Essere compe n per essere u li - UIL SGK · una guida sicura, dipendono, anche, dalla sua...

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1 Essere compen per essere uli Coordinamento dei Rappresentan/ dei Lavoratori per la Sicurezza, la Salute, l’Ambiente UIL SGK dell’Alto Adige

Transcript of Essere compe n per essere u li - UIL SGK · una guida sicura, dipendono, anche, dalla sua...

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Essere competenti per essere utili Coordinamento  dei  Rappresentan/  dei  Lavoratori  per  la  

Sicurezza,  la  Salute,  l’Ambiente    

UIL  SGK  dell’Alto  Adige  

Grazie!

Lavoriamo insieme per la prevenzione dei rischi Campagna Ambienti di lavoro sani e sicuri 2012-13

Francesco  Mongioì  :  coordinatore  RLS  UIL  SGK  

26 novembre 2013 | La percezione del rischio

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Percezione del rischio… o l’elogio della paura…

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Un filosofo, uno bravo come

Immanuel Kant Avrebbe scritto un trattato a proposito della percezione del rischio e l’avrebbe intitolato “Sulla paura” oppure “Della paura” avrebbe fatto “l’elogio della paura” Perché…

Sostanzialmente, quando parliamo di percezione del rischio, ragioniamo di paura, anche se non si tratta della stessa cosa.

Percezione del rischio… o l’elogio della paura…

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E’ noto che ciò che salva la vita agli animali, è la paura, ovvero un automatismo che, alla minima percezione di un rischio, li spinge a scappare.

Negli altri animali (gli esseri umani), la percezione del rischio è influenzata da più fattori e la risposta di autotutela, è spesso condizionata da una ulteriore paura: quella di dimostrare paura.

La paura è quel meccanismo che, quando ci sentiamo in pericolo, dovrebbe scattare e farci adottare le misure necessarie a eliminare il pericolo, a evitare i rischi: a salvarci!

Rischio & Pericolo

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Rischio e pericolo sono termini che nel linguaggio comune sono spesso usati come sinonimi.

Con questi termini, che hanno significati diversi anche se, innegabilmente, condividono qualche aspetto, ci si riferisce ad eventi con conseguenze spiacevoli, talvolta letali, come un terremoto, una valanga, un infarto, un incidente automobilistico, un incendio, un’esplosione.

Un evento, un comportamento, una sostanza possono essere definiti rischiosi o pericolosi per

sottolineare il fatto che sono responsabili di conseguenze negative certe o potenziali.

Pericolo

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Pericolo Un evento si definisce pericoloso, come l’esplosione di un impianto nucleare, perché le conseguenze negative sono certe.

Rischio

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Rischio Un evento si definisce rischioso, come l’uso del coltello per il pane, perché le conseguenze negative sono potenziali.

Rischio & Pericolo

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r) "pericolo": proprietà o qualità intrinseca di un determinato fattore avente il potenziale di causare danni; s) "rischio": probabilità di raggiungimento del livello potenziale di danno nelle condizioni di impiego o di esposizione ad un determinato fattore o agente oppure alla loro combinazione;

DECRETO LEGISLATIVO 9 aprile 2008, n. 81

Art. 2.

Danno !  Qualunque conseguenza negativa derivante dal verificarsi dell’evento (UNI 11230 – Gestione del rischio) !  Lesione fisica o danno alla salute (UNI EN ISO 12100-1) !  Gravità delle conseguenze che si verificano al concretizzarsi del pericolo !  La magnitudo delle conseguenze M può essere espressa come una funzione del numero di soggetti coinvolti in quel tipo di pericolo e del livello di danno ad essi provocato.

Dunque, il rischio…

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Esempio:

Guidare l’auto è un’attività rischiosa. Gli effetti negativi potenziali di tale attività dipendono da quanto l’autista adotterà comportamenti ritenuti non adeguati ad una “guida sicura”(velocità, alcool, droga, ecc.), ma anche da condizioni oggettive (di traffico, ambientali, di sicurezza del mezzo, ecc.) sfavorevoli.

I comportamenti non adeguati dell’autista, ad una guida sicura, dipendono, anche, dalla sua percezione del rischio.

Percezione del rischio

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Analisi costi benefici

Ogni nostra attività quotidiana è basata sulla percezione che noi abbiamo del rischio ed è il frutto di una conscia (o inconscia) valutazione dello stesso. O meglio, di un’analisi e valutazione dei costi e dei benefici.

Percezione del rischio

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Qualche anno fa, a New York, gli abitanti di alcuni quartieri, sostennero una campagna per la rimozione dell’amianto dalle scuole, preoccupati per la salute dei propri figli. Gli esperti, al contrario, concordavano sul fatto che i rischi di cancro derivante dall’esposizione, fossero statisticamente limitatissimi (l’amianto era utilizzato per fini di prevenzione incendi ed era completamente inglobato all’interno delle strutture). Quando si scoprì che la rimozione avrebbe determinato la chiusura delle scuole per diverse settimane e che non pochi sarebbero stati gli inconvenienti per i genitori, l’atteggiamento della popolazione cambiò e la rimozione dell’amianto si trasformò in un’idea pessima.

Percezione del rischio

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Quando, poi, furono resi noti i costi che l’operazione avrebbe comportato, la percezione del rischio dei genitori si allineò a quella degli esperti e non se ne fece più nulla. Il rischio percepito divenne rischio effettivo. L’amianto rimase dov’era e i genitori realizzarono una cosa che all’inizio della campagna non avevano fatto: una valutazione dei costi e dei benefici.

E quando un operaio lavora su di una pressa con le protezioni disinserite? Probabilmente si tratta dell’opposto del caso precedente: percepisce il rischio derivante dall’operazione, molto inferiore rispetto al vantaggio che ricava dal velocizzare il lavoro!

Percezione del rischio

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La percezione del rischio si modifica

!La percezione del rischio diminuisce all’aumentare dell’esposizione allo stesso ►Esiste una differenza nella valutazione legata al superamento o meno del rischio

© A volte si manifesta una tolleranza nell’esercizio del rischio per consentire di maturare abilità e capacità, legittimandosi agli occhi dei colleghi

Percezione del rischio

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1 mortale

30 Infortuni gravi

300 Infortuni senza conseguenze

3.000 Quasi infortuni

30.000 Situazioni e comportamenti a rischio

Heinrich HW. (1936). Industrial Accident Prevention. New York, NY: McGraw-Hill.

Gli infortuni sul lavoro e la loro gravità risultano, in

genere, correlati all’insieme degli incidenti che avvengono

durante i normali cicli di produzione aziendale. Alcuni

studi evidenziano e dimostrano questa

considerazione.

Lo studio più citato, è stato pubblicato già negli anni “30 da William Heinrich.

Percezione del rischio

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Qual è la percezione del rischio di questo operaio?

Quanta prudenza ha imparato?

Quanta paura ha di morire?

Il fattore umano e gli incidenti

Il fattore umano occupa una posizione di preminenza su tutti gli altri fattori. Molti infortuni sul lavoro infatti, sono causati dalla grande confidenza che i lavoratori

nutrono per la manualità e ripetitività delle loro funzioni; questo determina una

perdita della concentrazione che può provocare situazioni altamente rischiose.

Percezione del rischio

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La persona singola tende, a fronte di una sollecitazione (fumo proveniente da una porta, p.es.), a comportarsi in modo differente rispetto al gruppo. Una decisione vitale come la fuga in caso di incendio, viene procrastinata di molto, perché il gruppo «rassicura» ed aumenta «l’inerzia delle decisioni»

La percezione del rischio si modifica nel gruppo

L'effetto bystander è un fenomeno sociale psicologico riferito all’evidenza che la probabilità di ricevere aiuto, in situazioni di emergenza, è spesso inversamente proporzionale al numero di persone presenti all’evento (cd. Spettatori). In altre parole, maggiore è il numero di spettatori, meno probabile è che

uno di essi provvederà a fornire aiuto.

EFFETTO BYSTANDER

Percezione del rischio

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Euristica della disponibilità

L’euristica della disponibilità è un importante problema cognitivo nell’ambito della valutazione dei rischi. E’ ampiamente documentato che le persone tendono a ritenere più probabile che si verifichi un determinato evento, sulla base della facilità con cui ricordano o sono in grado di pensare ad esempi relativi.

Per esempio: " Si stima, di norma, più alto il numero di incidenti rispetto a quello relativo alle malattie ! Ciò che non riusciamo a visualizzare mentalmente viene stimato poco probabile " Un evento diviene tanto più probabile quanto più vivide ed impressionanti immaginiamo le conseguenze

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Precursori psicologici degli atti insicuri.

Le precondizioni o precursori psicologici degli atti insicuri sono stati latenti e non risultano direttamente rilevabili. Essi possono creare, potenzialmente, una vasta gamma di possibili atti non sicuri. L'esatta natura di questi atti dipenderà dall'attività eseguita, dalle influenze ambientali e dalla presenza di rischi. Il principale precursore psicologico di un atto non sicuro risulta, senza dubbio, correlato ad una limitata percezione del rischio da parte del lavoratore. E purtroppo, tale aspetto psicologico, risulta significativamente variabile da persona a persona. In particolare, la percezione del rischio risulta influenzata dall’età, dal genere (uomo o donna), dall’assuefazione a mansioni ripetitive, dal gruppo nel quale il lavoratore si trova ad operare, dal livello di formazione ed addestramento ricevuti.

Percezione del rischio

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Gli atti insicuri

E’ possibile determinare, in modo sufficientemente preciso, un parametro che specifichi l’affidabilità umana a eseguire un dato compito?

James Reason, ricercatore dell'Università di Manchester che si occupa di prevenzione degli incidenti, in funzione di una serie di ricerche da lui sviluppate, suddivide gli errori in tre tipologie differenti:

a) Gli slips (…slittamenti…) b) I lapses (…lapsus…) c) I mistakes (..errori di analisi e comprensione…)

Percezione del rischio

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Gli atti insicuri secondo Reason

Agli SLIPS, appartengono le piccole azioni, frequentemente svolte, che sono eseguite in modo differente da quanto voluto. Alcuni esempi: #Durante la movimentazione con un carroponte di una massa dal peso rilevante, si preme sulla tastiera di comando il tasto “discesa” al posto di quello “salita” $Si legge, in un pannello di controllo, uno strumento (es. voltmetro) scambiandolo per un altro (es. amperometro) %Agendo su una saracinesca di intercettazione, si aumenta il flusso di liquido all’interno della tubazione invece di intercettarlo

Percezione del rischio

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Gli atti insicuri secondo Reason

I LAPSES, sono degli errori di memoria, particolarmente presenti durante fasi di lavoro proceduralizzate. E’ infatti sempre possibile scordarsi alcuni passaggi fondamentali, in un lavoro che richiede più fasi articolate di intervento.

I MISTAKES, sono essenzialmente scorrette operazioni di diagnosi o di pianificazione. Si conosce l’obiettivo che si vuole raggiungere ma, sbagliando la diagnosi iniziale del problema, si propongono soluzioni errate che non ne permettono la soluzione. Questo è un tipico errore dovuto a carenze di competenze professionali.

Percezione del rischio

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Le difese profonde

Le difese profonde di un sistema, rappresentano quelle che comunemente si identificano come misure di prevenzione e protezione ai sensi del D.Lgs. n. 81/08. Sono, sostanzialmente, controlli che limitano la possibilità che un dato evento incidentale abbia luogo. Tali misure, conformemente all’art. 4.3.1 della BS OHSAS* 18001, dovranno essere scelte secondo la seguente priorità: a) Eliminazione b) Sostituzione c) Controlli di ingegneria d) Segnaletica/avvisi e/o controlli amministrativi e) Dispositivi di protezione personale (DPI).

* La certificazione OHSAS attesta l'applicazione

volontaria, all'interno di un'organizzazione, di un sistema che permette di garantire un adeguato controllo riguardo alla

Sicurezza e la Salute dei Lavoratori, oltre al rispetto

delle norme cogenti.

Percezione del rischio

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La manomissione dei dispositivi di protezione è tollerata nel 34% di tutte le

imprese

La manomissione di sicurezza Correlato ad una limitata percezione del rischio da parte del lavoratore, all’assenza di prudenza, alla totale incoscienza, è il fenomeno della manomissione dei dispositivi di sicurezza sulle macchine e gli impianti.

Una indagine condotta da SUVA pochi anni fa, ha rilevato che il 37% di tutti i dispositivi di sicurezza, sono manomessi (il 14% in modo permanente e il 23% temporaneamente).

Percezione del rischio

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I sistemi di protezione spesso sono bypassati, perché?

I motivi sono molti: "  Le persone si comportano nello svolgimento del loro lavoro così come nella vita di ogni giorno, ovvero come è più conveniente per loro (linea di “minor resistenza”). !  Cercano di svolgere i compiti che gli sono assegnati il più rapidamente e nel modo migliore, allo stesso tempo però impegnandosi lo stretto necessario per il raggiungimento dell’obiettivo #  Le persone cercano anche di intromettersi attivamente in un processo che non va come dovrebbe. Si sforzano di risolvere fastidiose anomalie nel modo più semplice e veloce. Se la soluzione di sicurezza (e le procedure per la risoluzione dei guasti indicate nelle istruzioni per l’uso) non lo permettono, l’operatore cerca allora una via di uscita per eluderla.

Percezione del rischio

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I sistemi di protezione spesso sono bypassati, perché?

& I sistemi di sicurezza, spesso costosi, implementati sono sovente ritenuti la causa dell’impossibilità di svolgere i propri compiti senza intoppi: a torto! # L’elusione delle misure di sicurezza previste, molto più rapida e semplice rispetto alle procedure di risoluzione dei guasti, viene considerata un successo. $ Un comportamento coronato dal successo tende ad essere ripetuto fino a trasformarsi, purtroppo, in questo caso, in un’abitudine contraria alla sicurezza e quindi pericolosa. $ Un’infrazione delle regole, tollerata e non sanzionata dalla direzione aziendale e da chi è preposto a controllare l’utilizzo corretto delle macchine, aumenta esponenzialmente la probabilità che il personale si convinca di poter infrangere le regole e restare impunito.

Percezione del rischio

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I sistemi di protezione spesso sono bypassati, perché?

Un comportamento scorretto porta a regole nuove e informali.

A lungo andare si diventa così indifferenti ai rischi corsi che ci si convince di poter controllare i

possibili pericoli semplicemente comportandosi con circospezione.

Il pericolo tuttavia è sempre in agguato:

aspetta semplicemente l’occasione giusta per

colpire.

Percezione del rischio

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Già, perché io di cantieri ormai ne ho girati tanti, in Italia e fuori: delle volte ti sotterrano sotto i regolamenti e le precauzioni neanche tu fossi un deficiente oppure un bambino appena nato, specialmente all’estero; delle altre ti lasciano fare quello che diavolo vuoi perché tanto, anche se ti rompi la testa, l’assicurazione ti paga per nuovo: ma in tutti e due i casi, se non hai la prudenza tu per conto tuo, presto o tardi finisci male, e la prudenza è più difficile da imparare che il mestiere.

Libertino Faussone, operaio specializzato, detto Tino, protagonista di La chiave a stella, un romanzo di Primo Levi pubblicato nel 1978 da Einaudi.

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Grazie per l’attenzione