ERRORI DI TUTTI I COLORI - ISTITUTO COMPRENSIVO OLIENA · 2012-07-30 · 1 ERRORI DI TUTTI I COLORI...
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Classi quinte Predu Murta A.S. 2011-2012 Errori di tutti i colori
1
ERRORI DI TUTTI I
COLORI
CLASSI 5A E 5B
PLESSO DI PREDU MURTA
Classi quinte Predu Murta A.S. 2011-2012 Errori di tutti i colori
2
ERRORI DI TUTTI I COLORI
Classi quinte Predu Murta
Anno Scolastico 2011-2012
Docenti:
Fele Peppina - lingua Italiana
Fadda Lussoria - Laboratorio di Informatica
Antonio
Oliena, gennaio 2012 – maggio2012
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3
Prefazione
L’idea di scrivere con gli alunni un libro sui loro errori più frequenti è stata della
pedagogista Silvia Mangoni che una mattina, all’ora di ricreazione, mi ha trovato sulla
porta della classe disperata per gli errori di ortografia che ancora i bambini facevano.
<<Perché non scrivete un libro sugli errori?>>. È stato il suo suggerimento. Lì per lì la
proposta mi ha spaventato un po’: avevo il programma da portare avanti, qualche altro
progetto in cantiere….
Poi mi son detta <<Perché no? Potrebbe essere un’idea valida>>.
E allora ho cominciato a pensare seriamente a questo progetto e a proporlo agli alunni
i quali lo hanno accolto con entusiasmo. Insieme abbiamo chiesto la collaborazione
della maestra Lussoria, l’insegnante di informatica, per realizzare il libro.
Giorno dopo giorno il progetto ha preso corpo e si è arricchito: storie buffe e
divertenti, filastrocche, giochi linguistici, illustrazioni…
Alla fine mi sono resa conto che l’idea ha funzionato, i bambini divertendosi e
collaborando hanno, infatti, superato diverse insicurezze ortografiche, stanno più
attenti quando scrivono, insomma si pongono il problema ortografia.
Abbiamo realizzato il nostro libro con grande soddisfazione di alunni e insegnanti con
la convinzione che aveva ragione l’amico dei bambini Gianni Rodari il quale si chiedeva
<<Vale la pena che un bambino impari piangendo quello che può imparare ridendo?>>
Ins. Peppina Fele
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SOS ERRORES Sos errores
Cada die e meda ispissu
sos errores essini a hampu
e mastra Pippina andada a los chircare
i su cartolariu postu issupra de su bancu.
Si si ponet sas acceras
manc’unu ch’ende l’ada a holare,
accentos apostrofos e doppias
pro cada irbagliu che tirada unu puntu
dae su votu de nos dare.
Abbarrada a buha aperta
ando che viede huddos orrores
e pro che li a tancare
bi volene sos dottores.
Antonio Congiu
TAUTOGRAMMA
Regola: Un tautogramma è una frase o un testo più lungo, in cui tutte le parole
cominciano con le stessa lettera.
Sei studente, se sbagli studia. Sbagliando si superano scogli.
Soprattutto sorridi sempre sarai soddisfatto.
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L’ACCENTO
ACROSTICO
Regola: L’acrostico è un componimento poetico in cui le lettere o le sillabe o le
parole iniziali di ciascun verso formano un nome o una frase
Ancora
Ci
Capitano
Errori
Nei
Testi
Ortografici
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Una lezione in poche parole
Cari bambini della scuola
non ne combinate una buona!
Quando scrivete gli accenti
la prossima volta state attenti.
Se l’apostrofo ci vuole
dovete scriverlo nelle parole.
State attenti alla acca
che muta, muta, quatta, quatta
dal quaderno se ne scappa.
Se una domanda dovete fare
il punto interrogativo non deve mancare!!
Questa è la e congiunzione
l’accento sopra non ci vuole.
Se non volete ancora sbagliare
vi conviene ascoltare
se no la maestra si può arrabbiare.
La nostra lezione è finita
speriamo che vi sia servita. \
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Lo sciopero degli accenti
I bambini di una scuola francese
dimenticavano spesso di mettere gli
accenti, essi dicevano tra loro: <<Che ne
dite se scioperiamo, visto che i bambini
dimenticano di usarci?>>
Il giorno dopo ci fu lo sciopero, i bambini
non potevano usare gli accenti, quindi i voti
di grammatica si abbassavano
vertiginosamente e la maestra non riusciva
a capire perché ogni parola che doveva
avere l’accento non ce l’aveva, i bambini le
dicevano che gli accenti, appena venivano
scritti, scappavano urlando <<SCIOPERO!!!>>.
I bambini cercarono gli accenti e promisero
loro che da quel giorno sarebbero stati
attenti a non dimenticarsi di metterli sulle
parole, e così fu, e da quel giorno gli accenti non scioperarono più. Gabriele Fiori
LIPOGRAMMA ovvero LA LETTERA VELENOSA
Regola: Un lipogramma è un testo in cui viene sistematicamente
tralasciata una lettera dell’alfabeto.
I ragazzi di una scuola francese scordavano spesso di usare gli accenti, essi
dicevano tra loro: <<Che ne dite se si sciopera, visto che i alunni scordano di
usarci?>>
Il giorno dopo ci fu lo sciopero, i fanciulli non potevano usare gli accenti, quindi
i voti di ortografia si abbassavano parecchio e l’ insegnante non riusciva a
capire perché ogni parola che doveva avere l’accento non l’aveva, i ragazzi le
dicevano che gli accenti, appena venivano scritti, scappavano urlando
<<SCIOPERO!!!>>. Gli alunni cercarono gli accenti e assicurarono loro che da quel
giorno sarebbero stati attenti a non scordare di usarli sulle parole. E così fu,
da quel giorno gli accenti non scioperarono più. (Antonio e Simone)
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8
Il ladro degli accenti
C’era una volta un folletto goloso, a lui piaceva rubare gli accenti dai quaderni dei
bambini, si trasformava in una piccola mosca e, quando i bambini erano distratti,
passava da un banco all’altro e, con la sua proboscide succhiava gli accenti. Quando
aveva la pancia piena ritornava nella sua casa, metteva in un sacchetto tutti gli
accenti e andava in città dove c’erano pasticcerie, bar, ristoranti…lì entrava dalle
finestre e si metteva davanti alla cassa, aspettando che qualche cameriere si
accorgesse della sua presenza. Un giorno un cameriere passò davanti a lui , lo notò e
disse: << ciao piccolo folletto, che ci fai da queste parti?>>. Il folletto si avvicinò al
cameriere e gli disse: << ho una proposta da farti, io ti regalo questo sacchetto con
nuovi ingredienti per i tuoi purè, flambè e patè e tu in cambio mi fai assaggiare le tue
specialità . L’affare fu presto fatto, il folletto diede al cameriere il sacchetto pieno
di accenti e in cambio servì al folletto un delizioso patè con contorno di purè. In
pasticceria assaggiò bignè e tiramisù al bar gradì molto thè e caffè e vin brulè.
Il folletto si divertiva e si riempiva la pancia, mentre i poveri bimbi cercavano
disperatamente gli accenti, ma un giorno lo videro mentre scambiava il prezioso
sacchetto con un pasticciere, chiamarono i carabinieri che arrivarono a sirene
spiegate per arrestare il ladro di accenti.
Manuela Congiu
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9
Giallo in città
Molto tempo fa esisteva il paese delle E verbo dove c’era una E che era
stanca del suo accento e decise di comprarsene uno nuovo. Si comprò un
altro accento molto più bello e elegante di quello precedente . tutti la
osservavano e lei si vantava e pronunciava frasi come: <<Guardate,
osservatemi come sono bella, con il mio accento nuovo!>>. Oppure: << Siete
tutti invidiosi?>>. Erano tanti giorni che lei faceva la vanitosa e le E di
quel paese si erano stancate, perciò decisero di portarle via l’accento.
Infatti quella notte, alcune E si intrufolarono in casa sua e glielo
rubarono.
La mattina seguente la povera E non lo trovò e uscì gridando: <<Aiuto,
aiuto!!!>>. Le altre E fecero finta di niente e cominciarono a cercarlo.
Anche i giornali scrivevano della scomparsa dell’accento a caratteri
grandi e dicevano: <<Scomparsa dell’accento di una E>>. La poveretta era
disperata e rimase in casa per moltissimo tempo e le altre E cominciarono
a preoccuparsi, ma non a tal punto da restituirle il suo accento. Però non
potevano lasciarla così e allora decisero di comprargliene uno nuovo.
Andarono nel negozio degli accenti e ne comprarono uno simile a quello
che aveva prima e si recarono a casa sua per darle la buona notizia e
quando pronunciarono “Abbiamo”, lei disse subito: <<Avete trovato il mio
accento?>> le altre fecero no con la testa e dissero: <<Però abbiamo una
sorpresa per te>> e le mostrarono l’accento che avevano comprato, lei
rifiutò dicendo: <<Grazie , ma io voglio il mio accento>>.
Dovevano restituirlo, era l’unico modo per vederla di nuovo felice.
Aspettarono tre o quattro giorni poi si riunirono e decisero di dirle la
verità. La mattina seguente due E andarono a casa sua. Aprì e le invitò ad
entrare . le dissero: << Ecco, vedi, noi…. Noi sappiamo dov’è il tuo
accento>> e le raccontarono tutta la storia . Dopodiché le fecero una
proposta:<< Ti restituiremo il tuo accento, ma ad una sola condizione : che
tu non faccia più la vanitosa>>. Lei rispose:<< Affare fatto>>. Le
restituirono il suo accento e nella città delle E verbo ritornò la serenità.
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Su magu magò
Baviada una vorta unu magu i ch’
aviada ciappau sos accentos agai
sos piccinneddos non los poniana.
Su magu, vurbu , che los aviada
istichios in domo sua inintros de
un’iscatuledda. Hando sos
piccinneddos andavana a uve sa
mastra a urregges sos compitos,
pihavana voto leggios e non
cumprendiana proitte. Ando sa
mastra li l ‘ ha nau suno andaos a
chircare sos accentos hi calihunu
ch’avia ciappau. Chircavana issutta
de su bancu, in palas de sa lavagna,
vingias a che vuluthare tottu, ma
non los ana ahataos.
Una die viene su magu hi idi
diventau magò e ando allegavada poniada sos accentos in tottuve. Sa
muggere , si muttiada Maria , issu la muttiada Marià , su poleddu,
Baccheone, lu muttiada Baccheò, su vihinu, Mialeddu , lu muttiada Mialè.
Sos piccinneddos ispavillos, hana humpresu derettu hie idi su malandrinu
e suno andaos a chircare in dommo sua. E incue ana adatta sos accentos .
Dae sa die non si che dimentihana prus de los ponnere in su lohu giustu ,
timiana hi su magu, mani longu, viendelos hene trattaos, si che los
torravada a ciappare. Autore
Luca Corbeddu
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11
LE DOPPIE
REBUS
Regola: disegni e lettere formano una o più parole
F COR FRASE 5,8
P ♣ FRASE 5,6
Dobbiamo Obbligatoriamente Pensare Per Inesattezze Eliminare
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La letterina di Fiamma
Per il draghetto Fiamma i giorni prima di Natale erano i più belli. Fiamma
era un chiacchierone, parlava in continuazione dei regali che avrebbe
voluto per Natale. Il piccolo draghetto cominciò a scrivere la sua
letterina e appena finì la mise sotto l’albero. Fra due giorni sarebbe stato
Natale e lui era impaziente di ricevere proprio quelli che desiderava
tanto.
Finalmente arrivò il giorno tanto atteso. appena si svegliò andò di corsa a
vedere i suoi regali sotto l’albero. Che delusione fu per lui!
Non c’era niente di ciò che desiderava tanto, e sconsolato andò a
lamentarsi con la mamma perchè non c’erano i regali che aveva chiesto a
Drago Natale. Quando la mamma lesse la lettera si mise a ridere , i regali
che aveva trovato sotto l’albero erano proprio quelli che aveva chiesto,
cioè una felpa ROSA e una PALA colorata. Solo in quel momento Fiamma
capì ciò che era successo. Siccome non era molto bravo con le doppie
sbagliava spesso e purtroppo lo aveva fatto anche questa volta. Infatti
lui, in realtà, voleva una felpa ROSSA e una PALLA colorata, ma per colpa
delle doppie non ebbe i regali che desiderava.
Alberto
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LIPOGRAMMA ovvero LA LETTERA VELENOSA
I giorni antecedenti il Natale erano molto belli e il
draghetto Fiamma, gran chiacchierone, discuteva in
continuazione dei regali che avrebbe voluto a Natale. Il
giovane draghetto cominciò a scrivere la sua letterina e
quando finì la mise sotto l’albero. Fra due giorni
sarebbe stato Natale e lui era non vedeva l’ora di ricevere esattamente
quelli che desiderava tanto.
Finalmente arrivò il giorno tanto atteso. Quando si svegliò andò di corsa
a vedere i suoi regali sotto l’albero. Che delusione a causa dei regali!
Non c’era niente di ciò che desiderava tanto, e sconsolato andò a
lamentarsi con la mamma in quanto non c’erano i regali che aveva chiesto a
Drago Natale. Quando la mamma lesse la lettera si mise a ridere , i regali
che aveva trovato sotto l’albero erano esattamente quelli che aveva
chiesto, cioè una maglia ROSA e una PALA colorata. Solo in quel momento
Fiamma intese ciò che era successo. Siccome non era molto bravo con
l’ortografia sbagliava tante volte quando ci volevano due letterine uguali e
lo aveva fatto anche questa volta. Infatti lui, in realtà, voleva una maglia
ROSSA e una PALLA colorata, ma a causa delle due letterine uguali non
ebbe i regali che desiderava.
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Una vacanza senza doppie
Un giorno Carletto scrisse una lettera al suo amico Giorgio per raccontargli della sua
vacanza a casa del nonno.
Dopo qualche giorno Giorgio gli rispose chiedendogli spiegazioni sulla sua strana
vacanza. Carletto infatti nella sua lettera raccontava che il NONO lo portava al mare
e giocavano a PALA sulla spiaggia, di pomeriggio andavano nella SERA e tornavano con
grandi mazzi di fiori, poi si riposavano nella terrazza della casa dove c’erano due
TORI e salendoci sopra si poteva ammirare un bellissimo panorama . Il NONO gli
preparava anche dei buoni pranzetti con POLO e TONO e quando la sera andava a
dormire poteva sentire il dolce frusciare delle CANE.
Giorgio era molto preoccupato per Carletto non riusciva a capire cosa stava
succedendo.
E voi avete capito qualcosa?
Luca Corbeddu
SCARTO
REGOLA: TOGLIERE UNA LETTERA PER CAMBIARE
IL SIGNIFICATO DELLA PAROLA
AVERE
VERE
ERE
RE
E
AMORE
MORE
ORE
RE
E
NONNO
NONO
NON
NO
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Il correttore di doppie
Nella città di Quadernopoli, da un po’ di tempo le doppie non andavano nel posto
giusto, per esempio quella diventava quela, temperino si trasformava in tempperrino,
per non parlare poi della mattitta. A causa di questo grosso problema si diffuse nel
paese una grave malattia che faceva diventare le lettere molto cattive così che si
mangiavano tra loro e distruggevano la città. Un giorno arrivò il correttore di doppie ,
cioè il signor Gomma o meglio Super Gomma, che chiamò tutto l’esercito anti errori.
Si dovevano muovere perché la situazione stava peggiorando. Il gruppo d’attacco si
organizzò per combattere l’epidemia: Super Gomma spruzzò il suo spry sulle lettere e
come per magia tutto ritornò come prima. Per prima cosa le doppie ricostruirono le
case e i palazzi delle parole. E finalmente a quaderno poli tornò la normalità.
Samuel
Filastrocca
Libri
Se i libri fossero di torrone ne leggerei uno a colazione.
Se i libri fossero di prosciutto stasera me li mangerei
prima di tutto.
Se i libri fossero di marmellata stasera darei loro una
ripassata.
Se i libri fossero di frutta candita me li leggerei
leccandomi le dita.
Se i libri fossero di nutella me li mangerei alla
chetichella. (Giovanni Maria Congiu)
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Il polo e il pollo
Il contadino Alf un notte si dimenticò di chiudere il cancelletto del suo pollaio. Il
giorno dopo quando andò a prendere le uova i polli non c’erano più. Allora disperato
iniziò a correre da una parte all’ altra per tutta la sua fattoria, ma invano. I polli
erano svaniti nel nulla . Allora iniziò a pensare chi poteva aiutarlo. Gli venne in mente
il mago Meneghino, subitosi mise all’opera per scrivergli una lettera . Ma siccome non
era attento gli chiese di fargli riapparire i poli . Il mago Meneghino, dopo aver letto il
messaggio, si diede da fare. Provò una nuova formula magica e come per incanto nel
podere di Alf comparvero i due Poli Terrestri : polo Nord e polo Sud. File di pinguini
marciavano in fila indiana, un orso polare si svegliò dal letargo sorpreso, perché non
era quello il suo paesaggio naturale. Una volpe stava disorientata sopra una roccia
perché non riusciva a capire dove era finita. Il contadino infuriato si precipitò a casa
del mago chiedendogli perché la sua fattoria era diventata un ghiacciaio. Il mago gli
rispose dicendo che aveva solo esaudito la sua richiesta. Dopo un’accesa discussione
l’equivoco fu chiarito, era tutta colpa di una semplice L che Alf si era dimenticato Il
mago fece ritornare la fattoria di Alf quella di una volta ma raccomandò al contadino
di stare più attento alle doppie!!! .
AUTORI S.PISCHE-A.CONGIU
ZEPPA
REGOLA: AGGIUNGERE UNA LETTERA PER CAMBIARE IL
SIGNIFICATO DELLA PAROLA
UN
UNA
UNTA
PUNTA
PUNITA
ACCA
SACCA
SPACCA
LA
LIA
LINA
LINEA
LIGNEA
CANE
CANNE
CANINE
CANTINE
ACCA
TACCA
STACCA
POLO POLLO
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Doppietta
C’era una volta uno scolaro che si chiamava Antonio che era figlio di genitori ricchi,
quindi si poteva permettere il meglio, perciò a casa faceva i compiti con l’aiuto di un
insegnante privato. A scuola si vantava perché lui non sbagliava mai le doppie e
prendeva in giro i suoi compagni. Essi si erano scocciati di questo suo comportamento
e decisero di dargli una lezione con l’aiuto della maestra.
Un giorno lei arrivò in classe con un testo che conteneva molte parole difficili e
cominciò a dettarle. Antonio le sbagliò tutte, ma per non fare brutta figura si inventò
la scusa che l’aveva fatto apposta per imbrogliare i compagni. Essi allora decisero di
usare un altro metodo: da quel giorno lo chiamarono Doppietta!!!
Questo soprannome a lui non piaceva per niente, allora confessò di non saper usare le
doppie e chiese umilmente aiuto ai suoi compagni.
Antonio Flore.
REBUS, FRASE 6,6
ERR EN
REBUS, FRASE 1,6,2,10
L’im di siano
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18
ACROSTICI
ELIAS
RISPONDE
RIDENDO A
OGNI
RAGAZZA
ELEGANTE
VIAGGIARE
INSIEME
RIDERE
GIOCARE
OPPURE
LASCIARCI
ANDARE
PROPONIAMO
UN
NUOVO
TESTO
ORTOGRAFICO
VOGLIAMO
ESSERE
RAGAZZI
BRAVI
ORGOGLIOSI
Essere Sempre Sicuri Eseguendo Rigorosamente gli Esercizi
Adesso Vogliamo Essere Ragazzi Efficienti
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19
LA LETTERA ACCA
Calligramma
OGNI VOLTA
POVE
RA A
CCA!
SEI
MUT
A, M
A N
ON T
I LAM
ENTA
RE, CHE TI DIM
ENTICHIAMO M
ETTITI A URLARE !!!!
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20
ANCHE CHI NON HA VOCE TROVA IL MODO PER FARSI SENTIRE UN GIORNO LA H STAVA PASSEGGIANDO. MA….
FINALMENTE
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21
Avanti
Cercate di
Capire e di vedere
Acca sta per avere
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22
Una maccina alla gara di formula 1
Un giorno si svolgeva la gara di formula uno a Monza. C’erano tantissime macchine
tirate a lucido e rombanti come bolidi, ma una in particolare attirava l’attenzione: era
piccola a causa di un incidente accadutole da giovane, aveva perso la acca diventando
una maccina speciale. Essa era però un po’ strana: non rispettava le regole, era
nervosa e cercava di superare tutte le altre con la forza!
Il giorno della gara di formula uno, sfogò tutta la sua rabbia contro tutte le altre
macchine e, minacciandole, si fece largo e le macinò tutte e vinse. Come premio
ricevette le acca di tutte le macchine che diventarono maccine quando esse le si
rivoltarono contro capì come ci si sentiva a essere terrorizzata da delle maccine.
Allora restituì tutte le acca e dovette rimanere una maccina per sempre
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Il mago pasticcione
C’era una volta un mago che sbagliava le parole e a causa di questo
non riusciva a fare magie. Un giorno ordinò alla bacchetta di far comparire il
suo capello dicendole:
- cara baccetta fai comparire il mio cappello!
La bacchetta non fece ciò che lui gli aveva ordinato,
allora il mago sospettando che avesse qualcosa di
guasto la portò subito dall’aggiusta bacchette. Questo
la controllò subito, ma non rilevò nessun guasto e
il mago tornò a casa più tranquillo. Più tardi
provò nuovamente la bacchetta e disse:
- baccetta , fai comparire il mio cappello! Ma la
bacchetta non fece comparire nessun cappello. Il mago
preoccupato chiese aiuto alla fata turchina, anche lei controllò la
bacchetta e non trovò nessun guasto e disse al mago che forse
stava sbagliando la formula. Il mago pasticcione provò a ripetere
la formula davanti alla fata turchina e lei si accorse subito
dello sbaglio e con grande pazienza lo spiegò al mago e tutto si chiarì
. Da quel giorno il mago non sbagliò più le magie perché fece un
corso accelerato di ortografia con la fata turchina. Martina e Greta
ANAGRAMMA
REGOLA: MESCOLARE LE LETTERE PER OTTENERE PAROLE DI DIVERSO
SIGNIFICATO
OLIENA ALIENO
ROMA RAMO MORA AMOR OMAR ORMA ARMO
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24
Il gallo ciccirici
Il gallo cicciriccì viveva nella fattoria di zio Tobia. Ogni notte doveva dormire
fuori perché le galline, nel pollaio facevano chiasso e discutevano tra di loro
impedendogli di prendere sonno. Una notte , che soffiava un vento gelido, il
gallo si raffreddò e non riusciva più a pronunciare la H perché essendo un
suono duro, gli provocava
male alla gola.
La mattina dopo il gallo non
riusciva più a dire
chicchirichì , dal suo becco
usciva solo un debole
ciccirici. Oddio che disastro!
Le persone non si
svegliavano in tempo e
arrivavano tardi al lavoro. Dopo
cinque giorni il gallo capì che era
meglio farsi curare. Andò da
Lucio il gallo dottore, che gli
fece un controllo e gli diede uno sciroppo, da prendere per una settimana e gli
raccomandò anche di dormire dentro il pollaio. Dopo una settimana di cure, il
gallo finalmente guarì. La mattina dopo si svegliò presto, uscì impaziente di far
sentire la sua voce squillante. Tutti si svegliarono in orario e zio Tobia gli
costruì un nuovo pollaio in modo che potesse dormire con tranquillità al riparo
dai freddi venti di tramontana.
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25
L’APOSTROFO
Un apostrofo un mattino
Ha incontrato un bambino
Che era tutto sconsolato
Per un errore che aveva fatto.
Aveva messo per distrazione
La “virgoletta” a un’orso marrone
E il poveretto, piuttosto arrabbiato.
Ha deciso di fargli un dispetto:
è entrato nei suoi sogni
facendogli passare notti insonni.
Il piccolino aveva sognato
Che un errore lui era diventato
Tanto era il suo terrore
Che non ha più commesso
nessun
errore.
REBUS – 7,5
SBA U
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26
L’AGO CHE SI PERSE NEL LAGO
C’era una volta nonna Cecilia che era una brava sarta, riparava i vestiti o
ne faceva altri nuovi .
Una bella giornata di sole, scappò dal suo laboratorio, l’ago Ernesto. Il suo
ago preferito!
Dorato, affilato, istruito, grande. Non era mai uscito fuori dal laboratorio
quindi per lui era facile perdersi o cadere nel più piccolo dei buchi. E fu
così che cadde dentro un tombino che raccoglieva le acque piovane.
Poiché Ernesto ci teneva molto alla linea era l’ago più sottile del
laboratorio di Cecilia. Subito la notizia della sua scomparsa si sparse in
tutto il paese e arrivarono gli aiuti: aghi più esperti delle altre sartorie
vicine. I giornalisti diffusero immediatamente la notizia, ma ci fu un
errore di stampa: Scomparsa del lago Ernesto.
Tutti rimasero sorpresi perché pensarono che il lago del paese si fosse
prosciugato a causa della siccità. La popolazione si recò allora nell’unico
lago esistente del paese da cui proveniva l’acqua che loro usavano. Lì
trovarono Cecilia disperata che cercava l’ago, allora capirono tutto. Con
grande impegno aiutarono la sarta Cecilia a cercare l’ago e i loro sforzi
furono ripagati, lo trovarono infatti impigliato nella rete di un pescatore
e il sorriso tornò sulle labbra della sarta.
Antonio Congiu
REBUS Frase4,6
L S
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27
Il pulcino figlio della pulce
C’era una volta, nel magnifico mondo degli insetti, una pulce molto triste
perché non aveva familiari: genitori, zii, cugini, ma soprattutto, non aveva
figli. Ne avrebbe tanto voluto uno per insegnargli le cose della vita , però
il suo desiderio non si avverava.
Un giorno la sua migliore amica, la formica, decise di cercare qualcuno che
le facesse compagnia e la confortasse.
Mentre gironzolava alla ricerca di qualcuno, si trovò nel mondo degli
umani e sentì uno di essi pronunciare la parola PULCINO, indicando un
piccolo esserino con le piume. Pensando che fosse il figlio di una pulce lo
prese e lo portò alla sua amica. Grande fu la gioia della pulce perché
finalmente aveva una famiglia. La pulce allevò con tanta cura il pulcino
insegnandogli le buone maniere, a fare dei salti acrobatici e lo portò a
spasso per
conoscere il
mondo.
Però c’era
un problema:
il pulcino
cresceva
sempre di
più, la pulce
no.
Mamma
pulce
cominciò a
preoccuparsi anche perché notava che i figli delle sue amiche erano uguali
ai genitori mentre il suo era diverso da lei. Allora chiese aiuto alla
cavalletta saggia, la quale le spiegò con molta dolcezza che il pulcino non è
il figlio della pulce ma della gallina. La pulce rimase molto delusa, ma
sapeva che lo doveva lasciare andare per cercare la sua famiglia. Il
pulcino trovò la sua mamma gallina , ma ogni venerdì tornava a far visita
alla sua amica pulce perché fra loro si era stabilito un forte legame
d’affetto.
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Le gemelle un po’ diverse
C’erano una volta, e forse ci sono ancora una M e una N che andavano sempre in
giro alla ricerca di lettere da prendere sotto il braccio.
La M non andava d’accordo con la B e con la P invece la sua gemella N era loro
amica inseparabile.
La M era gelosa di come la N avesse tante lettere amiche, invece lei era
sempre triste e sola. Una mattina la M stanca di non avere amici decise di
andarsene via dall’alfabeto in cerca di un alfabeto straniero dove poter fare
amicizia con tutte le lettere.
Andò in Spagna, ma le dissero: <<Ci dispiace ma noi abbiamo già la nostra M,
prova nell’alfabeto francese>>, ma anche lì la mandarono via perché non c’era
posto per lei.
Stanca di girare tornò a casa dal suo alfabeto, chiamò la N e le disse:
<<Ti prego gemellina mia aiutami a fare amicizia come sai fare tu>> . La N decise
di aiutarla, ma in cambio chiese alla M di fare sempre compagnia alla P e alla B
perché lei si era stufata di sentire le loro lamentele. La M accettò con gioia e
da quel giorno non si separò più dalle nuove amiche e dove andavano loro, lei le
seguiva sempre.
Era veramente felice ora e dal giorno capì quanto era importante l’amicizia. Josè Puddu
PALINDROMI
Le parole e le frasi palindrome sono "a specchio", si
leggono da destra verso sinistra e viceversa.
Emme - enne sono palindrome come
osso- otto- oro- anna – Ci sono anche frasi palindrome come Etna gigante amo Roma ANNA AMA ALE MA PAMELA AMA ANNA
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L’aspira lettere
I bambini di una quinta A non facevano mai un errore e ne andavano fieri,
vantandosi con i compagni della quinta B.
Ma un giorno gli errori dei bambini di quinta B scapparono e si
sistematono sui quaderni dei bambini di quinta A.
Quando essi scrivevano non si capiva nulla . un asino diventò un’asino
La classe diventò la clase. La maestra non sapeva cosa fare e provò a
consultare i bambini della quinta B che , strano ma vero, non facevano più
errori e chiese loro spiegazioni, ma non ebbe risposta. Un giorno però un
certo Ans, il più intelligente della quinta B, si accorse che mentre
scrivevano correttamente le parole, esse si staccavano e quasi invisibili
volavano leggere e uscivano dalla porta aperta. Lo disse alla maestra, lei
ci pensò un momento e poi propose:<< dobbiamo usare uno stratagemma
che faccia tornare le lettere sui vostri quaderni>>. Pensa e ripensa, alla
fine trovò una soluzione. Comprarono un’aspira lettere volanti che usarono
immediatamente. Aspirarono tutte le lettere che avevano preso il volo e
le rimisero al loro posto. Così dai quaderni dei bambini sparirono i brutti
segni di penna rossa.
Lorenzo Fele
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METAGRAMMA
REGOLA: CAMBIARE UNA SOLA LETTERA PER MODIFICARE
IL SIGNIFICATO DELLA PAROLA
MORE
MARE
CARE
FARE
TARE
TARA
CARA
SARA
MARA
LARA
LANA
LUNA
LINA
PINA
CINA
RINA
RENA
LENA
PENA
CENA
VENA
VANA
VANO
VINO
TINO
RINO
PINO
LINO
GINO
CASA
COSA
BOSA
BORA
TORA
TARA
CARA
MARA
LARA
SARA
SANA
SANE
CANE
PANE
NANE
NANI
MANI
CANI
SANI
SARI
PARI
PALI
TALI
MALI
MALE
CALE
SALE
PALE
PALO
ESSI OSSI ORSI ORTI ARTI ATTI ASTI ASSI ARSI ARSA ARCA ORCA ORCI
AVERE
AVARE
ARARE
AMARE
AMARA
AMARO
ACARO
ICARO
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Pietro Paolo racconta… Non ci crederete e siete liberi di farlo, ma in una
lontana isola esiste la CITTA’ delle PAUSE, lì
vivono tutti i tipi di punteggiature.
Un giorno un bambino che sbagliava sempre la
punteggiatura si perse in quell’isola e, smarrito,
girava intorno per cercare qualcuno al quale
chiedere informazioni.
Ad un tratto si accorse di aver calpestato
qualcosa, guardò per terra e vide un PUNTO
INTERROGATIVO. Il ragazzo rimase sbalordito e
gli chiese: ”Ma che specie di animale sei?”. “Non
sono un animale, ma un abitante della città della
punteggiatura” Rispose. “Proprio di punteggiatura non me ne parlare, io
sono una frana”, riprese il bambino.
PUNTO INTERROGATIVO allora gli chiese se voleva migliorare e il
piccolo rispose che lo avrebbe fatto molto volentieri.
Pronunciò allora una formula magica “Bibibi modi punteggiatura” e il
bambino si trasformò subito in un punto.
“Ti ho trasformato in un punto, quello che si mette alla fine della
frase, perché tu possa stare in questa città e imparare”. In pochi giorni
il ragazzo PUNTO diventò bravo, ringraziò PUNTO INTERROGATIVO
e riprese la strada di casa. Tornò a frequentare la scuola ma questa
volta con ottimi risultati. L’insegnante, sbalordita, gli chiese come
aveva fatto e il bambino le rispose: “E’ un segreto che stà su un’isola,
forse non ci crederà ed è libera di farlo ma questa è la verità “.
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GIOCHI LINGUISTICI
C A L A S I S I O Q U I N T E P A R A E
D U N M U R S C T A F B W U S M P M I O
C S K A G P I S B G F P P E M F M I O C
U I J O G T E H A T P K B A D A M M S M
G N Y F S R Z L X T V L R B R N O C R I
O R T O G R A F I A N G A G X R J B N L
B M R R B T N M B S A I O B D I X R Z Y
R C O T R A C S M T G T S N U D K E F I
A I O S O W T K E A U O I I B S P L N D
T S T O O B D M R A W L P P D P H D M B
X M K P V K R U T A A C I T A M M A R G
A K R A G G B E T P M B T B P B I W S I
B K E E I P W I V E H M E K B H N R Q R
M A X Y H D N U W J G K A S W S I J A I
N Y C E P T C E O J B C K R E I P P O D
Z Z A C C A K O S M Z T Q N G V P H K U
D S F M E Z L G S K B A W V Q O F R K V
A K F W T N V G B R A Z G C Y A P Z P O
B L T A E V T V H B D Y V A Z L N I S S
G F I V A Z I O P Y X T Y F G L S O L Q
ACCA ACCENTO ACROSTICO
ANAGRAMMA APOSTROFO DOPPIE
GRAMMATICA LIPOGRAMMA METAGRAMMA
ORTOGRAFIA PALINDROMO SCARTO
SINTASSI TAUTOGRAMMA VERBO
ZEPPA
TROVA TUTTE LE PAROLE, TRASCRIVI LE LETTERE RIMASTE E SCOPRIRAI GLI AUTORI DI
QUESTO GIORNALINO
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Autori Quinta A Quinta B Bette Annamaria Boi Samuele Capeddu Alessio Carrone Elia Congiu Giovanni Maria Fele Lorenzo Flore Antonio Medde Mariantonietta Pau Alessia Piras Andrea Puddu Josè Puddu Pier Mauro Sanna Alberto Sole Giovanni Antonio Ticca Antonio Uras Ilaria
Biscu Alessio Carrus Martina Congiu Antonio Congiu Manuela Corbeddu LucaFiori Gabriele Lai Lisa Manca Paolo Patteri Gabriele Piras Manuel Pische Simone Puddu Pietro Paolo Sanna Greta Senette Davide Spano Giacomo Ignazio Insegnanti Fele Peppina Fadda Lussoria
Oliena - Giugno 2012
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Quarta di copertina
Autori