Estratto DI TOPI E LEONI (Tolstoj)

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Una selezione di favole riscritte da Lev Tolstoj, con i commenti di Rita Valentino Merletti e le illustrazioni di Brunella Baldi.

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Edizioni Lapis Via Francesco Ferrara, 50

00191 Roma www.edizionilapis.it

ISBN 978-88-7874-226-0

Traduzione di Leonardo Marcello Pignataro

Finito di stampare nel mese di presso Grafiche Flaminia

Foligno (PG) Edizioni Lapis

Di topi e leoni,di orsi e di galline

illustrazioni di Brunella Baldi

Lev Tolstoj

Postfazione di

Stefano Garzonio

Commento di

Rita Valentino Merletti

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E così fece. Si mise a sedere nel bosco e non si alzò più da lì: non faceva altro che pregare.Passò così tre giorni e tre notti senza mangiare e senza bere. Il terzo giorno era talmente debole da non riuscire nemmeno asollevare una mano e stremato si addormentò.

IL PICCoLo DI CoRnaCChIa

offrire il braccio a chi ne ha bisogno è doveroso, ma se puoi farlo, tu, cammina da solo.

In un bosco, un eremita vide una volta un falco. Il falco avevaportato al nido un pezzo di carne, lo aveva strappato in tantipezzettini e si era messo a imbeccare un piccolo di cornacchia.L’eremita fu colpito da quel falco che dava da mangiare a unpiccolo non suo e pensò: – Dio non vuole far morire il piccolo dicornacchia ed è stato proprio lui a insegnare al falco a nutrirequell’orfanello. È chiaro, Dio dà da mangiare a tutte le creature,mentre noi pensiamo solo a noi stessi. La finirò di preoccuparmiper me e non farò più scorta di cibo: Dio non lascia sola nessunacreatura, non lascerà solo nemmeno me.

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IL Leone e IL ToPo

Spesso intelligenza e coraggio sono la forza di chi è piccolo e debole.

Un leone si era addormentato quando un topo gli passò sopra dicorsa. Il leone si svegliò e lo afferrò. Il topo allora prese asupplicare il leone di lasciarlo andare. – Se mi lasci andare – gli disse – poi sarò io ad aiutarti.

In sogno gli apparve un sant’uomo che si avvicinò e gli disse: – Perché mai non fai scorta di cibo? Pensi di far piacere a Dio einvece fai solo peccato. Dio ha fatto il mondo disponendo cheogni creatura si dia da fare per procurarsi il necessario. E haordinato al falco di dar da mangiare al piccolo di cornacchia,perché altrimenti il piccolo sarebbe morto. Tu, invece, sei in gradodi lavorare. Vuoi mettere alla prova Dio e questo è peccato.Svegliati e mettiti a lavorare, come facevi prima.L’eremita si svegliò e riprese a vivere la vita di sempre.

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Il topo, sentito il ruggito del leone, corse subito da lui erosicchiò con i denti la corda che lo imprigionava.– Ricordi? – gli disse – Ti eri messo a ridere, non pensaviche io potessi esserti d’aiuto, ma, come vedi, a volte ancheun topo può servire.

Il leone scoppiò a ridere: un topo che prometteva di essere utile, alui! E lo liberò.Tempo dopo dei cacciatori catturarono il leone e lo legarono a unalbero.

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E la signora porcospino commentò: – Sei uscito di senno, è chiaro!Vorresti correre contro la lepre? Lei ha zampe veloci, tu, storte e lente.Ma il porcospino rispose: - Lei sarà anche lesta di zampe, ma io sonolesto di cervello. Fa’ solo come ti dico. E ora, andiamo nel campo.

Così, raggiunsero la lepre in un campo arato.E il porcospino disse alla sua signora: - Tu, nasconditi dove finiscequel solco, io, invece, partirò con la lepre dalla parte opposta.Appena lei prenderà la rincorsa, io tornerò indietro e tu, quandostarà per arrivare alla tua altezza, verrai fuori e dirai: «È un belpo’ che ti aspetto!». Non si accorgerà della differenza: penserà chesono io.La signora porcospino andò a nascondersi, mentre il porcospino ela lepre cominciarono la loro gara di corsa dalla parte opposta.

IL PoRCoSPIno e La LePRe

Chi è troppo sicuro di sé e poco riflette è facile preda degli imbroglioni.

Una lepre incontrò un giorno un porcospino e gli disse: – Porcospino, non saresti poi così brutto, se non fosse per quellezampe storte che hai e che ti fanno solo inciampare.Il porcospino andò su tutte le furie e ribatté: – Cos’hai da prenderein giro? Le mie zampe storte corrono più veloci delle tue. Dammisolo il tempo di fare un salto a casa e poi facciamo una gara!Il porcospino andò a casa e disse alla signora porcospino: – Io e lalepre abbiamo avuto una discussione su chi di noi sia più veloce eabbiamo intenzione di fare una gara di corsa!

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– Ehi, amica mia, arrivi solo ora, ma io, è un bel po’ che tiaspetto! – le disse il porcospino.– Come è possibile? – pensò la lepre. – Ho corso a balzi veloci emi ha superato lo stesso. E disse: – Allora facciamo ancora unacorsa, questa volta non mi supererai.– Partiamo! – rispose il porcospino.La lepre si mise a correre con tutto il fiato che aveva ma… Chivide? Davanti a lei c’era il porcospino che se ne stava seduto adaspettarla.E così, la lepre continuò a correre a grandi balzi da un’estremitàall’altra del campo, finché non fu sfinita.Alla fine si diede per vinta e disse che da quel momento in poi nonsi sarebbe mai più messa a fare discussioni.

Quando la lepre ebbe preso la rincorsa, il porcospino tornòindietro e si acquattò nel solco. Intanto la lepre arrivò a grandibalzi all’altra estremità e… Chi vide? La signora porcospino che sene stava lì seduta!– È un bel po’ che ti aspetto! – disse questa alla lepre.La lepre non si accorse che non era il porcospino, ma la suasignora, e pensò: – Che razza di portento è mai questo! Come hafatto a superarmi?– E va bene – disse – facciamo un’altra corsa!– D’accordo! – rispose la signora porcospino.La lepre si rimise a correre a grandi balzi, arrivò in un attimo dallaparte opposta e… Chi vide? Il porcospino era già lì.

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La Donna

e La GaLLIna

Dal voler troppo all’aver niente: succede quando il giusto non par sufficiente.

Una gallina deponeva ogni giorno un uovo. La padrona pensòche se le avesse dato da mangiare di più, la gallina ne avrebbedeposti due. E così fece, ma la gallina diventò troppo grassa e nondepose più uova… nemmeno uno.

IL Leone, L’oRSo e La VoLPe

Se in un litigio ti lasci impigliare, qualcuno di soppiatto ne può approfittare.

Un leone e un orso avevano trovato un pezzo di carne, macominciarono a litigarsela. L’orso non voleva cedere, il leone nonsi dava per vinto. E lottarono così a lungo che alla fine siaccasciarono stremati. Una volpe, allora, vide la carne a terra tra idue, l’afferrò e fuggì via.