Ericailcane - L'Albero Della Conoscenza

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L’Albero della Conoscenza L’Albero della Conoscenza Ericailcane, di-segno e di altre meraviglie Quello che avete tra le mani è un Millelire d’artista, realizzato da una delle giovani realtà dell’arte contemporanea italiana, Ericailcane. Sulla sua centralità nel variegato panorama della street art internazionale si è già detto molto: gli stretti rapporti con Blu; la capacità di non tradire mai la perfezione del segno, nemmeno in murales di centinaia di metri quadri; gli innumerevoli pezzi realizzati in mezzo mondo, dall’Italia alla Palestina, dal Messico al Nicaragua, dall’Europa agli Stati Uniti, in una totale indifferenza tra pareti istituzionalizzate – quelle, per intenderci, messe a disposizione da gallerie, comuni e manifestazioni artistiche – e quelle illegali dei centri sociali occupati. Ericailcane è certamente questo, ma anche molto altro. I suoi video d’animazione, realizzati in stop motion animando disegni, pupazzi e animali in plastilina, sono stati presentati in innumerevoli occasioni pubbliche e costitui- scono un’ottima introduzione al suo immaginario. Ci sono poi le installazioni, presentate per lo più a corredo delle esposizioni: scheletri e sagome di animali semovibili che penzolano dal soffitto, spettrali peluches di alcuni metri che dialogano con le opere… fino alla decorazione di una decina d’ambienti nella settecentesca Porta Pia ad Ancona (2010), o il colossale lupo di 12 metri d’altezza, agghindato come uno scolaretto degli anni Trenta, bruciato in piazza Maggiore a Bologna in occasione del Capodanno 2009. Last but not least, le incisioni, i disegni e i dipinti. Perché se un enorme murales ha di per sé un’innata carica esplosiva di stupore e sorpresa, nel formato ridotto è più difficile cogliere la meraviglia. Ma è proprio nel limite della cornice che, a nostro avviso, Ericailcane riesce a condensare al meglio il suo immaginario narrativo, un immaginario che ci parla di sogni (e incubi) d’altri tempi, fuoriusciti da un vecchio e polveroso baule ricamato da ragnatele, accarezzati dall’evanescenza della memoria in un flusso ininterrotto di rimandi grafico- letterari che da Esopo giungono sino a J. J. Grandville, e oltre. In tali opere, tutte dominate da una precisione di segno degna di un miniatore, la dimensione (a)temporale è sottolineata da alcuni piccoli dettagli nascosti, a iniziare dalla quasi totale assenza di rimandi alla rivoluzione dell’elettronica e del digitale, ignorata a favore di una tecnologia ancora squisitamente meccanica, leonardesca, fatta anche di viti e ingranaggi con cui assemblare scientificamen- te frammenti anatomici di animali, come ben dimostra una serie di disegni e incisioni su lastre di plexiglas del 2003-2004, anni in cui l’artista ha tenuto le sue prime mostre. A concorrere in tale gusto retrò, da favola gotica popolata da inquietanti presen- ze animalesche, vi sono poi dettagli iconografici secondari, come i capi d’abbigliamento e la mobilia, tutti vagamente d’antan: insomma, non troveremo mai, per intenderci, un coniglio vestito all’ultima, inutile, moda, né un topo appisolarsi su una poltroncina di design. La cura per il dettaglio evocativo supera in altri casi il segno grafico per adden- trarsi anche nella materia del supporto artistico. Troviamo così, specialmente nelle preziose opere del primo periodo, incisioni e disegni realizzati su vecchie carte di recupero profondamente segnate dal tempo, ingiallite e perfino lacera- te, strappate da vecchi registri di conti o da antichi testi a stampa, carte nelle quali l’inchiostro in forte rilievo dialoga così, fino a confondersi, col segno grafico. Tutti questi elementi concorrono a trasporre le opere di Ericailcane in una dimensione sospesa, al contempo estetica ed estatica, che non cede mai alle lusinghe del già visto, della trovata da ripetere con piccole varianti ad uso e consumo delle gallerie. Unica, assidua costante che accomuna tutte le opere di Ericailcane, dai murales ai video, fino appunto alle opere grafico-pittoriche è l’iconografia zoologica, o meglio, l’ibridazione del regno umano con quello animale, declinata con uno spiccato gusto per l’assurdo, il paradosso, il grottesco, il surreale. Un refrain che è costante già nei disegni infantili dell’artista, recentemente rivisitati in un progetto sfociato in alcune mostre e in un libro d’artista, Potente di fuoco. Duccio Dogheria Bibliografia essenziale Blu – Ericailcane – 25 disegni, Bologna, Modo Infoshop, 2004. Gli animali e i loro uomini, Rovereto, Biblioteca Civica, 2005. Il numero delle bestie, Modena, Logos, 2008. Il buio, Grottaglie, Studiocromie, 2008. Muffins, Chicago, Italian Institute of Chicago, 2008. Guerra Civile, Milano, Galleria Patricia Armocida, 2009. Potente di fuoco, Bologna, Modo Infoshop, 2009. www.ericailcane.org STAMPA MILLELIRE D’ARTISTA ALTERNATIVA 1 1 www.stampalternativa.org copia permessa - diffusione consigliata nessun diritto riservato - no © questa È la copia n. della tiratura di 2000 copie

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Ericailcane, di-segno e di altre meraviglie

Quello che avete tra le mani è un Millelire d’artista, realizzato da una delle giovani realtà dell’arte contemporanea italiana, Ericailcane.Sulla sua centralità nel variegato panorama della street art internazionale si è già detto molto: gli stretti rapporti con Blu; la capacità di non tradire mai la perfezione del segno, nemmeno in murales di centinaia di metri quadri; gli innumerevoli pezzi realizzati in mezzo mondo, dall’Italia alla Palestina, dal Messico al Nicaragua, dall’Europa agli Stati Uniti, in una totale indifferenza tra pareti istituzionalizzate – quelle, per intenderci, messe a disposizione da gallerie, comuni e manifestazioni artistiche – e quelle illegali dei centri sociali occupati.Ericailcane è certamente questo, ma anche molto altro. I suoi video d’animazione, realizzati in stop motion animando disegni, pupazzi e animali in plastilina, sono stati presentati in innumerevoli occasioni pubbliche e costitui-scono un’ottima introduzione al suo immaginario. Ci sono poi le installazioni, presentate per lo più a corredo delle esposizioni: scheletri e sagome di animali semovibili che penzolano dal soffitto, spettrali peluches di alcuni metri che dialogano con le opere… fino alla decorazione di una decina d’ambienti nella settecentesca Porta Pia ad Ancona (2010), o il colossale lupo di 12 metri d’altezza, agghindato come uno scolaretto degli anni Trenta, bruciato in piazza Maggiore a Bologna in occasione del Capodanno 2009. Last but not least, le incisioni, i disegni e i dipinti. Perché se un enorme murales ha di per sé un’innata carica esplosiva di stupore e sorpresa, nel formato ridotto è più difficile cogliere la meraviglia. Ma è proprio nel limite della cornice che, a nostro avviso, Ericailcane riesce a condensare al meglio il suo immaginario narrativo, un immaginario che ci parla di sogni (e incubi) d’altri tempi, fuoriusciti da un vecchio e polveroso baule ricamato da ragnatele, accarezzati dall’evanescenza della memoria in un flusso ininterrotto di rimandi grafico-letterari che da Esopo giungono sino a J. J. Grandville, e oltre.In tali opere, tutte dominate da una precisione di segno degna di un miniatore, la dimensione (a)temporale è sottolineata da alcuni piccoli dettagli nascosti, a iniziare dalla quasi totale assenza di rimandi alla rivoluzione dell’elettronica e del digitale, ignorata a favore di una tecnologia ancora squisitamente meccanica, leonardesca, fatta anche di viti e ingranaggi con cui assemblare scientificamen-

te frammenti anatomici di animali, come ben dimostra una serie di disegni e incisioni su lastre di plexiglas del 2003-2004, anni in cui l’artista ha tenuto le sue prime mostre.A concorrere in tale gusto retrò, da favola gotica popolata da inquietanti presen-ze animalesche, vi sono poi dettagli iconografici secondari, come i capi d’abbigliamento e la mobilia, tutti vagamente d’antan: insomma, non troveremo mai, per intenderci, un coniglio vestito all’ultima, inutile, moda, né un topo appisolarsi su una poltroncina di design.La cura per il dettaglio evocativo supera in altri casi il segno grafico per adden-trarsi anche nella materia del supporto artistico. Troviamo così, specialmente nelle preziose opere del primo periodo, incisioni e disegni realizzati su vecchie carte di recupero profondamente segnate dal tempo, ingiallite e perfino lacera-te, strappate da vecchi registri di conti o da antichi testi a stampa, carte nelle quali l’inchiostro in forte rilievo dialoga così, fino a confondersi, col segno grafico. Tutti questi elementi concorrono a trasporre le opere di Ericailcane in una dimensione sospesa, al contempo estetica ed estatica, che non cede mai alle lusinghe del già visto, della trovata da ripetere con piccole varianti ad uso e consumo delle gallerie. Unica, assidua costante che accomuna tutte le opere di Ericailcane, dai murales ai video, fino appunto alle opere grafico-pittoriche è l’iconografia zoologica, o meglio, l’ibridazione del regno umano con quello animale, declinata con uno spiccato gusto per l’assurdo, il paradosso, il grottesco, il surreale. Un refrain che è costante già nei disegni infantili dell’artista, recentemente rivisitati in un progetto sfociato in alcune mostre e in un libro d’artista, Potente di fuoco.Duccio Dogheria

Bibliografia essenzialeBlu – Ericailcane – 25 disegni, Bologna, Modo Infoshop, 2004.Gli animali e i loro uomini, Rovereto, Biblioteca Civica, 2005.Il numero delle bestie, Modena, Logos, 2008.Il buio, Grottaglie, Studiocromie, 2008.Muffins, Chicago, Italian Institute of Chicago, 2008.Guerra Civile, Milano, Galleria Patricia Armocida, 2009.Potente di fuoco, Bologna, Modo Infoshop, 2009.

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