EPISTEMOLOGIA PEDAGOGICA E DELLE SCIENZE · EPISTEMOLOGIA PEDAGOGICA E DELLE SCIENZE DELLEDUCAZIONE...

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Prof. Giuseppe Bertagna EPISTEMOLOGIA PEDAGOGICA E DELLE SCIENZE DELL’EDUCAZIONE a. a. 2014/2015

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Prof. Giuseppe Bertagna

EPISTEMOLOGIA

PEDAGOGICA E

DELLE SCIENZE

DELL’EDUCAZIONE

a. a. 2014/2015

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Obiettivi del corso1. Cogliere le differenze e le analogie esistenti fra

epistéme antica, moderna (galileana) e contemporanea

nella pedagogia e nelle scienze dell’educazione.

2. Riconoscere le differenze e le analogie esistenti a

livello epistemologico tra il punto di vista della

pedagogia e delle moderne scienze dell’educazione

(psicologia, sociologia, antropologia,

neurofisiobiologia).

3. Individuare le connessioni esistenti tra differenti visioni

dell’uomo e differenti concezioni sulla natura

epistemica e metodologica della pedagogia e delle

scienze dell’educazione.2

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Testi del corso

Testi del corso sui quali si svolgono gli esami:

• Slide presentate.

• G. Bertagna, Dall’educazione alla pedagogia. Avvio al lessico pedagogico e

alla teoria dell’educazione, La Scuola, Brescia 2010, pp. 119-243.

• G. Bertagna, Una pedagogia tra metafisica ed etica, in Id. (a cura di), Il

pedagogista Rousseau. Tra metafisica, etica e politica, La Scuola, Brescia

2014, pp. 11-66.

• G. Bertagna, Quale identità per la pedagogia? Un itinerario e una

proposta, in «Rassegna di pedagogia», nn. 1-4, gennaio-dicembre 2009, pp.

13-36 (disponibile nella biblioteca della sede di S. Agostino).

• G. Bertagna, Ritorno alla pedagogia. Ma quale?, in Un itinerario e una

proposta, in «Rassegna di pedagogia», nn. 3-4, luglio-dicembre 2013, pp.

191-209 (disponibile nella biblioteca della sede di S. Agostino).

Testi consigliati per l’inquadramento e l’approfondimento dei temi del corso:

M. Ceruti, La fine dell’onniscienza, Ed. Studium, Roma 20143

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Modalità di esame 1.

FREQUENTANTI (presenza a 7 lezioni su 9)

PROVA IN ITINERE: elaborazione di un caso/progetto

da consegnare via e-mail entro e non oltre quindici giorni prima

della data d’esame ufficiale

(N.B. Valido solo per i primi quattro appelli). (*)

+

TEST SCRITTO A RISPOSTA CHIUSA, 30 domande in 40 minuti

(26 maggio 2015, Caniana, dalle 15.00 alle 18.00)

(*) DATE DI SCADENZA PER LA CONSEGNA DELLA PROVA IN ITINERE

25 MAGGIO 2015; 8 GIUGNO 2015; 22 GIUGNO 2015; 24 AGOSTO 2015

INDICAZIONI PER L’INVIO DELLA PROVA IN ITINERE

Nome del file: nome, cognome, n. di matricola

Intestazione all’interno del documento: nome, cognome, n. di matricola

e indirizzo di posta elettronica

Inviare ai seguenti indirizzi: [email protected]

Oggetto della e- mail: "Epistemologia-prova in itinere (1°/2°/3°/4°appello)

-nome, cognome e matricola” 4

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CASO/PROGETTO1. Lo/a studente/ssa identifichi un «caso concreto» che lo/a abbia colpito/a e che abbia

raccolto il suo interesse e stimolato la sua curiosità: le vicende di un amico/a

particolarmente problematiche; le relazioni complicate viste o vissute in una famiglia, in

un gruppo dei pari, in una comunità; un racconto autobiografico che metta in luce i

problemi e le difficoltà di ogni crescita; una relazione affettiva che mostra la corda per

tutta una serie di ragioni ambientali e personali da specificare; le incomprensioni e le

dinamiche svalutative nate durante il percorso scolastico proprio o altrui; una storia di

depressione maggiore melanconica o minore ansiosa ecc. Faccia lo sforzo di riassumere il

«caso» in non più di 3000 battute.

2. Dopo aver precisato le differenze tra la scienza antica, moderna e contemporanea, lo/a

studente/ ssa predisponga un «progetto di studio del caso» rispettivamente dal punto di

vista psicologico, neurologico e pedagogico. Significa mettere a fuoco un progetto che,

per ciascuna delle discipline indicate, risponda ai seguenti interrogativi: che cosa intendo

studiare (oggetto formale)? Come, con quali strumenti e quando intendo procedere

all’indagine (metodi)? Per raggiungere quali conoscenze, di che tipo? (battute: massimo 5

mila).

3. A questo punto, lo/a studente/ssa predisponga un piano di interventi che,

rispettivamente come psicologo e come pedagogista, reputa indispensabili mettere in atto

per sciogliere e/o risolvere i nodi problematici evidenziati nel «caso». Mostri con

adeguate argomentazioni le differenze epistemologiche, metodologiche e relazionali delle

due tipologie di interventi (battute: massimo 8 mila). 5

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NON FREQUENTANTI

Commento scritto ad un «caso» da interpretare

in maniera critica alla luce delle categorie

concettuali definite nel corso; risposta in forma

di «saggio breve» a tre domande-questioni che

intendono esplorare la conoscenza dei testi

d'esame e la loro corretta comprensione.

Tempo a disposizione per la prova: 180 minuti.

Modalità di esame 2.

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Analogie e differenze fra

1. Episteme antica

2. Episteme moderna

3. Episteme contemporanea

OBIETTIVO 1

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EPISTEME ANTICA

Etimologia

Da epi= su;

Histamai=

stare/stabilire.

Dichiarare ciò che «sta

dritto» che «sta in piedi da

solo», ovvero le conoscenze

che sono vere, universali e

necessarie per tutti.

N.B. Oggi, il termine episteme viene tradotto

solo con «scienza».

Tuttavia, i Greci non distinguevano tra

scienza e filosofia, tra asserti scientifici e

filosofico-umanistici

Nell'antichità non c’era

differenza tra scienza e

filosofia/humanitas8

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N.B. Oggi la scienza si occupa di campi d'indagine particolari e ha metodi

particolari, per studiare oggetti particolari

EPISTEME ANTICA: «FILOSOFIA=SCIENZA» (A)

Vuole conoscere

e spiegare i

singoli fenomeni e

anche la loro

Totalità (tutto ciò

che c’è e appare

nell’esperienza).

Vuole conoscere e spiegare

i (dare ragione dei) singoli

problemi dell’intera

esperienza e, non di meno,

di tutta la realtà empirica e

metaempirica, senza

esclusione

di parti o di momenti.

FILOSOFIA

=

SCIENZA

Indagine sull’esperienza

sull’«Intero dell’esperienza»

MA ANCHE, QUINDI

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CONOSCERE L’ESSERE (o L’ INTERO)

1. L’Essere dell’esperienza umana è:

• la natura, il cosmo

• le cose particolari che incontriamo

con i sensi

• la voce con cui esperiamo il linguaggio

• ciascuno di noi

• gli altri che incontriamo

• … MA

2. L’Essere…

è anche il senso, il pensiero, il contenuto dei pensieri di tutti di questi diversi

modi di essere dell’esperienza.

L’Essere della filosofia-scienza classica è l’INTERO: non solo, quindi, di

tutto ciò che è esperienza sensibile (Intero dell’esperienza), ma anche di

tutto ciò che è soprasensibile, concettuale, spirituale che spiega, predica e

dà senso all’intero precedente.

EPISTEME ANTICA: «FILOSOFIA=SCIENZA» (B)

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Scoprire le ragioni di

ciò che è emprico e

metaempirico e il

senso che si può dare

all’Intero è di per se

stesso una questione

non empirica, ma non

è per questo meno

“reale”, “vera” e

“cruciale” per la vita

dell’uomo.

INTERO: L’INSIEME DI EMPIRICO E METAEMPIRICO

COME

CONOSCIAMO

L’INTERO

DELL’ESPERIENZA

E L’INTERO?

• Tutto ciò che supera e va oltre l’esperienza (il possibile, l’immaginato, il concettuale, lo “spirituale”…).

METAEMPIRICO

• conoscere attraverso i sensi e con la conferma dei sensi

EMPIRICO (cioè

dell’esperienza)

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LA RIFLESSIONE

INTENZIONALE

L’unione di Nous e Logos

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È la conoscenza immediata della realtà, che si

avvale del “sentire”.

Nous = (fiuto)

Sapere intuitivo

e prediscorsivo

Intuizione: «intus ire» andare dentro o dietro oltre i

sensi, in profondità e d’un colpo.

Il Nous è la componenente intuitiva della razionalità umana (…)

la capacità di andare oltre le cose, in profondità, d’un colpo, per cogliere, da

un lato, ciò che si dà nell’esperienza, dall’altro, ciò che la supera, le va

oltre, spiegandola, giustificandola.

Permette di conoscere immediatamente i «principi»

della realtà e di elaborare

“idee creative” (ipotesi di spiegazione) che vanno

oltre la realtà (scoperta).

IL NOUS

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L’intenzionalità è la capacità di andare oltre la

presenza fisica degli oggetti, delle situazioni e delle

azioni, ma di portarle ugualmente al pensiero,

trasformandole in contenuti di coscienza intellettuale.

IL NOUS E L’INTENZIONALITÀ:

COME SI FA A COGLIERE LA REALTÀ?

Intenzionalità

Termine tecnico

utilizzato da

Husserl e

Brentano per

spiegare il

processo messo

in atto dal

soggetto per

conoscere.

È una caratteristica dell’atto psichico-mentale dell’uomo

L’atto mentale ha sempre un contenuto verso il quale si

rivolge

Tale contenuto è appunto definito «oggetto intenzionale»

Dunque, affinchè ci sia Intenzionalità c’è bisogno di un

soggetto che pensa e di un oggetto colto nel pensato.

Ha la caratteristica di cogliere il particolare (empirico)

attraverso, sempre, un universale concettuale.

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ATTRAVERSO

L’INTENZIONALITÀ

1. Possiamo conoscere il fisico

attraverso il mentale, cioè rendiamo

“intelligibili” gli oggetti del mondo

(intuizione intellettuale).

3. Possiamo scoprire che i fatti sono

pieni di teoria, cioè non “parlano” da

soli, ma attraverso strutture concettuali.

2. Idealizziamo, trascendiamo il mero

dato empirico. Permette di vedere non

solo le cose come sono, ma anche come

potrebbero essere state e come

potrebbero stare nel futuro.

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Da solo,

il Nous non basta

Bisogna anche lavorare logicamente sui “principi intuiti” al

fine di rassodarli, ampliarli e giustificarli con una ragione

discorsiva che sia con essi coerente, ma anche e sopratutto che

ne espliciti dinanzi a chiunque le possibili implicazioni e

conseguenze, in maniera tale che nessuno,

pur volendolo, possa negarle.

Abbiamo bisogno del

LOGOS 16

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Dall’esperienza…1.

2.

3.

4.5.

ESEMPIO: TEOREMA DEGLI ANGOLI INTERNI DI UN TRIANGOLO

«La somma degli angoli interni di un triangolo è uguale a un angolo piatto»

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…A

lla

form

aliz

zazi

one

18

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I SIGNIFICATI ORIGINARI DELLA PAROLA LOGOS

Logos

(da légein)

1. Riunire insieme,

raccogliere, radunare e

instaurare relazioni tra

parti

UNIFICA. È la capacità di sintesi della

nostra mente Raccogliere e collegare

frammenti separati e disparati per far

nascere l’unità dalla molteplicità.

2. Scegliere a uno

a uno da un gruppo

DISTINGUE. È la capacità di analisi della

nostra menteAnalizzare un tutto per

individuare le parti che lo compongono.

3. Parola che crea

CREA. È la parola che giunge a “creare il

reale stesso” (l’attività intellettuale

inventivo-creativa), nominandolo e

attribuendogli un senso.

Si può dire quindi che il logos greco significasse sia l’attività sintetica della ragione che riunisce e

lega insieme, attraverso il discorso, in una relazione organica parti tra loro separate, sia l’attività

analitica che divide e separa in frammenti, seguendo un ordine logico, ciò che è in un tutto unitario,

sia, infine, l’attività intellettuale inventivo-creativa- ermeneutica che pensa addirittura cose che prima

non c’erano al mondo e che, dopo, con un’apposita potenza discorsiva, introduce nel mondo (dalla

poesia, per esempio, al significato della vita). 19

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LA RIFLESSIONE INTENZIONALE

LA

RIFLESSIONE

INTENZIONALE

È l’unione della dimensione

critico-argomentativa-ermeneutica

(Logos) con la componente intuitiva

(Nous).

RIFLESSIONE INTENZIONALE

LOGOS NOUS

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LA RAZIONALITÀ UMANA SI È STORICAMENTE

STRUTTURATA, PER L’ANTICHITÀ, IN TRE

TIPOLOGIE

TECHNE O

RAZIONALITÀ

TECNICA:

Si riferisce alla

rilessione intenzionale

orientata al fare

qualcosa, al costruire o

trasformare prodotti

oggetti, macchine,

secondo regole e

procedure tanto

determinate quanto

condivisibili da tutti e

perfezionabili da parte

di tutti.

EPISTEME O

RAZIONALITÀ

TEORETICA:

Rimanda alla riflessione

intenzionale che cerca di

conoscere con verità

intersoggettiva non solo

ciò che c’è, le cose che ci

sono, come sono e

perché sono così, ma

anche i «significati» che

gli uomini danno alle

cose che ci sono, come

sono e perché sono così.

PHRONESIS O

RAZIONALITÀ

PRATICA:

Riflessione

intenzionale orientata

all’agire bene

dell’uomo, con

saggezza (phronesis),

nelle situazioni

particolari che gli

sono date nella sua

vita individuale e

sociale.

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LA RAZIONALITÀ

TECNICA

Attraverso la techne, l’uomo si impone sulle cose

materiali facendole “essere” e “diventare” come

le aveva pensate

1) Modello o Idea (scopo pensato)

2) Materia

3) Strumenti (mezzi e metodo)

4) Controllo del fare (nel processo) e

del fatto (nel prodotto) Ovvero:

processo e prodotto realizzano,

concretizzano lo scopo o deviano

dall’obiettivo?

Le quattro

fasi della

techne

Secondo Platone

Techneessere padroni della

propria mente=

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1. Lo scopo

“futuro”

Carattere previsionale

Carattere progettuale

2. La

materia

“presente”

È la materia informe (o di

un’altra forma)

A cui si intende, per scopo tecnico,

attribuire una forma diversa,

quella dello scopo (tras-formazione)

Ha proprietà strutturali reali

che vanno conosciute (vedi razionalità teoretica).

3. I mezzi e

il metodo

È l’idea (o il modello)

di ciò che si vuole fare e che ancora non c’è

È la capacità di fare un progetto

sulla base di un’idea.

4. Il controllo

per fare e rifare

Verificare, correggere ed eventualmente rifare ciò che si fa, sia

durante, sia alla fine del processo di realizzazione dell’idea e del

progetto.

LE CARATTERISTICHE DELLA TECHNE

Metodo= “retta via” (ódos) intenzionale. Serve a trasferire gli scopi

ideali nella materia che li può ricevere, attraverso la scelta dei mezzi,

in tempi e modi adatti.

Mezzi= servono alla coerente realizzazione degli scopi e del progetto

tenendo conto della materia

Per dare nuova forma bisogna

impostare il progetto a partire dalla

conoscenza di tali proprietà

IL CARATTERE PERFETTIBILE

DELLA TÉCHNE

Il suo fine è avere scopi, ogni scopo

diventa mezzo per un altro scopo,

e così via…

D

U

R

A

N

T

E

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LA RAZIONALITÀ TECNICA TRA SCIENZA E POTENZA

sapere (episteme)

potere del fare

(dýnamis)

Razionalità tecnica

Nessuno può far essere, volendolo e controllandolo

secondo i passaggi logici che si sono analiticamente

presentati, qualcosa che non conosce, di cui non ha

rappresentazione e controllo concettuale (nell’idea e

nel progetto).

La techne

è potere solo se «sa»

La techne è una

volontà efficace ed

efficiente solo se è

competente.

Competenza e

specializzazione

vanno di pari passo.Non esiste, tra gli uomini, una competenza tecnica

tuttofare. E tanto meno un uomo che sappia

padroneggiare tutte le tecniche.

In presenza di scienza,

potenza del fare e

competenza, il «vero e il

fatto si convertono l’uno

nell’altro».

• Conosciamo veramente solo ciò che facciamo

• Facciamo tecnicamente solo ciò che

conosciamo.

Connessioni con la Razionalità Teoretica

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LE RISCHIOSE ANTINOMIE DELLA TECHNE

1. La distanza

tra progetto e

prodotto

2. L’antinomia

tra sapere e fare

3. Il fine

identificato

con lo scopo

Essere padroni del progetto, non significa essere padroni

della concretizzazione del progetto nella realtà.

La materia resiste all’Idea: c’è sempre uno scarto tra

intenzione mentale e realizzazione materiale.

Proprio per il punto precedente “sapere” e “fare”

tendono a separarsi; da qui la differenza fra i teorici

progettisti (che non fanno) e gli esecutori pratici (che

non sanno).

4. Assolutizzazione

dei mezzi

Il fine (per esempio la bontà

o la felicità) non ha mai una

fine.

Scopo= ciò a cui l’azione

tecnica mira in base al

progetto ideale

Relazione del presente

con il futuro immediato:

controllo.

Relazione sempre

aperta con il presente e

con il futuro.

Il criterio di fattibilità

diventa il criterio della

bontà del fare stesso

Ciò che “si può fare”

diventa ciò che “si deve

fare”.

Connes

sioni

con l

a

Razi

on

ali

tà P

rati

ca

Connes

sioni

con l

a

Razi

on

ali

tà T

eore

tica

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LA RAZIONALITÀ

TEORETICA

=Theoréo osservo/vedo

«vedere» con la mente l’ordine

e la misura di ciò che c’è

(empirico e/o meta empirico).

La razionalità teoretica scopre le

cause intellegibili (aitías, da cui

eziologia) delle cose sensibili e dei

pensieri che non sono sensibili e ne

dà le “ragioni” a chiunque

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• Non tanto l’inizio, lo svolgimento e la conclusione di qualcosa,

quanto la ragione per cui quel qualcosa esiste. Talvolta tale

ragione può essere fatta risalire a una causa conosciuta, talvolta è

la casualità, talaltra il destino (necessità) o un progetto

preordinato (techne).

• La teoresi classica raggiungeva l’universalità quando era in grado

di dare ragione di una pluralità di cause:

1. Causa formale la forma o essenza delle cose

2. Causa materiale ciò di cui è fatta una cosa, la sua materia

3. Causa efficiente ciò da cui provengono il mutamento e il movimento

delle cose

4. Causa finale il fine delle cose e delle azioni (compimento, non nel

senso cronologico, ma cairotico).

AITÍA O IL DISCORSO INTORNO ALLE CAUSE

N.B. Il concetto di causa presso gli antichi era differente rispetto a quello dei moderni 27

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LE CARATTERISTICHE

DELLA RAZIONALITÀ TEORETICA

Attraverso il pensiero vuole conoscere

le cose che ci sono (che ci sono date

dall’esperienza o dal pensiero).

Riconosce l’universale delle cose,

ovvero ciò che per tutti è così a

prescindere dai punti di vista soggettivi

(ousia = ciò che è sempre allo stesso

modo).

LA

RAZIONALITÀ

TEORETICA

1. Dichiara che

cosa sono le

cose.

2. Dichiara

come stanno le

cose.

3. Dichiara perché

le cose stanno

così.

Scopre le cause intelligibili (aitías)

delle cose sensibili e non sensibili e ne

dà le ragioni a chiunque.

4. Si esprime nelle

forme verbali

del perfetto logico.

Nel senso che riguarda cose

dell’esperienza e del pensiero che si sono

già compiute, che hanno già concluso la

loro genesi cronologica.28

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I METODI DELLA

RAZIONALITÀ TEORETICA

Metodi

I metodi furono elaborati dai Greci al fine di rispondere al

“perchè” delle cose dell’esperienza o del pensiero, ovvero al fine

di spiegarne le cause.

1. Metodo dimostrativo o assiomatico-deduttivo

2. Metodo ipotetico-deduttivo

3. Metodo dialogico confutativo

4. Metodo induttivo

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Segue i processi logici della Deduzione Sillogistica:

• Conoscenza dimostrata in base a principi intuiti (che non hanno bisogno di

dimostrazione).

• Al fine di giungere alle conclusioni, utilizza passaggi logici controllati e controllabili da tutti.

• Ricava da premesse intellettualmente evidenti (e quindi assunte come vere da

tutti: assiomi), conseguenze altrettanto vere

• Le conseguenze sono conoscenze vere

Metodo dimostrativo (assiomatico-deduttivo)

Aristotele:

esempio di

sillogismo

Premessa maggiore

Tutti gli uomini sono mortali

Premessa minore

Socrate e un uomo

Conclusione

Socrate e mortale 30

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METODO IPOTETICO-DEDUTTIVO

È riassumibile in due alternative: 2. Si spiega una situazione nuova che

eccede quelle già spiegate da una teoria

condivisa dagli esperti con una teoria

diversa ma più comprensiva, che dà

ragione della nuova e delle vecchie

situazioni

1. Si riduce un problema di cui non

si conosce ancora la soluzione ad

un altro problema analogo di cui,

invece, si possiede già una

soluzione evidente/dimostrata

• Le ipotesi non sono già contenute nel problema, ma sono solo condizioni per la

soluzione del problema stesso

• Dunque, possono esistere anche più condizioni (modelli) per risolvere lo stesso

problema

• Le ipotesi possono variare nel tempo, nello spazio e nelle circostanze, alla luce di

determinati metodi e strumenti di indagine

• Le verità sono circoscritte a quel problema o a quella cosa, considerati sotto

determinate e ben precise condizioni di tempo, luogo, circostanze, oltre che di

metodo e di strumenti di indagine

Non sono verità assolute (ab- solute: sciolte dal vincolo delle condizioni date).31

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METODO DIALOGICO-CONFUTATIVO

• Avviato da Zenone, esaltato da Socrate-Platone, formalizzato

da Aristotele

• Non è sufficiente, anche se lo si potesse, dedurre in maniera

rigorosa le conseguenze di una certa premessa ritenuta vera

• Per essere sicuri della verità di una tesi serve dedurre in

maniera rigorosa le conseguenze della tesi opposta, cosicché

la premessa le cui conseguenze risultassero contraddittorie

rispetto al punto di partenza sarà dimostrata falsa (es. dei

diritti umani o del “non rubare”)

• Questo metodo comporta una radicale metabolé

(trasformazione) non solo delle pretese veritative rivendicate

dalle «teorie» degli altri, ma anche dalle proprie.32

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METODO INDUTTIVO

• L’induzione è una inferenza ampliativa, cioè è il

processo logico che dai casi particolari dell’esperienza

individua leggi generali e universali

• Secondo Aristotele, l’induzione apparteneva al regno

della dialettica e della retorica, non della scienza,

perché può solo argomentare o suggestionare e non ha

valore epistemico-dimostrativo

• Ogni previsione ricavata da casi particolari, qualunque

sia il numero di questi casi, può soltanto offrire

conoscenze probabili

• Affinchè da un’induzione si possano derivare leggi

universali certe, bisognerebbe analizzare infiniti casi, il

che è impossibile. 33

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Il tacchino induttivista di Bertrand Russel

«Fin dal primo giorno questo tacchino osservò che,

nell’allevamento dove era stato portato, gli veniva dato il cibo alle

nove del mattino. E da buon induttivista non fu precipitoso nel

trarre conclusioni dalle sue osservazioni e ne eseguì altre in una

vasta gamma di circostanze: di mercoledì e di giovedi, nei giorni

caldi e nei giorni freddi, sia che piovesse sia che splendesse il sole.

Così arrichhiva ogni giorno il suo elenco di una proposizione

osservativa in condizioni più disparate. Finchè la sua coscienza

induttivista non fu soddisfatta ed elaborò un’inferenza come

questa: “mi danno il cibo alle nove del mattino”.

Purtroppo però, questa concezione si rivelò incontestabilmente

falsa alla vigilia di Natale, quando invece di venir nutrito, fu

sgozzato.»Bertrand Russel, cit. in A. F. Chalmers,

Che cos’e questa scienza?, 197934

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LA RAZIONALITÀ PRATICA

È la riflessione intenzionale

sull'agire umano

La razionalità pratica

utilizza

Logos e Nous

1. per identificare l'azione

buona

2. darne ragione pratica

(ovvero per il contesto

e le circostanze date)

3. ottenerne il

riconoscimento dagli

altri

Riguarda la scelta per realizzare il

proprio bene e il bene comune,

tenendo conto delle situazioni e dei

contesti.

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Rimanda all’azione specificamente

umana che qualifica l'uomo e nessun

altro essere vivente…SIGNIFICATI

DELLA

PAROLA

«PRATICA»…che fa coincidere sempre,

consapevolmente, intenzionalmente,

ciò che si fa e ciò che si sa, con ciò

che si dice e che è ritenuto bene per e

secondo sé e per e secondo gli altri.

LA PAROLA PRATICA (= praxis)

NB. Non ha nulla di vicino al significato attuale del termine prassi, sia esso

inteso in senso rivoluzionario marxista o, peggio, nell’anodino significato

burocratico-amministrativo di «procedura». 36

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LA

RAZIONALITÀ

PRATICA

Il fare consapevole della

techne ha sempre una

relazione col bene in

quanto decide se ciò che si

è fatto e si sta facendo è

anche bene.

LA RAZIONALITÀ

TEORETICA

• Usa Logos e Nous per decidere se

ciò che c'è nell’esperienza e/o nel

pensiero è bene che ci sia.

• Esprime un giudizio motivato sulle

cose che ci sono nell’esperienza e/o

nel pensiero.

LA RAZIONALITÀ

TECNICA

L’AZIONE

BUONA

Tende verso la

Verità, cioè

riconosce nel

fine dell’azione

e nei nessi che

adopera per

perseguirlo il

buono, il bello, il

giusto.

37

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È la virtù di chi, in ogni determinata situazione di tempo,

luogo e circostanze, riesce a trovare i mezzi buoni, veri,

giusti, belli (e, insieme, di conseguenza, utili e piacevoli),

per realizzare il fine altrettanto buono, vero, giusto, bello

(e, insieme, di conseguenza, anche utile e piacevole) del

proprio agire.

LA PHRONESIS: COME SI GIUDICA SE

UN’AZIONE È BUONA O CATTIVA?

Phronesis

(saggezza)

= prudenza del

giudizio

Risiede nella coscienza e nell'autocoscienza di ognuno di

noi, cioè nella capacità di esercitare la riflessione

intenzionale (unione di logos e nous) sulla bontà delle

azioni nel cronologico per renderle, così, cairotiche.

Coscienza e autocoscienza devono confrontarsi con le

quattro condizioni che rendono possibili la phrónesis:

1. Unità e integralità della persona umana

2. Libertà e responsabilità

3. Gli occhi del cuore

4. L'azione buona nelle circostanze date 38

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LA CIRCOLARITÀ DELLA TECHNE, DI TEORESI

E PHRONESIS

• Aver agito come si doveva. Verificare che l’azione non abbia prodotto effetti perversi: assumersi le responsabilità delle conseguenze delle proprie azioni.

• Razionalità pratica: non tutto ciò che si vuole fare si deve fare.

• Razionalità teoretica: è frutto di quale metodo di ricerca della verità?

• Anche i mezzi devono essere buoni (pratici).

• Non sempre la recettività della materia è un bene.

2. Conoscenza teoretica della

materia

3. Intelligenza manuale

4. Valutazione teoretica dei

risultati e pratica delle azioni

1. Concezione dello scopo

CIRCOLARITÀ

MEZZI

FARE E RIFARE

SCOPI

MATERIA

39

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EPISTEME MODERNA

La svolta

epistemologica

SEPARAZIONE TRA

SCIENZA E FILOSOFIA

CARATTERI

1. Nuova idea di natura

2. Matematizzazione della realtà

empirica

3. Nuova concezione del principio

classico di causalità.

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Inizio 1543, Le rivoluzioni degli astri celesti di Copernico

1610, Sidereus Nuncius di Galileo Galilei

Fine 1687, I principi matematici di filosofia naturale di Newton

La «Rivoluzione scientifica» di Galileo

La svolta

galileana

• Galileo preferisce accontentarsi di sapere cose certe sulle

«affezioni» (proprietà empiriche) delle sostanze, che sono

gli aspetti misurabili ed osservabili delle cose, al posto di

cose incerte e controverse sulle sostanze stesse

• Anche per Galileo, come per i Greci, la scienza è

sinonimo di sapere certo e affidabile, ma deve limitare il

proprio raggio d’azione alle proprietà empiriche delle

sostanze se vuole ottenere risultati intersoggettivi ed

evidenti

«Io stimo più il trovare un vero, benchè di cosa leggiera, che ‘l disputar

lungamente delle massime questioni senza conseguir verità niuna»

G. Galilei, Nota autografa al p(adre) Campanella, 161041

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Galileo: il metodo

ipotetico-deduttivo-sperimentale I

Nelle dispute sui problemi dell’essere dell’esperienza si deve fare

riferimento alle «sensate esperienze» e alle «dimostrazioni

necessarie». Attraverso:

1. Dimostrazioni logico-

matematiche il cui

modello è fornito dalla

geometria

2. Proposizioni che si rifanno

all’esperienza, ma “assediata”

con l’esperimento che ne

permette la matematizzazione

L’unione di queste due tipologie porta

al

METODO IPOTETICO-DEDUTTIVO-SPERIMENTALE42

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Metodo

ipotetico-

deduttivo-

sperimentale

Scopi

Materia

Mezzi(esperimenti,

matematica)

Verifica

Formulazione delle ipotesi

al fine di spiegare la realtà

empirica (la natura)

Attraverso l’esperimento e

la matematica si verificano

e si escludono le ipotesi

iniziali e si costruiscono

“le teorie”

La natura è

matematizzabile

Servono a rendere possibile

la verifica delle ipotesi con

adeguati artifici tecnici

GALILEO

GALILEI

LA RAZIONALITÀ SCIENTIFICA MODERNA

43

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La filosofia classica ci ha insegnato che per comprendere la parte (il

particolare) occorre il tutto (l’universale). Infatti, nemmeno la conoscenza

empirica più elementare consiste in una sensazione isolata o in una

molteplicità disordinata di sensazioni: essa è sempre una unità organizzata

di molteplicità. Un tutto, appunto.

La scienza non è più un’indagine sull’Intero

dell’esperienza e sull’Intero dell’Essere, ma

comincia ad occuparsi di campi d'indagine

particolari, con metodi e linguaggi particolari,

al fine di studiare oggetti particolari.

Nella modernità si sviluppa la

convinzione che la scienza abbia

“oggetti regionali”

AL CONTRARIO…

44

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Che cosa è la natura?

È la riflessione intenzionale che cerca di conoscere con

verità intersoggettiva

La Razionalità

Teoretica

«moderna»:

Distinzione fra

Scienza e

Filosofia

La natura è una realtà oggettiva

La realtà con caratteristiche osservabili e

misurabili (peso, velocità, tempo, spazio,

ecc…), che non dipendono dalla

percezione sensoriale del soggetto (odori,

colori, suoni…)

Com’è? Matematizzabile

Perché?

Solo il sapere fornito da dati

quantificabili in cronos e/o schema è

“scientifico”. L’aspetto sorprendente è che

la natura si legge con quanto di più lontano

da essa in apparenza esista: la matematica

La causa efficiente Le cose sono legate fra loro da cause-

effetti e dagli effetti si può risalire

alle cause

• Deriva da ciò che si può osservare e misurare (le sensate esperienze)

• Deriva da ciò che si può verificare (le necessarie dimostrazioni)

La Verità intersoggettiva moderna

Elimina la causa

formale e finale,

con l’interrogativo

relativo

all’essenza delle

cose

45

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DALLA CAUSALITÀ CLASSICA AL DETERMINISMO

MODERNO

Rispetto agli antichi, i moderni presuppongono una

riformulazione del principio di causalità

Antichi

1. Causa formale

2. Causa materiale

3. Causa efficiente

4. Causa finale

Moderni

Causa efficiente

Ogni effetto è determinato

da una causa e viceversa

Carattere previsionale

della scienza

NB. Sono necessità Logiche, non

metodologiche (cioè verificabili attraverso

il metodo sperimentale a livello

cronologico-schematico)

Obiezione di Hume

Dire che «A è causa di B» confonde il

necessario con ciò che è soltanto successivo.

Cioè dato A, B lo segue temporalmente dal

punto di vista empirico, non logico

(dato A, allora B)

Termine usato per indicare il ricorso alla scienza moderna e alla sua

metodologia anche nello studio delle attività umane spirituali. Il metodo

scientifico si estende anche al mondo dell’uomo e dello Spirito

DETERMINISMO

46

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Le forme del determinismo e il riduzionismo scientista

• Secondo i canoni dell’episteme moderna, l’uomo viene

considerato solo rispetto alla sua componente misurabile

• L’uomo non padroneggia perfettamente il determinismo:

non può conoscere con precisione lo stato iniziale delle

cose su cui poi applicare la deduzione matematica

deterministica

Il determinismo cade nel riduzionismo scientista quando:

• gli si attribuisce una validità anche metafisica, cioè quando

la scienza non solo resta nell’empirico, nel cronologico-

schematico, ma pretende anche di estendersi al metafisico (al

cairotico).

• Estende a tutta la realtà (all’Intero), i principi validi per un

solo campo di ricerca empirico o anche per l’Intero

dell’esperienza.

LE FORME DEL

DETERMINISMO

MODERNO

FORME ONTOLOGICHE

• Ogni causa ha un solo e ben determinato effetto

• Ogni causa ha un solo e ben determinato effetto e viceversa

FORMA GNOSEOLOGICA (CONOSCITIVA)

La conoscenza delle cause consente la previsione esatta dei

loro effetti

RIDUZIONISMO

SCIENTISTA

Rischi

47

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ESEMPIO: V POSTULATO DELLA RETTA DI EUCLIDE

Se in un piano una retta, intersecando altre due, forma con esse, da

una medesima parte, angoli interni la cui somma è minore di due

angoli retti, allora queste due rette indefinitamente prolungate

finiscono con l'incontrarsi dalla parte detta.

I POSTULATI SONO

VERITÀ LOGICHE

INDIMOSTRABILI:

INTUITE

INTELLETTUALMENTE

Sono proposizioni che

• si assumono come vere

• si assumono alla base dei

processi dimostrativi

α

β α+β< 180°

48

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INSUFFICIENZA DELL’ASSIOMATICA

(DELLA LOGICA MATEMATICA)

ESEMPIO: IL QUINTO POSTULATO DI EUCLIDE

Se in un piano una retta, intersecando altre due, forma con esse, da una medesima

parte, angoli interni la cui somma è minore di due angoli retti (<180°), allora queste

due rette indefinitamente prolungate finiscono con l'incontrarsi dalla parte detta.

1. Il postulato coinvolge implicitamente il concetto di infinito (su cui non si possono

fare ipotesi dimostrabili)

2. Il postulato è stato considerato più come un teorema che come una asserzione pura

inferita. Cioè è stato considerato come la base dimostrativa perfino di altri teoremi

3. Essendo utilizzato come teorema, è sorta la necessità di dimostrarlo

NELLA STORIA DELLA MATEMATICA SORSERO ALCUNI

PROBLEMI

179°

181°

49

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Per garantire la verità dei postulati dovremmo

aver sviluppato l'intera geometria senza

incappare in contraddizioni

È impossibile controllare

empiricamente che davvero le due

rette del 5° postulato si incontrino

all'infinito.

a. VERITÀ LOGICA b. VERITÀ EMPIRICO-MISURABILE

Nella Geometria

Euclidea

sussiste una

differenza

intrinseca tra

a. VERITÀ LOGICA

È la possibilità di dimostrare "per

assurdo”. Cioè a partire da concetti

intuibili col pensiero

b. VERITÀ EMPIRICO-

MISURABILE

ciò che si vede e si misura di

fatto.

Nella scienza, il

massimo risultato si

raggiunge quando

verità logica ed

empirico-misurabile

coincidono

(adaequatio rei et

intellectus o rei ad

intellectum)

Teorema

Dell’Incompletezza

di Gödel

è impossibile costruire un sistema assiomatico

completo

dal metodo dimostrativo non deriva un sapere

logicamente perfetto. 50

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EPISTEME

CONTEMPORANEA

La Naturalizzazione

dell’uomo

1. Tutto ciò che riguarda l’uomo deve essere

spiegato con i metodi d’indagine delle scienze

naturali, in particolare della fisica.

2. L’uomo è considerato come un “oggetto” di

studio da spiegare attraverso leggi legate tra loro

da nessi di tipo causali.

3. Tali metodi sono gli unici che producono

conoscenza certa e affidabile, ovvero leggi

scientifiche generalizzabili.

La complessità dell’uomo è ridotta nei termini della

spiegazione e comprensione della fisica, chimica,

neurologia, fisiologia, ecc.51

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LA RIFORMULAZIONE DEL DETERMINISMO NELLA

FORMA DELL’INDETERMINISMO

INDETERMINISMO(variabile del determinismo)

• Nega il carattere necessario della

causalità efficiente, così come era stata

pensata dal determinismo (ogni evento

ha una causa a cui segue un effetto, e

viceversa)

• La causa non determina necessariamente

l’effetto ma indica l’esistenza di una

probabilità che esso si verifichi.

• L’uomo non è in grado di conoscere con

la precisione necessaria lo stato iniziale

di tutte le cose, appunto (es. BIG

BANG)

Questa concezione non nega totalmente il determinismo. Infatti, non è la

disconferma del presupposto ontologico deterministico (ogni effetto ha una

causa, e viceversa)

L’obiezione indeterministica esprime soltanto il nostro limite gnoseologico

L’uomo non riesce a conoscere quali sono tutte le condizioni che ci permetterebbero

di giungere alla padronanza del determinismo 52

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LA PROSPETTIVA DI WITTGENSTEIN

È l’indagine sull’intenzionalità del soggetto-persona (ermeneutica) e sui rapporti chequest’ultima insataura con le azioni osservabili

(analisi neopositivistica)

NEOPOSITIVISMO

1.La filosofia è un’estensione dellescienze naturali

2. Il soggetto-persona è una «cosa» da spiegare naturalisticamente.

3. La conoscenza deriva soprattutto daiMETODI NOMOTETICI stabiliscono leggi generali per spiegare e prevedere i fenomeni

LA MATRICE ERMENEUTICA

1. Si parla di Scienze dello Spirito

2. Riportano l’attenzione sul soggetto-persona

3. È caratterizzata dalla nozione di comprensione

4. La conoscenza deriva soprattutto daiMETODI IDIOGRAFICI

I fenomeni sono unici e irripetibili. Le azionidegli individui possono essere comprese solo a

partire dallo storico-“personale” e dal letterario-espressivo “personale”.

TRA NEOPOSITIVISMO ED ERMENEUTICA

53

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CRONOLOGICO E CAIROTICO

Cronos (zemán ebraico)

e

Schema (figura)

Kairos

(‘êth ebraico)

«Sapete giudicare l’aspetto della terra e del cielo (cronos),

come mai questo tempo (kairos) non sapete giudicarlo?»

Lc 12, 54

54

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• La prima coppia rimanda a ciò che noi definiremmodominio della “scientia”che si “confronta con” e “siricava da” il particolare, l’empirico, lo spazio-temporale e che, perciò, porta ad elementi conoscitiviintersoggettivamente misurabili, osservabili,verificabili da chiunque, con appositi strumenticondivisi, nel tempo e nello spazio.

• Rimanda, diremmo, all’In saecula ovvero al saperedel mondo dell’esperienza e della storia, dove vige ilmutamento, la successione, la connessione tra le fasidel mutare e del succedere.

CRONOS e SCHEMA

55

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• Non si riferisce né ad un tempo cronologico

misurabile nell’empirico storico-naturale con

gli orologi o clessidre o altro (documenti ecc.),

né ad un rapporto tempo/spazio di natura

fisico-matematica alla Euclide, Newton o

Einstein.

• Rimanda invece al logos, ad un filo unitario

di senso del proprio vissuto nel rapporto tra sé,

le cose, il mondo e la storia, percepito (con il

nous) in maniera cosciente .

KAIROS I

56

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• In tale unità di senso, prima e dopo si fondono, ilqua e là si riuniscono, l’alto e il basso, il breve eil lungo si confondono in un nesso che non lasciafuori nulla di ciò che conta per me, della mia vitanel mondo (si provano le esperienze intellettuali,psicologiche, fisiche dell’integralità, dellapienezza, della complexio esistenziale, dellapreziosità e della compiutezza).

• In questi momenti, si fa la scoperta di ciò chel’antica giaculatoria chiamava l’In saeculasaeculorum di ciascuno perché, se tale scoperta simanifesta nel tempo e nello spazio, allo stessotempo li supera e va oltre essi, quasi toccando,sentendo una dimensione metafisica.

KAIROS II

57

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CIÒ CHE È DI CRONOS/SCHEMA

HA UN INIZIO

HA UNA

MUTAZIONE/TRASLAZIONE

HA UNA FINE

( REGNO DEL SEGNO)

CIÒ CHE È DI KAIROS

HA UN’ORIGINE

SI MANTIENE SEMPRE COME ARCHÈ

(FONDAMENTO INCONCUSSO DI OGNI MUTAZIONE)

È «IL» FINE CHE NON HA UNA FINE (ESCATON) O, CHE, ALMENO, SENTIAMO O VOGLIAMO CHE NON L’ABBIA REGNO DEL SIMBOLO

CRONOS/SCHEMA E KAIROS

DIFFERENZE COMPARATIVE

58

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CRONOS/SCHEMA E KAIROS NELL’ESPERIENZA

UMANA: IL CASO DEL MATRIMONIO DI EMILIO

L’INNAMORAMENTO

SECONDO CRONOS/SCHEMAL’INNAMORAMENTO

SECONDO AGAPE/KAIROS

• ORIGINE METAFISICA

• SI MANTIENE PER SEMPRE

(NON PIÙ DUE MA UNO)

• È IL FINE DEL PROPRIO STESSO

ORIGINARSI E MANTENERSI:

PIENA BEATITUDINE DI

UN’UNICA STORIA

Se le due dimensioni coincidono sempre = Stato di Grazia.

Se non coincidono sempre e si sperimenta la friabilità dell’affetto e l’insinuarsi, pur non

volendolo, dei risentimenti e dei rancori, delle rivendicazioni reciproche, si ha la ricerca

dello Stato di Grazia

STORIA 1

• INIZIO

• SVILUPPO/VIAGGIO

• CONCLUSIONE

(“Vissero felici”, con figli)

STORIA 2

• INIZIO

• SVILUPPO/VIAGGIO

• CONCLUSIONE

STORIA 3. 4. 5. 6…

FALLIMENTO

FALLIMENTO

59