Ennio Pauluzzi aka Elefantus

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Ennio EleFantus Paul uzzi aka I QUADERNI DI DODODADA 3 a cura di Vittore Baroni Anna Boschi Claudio Romeo con un intervento di Federico Vianello

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numero 3 dei "Quaderni di DodoDada" social network italiano d'Arte postale.

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I QUADERNI DI DODODADA 3

a cura diVittore Baroni

Anna BoschiClaudio Romeo

con un intervento di Federico Vianello

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© I Quaderni di DodoDada/3, 2011Pubblicazione digitale NO PROFIT - Esclusivamente realizzata a scopo di documentazione e studio. Qualsiasi altro utilizzo, sia digitale che cartaceo, o a scopo commerciale non è consentito a termini di legge sui diritti d’Autore.© Immagini dei singoli autori© Ideazione, testi e impaginazione grafica: DodoDada / Arte postale• DODODADA Archive - Villa Raverio - Italia• E.O.N. Archive - Viareggio - Italia• MAILARTMEETING archives - Castel S.Pietro Terme - ItaliaProgetto grafico, impaginazione: Claudio Romeo - Villa Raverio (Mb) - Italia

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Ogni volta che si produce una pubblicazione con il logo di Do-doDada per me è motivo di gran-de soddifazione in quanto segue il mio desiderio, come di diversi altri, di cercare di documentare e quindi conoscere quello che è stata l’Arte postale dei decenni precedenti al nostro. Tutto que-

sto non va inteso come forma di autocompiacimen-to, ma come bisogno essenziale di condividere ancora più intimamente il senso del network che ormai è sulla soglia dei cinquanta anni d’esistenza. Unica realtà artistica/comunicativa che ha resistito tanto e che sembra non voler scomparire... Forse la nostra forza è nella consapevolezza del passato, vivendo il presente, pensando al futuro. Purtroppo questo piccolo quaderno parla di un compagno di strada che prematuramente ci ha lasciati, Ennio Pauluzzi aka Elefantus, networker attivo sul finire degli anni ottanta fino al 1996, per poi riprendere in questi ultimi anni, anche questo in perfetta sintonia con lo spirito della mail art che ti consente di rientrare nel circuito come se il tempo non fosse mai passato. La mia conoscenza con Ennio inizia appunto in questo secondo periodo e precisamente il 15 aprile 2008, data della sua iscri-zione a DodoDada/Arte postale, in questo poco tempo ho scoperto e ammirato la sua grande vena creativa... Ma mi mancava un tassello, quello fatto in precedenza, le prossime pagine hanno colmato questa lacuna. Mi auguro che dovunque sia Ennio, abbia la possibilità di vedere i nostri visi pieni di sor-presa e gioia nell’ammirare questi suoi capolavori.

Claudio Romeo

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Incontro Ennio quasi ogni giorno: nei miei pen-sieri e nelle tante cartoline che ho ricevuto da lui in 15 anni e più di amicizia…Ma Ennio non c’è più (o meglio è altrove), e non posso pensare a lui senza un’emozione intensa e un senso di mancanza. E’ forse questo che ci spaventa della morte… perché noi restiamo.Poppy, sua compagna da una vita, è ora sola e penso al suo dolore (e al suo senso di vuoto) moltiplicato all’infinito, come penso fosse infinito l’amore che li legava.Ennio, era un amico prima di tutto, un caro amico; abitando nella stessa città è stato facile conoscerci e frequentarci. Ricordo quando siamo andati a comprare il passeggi-no che (‘Zio Ennio’) ci regalava per nostra figlia Alma (ha quasi tredici anni ora) e ricordo le cene, il suo viso ‘bambino’, le lunghe chiacchierate, in parte serie, in parte senza capo né coda. Questo era bello di Ennio, il suo rigore e la sua leggerezza; la sua ironia… alle volte facevi fatica a capire se parlava sul serio. Ennio che ti sapeva dire esattamente quante cartoline gli avevi spedito (e in media ogni quanti giorni). Ennio che meditava, Ennio che cazzeggiava, mai troppo serio, né troppo superficiale. Ennio quasi maniacale… ricordo la sua fanzine e i sui francobolli contraffatti.Ennio che non dispensava consigli, ma dopo aver parlato con lui ti sentivi sollevato. Ennio che mi ha aiutato in tutti i sensi e in più di un’occasione.

Sono uscito dal circuito della mail art diverso tempo fa, ma Ennio (l’amico) continuava a ricevere le mie cartoline, quasi solo per lui (la mail art era ritornata per me un fatto privato). La mia ultima cartolina non è mai partita, ma mi piace pensare che ovunque si trovi gli sia già arriva-ta… c’era scritto: Caro Ennio… fai un buon viaggio.

Un abbraccio, Federico

Federico Vianello

A destra, cartolina au-toritratto di Ennio spedi-ta a Vianello nel Natale 1999. Sotto, cartolina realizza-ta da Vianello e inviata a Ennio, poi diligente-mente inserita nel suo archivio in Flickr a fine giugno 2007.Un “messaggio all’ami-co Ennio” di Silvia Barsi.

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Non ricordo bene in che modo ho conosciuto Ennio Pauluzzi (tra-mite il suo conterraneo Piermario Ciani? oppure via Gianni Broi?),

probabilmente non ho quella che si suol dire una “memoria da elefan-te”, ma posso ugualmente ricostruire dalla datazione delle sue spe-dizioni che il nostro primo “incontro postale” è avvenuto nel 1989. La mini-biografia diffusa su foglietti applicati dietro ad alcune sue cartoli-ne, informava che l’autore “è nato a Tarcento (Udine) il 9 gennaio ’48, ha cominciato a produrre Arte Postale nell’84 preferendo le cartoli-ne postali (soprattutto originali), colleziona e scambia: elefanti, aerei, moto, arte astratta, mail art…”. Mi pare che all’epoca rimasi piuttosto sorpreso, considerata la mia iperattività nel circuito dell’arte postale, di non aver mai incrociato Ennio prima dell’89. Con la sua economia formale e perizia grafica, il piacevole segno cartoonesco e il sagace senso dell’umorismo, non si trattava certo di un mailartista che po-tesse passare inosservato. Probabilmente abbiamo frequentato per anni un diverso giro di corrispondenti, prima che le nostre strade si intersecassero.

Negli Ottanta Ennio abitava a Firenze, non molto distante quindi dalla Versilia. Un giorno, all’epoca in cui stavo per traslocare da Forte dei

Marmi alla mia nuova casa di Viareggio, sentii suonare il campanello e mi trovai di fronte quest’omone barbuto alto e gioviale, con volto e spirito da ragazzo, venuto a trovarmi “a sorpresa” per due chiacchiere sulla mail art. Per amor di assonanze e “corrispondenze”, gli chiesi a bruciapelo se era familiare con l’opera di Eduardo Paolozzi, l’artista Pop britannico. Non solo Ennio lo conosceva, ma scoprii che aveva un’ottima padronanza della lingua e della cultura inglese, a cui si univa la consuetudine a recarsi in viaggio nelle isole britanniche. Avevamo insomma interessi e curiosità comuni (oltre al segno del Capricorno), e a quella prima visita improvvisata ne seguirono altre, seppure a di-stanza di anni, a cui vanno aggiunti anche gli incontri in occasione di mostre ed eventi della comunità mailartistica, come il festival Strane Corrispondenze a Villa Fanna di Villorba o l’esposizione La Posta in Gioco a Firenze. Mi ha fatto particolarmente piacere rivedere Ennio, tornato in epoca da “prepensionato” ad abitare nel nativo Friuli in una cittadina dal suggestivo nome di ARTegna, nella serata organizzata nel 2008 al Visionario di Udine in memoria del comune amico Ciani.

La memoria dell’elefantusdi Vittore Baroni

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L’ultimo incontro, il 29-30 maggio 2010, pochi mesi prima dell’im-provvisa e inattesa scomparsa, è avvenuto a Castel S. Pietro Terme presso il M.A.M.A. di Anna Boschi, per il progetto collettivo Art Detox Beauty Farm. Scherzoso, disponibile e creativo come sempre, Ennio

mi era parso in piena forma, subito impegnato a tra-sformare in paciosi pachidermi le cartoline “Io sono dododadiano!” diffuse in quella circostanza. “È stato un week-end memo-rabile”, ha scritto ad Anna su una di queste cartoline, e in un’altra a me indirizzata, firma-ta Artennius: “Caro Vittore, l’elefante resiste a qualsiasi cura disintossicante!”.

Artennius, o Elefantus se preferite usare un altro dei suoi nomi d’arte,

è stato un mailartista modello, per tutta una serie di validi mo-tivi (lo inclusi difatti nel mio libro Arte Postale del ’97, nel capitolo dedicato a “mail art e fumetti”). Innanzi tutto, era follemente innamorato della cartolina come supporto e mezzo di comuni-cazione, quindi la stragrande maggioranza dei suoi lavori erano concepiti espressamente per esaltare le potenzialità espressive di uno specifico formato postale. Ed erano, perlomeno prima che il Nostro si appassionasse all’uso del computer, non co-pie ma quasi sempre pezzi originali, caso piuttosto raro e prezioso di mailartista che privilegia la qualità alla quantità. Inoltre, com’era tipico dei networker del periodo “eroico” (basti pensare a cos’ha rappre-sentato il frutto giallo per Anna Banana), Ennio aveva un soggetto e tema prefe-rito, quello dell’elefante, che si attagliava alla perfezione alla sua figura di gigante bonario: dopo un numero di prova del 1989, intitolato 15 Elephants, l’amante di pachidermi ha curato una nutrita serie di Elefanzine (40 numeri usciti fino al 1996), piccole rivistine in fotocopia (ovviamente formato cartolina, poi modificato in UniA5) con lavori visuali ispirati agli elefanti creati da artisti di tutto il mondo. La passione per il disegno lo ha condotto poi a varare una seconda rivistina antologica, China Ink, di vita più breve e dedicata esclusivamente a opere realizzate con inchiostro a china. Infine, Ennio aveva un sistema preciso e infallibile per tenere sotto controllo l’evolversi della sua rete di scambi, ovvero ciascun pezzo di corrispondenza inviato ad un determinato contatto - che si trattasse di cartolina, lettera, rivista o altro - era chiaramente identificato da un numero progressivo, che veniva registrato in una sorta di “libro mastro” (in un’occasione, me ne spedì un estratto su cartolina). Ecco quindi che mi è sufficiente verificare il numero stam-

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pigliato sull’ultimo pezzo che Ennio mi ha spedito dall’Isola di Man il 6 agosto 2010, per sapere di aver ricevuto da lui in tutti questi anni un totale di sessantuno invii. L’8 marzo 1994 poi, mi è giunta la sua cartolina n. 45, un collage intitolato 5 anni “in commemorazione di 5 anni di networking together”: la sua cartolina n. 1 è infatti datata 8 marzo 1989. Non male, come efficiente esempio di “burocrazia creativa”, no?

Nella sua produzione postale, Ennio ha attraversato vari “pe-riodi”, esplorando tecniche diverse. In principio, si trattava

spesso di disegni minimalisti, tracciati al tratto col pennarello e colorati a mano (“permettimi di consigliarti di usare i pennarelli UniPosca… non te ne pentirai!”, mi scrive il 13 marzo ’89). Il soggetto è solitamente caricaturale o comprende qualche battuta o gag visiva: esemplare la stilizzata “bambina” con vestito a strisce, che in un pezzo costruito per successivi

fotogrammi vediamo partire grassoccia al passo per arrivare snella e di corsa in fondo alla cartolina. Ci sono poi spigolosi autoritratti, Ennio in veste di Babbo Natale che consegna voluminosi elefanti, o una garbata presa in giro dell’uso eccessivo della fotocopiatrice con un mailartista che regge una copia di se stesso che a sua volta ne regge un’altra più piccola e così via all’infinito (“cazzo, un’altra!”). En-nio non disdegnava nemmeno l’utilizzo di cartoline “trovate”, turistiche o commerciali, a cui magari apponeva elementi a collage o scritte scherzose a pennarello, oltre ai “francobolli d’artista” di prammatica, di cui ha prodotto numerose serie. Altre missive sono invece dei veri e propri quadri astratti in miniatura (pennarelli in pattern geometrici o sequenze optical, ma anche acquerelli sgocciolanti), oppure sono collage costruiti con grande meticolosità e poi, in molti casi, “plastifi-cati” con una pellicola adesiva trasparente, per amalgamare in modo tattile i diversi elementi. Anche il semplice incontro di tre triangoli, due sfere e un semicerchio può però essere per Elefantus occasione di giocosa comunicazione: “Guarda un po’ questa cartolina. Anche tu ci vedi una figura umana che gioca con una palla rossa? Sì? È per-ché sei un poeta!”.

L a ricerca con nastri adesivi e pellicole trasparenti conduce En-nio ad inventare alcune tecniche particolari che lo accompagnano

per gran parte dei Novanta: usa pellicole industriali con motivi geometrici in rilievo per ricoprire disegni, collage e immagini trasferite con solventi da riviste, in modo da modificarne la leggibilità, dando vita a curiose immagini pixellate “fatte a mano”. Un’altra tecnica, già utilizzata anche da al-cuni Lettristi e Situazionisti, è quella che preleva “a strappo” parti di immagini o te-sti da libri e giornali (magari spiegazzati o

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appallottolati), usando larghe strisce di nastro adesivo trasparente. Con l’aggiunta di colori ed eventuali ritocchi disegnati, Pauluzzi era un vero maestro nel creare piccole opere di questo tipo, spesso con textures astratte in cui si possono immaginare o intravedere le situazioni evocate dai titoli (“Cumulo primordiale”, “La frenesia del sa-bato”, “Vacanze albioniche”, ecc.). Queste singolari opere strappa-e-riattacca vengono da lui battezzate “collage istantanei”: “credo ormai di aver trovato la mia strada creativa - mi scrive Ennio il 24 febbraio ’94 - questa tecnica dell’instant collage mi prende di brutto. Non smetterei mai di sperimentare!”. Il gioco può farsi ancor più “concet-tuale”, come quando Artennius tappezza tutto un lato della cartolina coi francobolli dell’affrancatura, “perché con questa idea mi risparmio la fatica di pensare e di fare il fronte” (5 giugno 1990). Nel nuovo mil-lennio, l’opera postale di Elefantus si aggiorna alle nuove tecnologie, ma con un uso del computer sempre originale e scanzonato: seppur stampate in digitale su entrambi i lati, le sue cartoline continuano ad essere, nel soggetto, concepite e personalizzate per ciascun singolo destinatario, dando al ricevente l’impressione di un pezzo “industriale” (indirizzo incluso) creato appositamente per lui.

Non ho mai voluto infrangere la privacy di Ennio rivolgendogli domande sul-

la sua famiglia o sul suo lavoro (grafico? fotografo? contrabbandiere d’avorio?) e un po’ me ne dispiaccio, ma i piccoli pezzi d’arte postale che ci ha lasciato,

gratuiti e utopici come il gran gioco della mail art ma anche curatissimi e preziosi, parlano eloquentemen-te di lui: sarebbe indubbiamente interessante se qualcuno riuscis-se un giorno a documentare il suo lavoro in modo più artico-lato e approfondito di quanto possa fare questo piccolo “quaderno”. Neppure sul web è disponibile, al momento in cui scrivo, una biografia in grado di illuminarci, ma se

curiosate nell’album fotografico di Ennio su www.flickr.com (sperando che resti

ancora a lungo online!) trovate addirittura, meticolosamente archiviata in centinaia di immagini, una grossa fetta della sua collezio-ne di mail art “elefantesca”, aggiornata fino alla data del 26 ottobre 2010. Pochi giorni prima, lo testimoniano le immagini di Flickr, Ennio si era fotografato in una posizione curiosa, con due banane appoggiate alle tempie a mo’ di corna. Così è bello ricordarlo, leggero e beffardo fino all’ultimo autoscatto.

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Tutte le cartoline di queste due pagine oltre agli artistamp e la busta sopra riprodotta sono stati realizzati da Ennio tra il 1989 e il 1991.

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Queste cartoline sono tutte del 1992/93.

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I quattro Instant collage riprodotti qui sopra hanno dovuto subire il taglio dei fondi bianchi per essere inseriti tutti, l’esatta proporzione è come quella dei soggetti qui a fianco.

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AlbumElefantus DETOX

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Qui a fianco, Ennio impegnato con Gianni Broi in una perfomance ideata da Lucio Balducci. Qui sotto è al fianco di Linda Pelati e “in cornice” con altri amici presenti.

Sopra, la cartolina inviata ad Anna Boschi e qui a fianco uno dei molti elefantinidisegnati da Ennio durante l’incontrodetox.

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Album Elefantus dododadiano

Cartolina inviata a Vittore Baroni datata 6 agosto 2010 (spedita dall’Isola di Man dove si recava spesso, dietro c’è scritto “più che una vacanza vengo qui per stare al fresco, ma alle volte si esagera!” ). Ennesima ironica immagine creata in funzione di ART DETOX, un invito a liberarsi dalle cattive tossine artistiche.

Cartolina inviata da Ennio Pauluzzi a Clau-dio Romeo spedita in busta con timbro falso e allegato cartoncino di commen-to... L’azione d’arte postale “TIMBRAMI!” dell’estate 2008 partiva dal fatto che la maggioranza della corrispondenza fosse priva di timbro, quindi perchè invece dei regolari francobolli non utilizzare degli ar-tistamp “d’incitamento”.

Per l’azione “TIMBRAMI!” Ennio Pauluzzi ha inviato diverse cartoline dall’Iso-la di Man, quelle qui riprodotte sono giunte a destinazione regolarmente timbrate dalle poste di Man, la prima oltre al bollo falso ha quello dell’isola, nella seconda la freccia indica una abile falsificazione con degli elefanti (grande passione di Ennio), essendo la cartolina arrivata, la cosa poteva considerarsi chiusa ma le poste centrali dell’isola sono riuscite a rintrac-ciarlo e a inviargli una diffida nel proseguire queste azioni, in caso contrario sarebbe stato passibile di multe molto elevate... Ennio evidentemente pen-sava di essere in Italia, infatti da Udine ha spedito la cartolina qui a fianco riprodotta, regolarmente arrivata, timbrata ma con francobollo falsificato.

Nel 2010 DodoDada/Arte postale ha indet-to una sottoscrizione per la propria perma-nenza nella piattaforma Ning, stampando delle cartoline “IO SONO DODODADIA-NO”, anche Ennio aderì a questa iniziativa.Queste sono anche le ultime due cartoline che ho ricevuto da lui, ripettivamente la n°21 dell’8 giugno “Don Chisciotte messicano” e la numero 22 del 5 ottobre “moda e musica italiana e non solo”.

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DODODADAARTE POSTALE

http://dododada.ning.com/

www.openfluxus.com/group/dodadadaembassyiuoma-network.ning.com/group/dodadadaembassy

Punto d’incontro e di confronto

per tutti quelli che hanno praticato,

praticano e praticheranno

ARTE POSTALE...

Unica regola, penso gradita,

l’uso della lingua italiana.

This is a commemorative booklet in memory of the beloved networker and master postcards creator Ennio Pauluzzi, also known as Elefantus or Artennius (january 1948 - november 2010). It was edited in january 2011 by Vittore Baroni, Anna Boschi and Claudio Romeo for the virtual editions of the DodoDada ning social network. If you downloaded this booklet but are unable to understand the texts in Italian, you must remember that the only rule that applies to the DodoDada website (and related publications) is the sole use of the Italian language. The blog was created by Claudio Romeo as a social forum for Italian networkers. Therefore, we do not supply here a translation of the texts included in the booklet, but we felt than an explanatory note was needed. Ennio was in fact very fluent in the English idiom, thanks to his habit of spending every year a long period of vacation in Great Britain (in particu-lar, in London and on the Isle of Man). As a result, he had many foreign correspondents, who could appreciate through the years his witty and formally precious postcards, often created as original pieces in the many different techniques of which you can see reproduced here a few samples (collages, drawings, watercolours, digi-tal prints, etc.). Elefantus discovered mail art in 1984 and produced in the Eighties several issues of two anthology magazines, Elefanzine and China Ink, the first one dedicated to his favourite theme and personal obsession: ele-phants, you guessed it. Ennio himself was a tall and bearded man of elephantine proportions, but with a youthful face and enthusiasm, a very nice guy with a wonderful sense of humour and impeccable graphic skills, a quiet and wise presence in the mail art network that will be greatly missed by all who knew him. Not much can be found about him on the web, but look for his page in www.flickr.com (as long as it will be kept online) and you will find hundreds of images from his work and personal mail art collection. We hope that someone will assemble soon a more comprehensive collection of Ennio’s amazing mail art works, in the meantime we’ll be glad if you will share this little homage with other networkers.

A big footnote (elephant size) for our non-Italian speaking friends by Vittore Baroni