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Messaggio agli stakeholder
eni è cresciuta costruendo con
passione e trasparenza le proprie
attività d’impresa e adottando strategie
fondate su una visione di lungo
termine, che le hanno consentito di
conseguire successi operativi e creare
valore condiviso.
A rendere possibili questi risultati è
stato il coinvolgimento di tutti, a partire
dalle persone, fino alle comunità in cui
l’azienda opera, in un costante dialogo
con i grandi attori internazionali dello
sviluppo. Anche il 2013 è stato un
anno di costruzione su questi fronti.
Grazie all’impegno di tutte le sue
persone, eni ha raggiunto risultati
straordinari sul fronte della sicurezza,
conservando la doverosa ambizione
di migliorare sempre. Al talento e alla
competenza di ciascuno, l’azienda
ha affidato il compito di promuovere
processi di innovazione che riguardano
la tecnologia, le pratiche quotidiane,
l’identificazione di nuove opportunità
di business, che le consentono di
consolidare e rinnovare la propria
presenza sui territori.
Il contributo allo sviluppo locale è stato,
anche nell’anno appena trascorso,
una priorità indiscussa. Al fianco
delle istituzioni e dei Paesi, eni ha
sviluppato soluzioni per una crescita
rispettosa delle risorse delle comunità,
a partire dall’impegno per l’accesso
all’energia in Paesi di presenza storica
o recente, come la Repubblica del
Congo e il Mozambico.
Sempre in ambito internazionale, nel
2015 sarà completato il processo, di
cui eni è parte attiva, di condivisione
degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile
delle Nazioni Unite.
La nuova agenda dello sviluppo si
concentrerà su problemi complessi
e sarà valorizzato il contributo di tutti
gli attori capaci di offrire soluzioni
concrete, a partire dalle aziende.
Descrivere l’operato d’impresa avendo
come riferimento anche questi obiettivi
è un passo importante per rendere
conto in modo più efficace delle
correlazioni esistenti e del contributo
che l’azienda è in grado di apportare.
È un percorso che richiede
competenza e coraggio, per sviluppare
insieme circoli virtuosi e l’innovazione
necessaria per progettare un futuro
sostenibile. Anche questo, per eni,
è ripensare l’energia.
Paolo Scaroni
Amministratore Delegato
e Direttore Generale
Box di contesto
Intervista
Contenuto video sul web
Contenuto sul web
Rimando a testo in evidenza nel capitolo di riferimento
Testo in evidenza
Indice
I principi e i criteri di reporting 92
La relazione della Società di Revisione 94
Energia sostenibile e cambiamento climaticoStrategia di contrasto al cambiamento climatico 50
Accesso all’energia 53
Efficienza energetica 58
Nuove frontiere: deepwater, Artico e unconventional 59
Sviluppo localeCoinvolgimento delle comunità 61
Local content 66
Investimenti per il territorio 68
Educazione e formazione 71
Agricoltura e sicurezza alimentare 73
Salute delle comunità 75
Gender equality 78
InnovazioneInnovazione nel business 80
Nuovi business sostenibili 85
La leva tecnologica in risposta 86alle sfide energetiche
Innovazione diffusa 89
Rethink Energy 90
Profilo di eni 6
La sostenibilità nella storia di eni 8
Progressi al 2013 e obiettivi 10
Creazione di valore condiviso 12
Collaborazioni internazionali sui temi di sostenibilità 14
Agenda Post-2015 15
Reporting di sostenibilità 16
Governance, diritti umani e lavoro
Contributo allo svilupposostenibile
Cultura dell’integrità 18
- Lotta alla corruzione 20
- Trasparenza 22
Tutela dei diritti umani 25
Sicurezza e asset integrity 31
Lavoro 34
Persone 42
Risorse naturali e biodiversità Strategia ambientale 44
Risultati ambientali 48
—> tavole infografiche
12 eni for 2013
Contributo allo sviluppo sostenibile“Per eni è importante che la crescita del business sia accompagnata
da un rapporto di dialogo e collaborazione con la popolazione e gli attori
locali. Ovunque eni porti la propria attività, tecnologia e competenze,
le popolazioni locali percepiscono immediatamente i benefici della nostra
presenza. Forte dell’eredità del modello Mattei, queste sono le fondamenta
su cui abbiamo costruito e vogliamo continuare a costruire la nostra
presenza, non solo in Africa, ma in tutti i Paesi in cui eni opera.
Questo impegno a livello locale rappresenta per eni il tassello con cui
l’azienda può contribuire fattivamente al percorso globale verso uno
sviluppo sostenibile”.
Paolo Scaroni, Amministratore Delegato eni, intervento in occasione della Lecture del Prof. Jeffrey D. Sachs presso la Fondazione Eni Enrico Mattei, dal titolo “Feeding the Planet - Energy for Africa”, 6 dicembre 2013.
anche nei contesti più complessi, in
sinergia con gli stakeholder locali e nel
rispetto dell’ambiente e delle comunità
in cui è attiva.
La disponibilità di energia è un
prerequisito per la crescita economica
e sociale dei Paesi, anche per questo
eni ritiene che le aziende possano
avere un ruolo attivo nella costruzione
di un percorso di sviluppo sostenibile
dei contesti in cui operano. Attraverso
le competenze delle proprie persone
e lo sviluppo di soluzioni tecnologiche
innovative, eni conduce le attività,
motivo eni propone e attua programmi
di produzione e distribuzione di
energia elettrica e gas naturale
contribuendo allo sviluppo dei sistemi
energetici, con un focus particolare
sull’Africa Subsahariana.
L’impegno di eni su questi temi è i l
Creazione di valore condiviso
13Contributo allo sviluppo sostenibile
r isultato delle att ività condotte nei
Paesi di presenza ed è rafforzato dalla
partecipazione a tavoli internazionali.
Già nel 2010 eni ha annunciato al
Global Compact Leaders Summit di
New York la volontà di contribuire
al la costruzione di un futuro
sostenibi le dell ’energia, e nel 2012
ha consolidato questo impegno
durante la Conferenza delle Nazioni
Unite sullo Sviluppo Sostenibi le a Rio
de Janeiro (Rio+20).
Nel dibatt i to in corso per la
definizione della cosiddetta “Agenda
Post-2015”, con la quale saranno
definit i i nuovi Obiett ivi dello Sviluppo
Sostenibi le (SDGs), eni è presente in
molt i dei tavoli dedicati al le imprese:
è infatt i membro del Programma
LEAD del Global Compact,
del WBCSD e del Sustainable
Development Solutions Network
(SDSN) e partecipa al gruppo mult i-
stakeholder ital iano a sostegno degli
obiett ivi posti dall ’Open Working
Group. Un’opportunità, questa, che
le consente di affiancare ai temi
individuati come prioritari per il
proprio business quelli di rilevanza
globale, identificando strategie comuni
e mettendo a disposizione risorse
umane, tecnologiche e finanziarie per
creare valore condiviso.
inizino a pianificare insieme,
a co-finanziare e a collaborare.
Il settore energetico si presta benissimo
a questo modo nuovo di guardare, che
abbandona il concetto di “business as
usual”. L’energia è un fattore chiave
di ogni economia e l’accesso ad essa
è un driver di crescita imprescindibile
per i Paesi in via di sviluppo. Unendo
una politica pubblica lungimirante alla
capacità di innovazione tecnologica
e di gestione efficiente delle risorse
propria del settore privato, è possibile
costruire un percorso di transizione in
ottica di Sviluppo Sostenibile che guardi
all’efficienza energetica attraverso una
graduale riduzione dell’utilizzo
di carbone e petrolio a favore del gas
naturale e del progressivo utilizzo
“Parlare di Sviluppo Sostenibile oggi
significa raccontare un nuovo approccio
olistico al mondo che ci circonda, che
tenga conto di tre dimensioni, quella
economica, sociale e ambientale.
Ogni volta che guardiamo a una sfida
da affrontare, ad esempio quella
dell’accesso al cibo o all’energia,
dobbiamo farlo attraverso queste tre
lenti. Sebbene questa non sia una
modalità di pensare e operare semplice
da adottare per gli attuali sistemi politici
ed economici, uno sforzo da parte di
tutti gli attori per la costruzione di un
modello di relazione innovativo per lo
Sviluppo Sostenibile si rende oggi più
che mai necessario. E sulla base di
queste tre dimensioni è fondamentale
che sfera pubblica e settore privato
di fonti alternative. Quello che stiamo
vivendo è un momento cruciale per
questa transizione.
Stiamo per entrare nell’era degli
Obiettivi di Sviluppo Sostenibile che
verranno adottati a settembre del
2015 in revisione e a integrazione degli
Obiettivi del Millennio adottati nel 2000
dalle Nazioni Unite. Questi Obiettivi
hanno un altro valore fondamentale,
ossia la capacità di ispirare le persone
e di mostrare loro qual è l’idea di futuro
a cui tutti dobbiamo guardare e i passi
necessari affinché quel futuro
si concretizzi. Nel Post-2015
la consapevolezza dei cittadini sarà
un aspetto indispensabile per mantenere
alta l’attenzione sugli Obiettivi e farli
diventare realtà”.
Prof. Jeffrey D. Sachs, Lecture presso la Fondazione Eni Enrico Mattei, dal titolo “Feeding the Planet - Energy for Africa”, 6 dicembre 2013.
15Contributo allo sviluppo sostenibile
Agenda Post-2015
governance sostenibile; la garanzia di
un lavoro dignitoso; la riduzione della
povertà elettrica e la valorizzazione
delle risorse energetiche, anche in
relazione al cambiamento climatico;
la tutela delle risorse naturali e delle
biodiversità; un diffuso impegno per
lo sviluppo locale, con l’obiettivo di
garantire prosperità ed equità.
Infine – e di particolare interesse
per il settore privato – l’investimento
nell’innovazione per il rinnovamento
del proprio business, a partire da
tecnologie e strumenti d’avanguardia e
dalla creatività delle proprie persone.
In questo contesto si rende necessaria
l’individuazione di metriche e strumenti
che consentano di misurare il
contributo al perseguimento di obiettivi
di sviluppo, da parte del settore privato
così come delle istituzioni pubbliche e
della società civile.
eni intende offrire il proprio contributo
in questo percorso complesso ed eni
for 2013 vuole essere un primo passo
in questa direzione.
Alla base c’è un’analisi del lavoro
attualmente in corso da parte del
Sustainable Development Solutions
Network, di UN Global Compact,
dell’Open Working Group e dello
UN High Level Panel on the
Post-2015 Development Agenda,
che ha permesso di evidenziare i
diversi temi sui quali verteranno i futuri
Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, a
prescindere dal livello di aggregazione
e sintesi su cui convergerà il consenso
internazionale. Rispetto a molti di essi,
è possibile identificare strategie, azioni
e risultati coerenti, stabilendo una
relazione fra un operare sostenibile
dell’impresa e le priorità dell’agenda
internazionale dello sviluppo.
In vista del 2015, anno in cui saranno
definiti i nuovi Obiettivi di Sviluppo
Sostenibile (SDGs), diversi network
internazionali hanno avanzato proposte
di definizione delle aree prioritarie in
un’ottica di crescita verde e inclusiva a
livello globale.
Guardando ai risultati degli Obiettivi
del Millennio e seguendo le indicazioni
della Conferenza di Rio+20, la nuova
Agenda dovrà riprendere le sfide già
individuate e affrontarle in un’ottica
di sviluppo sostenibile, a partire da
un auspicato partenariato globale che
includa tutti gli attori, dai Governi al
settore privato fino alla società civile.
Come azienda privata operante nel
settore energetico, eni può contribuire
a questo percorso attraverso il proprio
operato su molti dei temi che si stanno
individuando sui tavoli internazionali:
il rispetto dei diritti umani e una
“Nel definire l’Agenda dello Sviluppo Post-2015, la comunità internazionale ha
un’opportunità unica per integrare crescita economica, giustizia sociale e preoccupazioni
ambientali, mettendo lo sviluppo sostenibile al centro dell’agenda globale (…).
È con un senso di urgenza che la comunità internazionale dovrà andare oltre le divisioni per
definire un’agenda ambiziosa. Questa può essere la prima generazione a mettere fine alla
povertà e indirizzare il nostro pianeta sulla strada giusta per uno sviluppo sostenibile”.
Amina J. Mohammed, Consigliere Speciale delle Nazioni Unite per la definizione dell’Agenda dello Sviluppo Post-2015, settembre 2013.
16 eni for 2013
come emergono dalla pianificazione di
sostenibilità.
Si sono così identificate le linee
tematiche su cui l’azienda è in grado di
offrire un contributo maggiore:
una governance sostenibile in
termini di integrità, trasparenza,
rispetto dei diritti umani, la
garanzia di un lavoro dignitoso e
la sicurezza delle persone;
il rispetto e la salvaguardia
delle risorse naturali e delle
biodiversità;
l’accesso e la valorizzazione
delle risorse energetiche
in considerazione del
cambiamento climatico;
l’impegno per lo sviluppo
locale, in termini di contributo al
perseguimento di obiettivi globali
e locali di prosperità ed equità;
l’investimento nell’innovazione
per il rinnovamento sostenibile
del proprio business, a partire
da tecnologie e strumenti
d’avanguardia e dalla creatività
delle proprie persone.
eni for 2013 descrive quindi questi
aspetti, mentre gli altri documenti
che compongono il reporting di
sostenibilità e, più in generale, quello
aziendale, trattano altri temi rilevanti.
In paricolare aspetti sulla corporate
governance e sulla remunerazione del
Il Bilancio Integrato illustra come la
sostenibilità costituisca uno dei driver
per il conseguimento di obiettivi
aziendali. eni for 2013 offre una
vista complessiva sul contributo al
raggiungimento di obiettivi globali di
sviluppo sostenibile.
Con riferimento ai temi trattati in
eni for 2013, dopo aver enucleato
dal dibattito in corso le aree che
comporranno la strategia globale
per il Post-2015, è stata condotta
un’analisi sulla capacità da parte
del settore privato, e in particolare
di quello Oil&Gas, di contribuire allo
sviluppo sostenibile in questi ambiti.
Si è poi proceduto a un confronto
con le priorità strategiche di eni, così
eni for2013
BilancioIntegrato
Good Governance e Diritti UmaniEnergia sostenibile e cambiamento climatico
Risorse naturali e biodiversitàSviluppo locale
InnovazioneLavoro dignitoso
Diversità e valorizzazione delle donneSmart cities e aree rurali
AcquaSalute e benessere
Pace e stabilitàEducazione e formazione
eni.com
Reporting di sostenibilità
eni for 2013, insieme al
Bilancio Integrato e al
sito eni.com, compone il
sistema di rendicontazione
e di comunicazione della
sostenibilità e ha l’obiettivo
di illustrare attraverso i fatti
salienti dell’anno, il contributo
di eni al conseguimento di
obiettivi globali di sviluppo
sostenibile, anche in relazione
all’Agenda Post-2015.
17Contributo allo sviluppo sostenibile
(questi ultimi sono circa 300).
La valutazione condotta sul processo
di engagement 2013 ha permesso di
individuare i temi per eni più rilevanti in
termini di sostenibilità: le Relazioni con
le Comunità, la Salute e la Sicurezza,
lo Sviluppo locale e il Cambiamento
climatico. Una volta finalizzato, questo
sistema di analisi, che si basa su griglie
oggettive di valutazione, fornirà input
per la pianificazione e il reporting di
sostenibilità a livello globale e locale
permettendo un più facile allineamento
tra gli obiettivi aziendali e le aspettative
degli stakeholder.
I risultati dell’analisi condotta mostrano
una sostanziale coerenza fra i temi
dell’Agenda Post-2015 su cui eni può
offrire un contributo più significativo
e quelli individuati come più rilevanti
e a più alto impatto sulla strategia
aziendale. In particolare, i temi che
emergono in misura maggiore sono il
contrasto al cambiamento climatico e
l’efficienza energetica, cui si affianca lo
sviluppo locale, che include l’accesso
a sistemi energetici moderni nei Paesi
di operatività, in linea con la strategia
Sustainable Energy for All. Alta rilevanza
è attribuita anche alla tutela delle
risorse naturali e della biodiversità.
Seguono i temi afferenti a governance,
diritti umani e lavoro.
Infine, all’innovazione eni for 2013
dedica un capitolo, data l’importanza
rispetto alla strategia aziendale.
board e del top management sono
presenti nei due documenti dedicati:
Relazione sul Governo Societario e gli
Assetti Proprietari 2013 e Relazione
sulla Remunerazione 2014.
Nel corso del 2013 è stata effettuata
un’analisi di materialità che si basa
sulla valutazione dei temi rilevanti per
eni in ottica strategica (identificati sulla
base del Piano strategico di eni) e di
quelli percepiti come rilevanti per gli
stakeholder.
Tale analisi è stata realizzata attraverso
una metodologia, che:
• categorizza gli stakeholder e li valuta
in base ai criteri della norma A1000;
• definisce i temi di sostenibilità
suddividendoli in temi e sottotemi Analisi di materialità
Linee tematiche* eni for 2013 Temi rilevati dall’analisi di materialità
Good Governance e Diritti Umani (UNGC, #10; SDSN, #4 e #10; HLP, #10 e #12; OWG, #15 e #16).
Governance & Ethics(Include: Creazione di valore economico - finanziario, Corporate governance, Integrità e Trasparenza, Protezione dei Diritti Umani)
Risorse Naturali e Biodiversità(SDSN, #2 e #9; OWG, #13 e #14; HLP, #9).
Ambiente(Include: Cambiamento climatico ed efficienza energetica, Gestione degli Impatti Ambientali, Asset integrity e Gestione delle emergenze)
Energia Sostenibile e Cambiamento Climatico (UNGC, #7; SDSN, #8; OWG, #7, #15 e #12;HLP, #7).
Ambiente(Include: Cambiamento climatico ed efficienza energetica, Gestione degli Impatti Ambientali, Asset integrity e Gestione delle emergenze)Comunità(Include: rapporto con le comunità e sviluppo locale)
Sviluppo locale(SDSN, #1 e #6; UNGC, #1 e #5; HLP, #1 e #5; OWG, #1, #2, #8 e #9).
Comunità(Include: rapporto con le comunità e sviluppo locale)
Lavoro dignitoso(OWG, #8; HLP, #8).Diversità e valorizzazione delle donne(SDSN, #4; UNGC, #3; HLP, #2; OWG, #5).
Persone di eni(Include: salute e sicurezza del lavoro, clima organizzativo e welfare, standard di lavoro e diversità)
Innovazione(UNGC, #9; OWG, #8 e #15; SDSN, #10).
Trasversale
Rilevanza per l’azienda alta e rilevanza percepita dagli stakeholder altaRilevanza per l’azienda media e rilevanza percepita dagli stakeholder media
(*) Così come rilevate al 30 Aprile 2014.
18 eni for 2013
Governance, dirittiumani e lavoro er eni l’operare d’impresa si basa su una forte cultura
dell’integrità, che si traduce in trasparenza, lotta alla
corruzione, rispetto dei diritti umani, del lavoro, della salute e della
sicurezza delle persone.
La creazione di lavoro dignitoso è uno strumento strategico per la
crescita dell’organizzazione. Questi temi sono stati individuati come
essenziali per lo sviluppo sostenibile fin dall’ideazione dei Millennium
Development Goals. Il processo di definizione dell’Agenda Post-2015
rende però più esplicito il loro riferimento.
Cultura dell’integrità
Quando si parla di etica in eni si
intende in particolare “competenza
etica” e cioè la capacità delle persone
di prendere decisioni tenendo conto del
sistema di compliance e degli interessi
di tutti gli stakeholder (azionisti,
lavoratori, clienti, fornitori, comunità
locali, future generazioni),
e di traguardare la creazione di valore
nel lungo termine. Per governare
tale complessità è necessario quindi
sviluppare una competenza che
integri, con la dimensione etica,
elevate capacità manageriali di visione,
di sintesi, di gestione del rischio e
decisionali. Tale competenza risiede
sia nei singoli individui sia nelle
organizzazioni e fa riferimento alla
“Il più profondo obiettivo del programma “responsible leadership” è quello di riaffermare che quello che conta non è solo
cosa facciamo, ma come lo facciamo. Per essere degni della fiducia di coloro che lavorano con voi è importante essere
tutti i giorni una sintesi di capacità e integrità. Essere un manager, un leader, vuol dire essere integri, avere un solido
baricentro di valori, essere degni della fiducia di chi ci segue e di chi condivide il futuro dell’azienda con noi. Una persona
è leader non perché guida, ma perché si merita di guidare.” Giuseppe Recchi, Presidente eni, Leadership Meeting 2014.
P
Governance, diritti umani e lavoro 19
28
10Management System Guideline di processo
Management System Guideline di compliance
coerenza fra dichiarato e realizzato.
È per questo che eni monitora
costantemente le componenti del proprio
sistema organizzativo (cultura, valori,
regole, stili di leadership, strumenti
di pianificazione e controllo, sistemi
di incentivazione), intervenendo per
garantire un elevato grado di coerenza.
eni si basa su un approccio
pervasivo che ha puntato innanzitutto
all’allineamento sulla cultura dell’integrità
di tutti i sistemi normativi aziendali e dei
processi che guidano l’organizzazione e
lo sviluppo delle persone.
È in fase di finalizzazione il sistema
normativo eni, che ad oggi comprende
28 Management System Guidelines di
processo e 10 di compliance e sono
stati realizzati interventi mirati a rendere
più chiaro e comprensibile a tutti questo
apparato normativo. Sono stati impostati
sull’integrità anche i processi che
guidano l’organizzazione e lo sviluppo
delle persone, da quelli decisionali
alla valutazione delle performance e
la gestione del sistema premiante,
fino alle attività di comunicazione
interna e formazione. Per quanto
riguarda il sistema di valutazione
della performance, che rappresenta
un motore importante di indirizzo dei
comportamenti manageriali, nelle
schede di tutti i manager, partendo da
quelli apicali, sono stati inseriti obiettivi
volti a monitorare i risultati di business
collegati a tematiche di integrity.
Responsible leadership> All’interno del più ampio intervento
sull’“Integrity Culture”, il programma di
formazione “Responsible Leadership”
ha avuto un ruolo primario nel
diffondere gli elementi chiave di questo
approccio. Il programma ha avuto
l’obiettivo di consolidare e potenziare
nei manager:
• la personale att i tudine ad adottare
strategie di decision making
che considerino la complessità
dei valori in gioco per adottare
comportamenti etici;
• la capacità di diffondere in modo
eff icace i valori di integrità e
responsabil i tà, attraverso
l ’esempio e la costruzione di un
cl ima di f iducia.
Il programma “Responsible Leadership”
è stato sviluppato da Eni Corporate
University con il supporto di specialisti
esterni competenti sui temi della
managerialità e dell’etica, attraverso i
seguenti step operativi:
• l ’effettuazione di interviste al
Top Management, f inal izzate ad
esplorarne la visione e l’opinione
personale, in merito ad una serie
di temi di business in rapporto
al l ’et ica;
• la realizzazione del Kick-off
Meeting per Top Manager e
dir igenti che ricoprono ruoli di
r i levante responsabil i tà;
• la realizzazione di Workshop formativi
Per governarele complessità è necessario sviluppare una competenza cheintegri la dimensione etica con elevate capacità manageriali.
È in fase di finalizzazione il sistema normativo eni.
20 eni for 2013
175dirigenti in ruoli di responsabilità coinvolti
10sessioni formative “Responsible Leadership”
Workshopsull’integrità
Il Corruption Perception Index (CPI) di
Transparency International fotografa e
monitora annualmente la percezione
La corruzione ha effetti fortemente
negativi sulle economie mondiali e sulla
qualità della vita dei cittadini.
Uno studio recentemente condotto
dei livelli di corruzione nel mondo.
L’indice è costruito in maniera tale da
evidenziare un range di valori, che va
da World Bank, classifica l’Africa
Subsahariana tra le Regioni con il
più alto tasso di percezione della
corruzione1.
da zero a cento. Nei Paesi in
cui i valori sono inferiori a 50 la
situazione è considerata preoccupante.
Sulla stessa linea l’Unione Africana,
stima che il costo della corruzione del
continente sia pari a 148 miliardi di
dollari l’anno, circa il 25% del PIL2.
Area geografica % di Paesi con CPI da 0 a 49
Mondo 69%
Nord America 33%
Sud America e Caraibi 69%
Europa (UE) 25%
Europa (non UE) 75%
Medio Oriente e Asia Centrale 85%
Asia Orientale e Oceania 57%
Nord Africa 100%
Africa Subsahariana 90%
dedicati a tutti i manager (a partire
dai ruoli manageriali “chiave”), in
cui i temi astratti dell’etica e della
compliance sono stati contestualizzati
nelle realtà di eni.
A tal f ine sono stati uti l izzati specif ici
case study, basati su dilemmi etici,
predisposti dal team di lavoro
interno, sulla base delle proprie
esperienze operative e coadiuvati
da docenti ed esperti.
Ad oggi, sono state erogate
10 edizioni che hanno visto i l
coinvolgimento di 175 (su 192)
dir igenti che ricoprono ruoli di
r i levante responsabil i tà.
I feedback raccolt i evidenziano una
percezione di eff icacia dell ’ iniziativa
molto elevata (valutazione media
4,34 su 5). Si prevede di diffondere,
attraverso incontri, webinar e
materiale mult imediale la cultura
dell ’ integrità a tutt i i l ivel l i dell ’azienda
e di sensibi l izzare le persone di eni
sul la ri levanza dell ’ integrità nella
gestione delle att ività operative.
Lotta alla corruzione
(1) Worldwide Governance Indicators (WGI) Project, 2014.
(2) WORLD BANK, Worldwide Governance Indicators, 2013.
Governance, diritti umani e lavoro 21
La corruzione è un ostacolo
intollerabile all’efficienza del business
e alla leale concorrenza.
Per questo motivo eni si è dotata
di un rigoroso sistema di gestione,
allineato alle normative di contrasto
alla corruzione nazionali e
internazionali, incluso lo UK Bribery
Act il cui costante aggiornamento è
proseguito anche nel corso del 2013.
Una funzione centrale,
l’Anti-corruption Legal Support Unit,
creata nel 2010, svolge attività di
consulenza e assistenza specialistica in
materia di anti-corruzione per le persone
di eni e delle sue controllate non quotate.
Nel 2013, eni è risultata prima nella
ricerca sulla trasparenza nel corporate
reporting condotta da Transparency
International Italia su un campione
delle maggiori aziende italiane.
Le aziende sono state valutate su
quanto rendono pubblico in termini di
informativa sui programmi
anti-corruzione, trasparenza
organizzativa e reporting per Paese.
La formazione in materia di
anti-corruzione, è obbligatoria ed è
estesa a tutto il personale a rischio,
in Italia e all’estero. Ha l’obiettivo di
il lustrare il quadro normativo interno
ed esterno e di fornire gli strumenti
per riconoscere le condotte che
possono costituire reati, le azioni da
intraprendere, i rischi, le responsabilità
e le sanzioni che possono derivarne.
La formazione è svolta attraverso
corsi online (e-learning) e sessioni
formative in aula (workshop) tenute
dall’ufficio legale anti-corruzione di
eni in Italia e all’estero. Le risorse
formate nel triennio 2010-2012 sono
circa 6.370, di cui 2.700 mediante
workshop e 3.670 tramite e-learning.
Nel 2013, con un nuovo ciclo di
e-learning, sono state formate circa
9.200 persone. Gli eventi formativi in
aula sono stati 57, di cui 13 all’estero,
per un totale di 2.180 partecipanti tra
dipendenti e contrattisti.
eni svolge un ruolo attivo a livello
nazionale e internazionale che le
consente non solo il confronto con i
maggiori player sul tema della lotta alla
corruzione, ma anche di contribuire alla
formazione di best practice in materia.
Principali partnership internazionali sulla lotta alla corruzione
Nel dicembre 2013 eni e Transparency
International hanno firmato un accordo
di collaborazione per l’elaborazione
congiunta di una metodologia innovativa
di “Country Assessment”, che ha lo
scopo di evidenziare, in un determinato
contesto geografico, gli impatti e i
condizionamenti dei fenomeni corruttivi
sulle attività delle imprese. La nuova
metodologia sarà elaborata con il
coinvolgimento del settore privato,
del settore pubblico e della società
Nel 2013, eni è risultata prima nella ricerca sulla trasparenza nel corporate reporting condotta da Transparency International Italia.
eni collabora con vari soggetti a livello nazionale e internazionale per contribuire a creare una cultura condivisa dell’integrità.
22 eni for 2013
Trasparenza
civile. L’accordo di collaborazione
prevede altresì l’impiego di tale
innovativa metodologia per l’esecuzione
di due “Country Assessment” in
altrettanti Paesi di rilievo per il settore
dell’energia. Altri esempi di importanti
collaborazioni sono:
• il contributo fornito al lavoro del B20
sul tema della lotta alla corruzione
che ha portato nel 2013, nell’ambito
del G20/B20 in Russia, alla nomina
del Presidente di eni come Co-Chair
della Task Force Anti-corruption;
• l’accordo di cooperazione con
l’International Scientific and
Professional Advisory Council of the
United Nations Crime Prevention and
Criminal Justice Programme (ISPAC);
• la partecipazione al processo di
revisione sull’applicazione delle
convenzioni OCSE e UNCAC in Italia;
• l’adesione nel marzo 2013 all’Energy
& Extractives Working Group
del Regno Unito che ha portato
all’elaborazione della seconda
edizione dei “Principles for an Anti-
corruption Programme under the UK
Bribery Act 2010 in the Energy &
Extractives sector”;
• il coinvolgimento in un’iniziativa
collettiva intrapresa a dicembre 2013
dalle imprese europee e il contributo
alla redazione di un manuale
pratico pubblicato dalla Camera di
Commercio Internazionale di Parigi
sui modelli anti-corruzione “ICC
Ethics and Compliance Handbook”.
Per un’impresa estrattiva, il contrasto alla corruzione e il contributo alla
trasparenza si traducono anche nell’impegno a fornire evidenza dei pagamenti
corrisposti ai Paesi produttori a fronte delle attività estrattive.
Nel 2013, l’Extractive Industries Transparency Initiative (EITI), a cui eni aderisce
2009 2011 2013
Paesi “Compliant” 2 12 25
Periodi fiscali coperti nei report EITI 39 97 181
Ammontare complessivo del valore pubblicato 200 billion $ 570 billion $ 1 trillion $
Per il settore estrattivo, l’iniziativa di
riferimento sul tema della trasparenza e del
buon governo delle risorse è l’Extractive
Industries Transparency Initiative (EITI),
sottoscritta da più di 40 Paesi. L’obiettivo
dell’EITI è promuovere la trasparenza dei
pagamenti e dell’intera catena del valore
del settore petrolifero, del gas e delle
risorse minerarie nei Paesi produttori. La
pubblicazione dei dati relativi alle risorse
corrisposte ai Governi dei Paesi produttori
a fronte dell’utilizzo delle risorse ha lo
scopo di contribuire a rafforzare l’affidabilità
e il buon governo nei Paesi produttori e di
promuovere, allo stesso tempo, l’adozione
di percorsi di utilizzo sostenibile delle
risorse a vantaggio delle
popolazioni locali. Dal 2009 al 2013 i
Paesi che hanno pienamente implementato
l’iniziativa (Paesi “Compliant”) sono passati
da 2 a 25 e l’ammontare complessivo dei
pagamenti ai Paesi produttori pubblicati è
aumentato di 5 volte, da 200 miliardi di
dollari a 1 trilione di dollari.
Fonte: EITI, factsheet, 2013.
La trasparenza e il contrasto alla corruzione
Governance, diritti umani e lavoro 23
dal 2005, si è dotata di nuove regole
al fine di migliorare la qualità delle
informazioni attualmente pubblicate
e di rendere l’Iniziativa una base per
più ampie riforme nei Paesi produttori.
eni si è attivata per diffondere il nuovo
standard a tutte le consociate nei
Paesi EITI di attività.
Nel 2013, eni è stata tra le
compagnie che hanno sottoscritto il
Memorandum of Understanding di
avvio dell’implementazione di EITI in
Trinidad & Tobago.
Nell’ottobre del 2013 è stato
pubblicato il primo report sui pagamenti
derivanti dalle attività estrattive
nel Paese. Nuovi report relativi ai
pagamenti sono stati pubblicati
anche in Norvegia, Repubblica del
Congo, Repubblica Democratica del
Congo, Indonesia e Iraq. A Timor
Leste, eni ha partecipato ai lavori del
Multistakeholder Working Group, in
particolare per l’implementazione dei
nuovi requisiti dell’EITI.
Un’informativa di maggior dettaglio
sui progressi dell’implementazione nei
Paesi è presente sul sito di eni.
Processo di implementazione
di EITI nei Paesi
Nel 2013 eni ha preso parte all’EITI
Global Conference e ha collaborato con
il Ministero degli Esteri e il Ministero
per lo Sviluppo Economico italiani per
l’“Open for Growth: Trade, Tax and
Transparency Event”, organizzato dalla
presidenza UK del G8.
Nella logica di assicurare il buon
governo delle risorse estrattive e
del loro utilizzo ai fini dello sviluppo
sostenibile del territorio, eni collabora
anche con il Vale Columbia Center
e partecipa al gruppo tematico sulla
“Good governance of extractive and
land resources” del UN Sustainable
Development Solutions Network (SDSN).
Nel 2013 eni si è attivata per diffondere il nuovo Standard EITI a tutte le consociate nei Paesi “Compliant” EITI.
Royalty pagate negli esercizi 2011-2013 in Italia
(migliaia di euro) 2011 2012 2013Royalty corrisposte (a) 203.886 237.517 298.383
- di cui allo Stato 97.682 96.948 138.302
- di cui alle Regioni 83.730 109.949 125.596
- di cui alla regione Basilicata 53.516 77.255 91.862
- di cui ai Comuni 22.474 30.619 34.486
(a) Il valore include eni SpA (Divisione E&P), enimed, Società Adriatica Idrocarburi e Società Ionica Gas.
24 eni for 2013
La trasparenza dei pagamentiPagamenti ai Paesi produttori aderenti all’Extractive Industries Transparency Initiative (EITI)
Paesi Anno (a) Valuta locale
Pagamenti in valuta locale
(migliaia)
Pagamenti in USD
(migliaia)
Totale dei pagamenti in USD
(migliaia)
Norvegia 2012 NOK 9.264.035 - 1.592.273 Profit Taxes (b) 9.212.315 1.583.384 Fees (c ) 51.720 8.889 Repubblica Democratica del Congo 2011 CDF 40.461 44 Profit Taxes (b) 40.461 44 Trinidad & Tobago 2011 TT$ 81.069 12.711 Profit Taxes (b) 81.069 12.711 Indonesia 2009 - 29.520 29.520 Profit Taxes (b) 29.520 29.520 Nigeria 2011 - 1.650.573 1.650.573 Profit Taxes (b) 1.073.957 1.073.957
Royalties 488.050 488.050
Fees (c ) 305 305
Other significant benefits to government agreed by MSWG 88.261 88.261 Timor Leste 2011 - 401.269 401.269 Host government’s production entitlement (eg Profit oil ) 205.826 205.826
Profit Taxes (b) 169.821 169.821
Royalties 2.757 2.757
Fees (c ) 410 410
Other significant benefits to government agreed by MSWG 22.455 22.455 Kazakhstan 2011 KZT 9.432.211 1.194.496 1.258.823 Host government’s production entitlement (eg Profit oil ) 417.705 417.705
Profit Taxes (b) 953.183 723.850 730.351
Bonuses (d ) 52.941 52.941
Other significant benefits to government agreed by MSWG 8.479.028 57.826
Repubblica del Congo (e ) 2012 100.523 100.523State-owned company production entitlement 41.034 41.034
Profit Taxes (b ) 16.851 16.851
Fees (c) 1.354 1.354
Bonuses (d) 15.000 15.000
Other significant benefits to government agreed by MSWG 26.284 26.284Mozambico 2011 MZN 110.029 1.100 5.142Profit Taxes (b) 110.029 4.042
Other significant benefits to government agreed by MSWG 1.100 1.100 Iraq 2010 43.750 43.750 Bonuses (d ) 43.750 43.750 Togo 2011 XOF 1.107.796 500 2.851 Profit Taxes (b) 1.107.796 2.351
Other significant benefits to government agreed by MSWG 500 500 Gabon 2010 - 25 25 Fees (c) 25 25
(a ) Ultimo esercizio fiscale locale a cui si riferiscono i dati e in cui è stata ef fet tuata disclosure EIT I.(b ) Imposte sul reddito e altre imposte sulla produzione.(c ) Canoni su licenze e concessioni.(d ) Bonus di firma, scoperta e produzione.(e ) Oltre all’importo rappresentato in tabella, una parte dei trasferimenti ef fet tuati da eni in Congo avviene in “kind” per un totale pari a 11.171 kboe che si riferiscono alla quota di profit oil e a royalties di spettanza della Repubblica del Congo al net to dei barili riconosciuti a eni dalla Repubblica del Congo in base ad accordi commerciali in essere.
Governance, diritti umani e lavoro 25
Tutela dei diritti umani
In occasione del 60° anniversario
della Dichiarazione Universale dei
Diritti Umani, i vertici di molte imprese
aderenti al UN Global Compact, fra
cui eni, hanno ribadito il proprio
impegno per il rispetto dei diritti
umani, riconoscendone la tutela come
prerequisito per operare nel mondo1.
Lo statement dell’AD ha contribuito
a rafforzare la consapevolezza che
il rispetto dei diritti umani non fosse
compito esclusivo dei soggetti pubblici,
ma che anche il settore privato potesse
svolgere un ruolo importante per la
loro tutela. Anche a seguito di questa
iniziativa nel 2011 il Consiglio per i
Diritti Umani dell’ONU ha approvato
i “Guiding Principles on Business
and Human Rights: Implementing
the United Nations ‘Protect, Respect
and Remedy’ Framework”, con cui
stabilisce che le imprese sono titolari
di precisi obblighi sui diritti umani.
Anche la Commissione Europea ha
inteso impegnarsi sul tema, includendo
questi principi nella propria strategia
e sostenendo la loro attuazione con lo
sviluppo di piani d’azione nazionali2. Nel
2013, ha pubblicato guide pratiche per
l’implementazione dei Principi Guida sui
Diritti Umani e le Imprese rivolte ai tre
settori ritenuti più a rischio: l’Oil&Gas,
l’ICT e le agenzie di lavoro.
Al Secondo Forum Annuale delle
Nazioni Unite su Diritti Umani e Imprese
– tenutosi a Ginevra nel dicembre del
2013 – si sono registrati circa 1.500
rappresentanti della società civile, degli
organismi internazionali, delle ONG
e delle aziende, provenienti da più di
100 Paesi, con l’obiettivo di monitorare
l’implementazione dei Principi Guida sui
Diritti Umani e le Imprese e discutere
soluzioni alle problematiche comuni.
Si tratta di un segnale di interesse e
partecipazione raccolto anche dagli
attori coinvolti nel dibattito relativo
alla definizione dei futuri Sustainable
Development Goals, che hanno
individuato i diritti umani non soltanto
come prerequisito trasversale alla
realizzazione di una crescita inclusiva,
ma anche come obiettivi a se stanti,
consentendo l’associazione di specifici
target attualmente in via di definizione.
Dichiarazione di impegno
Integrazione nei processie nella cultura aziendale
Comunicazione delle performance
Monitoraggio delle performance Valutazione degli impatti
Interventi basati sui risultatidelle valutazioni di impatto
Mitigazione degli impatti effettivi
Meccanismi di gestione delle problematiche a livello locale
(1) UN Global Compact.
(2) Oil and Gas Sector Guide on Implementing the UN Guiding Principles on Business and Human Rights, Commissione Europea.
26 eni for 2013
L’approccio di eni al rispetto dei diritti
umani si è sviluppato parallelamente al
dibattito internazionale, a volte anche
anticipando l’approvazione da parte
dell’ONU di documenti fondamentali
in ambito diritti umani e imprese.
Lo dimostrano le strategie, i sistemi
e i processi che eni ha adottato
o che sono in corso di realizzazione.
In particolare, nel 2013, gli
sforzi si sono concentrati sulla
sistematizzazione degli elementi
previsti dal sistema di gestione (“due
diligence”) richiesto dai Principi Guida
ONU sui Diritti Umani e le Imprese.
Inoltre, a seguito dell’entrata in vigore
della Final Rule della US Securities
and Exchange Commission sui Conflict
Minerals, eni ha avviato delle verifiche
per valutare se è possibile escludere
la presenza di “conflict minerals” nei
suoi prodotti. Si intendono per “conflict
minerals” lo stagno, il tungsteno,
il tantalio e l’oro provenienti dalla
Repubblica Democratica del Congo
(DRC) e dai Paesi confinanti, la cui
commercializzazione non è possibile
escludere che abbia contribuito a
finanziare gruppi armati e violazioni
dei diritti umani.
Valutazioni di impatto> I processi di valutazione di impatto
caratterizzati dall’alto contenuto tecnico,
hanno progressivamente guadagnato
Già nel 2010 eni ha approvato uno standard di valutazione integrata che comprende tutti gli elementi per l’analisi degli impatti sociali sulle comunità.
un posto di primo piano nel dibattito
internazionale per il ruolo che possono
avere nella prevenzione di potenziali
abusi sui diritti umani.
Già nel 2010 eni ha approvato uno
standard di valutazione integrata che
comprende tutti gli elementi per la
valutazione degli impatti sociali delle
proprie attività sulle comunità, in
coerenza con gli standard internazionali.
L’operazione che l’azienda sta
conducendo è quella di aggiungere
quanto non già previsto in materia di
diritti umani alle valutazioni di impatto
e di portare la propria esperienza
nella task force di IPIECA costituita
allo scopo di sviluppare indicazioni
condivise dall’industria petrolifera in
questo ambito.
La collaborazione tra principali
imprese dell’Oil&Gas ha portato alla
pubblicazione, nel mese di dicembre
2013 della guida “Integrating human
rights into environmental, social and
health impact assessments”.
Valutazioni dei rischi>Per la prima volta nel ciclo di risk
assessment compiuto nel 2013, i diritti
umani sono stati considerati sia dal
punto di vista dei contenuti, sia con
riferimento alle metriche di valutazione
degli impatti. La valutazione dei rischi
strategici aziendali include infatti la
verifica in merito ai rischi di violazione
dei diritti umani.
L’approccio di eni al rispetto dei diritti umani si è sviluppato parallelamente al dibattito internazionale, a volte anche anticipandolo.
Governance, diritti umani e lavoro 27
Requisiti per le imprese (Principi Guida ONUsui Diritti Umani e le Imprese) Azioni di eniDICHIARAZIONE DI IMPEGNO
Impegno per il rispetto dei diritti umani - Codice Etico e Modello 231- Linee Guida sui Diritti Umani- Policy di sostenibilità con sezione sui diritti umani- Riferimenti alla tutela dei diritti umani nelle policy: Le nostre persone,
I nostri partner della catena del valore, L’integrità nelle nostre operations
DUE DILIGENCE
Sistema di gestione Gruppo di lavoro trasversaleIndicazioni in materia di diritti umani nelle procedure operative di: Esplorazione e Sviluppo, Security, Risorse Umane, Procurement, HSE, Sustainability Stakeholders Engagement and Community Relations, Pianificazione e controllo.Metodologie e processi di valutazione dei rischi e degli impatti:- Integrazione dei diritti umani nelle valutazioni di impatto, di compliance
e nel risk assessment aziendale.Interventi basati sui risultati delle valutazioni degli impatti:- Progetti e iniziative specifiche sulle aree prioritarie individuate.Monitoraggio:- Indicatori raccolti su base annuale.Rendicontazione e comunicazione:- Sezioni sui diritti umani nella Relazione Finanziaria Annuale, sul sito
web e su eni for.
RIMEDIO
Attività di mitigazione - Canale di segnalazioni per le violazioni del Codice Etico dal 2001- Meccanismi di segnalazione presso le comunità locali - Processi per rimediare a eventuali impatti negativi- Partecipazione al progetto IPIECA sui meccanismi di raccolta e gestione
delle segnalazioni provenienti dalle comunità locali.
Anche questo processo beneficia
della partecipazione a un progetto
internazionale della Global Corporate
Community of Practice, un’iniziativa
per l’integrazione dei diritti umani nei
sistemi di risk management supportata
dal Gruppo di Lavoro ONU per i Diritti
Umani e le Imprese, nominato nel
2011 con il mandato di assistere
Stati e imprese nell’implementazione
dei Principi Guida.
Il lavoro per l’integrazione dei diritti
umani nei processi di valutazione
degli impatti e nel risk management,
si è affiancato alla prosecuzione
delle attività sulle aree di intervento
identificate come prioritarie nel corso
del progetto Human Rights Compliance
Assessment (HRCA).
Tale progetto ha portato ad effettuare
otto valutazioni di allineamento del
sistema di controllo interno agli
standard internazionali a partire dal
2008 ad oggi, di cui una a livello
Corporate e Divisione E&P e sette
in altrettanti Paesi. Focus particolari
risultano essere ad oggi l’attenzione
ai diritti dei lavoratori, le procedure di
acquisizione di terre e i meccanismi
di grievance, ossia raccolta e gestione
delle segnalazioni di problemi e
controversie da parte degli stakeholder.
8valutazioni di compliance in materia di diritti umani a partire dal 2008
28 eni for 2013
Standard di lavoro> L’impegno di eni è orientato al
progressivo miglioramento della
capacità di monitorare il rispetto delle
Convenzioni ILO sui diritti dei lavoratori e
la loro promozione presso le terze parti.
Nel corso del 2013 è stata effettuata
un’analisi puntuale delle normative
locali in tema di tutela della maternità
e delle eventuali prassi aziendali in
essere, nei Paesi di presenza, al fine
di valutare l’opportunità di definire un
approccio gestionale valido per tutte le
realtà operative di eni, in linea con gli
standard internazionali.
Nel corso del 2013 è stato completato
uno studio applicativo sugli standard
minimi di lavoro in cinque Paesi
strategici (Pakistan, Nigeria, Congo,
Iraq, Ungheria), con evidenza, ove
esistenti, delle divergenze tra la
normativa locale e le convenzioni
ILO in materia. Inoltre, a valle dello
studio, svolto in collaborazione con
SDA Bocconi, che aveva l’obiettivo di
realizzare una mappatura del sistema
di relazioni industriali di eni, nel corso
del 2013 è stato avviato un nuovo
progetto, dal profilo più operativo,
con l’obiettivo di definire il modello
per il governo delle relazioni industriali
a livello globale secondo un approccio
omogeneo ma nel rispetto delle
specificità territoriali.
Mappatura e gestione delle relazioni industriali
Land Management> eni ha l’obiettivo di sviluppare una
disciplina uniforme dei processi di
acquisizione di terre in coerenza
con gli standard e le best practice
internazionali, al fine di garantire il
rispetto di principi cardine quali il
diritto ad un’equa compensazione e la
considerazione delle istanze di coloro
i quali, pur sprovvisti di titoli formali,
derivano il proprio sostentamento dalle
terre oggetto di acquisizione.
Segnalazioni> eni ha
attiva dal 2001 la procedura per le
segnalazioni di controversie in merito
alla violazione del Codice Etico,
e quindi dei diritti umani, disponibile ai
lavoratori e a tutte le terze parti.
eni è impegnata a migliorare i
meccanismi di raccolta e gestione
delle stesse a livello locale.
Coinvolgimento
delle comunità (pag 61)
A tal f ine, eni partecipa a un progetto
promosso da IPIECA per svi luppare
l inee guida per i l settore O&G sui
Grievance Mechanism e ha avviato un
progetto pilota f inal izzato a svi luppare
un meccanismo di raccolta e gestione
dei reclami per le comunità locali
in Ghana e per definire le basi
di r i ferimento per una best practice
che possa valere per tutto i l gruppo.
È stato completato lo studio applicativo degli standard minimi di lavoro in cinque Paesi strategici.
Nel corso del 2013 è stata effettuata un’analisi puntuale delle normative locali in tema di tutela della maternità.
Governance, diritti umani e lavoro 29
Fascicoli di segnalazioni 2011 2012 2013
Fascicoli di segnalazioni pervenute su probabile violazione dei diritti umani (numero) 39 39 43
Fascicoli di segnalazioni su violazione dei diritti umani (chiusi nell’anno) 32 48 44
- segnalazioni non fondate o fondate almeno in parte con adozione di azioni correttive e/o di miglioramento
13 15 20
- segnalazioni infondate 19 33 24
Security> eni ha realizzato un
programma di formazione nel campo
dei dir i tt i umani che ha visto la
partecipazione dei Security Manager
e delle Forze di Sicurezza, pubblica e
privata, che svolgono la loro att ività
presso i sit i in Ital ia e al l ’estero.
I l progetto è in corso dal 2009 ed
è stato incluso dal Global Compact
delle Nazioni Unite e dai Principles
for Responsible Investment nella
pubblicazione “Responsible Business
Advancing Peace”, presentata al
Global Compact Leaders Summit i l
19 settembre 2013. Nel 2013 sono
state realizzate sessioni formative
destinate al personale delle forze
di sicurezza pubblica e privata
impegnato presso le realtà operative
in Indonesia e Algeria per un totale
di 208 persone. In Indonesia, sono
stati coinvolt i anche dipendenti di
altre società dell ’Oil&Gas nonché
rappresentanti di ONG locali.
Diritti umani e security 2011 2012 2013
Contratti di security contenenti clausole sui diritti umani % 50 65 84
Personale della security formato sui diritti umani (numero) 169 1.008 235
Siti critici coperti da assessment 30 11 21
Siti verificati tramite check list 147 121 194
Paesi con vigilanza armata a presidio dei siti 12 10 11
Ore di formazione di carattere specifico ai security manager 672 1.476 4.700
Popolazioni indigene> Nei contesti in cui sono presenti popolazioni
indigene è stata promossa l’adozione di politiche specifiche che sanciscono
l’impegno di eni a rispettare i diritti di tali popolazioni e a tenere nella dovuta
considerazione le loro aspettative nelle decisioni d’impresa.
Ad oggi sono state adottate Indigenous Peoples Policy per le operazioni di eni
in Australia e Norvegia.
In Norvegia eni si impegna a condurre le sue attività operative nel rispetto
dei diritti, dignità, cultura, fondi di sussistenza basati sull’util izzo delle
risorse naturali delle popolazioni Sami, a consultarsi con loro e a garantirne
l’appropriata partecipazione ai benefici derivanti dalle attività sviluppate.
In Australia l’attività di eni è localizzata onshore presso le tradizionali terre
aborigene ed è regolamentata attraverso un Land Use Agreement con il
Sono state adottate Indigenous Peoples Policy per le operazioni di eni in Australia e Norvegia.
30 eni for 2013
Fornitori sottoposti a procedure di qualifica incluso screeningsui diritti umani
16.000
14.000
12.000
10.000
8.000
6.000
4.000
2.000
2011
2012
2013
Nel 2013 una quota pari all’87% del procurato eni proviene da fornitori sottoposti a procedure di qualifica che includono screening sui diritti umani.
Northern Land Council. eni è
impegnata con la comunità locale di
Wadeye, attraverso la partecipazione
regolare a meeting organizzati da
un ente rappresentativo di 20 clan
della Regione. Inoltre, le relazioni
con gli altri stakeholder rilevanti, sia
relativamente alle attività industriali sia
a quelle sociali, sono gestite tramite
frequenti presenze in loco da parte del
Social Responsibility team, che include
un community liaison officer dedicato.
Catena di fornitura> L’impegno alla tutela dei diritti umani
si estende alla catena di fornitura,
in particolare alle fasi di selezione e
qualifica nonché al monitoraggio della
prestazione del servizio di fornitura.
Nel 2013,una quota pari all’87% del
procurato eni proviene da fornitori
sottoposti a procedure di qualifica che
includono screening sui diritti umani.
Per la valutazione della condotta dei
fornitori in maniera specifica sulle aree
di rilievo per i diritti umani nei luoghi
di lavoro, eni utilizza lo strumento
degli audit secondo lo standard
internazionale SA8000.
Nel 2013 sono stati effettuati audit
SA8000 su 14 fornitori / sub-fornitori
in Congo, Timor Leste, Pakistan ed
Ecuador. Inoltre, sono state chiuse 9
procedure di verifica a valle di audit
SA8000 svolti nel 2012 in Congo e
Ecuador.
Governance, diritti umani e lavoro 31
Sicurezza e asset integrity
eni ha posto negli anni un impegno
senza precedenti nella sicurezza,
che ha consentito di raggiungere
risultati significativi anche in relazione
alle medie di settore.
La prima preoccupazione di eni è il
benessere delle persone, la loro salute
e la loro sicurezza. La sicurezza deve
essere una cultura profondamente
radicata secondo la quale prendersi
cura di sé e degli altri viene prima di
qualsiasi altra cosa.
Una leadership efficace pone al primo
posto l’attenzione al benessere delle
proprie persone, dei propri colleghi e
dei propri collaboratori.
L’obiettivo primario dell’azienda è
sostenere i manager a tutti i livelli
come promotori attivi della cultura e dei
comportamenti orientati all’eccellenza
nella sicurezza. Non ci può essere
leadership se non c’è leadership in
sicurezza. Il compito di ogni persona di
eni è essere dei leader nella sicurezza.
“eni in safety” il principale programma
di comunicazione e formazione di
eni lanciato nel 2012, rappresenta
un nuovo modo di affrontare la
sicurezza. Alla base del programma
c’è la consapevolezza che la maggior
parte degli infortuni sul lavoro è legata
a fattori comportamentali e che è
necessario creare una cultura in cui la
sicurezza sia un valore trainante.
Il programma prevede diverse linee di
intervento, che riguardano lo sviluppo
di una campagna di informazione sulla
sicurezza rivolta a tutte le persone
dell’azienda, un progetto formativo
gestito secondo una logica a cascata,
la creazione di una safety faculty
composta dai migliori tecnici capaci di
coniugare competenza professionale e
gestione dell’aula.
“La sicurezza viene prima di tutto, prima dei risultati economici, prima degli indici operativi. È un terreno dove solo il numero zero ci piace”.Paolo Scaroni, AD eni
L’Agenda Post-2015 pone l’accento
sul tema del lavoro dignitoso, che
significa in primis lavoro sicuro.
La maggioranza della forza lavoro
mondiale lavora in condizioni precarie,
senza il supporto di adeguate misure
di sicurezza e senza il ricorso
a sistemi di protezione sociale,
soprattutto nei contesti di lavoro
informale. Secondo l’ILO i decessi
collegati a cause lavorative sono
dovuti per l’86% a malattie correlate
al lavoro e per i l restante 14% a
infortuni (dati 2008)1. Se si considera
questo quadro complessivo, che
unisce incidentalità a morbil ità, si
stima che l’ impatto
delle cattive pratiche di sicurezza
nei luoghi di lavoro e delle malattie
professionali ad esse correlate
corrisponda al 4% del PIL mondiale
(2012), con un peso di circa 2,8
tri l ioni di dollari tra costi diretti e
indiretti di infortuni e malattie2.
(1) ILO, Introductory Report: Global Trends and Challenges on Occupational Safety and Health, 2011.
(2) ILO, La Prevenzione delle Malattie Professionali, 2013.
32 eni for 2013
Il programma formativo, articolato su
tre anni, coinvolgerà progressivamente
il management aziendale e i
responsabili dei siti operativi, per un
totale di circa 20.000 persone.
La cultura della sicurezza si
accompagna all’applicazione dei
migliori standard e allo sviluppo di
condizioni di lavoro che garantiscono
l’incolumità di tutte le persone.
Oltre alla formazione delle
maestranze e alla conduzione di
massicce campagne di informazione
e formazione con la continua
testimonianza delle figure del top
management, le attività condotte
riguardano: la rivisitazione dei criteri di
qualifica e feedback delle società che
lavorano per eni e la definizione negli
ultimi 9 anni di obiettivi manageriali
legati ai risultati infortunistici in
maniera obbligatoria e trasversale a
tutti i settori di business.
Questi accorgimenti hanno prodotto
negli anni una serie di dati positivi
sugli infortuni e un miglioramento
continuo di performance.
eni ha infatti confermato il trend di
miglioramento dell’indice di frequenza
infortuni totali registrabili della forza
lavoro, risultato già nel 2012 migliore
rispetto a quello di settore.
L’indice LTIF del 2013 si attesta al
valore record di 0,35, il TRIR all’1,04.
eni sta lavorando all ’analisi del
numero di incidenti e infortuni che
sono avvenuti nel 2013 (213, i l 75%
in meno rispetto al 2006) e che sono
riconducibi l i per la gran parte (6 su
10) ad aspetti comportamental i quali
la disattenzione, i l mancato rispetto
delle procedure o i metodi di lavoro
inadeguati. In quest’ott ica, a seguito
dell ’analisi delle cause di infortunio,
sono state condotte e saranno
condotte att ività mirate al la riduzione
delle cause più frequenti di incidenti
gravi come le cadute dall ’alto, gl i
infortuni in it inere, la movimentazione
tubi e i lavori in spazi confinati.
Continuerà quindi l ’att ività mirata
al cambio culturale, in particolare
di contratt ist i e fornitori con azioni
di comunicazione diretta ed estesa
al la forza lavoro dei principali
sit i operativi, coinvolgendo tutta
la squadra eni, dalla l inea di
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2007
2006
Infortuni e LTIF forza lavoro eni
800
640
480
320
160
2,00
1,60
1,20
0,80
0,40
Num
ero
(Infortuni/ore lavorate) x 1.000.000
Infortuni contrattisti
Infortuni dipendenti
LITF forza lavoro
LTIF contrattisti
LTIF dipendenti
2011
2012
2013
2010
2009
Infortuni totali registrabili e TRIR
1.500
1.200
900
600
300
2,50
2,00
1,50
1,00
0,50
Trattamenti medici
Limitazioni al lavoro
Infortuni sul lavoro
TRIR
Num
ero
(Infortuni totali registrabili/ore lavorate) x 1.000.000
Governance, diritti umani e lavoro 33
business al le risorse umane agli
approvvigionamenti, affari legali e
HSEQ e veicolando messaggi chiave
quali il forte e continuo commitment
del vertice, l’importanza del controllo
operativo, la tolleranza zero per
chi non rispetta le regole, il nuovo
processo di qualifica e feedback ai
fornitori. eni individuerà all’interno
delle sue realtà operative dei safety
leader che creino con passione e
coraggio una cultura in cui la sicurezza
sia il valore trainante.
Dal punto di vista operativo l’analisi
non solo degli incidenti ma anche
dei cosiddetti “near miss” e la
conseguente predisposizione di
azioni correttive di tipo procedurale
o impiantistico, rappresentano un
elemento di continuo miglioramento.
Discorso a parte merita il tema
degli infortuni mortali che ancor
oggi in eni rappresenta il motivo
di maggiore preoccupazione nella
performance aziendale.
Nel 2013 sono avvenuti 6 incidenti
mortali di cui 4 a dipendenti Saipem
(in Indonesia, Angola, Arabia Saudita
e Brasile) e 2 a contrattisti (in Arabia
Saudita). Sono in corso ulteriori azioni
per intervenire e promuovere il cambio
culturale in particolare nella gestione
delle attività in contesti culturali ove la
gestione della sicurezza è affrontata
con meno rigore rispetto ai più severi
standard internazionali.
La sicurezza di processo e l’asset
integrity rappresentano aspetti
fondamentali nella prevenzione dei
rischi delle attività di eni.
La sicurezza di processo è
assicurata dalla corretta esecuzione
di tutte le fasi che vanno dalla
progettazione degli impianti e
attrezzature all’esercizio degli impianti
e dei processi.
La progettazione, avviene secondo
norme e standard internazionalmente
riconosciuti e prevede l’analisi dei
2009
2010
2011
2012
2013
2008
2007
Indice di mortalità di dipendenti e contrattisti
6
5
4
3
2
1(Info
rtun
i mor
tali/
ore
lavo
rate
) x 1
00.0
00.0
00
Indice di mortalità di dipendentie contrattisti
2009
2010
2011
2012
2013
2008
2007
Indice di mortalità di dipendenti e contrattisti
6
5
4
3
2
1(Info
rtun
i mor
tali/
ore
lavo
rate
) x 1
00.0
00.0
00
Indice di mortalità di dipendentie contrattisti
2009
2010
2011
2012
2013
TRIR eni vs TRIR settoriale
2,50
2,00
1,50
1,00
0,50
TRIR eni
TRIR settore
(Info
rtun
i tot
ali r
egis
trab
ili/o
re la
vora
te) x
1.0
00.0
00
Fonte: elaborazioni eni basate su documentazione pubblica di un panel di competitor
34 eni for 2013
rischi da parte di team interdisciplinari,
le cui osservazioni sono integrate nella
realizzazione degli impianti.
Nell’ambito dell’esercizio operazionale
le attività sono condotte entro i
parametri stabiliti dai manuali di
processo e da specif iche procedure
operative. Aff idabil i tà e integrità
strutturale delle apparecchiature sono
Per le imprese del settore petrolifero la formazione continua e lo sviluppo di elevate
competenze interne, specialistiche e manageriali, rappresentano strumenti strategici
per l’organizzazione. eni ha ottenuto negli ultimi anni un livello di occupazione in
oggetto di una costante e continua
manutenzione che garantisce elevati
l ivel l i di eff icienza.
Nel maggio 2013 eni ha partecipato
a uno dei più importanti eventi a
l ivel lo mondiale nel settore della
sicurezza di processo, i l 14th
International Symposium on Loss
Prevention and Safety Promotion in
the Process Industries presentando
alcune best practice nel settore della
raff inazione dove è stato avviato un
progetto pluriennale per rivedere
e aggiornare i l sistema di gestione
dell ’ integrità delle attrezzature con
l’obiett ivo di aumentare l’eff icacia
delle attual i capacità e metodiche di
manutenzione preventiva e preditt iva.
Lavoro
Secondo i l Rapporto presentato al la
Conferenza Internazionale del Lavoro
del giugno 2013 dal l ’ International
Labour Organizat ion, oltre 200
mil ioni di persone ( i l 6% del la forza
lavoro potenziale) sono disoccupate
nel mondo.
Se la r icerca di prosperità ed equità
a l ivel lo globale è i l pr imo obiett ivo
a cui tendono tutte le proposte
di definiz ione degl i Obiett iv i di
Svi luppo Sostenibi le, è chiaro come
questo dato sia da intendersi come
un concreto impedimento per i l
raggiungimento di tale scopo.
Questa è una del le ragioni che
fanno sì che alcune del le proposte
per l ’Agenda Post-2015, nonché la
lettura che ne dà i l World Business
Counci l for Sustainable Development,
espl ici t ino in modo chiaro i l
tema del lavoro, decl inandolo
nel l ’accezione di lavoro dignitoso,
marcando una differenza r ispetto ai
Mil lennium Development Goals, che
lo considerano un tratto implici to.
I l possibi le contr ibuto del settore
privato, in questo campo, è massimo.
Le caratter ist iche del l ’occupazione
che i l settore Oi l&Gas offre ne
fanno un volano di svi luppo in molt i
contest i. Si tratta infatt i di lavoro
special izzato, che r ichiede alta
formazione e ha grande spendibi l i tà
sul mercato a l ivel lo internazionale.
Le stesse caratter ist iche r iguardano
le professional i tà del l ’ indotto
generato sul terr i tor io, che è anche
caratter izzato da un’elevata stabi l i tà
data dal la durata degl i invest imenti.
Governance, diritti umani e lavoro 35
costante crescita (+27,8% dal 2005),
attraverso processi e azioni volte ad
acquisire personale nelle attività core,
finalizzati a mantenere e sviluppare al
proprio interno le competenze chiave che
hanno permesso di ottenere eccellenti
risultati operativi.
La difesa e la promozione
del lavoro di qualità
Per contribuire al raggiungimento di tali
obiettivi sono state realizzate specifiche
iniziative di formazione e di knowledge
management che supportano la
condivisione della conoscenza distintiva
di eni, l’aggiornamento del sapere e
la capacità di operare in un contesto
tecnologico complesso e in continua
evoluzione.
Iniziative di formazione
Nel 2013 gli interventi formativi si
sono focalizzati in particolare sullo
sviluppo del sapere specifico del
settore di eni, che si concretizza
anche attraverso la definizione dei
modelli delle professionalità come ad
esempio quelli rivolti alla formazione di
professionalità strategiche (area Drilling
Completion, Production, Geoscience,
Reservoir, corsi specialistici sui temi di
sostenibilità) e a popolazioni in sviluppo
di particolare interesse, anche realizzati
in collaborazione con business school e
istituti universitari di prestigio.
Sviluppo dei modelli professionali
Inoltre la tradizione industriale di eni
è caratterizzata da una profonda e
costante attenzione verso i temi della
sicurezza. Obiettivo degli interventi
formativi è anche quello di diffondere
il valore e la cultura della sicurezza,
la conoscenza delle norme in vigore,
l’applicazione delle azioni corrette e
degli strumenti adatti al fine non solo
di ridurre, ma di eliminare, gli incidenti
e gli eventi infortunistici. La formazione
infine è divenuta leva fondamentale di
sviluppo delle conoscenze necessarie
alla realizzazione delle nuove iniziative
di business, in particolare all’estero.
In questo ambito rientrano anche tutte
le attività formative a supporto dei
processi di internazionalizzazione.
Grande impegno è stato profuso nel
2013 sul fronte della gestione delle
Distribuzione geografica persone di eni nel 2013
15%
17%
21%
1%
33%
13%
Africa
Americhe
Asia
Australia e Oceania
Italia
Resto d’Europa
+27,8% crescita occupazione dal 2005
La formazione è una leva fondamentale di sviluppo delle conoscenze per realizzare nuove iniziative di business.
36 eni for 2013
conoscenze, in termini di Knowledge
Management, basato sullo sviluppo di
Comunità di Pratica (in tutto 65 con
oltre 5.600 partecipanti).
Strumenti di Knowledge Management
Nel corso del 2013 è stato effettuato il
design, lo sviluppo e il lancio del nuovo
portale della gestione della conoscenza
del settore E&P, denominato #KMS.
A seguito degli eccellenti risultati numerici
e per dare evidenza dell’impatto sul
business delle attività delle Comunità di
Pratica, sono state raccolte e diffuse 19
“storie di successo” (success stories)
provenienti dalle attività delle comunità
stesse. Questa metodologia, finalizzata a
rendere evidenti e concreti i vantaggi per
il business, verrà portata avanti anche
nei prossimi anni e costituirà il principale
indicatore dei risultati delle attività di
Knowledge Management in ambito E&P.
Nel 2013, inoltre, si è sviluppato,
sempre in E&P, il progetto pilota
Innovation Idea Management (IIM),
che ha avuto l’obiettivo di accrescere
le capacità innovative del settore
promuovendo la creatività delle persone
in tutto il mondo, attraverso una
piattaforma di collaborazione
e networking. I meccanismi di
co-creazione delle idee e la libera
partecipazione delle persone,
indipendentemente dalla posizione
geografica e dalla seniority, sono stati i
punti di forza del progetto, che sarà ora
applicato su scala più ampia.
Da maggio ad ottobre 2013, a fronte di
sette aree tematiche sfidanti identificate,
sono state fornite 111 nuove idee, 570
contributi, 900 voti e oltre 9.000 visite.
Durante la fase di valutazione, 17 nuove
idee sono emerse e alla fine 6 di queste
sono state selezionate dal Comitato di
Research and Development (R&D) e
diventeranno nuove iniziative di R&D nel
corso del 2014. Tutte le aree tecniche
hanno partecipato alla fase pilota,
coinvolgendo 780 persone, e il 16%
dell’attività è stata sviluppata dalle Unità
Geografiche estere.
Alla luce di questi risultati, la
metodologia di Innovation Idea
Management (IIM) sarà integrata
nel nuovo portale di Knowledge
Management e costituirà un ulteriore
punto di alimentazione per la
generazione di contributi in tema di R&D.
La valorizzazione delle professionalità
si realizza anche attraverso
l’implementazione di processi strutturati
di gestione e sviluppo delle persone.
Processi di performance, feedback e prospettiva a 360°
Rilevante ai fini dello sviluppo del
business è inoltre la capacità di essere
in sintonia con i contesti locali di
operatività e di intessere relazioni efficaci
di mutua collaborazione con i territori
di presenza eni, investendo, ovunque
nel mondo, sull’acquisizione di persone
locali e sulla loro crescita interna, anche
La valorizzazione delle professionalità si realizza anche attraverso processi strutturati di sviluppo delle persone.
65 comunità di pratica
Sistema di knowledge management
5.600partecipanti
Oltre
Governance, diritti umani e lavoro 37
Aust
ralia
Ital
ia
Ola
nda
Ung
heri
a
Bel
gio
Ger
man
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Fran
cia
Libi
a
Rom
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Bra
sile
Egit
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nesi
a
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sia
Indi
aVALORE MEDIO
GLOBALE 135
50
100
150
200
250%
Rapporto tra salario minimo eni e salario minimo di mercato
in posizioni di responsabilità.
Il costante aumento registrato negli ultimi anni di personale assunto all’estero
(+60,7% dal 2005) e in particolare delle posizioni di responsabilità assegnate
al personale locale (+59% dal 2005), testimonia l’impegno di eni per
l’internazionalizzazione del proprio business e la valorizzazione di tutte le sue
persone. Nel 2013 sono state “localizzate” – ovvero affidate a persone locali
invece che a espatriati – complessivamente 64 posizioni. Le posizioni manageriali
gestite da personale locale passano da 22,82% nel 2011 a 27,9% nel 2013.
Il fronte complementare alla valorizzazione delle persone locali è quello della
possibilità di sviluppare percorsi di carriera internazionali, che si basa sulla
diffusione di pratiche volte alla gestione dei processi di mobilità internazionale.
Nel 2013 sono state emesse le nuove istruzioni per le assegnazioni internazionali
presso sedi urbane e campi, con l’obiettivo di promuovere, in modo chiaro e
trasparente, le opportunità di assegnazione internazionale in tutto il mondo per le
persone di diversa nazionalità.
Il percorso di definizione degli SDGs pone il tema del lavoro, inteso sia come
condizioni di lavoro sia come remunerazioni, al centro dello sviluppo sostenibile.
+60,7%
27,9% aumento di personale assunto all’estero dal 2005
personale locale in posizioni manageriali nel 2013
38 eni for 2013
Il contributo di eni al tema del lavoro
nella prospettiva degli obiettivi di
sviluppo sostenibile globale, si declina
proprio in questi termini: garantire
un lavoro qualificato, equamente
retribuito, caratterizzato da alti standard
di sicurezza che, privilegiando le
assunzioni di persone locali, è anche
in grado di contribuire allo sviluppo
economico e sociale dei territori
in cui opera.
Nei contesti aziendali dove si
sono resi necessari processi di
ottimizzazione del business, il sistema
partecipativo di relazioni industriali ha
rappresentato una leva fondamentale
per gestire efficacemente i processi di
riorganizzazione che hanno interessato
l’azienda. A tale riguardo, attraverso
un’intensa attività di consultazione
e confronto con le organizzazioni
sindacali, nel corso del 2013
sono state prodotte intese volte a
supportare e favorire i processi di
efficienza degli assetti organizzativi
e produttivi di siti industriali di eni
in difficoltà. L’accordo di febbraio
2013 sottoscritto per lo stabilimento
petrolchimico di Assemini ha consentito
la riqualificazione degli asset,
attuando contestualmente un piano
di riconversione professionale delle
risorse interessate. Anche l’accordo
sul progetto di riqualificazione dello
stabilimento petrolchimico di Priolo
siglato nel mese di marzo 2013 ha
utilizzato quali leve per rilanciare la
competitività dell’impresa, il ricorso
alla flessibilità organizzativa, alla
flessibilità dell’orario di lavoro e la
polivalenza operativa necessaria per
garantire la collocazione delle risorse
in funzione delle specifiche necessità
contingenti anche attraverso momenti
di formazione specifica.
L’accordo sulla riconversione industriale
della Raffineria di Gela, siglato nel
mese di luglio 2013, interviene in una
fase in cui l’industria della raffinazione
attraversa una profonda crisi strutturale
che ha prodotto, tra l’altro, anche in
Italia un forte calo della domanda dei
prodotti petroliferi e una contrazione dei
margini di raffinazione ai minimi storici.
A Gela queste criticità hanno
comportato la necessità di rivedere
il modello industriale applicato nel
sito al fine di avviare un piano di
rilancio della raffineria con l’obiettivo
di recuperare competitività e,
quindi, porre le condizioni per una
raffineria economicamente solida,
più ecocompatibile ed attenta al
territorio. Tale piano verrà sviluppato
sia garantendo la valorizzazione
delle professionalità presenti su
Gela attraverso lo sviluppo di nuove
iniziative di carattere industriale, lo
sviluppo del centro di formazione,
team qualificati per la sicurezza,
attività di decommissioning e
realizzazione di nuovi investimenti,
Un’intensa attività di consultazione e confronto con le organizzazioni sindacali ha supportato i processi di efficienza degli assetti organizzativi e produttivi di siti industriali di eni in difficoltà.
Governance, diritti umani e lavoro 39
bonifiche impianti e suoli, sia
util izzando ricollocazioni nel circuito
eni e strumenti di ammortizzazione
sociale in grado di attenuare gli impatti
sulle risorse interessate.
Per favorire l’ingresso e il reinserimento
nel mondo del lavoro eni, attraverso
Eni Corporate University, ha elaborato
il progetto “Trust is Energy”, partito
nel 2013 per fornire borse di studio e
supporto per la formazione di giovani
meritevoli, nell’ambito di progetti di
qualificazione professionale e/o di
recupero personale e sociale che li aiutino
a superare una situazione di difficoltà.
“Anche la fiducia genera energia”
Il progetto è portato avanti attraverso tre
convenzioni:
• Provveditorato Regionale
dell’Amministrazione Penitenziaria
della Lombardia (giovani detenuti);
• l’Istituto Martinitt
(giovani extracomunitari);
• l’Ufficio Pio della Compagnia
di San Paolo (ex detenuti).
eni è consapevole che la grande
varietà dei contesti in cui opera
e la diversità delle persone che
lavorano al suo interno è un
elemento di specificità del business
e una ricchezza che va valorizzata
opportunamente attraverso la gestione
inclusiva e non discriminatoria.
Progetto Trust is energy
Per sensibilizzare sul tema tutte le
proprie persone, eni nel 2013, ha
sviluppato, in collaborazione con Eni
Corporate University e l’International
Labour Organization (ILO), un corso
online che approfondisce la
Convenzione ILO 111, la fonte che
in ambito normativo internazionale
disciplina la discriminazione in materia
di impiego e nelle professioni.
Convenzione ILO
Tale iniziativa, sviluppata all’interno del
più ampio impegno di eni a tutela dei
diritti umani, nasce dalla convinzione che
la consapevolezza di tutte le persone
sull’importanza dell’uguaglianza e della
non discriminazione sia un requisito
per la creazione di un ambiente
inclusivo, che favorisca il rispetto e la
valorizzazione di tutte le diversità.
Tutte le persone eni nel mondo
potranno accedere liberamente
al corso, disponibile nell’intranet
aziendale in italiano, inglese e russo.
Inoltre, per il 2014, è previsto un
percorso di formazione online con
contenuti tecnici specifici per la
funzione del personale e obbligatorietà
di partecipazione, al fine di rafforzare
le competenze necessarie a prevenire
comportamenti gestionali di carattere
discriminatorio e supportare tutte le
persone di eni in questo specifico
ambito. Oltre a quella rappresentata
dalle persone di altri Paesi, fra le
diversità presenti in azienda quella fra i
generi è di particolare importanza.
Obiettivi già presenti tra gli MDGs,
l’uguaglianza di genere e il ruolo delle
donne saranno molto probabilmente
parte dell’Agenda Post-2015.
eni è consapevole che la diversità delle sue persone è una ricchezza da valorizzare attraverso una gestione inclusiva e non discriminatoria.
40 eni for 2013
Nel corso del 2013 eni ha confermato l’impegno volto a incrementare le quote di
genere nell’ambito degli organi sociali delle proprie società controllate.
Nel 2013 si è raggiunta una quota rilevante di rappresentanza femminile negli
organi delle 47 società controllate in Italia, dove nei CdA la percentuale è del
24,3% mentre è del 27,4% nei Collegi sindacali.
Donne nei board
La sensibilizzazione sul tema e il governo delle azioni correlate hanno consentito di
anticipare di un anno il raggiungimento degli obiettivi posti dalla normativa.
Per quanto riguarda le società controllate estere, le nomine nei consigli di amministrazione
hanno mantenuto l’obiettivo di tendere al raggiungimento di 1/5 di presenza femminile
nelle realtà in cui non siano presenti vincoli normativi e specificità locali. Nell’ambito
di tale perimetro, a fronte di una presenza femminile del 11,2%, raggiunta nel 2013
sul totale delle cariche, le sole cariche di competenza eni interessate da nomine nel
corso dell’anno sono state il 25,84%. È stato inoltre progettato e avviato un prototipo
di cruscotto di monitoraggio della diversificazione dei componenti degli organi di
amministrazione delle società controllate di eni che è finalizzato all’estrazione degli
indicatori di diversity all’interno dei board (genere, esperienza, nazionalità, formazione).
24,3%
27,4% rappresentanza femminilenelle società controllate in Italia
rappresentanza femminilenei Collegi sindacali in Italia
L’uguaglianza di genere nel mondo
del lavoro, intesa non solo come
opportunità di accesso a forme di
impiego remunerato, ma soprattutto
come possibi l i tà di svi luppo
professionale, è prerequisito
dell ’emancipazione femminile
anche al l ’ interno delle ist i tuzioni
democratiche e nella società in
generale. In l inea con questa
visione si pone anche i l processo
di definizione degli SDGs, e molt i
possibi l i target hanno come oggetto
proprio la parità di genere, con
declinazioni che riguardano la sfera
pubblica e privata.
Un aspetto particolarmente ri levante
riguarda la valorizzazione delle donne
nei percorsi di carriera, incluse le
cariche social i delle imprese.
I l rapporto CONSOB “On Corporate
Governance of Ital ian l isted
Companies” del novembre 2013
mostra che a quella data i l 17% dei
posti di consigl iere fosse ricoperto da
donne (a f ine 2011 erano i l 7,4%)1,
un dato che avvicina i l Paese al le
medie europee, ad esempio al la
Francia (22%)2.
Questi numeri sono i l r isultato della
legge 120/2011 che ha
introdotto in Ital ia l ’obbligo
temporaneo di r ispettare un’equa
rappresentanza di genere nei Consigl i
di Amministrazione e Collegi Sindacali
delle società quotate e partecipate
pubbliche, ma sono anche i l frutto
dell ’ impegno delle aziende,
che hanno colto l’occasione della
nuova norma per investire in un
rinnovamento delle proprie cariche
social i improntato al la valorizzazione
del merito e delle competenze,
a beneficio delle imprese stesse
e del Paese.
(1) CONSOB, Report on Corporate Governance of Italian Listed Companies, 2013.
(2) European Commission, Women in Economic Decision Making in the EU, 2012.
Governance, diritti umani e lavoro 41
eni mantiene una grande attenzione
all’attivazione di politiche aziendali
che permettano un work life balance
efficace per le persone. Infatti,
anche per il 2013 è proseguito
l’impegno nel proporre un modello di
welfare aziendale qualitativamente e
quantitativamente consistente.
Sono stati riconfermati come prioritari
i programmi “Work Life Balance”
e “Creche and Nursery School”,
organizzati con l’obiettivo di supportare
le persone eni nella gestione dei figli.
Iniziative di welfare
Copertura di protezione sociale per regione
Popolazione senza
alcun tipo di protezione
sociale
Copertura protezione
sociale
EAP Est Asia e Pacifico
ECA Europa e Asia Centrale
LAC America Latina e Caraibi
MNA Medio Oriente e Nord Africa
SAS Asia del Sud
SSA Africa Subsahariana
LAC
MNA SA
S
SSA
ECA
EAP
100
90
80
70
60
50
40
30
20
10
(% p
opol
azio
ne)
La salute è elemento imprescindibile
da tenere in considerazione quando si
parla di qualità del lavoro.
eni oltre ad attivare tutti i necessari
interventi volti alla protezione della
salute dei lavoratori in relazione
alle specifiche attività svolte,
è particolarmente attenta alla
promozione di corretti stil i di vita
e, nell’ambito di progetti specifici,
fornisce gli strumenti necessari per la
cura e l’assistenza.
A tal fine, eni opera su tre distinti
l ivelli di intervento:
• prevenzione primaria, finalizzata alla
diffusione di stil i di vita più salutari
con la campagna di comunicazione
“eni wellness program” e il sito web
“Promozione salute”; ma soprattutto
con il programma “my trainer
online” (myto) che ha l’obiettivo
di migliorare i comportamenti
attraverso sane e semplici scelte
quotidiane, quali l’equilibrio
nutrizionale, l’attività fisica,
il controllo dell’alcool e del fumo;
• prevenzione secondaria attraverso
l’attuazione di screening approfonditi
volti ad individuare in fase iniziale
l’insorgere di gravi patologie
oncologiche con il programma
“Previeni con eni”;
• prevenzione terziaria, con il progetto
“Una rete solidale per attuare le
norme a tutela dei lavoratori malati
di cancro sui luoghi di lavoro”
che prevede la promozione di una
corretta informazione sulla malattia
oncologica e l’istituzione di varie
modalità di aiuto a sostegno di chi è
colpito da tumore in età lavorativa.
Promozione della salute
La copertura della protezione
sociale rappresenta un problema
di grande rilevanza per molte
regioni povere del mondo. Come
è possibile vedere dal grafico che
riporta i dati per gli anni 2005
– 2010, in alcune Regioni del
mondo il numero di persone che
non ricevono alcuna copertura
sociale è significativamente
maggiore del numero di persone
con copertura sociale.
Fonte: ASPIRE, the atlas of Social Protection - World Bank.
44 eni for 2013
Risorse naturalie biodiversità impegno ambientale è uno degli elementi portanti della
strategia di sostenibilità di eni e ha le sue radici nel
contributo dato dal settore privato già alla conferenza mondiale
di Rio del 1992. Oltre venti anni dopo, eni continua il proprio
impegno sui temi ambientali attraverso il miglioramento continuo
dei risultati, ottenuto anche grazie a un sistema di gestione
integrato di Salute, Sicurezza e Ambiente e con il lavoro di circa
5.000 persone appartenenti a questa famiglia professionale.
L’
Strategia ambientale
Nel 2015 eni ha come obiettivo la certificazione del 100% delle realtà a rischio HSE significativo.
Le sfide da affrontare sui temi
ambientali emergenti per il settore
petrolifero sono molteplici. L’impegno
di eni è volto a individuare e
implementare tecnologie e pratiche
in grado di minimizzare gli impatti
sull’ambiente fin dai primi stadi del
ciclo operativo anche in contesti
particolarmente sensibili.
La gestione e la protezione
dell’ambiente
L’elemento portante a supporto di questo
obiettivo è rappresentato da un adeguato
sistema di gestione integrato di Salute
Sicurezza e Ambiente (HSE). Nel 2015
eni ha come obiettivo la certificazione
del 100% delle realtà a rischio HSE
significativo in accordo con i migliori
standard internazionali (ISO 14001 e
OHSAS 18001).
Gli sforzi di eni saranno concentrati nei
prossimi anni sui seguenti aspetti:
• riduzione della carbon intensity di
tutti i settori di attività e promozione
dell’efficienza energetica;
• individuazione e adozione di linee
Risorse naturali e biodiversità 45
guida e pratiche operative integrate
alle attività che assicurino la
riduzione del footprint ambientale
e la conservazione delle risorse
naturali in particolare nelle aree
sottoposte a stress idrico
e ad alta biodiversità;
• adozione delle migliori tecnologie e
definizione di tecnologie proprietarie
per ridurre i rischi ambientali o
promuovere nuove attività nell’ambito
di una green inclusive economy;
• utilizzo del Remote Sensing nel
monitoraggio ambientale anche
mediante l’Unmanned Aerial Vehicles;
• introduzione degli Autonomous
Underwater Vehicles nel monitoraggio
offshore anche con tecnologie
proprietarie;
• conferma degli impegni e
miglioramento delle performance
ambientali in accordo alle
aspettative dei principali stakeholder.
Upstream> Nel settore upstream
la riduzione degli impatti delle attività
esplorative, cui eni ha dedicato gran
parte dello sforzo in innovazione
tecnologica, è garantita dall’adozione di
tecniche di modellistica all’avanguardia,
dall’applicazione di tecnologie a bassa
invasività e dall’utilizzo di procedure
operative per la mitigazione dei potenziali
effetti del suono generato dalle attività
sismiche in ambiente marino.
eni ha ottenuto per 10 anni consecutivi il
risultato di “zero blow-out”, nonostante le
aumentate difficoltà delle aree operative
e la crescita delle attività offshore.
La strategia ambientale nelle attività
di produzione è differente a seconda
della maturità dei campi operati.
Le attività consolidate di eni hanno
come obiettivo primario la riduzione
degli impatti ambientali, ovvero la
riduzione del gas flaring e l’aumento
della reiniezione delle acque di
produzione, grazie alla realizzazione di
infrastrutture in accordo con i Governi
locali. Nei nuovi progetti il focus è
invece sull’integrazione, già nelle fasi di
progettazione, della massima efficienza
energetica, della valorizzazione del
gas associato e della minimizzazione
degli impatti su biodiversità e servizi
ecosistemici.
Da oltre un decennio eni integra la
gestione delle tematiche di biodiversità
e dei servizi ecosistemici in tutte
le sue realtà operative nazionali e
internazionali e lungo tutto il ciclo di
vita progettuale. I siti operativi vengono
valutati considerando la loro vicinanza
ad aree ad alto valore di biodiversità
e la presenza di specie a rischio di
estinzione al fine di identificare i luoghi
prioritari dove implementare valutazioni
a più alta risoluzione. Il risultato finale
è la definizione di piani d’azione il
cui obiettivo è quello di mitigare
“The Future We Want”, il documento
che rappresenta l’output principale della
Conferenza Rio+20 del giugno 2012,
ribadisce l’importanza della protezione
ambientale come fattore essenziale
per lo sviluppo sostenibile del Pianeta.
La protezione dell’ambiente è un tema
trasversale associato alla crescita
verde e inclusiva, alla promozione
e conservazione della biodiversità
e in generale al benessere della
collettività. Il dossier, inoltre, riconosce
il ruolo fondamentale della diversità
biologica e di un ambiente salubre
come presupposto necessario per la
fornitura di servizi – ecologici, genetici,
economici, scientifici, educativi,
culturali, estetici – essenziali al
sostentamento e al benessere del
genere umano.
Il processo di definizione degli
SDGs avviato a valle dei lavori
della Conferenza di Rio+20 pone
l’accento su queste tematiche facendo
riferimento, tra gli altri target, al
raggiungimento di obiettivi globali di
sviluppo di sistemi energetici puliti,
che siano in grado di garantire ridotte
emissioni di sostanze climalteranti,
e sistemi di efficienza idrica.
Fonte: UN, The Future We Want, 2012.
46 eni for 2013
efficacemente tutti i possibili impatti operativi e al contempo identificare opportunità
per contribuire alla conservazione della biodiversità e/o dei servizi ecosistemici
locali. Sulla base di criteri scientifici e delle migliori pratiche di conservazione della
biodiversità, la mappatura è effettuata considerando un’area di influenza attorno ai
siti sufficientemente ampia da includere gli impatti primari, secondari e cumulativi
potenzialmente associati alle realtà operative. Il 17% dei siti operativi sono stati
identificati come prioritari per la loro vicinanza ad aree ad alto valore di biodiversità.
L’obiettivo fissato è di aumentare il numero di questi siti che sono dotati di un piano
d’azione ad hoc per la biodiversità. Nell’ambito della mappatura dei siti nelle aree a
stress idrico, eni continua ad applicare il Global Water Tool for Oil&Gas sviluppato
dal World Business Council for Sustainable Development e IPIECA contribuendo
ad identificare i siti sui quali applicare l’analisi di dettaglio e sviluppare un water
management plan. Analogamente eni promuove una gestione efficiente della risorsa
idrica soprattutto nelle aree a stress idrico e il mantenimento e miglioramento degli
ecosistemi acquatici, attraverso la minimizzazione degli impatti in termini quali-
quantitativi delle proprie attività e la definizione di target di riduzione per i siti ad alto
consumo. In particolare eni prevede di raggiungere l’obiettivo di riduzione del 3%
dei consumi di acqua dolce in aree a stress idrico nei tre siti Bir Rebaa Nord, Menzel
Lejmet Est e Abu Rudeis rispettivamente i primi due in Algeria e l’ultimo in Egitto.
Ad oggi meno del 20% degli impianti di produzione di idrocarburi è situato in zone
ad elevato stress idrico. Le azioni di mitigazione ai fini della gestione sostenibile delle
risorse idriche comprendono la protezione degli ecosistemi, la cooperazione con gli
altri soggetti pubblici e privati, la gestione del rischio connesso alle eventuali alluvioni
o siccità, un uso minimo dell’acqua potabile anche in funzione delle esigenze delle
comunità locali e la gestione virtuosa dei reflui. Vengono, inoltre, identificati e sostituiti
materiali, processi e fornitori o gruppi merce ad elevato consumo di acqua.
Downstream> Il settore downstream è caratterizzato dalla presenza di
attività diversificate in ambito europeo: le attività di raffinazione, della chimica e di
generazione elettrica. Il mantenimento e il rafforzamento delle attività in Europa,
in controtendenza rispetto al settore, ha determinato un massiccio investimento
nelle migliori tecnologie, anche dal punto di vista ambientale.
Il settore della raffinazione ha sviluppato misure per la riduzione delle emissioni di
SO2 pur strutturando parte degli asset per la lavorazione specifica di greggi pesanti.
La raffinazione di eni è attrezzata per produrre solo carburanti di qualità, con
eni ha ottenuto per 10 anni consecutivi il risultato di “zero blow-out”.
eni promuove una gestione efficiente della risorsa idrica soprattutto nelle aree a stress idrico.
Risorse naturali e biodiversità 47
contenuti di zolfo inferiori ai 10 ppm.
Il settore della raffinazione ha ridotto
negli ultimi quattro anni le sue emissioni
di SO2 del 61% (in termini di emissioni
assolute) e del 53% (in termini di indice
di emissione per unità di prodotto
lavorato) e ha l’obiettivo di ridurre nei
prossimi anni le emissioni di ulteriori
740 t/anno. Inoltre, la produzione di
carburanti di qualità e più efficienti riduce
notevolmente l’emissione di inquinanti
del cliente finale, garantendo un minore
impatto nel ciclo di vita complessivo del
prodotto. In quest’ottica rientrano anche
la riconversione della Raffineria di Gela e
la nuova bio-raffineria di Venezia.
Risultati ambientali della bioraffinazione (pag. 81)
Anche il settore della chimica è stato
oggetto di un rilancio degli investimenti e di
una riduzione massiva del proprio impatto.
La riduzione del 50% del consumo di
acqua dolce prevista nel quadriennio
e l’avvio di un progetto ambizioso di
efficienza energetica testimoniano come
l’attenzione all’ambiente sia prioritaria
anche in questo settore.
Il risparmio energetico di eni (pag. 58)
Anche Versalis, la società chimica di
eni, ha investito in ricerca e in impianti
per il nuovo settore della chimica verde.
Gli investimenti in chimica verde (pag. 83)
Il settore termoelettrico di eni,
attraverso la controllata enipower, è
stato caratterizzato da investimenti di
oltre 3 miliardi (2001-2013) che hanno
permesso di ridurre le emissioni specifiche
di CO2 per KWh equivalente prodotto
di oltre il 30% rispetto alla media del
parco termoelettrico europeo. Questo
risultato è stato ottenuto grazie all’utilizzo
del gas naturale in ciclo combinato
cogenerativo e ha consentito anche di
azzerare quasi interamente le emissioni
di SO2. Nonostante gli indici di emissione
e di consumo di acqua siano i migliori
nel settore (406 gr CO2, 0,158 gr NO
X
e 0,017 m3 di acqua per ogni KWh
equivalente prodotto) è in corso un
ulteriore progetto per la riduzione degli
autoconsumi di energia e il perseguimento
di una maggiore efficienza energetica.
Di rilievo per l’ambiente in Italia è l’attività
di Syndial, società creata allo scopo di
condurre le bonifiche di 50 siti industriali
(oltre 4.000 ha di superficie), sovente siti
di soggetti terzi presi in carico da eni.
L’obiettivo di eni è non solo quello di
ripristinare il valore dei suoli ma anche
di mantenere i siti industriali attivi e di
installare tecnologie all’avanguardia e
che rappresentino un riferimento per le
attività di bonifica. Sono stati costruiti
impianti unici al mondo come quelli per il
Trattamento delle Acque di Falda (TAF) di
Gela e Priolo, in Sicilia, che permettono la
produzione di acqua osmotizzata di alta
qualità per usi industriali a partire da acque
di falda ad alta salinità e con contenuti di
idrocarburi sino a 12.000 ppm. Nel sito
di Priolo, nel periodo 2003-2013 sono
stati spesi 400 milioni di euro di bonifica,
e a Gela, nel 2013, è stata avviata la
produzione di energia elettrica da fonte
solare dall’impianto enipower (una centrale
fotovoltaica da 5 MWp) realizzato sull’ex
discarica fosfogessi bonificata.Il progetto
del nuovo campo fotovoltaico è frutto della
collaborazione di enipower con Syndial,
che ha potuto in questo modo ridurre
significativamente i costi del “capping”
della discarica, della Raffineria di Gela, che
ha realizzato le connessioni alla propria
rete elettrica e di Saipem, che ha fornito
servizi di ingegneria. L’impianto, che potrà
erogare fino a 5 MW, eviterà l’emissione in
atmosfera di circa 4.500 tonnellate annue
di anidride carbonica.
-740 t/anno di emissioni di SO2
nei prossimi anni nella raffinazione
Il settore della chimica ha l’obiettivo di ridurre del 50% i consumi di acqua dolce.
-61% di emissioni di SO2 negli ultimi 4 anni nella raffinazione
50 eni for 2013
Energia sostenibile e cambiamento climatico
Strategia di contrasto al cambiamento climatico
econdo il Segretario Generale delle Nazioni Unite
Ban Ki-Moon “L’energia è il filo rosso che connette la
crescita economica, il miglioramento dell’equità sociale e la tutela delle
risorse ambientali che consentono al mondo di prosperare1”.
eni crede che il contributo all’accesso all’energia nei Paesi in cui
opera, attraverso l’efficienza energetica e l’utilizzo sostenibile di tutte le
risorse, sia un esempio concreto della validità di questa affermazione.
(1) Messaggio al World Energy Congress, 2013.
S
Pur in un contesto in grande
evoluzione, gli idrocarburi rimarranno
a lungo la principale fonte energetica
a livello mondiale anche secondo
l’International Energy Agency (IEA)1.
Nei prossimi decenni il petrolio e
il gas naturale rappresenteranno
fonti insostituibili per il benessere
umano, sia per quanto riguarda
l’emancipazione dalla povertà di
centinaia di milioni persone nei Paesi
in via di sviluppo, sia per la tenuta
produttiva e occupazionale dei Paesi
sviluppati. L’impiego di fonti rinnovabili,
pur crescendo nei prossimi decenni,
continuerà a soddisfare solo una
parte della domanda di energia futura.
L’utilizzo razionale dei combustibili
fossili e l’identificazione di nuove
opzioni sostenibili devono consentire
di perseguire al contempo
lo sviluppo economico, la tutela
dell’ambiente e la mitigazione dei
cambiamenti climatici. Un fronte su cui
le Oil&Gas indirizzano maggiormente i
loro sforzi di riduzione delle emissioni
è quello della riduzione del gas
flaring, che dimostra avere un trend
decrescente sia a livello aggregato sia
a livello dei maggiori Paesi produttori.
(1) IEA, World Energy Outlook, 2013.
Capitolo 3_B.indd 50 29/05/14 15:29
Energia sostenibile e cambiamento climatico 51
La sfida per le compagnie energetiche
e per eni è quella dell’util izzo
razionale dei combustibili fossili e
dell’identificazione di nuove opzioni
sostenibili per perseguire al contempo
lo sviluppo economico, l’accesso
all’energia per chi ne è attualmente
escluso, la tutela dell’ambiente e la
mitigazione dei cambiamenti climatici.
Tale sfida va affrontata con una
duplice prospettiva, di breve e medio-
lungo periodo.
Nel breve periodo, eni ritiene che
occorra perseguire l’uso sostenibile
dei combustibili fossili. Tutti i Paesi,
a partire da quelli industrializzati e
dalle economie emergenti, devono
impegnarsi a raggiungere la massima
efficienza nell’util izzo delle fonti fossili.
In questo contesto, il settore privato
deve giocare un ruolo da protagonista.
Nel medio-lungo, periodo eni
ritiene sia necessario rendere il
mix energetico più sostenibile
promuovendo le fonti a basso
contenuto di carbonio, a partire
dal gas naturale e dalle rinnovabili,
e favorendo i progetti di ricerca
finalizzati a sviluppare tecnologie
sempre più efficienti.
Da anni eni è impegnata nella lotta
ai cambiamenti climatici attraverso la
riduzione del flaring e l’incremento
dell’efficienza energetica.
2011
2012
2013
2010
2009
2008
2007
Emissioni dirette di GHG
70
60
50
40
30
20
10
mln
ton
CO2e
q
Emissioni dirette di GHG
Di cui da flaring
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
Indice di emissione CO2
1.400
1.200
1.000
800
600
400
200
R&M (ton CO2eq/uEDC)
E&P (ton CO2eq/ktep)
G&P (gCO2eq/kWheq)
eni è impegnata nella lotta ai cambiamenti climatici attraverso la riduzione del flaring e l’incremento dell’efficienza energetica.
52 eni for 2013
Riguardo alla riduzione del flaring, eni
prosegue il suo impegno in qualità di partner
dell’iniziativa “Global Gas Flaring Reduction”
della World Bank. eni ha anche adottato
un programma di progressiva riduzione del
gas flaring e la promozione dell’Accesso
all’Energia nell’Africa Subsahariana.
La riduzione del gas flaring è fortemente
legata alla capacità dei Paesi in cui
eni opera di investire in infrastrutture
energetiche capaci di valorizzare il gas
naturale (gasdotti, distribuzione locale,
terminali LNG, centrali elettriche). eni
ha superato tali difficoltà investendo
direttamente nella realizzazione di centrali
elettriche e gasdotti attuando soluzioni
che hanno garantito il progresso del
Paese ospitante. Tra il 2007 e il 2013
eni ha ridotto i volumi di gas associato
inviati a flaring del 65%. Al 2013 i volumi
di gas associato bruciato in torcia sono
ripartiti sostanzialmente in tre Paesi:
Nigeria (34% del totale), Congo (23%)
e Libia (32%). È in questi Paesi che
eni ha concentrato i maggiori sforzi per
avviare progetti di riduzione del flaring: in
Nigeria dal 2007 al 2013 è stato ridotto
il flaring di oltre il 73%, grazie anche
a due importanti progetti conclusisi nel
biennio 2012-2013, e si prevede entro il
2017 l’avvio di 5 importanti iniziative che
porteranno al riutilizzo pressoché totale
del gas associato prodotto. In Congo il
progetto flaring down di M’Boundi è stato
completato nel marzo 2014 portando
il campo alla condizione di zero flaring.
eni persegue l’obiettivo dello “zero gas
flaring” investendo in nuovi progetti di
flaring down nei campi attualmente in
produzione. Tuttavia tale target al 2017
non sarà raggiungibile principalmente a
causa del difficile contesto socio politico
in Libia e in Nigeria. Entro tale anno
comunque eni intende raggiungere un
livello di riduzione di oltre l’80% dei
volumi bruciati in torcia rispetto ai valori
del 2007. Riguardo alle azioni di medio-
lungo termine, l’uso del gas naturale è
centrale per raggiungere gli obiettivi di una
società “low carbon”. eni è leader nella
vendita del gas naturale in Europa, e vanta
numerosi successi esplorativi relativamente
a nuovi giacimenti a gas come le recenti
scoperte giant in Mozambico. eni utilizza
il gas naturale per alimentare i propri
impianti termoelettrici, che vantano fattori
di emissione inferiori alle medie di settore
europea e nazionale. Nel prossimo futuro
è possibile ipotizzare nuove opportunità di
utilizzo per il gas nei trasporti (sia terrestri,
sia via mare), consentendo di sviluppare a
pieno le potenzialità di questo combustibile
a ridotto contenuto di carbonio.
In un’ottica di lungo periodo, eni investe
nella ricerca per superare i limiti attuali
delle fonti rinnovabili. In particolare, nel
2013 è stata rinnovata l’alleanza strategica
tra eni e il Massachusetts Institute of
Technology, collaborazione incentrata sullo
sviluppo di nuove tecnologie a supporto
Tra il 2007 e il 2013 eni ha ridotto i volumi di gas naturale inviati a flaring del 65%.
-73%gas inviato a flaring in Nigeria nel periodo 2007-2013
La potenza installatanei progetti di accessoall’energia (pag. 56)
Energia sostenibile e cambiamento climatico 53
del core business Oil&Gas – tra cui
l’energia solare di nuova generazione – e
sono proseguite le collaborazioni con
il CNR e numerose università italiane.
eni, inoltre, ha già investito in tecnologie
per la sostituzione di fonti fossili ove
ambientalmente ed economicamente
sostenibile. Esempi di questo approccio
sono la bio-raffineria a Venezia che
sarà avviata nel 2014 con tecnologia
proprietaria eni – UOP, e l’impianto di
chimica verde di Porto Torres che prevede
la costruzione di una centrale elettrica da
fonti rinnovabili, che utilizzerà gli scarti di
biomassa non utilizzabili.
Produzione di biocarburanti (pag. 81)
Nel lungo periodo, la riduzione degli
impatti sul clima dei combustibili
fossili potrà essere perseguita anche
attraverso l’iniezione nel sottosuolo della
CO2 su scala industriale. Per limitare i
potenziali danni causati dall’aumento
e dall’intensità di eventi climatici
estremi si prevede l’implementazione di
iniziative di adattamento ai cambiamenti
climatici che, partendo da un’attenta
valutazione dei principali fattori di
rischio legati ai mutamenti climatici
in atto, prevedano la definizione di
idonee soluzioni di adattamento, anche
attraverso sinergie tra settore pubblico
e privato. I criteri utilizzati in fase di
progettazione, soprattutto nelle regioni
che potrebbero essere maggiormente
soggette a mutamenti climatici, terranno
in considerazione le variabili di intensità
e frequenza di possibili eventi estremi.
Accesso all’energia
L’accesso a forme moderne di energia
sostenibile è un prerequisito per lo
sviluppo di qualsiasi territorio. L’accesso
all’energia è stato più volte definito
come il “Millennium Development Goal”
mancante e data la sua estrema rilevanza
per lo sviluppo socio-economico, il
processo di definizione dei Sustainable
Development Goals si caratterizza per
una convergenza internazionale sul
ruolo dell’energia rispetto allo sviluppo
sostenibile. Il confronto fra l’Energy
Development Index, l’indicatore sviluppato
dell’International Energy Agency (IEA) per
Il focus sull’energia come prerequisito dello sviluppo a livello mondiale si riflette anche nel dibattito in corso per la
definizione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, che mette questo tema al centro delle strategie per il raggiungimento di
una crescita verde e inclusiva a livello globale.
monitorare il progresso energetico dei
Paesi, e lo Human Development Index di
UNDP mostra come ci sia
una correlazione diretta tra
l’impiego di forme moderne di energia e
lo sviluppo dei Paesi.
0,10
0,20
0,30
0,40
0,50
0,60
0,70
0,80
0,90
0,10
0,00
Confronto tra Energy Development Index e Human Development Index (2010)0,9
0,8
0,7
0,6
0,5
0,4
0,3
0,2
0,1
Valo
re E
nerg
y D
evel
opm
ent I
ndex
(0-1
)
Valore Human Development Index (0-1)
Africa SubsaharianaMedio Oriente e Nord AfricaAmerica LatinaPaesi Asiatici in via di sviluppo
eni collabora al progetto flotta verde
54 eni for 2013
eni è consapevole delle responsabilità
e delle opportunità associate al
proprio ruolo di impresa internazionale
dell’energia presente in 85 Paesi.
In quest’ottica, l’accesso all’energia
per eni rappresenta un tema centrale,
oltre che un vero e proprio modello
operativo da proporre ai tavoli di
discussione internazionali a supporto
delle politiche di sviluppo sostenibile.
A partire dall’iniziativa “Sustainable
Energy for All”, di cui eni è stata tra i
primi sostenitori e che oggi è divenuta
uno degli assi portanti della strategia
di sostenibilità delle Nazioni Unite,
nel 2013 si sono concretizzati nuovi
impegni. Attraverso la partecipazione
attiva all’UN Sustainable Development
Solutions Network (SDSN),
l’Amministratore Delegato di eni, oltre
a far parte del Leadership Council del
Network, guida l’ iniziativa Energy for
All in Africa Subsahariana,
che ha il compito di individuare e
promuovere soluzioni concrete e
replicabil i sul tema dell’accesso
all’energia nella Regione.
eni è Official Partner for Sustainability
Initiatives in African Countries di Expo
Milano 2015.
La partnership prevede una serie
di iniziative volte a promuovere lo
sviluppo e l’accesso all’energia
nei Paesi in cui eni opera e in
particolare nel continente africano,
in collaborazione con l’SDSN.
Inoltre, eni è tra i fondatori di
“World Access to Modern Energy &
Expo 2015”, un’associazione nata
dall’alleanza tra otto grandi società
energetiche italiane ed europee
ed Expo 2015 SpA, con l’obiettivo
comune di promuovere il tema
dell’accesso all’energia in Expo 2015.
eni partecipa a queste iniziative
anche mettendo a disposizione
le competenze e le risorse della
Fondazione Eni Enrico Mattei.
L’Africa Subsahariana è la Regione che
soffre maggiormente del paradosso della
ricchezza di risorse abbinata ad alti tassi
di povertà energetica.
Se secondo l’Agenzia Internazionale
dell’Energia il tasso di elettrificazione
globale è quasi dell’82%, quello
dell’Africa Subsahariana non raggiunge
il 32%. Analogamente, anche i tassi
di elettrificazione urbana e rurale
rispecchiano tale situazione attestandosi
rispettivamente al 93,7% e al 69,0% a
livello globale e al 55,2% e al 18,3%
(1) Fonte: World Energy Outlook 2013 - Electricity Access Database.
per l’Africa Subsahariana.
In termini assoluti ciò equivale a dire
che 598,7 milioni di persone che
vivono in Africa Subsahariana non
hanno accesso all’energia, quasi
la metà del valore globale (1,2
miliardi). Questo scenario è destinato
a peggiorare: le stime mostrano che
al 2030 la povertà energetica sarà
fortemente ridotta in Asia,
mentre – a parità degli attuali
investimenti – aumenterà in senso
relativo nella Regione Subsahariana.
L’accesso all’energia per eni rappresenta un tema centrale oltre che un vero e proprio modello operativo.
Energia sostenibile e cambiamento climatico 55
Il contributo alla crescita dei sistemi
energetici locali è parte integrante
della strategia di eni di cooperazione
allo sviluppo e costituisce un elemento
sostanziale dell’operato aziendale e del
modello di business, perché consente
di cogliere nuove opportunità, creando
al contempo i presupposti per uno
sviluppo sostenibile dei Paesi in cui
l’impresa opera.
eni si pone al fianco dei Governi dei
Paesi produttori per l’individuazione e
la pianificazione di soluzioni efficaci
ed efficienti per lo sviluppo dei
sistemi energetici locali, affiancando
le compagnie nazionali nelle attività di
estrazione, produzione e realizzazione
delle infrastrutture necessarie alla
valorizzazione delle risorse. Gli ultimi
anni sono stati per eni un periodo
di forte espansione internazionale,
soprattutto grazie ai numerosi successi
esplorativi e al consolidamento delle
attività nei contesti di presenza storica.
Oltre alla forte attenzione che l’azienda
rivolge alle specificità dei territori in
cui opera, questi risultati dipendono
fortemente da un approccio basato
sulla cultura dell’eccellenza operativa,
che si esprime anche nello sviluppo
di soluzioni energetiche moderne e
funzionali. Tutto ciò contribuisce a fare
di eni un partner dei Paesi nella lotta
alla povertà energetica, soprattutto in
Africa Subsahariana.
eni è stata la prima compagnia
energetica internazionale a investire
in Africa nella produzione di energia
elettrica tramite la valorizzazione
del gas associato precedentemente
Cina3
446
2468
818
695
306
599
India
AfricaSubsahariana
AmericaLatina
Popolazione senza elettricità (milioni)
Popolazione che utizza biomassa come fonte di energia (milioni)
eni è stata la prima compagnia energetica internazionale a investire in Africa nella produzione di energia elettrica tramite la valorizzazione del gas associato alla produzione.
Adattato da IEA, World Energy Outlook 20131.
56 eni for 2013
bruciato in torcia. Questo ha offerto un’opportunità di sviluppo per le comunità
riducendo gli effetti negativi sull’ambiente locale.
Nigeria> In Nigeria queste iniziative rientrano nell’ambito di un Gas Master
Plan realizzato in accordo con il Governo federale. Il primo intervento risale al
2005 con l’inaugurazione della centrale di Okpai, che ha una potenza installata
di 480 MW. A questo è seguita l’attivazione di un contratto di fornitura gas alla
centrale elettrica da 150 MW del River State Government. eni favorisce l’accesso
all’elettricità delle comunità anche attraverso la realizzazione di reti collegate con
gli impianti industriali, che servono 28 villaggi (circa 200.000 persone), mentre
con i sistemi di elettrificazione indipendenti (off-grid), a fine 2013, venivano servite
34 comunità, corrispondenti a 78.500 persone. Nel 2013, eni ha ultimato il
progetto di distribuzione elettrica alle comunità vicine alla centrale di Okpai, da dove
parte una linea dedicata di 26 km di cavi ad alta e bassa tensione, comprendenti
8 sottostazioni di trasformazione, con un carico massimo di circa 3 MW. I costi
relativi alla sua realizzazione sono stati di circa 6 milioni di USD (1,2 milioni di
USD, equivalenti al 20% quota eni). In aggiunta agli investimenti già effettuati
per i progetti di elettrificazione sopracitati, nel 2013 sono stati implementati altri
interventi di accesso all’energia, quali la realizzazione di opere elettriche, fornitura di
generatori, approvvigionamento dei trasformatori, collegamento di alcune comunità
alla rete nazionale, costruzione di linee aeree e illuminazione delle strade.
Progetto Kwale Okpai Nigeria
Repubblica del Congo> Nella Repubblica del Congo, l’acquisizione nel
2007 del campo onshore di M’Boundi ha permesso a eni di sviluppare un modello
di accesso all’energia su larga scala. Oltre alla Centrale Elettrica di Djeno (CED)
raddoppiata nel 2009 da 25 a 50 MW, eni ha realizzato nel 2010 la Centrale
Elettrica del Congo (CEC) con una capacità installata di 300 MW. Entrambe le centrali
congolesi sono alimentate dal gas proveniente dal campo di M’Boundi e sono
state inserite all’interno di un programma che prevede anche il rinnovamento e la
ricostruzione della rete nazionale ad alta tensione tra Pointe Noire e Brazzaville (550
km) e lo sviluppo della rete di distribuzione di energia elettrica all’interno della città
di Pointe Noire. Oggi la città di Pointe Noire è alimentata interamente dalla potenza
proveniente dalla centrale CEC, mentre la potenza supplementare non utilizzata a
Pointe Noire è inviata verso Brazzaville attraverso la rete ad alta tensione modernizzata.
Il progetto eni ha permesso la capillarizzazione della distribuzione di energia elettrica
e l’illuminazione stradale a Pointe Noire. Negli ultimi tre anni, la richiesta di potenza
480MW
350MW
40%
la potenza installata in Nigeria
la potenza installata in Congo
la popolazione di Pointe Noire servita
Nel 2013 eni ha ultimato il progetto di distribuzione elettrica alle comunità vicine alla centrale Okpai in Nigeria.
Energia sostenibile e cambiamento climatico 57
elettrica nella città è aumentata di oltre
il 60%, passando da 80 a 130 MW; il
progetto ha consentito di servire un’area
abitata di circa 350.000 persone, ovvero
il 40% della popolazione della città, e di
installare oltre 6.500 punti luce lungo
la viabilità urbana. Le 2 centrali sopra
citate costituiscono ad oggi circa il 60%
della capacità installata in Congo; il
potenziale della sola CEC sarebbe in grado
attualmente di soddisfare la richiesta di
consumo medio giornaliero del Paese.
Inoltre, nel 2013 è stato finalizzato un
nuovo progetto di valorizzazione del gas
nel campo di Kouakouala (area M’Boundi),
che permette, attraverso un sistema di
generatori che fornisce elettricità a due
villaggi situati nelle vicinanze del campo,
di alimentare le pompe dei pozzi d’acqua,
le scuole, i centri sanitari e l’illuminazione
pubblica. A questi interventi, si affianca in
modo più articolato il Progetto Integrato
Hinda (PIH), volto a migliorare le condizioni
di vita delle popolazioni della zona di
M’Boundi, tramite interventi integrati in
quattro settori: l’educazione, la salute,
l’accesso all’acqua potabile e l’agricoltura.
Fornire accesso all’energia è un
prerequisito chiave per l’efficacia degli
interventi in seno al progetto PIH,
per questo motivo sono stati inclusi
interventi di elettrificazione trasversali
a tutti i settori, che migliorano efficacia
e fruibilità dei risultati del progetto.
Nel 2013 è stata portata a termine la
riabilitazione/costruzione di sei sistemi per
la fornitura di acqua potabile, alimentati
attraverso l’installazione di pannelli solari
e generatori diesel. Inoltre, sono stati
completati i lavori per dotare altre tre
scuole all’interno dell’area di progetto,
di un sistema di fornitura di energia
elettrica alimentato con pannelli solari.
Il dispositivo sarà ottimizzato associando
i pannelli solari ad accumulatori di
energia in modo da aumentare la
capacità di stoccaggio di energia e
l’utilizzo dei servizi anche durante le
ore dopo il tramonto. Questi interventi
a livello infrastrutturale favoriscono il
miglioramento della qualità dei servizi
scolastici erogati. L’elettrificazione di una
scuola rurale contribuisce all’aumento
di corsi scolastici serali, rende le scuole
in aree remote più accessibili e attraenti
per gli insegnanti, permette l’utilizzo
dei computer e di internet. Il numero di
scuole totale da riabilitare previsto dal
progetto è pari a 10. Per quanto riguarda
l’accesso all’acqua, l’utilizzo dell’energia
elettrica per alimentare le pompe dei
pozzi d’acqua, permette di alleggerire il
peso dell’attività di approvvigionamento
dell’acqua, sia in termini di tempo sia di
distanze da percorrere, soprattutto per le
donne e per le bambine delle comunità
rurali interessate dal Progetto Integrato
Hinda. L’elettrificazione di centri di salute
permette la conservazione dei vaccini e
dei medicinali in frigoriferi, di operare
e di sterilizzare attrezzature e strumenti,
di fornire cure e interventi nelle ore serali.
L’accesso all’energia permette l’utilizzo di
mezzi di comunicazione di massa moderni
per la sensibilizzazione alla lotta contro
HIV/AIDS e altre malattie prevenibili
attraverso un’adeguata informazione.
eni in Congo
Mozambico> Anche in Mozambico,
nell’ambito di accordi con le Autorità
del Paese, eni ha sottoscritto nel
2013 l’impegno per la costruzione
di una centrale elettrica da 75 MW
nella provincia di Cabo Delgado. Ciò
rappresenta un primo passo in un quadro
più ampio di cooperazione per l’accesso
all’energia, che comprende studi per
verificare la possibilità e le condizioni per
la realizzazione di progetti di elettrificazione
anche off-grid per le comunità.
In collaborazione con The Earth Institute,
eni ha realizzato uno studio per l’eventuale
applicazione nelle aree remote del Paese,
di servizi di accesso all’energia affidabili,
alimentati dalla combinazione di diverse
fonti energetiche (rinnovabili e non).
L’accesso all’energia è valutato come
fattore chiave per l’avanzamento degli
obiettivi di sviluppo nei settori educazione,
salute e agricoltura. Nel 2013 eni ha
speso 1,5 milioni di euro per interventi di
accesso all’energia nell’ambito dei progetti
sociali a favore delle comunità.
Una strategia di intervento inclusiva e sostenibile: il Progetto Integrato Hinda(pag. 70)
58 eni for 2013
8
-800mila
certificazioni ISO 50001ottenute al 2013
tonnellate di CO2 ridotte dal 2008 nella raffinazione e nella chimica
L’impegno in efficienza energetica è testimoniato dalla progressiva diffusione
dei sistemi di gestione dell’energia. Al termine del 2013 eni ha ottenuto otto
certificazioni secondo la norma ISO 50001 (la Raffineria di Venezia è stato uno
fra i primi impianti certificati in Europa, il primo in Italia).
La raffinazione e la chimica si confermano i settori più maturi, avendo già iniziato a
promuovere programmi di efficienza energetica sin dal 2000. Gli interventi realizzati
tra il 2008 e il 2013 consentono a regime risparmi energetici per 327 mila tep/
anno, pari a una riduzione delle emissioni di circa 800 mila tonnellate di CO2.
Nei prossimi quattro anni i progetti di energy saving permetteranno un ulteriore
risparmio di 150 ktep/anno a regime. Nella raffinazione, inoltre, è stato avviato nel
2013 l’impianto EST di Sannazzaro con un’innovativa tecnologia proprietaria (1,1
miliardi di euro di investimento), grazie al quale è possibile trattare greggi pesanti
ottenendo carburanti leggeri di qualità (diesel e nafta), sequestrando lo zolfo e
riducendo i residui all’1%, senza produrre oli combustibili.
Nell’ambito della ricerca sui lubrificanti industriali è proseguita la collaborazione
di eni con General Electric su due nuove formulazioni per turbomacchine ad
alte prestazioni ed elevate caratteristiche “energy saving”. L’ipotesi è quella di
una sperimentazione sul campo con una turbina presso la Raffineria di Livorno.
Sempre nell’ambito dei prodotti a maggiore efficienza, il settore chimico ha
sviluppato un materiale innovativo per la coibentazione termica degli edifici.
Il settore termoelettrico ha l’obiettivo di mantenere gli eccellenti livelli di efficienza
raggiunti (406 gCO2 /KWheq), ottenuti grazie all’utilizzo del gas naturale e
all’adozione di cicli combinati con cogenerazione di vapore, talvolta affiancati da reti
di teleriscaldamento. Nel quadriennio, è prevista l’entrata in funzione dell’impianto
a biomassa vegetale da 43,5 MWe attualmente in fase di autorizzazione a Porto
Efficienza energetica
L’iniziativa delle Nazioni Unite
Sustainable Energy For All (SEFA) si
propone tre obiettivi: la promozione
dell’accesso all’energia, delle energie
rinnovabili e dell’efficienza energetica.
Su quest’ultimo fronte, l’iniziativa
si è posta l’ambizioso obiettivo di
raddoppiare l’efficienza energetica
entro il 20301. Quest’ultimo risultato
potrebbe portare a un risparmio
monetario annuale che oscilla tra i
250 e i 325 miliardi di dollari2.
(1) UN, Sustainable Energy For All - An Action Agenda, 2012.
(2) UN, SEFA, Improving Energy Efficiency, 2013.
Il settore termoelettrico ha l’obiettivo di mantenere gli eccellenti livelli di efficienza raggiunti grazie all’utilizzo del gas naturale e all’adozione di cicli combinati.
Energia sostenibile e cambiamento climatico 59
Torres (investimento di oltre 220 milioni
di euro per la realizzazione dell’impianto)
e il rifacimento della centrale di Bolgiano
(54 milioni di euro) che garantiranno
un ulteriore miglioramento degli indici
di emissione. L’impianto di Porto Torres
sarà funzionale al Polo di Chimica Verde
di Matrìca e garantirà il riutilizzo virtuoso
degli scarti di produzione del cardo.
Per lo sfruttamento energetico delle
biomasse, nel medio termine eni punta
alla produzione di biocarburanti derivati
da rifiuti urbani e industriali e dalla
conversione delle biomasse cellulosiche,
con l’obiettivo di ottenere vettori
energetici che ottemperino pienamente
agli stringenti criteri di sostenibilità stabiliti
in materia dall’Unione Europea. Nel lungo
termine eni si propone sia di rendere
competitivo il processo di produzione
di bio-oli da biomasse, sia di sviluppare
tecnologie di biologia sintetica per
produrre nuovi biocarburanti e intermedi
per la chimica. Il programma di ricerca
“Energia da biomasse” raggruppa tutte
le attività legate alla loro valorizzazione
energetica e ha come principale obiettivo
la sperimentazione su più ampia scala dei
due processi di trasformazione sviluppati
finora presso il Centro eni-Donegani.
Nel 2013 è, infine, stato avviato il primo
progetto di efficienza energetica del
settore E&P che studierà la possibilità
di riduzione dei consumi specifici per la
produzione di greggio (oggi intorno ai 3,7
barili su 100).
2011
2012
2013
2010
2009
2008
Risparmi a regime derivanti dagli interventi di efficienza energetica realizzati nell’anno
120
100
80
60
40
20
R&M
Versalis
(ktep)
Nuove frontiere: deepwater, Artico e unconventional
La necessità di soddisfare il
fabbisogno di energia mondiale
ha aperto l’esplorazione e la
coltivazione petrolifera anche a zone
particolarmente remote o a
giacimenti caratterizzati da difficil i
condizioni come alta temperatura e
pressione o alta concentrazione di
zolfo o altri composti.
Deepwater> eni pur avendo
ad oggi una limitata esposizione, è in
grado di operare ai massimi livelli in
termini di sicurezza grazie all’adozione
di oltre 20 tecnologie proprietarie,
alla presenza di doppi blow out
preventer, alla gestione in remoto delle
perforazioni e al know-how aziendale.
eni prevede di aumentare la
produzione operata in questo tipo di
giacimenti nel prossimi anni.
60 eni for 2013
Artico> L’Artico rappresenta per
eni, come per tutte le altre compagnie
petrolifere, un’importante sfida
tecnologica e gestionale.
Quest’area offre la possibilità di
esplorare risorse minerarie localizzate
però in zone sensibili e remote che
rendono necessario un maggiore
impegno in termini di sicurezza con una
attenta analisi dei rischi, l’impiego di
tecnologie all’avanguardia e la selezione
di personale altamente specializzato.
eni in Alaska
eni opera nel Mare di Barents (russo e
norvegese) e in Alaska dove applica le
migliori tecniche disponibili del settore.
In particolare per lo sviluppo del
giacimento Goliat, nel Mare di Barents
norvegese, che entrerà in produzione
a fine 2014, sono state sviluppate
soluzioni ingegneristiche completamente
nuove per far fronte alle condizioni
estreme che caratterizzano l’area
(il clima particolarmente rigido, l’oscurità
per periodi prolungati, le difficoltà di
comunicazione, il fragile ecosistema
locale e le esigenze specifiche delle
comunità locali). La FPSO, che ha
possibilità di stoccaggio fino a 1 milione
di barili di petrolio, sarà alimentata per
metà del fabbisogno da energia elettrica
dalla terraferma, grazie all’installazione
del più lungo cavo sottomarino al mondo
di questo genere: questa soluzione
ridurrà del 50% le emissioni di CO2.
Il gas associato e le acque di produzione
saranno reiniettate in giacimento
minimizzando le emissioni in atmosfera
e nell’ambiente marino. L’approccio di
eni alle attività nell’Artico comprende i
seguenti punti fondamentali:
• la conduzione di attività solo nelle
zone offshore “ice free” con il
controllo satellitare della presenza di
iceberg e il monitoraggio in remoto di
ogni attività di perforazione;
• la condizione di operare nei soli
periodi dell’anno in cui è minimizzato
l’effetto sull’habitat marino (in
particolare sui mammiferi) e siano
garantite le modalità sito specifiche di
conservazione della biodiversità;
• l’utilizzo delle migliori tecnologie di
perforazione, riduzione del diametro
dei pozzi, gestione della pressione,
blow out preventer e sistemi robotici
di prevenzione e contenimento di
eventuali oil spill;
• il coinvolgimento delle popolazioni
indigene locali, la loro informazione
e la tutela delle loro attività e la
valorizzazione delle loro competenze
per la gestione delle emergenze (ad
esempio l’utilizzo dei fishing vessels nel
contenimento degli eventuali oil spill);
• l’adozione delle tecnologie e di criteri
per la valutazione e gestione degli
impatti ambientali e sociali basati
sulle esperienze maturate tramite le
joint venture attive in Artico.
Per meglio comprendere e rispondere
alle sensibilità ambientali delle zone
artiche eni si è confrontata con le ONG
più interessate al tema.
Risorse non convenzionali> eni riconosce
che un’ulteriore crescita del settore
Oil&Gas è anche legata allo sviluppo
delle risorse non convenzionali.
Attualmente eni opera direttamente
in attività esplorative relative allo
shale gas in Europa e Asia e ha una
quota di produzione legata alla sua
partecipazione nelle attività di shale
gas in Texas nella Quicksilver Alliance
development (quota eni pari al 27,5%)
e in Indonesia per l’estrazione di gas
metano da giacimenti di carbone
(Coal Bed Methane - CBM). eni sta
valorizzando le competenze maturate
in USA e ha adottato un nuovo modello
operativo che è volto a garantire uno
sviluppo sostenibile sia in termini
economici sia ambientali, attraverso
il rispetto dei più alti standard delle
pratiche operative riconosciute a
livello internazionale, tecnologie
all’avanguardia e nuovi processi
industriali. eni ha inoltre in corso un
programma di ricerca sui temi Shale
Gas e Shale Oil per la ricerca di nuove
tecnologie di waterless fracturing e
la modellazione dei fenomeni fisici
che maggiormente influiscono sulle
proprietà dei fluidi e sui fenomeni di
flusso all’interno delle shale.
Sviluppo locale 61
Sviluppo locale rosperità ed equità”, “sviluppo equo ed inclusivo nei
limiti delle risorse del Pianeta”, “crescita verde e inclusiva”
sono tutte espressioni utilizzate dalla comunità internazionale per
indicare il primo e imprescindibile Obiettivo di Sviluppo Sostenibile.
Al perseguimento di questo obiettivo, in tutti i territori operativi a
partire da quelli che maggiormente necessitano di investimenti per lo
sviluppo, concorre l’azione di business di eni.
“P
Coinvolgimento delle comunità
La trasparenza, il dialogo e il rispetto
delle comunità locali sono i presupposti
per un’efficace cooperazione finalizzata
alla creazione di valore per i territori.
Nel 2013 è stata emessa una nuova
Management System Guideline dal titolo
“Sustainability stakeholder engagement
and community relations” che si basa
sui più aggiornati standard e best
practice internazionali. Attraverso questo
strumento, eni ha rinnovato le linee
guida sulla gestione delle relazioni con
gli stakeholder e le comunità locali,
raccogliendo sotto un unico strumento
prescrittivo valido per tutti i territori di
presenza operativa le linee guida già
presenti in eni, rafforzando il concetto
di gestione proattiva, sistematica,
trasparente e inclusiva delle relazioni in
tutte le fasi del progetto di business.
La MSG contiene gli indirizzi per il
coinvolgimento efficace e proattivo
degli stakeholder, per la realizzazione
di analisi di contesto e di valutazioni
di impatto sociale a livello territoriale,
per l’applicazione di strumenti per la
consultazione e il coinvolgimento delle
comunità, inclusa la predisposizione
di grievance mechanism, per la
pianificazione, la gestione, la misurazione
degli investimenti per il territorio, per la
reportistica locale.
Oltre a incontri pubblici con le comunità
locali, la trasparenza è perseguita attraverso
Nel 2013 è stata emessa la Management System Guideline “Sustainability stakeholder engagementand community relations”.
62 eni for 2013
Il dialogo con le ONG sul fenomeno degli oil spill in Nigeria.
lo sviluppo di strumenti adatti a fornire
informazioni chiare e di facile accesso a
diverse categorie di interlocutori.
Il contributo allo sviluppo locale
In Basilicata (Italia), è proseguita una
strategia di relazione e comunicazione
che prevede il coinvolgimento degli
stakeholder, l’apertura di canali
di informazione e comunicazione
e l’adozione di strumenti di
rendicontazione. L’Ufficio responsabile
delle Relazioni con il territorio del
Distretto Meridionale eni è impegnato
quotidianamente in incontri con
rappresentanti della comunità locale
e della società civile, per discutere,
confrontarsi e collaborare su temi di
specifico interesse per il territorio. Nel
giugno 2013 si è svolta l’iniziativa
“Percorso Energia - Impianti Aperti”,
in cui eni ha aperto le porte dei propri
impianti in Val d’Agri a circa 200
Il tema della gestione degli eventi di oil spill è da alcuni anni
oggetto di analisi da parte di numerose ONG internazionali e
locali. Questo interesse è cresciuto dopo la pubblicazione nel
2011 di un report UNEP sulla contaminazione da idrocarburi
dell’area di Ogoniland in Nigeria (nella quale eni non è
presente come operatore).
Il rapporto di Chatham House “Nigeria’s Criminal Crude:
International Options to Combat the Export of Stolen Oil” del
settembre 2013 riporta un dato di bunkering (furto di petrolio)
pari a 100.000 barili/giorno riferito al 1° trimestre 2013. Inoltre,
lo stesso rapporto stima una perdita annua dovuta a queste
azioni tra i 3 e gli 8 miliardi di dollari. Nel marzo 2013, eni ha
decretato lo stato di forza maggiore e disposto la chiusura di
tutte le attività onshore della cosiddetta Swamp Area, situata nello
stato di Bayelsa in Nigeria. La decisione è stata presa a causa
dell’intensificarsi dei fenomeni di bunkering, ossia del sabotaggio
200visitatori hanno partecipato all’iniziativa “Percorso Energia- Impianti Aperti” in Val d’Agri
visitatori. eni ha, inoltre, attivato il sito
enibasilicata.it, una piattaforma online
interamente dedicata alle attività di
eni nella Regione e a partire dal 2012
redige un report locale.
www.enibasilicata.it
eni riconosce l’importanza di stabilire
relazioni stabili e proattive fin dall’inizio
della presenza su un territorio.
Un esempio è costituito dal workshop
“Operating responsibly within
Mozambique’s natural and social
environment” che eni ha tenuto nel
giugno 2013 a Maputo, Mozambico,
per presentare agli stakeholder locali
il proprio modello di business sostenibile.
Al workshop hanno partecipato circa
100 persone tra rappresentanti di
istituzioni governative, ONG internazionali
e nazionali, esperti dello sviluppo
sostenibile e compagnie del settore
Oil&Gas come Anadarko e Statoil.
Sviluppo locale 63
degli oleodotti con relativo trafugamento del greggio, che negli
ultimi tempi ha raggiunto livelli non più sostenibili sia da un punto
di vista dell’incolumità delle persone sia per i danni che tale
attività sta arrecando all’ambiente. Nel corso del 2013 Amnesty
International ha pubblicato un nuovo rapporto (“Bad information”),
relativo agli oil spill connessi alle attività delle aziende del settore
Oil&Gas che operano in Nigeria, tra le quali eni. Come per il
precedente documento pubblicato nel giugno 2009 (“Petroleum,
Pollution and Poverty in the Niger Delta”) eni ha collaborato
con la ONG fornendo indicazioni e risposte a richieste puntuali
richiamate nel documento. eni ribadisce la tempestività di
intervento in ogni caso di oil spill, la rigorosa analisi delle cause
(per oltre il 90% dovute a sabotaggi nel 2013), condivise
direttamente sul sito con tutti gli stakeholder interessati, incluse le
Autorità competenti e i rappresentanti delle comunità. All’inizio del
2014 eni, attraverso la consociata NAOC che opera nel Paese,
ha lanciato un sito web dedicato alle tematiche di sostenibilità su
cui sono disponibili le informazioni e i dati relativi agli oil spill, alle
emissioni da flaring e una sintesi degli studi di impatto effettuati.
www.naocsustainability.com
6delle principali consociate coperte da meccanismi di Grievance: Australia, Congo, Ghana, Kazakhstan, Nigeria, Pakistan
Grievance Mechanism>Per raccogliere e gestire le istanze
delle comunità locali, eni adotta
meccanismi di gestione delle istanze
(Grievance Mechanism) già attivi in
Australia, Ghana, Nigeria, Kazakhstan,
Pakistan e Congo.
Questi meccanismi si inquadrano in
una strategia più ampia di stakeholder
engagement che eni persegue per
migliorare i rapporti, consentire una
gestione più reattiva e responsabile, e
contribuire alle prospettive di business
a lungo termine e di benessere delle
comunità locali.
Al fine di migliorare tali meccanismi,
eni partecipa a un progetto
promosso da IPIECA, The global
oil and gas industry association for
environmental and social issues, per
sviluppare linee guida specifiche di
settore sui Grievance Mechanism.
In quest’ambito, nel 2013 eni ha
avviato e sviluppato un progetto pilota
finalizzato a definire un meccanismo
sito-specifico di gestione dei feedback
delle comunità locali e per definire
le basi di riferimento per una best
practice da applicare a tutta l’azienda.
L’implementazione di un meccanismo
formale di Grievance Mechanism in
Nigeria, ha aiutato l’azienda a mitigare
i rischi sociali e ha offerto numerose
opportunità per programmare interventi
e contromisure per lo sviluppo delle
attività di stakeholder engagement.
In Nigeria il Community Relation
Manager conduce attività di
mediazione per prevenire o risolvere
controversie in modo tale da agevolare
il rapporto tra eni e le comunità e
per facilitare le operazioni aziendali.
Tra i principali risultati figurano: gli
indennizzi corrisposti per le fuoriuscite
causate dal malfunzionamento delle
apparecchiature e le relative attività di
eni partecipaa un progetto promosso da IPIECA per sviluppare linee guida specifichedi settore sui Grievance Mechanism.
64 eni for 2013
Nell’ambito della strategia di investimento per il territorio, le comunità sono coinvolte dalle prime fasi di attività.
In Kazakhstan (KPO) tutti i programmidi sviluppo comunitario sono condotti con il coinvolgimento strutturato dellecomunità che avviene tramite i VillageCouncil.
bonifica, la predisposizione di accordi
per la realizzazione di iniziative a favore
delle comunità, la risoluzione
di proteste sollevate dalle comunità
locali per attività di costruzione
realizzate da eni.
Nel 2013, nel corso di 20 incontri
con le comunità, sono state discusse
questioni importanti quali ad esempio
la sicurezza sociale, la gestione
dei contratti, la sorveglianza degli
impianti coinvolgendo attori locali
quali la Commissione per lo sviluppo
comunitario, i gruppi di pressione,
i giovani e alcuni gruppi di donne.
Anche in Pakistan è presente un
sistema di Grievance Mechanism.
Il Community Relations & Land Advisor
Officer prende in carico i reclami
ricevuti e, attraverso la raccolta di
informazioni dettagliate, indaga sulle
cause delle lamentele e aggiorna il
management su come mettere in atto
azioni di risoluzione.
Partecipazione allo sviluppo> Nell’ambito della
strategia di investimento per il territorio,
le comunità sono coinvolte dalle prime
fasi di attività, dalla progettazione
alla definizione di meccanismi
di hand-over, che prevedono il
trasferimento della gestione dell’attività
agli stakeholder locali.
In Kazakhstan (KPO) tutti i programmi
di sviluppo comunitario sono condotti
con il coinvolgimento strutturato delle
comunità che avviene tramite i Village
Council. Gli incontri nei Village Council
sono tenuti dal Consorzio, con la
partecipazione dei rappresentanti delle
comunità locali e delle Autorità locali.
Principali obiettivi e funzioni dei
Village Council sono quelli di creare
un forum in cui i rappresentanti delle
parti coinvolte e le comunità possano
condividere informazioni, scambiare
idee riguardanti la partecipazione di
KPO nella vita economica, sociale e
culturale della Regione e discutere
apertamente le istanze della
popolazione relative alla presenza del
campo di Karachaganak.
Nella Repubblica del Congo, il Progetto
Integrato Hinda (Projet Intégré Hinda
- PIH) è volto a rafforzare la presenza
di eni sul territorio e a migliorare le
condizioni di vita delle popolazioni
circostanti la zona delle attività estrattive
di M’Boundi. Il progetto coinvolge 22
villaggi del Distretto di Hinda per una
popolazione totale di oltre 25.000
persone. Per raggiungere questo
obiettivo, il PIH opera su più settori
integrati tra loro, quali: l’educazione, la
salute, l’accesso all’acqua potabile e il
miglioramento della produzione agricola.
Gli interventi sono pianificati e monitorati
grazie a un sistema di governance
che vede l’istituzione di tavoli di
coordinamento che coinvolgono i
ministeri e i servizi tecnici governativi
Sviluppo locale 65
di riferimento (comitati tecnici). Il
sistema di governance è formalizzato
da un accordo stipulato tra eni Congo
e il Governo centrale. Nel corso del
2013, inoltre, sono stati condotti 13
incontri di coordinamento con i comitati
tecnici di progetto.
Nell’arco del 2013 il progetto ha visto
un notevole impegno nello sviluppo
delle attività di coinvolgimento e
sensibilizzazione delle comunità
attraverso la creazione di comitati
di gestione. Questi hanno il compito
di gestire i servizi e le infrastrutture
realizzate per renderle sostenibili
dal punto di vista gestionale,
tecnico e finanziario.
I risultati del Progetto
Hinda (pag.70)
Per esempio, nel 2013, nel settore
dell’educazione, il potenziamento
degli attori chiave locali è avvenuto
attraverso l’implementazione delle
seguenti attività:
• rafforzamento delle capacità di 42
insegnanti di 10 scuole primarie;
• attività di sensibilizzazione sulla
gestione delle mense scolastiche
in 5 scuole;
• rivitalizzazione e formazione di
comitati di gestione composti da
genitori e insegnanti;
• sensibilizzazione degli alunni e degli
insegnanti sui temi di igiene.
In Ecuador le procedure eni di
consultazione e partecipazione
corrispondono a quelle indicate dalle
leggi ecuadoriane, che stabiliscono
che tutte le attività petrolifere, prima
della loro realizzazione, devono
passare attraverso un processo
di consultazione delle comunità
interessate dalle attività, e nel quale
partecipa anche lo Stato. Obiettivo
del processo è quello di garantire
la trasparenza nelle azioni e nelle
attività che possono influenzare
l’ambiente, facendo sì che le comunità
che vivono nella zona interessata
siano adeguatamente informate,
che le loro opinioni, commenti e
proposte siano considerati e che sia
assicurato il diritto collettivo a vivere
in un ambiente sano, ecologicamente
equilibrato e privo di inquinamento.
Nel caso delle popolazioni indigene,
le modalità di partecipazione e
consultazione effettuate prendono in
considerazione sia i rischi ambientali
che possono interessare direttamente
o indirettamente le loro terre, sia il
rispetto e l’osservanza delle forme
culturali e organizzative.
eni in Indonesia
Nel corso del 2013 in Congo sono stati condotti 13 incontri di coordinamento con i comitati tecnici del PIH.
In Ecuador il processo di consultazione è volto a garantire la trasparenza nelle azioni e nelle attività.
66 eni for 2013
Rest
o d’
Euro
pa
Ocea
nia
Italia
Asia
Amer
iche
Afric
a
Procurato per area geografica
Mili
oni d
i eur
o
12.000
10.000
8.000
6.000
4.000
2.000
Non dettagliabile
Beni
Servizi
Lavori
2013
2012
2011
Procurato e fornitori utilizzati
Mili
oni d
i eur
o
Num
ero
Non dettagliabile
Beni
Fornitori utilizzati
Servizi
Lavori
40.000
35.000
30.000
25.000
20.000
15.000
10.000
5.000
40.000
35.000
30.000
25.000
20.000
15.000
10.000
5.000
La presenza di imprese multinazionali in un sistema territoriale, in particolare
in un Paese meno industrializzato, è in grado di determinare opportunità di
apprendimento, di upgrade tecnologico, di specializzazione e di aumento di
efficienza per l’intero tessuto socioeconomico locale.
eni partecipa alla creazione di opportunità di crescita e alla valorizzazione delle
capacità delle persone e delle imprese nei territori in cui opera, favorendo il
trasferimento di conoscenze e lo sviluppo di professionalità locali.
Nel 2013 aumenta la quota complessiva di procurato sui mercati locali che
arriva al 63%, con una crescita costante in Africa dove la quota di procurato
locale passa dal 54% a quasi il 60%. Su 54 Paesi di operatività, in 39 la quota
di procurato locale di eni è superiore al 50%, con punte di oltre l’80% in
diversi contesti tra cui Nigeria (94%), Gabon (81%), Indonesia (92%), Vietnam
(87%), Polonia (94%), Venezuela (92%), Ecuador (89%).
Local content
Aumenta sino al 63% la quotacomplessiva di procuratosui mercati locali.
Sviluppo locale 67
In Africa la quota di procurato locale passa dal 54% a quasi il 60%.
La Management System Guideline del Procurement è integrata con uno strumento normativo per la gestione del local content.
Sempre nel corso dell’anno, l’MSG
Procurement è stata integrata con
uno strumento normativo che ha
l’obiettivo di dare linee guida per la
gestione del local content nell’ambito
del processo di approvvigionamento,
inteso come valore aggiunto che viene
portato al Paese ospitante attraverso
l’approvvigionamento di beni prodotti
in loco e di servizi/lavori erogati
uti l izzando la manodopera locale.
Ciascuna controllata in ambito
upstream sviluppa un proprio
Local Content Framework all’ interno
del quale vengono definit i gli obiettivi
di local content e l’ insieme dei
principi di riferimento per la sua
gestione, in accordo con i requisit i
precedentemente condivisi con
partner e le Autorità locali e nel
rispetto della normativa applicabile,
e definisce il piano di local content
tenendo conto dell’analisi del mercato
locale e della valutazione dei rischi e
opportunità di soddisfare i fabbisogni
di approvvigionamento.
Angola> In Angola, eni ha
adottato e implementato una
procedura specif ica sul local content
anche con l’obiett ivo di comunicare
in maniera chiara i l proprio impegno
nei confronti delle imprese locali.
Mozambico> In Mozambico,
Paese di nuovo ingresso, la
massimizzazione del contenuto locale
fa parte delle priorità nella strategia
di cooperazione con il Paese. In
occasione di ogni gara di fornitura,
viene svolta un’analisi di mercato a
livello locale, al fine di massimizzare
l’ingresso delle aziende mozambicane
nelle Vendor List eni. Inoltre, dove
sia ritenuto necessario rivolgersi a
imprese internazionali, eni ha inserito
specifici criteri di valutazione, fra i
quali, il rispetto di una percentuale di
contenuto locale e la presenza di un
piano per il suo sviluppo.
Australia> eni contribuisce
allo sviluppo delle filiere locali con
un’attenzione particolare ai contesti
sensibili nei quali sono presenti
popolazioni indigene. In Australia,
ogni gara d’appalto deve prevedere
la redazione di Indigenous Affairs
Management Plan (IAMP) che includa
la formazione alle popolazioni indigene
per aumentarne la possibilità di
impiego, lo sviluppo del business locale
e la tutela del patrimonio culturale.
68 eni for 2013
Investimenti per il territorio
eni si adopera per la realizzazione di iniziative volte a garantire uno sviluppo
locale autonomo, duraturo e sostenibile, attraverso l’attivazione di reti estese
di competenze e conoscenze, la condivisione di risorse e capacità e lavorando
in partnership con le comunità, le organizzazioni locali e i soggetti promotori
di sviluppo. L’investimento complessivo in interventi per il territorio derivanti
da accordi e convenzioni (community investment) ammonta nel 2013 a oltre
57 milioni di euro, di cui circa il 93% realizzati nell’ambito delle attività di
esplorazione e produzione.
L’investimento nel continente africano si mantiene costante, continuando a
registrare un trend positivo in Africa Subsahariana, dove nel 2013 sono stati
Accesso all’energia
Relazioni con le comunità
Sviluppo socioeconomico e local content
Sviluppo infrastrutturale
Salute delle comunità
Istruzione ed educazione
Cultura
Ambiente
Formazione/addestramento professionale
2013
2012
2011
Interventi per il territorio. Investimenti2011-2013 per settore di intervento
Mili
oni d
i eur
o
70
60
50
40
30
20
10
Asia
, Est
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Nord
Afri
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Afric
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aria
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Interventi per il territorio. Investimenti 2013per area geografica e settore di intervento
30
25
20
15
10
5
Non
loca
lizza
bile
Est
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Amer
iche
Euro
pa
Mili
oni d
i eur
o
100
57
milioni di euro la spesa complessiva per il territorio
milioni di euro investiti in progetti per le comunità
Oltre
Oltre
Sviluppo locale 69
spesi 25,7 milioni di euro contro i 23,2
dell’anno precedente. Questo impegno
è parte di una spesa complessiva a
favore del territorio che ammonta a
oltre 100 milioni di euro nel 2013 e
che comprende, oltre agli investimenti
per le comunità, le liberalità connesse a
iniziative a favore del territorio, le quote
di adesione a organismi associativi,
le sponsorizzazioni, i contributi alla
Fondazione Eni Enrico Mattei.
eni e la cultura
Anche al fine di migliorare l’efficacia
degli interventi a favore dello sviluppo
locale nei Paesi di presenza, nel
2013 eni ha firmato una partnership
strategica quadriennale con l’Earth
Institute (EI) della Columbia University.
L’approccio scientifico dell’Earth
Institute si basa su rigorosi sistemi
di monitoraggio e valutazione che
possono essere util izzati per assistere
la pianificazione dei progetti oltre
che per effettuare un accurato
monitoraggio dei progressi delle
attività e misurare i benefici reali
apportati alle comunità.
L’impiego del sistema di valutazione
e monitoraggio, ha l’obiettivo di
supportare gli esecutori dei progetti
ad avere una chiara idea della
situazione di partenza nella comunità,
di identificare i parametri chiave per
monitorare i progressi e di valutare
l’impatto dei progetti in termini di
effettivo sviluppo sostenibile.
Nell’ambito della partnership, nel
2013 è ufficialmente avviata l’attività
di collaborazione in Congo per lo
sviluppo di un sistema di monitoraggio
finalizzato a valutare l’efficacia del
progetto PIH e il suo contributo al
raggiungimento degli Obiettivi di
Sviluppo Sostenibile. L’Earth Institute,
in questo ambito, svolgerà un’attività
di formazione a tutte le professionalità
coinvolte nella gestione del progetto
e di monitoraggio delle attività tramite
una rilevazione periodica dei dati.
eni ha attivato una partnership con l’Earth Institute per il monitoraggio e la valutazione degli impatti dei progetti.
70 eni for 2013
Una strategia di intervento inclusiva e sostenibile: il Progetto Integrato Hinda
Il Progetto Integrato Hinda (Projet Intégré Hinda - PIH) è
un esempio di eccellenza della strategia di cooperazione
che eni attua nei Paesi di presenza per favorire lo
sviluppo locale delle comunità circostanti gli impianti
onshore. Il PIH, avviato alla fine del 2011 e della durata
di 4 anni, ha registrato nel 2013 risultati significativi di
medio termine nei settori di intervento prioritari (salute,
educazione, accesso all’acqua potabile, agricoltura,
capacity building e partecipazione delle comunità),
raggiungendo uno stato di avanzamento globale del 55%
rispettando così i target prestabiliti.
Sono parte integrante del progetto gli interventi a favore
dell’accesso all’energia e del coinvolgimento delle donne
in attività di formazione e sensibilizzazione.
Progetto Integrato Hinda
SETTORE DI INTERVENTO RISULTATI AL DICEMBRE 2013
Educazione primaria - 5 scuole riabilitate ed equipaggiate anche con materiale didattico - 4 scuole in corso di riabilitazione- 5 scuole coinvolte in attività di sensibilizzazione su tematiche igienico-sanitarie- 5 scuole coinvolte in attività di capacity building rivolte agli insegnanti locali - 850 pasti al giorno erogati
Accesso all’acqua e all’energia - Condotte analisi sulla qualità dell’acqua erogata dai pozzi realizzati dal progetto- Sensibilizzazione e formazione per la gestione dei punti d’acqua tramite ONG locale (IPHD) - 12 pozzi d’acqua realizzati di cui 4 elettrificati con pannelli solari
Salute delle comunità - 1 centro di salute comunitario ristrutturato ed equipaggiato con strumenti e materiale medico - 4 centri e di salute comunitari in corso di ristrutturazione- Acquisto e fornitura di una nuova ambulanza- Realizzazione di campagne di vaccinazione e di tutela della salute materna- Formazione di personale medico e creazione di comitati di gestione dei centri di salute- Persone che hanno ricevuto assistenza sanitaria nei Dipartimenti di Cuvette e Niari: 9.020 donne, 13.366 bambini- Persone che hanno ricevuto assistenza sanitaria nel Dipartimento di Kouilou: 1.314 donne, 2.028 bambini
Agricoltura - Avvio della costruzione di un centro formativo per il miglioramento delle competenze agro-zootecniche (Centre d’Appui Technique et de Ressources Professionnelles - CATREP) - Attività di partecipazione e sensibilizzazione sull’avvio dei campi di coltivazione dimostrativi (Développement des techniques des Champs Écoles des Paysans - CEP)- Avvio dei lavori e organizzazione dei comitati di gestione- Sensibilizzazione dei gruppi di produttori agricoli e organizzazione
della rete locale di magazzini comunitari per la vendita dei prodotti ed input agricoli (Magasin d’Approvisionnements en Intrants et de Commercialisation des Produits Agricoles - MAICOPA)
Sviluppo locale 71
eni nell’ambito della strategia di
investimento nel settore educazione
e formazione per le comunità,
definita a valle degli studi di baseline
e di fattibil ità, realizza interventi
che mirano ad avere impatti su
tutti i l ivell i di educazione, a partire
dall’educazione primaria fino all’alta
formazione post-universitaria.
Mozambico> In Mozambico
è stato siglato nel dicembre 2013
un MoU con il Ministero del Lavoro
mozambicano per attività di supporto
al Pemba Technical Training Center,
con l’obiettivo di migliorare la
qualità della formazione per i giovani
nell’area di Pemba attraverso una
ristrutturazione dell’infrastruttura,
la fornitura di materiale e il supporto
allo svolgimento dei corsi tecnici,
inclusa la formazione ai docenti.
Collaborazioni con università
In riferimento all’educazione primaria,
nel settembre 2013, è stato siglato un
accordo con la municipalità di Pemba
per migliorare l’accesso all’educazione
primaria nel quartiere di Paquitequete
(Pemba), attraverso la costruzione di
eni realizza interventi che mirano ad avere impatti su tutti i livelli di educazione, a partire dall’educazione primaria fino all’alta formazione post-universitaria.
Educazione e formazione
La formazione scolastica è una delle
leve fondamentali per lo sviluppo
economico e sociale di un Paese.
Su questa logica si basa il MDG numero
2 “Raggiungere l’istruzione primaria
universale” e oggi, a distanza di quasi
quindici anni, si rinnova tale impegno
riproponendo il tema dell’educazione
universale come obiettivo chiave nei
futuri SDGs. Secondo i risultati pubblicati
dalle Nazioni Unite, dal 2010 le Regioni
in via di sviluppo – intese nel loro
complesso – hanno raggiunto un tasso
di iscrizione alle scuole elementari pari
al 90%1. Il tasso di abbandono è però
ancora molto alto.
L’Africa Subsahariana è la Regione che
registra maggiori difficoltà su questo
fronte, con un tasso di completamento
del ciclo di scuola primaria del 69%, a
fronte di un dato mondiale
del 90%. Oltre il 40% della produzione
di eni si concentra in Paesi in cui
il tasso di scolarizzazione media è
inferiore ai sette anni2.
Più di 10
Da 7 a 10
Meno di 7
Produzione giornaliera idrocarburi eniper Paesi con istruzione scolastica media (anni) - 2012
32,51%
26,93%
40,56%
(1) UN, Millennium Development Goals and Beyond 2015, factsheet Goal 2, 2013.
(2) World Data Bank (2011).
72 eni for 2013
una scuola primaria e la fornitura di materiale didattico. I beneficiari diretti del
progetto saranno circa 600 bambini e 30 insegnanti, con un impatto indiretto
stimato su 13.000 persone, tra bambini e famiglie. È pianificata una seconda
fase che prevede il coinvolgimento del quartiere nel favorire la scolarizzazione
di tutti i bambini nell’area, con particolare attenzione alle questioni di genere e
nell’animazione di attività socio-educative a favore della comunità.
È sviluppata la collaborazione “in primis” con l’Università di Mondlane a Maputo,
nell’ambito delle attività relative alla selezione e al reclutamento delle persone
in eni, attraverso il Progetto “Programma 200” che mira alla selezione di
200 laureati mozambicani di talento, dando loro la possibilità di condurre
all’estero un programma di formazione multidisciplinare o attività di formazione
professionale sul luogo nel settore Oil&Gas.
Al 2013, è stato selezionato e formato un totale di 77 studenti ed è stata
condotta una nuova campagna di reclutamento.
60030bambini
Progetto di educazione primaria in Mozambico: alcune stime
insegnanti
Servizi accessori ai programmi di educazione
Corsi di educazione primaria
Costruzione/ristrutturazione infrastrutture scolastiche/centri per l’educazione
Fornitura materiale scolastico
Programmi/interventi in ambito educativo
(*) Nel 2013 gli investimenti per gli interventi in educazione e istruzione ammontano a 5,4 milioni di euro.
Investimenti 2013 in educazione e istruzione*
5%
30%
0,24%
39%
26%
Capitolo 4_B.indd 72 29/05/14 15:30
Sviluppo locale 73
eni è impegnata in attività di
supporto allo sviluppo agricolo con
l’obiettivo di assicurare alle comunità
locali una migliore qualità della vita,
favorendo l’accesso all’alimentazione e
promuovendo la sicurezza alimentare
presso le comunità di cui è parte. Tra
i casi di maggior successo vi sono i
progetti avviati nel settore agricolo in
Nigeria, Tunisia, Iraq e Congo.
Nigeria> In Nigeria il Green
River Project (GRP) è un esempio
di intervento finalizzato allo sviluppo
delle popolazioni locali attraverso la
promozione di soluzioni innovative
in ambito agricolo. Il progetto GRP
opera da 27 anni nelle comunità del
Delta del Niger attraverso un sistema
unificato di distribuzione capillare
dei servizi finalizzati allo sviluppo
agricolo - Agricultural Extension
Services Delivery System (AESD) - e
al miglioramento delle condizioni di
vita delle popolazioni rurali. Il progetto
ha promosso attivamente lo sviluppo
dell’agricoltura e il miglioramento delle
condizioni socioeconomiche dell’area
creando relazioni favorevoli con le
comunità che ospitano le attività
operative di eni nel Delta del Niger.
A partire dal 1987, i beneficiari totali
del progetto ammontano a più di
500.000 persone distribuite in un’area
che copre una superficie di 4.000 km2.
Il progetto opera attraverso la
eni è impegnatain attività di supportoallo sviluppo agricoloin Nigeria, Tunisia, Iraq e Congo.
Tra il 1° maggio e il 31 ottobre
2015 si terrà a Milano l’Esposizione
Universale, che vede come partecipanti
centinaia di Paesi da tutto il mondo.
Il tema di Expo 2015 è “Nutrire il
pianeta, energia per la vita”, uno dei
temi centrali dello sviluppo sostenibile,
in un contesto mondiale in cui 870
milioni di persone soffrono la fame,
mentre oltre un miliardo è soggetto a
malnutrizione. La crescita demografica,
il processo di urbanizzazione della
popolazione e il cambiamento delle
diete accresceranno la domanda
globale di alimenti, che nel 2050
sarà del 60% più alta rispetto a
quella odierna. La sfida che ne
deriva è ulteriormente aggravata dal
cambiamento climatico e dall’erosione
delle risorse naturali che forniscono
la base per la produzione di alimenti.
I l contributo dell’energia a beneficio
della produzione alimentare è legato
prevalentemente al soddisfacimento
del fabbisogno energetico
delle attività di irrigazione
e di trasformazione.
I piccoli agricoltori sono il gruppo
contadino più numeroso del mondo:
intensificare e aumentare l’accesso a
fonti di energia sostenibile per questi
produttori permetterebbe
il perseguimento degli Obiettivi
di Sviluppo Sostenibile, in particolare
quelli legati allo sradicamento della
povertà e alla protezione ambientale.
Agricoltura e sicurezza alimentare
Una strategia di intervento inclusiva e sostenibile: il Progetto Integrato Hinda (pag. 70)
74 eni for 2013
distribuzione di sementi migliorate e piantine, l’agro-meccanizzazione,
l’assistenza veterinaria, la produzione e la formazione delle cooperative.
Altre iniziative volte allo sviluppo locale nell’ambito del progetto includono attività
di formazione professionale per i giovani e soluzioni per facilitare l’accesso al
microcredito per le cooperative agricole e le imprese di piccole dimensioni.
Tunisia> In Tunisia, eni ha continuato a investire nel Progetto Titan, volto
a supportare lo sviluppo del turismo e del sistema agricolo nella regione di
Tatauine. Dal 2013 eni promuove attività volte al rinnovamento dei processi
agricoli, con l’obiettivo di sviluppare alcune attività pilota nel settore della
trasformazione dei prodotti agricoli locali e di sviluppo delle attività di
coltivazione locali, con una particolare attenzione a quelle condotte dalle donne
della comunità.
Iraq> In Iraq, il Rural Support Project, a sostegno delle aziende agricole e
delle comunità nell’area del giacimento di Zubair, è giunto a completamento.
Il programma in collaborazione con il Dipartimento Agricoltura di Zubair,
la Farmers Association e sotto la supervisione delle Autorità locali ha coinvolto
165 aziende durante la stagione agricola 2012-2013.
165aziende
In Iraq il progetto agricolo coinvolge
Green River Project
SETTORE DI INTERVENTO RISULTATI 2013
Innovazione nel settore agricolo - Introduzione di nuove tecniche per la produzione della farina di banano (registrate dalla National Agency for Food and Drug Administration and Control - NAFDAC), per la pesca e l’allevamento
Potenziamento delle comunità e sviluppo della microimpresa - 3 comunità inserite nel GRP in aggiunta alle 22 già coinvolte (per un totale di 25 comunità)- 5 società cooperative in aggiunta alle 35 esistenti (per un totale di 40 società operative)- 15% l’aumento delle piccole imprese in 80 comunità locali a testimonianza dell’impegno a sostegno di programmi di microcredito
e sviluppo di microimprese
Formazione professionale - 548 persone formate (20% donne) - Formazione professionale in settori utili alla comunità, tra cui sicurezza alimentare e informatica
In Tunisia il progetto Titan è volto a supportare lo sviluppo del turismo e del sistema agricolo.
Sviluppo locale 75
20111. Sono risultati importanti,
ma è opinione comune che quanto
fatto non sia sufficiente, ed è per
questo che le questioni legate alla
salute dei Paesi più poveri avranno
un ruolo di primaria importanza anche
Rappresentato dagli MDGs nelle sue
diverse accezioni – la riduzione della
mortalità infantile, il miglioramento
della salute materna, la lotta contro
la malaria, HIV/AIDS e altre malattie
infettive – il tema della salute (MDG 6)
rappresenta oggi un tema di importanza
cruciale anche in vista della definizione
degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.
Grazie agli interventi finora messi in
atto, il tasso di mortalità sotto i cinque
anni è sceso del 47% dal 1990, la
mortalità materna a livello mondiale
è diminuita del 47% negli ultimi due
decenni, il numero di persone infette
da HIV si è ridotto del 33% dal 2001 al
nell’Agenda Post-2015.
La produzione giornaliera di
idrocarburi di eni si concentra per
quasi il 30% in Paesi in cui meno
del 60% delle persone hanno
accesso ai servizi sanitari evoluti.
(1) UN, Millennium Development Goals and Beyond 2015, 2013.
Salute delle comunità
Dal 95-100% della popolazione
Dal 60-95% della popolazione
Dal 15-60% della popolazione
Produzione giornaliera idrocarburi eniper Paesi con accesso a servizi sanitari evoluti (2011)
52,81%
18,72%
28,46%
Ghana> In Ghana, dove l’industria
mineraria è tradizionalmente ben
rappresentata e quella Oil&Gas in
fase di sviluppo, la conduzione di
una Valutazione Strategica di Impatto
Ambientale a livello nazionale ha messo
in evidenza come l’attività connessa a
tali attività industriali abbia la possibilità
di impatto su diversi determinanti
ambientali per la salute delle comunità.
A tale riguardo è stato avviato un
processo per sostenere le Autorità
competenti, quali il Ministero della
Salute, il Ghana Health Service (GHS)
e il Governo ghanese, nel dotarsi delle
capacità tecniche e gestionali per
realizzare le Valutazioni di Impatto sulla
Salute e porre le basi per la necessaria
policy del settore Oil&Gas in materia.
Grazie all’esperienza maturata in
quest’ambito sul terreno e presso i
gruppi di lavoro internazionali attivi
sul tema, eni ha partecipato alla
realizzazione della prima fase del
processo che ha previsto:
• la formazione base di 19 professionisti
19professionisti coinvolti nella formazione
In Ghana:
76 eni for 2013
coinvolti nel settore Oil&Gas e delle
Risorse Naturali (tra cui il Ministero
della Salute/Ghana Health Service,
università, Ministero dell’Energia,
Ministero dell’Ambiente, Ministero del
Lavoro, Petroleum Commission)
• l’erogazione di un Master
HSE coordinato da eni con
l’Università di Pisa;
• la creazione di un Core Team
multi-settoriale di 8 membri
già specialisti in varie discipline
(Epidemiologia, Tossicologia, Salute
occupazionale, Sanità Pubblica ecc.);
• la preparazione di un documento di
programmazione che permetterà lo
svolgimento di valutazioni di possibili
impatti in ambito salute e relativo
monitoraggio; l’attività rappresenta
l’oggetto di una seconda fase ed è
in corso di predisposizione da parte
delle Autorità ghanesi.
Ecuador> In Ecuador eni opera
nel Blocco n.10 situato nella foresta
amazzonica ecuadoriana dove vivono
circa 3.200 persone, distribuite in
differenti comunità.
In questo contesto, e nell’ambito di
accordi pluriennali sottoscritti con le
singole comunità, eni ha intrapreso
nel settore della salute delle comunità,
un progetto di sviluppo e supporto di
un sistema di servizi sanitari preventivi
e curativi. Il progetto ha visto negli
anni, attraverso varie fasi (e relativi
accordi puntuali), la realizzazione e
l’ottimizzazione di una rete di servizi
sanitari, di base e di riferimento, sia a
livello dei villaggi sia della vicina città,
con l’obiettivo di ridurre la morbilità
e la mortalità per le malattie e le
condizioni patologiche endemiche
nella popolazione beneficiaria.
Attività straordinarie di supporto direttoad autorità sanitarie locali
Progetti infrastrutturali
Formazione e aggiornamento professionale,oltre che di formazione permanente
Informazione, educazione e sensibilizzazionein favore delle comunità
Supporto tecnico sanitario
Investimenti 2013 in salute delle comunità*1%
47%
5%
22%
25%
(*) Nel 2013 gli investimenti per gli interventi in salute delle comunità ammontano a 2,9 milioni di euro
In Ecuador eni ha intrapreso un progetto di sviluppo e supporto dei servizi sanitari delle comunità.
Sviluppo locale 77
Nel corso del 2013 le aree di rafforzamento e supporto alla rete dei servizi
sanitari (comunità, dispensario, centro di salute, consultorio e ospedale) si sono
compiute attraverso:
• disponibilità di una rete sanitaria formata da 15 promotori di salute e 3
promotori supplenti che hanno erogato prestazioni sanitarie a 7.156 pazienti
e che rappresentano il primo livello di accesso;
• consulenze ambulatoriali (n. 5.980) presso le unità sanitarie (dispensari e centro
di salute) localizzate sul territorio e presso il consultorio cittadino (n. 1.546);
• visite periodiche del Team del Ministero della Salute Pubblica (Brigadas Medicas)
al fine di un coinvolgimento sempre maggiore delle istituzioni pubbliche e della
futura presa in carico dei servizi. Il medico, l’odontoiatra, l’infermiere ausiliario
componenti il team hanno garantito nello scorso anno 1.328 visite;
• fumigazioni nei vi l laggi del territorio (500 compound) da parte di un
addetto, di Brigadas Medicas, che hanno contribuito al control lo dei vettori
delle malatt ie trasmissibi l i;
• consulenze ospedaliere per prestazioni ambulatoriali, di diagnostica e
laboratorio a 271 pazienti (di cui 66 ricoverati);
• evacuazione medica per 112 casi urgenti dei quali: con elicottero (1 caso),
con aereo (29 casi) e via terra (82 casi);
• trattamento di circa 35 casi cosiddetti speciali per riferimento a livelli superiori
del Sistema Sanitario Ecuadoriano.
1.328visite mediche specialistiche
In Ecuador:
5.980
7.156
consulenze ambulatoriali
pazienti hanno ricevuto una prestazione sanitaria
78 eni for 2013
Gli interventi di sviluppo locale di eni diretti alle comunità hanno fra gli obiettivi principali quello di migliorare le condizioni delle donne.
Fonte: UN, The Millennium Development Goals Report, 2013.
Gender equality
primaria, ma persistono divari di
genere per quanto riguarda i livelli
successivi – sono solo 2 Paesi su
130 ad aver raggiunto la parità
nell’educazione secondaria e terziaria.
Si sono fatti grossi passi avanti
anche per quanto riguarda l’impiego
femminile nei settori non agricoli, con
il raggiungimento di quote del 40% di
presenza femminile sul totale di forza
lavoro impiegata.
A fronte di questi primi risultati positivi,
I “Millennium Development Goals”
impegnano i Paesi a promuovere
l’uguaglianza di genere e
l’empowerment femminile, con un
focus sull’accesso all’istruzione a tutti
i l ivelli, sull’occupazione femminile
nel settore non-agricolo (spesso
non remunerato) e sulla presenza
parlamentare.
A oggi gli sforzi intrapresi hanno
permesso di raggiungere la parità
di genere nell’accesso all’istruzione
restano profonde disparità
a cui prevalentemente guardano i
lavori per la redazione dell’Agenda
Post-2015 e della definizione dei
Sustainable Development Goals
(SDGs): le donne continuano a
subire discriminazioni nell’accesso
all’educazione, al lavoro,
all’indipendenza economica e alla
partecipazione politica.
La diffusa violenza sulle donne
continua a minare gli sforzi per
raggiungere i restanti obiettivi.
Gli interventi di sviluppo locale di
eni diretti alle comunità hanno fra gli
obiettivi principali quello di migliorare
le condizioni delle donne affinché
possano contribuire pienamente
all’economia dei loro Paesi e a uno
sviluppo equo e sostenibile globale.
eni ha posto in essere una serie di
attività con impatto diretto sulle donne
in particolare in settori propedeutici
allo sviluppo quali la salute e
l’educazione.
eni riconosce l’importanza
dell’accesso alla salute, intesa come
accesso a strutture e a servizi sanitari
di qualità e riconosce l’importanza di
indirizzare le proprie azioni in ottica
di genere. Garantire formazione e
assistenza alle donne significa, infatti,
non solo ridurre i tassi di mortalità
materna al parto e aumentare le
aspettative di vita dei neonati alla
nascita, ma anche investire sulla
comunità nel suo insieme, poiché è
dalle donne che passano le pratiche
di cura della casa e dei figli.
Dopo anni di attività in Pakistan il
programma di intervento comunitario,
in corso nei territori limitrofi agli
impianti, è fortemente orientato alla
dimensione di genere ed è focalizzato
sull’aumento dell’accesso ai servizi di
Sviluppo locale 79
Gender dimension in Pakistan
PERFORMANCE OBIETTIVO
Il 56% dei beneficiari totali coinvolti dai progetti comunitari sono donne Contributo all’aumento del ruolo delle donnenel contesto sociale delle aree di progetto
24.510 interventi di assistenza sanitaria a donne3.082 test HIV/malaria effettuati su donne
Miglioramento dell’accesso ai servizi di salutecon particolare attenzione alle donne
30 pompe d’acqua installate Miglioramento complessivo dell’accesso all’acqua potabile da parte della popolazione e in particolare delle donne, le quali subiscono maggiormente il peso delle attività di approvvigionamento dell’acqua
383 ragazze formate su tematiche di conservazione ambientali e di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale
Aumento del livello di conoscenza delle ragazzedel contesto locale e creazione di nuove opportunità di lavoroorientate all’occupazione femminile
In Pakistan sono stati organizzati percorsi di training professionale specifici
per la popolazione femminile, quali corsi di informatica e corsi di cucito volti a
recuperare una tradizione locale nel settore delle confezioni e ricamo.
Grazie a tale training le donne della zona di Jangara hanno potuto incrementare
il reddito familiare attraverso la vendita dei prodotti di abbigliamento.
base e alla qualità di questi ultimi.
Nell’ambito delle strutture sanitarie presenti, viene fornita formazione e
assistenza pre e post parto, sono implementati campi mobili per raggiungere
aree in cui le donne abbiano difficoltà nell’accedere alle strutture sanitarie più
vicine, è favorita l’assunzione di personale femminile nelle strutture sanitarie,
viene condotta formazione ed educazione alle donne sui temi di salute, igiene
e pianificazione familiare.
Le persone interessate da questo progetto sono circa 20.000 per
Bhit&Badhra, 5.000 per Kadanwari e Offshore, di cui il 56% donne.
20.000
24.510persone per Bhit&Badhra
Progetto di sviluppo rurale in Pakistan:
interventi di assistenza sanitaria a donne
80 eni for 2013
Innovazione ttraverso la ricerca, eni rinnova i propri settori di business
tradizionali e si impegna in nuove attività ad alto contenuto
di innovazione, che partono da una lettura attenta dei cambiamenti del
contesto in cui l’impresa opera. Infine, sta diffondendo un modello di
gestione aziendale che si basa sul miglioramento continuo e che ha
l’obiettivo di rendere sistematico il processo di innovazione, anche “dal
basso”. Tutto ciò contribuisce al perseguimento di una crescita verde e
inclusiva, così come definita nel corso della Conferenza Mondiale sullo
Sviluppo Sostenibile di Rio del 2012, che è l’obiettivo sotteso all’Agenda
Post-2015 attualmente in definizione.
A
quello privato. […] L’energia attiva,
il business innova2”.
Già nel 2010 la Commissione Europea,
attraverso la strategia “Europe 2020”,
promuoveva l’innovazione come strada
per creare occupazione e lavoro
nel Continente attraverso una nuova
vocazione industriale dei territori,
basata su tecnologie e materie prime
più sostenibili a livello ambientale.
A livello mondiale, il passaggio dai
La sesta sessione dell’Open Working
Group sugli SDGs definisce tecnologia
e innovazione come i fattori capaci di
“modificare le regole del gioco” della
situazione socioeconomica dei Paesi
in via di sviluppo1. Anche in questo
contesto il ruolo dell’energia è centrale:
“Gli SDGs devono dare la priorità e
promuovere l’innovazione, avviando
la formazione di framework per
l’innovazione nel settore pubblico e in
Millennium Development Goals
ai Sustainable Development Goals
si gioca anche sulla capacità di
individuare soluzioni tecnologiche e
operative nuove per rispondere a sfide
complesse che riguardano, ovviamente,
anche la riconversione dei settori
industriali tradizionali e la costruzione
di nuove opportunità di business
capaci di creare lavoro e benessere nel
rispetto dei limiti del Pianeta.
Innovazione nel business
(1) Open Working Group, Statement on behalf of the Group of 77 and China, 2013.
(2) UN Open Ended Working Group on SDGs Business and Industry Major Group Statement on Energy, 2013.
Innovazione 81
Dal 2013 eni sta raccogliendo i
frutti del suo sforzo, investendo in
un’innovazione verde che permetta
di mantenere e rinnovare le vocazioni
produttive dei territori in cui opera.
È il caso dei progetti integrati di
bioraffinazione e della produzione
Versalis di biochemicals e chemicals
per lubrificanti e green diesel che
verranno utilizzati nella bioraffineria.
Bioraffineria> Nel 2014
sarà avviata la Bioraffineria di Porto
Marghera e la produzione crescerà
progressivamente a fronte dell’entrata
in esercizio dei nuovi impianti da
completare entro fine 2015. Grazie
ad una nuova tecnologia e ad un
investimento di circa 100 milioni di
euro, eni produrrà per la prima volta
biocarburanti a partire da materie
prime vegetali, in linea con la politica
ambientale dell’Unione Europea
volta alla riduzione delle emissioni
di gas serra. Il progetto prevede la
riconversione degli impianti esistenti,
fino a qualche mese fa utilizzati per la
produzione di carburanti convenzionali
da petrolio grezzo, attraverso
l’applicazione della tecnologia
Ecofining™, ideata e sviluppata da eni
insieme alla società americana UOP.
L’applicazione di questa tecnologia per
la riconversione degli impianti esistenti,
per la quale eni ha avanzato domanda
di brevetto, si è rivelata un elemento
essenziale che ha ridotto dell’80% i
costi e ha fondato una strategia eni
di riqualifica di siti industriali, non solo
nella raffinazione.
Al momento e solo per la fase iniziale,
l’impianto utilizza olio di palma, un
cosiddetto “feedstock” (materia da
lavorare o “carica”) di prima generazione.
L’utilizzo di fonti di seconda generazione,
e in particolare dei grassi animali, è
previsto dall’inizio 2016, fino a un valore
del 10% della carica totale. Si stanno
anche considerando possibili integrazioni
con impianti di raffinazione delle
biomasse oleose, per riutilizzare prodotti
di scarto di tale lavorazione, come
gli acidi grassi distillati e la glicerina
(cariche di terza generazione).
Green Refinery
Il sito di Porto Marghera così rifondato
garantisce al territorio e all’economia
locale un futuro sostenibile,
caratterizzato da una notevole riduzione
delle emissioni e dei consumi di acqua.
Considerando il ciclo produttivo,
la riduzione delle emissioni di CO2
a Porto Marghera, rispetto al quadro
emissivo preesistente, sarà
di oltre il 40%, a fronte di una
produzione di 360 mila tonnellate
l’anno di biocarburanti.
Il Green Diesel prodotto ha inoltre
un elevato potere calorifico rispetto
a quello comunemente prodotto e
permetterà a eni di ridurre i quantitativi
Dal 2013 eni sta raccogliendo i frutti del suo sforzo nella ricerca per lanciare business e attività che sono esempio dell’ingegno e della capacità di innovazione dell’azienda.
360milaton/a i biocarburanti prodotti a regime
Presso la bioraffineriadi Porto Marghera
eni produrrà per la prima volta biocarburanti a partire da materie prime vegetali.
100milioni di euro investitinella bioraffineria di Porto Marghera
82 eni for 2013
di biocarburante da aggiungere ai
carburanti convenzionali.
In altri termini e secondo la normativa
vigente, la materia prima vegetale
utilizzata da eni sarà inferiore a
quella attualmente necessaria per
la produzione dei biocomponenti
convenzionali oggi acquistati, riducendo
il consumo complessivo di olio di
palma di circa il 15%. Per tutte le
forniture di olio di palma sarà garantita
la non provenienza da zone ricche
di biodiversità o caratterizzate dalla
presenza di foresta primaria.
L’industria della raffinazione europea,
in particolare l’area mediterranea,
è in crisi strutturale da alcuni anni.
L’eccesso di capacità di raffinazione
che si è creato con il crollo non
congiunturale della domanda di prodotti
petroliferi e la dinamica sfavorevole
nei margini di raffinazione hanno
richiesto agli operatori di intervenire
sugli impianti più esposti, tra i quali
figura quello di Gela in Sicilia, di cui
eni è titolare al 100%. Nel 2013 eni
ha annunciato un ambizioso progetto
di ristrutturazione della Raffineria
di Gela, nel cui rilancio ha un ruolo
fondamentale la leva dell’innovazione.
Con un investimento stimato in 700
milioni di euro, Gela sarà trasformata in
un polo tecnologico d’avanguardia nel
quale saranno realizzati nuovi impianti
per la produzione di gasolio di elevata
qualità. Tra questi impianti figurano un
hydrocracking di ultima generazione e il
nuovo catalizzatore T-Sand, brevettato
da eni. T-Sand, una volta sostituito,
in parte, ai catalizzatori attualmente
utilizzati negli impianti di desolforazione,
ridurrà notevolmente la concentrazione
nel gasolio prodotto di componenti
polinucleari aromatici (PNA), i
principali responsabili delle emissioni
di particolato dalla combustione del
gasolio nei motori diesel.
Nella Raffineria di Gela sarà realizzato
il primo sistema eni “zero waste”
(rifiuti zero) per la produzione di
energia da rifiuti industriali. Questa
nuova tecnologia è il risultato di
competenze sviluppate da eni nel
recupero ambientale di siti industriali.
Una combustione controllata distrugge
i fanghi biologici e oleosi prodotti dalle
raffinerie, eliminando la parte organica
di questi fanghi e producendo una
cenere inorganica che può essere
facilmente collocata in discarica. In una
versione più evoluta della tecnologia
è prodotto un rifiuto solido vetrificato
completamente inerte.
Nel polo siciliano prosegue l’attività
di ricerca per la produzione di
biocarburanti di terza generazione
dalle alghe. Prosegue l’impegno di
eni nel migliorare la sostenibilità e la
tutela dell’ambiente per una sempre
più elevata efficienza nell’uso delle
risorse e per minimizzare le emissioni.
La Raffineria di Gela svolgerà un ruolo
Nella Raffineria di Gela sarà realizzato il primo sistema eni per la produzione di energia da rifiuti industriali.
700milioni di euro l’investimento stimato
A Gela
Innovazione 83
importante nella diffusione e nella
valorizzazione del proprio
know-how, mettendo le proprie strutture
a disposizione di terzi che promuovano
iniziative nel campo dell’innovazione
tecnologica e della tutela ambientale.
Chimica verde> Anche nel
settore chimico, Versalis si propone
di operare nei settori più qualificati
della chimica e delle materie plastiche
attraverso un continuo impegno nella
ricerca e nell’innovazione dei prodotti,
dei processi e delle tecnologie.
Il settore europeo della chimica opera
in uno scenario di grande complessità
che negli ultimi anni ha visto criticità
derivanti dall’ingresso di nuovi
concorrenti, dalla forte delocalizzazione
verso i Paesi asiatici e dalla volatilità
dei prezzi dei feedstock e dell’energia.
Inoltre, la consolidata attenzione per
l’ambiente ha accelerato il trend
dei cambiamenti. La Chimica verde
rappresenta, infatti, oggi un’evoluzione
delle attività tradizionali che
prospettano un’elevata crescita.
L’innovazione tecnologica è uno degli
elementi fondamentali del rilancio della
chimica eni e il progetto Polo Verde
di Porto Torres, nato dalla partnership
con Novamont in Matrìca, consentirà
a Versalis di posizionarsi in questo
nuovo settore.
Il progetto prevede la realizzazione
a Porto Torres di un complesso
industriale tra i più grandi al mondo
per la produzione di prodotti chimici da
fonti rinnovabili, con un investimento
di circa 500 milioni di euro.
L’elemento distintivo del progetto
consta della piena integrazione
dell’impianto nel territorio attraverso
la promozione della filiera agricola,
e del settore secondario a livello locale.
Nella prima metà del 2014 entreranno
in produzione le prime 4 linee degli
impianti biomonomeri e derivati per la
produzione di biolubrificanti.
Versalis ha inoltre siglato nel 2013
un accordo con Neville Venture per la
produzione di resine idrocarburiche
da realizzarsi presso lo Stabilimento
di Priolo. Queste nuove produzioni
ad alto valore aggiunto, sinergiche
in particolare con il business degli
elastomeri, saranno destinate a settori
applicativi specialistici come quelli degli
adesivi, degli inchiostri, delle vernici e
delle gomme. La partnership costituisce
un passo significativo all’interno del
progetto di rilancio del sito di Priolo,
confermandone la centralità nel
piano strategico di Versalis. Le nuove
tecnologie permetteranno, infatti, di
realizzare gli impianti di produzione di
resine idrocarburiche consentendo una
maggiore valorizzazione dei feedstock
provenienti dal cracker. La presenza
di un promettente mercato per questi
prodotti a livello europeo, dove Versalis
ha una presenza commerciale capillare
La Chimica verde rappresenta oggi un’evoluzione innovativa delle attività tradizionali, per la quale si prospetta un’elevata crescita.
500milioni di euro circa investitinella Chimica verde
A Porto Torres:
84 eni for 2013
e consolidata, rappresenta un ulteriore
fattore qualificante, che rende questo
progetto estremamente importante
per la società.
Il riposizionamento strategico di Versalis
è proseguito grazie a ulteriori accordi
nella Chimica verde con aziende quali:
Genomatica, per la produzione di
biobutadiene; Yulex per la produzione
di gomma naturale da guayule; Pirelli
per un progetto di ricerca sull’uso
della gomma naturale da guayule
nella produzione di pneumatici ad alte
prestazioni e vantaggi sul risparmio
energetico; Elevance Renewable
Sciences Inc., per lo sviluppo e
l’industrializzazione di una nuova
tecnologia per produzione di bio
intermedi chimici da oli vegetali.
Inoltre, la completa integrazione di
queste lavorazioni nel ciclo industriale
di Versalis permetterà, a partire da
differenti feedstock da fonti rinnovabili,
di ottenere prodotti chimici, integrando
la chimica di base e dei polimeri,
che rappresenta storicamente il core
business di Versalis, con prodotti
altamente innovativi e specialistici.
Nell’aprile 2013 Versalis e Genomatica
hanno firmato un accordo per la
costituzione di una joint venture
tecnologica per la produzione di
butadiene da fonti rinnovabili. Obiettivo
della joint venture è lo sviluppo
dell’intera fil iera per la produzione
on-purpose di butadiene da biomassa
proveniente da colture non-food.
La nuova joint venture sarà proprietaria
della tecnologia oggetto dell’accordo
in esclusiva per Europa, Asia e Africa.
Infine, nel 2014 Versalis e le
organizzazioni sindacali hanno
raggiunto un’importante intesa
sull’avvio del progetto di
trasformazione che rilancia il sito
di Porto Marghera con l’obiettivo di
ridisegnarne l’assetto produttivo e
recuperare competitività. Il progetto
è parte integrante della strategia di
Versalis, che punta a sviluppare nuove
iniziative per rafforzare il portafoglio
prodotti, anche sviluppando il business
della Chimica verde, e a ottimizzare
l’esposizione sui prodotti commodities,
con caratteristiche standard e meno
innovative, realizzati in grande quantità
per il mercato mondiale da diversi
operatori. In questo contesto, lo
Stabilimento Versalis di Porto Marghera
continua a mantenere una posizione
geografica di importanza strategica,
che beneficia della vicinanza con
il mercato del Nord Europa e del
collegamento integrato con gli altri
stabilimenti Versalis di Mantova, Ferrara
e Ravenna, cui rimane garantita la
fornitura di materia prima, grazie a
infrastrutture logistiche di primaria
importanza. Il programma complessivo
a Porto Marghera prevede investimenti
per circa 200 milioni di euro che
Anche nel settore chimico la riconversione degli impianti, in particolare dei siti industriali critici, permette di riqualificare i siti produttivi.
Il riposizionamento strategico di Versalisè proseguito graziead accordi con aziende di primaria importanza, quali Genomatica, Yulex, Pirelli, Elevance.
Nel 2014 Versalis e le organizzazioni sindacali hanno raggiunto un’intesa sul progetto che rilancia il sito chimico di Porto Marghera.
Innovazione 85
stesso, esse siano responsabili per il
70-80% delle emissioni di GHG.
Le smart city sono dunque un modo
per conciliare crescita e sostenibilità1”.
Non è un caso che il Sustainable
Development Solutions Network
proponga il tema delle città “inclusive,
produttive e resilienti” all’interno delle
proprie proposte di definizione dei
“Con più della metà della popolazione
mondiale che già oggi vive nelle
aree urbane, con questa percentuale
destinata ad aumentare fino al 75%
entro il 2050, è chiaro che la via per
uno sviluppo sostenibile deve passare
per le città. Attualmente si stima che
il 70%-80% del PIL mondiale sia
generato nelle città e che, al tempo
nuovi Obiettivi di Sviluppo
Sostenibile. “Smart mobility” e Sistemi
di Trasporto Intelligenti sono esempi
di combinazione tra nuove tecnologie
(ICT) e contesto urbano per generare
soluzioni che migliorino la qualità
della vita della crescente popolazione
cittadina, ma anche opportunità di nuovi
business per le aziende.
Nuovi business sostenibili
Insieme al rinnovamento dei business
tradizionali, la nuova strategia di eni
ha previsto l’avvio di nuovi business
innovativi e all’avanguardia.
enjoy> Tra le iniziative promosse
da eni rientra enjoy, il servizio di
mobilità sostenibile attivato alla fine del
2013 nella città di Milano che mette
a disposizione della città una flotta di
autovetture ad alta efficienza. Si tratta
di un servizio di carsharing ad alto
verranno indirizzati sia all’ottimizzazione
dell’impianto di cracking e riassetto
utilities, con significativi risparmi
energetici, sia alla nuova iniziativa di
Chimica verde. L’innovativo progetto di
Chimica verde, le cui fasi sperimentali
sono già state avviate con la società
contenuto tecnologico, nel quale non
è prevista la riconsegna in punti fissi,
ma è possibile lasciare ovunque la
vettura nell’area servita. Pur prendendo
spunto da sistemi simili già consolidati
in alcuni Paesi (UK, USA, Germania),
il servizio presenta alcune peculiarità
che lo rendono unico per innovazione
e sostenibilità nel panorama
internazionale. enjoy prevede l’utilizzo
di autovetture, con livelli di emissioni
molto bassi e particolarmente adatte al
americana Elevance Renewable
Sciences Inc., prevede lo sviluppo e
l’industrializzazione, con impianti primi
nel loro genere a livello mondiale, di
una nuova tecnologia per la produzione
di bio intermedi chimici da oli vegetali
destinati a settori applicativi ad alto
valore aggiunto quali detergenti,
biolubrificanti e prodotti chimici per
l’industria petrolifera.
Il progetto si avvarrà delle infrastrutture
già presenti nel sito e si integrerà con gli
stream produttivi di Versalis.
55mila
200mila
clienti iscritti
Car sharing a Milano nei primi tre mesi di attività
noleggi
(1) Abha Josh-Ghani, Who needs smart cities for sustainable development, World Bank, 2012.
86 eni for 2013
La leva tecnologica in risposta alle sfide energetiche
contesto urbano, perché piccole e poco
ingombranti su strada.
Il servizio, inaugurato a Milano nel
dicembre 2013, ha registrato in soli
3 mesi dall’avvio circa 55.000 clienti
iscritti e oltre 200.000 noleggi.
eni pone la ricerca scientifica e
l’innovazione tecnologica al centro delle
sue strategie per lo sviluppo: l’impegno
di eni è assicurare la produzione e
trasformazione di fonti energetiche,
principalmente idrocarburi, in modo
sicuro, economico e sostenibile.
Dopo aver analizzato lo scenario
mondiale, le sfide da affrontare nei
prossimi anni e i conseguenti bisogni
tecnologici, eni ha individuato dieci
piattaforme tecnologiche chiave su
cui investire prioritariamente per
i l futuro svi luppo del business. Le
piattaforme riguardano sia i settori
core (esplorazione, produzione e
trasporto di ol io e gas, produzione
di carburanti a elevate prestazioni e
“L’energia è fonte della vita e permea ogni momento della nostra esistenza quotidiana, ma è la tecnologia che rende
possibile la produzione e il trasporto delle fonti di energia primaria e la loro trasformazione in energia elettrica,
energia meccanica, calore e manufatti di ogni tipo, fattori questi che sono alla base dello sviluppo economico e
sociale dalla prima rivoluzione industriale fino ai giorni nostri”. Paolo Scaroni, Amministratore Delegato eni
Si prevede la sua graduale estensione
ad altre realtà italiane come Roma e
Torino. Il processo di iscrizione e utilizzo
di enjoy è completamente “intelligente”,
non richiede iscrizioni fisiche né
documenti cartacei.
Tutte le operazioni, dall’iscrizione
basso impatto ambientale, gestione
integrata di gas ed elettricità, chimica),
sia le energie rinnovabili (energia
solare e biomasse), la sostenibilità
ambientale delle operazioni e
l’aumento di efficienza energetica.
Il presidio dell’evoluzione delle
piattaforme tecnologiche chiave
per il settore energetico, oltre che
il monitoraggio dello sviluppo di
tecnologie emergenti, è supportato
dalle alleanze strategiche e dalle
collaborazioni che eni ha attivato con
università e centri di eccellenza.
I principi fondamentali su cui si basano
le alleanze e le collaborazioni per la
ricerca sono:
all’utilizzo si svolgono completamente
online grazie alle applicazioni dedicate.
La pulizia quotidiana delle vetture
viene effettuata con prodotti detergenti
ecocompatibili, che non richiedono
acqua, evitandone quindi un consumo
stimabile in 120 litri per ogni lavaggio.
197
986
937
milioni di euro spesi complessivamente in ricerca e sviluppo tecnologico
persone impegnate in attività R&D nel 2013
milioni di euro di valore tangibile generato da attività R&D nel 2013
Innovazione 87
• sviluppo di progetti di R&D ad alto
contenuto innovativo in un’ottica di
lungo termine;
• maggiore efficienza nell’esecuzione
dei progetti grazie all’integrazione
tra attività svolte in house e attività
eseguite in outsourcing;
• ampliamento delle competenze
L’impegno di eni per una crescita
sostenibile del business energetico si
concentra soprattutto sullo sviluppo di
soluzioni tecnologiche che favoriscano
l’impiego delle fonti energetiche
rinnovabili, in particolare dell’energia
solare e delle biomasse non in
competizione con il settore alimentare.
tecnico-scientifiche funzionali ai
progetti di R&D di interesse eni.
Nel periodo 2011-2012 eni ha
commissionato attività di ricerca
tecnologica a supporto del proprio
business a circa 100 istituti, di cui il
33% localizzato in Italia.
L’impegno complessivo, sotteso dai
Nel quadro della crescente domanda
energetica mondiale, le fonti rinnovabili
rappresentano da un lato un apporto
di energia verde, che non intacca
le fonti fossili tradizionali; dall’altro
un’utile fonte energetica addizionale.
Ad oggi questo settore è in espansione,
soprattutto nelle aree in cui sono attive
274 contratti di collaborazione attivi,
ammonta a circa 120 milioni di euro,
che riguardano per il 40% della spesa
Università e Centri di Ricerca italiani,
per il restante 60% enti esteri.
Rinnovato accordo
di ricerca
tra eni e MIT
forme di incentivazione allo sviluppo:
in generale si punta a tecnologie
self-sustaining dal punto di vista
economico, ambientale e sociale.
eni punta a sviluppare tecnologie
radicalmente innovative, sostenibili e
competitive, finalizzate alla produzione
di energia elettrica e vettori energetici
Principali Alleanze e collaborazioni per la ricerca e l’innovazione tecnologica
La partnership eni-MIT si sviluppa su due linee principali, declinate nell’ambito delle attività del “Solar Frontiers Center” e del MIT Energy Initiative (MITEI).Nel 2013 questa alleanza strategica è stata rinnovata; la nuova collaborazione, della durata di 4 anni con un impegno economico per eni di almeno 5 milioni di dollari all’anno, è incentrata sullo sviluppo di nuove tecnologie a supporto del core business Oil&Gas, dell’ambiente e dell’energia solare di nuova generazione.
A febbraio 2011, eni ha siglato con la Stanford University una nuova alleanza strategica per la ricerca e l’innovazione. L’accordo prevede un programma di ricerca articolato in due linee principali:- nuove tecnologie per l’esplorazione di idrocarburi e la simulazione di reservoir;- tecnologie innovative per la caratterizzazione di siti e la salvaguardia ambientale.
Con i Politecnici di Milano e Torino sono attivi da tempo Accordi Quadro per attività di ricerca e sviluppo nonché di formazione. Il principale obiettivo dell’alleanza strategica con i due Politecnici è stimolare la generazione di idee breakthrough per innovare le tecnologie delle attività core business e portarle a maturazione fino a produrre progetti di innovazione radicale e reali discontinuità tecnologiche. La collaborazione con il Politecnico di Milano riguarda anche lo sviluppo di nuovi sistemi ingegneristici nell’ambito dell’energia solare.
eni ha sviluppato una collaborazione storica con il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) nel campo della ricerca scientifica e tecnologica avviando progetti di ricerca riguardanti tutto lo spettro delle attività dei business eni, dall’upstream al downstream, dalle energie rinnovabili all’ambiente.
88 eni for 2013
da fonti rinnovabili e di biocomponenti
per la chimica e l’upstream. Nel
campo dell’energia solare eni nel
medio termine si è posta l’obiettivo
di aumentare l’efficienza e la durata
delle celle solari di nuova generazione,
ad esempio quelle organiche, e di
sviluppare materiali foto luminescenti
ad alta efficienza, integrabili negli
elementi architettonici degli edifici. Nel
lungo termine si propone di aumentare
la competitività dell’energia elettrica
prodotta per via fotovoltaica rispetto
alle fonti fossili mediante tecnologie
completamente innovative. Nell’ambito
dei biocomponenti, nel medio
termine eni punta alla produzione di
biocarburanti derivati da rifiuti urbani
e industriali e dalla conversione delle
biomasse cellulosiche con l’obiettivo
di ottenere vettori energetici che
ottemperino pienamente agli stringenti
criteri di sostenibilità stabiliti in materia
dall’Unione Europea. Nel lungo termine
si propone sia di rendere competitivo
il processo di produzione di bio-oli da
biomasse alternative alla fonte fossile,
sia di sviluppare tecnologie di
biologia sintetica per produrre
nuovi biocarburanti e intermedi
per la chimica.
La capacità di innovare è testimoniata
dall’ampio portafoglio brevettuale di
eni, che ad oggi comprende oltre
9.000 brevetti a protezione di un
migliaio di invenzioni. Nel 2013 sono
state depositate 59 nuove domande
di brevetto, di cui 27 riguardanti
lo sviluppo di carburanti derivanti
da biomasse e tecnologie per lo
sfruttamento dell’energia solare.
L’importanza dell’innovazione
tecnologica per eni è anche
testimoniata dal Premio eni award,
istituito ufficialmente nel luglio 2007
e assegnato come riconoscimento alla
ricerca scientifica d’avanguardia in tre
ambiti: nuove frontiere degli idrocarburi,
energie alternative e non convenzionali,
protezione dell’ambiente.
Il premio è bandito con cadenza
annuale e conta su un consolidato e
prestigioso network di ricercatori nel
campo dell’energia e dell’ambiente.
L’obiettivo è di monitorare e incentivare
le migliori ricerche e i più importanti
scienziati al mondo nel campo
dell’energia, con l’ambizione di divenire
una sorta di Nobel dell’Energia.
L’edizione 2013 ha visto 1.155
candidature e 7 vincitori (1 donna e 6
uomini) tra i ricercatori e i professori
più illustri nel campo delle scienze di
tutto il mondo.
eni award 2013
E&P
2.37
0
839
56
3.48
2
2.30
9
371
R&M
G&P
Chim
ica
I&C
Corp
orat
e
Portafoglio brevettuale eni SpA(n. brevetti)
4.000
3.500
3.000
2.500
2.000
1.500
1.000
500
Innovazione 89
eni investe in innovazione a partire dalle
proprie persone. Oltre alla creazione
e alla gestione della conoscenza
industriale, che è sostenuta dalle
competenze e professionalità di
eccellenza che l’azienda ha e valorizza
al proprio interno, eni ha rivolto il
proprio interesse a nuove modalità per
stimolare l’innovazione, che attingono al
campo della “open innovation”.
L’ICT è di frequente fra le prime funzioni
aziendali a sperimentare nuove modalità
di lavoro orientate all’innovazione, come
è avvenuto in eni con il Progetto STAR.
STAR – Semplicità, Tempestività,
Allineamento al business, Risorse – si
è rivelato un perfetto mix di ingredienti:
in due anni sono stati avviati e
completati undici progetti, denominati
“cantieri”, coinvolgendo direttamente
oltre cento persone, raggiungendo
l’intera famiglia professionale ICT
in Italia e all’estero e mettendo in
luce competenze distintive orientate
all’innovazione. I cantieri hanno
riguardato l’introduzione di modelli e
processi end-to-end con il business, lo
sviluppo di modalità di smart working
(mobile office), la condivisione di
esperienze e conoscenza in Italia e
all’estero attraverso il social network
aziendale Moka con la predisposizione
di strumenti multimediali per una
comunicazione più efficace.
eni ICT ha voluto che STAR divenisse
un patrimonio riconoscibile e
disponibile per tutta eni attraverso
un eBook, per rappresentare in modo
vivido e rendere ripetibile un progetto
che ha avuto risvolti importanti
anche in termini di motivazione e
coinvolgimento delle persone.
Partendo dall’esperienza di circa
sessanta tra le persone che hanno
partecipato ai progetti di innovazione
come STAR, iTeam – l’ innovazione
tecnologica per un nuovo modo di
lavorare: l’ufficio del futuro, Moka,
l’enterprise social network di eni ed
eniWave – servizi IT per collaborare e
comunicare in mobilità, eni ha deciso
di disegnare un processo per rendere
sistemica e continua la propria
capacità di attivare progetti innovativi.
Obiettivo del processo è consentire a
tutte le persone di ICT di partecipare
alla generazione e realizzazione
di idee innovative, mantenendo il
presidio del modello di innovation
imprese dell’UE ha utilizzato i social
media nel 2013 e di queste circa un
terzo ha usufruito di questi strumenti
per lo scambio di informazioni e
la condivisione della conoscenza
all’interno dell’azienda.
L’innovazione “aperta”, che parte dalle
persone, rappresenta a oggi un fattore
implicito dei costituendi Obiettivi di
Le trasformazioni digitali, la
collaborazione di massa e la gestione
dell’intelligenza collettiva hanno
creato una moltitudine di nuove
opportunità per la creazione di servizi,
il miglioramento della qualità della vita
e la creazione di valore condiviso.
Questo processo è stato spinto anche
dalla grande diffusione dell’utilizzo di
internet in modalità 2.0. Il 30% delle
Sviluppo Sostenibile,
ma è uno degli aspetti su cui
l’esperienza del business potrebbe
essere maggiormente valorizzata,
così come sottolineato dal World
Business Council for Sustainable
Development che, anche per questa
ragione, si concentra sul tema del
lavoro di tutti per contribuire agli
obiettivi di sviluppo globale.
Fonte: Eurostat, Social media - statistics on the use by enterprises, 2013.
Innovazione diffusa
90 eni for 2013
Se l’energia è un driver di creazione di
valore, eni propone un nuovo modo di
concepire l’energia, che si trasforma e
si rigenera in nuovi progetti, in cultura e
in innovazione.
eni nel 2013 ha lanciato la campagna
“Rethink Energy” che ha l’obiettivo
In un rapporto fra azienda e
cittadini consumatori che vede una
contaminazione sempre più forte fra
interno ed esterno dell’azienda, il tema
dell’innovazione rispetto al concetto
stesso di energia diventa per eni anche
una chiave di comunicazione.
di creare una nuova consapevolezza
collettiva che vede tutti, azienda e
consumatori, parte attiva di una nuova
cultura dell’energia.
“La nostra energia è ciò che diventa”
è il messaggio chiave della campagna,
che si traduce in un impegno concreto
management e raccordandolo con i
propri obiettivi strategici.
Il nuovo processo, denominato “Il Vento
dell’Innovazione”, è stato lanciato
nel corso del 2013 con una fase
pilota che ha coinvolto 120 persone.
Attraverso workshop di formazione e
creatività sono state generate oltre 30
nuove idee, raccolte con lo strumento
di idea collection appositamente
sviluppato su Moka. Da gennaio 2014
il processo di generazione di idee è
stato aperto a tutta ICT consentendo di
raccogliere oltre 50 idee e coinvolgere
più di 300 persone.
Nel corso del 2013 si è così sviluppato
nel settore esplorazione e produzione
anche il progetto pilota Innovation
Idea Management (IIM), che ha avuto
l’obiettivo di accrescere le capacità
innovative del settore promuovendo
la creatività delle persone in tutto il
mondo, attraverso una piattaforma di
collaborazione e networking.
Innovation Idea
Management (pag. 36)
I meccanismi di co-creazione delle
idee e la libera partecipazione delle
persone eni, indipendentemente dalla
posizione geografica e dalla seniority,
sono stati i punti di forza del progetto,
che sarà ora applicato su scala più
ampia. La Divisione R&M ha avviato
oltre duecento progetti volti a creare
e sviluppare innovazione nelle attività
e nelle modalità del proprio business,
alcuni di questi già in fase realizzativa.
Esempio di questa progettualità
innovativa è l’iniziativa “Link your
Energy”, che ha coinvolto oltre 100
giovani con l’obiettivo di favorire la
consapevolezza di far parte di un
progetto condiviso capace di generare
creatività e nuove idee. Il progetto,
nella sua versione “everywhere”, ha
coinvolto 60 professionisti provenienti
da tutti i Paesi in cui R&M opera
puntando a facilitare il networking
e creare un’occasione di integrazione
e di confronto sulla strategia
e i progetti della divisione.
Versalis ha avviato nel 2013 il
progetto “Costruiamo il Futuro”
dedicato ai propri giovani,
con l’obiettivo di coniugare le
strategie aziendali con le prospettive,
il contributo e le responsabilità dei
giovani, coinvolgendo questi ultimi
nella sfida dell’innovazione.
Il primo step del programma,“Walk
the Talk” ha visto l’organizzazione di
una giornata di comunicazione rivolta
a 160 giovani laureati. Nella seconda
fase del programma, “Think Tank”,
83 giovani hanno proseguito con
un’attività di gruppo che li ha impegnati
nell’elaborazione di progetti innovativi
relativi a tematiche focali per le quattro
unità di business e per la Chimica verde.
Rethink Energy
Innovazione 91
dell’azienda nella ricerca, nel rispetto
ambientale e nella diffusione di
una cultura sull’uso e sul rispetto
dell’energia. L’energia è un concetto
ampio, astratto, risultante di un
processo circolare che si rigenera e si
trasforma. In eni si traduce in ricerca di
nuovi fonti energetiche sostenibili,
in valorizzazione e rispetto delle risorse
e in cultura dell’innovazione.
Ogni energia ha una fonte, un
distributore e un consumatore.
Nella parola “consumatore”, finora, si
esauriva il ruolo dell’utente finale: un
ruolo passivo. Con questa campagna
eni vuole cambiare il punto di vista
dimostrando che tutti possono svolgere
un ruolo diverso, non limitandosi al
consumo, ma producendo nuova energia
attraverso un utilizzo consapevole e
gesti che la restituiscono virtualmente
alla fonte. In questo contesto l’azienda è
parte attiva e con questa campagna eni
racconta il suo impegno.
Rethink Energy e l’energia
di Roberto Bolle: backstage
Intervista a Tony Servillo
Ogni singolo gesto di risparmio e
rispetto dell’energia, infatti, sommato
a quello degli altri, rende disponibile
nuova energia a chi non ne ha, creando
sviluppo e benessere. È così che
l’energia connette il singolo al mondo,
il presente al futuro, a nuove idee per
un’energia aperta e sostenibile.
È così che l’energia unisce.
Rethink Energy e l’energia
di Roberto Bolle: intervista
La campagna mette in relazione ciò
che fa il singolo con ciò che fa eni,
offrendo all’azienda, per la prima
volta, la possibilità di mostrare il
proprio impegno per l’energia oltre il
business: cultura, sostenibilità, ricerca,
accessibilità. Perché l’energia non è
solo quella che tutti conoscono,
è qualcosa di più ampio, di più grande.
L’energia non è accesa o spenta,
ma si trasforma in nuovi progetti,
anche in nuova energia.
92 eni for 2013
I principi e i criteridi reportingLa comunicazione agli stakeholder eni è un’impresa integrata che si interfaccia con diversi
stakeholder. Il dialogo con ciascuno di essi è un aspetto
rilevante del modo di operare dell’azienda perché permette
lo scambio reciproco di informazioni per un business solido
e condiviso. Il sistema di reporting di eni è strutturato
con una logica multicanale che prevede differenti livelli di
approfondimento e differenti modalità comunicative per
raggiungere in modo efficace, puntuale e immediato tutti gli
stakeholder con i quali eni si interfaccia.
Gli strumenti di reporting Il 2013 ha rappresentato per eni il terzo anno di adesione
al Pilot Programme dell’IIRC per la sperimentazione del
Bilancio Integrato e, in linea con il “International <IR>
Framework” dell’IIRC, eni ha proseguito il percorso di
integrazione di informative finanziarie e di sostenibilità
prevedendo una rappresentazione del modello di business
che include le diverse forme di capitale utilizzato e
la gestione integrata dei rischi. Il Bilancio Integrato,
rappresentato dalla Relazione Finanziaria Annuale, illustra le
modalità di creazione di valore nel lungo termine attraverso
le connessioni fra elementi finanziari e non finanziari
nelle strategie, nei piani e nei risultati aziendali. Di questo
documento, la sezione intitolata “Consolidato
di Sostenibilità 2013” riporta le principali performance di
sostenibilità. eni for 2013, eni.com e il Bilancio Integrato
ripercorrono la storia dell’impegno di eni nel condurre
le attività per creare valore non solo per l’azienda ma
anche per i territori in cui opera e per i propri stakeholder.
In particolare eni for 2013 offre una vista complessiva
sul contributo al raggiungimento di obiettivi globali di
sviluppo sostenibile. Il documento si inserisce nel dibattito
internazionale che in questo momento diversi network
stanno portando avanti per definire i temi e le aree prioritarie
su cui individuare quelli che dal 2015 rappresenteranno i
Sustainable Development Goals (SDGs).
I contenuti di questo documento sono in linea con l’Advanced
Level del Differentiation Programme delle Nazioni Unite e con
gli aspetti di sostenibilità addizionali previsti dalla Blueprint.
A livello Paese, eni sta promuovendo presso le società
controllate iniziative di rendicontazione locale su aspetti di
sostenibilità quali i Country Report e il lancio di nuovi siti
web Paese. Ad esempio nel 2013 è nato il sito
enibasilicata.it, una piattaforma online interamente dedicata
alle attività di eni nella regione e l’inizio del 2014 ha visto
il lancio del sito Naoc Sustainability, ideato per migliorare
l’informazione su alcune tematiche di sostenibilità di NAOC
(la società controllata da eni in Nigeria) di particolare
interesse per gli stakeholder locali e internazionali. Il sito
web eni.com contiene tutte le informazioni di sostenibilità:
la descrizione dei principali progetti e la vista per settore di
business delle performance secondo una modalità interattiva
e con i necessari approfondimenti.
I principi di riferimentoLe informazioni e le performance di sostenibilità contenute
nel presente documento sono predisposte in conformità ai
93I principi e i criteri di reporting
principi delle linee guida “Sustainability Reporting guidelines
& Oil and Gas Sector Supplement - version 3.1” emesse dal
GRI - Global Reporting Initiative. I principi che garantiscono la
qualità dell’informativa e dei dati di performance, compresa
la loro adeguata presentazione, sono quelli di equilibrio,
comparabilità, accuratezza, tempestività, affidabilità e
chiarezza, così come definiti dal Global Reporting Initiative.
La rendicontazione GRI completa a supporto del livello di
applicazione A+ autodichiarato sarà disponibile sul sito
www.eni.com nella sezione “I principi e i criteri di reporting”.
Analisi dei temi rilevanti Per l’identificazione dei temi su cui rendicontare in eni for
2013, eni, con il supporto scientifico della Fondazione Eni
Enrico Mattei, ha prodotto un’analisi dei temi trattati dai
principali framework internazionali sullo Sviluppo Sostenibile
- SDSN, UN Global Compact, HLP, OWG.
L’analisi ha individuato i seguenti temi rilevanti per l’Agenda
Post-2015:
• impegno per una maggior diffusione della prosperità ed
equità dei Paesi, attraverso lo sviluppo e non solo la crescita
economica dei Paesi e delle comunità;
• salvaguardia e rispetto degli ecosistemi e delle biodiversità;
• adozione di una governance sostenibile per una buona
gestione dei territori, rispetto dei diritti umani e garanzia di
un lavoro di qualità;
• accesso e valorizzazione dell’energia sostenibile in relazione
al cambiamento climatico;
• investimento in innovazione e tecnologia;
• valorizzazione delle persone e garanzia di un lavoro di qualità;
• attenzione per le diversità e valorizzazione del
genere femminile;
• sviluppo delle aree rurali e di città inclusive e resilienti;
• impegno per la costruzione di contesti di pace e stabilità
presso tutti i Paesi e le comunità;
• garanzia di una buona educazione per tutti;
• promozione di salute e benessere per una maggiore
qualità della vita;
• buona gestione delle risorse idriche.
Al fine di individuare, tra questi, i temi materiali per eni, si è
proceduto al confronto fra il focus strategico di eni risultante
della pianificazione strategica 2014-2017 e la capacità del
settore privato, in particolare, l’Oil&Gas, di contribuire a obiettivi
di sviluppo sostenibile a livello globale.
La valutazione di tale contributo deriva da studi di letteratura, in
particolare dall’applicazione della metodologia del MDG-Scan,
sviluppata da NCDO (Netherlands Committee for Sustainable
Development), che stima gli impatti di venti multinazionali di
diversi settori sugli attuali Millennium Development Goals.
Per ciascuno dei temi rilevanti per eni sono stati poi definiti i
contenuti specifici di ciascuna sezione di questo documento
sulla base dell’analisi di materialità che considera anche le
richieste provenienti dagli stakeholder.
Analisi di materialità
Il dominio di consolidamento Il perimetro di consolidamento dei dati relativi all’azienda
è lo stesso utilizzato per la redazione della sezione
“Consolidato di Sostenibilità 2013” incluso nella Relazione
Finanziaria Annuale 2013.
Il processo di revisioneIl documento è soggetto a un processo di revisione da parte
di un auditor indipendente, che ha condotto le attività secondo
i criteri per la revisione limitata indicati nell’“International
Standards on Assurance Engagements 3000 - Assurance
Engagements other than Audits or Reviews of Historical
Financial Information” (“ISAE 3000”), emanato dall’International
Auditing and Assurance Standard Board.
eni for 2013 è il documento che compone il reporting
di sostenibilità, insieme al Bilancio Integrato e alla
sezione dedicata di eni.comIllustra, attraverso i fatti salienti dell’anno, il contributo
di eni al conseguimento di obiettivi globali di Sviluppo
Sostenibile, anche in relazione all’Agenda Post-2015.
Da quest’anno eni for 2013 è disponibile anche nella versione
interattiva che, arricchita di approfondimenti e strumenti per
una consultazione dinamica, è stata realizzata secondo i criteri
dell’Advanced Level del Differentation Programme e con gli aspetti
di sostenibilità addizionali previsti dalla Blueprint for Corporate
Sustainability Leadership del UN Global Compact.
Le tavole infografiche presenti in eni for 2013 sono realizzate da
The Visual Agency e sono consultabili anche nella versione interattiva.
eni for 2013 è stato realizzato con il supporto scientifico della
Fondazione Eni Enrico Mattei.
Dal 2010 eni affida la sua comunicazione a giovani talenti
provenienti da tutte le parti del mondo, attivi nelle discipline
più svariate.
Lorenzo Di ColaNasce a Roma nel 1988. Dopo un anno trascorso nelle aule
universitarie di Architettura, si diploma all’Istituto Europeo di Design.
Da sempre affascinato dalla tipografia, il disegno, la scultura.
La scultura è stata realizzata prevalentemente in legno con dettagli
in metallo e plexiglass.
La Relazione Finanziaria Annuale 2013, che rappresenta
il Bilancio Integrato di eni, descrive le modalità di creazione
di valore sostenibile nel lungo termine attraverso la
rappresentazione delle connessioni fra elementi finanziari
e non finanziari nelle strategie, nei piani e nei risultati aziendali.
Il Consolidato di Sostenibilità include tutte le performance
dell’ultimo triennio.
Per un aggiornamento costante su iniziative e risultati
di sostenibilità si veda eni.com