretto

riferimento, il Museo dell’Infiorata di Gen-

zano e il Museo del Fiore di Acquapendente,

rispettivamente dal curatore scientifico Vin-

cenzo Padiglione e dal direttore Gianluca

Forti; sono approfonditi i rapporti delle In-

fiorate con la storia dell’arte e con la bota-

nica attraverso i contributi di Paola

Guerrini e di Anna Maria Resini.

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