Emorroidi: ora il laser le cancella - Marco Floriani · 93 il dottor Marco F loriani, chirurgo...

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93 il dottor Marco Floriani, chirurgo vascolare del Policlinico di Milano, e responsabile dell’Angiologia, della Laserterapia e della Chirurgia flebologica presso Kiba Istituto Medico del capoluogo lombardo ( www.istitutokiba.it). UN INTERVENTO... RISPETTOSO «Introduciamo nel retto una sonda ecografica, e poi una fibra laser, entrambi assai sottili». Con la prima, vengono evidenziate le piccole arterie che “riforniscono” le emorroidi: per capirsi, sono come rubinetti aperti che riempiono d’acqua dei palloncini. BENESSERE RESTANO LÌ, MA VENGONO “SVUOTATE”. NEL GIRO DI 20-30 MINUTI. E SENZA FASTIDIOSI DISAGI di Edoardo Rosati Emorroidi: ora il laser le cancella Milano, febbraio S ono, né più né meno, come le vene varicose. Anziché, però, colpire i tubi venosi della gamba, coinvolgono la rete dei vasi disposta tutt’attorno al canale anale. Il risultato è un disagio “nazional- popolare” che tocca oltre la metà della popolazione over 50 (e fino al 30 per cento delle donne in dolce attesa): le emorroidi. C’è chi riesce ad arginare il problema con farmaci vasoprotettori-antinfiammatori e dieta corretta (tanta verdura e frutta, che sono ricche di fibra; acqua a volontà; zero cibi speziati/piccanti). Ma anche i meno fortunati possono consolarsi, perché lo “spettro” del temuto trattamento chirurgico oggi si è alleggerito. Grazie a un intervento il cui nome già conforta: HeLP. Letto così significa «aiuto», ma tecnicamente sta per Hemorrhoid Laser Procedure. «La grande svolta è che il laser non asporta le emorroidi, ma le “prosciuga”, impedendo al torrente sanguigno di raggiungerle», spiega «A quel punto, un raggio laser mirato provvede a chiuderli», dice Floriani, fotocoagulandoli». La missione, insomma, è far sì che tutte le dilatazioni venose non s’infarciscano più di sangue. E si sgonfino. Durata complessiva delle manovre: 20-30 minuti. Ma non sarebbe meglio asportarle del tutto, le emorroidi, invece di “svuotarle” e lasciarle lì? «Il fatto è che i vantaggi della procedura», risponde Floriani, «non lasciano margini di dubbio: l’anestesia non è necessaria (in casi selezionati, possiamo somministrare una lieve sedazione che ha l’unico scopo di rilassare il paziente); il sanguinamento postoperatorio è assai raro; il trattamento è ambulatoriale; la ripresa delle normali attività è pressoché immediata; i risultati nel lungo periodo sono, in sostanza, gli stessi che si ottengono con le cure chirurgiche tradizionali; e dopo l’operazione il dolore è praticamente assente: si torna a casa sulle proprie gambe, autonomamente, dopo più o meno un’ora». O IL PROBLEMA SCOMPARE IN QUASI IL 90% DEI CASI OChi sono i candidati ideali? «Si tratta di una soluzione che punta a eliminare le emorroidi di primo, secondo e terzo grado iniziale», risponde il dottor Marco Floriani (nella foto), «mentre si preferisce ancora un intervento chirurgico tradizionale nelle emorroidi di terzo grado con prolasso mucoso voluminoso, e in quelle di quarto grado». O “Tappare” le piccole arterie locali, anziché togliere i sacchetti venosi, crea problemi alla circolazione del sangue? «No, perché i vasi in questione sono quelli che alimentano unicamente le emorroidi; retto e ano continuano a essere irrorati e nutriti da altre arterie». OI risultati? «La risoluzione del disagio o un significativo miglioramento dei disturbi si ottiene nell’80-90% dei casi, nel giro di 3-6 settimane». OCosto dell’intervento? «Tra i 4 mila e i 5 mila euro». OBasta un solo trattamento? «In genere, sì. In certi pazienti, potrebbe essere necessario un secondo intervento, a distanza di 3-6 mesi, per favorire la totale retrazione della mucosa e dei residui emorroidari». O Da leggere: I bravi e i buoni - Perché la medicina clinica può essere una scienza, di Luigi Tesio (Il Pensiero Scientifico Editore)

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il dottor Marco Floriani, chirurgo vascolare del Policlinico di Milano, e responsabile dell’Angiologia, della Laserterapia e della Chirurgia flebologica presso Kiba Istituto Medico del capoluogo lombardo (www.istitutokiba.it).

UN INTERVENTO... RISPETTOSO«Introduciamo nel retto una sonda ecografica, e poi una fibra laser, entrambi assai sottili». Con la prima, vengono evidenziate le piccole arterie che “riforniscono” le emorroidi: per capirsi, sono come rubinetti aperti che riempiono d’acqua dei palloncini.

BENESSERE

RESTANO LÌ, MA VENGONO “SVUOTATE”. NEL GIRO DI 20-30 MINUTI. E SENZA FASTIDIOSI DISAGIdi Edoardo Rosati

Emorroidi: ora il laser le cancella Milano, febbraio

Sono, né più né meno, come le vene varicose.

Anziché, però, colpire i tubi venosi della gamba, coinvolgono la rete dei vasi disposta tutt’attorno al canale anale. Il risultato è un disagio “nazional-popolare” che tocca oltre la metà della popolazione over 50 (e fino al 30 per cento delle donne in dolce attesa): le emorroidi. C’è chi riesce ad arginare il problema con farmaci vasoprotettori-antinfiammatori e dieta corretta (tanta verdura e frutta, che sono ricche di fibra; acqua a volontà; zero cibi speziati/piccanti). Ma anche i meno fortunati possono consolarsi, perché lo “spettro” del temuto trattamento chirurgico oggi si è alleggerito. Grazie a un intervento il cui nome già conforta: HeLP. Letto così significa «aiuto», ma tecnicamente sta per Hemorrhoid Laser Procedure.«La grande svolta è che il laser non asporta le emorroidi, ma le “prosciuga”, impedendo al torrente sanguigno di raggiungerle», spiega

«A quel punto, un raggio laser mirato provvede a chiuderli», dice Floriani, fotocoagulandoli». La missione, insomma, è far sì che tutte le dilatazioni venose non s’infarciscano più di sangue. E si sgonfino. Durata complessiva delle manovre: 20-30 minuti. Ma non sarebbe meglio asportarle del tutto, le emorroidi, invece di “svuotarle” e lasciarle lì? «Il fatto è che i vantaggi della procedura», risponde Floriani, «non lasciano

margini di dubbio: l’anestesia non è necessaria (in casi selezionati, possiamo somministrare una lieve sedazione che ha l’unico scopo di rilassare il paziente); il sanguinamento postoperatorio è assai raro; il trattamento è ambulatoriale; la ripresa delle normali attività è pressoché immediata; i risultati nel lungo periodo sono, in sostanza, gli stessi che si ottengono con le cure chirurgiche tradizionali; e dopo l’operazione il dolore è praticamente assente: si torna a casa sulle proprie gambe, autonomamente, dopo più o meno un’ora». O

IL PROBLEMA SCOMPARE IN QUASI IL 90% DEI CASI O�Chi sono i candidati ideali? «Si tratta di una soluzione che punta a eliminare le emorroidi di primo, secondo e terzo grado iniziale», risponde il dottor Marco Floriani (nella foto), «mentre si preferisce ancora un intervento chirurgico tradizionale nelle emorroidi di terzo grado con prolasso mucoso voluminoso, e in quelle di quarto grado».

O “Tappare” le piccole arterie locali, anziché togliere i sacchetti venosi, crea problemi alla circolazione del sangue? «No, perché i vasi in questione sono quelli che alimentano unicamente le emorroidi; retto e ano continuano a essere irrorati e nutriti da altre arterie». O�I risultati? «La risoluzione del disagio o un significativo

miglioramento dei disturbi si ottiene nell’80-90% dei casi, nel giro di 3-6 settimane».O�Costo dell’intervento? «Tra i 4 mila e i 5 mila euro». O�Basta un solo trattamento? «In genere, sì. In certi pazienti, potrebbe essere necessario un secondo intervento, a distanza di 3-6 mesi, per favorire la totale retrazione della mucosa e dei residui emorroidari».

O Da leggere: I bravi e i buoni - Perché la medicina clinica può essere una scienza, di Luigi Tesio (Il Pensiero Scientifico Editore)