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100
eni for 2013

Transcript of eni for 2013 - eni.com · locali. Ovunque eni porti la propria attività, tecnologia e competenze,...

*00150*

Eni for italiano 2013

eni for

2013

2013eni for

Messaggio agli stakeholder

eni è cresciuta costruendo con

passione e trasparenza le proprie

attività d’impresa e adottando strategie

fondate su una visione di lungo

termine, che le hanno consentito di

conseguire successi operativi e creare

valore condiviso.

A rendere possibili questi risultati è

stato il coinvolgimento di tutti, a partire

dalle persone, fino alle comunità in cui

l’azienda opera, in un costante dialogo

con i grandi attori internazionali dello

sviluppo. Anche il 2013 è stato un

anno di costruzione su questi fronti.

Grazie all’impegno di tutte le sue

persone, eni ha raggiunto risultati

straordinari sul fronte della sicurezza,

conservando la doverosa ambizione

di migliorare sempre. Al talento e alla

competenza di ciascuno, l’azienda

ha affidato il compito di promuovere

processi di innovazione che riguardano

la tecnologia, le pratiche quotidiane,

l’identificazione di nuove opportunità

di business, che le consentono di

consolidare e rinnovare la propria

presenza sui territori.

Il contributo allo sviluppo locale è stato,

anche nell’anno appena trascorso,

una priorità indiscussa. Al fianco

delle istituzioni e dei Paesi, eni ha

sviluppato soluzioni per una crescita

rispettosa delle risorse delle comunità,

a partire dall’impegno per l’accesso

all’energia in Paesi di presenza storica

o recente, come la Repubblica del

Congo e il Mozambico.

Sempre in ambito internazionale, nel

2015 sarà completato il processo, di

cui eni è parte attiva, di condivisione

degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile

delle Nazioni Unite.

La nuova agenda dello sviluppo si

concentrerà su problemi complessi

e sarà valorizzato il contributo di tutti

gli attori capaci di offrire soluzioni

concrete, a partire dalle aziende.

Descrivere l’operato d’impresa avendo

come riferimento anche questi obiettivi

è un passo importante per rendere

conto in modo più efficace delle

correlazioni esistenti e del contributo

che l’azienda è in grado di apportare.

È un percorso che richiede

competenza e coraggio, per sviluppare

insieme circoli virtuosi e l’innovazione

necessaria per progettare un futuro

sostenibile. Anche questo, per eni,

è ripensare l’energia.

Paolo Scaroni

Amministratore Delegato

e Direttore Generale

Box di contesto

Intervista

Contenuto video sul web

Contenuto sul web

Rimando a testo in evidenza nel capitolo di riferimento

Testo in evidenza

Indice

I principi e i criteri di reporting 92

La relazione della Società di Revisione 94

Energia sostenibile e cambiamento climaticoStrategia di contrasto al cambiamento climatico 50

Accesso all’energia 53

Efficienza energetica 58

Nuove frontiere: deepwater, Artico e unconventional 59

Sviluppo localeCoinvolgimento delle comunità 61

Local content 66

Investimenti per il territorio 68

Educazione e formazione 71

Agricoltura e sicurezza alimentare 73

Salute delle comunità 75

Gender equality 78

InnovazioneInnovazione nel business 80

Nuovi business sostenibili 85

La leva tecnologica in risposta 86alle sfide energetiche

Innovazione diffusa 89

Rethink Energy 90

Profilo di eni 6

La sostenibilità nella storia di eni 8

Progressi al 2013 e obiettivi 10

Creazione di valore condiviso 12

Collaborazioni internazionali sui temi di sostenibilità 14

Agenda Post-2015 15

Reporting di sostenibilità 16

Governance, diritti umani e lavoro

Contributo allo svilupposostenibile

Cultura dell’integrità 18

- Lotta alla corruzione 20

- Trasparenza 22

Tutela dei diritti umani 25

Sicurezza e asset integrity 31

Lavoro 34

Persone 42

Risorse naturali e biodiversità Strategia ambientale 44

Risultati ambientali 48

—> tavole infografiche

6 eni for 2013

7

8 eni for 2013

9

10 eni for 2013

11

12 eni for 2013

Contributo allo sviluppo sostenibile“Per eni è importante che la crescita del business sia accompagnata

da un rapporto di dialogo e collaborazione con la popolazione e gli attori

locali. Ovunque eni porti la propria attività, tecnologia e competenze,

le popolazioni locali percepiscono immediatamente i benefici della nostra

presenza. Forte dell’eredità del modello Mattei, queste sono le fondamenta

su cui abbiamo costruito e vogliamo continuare a costruire la nostra

presenza, non solo in Africa, ma in tutti i Paesi in cui eni opera.

Questo impegno a livello locale rappresenta per eni il tassello con cui

l’azienda può contribuire fattivamente al percorso globale verso uno

sviluppo sostenibile”.

Paolo Scaroni, Amministratore Delegato eni, intervento in occasione della Lecture del Prof. Jeffrey D. Sachs presso la Fondazione Eni Enrico Mattei, dal titolo “Feeding the Planet - Energy for Africa”, 6 dicembre 2013.

anche nei contesti più complessi, in

sinergia con gli stakeholder locali e nel

rispetto dell’ambiente e delle comunità

in cui è attiva.

La disponibilità di energia è un

prerequisito per la crescita economica

e sociale dei Paesi, anche per questo

eni ritiene che le aziende possano

avere un ruolo attivo nella costruzione

di un percorso di sviluppo sostenibile

dei contesti in cui operano. Attraverso

le competenze delle proprie persone

e lo sviluppo di soluzioni tecnologiche

innovative, eni conduce le attività,

motivo eni propone e attua programmi

di produzione e distribuzione di

energia elettrica e gas naturale

contribuendo allo sviluppo dei sistemi

energetici, con un focus particolare

sull’Africa Subsahariana.

L’impegno di eni su questi temi è i l

Creazione di valore condiviso

13Contributo allo sviluppo sostenibile

r isultato delle att ività condotte nei

Paesi di presenza ed è rafforzato dalla

partecipazione a tavoli internazionali.

Già nel 2010 eni ha annunciato al

Global Compact Leaders Summit di

New York la volontà di contribuire

al la costruzione di un futuro

sostenibi le dell ’energia, e nel 2012

ha consolidato questo impegno

durante la Conferenza delle Nazioni

Unite sullo Sviluppo Sostenibi le a Rio

de Janeiro (Rio+20).

Nel dibatt i to in corso per la

definizione della cosiddetta “Agenda

Post-2015”, con la quale saranno

definit i i nuovi Obiett ivi dello Sviluppo

Sostenibi le (SDGs), eni è presente in

molt i dei tavoli dedicati al le imprese:

è infatt i membro del Programma

LEAD del Global Compact,

del WBCSD e del Sustainable

Development Solutions Network

(SDSN) e partecipa al gruppo mult i-

stakeholder ital iano a sostegno degli

obiett ivi posti dall ’Open Working

Group. Un’opportunità, questa, che

le consente di affiancare ai temi

individuati come prioritari per il

proprio business quelli di rilevanza

globale, identificando strategie comuni

e mettendo a disposizione risorse

umane, tecnologiche e finanziarie per

creare valore condiviso.

inizino a pianificare insieme,

a co-finanziare e a collaborare.

Il settore energetico si presta benissimo

a questo modo nuovo di guardare, che

abbandona il concetto di “business as

usual”. L’energia è un fattore chiave

di ogni economia e l’accesso ad essa

è un driver di crescita imprescindibile

per i Paesi in via di sviluppo. Unendo

una politica pubblica lungimirante alla

capacità di innovazione tecnologica

e di gestione efficiente delle risorse

propria del settore privato, è possibile

costruire un percorso di transizione in

ottica di Sviluppo Sostenibile che guardi

all’efficienza energetica attraverso una

graduale riduzione dell’utilizzo

di carbone e petrolio a favore del gas

naturale e del progressivo utilizzo

“Parlare di Sviluppo Sostenibile oggi

significa raccontare un nuovo approccio

olistico al mondo che ci circonda, che

tenga conto di tre dimensioni, quella

economica, sociale e ambientale.

Ogni volta che guardiamo a una sfida

da affrontare, ad esempio quella

dell’accesso al cibo o all’energia,

dobbiamo farlo attraverso queste tre

lenti. Sebbene questa non sia una

modalità di pensare e operare semplice

da adottare per gli attuali sistemi politici

ed economici, uno sforzo da parte di

tutti gli attori per la costruzione di un

modello di relazione innovativo per lo

Sviluppo Sostenibile si rende oggi più

che mai necessario. E sulla base di

queste tre dimensioni è fondamentale

che sfera pubblica e settore privato

di fonti alternative. Quello che stiamo

vivendo è un momento cruciale per

questa transizione.

Stiamo per entrare nell’era degli

Obiettivi di Sviluppo Sostenibile che

verranno adottati a settembre del

2015 in revisione e a integrazione degli

Obiettivi del Millennio adottati nel 2000

dalle Nazioni Unite. Questi Obiettivi

hanno un altro valore fondamentale,

ossia la capacità di ispirare le persone

e di mostrare loro qual è l’idea di futuro

a cui tutti dobbiamo guardare e i passi

necessari affinché quel futuro

si concretizzi. Nel Post-2015

la consapevolezza dei cittadini sarà

un aspetto indispensabile per mantenere

alta l’attenzione sugli Obiettivi e farli

diventare realtà”.

Prof. Jeffrey D. Sachs, Lecture presso la Fondazione Eni Enrico Mattei, dal titolo “Feeding the Planet - Energy for Africa”, 6 dicembre 2013.

eni for 201314

15Contributo allo sviluppo sostenibile

Agenda Post-2015

governance sostenibile; la garanzia di

un lavoro dignitoso; la riduzione della

povertà elettrica e la valorizzazione

delle risorse energetiche, anche in

relazione al cambiamento climatico;

la tutela delle risorse naturali e delle

biodiversità; un diffuso impegno per

lo sviluppo locale, con l’obiettivo di

garantire prosperità ed equità.

Infine – e di particolare interesse

per il settore privato – l’investimento

nell’innovazione per il rinnovamento

del proprio business, a partire da

tecnologie e strumenti d’avanguardia e

dalla creatività delle proprie persone.

In questo contesto si rende necessaria

l’individuazione di metriche e strumenti

che consentano di misurare il

contributo al perseguimento di obiettivi

di sviluppo, da parte del settore privato

così come delle istituzioni pubbliche e

della società civile.

eni intende offrire il proprio contributo

in questo percorso complesso ed eni

for 2013 vuole essere un primo passo

in questa direzione.

Alla base c’è un’analisi del lavoro

attualmente in corso da parte del

Sustainable Development Solutions

Network, di UN Global Compact,

dell’Open Working Group e dello

UN High Level Panel on the

Post-2015 Development Agenda,

che ha permesso di evidenziare i

diversi temi sui quali verteranno i futuri

Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, a

prescindere dal livello di aggregazione

e sintesi su cui convergerà il consenso

internazionale. Rispetto a molti di essi,

è possibile identificare strategie, azioni

e risultati coerenti, stabilendo una

relazione fra un operare sostenibile

dell’impresa e le priorità dell’agenda

internazionale dello sviluppo.

In vista del 2015, anno in cui saranno

definiti i nuovi Obiettivi di Sviluppo

Sostenibile (SDGs), diversi network

internazionali hanno avanzato proposte

di definizione delle aree prioritarie in

un’ottica di crescita verde e inclusiva a

livello globale.

Guardando ai risultati degli Obiettivi

del Millennio e seguendo le indicazioni

della Conferenza di Rio+20, la nuova

Agenda dovrà riprendere le sfide già

individuate e affrontarle in un’ottica

di sviluppo sostenibile, a partire da

un auspicato partenariato globale che

includa tutti gli attori, dai Governi al

settore privato fino alla società civile.

Come azienda privata operante nel

settore energetico, eni può contribuire

a questo percorso attraverso il proprio

operato su molti dei temi che si stanno

individuando sui tavoli internazionali:

il rispetto dei diritti umani e una

“Nel definire l’Agenda dello Sviluppo Post-2015, la comunità internazionale ha

un’opportunità unica per integrare crescita economica, giustizia sociale e preoccupazioni

ambientali, mettendo lo sviluppo sostenibile al centro dell’agenda globale (…).

È con un senso di urgenza che la comunità internazionale dovrà andare oltre le divisioni per

definire un’agenda ambiziosa. Questa può essere la prima generazione a mettere fine alla

povertà e indirizzare il nostro pianeta sulla strada giusta per uno sviluppo sostenibile”.

Amina J. Mohammed, Consigliere Speciale delle Nazioni Unite per la definizione dell’Agenda dello Sviluppo Post-2015, settembre 2013.

16 eni for 2013

come emergono dalla pianificazione di

sostenibilità.

Si sono così identificate le linee

tematiche su cui l’azienda è in grado di

offrire un contributo maggiore:

una governance sostenibile in

termini di integrità, trasparenza,

rispetto dei diritti umani, la

garanzia di un lavoro dignitoso e

la sicurezza delle persone;

il rispetto e la salvaguardia

delle risorse naturali e delle

biodiversità;

l’accesso e la valorizzazione

delle risorse energetiche

in considerazione del

cambiamento climatico;

l’impegno per lo sviluppo

locale, in termini di contributo al

perseguimento di obiettivi globali

e locali di prosperità ed equità;

l’investimento nell’innovazione

per il rinnovamento sostenibile

del proprio business, a partire

da tecnologie e strumenti

d’avanguardia e dalla creatività

delle proprie persone.

eni for 2013 descrive quindi questi

aspetti, mentre gli altri documenti

che compongono il reporting di

sostenibilità e, più in generale, quello

aziendale, trattano altri temi rilevanti.

In paricolare aspetti sulla corporate

governance e sulla remunerazione del

Il Bilancio Integrato illustra come la

sostenibilità costituisca uno dei driver

per il conseguimento di obiettivi

aziendali. eni for 2013 offre una

vista complessiva sul contributo al

raggiungimento di obiettivi globali di

sviluppo sostenibile.

Con riferimento ai temi trattati in

eni for 2013, dopo aver enucleato

dal dibattito in corso le aree che

comporranno la strategia globale

per il Post-2015, è stata condotta

un’analisi sulla capacità da parte

del settore privato, e in particolare

di quello Oil&Gas, di contribuire allo

sviluppo sostenibile in questi ambiti.

Si è poi proceduto a un confronto

con le priorità strategiche di eni, così

eni for2013

BilancioIntegrato

Good Governance e Diritti UmaniEnergia sostenibile e cambiamento climatico

Risorse naturali e biodiversitàSviluppo locale

InnovazioneLavoro dignitoso

Diversità e valorizzazione delle donneSmart cities e aree rurali

AcquaSalute e benessere

Pace e stabilitàEducazione e formazione

eni.com

Reporting di sostenibilità

eni for 2013, insieme al

Bilancio Integrato e al

sito eni.com, compone il

sistema di rendicontazione

e di comunicazione della

sostenibilità e ha l’obiettivo

di illustrare attraverso i fatti

salienti dell’anno, il contributo

di eni al conseguimento di

obiettivi globali di sviluppo

sostenibile, anche in relazione

all’Agenda Post-2015.

17Contributo allo sviluppo sostenibile

(questi ultimi sono circa 300).

La valutazione condotta sul processo

di engagement 2013 ha permesso di

individuare i temi per eni più rilevanti in

termini di sostenibilità: le Relazioni con

le Comunità, la Salute e la Sicurezza,

lo Sviluppo locale e il Cambiamento

climatico. Una volta finalizzato, questo

sistema di analisi, che si basa su griglie

oggettive di valutazione, fornirà input

per la pianificazione e il reporting di

sostenibilità a livello globale e locale

permettendo un più facile allineamento

tra gli obiettivi aziendali e le aspettative

degli stakeholder.

I risultati dell’analisi condotta mostrano

una sostanziale coerenza fra i temi

dell’Agenda Post-2015 su cui eni può

offrire un contributo più significativo

e quelli individuati come più rilevanti

e a più alto impatto sulla strategia

aziendale. In particolare, i temi che

emergono in misura maggiore sono il

contrasto al cambiamento climatico e

l’efficienza energetica, cui si affianca lo

sviluppo locale, che include l’accesso

a sistemi energetici moderni nei Paesi

di operatività, in linea con la strategia

Sustainable Energy for All. Alta rilevanza

è attribuita anche alla tutela delle

risorse naturali e della biodiversità.

Seguono i temi afferenti a governance,

diritti umani e lavoro.

Infine, all’innovazione eni for 2013

dedica un capitolo, data l’importanza

rispetto alla strategia aziendale.

board e del top management sono

presenti nei due documenti dedicati:

Relazione sul Governo Societario e gli

Assetti Proprietari 2013 e Relazione

sulla Remunerazione 2014.

Nel corso del 2013 è stata effettuata

un’analisi di materialità che si basa

sulla valutazione dei temi rilevanti per

eni in ottica strategica (identificati sulla

base del Piano strategico di eni) e di

quelli percepiti come rilevanti per gli

stakeholder.

Tale analisi è stata realizzata attraverso

una metodologia, che:

• categorizza gli stakeholder e li valuta

in base ai criteri della norma A1000;

• definisce i temi di sostenibilità

suddividendoli in temi e sottotemi Analisi di materialità

Linee tematiche* eni for 2013 Temi rilevati dall’analisi di materialità

Good Governance e Diritti Umani (UNGC, #10; SDSN, #4 e #10; HLP, #10 e #12; OWG, #15 e #16).

Governance & Ethics(Include: Creazione di valore economico - finanziario, Corporate governance, Integrità e Trasparenza, Protezione dei Diritti Umani)

Risorse Naturali e Biodiversità(SDSN, #2 e #9; OWG, #13 e #14; HLP, #9).

Ambiente(Include: Cambiamento climatico ed efficienza energetica, Gestione degli Impatti Ambientali, Asset integrity e Gestione delle emergenze)

Energia Sostenibile e Cambiamento Climatico (UNGC, #7; SDSN, #8; OWG, #7, #15 e #12;HLP, #7).

Ambiente(Include: Cambiamento climatico ed efficienza energetica, Gestione degli Impatti Ambientali, Asset integrity e Gestione delle emergenze)Comunità(Include: rapporto con le comunità e sviluppo locale)

Sviluppo locale(SDSN, #1 e #6; UNGC, #1 e #5; HLP, #1 e #5; OWG, #1, #2, #8 e #9).

Comunità(Include: rapporto con le comunità e sviluppo locale)

Lavoro dignitoso(OWG, #8; HLP, #8).Diversità e valorizzazione delle donne(SDSN, #4; UNGC, #3; HLP, #2; OWG, #5).

Persone di eni(Include: salute e sicurezza del lavoro, clima organizzativo e welfare, standard di lavoro e diversità)

Innovazione(UNGC, #9; OWG, #8 e #15; SDSN, #10).

Trasversale

Rilevanza per l’azienda alta e rilevanza percepita dagli stakeholder altaRilevanza per l’azienda media e rilevanza percepita dagli stakeholder media

(*) Così come rilevate al 30 Aprile 2014.

18 eni for 2013

Governance, dirittiumani e lavoro er eni l’operare d’impresa si basa su una forte cultura

dell’integrità, che si traduce in trasparenza, lotta alla

corruzione, rispetto dei diritti umani, del lavoro, della salute e della

sicurezza delle persone.

La creazione di lavoro dignitoso è uno strumento strategico per la

crescita dell’organizzazione. Questi temi sono stati individuati come

essenziali per lo sviluppo sostenibile fin dall’ideazione dei Millennium

Development Goals. Il processo di definizione dell’Agenda Post-2015

rende però più esplicito il loro riferimento.

Cultura dell’integrità

Quando si parla di etica in eni si

intende in particolare “competenza

etica” e cioè la capacità delle persone

di prendere decisioni tenendo conto del

sistema di compliance e degli interessi

di tutti gli stakeholder (azionisti,

lavoratori, clienti, fornitori, comunità

locali, future generazioni),

e di traguardare la creazione di valore

nel lungo termine. Per governare

tale complessità è necessario quindi

sviluppare una competenza che

integri, con la dimensione etica,

elevate capacità manageriali di visione,

di sintesi, di gestione del rischio e

decisionali. Tale competenza risiede

sia nei singoli individui sia nelle

organizzazioni e fa riferimento alla

“Il più profondo obiettivo del programma “responsible leadership” è quello di riaffermare che quello che conta non è solo

cosa facciamo, ma come lo facciamo. Per essere degni della fiducia di coloro che lavorano con voi è importante essere

tutti i giorni una sintesi di capacità e integrità. Essere un manager, un leader, vuol dire essere integri, avere un solido

baricentro di valori, essere degni della fiducia di chi ci segue e di chi condivide il futuro dell’azienda con noi. Una persona

è leader non perché guida, ma perché si merita di guidare.” Giuseppe Recchi, Presidente eni, Leadership Meeting 2014.

P

Governance, diritti umani e lavoro 19

28

10Management System Guideline di processo

Management System Guideline di compliance

coerenza fra dichiarato e realizzato.

È per questo che eni monitora

costantemente le componenti del proprio

sistema organizzativo (cultura, valori,

regole, stili di leadership, strumenti

di pianificazione e controllo, sistemi

di incentivazione), intervenendo per

garantire un elevato grado di coerenza.

eni si basa su un approccio

pervasivo che ha puntato innanzitutto

all’allineamento sulla cultura dell’integrità

di tutti i sistemi normativi aziendali e dei

processi che guidano l’organizzazione e

lo sviluppo delle persone.

È in fase di finalizzazione il sistema

normativo eni, che ad oggi comprende

28 Management System Guidelines di

processo e 10 di compliance e sono

stati realizzati interventi mirati a rendere

più chiaro e comprensibile a tutti questo

apparato normativo. Sono stati impostati

sull’integrità anche i processi che

guidano l’organizzazione e lo sviluppo

delle persone, da quelli decisionali

alla valutazione delle performance e

la gestione del sistema premiante,

fino alle attività di comunicazione

interna e formazione. Per quanto

riguarda il sistema di valutazione

della performance, che rappresenta

un motore importante di indirizzo dei

comportamenti manageriali, nelle

schede di tutti i manager, partendo da

quelli apicali, sono stati inseriti obiettivi

volti a monitorare i risultati di business

collegati a tematiche di integrity.

Responsible leadership> All’interno del più ampio intervento

sull’“Integrity Culture”, il programma di

formazione “Responsible Leadership”

ha avuto un ruolo primario nel

diffondere gli elementi chiave di questo

approccio. Il programma ha avuto

l’obiettivo di consolidare e potenziare

nei manager:

• la personale att i tudine ad adottare

strategie di decision making

che considerino la complessità

dei valori in gioco per adottare

comportamenti etici;

• la capacità di diffondere in modo

eff icace i valori di integrità e

responsabil i tà, attraverso

l ’esempio e la costruzione di un

cl ima di f iducia.

Il programma “Responsible Leadership”

è stato sviluppato da Eni Corporate

University con il supporto di specialisti

esterni competenti sui temi della

managerialità e dell’etica, attraverso i

seguenti step operativi:

• l ’effettuazione di interviste al

Top Management, f inal izzate ad

esplorarne la visione e l’opinione

personale, in merito ad una serie

di temi di business in rapporto

al l ’et ica;

• la realizzazione del Kick-off

Meeting per Top Manager e

dir igenti che ricoprono ruoli di

r i levante responsabil i tà;

• la realizzazione di Workshop formativi

Per governarele complessità è necessario sviluppare una competenza cheintegri la dimensione etica con elevate capacità manageriali.

È in fase di finalizzazione il sistema normativo eni.

20 eni for 2013

175dirigenti in ruoli di responsabilità coinvolti

10sessioni formative “Responsible Leadership”

Workshopsull’integrità

Il Corruption Perception Index (CPI) di

Transparency International fotografa e

monitora annualmente la percezione

La corruzione ha effetti fortemente

negativi sulle economie mondiali e sulla

qualità della vita dei cittadini.

Uno studio recentemente condotto

dei livelli di corruzione nel mondo.

L’indice è costruito in maniera tale da

evidenziare un range di valori, che va

da World Bank, classifica l’Africa

Subsahariana tra le Regioni con il

più alto tasso di percezione della

corruzione1.

da zero a cento. Nei Paesi in

cui i valori sono inferiori a 50 la

situazione è considerata preoccupante.

Sulla stessa linea l’Unione Africana,

stima che il costo della corruzione del

continente sia pari a 148 miliardi di

dollari l’anno, circa il 25% del PIL2.

Area geografica % di Paesi con CPI da 0 a 49

Mondo 69%

Nord America 33%

Sud America e Caraibi 69%

Europa (UE) 25%

Europa (non UE) 75%

Medio Oriente e Asia Centrale 85%

Asia Orientale e Oceania 57%

Nord Africa 100%

Africa Subsahariana 90%

dedicati a tutti i manager (a partire

dai ruoli manageriali “chiave”), in

cui i temi astratti dell’etica e della

compliance sono stati contestualizzati

nelle realtà di eni.

A tal f ine sono stati uti l izzati specif ici

case study, basati su dilemmi etici,

predisposti dal team di lavoro

interno, sulla base delle proprie

esperienze operative e coadiuvati

da docenti ed esperti.

Ad oggi, sono state erogate

10 edizioni che hanno visto i l

coinvolgimento di 175 (su 192)

dir igenti che ricoprono ruoli di

r i levante responsabil i tà.

I feedback raccolt i evidenziano una

percezione di eff icacia dell ’ iniziativa

molto elevata (valutazione media

4,34 su 5). Si prevede di diffondere,

attraverso incontri, webinar e

materiale mult imediale la cultura

dell ’ integrità a tutt i i l ivel l i dell ’azienda

e di sensibi l izzare le persone di eni

sul la ri levanza dell ’ integrità nella

gestione delle att ività operative.

Lotta alla corruzione

(1) Worldwide Governance Indicators (WGI) Project, 2014.

(2) WORLD BANK, Worldwide Governance Indicators, 2013.

Governance, diritti umani e lavoro 21

La corruzione è un ostacolo

intollerabile all’efficienza del business

e alla leale concorrenza.

Per questo motivo eni si è dotata

di un rigoroso sistema di gestione,

allineato alle normative di contrasto

alla corruzione nazionali e

internazionali, incluso lo UK Bribery

Act il cui costante aggiornamento è

proseguito anche nel corso del 2013.

Una funzione centrale,

l’Anti-corruption Legal Support Unit,

creata nel 2010, svolge attività di

consulenza e assistenza specialistica in

materia di anti-corruzione per le persone

di eni e delle sue controllate non quotate.

Nel 2013, eni è risultata prima nella

ricerca sulla trasparenza nel corporate

reporting condotta da Transparency

International Italia su un campione

delle maggiori aziende italiane.

Le aziende sono state valutate su

quanto rendono pubblico in termini di

informativa sui programmi

anti-corruzione, trasparenza

organizzativa e reporting per Paese.

La formazione in materia di

anti-corruzione, è obbligatoria ed è

estesa a tutto il personale a rischio,

in Italia e all’estero. Ha l’obiettivo di

il lustrare il quadro normativo interno

ed esterno e di fornire gli strumenti

per riconoscere le condotte che

possono costituire reati, le azioni da

intraprendere, i rischi, le responsabilità

e le sanzioni che possono derivarne.

La formazione è svolta attraverso

corsi online (e-learning) e sessioni

formative in aula (workshop) tenute

dall’ufficio legale anti-corruzione di

eni in Italia e all’estero. Le risorse

formate nel triennio 2010-2012 sono

circa 6.370, di cui 2.700 mediante

workshop e 3.670 tramite e-learning.

Nel 2013, con un nuovo ciclo di

e-learning, sono state formate circa

9.200 persone. Gli eventi formativi in

aula sono stati 57, di cui 13 all’estero,

per un totale di 2.180 partecipanti tra

dipendenti e contrattisti.

eni svolge un ruolo attivo a livello

nazionale e internazionale che le

consente non solo il confronto con i

maggiori player sul tema della lotta alla

corruzione, ma anche di contribuire alla

formazione di best practice in materia.

Principali partnership internazionali sulla lotta alla corruzione

Nel dicembre 2013 eni e Transparency

International hanno firmato un accordo

di collaborazione per l’elaborazione

congiunta di una metodologia innovativa

di “Country Assessment”, che ha lo

scopo di evidenziare, in un determinato

contesto geografico, gli impatti e i

condizionamenti dei fenomeni corruttivi

sulle attività delle imprese. La nuova

metodologia sarà elaborata con il

coinvolgimento del settore privato,

del settore pubblico e della società

Nel 2013, eni è risultata prima nella ricerca sulla trasparenza nel corporate reporting condotta da Transparency International Italia.

eni collabora con vari soggetti a livello nazionale e internazionale per contribuire a creare una cultura condivisa dell’integrità.

22 eni for 2013

Trasparenza

civile. L’accordo di collaborazione

prevede altresì l’impiego di tale

innovativa metodologia per l’esecuzione

di due “Country Assessment” in

altrettanti Paesi di rilievo per il settore

dell’energia. Altri esempi di importanti

collaborazioni sono:

• il contributo fornito al lavoro del B20

sul tema della lotta alla corruzione

che ha portato nel 2013, nell’ambito

del G20/B20 in Russia, alla nomina

del Presidente di eni come Co-Chair

della Task Force Anti-corruption;

• l’accordo di cooperazione con

l’International Scientific and

Professional Advisory Council of the

United Nations Crime Prevention and

Criminal Justice Programme (ISPAC);

• la partecipazione al processo di

revisione sull’applicazione delle

convenzioni OCSE e UNCAC in Italia;

• l’adesione nel marzo 2013 all’Energy

& Extractives Working Group

del Regno Unito che ha portato

all’elaborazione della seconda

edizione dei “Principles for an Anti-

corruption Programme under the UK

Bribery Act 2010 in the Energy &

Extractives sector”;

• il coinvolgimento in un’iniziativa

collettiva intrapresa a dicembre 2013

dalle imprese europee e il contributo

alla redazione di un manuale

pratico pubblicato dalla Camera di

Commercio Internazionale di Parigi

sui modelli anti-corruzione “ICC

Ethics and Compliance Handbook”.

Per un’impresa estrattiva, il contrasto alla corruzione e il contributo alla

trasparenza si traducono anche nell’impegno a fornire evidenza dei pagamenti

corrisposti ai Paesi produttori a fronte delle attività estrattive.

Nel 2013, l’Extractive Industries Transparency Initiative (EITI), a cui eni aderisce

2009 2011 2013

Paesi “Compliant” 2 12 25

Periodi fiscali coperti nei report EITI 39 97 181

Ammontare complessivo del valore pubblicato 200 billion $ 570 billion $ 1 trillion $

Per il settore estrattivo, l’iniziativa di

riferimento sul tema della trasparenza e del

buon governo delle risorse è l’Extractive

Industries Transparency Initiative (EITI),

sottoscritta da più di 40 Paesi. L’obiettivo

dell’EITI è promuovere la trasparenza dei

pagamenti e dell’intera catena del valore

del settore petrolifero, del gas e delle

risorse minerarie nei Paesi produttori. La

pubblicazione dei dati relativi alle risorse

corrisposte ai Governi dei Paesi produttori

a fronte dell’utilizzo delle risorse ha lo

scopo di contribuire a rafforzare l’affidabilità

e il buon governo nei Paesi produttori e di

promuovere, allo stesso tempo, l’adozione

di percorsi di utilizzo sostenibile delle

risorse a vantaggio delle

popolazioni locali. Dal 2009 al 2013 i

Paesi che hanno pienamente implementato

l’iniziativa (Paesi “Compliant”) sono passati

da 2 a 25 e l’ammontare complessivo dei

pagamenti ai Paesi produttori pubblicati è

aumentato di 5 volte, da 200 miliardi di

dollari a 1 trilione di dollari.

Fonte: EITI, factsheet, 2013.

La trasparenza e il contrasto alla corruzione

Governance, diritti umani e lavoro 23

dal 2005, si è dotata di nuove regole

al fine di migliorare la qualità delle

informazioni attualmente pubblicate

e di rendere l’Iniziativa una base per

più ampie riforme nei Paesi produttori.

eni si è attivata per diffondere il nuovo

standard a tutte le consociate nei

Paesi EITI di attività.

Nel 2013, eni è stata tra le

compagnie che hanno sottoscritto il

Memorandum of Understanding di

avvio dell’implementazione di EITI in

Trinidad & Tobago.

Nell’ottobre del 2013 è stato

pubblicato il primo report sui pagamenti

derivanti dalle attività estrattive

nel Paese. Nuovi report relativi ai

pagamenti sono stati pubblicati

anche in Norvegia, Repubblica del

Congo, Repubblica Democratica del

Congo, Indonesia e Iraq. A Timor

Leste, eni ha partecipato ai lavori del

Multistakeholder Working Group, in

particolare per l’implementazione dei

nuovi requisiti dell’EITI.

Un’informativa di maggior dettaglio

sui progressi dell’implementazione nei

Paesi è presente sul sito di eni.

Processo di implementazione

di EITI nei Paesi

Nel 2013 eni ha preso parte all’EITI

Global Conference e ha collaborato con

il Ministero degli Esteri e il Ministero

per lo Sviluppo Economico italiani per

l’“Open for Growth: Trade, Tax and

Transparency Event”, organizzato dalla

presidenza UK del G8.

Nella logica di assicurare il buon

governo delle risorse estrattive e

del loro utilizzo ai fini dello sviluppo

sostenibile del territorio, eni collabora

anche con il Vale Columbia Center

e partecipa al gruppo tematico sulla

“Good governance of extractive and

land resources” del UN Sustainable

Development Solutions Network (SDSN).

Nel 2013 eni si è attivata per diffondere il nuovo Standard EITI a tutte le consociate nei Paesi “Compliant” EITI.

Royalty pagate negli esercizi 2011-2013 in Italia

(migliaia di euro) 2011 2012 2013Royalty corrisposte (a) 203.886 237.517 298.383

- di cui allo Stato 97.682 96.948 138.302

- di cui alle Regioni 83.730 109.949 125.596

- di cui alla regione Basilicata 53.516 77.255 91.862

- di cui ai Comuni 22.474 30.619 34.486

(a) Il valore include eni SpA (Divisione E&P), enimed, Società Adriatica Idrocarburi e Società Ionica Gas.

24 eni for 2013

La trasparenza dei pagamentiPagamenti ai Paesi produttori aderenti all’Extractive Industries Transparency Initiative (EITI)

Paesi Anno (a) Valuta locale

Pagamenti in valuta locale

(migliaia)

Pagamenti in USD

(migliaia)

Totale dei pagamenti in USD

(migliaia)

Norvegia 2012 NOK 9.264.035 - 1.592.273 Profit Taxes (b) 9.212.315 1.583.384 Fees (c ) 51.720 8.889 Repubblica Democratica del Congo 2011 CDF 40.461 44 Profit Taxes (b) 40.461 44 Trinidad & Tobago 2011 TT$ 81.069 12.711 Profit Taxes (b) 81.069 12.711 Indonesia 2009 - 29.520 29.520 Profit Taxes (b) 29.520 29.520 Nigeria 2011 - 1.650.573 1.650.573 Profit Taxes (b) 1.073.957 1.073.957

Royalties 488.050 488.050

Fees (c ) 305 305

Other significant benefits to government agreed by MSWG 88.261 88.261 Timor Leste 2011 - 401.269 401.269 Host government’s production entitlement (eg Profit oil ) 205.826 205.826

Profit Taxes (b) 169.821 169.821

Royalties 2.757 2.757

Fees (c ) 410 410

Other significant benefits to government agreed by MSWG 22.455 22.455 Kazakhstan 2011 KZT 9.432.211 1.194.496 1.258.823 Host government’s production entitlement (eg Profit oil ) 417.705 417.705

Profit Taxes (b) 953.183 723.850 730.351

Bonuses (d ) 52.941 52.941

Other significant benefits to government agreed by MSWG 8.479.028 57.826

Repubblica del Congo (e ) 2012 100.523 100.523State-owned company production entitlement 41.034 41.034

Profit Taxes (b ) 16.851 16.851

Fees (c) 1.354 1.354

Bonuses (d) 15.000 15.000

Other significant benefits to government agreed by MSWG 26.284 26.284Mozambico 2011 MZN 110.029 1.100 5.142Profit Taxes (b) 110.029 4.042

Other significant benefits to government agreed by MSWG 1.100 1.100 Iraq 2010 43.750 43.750 Bonuses (d ) 43.750 43.750 Togo 2011 XOF 1.107.796 500 2.851 Profit Taxes (b) 1.107.796 2.351

Other significant benefits to government agreed by MSWG 500 500 Gabon 2010 - 25 25 Fees (c) 25 25

(a ) Ultimo esercizio fiscale locale a cui si riferiscono i dati e in cui è stata ef fet tuata disclosure EIT I.(b ) Imposte sul reddito e altre imposte sulla produzione.(c ) Canoni su licenze e concessioni.(d ) Bonus di firma, scoperta e produzione.(e ) Oltre all’importo rappresentato in tabella, una parte dei trasferimenti ef fet tuati da eni in Congo avviene in “kind” per un totale pari a 11.171 kboe che si riferiscono alla quota di profit oil e a royalties di spettanza della Repubblica del Congo al net to dei barili riconosciuti a eni dalla Repubblica del Congo in base ad accordi commerciali in essere.

Governance, diritti umani e lavoro 25

Tutela dei diritti umani

In occasione del 60° anniversario

della Dichiarazione Universale dei

Diritti Umani, i vertici di molte imprese

aderenti al UN Global Compact, fra

cui eni, hanno ribadito il proprio

impegno per il rispetto dei diritti

umani, riconoscendone la tutela come

prerequisito per operare nel mondo1.

Lo statement dell’AD ha contribuito

a rafforzare la consapevolezza che

il rispetto dei diritti umani non fosse

compito esclusivo dei soggetti pubblici,

ma che anche il settore privato potesse

svolgere un ruolo importante per la

loro tutela. Anche a seguito di questa

iniziativa nel 2011 il Consiglio per i

Diritti Umani dell’ONU ha approvato

i “Guiding Principles on Business

and Human Rights: Implementing

the United Nations ‘Protect, Respect

and Remedy’ Framework”, con cui

stabilisce che le imprese sono titolari

di precisi obblighi sui diritti umani.

Anche la Commissione Europea ha

inteso impegnarsi sul tema, includendo

questi principi nella propria strategia

e sostenendo la loro attuazione con lo

sviluppo di piani d’azione nazionali2. Nel

2013, ha pubblicato guide pratiche per

l’implementazione dei Principi Guida sui

Diritti Umani e le Imprese rivolte ai tre

settori ritenuti più a rischio: l’Oil&Gas,

l’ICT e le agenzie di lavoro.

Al Secondo Forum Annuale delle

Nazioni Unite su Diritti Umani e Imprese

– tenutosi a Ginevra nel dicembre del

2013 – si sono registrati circa 1.500

rappresentanti della società civile, degli

organismi internazionali, delle ONG

e delle aziende, provenienti da più di

100 Paesi, con l’obiettivo di monitorare

l’implementazione dei Principi Guida sui

Diritti Umani e le Imprese e discutere

soluzioni alle problematiche comuni.

Si tratta di un segnale di interesse e

partecipazione raccolto anche dagli

attori coinvolti nel dibattito relativo

alla definizione dei futuri Sustainable

Development Goals, che hanno

individuato i diritti umani non soltanto

come prerequisito trasversale alla

realizzazione di una crescita inclusiva,

ma anche come obiettivi a se stanti,

consentendo l’associazione di specifici

target attualmente in via di definizione.

Dichiarazione di impegno

Integrazione nei processie nella cultura aziendale

Comunicazione delle performance

Monitoraggio delle performance Valutazione degli impatti

Interventi basati sui risultatidelle valutazioni di impatto

Mitigazione degli impatti effettivi

Meccanismi di gestione delle problematiche a livello locale

(1) UN Global Compact.

(2) Oil and Gas Sector Guide on Implementing the UN Guiding Principles on Business and Human Rights, Commissione Europea.

26 eni for 2013

L’approccio di eni al rispetto dei diritti

umani si è sviluppato parallelamente al

dibattito internazionale, a volte anche

anticipando l’approvazione da parte

dell’ONU di documenti fondamentali

in ambito diritti umani e imprese.

Lo dimostrano le strategie, i sistemi

e i processi che eni ha adottato

o che sono in corso di realizzazione.

In particolare, nel 2013, gli

sforzi si sono concentrati sulla

sistematizzazione degli elementi

previsti dal sistema di gestione (“due

diligence”) richiesto dai Principi Guida

ONU sui Diritti Umani e le Imprese.

Inoltre, a seguito dell’entrata in vigore

della Final Rule della US Securities

and Exchange Commission sui Conflict

Minerals, eni ha avviato delle verifiche

per valutare se è possibile escludere

la presenza di “conflict minerals” nei

suoi prodotti. Si intendono per “conflict

minerals” lo stagno, il tungsteno,

il tantalio e l’oro provenienti dalla

Repubblica Democratica del Congo

(DRC) e dai Paesi confinanti, la cui

commercializzazione non è possibile

escludere che abbia contribuito a

finanziare gruppi armati e violazioni

dei diritti umani.

Valutazioni di impatto> I processi di valutazione di impatto

caratterizzati dall’alto contenuto tecnico,

hanno progressivamente guadagnato

Già nel 2010 eni ha approvato uno standard di valutazione integrata che comprende tutti gli elementi per l’analisi degli impatti sociali sulle comunità.

un posto di primo piano nel dibattito

internazionale per il ruolo che possono

avere nella prevenzione di potenziali

abusi sui diritti umani.

Già nel 2010 eni ha approvato uno

standard di valutazione integrata che

comprende tutti gli elementi per la

valutazione degli impatti sociali delle

proprie attività sulle comunità, in

coerenza con gli standard internazionali.

L’operazione che l’azienda sta

conducendo è quella di aggiungere

quanto non già previsto in materia di

diritti umani alle valutazioni di impatto

e di portare la propria esperienza

nella task force di IPIECA costituita

allo scopo di sviluppare indicazioni

condivise dall’industria petrolifera in

questo ambito.

La collaborazione tra principali

imprese dell’Oil&Gas ha portato alla

pubblicazione, nel mese di dicembre

2013 della guida “Integrating human

rights into environmental, social and

health impact assessments”.

Valutazioni dei rischi>Per la prima volta nel ciclo di risk

assessment compiuto nel 2013, i diritti

umani sono stati considerati sia dal

punto di vista dei contenuti, sia con

riferimento alle metriche di valutazione

degli impatti. La valutazione dei rischi

strategici aziendali include infatti la

verifica in merito ai rischi di violazione

dei diritti umani.

L’approccio di eni al rispetto dei diritti umani si è sviluppato parallelamente al dibattito internazionale, a volte anche anticipandolo.

Governance, diritti umani e lavoro 27

Requisiti per le imprese (Principi Guida ONUsui Diritti Umani e le Imprese) Azioni di eniDICHIARAZIONE DI IMPEGNO

Impegno per il rispetto dei diritti umani - Codice Etico e Modello 231- Linee Guida sui Diritti Umani- Policy di sostenibilità con sezione sui diritti umani- Riferimenti alla tutela dei diritti umani nelle policy: Le nostre persone,

I nostri partner della catena del valore, L’integrità nelle nostre operations

DUE DILIGENCE

Sistema di gestione Gruppo di lavoro trasversaleIndicazioni in materia di diritti umani nelle procedure operative di: Esplorazione e Sviluppo, Security, Risorse Umane, Procurement, HSE, Sustainability Stakeholders Engagement and Community Relations, Pianificazione e controllo.Metodologie e processi di valutazione dei rischi e degli impatti:- Integrazione dei diritti umani nelle valutazioni di impatto, di compliance

e nel risk assessment aziendale.Interventi basati sui risultati delle valutazioni degli impatti:- Progetti e iniziative specifiche sulle aree prioritarie individuate.Monitoraggio:- Indicatori raccolti su base annuale.Rendicontazione e comunicazione:- Sezioni sui diritti umani nella Relazione Finanziaria Annuale, sul sito

web e su eni for.

RIMEDIO

Attività di mitigazione - Canale di segnalazioni per le violazioni del Codice Etico dal 2001- Meccanismi di segnalazione presso le comunità locali - Processi per rimediare a eventuali impatti negativi- Partecipazione al progetto IPIECA sui meccanismi di raccolta e gestione

delle segnalazioni provenienti dalle comunità locali.

Anche questo processo beneficia

della partecipazione a un progetto

internazionale della Global Corporate

Community of Practice, un’iniziativa

per l’integrazione dei diritti umani nei

sistemi di risk management supportata

dal Gruppo di Lavoro ONU per i Diritti

Umani e le Imprese, nominato nel

2011 con il mandato di assistere

Stati e imprese nell’implementazione

dei Principi Guida.

Il lavoro per l’integrazione dei diritti

umani nei processi di valutazione

degli impatti e nel risk management,

si è affiancato alla prosecuzione

delle attività sulle aree di intervento

identificate come prioritarie nel corso

del progetto Human Rights Compliance

Assessment (HRCA).

Tale progetto ha portato ad effettuare

otto valutazioni di allineamento del

sistema di controllo interno agli

standard internazionali a partire dal

2008 ad oggi, di cui una a livello

Corporate e Divisione E&P e sette

in altrettanti Paesi. Focus particolari

risultano essere ad oggi l’attenzione

ai diritti dei lavoratori, le procedure di

acquisizione di terre e i meccanismi

di grievance, ossia raccolta e gestione

delle segnalazioni di problemi e

controversie da parte degli stakeholder.

8valutazioni di compliance in materia di diritti umani a partire dal 2008

28 eni for 2013

Standard di lavoro> L’impegno di eni è orientato al

progressivo miglioramento della

capacità di monitorare il rispetto delle

Convenzioni ILO sui diritti dei lavoratori e

la loro promozione presso le terze parti.

Nel corso del 2013 è stata effettuata

un’analisi puntuale delle normative

locali in tema di tutela della maternità

e delle eventuali prassi aziendali in

essere, nei Paesi di presenza, al fine

di valutare l’opportunità di definire un

approccio gestionale valido per tutte le

realtà operative di eni, in linea con gli

standard internazionali.

Nel corso del 2013 è stato completato

uno studio applicativo sugli standard

minimi di lavoro in cinque Paesi

strategici (Pakistan, Nigeria, Congo,

Iraq, Ungheria), con evidenza, ove

esistenti, delle divergenze tra la

normativa locale e le convenzioni

ILO in materia. Inoltre, a valle dello

studio, svolto in collaborazione con

SDA Bocconi, che aveva l’obiettivo di

realizzare una mappatura del sistema

di relazioni industriali di eni, nel corso

del 2013 è stato avviato un nuovo

progetto, dal profilo più operativo,

con l’obiettivo di definire il modello

per il governo delle relazioni industriali

a livello globale secondo un approccio

omogeneo ma nel rispetto delle

specificità territoriali.

Mappatura e gestione delle relazioni industriali

Land Management> eni ha l’obiettivo di sviluppare una

disciplina uniforme dei processi di

acquisizione di terre in coerenza

con gli standard e le best practice

internazionali, al fine di garantire il

rispetto di principi cardine quali il

diritto ad un’equa compensazione e la

considerazione delle istanze di coloro

i quali, pur sprovvisti di titoli formali,

derivano il proprio sostentamento dalle

terre oggetto di acquisizione.

Segnalazioni> eni ha

attiva dal 2001 la procedura per le

segnalazioni di controversie in merito

alla violazione del Codice Etico,

e quindi dei diritti umani, disponibile ai

lavoratori e a tutte le terze parti.

eni è impegnata a migliorare i

meccanismi di raccolta e gestione

delle stesse a livello locale.

Coinvolgimento

delle comunità (pag 61)

A tal f ine, eni partecipa a un progetto

promosso da IPIECA per svi luppare

l inee guida per i l settore O&G sui

Grievance Mechanism e ha avviato un

progetto pilota f inal izzato a svi luppare

un meccanismo di raccolta e gestione

dei reclami per le comunità locali

in Ghana e per definire le basi

di r i ferimento per una best practice

che possa valere per tutto i l gruppo.

È stato completato lo studio applicativo degli standard minimi di lavoro in cinque Paesi strategici.

Nel corso del 2013 è stata effettuata un’analisi puntuale delle normative locali in tema di tutela della maternità.

Governance, diritti umani e lavoro 29

Fascicoli di segnalazioni 2011 2012 2013

Fascicoli di segnalazioni pervenute su probabile violazione dei diritti umani (numero) 39 39 43

Fascicoli di segnalazioni su violazione dei diritti umani (chiusi nell’anno) 32 48 44

- segnalazioni non fondate o fondate almeno in parte con adozione di azioni correttive e/o di miglioramento

13 15 20

- segnalazioni infondate 19 33 24

Security> eni ha realizzato un

programma di formazione nel campo

dei dir i tt i umani che ha visto la

partecipazione dei Security Manager

e delle Forze di Sicurezza, pubblica e

privata, che svolgono la loro att ività

presso i sit i in Ital ia e al l ’estero.

I l progetto è in corso dal 2009 ed

è stato incluso dal Global Compact

delle Nazioni Unite e dai Principles

for Responsible Investment nella

pubblicazione “Responsible Business

Advancing Peace”, presentata al

Global Compact Leaders Summit i l

19 settembre 2013. Nel 2013 sono

state realizzate sessioni formative

destinate al personale delle forze

di sicurezza pubblica e privata

impegnato presso le realtà operative

in Indonesia e Algeria per un totale

di 208 persone. In Indonesia, sono

stati coinvolt i anche dipendenti di

altre società dell ’Oil&Gas nonché

rappresentanti di ONG locali.

Diritti umani e security 2011 2012 2013

Contratti di security contenenti clausole sui diritti umani % 50 65 84

Personale della security formato sui diritti umani (numero) 169 1.008 235

Siti critici coperti da assessment 30 11 21

Siti verificati tramite check list 147 121 194

Paesi con vigilanza armata a presidio dei siti 12 10 11

Ore di formazione di carattere specifico ai security manager 672 1.476 4.700

Popolazioni indigene> Nei contesti in cui sono presenti popolazioni

indigene è stata promossa l’adozione di politiche specifiche che sanciscono

l’impegno di eni a rispettare i diritti di tali popolazioni e a tenere nella dovuta

considerazione le loro aspettative nelle decisioni d’impresa.

Ad oggi sono state adottate Indigenous Peoples Policy per le operazioni di eni

in Australia e Norvegia.

In Norvegia eni si impegna a condurre le sue attività operative nel rispetto

dei diritti, dignità, cultura, fondi di sussistenza basati sull’util izzo delle

risorse naturali delle popolazioni Sami, a consultarsi con loro e a garantirne

l’appropriata partecipazione ai benefici derivanti dalle attività sviluppate.

In Australia l’attività di eni è localizzata onshore presso le tradizionali terre

aborigene ed è regolamentata attraverso un Land Use Agreement con il

Sono state adottate Indigenous Peoples Policy per le operazioni di eni in Australia e Norvegia.

30 eni for 2013

Fornitori sottoposti a procedure di qualifica incluso screeningsui diritti umani

16.000

14.000

12.000

10.000

8.000

6.000

4.000

2.000

2011

2012

2013

Nel 2013 una quota pari all’87% del procurato eni proviene da fornitori sottoposti a procedure di qualifica che includono screening sui diritti umani.

Northern Land Council. eni è

impegnata con la comunità locale di

Wadeye, attraverso la partecipazione

regolare a meeting organizzati da

un ente rappresentativo di 20 clan

della Regione. Inoltre, le relazioni

con gli altri stakeholder rilevanti, sia

relativamente alle attività industriali sia

a quelle sociali, sono gestite tramite

frequenti presenze in loco da parte del

Social Responsibility team, che include

un community liaison officer dedicato.

Catena di fornitura> L’impegno alla tutela dei diritti umani

si estende alla catena di fornitura,

in particolare alle fasi di selezione e

qualifica nonché al monitoraggio della

prestazione del servizio di fornitura.

Nel 2013,una quota pari all’87% del

procurato eni proviene da fornitori

sottoposti a procedure di qualifica che

includono screening sui diritti umani.

Per la valutazione della condotta dei

fornitori in maniera specifica sulle aree

di rilievo per i diritti umani nei luoghi

di lavoro, eni utilizza lo strumento

degli audit secondo lo standard

internazionale SA8000.

Nel 2013 sono stati effettuati audit

SA8000 su 14 fornitori / sub-fornitori

in Congo, Timor Leste, Pakistan ed

Ecuador. Inoltre, sono state chiuse 9

procedure di verifica a valle di audit

SA8000 svolti nel 2012 in Congo e

Ecuador.

Governance, diritti umani e lavoro 31

Sicurezza e asset integrity

eni ha posto negli anni un impegno

senza precedenti nella sicurezza,

che ha consentito di raggiungere

risultati significativi anche in relazione

alle medie di settore.

La prima preoccupazione di eni è il

benessere delle persone, la loro salute

e la loro sicurezza. La sicurezza deve

essere una cultura profondamente

radicata secondo la quale prendersi

cura di sé e degli altri viene prima di

qualsiasi altra cosa.

Una leadership efficace pone al primo

posto l’attenzione al benessere delle

proprie persone, dei propri colleghi e

dei propri collaboratori.

L’obiettivo primario dell’azienda è

sostenere i manager a tutti i livelli

come promotori attivi della cultura e dei

comportamenti orientati all’eccellenza

nella sicurezza. Non ci può essere

leadership se non c’è leadership in

sicurezza. Il compito di ogni persona di

eni è essere dei leader nella sicurezza.

“eni in safety” il principale programma

di comunicazione e formazione di

eni lanciato nel 2012, rappresenta

un nuovo modo di affrontare la

sicurezza. Alla base del programma

c’è la consapevolezza che la maggior

parte degli infortuni sul lavoro è legata

a fattori comportamentali e che è

necessario creare una cultura in cui la

sicurezza sia un valore trainante.

Il programma prevede diverse linee di

intervento, che riguardano lo sviluppo

di una campagna di informazione sulla

sicurezza rivolta a tutte le persone

dell’azienda, un progetto formativo

gestito secondo una logica a cascata,

la creazione di una safety faculty

composta dai migliori tecnici capaci di

coniugare competenza professionale e

gestione dell’aula.

“La sicurezza viene prima di tutto, prima dei risultati economici, prima degli indici operativi. È un terreno dove solo il numero zero ci piace”.Paolo Scaroni, AD eni

L’Agenda Post-2015 pone l’accento

sul tema del lavoro dignitoso, che

significa in primis lavoro sicuro.

La maggioranza della forza lavoro

mondiale lavora in condizioni precarie,

senza il supporto di adeguate misure

di sicurezza e senza il ricorso

a sistemi di protezione sociale,

soprattutto nei contesti di lavoro

informale. Secondo l’ILO i decessi

collegati a cause lavorative sono

dovuti per l’86% a malattie correlate

al lavoro e per i l restante 14% a

infortuni (dati 2008)1. Se si considera

questo quadro complessivo, che

unisce incidentalità a morbil ità, si

stima che l’ impatto

delle cattive pratiche di sicurezza

nei luoghi di lavoro e delle malattie

professionali ad esse correlate

corrisponda al 4% del PIL mondiale

(2012), con un peso di circa 2,8

tri l ioni di dollari tra costi diretti e

indiretti di infortuni e malattie2.

(1) ILO, Introductory Report: Global Trends and Challenges on Occupational Safety and Health, 2011.

(2) ILO, La Prevenzione delle Malattie Professionali, 2013.

32 eni for 2013

Il programma formativo, articolato su

tre anni, coinvolgerà progressivamente

il management aziendale e i

responsabili dei siti operativi, per un

totale di circa 20.000 persone.

La cultura della sicurezza si

accompagna all’applicazione dei

migliori standard e allo sviluppo di

condizioni di lavoro che garantiscono

l’incolumità di tutte le persone.

Oltre alla formazione delle

maestranze e alla conduzione di

massicce campagne di informazione

e formazione con la continua

testimonianza delle figure del top

management, le attività condotte

riguardano: la rivisitazione dei criteri di

qualifica e feedback delle società che

lavorano per eni e la definizione negli

ultimi 9 anni di obiettivi manageriali

legati ai risultati infortunistici in

maniera obbligatoria e trasversale a

tutti i settori di business.

Questi accorgimenti hanno prodotto

negli anni una serie di dati positivi

sugli infortuni e un miglioramento

continuo di performance.

eni ha infatti confermato il trend di

miglioramento dell’indice di frequenza

infortuni totali registrabili della forza

lavoro, risultato già nel 2012 migliore

rispetto a quello di settore.

L’indice LTIF del 2013 si attesta al

valore record di 0,35, il TRIR all’1,04.

eni sta lavorando all ’analisi del

numero di incidenti e infortuni che

sono avvenuti nel 2013 (213, i l 75%

in meno rispetto al 2006) e che sono

riconducibi l i per la gran parte (6 su

10) ad aspetti comportamental i quali

la disattenzione, i l mancato rispetto

delle procedure o i metodi di lavoro

inadeguati. In quest’ott ica, a seguito

dell ’analisi delle cause di infortunio,

sono state condotte e saranno

condotte att ività mirate al la riduzione

delle cause più frequenti di incidenti

gravi come le cadute dall ’alto, gl i

infortuni in it inere, la movimentazione

tubi e i lavori in spazi confinati.

Continuerà quindi l ’att ività mirata

al cambio culturale, in particolare

di contratt ist i e fornitori con azioni

di comunicazione diretta ed estesa

al la forza lavoro dei principali

sit i operativi, coinvolgendo tutta

la squadra eni, dalla l inea di

2008

2009

2010

2011

2012

2013

2007

2006

Infortuni e LTIF forza lavoro eni

800

640

480

320

160

2,00

1,60

1,20

0,80

0,40

Num

ero

(Infortuni/ore lavorate) x 1.000.000

Infortuni contrattisti

Infortuni dipendenti

LITF forza lavoro

LTIF contrattisti

LTIF dipendenti

2011

2012

2013

2010

2009

Infortuni totali registrabili e TRIR

1.500

1.200

900

600

300

2,50

2,00

1,50

1,00

0,50

Trattamenti medici

Limitazioni al lavoro

Infortuni sul lavoro

TRIR

Num

ero

(Infortuni totali registrabili/ore lavorate) x 1.000.000

Governance, diritti umani e lavoro 33

business al le risorse umane agli

approvvigionamenti, affari legali e

HSEQ e veicolando messaggi chiave

quali il forte e continuo commitment

del vertice, l’importanza del controllo

operativo, la tolleranza zero per

chi non rispetta le regole, il nuovo

processo di qualifica e feedback ai

fornitori. eni individuerà all’interno

delle sue realtà operative dei safety

leader che creino con passione e

coraggio una cultura in cui la sicurezza

sia il valore trainante.

Dal punto di vista operativo l’analisi

non solo degli incidenti ma anche

dei cosiddetti “near miss” e la

conseguente predisposizione di

azioni correttive di tipo procedurale

o impiantistico, rappresentano un

elemento di continuo miglioramento.

Discorso a parte merita il tema

degli infortuni mortali che ancor

oggi in eni rappresenta il motivo

di maggiore preoccupazione nella

performance aziendale.

Nel 2013 sono avvenuti 6 incidenti

mortali di cui 4 a dipendenti Saipem

(in Indonesia, Angola, Arabia Saudita

e Brasile) e 2 a contrattisti (in Arabia

Saudita). Sono in corso ulteriori azioni

per intervenire e promuovere il cambio

culturale in particolare nella gestione

delle attività in contesti culturali ove la

gestione della sicurezza è affrontata

con meno rigore rispetto ai più severi

standard internazionali.

La sicurezza di processo e l’asset

integrity rappresentano aspetti

fondamentali nella prevenzione dei

rischi delle attività di eni.

La sicurezza di processo è

assicurata dalla corretta esecuzione

di tutte le fasi che vanno dalla

progettazione degli impianti e

attrezzature all’esercizio degli impianti

e dei processi.

La progettazione, avviene secondo

norme e standard internazionalmente

riconosciuti e prevede l’analisi dei

2009

2010

2011

2012

2013

2008

2007

Indice di mortalità di dipendenti e contrattisti

6

5

4

3

2

1(Info

rtun

i mor

tali/

ore

lavo

rate

) x 1

00.0

00.0

00

Indice di mortalità di dipendentie contrattisti

2009

2010

2011

2012

2013

2008

2007

Indice di mortalità di dipendenti e contrattisti

6

5

4

3

2

1(Info

rtun

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tali/

ore

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rate

) x 1

00.0

00.0

00

Indice di mortalità di dipendentie contrattisti

2009

2010

2011

2012

2013

TRIR eni vs TRIR settoriale

2,50

2,00

1,50

1,00

0,50

TRIR eni

TRIR settore

(Info

rtun

i tot

ali r

egis

trab

ili/o

re la

vora

te) x

1.0

00.0

00

Fonte: elaborazioni eni basate su documentazione pubblica di un panel di competitor

34 eni for 2013

rischi da parte di team interdisciplinari,

le cui osservazioni sono integrate nella

realizzazione degli impianti.

Nell’ambito dell’esercizio operazionale

le attività sono condotte entro i

parametri stabiliti dai manuali di

processo e da specif iche procedure

operative. Aff idabil i tà e integrità

strutturale delle apparecchiature sono

Per le imprese del settore petrolifero la formazione continua e lo sviluppo di elevate

competenze interne, specialistiche e manageriali, rappresentano strumenti strategici

per l’organizzazione. eni ha ottenuto negli ultimi anni un livello di occupazione in

oggetto di una costante e continua

manutenzione che garantisce elevati

l ivel l i di eff icienza.

Nel maggio 2013 eni ha partecipato

a uno dei più importanti eventi a

l ivel lo mondiale nel settore della

sicurezza di processo, i l 14th

International Symposium on Loss

Prevention and Safety Promotion in

the Process Industries presentando

alcune best practice nel settore della

raff inazione dove è stato avviato un

progetto pluriennale per rivedere

e aggiornare i l sistema di gestione

dell ’ integrità delle attrezzature con

l’obiett ivo di aumentare l’eff icacia

delle attual i capacità e metodiche di

manutenzione preventiva e preditt iva.

Lavoro

Secondo i l Rapporto presentato al la

Conferenza Internazionale del Lavoro

del giugno 2013 dal l ’ International

Labour Organizat ion, oltre 200

mil ioni di persone ( i l 6% del la forza

lavoro potenziale) sono disoccupate

nel mondo.

Se la r icerca di prosperità ed equità

a l ivel lo globale è i l pr imo obiett ivo

a cui tendono tutte le proposte

di definiz ione degl i Obiett iv i di

Svi luppo Sostenibi le, è chiaro come

questo dato sia da intendersi come

un concreto impedimento per i l

raggiungimento di tale scopo.

Questa è una del le ragioni che

fanno sì che alcune del le proposte

per l ’Agenda Post-2015, nonché la

lettura che ne dà i l World Business

Counci l for Sustainable Development,

espl ici t ino in modo chiaro i l

tema del lavoro, decl inandolo

nel l ’accezione di lavoro dignitoso,

marcando una differenza r ispetto ai

Mil lennium Development Goals, che

lo considerano un tratto implici to.

I l possibi le contr ibuto del settore

privato, in questo campo, è massimo.

Le caratter ist iche del l ’occupazione

che i l settore Oi l&Gas offre ne

fanno un volano di svi luppo in molt i

contest i. Si tratta infatt i di lavoro

special izzato, che r ichiede alta

formazione e ha grande spendibi l i tà

sul mercato a l ivel lo internazionale.

Le stesse caratter ist iche r iguardano

le professional i tà del l ’ indotto

generato sul terr i tor io, che è anche

caratter izzato da un’elevata stabi l i tà

data dal la durata degl i invest imenti.

Governance, diritti umani e lavoro 35

costante crescita (+27,8% dal 2005),

attraverso processi e azioni volte ad

acquisire personale nelle attività core,

finalizzati a mantenere e sviluppare al

proprio interno le competenze chiave che

hanno permesso di ottenere eccellenti

risultati operativi.

La difesa e la promozione

del lavoro di qualità

Per contribuire al raggiungimento di tali

obiettivi sono state realizzate specifiche

iniziative di formazione e di knowledge

management che supportano la

condivisione della conoscenza distintiva

di eni, l’aggiornamento del sapere e

la capacità di operare in un contesto

tecnologico complesso e in continua

evoluzione.

Iniziative di formazione

Nel 2013 gli interventi formativi si

sono focalizzati in particolare sullo

sviluppo del sapere specifico del

settore di eni, che si concretizza

anche attraverso la definizione dei

modelli delle professionalità come ad

esempio quelli rivolti alla formazione di

professionalità strategiche (area Drilling

Completion, Production, Geoscience,

Reservoir, corsi specialistici sui temi di

sostenibilità) e a popolazioni in sviluppo

di particolare interesse, anche realizzati

in collaborazione con business school e

istituti universitari di prestigio.

Sviluppo dei modelli professionali

Inoltre la tradizione industriale di eni

è caratterizzata da una profonda e

costante attenzione verso i temi della

sicurezza. Obiettivo degli interventi

formativi è anche quello di diffondere

il valore e la cultura della sicurezza,

la conoscenza delle norme in vigore,

l’applicazione delle azioni corrette e

degli strumenti adatti al fine non solo

di ridurre, ma di eliminare, gli incidenti

e gli eventi infortunistici. La formazione

infine è divenuta leva fondamentale di

sviluppo delle conoscenze necessarie

alla realizzazione delle nuove iniziative

di business, in particolare all’estero.

In questo ambito rientrano anche tutte

le attività formative a supporto dei

processi di internazionalizzazione.

Grande impegno è stato profuso nel

2013 sul fronte della gestione delle

Distribuzione geografica persone di eni nel 2013

15%

17%

21%

1%

33%

13%

Africa

Americhe

Asia

Australia e Oceania

Italia

Resto d’Europa

+27,8% crescita occupazione dal 2005

La formazione è una leva fondamentale di sviluppo delle conoscenze per realizzare nuove iniziative di business.

36 eni for 2013

conoscenze, in termini di Knowledge

Management, basato sullo sviluppo di

Comunità di Pratica (in tutto 65 con

oltre 5.600 partecipanti).

Strumenti di Knowledge Management

Nel corso del 2013 è stato effettuato il

design, lo sviluppo e il lancio del nuovo

portale della gestione della conoscenza

del settore E&P, denominato #KMS.

A seguito degli eccellenti risultati numerici

e per dare evidenza dell’impatto sul

business delle attività delle Comunità di

Pratica, sono state raccolte e diffuse 19

“storie di successo” (success stories)

provenienti dalle attività delle comunità

stesse. Questa metodologia, finalizzata a

rendere evidenti e concreti i vantaggi per

il business, verrà portata avanti anche

nei prossimi anni e costituirà il principale

indicatore dei risultati delle attività di

Knowledge Management in ambito E&P.

Nel 2013, inoltre, si è sviluppato,

sempre in E&P, il progetto pilota

Innovation Idea Management (IIM),

che ha avuto l’obiettivo di accrescere

le capacità innovative del settore

promuovendo la creatività delle persone

in tutto il mondo, attraverso una

piattaforma di collaborazione

e networking. I meccanismi di

co-creazione delle idee e la libera

partecipazione delle persone,

indipendentemente dalla posizione

geografica e dalla seniority, sono stati i

punti di forza del progetto, che sarà ora

applicato su scala più ampia.

Da maggio ad ottobre 2013, a fronte di

sette aree tematiche sfidanti identificate,

sono state fornite 111 nuove idee, 570

contributi, 900 voti e oltre 9.000 visite.

Durante la fase di valutazione, 17 nuove

idee sono emerse e alla fine 6 di queste

sono state selezionate dal Comitato di

Research and Development (R&D) e

diventeranno nuove iniziative di R&D nel

corso del 2014. Tutte le aree tecniche

hanno partecipato alla fase pilota,

coinvolgendo 780 persone, e il 16%

dell’attività è stata sviluppata dalle Unità

Geografiche estere.

Alla luce di questi risultati, la

metodologia di Innovation Idea

Management (IIM) sarà integrata

nel nuovo portale di Knowledge

Management e costituirà un ulteriore

punto di alimentazione per la

generazione di contributi in tema di R&D.

La valorizzazione delle professionalità

si realizza anche attraverso

l’implementazione di processi strutturati

di gestione e sviluppo delle persone.

Processi di performance, feedback e prospettiva a 360°

Rilevante ai fini dello sviluppo del

business è inoltre la capacità di essere

in sintonia con i contesti locali di

operatività e di intessere relazioni efficaci

di mutua collaborazione con i territori

di presenza eni, investendo, ovunque

nel mondo, sull’acquisizione di persone

locali e sulla loro crescita interna, anche

La valorizzazione delle professionalità si realizza anche attraverso processi strutturati di sviluppo delle persone.

65 comunità di pratica

Sistema di knowledge management

5.600partecipanti

Oltre

Governance, diritti umani e lavoro 37

Aust

ralia

Ital

ia

Ola

nda

Ung

heri

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Bel

gio

Ger

man

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Fran

cia

Libi

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Rom

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Cin

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Kaza

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an

Bra

sile

Egit

to

Indo

nesi

a

Rus

sia

Indi

aVALORE MEDIO

GLOBALE 135

50

100

150

200

250%

Rapporto tra salario minimo eni e salario minimo di mercato

in posizioni di responsabilità.

Il costante aumento registrato negli ultimi anni di personale assunto all’estero

(+60,7% dal 2005) e in particolare delle posizioni di responsabilità assegnate

al personale locale (+59% dal 2005), testimonia l’impegno di eni per

l’internazionalizzazione del proprio business e la valorizzazione di tutte le sue

persone. Nel 2013 sono state “localizzate” – ovvero affidate a persone locali

invece che a espatriati – complessivamente 64 posizioni. Le posizioni manageriali

gestite da personale locale passano da 22,82% nel 2011 a 27,9% nel 2013.

Il fronte complementare alla valorizzazione delle persone locali è quello della

possibilità di sviluppare percorsi di carriera internazionali, che si basa sulla

diffusione di pratiche volte alla gestione dei processi di mobilità internazionale.

Nel 2013 sono state emesse le nuove istruzioni per le assegnazioni internazionali

presso sedi urbane e campi, con l’obiettivo di promuovere, in modo chiaro e

trasparente, le opportunità di assegnazione internazionale in tutto il mondo per le

persone di diversa nazionalità.

Il percorso di definizione degli SDGs pone il tema del lavoro, inteso sia come

condizioni di lavoro sia come remunerazioni, al centro dello sviluppo sostenibile.

+60,7%

27,9% aumento di personale assunto all’estero dal 2005

personale locale in posizioni manageriali nel 2013

38 eni for 2013

Il contributo di eni al tema del lavoro

nella prospettiva degli obiettivi di

sviluppo sostenibile globale, si declina

proprio in questi termini: garantire

un lavoro qualificato, equamente

retribuito, caratterizzato da alti standard

di sicurezza che, privilegiando le

assunzioni di persone locali, è anche

in grado di contribuire allo sviluppo

economico e sociale dei territori

in cui opera.

Nei contesti aziendali dove si

sono resi necessari processi di

ottimizzazione del business, il sistema

partecipativo di relazioni industriali ha

rappresentato una leva fondamentale

per gestire efficacemente i processi di

riorganizzazione che hanno interessato

l’azienda. A tale riguardo, attraverso

un’intensa attività di consultazione

e confronto con le organizzazioni

sindacali, nel corso del 2013

sono state prodotte intese volte a

supportare e favorire i processi di

efficienza degli assetti organizzativi

e produttivi di siti industriali di eni

in difficoltà. L’accordo di febbraio

2013 sottoscritto per lo stabilimento

petrolchimico di Assemini ha consentito

la riqualificazione degli asset,

attuando contestualmente un piano

di riconversione professionale delle

risorse interessate. Anche l’accordo

sul progetto di riqualificazione dello

stabilimento petrolchimico di Priolo

siglato nel mese di marzo 2013 ha

utilizzato quali leve per rilanciare la

competitività dell’impresa, il ricorso

alla flessibilità organizzativa, alla

flessibilità dell’orario di lavoro e la

polivalenza operativa necessaria per

garantire la collocazione delle risorse

in funzione delle specifiche necessità

contingenti anche attraverso momenti

di formazione specifica.

L’accordo sulla riconversione industriale

della Raffineria di Gela, siglato nel

mese di luglio 2013, interviene in una

fase in cui l’industria della raffinazione

attraversa una profonda crisi strutturale

che ha prodotto, tra l’altro, anche in

Italia un forte calo della domanda dei

prodotti petroliferi e una contrazione dei

margini di raffinazione ai minimi storici.

A Gela queste criticità hanno

comportato la necessità di rivedere

il modello industriale applicato nel

sito al fine di avviare un piano di

rilancio della raffineria con l’obiettivo

di recuperare competitività e,

quindi, porre le condizioni per una

raffineria economicamente solida,

più ecocompatibile ed attenta al

territorio. Tale piano verrà sviluppato

sia garantendo la valorizzazione

delle professionalità presenti su

Gela attraverso lo sviluppo di nuove

iniziative di carattere industriale, lo

sviluppo del centro di formazione,

team qualificati per la sicurezza,

attività di decommissioning e

realizzazione di nuovi investimenti,

Un’intensa attività di consultazione e confronto con le organizzazioni sindacali ha supportato i processi di efficienza degli assetti organizzativi e produttivi di siti industriali di eni in difficoltà.

Governance, diritti umani e lavoro 39

bonifiche impianti e suoli, sia

util izzando ricollocazioni nel circuito

eni e strumenti di ammortizzazione

sociale in grado di attenuare gli impatti

sulle risorse interessate.

Per favorire l’ingresso e il reinserimento

nel mondo del lavoro eni, attraverso

Eni Corporate University, ha elaborato

il progetto “Trust is Energy”, partito

nel 2013 per fornire borse di studio e

supporto per la formazione di giovani

meritevoli, nell’ambito di progetti di

qualificazione professionale e/o di

recupero personale e sociale che li aiutino

a superare una situazione di difficoltà.

“Anche la fiducia genera energia”

Il progetto è portato avanti attraverso tre

convenzioni:

• Provveditorato Regionale

dell’Amministrazione Penitenziaria

della Lombardia (giovani detenuti);

• l’Istituto Martinitt

(giovani extracomunitari);

• l’Ufficio Pio della Compagnia

di San Paolo (ex detenuti).

eni è consapevole che la grande

varietà dei contesti in cui opera

e la diversità delle persone che

lavorano al suo interno è un

elemento di specificità del business

e una ricchezza che va valorizzata

opportunamente attraverso la gestione

inclusiva e non discriminatoria.

Progetto Trust is energy

Per sensibilizzare sul tema tutte le

proprie persone, eni nel 2013, ha

sviluppato, in collaborazione con Eni

Corporate University e l’International

Labour Organization (ILO), un corso

online che approfondisce la

Convenzione ILO 111, la fonte che

in ambito normativo internazionale

disciplina la discriminazione in materia

di impiego e nelle professioni.

Convenzione ILO

Tale iniziativa, sviluppata all’interno del

più ampio impegno di eni a tutela dei

diritti umani, nasce dalla convinzione che

la consapevolezza di tutte le persone

sull’importanza dell’uguaglianza e della

non discriminazione sia un requisito

per la creazione di un ambiente

inclusivo, che favorisca il rispetto e la

valorizzazione di tutte le diversità.

Tutte le persone eni nel mondo

potranno accedere liberamente

al corso, disponibile nell’intranet

aziendale in italiano, inglese e russo.

Inoltre, per il 2014, è previsto un

percorso di formazione online con

contenuti tecnici specifici per la

funzione del personale e obbligatorietà

di partecipazione, al fine di rafforzare

le competenze necessarie a prevenire

comportamenti gestionali di carattere

discriminatorio e supportare tutte le

persone di eni in questo specifico

ambito. Oltre a quella rappresentata

dalle persone di altri Paesi, fra le

diversità presenti in azienda quella fra i

generi è di particolare importanza.

Obiettivi già presenti tra gli MDGs,

l’uguaglianza di genere e il ruolo delle

donne saranno molto probabilmente

parte dell’Agenda Post-2015.

eni è consapevole che la diversità delle sue persone è una ricchezza da valorizzare attraverso una gestione inclusiva e non discriminatoria.

40 eni for 2013

Nel corso del 2013 eni ha confermato l’impegno volto a incrementare le quote di

genere nell’ambito degli organi sociali delle proprie società controllate.

Nel 2013 si è raggiunta una quota rilevante di rappresentanza femminile negli

organi delle 47 società controllate in Italia, dove nei CdA la percentuale è del

24,3% mentre è del 27,4% nei Collegi sindacali.

Donne nei board

La sensibilizzazione sul tema e il governo delle azioni correlate hanno consentito di

anticipare di un anno il raggiungimento degli obiettivi posti dalla normativa.

Per quanto riguarda le società controllate estere, le nomine nei consigli di amministrazione

hanno mantenuto l’obiettivo di tendere al raggiungimento di 1/5 di presenza femminile

nelle realtà in cui non siano presenti vincoli normativi e specificità locali. Nell’ambito

di tale perimetro, a fronte di una presenza femminile del 11,2%, raggiunta nel 2013

sul totale delle cariche, le sole cariche di competenza eni interessate da nomine nel

corso dell’anno sono state il 25,84%. È stato inoltre progettato e avviato un prototipo

di cruscotto di monitoraggio della diversificazione dei componenti degli organi di

amministrazione delle società controllate di eni che è finalizzato all’estrazione degli

indicatori di diversity all’interno dei board (genere, esperienza, nazionalità, formazione).

24,3%

27,4% rappresentanza femminilenelle società controllate in Italia

rappresentanza femminilenei Collegi sindacali in Italia

L’uguaglianza di genere nel mondo

del lavoro, intesa non solo come

opportunità di accesso a forme di

impiego remunerato, ma soprattutto

come possibi l i tà di svi luppo

professionale, è prerequisito

dell ’emancipazione femminile

anche al l ’ interno delle ist i tuzioni

democratiche e nella società in

generale. In l inea con questa

visione si pone anche i l processo

di definizione degli SDGs, e molt i

possibi l i target hanno come oggetto

proprio la parità di genere, con

declinazioni che riguardano la sfera

pubblica e privata.

Un aspetto particolarmente ri levante

riguarda la valorizzazione delle donne

nei percorsi di carriera, incluse le

cariche social i delle imprese.

I l rapporto CONSOB “On Corporate

Governance of Ital ian l isted

Companies” del novembre 2013

mostra che a quella data i l 17% dei

posti di consigl iere fosse ricoperto da

donne (a f ine 2011 erano i l 7,4%)1,

un dato che avvicina i l Paese al le

medie europee, ad esempio al la

Francia (22%)2.

Questi numeri sono i l r isultato della

legge 120/2011 che ha

introdotto in Ital ia l ’obbligo

temporaneo di r ispettare un’equa

rappresentanza di genere nei Consigl i

di Amministrazione e Collegi Sindacali

delle società quotate e partecipate

pubbliche, ma sono anche i l frutto

dell ’ impegno delle aziende,

che hanno colto l’occasione della

nuova norma per investire in un

rinnovamento delle proprie cariche

social i improntato al la valorizzazione

del merito e delle competenze,

a beneficio delle imprese stesse

e del Paese.

(1) CONSOB, Report on Corporate Governance of Italian Listed Companies, 2013.

(2) European Commission, Women in Economic Decision Making in the EU, 2012.

Governance, diritti umani e lavoro 41

eni mantiene una grande attenzione

all’attivazione di politiche aziendali

che permettano un work life balance

efficace per le persone. Infatti,

anche per il 2013 è proseguito

l’impegno nel proporre un modello di

welfare aziendale qualitativamente e

quantitativamente consistente.

Sono stati riconfermati come prioritari

i programmi “Work Life Balance”

e “Creche and Nursery School”,

organizzati con l’obiettivo di supportare

le persone eni nella gestione dei figli.

Iniziative di welfare

Copertura di protezione sociale per regione

Popolazione senza

alcun tipo di protezione

sociale

Copertura protezione

sociale

EAP Est Asia e Pacifico

ECA Europa e Asia Centrale

LAC America Latina e Caraibi

MNA Medio Oriente e Nord Africa

SAS Asia del Sud

SSA Africa Subsahariana

LAC

MNA SA

S

SSA

ECA

EAP

100

90

80

70

60

50

40

30

20

10

(% p

opol

azio

ne)

La salute è elemento imprescindibile

da tenere in considerazione quando si

parla di qualità del lavoro.

eni oltre ad attivare tutti i necessari

interventi volti alla protezione della

salute dei lavoratori in relazione

alle specifiche attività svolte,

è particolarmente attenta alla

promozione di corretti stil i di vita

e, nell’ambito di progetti specifici,

fornisce gli strumenti necessari per la

cura e l’assistenza.

A tal fine, eni opera su tre distinti

l ivelli di intervento:

• prevenzione primaria, finalizzata alla

diffusione di stil i di vita più salutari

con la campagna di comunicazione

“eni wellness program” e il sito web

“Promozione salute”; ma soprattutto

con il programma “my trainer

online” (myto) che ha l’obiettivo

di migliorare i comportamenti

attraverso sane e semplici scelte

quotidiane, quali l’equilibrio

nutrizionale, l’attività fisica,

il controllo dell’alcool e del fumo;

• prevenzione secondaria attraverso

l’attuazione di screening approfonditi

volti ad individuare in fase iniziale

l’insorgere di gravi patologie

oncologiche con il programma

“Previeni con eni”;

• prevenzione terziaria, con il progetto

“Una rete solidale per attuare le

norme a tutela dei lavoratori malati

di cancro sui luoghi di lavoro”

che prevede la promozione di una

corretta informazione sulla malattia

oncologica e l’istituzione di varie

modalità di aiuto a sostegno di chi è

colpito da tumore in età lavorativa.

Promozione della salute

La copertura della protezione

sociale rappresenta un problema

di grande rilevanza per molte

regioni povere del mondo. Come

è possibile vedere dal grafico che

riporta i dati per gli anni 2005

– 2010, in alcune Regioni del

mondo il numero di persone che

non ricevono alcuna copertura

sociale è significativamente

maggiore del numero di persone

con copertura sociale.

Fonte: ASPIRE, the atlas of Social Protection - World Bank.

42 eni for 2013

Governance, diritti umani e lavoro 43

44 eni for 2013

Risorse naturalie biodiversità impegno ambientale è uno degli elementi portanti della

strategia di sostenibilità di eni e ha le sue radici nel

contributo dato dal settore privato già alla conferenza mondiale

di Rio del 1992. Oltre venti anni dopo, eni continua il proprio

impegno sui temi ambientali attraverso il miglioramento continuo

dei risultati, ottenuto anche grazie a un sistema di gestione

integrato di Salute, Sicurezza e Ambiente e con il lavoro di circa

5.000 persone appartenenti a questa famiglia professionale.

L’

Strategia ambientale

Nel 2015 eni ha come obiettivo la certificazione del 100% delle realtà a rischio HSE significativo.

Le sfide da affrontare sui temi

ambientali emergenti per il settore

petrolifero sono molteplici. L’impegno

di eni è volto a individuare e

implementare tecnologie e pratiche

in grado di minimizzare gli impatti

sull’ambiente fin dai primi stadi del

ciclo operativo anche in contesti

particolarmente sensibili.

La gestione e la protezione

dell’ambiente

L’elemento portante a supporto di questo

obiettivo è rappresentato da un adeguato

sistema di gestione integrato di Salute

Sicurezza e Ambiente (HSE). Nel 2015

eni ha come obiettivo la certificazione

del 100% delle realtà a rischio HSE

significativo in accordo con i migliori

standard internazionali (ISO 14001 e

OHSAS 18001).

Gli sforzi di eni saranno concentrati nei

prossimi anni sui seguenti aspetti:

• riduzione della carbon intensity di

tutti i settori di attività e promozione

dell’efficienza energetica;

• individuazione e adozione di linee

Risorse naturali e biodiversità 45

guida e pratiche operative integrate

alle attività che assicurino la

riduzione del footprint ambientale

e la conservazione delle risorse

naturali in particolare nelle aree

sottoposte a stress idrico

e ad alta biodiversità;

• adozione delle migliori tecnologie e

definizione di tecnologie proprietarie

per ridurre i rischi ambientali o

promuovere nuove attività nell’ambito

di una green inclusive economy;

• utilizzo del Remote Sensing nel

monitoraggio ambientale anche

mediante l’Unmanned Aerial Vehicles;

• introduzione degli Autonomous

Underwater Vehicles nel monitoraggio

offshore anche con tecnologie

proprietarie;

• conferma degli impegni e

miglioramento delle performance

ambientali in accordo alle

aspettative dei principali stakeholder.

Upstream> Nel settore upstream

la riduzione degli impatti delle attività

esplorative, cui eni ha dedicato gran

parte dello sforzo in innovazione

tecnologica, è garantita dall’adozione di

tecniche di modellistica all’avanguardia,

dall’applicazione di tecnologie a bassa

invasività e dall’utilizzo di procedure

operative per la mitigazione dei potenziali

effetti del suono generato dalle attività

sismiche in ambiente marino.

eni ha ottenuto per 10 anni consecutivi il

risultato di “zero blow-out”, nonostante le

aumentate difficoltà delle aree operative

e la crescita delle attività offshore.

La strategia ambientale nelle attività

di produzione è differente a seconda

della maturità dei campi operati.

Le attività consolidate di eni hanno

come obiettivo primario la riduzione

degli impatti ambientali, ovvero la

riduzione del gas flaring e l’aumento

della reiniezione delle acque di

produzione, grazie alla realizzazione di

infrastrutture in accordo con i Governi

locali. Nei nuovi progetti il focus è

invece sull’integrazione, già nelle fasi di

progettazione, della massima efficienza

energetica, della valorizzazione del

gas associato e della minimizzazione

degli impatti su biodiversità e servizi

ecosistemici.

Da oltre un decennio eni integra la

gestione delle tematiche di biodiversità

e dei servizi ecosistemici in tutte

le sue realtà operative nazionali e

internazionali e lungo tutto il ciclo di

vita progettuale. I siti operativi vengono

valutati considerando la loro vicinanza

ad aree ad alto valore di biodiversità

e la presenza di specie a rischio di

estinzione al fine di identificare i luoghi

prioritari dove implementare valutazioni

a più alta risoluzione. Il risultato finale

è la definizione di piani d’azione il

cui obiettivo è quello di mitigare

“The Future We Want”, il documento

che rappresenta l’output principale della

Conferenza Rio+20 del giugno 2012,

ribadisce l’importanza della protezione

ambientale come fattore essenziale

per lo sviluppo sostenibile del Pianeta.

La protezione dell’ambiente è un tema

trasversale associato alla crescita

verde e inclusiva, alla promozione

e conservazione della biodiversità

e in generale al benessere della

collettività. Il dossier, inoltre, riconosce

il ruolo fondamentale della diversità

biologica e di un ambiente salubre

come presupposto necessario per la

fornitura di servizi – ecologici, genetici,

economici, scientifici, educativi,

culturali, estetici – essenziali al

sostentamento e al benessere del

genere umano.

Il processo di definizione degli

SDGs avviato a valle dei lavori

della Conferenza di Rio+20 pone

l’accento su queste tematiche facendo

riferimento, tra gli altri target, al

raggiungimento di obiettivi globali di

sviluppo di sistemi energetici puliti,

che siano in grado di garantire ridotte

emissioni di sostanze climalteranti,

e sistemi di efficienza idrica.

Fonte: UN, The Future We Want, 2012.

46 eni for 2013

efficacemente tutti i possibili impatti operativi e al contempo identificare opportunità

per contribuire alla conservazione della biodiversità e/o dei servizi ecosistemici

locali. Sulla base di criteri scientifici e delle migliori pratiche di conservazione della

biodiversità, la mappatura è effettuata considerando un’area di influenza attorno ai

siti sufficientemente ampia da includere gli impatti primari, secondari e cumulativi

potenzialmente associati alle realtà operative. Il 17% dei siti operativi sono stati

identificati come prioritari per la loro vicinanza ad aree ad alto valore di biodiversità.

L’obiettivo fissato è di aumentare il numero di questi siti che sono dotati di un piano

d’azione ad hoc per la biodiversità. Nell’ambito della mappatura dei siti nelle aree a

stress idrico, eni continua ad applicare il Global Water Tool for Oil&Gas sviluppato

dal World Business Council for Sustainable Development e IPIECA contribuendo

ad identificare i siti sui quali applicare l’analisi di dettaglio e sviluppare un water

management plan. Analogamente eni promuove una gestione efficiente della risorsa

idrica soprattutto nelle aree a stress idrico e il mantenimento e miglioramento degli

ecosistemi acquatici, attraverso la minimizzazione degli impatti in termini quali-

quantitativi delle proprie attività e la definizione di target di riduzione per i siti ad alto

consumo. In particolare eni prevede di raggiungere l’obiettivo di riduzione del 3%

dei consumi di acqua dolce in aree a stress idrico nei tre siti Bir Rebaa Nord, Menzel

Lejmet Est e Abu Rudeis rispettivamente i primi due in Algeria e l’ultimo in Egitto.

Ad oggi meno del 20% degli impianti di produzione di idrocarburi è situato in zone

ad elevato stress idrico. Le azioni di mitigazione ai fini della gestione sostenibile delle

risorse idriche comprendono la protezione degli ecosistemi, la cooperazione con gli

altri soggetti pubblici e privati, la gestione del rischio connesso alle eventuali alluvioni

o siccità, un uso minimo dell’acqua potabile anche in funzione delle esigenze delle

comunità locali e la gestione virtuosa dei reflui. Vengono, inoltre, identificati e sostituiti

materiali, processi e fornitori o gruppi merce ad elevato consumo di acqua.

Downstream> Il settore downstream è caratterizzato dalla presenza di

attività diversificate in ambito europeo: le attività di raffinazione, della chimica e di

generazione elettrica. Il mantenimento e il rafforzamento delle attività in Europa,

in controtendenza rispetto al settore, ha determinato un massiccio investimento

nelle migliori tecnologie, anche dal punto di vista ambientale.

Il settore della raffinazione ha sviluppato misure per la riduzione delle emissioni di

SO2 pur strutturando parte degli asset per la lavorazione specifica di greggi pesanti.

La raffinazione di eni è attrezzata per produrre solo carburanti di qualità, con

eni ha ottenuto per 10 anni consecutivi il risultato di “zero blow-out”.

eni promuove una gestione efficiente della risorsa idrica soprattutto nelle aree a stress idrico.

Risorse naturali e biodiversità 47

contenuti di zolfo inferiori ai 10 ppm.

Il settore della raffinazione ha ridotto

negli ultimi quattro anni le sue emissioni

di SO2 del 61% (in termini di emissioni

assolute) e del 53% (in termini di indice

di emissione per unità di prodotto

lavorato) e ha l’obiettivo di ridurre nei

prossimi anni le emissioni di ulteriori

740 t/anno. Inoltre, la produzione di

carburanti di qualità e più efficienti riduce

notevolmente l’emissione di inquinanti

del cliente finale, garantendo un minore

impatto nel ciclo di vita complessivo del

prodotto. In quest’ottica rientrano anche

la riconversione della Raffineria di Gela e

la nuova bio-raffineria di Venezia.

Risultati ambientali della bioraffinazione (pag. 81)

Anche il settore della chimica è stato

oggetto di un rilancio degli investimenti e di

una riduzione massiva del proprio impatto.

La riduzione del 50% del consumo di

acqua dolce prevista nel quadriennio

e l’avvio di un progetto ambizioso di

efficienza energetica testimoniano come

l’attenzione all’ambiente sia prioritaria

anche in questo settore.

Il risparmio energetico di eni (pag. 58)

Anche Versalis, la società chimica di

eni, ha investito in ricerca e in impianti

per il nuovo settore della chimica verde.

Gli investimenti in chimica verde (pag. 83)

Il settore termoelettrico di eni,

attraverso la controllata enipower, è

stato caratterizzato da investimenti di

oltre 3 miliardi (2001-2013) che hanno

permesso di ridurre le emissioni specifiche

di CO2 per KWh equivalente prodotto

di oltre il 30% rispetto alla media del

parco termoelettrico europeo. Questo

risultato è stato ottenuto grazie all’utilizzo

del gas naturale in ciclo combinato

cogenerativo e ha consentito anche di

azzerare quasi interamente le emissioni

di SO2. Nonostante gli indici di emissione

e di consumo di acqua siano i migliori

nel settore (406 gr CO2, 0,158 gr NO

X

e 0,017 m3 di acqua per ogni KWh

equivalente prodotto) è in corso un

ulteriore progetto per la riduzione degli

autoconsumi di energia e il perseguimento

di una maggiore efficienza energetica.

Di rilievo per l’ambiente in Italia è l’attività

di Syndial, società creata allo scopo di

condurre le bonifiche di 50 siti industriali

(oltre 4.000 ha di superficie), sovente siti

di soggetti terzi presi in carico da eni.

L’obiettivo di eni è non solo quello di

ripristinare il valore dei suoli ma anche

di mantenere i siti industriali attivi e di

installare tecnologie all’avanguardia e

che rappresentino un riferimento per le

attività di bonifica. Sono stati costruiti

impianti unici al mondo come quelli per il

Trattamento delle Acque di Falda (TAF) di

Gela e Priolo, in Sicilia, che permettono la

produzione di acqua osmotizzata di alta

qualità per usi industriali a partire da acque

di falda ad alta salinità e con contenuti di

idrocarburi sino a 12.000 ppm. Nel sito

di Priolo, nel periodo 2003-2013 sono

stati spesi 400 milioni di euro di bonifica,

e a Gela, nel 2013, è stata avviata la

produzione di energia elettrica da fonte

solare dall’impianto enipower (una centrale

fotovoltaica da 5 MWp) realizzato sull’ex

discarica fosfogessi bonificata.Il progetto

del nuovo campo fotovoltaico è frutto della

collaborazione di enipower con Syndial,

che ha potuto in questo modo ridurre

significativamente i costi del “capping”

della discarica, della Raffineria di Gela, che

ha realizzato le connessioni alla propria

rete elettrica e di Saipem, che ha fornito

servizi di ingegneria. L’impianto, che potrà

erogare fino a 5 MW, eviterà l’emissione in

atmosfera di circa 4.500 tonnellate annue

di anidride carbonica.

-740 t/anno di emissioni di SO2

nei prossimi anni nella raffinazione

Il settore della chimica ha l’obiettivo di ridurre del 50% i consumi di acqua dolce.

-61% di emissioni di SO2 negli ultimi 4 anni nella raffinazione

48 eni for 2013

Risorse naturali e biodiversità 49

50 eni for 2013

Energia sostenibile e cambiamento climatico

Strategia di contrasto al cambiamento climatico

econdo il Segretario Generale delle Nazioni Unite

Ban Ki-Moon “L’energia è il filo rosso che connette la

crescita economica, il miglioramento dell’equità sociale e la tutela delle

risorse ambientali che consentono al mondo di prosperare1”.

eni crede che il contributo all’accesso all’energia nei Paesi in cui

opera, attraverso l’efficienza energetica e l’utilizzo sostenibile di tutte le

risorse, sia un esempio concreto della validità di questa affermazione.

(1) Messaggio al World Energy Congress, 2013.

S

Pur in un contesto in grande

evoluzione, gli idrocarburi rimarranno

a lungo la principale fonte energetica

a livello mondiale anche secondo

l’International Energy Agency (IEA)1.

Nei prossimi decenni il petrolio e

il gas naturale rappresenteranno

fonti insostituibili per il benessere

umano, sia per quanto riguarda

l’emancipazione dalla povertà di

centinaia di milioni persone nei Paesi

in via di sviluppo, sia per la tenuta

produttiva e occupazionale dei Paesi

sviluppati. L’impiego di fonti rinnovabili,

pur crescendo nei prossimi decenni,

continuerà a soddisfare solo una

parte della domanda di energia futura.

L’utilizzo razionale dei combustibili

fossili e l’identificazione di nuove

opzioni sostenibili devono consentire

di perseguire al contempo

lo sviluppo economico, la tutela

dell’ambiente e la mitigazione dei

cambiamenti climatici. Un fronte su cui

le Oil&Gas indirizzano maggiormente i

loro sforzi di riduzione delle emissioni

è quello della riduzione del gas

flaring, che dimostra avere un trend

decrescente sia a livello aggregato sia

a livello dei maggiori Paesi produttori.

(1) IEA, World Energy Outlook, 2013.

Capitolo 3_B.indd 50 29/05/14 15:29

Energia sostenibile e cambiamento climatico 51

La sfida per le compagnie energetiche

e per eni è quella dell’util izzo

razionale dei combustibili fossili e

dell’identificazione di nuove opzioni

sostenibili per perseguire al contempo

lo sviluppo economico, l’accesso

all’energia per chi ne è attualmente

escluso, la tutela dell’ambiente e la

mitigazione dei cambiamenti climatici.

Tale sfida va affrontata con una

duplice prospettiva, di breve e medio-

lungo periodo.

Nel breve periodo, eni ritiene che

occorra perseguire l’uso sostenibile

dei combustibili fossili. Tutti i Paesi,

a partire da quelli industrializzati e

dalle economie emergenti, devono

impegnarsi a raggiungere la massima

efficienza nell’util izzo delle fonti fossili.

In questo contesto, il settore privato

deve giocare un ruolo da protagonista.

Nel medio-lungo, periodo eni

ritiene sia necessario rendere il

mix energetico più sostenibile

promuovendo le fonti a basso

contenuto di carbonio, a partire

dal gas naturale e dalle rinnovabili,

e favorendo i progetti di ricerca

finalizzati a sviluppare tecnologie

sempre più efficienti.

Da anni eni è impegnata nella lotta

ai cambiamenti climatici attraverso la

riduzione del flaring e l’incremento

dell’efficienza energetica.

2011

2012

2013

2010

2009

2008

2007

Emissioni dirette di GHG

70

60

50

40

30

20

10

mln

ton

CO2e

q

Emissioni dirette di GHG

Di cui da flaring

2007

2008

2009

2010

2011

2012

2013

Indice di emissione CO2

1.400

1.200

1.000

800

600

400

200

R&M (ton CO2eq/uEDC)

E&P (ton CO2eq/ktep)

G&P (gCO2eq/kWheq)

eni è impegnata nella lotta ai cambiamenti climatici attraverso la riduzione del flaring e l’incremento dell’efficienza energetica.

52 eni for 2013

Riguardo alla riduzione del flaring, eni

prosegue il suo impegno in qualità di partner

dell’iniziativa “Global Gas Flaring Reduction”

della World Bank. eni ha anche adottato

un programma di progressiva riduzione del

gas flaring e la promozione dell’Accesso

all’Energia nell’Africa Subsahariana.

La riduzione del gas flaring è fortemente

legata alla capacità dei Paesi in cui

eni opera di investire in infrastrutture

energetiche capaci di valorizzare il gas

naturale (gasdotti, distribuzione locale,

terminali LNG, centrali elettriche). eni

ha superato tali difficoltà investendo

direttamente nella realizzazione di centrali

elettriche e gasdotti attuando soluzioni

che hanno garantito il progresso del

Paese ospitante. Tra il 2007 e il 2013

eni ha ridotto i volumi di gas associato

inviati a flaring del 65%. Al 2013 i volumi

di gas associato bruciato in torcia sono

ripartiti sostanzialmente in tre Paesi:

Nigeria (34% del totale), Congo (23%)

e Libia (32%). È in questi Paesi che

eni ha concentrato i maggiori sforzi per

avviare progetti di riduzione del flaring: in

Nigeria dal 2007 al 2013 è stato ridotto

il flaring di oltre il 73%, grazie anche

a due importanti progetti conclusisi nel

biennio 2012-2013, e si prevede entro il

2017 l’avvio di 5 importanti iniziative che

porteranno al riutilizzo pressoché totale

del gas associato prodotto. In Congo il

progetto flaring down di M’Boundi è stato

completato nel marzo 2014 portando

il campo alla condizione di zero flaring.

eni persegue l’obiettivo dello “zero gas

flaring” investendo in nuovi progetti di

flaring down nei campi attualmente in

produzione. Tuttavia tale target al 2017

non sarà raggiungibile principalmente a

causa del difficile contesto socio politico

in Libia e in Nigeria. Entro tale anno

comunque eni intende raggiungere un

livello di riduzione di oltre l’80% dei

volumi bruciati in torcia rispetto ai valori

del 2007. Riguardo alle azioni di medio-

lungo termine, l’uso del gas naturale è

centrale per raggiungere gli obiettivi di una

società “low carbon”. eni è leader nella

vendita del gas naturale in Europa, e vanta

numerosi successi esplorativi relativamente

a nuovi giacimenti a gas come le recenti

scoperte giant in Mozambico. eni utilizza

il gas naturale per alimentare i propri

impianti termoelettrici, che vantano fattori

di emissione inferiori alle medie di settore

europea e nazionale. Nel prossimo futuro

è possibile ipotizzare nuove opportunità di

utilizzo per il gas nei trasporti (sia terrestri,

sia via mare), consentendo di sviluppare a

pieno le potenzialità di questo combustibile

a ridotto contenuto di carbonio.

In un’ottica di lungo periodo, eni investe

nella ricerca per superare i limiti attuali

delle fonti rinnovabili. In particolare, nel

2013 è stata rinnovata l’alleanza strategica

tra eni e il Massachusetts Institute of

Technology, collaborazione incentrata sullo

sviluppo di nuove tecnologie a supporto

Tra il 2007 e il 2013 eni ha ridotto i volumi di gas naturale inviati a flaring del 65%.

-73%gas inviato a flaring in Nigeria nel periodo 2007-2013

La potenza installatanei progetti di accessoall’energia (pag. 56)

Energia sostenibile e cambiamento climatico 53

del core business Oil&Gas – tra cui

l’energia solare di nuova generazione – e

sono proseguite le collaborazioni con

il CNR e numerose università italiane.

eni, inoltre, ha già investito in tecnologie

per la sostituzione di fonti fossili ove

ambientalmente ed economicamente

sostenibile. Esempi di questo approccio

sono la bio-raffineria a Venezia che

sarà avviata nel 2014 con tecnologia

proprietaria eni – UOP, e l’impianto di

chimica verde di Porto Torres che prevede

la costruzione di una centrale elettrica da

fonti rinnovabili, che utilizzerà gli scarti di

biomassa non utilizzabili.

Produzione di biocarburanti (pag. 81)

Nel lungo periodo, la riduzione degli

impatti sul clima dei combustibili

fossili potrà essere perseguita anche

attraverso l’iniezione nel sottosuolo della

CO2 su scala industriale. Per limitare i

potenziali danni causati dall’aumento

e dall’intensità di eventi climatici

estremi si prevede l’implementazione di

iniziative di adattamento ai cambiamenti

climatici che, partendo da un’attenta

valutazione dei principali fattori di

rischio legati ai mutamenti climatici

in atto, prevedano la definizione di

idonee soluzioni di adattamento, anche

attraverso sinergie tra settore pubblico

e privato. I criteri utilizzati in fase di

progettazione, soprattutto nelle regioni

che potrebbero essere maggiormente

soggette a mutamenti climatici, terranno

in considerazione le variabili di intensità

e frequenza di possibili eventi estremi.

Accesso all’energia

L’accesso a forme moderne di energia

sostenibile è un prerequisito per lo

sviluppo di qualsiasi territorio. L’accesso

all’energia è stato più volte definito

come il “Millennium Development Goal”

mancante e data la sua estrema rilevanza

per lo sviluppo socio-economico, il

processo di definizione dei Sustainable

Development Goals si caratterizza per

una convergenza internazionale sul

ruolo dell’energia rispetto allo sviluppo

sostenibile. Il confronto fra l’Energy

Development Index, l’indicatore sviluppato

dell’International Energy Agency (IEA) per

Il focus sull’energia come prerequisito dello sviluppo a livello mondiale si riflette anche nel dibattito in corso per la

definizione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, che mette questo tema al centro delle strategie per il raggiungimento di

una crescita verde e inclusiva a livello globale.

monitorare il progresso energetico dei

Paesi, e lo Human Development Index di

UNDP mostra come ci sia

una correlazione diretta tra

l’impiego di forme moderne di energia e

lo sviluppo dei Paesi.

0,10

0,20

0,30

0,40

0,50

0,60

0,70

0,80

0,90

0,10

0,00

Confronto tra Energy Development Index e Human Development Index (2010)0,9

0,8

0,7

0,6

0,5

0,4

0,3

0,2

0,1

Valo

re E

nerg

y D

evel

opm

ent I

ndex

(0-1

)

Valore Human Development Index (0-1)

Africa SubsaharianaMedio Oriente e Nord AfricaAmerica LatinaPaesi Asiatici in via di sviluppo

eni collabora al progetto flotta verde

54 eni for 2013

eni è consapevole delle responsabilità

e delle opportunità associate al

proprio ruolo di impresa internazionale

dell’energia presente in 85 Paesi.

In quest’ottica, l’accesso all’energia

per eni rappresenta un tema centrale,

oltre che un vero e proprio modello

operativo da proporre ai tavoli di

discussione internazionali a supporto

delle politiche di sviluppo sostenibile.

A partire dall’iniziativa “Sustainable

Energy for All”, di cui eni è stata tra i

primi sostenitori e che oggi è divenuta

uno degli assi portanti della strategia

di sostenibilità delle Nazioni Unite,

nel 2013 si sono concretizzati nuovi

impegni. Attraverso la partecipazione

attiva all’UN Sustainable Development

Solutions Network (SDSN),

l’Amministratore Delegato di eni, oltre

a far parte del Leadership Council del

Network, guida l’ iniziativa Energy for

All in Africa Subsahariana,

che ha il compito di individuare e

promuovere soluzioni concrete e

replicabil i sul tema dell’accesso

all’energia nella Regione.

eni è Official Partner for Sustainability

Initiatives in African Countries di Expo

Milano 2015.

La partnership prevede una serie

di iniziative volte a promuovere lo

sviluppo e l’accesso all’energia

nei Paesi in cui eni opera e in

particolare nel continente africano,

in collaborazione con l’SDSN.

Inoltre, eni è tra i fondatori di

“World Access to Modern Energy &

Expo 2015”, un’associazione nata

dall’alleanza tra otto grandi società

energetiche italiane ed europee

ed Expo 2015 SpA, con l’obiettivo

comune di promuovere il tema

dell’accesso all’energia in Expo 2015.

eni partecipa a queste iniziative

anche mettendo a disposizione

le competenze e le risorse della

Fondazione Eni Enrico Mattei.

L’Africa Subsahariana è la Regione che

soffre maggiormente del paradosso della

ricchezza di risorse abbinata ad alti tassi

di povertà energetica.

Se secondo l’Agenzia Internazionale

dell’Energia il tasso di elettrificazione

globale è quasi dell’82%, quello

dell’Africa Subsahariana non raggiunge

il 32%. Analogamente, anche i tassi

di elettrificazione urbana e rurale

rispecchiano tale situazione attestandosi

rispettivamente al 93,7% e al 69,0% a

livello globale e al 55,2% e al 18,3%

(1) Fonte: World Energy Outlook 2013 - Electricity Access Database.

per l’Africa Subsahariana.

In termini assoluti ciò equivale a dire

che 598,7 milioni di persone che

vivono in Africa Subsahariana non

hanno accesso all’energia, quasi

la metà del valore globale (1,2

miliardi). Questo scenario è destinato

a peggiorare: le stime mostrano che

al 2030 la povertà energetica sarà

fortemente ridotta in Asia,

mentre – a parità degli attuali

investimenti – aumenterà in senso

relativo nella Regione Subsahariana.

L’accesso all’energia per eni rappresenta un tema centrale oltre che un vero e proprio modello operativo.

Energia sostenibile e cambiamento climatico 55

Il contributo alla crescita dei sistemi

energetici locali è parte integrante

della strategia di eni di cooperazione

allo sviluppo e costituisce un elemento

sostanziale dell’operato aziendale e del

modello di business, perché consente

di cogliere nuove opportunità, creando

al contempo i presupposti per uno

sviluppo sostenibile dei Paesi in cui

l’impresa opera.

eni si pone al fianco dei Governi dei

Paesi produttori per l’individuazione e

la pianificazione di soluzioni efficaci

ed efficienti per lo sviluppo dei

sistemi energetici locali, affiancando

le compagnie nazionali nelle attività di

estrazione, produzione e realizzazione

delle infrastrutture necessarie alla

valorizzazione delle risorse. Gli ultimi

anni sono stati per eni un periodo

di forte espansione internazionale,

soprattutto grazie ai numerosi successi

esplorativi e al consolidamento delle

attività nei contesti di presenza storica.

Oltre alla forte attenzione che l’azienda

rivolge alle specificità dei territori in

cui opera, questi risultati dipendono

fortemente da un approccio basato

sulla cultura dell’eccellenza operativa,

che si esprime anche nello sviluppo

di soluzioni energetiche moderne e

funzionali. Tutto ciò contribuisce a fare

di eni un partner dei Paesi nella lotta

alla povertà energetica, soprattutto in

Africa Subsahariana.

eni è stata la prima compagnia

energetica internazionale a investire

in Africa nella produzione di energia

elettrica tramite la valorizzazione

del gas associato precedentemente

Cina3

446

2468

818

695

306

599

India

AfricaSubsahariana

AmericaLatina

Popolazione senza elettricità (milioni)

Popolazione che utizza biomassa come fonte di energia (milioni)

eni è stata la prima compagnia energetica internazionale a investire in Africa nella produzione di energia elettrica tramite la valorizzazione del gas associato alla produzione.

Adattato da IEA, World Energy Outlook 20131.

56 eni for 2013

bruciato in torcia. Questo ha offerto un’opportunità di sviluppo per le comunità

riducendo gli effetti negativi sull’ambiente locale.

Nigeria> In Nigeria queste iniziative rientrano nell’ambito di un Gas Master

Plan realizzato in accordo con il Governo federale. Il primo intervento risale al

2005 con l’inaugurazione della centrale di Okpai, che ha una potenza installata

di 480 MW. A questo è seguita l’attivazione di un contratto di fornitura gas alla

centrale elettrica da 150 MW del River State Government. eni favorisce l’accesso

all’elettricità delle comunità anche attraverso la realizzazione di reti collegate con

gli impianti industriali, che servono 28 villaggi (circa 200.000 persone), mentre

con i sistemi di elettrificazione indipendenti (off-grid), a fine 2013, venivano servite

34 comunità, corrispondenti a 78.500 persone. Nel 2013, eni ha ultimato il

progetto di distribuzione elettrica alle comunità vicine alla centrale di Okpai, da dove

parte una linea dedicata di 26 km di cavi ad alta e bassa tensione, comprendenti

8 sottostazioni di trasformazione, con un carico massimo di circa 3 MW. I costi

relativi alla sua realizzazione sono stati di circa 6 milioni di USD (1,2 milioni di

USD, equivalenti al 20% quota eni). In aggiunta agli investimenti già effettuati

per i progetti di elettrificazione sopracitati, nel 2013 sono stati implementati altri

interventi di accesso all’energia, quali la realizzazione di opere elettriche, fornitura di

generatori, approvvigionamento dei trasformatori, collegamento di alcune comunità

alla rete nazionale, costruzione di linee aeree e illuminazione delle strade.

Progetto Kwale Okpai Nigeria

Repubblica del Congo> Nella Repubblica del Congo, l’acquisizione nel

2007 del campo onshore di M’Boundi ha permesso a eni di sviluppare un modello

di accesso all’energia su larga scala. Oltre alla Centrale Elettrica di Djeno (CED)

raddoppiata nel 2009 da 25 a 50 MW, eni ha realizzato nel 2010 la Centrale

Elettrica del Congo (CEC) con una capacità installata di 300 MW. Entrambe le centrali

congolesi sono alimentate dal gas proveniente dal campo di M’Boundi e sono

state inserite all’interno di un programma che prevede anche il rinnovamento e la

ricostruzione della rete nazionale ad alta tensione tra Pointe Noire e Brazzaville (550

km) e lo sviluppo della rete di distribuzione di energia elettrica all’interno della città

di Pointe Noire. Oggi la città di Pointe Noire è alimentata interamente dalla potenza

proveniente dalla centrale CEC, mentre la potenza supplementare non utilizzata a

Pointe Noire è inviata verso Brazzaville attraverso la rete ad alta tensione modernizzata.

Il progetto eni ha permesso la capillarizzazione della distribuzione di energia elettrica

e l’illuminazione stradale a Pointe Noire. Negli ultimi tre anni, la richiesta di potenza

480MW

350MW

40%

la potenza installata in Nigeria

la potenza installata in Congo

la popolazione di Pointe Noire servita

Nel 2013 eni ha ultimato il progetto di distribuzione elettrica alle comunità vicine alla centrale Okpai in Nigeria.

Energia sostenibile e cambiamento climatico 57

elettrica nella città è aumentata di oltre

il 60%, passando da 80 a 130 MW; il

progetto ha consentito di servire un’area

abitata di circa 350.000 persone, ovvero

il 40% della popolazione della città, e di

installare oltre 6.500 punti luce lungo

la viabilità urbana. Le 2 centrali sopra

citate costituiscono ad oggi circa il 60%

della capacità installata in Congo; il

potenziale della sola CEC sarebbe in grado

attualmente di soddisfare la richiesta di

consumo medio giornaliero del Paese.

Inoltre, nel 2013 è stato finalizzato un

nuovo progetto di valorizzazione del gas

nel campo di Kouakouala (area M’Boundi),

che permette, attraverso un sistema di

generatori che fornisce elettricità a due

villaggi situati nelle vicinanze del campo,

di alimentare le pompe dei pozzi d’acqua,

le scuole, i centri sanitari e l’illuminazione

pubblica. A questi interventi, si affianca in

modo più articolato il Progetto Integrato

Hinda (PIH), volto a migliorare le condizioni

di vita delle popolazioni della zona di

M’Boundi, tramite interventi integrati in

quattro settori: l’educazione, la salute,

l’accesso all’acqua potabile e l’agricoltura.

Fornire accesso all’energia è un

prerequisito chiave per l’efficacia degli

interventi in seno al progetto PIH,

per questo motivo sono stati inclusi

interventi di elettrificazione trasversali

a tutti i settori, che migliorano efficacia

e fruibilità dei risultati del progetto.

Nel 2013 è stata portata a termine la

riabilitazione/costruzione di sei sistemi per

la fornitura di acqua potabile, alimentati

attraverso l’installazione di pannelli solari

e generatori diesel. Inoltre, sono stati

completati i lavori per dotare altre tre

scuole all’interno dell’area di progetto,

di un sistema di fornitura di energia

elettrica alimentato con pannelli solari.

Il dispositivo sarà ottimizzato associando

i pannelli solari ad accumulatori di

energia in modo da aumentare la

capacità di stoccaggio di energia e

l’utilizzo dei servizi anche durante le

ore dopo il tramonto. Questi interventi

a livello infrastrutturale favoriscono il

miglioramento della qualità dei servizi

scolastici erogati. L’elettrificazione di una

scuola rurale contribuisce all’aumento

di corsi scolastici serali, rende le scuole

in aree remote più accessibili e attraenti

per gli insegnanti, permette l’utilizzo

dei computer e di internet. Il numero di

scuole totale da riabilitare previsto dal

progetto è pari a 10. Per quanto riguarda

l’accesso all’acqua, l’utilizzo dell’energia

elettrica per alimentare le pompe dei

pozzi d’acqua, permette di alleggerire il

peso dell’attività di approvvigionamento

dell’acqua, sia in termini di tempo sia di

distanze da percorrere, soprattutto per le

donne e per le bambine delle comunità

rurali interessate dal Progetto Integrato

Hinda. L’elettrificazione di centri di salute

permette la conservazione dei vaccini e

dei medicinali in frigoriferi, di operare

e di sterilizzare attrezzature e strumenti,

di fornire cure e interventi nelle ore serali.

L’accesso all’energia permette l’utilizzo di

mezzi di comunicazione di massa moderni

per la sensibilizzazione alla lotta contro

HIV/AIDS e altre malattie prevenibili

attraverso un’adeguata informazione.

eni in Congo

Mozambico> Anche in Mozambico,

nell’ambito di accordi con le Autorità

del Paese, eni ha sottoscritto nel

2013 l’impegno per la costruzione

di una centrale elettrica da 75 MW

nella provincia di Cabo Delgado. Ciò

rappresenta un primo passo in un quadro

più ampio di cooperazione per l’accesso

all’energia, che comprende studi per

verificare la possibilità e le condizioni per

la realizzazione di progetti di elettrificazione

anche off-grid per le comunità.

In collaborazione con The Earth Institute,

eni ha realizzato uno studio per l’eventuale

applicazione nelle aree remote del Paese,

di servizi di accesso all’energia affidabili,

alimentati dalla combinazione di diverse

fonti energetiche (rinnovabili e non).

L’accesso all’energia è valutato come

fattore chiave per l’avanzamento degli

obiettivi di sviluppo nei settori educazione,

salute e agricoltura. Nel 2013 eni ha

speso 1,5 milioni di euro per interventi di

accesso all’energia nell’ambito dei progetti

sociali a favore delle comunità.

Una strategia di intervento inclusiva e sostenibile: il Progetto Integrato Hinda(pag. 70)

58 eni for 2013

8

-800mila

certificazioni ISO 50001ottenute al 2013

tonnellate di CO2 ridotte dal 2008 nella raffinazione e nella chimica

L’impegno in efficienza energetica è testimoniato dalla progressiva diffusione

dei sistemi di gestione dell’energia. Al termine del 2013 eni ha ottenuto otto

certificazioni secondo la norma ISO 50001 (la Raffineria di Venezia è stato uno

fra i primi impianti certificati in Europa, il primo in Italia).

La raffinazione e la chimica si confermano i settori più maturi, avendo già iniziato a

promuovere programmi di efficienza energetica sin dal 2000. Gli interventi realizzati

tra il 2008 e il 2013 consentono a regime risparmi energetici per 327 mila tep/

anno, pari a una riduzione delle emissioni di circa 800 mila tonnellate di CO2.

Nei prossimi quattro anni i progetti di energy saving permetteranno un ulteriore

risparmio di 150 ktep/anno a regime. Nella raffinazione, inoltre, è stato avviato nel

2013 l’impianto EST di Sannazzaro con un’innovativa tecnologia proprietaria (1,1

miliardi di euro di investimento), grazie al quale è possibile trattare greggi pesanti

ottenendo carburanti leggeri di qualità (diesel e nafta), sequestrando lo zolfo e

riducendo i residui all’1%, senza produrre oli combustibili.

Nell’ambito della ricerca sui lubrificanti industriali è proseguita la collaborazione

di eni con General Electric su due nuove formulazioni per turbomacchine ad

alte prestazioni ed elevate caratteristiche “energy saving”. L’ipotesi è quella di

una sperimentazione sul campo con una turbina presso la Raffineria di Livorno.

Sempre nell’ambito dei prodotti a maggiore efficienza, il settore chimico ha

sviluppato un materiale innovativo per la coibentazione termica degli edifici.

Il settore termoelettrico ha l’obiettivo di mantenere gli eccellenti livelli di efficienza

raggiunti (406 gCO2 /KWheq), ottenuti grazie all’utilizzo del gas naturale e

all’adozione di cicli combinati con cogenerazione di vapore, talvolta affiancati da reti

di teleriscaldamento. Nel quadriennio, è prevista l’entrata in funzione dell’impianto

a biomassa vegetale da 43,5 MWe attualmente in fase di autorizzazione a Porto

Efficienza energetica

L’iniziativa delle Nazioni Unite

Sustainable Energy For All (SEFA) si

propone tre obiettivi: la promozione

dell’accesso all’energia, delle energie

rinnovabili e dell’efficienza energetica.

Su quest’ultimo fronte, l’iniziativa

si è posta l’ambizioso obiettivo di

raddoppiare l’efficienza energetica

entro il 20301. Quest’ultimo risultato

potrebbe portare a un risparmio

monetario annuale che oscilla tra i

250 e i 325 miliardi di dollari2.

(1) UN, Sustainable Energy For All - An Action Agenda, 2012.

(2) UN, SEFA, Improving Energy Efficiency, 2013.

Il settore termoelettrico ha l’obiettivo di mantenere gli eccellenti livelli di efficienza raggiunti grazie all’utilizzo del gas naturale e all’adozione di cicli combinati.

Energia sostenibile e cambiamento climatico 59

Torres (investimento di oltre 220 milioni

di euro per la realizzazione dell’impianto)

e il rifacimento della centrale di Bolgiano

(54 milioni di euro) che garantiranno

un ulteriore miglioramento degli indici

di emissione. L’impianto di Porto Torres

sarà funzionale al Polo di Chimica Verde

di Matrìca e garantirà il riutilizzo virtuoso

degli scarti di produzione del cardo.

Per lo sfruttamento energetico delle

biomasse, nel medio termine eni punta

alla produzione di biocarburanti derivati

da rifiuti urbani e industriali e dalla

conversione delle biomasse cellulosiche,

con l’obiettivo di ottenere vettori

energetici che ottemperino pienamente

agli stringenti criteri di sostenibilità stabiliti

in materia dall’Unione Europea. Nel lungo

termine eni si propone sia di rendere

competitivo il processo di produzione

di bio-oli da biomasse, sia di sviluppare

tecnologie di biologia sintetica per

produrre nuovi biocarburanti e intermedi

per la chimica. Il programma di ricerca

“Energia da biomasse” raggruppa tutte

le attività legate alla loro valorizzazione

energetica e ha come principale obiettivo

la sperimentazione su più ampia scala dei

due processi di trasformazione sviluppati

finora presso il Centro eni-Donegani.

Nel 2013 è, infine, stato avviato il primo

progetto di efficienza energetica del

settore E&P che studierà la possibilità

di riduzione dei consumi specifici per la

produzione di greggio (oggi intorno ai 3,7

barili su 100).

2011

2012

2013

2010

2009

2008

Risparmi a regime derivanti dagli interventi di efficienza energetica realizzati nell’anno

120

100

80

60

40

20

R&M

Versalis

(ktep)

Nuove frontiere: deepwater, Artico e unconventional

La necessità di soddisfare il

fabbisogno di energia mondiale

ha aperto l’esplorazione e la

coltivazione petrolifera anche a zone

particolarmente remote o a

giacimenti caratterizzati da difficil i

condizioni come alta temperatura e

pressione o alta concentrazione di

zolfo o altri composti.

Deepwater> eni pur avendo

ad oggi una limitata esposizione, è in

grado di operare ai massimi livelli in

termini di sicurezza grazie all’adozione

di oltre 20 tecnologie proprietarie,

alla presenza di doppi blow out

preventer, alla gestione in remoto delle

perforazioni e al know-how aziendale.

eni prevede di aumentare la

produzione operata in questo tipo di

giacimenti nel prossimi anni.

60 eni for 2013

Artico> L’Artico rappresenta per

eni, come per tutte le altre compagnie

petrolifere, un’importante sfida

tecnologica e gestionale.

Quest’area offre la possibilità di

esplorare risorse minerarie localizzate

però in zone sensibili e remote che

rendono necessario un maggiore

impegno in termini di sicurezza con una

attenta analisi dei rischi, l’impiego di

tecnologie all’avanguardia e la selezione

di personale altamente specializzato.

eni in Alaska

eni opera nel Mare di Barents (russo e

norvegese) e in Alaska dove applica le

migliori tecniche disponibili del settore.

In particolare per lo sviluppo del

giacimento Goliat, nel Mare di Barents

norvegese, che entrerà in produzione

a fine 2014, sono state sviluppate

soluzioni ingegneristiche completamente

nuove per far fronte alle condizioni

estreme che caratterizzano l’area

(il clima particolarmente rigido, l’oscurità

per periodi prolungati, le difficoltà di

comunicazione, il fragile ecosistema

locale e le esigenze specifiche delle

comunità locali). La FPSO, che ha

possibilità di stoccaggio fino a 1 milione

di barili di petrolio, sarà alimentata per

metà del fabbisogno da energia elettrica

dalla terraferma, grazie all’installazione

del più lungo cavo sottomarino al mondo

di questo genere: questa soluzione

ridurrà del 50% le emissioni di CO2.

Il gas associato e le acque di produzione

saranno reiniettate in giacimento

minimizzando le emissioni in atmosfera

e nell’ambiente marino. L’approccio di

eni alle attività nell’Artico comprende i

seguenti punti fondamentali:

• la conduzione di attività solo nelle

zone offshore “ice free” con il

controllo satellitare della presenza di

iceberg e il monitoraggio in remoto di

ogni attività di perforazione;

• la condizione di operare nei soli

periodi dell’anno in cui è minimizzato

l’effetto sull’habitat marino (in

particolare sui mammiferi) e siano

garantite le modalità sito specifiche di

conservazione della biodiversità;

• l’utilizzo delle migliori tecnologie di

perforazione, riduzione del diametro

dei pozzi, gestione della pressione,

blow out preventer e sistemi robotici

di prevenzione e contenimento di

eventuali oil spill;

• il coinvolgimento delle popolazioni

indigene locali, la loro informazione

e la tutela delle loro attività e la

valorizzazione delle loro competenze

per la gestione delle emergenze (ad

esempio l’utilizzo dei fishing vessels nel

contenimento degli eventuali oil spill);

• l’adozione delle tecnologie e di criteri

per la valutazione e gestione degli

impatti ambientali e sociali basati

sulle esperienze maturate tramite le

joint venture attive in Artico.

Per meglio comprendere e rispondere

alle sensibilità ambientali delle zone

artiche eni si è confrontata con le ONG

più interessate al tema.

Risorse non convenzionali> eni riconosce

che un’ulteriore crescita del settore

Oil&Gas è anche legata allo sviluppo

delle risorse non convenzionali.

Attualmente eni opera direttamente

in attività esplorative relative allo

shale gas in Europa e Asia e ha una

quota di produzione legata alla sua

partecipazione nelle attività di shale

gas in Texas nella Quicksilver Alliance

development (quota eni pari al 27,5%)

e in Indonesia per l’estrazione di gas

metano da giacimenti di carbone

(Coal Bed Methane - CBM). eni sta

valorizzando le competenze maturate

in USA e ha adottato un nuovo modello

operativo che è volto a garantire uno

sviluppo sostenibile sia in termini

economici sia ambientali, attraverso

il rispetto dei più alti standard delle

pratiche operative riconosciute a

livello internazionale, tecnologie

all’avanguardia e nuovi processi

industriali. eni ha inoltre in corso un

programma di ricerca sui temi Shale

Gas e Shale Oil per la ricerca di nuove

tecnologie di waterless fracturing e

la modellazione dei fenomeni fisici

che maggiormente influiscono sulle

proprietà dei fluidi e sui fenomeni di

flusso all’interno delle shale.

Sviluppo locale 61

Sviluppo locale rosperità ed equità”, “sviluppo equo ed inclusivo nei

limiti delle risorse del Pianeta”, “crescita verde e inclusiva”

sono tutte espressioni utilizzate dalla comunità internazionale per

indicare il primo e imprescindibile Obiettivo di Sviluppo Sostenibile.

Al perseguimento di questo obiettivo, in tutti i territori operativi a

partire da quelli che maggiormente necessitano di investimenti per lo

sviluppo, concorre l’azione di business di eni.

“P

Coinvolgimento delle comunità

La trasparenza, il dialogo e il rispetto

delle comunità locali sono i presupposti

per un’efficace cooperazione finalizzata

alla creazione di valore per i territori.

Nel 2013 è stata emessa una nuova

Management System Guideline dal titolo

“Sustainability stakeholder engagement

and community relations” che si basa

sui più aggiornati standard e best

practice internazionali. Attraverso questo

strumento, eni ha rinnovato le linee

guida sulla gestione delle relazioni con

gli stakeholder e le comunità locali,

raccogliendo sotto un unico strumento

prescrittivo valido per tutti i territori di

presenza operativa le linee guida già

presenti in eni, rafforzando il concetto

di gestione proattiva, sistematica,

trasparente e inclusiva delle relazioni in

tutte le fasi del progetto di business.

La MSG contiene gli indirizzi per il

coinvolgimento efficace e proattivo

degli stakeholder, per la realizzazione

di analisi di contesto e di valutazioni

di impatto sociale a livello territoriale,

per l’applicazione di strumenti per la

consultazione e il coinvolgimento delle

comunità, inclusa la predisposizione

di grievance mechanism, per la

pianificazione, la gestione, la misurazione

degli investimenti per il territorio, per la

reportistica locale.

Oltre a incontri pubblici con le comunità

locali, la trasparenza è perseguita attraverso

Nel 2013 è stata emessa la Management System Guideline “Sustainability stakeholder engagementand community relations”.

62 eni for 2013

Il dialogo con le ONG sul fenomeno degli oil spill in Nigeria.

lo sviluppo di strumenti adatti a fornire

informazioni chiare e di facile accesso a

diverse categorie di interlocutori.

Il contributo allo sviluppo locale

In Basilicata (Italia), è proseguita una

strategia di relazione e comunicazione

che prevede il coinvolgimento degli

stakeholder, l’apertura di canali

di informazione e comunicazione

e l’adozione di strumenti di

rendicontazione. L’Ufficio responsabile

delle Relazioni con il territorio del

Distretto Meridionale eni è impegnato

quotidianamente in incontri con

rappresentanti della comunità locale

e della società civile, per discutere,

confrontarsi e collaborare su temi di

specifico interesse per il territorio. Nel

giugno 2013 si è svolta l’iniziativa

“Percorso Energia - Impianti Aperti”,

in cui eni ha aperto le porte dei propri

impianti in Val d’Agri a circa 200

Il tema della gestione degli eventi di oil spill è da alcuni anni

oggetto di analisi da parte di numerose ONG internazionali e

locali. Questo interesse è cresciuto dopo la pubblicazione nel

2011 di un report UNEP sulla contaminazione da idrocarburi

dell’area di Ogoniland in Nigeria (nella quale eni non è

presente come operatore).

Il rapporto di Chatham House “Nigeria’s Criminal Crude:

International Options to Combat the Export of Stolen Oil” del

settembre 2013 riporta un dato di bunkering (furto di petrolio)

pari a 100.000 barili/giorno riferito al 1° trimestre 2013. Inoltre,

lo stesso rapporto stima una perdita annua dovuta a queste

azioni tra i 3 e gli 8 miliardi di dollari. Nel marzo 2013, eni ha

decretato lo stato di forza maggiore e disposto la chiusura di

tutte le attività onshore della cosiddetta Swamp Area, situata nello

stato di Bayelsa in Nigeria. La decisione è stata presa a causa

dell’intensificarsi dei fenomeni di bunkering, ossia del sabotaggio

200visitatori hanno partecipato all’iniziativa “Percorso Energia- Impianti Aperti” in Val d’Agri

visitatori. eni ha, inoltre, attivato il sito

enibasilicata.it, una piattaforma online

interamente dedicata alle attività di

eni nella Regione e a partire dal 2012

redige un report locale.

www.enibasilicata.it

eni riconosce l’importanza di stabilire

relazioni stabili e proattive fin dall’inizio

della presenza su un territorio.

Un esempio è costituito dal workshop

“Operating responsibly within

Mozambique’s natural and social

environment” che eni ha tenuto nel

giugno 2013 a Maputo, Mozambico,

per presentare agli stakeholder locali

il proprio modello di business sostenibile.

Al workshop hanno partecipato circa

100 persone tra rappresentanti di

istituzioni governative, ONG internazionali

e nazionali, esperti dello sviluppo

sostenibile e compagnie del settore

Oil&Gas come Anadarko e Statoil.

Sviluppo locale 63

degli oleodotti con relativo trafugamento del greggio, che negli

ultimi tempi ha raggiunto livelli non più sostenibili sia da un punto

di vista dell’incolumità delle persone sia per i danni che tale

attività sta arrecando all’ambiente. Nel corso del 2013 Amnesty

International ha pubblicato un nuovo rapporto (“Bad information”),

relativo agli oil spill connessi alle attività delle aziende del settore

Oil&Gas che operano in Nigeria, tra le quali eni. Come per il

precedente documento pubblicato nel giugno 2009 (“Petroleum,

Pollution and Poverty in the Niger Delta”) eni ha collaborato

con la ONG fornendo indicazioni e risposte a richieste puntuali

richiamate nel documento. eni ribadisce la tempestività di

intervento in ogni caso di oil spill, la rigorosa analisi delle cause

(per oltre il 90% dovute a sabotaggi nel 2013), condivise

direttamente sul sito con tutti gli stakeholder interessati, incluse le

Autorità competenti e i rappresentanti delle comunità. All’inizio del

2014 eni, attraverso la consociata NAOC che opera nel Paese,

ha lanciato un sito web dedicato alle tematiche di sostenibilità su

cui sono disponibili le informazioni e i dati relativi agli oil spill, alle

emissioni da flaring e una sintesi degli studi di impatto effettuati.

www.naocsustainability.com

6delle principali consociate coperte da meccanismi di Grievance: Australia, Congo, Ghana, Kazakhstan, Nigeria, Pakistan

Grievance Mechanism>Per raccogliere e gestire le istanze

delle comunità locali, eni adotta

meccanismi di gestione delle istanze

(Grievance Mechanism) già attivi in

Australia, Ghana, Nigeria, Kazakhstan,

Pakistan e Congo.

Questi meccanismi si inquadrano in

una strategia più ampia di stakeholder

engagement che eni persegue per

migliorare i rapporti, consentire una

gestione più reattiva e responsabile, e

contribuire alle prospettive di business

a lungo termine e di benessere delle

comunità locali.

Al fine di migliorare tali meccanismi,

eni partecipa a un progetto

promosso da IPIECA, The global

oil and gas industry association for

environmental and social issues, per

sviluppare linee guida specifiche di

settore sui Grievance Mechanism.

In quest’ambito, nel 2013 eni ha

avviato e sviluppato un progetto pilota

finalizzato a definire un meccanismo

sito-specifico di gestione dei feedback

delle comunità locali e per definire

le basi di riferimento per una best

practice da applicare a tutta l’azienda.

L’implementazione di un meccanismo

formale di Grievance Mechanism in

Nigeria, ha aiutato l’azienda a mitigare

i rischi sociali e ha offerto numerose

opportunità per programmare interventi

e contromisure per lo sviluppo delle

attività di stakeholder engagement.

In Nigeria il Community Relation

Manager conduce attività di

mediazione per prevenire o risolvere

controversie in modo tale da agevolare

il rapporto tra eni e le comunità e

per facilitare le operazioni aziendali.

Tra i principali risultati figurano: gli

indennizzi corrisposti per le fuoriuscite

causate dal malfunzionamento delle

apparecchiature e le relative attività di

eni partecipaa un progetto promosso da IPIECA per sviluppare linee guida specifichedi settore sui Grievance Mechanism.

64 eni for 2013

Nell’ambito della strategia di investimento per il territorio, le comunità sono coinvolte dalle prime fasi di attività.

In Kazakhstan (KPO) tutti i programmidi sviluppo comunitario sono condotti con il coinvolgimento strutturato dellecomunità che avviene tramite i VillageCouncil.

bonifica, la predisposizione di accordi

per la realizzazione di iniziative a favore

delle comunità, la risoluzione

di proteste sollevate dalle comunità

locali per attività di costruzione

realizzate da eni.

Nel 2013, nel corso di 20 incontri

con le comunità, sono state discusse

questioni importanti quali ad esempio

la sicurezza sociale, la gestione

dei contratti, la sorveglianza degli

impianti coinvolgendo attori locali

quali la Commissione per lo sviluppo

comunitario, i gruppi di pressione,

i giovani e alcuni gruppi di donne.

Anche in Pakistan è presente un

sistema di Grievance Mechanism.

Il Community Relations & Land Advisor

Officer prende in carico i reclami

ricevuti e, attraverso la raccolta di

informazioni dettagliate, indaga sulle

cause delle lamentele e aggiorna il

management su come mettere in atto

azioni di risoluzione.

Partecipazione allo sviluppo> Nell’ambito della

strategia di investimento per il territorio,

le comunità sono coinvolte dalle prime

fasi di attività, dalla progettazione

alla definizione di meccanismi

di hand-over, che prevedono il

trasferimento della gestione dell’attività

agli stakeholder locali.

In Kazakhstan (KPO) tutti i programmi

di sviluppo comunitario sono condotti

con il coinvolgimento strutturato delle

comunità che avviene tramite i Village

Council. Gli incontri nei Village Council

sono tenuti dal Consorzio, con la

partecipazione dei rappresentanti delle

comunità locali e delle Autorità locali.

Principali obiettivi e funzioni dei

Village Council sono quelli di creare

un forum in cui i rappresentanti delle

parti coinvolte e le comunità possano

condividere informazioni, scambiare

idee riguardanti la partecipazione di

KPO nella vita economica, sociale e

culturale della Regione e discutere

apertamente le istanze della

popolazione relative alla presenza del

campo di Karachaganak.

Nella Repubblica del Congo, il Progetto

Integrato Hinda (Projet Intégré Hinda

- PIH) è volto a rafforzare la presenza

di eni sul territorio e a migliorare le

condizioni di vita delle popolazioni

circostanti la zona delle attività estrattive

di M’Boundi. Il progetto coinvolge 22

villaggi del Distretto di Hinda per una

popolazione totale di oltre 25.000

persone. Per raggiungere questo

obiettivo, il PIH opera su più settori

integrati tra loro, quali: l’educazione, la

salute, l’accesso all’acqua potabile e il

miglioramento della produzione agricola.

Gli interventi sono pianificati e monitorati

grazie a un sistema di governance

che vede l’istituzione di tavoli di

coordinamento che coinvolgono i

ministeri e i servizi tecnici governativi

Sviluppo locale 65

di riferimento (comitati tecnici). Il

sistema di governance è formalizzato

da un accordo stipulato tra eni Congo

e il Governo centrale. Nel corso del

2013, inoltre, sono stati condotti 13

incontri di coordinamento con i comitati

tecnici di progetto.

Nell’arco del 2013 il progetto ha visto

un notevole impegno nello sviluppo

delle attività di coinvolgimento e

sensibilizzazione delle comunità

attraverso la creazione di comitati

di gestione. Questi hanno il compito

di gestire i servizi e le infrastrutture

realizzate per renderle sostenibili

dal punto di vista gestionale,

tecnico e finanziario.

I risultati del Progetto

Hinda (pag.70)

Per esempio, nel 2013, nel settore

dell’educazione, il potenziamento

degli attori chiave locali è avvenuto

attraverso l’implementazione delle

seguenti attività:

• rafforzamento delle capacità di 42

insegnanti di 10 scuole primarie;

• attività di sensibilizzazione sulla

gestione delle mense scolastiche

in 5 scuole;

• rivitalizzazione e formazione di

comitati di gestione composti da

genitori e insegnanti;

• sensibilizzazione degli alunni e degli

insegnanti sui temi di igiene.

In Ecuador le procedure eni di

consultazione e partecipazione

corrispondono a quelle indicate dalle

leggi ecuadoriane, che stabiliscono

che tutte le attività petrolifere, prima

della loro realizzazione, devono

passare attraverso un processo

di consultazione delle comunità

interessate dalle attività, e nel quale

partecipa anche lo Stato. Obiettivo

del processo è quello di garantire

la trasparenza nelle azioni e nelle

attività che possono influenzare

l’ambiente, facendo sì che le comunità

che vivono nella zona interessata

siano adeguatamente informate,

che le loro opinioni, commenti e

proposte siano considerati e che sia

assicurato il diritto collettivo a vivere

in un ambiente sano, ecologicamente

equilibrato e privo di inquinamento.

Nel caso delle popolazioni indigene,

le modalità di partecipazione e

consultazione effettuate prendono in

considerazione sia i rischi ambientali

che possono interessare direttamente

o indirettamente le loro terre, sia il

rispetto e l’osservanza delle forme

culturali e organizzative.

eni in Indonesia

Nel corso del 2013 in Congo sono stati condotti 13 incontri di coordinamento con i comitati tecnici del PIH.

In Ecuador il processo di consultazione è volto a garantire la trasparenza nelle azioni e nelle attività.

66 eni for 2013

Rest

o d’

Euro

pa

Ocea

nia

Italia

Asia

Amer

iche

Afric

a

Procurato per area geografica

Mili

oni d

i eur

o

12.000

10.000

8.000

6.000

4.000

2.000

Non dettagliabile

Beni

Servizi

Lavori

2013

2012

2011

Procurato e fornitori utilizzati

Mili

oni d

i eur

o

Num

ero

Non dettagliabile

Beni

Fornitori utilizzati

Servizi

Lavori

40.000

35.000

30.000

25.000

20.000

15.000

10.000

5.000

40.000

35.000

30.000

25.000

20.000

15.000

10.000

5.000

La presenza di imprese multinazionali in un sistema territoriale, in particolare

in un Paese meno industrializzato, è in grado di determinare opportunità di

apprendimento, di upgrade tecnologico, di specializzazione e di aumento di

efficienza per l’intero tessuto socioeconomico locale.

eni partecipa alla creazione di opportunità di crescita e alla valorizzazione delle

capacità delle persone e delle imprese nei territori in cui opera, favorendo il

trasferimento di conoscenze e lo sviluppo di professionalità locali.

Nel 2013 aumenta la quota complessiva di procurato sui mercati locali che

arriva al 63%, con una crescita costante in Africa dove la quota di procurato

locale passa dal 54% a quasi il 60%. Su 54 Paesi di operatività, in 39 la quota

di procurato locale di eni è superiore al 50%, con punte di oltre l’80% in

diversi contesti tra cui Nigeria (94%), Gabon (81%), Indonesia (92%), Vietnam

(87%), Polonia (94%), Venezuela (92%), Ecuador (89%).

Local content

Aumenta sino al 63% la quotacomplessiva di procuratosui mercati locali.

Sviluppo locale 67

In Africa la quota di procurato locale passa dal 54% a quasi il 60%.

La Management System Guideline del Procurement è integrata con uno strumento normativo per la gestione del local content.

Sempre nel corso dell’anno, l’MSG

Procurement è stata integrata con

uno strumento normativo che ha

l’obiettivo di dare linee guida per la

gestione del local content nell’ambito

del processo di approvvigionamento,

inteso come valore aggiunto che viene

portato al Paese ospitante attraverso

l’approvvigionamento di beni prodotti

in loco e di servizi/lavori erogati

uti l izzando la manodopera locale.

Ciascuna controllata in ambito

upstream sviluppa un proprio

Local Content Framework all’ interno

del quale vengono definit i gli obiettivi

di local content e l’ insieme dei

principi di riferimento per la sua

gestione, in accordo con i requisit i

precedentemente condivisi con

partner e le Autorità locali e nel

rispetto della normativa applicabile,

e definisce il piano di local content

tenendo conto dell’analisi del mercato

locale e della valutazione dei rischi e

opportunità di soddisfare i fabbisogni

di approvvigionamento.

Angola> In Angola, eni ha

adottato e implementato una

procedura specif ica sul local content

anche con l’obiett ivo di comunicare

in maniera chiara i l proprio impegno

nei confronti delle imprese locali.

Mozambico> In Mozambico,

Paese di nuovo ingresso, la

massimizzazione del contenuto locale

fa parte delle priorità nella strategia

di cooperazione con il Paese. In

occasione di ogni gara di fornitura,

viene svolta un’analisi di mercato a

livello locale, al fine di massimizzare

l’ingresso delle aziende mozambicane

nelle Vendor List eni. Inoltre, dove

sia ritenuto necessario rivolgersi a

imprese internazionali, eni ha inserito

specifici criteri di valutazione, fra i

quali, il rispetto di una percentuale di

contenuto locale e la presenza di un

piano per il suo sviluppo.

Australia> eni contribuisce

allo sviluppo delle filiere locali con

un’attenzione particolare ai contesti

sensibili nei quali sono presenti

popolazioni indigene. In Australia,

ogni gara d’appalto deve prevedere

la redazione di Indigenous Affairs

Management Plan (IAMP) che includa

la formazione alle popolazioni indigene

per aumentarne la possibilità di

impiego, lo sviluppo del business locale

e la tutela del patrimonio culturale.

68 eni for 2013

Investimenti per il territorio

eni si adopera per la realizzazione di iniziative volte a garantire uno sviluppo

locale autonomo, duraturo e sostenibile, attraverso l’attivazione di reti estese

di competenze e conoscenze, la condivisione di risorse e capacità e lavorando

in partnership con le comunità, le organizzazioni locali e i soggetti promotori

di sviluppo. L’investimento complessivo in interventi per il territorio derivanti

da accordi e convenzioni (community investment) ammonta nel 2013 a oltre

57 milioni di euro, di cui circa il 93% realizzati nell’ambito delle attività di

esplorazione e produzione.

L’investimento nel continente africano si mantiene costante, continuando a

registrare un trend positivo in Africa Subsahariana, dove nel 2013 sono stati

Accesso all’energia

Relazioni con le comunità

Sviluppo socioeconomico e local content

Sviluppo infrastrutturale

Salute delle comunità

Istruzione ed educazione

Cultura

Ambiente

Formazione/addestramento professionale

2013

2012

2011

Interventi per il territorio. Investimenti2011-2013 per settore di intervento

Mili

oni d

i eur

o

70

60

50

40

30

20

10

Asia

, Est

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Paci

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Nord

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e

Afric

a Su

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aria

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Interventi per il territorio. Investimenti 2013per area geografica e settore di intervento

30

25

20

15

10

5

Non

loca

lizza

bile

Est

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Amer

iche

Euro

pa

Mili

oni d

i eur

o

100

57

milioni di euro la spesa complessiva per il territorio

milioni di euro investiti in progetti per le comunità

Oltre

Oltre

Sviluppo locale 69

spesi 25,7 milioni di euro contro i 23,2

dell’anno precedente. Questo impegno

è parte di una spesa complessiva a

favore del territorio che ammonta a

oltre 100 milioni di euro nel 2013 e

che comprende, oltre agli investimenti

per le comunità, le liberalità connesse a

iniziative a favore del territorio, le quote

di adesione a organismi associativi,

le sponsorizzazioni, i contributi alla

Fondazione Eni Enrico Mattei.

eni e la cultura

Anche al fine di migliorare l’efficacia

degli interventi a favore dello sviluppo

locale nei Paesi di presenza, nel

2013 eni ha firmato una partnership

strategica quadriennale con l’Earth

Institute (EI) della Columbia University.

L’approccio scientifico dell’Earth

Institute si basa su rigorosi sistemi

di monitoraggio e valutazione che

possono essere util izzati per assistere

la pianificazione dei progetti oltre

che per effettuare un accurato

monitoraggio dei progressi delle

attività e misurare i benefici reali

apportati alle comunità.

L’impiego del sistema di valutazione

e monitoraggio, ha l’obiettivo di

supportare gli esecutori dei progetti

ad avere una chiara idea della

situazione di partenza nella comunità,

di identificare i parametri chiave per

monitorare i progressi e di valutare

l’impatto dei progetti in termini di

effettivo sviluppo sostenibile.

Nell’ambito della partnership, nel

2013 è ufficialmente avviata l’attività

di collaborazione in Congo per lo

sviluppo di un sistema di monitoraggio

finalizzato a valutare l’efficacia del

progetto PIH e il suo contributo al

raggiungimento degli Obiettivi di

Sviluppo Sostenibile. L’Earth Institute,

in questo ambito, svolgerà un’attività

di formazione a tutte le professionalità

coinvolte nella gestione del progetto

e di monitoraggio delle attività tramite

una rilevazione periodica dei dati.

eni ha attivato una partnership con l’Earth Institute per il monitoraggio e la valutazione degli impatti dei progetti.

70 eni for 2013

Una strategia di intervento inclusiva e sostenibile: il Progetto Integrato Hinda

Il Progetto Integrato Hinda (Projet Intégré Hinda - PIH) è

un esempio di eccellenza della strategia di cooperazione

che eni attua nei Paesi di presenza per favorire lo

sviluppo locale delle comunità circostanti gli impianti

onshore. Il PIH, avviato alla fine del 2011 e della durata

di 4 anni, ha registrato nel 2013 risultati significativi di

medio termine nei settori di intervento prioritari (salute,

educazione, accesso all’acqua potabile, agricoltura,

capacity building e partecipazione delle comunità),

raggiungendo uno stato di avanzamento globale del 55%

rispettando così i target prestabiliti.

Sono parte integrante del progetto gli interventi a favore

dell’accesso all’energia e del coinvolgimento delle donne

in attività di formazione e sensibilizzazione.

Progetto Integrato Hinda

SETTORE DI INTERVENTO RISULTATI AL DICEMBRE 2013

Educazione primaria - 5 scuole riabilitate ed equipaggiate anche con materiale didattico - 4 scuole in corso di riabilitazione- 5 scuole coinvolte in attività di sensibilizzazione su tematiche igienico-sanitarie- 5 scuole coinvolte in attività di capacity building rivolte agli insegnanti locali - 850 pasti al giorno erogati

Accesso all’acqua e all’energia - Condotte analisi sulla qualità dell’acqua erogata dai pozzi realizzati dal progetto- Sensibilizzazione e formazione per la gestione dei punti d’acqua tramite ONG locale (IPHD) - 12 pozzi d’acqua realizzati di cui 4 elettrificati con pannelli solari

Salute delle comunità - 1 centro di salute comunitario ristrutturato ed equipaggiato con strumenti e materiale medico - 4 centri e di salute comunitari in corso di ristrutturazione- Acquisto e fornitura di una nuova ambulanza- Realizzazione di campagne di vaccinazione e di tutela della salute materna- Formazione di personale medico e creazione di comitati di gestione dei centri di salute- Persone che hanno ricevuto assistenza sanitaria nei Dipartimenti di Cuvette e Niari: 9.020 donne, 13.366 bambini- Persone che hanno ricevuto assistenza sanitaria nel Dipartimento di Kouilou: 1.314 donne, 2.028 bambini

Agricoltura - Avvio della costruzione di un centro formativo per il miglioramento delle competenze agro-zootecniche (Centre d’Appui Technique et de Ressources Professionnelles - CATREP) - Attività di partecipazione e sensibilizzazione sull’avvio dei campi di coltivazione dimostrativi (Développement des techniques des Champs Écoles des Paysans - CEP)- Avvio dei lavori e organizzazione dei comitati di gestione- Sensibilizzazione dei gruppi di produttori agricoli e organizzazione

della rete locale di magazzini comunitari per la vendita dei prodotti ed input agricoli (Magasin d’Approvisionnements en Intrants et de Commercialisation des Produits Agricoles - MAICOPA)

Sviluppo locale 71

eni nell’ambito della strategia di

investimento nel settore educazione

e formazione per le comunità,

definita a valle degli studi di baseline

e di fattibil ità, realizza interventi

che mirano ad avere impatti su

tutti i l ivell i di educazione, a partire

dall’educazione primaria fino all’alta

formazione post-universitaria.

Mozambico> In Mozambico

è stato siglato nel dicembre 2013

un MoU con il Ministero del Lavoro

mozambicano per attività di supporto

al Pemba Technical Training Center,

con l’obiettivo di migliorare la

qualità della formazione per i giovani

nell’area di Pemba attraverso una

ristrutturazione dell’infrastruttura,

la fornitura di materiale e il supporto

allo svolgimento dei corsi tecnici,

inclusa la formazione ai docenti.

Collaborazioni con università

In riferimento all’educazione primaria,

nel settembre 2013, è stato siglato un

accordo con la municipalità di Pemba

per migliorare l’accesso all’educazione

primaria nel quartiere di Paquitequete

(Pemba), attraverso la costruzione di

eni realizza interventi che mirano ad avere impatti su tutti i livelli di educazione, a partire dall’educazione primaria fino all’alta formazione post-universitaria.

Educazione e formazione

La formazione scolastica è una delle

leve fondamentali per lo sviluppo

economico e sociale di un Paese.

Su questa logica si basa il MDG numero

2 “Raggiungere l’istruzione primaria

universale” e oggi, a distanza di quasi

quindici anni, si rinnova tale impegno

riproponendo il tema dell’educazione

universale come obiettivo chiave nei

futuri SDGs. Secondo i risultati pubblicati

dalle Nazioni Unite, dal 2010 le Regioni

in via di sviluppo – intese nel loro

complesso – hanno raggiunto un tasso

di iscrizione alle scuole elementari pari

al 90%1. Il tasso di abbandono è però

ancora molto alto.

L’Africa Subsahariana è la Regione che

registra maggiori difficoltà su questo

fronte, con un tasso di completamento

del ciclo di scuola primaria del 69%, a

fronte di un dato mondiale

del 90%. Oltre il 40% della produzione

di eni si concentra in Paesi in cui

il tasso di scolarizzazione media è

inferiore ai sette anni2.

Più di 10

Da 7 a 10

Meno di 7

Produzione giornaliera idrocarburi eniper Paesi con istruzione scolastica media (anni) - 2012

32,51%

26,93%

40,56%

(1) UN, Millennium Development Goals and Beyond 2015, factsheet Goal 2, 2013.

(2) World Data Bank (2011).

72 eni for 2013

una scuola primaria e la fornitura di materiale didattico. I beneficiari diretti del

progetto saranno circa 600 bambini e 30 insegnanti, con un impatto indiretto

stimato su 13.000 persone, tra bambini e famiglie. È pianificata una seconda

fase che prevede il coinvolgimento del quartiere nel favorire la scolarizzazione

di tutti i bambini nell’area, con particolare attenzione alle questioni di genere e

nell’animazione di attività socio-educative a favore della comunità.

È sviluppata la collaborazione “in primis” con l’Università di Mondlane a Maputo,

nell’ambito delle attività relative alla selezione e al reclutamento delle persone

in eni, attraverso il Progetto “Programma 200” che mira alla selezione di

200 laureati mozambicani di talento, dando loro la possibilità di condurre

all’estero un programma di formazione multidisciplinare o attività di formazione

professionale sul luogo nel settore Oil&Gas.

Al 2013, è stato selezionato e formato un totale di 77 studenti ed è stata

condotta una nuova campagna di reclutamento.

60030bambini

Progetto di educazione primaria in Mozambico: alcune stime

insegnanti

Servizi accessori ai programmi di educazione

Corsi di educazione primaria

Costruzione/ristrutturazione infrastrutture scolastiche/centri per l’educazione

Fornitura materiale scolastico

Programmi/interventi in ambito educativo

(*) Nel 2013 gli investimenti per gli interventi in educazione e istruzione ammontano a 5,4 milioni di euro.

Investimenti 2013 in educazione e istruzione*

5%

30%

0,24%

39%

26%

Capitolo 4_B.indd 72 29/05/14 15:30

Sviluppo locale 73

eni è impegnata in attività di

supporto allo sviluppo agricolo con

l’obiettivo di assicurare alle comunità

locali una migliore qualità della vita,

favorendo l’accesso all’alimentazione e

promuovendo la sicurezza alimentare

presso le comunità di cui è parte. Tra

i casi di maggior successo vi sono i

progetti avviati nel settore agricolo in

Nigeria, Tunisia, Iraq e Congo.

Nigeria> In Nigeria il Green

River Project (GRP) è un esempio

di intervento finalizzato allo sviluppo

delle popolazioni locali attraverso la

promozione di soluzioni innovative

in ambito agricolo. Il progetto GRP

opera da 27 anni nelle comunità del

Delta del Niger attraverso un sistema

unificato di distribuzione capillare

dei servizi finalizzati allo sviluppo

agricolo - Agricultural Extension

Services Delivery System (AESD) - e

al miglioramento delle condizioni di

vita delle popolazioni rurali. Il progetto

ha promosso attivamente lo sviluppo

dell’agricoltura e il miglioramento delle

condizioni socioeconomiche dell’area

creando relazioni favorevoli con le

comunità che ospitano le attività

operative di eni nel Delta del Niger.

A partire dal 1987, i beneficiari totali

del progetto ammontano a più di

500.000 persone distribuite in un’area

che copre una superficie di 4.000 km2.

Il progetto opera attraverso la

eni è impegnatain attività di supportoallo sviluppo agricoloin Nigeria, Tunisia, Iraq e Congo.

Tra il 1° maggio e il 31 ottobre

2015 si terrà a Milano l’Esposizione

Universale, che vede come partecipanti

centinaia di Paesi da tutto il mondo.

Il tema di Expo 2015 è “Nutrire il

pianeta, energia per la vita”, uno dei

temi centrali dello sviluppo sostenibile,

in un contesto mondiale in cui 870

milioni di persone soffrono la fame,

mentre oltre un miliardo è soggetto a

malnutrizione. La crescita demografica,

il processo di urbanizzazione della

popolazione e il cambiamento delle

diete accresceranno la domanda

globale di alimenti, che nel 2050

sarà del 60% più alta rispetto a

quella odierna. La sfida che ne

deriva è ulteriormente aggravata dal

cambiamento climatico e dall’erosione

delle risorse naturali che forniscono

la base per la produzione di alimenti.

I l contributo dell’energia a beneficio

della produzione alimentare è legato

prevalentemente al soddisfacimento

del fabbisogno energetico

delle attività di irrigazione

e di trasformazione.

I piccoli agricoltori sono il gruppo

contadino più numeroso del mondo:

intensificare e aumentare l’accesso a

fonti di energia sostenibile per questi

produttori permetterebbe

il perseguimento degli Obiettivi

di Sviluppo Sostenibile, in particolare

quelli legati allo sradicamento della

povertà e alla protezione ambientale.

Agricoltura e sicurezza alimentare

Una strategia di intervento inclusiva e sostenibile: il Progetto Integrato Hinda (pag. 70)

74 eni for 2013

distribuzione di sementi migliorate e piantine, l’agro-meccanizzazione,

l’assistenza veterinaria, la produzione e la formazione delle cooperative.

Altre iniziative volte allo sviluppo locale nell’ambito del progetto includono attività

di formazione professionale per i giovani e soluzioni per facilitare l’accesso al

microcredito per le cooperative agricole e le imprese di piccole dimensioni.

Tunisia> In Tunisia, eni ha continuato a investire nel Progetto Titan, volto

a supportare lo sviluppo del turismo e del sistema agricolo nella regione di

Tatauine. Dal 2013 eni promuove attività volte al rinnovamento dei processi

agricoli, con l’obiettivo di sviluppare alcune attività pilota nel settore della

trasformazione dei prodotti agricoli locali e di sviluppo delle attività di

coltivazione locali, con una particolare attenzione a quelle condotte dalle donne

della comunità.

Iraq> In Iraq, il Rural Support Project, a sostegno delle aziende agricole e

delle comunità nell’area del giacimento di Zubair, è giunto a completamento.

Il programma in collaborazione con il Dipartimento Agricoltura di Zubair,

la Farmers Association e sotto la supervisione delle Autorità locali ha coinvolto

165 aziende durante la stagione agricola 2012-2013.

165aziende

In Iraq il progetto agricolo coinvolge

Green River Project

SETTORE DI INTERVENTO RISULTATI 2013

Innovazione nel settore agricolo - Introduzione di nuove tecniche per la produzione della farina di banano (registrate dalla National Agency for Food and Drug Administration and Control - NAFDAC), per la pesca e l’allevamento

Potenziamento delle comunità e sviluppo della microimpresa - 3 comunità inserite nel GRP in aggiunta alle 22 già coinvolte (per un totale di 25 comunità)- 5 società cooperative in aggiunta alle 35 esistenti (per un totale di 40 società operative)- 15% l’aumento delle piccole imprese in 80 comunità locali a testimonianza dell’impegno a sostegno di programmi di microcredito

e sviluppo di microimprese

Formazione professionale - 548 persone formate (20% donne) - Formazione professionale in settori utili alla comunità, tra cui sicurezza alimentare e informatica

In Tunisia il progetto Titan è volto a supportare lo sviluppo del turismo e del sistema agricolo.

Sviluppo locale 75

20111. Sono risultati importanti,

ma è opinione comune che quanto

fatto non sia sufficiente, ed è per

questo che le questioni legate alla

salute dei Paesi più poveri avranno

un ruolo di primaria importanza anche

Rappresentato dagli MDGs nelle sue

diverse accezioni – la riduzione della

mortalità infantile, il miglioramento

della salute materna, la lotta contro

la malaria, HIV/AIDS e altre malattie

infettive – il tema della salute (MDG 6)

rappresenta oggi un tema di importanza

cruciale anche in vista della definizione

degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.

Grazie agli interventi finora messi in

atto, il tasso di mortalità sotto i cinque

anni è sceso del 47% dal 1990, la

mortalità materna a livello mondiale

è diminuita del 47% negli ultimi due

decenni, il numero di persone infette

da HIV si è ridotto del 33% dal 2001 al

nell’Agenda Post-2015.

La produzione giornaliera di

idrocarburi di eni si concentra per

quasi il 30% in Paesi in cui meno

del 60% delle persone hanno

accesso ai servizi sanitari evoluti.

(1) UN, Millennium Development Goals and Beyond 2015, 2013.

Salute delle comunità

Dal 95-100% della popolazione

Dal 60-95% della popolazione

Dal 15-60% della popolazione

Produzione giornaliera idrocarburi eniper Paesi con accesso a servizi sanitari evoluti (2011)

52,81%

18,72%

28,46%

Ghana> In Ghana, dove l’industria

mineraria è tradizionalmente ben

rappresentata e quella Oil&Gas in

fase di sviluppo, la conduzione di

una Valutazione Strategica di Impatto

Ambientale a livello nazionale ha messo

in evidenza come l’attività connessa a

tali attività industriali abbia la possibilità

di impatto su diversi determinanti

ambientali per la salute delle comunità.

A tale riguardo è stato avviato un

processo per sostenere le Autorità

competenti, quali il Ministero della

Salute, il Ghana Health Service (GHS)

e il Governo ghanese, nel dotarsi delle

capacità tecniche e gestionali per

realizzare le Valutazioni di Impatto sulla

Salute e porre le basi per la necessaria

policy del settore Oil&Gas in materia.

Grazie all’esperienza maturata in

quest’ambito sul terreno e presso i

gruppi di lavoro internazionali attivi

sul tema, eni ha partecipato alla

realizzazione della prima fase del

processo che ha previsto:

• la formazione base di 19 professionisti

19professionisti coinvolti nella formazione

In Ghana:

76 eni for 2013

coinvolti nel settore Oil&Gas e delle

Risorse Naturali (tra cui il Ministero

della Salute/Ghana Health Service,

università, Ministero dell’Energia,

Ministero dell’Ambiente, Ministero del

Lavoro, Petroleum Commission)

• l’erogazione di un Master

HSE coordinato da eni con

l’Università di Pisa;

• la creazione di un Core Team

multi-settoriale di 8 membri

già specialisti in varie discipline

(Epidemiologia, Tossicologia, Salute

occupazionale, Sanità Pubblica ecc.);

• la preparazione di un documento di

programmazione che permetterà lo

svolgimento di valutazioni di possibili

impatti in ambito salute e relativo

monitoraggio; l’attività rappresenta

l’oggetto di una seconda fase ed è

in corso di predisposizione da parte

delle Autorità ghanesi.

Ecuador> In Ecuador eni opera

nel Blocco n.10 situato nella foresta

amazzonica ecuadoriana dove vivono

circa 3.200 persone, distribuite in

differenti comunità.

In questo contesto, e nell’ambito di

accordi pluriennali sottoscritti con le

singole comunità, eni ha intrapreso

nel settore della salute delle comunità,

un progetto di sviluppo e supporto di

un sistema di servizi sanitari preventivi

e curativi. Il progetto ha visto negli

anni, attraverso varie fasi (e relativi

accordi puntuali), la realizzazione e

l’ottimizzazione di una rete di servizi

sanitari, di base e di riferimento, sia a

livello dei villaggi sia della vicina città,

con l’obiettivo di ridurre la morbilità

e la mortalità per le malattie e le

condizioni patologiche endemiche

nella popolazione beneficiaria.

Attività straordinarie di supporto direttoad autorità sanitarie locali

Progetti infrastrutturali

Formazione e aggiornamento professionale,oltre che di formazione permanente

Informazione, educazione e sensibilizzazionein favore delle comunità

Supporto tecnico sanitario

Investimenti 2013 in salute delle comunità*1%

47%

5%

22%

25%

(*) Nel 2013 gli investimenti per gli interventi in salute delle comunità ammontano a 2,9 milioni di euro

In Ecuador eni ha intrapreso un progetto di sviluppo e supporto dei servizi sanitari delle comunità.

Sviluppo locale 77

Nel corso del 2013 le aree di rafforzamento e supporto alla rete dei servizi

sanitari (comunità, dispensario, centro di salute, consultorio e ospedale) si sono

compiute attraverso:

• disponibilità di una rete sanitaria formata da 15 promotori di salute e 3

promotori supplenti che hanno erogato prestazioni sanitarie a 7.156 pazienti

e che rappresentano il primo livello di accesso;

• consulenze ambulatoriali (n. 5.980) presso le unità sanitarie (dispensari e centro

di salute) localizzate sul territorio e presso il consultorio cittadino (n. 1.546);

• visite periodiche del Team del Ministero della Salute Pubblica (Brigadas Medicas)

al fine di un coinvolgimento sempre maggiore delle istituzioni pubbliche e della

futura presa in carico dei servizi. Il medico, l’odontoiatra, l’infermiere ausiliario

componenti il team hanno garantito nello scorso anno 1.328 visite;

• fumigazioni nei vi l laggi del territorio (500 compound) da parte di un

addetto, di Brigadas Medicas, che hanno contribuito al control lo dei vettori

delle malatt ie trasmissibi l i;

• consulenze ospedaliere per prestazioni ambulatoriali, di diagnostica e

laboratorio a 271 pazienti (di cui 66 ricoverati);

• evacuazione medica per 112 casi urgenti dei quali: con elicottero (1 caso),

con aereo (29 casi) e via terra (82 casi);

• trattamento di circa 35 casi cosiddetti speciali per riferimento a livelli superiori

del Sistema Sanitario Ecuadoriano.

1.328visite mediche specialistiche

In Ecuador:

5.980

7.156

consulenze ambulatoriali

pazienti hanno ricevuto una prestazione sanitaria

78 eni for 2013

Gli interventi di sviluppo locale di eni diretti alle comunità hanno fra gli obiettivi principali quello di migliorare le condizioni delle donne.

Fonte: UN, The Millennium Development Goals Report, 2013.

Gender equality

primaria, ma persistono divari di

genere per quanto riguarda i livelli

successivi – sono solo 2 Paesi su

130 ad aver raggiunto la parità

nell’educazione secondaria e terziaria.

Si sono fatti grossi passi avanti

anche per quanto riguarda l’impiego

femminile nei settori non agricoli, con

il raggiungimento di quote del 40% di

presenza femminile sul totale di forza

lavoro impiegata.

A fronte di questi primi risultati positivi,

I “Millennium Development Goals”

impegnano i Paesi a promuovere

l’uguaglianza di genere e

l’empowerment femminile, con un

focus sull’accesso all’istruzione a tutti

i l ivelli, sull’occupazione femminile

nel settore non-agricolo (spesso

non remunerato) e sulla presenza

parlamentare.

A oggi gli sforzi intrapresi hanno

permesso di raggiungere la parità

di genere nell’accesso all’istruzione

restano profonde disparità

a cui prevalentemente guardano i

lavori per la redazione dell’Agenda

Post-2015 e della definizione dei

Sustainable Development Goals

(SDGs): le donne continuano a

subire discriminazioni nell’accesso

all’educazione, al lavoro,

all’indipendenza economica e alla

partecipazione politica.

La diffusa violenza sulle donne

continua a minare gli sforzi per

raggiungere i restanti obiettivi.

Gli interventi di sviluppo locale di

eni diretti alle comunità hanno fra gli

obiettivi principali quello di migliorare

le condizioni delle donne affinché

possano contribuire pienamente

all’economia dei loro Paesi e a uno

sviluppo equo e sostenibile globale.

eni ha posto in essere una serie di

attività con impatto diretto sulle donne

in particolare in settori propedeutici

allo sviluppo quali la salute e

l’educazione.

eni riconosce l’importanza

dell’accesso alla salute, intesa come

accesso a strutture e a servizi sanitari

di qualità e riconosce l’importanza di

indirizzare le proprie azioni in ottica

di genere. Garantire formazione e

assistenza alle donne significa, infatti,

non solo ridurre i tassi di mortalità

materna al parto e aumentare le

aspettative di vita dei neonati alla

nascita, ma anche investire sulla

comunità nel suo insieme, poiché è

dalle donne che passano le pratiche

di cura della casa e dei figli.

Dopo anni di attività in Pakistan il

programma di intervento comunitario,

in corso nei territori limitrofi agli

impianti, è fortemente orientato alla

dimensione di genere ed è focalizzato

sull’aumento dell’accesso ai servizi di

Sviluppo locale 79

Gender dimension in Pakistan

PERFORMANCE OBIETTIVO

Il 56% dei beneficiari totali coinvolti dai progetti comunitari sono donne Contributo all’aumento del ruolo delle donnenel contesto sociale delle aree di progetto

24.510 interventi di assistenza sanitaria a donne3.082 test HIV/malaria effettuati su donne

Miglioramento dell’accesso ai servizi di salutecon particolare attenzione alle donne

30 pompe d’acqua installate Miglioramento complessivo dell’accesso all’acqua potabile da parte della popolazione e in particolare delle donne, le quali subiscono maggiormente il peso delle attività di approvvigionamento dell’acqua

383 ragazze formate su tematiche di conservazione ambientali e di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale

Aumento del livello di conoscenza delle ragazzedel contesto locale e creazione di nuove opportunità di lavoroorientate all’occupazione femminile

In Pakistan sono stati organizzati percorsi di training professionale specifici

per la popolazione femminile, quali corsi di informatica e corsi di cucito volti a

recuperare una tradizione locale nel settore delle confezioni e ricamo.

Grazie a tale training le donne della zona di Jangara hanno potuto incrementare

il reddito familiare attraverso la vendita dei prodotti di abbigliamento.

base e alla qualità di questi ultimi.

Nell’ambito delle strutture sanitarie presenti, viene fornita formazione e

assistenza pre e post parto, sono implementati campi mobili per raggiungere

aree in cui le donne abbiano difficoltà nell’accedere alle strutture sanitarie più

vicine, è favorita l’assunzione di personale femminile nelle strutture sanitarie,

viene condotta formazione ed educazione alle donne sui temi di salute, igiene

e pianificazione familiare.

Le persone interessate da questo progetto sono circa 20.000 per

Bhit&Badhra, 5.000 per Kadanwari e Offshore, di cui il 56% donne.

20.000

24.510persone per Bhit&Badhra

Progetto di sviluppo rurale in Pakistan:

interventi di assistenza sanitaria a donne

80 eni for 2013

Innovazione ttraverso la ricerca, eni rinnova i propri settori di business

tradizionali e si impegna in nuove attività ad alto contenuto

di innovazione, che partono da una lettura attenta dei cambiamenti del

contesto in cui l’impresa opera. Infine, sta diffondendo un modello di

gestione aziendale che si basa sul miglioramento continuo e che ha

l’obiettivo di rendere sistematico il processo di innovazione, anche “dal

basso”. Tutto ciò contribuisce al perseguimento di una crescita verde e

inclusiva, così come definita nel corso della Conferenza Mondiale sullo

Sviluppo Sostenibile di Rio del 2012, che è l’obiettivo sotteso all’Agenda

Post-2015 attualmente in definizione.

A

quello privato. […] L’energia attiva,

il business innova2”.

Già nel 2010 la Commissione Europea,

attraverso la strategia “Europe 2020”,

promuoveva l’innovazione come strada

per creare occupazione e lavoro

nel Continente attraverso una nuova

vocazione industriale dei territori,

basata su tecnologie e materie prime

più sostenibili a livello ambientale.

A livello mondiale, il passaggio dai

La sesta sessione dell’Open Working

Group sugli SDGs definisce tecnologia

e innovazione come i fattori capaci di

“modificare le regole del gioco” della

situazione socioeconomica dei Paesi

in via di sviluppo1. Anche in questo

contesto il ruolo dell’energia è centrale:

“Gli SDGs devono dare la priorità e

promuovere l’innovazione, avviando

la formazione di framework per

l’innovazione nel settore pubblico e in

Millennium Development Goals

ai Sustainable Development Goals

si gioca anche sulla capacità di

individuare soluzioni tecnologiche e

operative nuove per rispondere a sfide

complesse che riguardano, ovviamente,

anche la riconversione dei settori

industriali tradizionali e la costruzione

di nuove opportunità di business

capaci di creare lavoro e benessere nel

rispetto dei limiti del Pianeta.

Innovazione nel business

(1) Open Working Group, Statement on behalf of the Group of 77 and China, 2013.

(2) UN Open Ended Working Group on SDGs Business and Industry Major Group Statement on Energy, 2013.

Innovazione 81

Dal 2013 eni sta raccogliendo i

frutti del suo sforzo, investendo in

un’innovazione verde che permetta

di mantenere e rinnovare le vocazioni

produttive dei territori in cui opera.

È il caso dei progetti integrati di

bioraffinazione e della produzione

Versalis di biochemicals e chemicals

per lubrificanti e green diesel che

verranno utilizzati nella bioraffineria.

Bioraffineria> Nel 2014

sarà avviata la Bioraffineria di Porto

Marghera e la produzione crescerà

progressivamente a fronte dell’entrata

in esercizio dei nuovi impianti da

completare entro fine 2015. Grazie

ad una nuova tecnologia e ad un

investimento di circa 100 milioni di

euro, eni produrrà per la prima volta

biocarburanti a partire da materie

prime vegetali, in linea con la politica

ambientale dell’Unione Europea

volta alla riduzione delle emissioni

di gas serra. Il progetto prevede la

riconversione degli impianti esistenti,

fino a qualche mese fa utilizzati per la

produzione di carburanti convenzionali

da petrolio grezzo, attraverso

l’applicazione della tecnologia

Ecofining™, ideata e sviluppata da eni

insieme alla società americana UOP.

L’applicazione di questa tecnologia per

la riconversione degli impianti esistenti,

per la quale eni ha avanzato domanda

di brevetto, si è rivelata un elemento

essenziale che ha ridotto dell’80% i

costi e ha fondato una strategia eni

di riqualifica di siti industriali, non solo

nella raffinazione.

Al momento e solo per la fase iniziale,

l’impianto utilizza olio di palma, un

cosiddetto “feedstock” (materia da

lavorare o “carica”) di prima generazione.

L’utilizzo di fonti di seconda generazione,

e in particolare dei grassi animali, è

previsto dall’inizio 2016, fino a un valore

del 10% della carica totale. Si stanno

anche considerando possibili integrazioni

con impianti di raffinazione delle

biomasse oleose, per riutilizzare prodotti

di scarto di tale lavorazione, come

gli acidi grassi distillati e la glicerina

(cariche di terza generazione).

Green Refinery

Il sito di Porto Marghera così rifondato

garantisce al territorio e all’economia

locale un futuro sostenibile,

caratterizzato da una notevole riduzione

delle emissioni e dei consumi di acqua.

Considerando il ciclo produttivo,

la riduzione delle emissioni di CO2

a Porto Marghera, rispetto al quadro

emissivo preesistente, sarà

di oltre il 40%, a fronte di una

produzione di 360 mila tonnellate

l’anno di biocarburanti.

Il Green Diesel prodotto ha inoltre

un elevato potere calorifico rispetto

a quello comunemente prodotto e

permetterà a eni di ridurre i quantitativi

Dal 2013 eni sta raccogliendo i frutti del suo sforzo nella ricerca per lanciare business e attività che sono esempio dell’ingegno e della capacità di innovazione dell’azienda.

360milaton/a i biocarburanti prodotti a regime

Presso la bioraffineriadi Porto Marghera

eni produrrà per la prima volta biocarburanti a partire da materie prime vegetali.

100milioni di euro investitinella bioraffineria di Porto Marghera

82 eni for 2013

di biocarburante da aggiungere ai

carburanti convenzionali.

In altri termini e secondo la normativa

vigente, la materia prima vegetale

utilizzata da eni sarà inferiore a

quella attualmente necessaria per

la produzione dei biocomponenti

convenzionali oggi acquistati, riducendo

il consumo complessivo di olio di

palma di circa il 15%. Per tutte le

forniture di olio di palma sarà garantita

la non provenienza da zone ricche

di biodiversità o caratterizzate dalla

presenza di foresta primaria.

L’industria della raffinazione europea,

in particolare l’area mediterranea,

è in crisi strutturale da alcuni anni.

L’eccesso di capacità di raffinazione

che si è creato con il crollo non

congiunturale della domanda di prodotti

petroliferi e la dinamica sfavorevole

nei margini di raffinazione hanno

richiesto agli operatori di intervenire

sugli impianti più esposti, tra i quali

figura quello di Gela in Sicilia, di cui

eni è titolare al 100%. Nel 2013 eni

ha annunciato un ambizioso progetto

di ristrutturazione della Raffineria

di Gela, nel cui rilancio ha un ruolo

fondamentale la leva dell’innovazione.

Con un investimento stimato in 700

milioni di euro, Gela sarà trasformata in

un polo tecnologico d’avanguardia nel

quale saranno realizzati nuovi impianti

per la produzione di gasolio di elevata

qualità. Tra questi impianti figurano un

hydrocracking di ultima generazione e il

nuovo catalizzatore T-Sand, brevettato

da eni. T-Sand, una volta sostituito,

in parte, ai catalizzatori attualmente

utilizzati negli impianti di desolforazione,

ridurrà notevolmente la concentrazione

nel gasolio prodotto di componenti

polinucleari aromatici (PNA), i

principali responsabili delle emissioni

di particolato dalla combustione del

gasolio nei motori diesel.

Nella Raffineria di Gela sarà realizzato

il primo sistema eni “zero waste”

(rifiuti zero) per la produzione di

energia da rifiuti industriali. Questa

nuova tecnologia è il risultato di

competenze sviluppate da eni nel

recupero ambientale di siti industriali.

Una combustione controllata distrugge

i fanghi biologici e oleosi prodotti dalle

raffinerie, eliminando la parte organica

di questi fanghi e producendo una

cenere inorganica che può essere

facilmente collocata in discarica. In una

versione più evoluta della tecnologia

è prodotto un rifiuto solido vetrificato

completamente inerte.

Nel polo siciliano prosegue l’attività

di ricerca per la produzione di

biocarburanti di terza generazione

dalle alghe. Prosegue l’impegno di

eni nel migliorare la sostenibilità e la

tutela dell’ambiente per una sempre

più elevata efficienza nell’uso delle

risorse e per minimizzare le emissioni.

La Raffineria di Gela svolgerà un ruolo

Nella Raffineria di Gela sarà realizzato il primo sistema eni per la produzione di energia da rifiuti industriali.

700milioni di euro l’investimento stimato

A Gela

Innovazione 83

importante nella diffusione e nella

valorizzazione del proprio

know-how, mettendo le proprie strutture

a disposizione di terzi che promuovano

iniziative nel campo dell’innovazione

tecnologica e della tutela ambientale.

Chimica verde> Anche nel

settore chimico, Versalis si propone

di operare nei settori più qualificati

della chimica e delle materie plastiche

attraverso un continuo impegno nella

ricerca e nell’innovazione dei prodotti,

dei processi e delle tecnologie.

Il settore europeo della chimica opera

in uno scenario di grande complessità

che negli ultimi anni ha visto criticità

derivanti dall’ingresso di nuovi

concorrenti, dalla forte delocalizzazione

verso i Paesi asiatici e dalla volatilità

dei prezzi dei feedstock e dell’energia.

Inoltre, la consolidata attenzione per

l’ambiente ha accelerato il trend

dei cambiamenti. La Chimica verde

rappresenta, infatti, oggi un’evoluzione

delle attività tradizionali che

prospettano un’elevata crescita.

L’innovazione tecnologica è uno degli

elementi fondamentali del rilancio della

chimica eni e il progetto Polo Verde

di Porto Torres, nato dalla partnership

con Novamont in Matrìca, consentirà

a Versalis di posizionarsi in questo

nuovo settore.

Il progetto prevede la realizzazione

a Porto Torres di un complesso

industriale tra i più grandi al mondo

per la produzione di prodotti chimici da

fonti rinnovabili, con un investimento

di circa 500 milioni di euro.

L’elemento distintivo del progetto

consta della piena integrazione

dell’impianto nel territorio attraverso

la promozione della filiera agricola,

e del settore secondario a livello locale.

Nella prima metà del 2014 entreranno

in produzione le prime 4 linee degli

impianti biomonomeri e derivati per la

produzione di biolubrificanti.

Versalis ha inoltre siglato nel 2013

un accordo con Neville Venture per la

produzione di resine idrocarburiche

da realizzarsi presso lo Stabilimento

di Priolo. Queste nuove produzioni

ad alto valore aggiunto, sinergiche

in particolare con il business degli

elastomeri, saranno destinate a settori

applicativi specialistici come quelli degli

adesivi, degli inchiostri, delle vernici e

delle gomme. La partnership costituisce

un passo significativo all’interno del

progetto di rilancio del sito di Priolo,

confermandone la centralità nel

piano strategico di Versalis. Le nuove

tecnologie permetteranno, infatti, di

realizzare gli impianti di produzione di

resine idrocarburiche consentendo una

maggiore valorizzazione dei feedstock

provenienti dal cracker. La presenza

di un promettente mercato per questi

prodotti a livello europeo, dove Versalis

ha una presenza commerciale capillare

La Chimica verde rappresenta oggi un’evoluzione innovativa delle attività tradizionali, per la quale si prospetta un’elevata crescita.

500milioni di euro circa investitinella Chimica verde

A Porto Torres:

84 eni for 2013

e consolidata, rappresenta un ulteriore

fattore qualificante, che rende questo

progetto estremamente importante

per la società.

Il riposizionamento strategico di Versalis

è proseguito grazie a ulteriori accordi

nella Chimica verde con aziende quali:

Genomatica, per la produzione di

biobutadiene; Yulex per la produzione

di gomma naturale da guayule; Pirelli

per un progetto di ricerca sull’uso

della gomma naturale da guayule

nella produzione di pneumatici ad alte

prestazioni e vantaggi sul risparmio

energetico; Elevance Renewable

Sciences Inc., per lo sviluppo e

l’industrializzazione di una nuova

tecnologia per produzione di bio

intermedi chimici da oli vegetali.

Inoltre, la completa integrazione di

queste lavorazioni nel ciclo industriale

di Versalis permetterà, a partire da

differenti feedstock da fonti rinnovabili,

di ottenere prodotti chimici, integrando

la chimica di base e dei polimeri,

che rappresenta storicamente il core

business di Versalis, con prodotti

altamente innovativi e specialistici.

Nell’aprile 2013 Versalis e Genomatica

hanno firmato un accordo per la

costituzione di una joint venture

tecnologica per la produzione di

butadiene da fonti rinnovabili. Obiettivo

della joint venture è lo sviluppo

dell’intera fil iera per la produzione

on-purpose di butadiene da biomassa

proveniente da colture non-food.

La nuova joint venture sarà proprietaria

della tecnologia oggetto dell’accordo

in esclusiva per Europa, Asia e Africa.

Infine, nel 2014 Versalis e le

organizzazioni sindacali hanno

raggiunto un’importante intesa

sull’avvio del progetto di

trasformazione che rilancia il sito

di Porto Marghera con l’obiettivo di

ridisegnarne l’assetto produttivo e

recuperare competitività. Il progetto

è parte integrante della strategia di

Versalis, che punta a sviluppare nuove

iniziative per rafforzare il portafoglio

prodotti, anche sviluppando il business

della Chimica verde, e a ottimizzare

l’esposizione sui prodotti commodities,

con caratteristiche standard e meno

innovative, realizzati in grande quantità

per il mercato mondiale da diversi

operatori. In questo contesto, lo

Stabilimento Versalis di Porto Marghera

continua a mantenere una posizione

geografica di importanza strategica,

che beneficia della vicinanza con

il mercato del Nord Europa e del

collegamento integrato con gli altri

stabilimenti Versalis di Mantova, Ferrara

e Ravenna, cui rimane garantita la

fornitura di materia prima, grazie a

infrastrutture logistiche di primaria

importanza. Il programma complessivo

a Porto Marghera prevede investimenti

per circa 200 milioni di euro che

Anche nel settore chimico la riconversione degli impianti, in particolare dei siti industriali critici, permette di riqualificare i siti produttivi.

Il riposizionamento strategico di Versalisè proseguito graziead accordi con aziende di primaria importanza, quali Genomatica, Yulex, Pirelli, Elevance.

Nel 2014 Versalis e le organizzazioni sindacali hanno raggiunto un’intesa sul progetto che rilancia il sito chimico di Porto Marghera.

Innovazione 85

stesso, esse siano responsabili per il

70-80% delle emissioni di GHG.

Le smart city sono dunque un modo

per conciliare crescita e sostenibilità1”.

Non è un caso che il Sustainable

Development Solutions Network

proponga il tema delle città “inclusive,

produttive e resilienti” all’interno delle

proprie proposte di definizione dei

“Con più della metà della popolazione

mondiale che già oggi vive nelle

aree urbane, con questa percentuale

destinata ad aumentare fino al 75%

entro il 2050, è chiaro che la via per

uno sviluppo sostenibile deve passare

per le città. Attualmente si stima che

il 70%-80% del PIL mondiale sia

generato nelle città e che, al tempo

nuovi Obiettivi di Sviluppo

Sostenibile. “Smart mobility” e Sistemi

di Trasporto Intelligenti sono esempi

di combinazione tra nuove tecnologie

(ICT) e contesto urbano per generare

soluzioni che migliorino la qualità

della vita della crescente popolazione

cittadina, ma anche opportunità di nuovi

business per le aziende.

Nuovi business sostenibili

Insieme al rinnovamento dei business

tradizionali, la nuova strategia di eni

ha previsto l’avvio di nuovi business

innovativi e all’avanguardia.

enjoy> Tra le iniziative promosse

da eni rientra enjoy, il servizio di

mobilità sostenibile attivato alla fine del

2013 nella città di Milano che mette

a disposizione della città una flotta di

autovetture ad alta efficienza. Si tratta

di un servizio di carsharing ad alto

verranno indirizzati sia all’ottimizzazione

dell’impianto di cracking e riassetto

utilities, con significativi risparmi

energetici, sia alla nuova iniziativa di

Chimica verde. L’innovativo progetto di

Chimica verde, le cui fasi sperimentali

sono già state avviate con la società

contenuto tecnologico, nel quale non

è prevista la riconsegna in punti fissi,

ma è possibile lasciare ovunque la

vettura nell’area servita. Pur prendendo

spunto da sistemi simili già consolidati

in alcuni Paesi (UK, USA, Germania),

il servizio presenta alcune peculiarità

che lo rendono unico per innovazione

e sostenibilità nel panorama

internazionale. enjoy prevede l’utilizzo

di autovetture, con livelli di emissioni

molto bassi e particolarmente adatte al

americana Elevance Renewable

Sciences Inc., prevede lo sviluppo e

l’industrializzazione, con impianti primi

nel loro genere a livello mondiale, di

una nuova tecnologia per la produzione

di bio intermedi chimici da oli vegetali

destinati a settori applicativi ad alto

valore aggiunto quali detergenti,

biolubrificanti e prodotti chimici per

l’industria petrolifera.

Il progetto si avvarrà delle infrastrutture

già presenti nel sito e si integrerà con gli

stream produttivi di Versalis.

55mila

200mila

clienti iscritti

Car sharing a Milano nei primi tre mesi di attività

noleggi

(1) Abha Josh-Ghani, Who needs smart cities for sustainable development, World Bank, 2012.

86 eni for 2013

La leva tecnologica in risposta alle sfide energetiche

contesto urbano, perché piccole e poco

ingombranti su strada.

Il servizio, inaugurato a Milano nel

dicembre 2013, ha registrato in soli

3 mesi dall’avvio circa 55.000 clienti

iscritti e oltre 200.000 noleggi.

eni pone la ricerca scientifica e

l’innovazione tecnologica al centro delle

sue strategie per lo sviluppo: l’impegno

di eni è assicurare la produzione e

trasformazione di fonti energetiche,

principalmente idrocarburi, in modo

sicuro, economico e sostenibile.

Dopo aver analizzato lo scenario

mondiale, le sfide da affrontare nei

prossimi anni e i conseguenti bisogni

tecnologici, eni ha individuato dieci

piattaforme tecnologiche chiave su

cui investire prioritariamente per

i l futuro svi luppo del business. Le

piattaforme riguardano sia i settori

core (esplorazione, produzione e

trasporto di ol io e gas, produzione

di carburanti a elevate prestazioni e

“L’energia è fonte della vita e permea ogni momento della nostra esistenza quotidiana, ma è la tecnologia che rende

possibile la produzione e il trasporto delle fonti di energia primaria e la loro trasformazione in energia elettrica,

energia meccanica, calore e manufatti di ogni tipo, fattori questi che sono alla base dello sviluppo economico e

sociale dalla prima rivoluzione industriale fino ai giorni nostri”. Paolo Scaroni, Amministratore Delegato eni

Si prevede la sua graduale estensione

ad altre realtà italiane come Roma e

Torino. Il processo di iscrizione e utilizzo

di enjoy è completamente “intelligente”,

non richiede iscrizioni fisiche né

documenti cartacei.

Tutte le operazioni, dall’iscrizione

basso impatto ambientale, gestione

integrata di gas ed elettricità, chimica),

sia le energie rinnovabili (energia

solare e biomasse), la sostenibilità

ambientale delle operazioni e

l’aumento di efficienza energetica.

Il presidio dell’evoluzione delle

piattaforme tecnologiche chiave

per il settore energetico, oltre che

il monitoraggio dello sviluppo di

tecnologie emergenti, è supportato

dalle alleanze strategiche e dalle

collaborazioni che eni ha attivato con

università e centri di eccellenza.

I principi fondamentali su cui si basano

le alleanze e le collaborazioni per la

ricerca sono:

all’utilizzo si svolgono completamente

online grazie alle applicazioni dedicate.

La pulizia quotidiana delle vetture

viene effettuata con prodotti detergenti

ecocompatibili, che non richiedono

acqua, evitandone quindi un consumo

stimabile in 120 litri per ogni lavaggio.

197

986

937

milioni di euro spesi complessivamente in ricerca e sviluppo tecnologico

persone impegnate in attività R&D nel 2013

milioni di euro di valore tangibile generato da attività R&D nel 2013

Innovazione 87

• sviluppo di progetti di R&D ad alto

contenuto innovativo in un’ottica di

lungo termine;

• maggiore efficienza nell’esecuzione

dei progetti grazie all’integrazione

tra attività svolte in house e attività

eseguite in outsourcing;

• ampliamento delle competenze

L’impegno di eni per una crescita

sostenibile del business energetico si

concentra soprattutto sullo sviluppo di

soluzioni tecnologiche che favoriscano

l’impiego delle fonti energetiche

rinnovabili, in particolare dell’energia

solare e delle biomasse non in

competizione con il settore alimentare.

tecnico-scientifiche funzionali ai

progetti di R&D di interesse eni.

Nel periodo 2011-2012 eni ha

commissionato attività di ricerca

tecnologica a supporto del proprio

business a circa 100 istituti, di cui il

33% localizzato in Italia.

L’impegno complessivo, sotteso dai

Nel quadro della crescente domanda

energetica mondiale, le fonti rinnovabili

rappresentano da un lato un apporto

di energia verde, che non intacca

le fonti fossili tradizionali; dall’altro

un’utile fonte energetica addizionale.

Ad oggi questo settore è in espansione,

soprattutto nelle aree in cui sono attive

274 contratti di collaborazione attivi,

ammonta a circa 120 milioni di euro,

che riguardano per il 40% della spesa

Università e Centri di Ricerca italiani,

per il restante 60% enti esteri.

Rinnovato accordo

di ricerca

tra eni e MIT

forme di incentivazione allo sviluppo:

in generale si punta a tecnologie

self-sustaining dal punto di vista

economico, ambientale e sociale.

eni punta a sviluppare tecnologie

radicalmente innovative, sostenibili e

competitive, finalizzate alla produzione

di energia elettrica e vettori energetici

Principali Alleanze e collaborazioni per la ricerca e l’innovazione tecnologica

La partnership eni-MIT si sviluppa su due linee principali, declinate nell’ambito delle attività del “Solar Frontiers Center” e del MIT Energy Initiative (MITEI).Nel 2013 questa alleanza strategica è stata rinnovata; la nuova collaborazione, della durata di 4 anni con un impegno economico per eni di almeno 5 milioni di dollari all’anno, è incentrata sullo sviluppo di nuove tecnologie a supporto del core business Oil&Gas, dell’ambiente e dell’energia solare di nuova generazione.

A febbraio 2011, eni ha siglato con la Stanford University una nuova alleanza strategica per la ricerca e l’innovazione. L’accordo prevede un programma di ricerca articolato in due linee principali:- nuove tecnologie per l’esplorazione di idrocarburi e la simulazione di reservoir;- tecnologie innovative per la caratterizzazione di siti e la salvaguardia ambientale.

Con i Politecnici di Milano e Torino sono attivi da tempo Accordi Quadro per attività di ricerca e sviluppo nonché di formazione. Il principale obiettivo dell’alleanza strategica con i due Politecnici è stimolare la generazione di idee breakthrough per innovare le tecnologie delle attività core business e portarle a maturazione fino a produrre progetti di innovazione radicale e reali discontinuità tecnologiche. La collaborazione con il Politecnico di Milano riguarda anche lo sviluppo di nuovi sistemi ingegneristici nell’ambito dell’energia solare.

eni ha sviluppato una collaborazione storica con il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) nel campo della ricerca scientifica e tecnologica avviando progetti di ricerca riguardanti tutto lo spettro delle attività dei business eni, dall’upstream al downstream, dalle energie rinnovabili all’ambiente.

88 eni for 2013

da fonti rinnovabili e di biocomponenti

per la chimica e l’upstream. Nel

campo dell’energia solare eni nel

medio termine si è posta l’obiettivo

di aumentare l’efficienza e la durata

delle celle solari di nuova generazione,

ad esempio quelle organiche, e di

sviluppare materiali foto luminescenti

ad alta efficienza, integrabili negli

elementi architettonici degli edifici. Nel

lungo termine si propone di aumentare

la competitività dell’energia elettrica

prodotta per via fotovoltaica rispetto

alle fonti fossili mediante tecnologie

completamente innovative. Nell’ambito

dei biocomponenti, nel medio

termine eni punta alla produzione di

biocarburanti derivati da rifiuti urbani

e industriali e dalla conversione delle

biomasse cellulosiche con l’obiettivo

di ottenere vettori energetici che

ottemperino pienamente agli stringenti

criteri di sostenibilità stabiliti in materia

dall’Unione Europea. Nel lungo termine

si propone sia di rendere competitivo

il processo di produzione di bio-oli da

biomasse alternative alla fonte fossile,

sia di sviluppare tecnologie di

biologia sintetica per produrre

nuovi biocarburanti e intermedi

per la chimica.

La capacità di innovare è testimoniata

dall’ampio portafoglio brevettuale di

eni, che ad oggi comprende oltre

9.000 brevetti a protezione di un

migliaio di invenzioni. Nel 2013 sono

state depositate 59 nuove domande

di brevetto, di cui 27 riguardanti

lo sviluppo di carburanti derivanti

da biomasse e tecnologie per lo

sfruttamento dell’energia solare.

L’importanza dell’innovazione

tecnologica per eni è anche

testimoniata dal Premio eni award,

istituito ufficialmente nel luglio 2007

e assegnato come riconoscimento alla

ricerca scientifica d’avanguardia in tre

ambiti: nuove frontiere degli idrocarburi,

energie alternative e non convenzionali,

protezione dell’ambiente.

Il premio è bandito con cadenza

annuale e conta su un consolidato e

prestigioso network di ricercatori nel

campo dell’energia e dell’ambiente.

L’obiettivo è di monitorare e incentivare

le migliori ricerche e i più importanti

scienziati al mondo nel campo

dell’energia, con l’ambizione di divenire

una sorta di Nobel dell’Energia.

L’edizione 2013 ha visto 1.155

candidature e 7 vincitori (1 donna e 6

uomini) tra i ricercatori e i professori

più illustri nel campo delle scienze di

tutto il mondo.

eni award 2013

E&P

2.37

0

839

56

3.48

2

2.30

9

371

R&M

G&P

Chim

ica

I&C

Corp

orat

e

Portafoglio brevettuale eni SpA(n. brevetti)

4.000

3.500

3.000

2.500

2.000

1.500

1.000

500

Innovazione 89

eni investe in innovazione a partire dalle

proprie persone. Oltre alla creazione

e alla gestione della conoscenza

industriale, che è sostenuta dalle

competenze e professionalità di

eccellenza che l’azienda ha e valorizza

al proprio interno, eni ha rivolto il

proprio interesse a nuove modalità per

stimolare l’innovazione, che attingono al

campo della “open innovation”.

L’ICT è di frequente fra le prime funzioni

aziendali a sperimentare nuove modalità

di lavoro orientate all’innovazione, come

è avvenuto in eni con il Progetto STAR.

STAR – Semplicità, Tempestività,

Allineamento al business, Risorse – si

è rivelato un perfetto mix di ingredienti:

in due anni sono stati avviati e

completati undici progetti, denominati

“cantieri”, coinvolgendo direttamente

oltre cento persone, raggiungendo

l’intera famiglia professionale ICT

in Italia e all’estero e mettendo in

luce competenze distintive orientate

all’innovazione. I cantieri hanno

riguardato l’introduzione di modelli e

processi end-to-end con il business, lo

sviluppo di modalità di smart working

(mobile office), la condivisione di

esperienze e conoscenza in Italia e

all’estero attraverso il social network

aziendale Moka con la predisposizione

di strumenti multimediali per una

comunicazione più efficace.

eni ICT ha voluto che STAR divenisse

un patrimonio riconoscibile e

disponibile per tutta eni attraverso

un eBook, per rappresentare in modo

vivido e rendere ripetibile un progetto

che ha avuto risvolti importanti

anche in termini di motivazione e

coinvolgimento delle persone.

Partendo dall’esperienza di circa

sessanta tra le persone che hanno

partecipato ai progetti di innovazione

come STAR, iTeam – l’ innovazione

tecnologica per un nuovo modo di

lavorare: l’ufficio del futuro, Moka,

l’enterprise social network di eni ed

eniWave – servizi IT per collaborare e

comunicare in mobilità, eni ha deciso

di disegnare un processo per rendere

sistemica e continua la propria

capacità di attivare progetti innovativi.

Obiettivo del processo è consentire a

tutte le persone di ICT di partecipare

alla generazione e realizzazione

di idee innovative, mantenendo il

presidio del modello di innovation

imprese dell’UE ha utilizzato i social

media nel 2013 e di queste circa un

terzo ha usufruito di questi strumenti

per lo scambio di informazioni e

la condivisione della conoscenza

all’interno dell’azienda.

L’innovazione “aperta”, che parte dalle

persone, rappresenta a oggi un fattore

implicito dei costituendi Obiettivi di

Le trasformazioni digitali, la

collaborazione di massa e la gestione

dell’intelligenza collettiva hanno

creato una moltitudine di nuove

opportunità per la creazione di servizi,

il miglioramento della qualità della vita

e la creazione di valore condiviso.

Questo processo è stato spinto anche

dalla grande diffusione dell’utilizzo di

internet in modalità 2.0. Il 30% delle

Sviluppo Sostenibile,

ma è uno degli aspetti su cui

l’esperienza del business potrebbe

essere maggiormente valorizzata,

così come sottolineato dal World

Business Council for Sustainable

Development che, anche per questa

ragione, si concentra sul tema del

lavoro di tutti per contribuire agli

obiettivi di sviluppo globale.

Fonte: Eurostat, Social media - statistics on the use by enterprises, 2013.

Innovazione diffusa

90 eni for 2013

Se l’energia è un driver di creazione di

valore, eni propone un nuovo modo di

concepire l’energia, che si trasforma e

si rigenera in nuovi progetti, in cultura e

in innovazione.

eni nel 2013 ha lanciato la campagna

“Rethink Energy” che ha l’obiettivo

In un rapporto fra azienda e

cittadini consumatori che vede una

contaminazione sempre più forte fra

interno ed esterno dell’azienda, il tema

dell’innovazione rispetto al concetto

stesso di energia diventa per eni anche

una chiave di comunicazione.

di creare una nuova consapevolezza

collettiva che vede tutti, azienda e

consumatori, parte attiva di una nuova

cultura dell’energia.

“La nostra energia è ciò che diventa”

è il messaggio chiave della campagna,

che si traduce in un impegno concreto

management e raccordandolo con i

propri obiettivi strategici.

Il nuovo processo, denominato “Il Vento

dell’Innovazione”, è stato lanciato

nel corso del 2013 con una fase

pilota che ha coinvolto 120 persone.

Attraverso workshop di formazione e

creatività sono state generate oltre 30

nuove idee, raccolte con lo strumento

di idea collection appositamente

sviluppato su Moka. Da gennaio 2014

il processo di generazione di idee è

stato aperto a tutta ICT consentendo di

raccogliere oltre 50 idee e coinvolgere

più di 300 persone.

Nel corso del 2013 si è così sviluppato

nel settore esplorazione e produzione

anche il progetto pilota Innovation

Idea Management (IIM), che ha avuto

l’obiettivo di accrescere le capacità

innovative del settore promuovendo

la creatività delle persone in tutto il

mondo, attraverso una piattaforma di

collaborazione e networking.

Innovation Idea

Management (pag. 36)

I meccanismi di co-creazione delle

idee e la libera partecipazione delle

persone eni, indipendentemente dalla

posizione geografica e dalla seniority,

sono stati i punti di forza del progetto,

che sarà ora applicato su scala più

ampia. La Divisione R&M ha avviato

oltre duecento progetti volti a creare

e sviluppare innovazione nelle attività

e nelle modalità del proprio business,

alcuni di questi già in fase realizzativa.

Esempio di questa progettualità

innovativa è l’iniziativa “Link your

Energy”, che ha coinvolto oltre 100

giovani con l’obiettivo di favorire la

consapevolezza di far parte di un

progetto condiviso capace di generare

creatività e nuove idee. Il progetto,

nella sua versione “everywhere”, ha

coinvolto 60 professionisti provenienti

da tutti i Paesi in cui R&M opera

puntando a facilitare il networking

e creare un’occasione di integrazione

e di confronto sulla strategia

e i progetti della divisione.

Versalis ha avviato nel 2013 il

progetto “Costruiamo il Futuro”

dedicato ai propri giovani,

con l’obiettivo di coniugare le

strategie aziendali con le prospettive,

il contributo e le responsabilità dei

giovani, coinvolgendo questi ultimi

nella sfida dell’innovazione.

Il primo step del programma,“Walk

the Talk” ha visto l’organizzazione di

una giornata di comunicazione rivolta

a 160 giovani laureati. Nella seconda

fase del programma, “Think Tank”,

83 giovani hanno proseguito con

un’attività di gruppo che li ha impegnati

nell’elaborazione di progetti innovativi

relativi a tematiche focali per le quattro

unità di business e per la Chimica verde.

Rethink Energy

Innovazione 91

dell’azienda nella ricerca, nel rispetto

ambientale e nella diffusione di

una cultura sull’uso e sul rispetto

dell’energia. L’energia è un concetto

ampio, astratto, risultante di un

processo circolare che si rigenera e si

trasforma. In eni si traduce in ricerca di

nuovi fonti energetiche sostenibili,

in valorizzazione e rispetto delle risorse

e in cultura dell’innovazione.

Ogni energia ha una fonte, un

distributore e un consumatore.

Nella parola “consumatore”, finora, si

esauriva il ruolo dell’utente finale: un

ruolo passivo. Con questa campagna

eni vuole cambiare il punto di vista

dimostrando che tutti possono svolgere

un ruolo diverso, non limitandosi al

consumo, ma producendo nuova energia

attraverso un utilizzo consapevole e

gesti che la restituiscono virtualmente

alla fonte. In questo contesto l’azienda è

parte attiva e con questa campagna eni

racconta il suo impegno.

Rethink Energy e l’energia

di Roberto Bolle: backstage

Intervista a Tony Servillo

Ogni singolo gesto di risparmio e

rispetto dell’energia, infatti, sommato

a quello degli altri, rende disponibile

nuova energia a chi non ne ha, creando

sviluppo e benessere. È così che

l’energia connette il singolo al mondo,

il presente al futuro, a nuove idee per

un’energia aperta e sostenibile.

È così che l’energia unisce.

Rethink Energy e l’energia

di Roberto Bolle: intervista

La campagna mette in relazione ciò

che fa il singolo con ciò che fa eni,

offrendo all’azienda, per la prima

volta, la possibilità di mostrare il

proprio impegno per l’energia oltre il

business: cultura, sostenibilità, ricerca,

accessibilità. Perché l’energia non è

solo quella che tutti conoscono,

è qualcosa di più ampio, di più grande.

L’energia non è accesa o spenta,

ma si trasforma in nuovi progetti,

anche in nuova energia.

92 eni for 2013

I principi e i criteridi reportingLa comunicazione agli stakeholder eni è un’impresa integrata che si interfaccia con diversi

stakeholder. Il dialogo con ciascuno di essi è un aspetto

rilevante del modo di operare dell’azienda perché permette

lo scambio reciproco di informazioni per un business solido

e condiviso. Il sistema di reporting di eni è strutturato

con una logica multicanale che prevede differenti livelli di

approfondimento e differenti modalità comunicative per

raggiungere in modo efficace, puntuale e immediato tutti gli

stakeholder con i quali eni si interfaccia.

Gli strumenti di reporting Il 2013 ha rappresentato per eni il terzo anno di adesione

al Pilot Programme dell’IIRC per la sperimentazione del

Bilancio Integrato e, in linea con il “International <IR>

Framework” dell’IIRC, eni ha proseguito il percorso di

integrazione di informative finanziarie e di sostenibilità

prevedendo una rappresentazione del modello di business

che include le diverse forme di capitale utilizzato e

la gestione integrata dei rischi. Il Bilancio Integrato,

rappresentato dalla Relazione Finanziaria Annuale, illustra le

modalità di creazione di valore nel lungo termine attraverso

le connessioni fra elementi finanziari e non finanziari

nelle strategie, nei piani e nei risultati aziendali. Di questo

documento, la sezione intitolata “Consolidato

di Sostenibilità 2013” riporta le principali performance di

sostenibilità. eni for 2013, eni.com e il Bilancio Integrato

ripercorrono la storia dell’impegno di eni nel condurre

le attività per creare valore non solo per l’azienda ma

anche per i territori in cui opera e per i propri stakeholder.

In particolare eni for 2013 offre una vista complessiva

sul contributo al raggiungimento di obiettivi globali di

sviluppo sostenibile. Il documento si inserisce nel dibattito

internazionale che in questo momento diversi network

stanno portando avanti per definire i temi e le aree prioritarie

su cui individuare quelli che dal 2015 rappresenteranno i

Sustainable Development Goals (SDGs).

I contenuti di questo documento sono in linea con l’Advanced

Level del Differentiation Programme delle Nazioni Unite e con

gli aspetti di sostenibilità addizionali previsti dalla Blueprint.

A livello Paese, eni sta promuovendo presso le società

controllate iniziative di rendicontazione locale su aspetti di

sostenibilità quali i Country Report e il lancio di nuovi siti

web Paese. Ad esempio nel 2013 è nato il sito

enibasilicata.it, una piattaforma online interamente dedicata

alle attività di eni nella regione e l’inizio del 2014 ha visto

il lancio del sito Naoc Sustainability, ideato per migliorare

l’informazione su alcune tematiche di sostenibilità di NAOC

(la società controllata da eni in Nigeria) di particolare

interesse per gli stakeholder locali e internazionali. Il sito

web eni.com contiene tutte le informazioni di sostenibilità:

la descrizione dei principali progetti e la vista per settore di

business delle performance secondo una modalità interattiva

e con i necessari approfondimenti.

I principi di riferimentoLe informazioni e le performance di sostenibilità contenute

nel presente documento sono predisposte in conformità ai

93I principi e i criteri di reporting

principi delle linee guida “Sustainability Reporting guidelines

& Oil and Gas Sector Supplement - version 3.1” emesse dal

GRI - Global Reporting Initiative. I principi che garantiscono la

qualità dell’informativa e dei dati di performance, compresa

la loro adeguata presentazione, sono quelli di equilibrio,

comparabilità, accuratezza, tempestività, affidabilità e

chiarezza, così come definiti dal Global Reporting Initiative.

La rendicontazione GRI completa a supporto del livello di

applicazione A+ autodichiarato sarà disponibile sul sito

www.eni.com nella sezione “I principi e i criteri di reporting”.

Analisi dei temi rilevanti Per l’identificazione dei temi su cui rendicontare in eni for

2013, eni, con il supporto scientifico della Fondazione Eni

Enrico Mattei, ha prodotto un’analisi dei temi trattati dai

principali framework internazionali sullo Sviluppo Sostenibile

- SDSN, UN Global Compact, HLP, OWG.

L’analisi ha individuato i seguenti temi rilevanti per l’Agenda

Post-2015:

• impegno per una maggior diffusione della prosperità ed

equità dei Paesi, attraverso lo sviluppo e non solo la crescita

economica dei Paesi e delle comunità;

• salvaguardia e rispetto degli ecosistemi e delle biodiversità;

• adozione di una governance sostenibile per una buona

gestione dei territori, rispetto dei diritti umani e garanzia di

un lavoro di qualità;

• accesso e valorizzazione dell’energia sostenibile in relazione

al cambiamento climatico;

• investimento in innovazione e tecnologia;

• valorizzazione delle persone e garanzia di un lavoro di qualità;

• attenzione per le diversità e valorizzazione del

genere femminile;

• sviluppo delle aree rurali e di città inclusive e resilienti;

• impegno per la costruzione di contesti di pace e stabilità

presso tutti i Paesi e le comunità;

• garanzia di una buona educazione per tutti;

• promozione di salute e benessere per una maggiore

qualità della vita;

• buona gestione delle risorse idriche.

Al fine di individuare, tra questi, i temi materiali per eni, si è

proceduto al confronto fra il focus strategico di eni risultante

della pianificazione strategica 2014-2017 e la capacità del

settore privato, in particolare, l’Oil&Gas, di contribuire a obiettivi

di sviluppo sostenibile a livello globale.

La valutazione di tale contributo deriva da studi di letteratura, in

particolare dall’applicazione della metodologia del MDG-Scan,

sviluppata da NCDO (Netherlands Committee for Sustainable

Development), che stima gli impatti di venti multinazionali di

diversi settori sugli attuali Millennium Development Goals.

Per ciascuno dei temi rilevanti per eni sono stati poi definiti i

contenuti specifici di ciascuna sezione di questo documento

sulla base dell’analisi di materialità che considera anche le

richieste provenienti dagli stakeholder.

Analisi di materialità

Il dominio di consolidamento Il perimetro di consolidamento dei dati relativi all’azienda

è lo stesso utilizzato per la redazione della sezione

“Consolidato di Sostenibilità 2013” incluso nella Relazione

Finanziaria Annuale 2013.

Il processo di revisioneIl documento è soggetto a un processo di revisione da parte

di un auditor indipendente, che ha condotto le attività secondo

i criteri per la revisione limitata indicati nell’“International

Standards on Assurance Engagements 3000 - Assurance

Engagements other than Audits or Reviews of Historical

Financial Information” (“ISAE 3000”), emanato dall’International

Auditing and Assurance Standard Board.

94 eni for 2013

La relazione della Società di Revisione

95La relazione della Società di Revisione

eni for 2013 è il documento che compone il reporting

di sostenibilità, insieme al Bilancio Integrato e alla

sezione dedicata di eni.comIllustra, attraverso i fatti salienti dell’anno, il contributo

di eni al conseguimento di obiettivi globali di Sviluppo

Sostenibile, anche in relazione all’Agenda Post-2015.

Da quest’anno eni for 2013 è disponibile anche nella versione

interattiva che, arricchita di approfondimenti e strumenti per

una consultazione dinamica, è stata realizzata secondo i criteri

dell’Advanced Level del Differentation Programme e con gli aspetti

di sostenibilità addizionali previsti dalla Blueprint for Corporate

Sustainability Leadership del UN Global Compact.

Le tavole infografiche presenti in eni for 2013 sono realizzate da

The Visual Agency e sono consultabili anche nella versione interattiva.

eni for 2013 è stato realizzato con il supporto scientifico della

Fondazione Eni Enrico Mattei.

Dal 2010 eni affida la sua comunicazione a giovani talenti

provenienti da tutte le parti del mondo, attivi nelle discipline

più svariate.

Lorenzo Di ColaNasce a Roma nel 1988. Dopo un anno trascorso nelle aule

universitarie di Architettura, si diploma all’Istituto Europeo di Design.

Da sempre affascinato dalla tipografia, il disegno, la scultura.

La scultura è stata realizzata prevalentemente in legno con dettagli

in metallo e plexiglass.

La Relazione Finanziaria Annuale 2013, che rappresenta

il Bilancio Integrato di eni, descrive le modalità di creazione

di valore sostenibile nel lungo termine attraverso la

rappresentazione delle connessioni fra elementi finanziari

e non finanziari nelle strategie, nei piani e nei risultati aziendali.

Il Consolidato di Sostenibilità include tutte le performance

dell’ultimo triennio.

Per un aggiornamento costante su iniziative e risultati

di sostenibilità si veda eni.com

*00150*

Eni for italiano 2013

eni for

2013