Edizione Speciale 17 Novembre

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FLICKR/ ROFI Lo sciopero dei soggetti in formazione Monica Usai Finanziaria In discussione l’ennesima finanziaria che taglia ai poveri per dare ai ricchi. Blitz del governo sulle scuole private, restituiti cento milioni al clero. Ancora tagli al diritto allo studio e all’edilizia scolastica.. Francia Da circa un mese studenti e lavoratori uniti nella lotta alla riforma delle pensioni di Sarkozy. Il governo alle strette prova ad uscire dalla crisi con un rimpasto ma le mobilitazioni continuano contro la precarietà e i tagli alla spesa pubblica Mobilitazione Le associazioni italiane e francesi lanciano l’appello europeo al grido di: Let’s stand up together! No alla crisi che taglia la spesa sociale e mercifica il sapere, mobilitiamoci per una vera società della conoscenza più libera e più giusta. Fermare il baratto, mandare a ca- sa il governo. Sono queste le paro- le d’ordine del movimento contro il ddl Gelmini, la riforma dell’uni- versità finita al centro della crisi della maggioranza parlamenta- re. Il governo precario guidato da Silvio Berlusconi, infatti, si sta di- speratamente aggrappando alla riforma per portare a casa, prima di cadere, almeno un risultato per i propri referenti sociali, dai baro- ni della Crui, a cui il ddl conferi- rebbe di fatto il potere assoluto, a Confindustria, a cui verrebbero spalancate le porte dei consigli di amministrazione degli atenei. Sono oltre 100 i cortei che gli stu- denti hanno annunciato per il 17 novembre, giornata studente- sca mondiale, e le iniziative si an- nunciano partecipate a conside- rare dal clima di questi giorni in scuole e università. Quasi la tota- lità delle scuole sono occupate a Genova e Trieste e autogestioni sono state proclamate dagli stu- denti in decine di scuole italia- ne. Assemblee straordinarie, pe- riodi di didattica alternativa nelle scuole, blitz degli studenti univer- sitari nelle mense per denuncia- re I tagli: sono tante le iniziative che negli ultimi giorni hanno ca- ratterizzato la protesta studen- tesca. “Chiediamo investimenti per l’edilizia scolastica, una legge nazionale sul diritto allo studio, innovazione nei metodi didatti- ci, maggiore democrazia e par- tecipazione nei processi decisio- nali nelle scuole, ma soprattut- to, vogliamo un modello radical- mente alternativo di scuola che già stiamo praticando dal bas- so nelle scuole in mobilitazione e che rivendichiamo in maniera or- ganica nel progetto di Altrarifor- ma.” afferma l’Unione degli Stu- denti. “Abbiamo già smascherato il taglio dei fondi sul diritto allo studio che lascerà a casa 150.000 borsisti” – fa eco LINk Coordina- mento Universitario, “ma siamo preoccupati anche per la discus- sione in parlamento del ddl Gel- mini, che rappresenta l’atto fina- le di distruzione delle nostre uni- versità” “Affiancheremo le nostre iniziative a quelle di tanti studen- ti in Europa che il 17 novembre si faranno sentire per veder garanti- to e ampliato il diritto allo studio per tutti”, dichiara la Rete della Conoscenza. “Manifestiamo il 17 Novembre, in Italia come in tutto il mondo, perchè siamo convinti che la conoscenza sia strumento di liberazione di tutti e tutte, per- chè crediamo che puntare su una scuola, un’università e una ricer- ca pubblica significhi riconoscer- ne lo straordinario valore sociale, l’unica possibilità per immagina- re un’uscita da tutte le crisi tesa al miglioramento delle condizio- ni di vita di ognuno”, conclude la Rete. Il governo è precario: licenziamolo Torniamo in edicola su Terra Venerdì 3 Dicembre Mercoledì 17 Novembre 2010 continua a pagina IV Lorenzo Zamponi continua a pagina IV Giornata di mobilitazione studentesca internazionale. In Italia cento piazze contro la finanziaria e le riforme della distruzione pubblica. E il governo nel frattempo cade... V III II

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In occasione della Giornata Mondiale di Mobilitazione studentesca Rete della Conoscenza è uscito in edizione speciale.

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Lo sciopero dei soggetti

in formazioneMonica Usai

Finanziaria in discussione l’ennesima finanziaria che taglia ai poveri per dare ai ricchi. Blitz del governo sulle scuole private, restituiti cento milioni al clero. Ancora tagli al diritto allo studio e all’edilizia scolastica..

FranciaDa circa un mese studenti e lavoratori uniti nella lotta alla riforma delle pensioni di Sarkozy. il governo alle strette prova ad uscire dalla crisi con un rimpasto ma le mobilitazioni continuano contro la precarietà e i tagli alla spesa pubblica

Mobilitazionele associazioni italiane e francesi lanciano l’appello europeo al grido di: let’s stand up together! No alla crisi che taglia la spesa sociale e mercifica il sapere, mobilitiamoci per una vera società della conoscenza più libera e più giusta.

Fermare il baratto, mandare a ca-sa il governo. Sono queste le paro-le d’ordine del movimento contro il ddl Gelmini, la riforma dell’uni-versità finita al centro della crisi della maggioranza parlamenta-re. Il governo precario guidato da Silvio Berlusconi, infatti, si sta di-speratamente aggrappando alla riforma per portare a casa, prima di cadere, almeno un risultato per i propri referenti sociali, dai baro-ni della Crui, a cui il ddl conferi-rebbe di fatto il potere assoluto, a Confindustria, a cui verrebbero spalancate le porte dei consigli di amministrazione degli atenei.

Sono oltre 100 i cortei che gli stu-denti hanno annunciato per il 17 novembre, giornata studente-sca mondiale, e le iniziative si an-nunciano partecipate a conside-rare dal clima di questi giorni in scuole e università. Quasi la tota-lità delle scuole sono occupate a Genova e Trieste e autogestioni sono state proclamate dagli stu-denti in decine di scuole italia-ne. Assemblee straordinarie, pe-riodi di didattica alternativa nelle scuole, blitz degli studenti univer-sitari nelle mense per denuncia-re I tagli: sono tante le iniziative che negli ultimi giorni hanno ca-ratterizzato la protesta studen-tesca. “Chiediamo investimenti per l’edilizia scolastica, una legge nazionale sul diritto allo studio, innovazione nei metodi didatti-ci, maggiore democrazia e par-tecipazione nei processi decisio-nali nelle scuole, ma soprattut-to, vogliamo un modello radical-mente alternativo di scuola che già stiamo praticando dal bas-so nelle scuole in mobilitazione e che rivendichiamo in maniera or-ganica nel progetto di Altrarifor-ma.” afferma l’Unione degli Stu-denti. “Abbiamo già smascherato il taglio dei fondi sul diritto allo studio che lascerà a casa 150.000 borsisti” – fa eco LINk Coordina-mento Universitario, “ma siamo preoccupati anche per la discus-sione in parlamento del ddl Gel-mini, che rappresenta l’atto fina-le di distruzione delle nostre uni-versità” “Affiancheremo le nostre iniziative a quelle di tanti studen-ti in Europa che il 17 novembre si faranno sentire per veder garanti-to e ampliato il diritto allo studio per tutti”, dichiara la Rete della Conoscenza. “Manifestiamo il 17 Novembre, in Italia come in tutto il mondo, perchè siamo convinti che la conoscenza sia strumento di liberazione di tutti e tutte, per-chè crediamo che puntare su una scuola, un’università e una ricer-ca pubblica significhi riconoscer-ne lo straordinario valore sociale, l’unica possibilità per immagina-re un’uscita da tutte le crisi tesa al miglioramento delle condizio-ni di vita di ognuno”, conclude la Rete.

Il governo è precario:

licenziamolo

Torniamo in edicola su Terra

Venerdì 3 Dicembre

Mercoledì 17 Novembre 2010

continua a pagina IV

Lorenzo Zamponi

continua a pagina IV

Giornata di mobilitazione studentesca internazionale. In Italia cento piazze contro la finanziaria e le riforme della distruzione pubblica. E il governo nel frattempo cade...

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Mercoledì 17 novembre 2010II www.retedellaconoscenza.it

Saperi

L’appello Let’s stand up together!

he 17th of November is the International Day of Students. Since 2004, in this day students all

over in the world fight for their rights and ask to politics and in-stitutions to recognize the role of education in the society.Nowadays political, economi-cal, environmental and social crisis causes a need of priority-setting amongst decision-ma-kers. All over in Europe gover-nments are cutting the welfa-re states reducing public grants to unemployment benefit sy-stems, social security, educa-tion, health care, environmen-tal protection, etc. In the eco-nomic and financial systems greed and speculation is the or-der of the day, wherever there are neoliberal chains of produc-tion in the five continents, the-re is going to be precariousness. The results are the reduction of rights, the rise of inequality and the growth of precarious jobs and and precarious lives, espe-cially for students and youths. They’re stealing our future! We demand the right to study, to work and to live in social and economic good conditions for everyone in the world.We demand to recognize Edu-cation and knowledge as the key to ensure democracy and social, cultural and economic development of our countries. We demand the growth of pu-blic founding on schools, uni-versities and research and we demand to guarantee students the right to social autonomy, constituted primarily in econo-mic relieves and safety mecha-nisms. We demand the invol-

T

L’appello La Rete della Conoscenza e i francesi dell’UNL/UNEF rilanciano una grande mobilitazione globale nella giornata internazionale degli studenti. In piazza tutto il mondo contro la precarietà e la mercificazione del sapere.

osa succede quando decine se non centinaia di migliaia di studenti in tutta Italia decidono

di riempire le piazze delle lo-ro città, di occupare le proprie scuole costruendo un’idea di riforma alternativa, di riunirsi in gruppi di lavoro e di discus-sione mettendo in pratica lo strumento indispensabile del-la condivisione e dell’orizzon-talità democratica, di stabilire una fitta rete di informazione sul piano nazionale e, spesso, a livello territoriale?Finché tutto ciò si risolve con manifestazioni di piazza orga-nizzate durante quelle che do-vrebbero essere le ore di lezio-ne, l’effetto immediato ed evi-dente è un rallentamento l’at-tività didattica. Niente di me-

Piero Lo Monaco glio per il regime dell’ignoran-za contro cui le manifestazioni sono indirizzate.Ma se quelle manifestazioni diventano non l’ultimo effetto passeggero della naturale ten-denza ribelle insita nei giovani, passionale, istintiva, quasi in-genua, per trasformarsi in pas-si singoli di un progetto organi-co, insomma se il corteo diven-ta uno strumento da sfruttare al massimo anziché un fine da perseguire, il regime trema.Se in quelle assemblee si fa in-formazione, un’informazione vera, non distorta dalle len-ti del potere ma generata dal-la volontà di chi è protagoni-sta dei fatti raccontati di co-municare, di descrivere ogget-tivamente, di sfuggire agli stru-menti del “quarto potere” uf-ficiale, il regime trema. Se in quei dibattiti ci si rende con-

to che il primo passo per su-perare la crisi economica glo-bale e il sistema che l’ha pro-dotta non può che essere quel-lo di “produrre cultura”, si for-gia l’arma che meglio di tutte le altre può essere usata contro il regime dell’ignoranza, e il regi-me trema.Se in quelle riunioni si elabo-rano strategie di lotta nuove e idee nuove per costruire non solo una scuola diversa ma una società diversa, alternativa a quella esistente, lontana dalle disparità, dalle disuguaglianze e dalle discriminazioni, il regi-me trema.Ci vuole più informazione, più responsabilità, più attac-camento folle a ogni singo-lo possibile frammento di cul-tura esistente nel nostro Pae-se, da parte di ciascuno di noi, da parte di tutti. Quello che vo-

La conoscenza, atto politico

vement of students in any de-cision-making processes con-cerning them. It is up to us to make this reality and make our demands heard. In the histo-ry students have been playing a fundamental role for the deve-lopment of democracy, for hu-man rights, for global challen-ges. Now we can play again this role and we can involve our sel-ves not only for better students’

conditions but also for a better society as a whole. We call for students all around the globe to an international day of action on the 17th of November, the In-ternational Day of Students. We call for demonstrations for free access to high quality educa-tion, for the recognition of stu-dents’ rights, for pretending our future, but above all our pre-sent. Let’s stand up together!

Saperi Il senso dell’impegno nel movimento studentesco. Ripartire dalla conoscenza libera per cambiare le scuole, le università e la società tutta

International DayofStudents

Uds - unione degli studentiLink - coordinamento universitarioUNL - Union nationale LycéenUNEF - Union nationale des étudiants de France

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FLICkr/PAoLovALDE

Il 17 novembre 1939 gli occupanti nazisti uccisero 9

studenti dell’Università di Praga e i loro insegnanti.

Il 17 novembre 1973 un carro armato abbatté il

cancello del Politecnico di Atene per reprimere la rivolta

studentesca contro la dittatura militare.

Il 17 novembre 1989, in Cecoslovacchia, la

commemorazione del 1939 divenne una protesta

contro il regime repressa della polizia.

Nel Social Forum Mondiale di Mumbai,

nel 2004, l’assemblea studentesca mondiale

rilanciò il 17 novembre, già International

Students’ Day, come giornata internazionale

di mobilitazione studentesca.

gliamo non si ottiene soltanto con la doverosa partecipazio-ne a manifestazioni di piazza ma in definitiva con la scelta di uno stile di vita che sia confor-me ai valori che abbiamo deci-so di abbracciare. Il sapere in sé non ha un colore politico, eppure in una società che premia l’ignoranza, l’appa-rire e la corruzione piuttosto che la cultura, l’essere e la le-galità, la conoscenza un colo-re politico ce l’ha: chi è onesto e consapevole dei propri diritti non può sostenere queste po-litiche governative di disfaci-mento dell’apparato scolastico e universitario italiano, questa politica dei privilegi, della di-sinformazione e del personali-smo. La storia ci sta chiaman-do: sentiamola e rispondiamo con tutte le nostre forze. La co-noscenza è un atto politico.

su www.retedellaconoscenza.it la mappa della protesta in tutto il mondo

Page 3: Edizione Speciale 17 Novembre

IIIwww.retedellaconoscenza.it Mercoledì 17 novembre 2010

Welfare

Diritti

International DayofStudents

Flickr/paolovalde

per saperne di più sul-le mobilitazioni irlande-si, intervistiamo Suzan-ne lee, militante del coor-dinamento universitario Fee, Free education for everyone.Quali sono le ragioni della vostra protesta?in irlanda abbiamo una tassa d’iscrizione, più che una vera propria tas-se universitaria, fissata a 1500 euro. il governo ha proposto di alzarla a 3000. per questo, la Union of Students ireland (USi) ha deciso di convocare un corteo di protesta, mentre alcuni studenti più radica-li hanno deciso di seguire parzialmente il corteo. il principale obiettivo del-la nostra protesta è l’abo-lizione della tassa d’iscri-zione e un migliore siste-ma di borse.Che metodi di lotta usa-te?crediamo nell’azione di-retta. l’unico modo in cui governo corretti si ren-deranno conto della pro-testa è questo, piuttosto che i comizi. il giorno del-la protesta abbiamo orga-nizzando un’occupazione pacifica (da parte nostra) del dipartimento delle Fi-nanze, e un sit-in di fronte al parlamento.State riuscendo a rag-giungere i vostri obiet-tivi?ci stiamo lavorando. in ir-landa gli studenti non so-no molto politicizzati e così è molto difficile fare qualcosa. ciononostante, nell’ultimo periodo le co-se sembrano essere cam-biate, e così speriamo di poter vedere un migliora-mento.Il movimento studente-sco è unito?a sinistra il movimento studentesco lavora bene insieme. abbiamo sociali-sti, anarchici e repubblica-ni irlandesi che lavorano tutti insieme. d’altra parte è molto difficile lavorare con la leadership dell’USi, che sembra preferire l’im-magine all’azione e molte volte ha provato a fare in modo che gli studenti non protestassero.Utilizzerete la comme-morazione del 17 no-vembre come occasione di mobilitazione?con gli strascichi del-la protesta, è stato molto difficile per noi organizza-re qualsiasi cosa. in ogni caso faremo qualcosa il 24, in contemporanea con la mobilitazione in inghil-terra. inoltre faremo uno spezzone studentesco al corteo sindacale del 27, che stiamo organizzando in questo momento.

Irlanda

a riforma del sistema pensionistico francese, che con la scusa di ade-guarsi alle direttive euro-

pee allunga l’età pensionabile da 65 a 67 anni e aumenta gli anni di contributi da 40 a 41,5, sta mono-polizzando il dibattito pubblico.l’allungamento delle speranze di vita, l’indebolimento delle casse

Federico Bassi

Lstatali a seguito della recessione economica e un mercato del la-voro che è sistematicamente in crisi hanno convinto il governo a riformare il sistema per intero.Naturalmente i sindacati dei la-voratori non si sono fatti aspet-tare e hanno chiamato allo scio-pero ed alla piazza, accompagna-ti dai sindacati studenteschi che hanno garantito una presenza costante di studenti medi ed uni-

versitari al fianco dei lavoratori stessi.a più di due mesi dall’inizio del movimento di protesta contro la riforma, il bilancio è controverso: se da una parte due mesi di pro-teste non sono bastati a far ritira-re il progetto di riforma che anzi, è diventato legge, dall’altra il mo-vimento non sembra particolar-mente scosso da questa situazio-ne. certamente non manca un certo senso di frustrazione e disil-lusione per aver sperato in un ri-sultato positivo, tuttavia sindaca-ti e lavoratori non sembrano in-tenzionati a mollare, e sebbene la frequenza di scioperi sia notevol-mente calata, l’ultima manifesta-zione, pur registrando numeri in-feriori anche a causa del maltem-po, ha dimostrato una posizione ferma e un desiderio comune di continuare a scendere in piazza. È stata così posta una sfida ai sin-dacati che dovranno prima o poi interrogarsi su come trovare una via d’uscita dal movimento senza però disperderlo, riuscendo così a mantenere una partecipazione ed un’attenzione costanti in vista delle prossime battaglie sociali.va detto che un calo della parte-cipazione è fisiologico dopo due mesi di scioperi generali ad ol-tranza, blocchi dei rifornimen-ti di carburante, servizi pubbli-ci chiusi o pesantemente rallen-tati, iniziative e cortei, special-mente quando poi i risultati par-lamentari non rendono merito ad un movimento sociale così forte, tenace e generale.Sorprendentemente la partecipa-zione è stata così elevata da supe-rare persino il record storico del 2006 in occasione delle mobilita-zioni contro il cpe, registrando

sistematicamente dai 3 ai 4 mi-lioni di manifestanti in piazza.Se allora però la presenza giova-nile per strada era più che giusti-ficata, in quanto si trattava di un provvedimento che andava a col-pire direttamente le nuove gene-razioni, questa volta la partecipa-zione studentesca poteva risulta-re quanto meno spiazzante, poi-ché si tratta invece di una riforma che non coinvolge direttamente gli studenti se non nel lunghissi-mo termine.viene allora da pen-sare che questa riforma sia stata piuttosto una scintilla che ha fat-to esplodere un malessere socia-le che già covava da tempo e che è cresciuto sempre di più negli ul-timi mesi in seguito ai provvedi-menti di espulsione ai danni dei rom, alla legge sul divieto del velo integrale nei luoghi pubblici, agli scandali riguardanti il governo francese. Questa esplosione ha avuto il merito di convogliare tut-te le fasce sociali in un movimen-to di protesta contro l’intero ope-rato del governo.purtroppo la legge è stata vota-ta, ma come andrà a finire è tut-to ancora da vedere. difficilmente questa mobilitazio-ne finirà nel dimenticatoio. Se una cosa è certa è che questi due me-si hanno rappresentato un punto di svolta per le sorti del dibattito politico francese, dimostrando da un lato un’evoluzione, a seguito della crisi, dei rapporti di forza in favore dei lavoratori e dall’altro la testardaggine di un governo che non ha più i numeri e che rimane intrappolato in un braccio di fer-ro incomprensibile e capriccioso che sta aprendo squarci interni interessanti in vista delle prossi-me elezioni.

Francia: Non è che l’inizioWelfare La riforma delle pensioni è stata piuttosto la scintilla che ha fatto esplodere un malessere sociale che già covava da tempo.

studenti contro le tasse

Se è vero che la crisi econo-mica ricade soprattutto sui giovani, la Spagna ne è la manifestazione esemplare.

disoccupazione ai massimi livelli europei, precarizzazione crescen-te, aumento delle tasse universi-tarie: il sogno socialdemocrati-co della Spagna di Zapatero si av-via alla conclusione per via di una crisi che ha mandato a fondo, ol-tre all’economia spagnola, anche le illusioni di quella sinistra euro-pea che vedeva nel politico di val-ladolid un leader di riferimento.a soli due anni dai giorni in cui la Spagna reclamava il suo ingresso nel G8 e in cui annunciava orgo-gliosa il superamento del suo pil procapite su quello italiano, gli iberici vivono oggi una crisi pro-fonda che colpisce duramente il lavoro e la condizione dei giova-ni. la Spagna del 2010 è il paese Ue con le peggiori performace ri-

Nicola Tanno

S

Spagna contro Bolognaspetto alla condizione degli under 35 detendendo, infatti, il più alto tasso di disoccupazione giovanile, con il 40,9 %, il doppio della me-dia europea, il tasso di disoccupa-zione di lunga durata tra i giova-ni all’11,3% e una percentuale del 32,9% di contratti di lavoro a tem-po indeterminato. in questo con-testo, di fronte alle ultime misu-re adottate dal Governo (tagli del 5% dello stipendio dei lavoratori del settore pubblico e facilitazio-ne per le imprese a licenziare), la reazione dei sindacati dei lavora-tori e degli studenti è stata duris-sima. il 29 ottobre scorso i princi-pali sindacati, ccoo e UGT, han-no convocato uno sciopero gene-rale contro il Governo che ha vi-sto una enorme partecipazione da parte dei lavoratori e dei giova-ni spagnoli, sia lavoratori che stu-denti. “la riforma congela le pen-sioni, colpisce i più poveri e i dirit-ti dei lavoratori. Nulla è stato fatto per combattere l’evasione fiscale

e l’economia sommersa” afferma lara Saiz, dell’ associació d’estu-diants progressites, sindacato studentesco catalano “una rifor-ma ancora più assurda se si pensa che nasce da un partito che si de-finisce ‘operaio’ e ‘socialista’”.Questo contesto di crisi economi-ca sta determinando conseguenze anche su scuola e università, già oggetto di profonde riforme ne-gli ultimi anni. la Spagna, infatti, è da 10 anni teatro delle proteste degli studenti contro l’applicazio-ne del processo di Bologna, il pia-no approvato dai ministri dell’uni-versità nel 1999 e finalizzato a cre-are lo Spazio europeo della cono-scenza. “il plan Bologna non ha affatto costruito lo spazio euro-peo comune visto che ogni Sta-to lo ha applicato in maniera dif-ferente; piuttosto ha determina-to un aumento dei costi dell’uni-versità ed ha duramente colpito il diritto allo studio” aggiunge lara. la crisi ha peggiorato la situazio-

ne: l’aep e il Sindacat dels estu-diants dels països catalans de-nunciano infatti un processo di elitizzazione dell’Università che si manifesta attraverso l’incremento delle tasse universitarie, l’aumen-to del 300% delle tasse di imma-tricolazione di dottorato e fino al 25% per l’iscrizione all’università. per queste ragioni i sindacati stu-denteschi hanno richiamano gli studenti alla mobilitazione e il Se-pc ha convocato a valencia una manifestazione contro le politi-che governative nel campo eco-nomico e universitario utilizzan-do uno slogan non dissimile da quelli lanciati a roma o a parigi, “Bologna+crisi=precarietà”. “la cosa inaccettabile è che i me-dia ci dipingano come una gene-razione che non ha voglia di fare niente” conclude indignata lara Saiz “Si dimenticano che saremo la prima generazione in condizio-ni economiche peggiori dei propri genitori”.

Diritti Il processo di Bologna ha determinato un aumento dei costi dell’università ed ha duramente colpito il diritto allo studio

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IV www.retedellaconoscenza.itMercoledì 17 novembre 2010

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In movimento

tegro del fondo per il diritto allo studio, dopo la denuncia di liNk-coordinamento Univer-sitario, sia il concorso pensato per spaccare il movimento dei ricercatori, ciò che resta è meno di metà di quanto tagliato dal governo, come spieghiamo nel dossier a pagina 5. in-somma, una truffa in piena regola: i fondi per l’università, di fatto, scendono, ma tremon-ti e fini possono vantare di averli aumentati. il vero obiettivo di questa manovra è placare le già scarse resistenze dei rettori e agevola-re il passaggio parlamentare del ddl Gelmini, che i finiani avevano appunto legato a mag-giori stanziamenti. Quella che inizia oggi è la settimana decisiva: la riforma dovrebbe ap-prodare in aula alla camera entro lunedì, e la

Lorenzo Zamponi dalla prima

Pur di ottenere il risultato, il governo ha ceduto su tutta la linea alle richieste di Fi-ni: Tremonti, che per mesi ha ricattato gli atenei sostenendo che il reintegro dei fondi tagliati dall’FFO sarebbe arrivato solo do-po l’approvazione del ddl Gelmini, ha per-so il braccio di ferro con il presidente della Camera, e la riforma è stata calendarizza-ta dopo la finanziaria. In questo modo, Fi-ni può cantare vittoria: ha strappato al go-verno un investimento tale da tener buoni i rettori e da spaccare i ricercatori, soprattut-to ha dimostrato di avere saldamente in ma-no l’agenda legislativa. Per chi ha l’obiettivo di sostituire Berlusconi come referente politico affidabile dei settori sociali più conservato-ri, una manna dal cielo. Si tratta di una parti-ta tutta politica, che cambia gli equilibri nella maggioranza ma ignora, nei fatti, le richieste del movimento. Gli stanziamenti che tre-monti promette di inserire nel maxiemen-damento alla finanziaria dovevano essere un miliardo, poi sono scesi a 800 milioni e poi, forse, a 700. Se si pensa che all’interno di que-sta somma devono trovare posto sia il rein-

Territori in mobilitazione

WelfareI tagli alle Regioni

aggravano la situazione, già

pesante, del diritto all studio.

In tutta Italia si susseguono

lotte e vertenze territoriali. La

sfida: un nuovo welfare per la cittadinanza studentesca.

Federico del Giudice

al 2001, con la riforma del titolo V della costituzione, le regioni hanno acquisito competenze forti su dirit-to allo studio e mobilità. con i tagli delle risorse alle regioni, l’anno sco-

lastico e accademico si è aperto con aumen-ti dei prezzi di biglietti e abbonamenti in mol-te regioni d’italia e una riduzione della quantità e della qualità dei servizi. le proteste sono par-tite a fine agosto a partire dalla Sardegna, in cui si è creato subito un movimento che ha coin-volto studenti e lavoratori per protestare con-tro gli aumenti dei prezzi. Nel mese di settem-bre Puglia, Veneto, friuli Venezia Giulia e cam-pania hanno visto un brulicare di iniziative dif-fuse di contestazione e rivendicazione per nuo-ve tariffe e facilitazioni a livello locale e regio-nale. le voci che si sono alzate non si sono per-se nel vento: a Padova sono state aumentate le corse e le agevolazioni per studenti con diffi-coltà economiche mentre in campania gli stu-denti stanno partecipando ai tavoli di trattati-va. Ovunque nelle restanti regioni, si susseguo-no attività di sensibilizzazione. il disagio degli studenti per dover pagare ogni anno costi altis-simi per tasse scolastiche e universitarie, libri di testo e qualsiasi consumo culturale collatera-le non trova risposta nelle politiche dei gover-ni locali. la calabria, il friuli e il molise le leg-gi regionali per il diritto allo studio sono vetu-ste, spingendo gli studenti a chiedere a gran vo-

ce nuove normative regionali sul tema. a cam-pobasso e trieste sono state già presentate al-le giunte regionali proposte di legge scritte dal-le scuole e università aprendo uno spiraglio per un miglioramento delle condizioni di vita e di studio per migliaia di studenti. in Puglia, dove la legge regionale sul diritto allo studio è stata ap-provata l’anno scorso dopo una vasta stagione di lotte per la riforma complessiva del welfare studentesco tenendo insieme le rivendicazioni su spazi, mobilità, borse di studio e abitare. l’as-senza o rarità di politiche abitative in molte cit-tà hanno spinto molti centri universitari a da-re battaglia per garantire la vivibilità per gli stu-denti fuori sede. Vertenze per case dello studen-te, affitti calmierati e mense si contano a taran-to, foggia, roma, Padova e Siena. il 17 novem-bre e quel che ne seguirà sarà una data centra-le per arginare la volontà di restringere la libera circolazione del sapere. il mosaico che si sta ve-nendo a comporre lungo il corso della penisola potrà trovare la sua continuità e unitarietà solo con la capacità di ricomporre nell’analisi quel-le che sono volontà transnazionali con le poli-tiche locali e tradurre rivendicazioni territoriali in conflitti globali. la cittadinanza studentesca risulta essere un fattore centrale nelle politiche di welfare per minare la situazione di precarietà cronica di cui è affetto il paese, scuole ed univer-sità assumono sempre più un ruolo nell’eman-cipazione della società.

D

DDL GelminiTra pochi giorni tornerà alla Camera la riforma dell’università. Tremonti trucca i conti per far contento Fini e spaccare il movimento. L’unica soluzione? Mandarli a casa.

Il governo è precarioLicenziamolo

Erri de Luca (Scrittore), Toni Servillo (attore), Et-tore Scola (pres. Onorario fond. cinemovel), Moni Ovadia (artista), Ascanio Celestini (artista), Ca-parezza (musicista), Andrea Rivera (artista), Paolo Flores d’Arcais (direttore micromega), Nando dal-la Chiesa (pres. onorario libera), Vittorio Coglia-ti Dezza (pres. nazionale legambiente), Paolo Be-ni (pres. nazionale arci), Flavio Lotti (coordinato-re tavola della Pace), Paolo Patanè (presidente ar-cigay), Alex Zanotelli (missionario comboniano), Giulio Marcon (portavoce campagna Sbilanciamo-ci), Gabriella Stramaccioni (coordinatrice naziona-le libera), Domenico Pantaleo (Segr. Gen. flc/cgil), Maurizio Landini (Segr. Gen. fiom/cgil), Fernan-do D’Aniello (segretario associazione Dottorandi e Dottori di ricerca italiani), Alessandro Ferretti (ri-cercatore rete 29 aprile), Marco Bersani (attac ita-lia), Roberto Morrione (direttore liberainformazio-ne.org), Peppe Ruggiero (co-autore Biutiful cauntri, giornalista)

Sullo scorso numero di Rete della Conoscenza abbiamo lanciato un appello a studenti, lavoratori e alla socie-tà civile tutta. In tanti hanno risposto al nostro invito sostenendo la giornata di mobilitazione internaziona-le studentesca del 17 Novembre: intellettuali, esponen-ti della cultura, del sindacato e dell’associazionismo. L’appello completo su www.retedellaconoscenza.it

Sostengono il 17 Novembre

maggioranza sembra essere ormai compat-ta nel sostenerla. Gli unici a fermarla posso-no essere studenti, dottorandi, precari, ricer-catori, quel vasto fronte di movimento atti-vo ormai da mesi contro lo smantellamento dell’università. Dalle piazze del 17 novembre parte una settimana di mobilitazione stra-ordinaria, con l’obiettivo di mandare a casa questo governo prima dell’approvazione del ddl Gelmini, che a quel punto finirebbe su un binario morto. le sponde istituzionali sono esaurite, ora tocca a noi: occupiamo le uni-versità, blocchiamo la città, mandiamo a ca-sa Berlusconi e iniziamo, tutti insieme, a co-struire l’alternativa per cambiare l’università e la società.

Queste le principali considerazioni che si evincono anche dall’appello nazionale per la giornata di mobilitazione internazionale stu-dentesca. Di fatto si avranno decine di mobi-litazioni a livello internazionali a partire da-gli studenti di francia e inghilterra che si stan-no mobilitando sempre per provvedimenti in-giusti e iniqui da parte dei loro paesi. Voglia-mo essere protagonisti del nostro tempo, libe-ri dai condizionamenti sociali e familiari, per-ciò rivendichiamo un nuovo welfare universa-le che ci liberi dalla precarietà, un reddito di formazione e di cittadinanza che tramite ser-vizi pubblici e forme di sostegno, sia in grado di garantirci l’autonomia che meritiamo nelle nostre scelte e nella determinazione dei nostri percorsi di vita. in italia come in tutto il mon-do, perché siamo convinti che la conoscenza sia strumento di liberazione di tutti e tutte, a partire da scuola e università pubblica ricono-scendone il valore sociale, e la porta di una via di uscita da tutte le crisi tesa al miglioramento delle condizioni di vita di ognuno. “Scendiamo in piazza, e chiediamo a tutti i cittadini di fare lo stesso, perché questa non può essere solo la nostra battaglia ma al contrario, è la battaglia di chi crede che un’alternativa all’italia del de-clino sia possibile anzi necessaria” dall’appello della rete della conoscenza.

Monica Usai dalla prima

Page 5: Edizione Speciale 17 Novembre

VL’analisi

Finanziaria La settimana prossima Sbilanciamoci presenterà la consueta analisi della manovra di bilancio, con le proposte alternative della società civile. Anticipiamo una sintesi dei contenuti su scuola e università.

al taglio alla Mannaia. Il mondo della Cono-scenza sotto attacco.

La crisi che attraversiamo col-pisce i luoghi della formazione devastandoli. L’assenza di in-vestimenti pubblici in scuola, università e ricerca è il segno della miopia di un Governo che fa una chiara scelta politica: far pagare la crisi a tutto ciò che è pubblico, il welfare, le politi-che sociali, la scuola, l’universi-tà, la sanità, colpendo gli strati sociali più deboli della popola-zione. Questo schema trasfor-ma la crisi in un grimaldello per realizzare un chiaro pro-getto politico che, dagli accor-di GATS. del WTO alla direttiva Bolkestein dell’Unione Euro-pea, ha svenduto l’idea dei ser-vizi e delle politiche sociali al soldo del mercato con un uni-co risultato: abbassare le tutele e i diritti di ognuno e favorire la speculazione dei privati, come nel caso dell’acqua, della sani-tà e proprio l’istruzione a tut-ti i livelli. Ma se negli altri Pa-esi il taglio alle risorse pubbli-co è pur presente, nessun paese d’Europa ha pensato di tagliare una risorsa strategica per il fu-turo di tutti i sistemi produttivi come l’istruzione, l’università e la ricerca.

La distruzione pubblica Dalla legge 133/2008 ad oggi si registra ancora un totale disin-teressamento agli investimen-ti sulla scuola e un’incapacità generalizzata di considerare le politiche di accesso ai saperi nel loro quadro d’insieme com-prendendo lo stretto legame e interazione che esiste tra scuo-la ed università, e le necessità di investire massicciamente sul-la scuola per dare valore ad un percorso di formazione conti-nua. Al ministero dell’istruzio-ne verranno ridotti gli investi-menti su base triennale (2011 – 2012 – 2013) di 8,970 miliardi all’anno. Una politica economi-ca che ha dietro di sé un chiaro progetto politico, quello di sna-turare e decostruire totalmen-te l’istruzione pubblica. Non si parla di diritto allo stu-dio, non vi sono accenni sulla vivibilità della “scuola”, quindi all’edilizia scolastica e ai finan-ziamenti per garantire quanto-meno piena attuazione dell’ob-bligo scolastico; nulla di scritto sull’autonomia didattica e am-ministrativa delle scuole; ol-tre all’assenza totale di accen-ni sulle riduzioni per i consumi culturali per gli studenti e al-la messa in campo di politiche per garantire l’accesso ai saperi

in generale. Ovviamente nella voce ridu-zione della manovra correttiva non compare la voce scuole pri-vate. Sono invariati i finanzia-menti deliberati con il via libe-ra della conferenza unificata di circa 130 milioni di euro per il 2010, 10 milioni in più del 2009, che arriveranno dallo scudo fi-scale. I fondi alla legge 440/97 che finanzia l’offerta formati-va e l’alternanza scuola lavoro vengono ulteriormente dimi-nuiti nella finanziaria da i 140,5 milioni del 2009 ( già 120 milio-ni in meno rispetto alle risorse stanziate nel 2001) ai 128,9 mi-lioni di euro (1,3 di questi mi-lioni sottratti alla 440/97 sono dirottati sulle cosiddette “Mis-sioni di pace) e non rappresen-tano quindi ulteriori riduzioni nella manovra correttiva.

I finanziamenti all’universitàLe principali voci di entrata dei bilanci delle università italiane sono costituiti da: FFO (Fondo di finanziamento ordinario), diverso tra i vari atenei, che copre circa il 60-70% delle en-trate di ogni università, incas-si per attività di ricerca e atti-vità commerciali, compresi tra il 20 e il 30%, e la contribuzio-ne studentesca, che fino all’ul-timo anno si attestava media-mente tra il 10 e il 15%. La leg-ge 133/08 approvata dall’attua-le governo determina un taglio di 1,5 miliardi di euro al FFO in 5 anni. Inoltre nel 2010 scade il patto Mussi–Padoa Schiop-pa del 2008, che prevedeva 550 milioni all’anno per tre anni. Il finanziamento alle università nel 2011 preventivato sulla ba-se della legge 133 e della fine del patto Mussi - Padoa Schioppa è di 6,1 miliardi di euro, assoluta-mente insufficienti anche solo per il pagamento degli stipendi del personale di ruolo (tenendo conto degli aumenti stipendia-li degli ultimi anni), ma anche e soprattutto per dottorati, as-segni di ricerca, contributi Era-smus, servizi ai disabili, ecc. Inoltre molti atenei per com-pensare i tagli al FFO punta-no ad aumentare il prelievo sugli studenti, aumentando le quote di contributi studente-schi all’università. Già oltre 25 atenei non rispettano il limite massimo previsto per la con-tribuzione studentesca (il 20% del FFO ricevuto). A ciò biso-gna aggiungere la situazio-ne del fondo ministeriale gra-zie al quale le Regioni offrono i servizi di diritto allo studio (borse di studio, mense, allog-gi, ecc.), passato dai 246 milio-

D

ni di euro nel 2009 ai 100 milio-ni nel 2010, con la previsione di scendere ancora nel 2010, fino a 100 milioni di euro. La finan-ziaria oggi in discussione ha ul-teriormente decurtato questo fondo, portandolo per il 2011 a 25.731.000 euro, con una previ-sione di 25.774.000 euro per il 2012 e di 12.939.000 euro per il 2013. Un taglio dell’89,54% in 2 anni e del 94,7% in 4 anni, che espellerebbe di fatto dal siste-ma universitario i quasi 200 mi-la studenti che ricevono ogni anno una borsa di studio.

Le nostre proposte: scuola Ripristinare i finanziamenti

per il funzionamento didattico amministrativo, che negli ulti-mi anni hanno subito un taglio per 200 milioni. Riportare alla quota del 2001 anche i finan-ziamenti per la legge 440/97 sull’offerta formativa. Totale: 300 milioni.

Finanziare il Fondo per il di-ritto allo studio di 632 milioni di euro, con la previsione del comodato d’uso dei libri di te-sto, agevolazioni sui trasporti e abolizione di qualsiasi tassa per l’iscrizione ai percorsi sco-lastici

Abbattimento dell’IVA sui

consumi culturali Risorse per la carta “Io Stu-

dio” necessarie per la realizza-zione di misure aggiuntive per garantire agli studenti l’accesso a tutto ciò che costituisce edu-cazione non formale

Fondo di almeno di 300 mi-lioni di euro che devono servi-re a garantire il rispetto dell’in-nalzamento dell’obbligatorietà scolastica

Portare i fondi per i per i pro-getti studenteschi del d.p.r. 567 ad una quota pari almeno a 9 euro per studente trasferiti dal-lo Stato alle scuole.

Piano di finanziamento stra-ordinario per l’edilizia scolasti-ca di 10 miliardi di euro spal-mati in 10 anni.

Le nostre proposte: università

Abrogazione dei tagli previ-sti dalla 133 e un conseguente piano straordinario di investi-menti che porti in 3 anni l’in-vestimento in formazione, uni-versità e ricerca al 7% del PIL e in particolare il finanziamento dell’università da 8 026 a 11 512 dollari per studente (media Oc-se).

Ripartizione equa del FFO, sulla base dei costi effettivi.

Copertura totale delle borse di studio attraverso uno stan-ziamento di 321 milioni di euro comprendenti il reintegro dei tagli contenuti nella legge di stabilità 2011. Ampliamentodegli idonei, estendendo i crite-ri di reddito sulla base dei quali viene assegnata la borsa distudio.

Fissare, come previsto dal-la legge, i livelli essenziali del-le prestazioni erogate dalle Re-gioni e in particolare l’entità minima garantita delle borse di studio.

Le nostre proposte: budget e welfare

Tagli alla spesa pubblica, in particolare riferiti a: a) ridu-zione del 20% della spesa mi-litare (risparmio di 4 miliardi), b) cancellazione dei sussidi al-le scuole private (risparmio di 700 milioni a partire dal 2012), c) cancellazione dei finanzia-menti alle grandi opere (rispar-mio di 1 miliardo e 700 milio-ni), d) chiusura dei CIE (rispar-mio di 240 milioni), e) avvio del passaggio della Pubblica Am-

Controfinanziaria, le nostre proposte

Rete della Conoscenza Mercoledì 17 Novembre 2010

Rete della conoscenzaVia IV Novembre 98, 00187, Roma

www.retedellaconoscenza.ittel/ 0669770328

[email protected]

Coordinamento editoriale a cura di: Lorenzo Zamponi

hanno collaborato: Roberto Iovino, Roberto Campanelli, Angelo

Buonomo, Enrico Consoli, Nicola Tanno, Andrea Aimar, Federico

Del Giudice, Cinzia Longo

Grafica: Filippo Riniolo

Chiuso in redazione alle ore 19.00

La Rete della Conoscenza è il network promosso da Unione degli Studenti e

Link-Coordinamento Universitario

www.unionedeglistudenti.itwww.coordinamentouniversitario.it

ministrazione all’Open Source (risparmio di 1 miliardo dal 2011).

Allargamento ai precari del-le misure di protezione socia-le già previste per i lavoratori a tempo indeterminato (spesa: circa 4 miliardi e 500 milioni di euro) e ripristino del Reddito minimo di inserimento.

Processi partecipativi trami-te cui i territori possano avere potere decisionale in merito a cosa produrre e come, seguen-do l’esperienza dei Nuovi Mu-nicipi.

Restituzione al pubblico di spazi sociali aperti e cultura-li alle realtà attive della cittadi-nanza.

Stanziamenti per l’istituzio-ne dei Liveas (Livelli essenzia-li di assistenza) e una una leg-ge quadro nazionale sul reddi-to di formazione, strumento di liberazione e autonomia ora-mai presente nella quasi totali-tà dei paesi europei.

Ultima manovra finanziaria: 10 milioni sulla legge 440/97, 130 milioni solo per il 2010 alle scuole private

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50000

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200000

250000

2001 2005

2006 2007

2008 2009

2010 2011

2012 2013

129114

147092

177000

166871

151986

246459

100014

25731 25773

12939

2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009

FFO assegnato alle università statali (in milioni di euro)

6.042 6.165 6.215 6.516 6.896 6.903 7.052 7.203 7.265

Incremento annuale del FFO in termini nominali (%)

x 2,04 0,81 4,85 5,83 0,10 2,16 2,14 0,86

Incremento annuale del FFO in termini reali (%)

x -0,40 -1,65 2,86 4,12 -1,89 0,44 -1,09 0,26

Spese per assegni fissi al personale di ruolo (in milioni di euro)

4.912 5.167 5.315 5.461 5.864 6.075 6.301 6.465 x

Rapporto fra assegni fissi al personale di ruolo e FFO (%)

81,3 83,8 85,5 83,8 85,0 88,0 89,4 89,8 x

Il fondo per il diritto allo studio dal 2001 al 2013

Nota: i dati relativi al FFO non coincidono con quelli riportati nelle tabelle e nelle figure che seguono in quanto rilevati con criteri differenti. Per questa ragione sono differenti anche le variazioni annue nominali e reali.Fonte: elaborazioni su dati CNVSU e ISTAT

Tab. 7.3 - Fondo di Finanziamento Ordinario assegnato alle universita’ statali e spese per il personale di ruolo (2001-2009)

8,970 sono i miliardi di euro tagliati per 3 anni sull’istruzione pubblica dal 2011 al 2012