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ESEMPIO. Proviamo a consolidare l'affermazione precedente con un esempio più banale e non riguardante la medicina veterinaria, ma che concettualmente ricalca quello dei polmoni con polmonite. Supponiamo di avere due sacchetti di numeri da tombola

contenenti ciascuno i numeri da 1 a 90; un sacchetto è di colore bianco, mentre l'altro è nero. Supponiamo ora di estrarre 10 numeri dal sacchetto bianco e 10 da quello nero e

di ottenere il seguente risultato:

Fra i numeri estratti dal sacchetto bianco, 7 sono dispari e 3 sono pari; fra i numeri estratti dal sacchetto nero 5 sono dispari e 5 sono pari. Puoi forse concludere che i numeri del sacchetto bianco sono «associati» alla disparità? Mi spiego meglio: supponi di non sapere che nei due sacchetti sono contenuti numeri da tombola... immagina di sapere soltanto che nei sacchetti ci sono semplicemente dei numeri. Osserva ancora i numeri estratti: i dati ottenuti sono sufficienti a concludere che l'ignota «popolazione» di numeri contenuti nel sacchetto bianco è composta prevalentemente da numeri dispari?ovviamente la risposta è «no», poichè i risultati dell'estrazione sono influenzati dal caso.

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Resta ora da rispondere alla seguente domanda:

se è vero che il caso può influenzare i risultati, come posso dimostrare l'esistenza di associazioni ed essere ragionevolmente sicuro che le differenze osservate non sono dovute al caso?

La risposta deriva dalla scienza statistica che, attraverso metodi che verranno accennati in seguito, consente di escludere (con un certo grado

di probabilità, ma mai con assoluta certezza) che una eventuale associazione sia dovuta appunto al caso (vedi schema seguente).

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ASSOCIAZIONE NON É SINONIMO DI CAUSALITÀ

Resta ancora da dimostrare che i due fattori siano legati da un rapporto causa-

effetto. In altre parole, «associazione» non è sinonimo di «causalità».

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Associazioni non causali:

Fattori di confondimentoesempio

FUMO / CAFFE’ / INFARTO

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Supponiamo di effettuare uno studio epidemiologico

su questa malattia, al fine di dimostrare l'esistenza di

associazioni tra le seguenti variabili:

1. presenza del parassita;2. iperplasia della mucosa dell'abomaso;3. anemia.

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Sicuramente riusciremo ad evidenziare l'esistenza di associazioni statisticamente significative tra:1. presenza del parassita ed iperplasia della mucosa2. presenza del parassita ed anemia3. iperplasia della mucosa ed anemia.

Di queste associazioni, le prime due sono causali, mentre la terza è un'associazione non causale.

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Ogni studio epidemiologico può essere svolto ad un qualsiasi livello

organizzativo; l'elemento costitutivo del livello organizzativo prescelto

viene detto «unità di analisi» o «unità di interesse» di quello studio

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Popolazione a rischio

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FATTORI RELATIVI ALL’AGENTE EZIOLOGICO

Contagiosità: capacità di un agente patogeno di propagarsi all’interno di una popolazione mediante contatto diretto o indiretto.

Si misura mediante il tasso di attacco (soprattutto quando il periodo di esposizione è breve).

Se il periodo e lungo si calcola con l'IN cumulativa

Per ovviare: stabilire i tempi di misurazione

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• Infettività: capacità di penetrare nell’ospite e

moltiplicarvisi.• Misurabile con la (D.I. 50) o mediana

• D.I.50 = n°di Ag necessari per scatenare un’infezione

• Misura la probabilità che il contatto di un Ag. con una

popolazione o un singolo soggetto abbia esito positivo.

• (D.I. minima = n° di microrganismi suff. per iniziare

l’infezione.)

– L’infettività può variare a seconda della specie ospite,

dell’età, della via di penetrazione, ecc., ma in linea di

principio è caratteristica del microrganismo, che

può avere alta, media, bassa infettività

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• Invasività o potere invasione: capacità dell’Ag., di diffondere, una volta penetrato, nei tessuti, e negli organi. – Non è misurabile direttamente ma

indirettamente:

– capacità di dare setticemia o viremia

– “ di adesione o penetrazione

– “ di produrre tossine invasive

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• Virulenza: diversa capacità di "causare danno" nell’ambito di uno stesso agente. – Dipende dal ceppo o stipite e può essere

modificata • naturale (es. cambiamento di clima in risposta

ad una selezione

• artificiale (es. radiazioni)

– Virulenza esprime la gravità di una mal.

– Misurabile con: • Tasso di letalità

• o/e dei casi di debilitazione permanente.

• D.L.50 o dose efficace mediana

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• Patogenicità: conseguenza "logica"

dei concetti di infettività /invasività /

virulenza

– è un carattere qualitativo dipende

dall'importanza che di volta in volta

assumono queste tre variabili

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Classificazione degli Ag. infettanti:

• a) > frequenza di infezioni inapparenti• non accompagnate da sintomi• solo una parte di animali infetti• e di questa una minoranza muore• es. TBC : Esami di laboratorio eseguiti

sistematicamente. • Infezione riconoscibile anche a distanza

di tempo: • con prove sierologiche ed allergiche

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• b)> frequenza forme cliniche diagnosticabili• < frequenza forme cliniche inapparenti• c) praticamente solo forme clinicamente

evidenti (es. Afta).• a)= poco patogeni e poco virulenti• b)= molto patogeni ma poco virulenti• c)= alta patogenicità ed alta virulenzaResistenza: un Ag. è tanto più resistente quanto più

a lungo può rimanere infettante al di fuori di un ospite.

• Fattori: Fisici, chimici, biologici (essiccamento – raggi U.V. – temp. – pH –umidità – putrefazione…)

• La resistenza è assicurata da strutture esterne con funzione protettiva.

• Capacità di dare infezioni persistenti o latenti.

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FATTORI RELATIVI ALL’OSPITE

– a) Specie animale • domestici

• selvatici = meno recettivi? = falso– diversa soglia di monitoraggio

– Altra all’interno delle specie domestiche.

– Es. esistente tra famiglie

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b) Razza: razze rustiche + resist. di quelle selezionate e specializzate (spec. nelle produzioni).

Razze autoctone mediante (pressione selettiva naturale) ad opera di patogeniendemici incontro (insieme ai patogeni) processo di co-evoluzione equilibrio ospite/agente minore gravità malattia

questi (fattori genetici) sono da sommare ad altri fattori: immunità nat. passiva immunità di popolaz. infezioni inapparenti

ecc.

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FATTORI RELATIVI ALL’AMBIENTE

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Fattori biotici:Densità: (capi/Km2) della popolazione di ospiti recettivi = è determinante per ladiffusione e la persistenza di determinate mal. inf.

Presenza stabile di popolazioni: suffi. numerose di altri ospiti recettivi, che nonnecessariamente siano il serbatoio.

Disponibilità di ospiti intermedi: per parassiti o di vettori biologici perAg. trasmessi da artropodi (ciclicità stagionale legata al ciclo biol. siadell’ospite che de vettore)

Sistema e tipologia dell’allevamento: in relazione alla densità degliallevamenti in un territorio o al n° medio di animali presenti nei singoliallevamenti (tipo intensivo, familiare, estensivo nomade).

c. d. punti di acqua e di pascolo Risorse alimentari

Uomo: presenza/assenza di tecnici, strutture diagnostiche efficienti. ambiente sociale: mancanza di educazione sanitaria usi e costumi.

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b) Il macroclima (temperatura, umidità, piovosità) condiziona densità popol. di vettori e ospiti intermedi.

Difficil. modificabile è determinante in tutte le malattie trasmesse da artropodi.

sui ricoveriUomo può agire solo con interventi e gli spostamenti

Il macroclima condiziona il microclima dei ricoveri con tutte le conseguenze del caso.

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Modalità di trasmissione degli agenti infettanti

orizzontaleLa trasmissione delle infez. può essere di due tipi verticale

T. Orizzontale: quando l’ag. passa da un anim. a un altro o a un gruppo di altri aa.“indipendentemente” dalla generazione a cui appartiene”

T. verticale: compotra la trasmissione dell’ag. da una generazione all’altra.

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Veicolo: qualsiasi oggetto o materiale che serve da tramite al passaggio di un agente daun ospite ad un altro.La trasmissione tramite veicolo implica un periodo di permanenza dell’ag. fuoridall’ospite.I veicoli sono più pericolosi quando gli agenti sono molto resistenti ed hanno lapossibilità di moltiplicarsi e svilupparsi nel veicolo.

La trasmissione può essere solo meccanica (ag. sopravvive nel veicolo) o conpropagazione e sviluppo.

Fomites: Stalle, fiere, mercati, mostre. Nelle infezioni del bestiame oggetti di uso piùfrequente nel: trasporto, contenimento, cura e governo degli animali.

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Altri veicoli:

Carne: (es. Afta, pH, congelamento; Peste bovina, temperatura; P.S.E., pH eacidificazione; P.S.A., pH e temperatura. Sono pericolosi avanzi di cucina poco cotti)

Farina: derivata da carne, sangue, ossa, pesce. Fasi di lavorazione e stoccaggio. Se lacarica batterica è bassa (es. salmonelle) e gli animali sono eliminatori.

Latte: alterazione secrezione lattea. La pastorizzazione è indispensabile.(es. leptospira,afta, brucella, mycoplasmi). Importanti pastore e mungitura.

Alimenti vegetali o foraggi: contaminati con spore batteriche e forme larvali infestantidi parassiti.

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Pelli, lane, altri prodotti: possono veicolare ag. sporigeni o virus molto resistenti comequello del vaiolo ovino.

Materiale seminale: importante, oltre che nella trasmissione orizzontale, per leproblematiche connesse alla fecondazione artificiale: L’ag. può contaminare materialedurante le fasi di raccolta o giungere al seme dell’app. urogenitale. La maggior partedegli ag. infettanti sopporta bene operazioni di congelamento e scongelamento fatti conmetodi per preservare gli spermatozoi. Gli antibiotici non inibiscono virus e batterimobili.

Acqua: rappresenta la principale fonte di contagio di diverse infezioni. Ad es. ag.resistenti.(acque dolci: ag. sensibili a shock osmotici. acque salmastre viceversa.)

Suolo: importante riserva di ag. infettanti, es. malattie telluriche generalmente sostenuteda batteri, miceti e parassiti che sviluppano forme di resistenza.

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Vettore: ospiti vettori sono artropodi o altri invertebrati in grado di trasmettere agentiinfettanti da un animale vertebrato ad un altro.

il termine vettore = mai riferito ad ospiti vertebrati

nei quali l'agente si moltiplica (trasmettitore)vertebrato trasportano l'agente passivamente con il proprio corpo (trasmettitore passivo)

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Vettore meccanico: agisce come trasportatore dell'agente dall'animale infetto alrecettivo senza che l'agente subisca alcuna replicazione o sviluppo.

Es. - se l'ag. viene trasmesso mediante puntura (sangue) "ago volante"

- se mediante contatto con secrezioni o mat. contam. in genere "tampone volante"

tipo di trasmissione + o - importante

presenza del vettore nell'ambiente condiz. Igienico-ambient

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Il vettore biol. diviene infettante solo dopo un certo lasso di tempo dall'assunzionedell'Ag. - periodo necess. Per moltiplicarsi o svilupparsi nell'vettore - periodoprepatente nel vettore (periodo che intercorre tra l'infezione dell'ospite ed il rinvenimento dell'ag. nell'ospite stesso).

I vettore sono ospiti dell'ag. a tutti gli effetti.

In alcuni casi l'invert. = l'ospite di mantenimento dell'Ag. infettante

= il verteb. rappresenta un ospite accidentale o amplificatore.

In altri casi l'invert. = ospite a fondo cieco senza alcun ruolo di vettore (situazione più diffusa di quanto sui pensi)

Tropismo vettori, ecc.

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VIE DI INFEZIONE E MODALITA’ DI TRASMISSIONE ORIZZONTALE

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Trasmissione per via orale:

frequente in agenti a localizzazione enterica,alcuni si localizzano esclusiv. a livello dell’apparato digerente,sono escreti soltanto con le fecidanno luogo a un ciclo di trasmissione oro-fecale.

Altri Ag. (penetr. oral.) diffondono nel circolo sanguigno, raggiungono organi e tessuti eliminati escreti e secreti e trasmessiattraverso carni, latte, ecc…

La penetrazione può avvenire a diversi livelli dell’app. digerente.

Microrganismi sensibili al pH riescono difficilmente a superare la barriera gastrica.

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Trasmissione per via aerogena:

frequente con agenti localizzati a livello dell’apparato respiratorio,

colpi di tosseespulsi nell’aria tramite starnuti, normali atti respiratori.

Avviene anche se la localizzazione non è nell’apparato respiratorio ma eliminati per altre vie e poi dispersi nell’aria.

Ag. disperdono nell’aria gen. + a particelle solide (grani di polvere) o liquida(goccioline, aerosol) che rimangono in aria (+ - a lungo) a seconda delle lorodimensioni: se<5µ, rimangono per periodi molto lunghi

Atti respiratori forzati = dimensioni 15-100µe tendono a sedimentare perché più pesanti.

Se perdono H2O per evaporazione le particellesaranno disidratate (2-10µ) rimangono nell’aria quasi stabilm. per cui possono

esseretrasportate a distanze notevoli dalle correnti aeree..

Le dimensioni delle particelle condizionano la capacità di penetrazione inprofondità dell’app. respiratorio:

p es.o solo quelle <5µ raggiungono gli alveoli.

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a) distanza ravvicinataTrasm. aerogena:

b) distanza notevole:

a) condizionata da ambienti chiusi

b) con scarsa ventilazione e contenenti scarsi vol. di aria in rapporto alla densità degliaa., ecc…

p. es. gli animali di grossa taglia processano una > quantità d’aria in un attorespiratorio.

in tali cond. anomalia di trasm.

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Trasmissione mediante contatto o inoculazione (via mucoso cutanea):

gli agenti vengono trasmessi mediante contatto delle superfici cutanee e/o mucose.Questo avviene difficilmente, a meno che non ci siano delle soluzioni di continuo.

Se sono trasmessi con punture o ferite si parla di inoculazione:morsi, graffi, puntura d’insetto, pratiche mediche (iatrogena, sono compresi anche itrapianti).

Trasmissione per via venerea:

attraverso il coito (sperma e secrezioni vaginali o prepuziali) ma anche con gli scambi disangue. Può rimanere localizzato o diffondersi.

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Trasmissione verticale:

1) Mediante trasmissione genetica: Quando sono in causa virus in grado di integrareil proprio genoma con quello delle cellule dell’ospite e di

essere trasmesso ereditariamente come segmenti genomici all’interno delle cellule germinali.

2) Mediante trasmissione congenita:

a) Cellule germinali infette: uccelli attraverso l’uovo b) Per trasmissione dalla madre all’embrione o al feto (ematogena o ascendente)

c) Durante il passaggio attraverso il canale del parto.

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Quando la trasmissione dell’infezione avviene durante la vita uterina è importanteconsiderare lo stato immunitario del feto: Se avviene prima dell’immunocompetenza siavrà immunotolleranza e, se sopravvive fino alla fine della gravidanza rimarrà infettoper tutta la vita.

Attraverso latte e colostro = trasmissione. orizzontale.

La trasmissione verticale negli artropodi ha importanza epidemiologica quandofungono da vettori biologici.

Avremo trasmissione transovarica quando gli agenti possono passare da unagenerazione ad un’altra attraverso l’uovo infetto.

Avremo trasmissione transtadiale quando l’antigene rimane nell’animale durante isuoi stadi di sviluppo (larva, ninfa, adulto).

Le infezioni latenti sono +++ insidiose perché sono infezioni persistenti anche senon eliminano virus.

Difficilmente identificabili con normali tecniche diagnostiche possono esserecontagiose quando riprende l’escrezione dell'ag. .

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Agente infettante o semplicemente AGENTE: virus, batterio, micete, parassita oagente trasmissibile non convenzionale in grado di infettare un ospite, moltiplicarsi,svilupparsi, trasmettersi ad altri animali, compiere il suo ciclo vitale e mantenersi innatura

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Fuga di un agente eziologico dalla sua NICCHIA

a) Introduzione di nuove specie ospiti in un ecosistema di cui l’agente è parte.

b) Introduzione di un ospite infetto in un nuovo ecosistema .

c) Modificazioni della dinamica di popolazione di un ospite (serbatoio, nuovo ospite potenziale).

d) Modificazioni ecologiche che portano a contatto due ecosistemi precedentemente separati.

e) Modificazioni delle abitudini degli ospiti (es. alimentari).

f) Modificazioni tecnologiche.

g) Mutazioni o ricombinazioni genetiche

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Ospite: animale vertebrato od invertebrato recettivo all’ag. infettante e perciò in gradodi contribuire al completamento del suo ciclo vitale.

Ospite primario, naturale o mantenimento: specie animale, popolazione o sostanzainanimata in cui l’Agente si moltiplica e/o si sviluppa DA CUI DIPENDE LA SUASOPRAVVIVENZA COME SPECIE IN QUEL DETERMINATO AMBIENTE.

E’ il più importante per il mantenimento dell’infezione in natura.

Nelle infezioni che si prestano ad essere studiate con un approccio epidemiologico ditipo ecologico riserva naturale dell’ag. in un det. ecosistema serbatoio.

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Andamento delle malattie infettive

L'andamento di una malattia in una popolazione rappresenta ladescrizione delle frequenze con cui essa si verifica nel tempo.

L'espressione grafica di tali dati, particolarmente quelli relativi a una epidemia, sottoforma di un istogramma o di un poligono di frequenza, per un intervallo di tempodefinito, viene definita "curva epidemica".

Disegnare una curva epidemica (mettendo i casi in ordinata e il tempo in ascissa) èuno dei metodi più utili per visualizzare la dinamica di una particolare malattia in unapopolazione.

Nella classificazione dell'andamento di una malattie si prendono in considerazione trevariabili: la popolazione, l'area geografica e il tempo.

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Endemica : malattia che si manifesta in una popolazione con una frequenza nel tempo regolarmente prevedibile e solo con fluttuazioni di modesta entità.

Viene detta endemica in una popolazione e autoctona in una det. area geografica).

oloendemicheiperendemichemesoendemicheipoendemiche

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Epidemica: se in una popolazione si verifica, durante un dato intervallo di tempo, chiaramente in eccesso rispetto alla frequenza prevedibile.

Il numero assoluto di casi di per sè non è determinante per considerare una malattiacome epidemica.

Pertanto, il fatto che la frequenza osservata per una particolare malattia rappresenti omeno una epidemia potrà variare da un luogo all'altro e da una popolazione all'altra.

Quando la frequenza prevedibile è zero anche un numero bassissimo di casi sono daritenersi una epidemia.

Focolaio termine impreciso sinonimo epidemia,

Pandemia è una epidemia su larghissima scala.

I tre tipi di “andamento” comportamento dinamico

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Il concetto di popol. a rischio non implica che la popol. bovina nel suocomplesso non possa essere colpita dalle malattie indicate

Significa semplicemente che la probabilità che si verifichi l’evento morboso è maggiorenella popolazione a rischio (sottoinsieme della popolazione bovina) rispetto allapopolazione bovina considerata globalmente.

Questa popol. viene usata come DENOMINATORE dei tassi e/o delle proporzioni cheservono a descrivere in termini quantitativi il verificarsi di eventi ad es. di naturamorbosa.

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Curva epidemica

Sporadica Endemica

Epidemica