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Efficacia e sicurezza della terapia insulinica sottocutanea Roberta Rapetti Bologna 13 maggio 2018

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Efficacia e sicurezza della terapia

insulinica sottocutanea

Roberta Rapetti

Bologna 13 maggio 2018

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La sottoscritta Rapetti Roberta ai sensi dell’art. 3.3 sul Conflitto di Interessi, pag. 17 del Reg. Applicativo dell’Accordo Stato-Regione del 5 novembre 2009, dichiara che negli ultimi due anni NON ha avuto rapporti diretti di finanziamento con soggetti portatori di interessi commerciali in campo sanitario.

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Agenda

• Tecnica iniettiva

• Complicanze

• Devices

• Norme di sicurezza

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Agenda

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• Devices

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La terapia insulinica per via sottocutanea in regime basal

bolus, con analoghi a breve durata d’azione e analoghi a lunga

durata d’azione, rappresenta nei pazienti affetti da

diabete, ospedalizzati e non, nei soggetti anziani e

vulnerabili, ad esclusione di quelli critici e in terapia con

antidiabetici orali, il trattamento gold standard.

A.Franchin et al, The GesTIO protocol experience: safety of a standardized order set for subcutaneous insulin regimen in elderly hospitalized patients. Aging Clin Exp Res.2017.

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La tecnica iniettiva prevede la scelta del dispositivo e dell’ago, la rotazione delle sedi di iniezione, la manipolazione e la conservazione dell’insulina, la procedura con cui inserire l’ago nella cute, la durata dell’iniezione, la manipolazione della cute prima e dopo l’iniezione.

Standard Italiani per la Cura del Diabete – 2016, AMD, SID

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La pelle ha una vascolarizzazione scarsa che non garantisce un assorbimento costante e omogeneo

dell’insulina, mentre il tessuto sottocutaneo consente all’insulina un ottimale deposito e

assorbimento.

Cenni di anatomia: cute e sottocute

Sandro Gentile, Giuseppina Guarino, Giampiero Marino, Felice Strollo, Unmet Needs della Terapia Insulinica L’iniezione d’insulina, ovvero un problema dimenticato, AMD Pacini Editore, 7

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Adulto: Addome (entro confini delineati) Parte laterale superiore delle cosce Parte laterale dei glutei e fianchi Faccia posteriore del braccio

Aree corporee dove iniettare l’insulina

Sandro Gentile, Giuseppina Guarino, Giampiero Marino, Felice Strollo, Unmet Needs della Terapia Insulinica L’iniezione d’insulina, ovvero un problema dimenticato, AMD Pacini Editore, 7

Gli analoghi (ad azione rapida e basali) possono essere somministrati nel periodo peri-prandiale e iniettati in corrispondenza di qualunque sito, perché il loro assorbimento non è sito-dipendente.

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-Per un assorbimento ottimale, l’insulina va iniettata nel tessuto sottocutaneo, pertanto è opportuno scegliere la lunghezza dell’ago.

-Utilizzare, quando possibile, un ago da 4 mm ×32 G.

-Aghi corti, sottili e siliconati consentono una penetrazione più facile e meno dolorosa nei tessuti.

Sandro Gentile, Giuseppina Guarino, Giampiero Marino, Felice Strollo, Unmet Needs della Terapia Insulinica L’iniezione d’insulina, ovvero un problema dimenticato, AMD Pacini Editore, 7

Lunghezza dell’ago

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- Gli aghi corti , 4 mm, vanno inseriti nella pelle con un angolo di 90°. -I pazienti che usano penne con aghi da 6-8 mm o siringhe con aghi di 12.7 mm, devono inserire l’ago a ° in una plica di pelle sollevata delicatamente con l’altra mano. La manovra del pinching va effettuata delicatamente evitando di sollevare con la pelle anche il tessuto muscolare sottostante.

Indicazioni sulla modalità di angolazione dell’ago rispetto alla cute

Sandro Gentile, Giuseppina Guarino, Giampiero Marino, Felice Strollo, Unmet Needs della Terapia Insulinica L’iniezione d’insulina, ovvero un problema dimenticato, AMD Pacini Editore, 7

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Una tecnica di somministrazione non adeguata può condurre a complicanze sia a livello locale che sistemico, pertanto risulta importante che le persone affette da diabete ricevano un’educazione in merito all’autogestione della patologia al momento della diagnosi e che questa venga mantenuta in seguito per ottenere il maggior beneficio.

T.Pelcl M.Prázný Insulin application techniques in adult patients with diabetes Vnitr Lek. 2016 Summer;62(6):486-90

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T.Pelcl M.Prázný Insulin application techniques in adult patients with diabetes Vnitr Lek. 2016 Summer;62(6):486-90

Lipo-distrofia

La lipodistrofia, un disordine del tessuto adiposo, è una delle complicanze più comuni dell’iniezione di insulina per via sottocutanea e può presentarsi sia come lipo-ipertrofia, cioè accumulo e accrescimento di grasso, sia come lipo-atrofia, ovvero una diminuzione del tessuto adiposo.

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Gentile S. et Al, Skin complications of insulin injections: A case presentation and a possible explanation of hypoglycaemia, Diabetes Res Clin Pract 2018 in press

Area lipo-ipertrofica

Area lipo-atrofica

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Franchini A et al, The GesTIO protocol experience: safety of a standardized order set for subcutaneous insulin regimen in elderly hospitalized patients. Aging Clin Exp Res.2017.

Il trattamento delle lipo-distrofie è basato su diversi aspetti tra i quali: educazione dei pazienti ad una corretta tecnica iniettiva; addestramento a riconoscere ed evitare le aree lipo-distrofiche; controllo sistematico delle aree di iniezione; rieducazione e verifica periodica dei pazienti che presentano lipo-distrofie.

Terapie diverse restano di scarso significato e solo in casi particolari si può ricorrere alla chirurgia.

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ANìMO CARE SHEET Le lipodistrofie associate alla pratica iniettiva

a cura di Rapetti Roberta, Lo Burgio Ignazia, Bertoncini Fabio, Di Berardino Stefania, Tesei Letizia

Che cosa sappiamo L’Istitute for Safe Medication Practice (ISMP2003) del Canada definisce l’insulina come uno dei cinque principali farmaci ad alto rischio , gli errori di dosaggio e somministrazione possono, infatti, causare gravi eventi negativi.1 •Le persone con diabete possono sviluppare un aggiuntivo rischio metabolico , correlato ad un imprevedibile, variabile e/o accelerato assorbimento dell’insulina se iniettata in modo scorretto e/o con aghi troppo lunghi in aree inidonee e/o in noduli lipodistrofici.2 •Il 64% dei pazienti con terapia insulinica sviluppa lipodistrofia; il 39,1% dei pazienti con lipodistrofia manifesta inspiegabili episodi di ipoglicemia e il 49,1% mostra un ampia variabilità glicemica.

3 •La principale complicanza della tecnica iniettiva da insulina è rappresentata dalla formazione di lipodistrofie, che si presentano come zone addensate, di consistenza gommosa, sporgenti sulla superficie cutanea, rilevate nella sede in cui vengono regolarmente praticate le iniezioni.4 Le lipodistrofie possono essere classificate in due forme: 1) lipo - atrofie: aree depresse della cute per assottigliamento del sottocutaneo; l’aspetto è quello di un avvallamento del tessuto adiposo; 2) lipo-ipertrofie sono aree in cui il tessuto sottocutaneo è aumentato di volume e di consistenza, appaiono come noduli o piastroni di dimensioni molto variabili (visibili o solo palpabili); se visibili, l’aspetto è quello di un rigonfiamento del tessuto adiposo, a volte anche molto evidente.5 •La corretta rotazione del sito d’iniezione sembra essere il fattore rilevante al fine di prevenire l’insorgenza di lipodistrofia; tra i pazienti che hanno correttamente ruotato siti, solo il 5% ha presentato lipodistrofia mentre tra coloro che hanno sviluppato lipodistrofia si è evidenziato che il 98% non variava il sito iniettivo e/o lo ruotava in modo errato, sia con penna che con siringa.3 •Lo sviluppo di lipodistrofia, è possibile anche con sistemi di infusione continua di insulina. La sua esatta eziologia non è del tutto chiara, anche se sono vari i fattori in causa, tra cui:traumi ripetuti da iniezioni fatte in zone molto circoscritte, riutilizzo dell’ago, alti dosaggi di insulina che agirebbero sul tessuto adiposo come fattore di crescita.3 La presenza di zone lipodistrofiche rappresenta non solo un disagio estetico, ma è anchefonte di una variabilità glicemica ed inattese crisi ipoglicemiche che a lungo andare causano nella persona affetta da diabete paure e scarsa aderenza alla terapia.6 Un’adeguata procedura iniettiva risulta essenziale per ottenere un ottimale assorbimento dell’insulina che deve essere praticata nel tessuto sottocutaneo e non nel derma o nel muscolo; pertanto l’uso di metodologie educative al momento della diagnosi e ai successivi follow up, costituiscono un punto cardine per sviluppare abilità e competenze nella persona affetta da malattia diabetica7 L’assorbimento degli analoghi dell’insulina, contrariamente all’insulina umana, non varia in funzione della profondità raggiunta nel sottocute, ma risulta prioritario, al fine di mantenere aree cutanee sane, variare i siti di iniezione, distanziando una puntura dall’altra di circa 1-2- cm e procedendo sistematicamente a utilizzare tutta la superficie di un’area prima di passare ad altra.7 •In Italia non sono ancora in commercio siringhe per la somministrazione dell’insulina con aghi di lunghezza inferiore a 8 mm e il loro utilizzo aumenta il rischio di iniezioni intramuscolari se non sono praticate con la corretta tecnica del pizzicotto e/o con angolazione dell’ago posto a 45° rispetto alla cute.6 Per tale ragione è da preferire l’utilizzo di penne con ago 4 mm x 32G per minimizzare il rischio di iniezione intramuscolare. Anche il diametro (G) e l’affilatura dell’ago sono elementi rilevanti per l’accettazione della terapia.6 •Poiché la somministrazione insulinica è un atto quotidiano, esiste il rischio che venga effettuata in maniera superficiale e spesso non corretta, sottovalutando l’impatto di errori nella modalità di somministrazione sulla variabilità glicemica e sul compenso metabolico.8 •Le attuali evidenze scientifiche sottolineano l’importanza di come effettuare una corretta iniezione insulinica e quali sono i più comuni errori di comportamento, nello specifico: •mancata rotazione delle sedi di insulina; •uso di insulina fredda; •alte dosi di insulina; •aghi troppo lunghi.6

Che cosa fare • Utilizzare aghi 4 mm x 32Gperpendicolare senza pizzicotto. Tali aghi causano minore dolore e disagio ai pazienti comportando migliore accettazione e aderenza alla terapia egarantendoun assorbimento ottimale dell’insulina in tutti i pazienti, compresi quelli obesi.6 •Utilizzare sempre la tecnica del pizzicotto e/o con angolazione dell’ago posto a 45° rispetto alla cute in qualunque sede corporea , quando si utilizzano siringhe con aghi superiori a 4mm per minimizzare il rischio di iniezione intramuscolare . Oggi nel nostro paese non sono in commercio siringhe per la somministrazione dell’insulina con aghi di lunghezza inferiore a 8 mm, per tale motivo è da preferire l’utilizzo di penne con ago 4 mm x 32G.6 •Utilizzare la tecnica del pizzicotto in soggetti particolarmente magri.6 •Ruotare le sedi di iniezione su ampie superfici, non riutilizzare lo stesso ago più volte, e introdurre l’ago con un’angolazione a 45° rispetto alla cute - se si utilizzano aghi di lunghezza superiore ai 4 mm.Uno schema di rotazione di comprovata efficacia consiste nel suddividere il sito di iniezione in quadranti, iniettando l’insulina con una sequenza di punture regolarmente distanziate tra loro di almeno 1 cm all’interno di ciascun quadrante, al fine di evitare traumi ripetuti nella stessa sede.6 •Non somministrare insulina in aree lipodistrofiche poiché ne verrebbe alterata la farmacocinetica e la farmacodinamica, provocando assorbimento variabile e imprevedibile e influenzando il compenso glicemico.6 •Monitorare e/o ridurre le dosi d’insulina nel passaggio dell’iniezione da una zona lipodistrofica a una zona sana, perché l’assorbimento risulta migliorato. La riduzione della dose insulinica varia da individuo a individuo e deve essere guidata da un’intensificazione dell’automonitoraggio glicemico.6 •Non massaggiare o strofinare la zona dopo l’iniezione.9 •Smaltire le siringhe monouso così come gli aghi per penne da insulina dopo ogni iniezione e non riutilizzarli.6 •Ricercare e identificare le lipodistrofie con l’ispezione e la palpazione sistematica di tutte le sedi di iniezione.5 •Ispezionare i siti di iniezione, meglio se con luce tangenziale, che consente di evidenziare irregolarità, avvallamenti e/o rigonfiamenti della cute.5 •Verificare la presenza di asimmetrie tra i due lati, che suggeriscono l’abitudine inconsapevole del paziente di preferire alcuni siti, in relazione anche alla comodità di uso della mano dominante.5 •Sensibilizzare il paziente alla verifica periodica delle sedi d’iniezione, con autopalpazione, che rappresenta una componente essenziale dell’azione educativa sulla corretta tecnica iniettiva.5 •Considerare l’educazione al paziente che si autosomministra terapia inettiva, come un processo continuo.10 •Guidare la persona nella scelta del dispositivo e della sede iniettiva, attraverso una valutazione preliminare e mediante il counselling.11

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A 4-mm Needle Reduces the Risk of Intramuscular

Injections Without Increasing Backflow to Skin Surface in Lean Diabetic Children and Adults

Obiettivo: comparare l’uso di aghi 4 mm con aghi di 6 mm (con dispositivo penna) in una popolazione composta da 21 bambini e 32 adulti.

I siti di iniezione erano rappresentati da addome e coscia.

Risultati: la somministrazione sottocutanea con aghi da 4 mm è risultata statisticamente superiore rispetto a quella con aghi da 6 mm sia nell’addome che nella coscia.

In particolare, si è evidenziato che l’iniezione nell’addome è stata sempre eseguita sottocute in tutti gli adulti quando effettuata con aghi da 4 mm.

Niels H. Birkebae Diabetes Care, volume 31, number 9, september 2008

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Gli elementi chiave per ottenere i migliori risultati clinici e guadagnare la massima aderenza degli utilizzatori sono rappresentati da:

accuratezza e ripetibilità della dose

facilità di utilizzo

preferenza dei pazienti

Standard Italiani per la Cura del Diabete – 2016, AMD, SID

FLACONE o PENNA?

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Penna - limiti Flacone - limiti

Numero elevato di penne sul carrello della terapia

Rischio di una non corretta asepsi

Necessità di etichettare la penna Necessità di essere manipolato in un’area protetta e dedicata

Penna - potenzialità Flacone - potenzialità

Utile per educazione terapeutica nella fase pre-dimissione

Minori rischi di punture accidentali

Sicurezza della dose somministrata Riduzione degli sprechi

Continuità terapeutica per chi già ne fa uso a domicilio

Non richiede formazione specifica

Maggiori garanzie in termini di asepsi Utilizzo per più pazienti

Grissinger M. Avoiding problems with insulin pens in the hospital. P & T : a peer reviewed journal for formulary management. 2011;36: 615-6

Steward D et al. An avoidable cause of false home glucose measurement. Diabetes Care. 2001;24:794

Costigliola V, Frid A, Letondeur C, Strauss K. Needlestick injuries in European nurses in diabetes. Diabetes Metab. 2012 Jan;38 Suppl 1:S9-14

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• Le penne appaiono più adatte per la terapia domiciliare

• Il flacone appare più adatto durante il ricovero ospedaliero

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In accordo con la Direttiva Europea 2010 e le norme di sicurezza adottate negli stati membri, tutte le pratiche iniettive svolte per la gestione del diabete da personale sanitario in ambienti in cui si presta assistenza vanno praticate esclusivamente con dispositivi di sicurezza, per minimizzare il rischio di puntura accidentale e per garantire la tutela della salute degli operatori, dei pazienti e dei loro familiari in tutte le fasi di utilizzo, fino allo smaltimento dei pungenti.

Raccomandazioni per una corretta tecnica iniettiva e per la prevenzione delle liposistrofie e del rischio di punture accidentali, AMD, SID, OSDI, 2016

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Entrambe le estremità dell’ago devono essere protette; Il meccanismo di protezione deve essere precoce e attivabile in modo automatico da parte dell’operatore sanitario; Il meccanismo di protezione non deve essere rimovibile e non deve generare rischi aggiuntivi.

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Take home messages

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• La tecnica di somministrazione sottocutanea dell’insulina è fondamentale per evitare le lipo-distrofie e l’ipoglicemia.

• L’utilizzo di aghi corti mm è preferibile per ridurre il rischio di iniezioni intramuscolari e quindi il rischio di ipoglicemia.

• Le penne sono più indicate per l’uso domiciliare per la maggiore facilità di impiego e per la sicurezza nella dose somministrata.

• I flaconi sono più adatti ad essere utilizzati in ospedale per il minor rischio di punture accidentali e la riduzione degli sprechi.

• Le pratiche iniettive devono essere svolte utilizzando dispositivi di sicurezza.

• L’educazione rappresenta il punto cardine all’auto-gestione della terapia insulinica nei pazienti affetti da diabete.

• L'istruzione e il supporto per l'autogestione del diabete dovrebbero essere patient centered , ovvero rispettosi e rispondenti alle preferenze, ai bisogni e ai valori di ogni singolo paziente.

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Si dice sempre che il tempo cambia le cose, ma in effetti devi essere tu stesso a cambiarle .

Andy Warhol , libro La filosofia di Andy Warhol da A a B e viceversa