Enel green power Ebitda 2014 tendente a 1,9 miliardi · “La nostra strategia può apparire...

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Enel green power Ebitda 2014 tendente a 1,9 miliardi Il gruppo romano leader nella generazione di energia elettrica da fonti alternative si prepara a chiudere il 2013 con un Ebitda superiore a 1,8 miliardi di euro ed un utile tendente a 480 milioni, mentre il rapporto debiti/Ebitda dovrebbe restare nell’intorno di tre nonostante il debito finanziario netto sia previsto in progresso da 4,6 a 5,5 miliardi. Crescita connessa al piano di investimenti che proseguirà in forma accelerata anche nel 2014, quando i debiti toccheranno il picco ad oltre sei miliardi prima di innestare il trend decrescente, mentre l’Ebitda dovrebbe fissarsi tra 1,85 e 1,9 miliardi anche perché si c onferma positiva l’evoluzione attesa considerando che il gruppo mette in esercizio 1.000 MW di nuova capacità ogni anno. Il tutto nonostante l’assorbimento dei cambi regolatori in Spagna, Romania e Grecia e grazie alle iniziative di ottimizzazione della conduzione e manutenzione degli impianti esistenti, anche per ridurre le perdite di produzione o l’indisponibilità. Un contributo giungerà pure dall’attento controllo dei costi di esercizio e manutenzione degli impianti, anche se resta aperto il rischio connesso alle variabili climatiche poiché i mesi invernali sono molto importanti e il clima può influire in modo determinante sui risultati, che nel medio dovrebbero comunque rispettare i target del piano.

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Enel green power – Ebitda 2014 tendente a 1,9 miliardi

Il gruppo romano leader nella generazione di energia elettrica da fonti

alternative si prepara a chiudere il 2013 con un Ebitda superiore a 1,8 miliardi di

euro ed un utile tendente a 480 milioni, mentre il rapporto debiti/Ebitda

dovrebbe restare nell’intorno di tre nonostante il debito finanziario netto sia

previsto in progresso da 4,6 a 5,5 miliardi.

Crescita connessa al piano di investimenti che proseguirà in forma accelerata

anche nel 2014, quando i debiti toccheranno il picco ad oltre sei miliardi prima di innestare il trend

decrescente, mentre l’Ebitda dovrebbe fissarsi tra 1,85 e 1,9 miliardi anche perché si conferma positiva

l’evoluzione attesa considerando che il gruppo mette in esercizio 1.000 MW di nuova capacità ogni anno. Il

tutto nonostante l’assorbimento dei cambi regolatori in Spagna, Romania e Grecia e grazie alle iniziative di

ottimizzazione della conduzione e manutenzione degli impianti esistenti, anche per ridurre le perdite di

produzione o l’indisponibilità. Un contributo giungerà pure dall’attento controllo dei costi di esercizio e

manutenzione degli impianti, anche se resta aperto il rischio connesso alle variabili climatiche poiché i mesi

invernali sono molto importanti e il clima può influire in modo determinante sui risultati, che nel medio

dovrebbero comunque rispettare i target del piano.

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Francesco Starace: “la diversificazione è alla base del successo di Enel Green Power”

“La nostra strategia può apparire controcorrente, ma è vincente e ci ha permesso di dimostrare la capacità di

gestire la complessità pur in presenza di uno scenario di crisi. Scenario nel quale, abitualmente, le aziende

lavorano per semplificare e concentrare le attività, mentre noi di Enel Green Power (Egp) siamo rimasti fedeli

a una scelta strategica diversa e abbiamo seguito quel percorso di

diversificazione geografica e tecnologica che ci permette ancora

oggi di salvaguardare redditività, solidità e crescita contrastando

l’emergere di ‘difficoltà’ in alcuni dei Paesi ove siamo attivi”.

Gestire la complessità si è così dimostrata vincente anche perché

noi, puntualizza Francesco Starace, amministratore delegato di

Egp, “siamo stati capaci di creare le condizioni per vincere la sfida

e gestire con successo le richiamate complessità permettendoci

quindi di fare leva su questa forza per ampliare progressivamente

la proiezione geografica e tecnologica del nostro business”. Una

strategia che verrà perseguita anche nel prossimo futuro poiché,

continua il capo azienda, “le nostre linee guida restano quelle di

diversificarsi con ordinata progressione, seguendo delle coordinate

ben precise quali: abbondanza delle risorse naturali, presenza di un trend di domanda crescente, regole

comprensibili e affidabili”.

Più in particolare, specifica il capo azienda, “noi continueremo a concentrare gli investimenti nei Paesi o

nelle aree ove le risorse naturali sono abbondanti e c’è la presenza contemporanea di più di una di quelle

ove le nostre conoscenze tecnologiche ci permettono di operare con successo: vento, sole, geotermia, idro,

disponibilità di biomassa a filiera corta”. Il secondo pilastro che continuerà a guidare le nostre scelte “è

rappresentato dalla forte crescita della domanda di energia sui territori ove andremo ad operare. Crescita

determinata a sua volta da sviluppo economico e demografico come avviene ad esempio in Sud Africa, in

Turchia e in genere in tutta l’America Latina”. La terza ed ultima, ma non meno importante caratteristica è “la

presenza di un quadro regolatorio-legislativo comprensibile ed affidabile”. Caratteristiche considerate

essenziali per una serie di motivi, fra i quali è doveroso segnalare che “i nostri investimenti hanno una vita

utile di circa 30 anni e quindi dobbiamo verificare con cura la presenza delle condizioni che li rendano

redditizi nel tempo per evitare spiacevoli sorprese”.

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Luigi Ferraris, presidente di EGP

Francesco Starace, AD di EGP

Giulio Carone, CFO di EGP

La diversificazione geografica e tecnologica offre ad EGP grandi opportunità di sviluppo

Fatturato per area geografica

del gruppo Enel Green Power

Vincoli di non poco conto, ma oggi non penalizzanti sul

fronte della crescita poiché, come ricorda Starace, “siamo

già operativi in sedici Paesi del globo terrestre e nel

mondo sono presenti grandi opportunità che il nostro

modello di business ci permette di cogliere senza dover

derogare a quelle condizioni che riteniamo necessarie per

salvaguardare il profilo di rischio/rendimento che ci siamo

dati, anche se continueremo a sondare con grande

attenzione le opportunità che si stanno creando, a partire dalla Turchia e Sud Africa, ma anche nell’Africa

Centrale: dalla Tanzania al Kenia e dall’Uganda al Mozambico”.

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Opportunità che valuteremo con grande attenzione, così come, prosegue il capo azienda, “i nuovi progetti

tecnologici ai quali ci stiamo dedicando, fra i quali è doveroso citare la fase sperimentale dell’ impianto per

generare energia dalle onde” mediante una tecnologia sviluppata da una azienda italiana a dimostrazione

della capacità creativa che il nostro Paese può vantare non solo nella moda e nel lusso, ma anche su

progettualità ove l’ingegnerizzazione e la tecnologia sono il cuore stesso del progetto.

Piano investimenti 2013-2017 del gruppo Enel Green Power

E tutto ciò andrà ad affiancarsi ai progetti sottostanti gli ambiziosi target di crescita previsti dal piano al 2017

nelle aree ove già EGP è attiva, “secondo una modulazione che però dovrà adattarsi al mutare degli

scenari”. Questo in quanto, precisa il CEO, “continueremo ad investire, ma l’intensità sarà funzione delle

opportunità e delle condizioni. Dobbiamo quindi essere molto flessibili e capaci di adattarci velocemente al

mutare delle situazioni. Manterremo però la presenza, poiché il passato è importante, anche se la crescita si

rallenta o si ferma in quanto in certi momenti su determinati mercati lo sviluppo è più lento o non è possibile,

come in Europa in questa fase, dove siamo concentrati a innovare modalità di gestione degli asset esistenti

più che ad aggiungerne altri poco necessari al momento”.

Un quadro di riferimento valido pure per il nostro Paese anche se, puntualizza Starace, “l’Italia sulle fonti

rinnovabili ha imboccato una strada interessante; una strada che in Europa è all’avanguardia. Si è scelta

infatti una dinamica competitiva come il sistema delle aste, dove sono i partecipanti a determinare la tariffa di

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cui beneficerà il vincitore. In questo modo solo i migliori progetti vanno avanti ed è giusto che le regole

cambino se la tecnologia evolve”. E se si presenteranno opportunità interessanti, completa il CEO di EGP

sull’argomento, “siamo pronti a coglierle anche perché noi continuiamo ad investire risorse importanti nella

geotermia (stiamo lavorando su ulteriori 40 MW) e sul mini idro, in particolare per il miglioramento degli

impianti esistenti, Ci saranno pure e nuove iniziative soprattutto sulle biomasse a filiera corta. Il tutto

all’interno di un contesto ove l’Italia rappresenta il 15% dei 5,5 miliardi di investimenti destinati allo sviluppo

previsti entro il 2017”.

Il piano al 2017 di Enel green power: investimenti, capacità installata e redditività per le principali

aree

Più in generale il piano al 2017 prevede per Italia e Spagna investimenti per la crescita pari al 17% del totale

con una crescita della capacità installata da 4,9 a 5,6 GW circa, con una produzione attesa a 18,9 TWh

rispetto ai 16 TWh del 2012, mentre l’Ebitda aumenterà solo leggermente rispetto agli 1,2 miliardi di euro del

2012, in conseguenza dell’assorbimento dei cambi regolatori in Spagna e in condizioni medie di idraulicità.

Un mercato di grande interesse è quello nordamericano ove “continuiamo a investire perché ci sono tutti e

tre i pilastri che guidano le nostre scelte di investimento e cioè abbondanza di risorse naturali, domanda

crescente e regole credibili. Caratteristiche grazie alle quali è stato possibile sviluppare il business su ben

quattro tecnologie in quanto siamo entrati con l’idroelettrico per poi espanderci nell’eolico, solare e nella

geotermia”. Da rilevare al riguardo che la capacità installata aumenterà dagli 1,2 GW del 2012 ai circa 2 GW

attesi nel 2017, con una produzione attesa a 7,3 TWh a fine piano rispetto ai 3,9 TWh del 2012. Il tutto

grazie a un piano di investimenti che indirizza al Nord America il 10% dei 6,1 miliardi complessivi.

Struttura vertici gruppo Enel Green...

Organigramma gruppo Enel Green Power

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I paesi emergenti sono l’asse portante della strategia di sviluppo

Ma sono i Paesi emergenti il fulcro dello sviluppo di EGP nel breve-medio in quanto, come ribadiscono a

Roma, “l’attuale scenario di evoluzione delle rinnovabili vede queste aree saldamente al centro di tale

sviluppo. La forte crescita dei fondamentali macro-economici traina un notevole incremento della domanda

elettrica che, unitamente all’abbondanza di risorse naturali, permette alle rinnovabili di svilupparsi in maniera

competitiva”. Di conseguenza, completano, “cresceremo nei Paesi ove siamo già attivi come Brasile, Cile e

Messico, ma vogliamo espanderci e il nuovo piano prevede l’ingresso in cinque nuovi Paesi: dalla Colombia

al Perù oltreché dalla Turchia al Sud Africa transitando per il Marocco”. Sempre nell’ambito dei Paesi

emergenti e più nello specifico nell’Est Europa, è doveroso menzionare che la Romania è l’unico Paese con

caratteristiche interessanti poiché combina la presenza di più fonti rinnovabili con un regime regolatorio

accettabile. Caratteristica che purtroppo manca ancora in Russia e in Ucraina, grandi mercati con grandi

potenzialità, ma non ancora maturi per studiare investimenti con una vita utile di circa 30 anni come sopra

ricordato.

I Paesi emergenti sono quindi un fulcro dello sviluppo di EGP e ciò si evidenzia anche dalle cifre del piano al

2017 che assegna a queste aree oltre il 60% dei 6,1 miliardi di investimenti totali - di cui 5,5 indirizzati allo

sviluppo - sforzi grazie ai quali la capacità installata passerà dai 0,9 GW del 2012 ai circa 3,6 GW attesi a

fine piano, con una produzione in progressione da 3,7 TWh a 13,4 TWh ed Ebitda in sviluppo dai 200 milioni

di euro del 2012 agli 800-900 milioni previsti al 2017.

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Capacità addizionale prevista a piano per Brasile, Cile e Messico del gruppo Enel Green Power

Da rilevare che, complessivamente, entro il 2017 la capacità installata totale aumenterà a quota 12,4 GW

circa con un progresso di 4,4 GW, di cui circa 1 GW nel 2013, mentre l’Ebitda dovrebbe collocarsi fra 2,5 e

2,7 miliardi nel 2017 dopo aver raggiunto circa 2,4 miliardi nel 2015. Il tutto, ricordano, “con un mix bilanciato

di tecnologie rinnovabili unico al mondo: dall’idro alla geotermia, dall’eolico al solare alle biomassa. Il piano

contribuirà inoltre a diluire ulteriormente l’esposizione su ogni singolo mercato di riferimento, mitigando ancor

di più i rischi connessi alla naturale variabilità della risorsa e ai possibili mutamenti di scenario e/o di

regolamentazione nei Paesi di presenza”.

Iniziative di grande valenza e attuate, come ricorda Starace, “nel rispetto della solidità patrimoniale che ci

contraddistingue poiché la forte generazione di cassa ci permette di sostenere i livelli di investimento previsti

e di reagire prontamente a eventuali mutamenti degli scenari macroeconomici e regolamentari dei Paesi ove

operiamo senza sacrificare i soci poiché il piano prevede una generazione di flussi di cassa pari a 8,4

miliardi, di cui 6,1 indirizzati ai citati investimenti e 1,5 al servizio del debito, mentre 1,1 saranno destinati ai

dividendi”.

Capacità di investimento e solidità patrimoniale di Enel green power

Il tutto senza alterare la solidità patrimoniale, che anzi migliorerà sensibilmente poiché, come ricordano in

EGP, “la nostra strategia è centrata sulla conferma della crescita autofinanziata, con focus sui mercati

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emergenti, aumentando nel contempo la diversificazione geografica/tecnologica senza dimenticare però la

necessità di ottimizzare produzione ed efficienza operativa con allocazione centralizzata del capitale”.

I vincoli alla crescita sono quindi connessi essenzialmente all’autofinanziamento e alla capacità di eseguire i

progetti poiché fin dalla nascita “abbiamo considerato non particolarmente vantaggioso procedere

indebitandosi, ma assecondare il circuito virtuoso che parte dalla generazione di cassa per investire e

crescere con progetti che aumentano la cassa generata rafforzando la capacità di investire”. C’è poi il tema

“dei tempi di risposta di alcuni Paesi dove stiamo già investendo e della nostra capacità a seguire i progetti

in quanto, quando abbiamo cominciato tre anni fa, non avevamo ancora costruito una struttura capace di

poter aggiungere 1.000 MW ogni anno alla nostra capacità installata come stiamo facendo ora, rispettando

tempo e costi”. Ricordiamo al riguardo che, conclude il capo azienda, “oggi abbiamo cinquanta cantieri aperti

in tutto il mondo, con un forte indotto anche di aziende italiane, ed ogni cinque giorni abbiamo un impianto

nuovo che entra in esercizio”. Dati grazie ai quali “possiamo guardare al futuro con maggiore tranquillità e

immaginarci di espandere l’attività anche ai nuovi mercati sopra citati quali Colombia, Marocco, Perù,

Turchia e Sud Africa, ma anche l’Africa Centrale dalla Tanzania al Kenia e dall’Uganda al Mozambico.

Dati storici del gruppo EGP

I conti al 2013 e le proiezioni al 2014 indicano un’ulteriore crescita dell’Ebitda

Iniziative i cui effetti emergeranno appieno nei prossimi anni ma presenti nei conti in esame in quanto il 2013

dovrebbe chiudersi con un Ebitda superiore a 1,8 miliardi di euro e un utile tendente a 480 milioni, mentre il

rapporto debiti/Ebitda dovrebbe comunque restare nell’intorno di tre nonostante il debito finanziario netto sia

previsto in progresso da 4,6 a 5,5 miliardi.

Crescita connessa al piano di investimenti che proseguirà in forma accelerata anche nel 2014, quando i

debiti toccheranno il picco ad oltre sei miliardi prima di innestare il trend decrescente, mentre l’Ebitda

dovrebbe attestarsi tra 1,85 e 1,9 miliardi anche perché si conferma positiva l’evoluzione attesa

considerando che il gruppo mette in esercizio 1.000 MW di nuova capacità ogni anno e nonostante

l’assorbimento dei cambi regolatori in Spagna, Romania e Grecia. Egp ha poi in essere iniziative di

ottimizzazione della conduzione e manutenzione degli impianti esistenti, anche per ridurre le perdite di

produzione o l’indisponibilità. Un contributo giungerà pure dall’attento controllo dei costi di esercizio e

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manutenzione degli impianti, anche se resta aperto il rischio connesso alle variabili climatiche. (i mesi

invernali sono molto importanti e il clima può influire in modo determinante).

Stato patrimoniale e grado di...

Conto economico e grado di copertura...

Analisti – La diversificazione piace e gli analisti consigliano l’acquisto a maggioranza

Coverage and consensus EGP

Equita rilancia il buy con target a 1,95 euro e mantiene Enel green power nella lista dei titoli preferiti perché

“è esposta ai mercati internazionali i cui fondamentali resteranno in crescita a doppia cifra fino al 2020,

presenta una bassa esposizione agli incentivi e si è conquistata una ottima diversificazione geografica

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oltreché tecnologica”. Siamo positivi anche perché, completa l’analista, “presenta un catalisi di breve merito

la forte esposizione alla generazione tramite fonti idroelettriche ed eoliche anche nei mesi estivi”.

Intermonte ribadisce l’outperform con prezzo obiettivo a 2 euro in quanto “offre buone possibilità di crescita,

in particolare nei paesi emergenti, dove il rischio regolatorio è decisamente più contenuto di quello europeo

e in particolare di quello avvertito in Spagna e Italia”. Consigliamo di acquistare anche perché, aggiunge

l’analista, “la riduzione dei prezzi dell’energia degli ultimi due anni è già incorporata nelle stime e nelle

quotazioni, mentre le potenzialità implicite nell’aumento della capacità installata non sono ancora

pienamente riflesse nei prezzi di Borsa”.

Citigroup conferma il sell pur esprimendo giudizi più che lusinghieri su società, strategie e management

poiché “resta troppo esposta al rischio incentivi in Italia, che risultano fra i più alti in Europa in una fase in cui

anche da noi è partita la discussione sul tema dopo che molti altri Paesi hanno già rivisitato le loro regole

come Portogallo, Spagna e Romania. E una delle possibilità che si delinea passa per un certo

avvicinamento alla caratteristiche medie in vigore in Europa: incentivi più bassi per una durata più lunga”. E

se questa sarà la scelta finale, completa l’analista, “gli investitori percepiranno una flessione della redditività

nel breve e quindi le stime si adegueranno con effetti significativi sul consensus, anche se gli effetti

complessivi sulla società non saranno significativi nel lungo”.

Banca Imi mantiene il Buy con target a 2,15 euro perché “i tassi di crescita sono superiori alla media delle

società comparabili ed il rischio regolatorio è relativamente basso in quanto i ricavi incentivati sono inferiori

al 25% del totale”. Siamo positivi anche perché, completa l’analista, “quota a multipli relativamente bassi

rispetto ai tassi di crescita dei financials ed apprezziamo la diversificazione geografica e tecnologica che

aiuta ad incrementare il rendimento operativo essendo nel contempo un fattore di mitigazione della volatilità

dei risultati e del rischio di business”.

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Raccomandazioni analisti su EGP

Mediobanca resta in neutral con prezzo obiettivo a 1,7 euro essenzialmente per motivi macro e quindi

estranei alle possibilità di intervento di un management che è considerato di eccellenza così come la

strategia che ha messo in campo per rafforzare una diversificazione geografica e tecnologica molto più che

buona. L’indicazione di mantenere i titoli in portafoglio, ricorda l’analista, “sono infatti connessi all’attesa

decelerazione dei paesi emergenti, il cui sviluppo economico dovrà confrontarsi con la prevista e annunciata

decelerazione delle politiche di sostegno messe in atto da tempo dalla Fed con la continua immissione nel

sistema di masse monetarie”. Uno scenario che, quando si verificherà, “imporrà ai gestori delle variabili

economiche dei Paesi emergenti la progressiva crescita dei tassi di interesse anche per limitare

l’importazione di inflazione. Scenario non particolarmente favorevole per lo sviluppo delle rinnovabili e quindi

anche per gli ambiziosi target di Egp, che vedrebbe aumentare le difficoltà nell’esecuzione degli ambiziosi

piani di investimento e sviluppo”.

Banca Akros conferma l’hold con target a 1,6 perché “ le quotazioni incorporano già le attese di crescita

futura connesse al piano industriale 2013-2017, i cui target condividiamo e apprezziamo anche alla luce

della storia di successo del management che guida Egp”. Ed è anche per tutto ciò che, completa l’analista,

“pur ribadendo giudizi lusinghieri pure sulla strategia che ha permesso all’azienda di conseguire una

diversificazione geografica e tecnologica eccellente, una eventuale revisione delle stime e del rating potrà

avvenire solo in presenza di una accelerazione significativa dei piani di sviluppo”.

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Fidentiis è passata da buy a l’hold a luglio, dopo la riforma delle tariffe spagnole, in quanto “abbiamo

stimato una riduzione dei margini consistente e difficilmente recuperabile nel breve termine”. Oggi restiamo

cauti anche perché, aggiunge l’analista, “le quotazioni incorporano pienamente le attese anche se

intravvediamo opzioni interessanti poiché abbiamo ridotto il rischio sull’operatività in Italia, che rappresenta il

40% dell’Ebitda, in quanto la revisione degli incentivi dovrebbe passare da una certa armonizzazione con lo

scenario europeo e cioè una riduzione bilanciata da un aumento della durata con effetti sostanzialmente nulli

nel medio-lungo”.

Kepler Cheuvreux rilancia il buy con target a 1,9 euro poiché “apprezziamo la diversificazione geografica e

tecnologica, nonché la flessibilità del management nel ricercare azioni vincenti di fronte al permanere di uno

scenario macro difficile”. Siamo positivi anche perché, completa l’analista, “crediamo nella congruità del

piano di sviluppo al 2017 che coinvolge oltre 16 Paesi e riteniamo che le opportunità di crescita potrebbero

beneficiare delle ulteriori opzioni che potrebbero aprirsi anche in altri paesi in fase di sviluppo”.

JP Morgan rilancia l'overweight poichè "le prospettive di crescita organica sono molto robuste, anche se i

risultati del primo semestre sono stati leggermenti più bassi rispetto alle attese. Il 2013 resta comunque un

buon anno, mentre il 2014 potrebbe essere più duro a causa della revisione della regolamentazione in

Spagna e della legge italiana sui prezzi dell'energia". Restiamo comunque positivi anche perché, completa

l’analista, "vediamo ancora una solida crescita nei profitti operativi per i prossimi quadrimestri grazie allo

sviluppo organico".

Barcalys mantiene l'overweight con prezzo obiettivo di due euro perché "la crescita nel 2013 è stata buona

e crediamo che la diversificazione geografica e tecnologica sia una valida barriera difensiva per garantirsi

buoni margini anche se l’azienda soffrirà a causa delle modifiche nelle normative in Spagna".

Deutsche Bank conferma l'hold ed alza il target price da 1,53 a 1,70 euro "per incorporare l'aumento della

capacità di circa 900 MW all’anno come da piano strategico al 2017". La cautela è comunque necessaria

anche perché, completa l'analista, "permangono forti incertezze sull’evoluzione del business nei paesi

maturi, quali Spagna e Italia, ove pesano i temi macro e quelli attinenti agli incentivi, anche se crediamo che

la diversificazione geografica e tecnologica rappresenti una valida garanzia per contrastare le citate

incertezze”.

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Raccomandazioni analisti su EGP

Coverage and consensus EGP

Borsa – La volatilità resta elevata ma il Egp risale vicino al massimo del biennio

La politica non aiuta e così, complice la crisi di governo innestata nel fine della scorsa settimana da Silvio

Berlusconi, il capo della nascitura Forza Italia, ex Popolo delle Libertà, la volatilità della nostra Borsa resta

decisamente elevata, trascinando su questo pendolo anche Enel green power (Egp), il cui andamento si

conferma contrastato. Le quotazioni di uno dei leader mondiali nella generazione di energia elettrica da fonti

rinnovabili hanno infatti segnato un meno 1,67% lunedì 30 settembre, in sintonia con il listino nel suo

complesso, ma il giorno successivo, martedì 1 ottobre, hanno invertito il trend recuperando la perdita del

giorno prima per poi flettere e recuperare successivamente sino a 1,62 di giovedì 2 ottobre.

Il tutto dopo aver chiuso la settimana precedente con una lieve flessione (-0,49%) anche a causa del calo

dell’1,16% a 1,612 euro di venerdì 27 settembre, quando nel durante ha toccato quota 1,657 euro e cioè

valori prossimi al massimo del 2013 registrato il 4 giugno a 1,729 euro. Picco raggiunto dopo la grande corsa

scattata a ridosso del minimo storico fatto segnare il 25 luglio 2012 a 1,023 euro anche a causa delle

incertezze emerse sul fronte delle tasse e delle regole. Nonostante ciò, comunque, la società ha saputo

reagire e limitare gli impatti grazie anche alla forte diversificazione geografica e tecnologica impressa al

gruppo senza intaccare la solidità della struttura e quindi il merito di credito delle agenzie di rating (vedere i

servizi in pagina e l’intervista al Ceo Francesco Starace).

Il titolo ha però sofferto molto rispetto al massimo storico registrato a quota a 2,048 euro l’8 aprile del 2011,

cinque mesi dopo l’approdo al listino avvenuto all’inizio del novembre del 2010 a 1,6 euro. Un picco a cui

sono seguiti tre forti scossoni, incluso quello dell’agosto del 2011 quando i prezzi sono scesi da quasi 1,8

euro del 25 luglio al di sotto di 1,5 euro del 19 agosto; circa venti giorni borsa in cui un titolo aciclico ha perso

quasi il 20% prima di trovare la forza di reagire. Rilancio, ricordano gli analisti, avvenuto molto prima di

quella che il mercato nel suo insieme è stato in grado di attivare proprio per le caratteristiche difensive di

Egp e per la validità della strategia attuata dal suo management (vedere servizi in pagina).

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È doveroso infatti rilevare che il sistema finanziario italiano e l’andamento borsistico della stessa Egp sono

state fortemente condizionate da una speculazione che anche nell’estate del 2011 ha trovato terreno fertile a

causa dell’indifferenza del Governo Berlusconi, più attento a difendersi dai numerosi processi in cui è

incappato, fra i quali pure quello con la condanna definitiva per truffa fiscale. Evento, questo ultimo, a cui è

strettamente legata la scelta di ritirare i parlamentari prima e i ministri poi determinando la citata crisi di

Governo.

Ed è evidente anche ai non addetti al lavori che la presenza di queste incertezze sul futuro non possono

essere accolte con entusiasmo dagli operatori, in particolare quelli internazionali, che proprio non capiscono

come la classe politica italiana sia così insipiente da privilegiare gli interessi di un senatore, pur importante

che sia, a quelli di una nazione e dei suoi cittadini.

Nonostante ciò, comunque, Enel green power continua a essere fra i titoli preferiti di molti operatori e le

indicazioni di alleggerire le posizioni sono decisamente poche (3 su 20), mentre resta in maggioranza chi

suggerisce di comprare (11 su 20) anche se si rafforza la pattuglia di chi consiglia di mantenere i titoli in

portafoglio (8 su 20). Raccomandazioni sulle quali si riflettono le diverse valutazioni sulle criticità connesse a

un business regolato con incentivi messi a rischio dalla crisi e dalla ricerca del pareggio di bilancio.

Nonostante ciò, comunque, il titolo resta vicino ai massimi degli ultimi due anni.

In sintesi possiamo ricordare al riguardo che nei primi nove mesi del 2013 Egp ha registrato una

performance positiva del 13% circa sostenuta da una pluralità di fattori quali allentamento delle tensioni

politiche in Europa, risoluzione del cosiddetto fiscal cliff negli USA, ove però ora si ripresenta, oltreché

l’estensione dei PTC (production tax credit) per gli impianti eolici, che hanno impattato positivamente

soprattutto il settore delle rinnovabili. Diverso lo sviluppo nel 2012, quando il titolo ha sofferto e perso il 13%

anche per l’evoluzione del contesto macro e le incertezze sulle crisi del debito sovrano di alcuni paesi

dell’euro-zona, mentre le prospettive di un rallentamento dell’economia a livello globale, con conseguente

decrescita della domanda di gas ed energia, hanno impattato soprattutto il comparto utility con l’indice Stoxx

Utility 600 in calo del 9% nel 2012. Tornando invece al 2013 dobbiamo segnalare che i mesi a noi più vicini

sono stati caratterizzato da una volatilità rilevante e connessa prevalentemente a tre fattori: incertezze

sull’esito della riforma del settore energetico in Spagna; crisi siriana; recente instabilità politica in Italia.

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EGP vs Peers - ipo

EGP vs European indexes - YTD

EGP vs European indexes - IPO

EGP vs European indexes - 2012

EGP Price and volumes

Criticità – La recessione, i temi regolatori e la credibilità dal sistema Italia

Enel green power è considerata dagli operatori “un vero gioiello, guidata da un management apprezzato e

inserita in un gruppo che ha dimostrato di saper centrare gli obiettivi anche quando lo scenario globale ha

richiesto interventi di aggiustamento non marginali”. E la capacità di reagire con elasticità al mutare delle

condizioni operative, ricordano gli stessi operatori, “si coniugano con quella visione che permette di tenere il

timone a dritta, reggendo con una certa lungimiranza uno dei pochi e rari gruppi veramente multinazionali

del nostro Paese. Un gruppo che si è dimostrato in grado di affrontare il mare aperto della concorrenza in un

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mondo che diventa sempre più globale” e quindi lascia ben pochi spazi a chi si muove come un’azienda

local non supportata da specificità quali un prodotto unico e di eccellenza anche perché confezionato da

esperti artigiani che lavorano una materia prima di altissima qualità a cui è applicata la creatività necessaria

per pensare un manufatto sostanzialmente unico anche per la maestria dell’artigiano che lo lavora.

Ma queste caratteristiche non appartengono al business della generazione e vendita di energia elettrica;

prodotto industriale per eccellenza. Ed è anche per tutto ciò che sulla controllata Egp restano centrali quei

temi macro che continuano a caratterizzare i timori degli analisti. Questo in quanto permangono venti di

crisi su una parte non indifferente dell’economia globale, come testimonia anche il permanere della

recessione in Italia, oltreché i rischi di una decelerazione nei tassi di sviluppo dei paesi emergenti,

mentre non possono essere dimenticate le criticità connesse alla sostenibilità degli incentivi in Europa,

ove molti Paesi sono già intervenuti in modo drastico, come la Spagna, mentre l’Italia si prepara a farlo.

Una serie di criticità che aumentano le incertezze sull’evoluzione del modello di business messo a punto

da un’azienda apprezzata dagli operatori anche per l’eccellente diversificazione geografica e tecnologica.

Considerazioni che però non tolgono valore alle critiche espresse su alcuni aspetti non secondari delle

strategie sino ad oggi attuate, quali quelle attinenti a un dividendo inferiore al possibile poiché gli

investimenti sono autofinanziati per la precisa decisione di non utilizzare la leva del debito; scelta

dimostratosi vincente anche se, ricordano i critici, “limitante rispetto alle potenzialità del settore nel mondo e

penalizzante per gli azionisti”.

E c’è pure altro poiché, come sottolineano i critici, chi opera nel mondo in una logica globale difficilmente

può permettersi per lungo tempo le inefficienze causate da un sistema oramai logoro come quello italiano.

Un sistema che continua a dibattersi in una crisi senza fine anche perl’insipienza di un classe

dirigente che anche in questi giorni dimostra l’assoluta indifferenza al bene del Paese e ai destini dei

concittadini provati da troppi anni di mancata crescita a cui si sono aggiunti due anni di pura recessione; la

crisi non è ancora finita anche per la totale inazione della classe politica, ma non solo.

Un modo di procedere che rischia di trasformare l’Italia in un punto geografico dove magari passare le

vacanze o mandare i figli a studiare, per brevi periodi e per beneficiare del clima, ma non un Paese dove

investire o avviare attività economiche perché c’è un mercato di sbocco e pure le capacità per realizzare

prodotti in grado di competere nel mondo. Capacità che ci vengono riconosciute a livello globale in quanto

non si trovano nella stessa combinazione o simbiosi in altre aree del globo. Capacità che però non devono

essere annichilite dai tanti punti oscuri che ci caratterizzano: dalle difficoltà a far rispettare le leggi, facendo

quindi valere i propri diritti, ad un tax rate assolutamente ingiustificato se rapportato alla quantità e qualità dei

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servizi erogati in un paese bloccato da una burocrazia autoreferenziale come quella classe dirigente che si è

adeguata a questo sistema.

Per tutto questo, forse, è giunto il momento di girare pagina e, come le aziende in crisi, mettere mano a

quelle ristrutturazioni che ridiano speranza di rilancio a un popolo che lo merita come lo meritano le molte

aziende che in questo paese resistono e crescono nonostante tutto. Aziende fra le quali compare, in un ruolo

di primo attore, proprio Enel green power.

Approfondimenti - Francesco Venturini, l’eccellenza italiana nelle rinnovabili USA

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“Ci sarà un po’ d’Italia nella rivoluzione verde voluta da Barack Obama per portare gli Stati Uniti verso una

produzione di energia sostenibile e pulita. Enel Green Power, società del

gruppo Enel dedicata alle rinnovabili, è infatti uno dei principali produttori

del settore in Nord America e si pone all'avanguardia nello sviluppo di

soluzioni sempre più innovative per l’utilizzo delle diverse fonti di energia,

dall'eolico al geotermico, dalle biomasse al solare all'idroelettrico.

Presente in ventuno Stati USA e tre province canadesi, Egp North

America ha all’attivo 93 impianti per un totale di circa 1.700 MW di

capacità installata e dà lavoro a circa 400 persone” dichiara Francesco

Venturini, presidente e ceo di Enel Green Power North America.

E il mercato nordamericano è strategico in quanto, prosegue il ceo, “può

fare leva sulle tre condizioni poste come fondamentali per lo sviluppo: grande disponibilità di risorse naturali,

elevata domanda di energia e un quadro regolatorio e normativo favorevole. Non è dunque un caso che

negli ultimi anni la società del gruppo Enel abbia registrato una crescita esponenziale in termini di capacità

installata”.

In Nord America, puntualizza Venturini, “siamo presenti in tutte le tecnologie e abbiamo messo in esercizio

impianti innovativi come l’ibrido solare-geotermico di Stillwater, in Nevada. Un impianto due volte innovativo:

da un lato, per l’applicazione della tecnologia a ‘ciclo binario’, che permette di sfruttare anche i fluidi

sotterranei a media e bassa entalpia; dall’altro, perché Stillwater è il primo impianto al mondo ad associare

alla produzione geotermica un impianto solare fotovoltaico di 26 MW. Di giorno la potenza del sole viene

immagazzinata da circa 90 mila pannelli solari e trasformata in energia in grado di soddisfare i consumi di 16

mila famiglie americane, mentre di notte la parte geotermica dell’impianto consente di ottimizzare la

produzione di energia nell’arco delle 24 ore. I due impianti insieme portano la capacità della centrale a 59

MW complessivi”.

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Impianto eolico di Chisholm View in Oklahoma - fotografia di Alessandro Cosmelli

E oltre Stillwater, precisano alla capitale, “la tecnologia del ciclo binario è stata utilizzata anche per un’altra

centrale geotermica in Nevada, Salt Wells, e per un impianto attualmente in costruzione a Cove Fort, nello

Utah. Un’antica tradizione italiana, quella della trasformazione in energia del calore della terra, nata nel 1904

a Larderello, in Toscana, e sviluppata nel tempo da Enel, oggi leader mondiale nel settore con Enel Green

Power, grazie alla costante attività di ricerca e innovazione”.

Per noi, prosegue Venturini, “è molto importante continuare a sviluppare tecnologie avanzate e per questo

collaboriamo con compagnie e centri di ricerca di eccellenza come il Massachusetts Institute of Technology

(MIT) sulla sperimentazione nel campo delle energie rinnovabili, delle smart grids e della riduzione di

emissioni di CO2”. Inoltre cooperiamo con il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti d’America nel

cammino intrapreso dall’amministrazione di Obama per la progressiva riduzione delle fonti climalteranti”.

Un impegno, quello di EGP nelle rinnovabili, conclude il capo del Nord America, “che ha portato la società ad

aggiudicarsi il diritto di partecipare in esclusiva alle future gare dell’esercito degli Stati Uniti per la fornitura di

energia generata con tecnologie geotermiche, solari ed eoliche. Si tratta di progetti che prevedono un

investimento di sette miliardi di dollari statunitensi in energie rinnovabili (geotermiche, solari, biomassa ed

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eoliche) e che aiutano l’esercito a raggiungere l’obiettivo del 25 per cento di energia prodotta da fonti

rinnovabili entro il 2025. Un obiettivo possibile anche grazie all’eccellenza della società italiana”.

Approfondimenti - Carlo Papa illustra le innovazioni nell’idroelettrico e la mini pala di Renzo

Piano

“Una macchina in grado di generare energia elettrica dalle onde del mare denominata R115, una mini pala

eolica leggera come una libellula, disegnata dall’architetto Renzo Piano. Enel Green Power punta

sull’innovazione per trasformare sempre più e sempre meglio la conoscenza in motore di sviluppo”, dichiara

Carlo Papa, a capo dell’Innovation Officer di Enel Green

Power, una squadra “creata con l'obiettivo di stimolare e

coordinare progetti innovativi in tutti i 16 Paesi del mondo

dove operiamo, mirando a massimizzare il ritorno degli

investimenti nel breve-medio periodo”.

Per noi innovare, puntualizza Papa, “significa migliorare la

performance del nostro parco impianti e cogliere l'opportunità

di generazione da fonti rinnovabili anche in contesti

fortemente antropizzati grazie all'utilizzo di macchine di

dimensioni ridotte e di basso impatto visivo, oltreché produrre

energia elettrica utilizzando fonti rinnovabili a oggi poco o per

nulla impiegate”.

Il progetto della prima macchina marina R115 è attualmente in fase di test in Toscana, a Punta Righini,

vicino a Castiglioncello e, specifica Papa, “si compone di un generatore ideato e costruito da 40South

Energy, società anglo-italiana che progetta, produce e commercializza in tutto il mondo convertitori di

energia dal moto ondoso. Strumento in grado di trasformare in elettricità l’energia prodotta dalle onde del

mare. Macchina con una potenza installata di circa 100 kW in grado di produrre energia sufficiente a

soddisfare i consumi di oltre 80 famiglie, assicurando una completa integrazione nell'ambiente marino

garantita dal posizionamento subacqueo, cosa che la rende più sicura in caso di cattive condizioni meteo,

ma anche in grado di non arrecare alcuna intrusione al panorama naturale”.

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pala eolica progettata da renzo piano e macchina marina di 40SouthEnergy del gruppo Enel Green Power

La macchina, infatti, tengono a precisare alla sede romana, “varia in maniera attiva il suo posizionamento in

profondità in base alle condizioni del mare, garantendo una produzione costante e ultimo, ma non meno

importante, la risalita in superficie per eseguire tutte le operazioni di manutenzione in perfetta sicurezza.

Abbiamo avviato i test necessari e stiamo rafforzando la collaborazione con 40th South Energy perché

crediamo nell'opportunità di sviluppo dell'energia marina in tutti I Paesi costieri in cui lavoriamo e nella

soluzione tecnica sviluppata dal nostro partner”.

Il moto ondoso del resto può rappresentare una fonte rinnovabile fondamentale, prosegue il capo

dell’Innovation Office, “anche per le zone in cui le reti faticano ad arrivare, come le isole: sarà infatti

l'arcipelago toscano a ospitare, la seconda fase della sperimentazione del generatore R115 che prevede il

dispacciamento dell'energia prodotta”.

E in fase di test avanzato, annunciano alla capitale, “abbiamo anche la mini pala eolica nata da un’idea

dell’amministratore delegato di EGP, Francesco Starace, e di Renzo Piano e progettata dall’archistar

genovese. Una libellula leggera e trasparente che scompare nel cielo, capace di inserirsi nel paesaggio,

catturare venti debolissimi e produrre energia. Una nuova concezione di aerogeneratore che, con una

capacità di 55 kW, ha una generazione continuata di energia elettrica perché in grado di sfruttare anche i

venti minimi, le brezze dell’ordine dei 2 metri/sec”. Una macchina in simbiosi con la natura, conclude Papa,

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“con una soluzione bipala, che rispetto alla tripala riduce di un terzo la sua visibilità. Il prototipo è in test

presso il campo prove eolico di Enel green Power a Molinetto Pisa e già in questa fase produce kilowattora

dispacciati in rete”.

Approfondimenti - Maurizio Bezzeccheri e gli sviluppi nell’energia ‘verde’ di EGP in America Latina

“L’America Latina è l’unica regione del mondo che copre oltre il 70% della sua generazione di elettricità con

fonti rinnovabili, percentuale che arriva addirittura al 93 per cento nel caso del Costa Rica. Un grande

risultato, anche per la lotta ai cambiamenti climatici, e un mercato in forte espansione, considerando che la

domanda di energia ha proiezioni di crescita media annua del 3,5% da qui al 2020”.

L’idroelettrico, dichiara Maurizio Bezzeccheri, a capo dell’area Iberia

ed America Latina di Enel Green Power, “è la fonte che assicura il 70%

della generazione, ma diventano sempre più interessanti i contributi

dati da biomasse e geotermia, mentre eolico e solare hanno margini di

crescita enormi. Basti pensare che nel Cile settentrionale e nel Perù

meridionale la radiazione solare è talmente intensa e abbondante che

ricoprendo un territorio di 60 chilometri per 60 con specchi solari si

potrebbe fornire elettricità a tutto il Sud America, mentre per quanto

riguarda l’eolico, secondo il Global Wind Energy Council passerà dagli

attuali 2 ai 20 Gigawatt di potenza installata in soli cinque anni”.

Tra le diverse alternative per far fronte alla crescente domanda di energia, prosegue Bezzeccheri, “le

rinnovabili, a queste latitudini, stanno giocando un ruolo fondamentale perché in grado di dare risposta

pressoché immediata a questa ‘fame’ di energia che accompagna uno sviluppo economico e demografico

veramente considerevole ed Enel Green Power dispone di circa 990 MW di capacità rinnovabile in esercizio

in Messico, Costa Rica, Guatemala, Panama, Cile e Brasile. Ma soprattutto possiede un mix tecnologico ben

equilibrato che comprende diverse tecnologie che vanno dall’idroelettrico al geotermico e all’eolico e solare”.

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Cile Geotermia- fotografia Roberto Caccuri

Nell’eolico, dettaglia il capo area Iberia ed America Latina, “abbiamo impianti per 24 MW in Costa Rica, in

Messico per 144 MW e in Cile per 90 MW, dove sono in costruzione anche il parco eolico di Valle de Los

Vientos (90 MW) e quello di Taltal (99MW), oltre ai progetti eolici in costruzione in Brasile per circa 283 MW.

Proprio in Brasile, tra i primi paesi al mondo per la produzione di energia ‘pulita’ grazie ad oltre 92 mila MW

di capacità rinnovabile installata (incluso il grande idroelettrico) che rappresenta circa l’80% della capacità

totale installata nel Paese, la domanda di energia è stimata crescere intorno al 4% all’anno fino al 2020”.

Recentemente, attraverso la gara pubblica del 2013 ‘Brazilian Reserve Auction’, racconta Bezzaccheri,

“abbiamo ottenuto il diritto a stipulare con la Brazilian Chamber of Commercialization of Electric Energy

(CCEE Camara de Comercializaçao da Energia Eletrica) tre contratti ventennali di fornitura di energia

elettrica prodotta da altrettanti progetti eolici, per una capacità totale di 88 MW. Gli impianti si trovano nello

Stato di Bahia, nel Nord Est del Brasile, dove la società ha già oltre 146 dei 283 MW in costruzione, e

costituiscono un ampliamento dei progetti che EGP si è già aggiudicata nelle gare pubbliche del 2010 e

2012 tenutesi nella stessa regione”.

Questi campi eolici, annunciano alla sede romana, “richiedono un investimento complessivo di circa 163

milioni di dollari USA e saranno in grado di generare più di 400 GWh l’anno, contribuendo a far fronte alla

crescente domanda di energia del Paese. I nostri progetti eolici hanno un fattore di producibilità di oltre il 50

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per cento, tra i più alti a livello mondiale. Questo implica che gli aerogeneratori potranno lavorare per circa

4.600 ore equivalenti l’anno”.

Messico - fotografia Roberto Caccuri

“Eolico, solare, ma anche la geotermia, fiore all’occhiello della tradizione italiana di Larderello, costituiscono

un punto di forza per EGP in Sud America. A tal proposito in Cile, un paese ad alto potenziale geotermico, ai

50 MW di Cerro Pabellon, che ha ottenuto il permesso ambientale dopo aver superato con successo anche

la fase di esplorazione profonda, potrebbero aggiungersi circa 100 MW geotermici, se l'esplorazione delle

nuove risorse derivanti dalle concessioni ottenute darà i risultati che ci attendiamo”.

Il Cile, precisa Bezzeccheri, “è un paese con una grande disponibilità di risorse rinnovabili - un mix che

coincide perfettamente con le nostre capacità tecnologiche e con un favorevole quadro regolatorio e

normativo. Per questi motivi stiamo sviluppando, oltre alla geotermia, anche impianti eolici, fotovoltaici e

miniidroelettrico”.

L’idroelettrico rimane infatti una fonte importante per l’intera regione, conclude il capo area, “e noi stiamo

portando avanti numerosi progetti. In Costa Rica, ad esempio, abbiamo in fase di completamento l’impianto

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di Chucas che a regime genererà oltre 200 milioni di KWh all’anno, mentre in Messico EGP già possiede tre

impianti idroelettrici con una potenza istallata di 53 MW. E ancora il Guatemala con una capacità idroelettrica

installata di 163 MW e infine Panama con 300 MW di idroelettrico, che rappresenta più del 20 per cento della

produzione del Paese. Sempre in Brasile, nell’ambito della prima gara pubblica ‘New Energy Auction’ del

2013, ci siamo aggiudicati a settembre dei contratti di fornitura di energia con tre progetti idroelettrici per un

totale di 102 MW di capacità e una produzione attesa di circa 490 GWh. I tre progetti – ‘Salto Apiacás’,

‘Cabeza de Boi’ e ‘Fazenda’, sono ubicati nello Stato centro-occidentale brasiliano del Mato Grosso e

richiedono un investimento complessivo di circa 248 milioni di dollari USA. Un mercato, questo del Latin

America, dalle potenzialità enormi e una crescita nelle rinnovabili che hanno portato la società di Enel a

destinare una quota importante degli investimenti di sviluppo a quest’area del mondo”.

05 ottobre 2013 - 09:00:00