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L’U.S.E.F. una associazione che opera da trentotto anni presente in tutto il mondo per la difesa dei tuoi diritti Periodico dei Siciliani all’Estero - Anno XXVIII - n. 02 2009 E migrazione Siciliana E migrazione Siciliana E 2/09 In questo numero: “USEF e Giovani ai lavori per il futuro dell’associazionismo” Palermo 25-26-27 marzo 2009 Fascicolo II A AT TT TI I D DE EL L C CO ON NV VE EG GN NO O

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L’U.S.E.F.una associazione

che operada trentotto anni

presentein tutto il mondo

per la difesadei tuoi diritti

Periodico dei Siciliani all’Estero - Anno XXVIII - n. 02 2009

EmigrazioneSiciliana

EmigrazioneSicilianaE 2/09

In questo numero:

“USEF e Giovani ai lavoriper il futuro dell’associazionismo”Palermo 25-26-27 marzo 2009

Fascicolo II

AATTTTII DDEELL CCOONNVVEEGGNNOO

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EmigrazioneSiciliana

n. 2/09

EmigrazioneSiciliana

n. 2/09

Mondo Flash di Salvatore Augello

Sicilia Flash di Salvatore Augello

MENDOZATrinacria oggi, USEF Mendoza, Comunica su cronograma

de actividades para el mes de marzo

-2 de marzo a las 11.00 en la Asociación Bancaria deMendoza, Avda España, casi esq. Espejo, en el tercerpiso, inauguración de una muestra de diseños deconocidos historietistas argentinos, entre ellos, CarlosBarocelli, quien presentará algunos de sus trabajospara el Eternauta. Barocelli abrirá la exposición y quie-nes así lo deseen podrán verlo dibujando a lo largo dela jornada, tanto en la Bancaria como en el kiosco quela asociación presentará en la Festa in Piazza, los días2 y 3 de marzo. La muestra permanecerá durante todala semana.

-2, 3, 4 de marzo, a partir de las 21, en Plaza Italia,Trinacria Oggi, USEF Mendoza presentará un kiosco yun gazebo en los cuales se venderá: “panini con coto-lette di maiale”, “arancini” y café “espresso”El aporte cultural lo dará la presencia del dibujanteCarlos Barocelli, vicepresidente del CEIA-USEF deRosario quien dibujará para el público, sobretodo elpúblico infantil.

-27 de marzo, a las 20, en el COMITES, la arquitectaMariela Quiroga Intelisano continuará con su serie decharlas sobre “La influencia de la arquitectura italianaen Mendoza”.

BRUXELLES“No all’assegno di disoccupazione” Berlusconi frena il Pd

1 mar. - Un assegno di disoccupazione in questomomento in Italia per fronteggiare la crisi “non è soste-nibile”. Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Sil-vio Berlusconi, commentando la proposta di DarioFranceschini del Pd. “Sono d’accordo che quandomaggioranza e governo presentano una decisione inParlamento sono aperte al voto di tutti come sempre”ha affermato nella conferenza stampa finale del verticeUe - peccato che abbiamo anche degli impegni euro-pei e che c’è l’impegno di Maastricht che ha uncosto”. Una spesa quindi di circa l’1,5% del Pil “credonon sia sostenibile”.“Sono soddisfatto, perché guardando gli altri le nostrebanche non sono state toccate da quello che preoc-cupa gli altri istituti” ha poi affermato il presidente delConsiglio, durante la conferenza stampa del verticeUe di Bruxelles. “Le nostre banche”, ha aggiunto Ber-lusconi, “hanno comprato istituti esteri soprattuttonell’est e non hanno avuto bisogno di essere patrimo-nializzate”.

SYDNEYA Sydney Barbara Raffellini premiata nella giornata interna-zionale della donna. L’imprenditrice italiana di origini liguri

riceverà il riconoscimento promosso dall’associazionedelle Donne Italo-Australiane Niawa

L’associazione di donne italo-australiane NIAWA pre-mierà l’8 marzo a Sydney, nella Giornata internazio-nale della donna, Barbara Raffellini, imprenditrice diorigine ligure residente in loco, scelta tra quasi400.000 connazionali presenti in Australia.Barbara Raffellini, 43enne, figlia di due ristoratori ita-liani, trasferitasi in Australia con la famiglia quandoaveva solo 5 anni, oggi è direttore di Mriaworld, un’a-genzia di comunicazione globale.Sarà il Console generale d’Italia a Sydney, Benedetto Lat-teri, a consegnare la targa che premia il lavoro svolto incampo internazionale dalla Raffellini e, in particolare, ilsuo contributo per lo sviluppo dei rapporti tra l’Italia el’Australia.La cerimonia, alla sua ventesima edizione, sisvolgerà alla Casa d’Italia, situata nel cuore della LittleItaly a Sydney. Nell’arco della sua carriera Barbara Raf-fellini si è interessata di turismo e enogastronomia, svi-luppando progetti per varie organizzazioni, come ilParco Nazionale delle Cinque Terre, il Governo del Perù,l’ente pubblico per lo sviluppo dell’area occidentale diSydney e la Camera di Commercio di Liverpool. Il suopaese d’accoglienza le ha già conferito prima d’ora altripremi, tra cui quelli di “Imprenditore dell’anno – 1997”e “Cittadino dell’anno – 2001”. (Inform)

BUDAPESTAutori italiani raccontano l’Ungheria

Il libro “L’Ungheria Contemporanea” di Gizella NemethPapo e Adriano Papo sarà presentato giovedì 12 marzo2009, alle ore 18 presso la Sala Conferenze dell’Istituto Ita-liano di Cultura di Budapest. Autori di numerosi saggi evolumi sui rapporti storico-culturali italo-ungheresi. Nel2001 hanno vinto il Premio internazionale di saggistica“Salvatore Valittuli” per l’opera prima Storia e cultura del-l’Ungheria; dirigono la collana Italia e Ungheria. Studi edocumenti delle Edizioni della Laguna di Mariano del Friuli(Gorizia) e il periodico “Quaderni Vergeriani”, annuariodell’Associazione italo-ungherese Pier Paolo Vergerio, daloro fondata nel 2003. Il volume ricostruisce il camminocompiuto dall’Ungheria dal Compromesso con l’Austriadel 1867 ai giorni nostri, passando attraverso una serie ditappe che corrispondono a momenti cruciali della sua riccae variegata storia politica, economica e culturale: il tracollodella duplice monarchia nel 1918, l’era di Horty, la ditta-tura stalinista, l’insurrezione del 1956, l’età di Kádár einfine la transizione del 1987-90, che ha riportato nel Paesela democrazia dopo settant’anni di regimi e che è statacoronata dall’ingresso dell’Ungheria nell’Unione Europea il1 maggio 2004. Alla serata organizzata dall’Istituto Italianodi Cultura di Budapest e dall’Associazione Culturale Ita-loungherese del Friuli Venezia Giulia “Pier Paolo Vergerio”interverranno, oltre agli autori del testo, il Prof. ImreMadarász dell’Università di Debrecen e Salvatore Ettorre,Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Budapest.

ROMAImmigrati: medici in rivolta, non faremo la spia

Non arriveranno a scioperare (almeno sperano non cene sia bisogno) ma useranno tutti gli strumenti legali:fino “alla Corte di giustizia europea passando per laCorte costituzionale”. È questa la posizione dellediverse sigle sindacali dei medici (Anaao assomed,Cimo asmd, Aaroi, fp Cgil, Fvm, Federazione Cisl,Fassid, Fesmed, Uil fpl), nel caso in cui dovesse pas-sare la norma sull’obbligatorietà di denunciare gliimmigrati clandestini, emersa nel corso di una confe-renza stampa, oggi a Roma. I sindacati dei medici sioppongono al disegno di legge sulla sicurezza (pas-sato al Senato, ora all’esame della Camera): in parti-colare, all’approvazione di un emendamento dellaLega nord con cui è stato abrogato il divieto di denun-cia di immigrati clandestini all’autorità giudiziaria.Così stando le cose, dicono i sindacati, il medico dienti pubblici e convenzionati con il Servizio sanitarionazionale è “obbligato a denunciare” all’autorità giu-diziaria. I rischi sono diversi: operare senza tranquil-lità dovendo ogni volta scegliere tra seguire il codicedeontologico o la legge, la nascita di una sanità paral-lela (ambulatori clandestini) e il pericolo di unaccesso in ritardo in ambulatorio cosa che preoccupaper la salute pubblica e che comporterebbe il ritornodi malattie scomparse (come focolai di tubercolosi,

CATANIA“La centralità della donna nel dialogo interculturale”

Questo è il tema prescelto da Sicilia Mondo per laXXV edizione della Giornata dell’8 Marzo – Festa delladonna in emigrazione 2009. Anche quest’anno con lettera circolare i Presidentidelle Associazioni aderenti ed i corrispondenti delgiornale sono stati sensibilizzati ad organizzare un“incontro” di donne, esteso anche agli altri sodalizi,alle Istituzioni italiane e locali, ed in modo particolareal mondo giovanile per dare visibilità e continuità aduna iniziativa divenuta un momento di orgoglio perSicilia Mondo ed ormai istituzionalizzata in tutti icontinenti. Sicilia Mondo ricorda che la donna in emigrazione èuna “grande e preziosa risorsa” per la società civileperché rappresenta un punto fermo ed essenzialenella famiglia, nell’educazione dei figli, nel manteni-mento dei valori, della cultura e delle tradizioni diorigine. La sua valorizzazione rappresenta un dove-roso riconoscimento da parte di tutti ed è, nellostesso tempo, un fatto di civiltà per il nostro tempo dicocente attualità.A Catania “l’incontro”, con la partecipazione dellerappresentanti delle varie etnie di stanza a Catania,avrà luogo presso il salone della Associazione in viaRenato Imbriani, 253, Sabato 7 marzo alle ore 18.00

PALERMOLa giornata fai per i cittadini immigrati

Come ogni anno il FAI (Fondo Ambiente Italiano) orga-nizza la “Giornata FAI di primavera”, manifestazionenazionale della Fondazione che ha aperto le porte dinumerosi beni (circa 400/500 ogni anno).Quest’anno il FAI intende aprire al pubblico beni inquattro diverse città della Provincia di Palermo.In particolare la nostra città partecipa al progettoaprendo alla conoscenza di quanti lo vorranno ilMuseo internazionale delle Marionette “A. Pasqualino”domenica 29 marzo dalle ore 10.00 alle ore 17.00.L’aspetto interessante di quest’anno e che ci trova impe-gnati come Centro studi e documentazione sulle migra-zioni, è la volontà del FAI di “aprire“ alla conoscenza delMuseo non solo i palermitani ma anche le comunità stra-niere presenti in città, nella considerazione che questi“nuovi cittadini”, in un tempo non troppo lontano,dovranno anche loro tutelare il patrimonio della città.Inoltre la integrazione passa anche attraverso la cono-scenza e l’amore dei luoghi in cui queste persone cheprovengono da paesi talvolta lontani, si trovano a vivere.Le scuole saranno coinvolte e soprattutto i bambini pro-venienti da altre comunità che, studieranno il “Museointernazionale delle Marionette” in quelle lingue, perpoterli trasmettere ai loro “conterranei” adulti. Importanteè allora la partecipazione non solo dei palermitani maanche delle numerose comunità straniere presenti in città.

MESSINAEnnesimo attacco al lavoro.

A Messina cancellata la “Festa del Primo maggio”

La decisione del Comitato di gestione di Forte Oglia-stri, con la “partecipazione” dell’Assessore Scoglio, diimpedire la Festa del Primo Maggio a Messina è l’en-nesimo attacco al mondo del lavoro.Le discutibili motivazioni addotte per la soppressionedella manifestazione (mancanza di personale di custo-dia solo per il giorno fissato) lasciano supporre lavolontà di un’utilizzazione della struttura, più chediscrezionale, arbitraria. Tale decisone, oltre all’intenzione del Comitato e delComune di Messina di espropriare la Circoscrizionedel legittimo diritto a dare utilizzazioni prive di con-notazioni di parte ad una struttura ricadente nel pro-prio territorio, mette in evidenza la volontà repressivadell’attuale Amministrazione Comunale di destra diogni iniziativa che richiami ai valori fondanti dellaCostituzione.Il Partito dei Comunisti Italiani, nel comunicare solida-rietà all’Associazione Ecologia Solidale Messina e tutticoloro che si riconoscono nei valori del lavoro,sosterrà le iniziative di protesta che verranno messe inessere e chiede le immediate dimissioni del Comitatodi gestione di Forte Ogliastri e dell’Assessore Scoglio.Potete fermare le feste, ma non potrete fermare i lavo-ratori.

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E

Foto di copertina:ConvegnoUSEF 25-26-27 Marzo 2009Hotel President - Palermo

Direttore responsabileAngelo Lauricella

CondirettoriDino Bellafiore

Francesca MessanaLuigi Vayola

M. Angela CacioppoComitato di RedazioneAlessandro BellafioreSalvatore BonuraSara ChianettaMonica Di BellaFederica Sciacca

Corrispondenti dall’esteroSalvatore ArnoneGraziella BivonaLino Capuano

Direzione, Redazione, AmministrazioneEmigrazione Siciliana - USEFVia G. Turrisi Colonna n. 47

90141 PalermoTel. 091/7308410 - Fax 091/6256081

www.usef.itPresidente

Angelo LauricellaSegretario GeneraleSalvatore Augello

Autorizzazione del Tribunaledi Palermo n. 2 del 30.01.1981

Stampato dallaTipolitografia Luxograph s.r.l.

Piazza Bartolomeoda Messina, 2/e PalermoQuesto periodico aderisce

alla F.U.S.I.E.

In questo numero:

Lombardo trionfa con il 65% dei voti di Angelo Lauricella pag. 1

Baci bacioni e tante carezze di Luigi Vayola pag. 3

Domande senza risposte di Antonina Cascio pag. 4

Finocchiaro:La candidata sconfitta fa autocritica: il PD va ricostruito pag. 5

Lombardo:Il programma e il lavoo, le priorità dell’isola pag. 5

L’Italia al voto di Angelo Lauricella pag. 7

I ragazzi con la valigia di Francesca Messana pag. 10

I giovani all’Usef, una Usef di giovani di Alessandro Bellafiore pag. 11

Le rubricheMondo Flash pag. 12Sicilia Flash pag. 13

I 40 anni del circolo Franco-italianodi Meyzieu di Agostino Alfano pag. 14

Dopo 30 anni ancora tanti dubbi di Maria Angela Cacioppo pag. 15

I Passi Lenti di Biagio Scrimizzi di Luigi Vayola pag. 18

Il risanamento delle acque dell’Oreto di B. De Marco Spata pag. 19

Il fare del Nord e il dire del Sud di Beppe Benvenuto pag. 20

I pupi e i pupari pag. 21

Sacralità e tradizione dei riti pasquali pag. 23

Inserto: 11° Congresso generale USEF nell’internoParunu... ma su’ cose serie di Luigi Vayola in 3a di copertina

In questo numero:

L’USEF e i giovani: una botta di coraggio di Luigi Vayola pag. 2

Sintesi intervento del Segretario Generale CGIEElio Carozza pag. 3

Osservatorio di nuove opportunità pag. 5

Crisi e disoccupazione, impegno e formazionedi Ignazio Saenz Purello pag. 7

Rappresentanza e partecipazione per il rinnovamentodelle associazioni di Antonina Cascio pag. 15

Politiche giovanili nella nostra associazione.Intervento di Eric Ciotta (CIEA-USEF Rosario) pag. 16

L’USEF di oggi e di domani di Riccardo Coppola pag. 17

Il mio bisnonno,Venerando Quatrocchi di M. J. Amundarain pag. 19

L’identità personale e (è) il senso di appartenenzadi Giulietta Squadrito pag. 21

Il sogno e il viaggio della famiglia Scivoli di Renzo Scivoli Beledo pag. 23

L’emigrazione incrementa il vuoto politico di M.A. Cacioppo pag. 25

Conclusioni del segretario generale dell’USEFSalvatore Augello pag. 27

Il lavoro della «Sociedad de Socorros Mutuos Trinacria» pag. 31

Campagna tesseramento pag. 32

Le rubriche di Salvatore Augello

Mondo Flash in 2a di copertinaSicilia Flash in 3a di copertina

SPORTELLO SOCIALE– denunzia redditiMod. Unico/730

– domande pensioni– pratiche varie con INPS ecc.– pagamento I.C.I.– disbrigo certificati vari– mutui prima casa l.r. 55/80– servizio civile– borse di studio per giovani– campeggi e turismo giovani

SPORTELLO IMPRESA– informazione su leggi edincentivi vari

– istruzione pratiche perrichieste finanziamenti

– contatti tra imprenditori

SPORTELLO IMMIGRATI– ricongiungimento familiare– rilascio o rinnovo permessi disoggiorno

– assistenza legale– videoforum, centro lettura– iscrizione Camera Commercio– assistenza fiscale– assistenza sindacale– corsi di lingua e cultura

CONSULENZA ENTILOCALI– contatti con le comunitàall’estero

– gemellaggi– organizzazione scambi– contatti con Enti Locali all’estero– contatti tra operatori economici– organizzazione convegni,mostre, attività culturali

U S E F : I N O S T R I S E R V I Z I

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PERCONTATTARCI

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IIo vorrei fare una prima consi-derazione su questi nostrilavori: una discussione sui gio-

vani, un Convegno come quello dioggi di tale impegno, di tale qualifi-cata partecipazione e, permette-temi, di tale spesa che per noirichiede. Io ritengo questa nostrainiziativa un fatto politico digrande importanza e questo conve-gno un grande fattore di crescitaorganizzativa e politica della nostraorganizzazione.Si tratta innanzitutto di una presadi coscienza. L’USEF non può rap-presentare solo i “vecchi emigratisiciliani”. I nostri scritti sono daanni “nonni” e “padri anzianotti”.Sono cresciute da anni nuovegenerazioni di ex emigrati (per-mettetemi l’eufemismo) e ne stacrescendo ancora una nuova digiovanissimi. E allora ci troviamotutti noi come struttura USEF adover capire che tipo di Associa-zione vogliamo e che scelte di atti-vità e di struttura intendiamoportare avanti a fronte di questinuovi e nuovissimi ex emigrati diorigine siciliana.Ecco perché questo convegno èdiscriminante. È questa la secondaconsiderazione: saper discriminaretra fatiche, risultati e onori del pas-sato oramai più che trentennaledell’USEF ed un futuro gravido di

incognite organizzative, politicheed economiche non solo per noi,ma per l’intera umanità.C’è un cambiamento generazio-nale molto vasto e ci sono, in que-ste nuove generazioni, valori,impegni, desideri, giudizi e valuta-zioni molte volte contrastanti conle nostre esperienze e con le nostrecredenze di cui a stento ci ren-diamo conto. Sappiamo che cisono, ma conosciamo poco e condifficoltà quali sono. Tutti ci ren-diamo conto di questo grave edampio distacco generazionale, matroviamo notevoli difficoltà asuperarlo. Dobbiamo fare comel’USEF un salto di qualità, lo dob-biamo fare culturalmente struttu-ralmente e politicamente… edinnanzitutto capirlo. Questo con-vegno sui giovani ne è il primoesempio ed il primo tentativo dicapire. Su questa decisione l’impe-gno generale è stato molto forte.Intanto si è aperta una discussioneal nostro interno, qui nel Conve-gno, e prima negli organismi didirigenza in Sicilia ed altrettantoall’interno della nostra interaorganizzazione.Un dibattito franco, aperto anchecritico ed un “fior fiore” di propo-ste compaiono nella relazione enella discussione. Certo non com-pete a me valutarle in questo

L’USEF e i giovani: una botta di coraggiodi Luigi Vayola

A Palermo: “I giovani, il futuro dell’associazionismo”

intervento, ma i contributi chedaranno relazione, conclusione etutto l’intero dibattito porterannoa delle scelte, suggeriranno propo-ste. Di tutto ciò il nostro giornale“Emigrazione Siciliana” ne daràcompiuta notizia. Già al Convegnodi oggi dedicheremo molto spazionei prossimi numeri: questo è ildiscorso sul nostro futuro.Per quanto riguarda le proposte nevorrei avanzare due: una sta giàcircolando nel dibattito e la sottoli-neo e riguarda “l’incontro con igiovani cervelli emigrati”. A mequesto raccordo con la giovaneintelligenza emigrata mi sembrafondamentale non solo per garan-tire una continuità di appartenenzaalla Sicilia, quando per arricchirladi questo nuovo cospicuo capitaleisolano. E credo che la Regionedovrebbe fare una sua grandeparte per la realizzazione di questainiziativa.La seconda riguarda l’impegno deinostri centri dei nostri, circoli, delleassociazioni di chiedere a giovanitra i 15 e i 25 anni, studenti e lavo-ratori, due paginette di considera-zioni sulla loro sicilianità e delcome pensano e vedono l’Isola deiloro padri e nonni. Almeno 100giovani di tutti i continenti delnostro mondo emigratorio, solodue pagine di considerazioni.Cominciamo dai nostri figli e dainostri nipoti, interessiamo gliamici, interessiamo le scuole, fac-ciamo reali protagonisti di questainiziativa le risposte che pubbliche-remo sul giornale o ne faremo unlibro. Esse saranno comunque unpatrimonio culturale ed una ric-chezza di considerazioni per tutto ilgruppo dirigente.Concludo con una osservazione:dobbiamo avere coraggio tutti diguardare lontano. Questo Conve-gno apre uno spiraglio sul nostrofuturo politico ed organizzativo,sull’USEF del 2000. Tocca ancorauna volta a tutti noi “vecchi e gio-vani” dirigenti spalancare la porta.È una nostra responsabilità, è…una botta vera di coraggio!L’Onorevole Luigi Vayola apre il dibattito

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Elio Carozza: Segretario Generale CGIE alconvegno

Per l’Usef di domani: le riflessioni, il dibattito, il confronto

Sintesi interventodel Segretario Generale CGIE Elio Carozzadi Salvatore Augello

con gli esponenti delle comunitàitaliane all’estero in Parlamento.Un’azione di sistema che ha rap-presentato in questi mesi lo zoc-colo duro dell’emigrazione italiana.E se i risultati del nostro impegnonon sono tali quali avremmo spe-rato, non oso pensare a ciò chesarebbe successo senza di esso” haaffermato il Segretario Generaledel CGIE.“Vi è un dato di fatto che anche lamaggioranza di governo ha ricono-sciuto: l’essenzialità del CGIE nellarappresentanza istituzionale dellecomunità. La sua vocazione plura-lista. E fattore determinante: l’in-tervento del CGIE è stato accoltofavorevolmente dai giovani che sisono impegnati attivamente inquesti ultimi anni nei gruppi dilavoro nazionali fino agli appunta-menti sopranazionali ed alla Con-ferenza mondiale. Il tempo è statoesiguo, il risultato considerevole.Purtuttavia, il confronto nell’am-bito della Conferenza Mondiale deiGiovani non sempre è stato all’al-tezza delle attese, soprattutto per lerisposte istituzionali. Non sempresono state colte quelle nuove idee,espressione dello spirito dei tempi,

l’associazionismo, dei Comites edei parlamentari eletti dalla Circo-scrizione Estero. E se non fossestato imposto il rinvio delle ele-zioni dei Comites ed il conseguenterinnovo del CGIE, l’impeto di unanuova – perché nuovi i soggetti, imezzi, le idee – campagna eletto-rale all’estero sarebbe esplosa econcretizzata.I giovani attenti al mondo dellarappresentanza degli interessi degliitaliani nel mondo si sono, infatti,moltiplicati e cominciano ad indi-viduare gli elementi di una piùorganica presenza italiana all’e-stero, che nulla ha a che vederecon lo spirito di autoconserva-zione, troppo spesso definito “atutela dei valori”.”Quanto al CGIE, ha sottolineatoCarozza, “esso ha fatto una sceltadi campo netta, chiara, precisa:rappresentare le esigenze di tutti inun’azione di sistema che va al di làdei suoi meri interessi istituzionaliin un costante confronto con larete associativa in Italia ed all’e-stero, in stretta correlazione con iComites e le strutture sul territorioall’estero, in uno scambio costantedi esperienze e di rappresentatività,

““Se si può parlare di una storiacompiuta dell’emigrazioneitaliana lo si deve all’associa-

zionismo ed al suo esprimere levicende dei singoli in una coraleesperienza di uomini e donne...attraverso il volontariato civilefino ad assumere un’importanzapolitica, divenendo essa stessa rap-presentanza di fatto”. Lo ha sotto-lineato il Segretario Generale delCGIE, Elio Carozza, intervenendoa Palermo al Convegno “I giovani,il futuro dell’associazionismo, pro-mosso dall’USEF.“Oggi, come è stato affermato neldocumento approvato dal CGIEsull’Associazionismo, nel difficilemomento storico che stiamovivendo, ha proseguito Carozza, ilruolo dell’associazionismo assurgead una dimensione di rinnovataresponsabilità sociale, che imponeil passaggio di testimone nellemani delle giovani generazioni,aprendo loro gli spazi del con-fronto e della rappresentanzademocratica.Il CGIE si è impegnato concreta-mente in questo senso negli ultimidue anni, attraverso una spintainnovatrice, insieme al mondo del-

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Salvatore Augello: Segretario Generale dell’USEF legge le sue conclusioni sul convegno

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pito delle nuove leadership all’e-stero è valorizzare il risultato del-l’integrazione sociale, civile epolitica italiana nei Paesi di resi-denza e metterlo a confronto conle nuove realtà sociali e politichedel nostro Paese, i giovani italiani,le generazioni di migranti.”“Il nostro è il tempo della transi-zione: da quella generazionale, aquella della politica globale, che lecomunità hanno in qualche modoanticipato ma che si sviluppasecondo canoni e percorsi diffe-renti da quelli pensati” ha stigma-tizzato il rappresentante del CGIE,sottolineando “Un fatto è certo –ed è il segno che il CGIE ha colto erilanciato in questi ultimi due anni– è finito il tempo del centralismodemocratico nazionale.La nostra realtà è internazionaleed è sovranazionale. Il senso delnostro ruolo ed esistenza è espres-sione delle nostre comunità, nondelle esigenze e delle espressionipolitico-partitiche del nostro Paesedi origine. Alle espressioni giovanidelle nostre comunità, alle loroesigenze di comunità dalla identitàplurale, nelle quali emerge indele-bile e forte ancora l’identità ita-liana, dobbiamo rapportarci, cosìcome ha inteso fare il CGIE, inuna corale e concreta dialetticacivile e politica”.Poi “Il passaggio di testimone allegiovani generazioni ci impone unacomplessa riflessione sul ruoloattuale delle comunità in rapportoall’Italia. Un ruolo che esalta lanostra rappresentanza, non lasminuisce, ma ne indica anchecontorni e pesi, probabilmentediversi da quelli a cui abbiamofinora pensato e sui quali abbiamoriflettuto!È dal confronto che il CGIE staportando fra le comunità all’estero,insieme al mondo dell’associazio-nismo, dei Comites e dei parlamen-tari della Circoscrizione estero, cheemergeranno gli aspetti preminentidel nostro futuro!Di quel futuro – ha concluso ilSegretario Generale del CGIE – checi attendiamo renda giustizia ad unimpegno appassionato e solidari-stico, come quello che ha contraddi-stinto e contraddistingue il mondoassociazionistico degli italiani nelmondo!”

sviluppare nuovi spunti e nuovicapitoli dell’impegno del Paeseverso le proprie comunità all’e-stero”.“Oggi – ha fatto presente il Segre-tario Generale del CGIE – il com-

necessarie al coinvolgimento edalla motivata partecipazione. Nonappare cosi evidente, inoltre, lapresa di coscienza che dovrebbefavorire l’allargamento di quellaprima pattuglia per far emergere e

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INTERVENTO MARC OUSUF(Presidente INCA Francia)

Mi chiamo Marco, sono da un annopresidente dell’INCA, sono francesedel Marocco ed ho problemi diaccenti.Volevo innanzi tutto ringraziare ilPresidente Angelo Lauricella ed ilsegretario Generale SalvatoreAugello dell’invito.Non è un ringraziamento formale,ma sincero perché per me questaoccasione, questa riunione è statauna scoperta. Debbo ringraziareanche Angelo Campanella, diri-gente dell’INCA regionale di Lyon,molto attivo nella comunità enell’USEF, come abbiamo avutomodo di vedere in mole occasioni.Sono interessato, ripeto, perchénoi come INCA stiamo per iniziareun percorso con i giovani.È tempo di andare avanti con questotema perché non tutti sappiamo cheassociazioni, partiti, patronati, sonogovernati oggi da gente anziana,quindi bisogna lavorare in fretta, inmaniera efficace. Ma c’è, riscontro,una dispersione in questi giovani chenon sono emigrati nel senso classicodel termine.Sto organizzando a Parigi un gruppodi giovani italiani quasi tutti capaciricercatori, universitari e debbo con-fessare che abbiamo difficoltà adavvicinare quelli che lavorano nellaristorazione.Quindi stiamo iniziando un’inda-gine sui giovani italiani in Francia,Germania; Svizzera. Sarà un’inda-gine non scientifica, ma sarà finaliz-zata ad una conferenza dell’INCA.Siamo quindi interessati ad entrarein contatto con le realtà giovanilidell’USEF.Vi ringrazio ancora e speriamo dipotere fare qualche cosa di positivo.

INTERVENTOPASQUALE HAMEL

C’è un senso di sfiducia e di distacco,con quello che avviene nel mondo,

come un chiudersi in se stessi. I gio-vani si relazionano tra di loro; c’èface book, c’è internet.Però relazione nel senso di creare

iniziative, nel senso di creare dellaprogettualità all’interno di quelmondo dove viviamo, non c’è.Io credo che bisogna scrollare que-

Marc Ousuf, Presidente INCA Francia

Pasquale Hamel, scrittore e saggista siciliano

Dibattiti e confronti

Osservatorio di nuove opportunità

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INTERVENTO BRIKI JALEL

Buon giorno a tutti. Mi occupavodello sportello USEF per immigrati.Il problema oggi qui in Sicilia, èche manca la legge elettorale siaper voi siciliani all’estero che pergli immigrati, che hanno sceltocome seconda patria la Sicilia.Purtroppo ci sono quelli che hannolasciato la Sicilia 30-40 anni fa edora vengono sostituiti dagli immi-grati del cosiddetto terzo mondo,per lavorare in quei campi dove cisono spazi.Ora la Sicilia è l’unica regione chenon ha una legge per gli immigratisia comunitari che extracomunitarie non ha nemmeno una legge pergli italiani che sono stati costretti adandare fuori. Questo è l’unico puntoche danneggia la Sicilia e danneg-gia tutti.Quando c’è una legge, infatti, essaserve a tutti perché migliora con lasua applicazione la situazione dellapopolazione tutta. Vorrei aggiun-gere che condivido tutti gli inter-venti, specialmente quelli deiragazzi venuti da fuori.Anche se c’è una crisi economica,ora siamo in grado di andare avanti.Dobbiamo metterci assieme, manonella mano e, utilizzando l’espe-rienza degli anziani che ci indicanola via, utilizzare e potenziare i nuovisistemi di comunicazione per stareassieme e per crescere tutti assieme,sviluppando ad un tempo, comuni-cazione, conoscenza, esperienza,mezzi, per creare una nuova strada.L’USEF è una grande associazionema occorre che si potenzi comuni-cando con altri enti ed altre associa-zioni per raggiungere un obiettivocomune. L’USEF ha una grandeforza sparsa per il mondo, forza chedeve tenersi più unita per espri-mere tutta la propria potenzialità.Creare nel mondo contatti con altrecomunità di immigrati, per aumen-tare e fare circolare conoscenze edinformazione. Questo convegno èun punto di inizio che ci deve fareandare avanti e farci crescere, nonfare concorrenza, ma collaborazione.Faccio gli auguri ad Augello per isuoi settanta anni.Faccio gli auguri a tutti e pregotutti di lasciare recapito ed indi-rizzo e mail per iniziare a svilup-pare il contatto.

lavorare in questa direzione. Ma inostri organismi pubblici, i nostrigoverni fanno qualche cosa in que-sta direzione?Si parla di sicurezza, di interventi,ma non si affronta il problema inquanto sostanza. Questi sono ele-menti che dobbiamo curare, l’U-SEF deve al pari di altri occuparsidi immigrazione anche se pur-troppo dietro c’è il business, ilmalaffare.Dobbiamo lavorare su strumentiche indicano agli immigrati la viadell’integrazione, su questo dob-biamo lavorare.Un’ultima cosa che riguarda i gio-vani. Noi come politica che riguar-dano i nostri emigrati, ci siamofermati alla realtà del passato.Dobbiamo cercare di avvicinare ledue realtà, fare capire qual è larealtà di oggi, in modo da andareavanti ed uscire da stereotipi cri-stallizzati.

sti giovani, per confrontarsi, perdire loro siate protagonisti!La nostra emigrazione, i nostriemigrati,quando andavano all’e-stero volevano diventare cittadinidi quel paese, pur restando forte-mente legati alle proprie radici.A differenza con quello che stasuccedendo oggi, i nostri emigraticercavano motivi di integrazione,mentre oggi ciò non avviene. Que-sta è la differenza su cui devediscutere l’ente pubblico.Creare spunti per l’integrazione,per fare gli immigrati dall’isola-mento. L’interculturalità è quellache ci permette di integrarci, diuscire dalla ghettizzazione. La mul-ticulturalità è mezzo di crescita, disviluppo, senza di essa non si cre-sce. La mancanza di scambio, comediceva il nostro amico che mi hapreceduto, crea frustrazione,isola-mento, ci fa vedere l’altro comenemico. Dovremmo cominciare a

Briki Jalel: Consiglio Generale USEF Sicilia

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* Ufficio di Presidenza (Rosario - Argen-tina). Ignazio Saenz Purello: Immigrazione come risorsa

1 Frase di autore anonimo.

I giovani e l’opportunità di un futuro

Crisi e disoccupazione,impegno e formazionedi Ignazio Saenz Purello*

mite i nostri compagni di ogni età,debba continuare a lavorare perchéla storia non si ripeta.

OGNI CRISI È UN RISCHIOE UN’OPPORTUNITÀ

Un altro scenario possibile è checominci un flusso migratorio digiovani da paesi perfiferici a paesicentrali. Dobbiamo darci una poli-tica che apra opportunità ai nostrigiovani nei loro paesi di origine,che gli permetta la loro realizza-zione e inserzione nella realtà eco-nomica e sociale del loro paese.La recessione economica mon-diale ha cominciato a danneggiarel’economia reale, quella dell’im-piego, dell’educazione, dellasalute. Il crollo del sistema finan-ziario degli EEUU sta trascinandogli altri paesi in un’ondata didisoccupazione che porta alla crisidegli stati. Ma “Ogni crisi è un ris-chio e un’opportunità”1: in questo

l’assassinio di un senegalese a manodi un polizia di Civitavecchia”, o ilgiovane immigrante indù che è statocosparso di benzina da tre giovaniromani. Sappiamo che queste nonsono storie del passato. Il Presidnetedella Repubblica, Giorgio Napoli-tano, ha lanciato un messaggio doveappare con nitidezza l’orrore e lapreoccupazione per questa succes-sione di attacchi xenofobi e razzisti.Ma come la storia ci indica, non èsolo l’esclusione ad essere razzista.Lo sono anche tutti gli accordi chel’Unione Europea ha legiferato sullalibertà di commercio, la libertà ditransito, la libertà di lavoro checominciano a generare, di fronte allafragilità lavorativa, la difesa di falsinazionalismi ( e dalla storia contem-poranea sappiamo già che finefanno questi nazionalismi). Faccioriferimento alle proteste dei lavora-tori britannici contro i 300 dipen-denti italiani dell’azienda IREMAll’ingresso di Auschwitz c’è un’is-critta recante la frase “I popoli chenon ricordano il loro passato sonocondannati a ripeterlo” e credo chela nostra organizzazione USEF tra-

LA STORIA SI RIPETE,XENOFOBIA E RAZZISMO

In ogni Convegno dell’USEF èstato svolto il tema della migra-zione come uno degli obiettivi con-cettuali che segnano il nostrolavoro nel mondo.Ricordo la sintesi a cui siamo giuntinel 1997 “L’immigrazione comeuna risorsa”. Le nostre risorse sonole nostre storie di siciliani in giro peril mondo, lavorando e popolandolo.Mondo che è stato globalizzato,dove la riorganizzazione capitalista hagenerato un vertiginoso cambia-mento di modello: abbiamo passatodal Welfare State alla concentrazionedel capitale finanziario da dove si ècominciato a cercare di controllare e dicostringere gli stati. Insomma, questacrisi globale con la sua consapevolerecessione economica e la sua disoccu-pazione sta colpendo fortemente ilmondo. Ma come succede al solito, ilpeso di essa ricade centralmente su chimeno ha, centralmente sui cittadini,concetto anch’esso entrato in crisi,perché ci sono cittadini di 1º, di 2º(classe) e altri ancora che non hannonemmeno quel diritto.Italia e molte nazioni del cosiddetto“mondo sviluppato” cominciano amostrare gravi segni di razzismo exenofobia. Lo sanno bene i nostrinonni, che hanno patito comeimmigranti il dover nascondere laloro origine per quel che significava,dove le elites governanti equipara-vano immigrazione a criminalità,dove gli atti aberranti commessi dagiovani delle stesse elites (violenzesessuali, furti, omicidi) erano attri-buiti agli immigranti.Far rassegna di questo come partedella storia, sarebbe semplicementericordare quel dolore, ma oggi,questo sta succedendo nuovamente.Come è noto a tutti, vengono perse-guitate le “etnie” come gli zingari o

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2 Nota: Primo Convegno dei giovani Ita-liani nel Mondo Documento finalegruppo tematico “Partecipazione e Rap-presentanza”, Roma, dicembre 2008.

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nuove generazioni. I dati di ana-grafe del Comitato Rosario condata 31 dicembre 2008, espri-mono che sono 103.044 iscrittiall’anagrafe consolare. Il 25%sono giovani tra i 16 e i 30 anni equelli tra i 31 e i 64 anni costituis-cono il 49% della collettività nellacircoscrizione. Questo ci raffigurala mappa politico sociale ed eletto-rale in questa regione del planetadove dobbiamo tenere in contoquesta realtà.Dobbiamo lavorare fortemente percoinvolgere quel 25% di giovaninella vita politica attiva dell’asso-ciazionismo e pensare a un’op-zione attiva per il 49% degli adultiattivi (come lo espone l’anagrafeconsolare).In tal senso la disoccupazione rap-

senso dobbiamo pensare che lacrisi che colpisce il mondo, èun’opportunità per impostarepolitiche di inserzione, sviluppo ecambiamenti, dove i giovani sianol’asse di queste polictiche. NellaPrima conferenza dei Giovani ita-liani nel Mondo si è messo a fuocoche “Sono più di 2 milioni i gio-vani italiani nel mondo al di sottodei 35 anni. Essi rappresentano il54% di tutti i residenti italianiall’estero. Di questi giovani 1,4milioni hanno tra i 18 e i 34 anni e1,3 milioni sono nati all’estero (datiAire, aprile 2008). A questi giovaniitaliani si devono però aggiungereanche i 60 milioni di oriundi e sim-patizzanti dell’italianità nelmondo”2. Questi numeri sonochiari, da dove dobbiamo lavorarein modo che l’associazionismo nonvenga estinto e il futuro sia l’oppor-tunità.Come membro del Comitato dellaCircoscrizione Rosario ho pro-posto che le deliberazioni dellaPrima Conferenza dei Giovani Ita-liani nel Mondo, diventino politi-che effettive verso i giovani e nonrestino la declamazione di unviaggio a Roma. Ho anche pro-posto che le associazioni vecchiedi conio aprano le loro porte alle

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3 Delegato per la Circoscrizione Rosario2000 1º Convegno Latinoamericanodell’Immigrazione Italiana. Montevideo,Uruguay.

Per le vie di Rosario

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DISOCCUPAZIONE,IMPIEGO E FORMAZIONE

Oggi il problema della disoccupa-zione riguarda tutte le generazioni.Questo testo è un frammento dellarelazione presentata nell’anno2000 nella Prima Conferenza Lati-noamericana dell’ImmigrazioneItaliana. Montevideo - Uruguay3 “Isettori con maggiori difficoltà direinserzione sono: da una parte chicerca il suo primo impiego (minoridi 25 anni), dovuto alla mancanzadi esperienze di lavoro precedenti(e a molte altre difficoltà se nonhanno frequentato gli studi mediobbligatori o non hanno raggiuntoalti voti), e dall’altra quelle per-sone che hanno oltrepassato i qua-rantacinque anni (recanti disturbifisici o che non hanno neancheaddestramento specializzato), iquali sono troppo anziani per tro-vare un lavoro ma troppo giovaniper andare in pensione. Di conse-guenza, si apre una breccia divent’anni nella quale rimane rin-chiusa una generazione i cui com-ponenti, se hanno perso il lavoro,restano senza nessuna protezione esenza possibilità di avere accesso auna nuova attività retribuita. Infunzione di questa situazione, per i

presenta uno dei principali punti diurgenza in questa crisi globale chetrafigge questi due gruppi di età.Sebbene colpisca i settori più vul-nerabili della società, i loro effettiattraversano trasversalmente essastessa e non si riduce a questionidell’ordine economico, la disoccu-pazione riguarda tanto la vita quo-tidiana quanto la salute degli attorisociali.Siamo consapevoli che questoproblema non avrà una soluzioneimmediata e che le possibili solu-zioni a lungo termine sono ilrisultato della concorrenza di mol-teplici fattori (nuove politicheeconomiche, politiche di impiegopiù creative e aggressive, sviluppodi nuove relazioni vincolari nellasocietà, ecc).

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4 Nota: Frammento della relazione pre-sentata nel Convegno Latinoamericanodell’Immigrazione Italiana”. Montevideo,Uruguay; Ricerca “Analisi delle caratte-ristiche soggettive della popolazione nonoccupata e occupata del SMGR e delladomanda nel mercato del lavoro regio-nale, per lo sviluppo di strategie di edu-cazione non formale” Saenz, Ignacio;Bonantini, Carlos y otros.

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più giovani si deve privilegiare laformazione nel sistema (educativo)formale o quel “in più” di conos-cenze rispetto alle richieste di mer-cato, abilitando proposte chepermettano accumulare l’espe-rienza necessaria (per esempio leproposte di praticanato, forme dieducazione duale nei sistemi dieducazione formale e non formale)per concorrere nell’accesso alprimo posto di lavoro.Per la fascia di quelle persone chehanno oltrepassato i quarantacin-que anni, dovrebbero svilupparsistrategie di formazione di nuoviimprendimenti per cui si devonoimpiegare le procedure necessarieper ottenere le risorse indispensa-bili al finanziamento di queste ini-ziative. Stabilire programmi didatabase collegate a quelle che hala Cancelleria a scopo di identifi-care i prodotti che hanno un mer-cato potenziale all’estero e nelnostro paese (Argentina)(peresempio, lo sviluppo di coltiviorganici, diversi tipi di coltivi sottocopertura in terreni piccoli, apicol-tura, ecc); e lo sviluppo di forme diformazione non formale. Vieneconsiderato che questa sia una pos-sibilità di far si che i lavoratoridisoccupati raggiungano un’attivitàche gli permetta di vivere”.4

PROPOSTE DI LAVOROE DI PARTECIPAZIONEPER I GIOVANIE GLI ADULTI ATTIVI

ASSISTENZA SOCIALE,SANITARIA E GIURIDICAAssistere la collettività tramite iservizi sociali sanitari e giuridici.(Stipulare accordi con organismigovernativi e non governativi) congiovani neolaureati. Politica diassistenza per gli indigenti italianio loro discendenti.

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Bahìa Blanca: Plaza Rivadavia

Argentina: Rosario

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RICERCA DELLA PROBLEMATICADEGLI EMIGRATI E I LORODISCENDENTI (giovani, donne eterza età): Promuovere particolar-mente o con la collaborazione diuniversità, organismi governativie non governativi, iniziative distudi diversi: di temi sociali, lavo-rativi, ed educativi riferiti alsetore della migrazione e i discen-denti, a scopo di attirare l’atten-zione dello Stato e l’opinionepubblica su questa problematica edi contribuire a dare una solu-zione complessiva con la suaazione.

Centro Regionale della Migra-zione. Il quale ha tre programmi:Museo, Biblioteca e Centro di Infor-mazione, Formazione e Addestra-

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Argentina : Rosario vista dall’alto

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mento Professionale delle RisorseUmane. Riprendere questo progettoelaborato in collaborazione con laDirezione Nazionale di Migrazioni(DNM) circoscrizione Rosario e conl’Unione Siciliana Emigrati e Fami-glie (USEF) sede Rosario, Provinciadi Santa Fe, Repubblica Argentina.

PROMOZIONE E GESTIONEDELL’ATTIVITÀ ECONOMICAE SOCIALE

L’USEF utilizzerà fondi provenientida sussidi, borse di studio, contri-buti che lo Stato o istituzioni pub-bliche, private o comuni possanooffrire, principalmente per svilup-pare attività di assistenza nell’am-bito economico, lavorativo, sociale,culturale e ricreativo, a favore degliimmigranti e le loro famiglie. Inquetso senso, l‘USEF SERVICEsvolgerà un compito fondamentale

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organismi collegati alla produ-zione (nazonali, provinciali emunicipali) e altri come leCamere di Commercio (italiane elocali), università, ecc.

• Organizzare una database delmondo imprenditoriale nazionalee internazionale, possibili finan-ziamenti.

INIZIATIVE SOCIALIE LAVORATIVE

Osservatorio di Nuove Oppor-tunità: Creare un osservatorio dinuove opportunità (in collabora-zione con organizzazioni governa-tive e non governative) perl’accesso a un posto di lavoro; con-corso per i posti pubblici o privati;elaborazione di statistiche di offertae domanda, ecc.• Agenzie di Orientamento: pro-pendere a offrire un servizio

dello stile delle agenzie di orien-tamento per i giovani in cerca dilavoro, i disoccupati e in generetutti i soggetti pubblici e privati.

• Informazione di mercato: avereinformazione su come funzio-nano i mercati (nazionali o inter-nazionali)

• Catalogo di Opportunità: peraziende e per la formazione dipotenziali imprenditori e lavora-tori.

• Intercambio di studiosi di diversicampi:

Per esempio:• L’esperienza dei distretti indus-triali nel nord di Italia (espertiitaliani hanno lavorato in provin-cia di Buenos Aires).

• Trasferimento di tecnologie.• Esperienze di sistemi di irriga-zione in Argentina e produzionedi macchinario agroalimentare.

• Ingegneria agricola e agroalimen-

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nei processi di intercambio e/o dicommercializzazione di tutto il“SISTEMA USEF NEL MONDO”.• Ricerca di finanziamento (nazio-nale ed internazionale) di pro-grammi in modo particolare conle piccole e medie imprese.

• Stimolare criteri di associativitàimprenditoriale, sviluppo dellacompetitività e dell’impiegabilitàdelle risorse umane.

• Proporre alle aziende italiane o diorigine italiana l’assunzione dimano d’opera italiana o di dis-cendenti.

• Generare strutture relazionaliche possibilitino nuovi scambicommerciali.

• Possibilitare lo Joint Venture traaziende italiane e i paesi di ori-gine.

• Monitorare e promuovere l’evo-luzione del mercato di lavoro tra-mite progetti congiunti con

Argentina: Rosario, monumento Bandera

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• Omologazione di diplomi di lau-rea e master.

• Intercambio di studenti di laureae master.

• Corsi estivi delle università.• Gemellaggio di istituti educativi.Per finire, ci sono due istanze orga-nizzative e di lavoro, organiche eistituzionali per le quali vorrei pre-sentare una proposta nel presenteconvegno.

SITO WEB USEF

I siti web dell’USEF sono diventatisiti attivi, dove periodicamente lenotizie vengono aggiorante.Questo sito è divenuto uno spaziodi informazione molto forte. Dob-biamo trasformare l’informazionein formazione attiva, producendoun sistema di reti che comprendatutte le USEF del mondo. In talsenso sarebbe importante poten-ziare in tutte le nostre associazionila creazione di un proprio sito ininternet che con un sistema di linkpossiamo intercomunicare. Granparte di questa proposta si trovanel sito web di Palermo, ma dob-biamo fare un salto qualitativo,generando una rete telematicadalla quale poter ricavare conos-cenze delle diverse realtà delmondo dove partecipano le nostreUSEF, monitorando i collegamentie le diverse reti che vengano cos-truite e le opportunità che produ-cano nel mondo.

USEF SERVICE

L’associazionismo e la migrazionesi trovano in un processo di cam-biamento. Non possiamo pensarea collegarci con l’emigrazione ein particolar modo con i giovanisoltanto con le icona del passato,dobbiamo offrirgli uno spazio dilavoro, di formazione, di signifi-cati che raccolgano i codici e gliinteressi di loro stessi. In questasituazione di crisi, la nostra USEFSERVICE permetterà di darealternative dalla Sicilia al mondodell’emigrazione e dal mondodell’emigrazione in Sicilia. Le pro-poste di lavoro e di partecipazioneper i giovani e gli adulti attivi, tro-vano nell’USEF SERVICE la loropossibilità di realizzazione.

Rosario (Argentina),26 Marzo 2009

truzione di molti paesi dell’Ame-rica Latina.

TURISMO

Turismo Regionale: Promuovereil turismo regionale all’interno deipaesi dove abitano gli italiani e iloro discendenti o in paesi confi-nanti.

Turismo Sociale e Campeggio:Trasformare il turismo sociale e ilcampeggio (gite in Sicilia) per gliemigrati e i loro discendenti tra-mite il finanziamento dellaRegione, non solo come il ritornoalle origini, ma anche come unimpegno di partecipazione di chibenefici di questi viaggi. Progettareuna contraprestazione al rientronel paese di origine, per esempio:organizzazione di conferenze, ste-sura di relazoini, esposizione difotografie, insomma, coinvolgerlinell’organizzazione.

EDUCAZIONE

Includere (la collettività italiana)concettualmente in modi attivi nelcircuito di formazione nazionale edinternazionale sfruttando le poten-zialità che oggi offrono lo sviluppotelematico delle comunicazioni,teleconferenze, formazione a dis-tanza, ecc.• Le politiche di formazione e diaddestramento professionale perl’emigrazione vanno definite inrapporto alla domanda socialedella comunità italiana.

• Generare una massa di pensierocritico tramite l’addestramentoprofessionale (emigrati e discen-denti) di un alto livello concet-tuale, che produca professionistidi alta performance, che siano ingrado di dar risposta al complessomondo in cui viviamo.

• Creare una database contenentetutta l’offerta di formazione per illavoro (di tipo universiatrio,imprenditoriale, di addestramentoprofessionale e/o di ricerca) neipaesi dell’area.

• Offrire consulenza per la deter-minazione di strategie di forma-zione e di lavoro personalizzateper: disoccupati, donne, personedisabili, tossicodipendenti, immi-grati e lavoratori in genere.

tare (esperienze del cono sud:Argentina, Brasile, Uruguay).

DIRITTI CIVILI DEGLI ITALIANIALL’ESTERO

Promuovere e dare partecipa-zione ai giovani nelle liste delleelezioni a Comites e/o legislatoriper il Parlamento Italiano. Questoimplica un’iniziativa politica (sce-gliere ed essere eletto) che daràcome risultato la partecipazionecon nuove idee, fondate sullaconquista di nuovi diritti per tuttigli emigrati e i loro discendenti.Sollecitando ad ogni istanza legis-lativa competente, di dimostrareimpegno e di sviluppare iniziativeper la più completa tutela degliemigrati e le loro famiglie.Riconoscimento della parità diopportunità degli emigrati e i lorodiscendenti. Promuovere iniziativeadeguate per il completo riconosci-mento della parità di opportunitàdegli emigrati e i loro discendenti,con la società dei paesi dove abi-tano, nell’ambito lavorativo, eco-nomico e civile e per l’esercizio ditutti i diritti e nel caso che ritornas-sero sul territorio nazionale di Ita-lia, la totalità dei loro diritti dicittadinanza come italiani.

CULTURA: Lavorare con le diverseregioni di Italia, in particolare conla Sicilia (comuni e provincie)coordianndo programmi di lavoroe iniziative politiche culturali conl’ambiente sociale.

Insegnamento dell’italiano: pro-muovere l’insegnamento dellalingua italiana in particolare lanostra millenaria cultura sicilianae il dialetto che si estende pertutta l’isola.

Giornale bilingue: promuovere efavorire lo sviluppo delle attivitàculturali degli emigrati, sia con lapubblicazione di giornali in linguaitaliana o tramite altri mezzi dicomunicazione di massa.

Memoria storica: trasformare irelati familiari sull’arrivo del primosiciliano della famiglia in questeterre, in memoria storica che siprolunghi nel tempo. Memoria sucome l’immigrazione è stata ancheuna risorsa che ha giovato alla cos-

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1.1.Condizioni dell’USEF inArgentina; Dopo un lungo

periodo (pressapoco tre anni) diparalizzazione generale con alcuneattività isolate, l’USEF Argentina simuove verso una attività coordi-nata, organizzata. Se non tutti,possiamo dire quasi con un 90% divero abbiamo capito che si deveparlare di gruppo organizzativo epolitica e lo stiamo facendo, por-tando la discussione al centrodell’organizzazione e non fuori.In ogni circolo cresce l’interesse apartecipare, a svolgere attività checi portino a una situazione di risor-gimento economico in modo diapportare un valore aggiunto allacultura e alla situazione sociale deiconnazionali, ma anche dellasocietà con la quale si condivide.Le eccezioni dunque sono adessoall’inversa; Tutti lavorano in unionee concordanza anche se isolatamentec’è ancora qualche reazione che nonsoltanto può danneggiare chi portaavanti l’associazione, se non tuttal’immagine dell’USEF Argentina. Aquesto punto dobbiamo dire chequesta armonia si è estesa al Cile, esecondo me si sta anche accordandocol Brasile e Uruguay. Una maniera,questa, di lavorare in rete, in perma-nente comunicazione utilizzando imezzi moderni e cercando consiglioed appoggio quando non si puòrisolvere da soli (quasi mai si può inun mondo globalizzato).Insomma,possiamo dire che la globalizzazioneci sta risultando utile per cacciar l’in-dividualismo che è uno dei peggiorimali moderni.

2.2.Un problema che si presentain Argentina e secondo il miocriterio, nel resto del mondo “civi-lizzato” (chiamiamolo così) è l’in-serzione dei giovani nella vita utiledelle nazioni e dei circoli sociali,famigliari, ecc. Perciò anche nelleassociazioni. Da una parte c’è la crisi,che ritarda l’entrata al mondo dellavoro e fa perdere ai giovani l’abitu-

dine di avere responsabilità ad unaetà logica come sarebbe, verso i 20anni. Ma oltre a questa pigrizia deigiovani, pigrizia intellettuale, affettivae sociale, si sommano le attitudinidegli adulti, incominciando dai geni-tori per continuare in ogni postodove c’è una attività da svolgere,anche nelle associazioni e moltoaccentuatamente in quelle argentine.È stato il passato, gli ultimi quasi 60anni in Argentina, fortementesegnato da persone che avendo ilpotere o prendendolo per la forza,annichilirono non solo persone madistrussero anche ogni possibilità dipartecipazione. Oggi quelli chehanno le possibilità e che attraversoqueste possibilità hanno anche unpiccolo spazio di potere, rifiutanofortemente di compartirlo, dicederlo poco a poco ai govani.

3.C’è bisogno di un cambio?Malgrado questo, sta sorgendo

un movimento tra i circoli USEF, diapertura verso i giovani, a Rosario,a Montecaseros, Corrientes, aBahia Blanca, a Mendoza, anchenel vicino Cile. Si parla di offrire aigiovani la possibilità di partecipa-zione, ma anche la possibilità digestire le attività nelle quali parte-cipano. Questo oltre che aiutare gliadulti nei loro progetti, che sonoanche i loro perchè mantengono inpiedi il circolo al quale arrivano. Sioffre la possibilità di seguire unapolitica dell’ associazione, maanche di discuterla e dopo andareal lavoro portando una posizionecomune ed organizzandosi comeenti organizzati dentro i circoli.Questa è secondo la mia opinione,ma non solo la mia, ma di tuttiquelli che abbiamo discusso suquesto tema. Da noi presidenti eresponsabili di singoli e semplicicircoli, fino a politici di alteresponsabilità ed infine dei filosofiattuali finendo agli studiosi dellescienze sociali, quindi di tutticoloro che si occupano dello svol-gimento delle società attuali,

quelle chiamate di “cultura occi-dentale” che tendono a diventarevecchie, ogni giorno di più perchè,oltre a fare meno figli, per logicaconseguenza ad avere pochi gio-vani, li respingono, li sommettonoad essere bambini ribelli che siprendono le comodità che hanno aportata di mano, senza far niente,o addirittura ad essere delinquentidopo essere stati “bulli” a scuola.Quelli che si salvano di questo arri-vano ai 40 anni senza aver presoancora una minima responsabilitàsu nulla. A questi giovani noi cre-diamo; su questi giovani dobbiamopuntare, offrire spazi fisici maanche spazio per organizzarsi, perintraprendere attività che signifi-chino una sfida, per portare avanti iloro piccoli sogni mentre lavoranoper ottenere buoni risultati percompiere gli altri sogni, quelli chepotranno migliorare il loro futuro equello della società dove abitano.Noi adulti dobbiamo capire chesenza questi giovani non ci sarà undomani. Certamente il mondo con-tinuerà ad andare a vanti ma i nostricircoli no, malgrado tutto lo sforzofatto, se i giovani non incomincianooggi, adesso, e meglio quanto piùgiovani siano, a lavorare insieme anoi, a portarci quell’aria di rinnova-mento e di nuove speranze che ciaiuteranno anche a noi nella lotta diogni giorno. Ma attenti, non ilnostro impegno non finisce qua.Dobbiamo cedere spazi, offrireimpegni, aiutarci con la diffusionedi un corso ad esempio, ma ancoradi più ad organizzare l’iscrizione, epiù, a farsi carico dei soldi, inaccordo col tesoriere della associa-zione, che registrerà i numeri.Dobbiamo in una parola FIDARCIDEI GIOVANI, ricordare il temponel quale noi lo fummo (non ètanto lontano!) e ricordare cheessere giovane non significa esserestupido. I giovani hanno bisogno dinoi, ma noi senza di loro tra poconon saremo NIENTE.

Rappresentanza e partecipazioneper il rinnovamento delle associazionidi Antonina Cascio

Giovani: le associazioni protagoniste all’Estero

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Antonina Cascio legge la sua relazione

Centro Studi Italo Argentino

Politiche giovanili nella nostra associazioneIntervento di Eric Ciotta (CIEA-USEF Rosario)di Salvatore Augello

rappresenti l’occasione ideale, lagrande opportunità per una piùprofonda interconnessione tra noigiovani per ottenere così una colla-borazione, una partecipazione e unimpegno verso il futuro per la cre-scita della nostra istituzione USEF.Quanto fin qui elencato, vuole rap-presentare uno strumento affinchéi giovani trovino uno spazio all’in-terno del CEIA-USEF che sia auto-nomo e propositivo.Infine vorrei valorizzare l’esposi-zione di giovani disegnatori diRosario che potete apprezzare al-la mia sinistra, e che è omaggioall’USEF centrale.Voglio ringraziare quindi profonda-mente tutti i qui presenti, i giovani,i membri delle varie USEF e ladirezione, per l’ospitalità dimo-strata in queste due giornate.

vità di esportazione, abbiamo inmano importanti risorse e stru-menti.Il nostro progetto per i giovani siarticola in due punti fondamentali:1) dare ai giovani la libertà totaleper la realizzazione di determinateattività, con la possibilità di coin-volgere opportunamente queimembri che siano realmente inte-ressati alla questione;2) essendo un’associazione giovane,pensiamo di attrarre soci per ilfinanziamento proprio attraversoattività specifiche che siano portateavanti con efficienza. Per far ciò, èimportante che noi giovani facciamouso delle tecnologie informaticheper scambiarci costantemente idee emateriali utili alla realizzazione diattività diverse di volta in volta.Penso quindi che questo convegno,

SSalve a tutti, sono qui comegiovane rappresentante delCentro Studi Italo Argentino

– USEF della città di Rosario, laseconda città dell’Argentina, conpiù di un milione e mezzo di abi-tanti.Ho cominciato a studiare italianoda poco meno di un mese, vichiedo pazienza, perché leggeròqueste mie riflessioni lentamente.Sebbene la nostra giovane associa-zione abbia pochi mesi di vita, vor-rei sottolineare brevemente irisultati fin qui ottenuti dal CentroStudi Italo Argentino – USEF, chehanno determinato una svoltanella politica istituzionale a Rosa-rio. In questo senso abbiamo pro-mosso la firma di diversi accordi dicollaborazione, fra cui:- con il clubLibertad, che registra più di millesoci, si è creata la possibilità di unoscambio di soci e di servizi. Vale adire che i soci del CEIA-USEFpotranno usufruire di agevolazioninell’utilizzo di tutte le installazionie attività del club (piscina, campisportivi etc.)A loro volta, i soci del club potrannousufruire dei servizi che fornirà ilCEIA-USEF. Mi sembra segnalareche i club in Argentina, oltre alleproprie attività sportive, compionouna funzione sociale di incontro frale famiglie, che trovano la propriaorigine nei primi del novecento.Con il municipio e le tre piùimportanti associazioni di Rosario,abbiamo dato vita ad un accordoculturale, che si esprimerà inizial-mente attraverso una rassegnacinematografica itinerante fra levarie sedi; Con il municipio di VillaGobernator Galvez si è firmata unaconvenzione di gemellaggio sutemi educativi e di rapporto conimportanti imprese di import-esport che potrebbero essere utiliin prospettiva di sviluppo di USEFSERVICE, in questo ambito,essendo impegnato lavorativa-mente in consulenze di ritorniimpositivi dello stato verso le atti-

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L’USEF di oggi e di domanidi Riccardo Coppola*

La partecipazione dei giovani

* Consigliere generale USEF, membro delCentro de Estudios Italo Argentino -USEF di Rosario

PPer cominciare, vorrei affer-mare con estremo piacereche questo convegno rappre-

senta un grande passo avantidell’USEF. Un evento che denota ilreale interesse della dirigenza a darseguito al dibattito del congressodello scorso anno in cui emersechiaramente la necessità della par-tecipazione dei giovani all’internodell’USEF.Una nuova partecipazione checostituisce un elemento essenzialeaffinché l’associazione continui avivere, e possa rispondere a tuttequelle istanze di cui la vastissimacomunità siciliana all’estero habisogno.Vorrei qui tracciare alcuni elementiche spero possano essere utili inseno al dibattito di queste due gior-nate, e che essenzialmente riguar-dano la capacità di far sistemaattorno al potenziale dei sicilianiall’estero. Potenziale che è econo-mico, sociale, culturale, ma soprat-tutto di risorse umane.

In primo luogo, è essenziale capireche l’emigrazione non deve esseretrattata come fenomeno a sé. Si

tratta di un fenomeno trasversaleche come tale deve essere affron-tato. I giovani discendenti di sici-liani infatti, oltre ad essere figli,nipoti e pronipoti di siciliani sono,studenti, professionisti, esperti eimprenditori che vivono inseritinelle proprie società di riferimentoproblemi, ansie e questioni di tuttii giorni. Nella maggior parte deicasi, essi non conoscono o si disin-teressano della realtà associativanel senso tradizionale del termine.D’altro canto in realtà come quelleargentine, e dell’America Latina ingenerale, dove sono alti gli indici dipovertà, i discendenti di siciliani sitrovano davanti ad esigenze basi-che di sopravvivenza.In ambo i casi l’USEF SERVICEpotrebbe svolgere un ruolo chiave.Nel primo caso, essa potrebbeessere uno strumento sia per facili-tare l’arrivo di imprese estere diorigine siciliana, con i loro prodotti,in Sicilia, sia per dare l’opportunitàalle eccellenze siciliane di arrivaresui mercati stranieri. Nonostante

Riccardo Coppola durante l’intervento

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Una pausa all’Hotel President

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Per concludere, una speranza euna proposta. La speranza è che,quel movimento disordinato di cuiparlava Alessandro, possa, a par-tire da questo primo convegno,iniziare ad organizzarsi.La proposta è creare una rete deigiovani dell’USEF, iniziando daquelli qui presenti, che, sfruttandole potenzialità dei nuovi mezziinformatici, potrà comunicare einteragire a costo zero fra Argen-tina, Brasile, Germania, Cile eAustralia. Iniziamo a conoscerci ea discutere fra noi. Assumiamocila responsabilità di migranti sici-liani per dare un futuro alla nostraassociazione.

Vorrei inoltre sottolineare chedare spazio ai giovani, non signi-fica affatto mettere da parte tuttiquegli “anziani” che hanno vis-suto sulla propria pelle l’emigra-zione. Essi rappresentano infattiuna cultura ed una ricchezza diesperienze senza precedenti. Unaimportantissima fonte che deveessere valorizzata attraverso lapromozione di eventi culturaliche permettano ai giovani discen-denti di siciliani, attraverso il rac-conto e la trasmissione orale, discoprire le storie e le culture diquella terra che oggi ci da laragione per stare qui tutti assiemein questo convegno.

l’attuale panorama di recessione suscala globale infatti, si potrebbe farleva su quelle condizioni che inquesto contesto possono esserefavorevoli. Nello specifico casoargentino, mi riferisco alla possibi-lità per esempio di creare uno stru-mento che dia la possibilità allemoltissime imprese, i cui proprie-tari sono di origine siciliana, di fararrivare i propri prodotti e le pro-prie produzioni nel mercato sici-liano approfittando dell’estremaconvenienza del tasso di cambio.Nel caso delle fasce più bisognose,le vari sedi USEF potrebberogarantire ai propri soci, attraversospecifiche convenzioni, l’accessibi-lità a sconti su alcuni servizi basici,sanitari e non solo. Ovviamente,per raggiungere questi pretensiosiobiettivi è necessario che si stabili-scano criteri certi affinché sia effet-tiva l’attività di USEF SERVICE el’srl possa avanzare rispetto all’at-tuale situazione di stallo nei varipaesi del mondo in cui l’USEF hale proprie sedi.Altro tema a mio avviso essenzialeè il rapporto con le università.Un’associazione come l’USEF cheha l’obiettivo di allargare la pre-senza giovanile, non può prescin-dere dalla partecipazione proattivaai programmi di mobilità degli stu-denti universitari e dei giovanidocenti. In presenza di un enormepotenziale in termine di risorseumane, è mancata fino ad adessola capacità di far rete. Ritengoauspicabile ed urgente che l’USEFattraverso i propri contatti internialle università di Palermo e di Mes-sina, e le altre sedi attraverso i con-tatti e le presenze nelle universitàdi riferimento, spingano in questosenso. Concretamente, si tratta difar leva per implementare una retedella conoscenza e del sapere, chebeneficerà sia a quei discendenti disiciliani desiderosi di riscoprire ivincoli con la terra di origine, sia aquei siciliani desiderosi di cono-scere le realtà di quelli che Sciasciachiamava “gli zii d’America”. In unsimile contesto, l’USEF avrebbecosì la possibilità di parteciparedirettamente a progetti di coopera-zione internazionale e far fronte incerta misura ai nefasti tagli nazio-nali e regionali dei fondi per l’emi-grazione.

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VVenerando Quatrocchi ènato a Zafferana Etnea,provincia di Catania, il 9

marzo 1899, figlio di Rosario Qua-trocchi e Paula Strano. Aveva unfratello e due sorelle, Alfio, Rosa eGaetana. Nel 1908 a 9 anni, la suafamiglia decise di viaggiare inArgentina alla ricerca di miglioricondizioni di vita, dietro uncugino, anche lui chiamato Vene-rando Quatrocchi, uno dei primiad arrivare in Argentina. Ma sic-come i soldi per viaggiare nonbastavano, lasciarono in Sicilia lasorella più grande, Gaetana.Arrivarono al porto di BuenosAires, passarono dall’albergo degliImmigranti e di là continuaronostrada verso il sud della provinciadi Buenos Aires per rimanere defi-nitivamente a “General DanielCerri”, a pochi chilometri dellacittà di Bahia Blanca. Il posto inquei tempi era conosciuto come“Cuatreros” accanto al fiume“Sauce Chico”.Raccontava mia nonna chequando si domandava a Vene-rando com’era Cerri quando loroarrivarono, rispondeva “sopra ilcielo e sotto la terra”, facendocapire che il posto era desertico.Troppo diverso al ricordo che luiaveva della sua terra, ai piedi delEtna e con giardini di aranci, viti eboschi di castagne.Lì Rosario incominciò a lavorare inuno posto dove si lavava la lana,chiamato “Lanera Argentina” cheapparteneva ad una famiglia fran-cese, i Soulas. Mio bisnonno Vene-rando è cresciuto accanto ai suoifratelli e andò a scuola, la Nº 14,dove finì la educazione elemen-tare. Tra il padre ed i fratelli miseroda parte i soldi per portare Gaetanaa riunirse con loro nella Loronuova terra.Essendo giovane giocava a calcio alclub Sunsinena, che diventò cam-peone nel 1923 grazie ad un suogol. La passione condivisa per que-sto sport, fece che nel 1996 il ClubSunsinena e la Unione Sportiva

Il mio bisnonno, Venerando Quatrocchidi Maria Julia Amundarain

Giovani discendenti dai nostri emigrati

Zafferana Etnea: la Villa Comunale

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Zafferana Calci, diventassero entitàgemelle.I suoi primi lavori furono nellacostruzione. Nei principi del Seco-loXX la vicina città di BahiaBlanca cresceva, si costruivanobanche, la Posta e la Stazione deitreni, che davano lavoro a tantiemigranti Lui lavorò quasi esclusi-vamente nella costruzione dellaBanca della Provincia di BuenosAires, di fronte alla piazza princi-pale della città. Lui spiegava moltianni dopo che in quel tempo lapiazza era circondata da sette filadi ferro.Per evitare che ci entravano lemucche.Venerando lavorò anche nella“Lanera Argentina”, che insiemeal frigorifico Sunsinena erano leprincipali fonti lavorali della loca-lità di Cerri.Sposò Laura Julia Frapiccini nel1925 ed ebbero quatro figli: Ercilia,Aristides, Gladys ed Aníbal. In un

principio vissero alla Società Ita-liana, ma anni dopo con grandesforzo comprarono finalmente unterreno. Fu lì che alzò lui stesso lacasa con le sue proprie mani.Ercilia era mia nonna, nacque il 17ottobre del 1926. Nello stessopaese conobbeLucas Amundarain,figlio di immigranti vaschi. Nel1948 si sposarono e poco doponacque mio zio Alcides, la famigliasi traslocò in Bahia Blanca, dovenel 1958 nacque mio padre, SergioGustavo Amundarain. Mio padre sisposò nel 1984 con Gloria Ange-letti (nipote di immigranti italiani).Da questo matrimonio sono nata ionel 1989 e mia sorella Rocio, nel1992.Sfortunatamente mio bisnonnomorì poco dopo essere io nata enon ebbi l’opportunità di esserlevicina ed ascoltare la sua storia,sòlo attraverso i miei genitori edi vecchi zii ho l’opportunità diconoscere meglio la storia fami-

liare. Mai c’è male in una chiac-chiera dopo pranzo nella quale siraccontino ricordi di altri tempi eposti, si trovinodelle fotografieche si credevano perse e siapprende un poco di più sullavita.Venerando mai è potuto tornarenella sua terra, malgrado il suodesiderio. Sono stati i miei genitorii primi nel 1987 che stabilirono unlegame importante con la famigliadall’altra parte dell’Atlantico e annidopo nel 1996, mia nonna “Chila”(come la chiamavamo), fece lostesso con il fratello Aristides e lasorella Gladys.Debbo ammettere che grazie aquesta breve indagine che ho rea-lizzato ho trovato articoli di gior-nali, fotografie ed altri documentiche non avevo visto mai, che sonotestimonio di uan vita ed in certomodo anche di quella di tantiimmigranti che arrivarono nelnostro paese.

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San Nicolas: spettacolo con gruppo Chiaramontano

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L’identità personale e (è) il sensodi appartenenzadi Giulietta Squadrito

Incontro USEF: Spazio giovani

MMembri del ConsiglioUSEF, Autoritá, Associa-zioni USEF, Signore,

Signori, Giovani, e tutti qui pre-senti:Il mio nome è Giulietta Squadrito,ho ventotto anni, sono prossima adessere laureata in AntropologiaSociale e vivo a Santiago del Cile.La mia famiglia è originale dellaProvincia di Messina. La mianonna, Giulia Scarinci D’Amico,proviene di Milazzo, in tanto miononno, Carmelo Squadrito Napoli,proviene di Oliveri.È difficile da precisare chi furono iprimi membri della mia famiglianella migrazione nel Cile, ma sem-bra avere accordo comune nell’in-dicare, dal lato di mia nonnaGiulia, al suo zio Tommaso D’A-mico come il riferente più antico diaversi radicato alla città di Viña delMar, prossima a Valparaiso, con unprospero commercio. Con l’inten-zione di arrivare a lavorare al com-mercio dello zio, hanno migratoparecchi membri dalla famiglia

attraverso le diverse onde migrato-rie. Tuttavia, nel caso di mianonna, si aggiunse un’altra inten-

zione al viaggio: lei doveva accom-pagnare una sua sorella che stavaandando a sposarsi nel Cile. Dispia-sciuta di viaggiare si imbarca per l’America all’etá di quindici anni,nell’estate di mille novecentotrenta cinque (1935).Dal lato di mio nonno, la memoriadi famiglia ricorda che suo padre,Salvatore Squadrito, era marinaiocombattente e che dopo la primaguerra mondiale decide migrare inCile insieme a sua moglie e i suoitre bambini. Già installati a Valpa-raiso, nasce il loro ùltimo figlio,mio nonno Carmelo. Al pocotempo, muore la madre di miononno, cosí suo padre si sposa perla seconda volta e di questo matri-monio nascono tre altre membridella famiglia Squadrito.Allora, le famiglie emigrate nel Cilecercavano di formare le alleanzesociali e sposarsi fra i membri dellastessa colettivitá italiana, preferen-temente della stessa regione d’ori-gine. Di fronte a questa situazionesi conoscono i miei nonni, ed al

Vittorio Anastasi: “Siracusani nel mondo”

Giulietta Squadrito mentre legge la sua relazione

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tempo, mille novecento cincuanta,contraggono l’unione della cualenascono due donne e tre uomini,uno dei quali è mio padre, Dome-nico Squadrito.Attualmente in Cile il cognomeSquadrito, discendente dal miobisnonno, raggiunge intorno lecincuanta (50) persone.Il mio interesse di legarmi con larealtá siciliana è riferito diretta-mente alla mia storia di famiglia, aidati storici, ai pasti, le parole.Insomma, con tutto quello cheappartiene al mio origine siciliano.Ho bisogno di studiare profonda-mente le storie di famiglie siciliane,dil partecipare alle attività relativein Sicilia, conoscere la realtá dalmomento sulla Sicilia, così comeconoscere ed articolare la coletti-vità siciliana residente nel Cile.All’interno della associazioneSIRECI, e specificamente nellacoordinazione del gruppo denomi-nato Sireci Giovane, sto lavorandocon un’altro giovane, SebastiànD’Angelo.La mia presenza in questo con-gresso, è motivata effettivamentein rappresentare a tutti i giovani diSireci. Da momento siamo giustoall’ inizio come raggruppamento; ilpassato cinque marzo ci siamo riu-niti undici giovani che apparten-gono alle famiglie D’Angelo, DeLuca, Squadrito e Testa. Abbiamo

parecchie iniziative che ci moti-vano per funzionare complessiva-mente, cosí come di integrare pocoa poco ad altri giovani della coletti-vitá.L’obbiettivo primario che abbiamoconsiderato, è di generare le azionidi reunione e scambio per artico-lare un’identitá comune, in tantogiovane e siciliano, cominciandoper generare dinamiche per lavo-rare in forma unita nella propostadelle iniziative, risoluzione di pro-blematiche ed esecuzione specificadegli obiettivi.Ci abbiamo proposto lavoraredurante questo anno nei seguentiobbiettivi specifici:Perfezionare diverse vie di comuni-cazione fra i membri del gruppo.L’integrazione di altri giovani chesono nella simile.situazioneL’identificazione di problemicomuni e il disegno degli obbiettivia breve termine.Riguardo a quest’ultimo punto,possiamo avanzare che una dellepreocupazioni principali dei gio-vani del gruppo è imparare la lin-gua italiana.Nel secondo termine, originareinterscambi di studio e di perfezio-namento lavorale con la regione diSicilia, e finalmente, avere la possi-bilità di viaggiare per conoscere laterra d’origine.Parallelamente al lavoro con Sireci

Giovane, il mio particolare inte-resse per la colettività siciliana nelCile mi ha incitato a modellare ildisegno di una ricerca a lungo ter-mine, dove si cerca come obbiettivoprimario: identificare, articolare econoscere la realtà socio-culturaleed economica della collettività sici-liana radicata nel Cile.Questo ambizioso lavoro di ricercaè cominciato ad essere sviluppatol’anno scorso, durante il quale misono incontrata altri professionistidelle scienze sociali per progettareuna strategia investigativa daseguire, la quale infine si ha elabo-rato in tre grandi fasi, ognuna ha ipropri obiettivi e metodologie parti-colari, ma collegati l’uno all’altro dimaniera successiva. Di questomodo si cercò che ogni fase aprissela via per lo sviluppo della seguentee tutte complessivamente permet-tessero il profitto dell’obbiettivoprimario.L’obbiettivo di quest’anno è dicominciare con la realizzazionedella prima fase del progetto, ilquale contempla la elaborazione diun anagrafe per identificare informa estimativa l’universo totaledei siciliani che residono nel Cile.

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Mimmo Azzia, Presidente dell’Associazione “Sicilia Mondo” e consigliere del Cgie

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LLa nostra storia familiare diemigranti italiani incomincial’anno 1955, quando i miei

nonni siciliani, Giuseppe Scivoli eFilippa Tuttobene, arrivarono colsuo figlio Filippo (mio padre) daAidone all’Uruguay, alla ricerca diun futuro migliore.Hanno scelto emigrare in Uruguayperchè mio bisnonno, il padre dimia nonna, il quale si chiamava Gia-como Tuttobene , ci era stato ante-riormente, sebbene se n’era tornatoperchè i lavori che le offrirono nonlo tentarono e perchè aveva nostal-gia della sua terra: Sicilia.

Tanti siciliani trovarono lavoro inquell’epoca all’industria del tes-suto, ma dopo, ai finali dei ’50 l’in-dustria crollò e molti se netornarono o emigrarono verso gliStati Uniti.Mio nonno Giuseppe, quandoarrivò in Uruguay, aveva 26 anni emia nonna Filippa, 21.Mio nonno incominciò a lavorarenella costruzione, dopo all’indu-stria dei frigo e finalmente per lasua capacità di motorista entrò nel-l’impresa municipale di trasportoelettrico che si chiamava AMDET.Mia nonna Filippa lavorò nella

confezione di camicie da uomo edopo esser nata mia zia Angelanell’Uruguay, si dedicò a crescere isuoi due figli(Filippo, mio padre edAngela, mia zia).Mio nonno Giuseppe è mortoall’età di 56 anni però mia nonnavive, ha 75 anni ed è andata tantevolte in Sicilia con sua sorellaAgatha, anche lei siciliana e cheabita in Uruguay.Io ho 20 anni, sono nato il 1º marzo1989 a Montevideo e nella miaeducazione l’influenza italiana èstata grande.A casa le tradizioni ed icibi italiani sono sempre presenti.

Il sogno e il viaggio della famiglia Scivolidi Renzo Scivoli Beledo

Emigrati nostrani: la memoria necessaria

Lorenzo Brucculeri, Belgio

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Da sempre ricordo le visite a casadi mia nonna Mamma ( così lachiamiamo) per mangiare la suadeliziosa pizza, il vermouth con leimmancabile olive preparate conl’aglio e l’olio di oliva, la pasta, glignocchi (fatti a casa con le patate),i ravioli, il ragù con l’inconfondi-bile profumo di basilico, ed il vinodolce (di Marsala) che lei elabo-rava con le uve delle viti del suoproprio cortile.Mia nonna sempre ci racconta sto-rie della sua infanzia in Sicilia, lacrudezza della guerra, la bellezzadei paesaggi, il colore del mare, esebbene è la prima volta che civengo, tutta la sua storia e tradi-zioni, mi sono familiari e formanoparte delle mie radici e della miaidentità.Sappiamo che tutti i popoli hanno

conosciuto una tappa di espan-sione culturale, di difusione deisuoi modi di vita e valori e diunione con altre culture pero nelmondo globalizzato attuale, tra-sformato in una società idènticanella quale tutti siamo ugualmenteconsumatori, sono importanti que-ste opportunità per riscontrarsi ipopoli, che ci permettono di rivalo-rizzare e ricuperare quella propriaidentità.La globalizzazione ci ha avvicinatoil mondo, la fame la conosciamo, laguerra ci assordisce; tutto lo pos-siamo provare.Mi provoca vero orgoglio poter tro-varmi qui, in questo luogo tantoamato da mio padre e dai mieinonni, sono contento di conoscereil posto dove nacquero, la casa

dove abitarono, il paese da doveemigrarono verso l’Uruguay.

In questa occasione di riscontrocon voi, tutti discendenti anche disiciliani, possiamo creare legamiforti perché ci unisce l’amoreprofondo che ha la nostra famigliaper questa terra;legami che ci aiu-teranno ad essere persone migliori,più attenti ad altri esseri, bensì nonsiano dello stesso paese e parlinoun’ altra lingua.Oggi, Sicilia ci ricevi perchè pos-siamo ritrovare e raffermare lenostre radici, le nostre somiglianze,ed è una buona opportunità peresprimere il nostro sentimento diamore, di unità e di impegno fortee perseverante con questa terra econ i suoi abitanti.

Tante grazie!

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Antonella Rizza

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IIn queste giornate fondamentaliper i giovani e soprattutto per ilruolo giovanile nelle associa-

zioni, io da siciliana ancora nonemigrata, vorrei anche mettere incampo un tema senza dubbio com-plesso che fa discutere e che mi staparticolarmente a cuore, “Giovanie politica” una identità ormainegata e che fa pensare a come ilnuovo flusso migratorio sia in con-tinuo aumento. Una emigrazionenuova sicuramente e che puòessere vista come soluzione per ladifesa della propria libertà di opi-nione e della dignità personale.L’emigrazione ha contribuito adavvicinare i popoli e le nazioni, afar sorgere un interesse per l’altro,che diventa prossimo, superando iconfini delle identità rigide e i vin-coli della pura logica economica edi libero mercato. Ma negli ultimidecenni l’emigrazione è cambiata.La situazione occupazionale inparticolare nell’area del lavorointellettuale è stata, sempre più,caratterizzata da una preoccu-pante instabilità e precarietà. Ledifficoltà dei giovani ad entrare

pienamente nel mercato dellavoro si traduce in fuga versoquei paesi esteri che rappresen-tano una allettante prospettiva,magari non sempre reale. La Sici-

lia si sta spopolando paurosa-mente. Oggi, come ieri, l’emigra-zione produce il “vuoto politico”.Il punto dal quale partire è che igiovani intellettuali, in Sicilia sonoalla fame… Non trovano spazio nécredito. C’è un monopolio, rispettoalla cultura, che sicuramente non èaltrove. Nessuno dice, denuncia,protesta, nel merito. Però, triste ascriversi, se non ti vendi, non seinessuno, qui. Se fai il medico ol’avvocato, ancora ti salutano conenfasi insincera e ti ossequianoperché potresti servire. Proprio unabella commedia, sommato tutto. Ache cosa serve studiare tanto,impegnarsi nel sociale, spendersi espendere per la crescita culturale,se, poi, non c’è seguito, la gente sene frega e la politica ostacola, proi-bisce, deruba e promette a vuoto ditrattenere i giovani intellettuali?Questa domanda dovrebbe scuo-terci e spingerci a una riflessioneonesta. Attualmente, non si fa pro-prio nulla per consentire ai giovaniintellettuali di impiegare le loroconoscenze e competenze per losviluppo.

L’emigrazione incrementa il vuoto politicodi Maria Angela Cacioppo

Giovani e Politica per un nuovo associazionismo

Un settore del convegno

Argentina Convegno giovani

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Non possiamo solo lamentarci,fare del vittimismo, sempre ecomunque, bisogna porsi degliinterrogativi, indagare, analizzarela società nella quale viviamosenza la pretesa di dare dellericette miracolose.In un primo tempo tutti gli sforzidovranno essere diretti a trasfor-mare le scuole e le famiglie degliallievi in comunità educanti per poiiniziare a inculcare nelle nuovegenerazioni principi, valori, modellidi comportamento che facciano giu-stizia di antiche e radicate mentalitàdi sottomissione irrazionale a qual-siasi forma di potere e, insieme, diprepotenze, abusi e violenze senzalimiti. Il futuro della Sicilia è unasocietà che sappia accogliere confavore gli investimenti per uno svi-luppo equilibrato e sostenibile e percreare lavoro e condizioni civili,decorose e stabili. I siciliani voglionolavorare per la Sicilia.L’emigrazione è un dramma, maanche una potenzialità di sviluppo,per questo nel programma dell’As-sociazione è opportuno tenere pre-sente l’attività di ricerca, per capirela sostanza più intima dei cambia-menti, prevenire le necessità e leistanze, indirizzare le politiche etessere una nuova rete di legamiforti tra gli emigrati e la Sicilia, tra-mite anche la sua capillare rete disedi, in tutto il mondo. L’USEFbisogna che faccia di tutto per mol-tiplicare i progetti di formazione, diconsulenza alle piccole e medieimprese e alle attività autonomedei siciliani all’estero, organizzarenuove iniziative culturali diffuse,aprire nuovi canali d’informazionee promozione anche via Internet.Purtroppo le difficoltà sono tante.Gli occhi della maggioranza deipolitici sono puntati su altri ob-biettivi.Probabilmente da un lato i processidi globalizzazione, dall’altro l’Eu-ropa unita, spingono sempre piùgiovani verso una mobilità lavora-tiva. La semplificazione dei vincoliamministrativi, l’armonizzazionedei sistemi previdenziali e assisten-ziali, la moneta unica, il sogno diuna nuova Europa, tutto questofavorisce nuove forme di mobilità.La facilità con cui ci si può spostare,per lasciare casa e per tornarvi, ocon cui si può comunicare, rende

meno traumatica l’esperienza delnuovo emigrante. Se è vero cheuna volta all’estero, si continua acercare i propri connazionali eanche vero che sempre più apparte-niamo a comunità virtuali, sovrana-zionali, che basta un computer pervedere e sentire i propri familiari inqualsiasi momento. Insomma, permolti aspetti, il nuovo emigrato nonsoffre di quella drammaticità checaratterizzava il passato.Ma l’associazionismo ha ancora ilsuo ruolo fondamentale anche seè chiamato a sfide nuove e quindia riorganizzarsi per meglio rispon-dere alle esigenze dei soci. In que-sto quadro si inserisce il processodi innovazione comunicativa chel’USEF ha avviato: Oggi, infatti, citroviamo ad affrontare le proble-matiche sempre più spinti dai pro-cessi di globalizzazione cherichiedono un conseguente cam-biamento culturale inteso anchecome capacità di porre i problemie di comunicarli al mondo e alnostro interno in modo tale daessere rete permanente al serviziodi chi si occupa di questionimigratorie. Per questo motivoabbiamo ritenuto importantepotenziare il sito internet rinno-vando anche la veste grafica epromuovere attraverso esso unwebjournal che possa essere lacasa di tutti coloro che sentonol’appartenenza all’associazione.

Vorremmo che il webjournalpossa essere aperto a contributiesterni in maniera da rappresen-tare, in prospettiva, un laboratoriopolitico-culturale di riferimentoper le politiche migratorie nelnostro Paese e nel panoramasocioculturale globale facendo ilmodo che finalmente i giovanipossano nuovamente avvicinarsialla politica, ma anche un labora-torio dove conoscere persone eculture diverse dalla nostra; inte-ragire attivamente con tutti i gio-vani del mondo, creando amicizievere costituire un vero e proprio“Gruppo giovani” che operi per:mantenere rapporti con giovani diorigine siciliana di tutto il mondo;organizzare progetti formativi, dilavoro e di studio utili ai giovani;fornire informazioni sia ai giovanisiciliani all’estero sia ai giovani delterritorio siciliano che voglionoandare all’estero.Viviamo in un periodo in cui imovimenti umani hanno rag-giunto una intensità mai cono-sciuta prima per cui è necessariopensare in “termini di rete” costi-tuita di cives italiani anche al di làdei confini nazionali ed è compitodi tutti salvaguardare il patrimonioassociazionistico siciliano nelmondo, frutto del lavoro instanca-bile di generazioni di emigrati eche avrà un ruolo decisivo in “ter-mini di rete” anche in futuro.

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San Nicolas: a pranzo con Crisafulli

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GGrazie, debbo dire che ho dif-ficoltà a concludere un con-vegno come quello che

abbiamo condotto in questi giorni.Difficoltà perché sono venute fuoritematiche che spesso siamo sicuridi conoscere, ma che poi si presen-tano sotto sfaccettature diverse,ponendoci parecchi interrogativi,ai quali dobbiamo cercare di dareuna risposta.Difficoltà perché questa tematicadei giovani di cui da parecchiotempo stiamo parlando e di cuivorremmo si appropriasse non solol’USEF, ma tutto il movimentoassociativo, per noi è ancora tuttada scoprire.Dico tutta da scoprire perché, cer-tamente,come diceva Elio Carozza,è stato un imput positivo quelloche è venuto dalla prima confe-renza dei giovani italiani all’estero,un imput che è stato più com-presso di quanto meritava diessere.Un imput che si è cercato di farepassare sotto silenzio, se non fossestato per la polemica scatenata dalgiornale “Libero” guarda caso dilinea filo-governativa, che per altroha attaccato la conferenza, defi-nendo papponi i giovani che vipartecipavano e definendola unospreco..Se non fosse stato per questo,probabilmente non avremmoavuto notizia di questo impor-tante evento che si stava svol-gendo a Roma.Un silenzio stranamente rispettatoanche dalla stampa di centro sini-stra,”Unità compresa.Un evento che è stato compresso,quasi oscurato, dalla volontà delgoverno Berlusconi che avrebbefatto volentieri a meno di tenerequella conferenza, ma che hadovuto subire, perché era già statafinanziata dal governo Prodi conuna legge apposita e non potevacerto essere soppressa, salvo a dareun segnale ampiamente negativoall’emigrazione, da aggiungere aquelli già dati relativi ai tagli delbilancio.

L’unica cosa che hanno fatto,diceva bene Elio all’interno dellaconferenza stessa, è ridurre i fondinel nome di una meglio non iden-tificata politica dell’economia.Allora si è parlato, o si è cercato diparlare, ma molto poco, tanto danon rendere visibile la grande ric-chezza di idee che è venuta fuori,malgrado coloro che erano statimessi nelle commissioni per diri-gere il traffico, (leggi dibattito).I giovani alla fine hanno dimo-strato con forza di avere una pro-pria personalità, un proprio mododi vedere e di pensare, che hannovoluto fare conoscere agli altri.Avevamo detto al congresso che ilnostro obiettivo era di avvicinare igiovani, colloquiare con loro, arri-vare a questo convegno. Certoavremmo voluto farlo con unamaggiore presenza giovanile pro-veniente dall’estero, avremmovoluto portare qui una grande fettadi giovani siciliani, ma spesso,siamo costretti a fare i conti con lerisorse economiche che ci vengonomesse a disposizione.Per questo, ritengo sia già larga-mente positivo il fatto che c’è que-sta presenza giovanile che siamo

riusciti ad avere dall’americaLatina e dall’Europa, però ci siamoriusciti e c’è anche questa presenzaallargata del Consiglio Generale,perché volevamo che tutto l’orga-nismo di direzione si rendesseconto di questa realtà.Perché dico questo? Perché noiabbiamo una associazione che simuove con velocità diverse. Cisono associazioni che vanno avantidal punto di vista politico e magarirestano indietro in altri campi. Cosìcome abbiamo associazioni chefanno da battistrada, da apripista insituazioni che si riferiscono ai gio-vani, mi riferisco a Mendosa, aRosario, ad altre realtà che hannocreduto subito in questo progetto,sposandolo.Questo è anche una sorta di termo-metro per misurare lo stato disalute della nostra associazione.Una sorta di termometro che sca-turisce dal fatto che ci sono stateassociazioni che hanno avuto diffi-coltà a scegliere i giovani perché sisono trovati a dovere scegliere tragruppi numerosi e altre che hannoavuto difficoltà, invece, a repe-rirne.Questo è il sintomo di un fatto, di

Salvatore Augello durante il convegno

Conclusioni del segretario generaledell’USEF Salvatore Augello

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vido in toto, ne ha parlato Elio nelsuo intervento.Abbiamo certamente parlato unpoco, come era giusto, di quelloche sta succedendo sia a Roma chea Palermo. Lo abbiamo fatto ancheieri nella riunione delle associa-zioni, che ha visto finalmente dopotempo, questo aspetto positivo diuna ritrovata unità tra le associa-zioni regionali siciliane del cosìdetto Art. 9, con le quali in seguitodobbiamo attrezzarci per vederecome va avanti questa unità.Il problema è vedere come noi riu-sciamo a rintuzzare questo tipo diattacco che ci viene dalle istitu-zioni.Vedete, quando, come diceva beneElio Carozza, l’Italia spende 14milioni di Euro per gli emigrati, afronte della Francia che ne spende400, quando si continua a parlarecon insistenza di riforma della reteconsolare , di riforma degli IstitutiItaliani di Cultura, ma non se neparla in termini di potenziamentoo di razionalizzazione, ma solo intermini di tagli e di chiusure, lalinea di questo governo è chiaris-sima ed è quella di un attaccomirato che viene portato nei con-fronti degli italiani all’estero.Quando la Regione Siciliana, afronte di un finanziamento globaleche fino al 2008 era attorno a 3milioni di euro, oggi si presentacon un bilancio di previsione dovetaglia il 60% di queste somme,destinando all’emigrazione sici-liana all’incirca 1,5 milioni di euro,significa che ci troviamo di frontead un piano preciso , scientifico, dichiusura totale con il rapportodella comunità italiana all’estero.Allora, c’è da chiedersi: perchéquesto atteggiamento? Perché que-sta chiusura nei confronti dei gio-vani? Perché questa chiusura neiconfronti delle organizzazioni chefino ad oggi hanno saputo crearequesta importantissima rete di col-legamenti tra le istituzioni e lecomunità all’estero?E la risposta non è nemmeno tantodifficile, poiché si dice che il dia-volo fa le pendole, ma dimentica difari il coperchio.La risposta ci viene da quello che sista muovendo anche all’internodella regione siciliana. Ci vienedalla idea balzana di qualcuno, di

statuto era previsto che il circoloera aperto a tutti, ma che nessunoche non avesse l’esame del sanguee non fosse stato presente fin dal-l’origine, poteva entrare nelgruppo dirigente.Il che significava che si volevadall’USEF di Moron, allora SanJusto, la massa, il popolo, l’utenza.Allora quel circolo, contava 5 – 600famiglie iscritte. In pratica, quelpopolo entrava, portava a nuovavita il circolo, ma non avrebbeavuto diritto di parola all’interno.Vista la situazione, abbiamodovuto dire di no e rinunziare alprogetto.Questo è solo un esempio che siripete per diverse associazioni eche si verifica in America Latina edin America del Nord ed è un pec-cato se non riusciamo a rinnovarequesto tipo di strutture, se non riu-sciamo a fare entrare i giovani inqueste strutture, quei giovani cheoggi rappresentano, come è giustoche sia, il futuro di questo associa-zionismo.Lo diceva bene Calogero (Bruxel-les), non è solo un problema gene-razionale, così come lo diceva beneFiorella Oreste (Buenos Aires), chei giovani non vogliono dire levatitu che mi ci metto io.Perché sarebbe un errore che nonporterebbe da nessuna parte. E’,invece, e deve essere una progres-siva integrazione di un corpo gio-vane in un corpo meno giovane,che ha bisogno di essere rivitaliz-zato.Questo, oggi, in sintesi si può defi-nire l’associazionismo. Se non c’èquesta specie di osmosi, se non c’èquesta integrazione progressiva esicura, non avremo vanificato tuttoil lavoro fatto in tanti anni di atti-vità e non lasceremo niente dietrodi noi.Avremo solo fatto un lavoro chefinisce con noi, che non verrà rac-colto da altri. Sarebbe come farecadere tutto nel vuoto,Debbo dire, che in questo farecadere tutto nel vuoto, ci aiutanomolto le istituzioni, con le politicheattualmente in atto in direzionedelle comunità italiane all’estero.Io non voglio ritornare sui tagliall’emigrazione, di cui si è tantoparlato, ne ha parlato Lauricellanella sua relazione che io condi-

una realtà, che, a nostro avviso,deve farci riflettere.In buona sostanza, vuol dire chesiamo indietro rispetto agli obiet-tivi che questa associazione si èdati, vuol dire che siamo indietrorispetto alle richieste ed alle realtàche ci viene posta dai giovani e cheoggi abbiamo la necessità di met-terci al pari, abbiamo la necessità direcuperare, e lo dobbiamo fare,pena la scomparsa della stessaassociazione.Detto questo, credo che da quellaconferenza di Roma, sono venutifuori molti imput che ci hannoportato, o è meglio dire, hannoportato i giovani a giocare un ruolonella società, un ruolo all’internodell’associazionismo e lo stannofacendo con iniziative autonome,lo stanno facendo a Colonia, lostanno facendo, leggevo ieri sulleagenzie di stampa, in Francia, inSvizzera, in Argentina ed in Ame-rica Latina, dove, e lo faccio comevanto della nostra associazione,siamo stati i promotori di questotipo di orientamento che ha invasoanche le altre associazioni, che oggilo fanno per competitività, ma èbene che in ogni caso lo facciano.Questo significa che noi stiamoaprendo una nuova strada, neltentativo di assicurare un futuro aquesta associazione.Vedete, noi abbiamo un associazio-nismo molto vecchio, abbiamo unpatrimonio edilizio che non sap-piamo che fine farà, perché ci sonoassociazioni che chiuderanno perestinzione dei soci, perché nonhanno più soci, ci sono associazioniche hanno palazzi, campi sportivi,strutture di vario genere, marestano chiuse, non si aprono allasocietà esterna, perché restanolegati al potere e lo fanno inmaniera statutaria perché nellostatuto hanno previsto che solo isoci fondatori possono aspirare aruoli di direzione.Mi ricordo un circolo a Moron,dove avevamo detto alla fine:bene, se la situazione è questa,entriamoci. Eravamo anche statiinvitati, ci era stato detto: se voletevi apriamo il circolo e vi facciamole tessere.Dopo di che, chiesi in visione lostatuto per capire con quale realtàandavamo ad incontrarci. Nello

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blematiche dei giovani. Potreifarlo, intendiamoci, la mia espe-rienza, modesta per quanto sia,potrebbe anche aiutarmi a farlo, atentare questo tipo di approcciocon le problematiche giovanili, malascerei il tempo che trovo o, nellamigliore delle ipotesi inneschereiuna polemica che magari aprirebbeun discorso, un dibattito.Allora, quindi, è evidente che c’èquesta lacuna sulla rivista e c’èanche sul nostro sito, ma è unalacuna che possono colmare solo igiovani ed allora, l’appello è:“riempiamola, mettiamo dentroquesta lacuna, quelle problemati-che che i giovani vogliono discu-tere, che vogliono portare avanti esulle quali vogliono, dobbiamo evogliamo confrontarci”.Solo così colmeremo questalacuna, solo così potremo parlarenon di una sostituzione generazio-nale, ma di una integrazione gra-duale e produttiva che deveportare alla transizione tra questoassociazionismo ed uno nuovo, piùdinamico, diretto dai giovani,capace di discutere delle loro pro-blematiche.Questo è in sintesi, lo spirito con ilquale la nostra associazione si èpreparata a questo convegno.Quello intanto di guardarci dentro,per capire dove sono i punti didebolezza e quello di guardareavanti per capire come riusciamo acostruire questo futuro.Se non riusciamo a dare risposteadeguate a questo tipo di discorso,se il convegno di oggi o la confe-renza di dicembre dovessero restareepisodi isolati fine a se stessi, noiavremo solo creato pericolose illu-sioni, che invece di ringiovanirel’associazionismo potrebbero por-tarlo alla morte, cosa che certa-mente non vogliamo.Noi non intendiamo e non vogliamocreare illusioni di alcun tipo, noi vidiciamo: “abbiamo saputo costruire,nel bene e nel male, intendiamoci,questo tipo di strumento che oggisi chiama USEF, che si chiama Sira-cusani nel Mondo, che si chiamacon altre diecine di sigle, lo stru-mento che ora vogliamo conse-gnare nelle vostre mani.Questo strumento che noi abbiamoriempito di contenuto fino ad oggi,che ha bisogno di cambiare dire-

Caselli, assieme a di Gregorio e adaltri tre di questi personaggi, chenon rappresentano per niente l’e-migrazione, ma che vorrebberoinvece gestirla.Allora, mi spiego i tagli, perché ifinanziamenti debbono passareattraverso altre forme, seguendoaltre vie che portano verso certe“invenzioni”, che a spese dell’emi-grazione debbono crescere per rag-giungere altri reconditi fini.Su questo, dobbiamo cominciare ariflettere e discutere allora, sucome riprendere in mano il propriodestino, i giovani hanno un ruolofortissimo, pesante, che debbonosapere portare avanti.Vedete, noi in questi quarantaanni, abbiamo trovato l’emigra-zione in un stato di disorganicitàmolto preoccupante, era necessarioaggregare, crescere, fare politica,non solo nei paesi americani, maanche in Europa, dove era proibitofare politica.Io ricordo, che una volta, all’iniziodi questa mia occupazione, sonosfuggito per puro caso alla poliziabelga, che aveva avuto sentore chealla Maison Du Pople di La Lou-viere, c’era una riunione politicaOggi, l’abbiamo portata ad organiz-zarsi, a pensare, a fare politica, poi-ché il ruolo peggiore di unaassociazione o di una categoria dipersone, si evidenzia nel momentoin cui dichiara di non dovere farepolitica..Questo significa che ci conse-gniamo mani a piedi agli altri. Oraio non dico che dobbiamo esseretutti di sinistra, o tutti di centro etutti di destra, io dico che l’emigra-zione deve fare politica, deveappropriarsi delle problematichedel territorio in cui opera, oltre chedelle problematiche della patria diorigine.Se così non procediamo, sarannogli altri che decideranno sempreper noi; e noi siamo stanchi divedere gli altri che decidono pernoi, così come sono stanchi i gio-vani di vedere calare dall’altro ledecisioni prese dagli anziani.Aveva ragione Fiorella Oreste,quando diceva: “abbiamo visto larivista dell’USEF e non c’è nienteche interessa i giovani”.È vero, ma io farei ridere se oggimi mettessi ad inventarmi le pro-

eliminare la consulta per nominarereferenti regionali all’estero. Civiene dall’imput che è stato dato aquesti efferenti all’estero, dicostruire queste colossali associa-zioni dentro le quali poi andiamo ascoprire non c’è niente che simuove in favore degli associati. Miriferisco alla super federazioneamericana, mi riferisco alla federa-zione di Pintaboba in Argentina,mi riferisco a questa ultima natache è Sicilia in Europa, che ancoranon abbiamo capito che roba è.Mi riferisco a queste aggregazionianomale che si vogliono creare perfare fronte al vuoto di collegamentiche la destra fino ad oggi ha avutocon il mondo dell’emigrazione.Questo è quello che l’emigrazioneoggi sta pagando. Io non vogliofare un discorso di alta politica,perché non è il caso e non è nem-meno il luogo. Però è chiaro chequando si votò per la prima voltaall’estero, vennero fuori i risultatiche sono venuti fuori, da un cantosi dovette riconoscere che era veroquanto dicevamo, tutti quelli cheeravamo convinti che non era veroche l’emigrazione fosse tutta didestra, dall’altro canto la destra hadovuto pigliare coscienza di questacosa. Per cui oggi, l’emigrazione,viene penalizzata e lo viene perquesto motivo; va penalizzata nellamaniera più brutale che si possapensare.Lo hanno fatto prima, nelle ultimeelezioni, snaturando la legittimitàdi una rappresentanza nata percreare una compagine di cittadiniche rappresentassero l’emigra-zione, portando all’interno dellanostre strutture parlamentari, per-sonaggi come caselli che non rap-presenta nessuna emigrazione,nemmeno quella latino – ameri-cana che lo ha espresso in manieramolto dubbia e che dice di volererappresentare, mentre oggi si can-dida alla presidenza della nazioneargentina alla quale, noi facciamogli auguri di un avere un presi-dente di questa fatta.Lui, che vorrebbe rappresentarel’emigrazione siciliana o italiana olatino americana, lo vediamo inquesta, come dire, volevo direassociazione a delinquere ma nonsi può, in questa fondazione degliitaliani nel mondo, che lo vede, lui

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zione ed è la nuova ed è la nuovadirezione che solo voi poteteimprimere all’associazionismo.Guai se questo non avvenisse, guaise oggi dicessimo di aprire ai gio-vani e domani mostrassimo fastidioperché loro sono rumorosi e nonpossiamo giocare a scopa nellenostre associazioniGuai se continuassimo a pensareche pe avvicinare i giovani, bastaorganizzare una cena a fine anno.Perché ai giovani, la cena non inte-ressa, e non interesserà mai, per-ché ognuno la cena o se la fa con lafamiglia, o se la fa con gli amici chesi sceglie lui e non con quelli chegli sceglie l’associazione.La cena con l’associazione me lafaccio io, se la fa Peppe Chiodo, sela fanno quelli della mia età, chealla fine si ritrovano anche all’in-terno di una cena sociale, noncerto i giovani, che hanno altrigusti anche nella cucina stessa.Allora dobbiamo cominciare acapire in quale direzione questonostro intervento, di quali con-tenuti riempire questo nuovostrumento, o meglio, questostrumento che è andato avantifimo ad ora e che abbisogna diprofonde trasformazioni perpotere andare avanti.Niente illusioni, ma dobbiamocominciare a fare parlare di emi-grazione. Perché, può sembrarestrano, ma di emigrazione ne par-liamo in Francia, in Belgio, inGermania, nelle americhe, manon ne parliamo in Italia, non neparliamo a Palermo, non ne par-liamo a Catania, non ne parliamoa Palazzo dei Normanni che è lacosa più grave o a PalazzoOrleans.Dobbiamo cominciare a fare capireai sindaci ai presidenti delle pro-vince, ai deputati che girano ilmondo, che l’emigrazione non èturismo, ma è qualcosa di piùprofondo, di più serio, di più dram-matico, che ha colpito la societàitaliana e non solo in questi ultimi50 anni, del quale vogliamo discu-tere , per raggiungere soluzioni chesoddisfano tutti.La cultura che noi riteniamo giu-stamente un grande legante perl’associazionismo ed un grandemezzo di collegamento perché igiovani tornino alle proprie origini,

non può essere, ad esempio, unacultura unidirezionale che vienesolo dalla Sicilia e dall’Italia. Poichédalla Sicilia e dall’Italia, la culturacertamente viene, ma potrebbeessere vecchia, stanca, stantia, per-ché cerchiamo sempre di farla rife-rire a vecchi principi che oggi nonesistono nemmeno più.Quando portiamo in giro il gruppofolcloristico che balla la tarantella,indubbiamente è cultura, ma non èquella che ci può permettere difare passare il messaggio cheabbiamo l’interesse ed il dovere dilanciare alle nuove generazioni.Noi dobbiamo portare avanti unmessaggio diverso, se poi voglionoballare la tarantella, si arrangianoper i fatti loro.Noi vogliamo portare avanti unmessaggio che sia fatto di tradi-zioni, ma anche di modernità. Nonè detto che la cultura in Sicilia si èfermata a 70 anni fa. C’è una Sici-lia nuova, moderna, produttiva,che si muove, che si batte anchecontro la mafia, che vede oggi unaclasse imprenditoriale che vuoleaffrancarsi dal tristo fenomenodella mafia e che vuole alzare latesta.Questa è la nuova cultura che dallaSicilia dobbiamo portare all’estero.Ma dall’estero, dobbiamo ancheimportare quella cultura cheviene prodotta in loco. Noi nonsiamo i soli depositari della veritàculturale.Diceva il nostro amico Ciotta,quella mostra che vedete allepareti è un esempio di cultura cheviene dall’Argentina, non viene daNaro o da Caltanissetta o da Agri-gento.E’ un tipo di cultura prodotta dairagazzi, dai nostri ragazzi, origi-nari dalla Sicilia, dall’Italia, chehanno lì costruito la loro cultura,creando questa contaminazione diculture che oggi va sotto il nomedi interculturalità o multicultura-lità, creando questa contamina-zione di culture che deve aiutaretutti noi a crescere.Se così non è, se noi non pigliamoatto di questa nuova cultura che ènata e che si sviluppa all’estero,noi, non avremo mai chiaro e com-pleto il quadro della nostra cultura.Diceva Elio, ci manca una paginadella storia della Repubblica Ita-

liana, ed è vero, è una cosa che ioho sempre detto in tutte le mievisite all’estero.Noi parliamo della storia della Sici-lia, qua c’è Pasquale Hamel che èun cultore di storia sicliana, par-liamo di storia dei nostri genitori,dei nostri avi, ma dobbiamocominciare a completare questastoria, perché in questo volumedella storia siciliana manca lapagina dell’emigrazione.Manca quella storia fatta di storie,fatta di racconti di vita vissuta, diesperienze di cui il popolo sicilianonon è a conoscenza, di cui non saniente.Questo è uno dei compiti fonda-mentali che a nostro avviso, oggi igiovani debbono assumete per por-tarlo avanti; quello di riversaresulla Sicilia questa nuova culturache è nata e cresciuta in tutti questianni all’estero.Questa è la storia che deve essereportata a conoscenza del popolosiciliano, una storia che non èconosciuta e non può essere sosti-tuita da invenzioni culturali dibassa lega, ma che si potrà cono-scere solo quando i giovani, glianziani, si metteranno assieme perscrivere queste pagine e comple-tare in questo modo il volumedella nostra storia.Con questo spirito ci siamo avvici-nati a questo convegno, ci siamoavvicinati ai giovani.Ripeto, noi abbiamo la necessità diun profondi rinnovamento anchenel modo di pensare, nel modo divivere le esperienze in emigra-zione, nel modo di concepire l’ap-proccio con l’emigrazione.Lo abbiamo fatto con metodinostri, che dobbiamo via viaaggiornati sulla base delle granditrasformazioni che si sono verifi-cate nel mondo dell’emigrazione,lo abbiamo fatto fino ad oggi, loabbiamo fatto fin qui, abbiamomesso insieme questo strumento.Oggi vogliamo passarlo in manogiovani, a mentalità giovani, inmodo che sia arricchito , sia riem-pito di nuove esperienze, dinuove capacità, di nuova vitalità,in modo da poter raggiungereobiettivi nuovi, utili a fare cre-scere e portare avanti le nostrecomunità e con esse, la nostraassociazione.

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La Plaza di Bahia Blanca

Bahia Blanca

Il lavoro della «Sociedad de SocorrosMutuos Trinacria»di Salvatore Augello

e/o Università, come anche facili-tare l’acceso a borse di strudiosuperiore in Italia. Questo potrebbegenerare un più grande atrattivodei giovani per conoscere la regionedove nacquero i propri antenati.Quest’anno il progetto di attvitàinclude piu contatto con entitàeducative e culturali locali e unapiu grande diffusione della culturasiciliana attraverso i corsi di cucinasiciliana, la partecipazione nellafiere delle colletivvità che orga-nizza la città ogni anno., Amplia-zione della biblioteca e proiezionedi film italiani. Sarebbe conve-niente avere piu publicità delleattività attraverso le radio piupopolari e attraverso gli annunzidella’università locale e dellescuole medie.Concludendo, credo che tanto l’U-SEF ed il Governo italiano e argen-tino dovrebbero aiutare con piuentusiasmo per mezzo di una poli-tica che favorisse l’interscambioculturale ed educativo tra i giovanisiciliani ed argentini, attraversoborse di studio, viaggi di studio,ecc.Come anche continuando acollaborare con materiale ed ideeperchè la Cultura Siciliana continuipresnete malgrado la distanza ed iltrascorso degli anni.

nos, a través de viajes de estudio,becas,etc. Así como también seguircolaborando con material e ideaspara que la cultura Siciliana sigaestando presente a pesar de la dis-tancia y el paso de los años.

* * *

Negli ultimi anni il lavoro nella“Sociedad Siciliana de SocorrosMutuos Trinacria “di Bahia Blanca,che aderisce all’USEF, è cresciutonotevolmente in relazione a qual-che decina d’ anni indietro. E statomesso troppo impegno per miglio-rare la sede (si alzarono nuoviuffici e saloni), anche sono statepromosse alcune attività sociali eculturali come la ginnastica, lelezioni di lingua italiana, riunionisociali, mostre artistiche di artistilocali e la creazione del coro.Personalmente è da poco tempoche partecipo a questa associa-zione e l’ho fatto attraverso miopadre, chi si avvicinò alla sededopo leggere un annunzio sulgiornale locale.Purtroppo, non si è incorporatamolta gente giovane. Particolame-nente credo sarebbe positivo chel’istituzione potesse promuovereinterscambi a livello scuola media

EEn los últimos años el trabajoen la Sociedad Siciliana deSocorros Mutuos Trinacria de

Bahía Blanca adherida a la U.S.E.F,ha crecido considerablemente res-pecto de una década átras. Se hadedicado mucho esfuerzo al mejo-ramiento de la sede (instalando ofi-cinas y salones), a la promoción dealgunas actividades sociales talescomo gimanasia, clases de idiomaitaliano, reuniones de camaraderia,etc., y en el aspecto cultural se hanimpulsado muestras de artistas loca-les y la creación del coro.Personalmente hace poco que per-tenezco a esta asociacion y lo hicea través de mi papá, quién seacercó después de haber visto unanuncio en el diario local.Sin embargo no se ha logrado atraermucha gente joven. Particularmentecreo que sería positivo que este tipode entidad pudiera promover inter-cambios a nivel secundario y/o uni-versitario, así como también facilitarel acceso a becas de estudio superioren Italia. Esto generaría una mayorinquietud de los mismos por cono-cer las costumbres de la región quevio nacer a sus ancestros.Este año el plan de actividadesincluye mayor contacto con enti-dades educativas y culturales loca-les, y una mayor difusión de lacultura Siciliana a partir de cursosde cocina siciliana, la participaciónen la feria de las colectividades querealiza anualmente en la ciudad,ampliación de la biblioteca y laproyección de películas Italianasentre otras. Sería convenientelograr una mayor publicidad dedichas actividades a partir de lasradios más populares y a través deanuncios en la Universidad local yen colegios secundarios.En conclusión, creo que tanto laU.S.E.F. y los gobiernos Italiano yArgentino deberían poner mayorénfasis es una política que favorezcael intercambio cultural y educativoentre jóvenes Sicilianos y Argenti-

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