Elio Fabri-Appunti Di Fisica Generale I. 3 (1992)

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    1/93

    Universit

    di

    Pisa

    Corso

    d.i

    Laurea

    in

    Fisica

    E.

    Fabri

    Appunti

    di

    Fisica

    Generale

    I

    terza

    parte

    Anno

    Accademico

    1991-9

  • 7/25/2019 Elio Fabri-Appunti Di Fisica Generale I. 3 (1992)

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    Ltoscillatore armonico

    e

    piccole oscillazioni

    soiuzioni

    qualitativo

    generale

    e

    condizioni

    dei numeri

    complessi

    fisico"

    dei

    numeri

    iniziali

    :

    complessi

    .1

    .2

    .3

    .4

    .c

    .6

    .1

    ,2

    .2

    .3

    .4

    .b

    .1

    .2

    .3

    .4

    .1

    .2

    .3

    .1

    .2

    .3

    .b

    .6

    .6

    'l

    l

    c)

    I3-1

    L)energia

    costante

    del nr.oto

    cinetica

    e

    potenziale

    della

    costante

    arbitraria

    dell'energia

    e

    reversibilit

    chiuse

    attributo

    dei sistemi

    fisici

    la

    molecola

    di azoto

    potenziale

    frequenza di vibrazione

    della

    molecola

    quantistici

    Il

    pendolo

    semplice

    delle

    piccole

    oscillazioni

    di fase

    Ltoscillatore armonico smorzato

    nei sistemi

    dissipativi

    dell'integrale

    generale

    risultato

    critico e

    oltre

    complesse

    finale

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    24a.

    Simrnetrie

    e invarianze

    Simmetria

    e invarianza

    Invarianze dell'oscillatore

    armonico

    L'inversione del

    tempo

    .

    L'invarianza

    per

    traslazioni

    spaziali

    25. Oscillazioni

    forzate

    e risonanza

    L'equazione differenziale

    Il

    principio

    di sovrapposizione

    Il

    regime stazionario

    Bilancio dell'energia

    Esempi

    di

    risona,nze

    25a. Oscillazioni

    forzate

    e spazio

    delle

    fasi

    L'integrale

    generale

    Le sezioni di Poincar

    Studio

    delle traiettorie

    .

    26. Ltoscillatore

    armonico

    bidimensionale

    isotropo

    Equazioni del moto,

    integrale

    generale,

    traiettoria

    Le costanti del

    moto

    ,

    Forza ed energia

    potenziale

    .

    27. Ltoscillatore armonico

    bdimensionale

    anisotropo

    L'approssimazione

    delle

    piccole oscillazioni

    Equazione

    del

    moto

    e integrale

    generale

    Il

    caso

    irrazionale

    Le costanti del moto

    .

    .1

    .2

    .2

    .3

    1

    2

    3

    o

    6

    $,r

    P

    n

    U

    I1

    D

    P

    3

    S

    :

    D

    S

    S

    3

    n

    iv

    h

    U

    L

    IV

    R

    1

    2

    28. Ltoscillatore

    armonico

    Ltoscillatore

    isotropo

    Moto

    piano

    Un

    argomento

    di

    simmetria

    L'oscillatore

    anisotropo

    in tre dimensioni

    .1

    .2

    .4

    .1

    ,2

    .3

    .3

    .1

    .1

    .2

    .2

    29, Riepilogo

    su energia

    e momento angolare

    Ltenergia

    I1 mornento

    angolare

    13-2

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    30. Integrazione

    numerica

    Posizione del problenra

    Il

    metodo di Eulero

    Un

    esempio

    Il

    metodo delle

    differenze

    centrali

    Di

    nuovo

    1o

    stesso esempio

    Problemi

    di

    stabilit

    30a. Oscillatori

    armonici accoppiati

    I1 sistema

    fisico

    tr'fasse uguali,

    molle uguali

    Integrale

    generale e

    soluzioni

    particolari

    Una soluzione

    particolarmente

    interessante

    Le costanti

    del moto

    .

    Masse uguali,

    molle diverse

    Riassumendo e

    seneralzzando

    3Ob.

    fl

    comportamento

    caotico

    Stabilita

    di

    un

    sistema

    di

    equazioni

    differenziali

    Instabilit e

    tempo

    di

    Liapunov

    "Zoologia"

    dei

    sistemi

    caotici

    Due esempi

    a

    confronto

    Studio dell'esempio

    1

    Studio

    dell'esempio

    2

    .1

    .1

    .2

    .3

    .4

    .4

    .1

    .1

    .3

    .4

    .D

    .6

    .7

    .1

    .1

    .2

    .4

    .5

    .c

    13-3

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    2L. Ltoscillatore

    armonico

    Com'

    noto, si

    chiama

    oscillatore armonico

    un sistema meccanico

    (in

    uno

    o

    pir

    gradi

    di liberta)

    costituito

    da

    un

    punto

    materiale

    soggetto a

    una

    forza

    di

    richiarno

    proporzionale

    (e

    opposta)

    allo spostamento

    dalla

    posizione

    di equilibrio.

    In

    un

    grado

    di

    libert,

    I'equazione

    del

    moto

    stata

    gia

    scritta, sotto forma

    di

    sistema

    del

    primo

    ordine, nel

    Cap. 20:

    essendo

    fr

    la

    costante della fotza:

    F

    - -kr.

    Prima

    di

    discutere

    il sistema (21-1), vogliamo

    esaminare,

    almeno in

    parte,

    le ragioni

    per

    cui

    l'oscillatore armonico

    ha

    una cos

    grande e diffusa

    importanza

    in

    tante

    parti

    della fisica.

    Equilibrio

    e

    piccole oscillazioni

    Supponiamo

    di

    aver a che

    fare con

    un

    sistema

    meccanico,

    anche complesso,

    che

    abbia una posizione di

    equilibrio

    stabile:

    ci vuol

    dire

    che

    in

    quella posizione

    le

    forze

    agenti

    su

    ciascuno

    dei

    punti

    del

    sistema

    hanno

    risultante nulla

    (si

    fanno

    equilibrio),

    e

    inoltre

    che

    uno spostamento (una

    deformazione)

    del

    sistema

    dalla

    posizione

    di equilibrio,

    almeno

    se

    non

    troppo

    grande, produce

    fome

    che

    tendono

    a riportare

    il

    sistema

    nella

    posizione

    di

    partenza

    (f.orze di richiamo).

    Supponiamo inoltre che il

    sistema

    non

    sia dissipatiuo:

    ossia che non ci

    siano

    attriti,

    resistenze delmezzo,

    ecc.; in

    altre

    parole,

    che le fotze

    presenti

    dipendano

    solo

    dagli

    spostamenti, ma non

    dalle velocit. Ci non sar

    mai esattamente

    vero,

    ma in

    molti casi sar

    un'approssimazione sufficientemente

    buona della realt.

    L'ambito

    delle situazioni

    in cui tutto ci accade

    assai

    esteso:

    -

    i corpi

    solidi

    elastici

    (in

    particolare

    molle e

    simili)

    -

    un

    liquido

    in

    un

    recipiente

    non

    completarnente

    pieno,

    sotto l'azione

    della

    gravit

    -

    pendoli, bilance,

    e

    in

    generale

    sistemi

    di

    uno

    o pir

    corpi

    rigidi,

    vincolati

    a

    ruotare attorno

    a

    un

    asse

    non

    verticale.

    per

    effetto

    del loro

    peso

    -

    gas

    racchiusi

    in

    recipienti

    con

    qualche parete

    mobile.

    Se

    anche

    il

    sistema

    ha

    piu

    di un

    grado

    di libert,

    si

    potranno

    spesso

    ana-

    Iizzare

    separatamente

    i

    diversi

    moti

    possibili (quanto

    meno,

    questo

    vero

    nel-

    I'approssimazione

    lineare: v.

    dopo); percio

    il caso di un solo

    grado

    di liberi

    un utile

    punto

    di

    partenza per

    lo

    studio

    di sistemi

    pir complicati.

    \'edremo

    in

    seguito, e

    lo

    si vedr.

    piu

    a fondo in

    corsi successivi, che

    i

    sistemi

    diversi

    da un

    semplice

    punto

    materiale non

    presentano

    propriet

    sostanzialmente diverse da

    questo,

    e

    ci spiega

    perch

    sia

    irnportante

    conoscere

    bene

    il

    comportamento

    del

    sistema

    piu

    semplice.

    ,)

    u:

    -(t-I

    (r'

    -

    k

    l*),

    (21-1)

    21-1

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    Ci

    siamo

    dunque

    ridotti

    a un

    semplice

    punto

    materiale,

    che

    possiamo

    sup-

    pore

    mobile lungo una

    retta, e soggetto

    a una legge

    di

    forza

    .F(t)

    della

    quale

    sappiamo

    soltanto

    che si annulla

    in

    un

    certa

    posizione (che

    possiamo

    sempre

    prendere

    come origine delle

    t),

    e

    che

    ha

    segno

    contrario

    a

    a, almeno in un

    certo

    intervallo

    intorno

    a

    quel

    punto (fig. 21-1). Baster

    allora fare

    I'ipotesi

    che

    la

    .F'(o) sia

    derivabile, per poter

    scrivere

    F(t):-kt*o(n)''

    dove

    Una

    forza

    che

    soddisfi esattamente

    la legge

    F(t)

    :

    -kx

    si

    chiarna

    elastica

    siamo

    quindi

    arrivati

    a

    concludere

    che

    per spostamenti ab-

    bastanza

    piccoli da una

    posizione

    di

    equilibrio

    stabile, ogni

    legge

    di

    forza

    pu

    essere approssimata con una

    forza

    elastica,,

    e

    quindi

    il

    corrispondente sistema

    meccanico

    approssimato

    da

    un oscillatore

    armonico.

    Una

    seconda

    ragione

    per cui I'oscillatore

    armonico

    tanto

    importante, sta

    nella semplicit

    della sua

    equazione

    del moto:

    pir

    esattamente, nel

    fatto che

    si

    tratta di

    un'equazione

    lineare.

    Vedremo

    nel

    seguito

    le

    conseguenze di

    questa

    propriet

    matematica;

    per

    ora osserviamo

    soltanto

    che

    proprio

    la

    linearit a

    consentire

    quell'analisi separata

    dei

    diversi moti

    possibili

    per

    un

    sistema con

    pi

    gradi

    di

    libert,

    di cui

    dicevamo

    all'inizio.

    Quando

    I'approssimazione

    lineare

    non sia lecita,

    il

    problema diventa

    isrmediatamente

    pir

    complicato

    (a

    parte

    casi

    fortunati).

    Determinazione

    delle

    soluzioni

    Nella discussione

    del sistema

    (21-1)

    conviene

    usare,

    in

    luogo

    di

    ,,

    la

    gran-

    dezza

    u

    definita

    da u

    :

    ule

    (si

    noti

    che u ha

    la dimensione

    di

    una

    lunghezza).

    Allora

    le

    (21-1)

    si

    scrivono

    (2r-2)

    Nel

    piano

    delle

    fasi

    (o, u)

    introduciamo

    I'ordinaria

    metrica

    euclidea; allora

    il

    campo

    w

    ha modulo

    ur,,

    ortogonale

    alla direzione

    OP

    ed diretto in

    senso

    or*io

    (fi,g.21-D.

    quindi

    chiaro

    che

    le

    traiettorie:

    -

    sono cerchi

    con centro

    in

    O

    -- sono

    percorse

    con

    velocit angolare

    t..'.

    In formule:

    r

    :

    Acos(cut

    -

    p)

    u:

    -Asin(ar

    -

    p)

    (21-3)

    -

    uu

    'tt,

    :

    -wc.

    2L-2

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    7/93

    e le

    costanti

    .4.,

    g

    sono

    determinate

    dalle

    :ro

    :

    .4

    cos(c.rs

    -

    g)

    uo

    :

    -A

    sin(orto

    -

    p)

    g

    :

    uto

    f

    arg(cs,

    uo).

    La costante

    A

    si

    chi^"'a

    ampiezza del

    motol

    da essa

    si

    ottiene

    un'altra

    costante

    importante:

    E

    -

    lmrzA2

    :

    i*r2(r2

    +

    u2)

    -

    lka2

    *

    |mu2

    che

    ha

    un

    significato

    fisico ben

    noto:

    si

    tratta

    infatti

    dell'energia.

    L'esistenza

    di

    questa costante del

    moto

    non

    una

    particolarit

    dell'oscillatore

    armonico,

    corne

    vedremo pi

    avanti.

    Il

    significato

    fisico

    di

    p

    il seguente:

    rappresenta

    la

    fase

    dell'oscillaaione.

    All'istante f

    :

    gf

    u

    s

    ha

    a:

    A,

    i

    :0,

    ossiail

    puntosi

    trovafermo

    allamassima

    elongazion

    e positiva.

    Dunque

    moti con

    la

    stessa

    ampiezza (con

    la stessa

    energia)

    e fasi

    diverse

    differiscono

    tra

    loro

    solo per

    un

    ritardo

    costante,

    dato

    da

    A,gfu,

    dove

    Ap

    la

    difierenza

    delle

    fasi

    (che

    si chiarna

    di

    solito sfasamento).

    Esame

    qualitativo

    Vogliamo

    ora

    mostrare

    che alcune propriet

    dell'oscillatore

    armonico

    si

    pos-

    sono

    ricavare

    dalla

    semplice osservazione

    della

    fig.

    21-3,

    che

    mostra le

    traiettorie

    di fase.

    Tutte

    le traiettorie

    sono

    chiuse

    (sono

    cicti): questo

    basta

    ad

    assicurarci

    che il

    moto

    sempre

    periodico.

    Se

    infatti

    il

    moto

    inizia

    nel

    punto

    P6

    all'i-

    stante

    /g, sso

    torner

    in P9

    a un

    istante

    successivo /o

    *

    7;

    dato che

    si

    tratta

    di

    un

    sistema

    autonomo,

    il

    moto

    seguente

    riprodurr

    in

    tutti

    i

    particolari

    quello

    nell'intervallo

    [0,o

    +T],

    e

    lo stesso

    accadr

    nei successivi

    passaggl.

    possiamo

    quindi

    affermare

    che

    il

    grafico

    della

    funzione r()

    consister

    di

    tanti

    archi

    tutti

    uguali,

    corrispondenti

    a

    interva.lli

    temporali

    di lungh

    ezza

    T.

    Questo

    ?

    si chiarna,

    com'

    noto, periodo

    del moto.

    Si

    potrebbe

    ritenere

    che questo

    non sia

    un

    gran

    risultato,

    visto

    che

    gi

    contenuto

    nelle (21-3)

    (le

    funzioni

    circolari

    sono

    periodiche);

    ma

    il

    punto

    im-

    portante

    ci

    si pu arrivare

    senza

    bisogno

    di

    risolvere

    il

    sisterna

    (21-2).

    Basta

    sapere

    che

    esiste

    una

    costante

    del

    moto,

    e

    che

    le sue

    curve

    di livello

    sono

    chiuse.

    Infatti

    le traiettorie

    debbono

    coincidere

    con

    queste

    curve di

    livello, quindi

    sono

    chiuse, quindi

    il

    moto

    periodico...

    Ne

    segue

    che

    possiamo

    applicare

    lo

    stesso

    argomento

    anche

    per

    una

    forza

    non

    elastica

    (per Ia quale potreurmo

    non

    essere

    capaci

    di

    risolvere

    le equazioni

    del

    moto)

    purch

    resti

    vero

    che c'

    una

    costante

    del moto

    con curve

    di

    livello

    chiuse.

    Nel

    caso dell'oscillatore

    armonico

    abbiamo qualcosa

    di

    pir:

    il

    periodo

    sempre

    lo stesso,

    qualunque

    sia

    l'aanpiezza

    (isocronismo).

    Questa

    propriet

    non

    (2t-4)

    2L-3

  • 7/25/2019 Elio Fabri-Appunti Di Fisica Generale I. 3 (1992)

    8/93

    varrebbe

    per

    un'altra

    legge

    di

    forza, ed

    una

    caratteristica

    fondamentale

    del-

    I'oscillatore

    armonico.

    Come

    possiamo

    spiegarla?

    Si vede

    subito

    che

    una delle

    conseguenze

    della

    linearit

    delle

    equazioni (2I-_2):

    se

    si

    moltiplicano

    o

    e

    u

    per

    una

    stessa

    costante,

    le

    equazioni

    restano

    inalterate;

    ne

    segue

    che

    se

    abbiamo

    trovato

    una

    certa

    soluzione

    (con

    una certa

    ampiezza

    e un

    certo

    periodo)

    ne

    abbiamo

    subito

    infinite

    altre,

    con

    ampi

    ezza

    qualsiasi

    ma

    sempre con

    lo

    stesso

    periodo.

    Inoltre

    il periodo

    non pu

    dipendere

    dalla

    fase (sistema

    autonomo)

    e

    quindi

    vero

    che

    il

    periodo

    lo

    stesso per

    tutti

    i

    moti

    possibili.

    Un altro

    risultato

    di carattere

    qualitativo

    il

    seguente:

    il

    campo

    w

    ha

    un

    solo

    punto

    f,sso

    (un punto

    dove

    w

    -

    0). Se

    si parte

    da

    quel

    punto,

    si

    ottiene

    una traiettoria

    che

    consiste

    solo

    di

    quel

    punto,

    ossia

    un

    equilibrio.

    Il punto

    fisso

    unico,

    perch

    I'energia

    ha

    un

    solo minimol

    vedremo

    poi

    che

    in

    altri

    sistemi

    le

    cose

    possono

    andare diversamente.

    Integrale

    generale

    e condizioni

    iniziati

    Dovrebbe

    essere

    evidente

    che

    le

    (21-3)

    ci

    danno

    I'integrale generale

    del-

    I'oscillatore

    armonico:

    infatti

    contengono

    due costanti

    arbitrarie,

    che possiamo

    scegliere.

    come

    mostrano

    le (2I-a),

    in

    modo

    da soddisfare

    tutte

    le

    possibili

    con-

    dizioni

    iniziali.

    E

    utile rivedere

    le stesse

    cose

    dal

    punto

    di

    vista

    dell'equazione

    difierenziale

    di partenza

    (quella

    di

    secondo

    ordine):

    :

    -a2n.

    Ne

    abbiamo

    trovato

    I'integrale

    generale

    nella forma

    che

    si

    pu

    anche

    scrivere:

    oppue

    dove

    abbiamo

    posto

    s:Acos(u,rt-g)

    t:Acoscu(t-lr)

    t

    :

    acosc,,r

    *

    sincr,'l

    (21-5)

    (21-6)

    I

    =

    Qtr,

    a

    :

    Acos

    (p,

    b

    :

    Asin

    9a.

    In

    qualunque

    forma, ci

    sono due costanti

    arbitrarie,

    che vanno

    determinate

    con

    le

    conilizioni

    iniziali;

    r;r'afin

    qui

    abbiamo

    solo

    una verifica,

    in

    un caso particolare,

    rlel

    teorema

    enunciato

    nel Cap.20.

    Le

    due

    forme

    (2I-5)

    e (2L-6)

    sono per

    interessanti

    per

    i seguenti

    mo-

    tivi:

    nella

    (21-5)

    accanto

    all'ampiezza.

    che gia

    conosciarno.

    compare

    la

    co-

    stant'

    li.

    che

    misura

    in

    termini

    di

    tempo

    la

    fase dei

    nroto.

    Diventa

    cos

    evid.ente

    2L-4

  • 7/25/2019 Elio Fabri-Appunti Di Fisica Generale I. 3 (1992)

    9/93

    I'inuarianza

    per traslazioni

    temporali:

    se

    iD

    -

    h(l)

    una

    r -

    h(t

    - r),

    Vr.

    Dalla

    forma

    (21-6) appare

    un

    risultato

    nuovo:

    tutte

    le

    come

    combinazione

    lineare

    dei

    dlue

    integrali

    particolari

    soluzione,

    lo

    anche

    soluzioni

    si

    ottengono

    f

    :

    cos

    krtr

    g

    :

    sin

    co.

    Dunque:

    Ie soluzioni

    dell'equazione

    d,ifferenziale

    i

    *a2

    a

    :

    0

    formano

    'uno

    spazio

    ueltoriale

    d,i

    d.irnensione

    2.

    Questa

    una caratteristica

    generale

    delle

    equazioni

    differenzi

    ali lineari

    omog

    enee.

    Uso

    dei

    numeri

    complessi

    Esiste

    un

    altro

    metodo

    per risolvere

    il

    sistema

    (21-2):

    introduciamo

    la

    va-

    riabile

    compless

    a

    z

    :

    x*u

    e

    somrniamo

    le

    due

    equazioni,

    dopo

    aver

    moltiplicato

    la seconda

    per i.

    Otteniamo

    2

    :

    -iaz,

    (2L-7)

    che

    un'equazione

    differenziale

    di

    primo

    ordine

    per

    I'unica

    funzione

    incognita

    (a

    valori

    complessi)

    z(t).

    Con

    questo

    espediente

    siamo

    d.unque

    passati

    da un

    sistema

    di

    due

    equazioni

    a un'equ

    azione

    sola;

    il

    che

    pu

    sembrare

    banale,

    dato

    che

    in

    realt

    la

    (2L-7)

    equivall

    ancora

    a due

    equazioni:

    una

    per la

    parte

    reale

    e

    una

    per

    la

    parte

    irnmaginaria

    di

    z.

    Cos

    d,oveva essere,

    perch

    altrimenti la

    nuova

    equazione

    non

    potrebe

    essere

    equivalente

    al sistema

    originario;

    ma

    resta

    un

    grande

    vantaggio,

    perch

    risolvere

    f"

    1Zf-Z;

    molto

    pir

    immediato.

    Infatti,

    ricorda.ndo

    le

    propriet

    della

    funzione

    esponenzial",

    ,i

    ,r"iifi.r

    subito

    che

    tutte

    le

    soluzioni

    della

    (21-7)

    hanno

    la

    forma

    z

    :

    zo

    "-iat.

    (21-8)

    Questo

    I'integrale

    generale

    della

    (21-7),

    perch

    contiene

    una

    costante

    ar-

    bitraria

    (complesrut

    ror

    or.

    sola

    basta,

    dato

    che

    I'equazione

    del

    primo ordine'

    Anzi

    si

    ved.e

    che

    z(0)

    :

    z0

    e

    perci

    sappiamo

    come

    trovare

    I'integrale

    particolare

    che

    soddisfa

    una

    data

    condizione

    iniziale

    al

    tempo

    I

    -

    0'

    Osservazione;

    Inluogo

    di z

    - t*iu

    avrerlmopotuto

    porre

    z::t-iu:

    la

    d.ifierenza

    sarebbe

    stata

    che nella

    (21-8),

    e

    in

    tutte

    le

    formule

    che

    seguiranno,

    avrerrlmo

    dovuto

    scambiare

    i

    con

    -i.

    Come

    abbiamo

    visto nel

    Cap.

    20a,

    questo

    succed.e

    perch la coniugazione

    complessa

    un automorfismo,

    per cui scambiare

    i

    con

    -i

    non

    cambiala

    struttura

    matematica.

    Di conseguenza

    la

    doppia

    possibilit

    non

    ha

    nessun

    significato

    fisico,

    ma

    crea

    il

    problema

    di

    dover

    fare

    una

    scelta

    convenzionale

    -

    e

    come

    tale arbitraria

    -

    che

    per

    va rispettata

    con coerenza.

    Purtroppo

    I'uso

    non

    uniforme:

    la

    scelta

    qui adottata

    quella

    corrente

    in

    fisica,

    nello

    studio

    delle

    onde

    come

    nella

    meccanica

    quantistica;

    viceversa

    la

    teoria

    dei

    circuiti

    elettrici

    in

    corrente

    alternata

    adotta

    tradizionalmente

    la

    convenzione

    opposta.

    Perci

    attenzione

    2t-5

  • 7/25/2019 Elio Fabri-Appunti Di Fisica Generale I. 3 (1992)

    10/93

    Il

    piano

    complesso

    di

    z

    coincide col

    piano

    delle

    fasi;

    percio

    la

    (21-8)

    mostra

    subito

    quello

    che

    gi

    sapevamo,

    ossia

    che

    il

    punto

    t

    :

    (x,u)

    si

    muove di moto

    circolare uniforme

    attorno

    all'origine, con

    velocit angolare

    u.' in

    senso

    orario.

    Se

    poniamo

    z0

    :

    Aeip

    (rappresentazione

    polare)

    la

    (21-8)

    diventa

    z

    :

    A

    "i

    (e-wt)

    ,

    e

    da

    questa

    si

    ottengono

    da capo Le

    (2L-4), prendendone le

    parti

    reale

    e imma-

    ginaria.

    Dunque

    la

    costante

    arbitraria

    complessa

    z9 riassume tanto l'informazione

    sull'ampiezzadel

    moto

    (che

    lzsl)

    quanto

    quella

    sulla

    fase (che argzs).

    66Signiffcato

    fisicott

    dei numeri

    complessi

    L'rrso

    che abbiamo fatto

    dei

    numeri

    complessi

    porta

    con s

    di

    solito

    una

    domanda:

    possibile

    attribuire

    a

    questi

    enti matematici un

    significato

    fisico?

    Non

    di

    rado si

    d una risposta

    perentoriamente

    negativa, nella

    forma:

    "solo

    i

    numeri

    reali hanno significato

    fisico,

    perch

    il risultato

    di una

    misura

    pu

    essere

    solo un

    numero

    reale."

    Vogliamo

    ora discutere

    brevemente

    questo

    punto.

    Si

    deve

    anzitutto

    osservare che

    se soltanto

    i

    possibili

    risultati

    di misure

    avessero

    significato

    fisico, allora

    neppure

    i

    numeri

    reali

    potrebbero

    averne,

    perch

    in

    realt

    il risultato

    di una misura

    non

    sar,

    mai un

    generico

    numero reale:

    che

    si

    tratti di

    una

    lettura

    fatta a

    occhio

    su

    di

    una scala

    analogica, o

    di

    uno

    strumento

    digitale,

    o meglio

    ancora di un'acquisizione

    automatica

    di dati,

    avremo sempre

    a che

    fare

    con un

    numero

    finito

    di cifre, ossia

    con numeri razionali

    (addirittura

    con

    un

    sottoinsieme di

    questi).

    Dunque

    I'impiego dei reali

    in

    fisica

    non ha motivazioni

    sperimentali,

    ma

    si fonda nella

    struttura

    della

    teoria.

    Non

    a

    caso

    nei Discorsi

    Galileo

    spende

    un notevole sforzo

    a

    giustificare I'idea

    che

    grandezze fisiche come

    il

    tempo

    o la

    velocit

    debbano

    essere

    descritte da numeri

    reali:

    si tratta di

    un

    assioma che sta

    a

    base

    della fisica galileiana e

    poi

    newtoniana,

    e

    senza

    del

    quaie

    non si

    potrebbe

    sviluppare la teoria

    nella forma

    matematica

    che conosciamo.

    Tornando

    al

    caso

    concreto,

    come

    dobbiarno

    allora

    considerare

    I'impiego

    che

    abbiamo fatto dei

    numeri

    complessi

    per

    studiare I'oscillatore

    armonico?

    A

    prima

    vista

    non si tratta

    di un

    fatto molto importante:

    dopo

    tutto

    avevamo gi risolto

    il

    problema

    ser.za

    tirarli

    in

    ballo Per

    vedrerno tra

    non

    molto che in

    situazioni

    pir

    complieate

    I'aiuto fornito

    dai numeri complessi

    moito

    apprezzabile

    e non

    banale.

    ".

    Si

    possono

    dunque

    tentare

    varie

    risposte:

    a)

    I

    numeri

    complessi

    sono

    un

    puro

    artificio,

    un

    tttrucco

    matematico.tt

    per

    ridurre

  • 7/25/2019 Elio Fabri-Appunti Di Fisica Generale I. 3 (1992)

    11/93

    )

    Esiste una

    ragione

    "seria"

    p"r

    usare i numeri

    complessi,

    legata

    alle

    propriet

    rnatematiche dell'osciliatore

    armonico.

    Lo

    stesso

    vale

    anche

    per

    i

    circuiti

    elettrici, e

    in

    molte altre

    parti

    della

    fisica.

    I\on

    possiamo per

    ora

    giustificare

    la verit di

    questa asserzione,

    ma ci

    torneremo

    sopra" Le

    propriet

    cui abbiamo

    alluso sono:

    linearit

    e

    invarianzapet

    traslazioni

    temporali.

    c)

    Grandezze

    cornplesse

    possono

    avere un

    vero e

    proprio significato

    fisico.

    Questo

    non

    vero

    nel

    nostro

    caso, ma

    diventa

    vero in

    altri:

    I'esempio

    pi

    tipico

    la

    meccanica

    quantistica.

    Anche

    se

    il tema

    troppo

    fuori

    del nostro

    campo,

    non

    male

    farlo

    presente.

    Si

    sente

    dire talvolta che

    anche

    in meccanica

    quantistica

    "ha

    significato fisico solo

    il

    modulo

    della funzione

    d'onda,

    perch

    soltanto

    i

    numeri

    reali

    . .

    .

    "

    In realt

    anche

    le fasi delle

    funzioni

    d'onda hanno

    significato:

    differenze

    ;li fase

    producono

    effetti

    perfettamente osservabili.

    Concludendo, e tutto

    considerato,

    sembra

    corretto

    affermare

    che nessun

    ente

    rnaternatico

    lt,a

    significato

    fisico

    di

    per

    s: ne

    acquista

    una

    volta che venga

    irsato

    in una ben detertninata teoria fisica

    (la

    meccanica

    newtoniana,

    oppure

    la meccanica

    quantistica,

    o altre). Il fisico

    ha

    il

    diritto

    di

    usare sullo

    stesso

    piano

    tutti

    gli

    enti

    e le strutture

    matematiche

    che risultino

    utili e

    valide

    per

    la

    descrizione

    della

    realt-

    2r-7

  • 7/25/2019 Elio Fabri-Appunti Di Fisica Generale I. 3 (1992)

    12/93

    22.

    Ltenergia

    Abbiamo

    visto

    nel

    cap.

    prec.

    che

    un

    oscillatore

    armonico

    possiede una

    co-

    stante

    del moto della

    forma:

    n:kr2+*u'

    e abbiamo ricordato

    che

    si

    tratta dell'energia,

    e

    che la stessa costante

    del

    moto

    esiste anche

    per

    altri sistemi.

    Vogliamo

    ora approfondire

    il

    discorso.

    Esistenza della

    costante

    del

    moto

    Dimostriamo

    che

    per

    un sistema con

    un

    solo

    grado

    di

    libert

    I'energia esiste

    (nel

    senso

    che esiste una

    costante

    del

    moto

    che

    s'interpreta

    come energia)

    tutte Ie

    uohe

    ch.e la

    legge di

    forza

    non

    dipende

    dalla

    aelocit,

    ma soltanto

    dalla

    posizione:

    F

    -

    F(c).

    In

    queste

    ipotesi

    il

    sistema

    (20-4)

    si

    scrive

    (22-2)

    dove

    f :

    Flm,

    come

    sappiamo.

    Se

    moltiplichiarno la

    seconda

    delle

    (22-2)

    per

    u

    otteniamo

    u:

    f(r),

    -

    f(a).

    (22-3)

    A

    primo

    membro c' la

    derivata

    rispetto

    al

    tempo

    di

    |u2;

    vogliamo

    mostrare

    che

    anche

    il

    secondo

    membro

    una derivata

    rispetto

    a

    f.

    Si

    arriva

    a

    questo

    osservando che

    la

    .F'

    sar

    la derivata

    (rispetto

    a

    r)

    di

    qualche altra funzione

    (che

    si chia.'.'a

    rna

    primitiaa

    di F): se chiamiamo

    tale

    primitiva

    -7,

    abbiamo

    ,l

    dV

    dx

    n.

    dtv("(t))

    -

    ; ;

    -

    -F

    :

    -Tn

    f(r)i,

    e

    perci

    dalla

    (22-3)

    si ricava

    l:u

    :

    f(x).

    (22-7)

    (22-4)

    Dunque

    ,l

    "(+mu'2*v)

    -0.

    n

    :

    mu2

    +V@)

    una

    costante

    del

    moto.

    che

    generafizzala

    (22-I).

    Infatti nel

    caso

    dell'oscillatore

    armonico

    una primitiva

    di

    F

    - -kr

    data da

    -V - -f,kr'}.

    22-L

  • 7/25/2019 Elio Fabri-Appunti Di Fisica Generale I. 3 (1992)

    13/93

    Energia

    cinetica

    e

    potenziale

    Il

    primo

    termine

    a secondo

    rnembro

    della

    (22-4)

    prende

    il

    nome

    di energia

    cinetica,

    perch

    ha

    a che fare

    con

    la

    velocit.

    (nLurlorq

    :

    "movimento")

    e

    viene

    indicato

    solitamente

    con

    ?;

    il secondo

    si chiama

    energia

    potenziale,

    per

    ragioni

    che

    vedremo

    subito.

    La

    (22-4)

    ci dice

    che .E

    :

    T

    *

    I/

    una

    costante

    del

    moto,

    ossia che

    per

    qualunque

    possibile moto

    del sistema

    mantiene

    1o

    stesso

    valore a ogni istante.

    (S'intende

    che

    tale

    valore

    costante

    durante

    il

    moto,

    rna

    pu

    benissimo

    cambiare

    a

    second,a

    delle

    condizioni

    iniziali:

    ad es"

    per

    I'oscillatore

    armonico

    sappiamo

    che

    E

    proporzionale al

    quadrato

    dell'amprezza

    dell'oscillazione.)

    N 7

    n

    V

    sono

    separatamente

    costanti, mentre

    lo

    la somma:

    ci

    vuol dire

    che

    di

    quanto

    aumenta I'energia

    cinetica, di

    tanto

    deve

    diminuire

    I'energia

    potenziale, e

    vice-

    versa.

    Possiamo

    dunque

    dire

    che

    una stessa

    grandezza

    (l'energia)

    puo

    assumere

    due

    forme, e

    passare

    dall'una

    all'altra

    (onseruandosi

    in

    totale. Ecco

    il

    motivo

    del

    termine

    "potenziale":

    V

    pu

    "trasformarsi"

    in

    "movimento,,"

    ossia

    movi-

    mento

    "in

    potenza."

    Sebbene

    ormai

    questa

    concezione

    aristotelica

    sia del

    tutto

    estranea

    aI nostro

    modo

    di

    pensare, vediamo

    che

    sopravvive

    nel linguaggio.

    assai

    utile

    avere

    sempre

    presente

    il

    gioco

    di scambio

    tra

    V

    e T

    durante

    il

    moto.

    A titolo

    di

    esempio,

    illustrirtnolo

    per

    l'oscillatore

    armonico.

    Dalle

    (21-3)

    si

    ottiene

    subito

    v

    -

    +le

    A2

    cos'}

    {ut

    -

    e)

    f

    :

    ,b42

    sin2(

    rt

    -

    v\

    e

    i corrispondenti

    grafici in funzione

    di

    1 sono

    tracciati

    in fig.

    22-1.

    Un'altra

    utile

    applicazione

    della conservazione

    dell'energia

    si

    ottiene

    tra-

    sformandola (22-4)

    in

    una

    disuguaglianza.:

    poich

    certamente

    ? )

    0,

    sar

    necessariamente

    V(x\ E

    (22-5)

    ne

    segue

    che

    il

    moto

    pu

    svolgersi

    soltanto

    in

    quelle regioni

    dell'asse

    r

    in cui

    l'energia

    potenziale non

    supera l'energia

    totale

    {frg,.

    22-2).

    Ruolo

    della

    costante

    arbitraria

    Abbiamo

    sempre

    scritto che

    -V

    b

    u.rt,a

    pnmitiva

    di

    .t',

    e non

    /a

    primitiva.

    perch

    dalla

    definizione

    si capisce

    che

    questa

    non

    pu essere

    nnica:

    se aggiun-

    giamo a

    V

    una

    costante

    qualsiasi,

    la

    sua

    'lerivata

    non

    cambia.

    Ne

    segue

    che

    I'energia

    potenziale V

    definita

    &

    rneno d,i

    uns,

    castante

    arbi,traria,

    e Io

    stesso

    accad,e

    di

    conseguenza

    per

    l'energia

    tato,le

    Fl

    Questa

    costante

    arbitraria

    pu

    essere

    faciirnente

    motivo

    di equivoco,

    specie

    se

    la

    si

    confonde

    con I'arbitrarieta

    del

    valore d;

    .E

    in

    diperrclenza

    delle

    condizioni

    iniziali"

    \'ediamo

    dunque

    come

    si

    cleve

    tagi().trare

    22-2

  • 7/25/2019 Elio Fabri-Appunti Di Fisica Generale I. 3 (1992)

    14/93

    Data una

    legge

    di

    forza,

    questa

    determina

    V a

    rneno d.i

    una costante:

    ci

    vuol

    dire

    che

    sta a

    noi

    scegliere

    il

    valore

    della

    costante,

    ad

    es.

    assegnand,o con-

    aenzionalmente

    il valore

    di

    I/

    in

    un

    punto

    (cio

    per

    una certa r).

    Esempio

    t:

    Nel

    caso

    dell'oscillatore armonico

    potremo

    decidere che

    V(0)

    -

    Q;

    questa

    una

    scelta

    naturale, perch

    r

    :

    0

    la

    posizione

    di

    equilibrio,

    in

    cui

    V

    assume il

    valore

    minimo;

    ma non

    affatto

    obbligata.

    IJna

    volta

    fatta

    questa

    scelta,,

    non c'

    pir

    nessuna

    arbitrariet,

    ne

    in V

    n n

    E: saranno

    possibili

    moti

    con

    diversi (infiniti) valori

    di .O

    (naturalmente

    2

    0), u

    ciascuno

    dei

    quali

    corrisponder

    una

    diversa

    ampiezza.

    Esempio

    2:

    Se

    Ia forza

    non dipende da r

    (come

    per

    il

    campo

    gravitazionale

    in

    prossimit

    della

    superficie terrestre)

    abbiamo

    V

    :

    mg

    f

    c, avendo orientato

    I'asse

    r

    verso

    I'alto.

    Possiamo

    fare

    anche

    qui

    I/(0)

    :

    0, e

    risulter c

    -

    0;

    ma

    non

    I'unica scelta possibile,

    e

    in

    qualche

    caso

    potrebbe

    convenire

    scegliere

    diversamente.

    Esempio 3: Per il

    campo gravitazionale prodotto

    da una

    massa

    a

    simmetria

    sferica

    (oppure

    per

    il campo

    elettrico

    di una carica)

    si

    trova cheV xLf

    r,, se

    r

    la

    dista.nza

    dal centro

    di

    simmetria, e

    se

    si decide di

    avere

    V

    ---+

    0

    per

    r

    --)

    oo:

    per

    quanto

    questa

    sia quasi

    sempre

    la

    sceita

    pir

    comoda, non

    obbligatoria.

    Per

    quando

    diciamo

    che

    I'energia

    dei

    livelli dell'atomo

    d'idrogeno

    data

    dalla

    formula

    di Bohr

    F

    Tl

    -

    mue4

    (unit

    CGS)

    (22-6)

    2f'r2n2

    sottintendiamo proprio

    quella

    scelta:

    se decidessimo

    di cambiarla,

    dovrernmo

    modificare

    anche la

    (22-6).

    Possiamo esprimere

    in un altro modo

    il fatto che

    durante

    il

    moto E

    -

    T

    *V

    resta

    costante:

    se

    usiamo gli

    indici

    1

    e

    2

    per

    designare

    i

    valori

    a due

    istanti diversi,

    avremo

    "r

    +

    Vt

    -

    Tz

    *

    Vz

    :+

    T2

    -

    Tt

    -

    Vt

    -

    Vz,,

    che

    possiamo

    scrivere

    cos:

    A?:

    -LV.

    In

    parole:

    la variazione

    dell'energia

    cinetica

    sempre

    uguale e

    opposta

    a

    quella

    dell'energia potenziale.

    Il fatto importante

    che

    in

    questa espressione

    la costante

    arbitraria insita

    inV

    si

    cancella,

    perch

    la

    stessa nei due

    istanti.

    Si

    vede

    clunque

    che

    tale

    costante

    non

    ha influenza sul

    calcolo di

    ?,

    quindi

    della

    velocit,

    ecc.

    Conservazione

    delltenergia

    e

    reversibilit

    Un sistema

    nel

    quale

    esista la

    costante

    del

    moto clell'energia

    si chiama con-

    .ceraatiuo.

    Possiamo

    dunque

    asserire

    che

    ogni sistema con

    un

    solo

    grado

    di

    libert,,

    in

    cu'i le

    forze

    non

    dipendano

    dalla

    uelocit",

    conseruatiuo.

    22*3

  • 7/25/2019 Elio Fabri-Appunti Di Fisica Generale I. 3 (1992)

    15/93

    E

    importante

    avvertire

    che

    questo

    risultato

    non

    s'i

    estende

    a

    pi, gradi,

    di li-

    bert,:

    in tal caso

    la

    condizione

    perch

    il

    sistema sia conservativo

    piir

    restrittiva,

    e

    la

    vedremo

    nel

    seguito.

    Chiediamoci

    ora com'

    fatto

    il

    campo

    di

    velocit

    w

    per

    un

    sistema conser-

    vativo

    (sottinteso:

    a un solo grado

    di libert).

    Ragionando

    sulle (22-2),,

    si

    vede

    che

    in

    due

    punti

    del

    piano

    delle

    fasi

    che

    abbiano

    la

    stessa

    e

    u opposte,

    si

    avr

    la stessa

    , mentre

    sar contraria;

    dunque

    il campo ha I'aspetto della

    fig.22-3.

    Ne

    segue che

    a ogni

    arco di traiettoria

    nel

    semipiano

    superiore

    ne corrisponde

    uno simmetrico

    nel semipiano

    inferiore

    (che non far

    parte

    necessariamente

    della

    stessa

    traiettoria)

    e

    i

    due archi sono

    percorsi

    in

    senso opposto

    (frg.

    22-q.

    Ailo

    stesso

    risultato

    si

    poteva

    arrivare

    anche dalla

    (22-4),

    che

    per

    una

    data

    e

    fornisce

    due

    valori

    opposti

    di u:

    (22-7)

    A

    quali

    moti

    corrispondono

    i

    due archi

    di traiettorie simmetrici che abbiamo

    trovato?

    Se

    indichiarno per

    brevit, con

    A

    e con

    B

    i

    due

    moti,

    abbiamo

    che

    in

    ogni

    punto

    o

    il moto B

    passa

    con

    velocit opposta

    al moto

    A:

    dunque se

    A

    impiega

    un certo tempo

    Af

    per

    andare

    da una

    certa o1 a una certa 12, invece

    B

    nello

    stesso tempo

    Af

    andr da

    x2 d

    rr.

    Se

    facessimo

    una registrazione video

    del

    moto

    A,

    e

    poi

    la

    guardassimo

    all'indietro,

    avrerruno

    proprio

    il

    moto

    B.

    Conclusione: se

    per

    un sistema

    conservativo

    possibile

    un certo moto,

    anche

    possibile

    quello

    che si ottiene

    inaertendo

    il

    senso

    del tempo.

    Un

    tale

    sistema di dice reaersibile. Abbiarno

    dunque

    dimostrato

    il

    Teorema:

    I

    sistemi conseruatiui

    sono reaersibili.

    Per

    comprendere come

    questo risultato sia

    tutt'altro

    che

    banale,

    basta os-

    servare che esistono sistemi non reaersibili

    (an:zi,

    nel

    mondo

    reale sono

    la regola )

    Esempio:

    Se registriamo

    il

    moto

    di un

    pendolo reale,

    avremo

    un'oscillazione che

    si

    smorza: piir

    o meno

    velocemente, ma

    senza

    via di scampo. La registrazione

    vista

    all'indietro apparir

    inverosimile,

    perch

    mostrer

    un

    pendolo

    inizialmente

    fermo

    che

    pian piano

    si mette

    in

    oscillazione da

    solo, con ampiezza senpre cre-

    scente. L'esperienza c'insegna

    che

    questo

    un moto

    impossibile,

    il che

    vuol

    dire

    che

    il

    pendolo

    reale irreaersibile.

    Traiettorie

    chiuse

    LIna

    situazione particolarmente

    importante

    si

    presenta quando

    esiste

    un

    solo

    punto

    r

    in

    cui

    V'(r)

    :

    0,

    e

    questo punto

    di minimo

    per

    I'energia

    potenziale,

    mentre

    'IT"

    v(')

    -

    +oo'

    In

    tal

    caso tutte Ie traietlorie di

    fase

    sono

    chiuse

    (e

    percio

    tutti

    i

    moti

    sono

    periodici)"

    22-4

    rz(')).

  • 7/25/2019 Elio Fabri-Appunti Di Fisica Generale I. 3 (1992)

    16/93

    Osserviamo

    in

    primo

    irrogo

    che

    il canrpo

    w

    ha urr

    scilo punto

    fisso:

    infatti

    r

    ="

    0 richiede

    che

    il

    punto

    fisso

    abbia

    u

    :

    0,

    mentre

    :

    0 impone

    l(r) -

    0,

    cio

    V'(r)

    :

    0.

    Le

    coordinate

    del punto

    fisso sono

    dunque (t,0).

    Su

    ogni

    altra

    traiettoria,

    w

    non

    si

    annuila

    mai.

    Mostriamo

    poi

    che

    le traiettorie

    sono

    tutte

    limitate,

    ossia

    che per

    ogni

    traiet-

    toria

    esiste

    un

    rettangolo

    che

    la

    contiene

    interamente.

    Per quanto

    riguarda

    la

    r

    la

    cosa

    discende

    dalla

    disuguaghranza

    (22-5):

    infatti

    per

    ogni

    E

    > V*i,,

    esistono

    due

    soli

    punti,

    rrro

    11

    a

    sinistra

    di e,

    e uno

    z

    destra,

    nei

    quali

    V

    :

    E;

    e

    soltanto

    nell'intervallo

    [rt,*r]la

    (22-5)

    soddisfatta.

    Quanto

    a

    u,

    basta

    usare

    la (22-7),

    che implica

    T,

    _

    l'l

    0).

    Ecco

    ora

    il

    problema:

    se

    le

    cose stanno

    cos,

    com'

    possibile

    che da due

    atomi separati

    si formi una

    molecola?

    Due atomi

    potranno

    s avvicinarsi, ma

    poi

    dovranno separarsi

    di nuovo, con

    la

    stessa

    velocit. con

    cui si sono

    avvicinati

    La risposta

    che abbiamo

    trascurato

    effetti dissipativi,

    ossia

    interazioni

    che

    fanno diminuire

    I'energia

    del sistema.

    La

    pir

    ovvia I'emissione

    di radiazione

    elettromagnetica:

    durante

    l'urto

    si

    puo

    avere

    irraggiamento,

    per

    cui

    I'energia

    meccanica

    non

    si

    conserr.ra

    (urto

    anelastico). Se I'energia

    perduta

    maggiore

    di

    .8,

    il

    sistema

    rimane

    con energia

    negativa,

    e

    non

    pu pir

    separarsi: gli

    atomi

    sono

    costretti a

    oscillare

    intorno alla

    posizione di equilibrio

    (fig.

    23-5). Nel

    corso

    di

    queste

    oscillazioni

    si

    avr un'ulteriore

    emissione

    di

    radiazione,

    e

    per questa

    via

    la molecola

    si

    porter

    alla

    minima energia

    possibile,

    che

    vale

    -.81.

    Effetti

    quantistici

    Anche

    se

    in

    tutto

    il

    nostro

    ragionamento

    non

    abbiarno

    tenuto conto di

    effetti

    quantistici,

    essi

    esistono

    e sono anche

    essenziali

    per

    la

    validita

    del

    modello

    che

    abbiamo

    fatto,

    per quanto

    ci

    possa

    sembrare

    paradossale.

    Un

    atomo

    di azoto in

    quiete

    ha

    un

    insieme

    di

    possibili

    valori

    della sua energia

    (i

    cosiddetti

    "livelli

    energetici"):

    dal

    pir

    basso

    al

    successivo

    ia

    differenza

    di

    oltre 2eY,

    ossia

    pir

    di

    3.10-leJ.

    Ne

    segue

    che

    se non

    disponibile

    un'energia

    maggiore

    di

    questa,

    non

    possibile cambiare

    I'energia

    dell'atomo,

    che

    perci

    si comporta

    proprio

    come

    t'atomo,"

    ossia

    come se

    non

    avesse

    gradi

    di

    libert

    interni.

    E

    questo

    che

    giustifica

    il

    nostro

    modello,

    in cui

    abbiamo

    trattato

    gli

    atomi come

    punti

    materiali.

    Invece

    le

    distanze

    fra

    i livelli

    di energia dovuti

    alle

    vibrazioni

    della

    molecola

    valgono

    hu

    ru

    0.5

    .

    10-le J,

    cio

    sono nettamente

    pi

    piccole (anche

    se non

    molto): ne segue

    che

    ci

    sono

    situazioni in

    cui

    vengono

    eccitate le

    vibrazioni,

    senza

    disturbare

    gli atomi

    come

    tali.

    lYofa:

    In

    realt

    le

    cose

    sono

    piir

    complicate di

    cos;

    ma

    qui

    vogliamo soltanto

    dare un'idea

    di

    quello

    che succede,

    anche al

    prezzo

    di

    qualche

    imprecisione.

    Il fatto

    che

    V(r) non

    sia

    esattamente

    una funzione

    quadratica

    di

    r

    -

    z6

    ha

    una conseguenza:

    non

    si tratta di un oscillatore

    armonico,

    quindi

    le oscillazioni

    non sono isocrone.

    Dovr

    esserci una dipendenza

    della

    frequenza

    dall'ampiezza.

    23-4

  • 7/25/2019 Elio Fabri-Appunti Di Fisica Generale I. 3 (1992)

    21/93

    Dal

    punto

    di

    vista

    sperinrentale.

    le

    oscillazioni

    deila

    rrtolecola

    si vedono attra-

    verso

    I'emissione

    e

    assorbimento

    di

    radiazione

    elettromagnetica

    (infrarossa,

    corne

    risulta dalla

    frequenza).

    Se

    si

    trattasse

    di un

    vero

    oscillatore armonico,

    si do-

    vrebbe

    vedere

    una

    sola

    frequenza, mentre

    in

    realt

    se

    ne trovano

    parecchie vicine

    tra

    loro.

    In

    termini

    quantistici,

    I'isocronismo

    dell'oscillatore

    armonico si

    traduce

    nell'equidistanza dei

    livelli

    (fig.

    23-6);

    I'anarmonicit

    significa

    che

    i

    livelli

    non

    sono

    pir

    equidistanti,

    e

    di

    conseguenza

    i

    salti di

    energia

    in emissione

    e in

    as-

    sorbimento non sono

    tutti

    uguali

    (fig.

    23-7). La

    relazione

    d.i

    Bohr L,E

    -

    hu

    implica

    allora

    che si dovranno

    vedere diverse frequenze

    vicine,

    anzich

    una

    sola.

    Un

    ultimo

    effetto

    quantistico

    il

    seguente:

    I'energia minima

    di oscillazione

    non

    zero

    (un

    oscillatore

    quantistico non sta

    mai

    fermo ) ma

    vale

    h".

    Ne

    segue

    che

    I'energia

    di

    legame

    non

    lV(*o)|,

    *r lV(*o)l- |hu:

    perci

    lV(ro)l

    un

    po'maggiore

    di .Er.

    Coi nostri

    dati avremmo 1.23

    invece

    di

    1.18: una

    diffete\za

    deL

    4%.

    23-5

  • 7/25/2019 Elio Fabri-Appunti Di Fisica Generale I. 3 (1992)

    22/93

    23a.

    Il

    pendolo

    Molte delle

    idee

    che

    abbiamo

    introdotte nei

    capitoli dal 20 al 22

    trovano

    applicazione

    nello

    studio

    del

    pendolo,

    che un sistema meccanico di grande

    in-

    teresse

    sia teorico,

    sia

    sperimentale.

    La

    sua

    prima schemalizzazione

    il

    "pendolo

    semplice."

    Il

    pendolo

    semplice

    Si

    tratta

    di

    un

    punto

    materiale

    vincolato

    a

    muoversi

    (senza

    attrito)

    lungo

    una

    circonferenza

    verticale

    (fig.

    23a-1).

    Le

    forze agenti

    su 77? sono:

    il

    peso

    F

    :

    *

    e la reazione

    i

    del

    vincolo,

    di grandezza

    incognita,

    ma d.irezione

    cer-

    tamente

    radiale.

    Si

    noti

    che

    il

    vincolo

    supposto

    bilatero,

    per cui

    il

    verso

    di

    i

    pu

    essere qualsiasi"

    Abbiamo

    dunque

    *i

    :

    m

    +

    i,

    le

    cui

    componenti

    tangenziale

    e normale

    sono:

    ml

    -

    -mg

    sin

    19

    -ntlz

    :

    n'Lg

    cos

    +

    T,

    (23a-1)

    avendo

    indicato

    con

    T,la

    componente

    radiale

    di i

    (che

    in figura

    2u.,6:

    chiameremo

    questo

    il

    caso aperiod,ico

    2)

    I

    -

    2ao: abbiamo

    gia

    detto

    che

    questo

    prende il norne

    di

    caso

    critico

    3)

    ^y

    12as:

    questo

    il

    caso

    oscillante.

    Nel

    caso aperiodico

    le

    due

    radici sono

    reali,

    positive e distinte;

    di

    conse-

    guenza

    anche z sar,

    reale.

    Se

    indichiarno

    le

    radici

    con ,\1 e

    2,

    avremo in

    corrispondenza

    due

    soluzioni

    per

    z:

    Zt

    :

    :l0 a-1u'rof

    ro

    ^fta

    +1_

    2ao

    es'

    7rx

    -n

    --l-;-

    zQO 0

    ro

    zz

    :

    zZ0

    "-

    )'zQst

    24-7

  • 7/25/2019 Elio Fabri-Appunti Di Fisica Generale I. 3 (1992)

    33/93

    Poich

    deve essere

    z\: t

    *

    rz

    22:r*zu

    elimirrando u si trova

    l'integrale

    generale

    ,

    -

    ---1-

    (rrro

    "-),zutot

    -

    zznr-ru;o)

    ^1-^2

    (24-10)

    dove zr0,

    220

    sono due

    costanti arbitrane

    reali.

    La

    ragione

    del

    nome

    "aperiodico"

    che in

    questo

    caso non ci sono oscil-

    lazioni:

    infatti entrambi

    i

    termini della

    (21-10)

    decadono nel tempo con legge

    esponenziale.

    Il

    caso

    critico

    stato

    gi

    brevemente

    trattato, e non

    occorre aggiungere

    altro.

    Nel caso oscillante

    che conviene riscrivere

    z

    :

    z0

    e-1t/2

    "Ti'''tt.

    Il

    doppio segno ricorda

    che

    esistono

    due

    radici.

    e corrisponde alle due

    scelte

    possibili

    (i

    oppure

    -i)

    che avevamo

    per

    l'osciilatore

    armonico

    puro.

    Le due

    radici sono tra loro

    coniugate,

    e come

    si vede dall'equazione,

    il

    loro

    prodotto

    vale

    1: ne segue

    ll

    -

    1.

    Dato che la soluzione

    complessa, lo stesso

    vero per

    la

    condizione ini-

    ziale

    zs,

    che

    dunque

    contiene

    suffi.cienti

    informazion

    per

    fornire anche l'inte-

    grale

    generale

    del

    sistema

    di

    partenza" Per

    coerenza

    con quello

    che abbiamo

    fatto allora, terremo

    anche

    qui

    il

    segno meno:

    i,,t".",sante

    osservare

    .n"

    "",:n

    ::::;.":

    z Ia

    (21-'1)

    rapp'"'":::

    "t:l

    spirale logaritmica,

    che

    si avvolge

    in

    senso orario attorno all'origine

    (fiS. 21-4).

    Solo

    in

    questo

    caso, e non negli

    altri,

    si

    pu

    parlare di autosimilitudine: infatti

    z(t

    *

    T)

    :

    z(t)

    e-t/zr

    perch

    il

    termine

    "-iat

    ha

    periodo 2r

    f

    a

    -

    T.

    Dunque dopo

    il

    tempo

    ?

    posizione

    e

    velocit si riproducono

    con una riduzione

    in

    scala,

    ecc.

    Come

    si

    ricava

    c

    dalla

    (24-17)?

    Sarebbe

    sbagliato

    prendere

    semplicemente

    la

    parte

    reale,

    perch

    non

    immaginario

    puro.

    Se

    scriviamo

    le due relazioni

    z

    :

    c*,\ u

    * ,

    \*

    z

    -r+^u

    invece

    I'integrale

    z:

    z\e

    generale

    dalla

    (24-9)

    -

    4r.,,6

    t

    24-8

  • 7/25/2019 Elio Fabri-Appunti Di Fisica Generale I. 3 (1992)

    34/93

    ed eliuniamo

    u. troviamo

    (24-r2)

    Si noti

    che

    in realt

    nella

    (24-12)

    entrano

    tutt'e

    due le

    soluzioni,

    esattamente

    come

    nella (24-70),

    attraverso z

    e z*.

    Possiamo semplificare

    la

    (21-

    12)

    se

    scriviamo in modo diverso la relazione

    fra

    z, r e u,.

    Invece

    di z

    -

    r

    -f

    ),u

    poniamo

    .a0

    (r

    \

    ';

    \

    *"/

    (questa

    non

    che

    la

    vecchia

    z

    moltiplicata

    per ic....'6

    l"o):

    allora

    si

    verifica,

    gio-

    cando

    un

    po'

    con

    i

    numeri

    complessi,

    che

    in

    luogo della (24-12)

    vale

    x

    :

    frz

    (24-13)

    (qui

    ft

    sta

    per

    "parte

    reale")

    e

    che

    perci

    le

    (2a-6)

    si ottengono

    prendendo

    zg

    -

    AsiP.

    E

    chiaro che anche

    con

    la nuova definizion

    e

    tli z resta

    valida

    l'equazione

    diffe-

    renziale

    (24-9),

    e

    perci

    la sua

    soluzione

    (21-11).

    Osserviamo

    che

    dalla

    (24-LI)

    si ricava immediatarnente

    lrrl'

    :

    lzol'

    "-",

    che

    fa

    pensare

    all'andamento

    nel

    tempo dell'energia, dato dalla

    (24-8).

    La

    cosa

    non

    casuale: infatti

    ,.2 /d , ,.2

    l,l,

    -

    zz*

    :

    #

    (;

    *")

    (^.

    u,)

    :3k,

    +u2

    +

    ,"r.

    Gi

    sappiamo che

    12

    *

    u2

    proporzionale

    all'energia;

    il

    terzo

    termine

    poco

    importante per

    due

    ragioni:

    -

    sempre

    piccolo

    se

    7

    (

    o.ro

    -

    un termine oscillante,

    il

    cui valor

    medio di

    secondo

    ordine

    inlf

    ".s.

    Possiamo

    dunque

    dire che

    in

    sostanza

    lzl2

    misura I'energia dell'oscillatore

    (a

    parte

    un fattore costante).

    Riflessione

    finale

    Abbiamo visto

    che

    in

    questo

    problerna

    nrolto utile

    usare

    numeri complessi,

    grazie

    ai

    quali

    abbiamo

    ridotto

    il

    sistenra

    di

    equazioni

    differenziali

    a una

    sola

    eqrrazione

    di

    primo

    ordine;

    abbiamo anche'visto

    che si finisce sempre

    per

    cadere

    in

    urra

    soluzione

    di tipo

    esponenziale.

    naturali:

    chiedersi

    il

    perch

    di

    qrresti

    fatti.

    24-,9

  • 7/25/2019 Elio Fabri-Appunti Di Fisica Generale I. 3 (1992)

    35/93

    Si

    potrebbe

    credere che la riduzione di

    due equazioni a una sola,

    ma

    con

    incognita

    complessa,

    dipenda

    dal fatto

    che

    un

    numero

    complesso

    equivale

    a due

    reali,

    ma non

    cos;

    lo

    stesso

    risultato

    vale

    per

    sistemi

    di

    equazioni

    differenziali

    di

    qualsiasi

    ordine

    e

    in

    qualunque

    numero,

    purch

    lineari:

    la,

    linearit,

    il

    fattore

    decisiao.

    Osserviamo

    che

    nel piano delle

    fasi

    (r,

    u)

    il

    campo

    w

    delle

    velocit

    dipende

    iinearmente

    dal

    vettore

    posizione

    r: possiamo vedere questa

    dipendenza

    lineare

    come

    una

    matrice:

    (+\:(

    o

    ,.)f"l

    \u/ \-,,r0

    -1

    / \u/

    o in

    forma

    pi

    astratta:

    w

    -

    [Jr.

    Il calcolo che

    abbiamo

    fatto

    stato

    semplicemente la ricerca degli autouettori

    di

    t/.

    Sia

    infatti

    11

    un autovettore:

    abbiamo chiamato

    -.\o.rs

    il

    corrispondente

    autovalore, avendo

    cos

    ir :

    [/rr

    -

    -.c.',sr1,

    (24-11)

    e

    da

    qui

    segue tutto

    il

    resto.

    C'

    solo

    un

    problema:

    non

    affatto detto che

    una

    matrice reale

    abbia sempre

    autovettori

    e

    autovalori: I'equazione che

    deterrrrina

    gli

    autovalori pu

    avere radici complesse. Ecco dove

    entrano in modo determinante

    i

    numeri complessi: ci assicurano

    la

    possibilit

    di

    trovare

    gli

    autovalori (almeno

    uno).

    Se

    due o

    pir

    radici

    coincidono

    -

    caso

    critico

    -

    nascono

    altri

    problemi,

    come

    abbiamo

    visto: problemi che si

    risolvono,

    ma

    non

    possiamo qui

    entrare in

    dettagli.

    Lo scalare

    z:

    x

    *

    \u

    una componente

    del vettore r:

    (r,u)

    del

    piano

    delle

    fasi nella

    base

    formata dagli autovettori

    di

    t/.

    Sfortunatamente

    il

    prezzo

    per questa

    semplificazione che bisogna

    lavorare

    in

    uno

    spazio vettoriale

    sul

    corpo

    complesso,

    altrimenti

    gli

    autovettori

    in

    generale

    non esistono.

    Dalla

    (24-II)

    gia

    si

    vecle

    che

    la

    soluzione

    sar.

    un'esponenziale,

    ma anche

    per

    questo

    c'

    un motivo

    pir

    profondo.

    La

    (24-11)

    un'equazione

    di primo

    ordine,

    per

    cui

    lo spazio

    vettoriale delle

    sue soluzioni unidimensionale: trovato un

    in-

    tegrale

    particolare,

    tutti

    gli

    altri

    sono

    multipli

    di

    quello,

    con un

    fattore costante.

    D'altra

    parte

    il

    sistema

    autonomo, il

    che

    vuol

    dire che

    se

    r(f

    )

    una

    soluzione,

    anche

    r(t

    -

    r)

    lo ,

    per

    ogni

    r:

    dunque

    r(

    -

    r)

    si

    ottiene

    da

    r(f

    )

    moltiplicandolo

    per

    una

    costante.

    Ora

    la

    sola

    funzione

    che

    goda

    di

    questa propriet

    proprio

    I'esponenziale

    Riassumendo: I'intervento

    dei

    numeri

    complessi

    motivato dalla

    necessit

    di trovare autovettori deila matrice

    U

    che compare

    a secondo

    membro

    di

    un

    sistema

    differenziaJe lineare;

    la comparsa dell'esponenziale

    deriva

    dalla

    sua

    pro-

    priet

    caratteristica, di

    moltiplicarsi

    per

    un fattore

    costante

    per

    effetto di una

    traslazione.

    Dobbiamo

    perci

    aspettarci

    la

    stessa

    sitrrazione tutte

    le

    volte

    che

    incontreremo un

    sistema

    autonomo lineare, anche al

    di

    fuori della

    meccanica.

    24-70

    n

  • 7/25/2019 Elio Fabri-Appunti Di Fisica Generale I. 3 (1992)

    36/93

    24a.

    Simmetrie

    e

    invarianze

    Abbiarno

    gi

    avuto

    occasione

    nei

    cap.

    precedenti

    di

    mettere

    in

    evidenza

    alcune

    propriet di

    simmetria

    dei sistemi

    in

    esame.

    Vogliamo

    dedicare

    questo

    capitolo

    a

    una

    discussione

    dell'argomento

    da un

    punto

    di

    vista

    un

    po'

    pir

    gene-

    ra-le.

    Simmetria e

    invarranza

    b"t

    "

    cominciare

    precisando

    i termini

    che

    adotteremo;

    infatti

    in

    questo

    argomento,

    che

    pure

    riveste

    grandissima

    import,anza

    nella

    fisica

    moderna,

    non

    c' sempre

    accordo sull'esatto

    significato

    delle

    parole che

    si usano.

    Chiarnererno

    trasformazione

    di

    simmetria

    (o

    brevemenle

    sirnrnetria)

    una

    qualsiasi trasformazione

    alla

    quale

    verranno

    assoggettate

    le grandezze

    fisiche

    del

    sistema.

    Esempi

    di simmetrie

    che

    abbiamo

    gi

    incontrato

    sono le

    traslazioni

    tem-

    porali,

    le rotazioni,

    Ie

    riflessioni

    (destra-sinistra),

    il

    passaggio

    da

    un

    riferimento

    inerziale

    a un

    altro,

    ecc.

    Diremo

    invece inaarianzo un

    particolare comportamento

    del

    sistema

    per

    effetto di una

    trasformazione

    di simmetria:

    abbiamo

    visto ad

    es.

    che

    un sistema

    autonomo

    invariante

    per

    traslazioni

    temporali,

    che

    molti

    sistemi

    sono

    invarianti

    per

    riflessioni,

    che

    il

    principio

    di relativit

    esprime

    f

    invarianza

    per la

    trasforma-

    zione

    fra

    riferimenti

    inerziali..

    .

    Dobbiamo

    ora

    precisare

    questi

    concetti.

    Riprendiamo

    in

    considerazione

    il

    primo

    esempio:

    le

    traslazioni temporali.

    Possiamo

    esprimerlo

    cos:

    eseguo

    un esperimento

    oBBi,

    e

    lo

    ripeto

    domani;

    in

    questo

    caso

    l'unico cambiamento

    sta nella

    grandezza

    tempo.

    Mi

    chiedo:

    i

    risultati

    dei due esperimenti saranno

    gli stessi? In

    termini formali,

    cio equivale

    a sostituire

    neile

    equazioni

    del

    fenomeno

    la variabile

    con

    t

    -

    r

    (simmetria)

    e

    vedere se

    le

    equazioni

    restano

    inalterate

    (inuarianza).

    Nei

    casi

    che

    abbiamo

    visto

    finora

    questo

    accade

    sempre,

    ma

    attenzone;

    ci non

    significa

    che

    siano

    invarianti

    le

    soluzioni, cio

    che sia

    u (f

    )

    -

    x(t

    -

    t)

    Ci

    aspettiamo

    solo che

    se e() una

    soluzione,

    lo

    sia anche

    r(t

    -

    r),

    ossia

    che

    I'ins'ieme

    d,elle

    soluzioni

    sia inuariante.

    Se

    I'esperimento

    la

    caduta

    di

    un

    sasso,

    "(t)

    +

    r(t

    -

    r),

    perch

    il

    sasso

    cade,

    e

    la

    sua

    r

    cambia

    nel tempo; ma

    se

    ,

    -

    lgt2

    una

    soluzione, lo

    anche

    * :

    trgU

    -

    r)2:

    iI

    sasso

    cadr

    allo

    stesso

    modo domani.

    Questo

    appare cos

    ovvio

    che non

    si

    vede

    come

    potrebbe essere

    diverso;

    eppure, a stretto

    rigore, se ad

    es.

    tengo

    conto

    della

    ftorza

    di

    marea

    prodotta dalla

    Luna, I'accelerazione

    di

    gravit

    cambia

    nel tempo

    e I'invananza

    non c'

    pir

    L

    n esempio

    pir

    banale: se

    sto

    facendo

    oscillare un

    pendolo, e la

    sua

    lunghezza

    dipende dalla

    temperatura, non

    potr

    aspettarmi

    invarianza

    se

    la

    temperatura

    cambia nel tempo,

    ecc.

    Abbiarno

    visto

    che

    rrei diagrammi di fase I'invarianza

    per

    traslazioni

    tem-

    porali

    si esprime nel

    fatto

    che non

    occorre introdurre il

    tempo

    come

    coordinata,

    24a-'1

  • 7/25/2019 Elio Fabri-Appunti Di Fisica Generale I. 3 (1992)

    37/93

    e

    che

    le

    curve

    integrali sono

    parametrzzate a

    rneno

    di una costante

    additi,aa

    arbitraria.

    f

    nvarianze

    delltoscillatore armonrco

    L'oscillatore

    armonico

    (ideale

    o smorzato)

    possiede

    I'invariaza

    per

    trasla-

    zioni temporali,

    ma

    non

    la

    sola.

    Il

    modo

    piu

    semplice

    per

    scoprirne

    altre

    di

    esaminare

    il

    campo delle

    velocit nel

    piano delle

    fasi. Dalla

    fig.

    24-t, e

    dalle

    corrispondenti

    equazionl

    (24-L),

    si

    vede che

    una rotazione di 180" attorno

    all'o-

    rigine,

    che

    equivale a cambiare

    segno

    tanto

    a

    r

    quanto

    ad

    u, lascia inalterato il

    campo

    di velocit,

    ossia le citate equazioni.

    In

    poche

    parole,

    la simmetria

    tt+-f)

    U

    t-+

    -U

    un'invarranza

    dell'oscillatore armonico

    (anche

    smorzato).

    Cio

    significa

    che se z(f)

    un moto

    possibile,

    lo

    anche

    -r(t)

    (ovviamente

    con

    altre

    condizioni

    iniziali).

    Ma

    cambiare

    r

    in

    -r

    significa

    invertire

    I'orienta-

    mento

    dell'asse

    r:

    l'invari

    anza che

    abbiamo trovata

    si esprime

    perci

    brevemente

    dicendo

    che

    per

    I'oscillatore armonico

    d,estra

    e

    sinistra

    sono

    equiualenti,.

    Ora ci

    possiamo

    chiedere:

    anche restando

    nei

    sistemi con

    un solr grado

    di

    libert,

    sar solo

    I'oscillatore

    armonico ad

    avere

    questa

    invarianza?

    Si vede

    facilmente

    che

    la

    risposta

    no:

    tutto

    quello

    che

    occorre

    che lafoma

    che

    agisce

    sia

    una

    funzione

    di,spari,

    della

    posizione e

    della

    velocit.

    Per

    chiarezza)

    ripetiamo

    in altra forma

    la

    conclusione

    cui

    siamo arrivati:

    tutte

    le volte

    che il

    punto

    materiale

    soggetto

    a

    una forza

    dispari,

    (nel

    senso

    detto sopra)

    accade

    questo:

    se

    a

    partire

    da certe condizioni

    iniziali r0,

    u0 risulta

    un

    certo moto

    *(t),

    siamo

    certi

    che

    partendo

    dalle

    condizioni

    iniziali

    opposte

    -lc1t -u0,

    avremo il

    moto descritto

    da

    -r(),

    che rimane a ogni

    istante

    simme-

    trico

    del

    primo.

    Possiamo dunque

    dire

    anche

    che

    I'invarianza consiste

    nel fatto

    che una

    data simmetria s'i

    conserua

    nel ternpo.

    E

    per

    questo

    motivo

    che

    nel

    gergo

    dei

    fisici

    di

    oggi

    si

    parla

    spesso

    di simmetrie

    conseruate.

    In

    particolare,

    se

    le

    condizioni iniziali

    sono esse

    stesse simmetrich"e

    (ossia

    invarianti

    rispetto

    alla trasformazione

    di

    simmetria

    considerata)

    la simmetria

    si

    deve mantenere.

    Nel caso dell'oscillatore

    armonico

    questa

    osservazione

    d,

    un

    risultato

    interessante,

    perch

    c' una sola

    condizione iniziale

    sirnmetrica:

    quella

    in

    cui il

    punto

    si

    trova nell'origine

    con velocit.

    nulla.

    Ne ricaviamo

    che

    l

    deve

    restare,

    cio che

    si

    tratta di

    una

    posizione

    di

    equilibrio. La

    cosa

    appare

    ovvia,

    ma

    utile

    scoprire

    che

    ci

    si

    pu arrivare

    con

    sole

    considerazioni

    di

    simmetria,

    e

    soprattuttc'

    vedere

    qual

    il

    modo

    esatto di condurre

    il

    ragionarnento.

    Ltinversione del tempo

    Esiste

    un'importante invarianza che

    posseclrrta

    dall'oscillatore

    armonico

    ideale.

    ma non

    rla

    quello

    srrrorzato:

    I'invarianza

    per

    inuersi,ane

    del

    tempo.

    Si

    24a-2

    $f

  • 7/25/2019 Elio Fabri-Appunti Di Fisica Generale I. 3 (1992)

    38/93

    tratta

    di una

    propriet

    cire abbianro

    gi

    discussa

    al Cap.

    2).,

    rna

    che

    ora inqua-

    clreremo

    nel

    discorso

    generale

    delle invarianze.

    La trasformazione

    di simmetria in

    questione

    t

    v-+

    -t,

    t

    t)

    y

    t+

    -?l,,

    (24a-I)

    Se

    dimentichiamo

    per

    un

    momento

    la

    trasformazione

    di

    f, nei

    piano

    delle

    fasi

    stiamo

    portando

    ciascun punto nel suo

    simmetrico

    rispetto

    all'asse

    fr)

    tLe- si vede

    dalla fig.

    2l-2

    che

    il campo

    w non

    resta

    invariato:

    la

    velocit,

    nel

    punto

    (*,

    -u)

    non la

    simmetrica

    di

    quella nel

    punto (r,u).

    Ricordiamo

    per

    che abbiamo

    invertito

    anche

    f : ci

    ha

    per effetto di cambiare

    segno

    a entrambe le componenti

    di

    w,

    e il

    risultato

    finale

    quello

    desiderato: sotto

    Ia simmetria

    (24a-\)

    iI

    campo

    delle

    aelocit,

    inaariante. La

    stessa cosa

    si

    vede anche

    direttamente

    guardando

    le equazioni

    (21-2).

    L'interpretazione

    fisica

    di

    questa

    invarianza

    quella

    che

    nel

    Cap"

    22

    ab-

    biamo

    chiamata

    "reversibifit":

    naturale

    quindi

    che

    valga

    per

    I'oscillatore

    ar-

    monico ideale,

    che un

    sistema

    conservativo,

    e non

    per

    quello

    smorzato.

    Se

    infatti

    appiichiamo

    l'inversione

    del tempo

    all'oscillatore

    smorzato,

    troviamo

    che

    le traiettorie originarie,

    che sono

    spirali che

    si

    chiudono,

    si trasformano

    in

    spi-

    rali

    che si aprono:

    passiamo

    dunque da

    oscillazioni

    la cui

    ampiezza

    decresce

    nel

    tempo,

    a oscillazioni

    di

    ampiezza

    crescente.

    Si

    noti

    che

    il

    punto

    essenziale non

    che

    che negli

    oscillatori reali

    I'arnpezza sia sempre

    decrescente, ma

    solo

    che

    la

    simmetria

    in

    questione

    ci

    porta

    da

    un certo

    sistema

    (l'oscillatore

    smorzato)

    a

    uno

    diverso:

    dunque non s'i tratta

    d,i

    un'inuarianza.

    Esercizio

    1:

    Quali

    delle

    invarianze fin

    qui

    discusse

    valgono

    per

    ii

    pendolo (anche

    al di

    l

    delle

    piccole

    oscillazioni)?

    Esercizio

    2:

    possibile

    trovare

    simmetrie

    che

    sono invarianze

    dell'oscillatore

    armonico,

    ma non del

    pendolo?

    (La

    risposta

    pu

    essere intuita

    per via geome-

    trica,

    ma la

    sua

    discussione completa richiede la meccanica

    analitica, che

    esce

    dal

    nostro

    programma).

    Ltinvarianza per

    traslazioni spaziali

    Esistono ovviamente

    altre

    simmetrie

    che

    non

    sono

    invarianze

    per

    l'oscillatore

    armonico,

    ma

    lo

    sono

    per

    altri

    sistemi:

    r'ediamo

    un esempio.

    Consideriamo la traslazione spaziale

    (sempre

    limitandoci

    a

    una

    sola dimen*

    sione):

    re+r*a.

    chiaro

    che

    questa

    non un'invariantza

    per

    I'osciilatore

    armonico:

    infatti il

    campo

    delle

    velocit,

    ha un

    punto

    fisso,

    che

    non

    resta

    lo

    stesso se

    si

    esegue

    la

    traslazione.

    Pir

    in

    generale

    ci

    accade

    tutte

    le

    voite

    che esiste una forza, con una sola

    eccezione:

    se

    questa

    non

    dipende

    dalla

    po-sizione

    del

    punto

    materiale.

    Tutti

    gli

    24a-3

  • 7/25/2019 Elio Fabri-Appunti Di Fisica Generale I. 3 (1992)

    39/93

    esempi visti

    al

    C.p.

    20, escluso

    I'oscillatore

    armonico,

    rientrano in

    questa

    classe,

    come

    mostrano

    le

    figure 20-4,20-6,20-8,

    20-10,

    dalle

    quali

    si vede

    che

    il

    campo

    delle

    velocit

    resta

    invariato

    per

    una traslazione

    della r.

    Le figure

    20-5,20-7,,

    20-9r

    20-11 mostrano la stessa

    cosa

    per

    le

    traiettorie di fase.

    Per

    maggior chiarezza,

    ripeliamo

    in

    parole

    il

    significato

    dell'invarianza

    per

    traslazioni spaziali,

    considerando ad

    es.

    il

    caso

    della caduta

    dei

    gravi.

    Possiamo

    usare

    il

    solito principio

    del taccuino:

    se

    due

    fisici

    eseguono

    un

    esperimento

    di

    caduta dei gravi, in due laboratori

    posti a

    diversa

    aJtezza,

    i

    loro

    appunti

    sono

    indistinguibili.

    Si

    capisce

    anche

    che abbiamo

    dovuto trascurare

    la

    variazione

    della orza

    di

    gravit

    con

    la

    quota:

    a

    stretto

    rigore i due

    esperimenti daranno

    risultati leggermente diversi,

    il che

    vuol dire

    che

    I'invarianza

    solo

    approssi-

    mata.

    fff

    24a-4

  • 7/25/2019 Elio Fabri-Appunti Di Fisica Generale I. 3 (1992)

    40/93

    25.

    Oscillazioni forzate e risonanza

    Abbiamo

    visto

    nel

    Cap.

    2I

    che

    I'oscillatore armonico

    costituisce una buona

    approssimazione

    per

    le

    piccole oscillazioni

    dei

    pir

    svariati

    sistemi; nel

    Cap. 24

    abbiamo

    invece

    osservato

    che nei

    sistemi fisici reali

    sono

    quasi

    sempre

    presenti

    tone non conservative.

    che

    provocano

    lo

    smorzamento

    delle oscillazioni. Tuttavia

    anche

    molto

    frequente, sia

    nella

    realt

    naturale, sia

    nelle

    applicazioni

    tecniche

    e scientifiche,

    una situazione diversa:

    un

    sistema oscillante, che

    di

    per

    s

    sarebbe

    smorzato, viene

    mantenuto

    in

    movimento

    grazie

    a

    forze esterne,

    che

    forzano

    I'oscillazione.

    Esempi:

    -

    il

    pendolo o

    il

    bilanciere di

    un

    orologio meccanico

    (se non

    ci dimentichiamo

    di

    caricarlo)

    -

    la

    colonna

    d'aria

    in

    un flauto

    --

    i

    circuiti

    di

    sintonia

    di un radioricevitore

    -

    il

    campo

    elettromagnetico

    nella

    cavit di un

    N{ASER,

    rifornito

    di

    energia

    dagli

    atomi eccitati

    che I'attraversano...

    Ltequazione

    differenziale

    Possiamo

    schematizzae

    la

    situazione

    come segue:

    un

    oscillatore

    armonico

    smorzato

    assoggettato

    a

    una

    forza

    esterna

    ,

    -

    *f

    cosrlf

    (con

    u.r1

    in

    generale

    diversa

    sia da

    c.r.rs,

    sia

    da

    t,,'). Se

    inizialmente l'oscillatore

    fermo,

    si metter in

    moto,

    oscillando

    con

    arnpiezza crescente

    (la

    forza

    esterna

    fa lavoro positivo,

    os-

    sia

    qualche

    sistema esterno cede

    energia

    all'oscillatore)

    finch I'energia

    dissipata

    dalla

    resistenza

    di

    attrito

    (che

    fa

    lavoro negativo) compensa

    quella

    guadagnata.

    Si

    arriva

    cos

    a

    un

    regime stazionario,

    ossia

    a

    un'oscillazione

    cli

    ampiezza co-

    stante

    alla

    frequeLZa

    ay" \tedremo ora come

    si ritrova

    rigorosamente quanto

    abbiamo asserito

    in

    forma intuitiva;

    ma

    dobbianr.o

    prima formulare esattamente

    il

    problema

    matematico.

    Per cambiare.

    partiremo questa

    volta

    dall'equazione

    del

    moto

    scritta per

    la

    coordinata ,

    come

    equazione

    differenziale

    di

    secondo

    ordine:

    i*ti*ufir

    -

    f

    cosufi.

    (25-1)

    Questa

    equazione,

    che

    naturalmente

    valida

    per

    qualsiasi

    possibile

    moto

    del

    no-

    stro

    oscillatore

    forzato,

    ancora

    lineare

    ma.

    non

    pi

    omogeneal causa la

    presenza

    del

    termine

    forzante

    a

    secondo

    mernbro. Sempre a causa

    dello

    stesso

    termine.,

    il

    sistema non

    pi

    autonon'Lo.

    Che

    cosa

    possiamo

    dire

    in

    generale

    delle soluzioni della

    (25-1X

    Siano

    r(t),

    hz(t) due integrali

    particolari:

    non

    pir

    vero

    che

    ah1

    *

    bhz

    ancora

    soluzione

    per

    o

    e

    b

    qualsiasi,

    ma solo

    se a

    *

    b: 1

    (verificare )

    Molto

    pir

    inte-

    ressante

    pero

    un

    altro

    fatto:

    ht

    -

    2

    non

    soddisfa

    la

    (25-1),

    bens

    l'equazione

    ornogenea associata;

    (25*2)

    25-"1

    il+^lrfu,'frr:0,

  • 7/25/2019 Elio Fabri-Appunti Di Fisica Generale I. 3 (1992)

    41/93

    ossia

    queUa

    dell'oscillatore smorzato libero" Di

    pir,

    vale anche

    il

    viceversa:

    se h6()

    una soluzione della

    (25-2),

    allora

    ho

    *

    h1 soluzione della (25-1).

    Abbiamo

    dunque dimostrato il

    Teorema:

    L'integrale

    generale

    della

    (25-1)

    si

    ottiene sommando

    un'integrale

    par-

    ticolare all'integrale generale

    dell'equazione

    ornogenea associata (25-2).

    Osservazione:

    Dal

    ragionamento

    fatto

    si

    capisce

    che

    il

    teorema

    vale

    per

    qualsiasi

    sistema

    di

    equazioni

    differenziali lineari non

    omogenee, e

    anche

    se

    il

    termine

    forzante

    non ha andamento sinusoidale.

    Attenzione:

    Non

    bisogna

    commettere

    I'errore di

    credere

    che

    per

    trovare

    la

    solu-

    zione

    che

    soddisfa

    determinate

    condizioni iniziali

    si debba

    prima

    scegliere

    I'inte-

    grale particolare

    dell'equazione

    omogenea

    che soddisfa

    quelle

    condizioni iniziali,

    e a

    questo

    sornma.re I'inregrale

    particolare

    dell'equazione non

    omogenea.

    Al con-

    trario,,

    prima

    si

    deve

    scrivere I'integrale

    generale dell'equazione non

    omogenea,

    e

    poi

    imporre a

    questo

    le

    condizioni

    iniziali.

    Esempio

    (banale):

    Se

    le condizioni

    inizia