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erotrpo rpnsura o{nr3

r$Ior e €oL rn) rP 'Eolz?JlsnlI 218 uoJ

BTJO1S sAOnU Wn

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L9 i?f rJo3io . chi.,u controriro ffnatà

Due atcivescovi riformatori.Gabiele Paleotti d Bohrna.L'egerto forse piÉ importante de11a riforma cattolica

nel campo delle ani vnive {u l'importanza che assunse lospettatore comune. La Chiesa cominciò a interessarsi allavita degli digiani e degli operai non special;z,ati, comeanche agli strati poveri della popolazione rurale e ubana.Agli occhi dei vescovi e degìi ordini religiosi a capo de11a

rilorma carrolica qLe"o c.nm d pubblico ne.e..ltavadiunaguida"d'unlorcgl;rurcosranre .der-eriap-provati dal Concilio di Trento nel 156l insistevano sul-la responsabilità da partedel clero di *isuune, ì fedeli,e r parre daìJa mera del "ecolo eli ,.riu desl: uomi-xdi( hie,a'n narer:. di de di.,'ng e\,ro,r,r due rioidi pubblico: quello del lctterati (che correvano il risch;odi provae interesse per 1e opere di erelici e dissidenri)c quello degli illetterati (che potevano esseri indotti ìnerrore o in tentazione da immagini religiose fallaci). Lcautorità della Chiesa concepivano i fedeli sostanzialmen-te come dipendenti dalìe inmagini, insommà come spe!-tatori pdma ancorx che come lettori. Il vescovo di Bologna Gabdele Paleotti (r5zz-pt), divenuto arcivcscovone1r58:, scrissechele immagini avevanola funzione di

. ov" " sli o-ini "ll , J. b " obedie. ., e oge. ,'io, c ,Dio, se bene posono con questo ancora concorere aìtriÉnipfltrolaricpiJpro..i'i .o-""d d.,_cl uo-ini clla penitenza, o al pathe voÌentieri, o àIa carnà, o aìlosprezzo del nondo, o alire simili virtLi, cbc sono nondimenoturie come ist!ùmentì pcr unire eli uomini con Dio, .he èil 6ne \ercepren. rrl""ì.'ip,er"'dp i.q'ìe,e imdrini

Nei decenni successivi deì Cinquecento ì1 «popolo», inteso sia come fruitore sia come protagonista deidipinti, divenne una preoccupazione centrale dell'artereligiosa e non. Lccatastro6 sociali degli anni Settanta,determinate {ra l'altro da pesle e caresrie, non feceroche consolidare la nuova concezìone del rapporto trapopolo e Chiesa, e a questo proposito l'artc e l'architet-tura asunsero un ruolo cruciale, in quanto tradusserovi,ivare- e' a'e ridcFnizrone della comunira cri.r:ana

Paleotti fu uno di quei vescovi che tentarono di riorganizzare dall'a1to verso il basso la vita religiosa dellaicato cattolico, attraverso un attento scrutinio del cle-ro parroc.hiale e dell" conI.Jre,ni,c e med:anre n.ovistrumenti per 1'educazione dei giovani. Nel i578 iniziòa compilare un vasto rattato sull'uso corretto delle in'

magid, sottolineandone il valore pedagogico e discipli-nae. I c i co drnn"va rpcr.an, nr^ on .olola.o, rar'nazione fra arte sacra e arte oprofana,, ma ìn generaletutta l'arte prolanai in particolare si scagliala contrc la.on.uerudine. d. 'ungo rempo di{u.,l ,,a :commirenriprivati, di fd insedre i loro ritratti e blasod neÌle cappelle e nelle pde d'altare. Nonoslante le centinda dipagine d' . .' +" co. .ui o I I bco t. he non f.l nai por

" o J r, ,r in",. laleo.ri non ,i pro.unrro sull" qucs io-ni stilistiche e teoriche sucui si erano arovellati, tra gliJrr Va ar,e Do', ",.1r. p. !oo.. Lsl invirò i o:llor'aIavorare non per ricchi committenti o intenditori d'arie,b€nsi per i1 piÉ anpio « pubblico, dell'arte cristiana. Se-condo il vescovo bolognese le inmaeini dovevano eserechiare e facilmente comprensibili, capaci di ispirare reverenza, ma anchedi suscitare sioiae sperarra anziché

La scelta di strutturare il trattato sorto forma di « di-scorso,, e non di dialogo, unita al ruolo di arbitro ultimo ricoperto da Paleotti in merito atla decorazione dellechiese sotto la sua siurisdizione, fa oegi sembr e il librocore una ,ac.olta d' rego e impone dall dÌo " p.r.o,i ecommittenti. La realtà però era piÉ complessa. Paleottip-eferip Lrbl'crre le orime edizionidel .orrararoi-italiano anziché in latino. rendendolo cosl accesibile a

un pubbJico piLi vasto, e ìn sostanza esonò i pittori adanenerei alle sue idee in maniera diretta. senza la mediazio-e del clero l-ima di randare alle sunpc I Drro" oidamo alb inasi"ì sdt et prolze, egli fece circolare Iebozze e chiese un commento ad alcuni pittori che apprezzava particolarmente, tra cui Prospero Fontam (r 5 r 2"97).ll dipinro plu celebn -e,Jizzaro da quc.r -l.imo primadella pubbllcrzion, delrra.raropalmLLicno J l /ezo.;

d di sant'Ab'sio (fis, q.t), da molti dataio rj76, per laCappe, Or.i deUa.t^a di òJn G'rcomo Mass:ore a

Bologna esempli6ca quelh chiarezza e quella leggibfitàpiÉ tardi ìnvocate da Paleotti nel suo DiJroao. La mag-gioranzadegli spettatori non poteva sapere che il prota'gonista era i1lìg1io di un patrizio romano che decise diabbandonare la {amiglia e di donare le propie ricchez-ze Ji pover'. na r ne'.uro reb&.fuggiLo ilme*aggiode1 dipinto, nel quale Alesio viene collocato neÌl'axecentrde e ritratlo nell'istante in cui dona del denùo a

n mendicanre. fo-.anr rc* po..ibiJe I idenrificazio-edel santo semplicemente sottolineandone l'arto di carità, virili quest'ultima centraÌe nell'ottica promosa da11a

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LÉ9

olsselv.lùBs rP.lo^.1B1rp) ordluase,l oìerrur 3^.^e ,Él

fddpr q rad opùep I opuaurol ,u$nb aqr aftrrsorurL ?u?rùoc lP odor§ o-I rsro orss.w Ip orlBJrrI un er-uauFursor.^ ? eraù

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Io^ [ oIlte,ìFP ipzz.qr]u erdord ?ltEp l]lauèq lÌplr.d§q l]aP §ro EÌriru.rEJ EI aqr anJaSSns B o1l? oluauela or1P ru8o 3 arolBuoP Jap onBrtr apuoFue^uor lI ruasse

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I57O-I58O ARTE, POPOLO E CHIESA CONTRORIFORMATA

lellesrino Tibaldi, Firntadcll. .hicM di San Fcddc,Milano, iniziara .el r567.

Pellegrìno Tìbrldi, San fc.

e che fare una donazionc a1la Chiesa equnaleva a farc1'elemosina ai poleri. Resta comunque il fatto che, san-iificando ilcommittente, il dipinto riafiermò quel tipodi dispdità e di pdvilegi sociali dai quali, a giudizìo diPaleotti, l'arte doveva allrancarsi.

Carlo Bom»eo a Nìhm.Con ogni probabilità Paleottiiniziò a soii,erc il suo

trattato dopo aver letlo l'o pera lstraziorì sull'edilìzia e lasrppelettìle ecclesìanica dell'arcivescovo di M ilano Carlo Boronco (r:;8-8+). Questi, nipote di Pio IV, ave-va fornito un modelo di rigorosa centralizzrzione sonola sua carismatica direzione, che ebbe ampia influenzaanchc al di fuori della sua arcidiocesi. Egli introdusseriforme radicaÌi relative al clero parrocchiale e agli oroini ,el,s,o.i e r,iRo.70'l .o -ol'o d"l'c .o f' rLe.ni.edaparte del clero in rutta la Lombardia. Non più rardidel rj8o Milano siunse I rivaleggiare con Roma per l1u-mero di ediÉci reÌigiosi costruiii, di conmissioni d'artesacra e di grandi feste colettive e processioni relieiosc'dr lui'r-.oo,s"nizr e, La ci ,r '',,-' o,mo.o . inun teatro sa$o e Boromeo venne visto come lll sartoviventc (fu uflicialmente canonizzato nel r6ro). Nel1169 scampò a un rentato omicidio per mano di alcuni

membri del clero contrri a1le sue rìforme e questo fecediluiur" o1r diìd, i,c. \'cl r57", menrre car r 'r "vascalzo durante la processione milanese del Santo Chiodo(quello chc si credeva Iosse stato usato per.rociÉggereCristo), il sangue che fuoriusci copioso da una ferita alpie e lo re.e e.el pio rr, o, pi,, po ente dell . rm'

razione di Cristo». Il cuho dcl Chiodo non si limitò ariaflermare la centralità delle reliquie nell'ambito del1aderoz'o e, ri. '; a. a di pet.o degliarrrc\ pro e trr..:a Milano ne1 1576 esso Iece parte di un grande ritualecollettivo, in cui l'arcivescovo guidò I'inten comunità inatti di penitenza iniesi ad allontanare I'ira di Dio dallacittà. Durante la devastante peste del 116'Zz Borromeo operò instancabilmente tra i malali, nonosiaDte ilrischio di contagio, e questo 1o fece axurgere apaladinodel popolo; nel contempo egli poteva chiedere la gra-

- J divina e l, .r.irà r' -i c ri " bene6. io dei bi.ogno.i.L'interesse di Bofomeo per 1e xrti vjsive appare

q. c'ro r r: "vid.nr" -l.uo r,r.aro.- la.o.rruz'on, cdecorazione del1c chiese. Riguardo alloro aspetto ester-no e interno, l'opem presenta diversi punti in comunecon il Sull'edìlìzìa di l\lbefli e i Q attro libn del'arcJ;i-tuti,ra di Palladio, i luoshi di culto dovrebbero esseresontuosi e imponenti cosi da infondere rispetro per l';.r ruz'on" d"l'" eh e a dov.ebbero e..ere d'.t,nz',tida alti ediÉci c drlzati su gradini e dovrebbero eseredecorati in madera consona rramite il ricorso agli ordi-ni.lassici. Tuttavia Borromeo si distaccava nettamen-te dalla tradizione umanistica in quanto insisteva sullaprecedenza deììe basiliche paleocristiane, che andavanodunque adottatc come modelli. Perciò egli sonse che lechiese dolevano avere piantacruciforme e sostenne chelc piante circolari erano pagane. L'altare doleva esserepcrl rromenreri.ib'ledaq.,''a5' r. - odella.hie.,eil Santissimo Sacramento conservato alf interno di unciborio. Le Gneste dovcvano essere grandi e di vetroùasparenrc (non policrono) affinché i (edeli potesero,, !,,- allì ce,inon; Boromeointlrrn,h.ne,i-colose direttive concernenti panche, balaustre, candelee altri arredi.

Come mo ri alr-' r irr r-r i d *. r 6'o.a. ìe l. rr"ziotsull'edilizia e h suppeltettìb eccbrìastìca da tn lato codilìcrono pratiche già in uso e dall'altro ne Esaronodi nuove. Abbiamo già visto espresi nclla chiesa delCe,ri dila.opo d. Vie. olr rliss. r8.8.e, sl: elemenr'fondamentali dell'architettlùa boffomiana, e non stupisce che nel 1569 i gesuiti abbiano costruito sulh basediprinclpi siniili, e sotto la supervisione del cardinalBorom-o. la cnie.r di (an lede e a Mi'""o. AI 'nizio1'architetto-pittore Peìlegrino Tibaldi (r:zz-q6) avevaproposto una pianra a croce greca dotata di cupola: surichiesta di Borroneo, e a secuito dell'acquisizione diuna piÉ vasta area edificrbile, egli adottòunapianta lon"giùdinale a due campare cubiche nella navara cenualee un coo a cupola (figg. r9,,-l). L'eliminazione delle

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